PIME - Milano a.a. 2020 -2021 ppp-- un cammino verso la MUSICA CONTEMPORANEA OCCIDENTALE a cura di G.L. TINELLI ogni lunedì dalle 10:00 alle 11:30 dal 9 Novembre 2020 ∗ spunti introduttivi al corso∗
La musica non è qualcosa di intrinseco a certe modalità di arrangiare le cose, certi modi di organizzare i suoni... è piuttosto un processo di apprendimento che noi, gli ascoltatori, possiamo o meno scegliere di praticare. Questo trasferisce il luogo della musica da un là, fuori a un qui, dentro, cioè dentro di noi. Se mai si può riscontrare nella musica contemporanea un messaggio estremo, questo è che la musica è un qualcosa che dipende essenzialmente dalla nostra stessa mente. [Brian Eno, da una intervista del 1999]
SCOPO DEL CORSO Questo corso è concepito per tutti gli amanti della Musica-come-Arte che, sentendo come estranee e lontane da sé le sue espressioni contemporanee, vorrebbero affrontare e sfidare questa limitazione. Tra noi e la musica che ci è familiare c’è intimità e confidenza. Si viene così ad instaurare un rapporto immediato con l’eccitazione sonora nel suo farsi, che si traduce in una corrispondenza diretta tra l’ascolto ed il messaggio di cui essa si fa portatrice. Muoversi all’interno delle sonorità promosse dalla musica d’oggi non è altrettanto agevole. Non solo perchè non siamo usi a forme estranee alla tonalità, ma ancor più perché troviamo abbandonata quella relazione tra sollecitazione percettiva e sentimento che prima assicurava all’esperienza d’ascolto un clima di familiarità e di scontato appagamento. Il corso si propone di dare un contributo allo sviluppo della sensibilità in questa nuova direzione. Focalizzato sul problema dell’ascolto, porta alla luce i condizionamenti che tarpano le ali all’accesso al nuovo e tratteggia le nuove esigenze e modalità, corroborato da analisi di brani fra i più significativi.
La musica è un’organizzazione temporale dei suoni … che ha il proposito di arricchire o intensificare l’esperienza impegnandoci in un’attività di ascolto in cui i suoni sono considerati come suoni-in-sè. [Jerrod Levinson, 1977] Nella musica d’arte c’è sempre molto più da sentire di quanto uno riesca a sentire. Caratteristica essenziale della musica d’arte è infatti che vi accada molto più di quanto non si riesca a percepire consapevolmente al momento del suo ascolto. [Karlheinz Stockhausen] Per percepire uno spettatore deve ‘creare’ la propria esperienza. Da parte di chi percepisce, come da parte dell’artista, si compie un lavoro. Chi è troppo pigro, svogliato o attaccato alle convenzioni per compiere questo lavoro non vedrà e non udrà. [John Dewey]
Nell’ascolto della musica popolare l’attenzione è in genere posta sul contenuto narrativo (di una canzone) o la qualità dell’esecuzione del musicista (la maestria). Sostanzialmente a ciò si riconduce la comunicazione in quelle espressioni. L’ascolto della musica classica non di rado segue gli stessi moduli, e in più l’inflazione di ascolti pregressi può contribuire ad una fruizione solo superficiale, solleticando e gratificando più la memoria che non l’attenzione alla musica in sè. Avvicinarsi alla musica d’arte contemporanea con lo stesso atteggiamento sarebbe del tutto fallimentare. Si tratta infatti di un ‘genere’ che opera ai confini di ciò che comunemente viene considerata musica. Ciò perché ognuna delle sue diverse espressioni cerca di dare la propria risposta ad una rinnovata domanda su ciò che la musica sia e l’ascoltatore, esposto alla stessa domanda, è sollecitato ad una ri-considerazione dei modelli o principi di apprezzamento consolidati. La musica d’arte è definita innanzitutto da elementi di carattere non acustico, cioè dalla struttura temporale ad essa immanente e non dalla trasmissione di un contenuto narrativo o dall’esecuzione/interpretazione. Riguadagnare questa sensibilità consentirà di scoprire forme altre di comunicazione, diverse e non meno importanti, suggestive e stimolanti.
Per capire e definire cosa sia la musica nel suo senso reale, assoluto, incondizionato, dobbiamo [...] acquisire uno stato mentale pre-Bachiano, pre- Pitagorico, pre-Babilonese/Sumerico. Dobbiamo cioè liberarci da ogni pregiudizio storico, ogni credo ereditato, ogni valore indiscusso, ogni rigido dogma o ipnosi culturale. [Bo Costantinsen – What Music Really Is] All'ascoltatore è richiesto da un lato di comprendere la logica dei suoni, per così dire ri- componendo, e dall'altro di cogliere, per immedesimazione, l'individualità e l'originalità del compositore. [Carl Dahlhaus] Ogni compositore la cui musica appare difficile da comprendere viene sospettato o accusato - almeno fintanto che tale difficoltà persiste - di comporre con il suo cervello invece che col suo cuore… come se l’uno potesse funzionare senza l’altro. [Roger Sessions]
OBIETTIVO e CONTENUTI Obiettivo: esaminare le problematiche dell’ascolto a partire dai condizionamenti derivanti da abitudini acquisite e da dubbi ed obiezioni correnti rispetto ai concetti di estetica e comunicazione artistica, con particolare riferimento alla musica contemporanea ed alle ragioni della sua difficile accettazione. Contenuti: esaminati i meccanismi consolidati alla base dell’ascolto della musica classica tradizionale, il corso intende indagare sulle ragioni della loro inadeguatezza rispetto alle opere del XX°-XXI° sec. Un insieme di eventi più o meno concomitanti ha infatti promosso una ricerca tout azimuth sulle potenzialità del suono-in-sé, aprendo un fecondo periodo di transizione che richiede modalità di approccio all’ascolto affatto nuove rispetto a quelle tradizionali. Basti citare l’apertura all’intero universo dei suoni percepibili, l’abbandono del carattere didascalico-discorsivo della composizione e la rottura di ogni corrispondenza intenzionale tra sollecitazione percettiva e sentimento... Questi aspetti verranno analiticamente presentati nelle loro origini, ragioni e risultati, accompagnati da esemplificazioni dimostrative.
Nota conclusiva a partire da una citazione di Berio Non ho intenzione di occuparmi di musica come rassicurante mercanzia emotiva per l'ascoltatore... Mi piace invece ascoltare la musica che s’interroga, ci interroga e ci invita a una costruttiva revisione o, addirittura, a una sospensione del nostro rapporto col passato ed a una sua riscoperta sulle tracce di percorsi futuri. [Luciano Berio, “Un ricordo al futuro”, 2006] Con l’augurio che a valle del ciclo di esposizioni rimangano impresse non tanto le nozioni fornite quanto le domande che esse hanno fatto sorgere. Interrogativi forse irrisolti, ma auspico capaci di fecondare una diversa attitudine all’ascolto nei confronti del mondo sonoro dei nostri giorni.
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