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Manualetto ju jitsu

Published by asifrosinone, 2022-12-22 08:27:11

Description: Manualetto ju jitsu

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L’Arte della Cedevolezza JU JITSU L’arte della Cedevolezza M° Domenico Veronesi

- La Storia – L'origine del Ju Jitsu, nasce in Giappone e la leggenda narra che un medico erborista chiamato Shirobei Akiyama appassionato di arti marziali, un giorno salì su una montagna per raccogliere erbe con cui avrebbe fatto i suoi medicinali dove rimase per 100 giorni e 100 notti. Un giorno mentre si trovava in meditazione incominciò a nevicare. Egli osservò che i rami degli alberi più grandi e forti di Ciliegio si spezzavano sotto il peso della neve, mentre quelli dell'umile Salice piangente si piegavano fino a scaricarla lasciandola cadere a terra, per poi rialzarsi e tornare al proprio posto. Da qui il Dr. Akiyama dedusse che il rami del Ciliegio si spezzavano perché opponevano la forza (della neve) alla forza (del ramo che voleva resistere) avendo cosi la peggio, mentre il ramo del Salice sfruttava la forza della neve per farsi piegare fino ad arrivare al

punto di scaricarla a terra e tornare alla sua posizione naturale quindi sfruttando la sua forza….FORZA DELL’ AVVERSARIO (la neve). Incominciò dunque lo studio del Ju Jitsu appunto l’Arte della Cedevolezza JU (cedevole, morbido) JITSU (Arte) fondando la prima scuola di Yawara (il vecchio nome del Ju-Jitsu) o Tai Jitsu (Arte del Corpo) chiamata Yoshin Ryu (Scuola del Salice generoso.). Anticamente questa arte era praticato dai bushi (guerrieri) che se ne servivano per giungere all'annientamento fisico dei propri avversari, provocandone anche la morte, a mani nude o con armi. Il momento d’oro del Ju Jitsu si ha nel periodo dello Shogunato Tokugawa (1600-1868), nel quale periodo nacquero molte scuole che si espansero molto velocemente anche grazie ordinanza che nel (1588) proibì di portare la spada a tutti coloro che non facessero parte della classe dei samurai (bushi). La loro espansione durò fino al 1868 quando l’isolamento del Giappone medievale venne rotto e la Nazione venne aperta agli scambi commerciali con i paesi occidentali. Successivamente nel 1871 un’altra ordinanza proibì di portare la spada a tutti i samurai e le scuole di Ju Jitsu che fino ad allora erano state finanziate dai ricchi clan di samurai che non poterono più godere dei privilegi di cui avevano usufruito fino ad allora smisero

di finanziarle, cominciarono a decadere. Essendo il Ju Jitsu un’arte completa nel suo stile seguirono a questa decadenza le grandi codificazioni delle varie Tecniche e nacque il Judo del Maestro Jigoro Kano e l’ Aikido del M° Ushiba, che permisero di salvare e rendere famosa nel mondo la grande tradizione del Ju Jitsu giapponese. Dopo la seconda guerra mondiale il Ju Jitsu ha cominciato a diffondersi nel mondo venne esportato in America durante l’occupazione del Giappone dai marines americani, che rimasero conquistati dalla micidiale arma dei soldati Giapponesi nel combattimento corpo a corpo. Il Ju Jitsu è così diventato il più diffuso sistema di difesa personale dei più importanti corpi speciali militari del mondo. Anche in Italia il Ju Jitsu fù importato dai marinai della Marina Militare Italiana per la prima volta della nave Reggia Marina Pizzarola e Moscardelli, che diedero nel 1908 una dimostrazione sull’efficacia di questa tecnica di combattimento davanti al Re. Dopo ben 40 anni il maestro Gino Bianchi che rimanendone colpito per l’efficacia, decise di diffonderlo studiando un proprio metodo di insegnamento che a tutt’oggi porta il suo nome: Metodo Bianchi.

La diffusione di questo metodo procedette a pieno ritmo anche grazie alle varie dimostrazioni pubbliche svolte con il gruppo dei ” kase Hito (uomini vento) ”. Successivamente negli anni settanta il metodo Bianchi fu rielaborato dal maestro Rinaldo Orlandi, il quale codificò 100 tecniche di difesa secondo un sistema che raggruppa in 5 gruppi di 20 tecniche applicate in 5 settori:” squilibri, proiezioni, leve, strangolamenti e globalità d’azione”. Il Ju Jitsu che in Italia all’inizio fù chiamato lotta giapponese, entrò già a partire dagli anni venti a far parte dei programmi di addestramento nelle scuole militari ed ebbe un successo sempre più crescente. Esso, che fino al dopoguerra era praticato abbinato al Judo, si separò come disciplina autonoma e il Judo nel 1964 diventò disciplina olimpica. Ad oggi, l’arte della cedevolezza, è praticato in tutto il mondo e in diversi stili ed è il metodo di combattimento più valido. Nel 1978 un Italiano Di nome Mario Cinelli inizia gli studi della nobile Arte della cedevolezza. Per sua costanza e passione nello studio del JuJitsu e per la sua opera di divulgazione, nel 2015 fu Nominato Gran Maestro

Benemerito e gli fu consegnato il Premio D’oro di GUERRIERO DIFENSORE EDUCATORE. Egli, si distinse tra i maestri tradizionali di Ju Jitsu per la sua eterna passione e dedizione volta sempre più verso uno studio approfondito delle tecniche e per un’insegnamento sempre più minuzioso sia sotto l’aspetto filosofico e sia sotto l’aspetto tecnico. Infatti, egli era un’esperto conoscitore di diverse culture Marziali, esoterismo, magia bianca. La sua filosofia era basata sulle virtù dei Bushi e loro regole; dell’umiltà, coraggio, sincerità, pazienza e modestia. Fece sue diverse tecniche, dopo averne studiato l’efficaia e l’esecuzione dando un senso, proprio della filosofia del Ju Jitsu ad esse. Ancora oggi nonostante la sua prematura e inaspettata scomparsa ci sono alcune scuole che rispettano e tramandano i suoi insegnamenti tenendo comunque legato l’insegnamento alla tradizione, cultura e principi propri e fondamentali di questa nobile arte.

Il Saluto “REI ” Il Maestro Cinelli diceva sempre che Come buona norma nel Dojo si insegna la disciplina e prima di imparare la tecnica e far parte di un gruppo la prima cosa che deve essere insegnata è il saluto e il rispetto per il Dojo, per il Maestro e verso i Jutsuka Ritsu – REI Saluto in Piedi Za – REI Saluto in Ginocchio

TERMINOLOGIA 1. SEIZA A terra (seduti, in ginocchio, giù) 2. KYRIZU In Piedi 3. SENSEI Insegnante 4. GI Uniforme/Kimono 5. AGHIME’ Inizia (Il VIA per iniziare un esercizio, tecnica, combattimento) 6. MATE’ Termina ( Lo STOP per terminare un esercizio, tecnica, combattimento) 7. UKE Avversario (chi subisce la tecnica) RICEVE 8. TORI’ Chi esegue la tecnica 9. MIGI Destro 10. IDARI Sinistro 11. SHISEI Posizioni Fondamentali 12. KAMAE Guardia 13. SHINTAI Spostamenti

SETTORI Fodamentali del Ju Jitsu, Stabilite secondo il metodo Bianchi e molte di queste riviste da M° Mario Cinelli. Comprendono 100 techiche totali divise in settori. Settore A ( 20 Tecniche) Riguarda le azioni elementari che introducono alla conoscenza delle reazioni di un avversario (Renraku waza). Tali movimenti suggeriscono od impongono all’avversario una determinata reazione per effetto di una presa o di una azione/reazione che non comporta né la resa né la sua proiezione. Settore B ( 20 Tecniche) Nelle azioni di proiezione il Tori deve tenere conto lo squilibrio (Kuzushi) più appropriato, dell’opportunità più favorevole durante la preparazione della tecnica (Tsukuri), e del movimento finale (Kake) per cui lo squilibrio si trasforma in proiezione. Tori è colui che esegue l’azione, e Uke e colui che la subisce. Settore C ( 20 Tecniche) Azioni che vengono eseguite portando le articolazioni per effetto di una forza anormale in una posizione al di là del proprio limite naturale. Per evitare incidenti, il Tori porre particolare attenzione nel dosare la propria forza, e per la stessa ragione, l’Uke deve evitare di resistere fino al limite delle proprie capacità. Settore D ( 20 Tecniche) Questo settore raccoglie azioni tecniche eseguite principalmente sul collo. Si tratta principalmente di strangolamenti (SHIME WAZA) che vengono realizzati tramite prese al Keikogi, e con l’uso delle sole mani, così da impedire il normale flusso sanguigno e respiratorio. Nel settore D si trovano anche delle tecniche “volanti”, definite così perché il Tori deve saltare in modo da fare cadere l’avversario con il peso del proprio corpo. Alcune di queste tecniche sono state volutamente tralasciate perché ritenute particolarmente difficoltose e pericolose per l’incolumità degli atleti.

Settore E ( 20 Tecniche) Tecniche di difesa con azioni di squilibrio (Kuzushi), leve articolari (Kanzetsu Waza), e strangolamenti (Shime Waza). Le azioni così impostate servono ad abituare Tori all’utilizzo delle tecniche di Kanzetsu e Shime Waza per costringere l’Uke a portasi in posizioni di equilibrio precario in modo da essere proiettato. Renraku Le tecniche di renraku riguardano le azioni di abbinamento sviluppate nel momento in cui l’Uke reagisce bloccando la difesa o l’attacco del Tori. Di seguito sono elencati alcuni degli abbinamenti delle tecniche di settore del programma. WAZA Tecniche • ATEMI-WAZA Colpi di Braccia e Gambe (Calci e Pugni) Tsuki (pugni)  Oi Tsuki = diretto tirato facendo un passo in avanti con pugno e gamba dello stesso lato ( o da fermo in posizione )  Gyaku Tsuki = diretto tirato facendo un passo in avanti con pugno e gamba opposti

 Uraken Uchi = pugno circolare che colpisce col dorso della mano  Ura Tsuki: montante (pugno dal basso)  Tetsui = pugno a martello dall’alto colpendo con la parte inferiore del pugno  Mawashi Tsuki = pugno circolare ovvero il gancio della boxe Empi (gomitate)  Yoko-Empi = laterale  Ushiro-Empi = all’indietro  Mawashi-Empi = circolare

Colpi a mano aperta  Shuto = colpo di taglio dalla parte del mignolo  Haito-Uchi = colpo di taglio dalla parte del pollice  Teisho-Uchi = colpire con la parte bassa della mano aperta al volto (mento, naso, fronte) Geri (colpi con le gambe)  Hiza geri = ginocchiata  Mae-geri = calcio frontale  Yoko-geri = calcio laterale  Mawashi-geri = circolare  Kakato-geri = calcio ad ascia che colpisce col tallone dall’alto in basso  Ushiro-geri = calcio all’indietro colpendo con il tallone  Tobi geri: calcio frontale, laterale o all’indietro che viene tirato saltando  Ura-mawashi-geri = calcio circolare all’indietro dall’esterno all’interno  Ushiro-mawashi-geri = calcio circolare all’indietro col giro dall’esterno all’interno • UKEMI WAZA Tecniche di cadute  Mae Ukemi = Caduta in avanti (Capriola o capovolta)

 Migi Ushiro Ukemi = Caduta indietro a destra  Idari Ushiro Ukemi = Caduta indietro a Sinistra  Migi Yoko Ukemi = Caduta laterale a destra  Idari Yoko Ukemi = Caduta laterale a sinistra  Morote Ukemi = Caduta Piatta  Ushiro Morote Ukemi = Caduta piatta con girata  Migi Yoko Mae Ukemi = (Zempokai) Caduta da Judo (Capovolta sul fianco destro  Idari Yoko Mae Ukemi = (Zempokai) Caduta da Judo (Capovolta sul fianco sinistro

• SHIME WAZA Tecniche di strangolamento  Kata juji jime = strangolamento frontale afferrando i baveri del kimono e stringendo la gola dell’avversario.  Hadaka jime = strangolamento con gli avambracci da dietro la schiena.  Okuri eri jime = strangolamento con gli avambracci da dietro la schiena quando si è con la propria schiena a terra.  Zankaku jime = strangolamento con le proprie gambe chiuse a triangolo intorno al collo dell’avversario

• NAGE WAZA Tecniche di proiezione  Tachi waza = letteralmente “tecnica in piedi”, è un termine generico che indica qualunque proiezione in cui si mantiene una postura eretta o semieretta.  Te waza = proiezioni eseguite con l’ausilio primario delle braccia.  Koshi waza = proiezioni eseguite con l’ausilio primario delle anche.  Ashi waza = proiezioni eseguite con l’ausilio primario delle gambe.  Sutemi waza = se ci si lascia cadere volontariamente a terra per trascinare giù anche l’avversario si parla di sutemi waza (tecniche di sacrificio). Si definiscono ma sutemi waza se eseguite cadendo sulla schiena e yoko sutemi waza quando invece si cade sul fianco.  OSAE KOMI WAZA Tecniche di immobilizzazione a terra  Hon Kesa Gatame = Tori cinge la testa di Uke ed il suo corpo si dispone trasversalmente al busto fasciando Uke (kesa=fascia). Il peso di Tori è quasi completamente sulla spalla e sul petto di Uke. Particolare attenzione va posta alla mano che circonda il collo di Uke: controlla la sua testa e talvolta viene appoggiata sul tatami per mantenere l’equilibrio.  Yoho Shiho Gatame = “controllo laterale su quattro punti”, consiste nell’immobilizzare ponendosi lateralmente con le gambe aperte e mettendo il proprio petto su quello dell’avversario. Con un braccio lo si blocca al collo e con l’altro alla cintura.

 Tate Shiho Gatame = “controllo verticale quatto punti”, consiste nell’immobilizzare ponendosi a cavalcioni sopra il petto dell’avversario.  Kami Shiho Gatame = “controllo superiore quattro punti”, consiste nell’immobilizzare l’avversario ponendosi dalla parte della sua testa e bloccandola col proprio petto.  Kata Garame Tori avvolge il collo ed il braccio destro di Uke, la testa e la spalla destra di Tori premono sul braccio destro di Uke che rimane bloccato contro il suo stesso viso. La mano sinistra di Tori afferra la propria mano destra, che ha il palmo rivolto in alto, e chiude la presa. ll ginocchio destro di Tori è piegato, appoggiato al tatami e posizionato contro il fianco destro di Uke, a formare un angolo di 90 gradi. La gamba sinistra di Tori è allungata, parallela alle spalle di Uke e forma un triangolo con il ginocchio destro e la spalla. • TE WAZA Tecniche di mano  SEOI – NAGE Tori rompe l’equilibrio di Uke in avanti, porta il suo braccio sotto l’ascella e lo carica sul dorso, si abbassa, raddrizza le gambe e lo lancia davanti a se

 TAI – OTOSHI: Tori rompe l’equilibrio di Uke in avanti, gira verso destra e mentre appoggia il suo piede sinistro, distende la gamba destra fino a sbarrare le gambe di Uke; poi lo proietta continuando l’azione delle braccia  UKI – OTOSHI: Uke avanza col piede destro Tori indietreggia con il piede sinistro ed appoggia il ginocchio a terra; tira con le mani verso il basso proiettando Uke sopra il suo piede destro. • ASHI WAZA Tecniche di Gamba  DE – ASHI – BARAI: Uke avanza di un passo, quando il piede avanza, un attimo prima che appoggi sul tatami Tori lo spazza con la pianta del piede  HIZA – GURUMA: Tori si sposta lateralmente rispetto ad Uke, appoggia il suo piede sulla parte esterna del ginocchio di Uke; infine lo tira con le braccia girando con le spalle facendolo cadere.  SASAE – TSURI – KOMI – ASHI: Tori toglie l’equilibrio ad Uke tirandolo e sollevandolo in avanti, gli blocca il piede con la pianta del suo e gira con le spalle continuando l’azione delle braccia

 O – SOTO – GARI: Si induce Uke ad avanzare in modo da poter portare, tirando con le braccia, il suo peso sul quel piede per poi avanzare lateralmente lanciando all’indietro il suo corpo facendo si che la propria gamba falcerà con violenza la sua facendolo cadere  O – UCHI – GARI: Tori rompe l’equilibrio di Uke spingendolo indietro a destra per poi entrare con la gamba destra tra le sue falciandogli la destra  KO – SOTO – GARI: Rotto l’equilibrio di Uke all’indietro a sinistra Tori si sposta di fianco e falcia con il piede destro il tallone sinistro di Uke.  KO – UCHI – GARI: rotto l’equilibrio di Uke all’indietro verso destra Tori falcia con la pianta del suo piede destro il tallone destro di Uke spingendolo con il proprio peso corporeo  OKURI – ASHI – BARAI: Se Uke si sposta lateralmente, mentre riunisce i piedi Tori lo spazza all’altezza della caviglia con la pianta del piede nella direzione del suo movimento agevolandosi con l’azione delle mani che lo accompagnano verso l’alto.  UCHI – MATA: Una volta rotto l’equilibrio di Uke avanti destro Tori, con la gamba destra, falcia l’interno della coscia sinistra di Uke girandosi di 180 gradi sollevandolo e tirando con la mano sinistra fino a farlo cadere.

 KO – SOTO – GAKE: Rotto l’equilibrio di Uke indietro a destra Tori porta il peso di Uke sul tallone destro, lo aggancia con il piede sinistro sulla caviglia esternamente e spinge facendolo cadere all’indietro.  ASHI – GURUMA: Tori rompe l’equilibrio di Uke avanti a destra, indietreggia con il piede sinistro e distende la gamba destra davanti alla destra di Uke bloccandogli il ginocchio con il piede; prosegue nella rotazione del corpo verso sinistra proiettandolo sopra la propria spalla.  O – GURUMA: Rotto l’equilibrio di Uke in avanti a destra con un movimento circolare Tori distende la propria gamba destra sotto la pancia di Uke e ruota con forza verso sinistra. Come conseguenza della rotazione, la gamba spinge indietro verso l’alto ed Uke cade ruotando sulla gamba di Tori.  O – SOTO – GURUMA: Rotto l’equilibrio indietro a destra Tori distende la propria gamba destra dietro quella di Uke e lo proietta all’indietro facendolo ruotare sulla gamba.

• GOSHI WAZA Tecniche d’anca  O – GOSHI: Tori rompe l’equilibrio di Uke in avanti e passa la sua mano dietro stabilendo un contatto pancia-pancia, piega le ginocchia per abbassarsi poi solleva le anche e lo proietta davanti a se raddrizzando le gambe.  HARAI – GOSHI: Tori rompe l’equilibrio di Uke in avanti a destra entrando con il piede destro davanti ai piedi di Uke impedendogli di sviare poi gira col busto fino a stabilire un contatto tra la sua anca e la pancia di Uke infine spazza con la gamba destra quella di Uke. • SUTEMI WAZA Tecniche di sacrificio  Kote-Gaeshi = torsione del polso.  Ikkyo = torsione del polso e spinta con la mano al gomito portandolo a terra col braccio teso.  Nikkio (o Kote-Mawashi) = torsione del polso con il mignolo verso l’alto e pressione sul gomito verso il basso.  Sankyo = presa al palmo della mano e torsione verso l’interno con la mano sinistra passando sotto all’ascella controllando che il suo gomito sia verso l’alto.

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