40° anniversario Lazzaroni e con un fonico d’eccezione come Mike Il disco Henley. Un impegno commisurato alle riletture della Premiata, che si trova di fronte a un repertorio Fabrizio De André in concerto - Arrangiamenti PFM tanto monumentale quanto, in alcuni casi, datato. Ricordi, 1979 Registrato dal vivo al Teatro Tenda di Firenze e al Palasport di Bologna Alcuni arrangiamenti recano un’evidente firma in- il 13, 14, 15 e 16 gennaio 1979 con il Manor Mobile Recording Studio del- dividuale. Franco Mussida si occupa tra le altre de la Virgin Records, Londra (tecnico Peter Greenslade; assistenti Chris La canzone di Marinella e Il pescatore, forse uno dei Blake e Ken Capper). Mixato presso lo studio Il Mulino, di Milano, nel brani che più ha mantenuto l’impronta di quel tour, febbraio 1979 da Franco Mussida con l’assistenza di Pietro Pellegrini. la vera hit del disco, potente, intelligente e funky. Fonico: Piero Bravin. Merito di Premoli e Colombo, invece, il controtem- Art direction e fotografie: Guido Harari po e l’assolo di moog di Bocca di rosa, prologo fulmi- nante che rivela le capacità canore di De André: il 22 gennaio a Roma; i disordini fuori dal palasport di suo ingresso a tempo dimostra un intuito ritmico Napoli il 24 gennaio; e poi lanci di bicchieri e lattine, tutt’altro che banale, il medesimo che gli permette cori inneggianti “potere operaio” e altri momenti di sciogliere veloci terzine su Un giudice. Su questo tesi, immersi comunque nella generale approvazio- pezzo, unico portavoce in scaletta del celeberrimo ne di un pubblico di nostalgici e di neofiti. Allora, la tributo a Spoon River, la fisarmonica funambolica di strada lastricata di successi di questo esperimento Premoli regala alcuni dei momenti strumentali più non sembrava aperta e larga come appare oggi, con intensi, insieme con l’intro alla Pink Floyd di Amico il senno di poi, ma era già chiaro che si sarebbe trat- fragile. Proprio su questa lunga e tragica ballad in- tato di un punto di svolta. Difficile immaginare l’Al- timista, una delle poche veramente autobiografi- bum concerto di Francesco Guccini con i Nomadi, che del genovese, si nota ancora il dono della voce inciso a novembre dello stesso anno, senza questo del cantante: non solo un poeta che intona vicino precedente. Ma quel progetto traghettò lo stesso al parlato, ma un interprete che all’occasione salta De André verso la seconda parte della sua carrie- un’ottava in alto per caricare di dramma questo epi- ra, sempre più intrecciata tra ricerca lirica e ricerca logo straziante e liberatorio. musicale, sempre più trasversale tra le generazioni, grazie anche a un disco come In concerto, che da al- Gli spazi solisti non mancano, ma hanno funzione lora e ancora oggi è un rito di passaggio nella sua di voci narranti, controcanti profondissimi come il discografia. basso fretless languido di Patrick Djivas, che intro- duce e poi sorregge Giugno ’73, o la marimba di Di Cioccio su La guerra di Piero. In altri casi, il contri- buto della PFM è maieutico: l’intro mistica de La canzone di Marinella suona come il richiamo sciama- nico degno di un poeta che parla con l’ultraterreno, un battito cardiaco nascosto come il gioco di terzi- ne sussultanti di Djivas e Di Cioccio nella seconda strofa; o il moog che apre Volta la carta, dando nuovo vigore a un brano che già sapeva di fusion. La bontà di queste versioni è talmente evidente che, a tour terminato, De André abbandona il mixaggio dopo poco, fidandosi in pieno della band. Un risultato tanto felice da far nascere un seguito, nel 1980, con le restanti tracce della scaletta. L’incisione inizialmente era prevista al Palalido di Milano, ma per problemi alla voce di Fabrizio, che avrebbero funestato altre tappe costringendo ad alcuni rinvii, si optò per il Teatro Tenda di Firenze (13-14 gennaio) e per il palasport bolognese (15-16 gennaio). Non fu solo la voce a tormentare quel tour: ci furono le contestazioni degli autonomi, il 49
La collezione si compone di 41 uscite. Prima uscita prezzo € 9,99*. Prezzo per le 29 uscite successive contenenti album singoli € 17,99*, prezzo per 11 uscite successive contenenti album doppi o tripli € 27,99*. Salvo variazione aliquote fiscali. *Prezzo rivista escluso, non vendibile separatamente da DE AGOSTINI VINYL €5,00 - mensile. L’Editore si riserva il diritto di variare la sequenza delle uscite dell’Opera e/o i prodotti allegati.
v vi nvi nyi nyl ylcl co col ol le lce ect citoti oni onn COLLEZIONA LA MUSICA DI BOB DYLAN IN VINILE 180 GR THE FREEWHEELIN’ BOB DYLAN • BOB DYLAN • ANOTHER SIDE OF BOB DYLAN • HIGHWAY 61 REVISITED • BRINGING IT ALL BACK HOME • BLONDE ON BLONDE (2LP) • JOHN WESLEY HARDING • NASHVILLE SKYLINE • NEW MORNING • SELF PORTRAIT (2LP) • PAT GARRETT & BILLY THE KID • BEFORE THE FLOOD (2LP) • PLANET WAVES • THE BASEMENT TAPES (2LP) • BLOOD ON THE TRACKS • DESIRE • HARD RAIN • STREET-LEGAL • SLOW TRAIN COMING • SAVED • SHOT OF LOVE • INFIDELS • REAL LIVE • EMPIRE BURLESQUE • DOWN IN THE GROOVE • DYLAN & THE DEAD • OH MERCY! • UNDER THE RED SKY • GOOD AS I BEEN TO YOU • WORLD GONE WRONG • TIME OUT OF MIND (2LP) • LOVE AND THEFT (2LP) • MODERN TIMES (2LP) • TOGETHER THROUGH LIFE (2LP) • BOB DYLAN IN CONCERT: BRANDEIS UNIVERSITY 1963 • TEMPEST (2LP) • SHADOWS IN THE NIGHT • THE REAL ROYAL ALBERT HALL - 1966 CONCERT (2LP) • FALLEN ANGELS • TRIPLICATE (3LP) IN EDICOLA CON: SCOPRI DI PIU': deagostini.it/ bobdylanvinile
Rewind Protagonista unico e irripetibile della nostra epoca, punto di riferimento per molte generazioni che hanno trovato in lui e nel suo teatro canzone un esempio di onestà intellettuale, Giorgio Gaber è un autore di cui oggi si sente più che mai il bisogno. Come racconta suo nipote D I Lorenzo Luporini GIORGIO GABER il cantattore Lorenzo Luporini racconta il Signor G 52
Giorgio Gaber MIO NONNO È STATO UN MUSICISTA SUI GENERIS, non Chi è Giorgio Gaber una rockstar. Diciamo che per lui la musica era un modo per vedere e capire il mondo e, soprattutto, era un modo per fare Giorgio Gaberščik, in arte Gaber, nasce a Milano domande o per far nascere dentro di noi la voglia di farle e il 25 gennaio 1939. Dopo l’esordio come chitarrista di trovare risposte. Lui cantava e suonava perché quello era di Adriano Celentano, all’età di diciannove anni firma un modo per dire delle cose serie in maniera leggera. Infatti, il primo contratto discografico per la Ricordi e incide il la prima cosa che spiego nelle mie lezioni su Gaber a tutti i 45 giri Ciao ti dirò. Gli anni ’60 lo vedono indiscusso e autorevole protago- ragazzi che ci vengono a sentire, nelle scuole in cui organiz- nista dello spettacolo in Italia con numerosissime incisioni discografiche e ziamo gli eventi, è questa: prendete la vita con leggerezza, con un’intensa attività televisiva anche nel ruolo di conduttore di diversi pro- perché la leggerezza non è superficialità ma è planare sulle grammi di grande spessore e successo: Canzoni di mezza sera (1962), Canzo- cose dall’alto e non avere macigni sul cuore. Perché non c’è niere minimo (1963), Questo e quello (1964), Diamoci del tu (1967), …E noi qui niente di più bello di chi ti fa pensare con una risata e perché (1970). Sono gli anni della fortunata collaborazione con lo scrittore Umberto ridere ti aiuta a non dare nulla per scontato. Ecco perché Simonetta, coautore dei suoi più importanti e popolari successi discografici, Gaber ci insegna uno sguardo del tutto diverso sul mondo, e delle prime frequentazioni con il pittore Sandro Luporini. Ed è proprio con riuscendo a parlare di disuguaglianza sociale in modo leg- Luporini che Gaber, a partire dal 1970, invitato dal Piccolo Teatro di Milano, gero ma non superficiale. E lo fa sempre con un linguaggio cambia decisamente strada creando l’inedita forma artistica del teatro can- accessibile, cosa niente affatto scontata sia ai suoi tempi sia zone, che porterà in scena dalla stagione teatrale 1970-1971 fino al 1999-2000. oggi. Perché Gaber, è stato più che un artista un modo di Appartengono a questo lungo periodo anche gli spettacoli di prosa (“teatro pensare il mondo. d’evocazione”), le regie e le produzioni riferite ad altri artisti (Ombretta Colli, Enzo Jannacci, Beppe Grillo, Arturo Brachetti), la direzione artistica dei teatri CANZONE E TEATRO di Venezia e la manifestazione Professione Comico che fu trampolino di lancio per molti degli attuali protagonisti della comicità italiana. Nel 2001, a seguito Gaber era un “cantattore”, nel senso che per capire il suo della forzata interruzione dell’attività teatrale, si dedica a quella discografica lavoro è fondamentale osservarlo in quello che è il suo “for- con due album: La mia generazione ha perso (2001) e Io non mi sento italiano mat” di riferimento, il teatro. Che per lui era prima di tutto (pubblicato postumo nel 2003), che lo consacrano protagonista d’eccellenza l’unica possibilità di avere un contatto reale con la gente anche nell’ambito della canzone d’autore. Il primo gennaio 2003 Giorgio Gaber e l’unica possibilità di dire ciò che si pensa senza censure si spegne nella sua residenza di Montemagno (Lucca). 53
Rewind Lorenzo “Ci sono artisti che tentano Luporini... faticosamente di passare e la sua alla storia e artisti che playlist preferiscono passare direttamente alla cassa” Giorgio Gaber Nipote di cantattore (come invece accadeva in televisione). È come se chiamato a rispondere in modo individuale e dove si crea (è figlio di Dalia Gaber Jovanotti andasse a fare solo teatro: provate a im- un rapporto reale tra l’attore e lo spettatore. Non a caso Ga- e Roberto Luporini), maginare che effetto vi farebbe un’ora di monologo ber preferiva i teatri non troppo grandi, per non perdere il Lorenzo “tramanda” e anche di dialogo con Lorenzo. Ovviamente non contatto fisico diretto con le persone che aveva davanti a sé. la memoria artistica tutti i cantanti sono così. Il rap moderno spesso di Gaber, oggi custodita esibisce più una ricerca di brillantezza e di impatto VALORI, NON MODE dalla fondazione a lui al primo ascolto che di profondità e di senso. Non intitolata, attraverso c’è una vera analisi critica e individuale: funziona L’opera di Gaber è piena di altri messaggi che sono ancora workshop e incontri tra al momento, quando lo senti alla radio mentre fai oggi di grande attualità. Come quello dell’essenzialità, come parole e musica che porta altro, ma non può funzionare a livello di pensiero. esclusione di tutto ciò che va oltre il messaggio più impor- nelle scuole superiori Però sembrano provenire da questo ambito, oggi, le tante e contro il consumismo e tutti quei beni superflui che di tutta Italia. Altre nuove penne della discografia e un giorno magari rendono superflua anche la nostra vita, oltre che renderci preferenze oltre alla guarderemo a loro come facevamo con i cantautori. tutti più egoisti. O come quello dell’onestà e del coraggio in- musica del nonno? Gaber è stato anche il primo intellettuale italiano tellettuale. Gaber diceva esattamente ciò che pensava e che Eccole: a schierarsi contro un certo modo di pensare per riteneva potesse essere utile a sé e agli altri. Il consenso non • Brunori Sas, La verità sentito dire e non con la propria testa. Lui questo era cercato a priori, ma doveva essere la conseguenza del suo • Willie Peyote, lo ripeteva sempre: ognuno di noi potrebbe essere pensiero e delle sue parole. E in questo non ha mai accettato unico e geniale se fosse capace di vedere il mondo compromessi sul piano intellettuale. Un altro tema impor- Educazione Sabauda tante di Gaber è stato il rifiuto del giovanilismo a favore di • Ghali, Album una responsabilità da parte dei giovani sul proprio destino, • Lo Stato Sociale, Primati mentre spesso, soprattutto alla sua epoca, tutti cercavano • Eminem, Kamikaze di essere accomodanti e rassicuranti con i giovani. E infine • Post Malone, Beerbongs la libertà, che nell’angolazione molto originale proposta da Gaber e Luporini negli spettacoli scritti insieme era para- & Bentleys dossalmente intesa come limitazione e non come indistinta • Kendrick Lamar, Nation • Salmo, Playlist con i propri occhi. Purtroppo il conformismo in- vece la faceva da padrone già alla sua epoca, quella che oggi possiamo definire l’epoca d’oro della televisione: un elet- trodomestico che creava dipendenza, come diceva lui, oltre che perdita del contatto umano, esattamente il contrario di quanto succede con la musica e a teatro, dove ciascuno è 54
Giorgio Gaber possibilità di fare tutto quel che si vuole. Provocatoriamente, Le donne di ora, 2018 anzi, lui diceva che tanto più la gabbia è stretta, tanto più l’individuo è chiamato a dare il meglio di sé. Un concetto che È l’album ideato e prodotto da Ivano Fossati e realizzato in collaborazione andava decisamente controcorrente rispetto alla ribellione con la Fondazione Gaber, che comprende un’ampia selezione di brani del imperante di quegli anni. Così come era controcorrente la grande Giorgio che Fossati ha voluto riprodurre e rimasterizzare secondo sua interpretazione della realtà. Per esempio, dopo la caduta le più avanzate tecnologie del suono. L’album, che raccoglie brani di tutte le del Muro di Berlino, dice qualcosa di insolito: dice che è un fasi di Gaber, dagli esordi al teatro canzone del Signor G, contiene inoltre Le male, che porterà a un appiattimento, e nel 1994 esprime così donne di ora, brano inedito e title-track dell’album, che Gaber ha inciso nel la sua sfiducia nella contrapposizione politica destra e sini- novembre del 2002 poco prima della sua scomparsa. Nella foto di copertina stra. È la dolorosa presa di coscienza che la sua generazione Gaber posa con la figlia Dalia. in qualche modo ha fallito. La tracklist 10. Com’è bella la città (03:21) OLTRE IL CONTINGENTE 01. Le donne di ora (04:33) 11. Ora che non son più innamorato 02. Ciao ti dirò (01:51) Gaber è stato un uomo che ha visto molto avanti, un pre- 03. Non arrossire (02:25) (03:55) cursore. Quando faccio sentire le canzoni di mio nonno o 04. La ballata del Cerutti (03:23) 12. Il conformista (04:30) i suoi monologhi di teatro ai ragazzi, nello spettacolo inti- 05. Le strade di notte (03:25) 13. Quando sarò capace d’amare tolato Incontro con Giorgio Gaber, loro restano increduli sulle 06. Porta Romana (03:32) date di queste opere. Questa lungimiranza, insieme alla sua 07. Le nostre serate (03:14) (04:28) leggerezza, rende Gaber un classico, ma un classico sempre 08. Te lo leggo negli occhi (02:32) 14. Si può (04:07) attuale. Perché usa un linguaggio che è ancora il nostro. Nelle 09. Chissà dove te ne vai (02:56) 15. L’illogica allegria (04:07) sue canzoni ci sono la stessa ironia e lo stesso umorismo di oggi. Le sue idee sono le nostre, che non invecchiano perché sono prima di tutto che Gaber è un cantattore, e quindi va Le donne di ora, sono piene di ideali, e gli ideali non passano mai di moda. visto e non solo ascoltato, e poi il tema della leggerezza, che disponibile Scherzando, a volte dico ai ragazzi che non so se Gaber e lo rende unico nella sua capacità di essere impegnato ma con anche in edizione Sandro Luporini davvero abbiano visto così avanti o se forse parole semplici, leggere e accessibili, con il sorriso e l’ironia in doppio Lp il nostro mondo è un po’ fermo e fa fatica ad evolversi. Nella sempre in primo piano. Gaber però nasce come cantante in vinile da prima fase della produzione di Gaber, Sandro Luporini può pop e nella prima fase della sua vita sono fondamentali i suoi 180 grammi essere visto come il suo ideologo. Luporini, che nella vita era dischi, così come sarà importante la discografia, più breve, un pittore, era un vero appassionato dei temi filosofici e già dei suoi ultimi anni, mentre in tutti i trent’anni centrali della nella sua arte parlava della “meta-cosa”, che è una cognizione sua carriera, dagli anni ’70 fino a fine millennio, lui si dedica dello spirito che va oltre la materia. Quindi è un uomo che, principalmente al teatro. Tra i dischi che preferisco c’è sem- attraverso la loro grandissima amicizia, ha saputo trasmet- pre Sexus et Politica (1970), e in particolare il brano Ma pensa tere a Gaber tante cose. Gaber non a caso cercherà sempre te, che è la storia (molto attuale) di una ragazza umile e mo- di lavorare con lui e, quando Luporini se ne andrà da Milano desta che per via delle sue frequentazioni diventa altezzosa per tornare nella sua Versiglia, anche Gaber si trasferirà a e difficile. Consiglio poi sempre Porta Romana, un classico, Viareggio per continuare a lavorare con lui. una vera canzone pop e anche una vera storia d’amore, pa- ragonabile a quella di un rapper moderno, come Carl Brave TRAMANDARE, PER PASSIONE per esempio, che con un linguaggio apparentemente diverso ma con un modo simile descrive Roma, il contesto urbano, Per la cronaca (rosa), io nasco proprio dopo questa scelta di trasferirsi in Versiglia. Mia mamma, Dalia, sua unica figlia, passa le estati a Viareggio e lì incontra il nipote di Luporini, se ne innamora e lo sposa. Io quindi cresco all’ombra di questo nonno, di cui comincio ad ascoltare le canzoni a 13 anni, pro- babilmente senza capirne molto. Poi ho ripreso a occuparmi attivamente della divulgazione delle opere di Gaber dal 2015, in quinta liceo, con questi spettacoli didattici. Era divertente fare lezioni per me che alla fine ero ancora uno studente. Ovviamente lo faccio senza “salire in cattedra” e partendo sempre dai filmati con le testimonianze degli artisti che han- no partecipato al Festival Teatro Canzone organizzato ogni anno dalla Fondazione. In questo modo io faccio da tramite, da testimonial, per avvicinare i miei coetanei a Gaber. Le due cose principali che tengo a spiegare ai miei coetanei 55
Rewind La Fondazione Giorgio Gaber La Fondazione Giorgio Gaber è nata nel 2006 come prosecuzione da parte. È invece una canzone importante che Gaber ha dell’Associazione Culturale per volontà degli eredi. Il suo obiettivo pensato come singolo, ma senza avere il tempo di trovare è conservare e catalogare l’opera di Gaber, divulgandola attraver- poi l’arrangiamento giusto. Grazie a Fossati invece oggi quel so la realizzazione di prodotti inediti e rendendola accessibile a un brano ha trovato la veste che – credo – sarebbe piaciuta anche pubblico più ampio. Ecco le principali attività della Fondazione: a mio nonno. Fossati ha immaginato questo disco nel suo insieme come un perfetto “bigino” per le nuove generazioni Festival Teatro Canzone Giorgio Gaber che si vogliono avvicinare a Gaber e che vogliono riscoprirlo. È l’iniziativa istituzionale di maggiore visibilità e impatto mediatico L’artefice di questo ritorno, ci tengo a dirlo, è mia madre, promossa dalla Fondazione e si svolge annualmente dal 2004 alla Dalia Gaber, che nonostante abbia una vita piena di lavoro Cittadella del Carnevale di Viareggio, nel mese di luglio. dedica tutto il tempo che riesce a trovare a raccontare chi Milano per Gaber era suo padre. Poi c’è il lavoro di Paolo Dal Bon, lo storico La manifestazione, oltre a momenti di carattere strettamente cultu- manager di mio nonno, colui che si faceva tutti i teatri e i pal- rale, propone in anteprima, in collaborazione con il Piccolo Teatro, coscenici in anteprima per organizzare gli spettacoli, spesso le principali produzioni teatrali riferite all’opera di Gaber e Luporini. viaggiando senza sosta in auto giorno e notte in tutta Italia. Progetto didattico Professionalmente è stata la persona più vicina a Gaber. Loro Un progetto didattico ideato e condotto da Lorenzo Luporini, ni- due insieme, Dalia e Paolo, fanno tutto e sono la memoria pote di Giorgio Gaber, finalizzato in particolare alle scuole medie di mio nonno che va avanti. Io poi porto questa cosa tra i superiori, alle università e ai centri culturali. ragazzi, che incredibilmente sono molto ricettivi. Forse pro- Archivio digitale prio per merito del rap, che ha riportato in auge la centralità L’archivio completo dell’artista prevede la raccolta, la catalogazio- della parola, tornata a essere importante come ai tempi di ne e la digitalizzazione di tutto il materiale testuale, audio, video e Gaber e di altri cantautori suoi coetanei come De André e fotografico esistente. Guccini. C’è quindi affinità tra Gaber e la canzone moderna, Iniziative editoriali La Fondazione ha curato e pubblicato numerose opere riferite all’artista. Spettacoli teatrali La Fondazione collabora con importanti realtà teatrali italiane per la realizzazione di produzioni tratte dal repertorio di Gaber e Lupo- rini. Tra le più significative ricordiamo E pensare che c’era il pensie- ro e Gaber se fosse Gaber. Iniziative, incontri, rassegne Rassegne, iniziative ed eventi legati allo spettacolo e alla cultura realizzati con la Regione e la Provincia di Milano e le principali città italiane. www.giorgiogaber.it - [email protected] una lei immaginaria ma reale. Mi piace anche Non arrossire, un singolo del 1960. O ancora Suona chitarra, un brano del 1967, in cui Gaber teorizza che la chitarra non deve essere solo uno strumento musicale ma una vera e propria compa- gna di riflessione. Tra i dischi di oggi, Le donne di ora è quello più importante. Non ho fatto parte di questo progetto ma ho avuto modo di seguire quello che ha fatto Ivano Fossati, che ha arrangiato, rimasterizzato e “ammodernato” queste canzoni, anzi questi suoni. Perché come notava già Gaber da giovane, quello che invecchia di più delle canzoni sono gli arrangiamenti e le registrazioni, mentre parole e musica in sé sono eterni. Il suono invecchia ma la musica no. E Fossati ha capito questa cosa, ha capito che il suono si poteva cambiare, iniziando quindi a fare un grande lavoro di restyling e di rico- struzione, che ha arricchito poi con il brano inedito che dà il titolo al disco e che non è il classico avanzo o scarto rimasto 56
Giorgio Gaber Dalla biografia di Giorgio Gaber a cura di Massimo Bernardini anche se la struttura delle sue canzoni è molto diversa, più narrativa, consequenziale, logica. Mentre nel rap moderno L’inizio di Giorgio le parole sono più legate e concatenate attraverso immagini. «Gaber è figlio del jazz e del rock & roll. Siamo nella seconda metà Però il fatto che oggi i giovani siano abituati a fare attenzione degli anni ’50 e la leggenda narra del Santa Tecla, locale un po’ alle parole ci aiuta a presentare le canzoni di Gaber. Non a equivoco a due passi dal Duomo di Milano. È lì che uno studente caso i monologhi arrivano ai ragazzi prima e meglio delle della Bocconi, diploma di ragioniere, milanese ma di radici triesti- canzoni. Tra i monologhi che mostriamo nei nostri filmati ci ne, si trasforma in chitarrista e poi perfino in cantante. D’altronde sono quello intitolato I tic, la storia di un operaio che impaz- il “conservatorio”, per una intera generazione di artisti nati intorno zisce per via delle sue condizioni di lavoro. Poi ripropongo alla guerra, è una cantina due metri sotto il marciapiede (ricorda- L’America, dedicato al tema della libertà e del consumismo, te un certo Cavern Club, in quel di Liverpool?) e Gaber non sfugge oppure Il pelo, un monologo pressoché sconosciuto in cui alla regola. Con lui ci sono Enzo Jannacci, Luigi Tenco, Gian Piero Gaber racconta i conflitti stupidi che si creano in una società Reverberi. Si fa del jazz (c’è anche Paolo Tomelleri), del country & dove l’unica cosa che conta è l’omologazione. Dopo questo western (il primo gruppo si chiama Rocky Mountains) e si scoprono periodo di grande entusiasmo per le tematiche sociali e per Bill Haley, Elvis Presley, i Platters. Passano dal Santa Tecla Adriano gli ideali del ’68, arriva anche il Gaber deluso di Polli d’alle- Celentano (che vorrà Gaber come accompagnatore alla chitarra) e vamento e Anni affollati, fino a Io se fossi Gaber, che riflettono soprattutto Sergio Rapetti, in arte Mogol. Sarà lui a offrire all’incre- la delusione per questo ritorno dell’individualismo e per la dulo studente il primo contratto discografico. In realtà Gaber sta fine di molti ideali. In tutti i filmati e in tutti questi spettacoli, vivendo una lunga parentesi, un gioco consapevolmente goliardico. cerchiamo di trovare sempre i punti di incontro tra Gaber e Non crede affatto che il suo futuro professionale verrà da queste le nuove generazioni. Ovviamente continueremo anche nel notti senza fine. Eppure fra la chitarra, il microfono e la vita da or- 2019, dove ne abbiamo già in programma circa una ventina. chestrale, si sta formando una parte rilevante dell’artista Gaber. Venite a vederci! Che a questa prima stagione dovrà molto della sua energia e della sua fisicità sul palcoscenico. Oltre a un’immediatezza di riscontro con il pubblico, sera dopo sera, che la generazione successiva dei cantautori non conoscerà se non a carriera avanzata. Apice dell’av- ventura, probabilmente, l’isterica serata del Primo Festival Nazio- nale del Rock And Roll, 18 maggio 1957, al Palazzo del Ghiaccio di Milano. È la data di nascita ufficiale del teenager italiano, urlante e scatenato come il suo omologo in ogni parte del mondo. Giorgio Gaberščik, in arte Gaber, non ha ancora diciannove anni». La mia generazione ha perso «Giorgio Gaber, come intuì qualche tempo fa lo scrittore e critico Luca Doninelli, è un intellettuale, forse l’ultimo della sua generazione. Quando scrive: La mia generazione ha perso non è per finta e nem- meno per autolesionismo. Grida che qualcosa è finito, qualcosa che era un sogno grande, e di tanti. Lui, che era nato come cantante di successo, entertainer di classe, lui che andava in tournée con Mina e aveva un posto da titolare in tivù come a Sanremo, ci aveva creduto. E aveva mollato tutto per il teatro, l’impegno, il sociale. Parole consu- mate, oggi. Ma per chi negli anni ’60 aveva cantato, e fatto cantare, successi come Non arrossire, La ballata del Cerutti, Porta Romana, Mai mai mai Valentina, E allora dai, Torpedo blu, Il Riccardo, Barbera e Champagne, La balilla, era stata una vera svolta».
MARCO FULLONE58 TORNARE ALLA MUSICA ANALOGICA NON SIGNIFICA TORNARE AL PASSATO IN VINYL VE R ITAS D I Giuliano Donati I VINILI CHE SI PUBBLICANO OGGI sono cambiati. Non sono più quelli di vent’anni fa, stampati partendo dai master dei Cd. È stato un grande errore, ma appartiene al passato. I vinili di oggi, rimasterizzati, suonano molto meglio. Lo stesso vale per gli impianti: un gi- radischi moderno che costa 300 euro suona meglio di un ottimo giradischi degli anni ’70, che magari costava all’epoca più di uno stipen- dio. Ci spiega tutto Marco Fullone. Marco, quando e come hai ricominciato a comperare vinili? Ho ricominciato una decina di anni fa. E tra i tanti vinili che compero ci sono anche le nuove copie rimasterizzate di alcuni dei miei dischi preferiti, dei quali possiedo i vinili d’epoca e, spesso, anche i super audio Cd. Sono rimasto sconvolto. Penso alla versione in 5.1 di Dark Side Of The Moon dei Pink Floyd pubblicata in occa- sione del trentesimo anniversario: fu un evento epocale. Quel super audio Cd è stato lanciato come nuovo punto di riferimento. E in effetti è spettacolare, senti gli effetti e le esplosioni che ti girano attorno e che ti passano sopra. Però, quando vai ad ascoltare lo IL DISCO PERFETTO stesso disco, questa volta rimasterizzato e stampa- • Le immagini e gli impianti fotografati in questo articolo Donald Fagen ha inciso The Nightfly to oggi in vinile, hai vera- sono stati gentilmente forniti dallo specialista nel 1982 già in digitale e lo ha fatto mente un altro feeling con di Hi-Fi Spinelli di Milano (www.spinelliht.com) talmente bene che ancora oggi questo la musica e con l’artista. disco è usato come test per misurare la performance audio degli impianti Come spieghi questa ri- di fascia alta. La qualità del disco scoperta? è al top nell’edizione in cofanetto Oggi i vinili, non tutti ma in doppio vinile ad alta definizione molti, vengono realizza- a 45 giri, realizzata nel 2017 dalla ti in gran parte con una americana Mobile Fidelity Sound Lab. nuova filosofia. Non si Scomodo, ma di resa eccezionale.
59 CHI È MARCO FULLONE quenze definita, da 20 a 20mila hertz. Il suono MONDO VINILE del Cd quindi, per restare nel range delle sue Professionista in ambito radiofonico dal 1999, Marco è programmatore musicale e sound frequenze, deve essere compresso. Cosa che designer di Monte Carlo Nights di Radio Monte Carlo (www.radiomontecarlo.net). Come non accade per il vinile, su cui il suono può re- giornalista musicale ha collaborato con riviste prestigiose come «Rockstar», «Audio stare naturale. Il vinile è infatti uno strumen- Review», «Suono», «Style», «Tribe»... e ha creato e diretto «Acid Jazz Magazine», per il quale to fisico, tridimensionale, fatto dal solco, che ha realizzato e prodotto oltre 50 compilation. Come Dj suona house, deep house e future potenzialmente può emettere uno spettro di lounge in molti club prestigiosi in Italia e all’estero. Si è esibito con top Dj internazionali frequenze infinito, anche se non le senti (ma come Dimitri From Paris, Cassius, Steve Aoki, Danny Tenaglia, Stephane Pompougnac, questo vale anche per il Cd, perché ogni orec- Bob Sinclar, Gotan Project, Gilles Peterson, Louie Vega, Claude Challe, Incognito Dj’s, Josè chio umano sente più o meno frequenze). Il Padilla. Ha realizzato negli ultimi anni le numerose compilation: Nouveau Beat by Monte suono non compresso del vinile quindi resta Carlo Nights voll. 1-5 (EMI Music), New Classics voll. 1-7 by Monte Carlo Nights” (che è stata molto più naturale e incorpora molte più sfu- anche al n. 1 della classifica Nielsen/Fimi con oltre 40.000 copie vendute per ogni volume). mature, anche solo potenziali, ma utili a una Sempre per Radio Monte Carlo ha firmato I progetti discografici Modern Soul (disco di percezione più fisica e profonda della musica. platino) e la versione internazionale di New Classic. prendono più i primi master disponibili per essere trasferito su vinile. Non è un processo Serve però un impianto di buona qualità... trasferirli su vinile anziché su Cd. Piuttosto si alla portata di tutti, ma è quello adottato dalle Certo, il pubblico oggi può godere di tutto riprendono i master originali e li si elaborano in grandi major per le nuove edizioni rimasteriz- questo incremento qualitativo del suono, ma funzione delle caratteristiche del vinile. Tutte zate. Il risultato è tale che, se anche conosci e per goderne realmente deve investire qualche le grandi etichette stanno investondo molto hai ascoltato per anni quel disco, riusci a sentire soldo in più, per acquistare i vinili migliori e in questo senso e gli artisti migliori in questi suoni che non hai mai sentito prima, con mag- utilizzare un buon impianto. Che non costa ne- anni sono tornati negli studi di registrazione giore dinamica e pulizia. cessariamente una fortuna! Perché i costrut- con i nastri originali, riadattati e rimasterizzati tori di hi-fi, e soprattutto di giradischi, si sono appositamente per il vinile. La preparazione del master cambia secondo evoluti molto in questo senso. Ovviamente che si debba stampare in vinile o su Cd? tutto questo richiede da parte dell’ascoltatore Bentornati i classici allora, giusto? Sì, cambia. Il Cd è uno strumento digitale tempo e fatica: bisogna informarsi (anche se Il pubblico che oggi vuole comprare vinili deve creato ad hoc per avere una ampiezza di fre- oggi non è difficile come una volta), scoprire sapere che fino a qualche anno fa questo for- quali sono le edizioni migliori dei dischi e quali mat era considerato ormai una specie di gad- MARCO SAYS... sono i giradischi migliori e la miglior testina. get, per artisti e addetti ai lavori oppure per i Per i dischi si parte dalle indicazioni che si tro- collezionisti. Così era negli anni duemila. Il vi- OCTAVE vano sulle copertine stesse, da leggere molto nile veniva stampato in poche copie. Oggi non attentamente. Per esempio, tornando al disco è più così: il vinile è rientrato sul mercato con Questa gamma di amplificatori, citato prima, Aqualung, la cover e il packaging numeri sempre più interessanti. Per esempio, a valvole, offre un ottimo rapporto parlano chiaro. Lo stesso vale per Sgt. Peppers Aqualung, il capolavoro dei Jethro Tull del 1971, qualità/prezzo. rimasterizzato nel 2017 ad Abbey Road: se pro- è stato rimasterizzato nel 2011 dal leggendario vate ad ascoltare quella edizione e a confron- Steven Wilson, fondatore e leader dei Porcupi- REGA P3 tarlo con una qualsiasi edizione degli anni ’70 ne Tree nonché produttore di tanti gruppi prog vi accorgete che non ci sono paragoni. moderni e di tante riedizioni di classici di quel Un ottimo giradischi per la fascia genere, a cominciare dai King Crimson. Se di prezzo sotto i mille euro. Meglio un giradischi vintage degli anni ’70 o confronti quell’edizione con quella originale, o Qualità ed estetica sono quasi uno nuovo? anche con quelle rimasterizzate negli anni ’90 ai massimi livelli. Un giradischi degli anni ’70 va bene, è un o giù di lì in Cd, la sorpresa è pazzesca: quella oggetto affascinate ma, tranne pochi casi di rimasterizzata suona molto, molto meglio. SOLIDSTEEL macchine top, non avrà mai la qualità degli ap- parecchi moderni. Oggi tutto è migliorato: la Quindi dobbiamo ricomperare tutto?! Mobili studiati appositamente qualità dei materiali, quella degli assemblaggi, Ovviamente non è possibile. Ma dovendo, e po- per gli impianti hi-fi realizzati ma anche il design e la progettazione. Per cui, tendo scegliere, è bene sapere che vale la pena in materiali antirisonanti. come dicevo all’inizio, ed è una bella notizia, investire qualche euro in più per una buona Un accessorio indispensabile oggi con poche centinaia di euro si compera un edizione rimasterizzata di recente, perché offre per far suonare bene giradischi già mediamente superiore a tutti o un’esperienza sonora assolutamente superiore. ogni tipo di impianto. quasi i giradischi di trenta o quaranta anni fa. Quello che può sembrare scandaloso ad alcuni Un buon Rega, o Pro-Ject, per molto meno di è che la rimasterizzazione viene fatta in digita- L’IMPORTANZA DEI CAVI mille euro vi danno una qualità fenomenale. le. I dischi nati nell’epoca analogica vengono E ricordate che il giradischi è la sorgente del quindi ridigitalizzati. Si usa un elaboratore di- Un ottimo giradischi serve a suono: se il giradischi è buono, la qualità rima- gitale molto veloce e di grande qualità, che sia poco se il suono che arriva agli ne intatta. Per la stessa ragione, il giradischi, capace di digitalizzare il suono senza perdere amplificatori passa attraverso una volta acquistato, va mantenuto in ordine. nemmeno un millesimo di quello che c’è nel di- pessimi cavi. La tecnologia in La puntina va pulita e cambiata quando serve. sco originale. Quel file viene poi processato con questo settore ha fatto passi da Il giradischi va messo in bolla, va verificata la un software particolare che lo elabora per poi giganti. Non è solo il rame, ci sono velocità del piatto e l’allineamento del braccio. molti materiali diversi e tante Benvenuti nel fantastico mondo del vinile! geometrie che fanno la differenza. Con i cavi è possibile mantenere alta la qualità e migliorare molto la messa a punto. E la messa a punto vale spesso molto di più della qualità in sé dei singoli pezzi.
60 DETROIT SOUND
61 PIONIER I DEL PU N K E DELL’ IM PEGNO POLITICO IN M USICA , MONDO VINILE GLI MC5 SONO STATI UNA DELLE BAND PIÙ INFLUENTI E RIVALUTATE DELLA STORIA DEL ROCK . ABBIAMO INCONTRATO WAYNE KRAMER , IL CHITARRISTA , CHE OGGI È IN TOUR CON UNA NUOVA BAND PER CELEBRARE IL 50° ANNIVERSARIO DEL MITICO ALBUM D’ESORDIO KICK OUT THE JAMS. IL LUPO HA PERSO QUALCHE PELO, MA NON I VIZI... CROOMCBAKT D I Sean Egan È IL DICEMBRE DEL 1968 e gli MC5 stanno Rob Tyner (vero cognome Derminer) e il chi- incendiando il pubblico del Fillmore East con tarrista Fred “Sonic” Smith. All’inizio ognuno una di quelle performance esaltanti che li han- di loro aveva un suo gruppo ma dopo il diploma no portati dai bassifondi della scena musicale si erano uniti e, raccogliendo il bassista Mi- di Detroit fino alla cover di «Rolling Stone». chael Davis e il batterista Dennis Thompson, Alla fine del concerto, mentre escono dal te- avevano formato gli MC5, acronimo di Motor atro, si scontrano però con una realtà in netto City Five, ovvero “i cinque della Motor City”, contrasto con il selvaggio entusiasmo con cui in omaggio a Detroit, loro città natale. solitamente sono accolti. Un gruppo di attivi- La loro trasformazione da anonima band sti locali, gli East Village Motherfuckers, hanno della scena cittadina ad artisti politicamente rastrellato alcune copie omaggio di Kick Out the impegnati si deve a un certo John Sinclair, il Jams, il loro singolo di imminente pubblicazio- loro manager, ma soprattutto il fondatore del ne, e le stanno simbolicamente fracassando White Panther Party, un’organizzazione an- sulle pinne posteriori delle Cadillac mandate tirazzista impegnata non solo nell’attivismo dalla casa discografica a prelevare la band. È politico, ma anche in una forma di terrorismo una vista che a Wayne Kramer, il chitarrista de- di basso profilo. «La sua influenza fu enorme», gli MC5, richiama immediatamente alla men- ricorda Kramer, «perché era in grado di espri- te i dissapori interni che stanno dilaniando il mere razionalmente cose che io potevo solo gruppo: incarnare con entusiasmo lo spirito percepire istintivamente». Le canzoni degli libertario dell’epoca o diventare una band ricca MC5 «cominciarono a parlare delle cose che e di successo? accadevano nel mondo in cui vivevamo», con- «Ho pensato, “Vaff..., è surreale” », ricorda tinua il chitarrista. Motor City is Burning, per- Kramer. «Era uno degli aspetti più problema- sonale elaborazione dell’omonimo brano di tici della band: venire attaccati senza pietà John Lee Hooker che parla dei recenti tumulti dall’estrema sinistra, perché non eravamo ab- razziali in città, fu, nelle parole di Kramer, il bastanza rivoluzionari. Era dura da digerire». racconto di un’esperienza realmente vissuta. The American Ruse, che sovrappone l’immagine HOMETOWN BOYS idealizzata degli Stati Uniti a una realtà fatta E dire che, nei primi anni ’60, i membri degli di brutalità poliziesca e vuoto consumismo, MC5 avevano un’idea ancor più convenzionale «era, ed è ancora oggi, un’istantanea della vita di che cosa volesse dire essere rockstar. Kra- in America». Aggiunge Kramer: «La forza de- mer aveva frequentato il liceo con il cantante gli MC5 era quella di rivolgersi direttamente
DETROIT SOUND62 ai giovani. La band viveva le medesime espe- rienze vissute dal suo pubblico». Certo, il loro famoso “mini manifesto” (rock’n’roll, droga e sesso libero) non era proprio l’ideale per con- quistare i cuori dei moderati o per convincere chi la pensava in maniera diversa. Una retori- ca del genere non era controproducente per il successo del gruppo? «Senza dubbio, ma c’era un intento provocatorio, era questo l’obiettivo principale». Peraltro, aggiunge Kramer, la sto- ria ha poi reso giustizia a molte delle idee della band, basti pensare alla marijuana. CHE IDEA! Il primo singolo degli MC5, I Can Only Give You Everything, viene pubblicato dalla AMG Records nel 1967. È una versione più cattiva e sovraccarica di eco di un brano già proposto dai Them l’anno precedente, nell’album Them Again. Decisamente meglio il lato B, One of the Guys. «Avevamo passato un intero pomerig- gio a riarrangiare un blues», ricorda Kramer, «e ci avevamo lavorato così tanto che alla fine abbiamo detto a Rob di scrivere alcuni versi, in modo da farne un brano originale. Dopo dieci minuti, torna da noi e ci dice: “Ragazzi, ho scritto una canzone di protesta!”». Anche se non è passato alla storia come una pietra miliare del rock, il brano ha un tono anti machista decisamente insolito per l’epoca e il disco è diventato nel tempo una vera rarità, con quotazioni che superano i 500 euro (ma attenti a non confonderlo con una ristampa del 1969, che reca I Just Don’t Know sul lato B e ha, stranamente, lo stesso numero di catalogo). • Wayne Kramer oggi, un po’ più riflessivo di un tempo. • Sotto, a sinistra, gli MC50, la band costituita da Kramer per celebrare il 50° anniversario di Kick Out the Jams. Le vere sorprese, però, devono ancora venire. Nel febbraio del 1969 gli MC5 registrano l’Lp di debutto, Kick Out the Jams, e lo fanno in maniera decisamente originale: dal vivo. «Pensavamo che sarebbe stato rivoluzionario», dice Kra- mer, «solitamente le band registravano due o tre album in studio e poi un live, ma la nostra attenzione era sempre concentrata sugli spet- tacoli dal vivo. Inoltre, in studio non eravamo granché. La Elektra pensò che sarebbe stato più economico ed eccitante cercare di catturare il suono della band live». Tuttavia, ammette Kra- mer, «se avessimo prodotto una versione in stu- dio, probabilmente oggi faremmo parte del ca- none del classic rock, perché i brani sarebbero stati più adatti alle trasmissioni radiofoniche». SUCCESSO A CARO PREZZO La frase che dà il titolo all’album è ormai di- ventata un’espressione corrente. «Qualcuno di
GUIDA ALL’ACQUISTO DEGLI MC5 63MONDO VINILE Nonostante le imperfezioni 1969 noi l’aveva sentita pronunciare a un concerto sonore tipiche di qualsiasi Kick Out the Jams jazz», ricorda Kramer. «Il suo significato era album dal vivo, il debutto qualcosa del tipo “Fatela finita!”. Così ce ne sia- degli MC5 è un disco mo impadroniti e abbiamo iniziato a gridarla ruggente, sporco e fedele alle band che ci annoiavano: “Fatela finita con al 100% allo spirito sfrontato questa roba o scendete dal palco!”. Eravamo del gruppo di Detroit. La title giovani, aggressivi... e delle teste di cazzo». track, con i suoi riff, è esercizio Quello che segue è un periodo turbolento. di aggressività pura, mentre Mentre gli MC5 iniziano ad avere problemi Rocket Reducer No. 62 con l’Elektra – che alla fine decide di rescin- e Starship dimostrano dere il contratto, nonostante sia un’etichetta le capacità di improvvisazione nota per la sua ampiezza di vedute –, John Sin- della band. clair viene sproporzionatamente condannato a dieci anni di prigione per aver passato due Per quanto l’album mostri gli 1970 spinelli a un agente di polizia sotto copertura. MC5 un po’ troppo ansiosi Back in The USA Un esempio, evidente, delle pressioni cui la di imbrigliare la loro retorica band è sottoposta dall’autorità costituita, cui si insurrezionale in brani 1971 aggiungono, ancora più snervanti, gli attacchi energici ma di ascolto più High Time da parte dei compagni di lotta più radicali. Gli facile (aiutati in questo MC5 riescono comunque a ottenere una nuova dal brillante lavoro di 2009 opportunità grazie alla Atlantic Records e si produzione di un giovane The Very Best Of accingono così a registrare un album che, nel- Jon Landau), Back in the USA le loro speranze, dovrebbe mettere a tacere gli è pur sempre animato da scettici. «Ero infastidito dalla severità delle cri- un impulso feroce, con tracce tiche, perché noi sapevamo davvero suonare», come Tonight e Looking at ricorda con rammarico Kramer. «Per questo, ci You in grado di indurre uno tenevo che Back in the USA fosse un disco che stato di eccitazione quasi suonasse bene, con l’intonazione corretta, a insostenibile. tempo, con una produzione di prim’ordine. Forse abbiamo esagerato un po’». Le parole di Terzo e ultimo capitolo Kramer sono indicative di come, per alcuni, della storia del quintetto l’album suoni stranamente pulito, fin troppo. di Detroit. Si potrebbe Ma molti altri ne sono impressionati, tra cui, facilmente accusare tutti probabilmente, i Rolling Stones, che con la loro i pezzi di essere un po’ I Got the Blues, pubblicata l’anno successivo (e troppo lunghi, tuttavia, in inclusa nell’album Sticky Fingers), sembrano brani come Baby Won’t infatti tributare un omaggio alla ballata degli Ya e Future/Now i cinque MC5 Let Me Try. riescono finalmente a coniugare il loro rock PROFETI INASCOLTATI abrasivo con i sofisticati Purtroppo, però, questo purissimo e godibi- pattern jazzistici che hanno lissimo distillato del suono e dello spirito MC5 sempre rivestito una parte delude le attese commerciali. Se Kick Out the importante del loro suono. Jams aveva raggiunto la trentesima posizione in classifica, Back in the USA si colloca un centina- Se prima di ordinare il menu io di posizioni più in basso. Kramer ammette completo volete provare un che al momento di registrare l’album succes- assaggio, vi consigliamo questa sivo, High Time, regna ormai un’atmosfera da compilation della Cleopatra “o la va o la spacca”. Nel nuovo disco la politica Records, con tredici tracce tende a sparire dai testi, così come quell’egali- che offrono una panoramica tarismo compositivo che aveva caratterizzato dell’intera carriera degli MC5: gli esordi del gruppo, però «eravamo migliora- i primi singoli, una selezione ti, è il nostro album migliore. Sfortunatamen- di brani dai tre album e un paio te la casa discografica a quel punto ci aveva di rare tracce dal vivo, inclusa abbandonato completamente, a vantaggio di una Sister Anne con Lemmy quelle nuove band che avevano messo sotto del 2003. La versione in vinile contratto e che causavano meno problemi, da 180 grammi è in edizione come i Led Zeppelin e gli Allman Brothers». limitata di 500 copie Quando l’album non riesce nemmeno a entra- re nella Billboard Top 200, per gli MC5 è l’inizio ...to be continued?
64 DETROIT SOUND DISCHI E RIVOLUZIONE Kramer contro Hudson’s • Sopra, gli MC5 dal vivo a Mount Clemens, nel Michigan, nel 1969. • Sotto, la copertina dell’autobiografia di Kramer The Hard Stuff. Dope, Crime, the MC5, and My Life of Impossibilities Kramer si accende ancora di entusiasmo se ricorda la musica della della fine. Si sciolgono a Capodanno del 1972 e completamente la vita... così ho pensato che sua gioventù: «Per me, un sabato alla per Kramer comincia una discesa agli inferi, fosse il finale perfetto». Chiediamo a Kramer grande significava prendere l’autobus fatta di droga e crimini, che lo porterà anche in se, in un processo di introspezione così lungo, e andare in centro da Hudson’s». prigione. Anche Davis finisce dietro le sbarre. abbia imparato qualcosa di se stesso: «L’incre- Le ore trascorse ad ascoltare musica È proprio mentre sconta la sua condanna che dibile follia di molte decisioni che ho preso. Per nel grande reparto dischi di quel Kramer viene a sapere che in Gran Bretagna essere un individuo che ha sempre pensato di negozio di Detroit o a provarne le è nato un movimento chiamato punk e che saperla lunga, mi sono comportato in maniera chitarre hanno però avuto una curiosa una delle band di maggior successo, i Clash, decisamente stupida». conseguenza, quando gli MC5 sono nel 1978 hanno realizzato un album d’esordio L’anno scorso, a sei anni dalla sua scomparsa, stati messi sotto contratto dall’Elektra. che, seppur in maniera molto personale, è stra- sono state pubblicate anche le memorie, since- L’album di debutto della band inizia namente simile per approccio e stile a Back in re fino alla brutalità, di Michael Davis (I Brought con Tyner che urla «Kick out the jams, the USA. Addirittura, un verso della canzone Down The MC5, Cleopatra Press). Rob Tyner e motherfuckers!» (“Fatela finita, figli di Jail Guitar Doors è dedicato proprio a Kramer. Fred Smith sono morti a poca distanza l’uno puttana”), cui seguono altre profanità Nonostante ciò, lui stesso nega che ci sia mai dall’altro nei primi anni ’90, mentre i rapporti che causeranno poi il rifiuto di Hudson’s stato il tentativo di riportare in vita gli MC5 tra Kramer e Dennis Thompson, l’unico altro di vendere il loro disco. Kramer lo approfittando di quell’improvviso ritorno, se “superstite” della band, sono tesi. Kramer la- considera un affronto personale e la non di popolarità, almeno di considerazione menta il fatto che il batterista abbia più volte band si vendica pubblicando in una critica. «La prima volta che è venuto fuori il cambiato idea in merito alla sua partecipazio- rivista underground una “pubblicità” discorso è stato verso la fine degli anni ’80. ne al progetto MC50, la band che Kramer ha che recita: «Fuck Hudson’s» (non c’è E abbiamo rifiutato senza neanche pensarci. costituito per celebrare i 50 anni di Kick Out the bisogno di traduzione, il messaggio è Personalmente non credevo che saremmo Jams e che dallo scorso novembre è impegna- chiaro). La contesa sfocia così in guerra riusciti a rimetterci insieme tutti e cinque e, ta in un tour europeo. Quando gli chiediamo totale, con Hudson’s che smette di sinceramente, non credevo nemmeno che po- come è possibile che così tanti membri degli tenere a magazzino tutta la produzione tesse esserci interesse da parte del pubblico». MC5 siano già morti, Kramer non si nasconde: Elektra. L’inevitabile passaggio forzato «Abuso di stupefacenti... Alla fine soffrivamo dall’Elektra all’Atlantic “costringe” però IL FUTURO E OLTRE tutti di un disturbo da stress post-traumatico e Kramer a diventare un collezionista Nell’agosto del 2018, dopo un processo di scrit- lo abbiamo “curato” con alcol e droga. Ci sono di dischi: «Come MC5 avevamo un tura durato cinque o sei anni, è uscita infine passato anch’io. Sono solo stato più fortuna- accordo in base al quale potevamo l’autobiografia di Kramer, The Hard Stuff (Faber to, perché alla fine ho trovato una strada per comprare i titoli del catalogo Atlantic & Faber). «Non riuscivo a finirla. Mi fermavo uscire dalla dipendenza». Questo lo riporta, per 50 centesimi, che la casa sempre al solito punto: come concludo il li- inevitabilmente, ai particolari dilemmi e alle discografica avrebbe poi scalato dai bro?». Alla fine la soluzione è arrivata, lieta e difficoltà vissute dal gruppo: «Essere gli MC5 è nostri diritti d’autore... Allora io ho imprevista, con la nascita del primo figlio. stato traumatico e i miei compagni non hanno comprato l’intero catalogo!», ricorda «Diventare padre è un evento che trasforma resistito». © LONG LIVE VINYL ridendo di gusto. «Per un po’ ho avuto proprio una bella collezione di dischi». Kramer trova eccitante che oggi il vinile abbia riportato il consumo musicale ad abitudini che erano tipiche della sua gioventù: «I ragazzi hanno riscoperto questi grandi dischi di plastica, li mettono su un giradischi e stanno tutti insieme in una stanza ad ascoltare la musica. È rivoluzionario!».
66 LA MECCA DEL VINILE DI IMPORTAZIONE NEL NORD ITALIA È SEMPRE STATA QUESTA , IL NEGOZIO DI PAOLO CARÙ A GALLARATE . LUI È UN PERSONAGGIO MITE , SIMPATICO, C O LTO . . . U N I NTE N D ITO R E D I P O C H E PA R O LE , C O M E D E V E E S S E R E UN VERO COLLEZIONISTA E APPASSIONATO DI MUSICA D I Giuliano Donati D I SC H IVE IL VINILE NON TRAMONTA M CARÙ AI VINILI A GALLARATE DO
67 ENTRARE IN QUESTO NEGOZIO del basso Va- dovrò affrontare. Dovrei fare nuove scaffala- on the Tracks uscito a fine 2018 per i negozi come MONDO VINILE resotto, piccolo per le dimensioni ma immen- ture. Ovviamente è tutto assicurato: ci sono il mio ha fatto la differenza. Poi per fortuna c’è so per i tesori che ospita, è come aprire il vaso rarità e cose firmate e autografate. Con pezzi anche il Record Store Day, un evento per noi di Pandora dei ricordi. Perché qualsiasi appas- che valgono davvero tanto, anche se il valore importante: i collezionisti arrivano puntuali. sionato di musica che abbia vissuto o bazzicato principale è sempre quello affettivo e storico. Magari per comperare cose dal valore discu- nei paraggi (o anche fuori provincia od oltre- Per la mia collezione privata faccio piccole ri- tibile. Però si vende. confine, la Svizzera dista solo una manciata di cerche, che per i clienti non avrei il tempo di chilometri) nel corso della sua vita ha finito per fare, e ho conquistato alcuni pezzi veramente Quali sono dischi che hanno fatto la fortuna esservi risucchiato come da un piacevolissi- interessanti. Anche se mi manca sempre una di questo negozio? mo buco nero. Nero e ruotante come un Lp, certa edizione di The Freewheelin’ Bob Dylan, che Sono i classici, che si vendevano all’epoca e che dal canto più suadente delle sirene di Ulisse. non ho ancora trovato... ma non demordo. Non si vendono ancora. Poi ci sono stati alcuni fe- Per noi, che siamo tra quelli, intervistarne il chiedetemi qual è, perché non ve lo dirò mai. nomeni, come i Doors negli anni ’80, che dopo proprietario, Paolo Carù, è un po’ un tuffo nel aver venduto pochissimo per quindici anni im- passato, ai tempi in cui si contavano con ansia Che cosa è cambiato in questi cinquant’an- provvisamente hanno cominciato a diventare i giorni che mancavano all’arrivo in negozio ni anni di vinile? E che cosa vorresti avere di massa. O i Led Zeppelin, che si vendono più dell’ultimo disco dell’artista preferito... non- indietro dei tempi andati? oggi di una volta. I loro cofanetti recenti vanno ché le scarse lire che si avevano nel portafogli. Vorrei far tornare gli anni ’60 e ’70: la gente ne a ruba, pur essendo, a volte, il frutto di scelte sapeva di più, anche se era meno informata, e discutibili. Come quello di The Song Remains Paolo, come nasce un negozio così? i dischi che uscivano erano migliori e più im- The Same, che anni fa era già uscito e costava Sono un appassionato collezionista, che ha portanti. Nessuno aveva accesso a tutto, come 60 euro e adesso costa 109 e viene spacciato scelto di fare questo lavoro. Ho una collezione adesso che via internet tutti possono sapere come novità. di oltre 50mila vinili miei personali. Mentre nel tutto, o pensare di saperlo. C’era più passione negozio ne ho oltre 100mila, tutti accessibili e più illusione. Dylan, Van Morrison, i Rolling Il cliente come si orienta? e ben tenuti in ordine alfabetico in un grande Stones, i Grateful Dead e così via: quei musici- Il nostro cliente è preparato, sa che cosa vuole magazzino che parte qui dal retro e arriva fino sti oggi non ci sono più. Quei nomi muovevano e che cosa sta uscendo sul mercato. Parlo però alla fine dell’isolato. Oggi, però, sono arrivato il mercato. E ancora oggi sono loro che fanno la sempre di artisti storici, che sia l’inedito di Ja- ad avere problemi di spazio. È un problema che differenza. Il nuovo cofanetto di Dylan di Blood nis Joplin o il nuovo disco di Neil Young. Gli • Paolo Carù davanti alla sua mecca del vinile. NASCOSTO, MA CONOSCIUTO ANCHE ALL’ESTERO Il negozio di Paolo Carù, Carù Dischi, è nato nel 1966 in piazza Giuseppe Garibaldi 6, a Gallarate, in provincia di Varese, dove si trova ancora oggi, nel pieno centro della cittadina e raggiungibile dalla stazione a piedi. Non ci sono insegne e nemmeno vetrine esterne: quello che si vede dalla piazza è un portone perfettamente uguale a quello alla sua destra, che è la libreria gestita dalla sorella di Paolo Carù, Anna. Per vedere i dischi dovete entrare. Una volta dentro, a parte una piccola scelta di novità che si affacciano sugli scaffali raggiungibili dai clienti, per vedere tutti gli altri dischi dovete chiedere a Paolo o a uno dei suoi esperti commessi. Il magazzino del negozio, che si espande in numerosi piccoli locali sul retro, non visibili dal cliente, conta circa 100mila pezzi a catalogo (solo per il vinile, a cui poi si aggiungono i Cd e gli altri formati, Dvd e Blu-ray), con numerose rarità ed edizioni storiche importanti. Nel 2016 l’autorevole quotidiano inglese «The Guardian» lo ha inserito tra i 10 negozi di dischi più importanti e belli del mondo.
68 VINILI A GALLARATE «DA ME VIENE GENTE artisti nuovi vendono poco in vinile. La musica se lo possono permettere. Quello dei prezzi è CHE SA QUELLO italiana anche meno. Per fortuna, però, ci sono da sempre un problema dell’industria disco- CHE VUOLE!» eccezioni come i Mumford and Sons, un caso grafica: il Cd, quando è nato, costava poco e di novità che ha venduto molto qualche anno poi ha aumentato subito i prezzi. A fine anni ’80 Carù è un negozio per intenditori. fa. Forse manca un’adeguata qualità musicale. un Cd costava 17.000 lire come i vinili: questa Lo è sempre stato. Lo stesso Paolo Il vinile seleziona i suoi clienti, che a lungo an- cosa non è giustificata dal costo produttivo, è un intenditore e incute un riverente dare continuano a comperare solo la musica di che per i compact disk è davvero minimo. Ma rispetto, che spesso sfocia in un qualità, o le edizioni di qualità, piuttosto che la lo stesso vale anche per i vinili. Il vinile a coper- rapporto tra cliente e negoziante novità del momento o una ristampa qualsiasi tina singola e senza inserti dovrebbe costare silenzioso, fatto di poche parole (magari anche prodotta male, come succede meno di 10 euro, come già succede nel Regno e solo di qualche occhiata. spesso) che puoi ascoltare su Cd o in streaming. Unito. Lasciamo stare i cofanetti e le edizioni Come dire che “se te ne intendi, speciali, ma i vinili standard dovrebbero avere hai capito e altrimenti è peggio per te!”. Vinile o anche CD? Chi vince? prezzi molto più bassi. Però non è sempre così: «I clienti Per ogni 20 vinili io vendo 50 Cd, qundi vin- che entrano e chiedono consigli ce ancora il Cd. Il motivo credo sia il prezzo. Come hai vissuto il ritorno del vinile? ci sono. In quel caso cerco sempre Il vinile è troppo caro. Perché una novità in Per quanto mi riguarda è stato molto positivo, di ribaltare la domanda, chiedendo vinile deve costare 25 o 30 euro, mentre un anche perché io, in negozio, li ho sempre tenuti, io che cosa ascoltano e che cosa Cd ne costa 12 o al massimo 15? Se il vinile co- anche quando a cavallo del millennio nessuno piace loro. Poi, da lì cerco di dare stasse meno, se ne venderebbero molti di più. li voleva più. Per me è stato un bel ritorno. Ma ci il consiglio giusto, che non sempre La gente non può comperare più di due o tre contavo, non poteva non essere così. È l’oggetto viene apprezzato, e allora magari dischi al mese a questi prezzi. Per non parlare più bello, raffinato e affascinante che esista per qualcuno non torna. La maggior delle edizioni preziose o dei cofanetti: quello ascoltare la musica. La novità digitale per qual- parte, però, torna. Segno che nuovo di Chris Robinson dei Black Crowes che anno lo ha messo in secondo piano, ma era sono soddisfatti». costa 94 euro e contiene 3 vinili. Perché? Ci ovvio che sarebbe tornato. Qui da me, poi, molti sono tanti clienti che lo vorrebbero e che non clienti hanno continuato a chiedermi i vinili an-
69 IL PRIMO DISCO IL SANTO GRAAL MONDO VINILE DI PAOLO CARÙ? • Sopra, Bob Dylan, The Freewheelin’ Bob Dylan, Columbia 1965. Se lo avete in cantina avvisate Paolo, «Ricordo che quando eravamo bambini ma solo se avete una certa edizione che vi rivelerà solo lui... ci riunivamo a sentire i dischi con i miei amici, qui a Gallarate. Mio papà • Sotto, a Gallarate nel 2019 c'è ancora qualcuno che scartabella fra i vinili. Abitudine sempre più in ripresa. ascoltava tanta musica classica e jazz, ma noi siamo sempre stati dall’altra parte della barricata, quella del rock. I primi dischi che abbiamo apprezzato sono stati Pet Sound dei Beach Boys e Aftermath dei Rolling Stones. Io personalmente ho dato la vita per Freewheelin’ Bob Dylan e poi per i Grateful Dead. Mi hanno aperto la mente. Poi però sono venuti tutti gli altri. E ovviamente anche Van Morrison, che ho visto dal vivo più volte e per il quale sono stato anche a Belfast per visitare la sua casa. La mia vita però è piena di vinili: c’è anche qualche chicca che piaceva solo a me, tipo il 45 giri di You Were on My Mind di Crispian St. Peters, un successo minore inglese del 1965 firmato dalla Decca e oggi acquistabile usato per pochi spiccioli. Come dire, ancora una volta che per un autentico collezionista quello che conta alla fine è sempre la musica. Non si deve e non si può comprare dischi solo per il gusto della collezione. Ho anch’io clienti che acquistano dischi e nemmeno li aprono perché, così dicono, mantengono meglio il loro valore. Per me non è così: i dischi vanno ascoltati!». che quando ormai nemmeno se ne stampavano CHE FINE FARANNO LE COLLEZIONI DI VINILI? più... Il vinile è tornato per restare. «È un problema urgente da affrontare. Che cosa faremo dei nostri vinili? Che fine faranno? Ne Quando, anche in futuro? Sempre il vinile? parlavo con Riccardo Bertoncelli, un caro amico che condivide lo stesso problema, e anche lui Sì, vinile per sempre. Il vinile con la copertina è pensava di trovare qualche ente, fondazione o biblioteca che li sappia conservare e che abbia un oggetto speciale. Se ci avete fatto caso, nelle un progetto per la loro valorizzazione. Venderli o svenderli sarebbe un vero peccato. Regalarli pubblicità dei marchi del lusso, scarpe, moda alla prima biblioteca che capita, anche. So di casi di questo genere, miei ex clienti poi morti, o automobili, già dal 2005 hanno cominciato le cui collezioni sono state regalate dagli eredi a biblioteche che poi le hanno abbandonate in a infilarci dentro il giradischi e i vinili, perché qualche cantina. Un vero spreco. Riccardo mi suggeriva di andare in Svizzera, dove ci sono realtà sono oggetti pieni di fascino. Quello è stato un attente e preparate su questo fronte, mediamente molto serie. Ma devo verificare, perché nel segnale. Mica ti facevano vedere le persone che mio archivio ci sono cose filologicamente preziose per la storia della musica. L’ideale sarebbe mettevano un Cd in un lettore! creare una fondazione, ci dobbiamo lavorare. È comunque qualcosa da fare e in fretta. Questi dischi sono storia, è un patrimonio che non deve andare perduto». Ma l’industria discografica non inventerà qualcos’altro? Certo, ci proverà sempre, ma superare il vini- le è difficile. L’ultima trovata è il vinile ad alta definizione, che poi è un vinile da 12 pollici a 45 giri con una o due canzoni per ogni lato. Uno spreco di spazio e di tempo. In America stanno tornando le cassette. Ma non è la prima volta. Ricordate la quadrifonia? O il più grande fallimento della storia, i LaserDisc. Il Blu-ray va all’estero, dove ha praticamente sostituito i Dvd, ma qui in Italia non ha attecchito.
70 VINILI A GALLARATE L’AVVENTURA Quali sono i dischi che si trovano solo qui da DI «BUSCADERO» Carù a Gallarate? Quelli di importazione americana e inglese di Il mensile di musica rock musica folk, cantautorale, country e rock. Sia- «Buscadero» nasce nel 1980 mo quasi sempre i più forniti e i più informati da una costola di «Mucchio su questo genere, ovviamente è ancora una Selvaggio», di cui Paolo Caru volta questione di passione. Parlo di classici ma è stato tra i redattori storici. anche di novità. Pochi mesi fa è uscito un nuo- Inizialmente il nuovo magazine si vo disco dei Phish, una jam band del Vermont chiamava «L’Ultimo Buscadero», nata a metà degli anni ’80, un gruppo con una in onore del film omonimo di Sam bella carriera alle spalle che è tornato a pro- Peckinpah. Il primo numero aveva durre nuova musica. Poi è appena arrivato un 44 pagine, costava 1.500 lire Savoy Brown inedito. E così via. Ci sono tante e aveva in copertina Bruce cose di blues, jazz, country o folk americano Springsteen. Oggi (è in edicola il o inglese che di solito si trovano solo online e numero 418), ha più di 100 pagine, che noi rendiamo disponibili. Come il caso di costa 5 euro e in copertina c’è Jerry Jeff Walker, nome storico del cantauto- Bob Dylan, come dire che i tempi rato americano, che ha appena fatto un nuovo non sono molto cambiati, anche disco autoprodotto e che solo io in Italia ho se ovviamente ha una playlist venduto. Poi, ovviamente, vendiamo anche le su Spotify e un sito con tanto nuove uscite di Neil Young e Janis Joplin, ma di social di contorno. Come quelle cose le trovate anche in molti altri nego- dice Paolo Carù: «È un grande zi. Qui, però, trovate il disco di Floyd Domino, impegno. È utile al negozio e alla il pianista degli Asleep at the Wheel. La musica circolazione dei vinili, ma è fatto americana è sempre stata nel nostro dna, ab- tutto da appassionati che fanno biamo un pubblico attento che la conosce e la altri lavori, come me, che scrivono vuole conoscere, e ogni tanto riusciamo anche e raccontano la loro musica a portare qualche nome nuovo. la domenica e la sera, nei ritagli di tempo e mettendoci solo passione, non pagati». E i 45 giri? Torneranno anche loro? sità, per il gusto di possedere un oggetto che Domanda secca: qual è il disco da compe- Oggi il 45 giri è solo un oggetto da collezione: sembra unico. Devo confessare che anch’io rare nel 2019? escono classici e ristampe. Ma non è un feno- compero le edizioni speciali con inserti, ga- Per il 2019 ci saranno tante novità e tanti an- meno di massa. Nessuno si metterà a usare di dget e anche colorate. Gli artisti che amo mi niversari importanti: del resto sarà così per i nuovo i 45 giri. Troppo scomodi. stuzzicano, quando fanno uscire delle edizioni prossimi dieci anni. Con i dischi importanti speciali. È così per tutti. Vi faccio un esempio: usciti fra il 1969 e il 1979 potremmo andare Torna invece il vinile colorato... io sono un fan di Greg Allman e mi sono com- avanti solo con i cinquantesimi, senza conta- Quella è una vera e propria epidemia. Ormai si perato online sul sito ufficiale il nuovo cofanet- re i trentesimi e i quarantesimi. Sicuramente vende praticamente quasi solo quello. O me- to con il cappellino in regalo, che costava 120 avremo Abbey Road in cofanetto. O Let It Bleed glio: tutto quello che è su vinile colorato si ven- dollari più le spese di spedizione. In negozio dei Rolling Stones. E speriamo che facciano de. Ho tanti clienti che si comperano qualsiasi abbiamo il Cd, che ne costa 12. Noi vendiamo un bel lavoro! cosa che sia su vinile colorato, anche in colori quello. Ma è ovvio che per passione uno arriva diversi. Magari non lo ascolteranno mai, o con- a comperare oggetti che trascendono la musi- tinueranno ad ascoltare quello nero che aveva- ca e l’ascolto. Quelli sono davvero oggetti da no già, ma la ristampa su vinile colorato se la collezione, appunto. comperano lo stesso. È un modo per vendere. Un’idea di marketing geniale. In realtà non è Questo negozio era famoso anche perché una novità, c’era già negli anni ’70 e ’80, ma organizzava concerti. Lo fate ancora? una volta era una rarità, utilizzato solo per edi- Non più come una volta, perché non abbiamo zioni speciali. Oggi è un’abitudine, una moda. più lo spazio sul retro dove ospitare gli artisti e La SunDaze ristampa praticamente solo vinili il pubblico. Costava troppo e abbiamo dovuto colorati e li vende tutti molto bene. Sono tutti lasciarlo. Ma li facciamo ancora dentro il ne- titoli di catalogo, ma si vendono lo stesso solo gozio, anche se è piccolo. A volte abbiamo la perché sono colorati. Ed essendo una moda gente fuori che riempie la piazza per ascoltare prima o poi la gente smetterà di comperarli. O l’artista che suona qui dentro. Qualche sabato forse no, perché in effetti sono belli. fa abbiamo presentato un libro di Cristina Ar- rigoni, una fotografa: in quell’occasione, nella Ma è meglio un vinile colorato o uno nero? nostra libreria, qui a fianco, ha suonato Willie Nero. Il vinile deve essere nero. Suona meglio. Nile. Ha suonato solo mezz’ora, ma la risposta Punto. Chi compera il vinile colorato lo fa per delle persone è stata grandissima. Ovviamen- moda, per collezionismo oppure per curio- te sono sempre concerti acustici.
LIPVEERDDAENROE N RICOMINCIAMO OBSCURA SUBSONICA L’AN NO ALL’ I N SEG NA DELLA BUONA MUSICA 8 febbraio, Bologna, Locomotiv Club In tour: 9 febbraio, Ancona; 11 febbraio, Casalecchio di Reno (Bologna); WILLIE PEYOTE MASSIVE ATTACK 12 febbraio, Padova; 14 febbraio, Torino; 17 gennaio, Milano, Alcatraz In tour: 6 febbraio, Assago (Milano); 16 febbraio, Genova; 18 febbraio, Assago (Milano) 8 febbraio, Roma; 9 febbraio, Padova NOYZ NARCOS ANGELO THERAPY? BRANDUARDI 18 gennaio, Bologna, Estragon; 25 gennaio, Napoli, Casa 4 febbraio, Milano, Serraglio 9 febbraio, Varese, della Musica Federico I Teatro Openjobmetis LUCHÉ DARK POLO GANG EUGENIO FINARDI 19 gennaio, Torino; 26 gennaio, Milano; In tour: 3 febbraio, Torino; 9 febbraio, Milano; 9 febbraio, Busto Arsizio, Teatro Sociale 9 febbraio, Ciampino (Roma); 23 febbraio, Firenze 16 febbraio, Roncade (Treviso) STEVEN WILSON GIOVANNI LINDO FERRETTI CALCUTTA 13 febbraio, Bologna, Auditorium Manzoni; 2 febbraio, Ciampino (Roma), Orion 14 febbraio, Bergamo, Teatro Creberg In tour: 20-21 gennaio, Assago (Milano); 23 gennaio, Bologna; 25 gennaio, Bari; URIAH HEEP RIVAL SONS 26 gennaio, Napoli; 5-6 febbraio, Roma; 9 febbraio, Acireale (Catania) In tour: 31 gennaio, Assago (Milano); 14 febbraio, Parma, 1 febbraio, Lagundo (Bolzano); Campus Industry Music MR. RAIN 2 febbraio, Cesena; 3 febbraio, Trezzo sull’Adda (Milano) P.O.D. In tour: 22 gennaio, Milano; & ALIEN ANT FARM 23 gennaio, Firenze; 16 febbraio, Pinerella di Cervia 24 gennaio, Ciampino (Roma); (Ravenna), Rock Planet 25 gennaio, Bologna JOHN GARCIA GHOSTMANE DAVIDE VAN DE SFROOS AND THE BAND OF GOLD 16 febbraio, Milano, Legend Club In tour: 29 gennaio, Vigevano (Pavia); 30 gennaio, Milano, Santeria Social Club 1 febbraio, Cassano Magnago (Varese); 23 febbraio, Bergamo; 9 marzo, Trento; ERMAL META & GNUQUARTET 14 marzo, Milano In tour: 30-31 gennaio, Nizza di Monferrato (Asti); 2 febbraio, Milano; SPRING IS COMING... 4 febbraio, Napoli; 5 febbraio, Pescara; 11 febbraio, Catania; 12 febbraio, Palermo; 16-17 febbraio, Trento
45 GIRI, CHE PASSIONE72 PICCOLO FUORI MA GRANDE DENTRO. LA MAGIA E LA FORZA EVOCATIVA DEL 45 GIRI VANNO B E N O LTR E I S U O I P OV E R I 7 P O LLI C I , P E R C H É , P E R C ITA R E J O H N N Y M A R R , I L S I N G O LO È «DI UNA POTENZA ASSOLUTA , QUASI SOPRANNATURALE». ECCO LA STORIA D I U N O G G ET TO C H E H A R I VO LU Z I O N ATO L A C U LTU R A P O P O L A R E I 45 GIRI CHE HANNO CAMBIATO IL MONDO D I Gary Tipp
MA QUANTO 73 MONDO VINILE MI COSTI? 25 24 Il valore storico e affettivo di questi 45 giri è incommensurabile, ma il loro valore commerciale? Ecco una piccola guida di riferimento. meno di 10 euro ★ tra 10 e 20 euro ★★ tra 20 e 50 euro ★★★ oltre i 50 euro ★★★★ THE SLITS, TYPICAL GIRLS MOTÖRHEAD, MOTÖRHEAD (1979), ISLAND ★ (1977), CHISWICK ★★ Le Slits erano sfacciate, audaci e hanno Lemmy decise di chiamare la sua nuova band coraggiosamente ridefinito il concetto con il nome di un brano che aveva registrato stesso di band femminile. Il loro singolo di durante la sua militanza negli Hawkwind... debutto, Typical Girls, è ormai un classico, e fece bene! Perché il nome inizialmente riconoscibile per il caratteristico ritmo punk- scelto, Bastard, non avrebbe fatto una grande reggae. Sul lato B la loro cover di Heard It figura alla radio. Il singolo è un’ode frenetica Through the Grapevine è incredibilmente all’arte della velocità a sei corde. Ed è l’anello infedele all’originale. Ma anche questa vale mancante tra punk e metal che ha esercitato da sola il prezzo. È il 45 giri che ha spianato un’influenza determinante su una miriade la strada a tutte le ragazze terribili del rock. di band, a cominciare dai Metallica. 23 22 PERMOLTIIL45GIRI èsemplicementeilfratello TELEVISION, LITTLE JOHNNY THE HUMAN LEAGUE, BEING minore del 33, il profeta che annuncia l’inizio del luminoso e duraturo regno dell’Lp. E tutti sono JEWEL (1975), ORK ★★ BOILED (1978), FAST ★ d’accordo nel dire che i due formati si equivalgo- no per la qualità del suono, così come entrambi Registrato e pubblicato nel 1975, questo tesoro All’inizio degli anni ’80 gli Human League hanno possono avere copertine e personalizzazioni perduto è la prova di come i Television fossero capeggiato la rivolta del movimento avantgarde, fantastiche. Eppure l’Lp è una cosa seria, adatta già una band post-punk prima ancora che elettro-synth-pop, new wave e new romantic a opere importanti, mentre il singolo è conside- esistesse il punk. Questi intellettuali del rock contro il rock, ma il loro singolo di debutto ha rato più frivolo, dalla vita breve. E poi, diciamolo, e le loro chitarre hanno gettato le fondamenta un’origine più dark e sperimentale (e in parte chi mai si ricorda dove li ha ficcati? Tutto vero. dell’alternative rock in America. anche Reproduction). Il cantante, Phil Oakey, Ma è altrettanto vero che a volte i difetti possono introduce il brano citando le parole che il criminale diventare pregi e che la magia del 45 giri risiede 21 americano Gary Gilmore pronunciò davanti al proprio nella sua capacità di gratificare imme- plotone di esecuzione: «Sono pronto, facciamolo», diatamente l’ascoltatore in maniera rapida e ve- prima di virare l’argomento sull’allevamento loce (diciamo in 3 minuti). Perché la scarica di dei bachi da seta. adrenalina che ti arriva dritta e immediata con la chitarra di Chuck Berry in Maybellene o con i pri- BUZZCOCKS, SPIRAL SCRATCH mi 29 secondi di New Rose dei Damned, mi spiace, ma l’Lp non è in grado di dartela. Nel corso dei (1977), NEW HORMONES ★★★★ suoi ormai settant’anni di vita, il 45 giri ha saputo dare forma alla musica esercitando un’influenza Grazie a prestiti di amici e parenti, i Buzzcoks duratura anche sul futuro, diventando tutt’altro sono stati il primo gruppo punk a produrre che effimero o irrilevante. Per questo ne abbiamo un 45 giri autofinanziandosi e creando una loro scelti venticinque, impresa non facile, tra quelli etichetta. Una vera dichiarazione d’indipendenza che meglio hanno saputo assolvere il compito nel puro spirito libertario del punk, che ha ispirato per cui è nato questo formato: portare alla ri- lo sbocciare di tante altre piccole realtà indie. balta nuove idee e aprire al vasto pubblico nuovi Che quindi, lo sappiano una volta per tutte, territori musicali. È a questi “pionieri”, in ordine non hanno inventato nulla. di importanza storica, che vogliamo tributare i dovuti onori nelle pagine che seguono: se volete iniziare una collezione di singoli, questo è un ot- timo punto di partenza. © LONG LIVE VINYL
45 GIRI, CHE PASSIONE74 18 20 19 BLACK SABBATH, PARANOID THE JESUS AND MARY CHAIN, M|A|R|R|S, PUMP UP THE VOLUME UPSIDE DOWN (1984), CREATION (1987), 4AD (1970), VERTIGO ★ ★★ ★★ Il primo album dei Black Sabbath aveva quasi inventato l’heavy metal ma loro, Questo singolo di debutto ha rivoluzionato Una pietra miliare nella strada che ha portato non soddisfatti, dopo appena quattro mesi l’universo musicale delle etichette indipendenti, alla maturità della musica dance. Questa erano nuovamente in sala d’incisione. riuscendo a fondere ondate di feedback collaborazione tra Colourbox e A.R. Kane, due Paranoid, il singolo scelto per trascinare assordanti con armonie di voci femminili degne gruppi appartenenti all’etichetta indipendente 4AD, il nuovo Lp, scritto all’ultimo minuto quando di Phil Spector. I Jesus and Mary Chain hanno ha segnato una tappa fondamentale nell’uso del la band era già in studio, è stato il 45 giri mostrato al mondo come far coesistere pop sampling ed è stato il primo disco appositamente più duro che abbia mai raggiunto i piani alti e rumore, esercitando un’influenza creato per la pista da ballo a diventare una hit delle classifiche britanniche, arrivando fondamentale sui gruppi shoegaze come da classifica, nonostante fosse privo di qualsiasi fino al n. 4. i My Bloody Valentine. elemento della canzone tradizionale. 17 16 15 SIOUXSIE AND THE BOB MARLEY AND THE WAILERS, KRAFTWERK, AUTOBAHN (1974), BANSHEES, HONG KONG NO WOMAN, NO CRY (1975), GARDEN (1978), POLYDOR VERTIGO ★ ISLAND ★ ★★★ Questo lungo peana alle autostrade tedesche Il 1975 è stato l’anno in cui finalmente il reggae (22 minuti di sintetizzatore!), tratto dall’omonimo Questo vinile, piccolo e sublime, è è diventato mainstream e Bob Marley è stato il quarto Lp della band di Düsseldorf, fu ridotto suo profeta. Questo 45 giri tratto dall’album a 3 minuti per esigenze radiofoniche e ottenne stato pubblicato nell’agosto del 1978. Live! At The Lyceum, uscito nel medesimo anno, un inaspettato, quanto enorme, successo fu un successo clamoroso e Marley ne concesse su entrambe le sponde dell’Atlantico. Le credenziali punk del gruppo erano i diritti d’autore a Vincent Ford, un amico che Soprattutto, è diventato un imprescindibile gestiva una mensa per i poveri a Trench Town, modello di riferimento per lo sviluppo impeccabili (del resto, non erano in studio nella natia Giamaica. della musica elettronica. durante il famoso “incidente” tra i Sex Pistols e Bill Grundy?), ma la loro musica è andata ben presto oltre i limiti del genere. 14 CHUCK BERRY, 13 THE DAMNED, NEW ROSE (1976), STIFF MAYBELLENE (1955), ★★★ CHESS ★ Chuck Berry, pioniere vero, I Damned sono stati spesso considerati delle schegge ha iniziato suonando un suo impazzite del punk, ma il primo 45 giri ascrivibile al genere è frutto particolarissimo country “nero” della loro tenacia. Arrivato nei negozi nell’ottobre del 1976, New e ha finito per inventare il rock’n’roll. Rose è una stupefacente scarica di energia, alimentata dal tamburo Ovviamente, la realtà è stata un po’ (molto) battente di Rat Scabies e dalla ruvida chitarra più complessa di come l’abbiamo di Brian James. descritta, tuttavia il suo singolo di debutto per la Chess (una canzone opportunamente dedicata a donne e motori) è stato davvero qualcosa di clamorosamente profetico.
DAVID BOWIE, STARMAN VITA, MORTE E RESURREZIONE DEL 45 GIRI (1972), RCA ★★★★ 1949 1985 E dire che Bowie inserì Starman solo Negli Stati Uniti Dopo la musicassetta, i singoli all’ultimo minuto nell’Lp The Rise esce il primo 45 arrivano pure su Cd... and Fall of Ziggy Stardust and the giri: Texarkana Spiders from Mars per espressa Baby di Eddy 1994 volontà dei responsabili della casa Arnold. È un vinile Love Is All Around dei Wet discografica. La sua provocatoria verde (!) in formato 7 pollici. Wet Wet è l’ultimo 7 pollici performance da androgino cascato n. 1 in classifica a vendere più giù da Marte direttamente sul palco 1952 di 50.000 copie. di Top Of The Pops fece poi il resto. I primi 45 giri, prodotti dalla EMI, 12 Il risultato? L’unico vero successone debuttano anche nel Regno commerciale di Bowie e, soprattutto, Unito e «New Musical Express» un singolo che ha definitivamente pubblica la sua prima classifica spostato la linea di demarcazione tra dei singoli. ciò che è normale e ciò che non lo è. BILL HALEY AND HIS 1958 COMETS, (WE’RE GONNA) Le vendite dei 7 pollici superano ROCK AROUND THE CLOCK quelle dei 78 giri. (1955), BRUNSWICK ★ 11 1963 2001 Versare metà country, metà rhythm Love Me Do entra in classifica. Le vendite annue totali dei singoli I Beatles finiranno per vendere scendono sotto le 180.000 copie. and blues e agitare bene. Il risultato? più di 22 milioni di singoli. 2005 Rock’n’roll! È questo l’elettrizzante 1965 Da quest’anno le vendite fisiche Bob Dylan rompe qualsiasi dei singoli vengono ora sommate cocktail offerto da Bill Haley ai giovani convenzione e realizza un singolo ai download digitali. di oltre 6 minuti: Like A Rolling in cerca di eccitazione su entrambe le Stone. 2006 Crazy dei Gnarls Barkley arriva al sponde dell’Atlantico. Questo singolo 1969 n. 1 solo in forza dei download. I Led Zeppelin rifiutano di è uno spartiacque nella storia della fare uscire singoli, spostando 2007 l’attenzione sull’Lp. Il singolo Icky Thump dei White musica e ha dato il via a una nuova era, Stripes vende 10.000 copie in 1976 due giorni. non solo musicale. New Rose dei Damned dà il via a una nuova ondata di popolarità 10 ARETHA FRANKLIN, per il 45 giri. RESPECT (1967), 1978 ATLANTIC ★ I Cars pubblicano My Best Friend’s La Regina del Soul riarrangia Girl su picture in maniera perfetta la hit di Otis disc in formato Redding del 1965 e la fa propria, 7 pollici. trasformandola in un potente inno femminista con un messaggio diretto a tutto il mondo. Registrato insieme alle sorelle Erma e Carolyn ai cori, Aretha aggiunge al brano il famoso break “R-E-S-P-E-C-T” seguito da quel fantastico ritornello “sock it to me” (“Dammelo”...). 1979 2008 Nel Regno Unito le vendite del Il primo Record Store Day aiuta formato 7 pollici raggiungono a dare nuova forza a questo l’incredibile cifra di 89 milioni di glorioso formato. pezzi. 1980 C•30 C•60 C•90 Go (mai nome fu più indicato...) dei Bow Wow Wow è il primo singolo pubblicato su musicassetta (altrimenti detto “cassingle”).
9 THE KINKS, YOU REALLY GOT ME (1964), PYE ★★ In questo brano, che ha imposto i Kinks all’attenzione del mondo, Dave Davies si prende la rivincita ed esce dall’ingombrante ombra del fratello maggiore grazie a un riff di chitarra tra i più influenti nella storia del rock. Il suo assolo distorto era quanto di più duro fosse mai stato impresso su un 45 giri ed è giustamente considerato come un precursore dell’heavy metal e del punk. 8 PUBLIC ENEMY, REBEL WITHOUT A PAUSE (1987), DEF JAM ★ Primo singolo tratto dall’album It Takes a Nation of Millions to Hold Us Back, è un muro sonoro compatto e stratificato: un’orgia di campionamenti a ritmo accelerato, con il glissato di sax da The Grunt dei J.B.’s lanciato in loop... Un potentissimo mix di innovazione e aggressione sbattuto senza riguardo in faccia all’ascoltatore. 7 DONNA SUMMER, I FEEL LOVE (1977), GTO ★ Difficile sminuire l’incredibile importanza di questo 45 giri, nato dalla collaborazione tra il produttore Giorgio Moroder e la Regina della Disco Donna Summer, che ha di fatto dato inizio alla dance elettronica. Leggenda vuole che Brian Eno lo abbia fatto ascoltare a David Bowie agli Hansa Studios di Berlino, suscitando la lapidaria risposta del Duca Bianco: «Ho appena ascoltato il suono del futuro». Aveva ragione.
77MONDO VINILE 65 THE BYRDS, MR. TAMBOURINE NIRVANA, SMELLS LIKE 2 MAN (1965), CBS ★ TEEN SPIRIT (1991), GEFFEN ★ THE BEATLES, I WANT TO HOLD YOUR HAND In questa cover del brano di Dylan i Byrds hanno Scontato ma anche inevitabile: perché questo (1964), PARLOPHONE introdotto il loro jingle-jangle sound e inventato brano ha trasformato il rock alternativo degli il folk-rock. Sembra che la loro versione anni ’80 nella musica mainstream del decennio ★★ di Mr. Tambourine Man abbia talmente successivo. Il rock ha trovato il suo nuovo idolo in impressionato lo stesso Bob da indurlo Kurt Cobain e in Seattle il nuovo centro pulsante del Oltre a essere stato il primo 45 giri a esclamare: «Ci puoi anche ballare sopra!». suo universo. La canzone in sé deve molto ai Pixies dei Fab Four a essere registrato su e a More Than A Feeling dei Boston. un moderno apparecchio a quattro piste, ha segnato anche un deciso 43 salto di qualità nelle già raffinate capacità di scrittura di Lennon BOB DYLAN, LIKE A ROLLING ELVIS PRESLEY, THAT’S ALRIGHT e McCartney. STONE (1965), CBS ★ (1954), SUN ★★★ 1 Questo monumentale singolo di Bob Dylan Il primo singolo del Re arriva nei negozi di (6 minuti) è stato qualcosa di radicalmente Memphis il 19 luglio 1954 e da allora niente sarà diverso rispetto a tutto ciò che lo aveva più come prima. Questa versione hillbilly della preceduto. Il testo espressionista e l’andamento canzone di Arthur “Big Boy” Crudup suonava vagamente blues ne hanno fatto un capolavoro fresca, eccitante, sexy... la musica di cui la artistico agli antipodi rispetto al carattere gioventù del dopoguerra aveva bisogno. Anche effimero dei 45 giri pop. se Elvis all’epoca è solo un ragazzo, quando arriva ai Sun Studios ridefinisce il canone della musica. THE BEACH BOYS, GOOD VIBRATIONS (1966), CAPITOL ★ Registrarla sarà anche costato un occhio nella testa, ma questa solare sinfonia di Brian Wilson ha dato inizio a una nuova ondata di sperimentazione musicale e ha segnato l’avvio del pop psichedelico (e, in un certo senso, anche di quello prog). Last but not least, ha anche contribuito a trasformare lo studio di registrazione nel luogo deputato a raggiungere nuove vette creative.
DIETRO LA COPERTINA78 URLO DI L’ i- cono- grafia tipica del- la New Wave Of British Heavy Metal (NWOBHM), il fenomeno più travolgente della fine degli anni ’70 (insieme al punk), culmina nella copertina del disco British Steel dei Judas Priest, uscito nel 1980: una mano dal polso borchiato stringe tra le dita una lametta su sfondo nero con inciso il logo della band. Fino a Screaming for Vengeance, l’heavy metal è esattamente questo: un mondo oscuro e reietto partorito dall’amplesso di punk e hard rock, dominato da immagi- ni di stampo dark e intriso di un individualismo adolescente, proletario, volgare e rissoso. Su tutto questo, all’improvviso, piomba dall’alto l’aquila d’acciaio di Screaming for Vengeance, al- bum uscito solo tre anni più tardi, il 17 luglio 1983: un cielo di un giallo intenso, su cui campeggia un sole rosso fuoco dall’aureola arancione, fa da sfondo a una bestia a metà tra il mitologico e il futuristico. Un’aquila di metallo lucida e armata di missili (la Guerra fredda e gli Anni di piombo sono al loro culmine), che solo a guardarla sembra di udirne il grido lacerante, fende l’aria trascinando con sé il logo dei Judas e il titolo dell’album. Il messaggio è chiaro: dal mondo brulicante di disagio e rivolta del primo heavy metal è nata una nuova volontà, anzi un delirio di potenza, una forza distrut- trice tanto devastante quanto dannatamente gioiosa che da quel momento in poi ridefinirà completamente il concetto stesso di heavy metal. Screaming for Vengeance è il primo disco dei Judas Priest alla cui copertina ha lavorato l’artista canadese Doug Johnson, ingaggiato dalla band proprio perché il precedente illustratore polacco, Roslaw Szaybo, con il suo repertorio di lamette, teschi e borchie, non soddisfaceva più il bisogno di velocità e forza che cominciava a dominare la loro musica. Quel bisogno che, invece, la mano di Johnson soddisfa pienamente, forgiando dall’acciaio fuso Hellion (questo il nome dell’aquila, come anche il titolo del potentissimo riff che fa da intro al disco), che non è soltanto l’incarnazione grafica del nuovo carattere del metal, ma anche una complessa espressione artistica: nella sua figura si amalgamano infatti elementi tratti dalla pop art più audace, come le tinte lucide e taglienti, dall’art déco e dal futurismo di inizio secolo, come le righe che simulano l’aria tagliata dalle ali del mostro, oltre a tutta l’immortale potenza immediata e semplice dell’arte naïf, che si contrappone alle allegorie complicate dei primi album, l’angelo di Sad Wings of Destiny in primis. La genesi della copertina è semplice e diretta, come racconta il chitarrista e cofondatore della band K.K. Downing: «Abbiamo dato a Johnson il titolo del disco e in un attimo ha tirato fuori questa idea. Ci ha lasciati di stucco, era perfetta: arrivava dritta al nocciolo di quello che volevamo esprimere e ci arrivava velocissima!». Il retro della coperti- na presenta, a destra, la tracklist e, in basso, due righe di testo (due di due) che annun- ciano l’arrivo di Hellion: «From an unknown land and through distant skies came a winged warrior. Nothing remained sacred, no one was safe from the Hellion as it uttered its battle cry… Screaming for Vengeance». Ovvero: «Da una landa lontana attraverso cieli irraggiungibili giun- se un guerriero alato. Nulla è rimasto sacro, nessuno può dirsi al sicuro dall’Hellion quando ha lanciato il suo grido di battaglia… Screaming for Vengeance». NY La foto in bianco e nero della band, nel loro tipico outfit da concerto, Trasferitosi a New York verso la fine degli anni ’60, Dough Johnson è sulla facciata della busta interna, mentre dietro ci sono i testi. condivide nella Grande Mela uno studio grafico con Charles White III, Borchie, pelle lucida e tanta sete di vendetta. L’heavy metal non è più underground e adolescente uno dei più importanti artisti dell’airbrush californiani. e non ha più paura di tirare fuori le unghie! Dopo Screaming for Vengeance, farà altre due copertine per i Judas Priest: Defenders of the Faith (1984) e Turbo (1986).
VENDETTA 79 LA GRANDE AQUILA SCENDE IN PICCHIATA AL CENTRO DI UN TRAMONTO MONDO VINILE ROSSO E GIALLO. LA COPERTINA DI SCREAMING FOR VENGEANCE È I L P U NTO D I SVO LTA N E LL A STO R I A D E I J U DAS P R I E ST E , S O P R AT TUT TO, IN QUELLA DI TUTTA LA MUSICA HEAV Y METAL Anche il logo della band è cambiato: la scritta goticheggiante progettata Durante i concerti dei Judas Priest il cantante Rob Halford è solito entrare da Szaybo lascia spazio a un “Judas Priest” scritto in grassetto con sul palco in sella a stupendi esemplari di Harley Davidson tra nuvole di effetto 3D isometrico, molto affine all’immaginario dei videogame dell’epoca, come Zaxxon, lo sparatutto pubblicato da Sega proprio fumo artificiale. In uno show del 1991, però, si schianta contro un elemento nello stesso anno di Screaming for Vengeance. della batteria, nascosto dalla scenografia. Porterà comunque a termine il concerto prima del ricovero in ospedale!
COMMUNITY80 SIAMO UNA COMMUNITY SU FACEBOOK , INSTAGRAM E ONLINE CON IL NOSTRO SITO. TRE LUOGHI VIRTUALI IN CUI CONDIVIDERE LA NOSTRA PASSIONE COMUNE , TRA INFORMAZIONI, NOTIZIE E CURIOSITÀ . ENTRA ANCHE TU NELLA NOSTRA COMMUNITY La nostra community conta già migliaia di fan, che ogni giorno ci scrivono e interagiscono fra loro sulle nostre pagine Facebook e Instagram! Da oggi ci puoi trovare anche su un blog... Seguici e facci sapere che cosa ne pensi! COME TROVARCI deagostinivinyl @deagostinivinyl Partecipa alle Scopri i nostri discussioni, scatti e ferma parlaci dei tuoi anche tu la tua dischi preferiti, passione in una condividi le foto. Tag ga @ foto dei tuoi deagostinivinyl: vinili e rimani ti reposteremo! aggiornato sui nostri dischi in uscita. www.deagostinivinyl.com Scopri le interviste, le curiosità dal mondo vinile, le nostre storie e le recensioni. Puoi condividere il tuo articolo preferito!
1969-2019 – 50° Woodstock Anniversary Jimi Hendrix Q uel lunedì mattina, quando Jimi Hendrix sale An Aquarian Exposition: sul palco di Woodstock pronto a una delle 3 Days of Peace And Music esibizioni più lunghe della sua carriera, mille cose avrebbero potuto andare storte. Innan- Il festival di Woodstock zitutto il pubblico: Jimi è già la rockstar più pagata e famosa Tra venerdì 15 e lunedì 18 agosto 1969 nei campi di una fattoria vicino del pianeta ma non ha ancora superato la sua fobia per la folla. a White Lake, nei dintorni di Bethel, a Woodstock appunto, nello stato Da cui la scelta di esibirsi di lunedì: delle circa quattrocen- tomila persone che avevano invaso Woodstock nei giorni di New York, si tiene il festival musicale precedenti, infatti, “solo” trenta o quarantamila irriducibili più famoso della storia. Sul palco si avvi- sono ancora lì, per lui. E poi la sua “Jimi Hendrix Experience”, cendano 32 tra i più importanti musicisti che in quel momento è una band a dir poco tormentata: solo della controcultura hippie del momento. un mese prima, infatti, il “power trio” composto da Jimi con Accampati nei prati, affollati addosso il batterista “Mitch” Mitchell e il bassista Noel Redding ha alle transenne o sdraiati nel fango si ra- smesso di funzionare, dilaniato tra la ricerca di innovazione dunano invece mezzo milione di spet- di Hendrix e l’orgoglio di Redding. Jimi è quindi costretto a tatori. Per il 50° anniversario di uno dei ricostruire il suo gruppo dalle fondamenta. Resta Mitchell, «50 momenti che hanno cambiato la ma al posto di Redding arriva il bassista Billy Cox. All’alba di storia del Rock and Roll» («Rolling Sto- quel lunedì, però, il gruppo non sembra aver ancora trovato nes»), riviviamo, artista dopo artista, la giusta sinergia e solo la sua voglia incontenibile di strafare esibizione dopo esibizione, il più gran- farà la differenza tra quella band incerta che si è esibita poco de evento della controcultura degli anni prima al Tinker Street Cinema di Woodstock e lo spettaco- ’60. Cominciando ovviamente dall’ulti- lare concerto che si tiene a Woodstock quella mattina. Jimi mo a salire sul palco: Jimi Hendrix. è così teso che non dorme da tre giorni. Nonostante la stan- chezza, però, quando sale sul palco è abbastanza lucido da che la differenza tra cinque o sei corde per il suo talento è correggere l’annunciatore che li presenta come “The Jimi Hendrix Experience”: «Abbiamo deciso di cambiare tutto poco più di un dettaglio insignificante. L’esibizione procede e di chiamare la band Gypsy Sun and Rainbows. Per farla breve, prendeteci un po’ come un gruppo di Gypsy!». fino al momento topico di Foxy Lady e soprattutto di Gypsy La performance Woman e Aware of Love, le due canzoni scritte da Curtis May- Chiarito il malinteso del nome, Jimi e la sua field che Jimi suona dal vivo qui per la prima e ultima volta. Gypsy band attaccano Message to Love, l’in- tro perfetta per Woodstock. Il pubblico, in Dopo quasi due ore di musica, durante un lungo medley di uno stato confusionale persino peggiore di quello di Hendrix, reagisce con un en- oltre mezz’ora, Jimi intona sulla sua Stratocaster le note di tusiasmo tale da giustificare i giornalisti che per anni hanno insistito raccontando The Star-Spangled Banner, l’inno americano che da quel mo- di una folla di cinquecentomila spettatori scatenati. In realtà sono poco più di qua- mento diventerà l’elemento fondamentale del repertorio di rantamila. Il concerto decolla brano dopo brano nell’euforia generale, qualunque grande rockstar americana, senza però mai più inciampando nel suo primo momento critico alla quar- replicare quel livello di adrenalina. Non è né la prima ta canzone, Red House. ll dio della chitarra in per- né l’unica volta in cui Hendrix suona l’inno america- L a s c a l e t t a sona incappa nell’inci- no, ma questa versione merita il suo posto nella Storia d e l c o n c e r t o dente che da sempre minaccia di rovinare i perché arriva senza preavviso nel cuore dell’evento Message to Love concerti di tutti i chitarri- hippie più importante del mondo e per l’abbondante Hear My Train A Comin’ sti dilettanti: la rottura del dose di effetti sonori che la accompagnano. Non è Spanish Castle Magic Mi cantino. Impassibile, però solo un messaggio pacifista: come dirà lo stesso Red House (versione Hendrix dimostra subito Jimi, è soprattutto la fotografia perfetta dell’anima a cinque corde) degli States alla fine degli anni ’60. Il concerto pro- Mastermind segue con Purple Haze e una serie di improvvisazioni Lover Man indimenticabili, intitolate (ma solo a posteriori, dopo Foxy Lady la morte di Jimi) Woodstock Improvisation e Villanova Jam Back at the House Junction. Per salutare il pubblico il primo e più gran- Izabella de guitar hero della storia regala al mondo un’ultima Gypsy Woman/Aware chicca: il bis, o per meglio dire in questo caso un en- of Love core, un fatto quasi inedito per Jimi che fino a quel Fire momento è sempre stato restio a concederne. Ma Voodoo Child (Slight quel lunedì mattina è troppo importante per attener- Return)/Stepping Stone si alle etichette professionali. E così, dopo una breve The Star-Spangled discussione in cui lui e la sua band sembrano voler Banner Purple Haze Woodstock Improvisation/ Villanova Junction suonare Valleys of Neptune, Jimi attacca il suo saluto L’encore: finale alla folla di Woodstock: Hey Joe. Hey Joe
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