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La droga in Umbria

Published by david.montyel, 2016-04-20 17:25:23

Description: Il dossier di Libera e Regione Umbria (anno 2014)

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Ca Pit o l o 5 Dipendenze, servizi e politiche nella visione degli operatori umbri di Claudio BezziLa Regione dell’Umbria, nell’ambito della redazione di un Rapporto valutativo sulle politicheper le dipendenze da predisporre entro il 2013, ha avviato anche una linea di indagine “qualita-tiva” per integrare la già abbondante quantità di dati forniti dal sistema informativo.L’indagine qualitativa prevede tre fasi:1. focus group con gli operatori dei servizi; già completata a primavera, si è basata su quat- tro incontri con operatori dei servizi dei quattro dipartimenti delle vecchie Asl (la recente decisione di uni¿ care le Asl riducendone il numero a due vede in questi mesi le operazioni organizzative necessarie) più un quinto, con operatori di tutta la Regione, sul tema speci¿ co dell’alcologia, scelto come approfondimento;2. focus group con le reti dei servizi; sempre quattro, più un quinto sull’alcologia, con la pre- senza di un paio di operatori dei SerT (presenti anche all’incontro precedente) più una de- cina di operatori di servizi territoriali diversi (per esempio Csm), servizi di altre istituzioni (Uepe, Not, Uf¿ ci di cittadinanza…), volontariato, comunità etc. Questi incontri sono stati realizzati a ¿ ne primavera e al momento in cui si scrive questa nota (primi giorni di luglio) sono in corso di elaborazione;3. analisi Delphi con esperti. Al momento in cui si scrive l’analisi Delphi è in fase di organiz- zazione; sarà condotta durante l’estate e non sarà trattata in questa nota.Tutte le tecniche qualitative, e a maggior ragione i focus group, presentano notoriamente limitidi generalizzabilità. Ciò che viene rappresentato in queste riunioni non è la realtà oggettiva sulproblema, e neppure una sua sempli¿ cazione, ma semplicemente ciò che i partecipanti dicono.Di contro, è piuttosto evidente che se un numero comunque complessivamente ampio di opera-tori si descrive in un determinato modo, la realtà soggettiva per loro è esattamente quella rap-presentata. Se si manifestano dei disagi, quei disagi sono percepiti e resi reali, dagli operatori,al di là della “realtà oggettiva” diversamente misurabile, e se vengono espressi apprezzamentiessi sono completamente e sinceramente parte del vissuto, al di là di potenziali (e possibili) dati“oggettivamente rilevati”. - 249 -

Pa r t e Qu a r t a - LE NORME, GLI STRUMENTI, LE STRATEGIE POSSIBILILa visione degli operatori umbri qui sintetizzata è quindi esattamente ciò che è: la loro espe-rienza, la loro competenza, la loro comprensione, la loro reciproca interazione. Tutto ciò li portaa descrivere i servizi sulle dipendenze nel modo che stiamo per vedere, e quindi è “soggetti-vamente oggettivo” per loro che sono deputati, quotidianamente, ad affrontare il complessoproblema delle dipendenze.Raccogliere il parere degli operatori (sulla situazione del fenomeno, sul funzionamento dei ser-vizi, sulle politiche…) con dei focus group è una scelta motivata dal fatto che si è voluto avviareun primo momento valutativo fortemente caratterizzato dall’autoriÀessione, partecipazione econdivisione. È noto che la “valutazione” può assumere aspetti metodologici molto più rigorosidi quanto un semplice focus consenta, ma anche più inquietanti per gli operatori, che si possonosentire minacciati da intrusioni tecniche esterne volte a indagare la qualità del loro lavoro. Ifocus sono invece un approccio morbido, dialogico, gestito in un gruppo noto e quindi rassicu-rante. Naturalmente una procedura di questo tipo è molto autoreferenziale; i focus rilevano ciòche i partecipanti al gruppo hanno voluto dire e rappresentare. Ma alla luce delle ulteriori fasidel lavoro questa caratteristica, anziché un handicap, è stata vista in sede di programmazionecome un’occasione auto-riÀessiva comunque importante.Una prova della bontà di questa scelta è data dall’ottima partecipazione a tutti e cinque gli in-contri, lo spirito dialogante e collaborativo e la frequente richiesta di ripetere momenti simili.Questi, molto in sintesi, i principali risultati.Una costante di tutti i gruppi è la presentazione di quadri più o meno ampi, e più o meno enfa-ticamente sottolineati, in merito a carenze organizzative e strutturali. Sedi inidonee ma, special-mente, con spazi limitati, pochi fondi a sostegno dei programmi educativi o addirittura per l’ac-quisto di strumentazioni essenziali e ampie carenze di personale sono stati con immediatezzaindicati con larghezza di esempi. Indipendentemente dall’eventuale enfasi che alcuni operatorihanno potuto mettere su questo punto, molti esempi speci¿ ci hanno mostrato l’indubbia realtàdi diverse dif¿ coltà strutturali a realizzare un buon lavoro terapeutico, sociale ed educativo congli utenti.Il tema della scarsità di personale appena menzionato ha diverse declinazioni: pochi operatori ingenerale, carenza di ¿ gure speci¿ che, specie in piccoli SerT (dove può mancare per esempio lopsicologo), ma anche lo scarso ricambio che vede invecchiare gli operatori entro gruppi statici,sempre più autoreferenziali, senza nuovi accessi ai quali lasciare l’esperienza e le conoscenzesedimentate in anni di lavoro. Il tema è emerso in particole in seno ad alcuni gruppi, partico-larmente affaticati, che denunciano la frustrazione nel vivere il loro prossimo pensionamentocome l’interruzione di rapporti, relazioni, capacità conquistate in anni trascorsi a far fronte alledipendenze. Questo tema ha moltissimo a che fare con la Rete, come stiamo per vedere.La Rete è apparsa in maniera controversa negli incontri con gli operatori (si veda più avanticosa è emerso negli incontri su questo tema speci¿ co). In generale giudicata buona, o almenodiscreta, con alcune ombre non generalizzabili perché – se presenti – diverse da gruppo a grup-po. In ogni caso appare abbastanza chiaro che la Rete è limitata a pochi servizi assai prossimi - 250 -

Ca Pit o l o 5 - Dipendenze, servizi e politiche nella visione degli operatori umbriai SerT e, specialmente, che si basa su conoscenze informali. La Rete è il network di operatoriche alzano il telefono e rispondono come possono a richieste immediate. Salvo casi particolarinon sembra esserci una rete istituzionale di progetti, processi e interazioni normate. Questochiarisce meglio il punto precedente sul turn over (la fuoriuscita di un operatore – per pensio-namento – dalla rete informale crea un “buco” non immediatamente ricostituibile) e apre beneal prossimo punto sull’impegno personale degli operatori.Bisogna dire che i gruppi focus non sono stati semplicemente momenti di sfogo e critica. Lecompetenze, la capacità e la voglia di mettersi in gioco, la disponibilità a sopperire alle carenzestrutturali, sono emerse chiaramente e – a parere del conduttore – non solo come sterile autoce-lebrazione. Trovare soluzioni alle carenze, lavorare in gruppo, integrarsi sui territori e soprat-tutto, come emerso in alcuni incontri, amare il proprio lavoro, costituiscono evidentemente unpatrimonio di estremo rilievo da sostenere, valorizzare, promuovere.Senz’ombra di dubbio questa motivazione è di assoluta evidenza nel gruppo speci¿ co che ab-biamo dedicato agli operatori di alcologia. Questi operatori sono generalmente parte dei SerTe “distaccati” per un certo orario per lo speci¿ co servizio alcologico. Una formazione speci¿ cae condivisa, la consapevolezza di aderire a un metodo ef¿ cace e probabilmente anche un certoorgoglio di appartenenza, hanno reso questo il gruppo in assoluto più ottimista, grati¿ cato epositivo, pur non essendo affatto mancate le critiche strutturali e organizzative comuni a tutti igruppi.Un’utenza dif¿ cileQuesto impegno e queste capacità, di cui non c’è ragione di dubitare, acquistano un rilievoparticolare se si considera la complessità della patologia trattata e degli utenti. L’età media sieleva, con aspetti sostanzialmente di cronicità visti a volte come frustranti, in quanto sembranotrasformare il ruolo degli operatori da terapeutico a quello di mero contenimento. Le sostanzeabusate dai tossicodipendenti variano e richiedono nuove forme di intervento. Il concetto stessodi “dipendenza” è cambiato negli anni e oltre a includere, da tempo, la dipendenza da alcol, haormai a che fare con una gamma ampia di altre voci. Inoltre il problema degli stranieri (specie aPerugia), delle nuove povertà e della multi-problematicità, che si intrecciano in situazioni sem-pre più complesse, costituiscono – in particolare per alcuni gruppi – elementi di preoccupazio-ne. Le nuove s¿ de di fronte agli operatori si scontrano con le dif¿ coltà strutturali già ricordatema anche con un contesto culturale che appare in ritardo. Lo stigma di “tossicodipendente” èancora un potente elemento di ri¿ uto sociale che rende più complesso il lavoro e – opinioneespressa in un solo gruppo, ma in maniera abbastanza circostanziata – più “distratta” la sferapolitica, poco interessata a intervenire e sostenere questi servizi.Una differenza chiara è emersa fra operatori di SerT di grandi centri (Perugia, Terni) e di loca-lità minori. La questione ha un po’ complicato la conduzione dei focus perché a parte il gruppodell’Alta Valle del Tevere (basato su SerT tutti di piccoli centri) e – in maniera diversa – quellodella Valle Umbra Sud e Spoletino, che si distingue per quantità e qualità delle iniziative locali,gli altri due gruppi hanno coinvolto da un lato Perugia con Assisi e l’area del Lago, e dall’altroTerni con Narni e Orvieto. Diversi temi trattati hanno imposto di fare distinzioni: se le carenzeorganizzative e strutturali sono mediamente distribuite fra tutti, risulta evidente la maggioretranquillità degli operatori dei centri più piccoli, la loro miglior collocazione in una rete ef¿ - - 251 -

Pa r t e Qu a r t a - LE NORME, GLI STRUMENTI, LE STRATEGIE POSSIBILIcace, i migliori rapporti con gli utenti e le loro famiglie, la maggiore praticabilità di progettisociali o di prevenzione. Sull’altro versante è specialmente Perugia a mostrare operatori piùaffaticati, meno soddisfatti dell’ef¿ cacia dell’azione terapeutica, più preoccupati per il modi¿ -carsi dell’utenza (nuove sostanze, alta percentuale di cittadini stranieri) e afÀitti per la carenzadi risorse che impedisce di dare risposte adeguate.L’uni¿ cazione delle AslUna nota marginale sul processo di uni¿ cazione delle Asl, che non è emerso nei gruppi di Pe-rugia e dell’Alta Valle del Tevere, mentre ha ricevuto alcune considerazioni a Foligno-Spoleto(in termini leggermente preoccupati) e Terni (in termini sostanzialmente ottimisti). Ciò riÀette,ovviamente, le opinioni che questi due gruppi hanno in merito alle proprie organizzazioni eall’idea – vera o sbagliata – che hanno di quella dell’altra Asl.In ciascun gruppo si è chiesto di proiettarsi nel breve-medio periodo, un paio d’anni, e imma-ginare se ciascuna delle questioni discusse (positive o negative) sarebbero migliorate o peggio-rate. Non già i desideri, ma una ragionata previsione in base alla conoscenza del fenomeno edel contesto.Malgrado la denuncia di rilevanti problemi, come visto sopra, occorre dire subito che questaproiezione appare mediamente molto equilibrata, con elementi di cui si immagina l’evoluzionepositiva (in particolare quelli legati al gruppo di operatori, loro formazione e capacità di farsicarico) e altri di cui si teme un’evoluzione negativa (in particolare quelli di contesto e quelliorganizzativo-strutturali). Il gruppo alcologico si mostra anche in questo differente, vedendotutti gli elementi discussi in evoluzione positiva o, al peggio, stabili nel tempo. Analogo il grup-po del’Alta Valle del Tevere (piccoli SerT; probabilmente se i gruppi non fossero stati a livellodi ex-dipartimenti ma di singoli servizi, sarebbe questa la chiave interpretativa: nelle localitàpiccole una serie di condizioni consente una visione complessivamente più serena del lavoro).Via via la situazione appare più complessa (con l’emergere di proiezioni negative crescenti peri vari elementi discussi) ¿ no al gruppo perugino che, per ragioni già rappresentate, si mostracome il più pessimista (i vari indicatori sono immaginati, dal gruppo, o stabili o in evoluzionenegativa nel medio periodo).Dopo un inizio volutamente centrato sui soli operatori dei SerT si è proceduto con altrettantiincontri “con la Rete”. Il termine “Rete” è utilizzatissimo nella letteratura dei servizi sociali esanitari ma, come molti concetti analoghi, è piuttosto vago nelle sue dimensioni operative. Daun certo punto di vista è rete tutto ciò – nel nostro caso – che ha a che fare professionalmentecol problema delle dipendenze: altri servizi sanitari (per esempio i Dsm), le comunità, le coope-rative e il volontariato, servizi di altre istituzioni (per esempio Comuni, Uepe e Not), eccetera.Per organizzare il secondo giro di focus abbiamo assunto questa prospettiva minimale e invitatoqueste diverse realtà (non sempre tutte, non sempre le stesse, cercando di cogliere di volta involta quelle più signi¿ cative).I partecipanti ai gruppi sono stati rapidamente informati di quanto emerso nel primo giro, pre-gandoli poi di rappresentare in particolare la realtà della rete dei servizi sulle dipendenze nelloro territorio: esistenza, funzionalità, ef¿ cacia…Questi, molto in sintesi, i principali risultati. - 252 -

Ca Pit o l o 5 - Dipendenze, servizi e politiche nella visione degli operatori umbriIn tutti i tavoli è emerso abbastanza chiaramente che ci siano livelli diversi di “Rete”, funzio-nanti (o meno) in termini assai variegati e concependola in maniera molto diversa.Indubbiamente i SerT (se li assumiamo, qui, come il nodo centrale della Rete) hanno necessa-riamente un rapporto di relazioni molto stretto con alcuni altri servizi (per esempio il Dsm peril contenimento di taluni utenti; oppure il servizio Sal del Comune per i progetti di inserimentolavorativo…); altri servizi sono conosciuti e chiamati quando occorre (per esempio un inseri-mento in comunità) senza che questo presupponga una relazione costante e una progettualitàcondivisa. In altri casi taluni servizi sono decisamente poco noti (per esempio Not) o sconosciu-ti ai più (per esempio Uepe). La cosa è reciproca. Se tutti, indistintamente, conoscono gli snodicentrali della Rete (SerT, Dsm etc.), la situazione diviene più rarefatta fra snodi periferici. Inpiù di un gruppo si è assistito a una stupita reciproca presentazione, con scambi di biglietti davisita e promessa di immediati contatti dopo il focus group.Una rete a maglie larghe quindi, con vistosi buchi (non tutti gli attori sociali – servizi, comunitàetc. – sono presenti in tutti i territori) e sostanzialmente SerT-centrica, o quanto meno sanità-centrica, in cui gli attori in anelli più lontani si ignorano, o faticano a relazionarsi fra loro. Ma,come vediamo dai prossimi punti, la situazione è anche più articolata.Bisogna partire dal fatto che in tutti i tavoli, e con marginali differenze speci¿ che, è emersochiaramente che la Rete funziona per canali informali. Un argomento già trattato sopra chediviene centrale ora. I protocolli istituzionali fra soggetti diversi sono fatti sporadici, e a voltenon sono altro che impegni generici. La maggior parte delle volte non solo i rapporti funzio-nano esclusivamente per via informale, ma con un’informalità da operatore a operatore, e nonda servizio a servizio. Sono stati citati molti casi in cui è l’operatore A del SerT (poniamo) achiamare l’operatrice B dell’Uf¿ cio di cittadinanza del Comune (o della comunità, o del prontosoccorso), e se l’operatrice B non c’è, cade anche il rapporto (informale) e il servizio chiamatopotrebbe non dare le risposte richieste. Naturalmente questo problema si lega a quello del pa-ragrafo precedente. A volte si ha l’impressione che certi rapporti (informali) funzionino perchécerti operatori sono “inciampati” l’uno sull’altra, per esempio in seguito a un corso formativoche li ha fatti conoscere. In alcuni casi gli operatori dei gruppi hanno mostrato insofferenzaper questa situazione che, oltre a essere disfunzionale, contraddice i principi programmatoriregionali. Alla richiesta di approfondire il punto, alcuni dei presenti hanno precisato come l’ec-cesso di informalità e la mancanza di protocolli o altre forme più standardizzate di relazione fraservizi fossero una conseguenza di scelte (o di non scelte) delle ¿ gure di responsabilità internealle Asl, non suf¿ cientemente sensibili all’argomento. In questa ipotesi – che naturalmente ilconduttore dei focus non può veri¿ care – ci sarebbe una precisa volontà programmatoria regio-nale verso una rete di servizi integrata e una corrispondente necessità degli operatori, desiderosidi migliorare tale rete e utilizzarla al meglio, con in mezzo elementi decisionali non sempresuf¿ cientemente convinti a perseguire questa strada.Appare abbastanza chiaro che nella maggior parte dei dialoghi intercorsi nei cinque gruppifocus la Rete è rimasta un’entità astratta, piuttosto lontana, letta più che altro in maniera reci-procamente funzionale. Il SerT ha in mente – poniamo – l’Uf¿ cio di cittadinanza (o qualunquealtro servizio) non come elemento integrato, col quale si discutono e condividono una program-mazione e degli obiettivi, ma solo come dispensatore di un servizio (trovare una soluzione sulpiano sociale a un utente). Questo è reciproco. Le comunità concepiscono le Asl come forni-tori di utenti. Le unità di strada chiamano il pronto soccorso in casi di pericolo di morte di un - 253 -

Pa r t e Qu a r t a - LE NORME, GLI STRUMENTI, LE STRATEGIE POSSIBILIutente… La Rete appare come un intricato gioco di fornitori di servizi reciproci con complicatiintrecci. Ma ciascun fornitore mantiene la sua identità non solo professionale, ma specialmenteistituzionale. Alcune cose “si fanno” oppure “non si fanno” nell’ambito del mandato istituzio-nale di ciascuno (Asl, Prefettura, Comune…) e con i conseguenti limiti, che non sono solo rego-lamentari ma anche culturali. Questa è una delle ragioni per cui funziona la chiamata personale.Gli operatori, specialmente quelli in prima linea, sono solidali fra loro. Ma non sempre lo sonole istituzioni di appartenenza, dalle quali non si può prescindere. Ecco quindi la mancanza diuna progettualità di rete che veda l’utente come elemento centrale che dovrebbe – in teoria – at-traversare servizi diversi in una continuità progettuale che non è data, se non eccezionalmente,o per sovrapposizioni faticose. Diversi operatori hanno chiaramente indicato questo elemento,concepito ma non sperimentato, dove l’utente invece è preso in carico in luoghi (istituzionali,progettuali e a volte territoriali) differenti, a volte replicando routine, a volte non ricevendo ilnecessario.Ribadiamo che la tecnica dei focus group non consente di approcciare i problemi con unosguardo oggettivo e dirimente. Quanto precede è solo la sintesi, più attendibile possibile, didieci incontri con gruppi eterogenei. Tutti i gruppi professionali tendono inconsapevolmente adare una rappresentazione di se stessi più o meno edulcorata, oppure più o meno conÀittuale, oaltro, a seconda di molte situazioni di contesto non veri¿ cabili.D’altra parte però è vero che se un individuo (o un gruppo) dà di sé una determinata descrizione(più o meno felice, o frustrato, o soddisfatto, o irritato…), quella – che sia “oggettivamente”vera o no – è la condizione “soggettiva” in cui vive, che informa la sua visione del mondo, ilsuo modo per relazionarsi agli altri. Quindi questa sintesi riÀette ciò che gli operatori interpel-lati pensano; ciò che ritengono essere la loro condizione. La capacità di esprimere elementipositivi e negativi, in un mix tutto sommato equilibrato, conforta poi sul quadro d’insieme. Nelcomplesso dei dieci gruppi gli elementi critici sono stati molti, e argomentati, ma anche quellipositivi non sono mancati: la capacità degli operatori di farsi carico dei problemi, la loro prepa-razione e capacità collaborativa; la Rete comunque attivata, coi limiti descritti, anche al di là diquanto la burocrazia imporrebbe.La conclusione è quindi la seguente. Alla luce dei focus sembra che la situazione dei SerT e deiservizi complessivamente dediti al problema delle dipendenze sia abbastanza problematica maancora capace di assolvere al proprio ruolo. Faticosa, in sempre maggiore affanno, ma af¿ dataa operatori capaci e motivati. Con una Rete abbastanza sconnessa, impedita nella sua integra-zione, ma che in qualche modo funziona.La domanda vera è: questo basta? Basterà anche domani? Questo motore che per andare avelocità media viaggia a così tanti giri, non si potrebbe rendere più ef¿ cace? Risorse in dimi-nuzione, turn over e invecchiamento degli operatori, crescente complessità del problema, nonnecessiterebbero di una nuova visione d’insieme? - 254 -

Ap p e n d i c eLe principali sostanze psicotrope in commercio, legale e illegale, in ItaliaL’estrazione della cosiddetta “pasta di coca”, ovvero ca e di giudizio in relazione alle conseguenze delle“cocaina grezza” è la prima fase di lavorazione del- proprie azioni. L’euforia lascia il posto ad uno statola cocaina, partendo dalle foglie di coca secche che di malessere, depressione ed agitazione. La personavengono trattate con acido solforico diluito e preci- che abusa di cocaina potrebbe avere allucinazionipitando dalla soluzione risultante gli alcaloidi in for- (tipica la percezione di cimici che corrono sulla pel-ma di basi. La pasta di coca viene spesso esportata e le, le cocaine bugs, o allucinazioni visive denomina-venduta in questa forma, ovvero come un ammasso te “bagliori della neve”) ed ideazioni suicidarie.biancastro o marrone. La cocaina grezza viene poi I casi di intossicazione acuta da cocaina o overdosetrattata con diverse modalità, ¿ no ad ottenere la co- devono essere trattati in ambiente ospedaliero spes-caina cloridrato, dall’aspetto bianco e cristallino, so in un contesto in cui sia disponibile un servizio diche è la forma più diffusa nel mercato illegale. rianimazione e di terapia intensiva.L’effetto farmacologico principale della cocaina a La cocaina provoca dipendenza psicologica. Lo svi-livello del sistema nervoso centrale è quello di bloc- luppo di dipendenza è caratterizzato dal progressivocare il recupero (reuptake) di dopamina, facendone aumento di dose sniffata o dal passaggio a modalitàaumentare il livello. La dopamina è un neurotrasmet- di assunzione che provocano effetti più rapidi e in-titore, la cui attività è strettamente legata ad una rete tensi (uso di crack e uso endovenoso).di neuroni che genera sensazioni piacevoli in seguito I sintomi astinenziali prodotti dall’uso di cocainaa comportamenti che soddisfano stimoli come fame, hanno una grande variabilità individuale. È possibilesete, desiderio sessuale. fare riferimento ad un modello astinenziale distinto in tre fasi: crash, con predominanza di apatia, aste-Gli effetti della cocaina dipendono dalla quantità as- nia, depressione e ipersonnia; astinenza, caratteriz-sunta, dalla sensibilità personale alla sostanza e dal- zata da sindrome motivazionale con distacco dallala modalità d’assunzione. Esistono diverse modalità realtà; estinzione, contraddistinta da episodi ricor-d’assunzione di questa sostanza. La si può sniffa- renti di craving (desiderio intenso ed irrefrenabile dire, cioè aspirare la polvere per via nasale, oppure assumere la sostanza, può assumere caratteristiche disi possono inalare i vapori della sostanza riscaldata impellenza e di compulsività, soprattutto in presen-(crack). Può essere assunta anche per via endoveno- za di speci¿ci e particolari stimoli interni o esterni).sa, per via orale e per via anale. Gradualmente gli episodi di craving, che possonoLa cocaina provoca aumento della pressione sangui- comparire anche molti mesi dopo aver abbandonatonea e accelerazione della frequenza cardiaca, oltre l’uso, si risolvono determinando una astinenza piùa nausea e cefalea, sudorazione, brividi, broncospa- stabilizzata.smi e iperventilazione, tremori muscolari, ritenzione Quando si smette di prendere cocaina subentra laurinaria e inibizione dell’eiaculazione. L’iperatti- fase del down che può durare anche parecchie setti-vazione dell’apparato cardiovascolare, insieme alla mane: ci si sente spenti, vuoti, si cerca la calma mavasocostrizione provocate dalla sostanza, possono si diventa sempre più nervosi. Chi usa cocaina fre-essere causa di infarto, ictus e gravi aritmie. quentemente non è più capace di riposare, di nutrirsiNella fase iniziale dell’assunzione la cocaina genera adeguatamente e regolarmente, di concentrarsi e ciòuna sensazione di euforia e benessere, con aumento provoca notevoli sbalzi di umore spesso caratteriz-delle capacità di lavoro e di attenzione, della voglia zati da depressione, paranoia, ostilità, ansia. Sarebbedi parlare e muoversi. Produce altresì incremento del sempre importante richiedere un supporto medico edesiderio sessuale e della forza muscolare, riduzio- psicologico.ne della sensazione di fatica, di fame e del bisognodi dormire. Aumenta inoltre la sicurezza e la ¿ ducia L’MDMA o ecstasy, nella sua forma pura si presentanelle proprie possibilità, limitando la capacità criti- come una polvere bianca cristallina. La si trova sotto forma di pasticche, vivacemente colorate e contrad- distinte da loghi, che vengono ingerite, oppure in polvere o cristalli che vengono sniffati o disciolti in- 255 -

Appendiceacqua o in bevande alcoliche. L’MDMA agisce sul inodore, ma a volte ha un odore sgradevole dovutosistema nervoso centrale inducendo un massiccio alla presenza dei solventi utilizzati per il processorilascio di un neurotrasmettitore, la serotonina, e al-terando le funzioni dell’organismo che ha il compito chimico di produzione. Può essere assunta per viadi regolare (per esempio il tono dell’umore, il ciclo orale, nasale, endovenosa oppure fumata mescolatasonno-veglia). al tabacco.Gli effetti dipendono dalla quantità assunta, dalla Gli effetti dipendono dalla quantità assunta, dallasensibilità personale alla sostanza e dalla modalità sensibilità personale alla sostanza e dalla modali-d’assunzione. Si manifestano circa 30-60 minuti tà d’assunzione. L’effetto massimo si ottiene entrodopo l’assunzione e durano intorno alle 4-5 ore. un’ora circa dopo assunzione via endonasale, entroSi veri¿ cano un’intensi¿cazione sensoriale, un au- 1-3 ore circa dopo assunzione orale ed entro 5-7 mi-mento della loquacità, del buon umore e della spen- nuti circa dopo assunzione in vena. Gli effetti dellasieratezza, una sensazione di euforia e di pace e una sostanza durano in media 4-6 ore.maggiore facilità nella comunicazione con gli altri; Gli effetti più riscontrati sono: aumento della fre-qualsiasi chiusura sembra scomparire lasciando spa- quenza cardiaca, della respirazione e della tempera-zio ad una sensazione di sintonia col mondo intero. tura corporea; dilatazione delle pupille; sudorazio-Per le sue caratteristiche questa sostanza viene de¿ - ne; bocca asciutta e bruxismo. Inoltre rende vigilinita empatogena, produttrice di empatia, o entacto- ed energici, sicuri di sé, meno stanchi o assonnati;gena, che “smuove dentro”. inibisce la sensazione della fame; può facilitare laL’MDMA provoca, inoltre, dilatazione delle pupille, scioltezza comunicativa; aumentare l’autostima;leggera nausea e stordimento, diminuzione dell’ap- rendere sensibili agli stimoli esterni. Nella fase dipetito, disidratazione e bruxismo (digrignamento dei down o di discesa, cioè quando l’effetto della so-denti), aumento della temperatura corporea, sbalzi stanza volge verso il suo termine, possono subentra-di pressione, talvolta dolori allo stomaco, perdita del re cefalea, stanchezza, depressione, tremori, nervo-controllo muscolare, sovraffaticamento. In alcuni sismo, aggressività.casi si può veri¿ care un aumento della temperatura L’anfetamina causa dipendenza psicologica. Inol-corporea ¿ no ad avere un colpo di calore (40°-41°). tre induce tolleranza, ciò signi¿ ca che è necessarioQuando l’effetto della sostanza volge verso il suo aumentare la quantità assunta per raggiungere glitermine inizia la fase del down o della discesa, ca- effetti. Le sensazioni negative del down o discesaratterizzata da cefalea, stanchezza, sonnolenza e, a possono risultare insopportabili e, per superarle, sivolte, depressione. provoca dipendenza psicologica. tende a riassumere la sostanza, senza aver atteso unPuò causare anche dif¿ coltà di erezione e nel rag- recupero dell’organismo, con l’aumento dei rischigiungimento dell’orgasmo. correlati. Possono veri¿ carsi aritmie cardiache, crisiCon un uso eccessivo si possono veri¿care altera- ipertensive, dolori toracici, infarti, ictus, disfunzionizioni dell’umore, de¿ cit della memoria, dif¿ coltà ai reni e al fegato, convulsioni e arresto respirato-nella concentrazione e nell’apprendimento, episodi rio. In alcuni casi si può veri¿ care un aumento del-psicotici acuti. la temperatura corporea ¿ no ad avere un colpo di calore (40-41°). L’anfetamina può inoltre provocareL’ anfetamina è una sostanza di origine sintetica ad allucinazioni, manie di persecuzione, disturbi para-azione stimolante sul sistema nervoso centrale, fa noici e stress. La mancanza di appetito può portareaumentare il livello di dopamina, noradrenalina e alla diminuzione di peso e si può avere immunode-serotonina, neurotrasmettitori che regolano funzioni pressione con un aumento della suscettibilità alleimportanti a livello cerebrale. infezioni. Dopo un uso eccessivo si può avere unCon il termine anfetamina si fa riferimento ad un vero e proprio crollo psico-¿ sico con depressione egruppo numeroso di sostanze costituito da anfetami- un sonno profondo che può durare anche più giorni.ne, metanfetamine e sostanze anfetaminosimili. At- Si possono avere disturbi psichiatrici che possonotualmente la forma più diffusa nel mercato illegale sfociare in vere e proprie psicosi.è chiamata Speed. Si presenta sottoforma di polveredensa di colore variabile, dal bianco al rosa brillan- La cocaina nella sua forma di sale cloridrato (polve-te, al grigio, al giallo; si trova anche sotto forma di re), non si adatta ad essere fumata perché la tempe-pasticca, gel o cristalli. Normalmente l’anfetamina è ratura a cui si vaporizza è molto alta e vicina a quella in cui si brucia.- 256 -

AppendiceLa cocaina fumabile (cocaina a base libera, o free cemente con la modalità di assunzione inalatoria. Inbase), invece, si vaporizza ad una temperatura più caso di dipendenza e abuso sarebbe sempre impor-bassa che la rende adatta all’inalazione; la si può tante richiedere un supporto medico e psicologico.ottenere con due processi di trasformazione della I casi di intossicazione acuta da crack o overdosecocaina. devono essere trattati in ambiente ospedaliero.Il free base si ottiene con un processo di trasforma- L’utilizzo di crack provoca dei danni irreversibilizione articolato, lungo e costoso: la cocaina viene a carico dei polmoni e delle vie respiratorie. L’usodissolta in acqua e successivamente si aggiunge continuo causa impotenza sessuale negli uomini eammoniaca o bicarbonato di sodio, ma per ottene- anorgasmia nelle donne.re il prodotto ¿ nito e privo delle sostanze da taglio Il rischio di overdose (sovradosaggio) con la cocainaè necessario usare etere etilico che però, riscaldato, fumabile è alto e può portare a morte per gravi arit-comporta pericolo di esplosione e incendi. mie cardiache.Il crack invece è il risultato di un processo di trasfor- Chi usa frequentemente crack non è più capace dimazione veloce e poco costoso. Si ottiene facendo riposare, di nutrirsi adeguatamente e regolarmente,riscaldare la cocaina mischiata a bicarbonato di so- di concentrarsi. Si hanno notevoli sbalzi di umoredio o ammoniaca: quando il composto si raffredda si spesso caratterizzati da depressione, paranoia, ostili-formano dei cristalli, a volte un miscuglio umido. I tà, ansia, ideazioni e comportamenti suicidari.cristalli (roccette in gergo), simili a pezzetti di stuc-co o scaglie di sapone, vengono direttamente fumati Il popper, nitrito di amile o di butile, è un farma-in pipe apposite o ricavate da bottiglie di plastica o co che appartiene alla classe degli inalanti, e nascelattine opportunamente modi¿cate. Fumare il crack come vasodilatatore per il trattamento dell’anginaviene detto in gergo “scrackare” per il tipico rumore pectoris (patologia che provoca intenso dolore tora-che generano i cristalli fumati. cico a causa di problemi cardiaci).La cocaina fumabile è uno stimolante del sistema Oggi è molto utilizzato tra i giovanissimi presumi-nervoso centrale. bilmente per la facilità di reperire la sostanza. È unaL’unica modalità di assunzione del crack è quella sostanza volatile e viene perciò venduta in botti-inalatoria; i fumi e i vapori, una volta inalati, produ- gliette che una volta aperte sprigionano vapori, checono effetti rapidi e intensi. Fumare è paragonabile si possono inalare. Il suo principio attivo agisce au-all’assunzione di cocaina per via endovenosa perché mentando la dilatazione dei vasi sanguigni.si hanno livelli di principio attivo più alti in tempi In Italia è una sostanza legale.rapidi. Gli effetti del popper sono molto brevi. Durano cir-Gli effetti variano da persona a persona, in base ca 30/40 secondi, durante i quali si prova un sensoallo stato di salute di chi assume la sostanza e alla di forte euforia, una sensazione di caldo e di eccita-quantità assunta. L’utilizzo di crack provoca aumen- zione, un rilassamento dei muscoli e una diminuitato dell’attenzione e della vigilanza, innalzamento percezione del dolore (stordimento). Questi effettidell’umore, euforia, diminuzione del senso di fatica, sono provocati da una vasodilatazione massiva chechiarezza nel pensiero, innalzamento della concen- induce nello stesso tempo un aumento dei battiti car-trazione, aumento del ritmo cardiaco e della pressio- diaci ed un improvviso e brusco abbassamento dellane sanguigna. pressione. In caso di consumo prolungato si possonoL’iperattivazione dell’apparato cardiovascolare, in- avere immunodepressione e danni alle mucose nasa-sieme alla vasocostrizione provocate dalla sostanza li. Il contatto con gli occhi è da evitare, così come ilpossono essere causa di infarto, ictus e gravi arit- contatto con la mucosa nasale che anche se occasio-mie. nale, può provocare danni.Gli effetti di questa sostanza decadono in breve tem-po, tanto che per evitare il down si tende a fumarein maniera continuativa e ossessiva (craving = desi-derio intenso ed irrefrenabile di assumere la sostan-za, può assumere caratteristiche di impellenza e dicompulsività).Il down può essere molto intenso e durare delle ore,si veri¿ cano stanchezza, insonnia, assenza di appe-tito, ansia, malinconia, dif¿ coltà di concentrazionee attenzioneIl crack, come la cocaina ed ogni suo derivato, indu-ce dipendenza psicologica che si innesca più velo-- 257 -

AppendiceL’alcol etilico o etanolo è una sostanza liquida ed in- La ketamina, o 2-(2-clorofenil)-2-(metilammino) ci-colore che si forma per fermentazione e distillazione cloesanone, è un farmaco che si presenta allo statodi frutta e cereali. Le bevande alcoliche sono tutte liquido.quelle che contengono alcol etilico in una determi- Il suo processo di produzione è abbastanza com-nata concentrazione indicata per legge nella etichet- plesso. I precursori, i numerosi solventi e reagentita della bottiglia (solitamente da 10 a 14 per il vino, necessari per la sintesi, sono dif¿cili da ottenere, perda 3 a 9 per la birra, da 20 a 30 per i liquori, da 40 a tale ragione si presume che l’offerta illegale proven-50 e oltre per whisky e grappe). ga dall’industria farmaceutica. La ketamina, come laL’alcol è un depressore del sistema nervoso centra- fenciclidina o PCP, agisce sul sistema nervoso cen-le. trale bloccando un recettore importante che inÀuen- za il pensiero, la memoria, la visione, la percezioneGli effetti dell’alcol dipendono dalla quantità as- del dolore e di altre sensazioni. La ketamina è statosunta e dalla sensibilità personale alla sostanza. La il primo farmaco impiegato per la anestesia mono-capacità di metabolizzarlo variano in base a sesso, farmacologica ed è tuttora l’unico impiegato in taletà, peso, abitudine all’uso della sostanza e abitudini senso. È anche considerata un anestetico “gentile”,alimentari. in quanto stimola le funzioni circolatorie e respira-L’alcol provoca un effetto iniziale euforizzante ca- torie, anziché diminuirle. Per tale ragione è ancoraratterizzato da sensazione di ebbrezza e di benesse- utilizzata come anestetico per bambini. Viene usa-re, riduce le tensioni e le inibizioni, facilita le rela- ta, inoltre, in campo veterinario come sedativo perzioni. Se si aumenta la quantità assunta si veri¿ ca un animali.aumento della pressione sanguigna, rallentamentodei riÀessi, riduzione della visibilità laterale, ab- Gli effetti dipendono dalla quantità assunta, dallabassamento della temperatura corporea, dif¿ coltà a sensibilità personale alla sostanza e dalla modalitàparlare e nei rapporti sessuali. Possono anche pre- d’assunzione. La ketamina può essere assunta persentarsi disturbi digestivi con nausea, vomito e con- via orale o iniettata per via intramuscolare. Spesso,seguente pessimo risveglio il giorno dopo (i postumi inoltre, viene fatta bollire per ottenere una polveredella “sbornia” si manifestano con nausea, mal di sniffabile. È una sostanza psichedelica (allucinoge-testa e vertigine). In caso di abuso regolare di alcol na o enteogena) assai potente, con un effetto a brevesi possono presentare gastriti, ulcere e tumori allo durata (circa 40-60 minuti quando assunta da sola),stomaco, epatiti e cirrosi al fegato, danni al sistema in grado di indurre profonde modi¿ cazioni dello sta-nervoso e a quello cardio-circolatorio. to di coscienza.In caso di uso prolungato e di abuso, possono na- L’uso di questa sostanza provoca aumento dellascere alcuni problemi di natura sociale, psichica e frequenza cardiaca e della pressione arteriosa, co-organica. ordinazione motoria alterata, ipersalivazione, iper-Dopo un periodo di abuso continuativo l’alcol pro- sudorazione, vertigini, vomito, nausea. Si veri¿canoduce dipendenza ¿sica e psicologica; se si smette di inoltre dif¿coltà nella verbalizzazione del pensiero,usare bruscamente si veri¿ ca una grave sindrome dilatazione del tempo e dello spazio.di astinenza, inizialmente caratterizzata da cefalea, Questa sostanza è de¿ nita come un anestetico disso-nausea, vomito, tremori, sudorazione, successiva- ciativo poiché, in base a quanto si è appreso dai rac-mente compare il delirium tremens con agitazione, conti di pazienti sottoposti ad operazioni chirurgicheconfusione, deliri, ipertermia, tachicardia, allucina- e ad anestesia con ketamina, la mente viene separatazioni e convulsioni. Si tratta di una sindrome di asti- dal corpo; in numerosi casi questa scissione provocanenza importante che può portare a morte. allucinazioni profonde, visioni mistiche e, a volte,In caso di alcol dipendenza e abuso cronico, quindi, esperienze extracorporee e sensazioni di ingresso inè sempre necessario un supporto medico e psicolo- un’altra realtà (cosiddette near death experiences),gico. sensazioni che sono state de¿ nite clinicamente come “reazioni da emersione”. La ketamina genera tolleranza, la necessità di au- mentare le dosi per ottenere gli stessi effetti.- 258 -

AppendiceL’eroina è una sostanza semisintetica ottenuta elabo- Vennero sintetizzate dalla casa farmaceutica Rocherando chimicamente con anidride acetica la mor¿ na, e commercializzate per la prima volta sotto il nomealcaloide che si ricava dall’oppio. Si presenta come di Valium nel 1963. Hanno proprietà ansiolitiche euna polvere di colore bianco, bruno o rossastro; ha sotto il loro effetto scompaiono l’inquietudine, launa azione sedativa sul sistema nervoso centrale. paura generalizzata e i sintomi ¿ sici associati all’an- sia, ci si sente più rilassati e si dorme meglio. L’usoGli effetti dipendono dalla quantità assunta, dalla continuo sviluppa tolleranza e dipendenza, quandosensibilità personale alla sostanza e dalla modalità si interrompe bruscamente l’assunzione compare lad’assunzione. L’eroina viene assunta principalmente crisi d’astinenza; se si decide di smettere di usareper via endovenosa, ma può essere anche inalata o questi farmaci è sempre necessario un supporto me-fumata. La velocità di assorbimento, e con essa la dico e, a volte, anche psicologico.comparsa degli effetti, è discreta se sniffata, molto L’overdose da benzodiazepine è raramente mor-alta se viene fumata o iniettata. tale. Se però le benzodiazepine vengono assunteL’assunzione di eroina provoca il “Àash”, una sensa- insieme ad altri sedativi (come l’alcol o l’eroina)zione improvvisa di piacere intenso e euforia, benes- il rischio di mortalità aumenta. Le sostanze com-sere e calore che dura circa mezzo minuto, seguita merciali più conosciute sono Xanax (alprazolam),da altri effetti che possono durare dalle 4 alle 6 ore, Valium (diazepam), Tavor (lorazepam), Rivotrilcome depressione respiratoria, de¿cit della coordi- (clonazepam), Lexotan (bromazepam). La prin-nazione motoria, dell’attenzione, mente offuscata, cipale via di assunzione è orale, quindi si trovanosonnolenza, nausea e vomito, bocca secca, pupille a sotto forma di pasticche, compresse, gocce, ma sispillo e, a volte, prurito insistente. possono assumere anche intramuscolo e endovena.Una conseguenza dell’uso di eroina è la depressionerespiratoria, che si manifesta per azione diretta sui Oltre ad avere un effetto ansiolitico, inducono unocentri nervosi che controllano gli automatismi del stato di profonda sedazione e sonno. Provocano inrespiro. poco tempo dipendenza e tolleranza. Inoltre la doseL’uso di eroina può creare dipendenza psicologica e letale è di poco superiore a quella per indurre il son-¿ sica in poco tempo. Induce tolleranza, ovvero biso- no. Se mischiati ad altre sostanze sedative (alcol ogna aumentare sempre più le dosi per avere lo stesso benzodiazepine), aumenta la probabilità di effettieffetto; se l’uso viene interrotto compaiono, anche gravi per l’organismo, dal coma ¿ no alla morte perdopo un breve periodo di uso, i sintomi dell’asti- arresto respiratorio. Le sostanze commerciali piùnenza, come inquietudine, dolore ai muscoli e alle conosciute sono Seconal (secobarbital), Nembutalossa, diarrea, vomito, sudorazione, brividi e tremori (pentobarbital), Luminal (fenobarbital). La princi-agli arti inferiori. L’intensità dei sintomi raggiunge pale via di assunzione è quella orale, ma si possonoil livello più alto uno o due giorni dopo l’ultima as- assumere anche intramuscolo e endovena. È impor-sunzione di eroina e diminuisce dopo circa una set- tante speci¿ care che in Italia non si registra un abusotimana. di barbituriciL’overdose o sindrome da sovradosaggio è caratte-rizzata da perdita di coscienza e depressione respira- An t i d e p r e s s i v itoria che può portare alla morte. Fanno parte di questa classe di farmaci quelli che agiscono sui disturbi dell’umore a seconda del mec- canismo di azione.Tutti i farmaci psicoattivi agiscono sul sistema ner- La prima classe di antidepressivi ad essere stata in-voso centrale inÀuenzando l’esperienza soggettiva e trodotta negli anni Cinquanta. Inibendo l’azione del-il comportamento. I più conosciuti sono i farmaci la monoaminossidasi, questi farmaci elevano i livel-ansiolitici, antidepressivi e antipsicotici o neurolet- li di serotonina e noradrenalina nel cervello. Hannotici. però un’interazione pericolosa con alcuni alimentiAn s i o l i t i c i come il formaggio, il vino o i sottaceti e altri cheFanno parte di questa classe i farmaci che hanno ef- contengono la tiratina: se si assumono questi cibifetti sedativi più o meno intensi. durante il trattamento con Imao c’è il rischio di ave- re un brusco aumento della pressione sanguigna, con conseguenti improvvise emorragie cerebrali letali.- 259 -

AppendiceQuesto tipo di farmaci è stato prodotto proprio per a ciò che è accaduto sotto effetto della sostanza. Il Ghb induce dipendenza ¿sica e psicologica.ovviare gli effetti collaterali degli Imao, e il loro In caso di trattamento farmacologico o uso continua-meccanismo di azione si basa sull’inibizione del tivo la brusca interruzione dell’assunzione provocameccanismo della ricaptazione della noradrenalina.La loro interazione con altri farmaci, in particolare una grave sindrome di astinenza che può durare da 2con altri psicofarmaci, con altre sostanze psicotrope a circa 20 giorni ed è caratterizzata da allucinazioni,stimolanti (anfetamina, cocaina, MDMA) e con al- insonnia, ansietà, tremori, sudorazione, irascibilità,col, è molto pericolosa. dolori intercostali e rigidezza, dolori ai muscoli e alle ossa, sbalzi d’umore, fastidio eccessivo agli sti- moli ambientali (luce e rumori).nina (Àuoxetina – Prozac)Questi farmaci agiscono bloccando il meccanismodi ricaptazione di serotonina e vengono chiamati an-tidepressivi di seconda generazione. È da evitare inmodo assoluto l’assunzione di altri antidepressivi ealtre sostanze che agiscono sulla serotonina, comel’iperico o MDMA.An t ip s i c o t i c iGli antipsicotici presentano un’azione prevalente-mente antidelirante e antiallucinatoria e non sonodei sedativi. Leponex, Zyprexa, Risperdal, Belivon,Seroquel, Abilify se assunti da un soggetto non psi-cotico producono uno stato di fortissima indifferen-za agli stimoli ambientali e un grave appiattimentoemotivo. Se assunti in associazione con altri farmacicome gli ansiolitici, gli ipnotici o sostanze psicotro-pe ed alcol, il mix potenzia gli effetti negativi e au-menta i rischi.Il Ghb è un farmaco ma anche una sostanza che sitrova normalmente – con funzione non ancora chia-ra - nell’organismo umano. Il farmaco è stato usatoper la cura della depressione, come anestetico gene-rale e nel trattamento dell’insonnia. In Italia sotto ilnome di Alcover è utilizzato nel trattamento dell’al-colismo. Il Ghb si presenta in forma liquida insaporee dall’odore pungente, agisce inibendo il rilascio didopamina e stimola il rilascio di neurosteroidi chehanno effetto sedativo. La legge italiana sancisce ilGhb come sostanza illegale.L’effetto del Ghb può durare da una a 3 ore circa.Con l’assunzione di questa sostanza aumentano lasensazione di benessere e di rilassatezza, il deside-rio sessuale, l’euforia e la facilità di socializzazione.Esso può inoltre indurre nausea, vertigini, sonnolen-za disturbi della vista, respiro affannoso, amnesia edincoscienza. Il giorno dopo l’assunzione si può ave-re una parziale o totale perdita di memoria riguardo - 260 -

Appendice Il consumo prolungato di cannabis danneggia l’abi- lità di memorizzare eventi, diminuisce la coordina- zione, causa de¿cit dell’attenzione.La marijuana e l’hascisc derivano dalla cannabis. La L’Lsd (dietilamide dell’acido lisergico) è una mo-marijuana è un miscuglio di in¿ orescenze e foglie lecola psichedelica semisintetica creata combinan-di cannabis essiccate; tale preparato è anche cono- do l’acido lisergico contenuto nella segale cornutasciuto come “ganjia”, “kif” o “bangi”. L’hashish è la (un fungo con forti proprietà allucinogene, parassitaresina della pianta pressata. I due preparati differi- della pannocchia di granoturco) con alcune amminescono in maniera signi¿ cativa l’uno dall’altro, infat- (composti chimici). Viene distribuito nel mercato il-ti l’hashish ha una concentrazione di principio attivo legale sotto forma di francobolli o pezzi di cartoncinosuperiore. La marijuana viene usualmente consumata sui quali è stato vaporizzato, su cubetti di zucchero,sotto forma di sigarette fatte a mano, comunemente in cubetti di gelatina; è inodore, insapore e incolore.denominate spinelli o canne. L’hashish viene per lo La quantità di acido contenuta in una dose è moltopiù miscelato al comune tabacco e assunto in manie- variabile e non può essere conosciuta, spesso vengo-ra analoga. Nelle differenti culture esistono poi una no aggiunte sostanze da taglio quali anfetamina, ec-varietà di pipe o bong utilizzati per il consumo di stasy, stricnina ecc. I tagli inÀuenzano fortemente gliquesta sostanza. Il fumo inalato provoca il suo effet- effetti soprattutto nella fase ¿ nale (down o discesa).to dopo pochi minuti. Marijuana e hashish vengono In genere viene assunto per via orale, più raramenteusati anche per preparare the o come ingrediente nei per traspirazione attraverso la pelle. L’Lsd agisce sulcibi. L’assorbimento della sostanza attraverso il trat- sistema nervoso centrale.to gastrointestinale è considerevolmente più lento equando si utilizza questa via di assunzione l’effetto Gli effetti dipendono dalla quantità assunta, dallainizia in genere dopo almeno un’ora e declina più sensibilità personale alla sostanza e dalla modalitàlentamente della via inalatoria. d’assunzione. I primi si notano entro circa 30-90 mi-Il principio attivo della cannabis è il Thc (tetraidro- nuti dall’assunzione e la durata media del viaggiocannabinolo), a cui si devono i suoi effetti psicoatti- psichedelico si aggira intorno alle 8-12 ore. Inizial-vi. Quando la sostanza viene fumata il Thc passa dai mente si manifestano nausea, brividi, pupille dilata-polmoni a tutto il corpo, incluso il cervello, attraver- te, aumento della temperatura corporea e del ritmoso il Àusso sanguigno. Nel cervello il Thc si lega ai cardiaco, innalzamento del livello di zucchero nelrecettori dei cannabinoidi, situati sulle cellule nervo- sangue, contrazioni uterine, secchezza della bocca,se che regolano la coordinazione, l’apprendimento, pelle d’oca, contrazione della mandibola, forte su-la memoria. dorazione. L’Lsd modi¿ca temporaneamente lo sta- to di coscienza: le percezioni uditive, visive, tattiliGli effetti variano da persona a persona, in base allo “si mescolano” (sinestesie) e si hanno allucinazioni,stato di salute di chi assume la sostanza e alla moda- la realtà e l’immaginazione si confondono, il tempolità e alla quantità di assunzione. e lo spazio assumono una consistenza insolita. L’im-Pochi minuti dopo l’inalazione del fumo di cannabis magine corporea si modi¿ ca e spesso viene divisa insi riscontra un’accelerazione del battito cardiaco, le due parti, di cui una è spettatrice dell’altra. Si veri¿-vie bronchiali si rilassano, gli occhi si arrossano, si cano perdita di consapevolezza e lucidità, riduzioneha secchezza delle fauci. dei riÀessi psico-¿ sici, alterazioni nella memoria aQuando il Thc entra nel cervello produce immedia- breve e lungo termine, impossibilità di concentra-tamente una sensazione di euforia, i colori e i suoni zione, grande dif¿ coltà di eloquio, cambio di statopossono sembrare più intensi, il tempo sembra tra- d’animo con estrema facilità, depressione, euforia,scorrere più lentamente, si può provare una piace- panico, ansia.vole sensazione di benessere, accompagnata da una L’Lsd non dà dipendenza ¿ sica né assuefazione, matendenza alla tranquillità ed alla introspezione, in genera una fortissima tolleranza: la stessa quantitàcui si alternano fasi di ilarità e fasi di silenzio con- assunta non fa più lo stesso effetto e si tende quindi atemplativo. Può provocare inoltre ansia, paura, dif¿ - fare uso di quantitativi maggiori. È importante ricor-denza nei confronti degli altri, panico. dare che i rischi maggiori dipendono da un’eccessi-L’uso di cannabis potrebbe indurre dipendenza psi- va frequenza di consumo, da un dosaggio eccessivo,cologica. Provoca tolleranza, ciò signi¿ca che è ne- dalle condizioni psico¿ siche dell’individuo, dall’am-cessario aumentare la quantità assunta per raggiun-gere gli effetti.- 261 -

Appendicebiente dove si assume e dal mix con altre sostanze. che normalmente si presenta solo nei sogni e, nono-L’esperienza psichedelica è un’esperienza comples- stante ciò, si ha la sensazione di trovarsi per moltesa e che si prolunga per molte ore, tanto che per al-cune persone potrebbe risultare dif¿ cile da gestire. ore in uno stato di ipervigilanza. I funghi possonoTra i rischi possibili si ricordano il bad trip (brutto intensi¿ care ed alterare la percezione sensoriale e siviaggio), crisi più o meno gravi di ansia, di panico o possono vivere intense allucinazioni visive. Si perdedi angoscia, e i Àashback (ritorni), fenomeni per cui altresì la nozione del tempo. I funghi allucinogeni non provocano dipendenza ¿ sica, ma possono cau-si riprovano improvvisamente le stesse sensazioni sare dipendenza psicologica; generano tolleranza,dell’esperienza pur non avendo assunto la sostanza, quindi per avere gli stessi effetti va aumentata latalvolta anche dopo anni, con possibile alterazione quantità. Rischi maggiori dipendono da un’eccessi-dell’equilibrio psicologico. Esistono casi di psicosidovute all’assunzione di Lsd, pur essendo dif¿ cile va frequenza di consumo, da una dose troppo fortedeterminare se sono state indotte dalla sostanza o se ed anche dalla soggettività di chi ne fa uso. I rischisono state innescate condizioni nascoste che avreb- dell’uso di questa sostanza si situano maggiormentebero potuto manifestarsi comunque (slatentizzazio- a livello psichico. Si tratta, infatti, di un’esperienzane). Nella maggior parte dei casi la psicosi è tempo- complessa e che si prolunga per più ore, tanto che per alcune persone potrebbe risultare dif¿ cile da ge-ranea, ma in altri casi può diventare cronica. stire. Come per l’Lsd, tra i rischi possibili si ricorda- no il bad trip e i Àashback.I funghi allucinogeni crescono praticamente ovunque Il peyote è un piccolo cactus che cresce sponta-e sono considerati la più antica droga nota all’umani- neamente nel Messico settentrionale e nelle zonetà. Tradizionalmente sono utilizzati a scopo medico con¿ nanti degli Stati Uniti. Ha radici molto grossee rituale in diversi luoghi del mondo (Sud-Est asiati- e un fusto globulare con protuberanze arrotondateco, America centrale e America latina). Contengono dotate di areole dall’aspetto di peluria lanosa moltole combinazioni psicoattive psilocibina e psilocina, i evidente. La parte che fuoriesce dal terreno per nonpiù conosciuti sono gli psilo, i messicani e gli hawa- più di 2-3 cm è comunemente chiamata “boton” ediani. I funghi allucinogeni possono essere consumati è quella che viene tagliata e consumata sia frescafreschi o essiccati, ma possono anche essere trasfor- che essiccata. Il principale principio attivo conte-mati in una polvere bianca. Esistono, inoltre, diverse nuto nel peyote è la mescalina (3,4,5-trimetossi-ß-varietà di funghi allucinogeni coltivati e venduti es- fenetilammina), un alcaloide che fu isolato da Heff-siccati sul mercato illecito. Gli agenti attivi respon- ter nel 1896. Comunemente viene assunto fresco osabili del loro effetto psicoattivo sono principalmen- essiccato, ma a causa del forte sapore amaro spessote la psilocina (4-idrossi-N,N-dimetiltriptamina) e la vengono preparati infusi o impasti da dolci¿ care perpsilocibina (O-fosforil-4-idrossi-N.N dimetiltripta- rendere più commestibile il prodotto.mina), che agiscono alterando le normali funzionidelle connessioni nervose del nostro cervello (sinap- L’entità degli effetti della mescalina sono da associa-si). L’alterazione delle interconnessioni tra i molti re alla quantità assunta, alla sensibilità personale emiliardi di cellule cerebrali da cui dipendono le più alle aspettative di chi assume. La durata degli effettielevate funzioni intellettive ed emozionali sono re- può variare dalle 4 alle 8 ore. Dopo circa 45 minutisponsabili dell’effetto psichedelico. Gli effetti si av- dall’assunzione si presenta una forte nausea somma-vertono dopo circa mezz’ora, ma a volte anche dopo ta a vertigini e a vomito. Finita la prima fase scom-due ore, e si protraggono in media per 4-6 ore. pare il malessere e si veri¿ cano un aumento della salivazione e una tensione dei muscoli del collo eGli effetti dei funghi dipendono dalla quantità assun- della mandibola. La fame, la stanchezza e la faticata ma anche dalle caratteristiche soggettive ricondu- scompaiono, si sviluppa un contatto di tipo empaticocibili allo stato d’animo e alla condizione ¿ sica. Sot- e fusionale con le cose e le forme di vita circostanti,to il loro effetto si dilatano le pupille, aumentano la inoltre possono veri¿ carsi vere e proprie distorsionipressione sanguigna, la sensazione di bocca asciutta, percettive, non solo della forma e del colore deglila sudorazione, la frequenza degli sbadigli, la stan- oggetti ma anche dello spazio e del tempo. Posso-chezza, e si fa più fatica a respirare. In alcuni casi si no manifestarsi crisi più o meno gravi di angoscia,può avvertire un senso di nausea e vomito. Tramite ansia o panico, ¿no al senso di dissociazione e allal’effetto di queste sostanze psico-attive il cervello perdita di identità.entra arti¿ cialmente in una sorta di stato di trance- 262 -

AppendiceLa discesa è un momento di transizione dif¿ cile dagestire, è importante concedersi il tempo per supe-rarla, senza cimentarsi in attività che richiedano unparticolare livello di attenzione.Il peyote non genera dipendenza ¿ sica, ma può por-tare ad una dipendenza psicologica; causa tolleranza:la stessa quantità assunta non fa più lo stesso effettoe si tende quindi ad aumentarla. È importante ricor-dare che rischi maggiori sono legati all’eccessivafrequenza di assunzione, al dosaggio eccessivo, allasoggettività, al mix con altre sostanze, all’ambientecircostante. I rischi possibili sono insonnia, depres-sione, disturbi paranoici, il bad trip e la comparsa diÀashback. L’esperienza allucinogena è complessa esi prolunga per più ore, tanto che per alcune personepotrebbe risultare dif¿ cile da gestire, soprattutto sesi stanno sperimentando sensazioni negative.Il termine è stato adottato la prima volta in Californiada Henderson all’inizio degli anni Ottanta. Si inten-deva con questa de¿nizione riferirsi a un ventagliodi sostanze stupefacenti che nascevano attraversol’utilizzo della “creati-vità” individuale del chimico,che nel suo laboratorio mani-polava molecole giànote per gli effetti psicotropi producendone di nuovecon effetti analoghi.La necessità di produrre via via sempre nuove mo-lecole nasceva dal tentativo di aggirare le normativeche regolavano l’uso di determinate sostanze cheprevedeva l’iscrizione in apposite tabelle di sostan-ze stupefacenti fa-cendole rientrare in un ambito diillegalità. La modi¿ cazione di una rami¿ cazione diuna molecola già nota come sostanza stupefacentesottraeva questa da tutti quei rischi derivanti dall’ap-partenere agli elenchi delle sostanze proibite.Ci sono tuttavia dei limiti nella applicazione dellade¿ nizione. Innanzitutto occorre sottolineare comequeste sostanze sarebbero in gran parte prese in pre-stito dalla ricerca farmacologica. In secondo luogonon sarebbero da includere sostanze già note dellequali sarebbero state sperimentate nuove forme disomministrazione, così come sarebbero da escluderenuove associazioni di sostanze note o specialità far-maceutiche o semplicemente sostanze presenti sulmercato ordinario.Una descrizione indicativa delle designer drugs po-trebbe comprendere: mescalina e i suoi analoghi in-clusi MD-MA, DOB, DOM e 2-CB; gli oppiacei disintesi quali Fentanyl, derivati e Meperidina; Fenci-clidina (PCP) e analoghi. - 263 -

Finito di stampare febbraio 2014



Questo lavoro nasce con l’idea di contribuire a unariÀessione aperta della comunità regionale, dellesue istituzioni, degli addetti ai lavori e della so-cietà civile su un problema che è così complesso eradicato da non poter essere affrontato solo con lospirito dell’emergenza.«Il cambiamento lo si costruisce insieme. E unaricerca che nasca dall’impegno di cittadini, espertidel settore, associazioni e istituzioni rappresentaun fondamentale punto di partenza per promuove-re quella speranza che viene solo dalla conoscenzae dalla corresponsabilità». Luigi Ciotti Presidente dell’associazione LiberaFabrizio Ricci, giornalista, è referente del presidiodi Libera Perugia “Antonio Montinaro”.Matteo Tacconi, giornalista, è collaboratore dellarivista “Narcoma¿ e”. ISBN 9788896277171


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