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Giornalino n.2 2019-2020

Published by Amministratore, 2020-05-20 15:56:39

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LA VOCE DEL CORRIDOIO Periodico dell’Istituto Marzoli N. 2 anno scolastico 2019/20

SOMMARIO Editoriale Lavoro minorile e società dei consumi del prof. Mauro Corradi La più grande discarica d’Italia del prof. Massimo Rossi Lourdes, posto speciale degli alunni della IVC ITT Ferrari Simone, Bettoni Mattia, Ferraro Luigi, Patelli Thomas I due uomini, Pasolini e Panagulis di Corradi Federico Conversazione con la storia di Cadei Ornella Professor Mancuso, in arte Kalo di Cadei Ornella Orientamento al Marzoli di Irene Pattoni IVE Liceo Come eravamo

Editoriale Quanto è usato il dire “grazie” Forse usato lo è ma quante volte viene detto o insegnato è che essa sintetizza in sé un significato più abbiamo davvero pronunciato profondo, essa esprime la gratitudine, sentimento positivo questa parola pensando al di profonda riconoscenza nei confronti di qualcuno che è stato significato che essa comporta? gentile con noi, esteriorizza uno stato d'animo che ci spinge ad “Grazie”. Riteniamo offrire qualcosa in cambio del favore ricevuto. Dimostrare maleducazione non ricambiare riconoscenza ci apre agli altri, ci permette di ristabilire rapporti con questa parola un favore empatici con le persone, ci fa riscoprire la possibilità di ricevuto e definiamo zotici coloro condividere le emozioni altrui e di uscire da una solitudine di che la ritengono superflua ma spirito. Quanta fatica facciamo invece ad esprimere i sentimenti questo rientra nel malcostume, positivi come la gratitudine o nell’avere dimenticato le più riconoscenza! La predisposizione a ringraziare, così rara oggi, semplici regole della relazione interpersonale. Eppure nel più frequente dei casi è usata come consuetudine, come rituale che rientra nei convenevoli del vivere sociale. Da bambini si comincia ad imparare a dire grazie, le mamme ci insegnano che la buona educazione si nota da questi comportamenti , quello che non

dipende dalla capacità di porsi L’uomo non è per natura nella condizione dell’altro. Come sappiamo quanto sia importante spontanea un animale sociale ma, per ciascuno di noi sentirci “riconosciuti”, mentre esprimiamo diversamente dagli animali, ha la al meglio un talento, svolgiamo un lavoro con diligenza o ci rendiamo capacità di evolvere, di migliorare disponibili , così dovremmo essere nella condizione d’animo di saper se stesso e sviluppare sentimenti riconoscere anche quello che solidali attraverso l’educazione e abbiamo ricevuto in attenzioni o gentilezza. Come sentiamo di quindi educhiamo ed meritare la stima degli altri , così dobbiamo predisporre il nostro educhiamoci a dire grazie, a dirlo spirito a coltivare la capacità di ringraziare. al di là delle convezioni, in modo che gli altri capiscano quanto siano stati preziosi per noi; così facendo, saremo noi stessi i primi a beneficiare del grazie che pronunciamo, del sorriso con cui ricambiamo.

La società dei consumi ed il lavoro minorile Prof. Corradi Mauro Secondo l’Organizzazione Internazionale del Lavoro, il lavoro minorile coinvolge più di 250 milioni di minori, come metà della popolazione della UE. 85 milioni lo svolgono nelle forme peggiori: situazioni di schiavitù, sfruttamento sessuale, reclutamento per conflitti armati, traffico di bambini e lavoro pericoloso. 168 milioni sono utilizzati in altre attività lavorative che Figura 1Lavoratori in miniera nel Congo interferiscono con la scuola, “con molte ore di lavoro, non retribuite o mal Il caffè Una buona tazzina di caffè “ti tira su”. retribuite, separati dalle loro famiglie e L’Organizzazione Internazionale del con episodi di violenza e abusi”, Lavoro avverte che l’occupazione secondo la stessa organizzazione. Tra i prematura di bambini e adolescenti prodotti del lavoro minorile ci sono nelle piantagioni di caffè influisce sulla anche oggetti quotidiani che crediamo loro salute fisica e mentale, con conseguenze come l’invecchiamento innocenti e non lo sono. prematuro, incidenti e malattie come 1. Il cellulare l’ansia e la depressione. Ad esempio in Tutti i giorni alle sette del mattino Costa Rica secondo lo studio sulle condizioni e l’ambiente del lavoro puntuale trilla la sveglia del tuo minorile in agricoltura, la cellulare. La batteria del tuo telefono partecipazione dei minori alla raccolta cellulare, tablet o laptop è fatta di del caffè rappresenta almeno il 50% cobalto. La maggior parte del metallo della popolazione attiva. di questo minerale utilizzato nel mondo, secondo Amnesty International, proviene dalla Repubblica Democratica del Congo. 2. O preferisci il tè? Per estrarlo lavorano più di 40 000 Il tè è profumato e rilassante. Ma che bambini tra i 7 e i 15 anni. Con turni di cosa c’è dietro quei minuti di relax? 24 ore. Secondo l’Organizzazione Internazionale del Lavoro, circa 40 000

bambini lavorano in piantagioni di tè a Ricordate che Human Rights Watch ha Tooro, in Uganda occidentale, fino a 50 documentato casi di bambini sotto i 15 milioni in tutta l’Africa. Nelle anni che lavorano in fabbriche tessili e piantagioni di tè del West Bengala oltre che vengono nascosti quando arrivano i 2000 famiglie di tribali lavorano per “visitatori”. Lun Lea è uno di loro: “Mi poche rupie al giorno insieme ai propri hanno detto di nascondermi sotto il figli. Il lavoro minorile assume spesso tavolo e ci hanno messo sopra un proporzioni importanti nell’agricoltura mucchio di vestiti. Sono rimasto seduto commerciale legata ai mercati mondiali lì per molto tempo. Avevamo paura che (cacao, caffè, lattice, cotone, sisal, tè e potessero licenziarci. Così abbiamo altri prodotti di base). cercato di stare molto fermi quando sono arrivati i visitatori (gli ispettori). Figura 2 Lavoratori nelle piantagioni di cacao È un’agghiacciante testimonianza raccolta dall’ONG che ricerca e 3. Scegli un vestito alla moda difende i diritti umani. La prossima volta che fai la spesa, 4. Un po’ di trucco davanti allo potresti considerare più del colore della specchio camicia che stai per portare a casa. La lucentezza dei cosmetici, ombretto, fard o rossetto è dovuta alla mica, un minerale che le conferisce questa qualità. Il problema è che, secondo l’organizzazione Made in a Free World, la maggior parte di questo minerale viene estratto da bambini indiani che scendono nelle miniere 12 ore al giorno, per 4 dollari. 5. Un tocco d’oro Anche se l’oro nei suoi gioielli brilla, non riesce a nascondere la realtà denunciata da Human Rights Watch, in cui si nota come bambini di 8 anni lavorino in piccole miniere d’oro in Tanzania, mettendo a rischio la loro salute e persino la loro vita. 6. Frutta e verdura per pranzo Ogni giorno è bello trovare frutta e verdura al mercato. Tuttavia questa è solo una parte di una realtà che si completa con i dati forniti

dall’Organizzazione internazionale del lavoro. Secondo l’OIL, il 60 per cento di tutti i bambini lavoratori, di età compresa tra i 5 e i 17 anni, sono impiegati in agricoltura. Questo significa più di 98 milioni di bambini nel mondo.

LA PIÙ GRANDE DISCARICA D’ITALIA Prof. Massimo Rossi Brescia fu terra di conquista. Una terra Parliamo semmai dello sversamento di rifiuti silenziosa tuttavia sempre piuttosto lontana tossici in quella fascia di territorio che da dalle maiuscole di un'epica da manuale. Montichiari giunge a Rovato passando per Brescia non ebbe una corte. Brescia fu troppo Ospitaletto e Castegnato. Dopo le parole a dir provinciale. Almeno fino al 1974 quando poco scioccanti del collaboratore campano di improvvisamente si trovò, suo malgrado, giustizia Nunzio Perrella (\"nel bresciano siete negli snodi di una storia nazionale rigata dal rovinati più di noi...abbiamo sversato di sangue di un conflitto civile iniziato almeno tutto\"), vien da chiedersi quanti milioni di trent'anni prima. Brescia ebbe una strage. Ma tonnellate di porcherie siano sepolti nelle non fu l'unica strage. Quando dopo il Sessanta nostre campagne e soprattutto dove. Dinanzi a Brescia muoveva i suoi passi verso un questa situazione è ugualmente lecito primato economico regionale e nazionale in domandarsi come sia possibile che in aree già sintonia con l'eccezionale sviluppo del Paese, fortemente critiche (come Montichiari per la città e la sua provincia abbandonavano esempio) venga ancora dato l'assenso allo l'abito perlopiù contadino e si contaminavano scarico di materiali di non facile e con logiche di profitto che avrebbero conveniente \"sepoltura\". inesorabilmente segnato il passo verso traguardi di ben più discutibile successo. Non furono solo e unicamente le campagne sventrate con l'evidente sprawl, il \"disordine territoriale\". No. Fu l'inquinamento semmai a dettare il passo verso primati nazionali di morte oggi abbondantemente dimostrati e tabulati. E non si parla qui del caso emblematico dell'ex Caffaro, ancora in attesa di soldi veri e di azioni reali e urgenti di bonifica.

Ora le informazioni di Nunzio Perrella E un paragone con quella Seveso straziata confermano una serie di sospetti piuttosto dalla diossina nel 1976 non pare altrettanto importanti che riconducono al sottosuolo delle fuori luogo. Ora bisogna fare quadrato. Le due arterie rispettivamente della A4 e della Istituzioni rispondano convintamente. Una BreBeMi nella parte, per così dire, \"mediana\" nuova bomba è già esplosa e il tempo non della provincia. Gli scarichi abusivi sarebbero gioca a nostro favore. terminati, sempre secondo Perrella, intorno al 1987, ma solo per una sorta di esaurimento delle cave a disposizione. Ma da quando? Per quanto tempo? E soprattutto con il consenso e il benestare di chi? La collusione con la malavita organizzata di alcuni individui di cui Perrella conserva certamente memoria potrebbe se non altro permettere non solo e non tanto la determinazione di responsabilità, ma anche l'individuazione precisa delle aree incriminate per una urgentissima e preliminare analisi dei siti. Tuttavia il 1987 è già lontano: \"prescrizione\" è l'unica parola adatta ad un eventuale scenario processuale a carico di ignoti. Nel frattempo la strage bresciana prosegue: le statistiche sull'incidenza del cancro alla tiroide, al fegato e al sangue non lasciano molti dubbi al riguardo. Stando alle stime sull'inquinamento (reperibili on line), Brescia pare inquinata come quei sentieri vietnamiti sul delta del Mekong, devastati dall'agent orange (defoliante) così copiosamente disperso durante la guerra alla fine degli anni Sessanta.

Lourdes, posto speciale possibilità di viverlo. Un luogo forte ove i sentimenti di Ferrari Simone, Bettoni Mattia, speranza, curiosità ma anche Ferraro Luigi, Patelli Thomas timore si moltiplicano. Ognuno sembra più buono a Lourdes? Indubbiamente un Lourdes: non importa quanto mondo a sé che suscita intense ci sia da faticare svegliandosi emozioni a chi ha avuto la presto, facendo chilometri e chilometri al giorno senza mai fermarsi o collaborando durante i turni al refettorio. Tutti si mettono in gioco dando il meglio di sé per aiutare chi più ne ha bisogno. Parliamo di molte persone che vivono una vita di sofferenza, a cui basta veramente poco per essere felici e trasmettere riconoscenza. Ci ringraziano per quello che facciamo per loro: per noi è nulla, ma per loro è molto più di ciò che immaginiamo. Come disse Dietrich Bonhoeffer “Nella vita ordinaria noi raramente ci rendiamo conto che riceviamo molto di più di ciò che diamo e che è solo con la gratitudine che la vita si arricchisce”.

Riteniamo l’esperienza degna siamo poesia”. Ognuno di noi è unico e ha qualcosa da di essere vissuta, altroché. Una regalare al mondo, per quanto siamo “diversi”, ma siamo semplice settimana di anche “di-versi”, esattamente come le righe di una poesia, alternanza scuola-lavoro si parte integrande di qualcosa di più grande, la collettività. tramuta in una vera e propria Questa esperienza, compiuta con gli insegnanti Mauro avventura di vita che insegna Corradi e Alessandra Barbaglio, rimarrà per noi molto sulla condivisione e alunni dell’Istituto Marzoli sull’altruismo, cose sempre come una cicatrice positiva che ricorderemo con affetto più rare. per tutta la vita. La speranza sta nel fatto che il progetto, definito un investimento sul futuro, venga portato in tutte le scuole italiane per coinvolgere più ragazzi possibile, essendo “un’esperienza che li forgia nel cammino della loro vita” affinché “prendano coscienza che la vita non è ciò che si vede in televisione e può riservare cose impensabili alla loro età”. Concludiamo con una frase, pronunciata durante una sera dedicata alle nostre riflessioni in compagnia del vescovo di Brescia Pierantonio Tremolada, che ci ha particolarmente colpito: <Siamo fatti di-versi, perché

L’approfondimento I “due uomini” di Oriana Fallaci: Panagulis e Pasolini di Federico Corradi Pier paolo Pasolini Alekos Panagulis \"E mi basta / che io oscurità / amici, noi amici impossibili. abbia amato la luce\". Cioè io donna normale e tu uomo anormale, almeno Quest’anno, che si accinge a secondo i canoni ipocriti della terminare, ha portato con sé le cosiddetta civiltà […] E io mi ricorrenze degli ottanta e sentivo quasi imbarazzata a novant’anni dalla nascita provare quel misterioso di Alekos Panagulis e Oriana trasporto per te.> Pensavo: <In Fallaci, resi celebri fondo è lo stesso che sentirsi vicendevolmente dall’opera attratta da una donna>. letteraria Un uomo, scritta da Pasolini scrisse anche la lei e dedicata a lui. La Fallaci prefazione alle due raccolte di fu legata anche a un altro poesie di Panagulis, gli uomo, Pier Paolo Pasolini, controllò le traduzioni dal tutt’altro che un uomo greco, che la Fallaci ricorda comune: <Diventammo subito difficoltose da rendere in

italiano in una lettera che io l’avessi capito. Io non indirizzatagli nel novembre rispondo mai che Alekos era del ’73. Spesso, durante l’esilio in Italia di un eroe. Certo che era un eroe, quest’ultimo, i tre si ma mi sembra di limitarlo a dire che era soltanto un eroe. ritrovarono per cenare e Non rispondo mai che era un festeggiare insieme. Ma politico, perché mi sembra di ritorniamo, soffermandoci, limitarlo a dire che era un all’immagine di “uomo”: un politico. Alekos, io dico, era concetto molto caro alla anzitutto e soprattutto un Fallaci, la quale intitola poeta, un artista, e il suo l’opera per l’assassinato eroismo era la conseguenza amante Panagulis Un della sua poesia e la sua uomo. Con quale significato e politica era la conseguenza e con quale valenza lo la traduzione della sua arte>. intende? Oltre che nell’opera Ebbene il concetto stessa, lo esprime di “uomo” sicuramente non va del in un’intervista banalizzato o semplificato. Va 1977: <Che cosa resta oggi, un inteso nel senso più puro, anno dopo, dell’uomo, di come un vir latino, cioè come Alessandro Panagulis, l’eroe che si ribella, lotta, e dell’uomo politico in Grecia e come il poeta nella sua non in Grecia? Resta il suo accezione etimologica, messaggio, che è tutto ossia “colui che fa/ che crea”. sommato il messaggio di un Cosa crea se non la propria poeta, perché vedi, quando la umanità? Nelle dittature, siano gente mi chiede chi fosse esse di destra o di sinistra, Panagulis, ovviamente tutti nere rosse gialle verdi viola, sanno chi era Panagulis, ma ma sempre uguali, nel chi fosse in realtà, nella vita di fascismo che non ha colore, tutti i giorni, quale fosse la sua nella ricerca della libertà che anima veramente, lo non ha colore, la lotta dell’uomo che dice no è chiedevano a me perché ero la sempre la stessa. L’eroismo è sua compagna e si presuppone

fondamentale per la scrittrice; Panagulis, descritta in molti lo ricorda anche nella lettera a passi ironici e salaci della sua biografia. Entrambi sono i Pasolini del 16 novembre del protagonisti d’una tragedia ’75: <Sì, c’era in te esistenziale, su cui insiste l’eroismo del missionario che molto la Fallaci, poiché solo va a curare i lebbrosi, la bontà nell’infelicità può lottare l’uomo, contro il destino può del santo che subisce il erigere la propria essenza. La tragedia è quella dell’uomo martirio con gioia>. E ciò non che non si piega alle mode, si limitava soltanto all’aspetto agli schemi ideologici, ai morale, ma anche al coraggio principii assoluti, che non si quotidiano nei confronti della adegua, che non si rassegna, che pensa con la propria testa, vita, della morte, della società: e per questo muore ucciso da <Non esisteva nessun altro in tutti, sia da chi detiene il Italia capace di svelare la potere o i dogmi sia dalla massa indifferente o ignorante. verità come la svelavi tu, Così si esprime Panagulis: capace di farci pensare come <Noi greci abbiamo la mania ci facevi pensare tu, di della veggenza e della tragedia. Forse perché educarci alla coscienza civile l’abbiamo inventata. V’è solo un tipo di tragedia e si basa su come ci educavi tu. E ti tre elementi: l’amore, il dolore, la morte>. Con odiavo quando ti allontanavi dolcezza ritorna la Fallaci su quella automobile con cui i sullo stesso tema con Pasolini: tre teppisti t’avrebbero <La malinconia te la portavi schiacciato il cuore. Ti addosso come un profumo e la maledicevo. Ma poi l’odio si tragedia era l’unica situazione spingeva in un’ammirazione umana che tu capissi pazza, ed esclamavo:< Che veramente. Se una persona uomo coraggioso!>. In sostanza, in quale campo agisce l’uomo eroico se non sul palco di un teatro, se non pubblicamente? E lo spettacolo si addiceva alla vita pasoliniana così come l’arte istrionica era nelle corde di

non era infelice, non ti creatura mondana, terrena, interessava. Ricordo con quale affetto, un giorno, ti chinasti poteva essere carne e amare la su me e mi stringesti un polso e mormorasti: “Anche tu, carne, essere scandalo, quanto a disperazione, non scherzi!”>. Così dolore e peccato. Solo un Cristo che disperazione sono da un lato sinonimi e dall’altro lo spirito nella carne e nel sangue si della tragedia esistenziale. <Cosa si risponde a un uomo purificava. Alludendo a che piange la sua disperazione di trovarsi uomo, il suo dolore questo, la Fallaci indica che d’essere nato da un ventre di donna? Non era una lettera Pasolini considerasse solo la diretta a me del resto ma a te stesso, alla morte che madre come una Madonna. E rincorrevi da sempre per mettere fine alla rabbia le donne che ruolo hanno in d’essere venuto al mondo grazie a una pancia gonfia, tutto ciò? Scambiate come due gambe divaricate, un cordone ombelicale che si Briseidi, violentate e snoda nel sangue. Quel nostro ventre da cui sei uscito ti ha schiavizzate come Cassandre, sempre riempito di orrore>. immolate come Ifigenie, E solo una creatura mistica, metafisica, ultraterrena può abbandonate come Arianne. disgustarsi tanto per la carnalità. Una creatura <Rompere il cuore di una morbosamente legata alla castità, alla purezza, alla sua donna, squarciare il ventre di sessualità. Eppure solo una un’altra, sono inezie di fronte alla Storia e alla Rivoluzione?>. Nemmeno Cristo aveva pensato al dolore di sua madre. <Cercavi il peccato per cercare la salvezza, certo che la salvezza può venire solo dal peccato, e tanto più profondo è il peccato tanto più liberatrice è la salvezza>. E chi è più uomo, più poeta, più eroe, più tragediante di Gesù Cristo? Questa cristologia eroica ritorna nelle liriche “Vi scrivo da un carcere in Grecia” di Panagulis:

<S’è fatta difficile la vita / non mangiare la nostra carne / e per bere / vuoi da noi sangue e è possibile trovare / neanche lacrime / te li daremo / devi un Cristo / chi vivere>. crocifiggeremo?>. Oppure in Così, nelle torture e nelle quella rivolta al fratello: <Ma agonie del carcere tu onesto / hai scelto / la salita del Golgota […] colui che fu riecheggiano le grida tradito / da coloro che amava / del martirio di Cristo, le stesse e messo in croce? / Colui da umiliazioni, la stessa cui saresti accorso / come un Simone / per aiutarlo? / Hai disumanizzazione e incontrato lui / o coloro che lo trattamento bestiale per chi crocifissero? / Lo so fratello / difende disarmato i valori più non rispondi / la tua risposta è ora il tuo silenzio / e il loro umani. Non è ben chiaro se castigo / è la loro vergogna per basti essere uomini o ci voglia sempre / la vergogna d’aver qualcosa in più dell’essere accettato / di offrirti ai boia / comuni per essere “un uomo”. in regalo […] Ancora fratello Che cosa sia “un uomo” forse mio / in questa lotta / che non si spiega, resta irrisolto, incominciammo allora / al così come la soluzione sta buio nero / col sangue chiediamo / di farci luce […] nella natura di Cristo, un ma il destino di quelli / che uomo, il più uomo tra gli accaniti chiedono / mondi più belli / non muterà fratello […] uomini, ma pur sempre divino. questo è anche il nostro Allora l’assoluto e l’umanità destino / e non lo non sono in contrasto, riflette bestemmiamo / questo è il nostro destino / e noi lo la Fallaci, ma si conciliano in amiamo>. un tipo preciso di religione, E infine in un’altra breve ossia l’arte, e si fronteggiano nell’anima del poeta, che è in lirica, sempre del 1971: <Se per vivere, Libertà / chiedi di definitiva il più vivente, il più uomo. L’esaltazione più assoluta di umanità splende nella terzina che chiude la raccolta: <Parole d’amore

dimenticate / risorgono / e mi continuarne il sogno, riviverne l’umanità. portano di nuovo alla vita>. È <Apparvero anche i due quindi nell’amore che popolani che avevano scoperto coesistono il tuo corpo [Pier Paolo]. dolore e morte vincendoli, che Dissero che da lontano non sembravi nemmeno un corpo, si realizza pienamente l’umano. Ricorda il messaggio tanto eri massacrato. Sembravi un mucchio di immondizia e di Cristo: profetico, eroico, solo dopo che t’ebbero divino? L’amore nella sua guardato da vicino si quotidianità è la testimonianza accorsero che non eri immondizia, eri un uomo. Mi più umana. Ma in tutto questo maltratterai ancora se dico che il ruolo della morte non è non eri un uomo, eri una luce, e una luce s’è spenta> marginale, anch’essa, soprattutto se prematura, deve essere l’ultima consacrazione dell’umano, vista come gesto eroico, come amore per la libertà e per la vita, intesa come quasi necessaria; infatti la Fallaci insiste nel ripetere che solo dopo l’assassinio di Panagulis la folla tumulta, “Alekos vive” e lo ama e lo fa risorgere. Quante volte è accaduto nella storia, a partire da Socrate e Cristo. Proprio nella figura ateniese di Socrate si rispecchiava l’eroismo, l’ardore civile, persino la poetica di Panagulis, così affezionato al messaggio ultimo dell’Apologia tanto da volerne riprendere l’eredità,

Conversazione (semiseria ) con la storia di Ornella Cadei Enrico VIII I - «Vostra Maestà Illustrissima per volontà di Dio.» E - «Rivolgetevi pure a me con il semplice appellativo di Maestà.» I - «Ebbene Maestà cosa vorreste dire di Voi ai posteri?» E - «Io sono Enrico VIII Tudor, il re d'Inghilterra. Grazie a me essa si riscattò dall'umiliazione subìta con la Guerra dei Cent' Anni e divenne una potenza. Io feci costruire la più grande flotta militare d'Europa. La mia ammiraglia, la Mary Rose fu la prima nave da guerra dotata di cannoni. L'imperatore Carlo V e Francesco I, re di Francia, si contesero il mio appoggio…. eppure tutti mi ricordano come il re che ebbe sei mogli, insomma Enrico il debosciato, il lussurioso.» I - «Non fu forse così?» E - «Io amai le donne con tutto me stesso ma le rispettai. Gli altri sovrani si circondavano di concubine, io le sposai tutte e le elevai al rango di regine, almeno finché non mi tradirono.»

I - «Non credete di dare un'interpretazione un po' troppo bonaria del vostro rapporto con le mogli? Alcune di loro furono mandate al patibolo innocenti.» E - «Se si sta riferendo ad Anna Bolena, la mia seconda moglie, le dico che fu un'arrampicatrice sociale; seppe all'inizio manovrarmi con la sua educazione “alla francese”, non si concesse alle mie brame, facendomi penare perché voleva arrivare alla corona. Solo quando capì che per lei avrei divorziato, mi aprì la sua camera da letto. Quando fu regina divenne bisbetica e arrogante; si faceva adulare dai cortigiani, era tagliente ed offensiva verso la mia prima moglie, Caterina, che preferii quindi allontanare da corte per non infliggerle quelle continue umiliazioni . Non è tradire questo?» I - «Maestà, la Bolena partorì ben sei figli e voi, dopo la condanna, non le procuraste neanche una degna sepoltura. Le sue dame sistemarono la salma in una cassa destinata alla custodia delle frecce che risultò sufficientemente lunga solo perché la Bolena era priva di testa.» E - «Non è competenza di un re occuparsi della sistemazione dei condannati dopo la loro morte e riguardo ai figli .... tutti morti. L'unica sopravvissuta fu Elisabetta, grande donna, volitiva e regale come suo padre, ella portò a termine ciò che io cominciai, la grandezza dell’Inghilterra. Se poi devo parlare dell'altra moglie condannata, Caterina Howard, non posso che ribadire quanto la sentenza fosse stata giusta. Si concesse vergognosamente a tutti i cavalieri che le piacevano ma tradire il re è tradire lo stato stesso.»

I - «E la povera Caterina, la vostra prima moglie, perché cadde in disgrazia presso di voi? Ella vi fu fedele e non vi offese in alcun modo.» E - «Caterina, la mia Caterina, veniva dalla grande casata d' Aragona. Dissero che furono nozze politiche ma, seppur più vecchia di me, quando la sposai, volli essere per lei un buon marito. Le rimasi fedele per gran parte dei diciotto anni del nostro matrimonio e condivisi con lei il dolore di tutti i figli che ci morirono, poi cominciai a pensare che la nostra unione incestuosa fosse maledetta da Dio per questo non arrivavano eredi maschi.» I - «Incestuosa? Perché incestuosa?» E - «Era la vedova di mio fratello, secondo la morale di allora la moglie di un fratello diventa come una sorella e un matrimonio tra cognati non può essere benedetto dalla nascita di figli maschi. Per sposarla avevo ricevuto una particolare dispensa papale ma Dio punisce queste unioni privandole della prole. Dice un versetto del Levitico \"L'uomo che prende in sposa la moglie del fratello commette cosa impura\". Rimase in vita solo una femmina, Maria.» I - «Poi cosa avvenne?» E - «Caterina si chiuse in una sorta di devozione totale, il suo fervore religioso mi irritava, io ero ancora vigoroso, volevo vivere, ella invece si era votata solo alla preghiera che la rendeva ai miei occhi così distante. La corte era piena di belle dame, graziose nei movimenti, leggiadre nella danza e argute nella conversazione. Io cominciai a sentire la frustrazione per quel matrimonio privo di vivacità, così cedetti all'infedeltà. Ebbi alcune amanti, cose senza importanza, ma che erano un diversivo. Una di loro, Bessy, mi diede anche un figlio. Era il 1525 quando partorì un

maschio. Che ironia! Avevo aspettato tanto un erede e questo nasceva \"bastardo\".» I - «Che ne fu di lui?» E - «Diamine! Era pur sempre figlio di re, anche se illegittimo. Gli diedi il nome di Enrico ed un titolo, duca di Richmond. Vedendo che cresceva forte e sano cominciai a pensare come potessi elevarlo a mio successore. Morì qualche anno più tardi senza raggiungere la maggiore età ma a quel tempo avevo già sposato la Bolena e speravo che almeno da lei arrivassero eredi.» I - «Quale fu la donna che amò di più?» E - «Sicuramente Giovanna di Seymor, la mia terza moglie. Ella mi si presentò come una vera salvezza dall' arroganza di Anna. Era l'antitesi della Bolena, dolce e delicata, sottomessa e fragile, si offriva a me con devozione e mi faceva sentire un grande uomo, oltre che re. La mia gioia raggiunse l'apice quando ella diede alla luce un figlio maschio che sarebbe stato l'erede legittimo, fu una felicità completa ma che durò poco. Ella, così delicata di costituzione, sopravvisse a quel parto solo per pochi giorni di atroce sofferenza.» I - «Quindi a questa donna fu risparmiato l'abbandono perché fu presa dalla morte prima che Vostra Maestà se ne stancasse.» E - «Non dica questo. La morte di Giovanna mi gettò in un enorme sconforto; piansi per la prima volta tutte le mie lacrime e decisi che non mi sarei sposato mai più.» I - «Invece non fu così!» E - «I dignitari approfittarono della mia prostrazione per propormi un matrimonio politico. Sarebbe stato necessario secondo Thomas Cromwell,

mio fidato consigliere, consolidare le alleanze con i principi tedeschi luterani, dopo che anche la Chiesa Anglicana per decisione sovrana si era separata da Roma.» I - «Furono allora i vostri consiglieri a decidere?» E - «Sì, Cromwell in particolare, ed io accettai. In questo modo sarei rimasto fedele nell'anima alla mia Giovanna. Mi fecero vedere un ritratto in miniatura di una principessa tedesca, Anna di Cleves, che non mi dispiacque e Cromwell mi confermò che era \"bella come il sole\". Nel 1539 fu firmato il contratto di nozze e l'anno dopo la principessa sbarcò in Inghilterra. Io impaziente andai ad accoglierla. Quando la incontrai cercai di essere cortese ma mi accorsi subito che mi avevano ingannato. Ero fuori di me dalla rabbia. Anna era troppo alta per essere aggraziata e troppo magra per essere fornita degli attributi femminili che piacciono agli uomini. La natura non le aveva concesso molto in bellezza e il suo viso era anche leggermente butterato dai segni del vaiolo, contratto in passato. Le mancavano sia fascino che cultura ed io mi chiesi come degli uomini assennati avessero potuto definirla bella.» I - «Come ve ne liberaste senza creare incidenti diplomatici?» E - «Quando decisi di disfarmene la trovai pienamente consenziente; le offrii due tenute, una rendita e i vescovi annullarono le nozze. Fu solo Lutero a lanciare invettive contro il mio comportamento indegno. Però Thomas Cromwell pagò questo suo errore; egli fu condannato e giustiziato.» I - «Volete dire che perse la vita solo per non aver buon gusto in fatto di donne?»

E - «Non mi creda così cinico; ci furono anche altri motivi più strettamente politici.» I - «Poi fu la volta di Caterina Howard, la quinta e sfortunata moglie.» E - «Abbiamo già parlato di costei e non voglio indugiare oltre. Fu un’umiliazione indicibile scoprire le sue tresche.» I - «Non dovevate forse aspettarvelo? Ella fu la più bella fra tutte, mentre Voi avevate già passato la cinquantina, eravate in sovrappeso e, si dice, iniziavate a soffrire di qualche problema di impotenza.» E - «Io ero il re, la mia prestanza giovanile se ne era andata ma rimaneva pur sempre la regalità ed il potere suscita grande fascino nelle donne.» I - «Fu per questa umiliazione che in seguito preferiste scegliere una dama dimessa e non molto bella?» E - «La mia sesta ed ultima moglie, Caterina Parr, non si poteva certo definire avvenente e neppure era più tanto giovane quando la sposai ma fu la consolazione della mia vecchiaia. Mi Accudì con sincero affetto e mi assistette nella malattia. Il tempo delle forti passioni era finito per me, non ero più capace di adempiere al ruolo di marito ma a quell’età un uomo cerca un’intimità più spirituale che carnale ed in lei trovai proprio questo. La vita mi abbandonò nel 1547. Caterina fu al mio capezzale fino alla fine insieme all’Arcivescovo Cranmer che mi chiese se morissi nella fede in Cristo. Io non riuscii a rispondere, ero troppo debole, ma gli strinsi forte la mano. Quello fu il segno della mia riconciliazione con Dio. Fui indubbiamente un uomo dominato spesso dagli istinti ma il mio governo lasciò tracce profonde; non a caso un maestro tra i più saggi d’Europa, Erasmo da Rotterdam, mi definì Enrico “Il Grande”.»

Le sei mogli di Enrico VIII Caterina d’Aragona 1 Anna Bolena 2 Giovanna di Seymour 3 Anna di Cleves 4 Caterina Howard 5 Caterina Parr 6

Professor Mancuso , in arte Kalo Calogero Mancuso, in arte Kalo, nasce a Basilea nel 1976, cresce in Sicilia.Dopo il diploma di maturità d'Arte Applicata presso l'Istituto Statale d'Arte \"F. Juvara\" di San Cataldo (CL), si forma all'Accademia di belle Arti di Roma nel corso di decorazione. Si laurea discutendo una tesi su Francis Bacon che gli vale 110 e lode. Segue i corsi di abilitazione per la scuola secondaria di secondo grado, ambito dove attualmente opera. Attualmente è insegnante di materie artistiche presso il nostro istituto . La sua prima personale di un certo rilievo risale al 1998 (Galleria “Zoe Spazio Arte” di Roma). Sono molti i riconoscimenti ricevuti come artista. Mostre  1995 – Mostra personale “S. Giovanni Bosco” Milena (CL).  1997 – Mostra personale “Galleria Fidia di Arte Moderna” Roma.  1998 – Mostra personale “Zoe Spazio Arte” Roma.  1998 – Mostra collettiva“ dell’Immagine Postale”, Comune di Belvedere Ostiense (AN).  1998 – Mostra collettiva “Interno 7”, Associazione Culturale, Roma.  1999 – Mostra collettiva Comune Colonnella (TE).  2000 – Mostra collettiva Gallery dell’Associazione Culturale “La Cuba d’Oro” Roma.  2000 – Mostra collettiva Galleria dell’Associazione Culturale “Artemisia” Roma.  2003 – Mostra personale “Zoe Spazio Arte” Roma.  2007 – Mostra personale Biblioteca Comunale di Milena (CL).  2008 – Mostra collettiva – IV Edizione – L’Etnia di Milocca alla Koinè di Milena.  2009 – Mostra personale “Centro Artistico e Culturale” di Palazzolo S/O (BS).  2009 – Mostra personale Art & Wine Gallery – Arte Contemporanea Prarolo (Vercelli).  2010 – Mostra personale al Galetèr, Montichiari (BS).  2010 – Mostra personale Polo Cult. Biblioteca G. U. Lanfranchi – Associazione Culturale - “Il Maestrale”, Palazzolo sull’Oglio (Bs).  2010/11 – Selezione speciale Galleria Spazio/MUSAE , Milano.  2011 – Mostra personale presso “Oselanda” – Paratico (Bs).  2011 – Mostra personale presso “VILLA CRESPIA - FESTIVAL FRANCIACORTA IN CANTINA 2011” – Adro (Bs)  2011 – Selezione speciale Galleria Spazio/MUSAE, Trento.

Olio su carta, 2018. Resurrezione 2015. Resurrezione, 2015. Aurora con ricordi, 2015 .

Laboratorio arte officina / tecnica mista, 2017. Aurora, olio su tavola, 2015. Istallazione presso la Biblioteca Civica G. U. Lanfranchi di Palazzolo sull'Oglio. Terremoto-Omaggio,sopravvissuti, olio su tavola: 2015.

Giornata di orientamento al Marzoli Un’opportunità per confrontarsi con il mondo del lavoro e dell’università di Irene Pattoni Sabato 1 febbraio 2020 nella palestra dell’Istituto Falcone si è svolta la giornata di orientamento organizzata dal Comitato genitori dell’Istituto Marzoli. Professionisti di vari settori, ex alunni con un lavoro già intrapreso, titolari di aziende del territorio, militari, carabinieri, rappresentanti di alcune università e persino un ufficiale delle forze armate si sono resi disponibili per parlare della propria esperienza di lavoro e rispondere ad eventuali domande da parte degli alunni. Al banco delle autorità vi erano la dirigente scolastica, Oliva Marella, il presidente del Comitato genitori, Luigi Signoroni e il vicesindaco, nonché assessore alla Cultura ed alla Pubblica Istruzione, Gianmarco Cossandi. L’incontro si è aperto con la premiazione da parte della dirigente scolastica degli studenti che si sono distinti agli esami della sessione scorsa con voto pari a 100 o con la lode; per riconoscere i loro sforzi è stato loro donato un bonus di 150 euro. La preside ha poi presentato ‘’Autobiografie di una generazione Su.Per: il successo degli studenti di origine immigrata’’, un progetto che ha permesso a Stefan Mihalache, Sahil Singh, Emmanuela Jonah e Mikela Tabaku di raccontare la propria esperienza di inserimento da studenti stranieri in Italia. <Storie in base alle quali è possibile sfatare beceri stereotipi sugli studenti immigrarti> Come ha rimarcato la preside mentre consegnava ai ragazzi i libri nei quali sono raccolte le loro testimonianze. All’intervento della dirigente è seguito quello di Luigi Signoroni, presidente del comitato genitori, che ha esortato i ragazzi a combattere la paura del futuro armandosi di cultura e citato una celebre frase tratta da una canzone di Guccini “Spesso l’ignoranza fa paura e il silenzio è uguale alla morte’’. Così facendo egli ha annunciato che il vero scopo dell’incontro è quello di incrementare la conoscenza dei ragazzi attraverso

il dialogo con i vari ospiti . Il vicesindaco Gianmarco Cossandi ha sottolineato l’importanza di affrontare con serenità l’esame di maturità e la scelta successiva che riguarda il proprio futuro . Che sia una professione o un percorso universitario, la scelta deve essere motivata dalla conoscenza di se stessi ma soprattutto dalla passione:< Fate in modo di non abbandonare mai la passione perché è triste vederne dei giovani privi; solo così potrete diventare veri professionisti e non meri mestieranti. Se anche ciò che farete con passione non fosse riconosciuto dalla società, sarà comunque un arricchimento personale e la persona viene prima del professionista. Solo una bella persona può di fatto essere un bravo professionista.> Dopo questi interventi, i ragazzi hanno potuto chiedere agli ospiti intervenuti tutto ciò che ritenessero importante delle loro competenze e professionalità. Ogni nostro studente ha avuto quindi modo di confrontarsi con tante realtà e, speriamo, di potersi chiarire le idee sulla scelta del proprio futuro. Gli alunni premiati Alunno Votazione CLASSE SEZIONE Lancini Andrea 5C ITT Brescianini Francesco 100 5F ITT Calabria Andrea 100 5A ITT Usanza Mirko 100 5A ITT Ruggeri Diego 100 5B ITT Barcella Alice 100 5A Moraschi Riccardo 100 5D LICEO Ould Nana Iman 100 5D LICEO 100 5I LICEO Festa Elisa 100 5E LICEO Ferrari Elena 100 5H LICEO Faifer Federica 100 con LICEO Lode 5H Farnedi Sara 100 5H LICEO Mondini Giorgio 100 LICEO

Rubrica: come eravamo e come siamo Some of our English teachers Prof. Donatella Mantegari Prof. Marina Moretti

Prof. Margherita Pasinelli


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