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Bollettino Amici del Centro Aletti - Pasqua 2018

Published by info, 2018-03-23 06:44:11

Description: Bollettino Amici del Centro Aletti - Pasqua 2018

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Amicidel Centro Aletti PASQUA2018 Cracovia, Santuario di Giovanni Paolo II, Mosè passa il Mar RossoAllora gli Israeliti ebbero grande paura e gridarono al ra entrare nella Terra Promessa, ancora schiavi dellaSignore. E dissero a Mosè: “È forse perché non c’erano paura, che testimonia che siamo ancora schiavi disepolcri in Egitto che ci hai portati a morire nel deserto? noi stessi, di essere in preda alla paura per sé stessi.Che cosa ci hai fatto, portandoci fuori dall’Egitto? Non ti Quanto male c’è nel mondo a causa della paura perdicevamo in Egitto: Lasciaci stare e serviremo gli Egizia- sé stessi e in quante formule sacre e forme santeni, perché è meglio per noi servire l’Egitto che morire nel siamo capaci di camuffare la paura per noi stessi!deserto?”. Mosè rispose: “Non abbiate paura! Siate forti Cari amici e benefattori del nostro Centro, con immen-e vedrete la salvezza del Signore, il quale oggi agirà per sa gratitudine e con commozione per la vostra fedeltàvoi; perché gli Egiziani che voi oggi vedete, non li rivedre- vi auguriamo con la nostra preghiera di rimanere saldite mai più!” (Es 14,10b-13) nella libertà dei figli nel Figlio, che ci ha liberati per la libertà. Che nessuno scenario della storia, né quelloL’effetto del peccato è la paura (cf Gen 3,10). Perciò grande del mondo, né quello personale, possa sugge-il primo segno della salvezza è superare la paura. La rire una qualche soluzione fuori di Cristo risorto.liberazione avviene quando non siamo soggetti allapaura. È inutile attraversare il Mar Rosso, o addirittu- p. Marko I. Rupnik, con l’équipe del Centro AlettiTEL. +39 06 4824588 WWW.CENTROALETTI.COM W W W.YOU T UBE .COM/c/CENTROALE T TIEDIZIONILIPA W W W.FACEBOOK .COM/CENTROALE T TI

L’A MORE È UNA FOR Z A C R E AT I VACome avete scoperto la creatività? che sentivo e che vivevo. La pittura eQual è stato il percorso che vi ha por- la fotografia mi accompagnano anco-tato al Centro Aletti? ra oggi. Alcuni mesi fa, Lea e Svetozar Živković, membriLea – Da bambina amavo molto guar- Anche tu, Svetozar, già da bambino dell’Atelier d’arte del Centrodare le cose belle, perché mentre le sentivi il desiderio di diventare artista? Aletti, hanno risposto alleguardavo avevo dei sentimenti belli. A domande di un’intervistacasa abbiamo avuto tanti libri di pit- Svetozar – Da bambino creavo, inven- per la rivista slovena «Božjetura, e io amavo sfogliarli. C’era qual- tavo sempre. Avevo molte più idee e okolje» sull’intreccio tracosa che mi portava a questi libri. Da giocattoli inventati da me di quelli che creatività, arte e vitapiccola, neanche ti rendi conto di tut- mi regalavano. Nel nostro cortile c’era familiare. Genitori di dueto. Semplicemente senti il desiderio di sempre un bel gruppetto di bambini bambini, Elija e Abel, vivonocreare, vorresti fare qualcosa di bello e insieme inventavamo tanti modi per in Slovenia.anche tu. Poi ho fatto il liceo artistico, giocare, ma più spesso disegnavamo.dove ero attratta dalla fotografia. In Amavamo tanto disegnare con i ges-seguito, ho sentito il desiderio di fare si per terra. Poi la pioggia lavava viauna ricerca nella pittura che mi ha i nostri disegni. Ma, dopo la pioggia,portato sempre più vicina al mosaico. facevamo di nuovo altri disegni. DaPoi tutto è andato come è andato. bambino mi occupavo anche molto eGià durante l’Accademia di Belle Arti, volentieri di sport, di atletica, di palla-sentivo che la mia strada era diversa canestro e di sci. Sperimentavo tutto.e che mi guidava alla creatività del Anch’io mi sono iscritto ad un liceoCentro Aletti. Quando lavoro in atelier artistico e lì ho avuto degli amici chesento una pace interiore, un grande sono tali ancora oggi . Uno di loro eraequilibrio della vita. Ma così era in me figlio di pittori molto conosciuti, dellagià da piccola. Da bambina, a Zadlog, famiglia Ðurić-Karailo. Con lui abbia-ero sempre in contatto con la natu- mo amato tanto la pittura. Insiemera. Camminavo tanto, passeggiavo dipingevamo, anche nelle vacanze.nei boschi, contemplavo, respiravo L’amore per la pittura cresceva gior-quest’aria. Mi ricordo che in me tutto no dopo giorno. Dopo l’Accademiaviveva, e cercavo un modo per espri- sono venuto da sr. Anamaria, quan-mere questa abbondanza interiore. do un nostro conoscente è tornatoPrendevo qualche pezzo di legno dal da Roma, dal Centro Aletti. Lui sape-papà e cominciavo a tagliarlo, facevo va che mi occupavo già del mosaicouna specie di intarsio. Sentivo in me e per questo mi ha raccontato della necessità di creare con le mani. Centro. Mi ha detto che forse anch’ioE da adolescente tutto continuava: sarei potuto andare là a provare. Incercavo diversi modi di espressione, tutta la vita da giovane, e specialmen-perché volevo sempre esprimere in te al liceo e poi all’Accademia, mi sonoun modo più adeguato e più bello ciò sempre occupato di pittura, e non ho

Secondo lo Spiritomai pensato che mi sarei occupato principalmente del ciamo la giornata con l’eucaristia, così ci rafforziamo spi-mosaico, e inoltre solo per la Chiesa. Sognavo che sarei ritualmente.stato un grande pittore affermato, con una carriera disuccesso. Ho ricevuto il battesimo solo all’ultimo anno Svetozar – Padre Marko ci conosce molto bene, perchédell’Accademia, insieme ad un amico. Questa mia fede praticamente lavora con ognuno di noi personalmente.è cresciuta pian piano e si è rafforzata proprio insieme Lui ci ha accompagnato in questi anni. Il processo stessoalla mia via artistica. dell’elaborazione dei mosaici e tutta la visione dell’arte li- turgica, come anche la fede stessa, non è una questionePerché ti sei fatto battezzare? dell’individuo, ma è lavoro in comunità, insieme agli altri. Il “mistero” del nostro “successo” è certamente ancheSvetozar – Mi incoraggiava soprattutto un amico, ma questo: uno spirito comunionale, senza il quale non po-avevo anche l’esempio dei miei compagni all’università tremmo. In tutti questi anni di lavoro al Centro abbiamoche vivevano la vita cristiana (di per sé non erano molti) potuto sentire e vedere cosa succede se ci apriamo allo– era molto bello vederli. Ma comunque avevo bisogno Spirito Santo. La vita in comune, il lavoro, i pasti consu-di molto tempo per potermi veramente aprire a ciò che mati insieme, la preghiera, tutto ci trasforma e rendeè l’essenziale nella fede. possibile ciò che stiamo facendo. Gli esercizi spirituali, i colloqui spirituali, sono il cibo per poter creare così. SeLa tradizione della Chiesa nell’architettura, nella pittura, qualcuno si chiudesse nella stanza e riflettesse da solo,nei mosaici, arricchisce oppure limita chi si occupa di le cose non andrebbero nella direzione giusta. Nella sto-arte liturgica? ria della Chiesa abbiamo molti esempi che ci possono insegnare che cosa succede quando, a causa dell’egoi-Svetozar – La tradizione aiuta tantissimo, ma tutto di- smo, ci allontaniamo l’uno dall’altro.pende da chi e da che cosa segui come artista, in checosa credi, che cosa è veramente importante ed essen- Lea – Il mosaico stesso, come tecnica, che è compostoziale per la Chiesa, per la liturgia e per la sua arte. La crea- di tanti pezzettini, già esprime il fatto che non puoi cre-tività è un processo, un cammino. All’interno della Chiesa, are da solo come un individualista. Ognuno, come par-l’arte ha alcuni moduli, alcuni orientamenti da seguire. È te della comunità, ha il suo compito prezioso in questoun organismo, che cresce e tiene insieme tutto. L’arte è processo della creatività. Hai bisogno però di un po’ diuna specie di sintesi nella Chiesa. Alla persona che crede tempo per capirlo. È veramente affascinante quandoe lavora per la Chiesa, la tradizione è di aiuto. Se invece pensi come tutto è unito. I mosaici ti trascinano a lavora-qualcuno vuole più affermare sé stesso, sarà un peso. re insieme. È veramente importante come vivi nella co- munità, perché comunque non puoi nascondere te stes-Lea – Non molto tempo fa un’amica, Michelle, mi rac- so, semplicemente sei parte di qualcosa di più grande.contava del poeta Charles Péguy che ha detto che ilfrancese per lo scrittore è uno strumento, una tradi- Come nel processo della creazione e nella vita in comu-zione che si riceve dai propri genitori, dai nonni, dai bi- nione con gli altri, sperimentate questo limarsi dei diver-snonni, da tutti gli antenati. E questo strumento è già si caratteri, dei diversi modi di creare?elaborato, usato. Ogni generazione lo plasma, ciascunaa modo suo. Ma nella Chiesa c’è qualcosa di più. Nella Lea – Quando uno viene a vedere il Centro Aletti, diceChiesa noi ci apriamo all’azione dello Spirito Santo. La che quello che facciamo non è solo il mosaico, ma an-nostra creatività non dipende solo da noi. che noi. Infatti siamo ortodossi, greco-cattolici, latini, brasiliani, cinesi… Proveniamo da tante culture e lingue,Nell’atelier del Centro Aletti avete qualche metodo parti- e bisogna abituarsi. Questo ci arricchisce molto, è moltocolare per promuovere la creatività? bello, perché tutti impariamo da tutti. Vedi che in questo mondo non sei da solo. Tutta questa comunità varie-Lea – Noi artisti del Centro Aletti andiamo ogni anno gata chiama all’apertura, a limarti. Prima te stesso, maagli esercizi spirituali. Padre Marko molto spesso ci or- poi ti rendi conto che questo sta succedendo anche allaganizza delle lezioni in cui ci incoraggia alla riflessione su persona accanto a te. Vedi che in tutto si realizza unadeterminate questioni. Spiritualmente ci nutriamo della simbiosi, che è possibile a causa dello Spirito Santo chepreghiera e di letture spirituali. Ogni giorno al Centro, o ci unisce.quando siamo nei cantieri in giro per il mondo, comin-

Svetozar – Un’immagine di tutto ciò alta ha detto “Amen!”. Per lui quel ogni lavoro cominci con uno sguar-può essere il mosaico stesso, che volto era santo, simile a Dio. do al santo al quale è dedicata lanoi facciamo in un cantiere, sull’im- chiesa per la quale lavoriamo. Dipalcatura. Padre Marko guarda l’in- In che modo si custodisce questo solito ci sono tanti santi, e ognunosieme. Noi siamo sull’impalcatura e passaggio dello Spirito Santo? di noi si raccomanda a quello chepassiamo uno accanto all’altro. Con sente più vicino. Se il lavoro è gran-ognuno hai qualcosa in comune, un Lea – L’uomo diventa ciò che con- de, dura per tanto tempo. Quandocontatto concreto. Il lavoro e l’es- templa, dice san Massimo il Con- abbiamo lavorato per il mosaico disere l’uno accanto all’altro è molto fessore. È veramente molto impor- padre Pio, abbiamo sentito una co-vivo, dinamico. Le differenze si met- tante. Lo sento tantissimo nella mia munione molto profonda con lui.tono da parte e comincia a brillare esperienza, già dai miei inizi con l’ar-ciò che è bello e grande: l’amore te, al liceo e poi all’Accademia. Alcu- Lea – Quando abbiamo lavorato inper ciò che stiamo facendo e per ne cose che leggi, non lasciano in te cantiere, abbiamo letto ogni giornodove lo stiamo facendo. Questo ci niente di profondo, ti lasciano vuo-unisce fortemente. to. Ma quando ti riempi di cose che sono vive, che portano in sé questoCome si vede che la creatività è ri- Spirito di Dio, poi lo Spirito Santoflesso della nostra somiglianza con agisce, crea. È necessario essere inDio e ci fa simili a Lui? un atteggiamento orante e leggere cose con un contenuto spirituale,Lea – Questo è l’amore. Dio è per nutrirsi dello Spirito. Oggi, cheamore e ci ha creati. Il suo amore abbiamo due bambini piccoli, è piùera questa forza creatrice. Se ami difficile per noi, ma è comunquequalcuno, dappertutto si nota la importante. Soprattutto mentre sicreatività verso quella persona. lavora. Molto spesso preghiamo laNella famiglia, nei rapporti tra di “preghiera del cuore”, più conosciu-noi, nel lavoro. Anche quando im- ta nell’ortodossia, ma che noi sentia-pasti il pane, si sente se lo fai con mo vicina.amore. La materia assorbe l’amo-re. Così anche il mosaico. Questo Svetozar – La vita spirituale non sisprona a metterti in un atteggia- può separare dal nostro lavoro emento di disponibilità e di umiltà. dalla nostra creatività. Dio ci ha datoBisogna essere sufficientemente questa capacità di creare, dunqueumili affinché lo Spirito Santo pas- deve essere lo Spirito a guidarci.si attraverso di te e dopo tu possa Non possiamo mai dire che siamotoccare la materia e lasciare che arrivati. Ogni giorno succede sem-appaia in lei l’impronta di Dio, che pre qualcosa di profondo e di bellorimane dappertutto, perché ogni mentre si lavora. È bello lavorare ecosa ha in sé questa impronta. Se vivere nella fede e amare. È neces-ti occupi solo di te stesso, questo si sario guardare l’altro e Dio e nonsente. L’amore invece è una forza fermarci a noi stessi. Molte volte lecreatrice che ti apre e ti muove. persone ci chiedono di pregare per loro, e noi preghiamo in modi diver-Svetozar – Racconterò un aneddo- si... Dentro di noi dobbiamo essereto, che anche Nataša Govekar mol- in Dio – come dice Cristo che ci chie-to spesso menziona nelle sue con- de di rimanere in Lui. Se desideria-ferenze. Quando anni fa abbiamo mo essere uniti e fecondi, tutto di-lavorato per il santuario di Giovanni pende dal rimanere in Cristo.Paolo II a Cracovia, abbiamo messosul balcone un grande volto di san Mentre lavorate, vi raccomandate aGiovanni Paolo affinché dal cortile qualche santo?del Centro Aletti lo potessimo osser-vare dalla distanza giusta. Quando Svetozar – Sono già tanti!eravamo lì e guardavamo il mosaico,era con noi anche nostro figlio Elija, Lea – Ogni volta che cominci a fareche allora aveva tre anni, che a voce un volto, ti raccomandi a quel santo. Svetozar – padre Marko insiste che

la sua vita, per instaurare un rappor- un’altra dimensione di ciò che fai. Si ro con i mosaici e le relazioni sonoto con lui. tratta di alzarti sopra l’ego, per non cose che ti attirano in una vita dove chiuderti in te stesso. Se il lavoro tu non sei al centro, ti spingono a vo-Svetozar – Tutti noi cristiani cerchia- diventa troppo tecnico, facilmente lere bene agli altri, affinché questomo delle ispirazioni nella Scrittura e arriva la saturazione da lavoro. La bene si espanda. Penso che questoin quelle persone, i santi, che hanno dimensione spirituale apre. Senza si veda proprio nei mosaici.vissuto nella fede in Gesù e da que- questa dimensione non si può lavo-sta fede. San Porfirio sottolinea che rare. Svetozar – Noi due speriamo chesiamo veramente uno... i nostri bambini prendano que- Lea – Senza questa dimensione spi- ste cose e le portino nella vita. QuiCome evitare la routine e come crea­ rituale certamente “si impazzisce” a Zadl­og, i nostri bambini amanore quando c’è la siccità? nel lavoro. tanto venire nell’atelier, e ci fanno tante domande sul nostro lavoro, eLea – È importante un atteggiamen- Questa creatività nel lavoro aiuta an- cominciano a disegnare e dipingereto di umiltà. Nella vita vera, ad esem- che la creatività nei rapporti e nell’e- con tanti colori. Padre Marko dicepio in uno spazio con 20 persone, ducazione, o viceversa? Come vede- che l’uomo riceve tanto dalla fami-molte volte vengono momenti in cui te questo come coniugi e genitori? glia per la vita.qualcosa ci disturba. Ogni giorno adesempio c’è qualcuno che batte in Svetozar – Se è presente l’amore, Lea – Proprio adesso abbiamo lettomodo troppo forte il martello… Sia- non può succedere che non sai cosa san Porfirio che parla anche dell’e-mo tutti uomini. In quel momento, fare. Il lavoro e le relazioni sono una ducazione. Dice: non parlate molto,metti i pensieri negativi da parte, ti realtà viva, e si compenetrano orga- ma vivete e pregate. I bambini han-metti in questo atteggiamento di nicamente. Il bello deve essere vivo, no bisogno di genitori santi.umiltà, ti raccomandi nella preghiera, e il rapporto deve avere un fonda-perché sei cosciente che tutti siamo mento vero. Il fondamento è solo Svetozar – Da Porfirio una volta è ve-peccatori. A me più frequentemente nello Spirito Santo. Danilo Kiš, un nuta una mamma a lamentarsi chein questi casi aiuta la preghiera del grande scrittore della ex Jugoslavia, il suo bambino non obbediva. Lui lecuore: “Signore, abbi pietà di me, ha vissuto una vita cristiana sui gene- ha suggerito di parlare meno, ma dipeccatore”. E, piano piano, ti muovi ris, anche se non era collegato inten- pregare di più. Quando la mamma èe vai oltre queste cose. È importante samente con la Chiesa. Quando gli tornata da lui dopo dieci giorni, gli haanche un discernimento dei propri hanno chiesto come ha cominciato a detto che il bambino le aveva chiestopensieri. E alle volte può aiutare già scrivere, ha risposto: “Senza epifanie, che cosa era successo, dato che nonil semplice fatto di uscire, fare due senza rivelazioni di Dio, non ci sareb- parla più. Noi tutti stiamo imparan-passi e respirare l’aria fresca. be nulla”. Qui comincia la vita nuova. do e, se qualcuno pensa di sapere già tutto, si è fermato. Mi ricordo an-Svetozar – Può succedere che ti fer- Lea – Anche a me questa citazione che che padre Špidlík diceva che lami e non puoi andare avanti. Puoi dice molto. Ti fa vedere che non sei vita sono gli incontri: con gli altri, conessere bravissimo nella tecnica, ma tu quello che con la sua ragione rag- gli amici, con i vicini e, fondamental-se succede che sei arrivato ad una giunge qualcosa, ma avviene qualco- mente, con Dio. Tutti abbiamo biso-routine, è pericoloso diventare trop- sa di più grande, un’epifania. Kiš ha gno degli incontri, in modo particola-po contenti di ciò che fai, di come lo detto che questo non dipende da re con i santi. Tutti viviamo di questifai, da non voler cambiare più nul- lui. Le relazioni e la creatività sono incontri. E nella Chiesa puoi sentirela. In quel momento hai bisogno di un mosaico, tutto è collegato. Il lavo- che sei parte di un insieme.

che dei cinque nuovi artisti che quest’anno hanno cominciato la formazione – tre preti, una suora e una ancora normale –, abbiamo portato con noi solo sr Luana, ori- ginaria di un paesino a pochi km da Ruffano, che ci ha offerto una serata in famiglia con, in un colpo solo, tutte le verdure che la Puglia produce! Non che l’abbiamo por- tata solo per questo, ma certo ci è “venuta bene”! Don Rocco, il parroco che ha sem- pre ricordato che ci aveva già dati per dispersi, ha organizzato addi-UN RAGGIO DI SOLE PER T E rittura una serata con la pizzica, introducendoci in un mondo cul-Siamo di nuovo qui… senza nienteda dire… senza tante parole… ma turale sconosciuto ai più e rega-con in mano un raggio di sole…Così cantava uno più o meno, una tà, al punto che diversi siamo stati landoci un momento veramente,volta…. sistemati in appartamenti di per- oserei dire, commovente per laIl raggio di sole è quello del solsti- sone che ci hanno dato le chiavi profondità che smuovevano suo-zio d’inverno che ha baciato l’affre- e si sono ritirate altrove. Ma – e ni e movimenti così essenziali esco di Stella ed Elisa alla Nunzia- spero che mettano una foto che vi antichi. Perciò non ci è manca-tura di Beirut: puntuale e diretto dia l’idea – pure l’impalcatura che to proprio niente. Il caffè lì costasulla culla di Gesù a mezzogiorno ci hanno preparato è stata così ancora 80 centesimi, ci si potevadel 25 dicembre. perfetta, così sicura, così a regola muovere a piedi perché tutto eraCon la massima soddisfazione di d’arte che difficilmente sarà egua- ravvicinato, abbiamo festeggiato ilRupnik, che alla pari dei grandi gliabile. Una selva di pali tra i quali compleanno di Svetozar con unamaestri di Vézelay può ribadire il potevi anche sbagliare il percorso, tapas vecchi tempi, il compleannoconcetto tutte le volte che vuole, ma in nessun modo cadere sotto. del parroco con una bella pizzaormai esperienzialmente! Bisogna dire che stavolta abbiamo fuori, il vescovo si è fermato a cenaLe parole sono quelle che mi man- registrato con più evidenza – sarà addirittura due volte, abbiamo ca-cano, perché da Natale a oggi il la- l’enfasi del sud - un fatto che di pito che non si deve mai partirevoro si è svolto per lo più in Atelier per sé altre volte abbiamo notato, per il cantiere dopo aver votatoe il solo cantiere fatto è quello di ma senza mai darci troppo peso… perché le elezioni hanno un effet-Ruffano, che risponde esattamen- ovvero che tutti (specialmente to prorompente in alcune psichi ete ai soliti canoni del nostro solito l’équipe di cucina, che è quella con non è esattamente augurabile dimodo di agire… 10 anni di attesa, cui abbiamo i più intensi scambi) trovarcisi a discutere… insommacentinaia di chiamate del parroco, vogliono una foto finale con noi ci teniamo in allenamento, conti-numero di metri quadrati annun- artisti. Ma guarda caso, se riesco- nuiamo ad approfondire la cono-ciati inferiori a quelli da eseguire, no a farsene una, di gruppo o per- scenza gli uni degli altri, a perderefuga alla fine senza neanche pas- sonalizzata, con il capo, si scorda- qualcuno per strada, a non perde-sare a vedere Supersano, cantiere no immediatamente di quella che re qualcuno che si vorrebbe per-di 10 anni fa… insomma niente di dicevano di volersi fare con noi… dere e a chiedere a Dio la grazianuovo sotto il raggio di sole… Non che ci sorprenda, ubi maior di vedere come c’è un bene cheLa full immersion al sud è stata minor cessat, ma ci fa proprio sor- riesce a rendersi evidente solo seun’ottima ripresa del ritmo can- ridere questa “devozione” – che c’è qualcuno che prende il maletieri che ci aspettano nel 2018, apartire dalla solita grande ospitali- forse dovremo qualche volta in dell’altro su di sé, un po’ per uno, più anche noi esprimere al capo una volta uno, una volta l’altro. – così sfacciata, visto che senza di Buona pasqua appunto! noi non potrebbe far nulla!!! Eravamo in 23, considerandoFONDAZIONE AGAPE – VIA PAOLINA 25 – 00184 ROMA – TEL. 06/4824588 – FAX 06/485876 – [email protected] – WWW.CENTROALETTI. COMBANCA POPOLARE DI MILANO, AGENZIA 1013 ESQUILINO CODICE IBAN IT83 C 05584 03262 000000093556 BIC BPMIITM1013DA 60 € QUOTA AMICO DEL CENTRO ALETTI, DA 300 € QUOTA SOSTENITORE – NELLA CAUSALE SPECIFICA SEMPRE IL TUO INDIRIZZO


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