CHI SIAMOL’Associazione Culturale Zenit nasce come comuni- senti il bisogno di un tangibile aiuto alla comunità età militante già nel 2003 costituendosi poi ufficial- verso tutti quei popoli che vedono stringersi intorno amente nel dicembre del 2005. Le nostre posizioni sè la morsa livellante dell’imperialismo e che lottanonon possono essere etichettate nelle classiche categorie per la propria sovranità.di destra o sinistra. Abbiamo radici culturali che si La nostra caratteristica principale è sicuramenterifanno al fascismo ma non per questo possiamo ac- quella di non voler essere il solito gruppo politico checettare di essere storicizzati o emarginati dalla storia. abbia obiettivi di egemonia o che abbia come scopoNoi vogliamo confrontarci con il presente, analizza- la sola mera aggregazione fine a se stessa. Noi vo-re i fatti e trarne da esse le indicazioni valide e neces- gliamo formare ragazzi e renderli liberi dalle logichesarie per costruire il futuro. Il nostro motto è sempre della democrazia occidentalista, noi vogliamo che istato Filtra la Verità e il nostro simbolo è una ma- ragazzi possano aspirare a trasformare la propriaschera antigas perchè crediamo che attraverso que- rabbia, la propria suggestione nei confronti di sim-ste categorie create ad arte e attraverso il caos creato boli e tradizioni in sentimenti costruttivi, perchè a noidalla modernità il sistema allontani l’uomo dal vero piace la sostanza e della superficialità non sappiamoe dal reale. Quindi il motto Filtra la Verità vuole che farne. Noi vogliamo che i ragazzi e gli uominiesprimere in modo diretto e provocatorio il nostro che si avvicinano abbiano voglia di sapere, appro-approccio critico verso i mass media ma il nostro fondire perchè solo respirando liberamente si puòpensiero politico non si ferma qui, ovviamente noi di diventare soldati addestrati, perchè per noi non esisteZenit non siamo solo una Associazione Culturale che l’agire senza il pensiero. Il nostro operato di mili-si occupa di controinformazione ma siamo soprat- tanti politici è quindi riscoprire la gioia di donarsi etutto una comunità militante e cioè un nucleo di per- di metterci a disposizione di tutti coloro che sono stufisone che persegue la formazione umana dei propri di accettare la realtà che ci viene preconfezionata dalmembri attraverso appunto l’impegno comunitario sistema attraverso la manipolazione delle informa-e militante che mostrando uno spiccato interesse ver- zioni e della cultura. Per questo motivo quindi il no-so i temi dell’approfondimento culturale e dell’infor- stro motto è FILTRA LA VERITA’ e invitiamomazione determina il proprio agire politico. anche voi ad indossare come noi le maschere antigasI nostri punti cardini sono i seguenti: per resistere ai gas omologanti di questa coatica so--noi crediamo che l’unità, l’indipendenza e l’integri- cietà moderna che sta allontanando sempre più l’uo-tà territoriale della Patria debbano risultare l’obiet- mo dal vero e dal reale.tivo essenziale della politica estera del nostro paese;-crediamo nella Tradizione, nella concreata rea-lizzazione di una comunità europea e rifiutiamo lasubordinazione di quest’ultima alle subculture disu-manizzanti quali mondialismo, plutocrazia e nichi-lismo;-crediamo nella solidarietà, ogni qual volta si pre-
IL MARTELLODopo una breve pausa di riflessione abbiamo deciso agente esterno, sempre avrà ragione di chi, sogget-di riprendere a martellare perchè Zenit senza il suo to al richiamo dell’istintività, tenterà di scalfirneMartello non poteva continuare la sua opera di con- la massiccia fermezza con un gesto estemporaneo,troinformazione, perchè Zenit senza il suo Martello violento e chiassoso. Gutta, la goccia, trova la suaera orfano di una parte importante del suo operato forza nella volontà di dominare ogni vezzo ad ab-che in passato lo aveva caratterizzato per la serietà e bandonarsi in un disordinato ed inconcludente getto.dedizione con cui chi prima di noi lo aveva ideato e Al contrario, a renderla efficace è la sua capacità dicurato rendendoci orgogliosi del nostro disinteressato riconoscere la ponderatezza e la costanza quali virtù.approccio alla militanza politica. Il Martello allora Il gesto ritmico, scandito dal suono basso e ripetiti-ritorna per fare da megafono alle nostre ambizioni e vo che ne sancisce la monotona caduta, è il simboloal nostro sano modo di fare politica e allora ecco che della sua vittoria su di un nemico che non può vin-ritorna forte in noi quel monito che abbiamo fatto cere in altro modo, se non col suo continuo stillicidio.nostro attraverso la locuzione latina Gutta cavat la- E’ dunque solo attraverso questa azione costante epidem. Questa frase latina resta sempre la più adat- perfettamente coerente che la goccia potrà perfo-ta per descrivere il nostro pensiero e agire politico, rare la pietra (gutta cavat lapidem, appunto). Illa paternità è da ricercare nel poeta Ovidio, sebbene tempo sarà garante della bontà della sua meticolosaripresa e riadattata anche in prosa da diversi autori azione, inosservata dallo sguardo distratto dei suoifino in età medievale, è la formula dialettica che ab- contemporanei, eppure fieramente implacabile nelbiamo designato ad emblema del nostro organo di perseguire il proprio obiettivo. Nella sensibilità deidiffusione. nostri avi, la dimostrazione che la natura custodisceTre parole che, nella loro inflessibile semplicità, pos- ancestrali riferimenti dai quali poter trarre ispira-siedono una forza intrinseca che può essere sprigio- zione. Le coscienze, oggi sopite dall’intossicazione enata solo attraverso la perseveranza della lotta, così dall’alienazione dei media di massa e della società deirendendo fede alla cultura delle idee che diventano consumi, potranno essere scavate per mezzo del la-azione. Lapidem, la pietra, dall’aspetto fermo, in- voro durevole dell’informazione libera e dall’esempiocrollabile, apparentemente insormontabile da ogni del sacrificio e della militanza.
Ucraina: quale destino? Un’analisi possibile La rivolta ucraina ha avuto come effetto la destituzio- ne del presidente Yanukovich e la sostituzione totaledi Jacopo Trionfera del Consiglio dei Ministri precedente, con un nuovoL’aspirazione della maggior parte degli individui sem- governo investito solo temporaneamente e fino a nuo-bra essere ormai quella di assurgere al rassicurante ve elezioni del suo ruolo; il partito maggiormente rap-ruolo di “tuttologi”, non solo nel senso di anelare presentato è “Svoboda”, formazione politica nazionali-all’onniscienza senza uno studio approfondito su ogni sta della quale i militanti hanno preso parte attiva aiargomento che entri nell’arena mediatica pubblica, movimenti di piazza. Sfogliando il suo programma, sima anche nell’accezione di essere un giorno esperti di notano istanze che coniugano, in politica estera, ungeopolitica, due ore dopo critici cinematografici, poi risveglio della coscienza nazionale, la liquidazione delancora scrittori e se non bastasse, all’occorrenza anche vecchio estabilishment legato al Pcus e al Kgb, la lottagiornalisti. Sulla questione ucraina ne abbiamo sentite alla corruzione attraverso aumenti delle pene per i po-di tutti i colori: sia da parte di quelli che sostenevano litici resisi responsabili di atti pregiudicanti il benela causa dei rivoltosi di piazza Maidan, che sembrava- collettivo, la valorizzazione delle risorse del sottosuo-no attendere la grande riscossa dell’Uomo contro l’in- lo ucraino e il corollario l’entrata nella Nato e nella sfe-giustizia dei tecnocrati europei e del falso federalismo ra commerciale europea,con la contemporanea ridu-che ha avuto come unico risultato quello di generare zione della dipendenza economica e politica dallarisentimenti e continui rinfacci con parametri econo- Federazione Russa. Se quindi chiedessimo ad unomico-finanziari alla mano; sia da parte di chi ha ini- qualsiasi dei militanti o dei quadri di questo partitoziato a vedere ovunque girovagare per Kiev agenti del- “che cosa aspireresti per il futuro posizionamento in-la Cia de del Mossad, sognando la metamorfosi della ternazionale del tuo paese?” la risposta, per logica,propria casalinga postazione pc in una vera e propria prediligerebbe lo spostamento dell’asse ucraino da Estbase operativa NATO. L’analisi dei fatti è spietata tanto verso Ovest, tralasciando, tuttavia, la considerazionenei confronti dei teorici del complotto quanto rispetto di due aspetti distinti: primo, sarebbe puramente uto-a chi nutrisse l’aspettativa di veder risorgere l’Uomo pico immaginare l’Ucraina commercialmente di-Nuovo dalle macerie della capitale ucraina. Molti dei sgiunta dalla Russia -un po’ come se l’Italia decidesseragazzi che sono scesi in piazza lo hanno fatto con di spostare le sue industrie estrattive petrolifere dalsenso di patriottismo e coraggio inestimabile, a cui continente africano a quello sudamericano – ovveromolti giovani italiani dovrebbero guardare con rispet- da quella che viene chiamata dipendenza ma che hato ed invidia per la loro statica incapacità di reazione sempre fornito a Kiev notevoli vantaggi come gliallo scialbo destino di un paese destinato a svolgere, a sconti sul gas importato, che hanno evitato la spiralecapo chino, i compiti dettatigli da istituzioni sovrana- inflattiva che da sempre contraddistingue paesi chezionali e agenzie di rating, con la complicità di una importino materie prime a prezzi elevati; secondo, seclasse politica incapace di dare slancio ed orgoglio ad si parla di ridurre l’influenza da una superpotenza inun tessuto sociale sfiduciato e spento. Tuttavia, l’aspet- chiave di riacquisizione di sovranità, e si sceglie, alloto romantico e irrazionale di ogni rivolta deve sempre stesso tempo, di collaborare con chi, spalleggiato dalfare i conti con i risultati pratici e politici che produce. blocco Occidentale di nazioni a cui fa capo, da 70 anni a questa parte decide le sorti della pace e della guerra nel mondo, si cambiano le catene e i carcerieri ma si rimane reclusi. Per quanto la Federazione Russa possa essere definita da certa stampa nostrana “un impero” e una riproposizione in chiave liberista dell’ U.r.s.s. e Putin il nuovo “Zar”, ricordiamo che chi rivestiva que- sta carica i dissidenti li faceva squartare pubblicamen- te e non concedeva amnistie e che, se ci fosse stata oggi l’Unione Sovietica, per la tensione generata dalle rivolte di Kiev sulla popolazione crimeana, gli uomini e le donne di Kiev sarebbero finiti sotto i cingolati dell’Armata Rossa; parlando di imperialismo, invece, ci sembra che in questi ultimi 20 anni – esattamente dalla caduta del muro di Berlino e dal tramonto di quell’ideologia tradotta in stato che prediligeva l’u-
guaglianza e realizzava la povertà e l’oppressione – dell’ucraina post-Maidan a rivolgersi a Occidente e adnon sia stata Mosca a trasformare la maggior parte dei istituti di credito che finanzino il debito del paese inconflitti nazionali nel globo in problemi della comu- cambio di- ovviamente ancora incognite – riformenità internazionale e frontiere necessarie al perdurare strutturali. Un discorso a parte merita “Pravy Sektor”,della pace perpetua nel mondo ma che, al contrario, partito ucraino pragmaticamente nato e forgiatosi du-siano stati cavalcati attraverso un sempre nuovo e ar- rante lo svolgimento delle rivolte nel novembre deltificioso casus belli creato opportunisticamente, come 2013: l’esempio storico e politico da seguire è Stepanin Serbia nel 2000, in Iraq nel 2003 e in Siria nel 2011, Bandera, fondatore dell’Esercito Insurrezionale Ucrai-dai mezzi culturali e mediatici di Washington e dell’U- no, che collaborò con i nazionalsocialisti prima dell’o-nione Europea e perseguito sul campo dagli yankee perazione Barbarossa del 1941 ma che successiva-stessi con i vassalli di turno del Vecchio Continen- mente si schierò contro i tedeschi , che non avevanote-come contro Saddam e Gheddafi - oppure da mer- riconosciuto la dichiarazione di indipendenza del pa-cenari ignoranti e privi di scrupoli – come ai danni del ese proclamata sempre nel ‘41 dall’Esercito Insurre-presidente Bashar al-Assad e del popolo siriano. Alcu- zionale e dall’Organizzazione dei Nazionalisti Ucrainini giornalisti hanno preconizzato una possibile rina- a capo della quale c’era sempre Bandera. I valori dascita dell’economia ucraina grazie all’uscita dall’orbita perseguire sono il recupero dello spirito nazionale indi Mosca, nel senso di nuove possibilità per la crescita chiave anti-russa ma senza sottomissione al “totalita-del paese, precedentemente pregiudicata dall’inerzia e rismo liberista”- così lo definiscono, dell’Unione Eu-dalla corruzione dell’ex presidente Yanukovich e del ropea, l’importanza della famiglia tradizionale comesuo governo, incapaci di rilanciare l’occupazione e argine alla depravazione dilagante e la valorizzazioneuno sviluppo in fase di stagnazione da anni. Putin dei “diritti nazionali” rispetto al multiculturalismo eaveva proposto a Kiev un prestito da 15 miliardi, men- agli ovunque sbandierati “diritti umani”, concepiti sot-tre l’Ue e il Fondo Monetario internazionale, inizial- to il segno di un relativismo culturale che assumemente, avevano messo sul piatto 1 miliardo, poi dive- sempre maggiore rilevanza in temi delicati come lanuti magicamente 11 e offerti da Bce, Banca Europea bioetica, l’educazione all’approccio alla sessualità du-per gli investimenti e Banca per la ricostruzione e lo rante l’infanzia e le unioni matrimoniali. Di questosviluppo, subordinati, tuttavia, ad una preventiva po- ampio gruppo umano, prima che politico, non possia-litica fatta di tagli di spesa e di rigore di bilancio. Co- mo non apprezzare le doti spirituali e fisiche che han-nosciamo perfettamente le conseguenze dell’austerity no spinto individui liberi contro serpentoni di poli-su un’economia in recessione, la stiamo testando sulle ziotti e militari ucraini al servizio di un’oligarchia e lanostre spalle attraverso una tassazione spietata che capacità di trascinarvi tanti giovani che, al contrariomina, insieme alla capacità di consumo anche quella di noi, hanno optato per una strategia attiva di lottadi investimento, con l’effetto della mancanza di reddi- sul campo senza cercare appigli in sterili disquisizionito e della pauperizzazione di parte della classe media politiche o culturali. Tuttavia, senza volerne sminuireanche a causa della negligenza del circuito bancario l’opera, dobbiamo ribadire, come già affermato in pre-italiano nel fornire credito ad aziende e singoli indivi- cedenza, che l’esito di ogni rivoluzione si misuradui. Ad essere particolarmente pignoli, poi, fa sorri- dall’importanza del livello politico raggiunto, ovverodere quanto in tempi di ristrettezze per il continente dal risultato istituzionale del fermento popolare; ineuropeo, dove attualmente, secondo stime del Fondo questo senso almeno per il momento, l’unica poltronaMonetario, piangono 20 milioni di disoccupati,11 di rilievo concessa ai leader di Pravy Sektor è quella dimiliardi si riescano a reperire in un batter d’occhio per vicesegretario al Consiglio Nazionale di Sicurezza, as-aiutare l’Ucraina. A proposito di ciò, il nuovo premier segnata a Dmitrij Jarosh. In questi giorni si moltipli-ucraino Arseniy Yatsenyuk è stato definito, poco pri- cano gli incontri tra il nuovo governo ucraino e i lea-ma della sua elezione, da Victoria Nuland, importante der occidentali – l’ultimo dei quali il 12 marzo scorsodiplomatica americana responsabile dei rapporti di tra Obama e Yatsenyuk – sulla questione dell’occupa-Stato con Europa ed Eurasia, “il nostro uomo, quello zione di militari russi di alcune città della Crimea eche ha esperienza economica e di governo”. Yatsenyuk alla presa di possesso da parte di cittadini filo-russinon rappresenta l’anima popolare transclassista e del governatorato di Donetsk, nel lato più orientale etransgenerazionale della rivolta di Kiev ma è un tec- russofono dell’Ucraina; la notizia del presunto arrivonocrate definito da alcuni investitori “alla Mario Mon- in questa città di mercenari americani appartenentiti”, ex capo della Banca Centrale Ucraina ed ex Mini- alla “Blackwater” – compagnia privata che ha collabo-stro delle Finanze, che impersona la tendenza rato con la Cia e i militari statunitensi in Afghanistan
e finita sotto processo per l’uccisione di 17 civili a Ba- Lettonia, la polveriera dei balticighdad – gli aerei radar della Nato “Awacs” che sorvo-lano la Polonia e la Romania per monitorare la crisi di Mattia De Persioucraina e gli aiuti promessi dall’Unione Europea e dalfondo Monetario Internazionale permettono di scor-gere, nonostante il nobile e coraggioso tentativo dimolti cittadini “manovrati” solo da una ferrea volontàdi determinare una rinascita antropologica ed econo-mica della propria nazione, semplicemente un decisospostamento di Kiev verso l’Unione Bancaria Europeae la Nato che, seppure porterà un temporaneo sollievoalle casse dello stato fagociterà il paese, a meno che ilsuo esempio rivoluzionario non venisse seguito da piùnazioni d’Europa, nell’omologante e noiosa riscritturaeconomica, in termini di rispetto di parametri fissatie pareggio di bilancio, dei rapporti tra popoli e paesi. Dalla dissoluzione dell’Urss nel 1991, la Lettonia e gli altri paesi baltici hanno riacquistato l’indipendenza dando origine a democrazie avanzate, a dispetto di molti altri Paesi dell’ex blocco comunista, come nel caso attuale dell’Ucraina, ancora oggi impantanati in un’eterna transizione tra socialismo e democrazia sfo- ciata poi in un sistema politico oligarchico. I Lettoni sono il gruppo etnico di maggioranza della Lettonia con 1.320.600 individui. La loro storia è legata a quella dei popoli indoeuropei, i lettoni, i quali si stanziarono aggiungendosi ai livoni, popolo di ceppo ugrofinnico. Se alcune zone orientali del paese sono state sempre influenzate dai Russi e dai Polacchi, il resto del pae- se, assieme all’Estonia, ha subito, nel corso dei secoli, influenze culturali da parte dei popoli scandinavi e germanici. Durante l’occupazione sovietica del 1918, i Russi imposero la lingua russa nelle scuole e nelle attività istituzionali, per questo motivo ancora oggi il russo è la seconda lingua parlata dal 40% della popo- lazione. Il 18 febbraio del 2012, nel referendum più popolare della storia lettone, il 75% dei votanti ha respinto la proposta di modifica della Costituzione e introdurre il russo come seconda lingua ufficiale del paese. La campagna per introdurre il russo come se- conda lingua ufficiale della Lettonia è stata portata avanti dai rappresentanti della minoranza etnica russa che vive ancora oggi nella parte orientale del paese. I russofoni stabilitisi in Lettonia durante il periodo so- vietico non hanno ottenuto automaticamente il passa- porto lettone dopo l’indipendenza per cui hanno do- vuto sostenere un test di lingua. Secondo le stime delle autorità lettoni indicano che 290.000 persone hanno fallito tale test, rimanendo così dei “non cittadini”. Quindi, i lettoni che si sono recati alle urne, sono solo
quella parte di popolazione in possesso di requisiti lo-americano e un Est che si riscopre russo, mentregiuridici e linguistici e di conseguenza ne sono esclusi aspetta un nuovo accordo “in nome della pace” che iquei non-cittadini, per la quasi totalità russi. Perciò, due nobili condottieri troveranno, e che la smonteràla minoranza russa del paese non ha semplicemente del suo potere sovrano rendendola uno Stato Federalepartecipato al referendum. Il portavoce della protesta, in cui i poteri centrali saranno difficilmente ricono-Vladimirs Lindermans, ha semplicemente minimiz- scibili. Creare uno Stato libero battezzato da Moscazato quella che è stata una sconfitta ampiamente pre- e Washington, ma in realtà troppo debole per esserevista. Dal canto suo Il Cremlino, non ha potuto fare definito tale, facile da poter ricattare in materia ener-altro che ammonire il governo di Riga del fatto che getica, finanziaria e monetaria: il destino di Kiev è se-continua a ignorare quel sentimento russo di 319.000 gnato e una solenne conferenza finale a Ginevra sug-abitanti. Ma gli attivisti russofoni promettono che la gellerà questo istante. Non volendo approfondire talebattaglia per ottenere nuove concessioni da parte del punto di vista, non molto difficile da capire ma piùgoverno lettone è appena iniziata. Anche i malumo- che altro poco affrontato qui nei nostri ambienti perri dei lettoni nei confronti della minoranza russa non non dare ragione a chissà quale parte politica attivasono poi così lontani da ricercare nei secoli. Il russo, nel nostro territorio, bisogna però rimarcare il ruoloper la maggioranza della popolazione, è quella lingua che l’Europa svolge in questa faccenda e soprattuttofranca che ricorda la triste e sanguinosa occupazione quanto e come la Russia sia stata storicamente lontanasovietica, quindi la lingua degli ex occupanti. E in tan- dal finto concetto di Eurasia che ci imponiamo, quasiti non nascondono i timori che Mosca possa ancora in fosse un dogma cattolico! La nostra Europa, lontanaqualche esercitare influenza nel paese. anni luce da questa che di Europa porta solo il nome, di certo resta solo impressa nei nostri sommi idealiLa storica alleanza antieuropea di Stati Uniti per i quali ogni giorno lottiamo e viene osteggiata da e Russia si ripete in Ucraina ogni parte in causa. Ma non solo: anche l’Europa delle banche e della Commissione, di Merkel e Draghi, deldi Johannes Balzano dominio incontrastato della BCE, non viene vista diNel roboante fracasso del derby russo-ucraino che ha buon occhio nell’affare ucraino e l’intervento direttovisto scendere in campo a colpi di morale tutta l’arena di Kerry e Obama, ha messo in secondo piano la Can-politica nazionalista italiana, ci siamo dimenticati di celliera tedesca e la Ashton, pronte a mostrare il ruoloanalizzare oggettivamente una situazione che dopo le di subordinazione europeo nella politica di potenzainfuocate rivolte di Piazza Maidan sembra delinearsi russo-americana. A questo piccolo dettaglio dobbia-più che bene, e che stranamente, nonostante i corsi mo aggiungere, come la Tymoshenko, chiaramen-e i ricorsi storici non viene riconosciuta dai più. Per te preferita dalla Germania, da quando l’interventol’ennesima volta le due grandi potenze del globo ci americano è più che plateale e costante non gode piùmettono di fronte una doppia via d’uscita ben pia- di quella notorietà da eroina, esercitata qualche mesenificata negli ultimi mesi da Putin e Obama, i quali fa da Maidan Square sulla sua sedia a rotelle. L’Euro-come due attori dei migliori teatri d’opera, inscenano pa è stata messa chiaramente in guardia da Russia euna nuova tragedia degna dei loro antenati Chruscev Stati Uniti, che intendono mantenere le catene a stellee Kennedy. L’Ucraina viene lentamente spezzettata, e strisce da decenni ormai, intorno ai paesi del Vec-fatta implodere su se stessa, divisa da un governo Fi- chio Continente. Tale condizione è per ovvi motivi ben accetta dagli States, che fa più fatica a mantenere il Sud-America come “corridoio di casa” che l’Euro- pa, ma anche dai Russi che da sempre mantengono l’Europa a debita distanza, intervenendo storicamente quando questa tenta di affermarsi come polo di potere mondiale, negativo o positivo che sia. Siamo davvero così ingenui a credere che Putin sia interessato ad un mondo multipolare in nome della libertà dei popo- li? Siamo davvero così ciechi e presi dalle beghe po- litiche dei nostri settori che non riusciamo a cogliere uno degli aspetti più fondamentali della storia? Cosa urliamo a fare “Europa Nazione Rivoluzione” se im- plicitamente ci sottoponiamo alla concezione russa di
un’Europa debole? La Russia, da quando con i Roma- La “Legge Bolkestein” e l’offensivanov ha dato vita nel XVII secolo a uno stato unita- liberista sull’Italiario e forte, gli Stati Uniti da quando con la dottrinaWilson hanno deciso nel ‘900 di ergersi a “poliziotto” di Johannes Balzanodel mondo, sono da sempre interessati ad un’Europa E’ infine sceso dal tetto di San Pietro, Marcello di Fini-mediocre, debole e dipendente dalle risorse che questi zio, commerciante del triestino che contestava la Leg-due paesi possono fornire al Continente (gas, materie ge Bolkestein. La sua volontà era quella di inviare unprime, prestiti finanziari). Finalmente ci sono riusci- appello al Presidente della Repubblica Giorgio Napo-ti, da almeno mezzo secolo in maniera permanente e litano, per far si che questa direttiva, recepita e trasfor-le controversie ucraine sono la prova provata di tale mata in Decreto Legge nel 2010, venisse cancellataatteggiamento dei due colossi mondiali, subito pronti dal “libro delle leggi” italiane. Ridotto sul lastrico haad intervenire nel momento in cui l’Europa ha cercato lanciato il suo appello nel vuoto, non a causa dell’es-di partecipare da primo attore nella crisi, relegandola senza di questo, ma perché il ricevente è stato, è e saràal posto di difensore dei diritti umani, tanto decan- il principale promotore italiano della macchina liberi-tati a Maidan e poi di tratto caduti nel dimenticato- sta che sta portando l’Europa al naufragio economi-io. Non deve questo però essere una lode all’Europa co e sociale. La direttiva Bolkestein, che prende nomedi Bruxelles, che ribadisco non ci piace così e mai ci dall’omonimo commissario Europeo per il mercatopotrà piacere, ma una semplice analisi che aprendo interno della allora Commissione Prodi, riassume ingli annali storici e politici trova rapida conferma. Fin termini giuridici la folle ideologia neoliberista che si èdall’ottocento la Russia si sveglia dal letargo ogniqual- abbattuta sul Vecchio Continente, promossa in primisvolta che l’Europa alza la voce, non è bastata la disfat- dalle sinistre socialiste e poi autorizzata dai popolarita Napoleonica, l’aggressività russa verso la Germania dopo aver trovato l’accordo con le enormi lobby cheguglielmina, la spartizione Europea del dopoguerra e pilotano le loro azioni politiche. La direttiva è passa-Cinquanta anni di falsa e subdola Guerra Fredda. In ta per varie elaborazioni istituzionali degli organi ditutti questi casi Stati Uniti e Russia sono stati migliori Bruxelles ed è stata recepita in tutti i Paesi Membri,alleati, altro che Nato o Patto di Varsavia. Gli ingra- chi prima e chi dopo. Ma cosa si cela dietro l’ennesimanaggi che premono sulle sorti dell’Europa sono e sa- direttiva calata dall’alto sugli Stati Nazionali, recepi-ranno sempre più stretti, perché nessuno è interessato ta senza problemi e tenuta nascosta dal Mainstreamad un rafforzamento di qualsiasi Stato europeo, Putin del potere a noi comuni mortali? Il buon Bolkestein,e Obama lo hanno fatto capire apertamente, sparten- con benedizione prodiana e britannica, rifacendosidosi l’Ucraina per anticipare l’Europa. al principio chiave del “Libero scambio delle merci nell’unione”, promuove una rimozione degli iter bu- rocratici che impediscono ai promotori di servizi di espandersi con facilità oltre alle proprie barriere na- zionali e quindi di poter usufruire a pieno regime del mercato unico. A ciò si aggiunge l’assoluto divieto per lo Stato di richiedere ulteriori requisiti al prestatore di
di servizi straniero rispetto ad un proprio cittadi- dell’Unione Europea e del Fondo Monetario Inter-no e le capacità per le aziende, o imprese, straniere nazionale e compagni; quello di neutralizzare ognidi ottenere lavori con una semplice comunicazione opposizione politica; e quello di procedere a quelledi inizio lavoro, la DIA. Il tocco di “perversione” ar- riforme che vengono presentate come necessarie mariva quando la Direttiva comunica che il prestatore che saranno la “Spada di Damocle” sulla testa deglidi lavoro straniero, tranne in casi limite, è dovuto a italiani. Machiavelli e Manzoni, due uomini che vis-rispettare solo la propria legislazione di appartenen- sero in due epoche completamente diverse, ebberoza, in materia di lavoro, fattore giustificato con l’im- in comune una radice patriottica, il primo per la suapossibilità di conoscere tutte le legislazioni nazionali. luminare idea d’Italia, il secondo per la sua funzioneNon ci vuole molto per capire che tale norma (anche di testimonianza letteraria e politicamente attiva neglise giuridicamente non possiamo parlare di norma eu- anni del Risorgimento e dell’Unità. Entrambi diceva-ropea) crea una de-regolamentazione micidiale per le no che il Governo (per Machiavelli) o lo Stato (perpiccole imprese su cui l’Italia si è formata negli ultimi Manzoni), che procede a delle riforme procede versosessant’anni, colpendo prima le attività commerciali a la sua morte. Machiavelli ebbe ragione vari secoli pri-carattere famigliare che si vedono totalmente esposte ma, Manzoni ebbe il merito di cogliere questo aspettoal rischio di dover chiudere di fronte ai grandi colossi da studioso per gli eventi passati che poi si ripeteronoeconomici, i quali ora hanno praterie immense in cui dopo la sua morte: la Francia e l’Inghilterra, le primeinstallarsi tramite imprese sorelle o affiliate. Il tutto due monarchie Europee, dopo un processo di riformecon prezzi stracciati e con agevolazioni fiscali al limite furono travolte dagli eventi Rivoluzionari; il Regnodel normale e che nel rapporto con le piccolissime im- Asburgico dopo le riforme del ’48 vacillò fino a cadereprese “indigene” sono di un grande vantaggio. Viene durante la Grande Guerra; l’Impero Ottomano si dis-così smontata tutta la struttura di controllo che do- solse qualche decade dopo le riforme del “Tanzimat”;vrebbe tutelare la micro-impresa italiana, ora esposta la Rivoluzione Bolscevica vinse dopo un processo dialla mercé del mercato libero, quindi al cannibalismo concessioni politiche iniziato anni prima. In Italia vi-economico vorace e insaziabile. Un tradimento che il viamo lo stesso processo e di nuovo questi due uominiGoverno italiano di centro-destra ha consumato per del passato avranno dalla loro parte la ragione. Sta-meno di trenta denari, immettendo l’Italia in quella volta però la morte dello Stato non sarà dovuta a con-corsia che Monti e Letta hanno percorso come un cessioni di liberalizzazioni politiche che sfoceranno“tandem” assodato dei migliori campionati di Rally. Il in rivoluzioni o rovesciamenti dei rapporti di forza,primo ha messo in ginocchio imprese grandi, medie ma nell’atto criminale di svendere le proprie risorse ae piccole; condannato alla morte attività famigliari; capitali stranieri che renderanno inefficace ogni ma-indirizzato al suicidio imprenditori incapaci di poter novra economica per poter migliorare le condizionipagare i propri lavoratori; usurpato l’italiano della li- della popolazioni, condannata ad un inesorabile peg-bertà di esercitare il proprio lavoro nel proprio paese; gioramento delle condizioni sociali ed economiche.e ha reso questa Nazione un paesello di periferia da Lo Stato verrà affossato senza sparare un colpo, dacui fuggire alla svelta. Il secondo è stato più fine, meno coloro che reggono i governi e i poteri e non dai loroduro all’apparenza, ma “liberisticamente” parlando oppositori. Questa sarà la novità, la macchina dellapiù cinico: ha accelerato il processo di smaltimento morte sarà azionata da colui che vi siede sopra.del patrimonio nazionale; ha coperto i colossi econo-mici nelle loro “malvagità fiscali”; ha aiutato le indu-strie nevralgiche a trovare denaro facile all’estero; hafatto dell’Italia il nuovo progetto pilota per la post-de-mocrazia che si sposerà con il nuovo liberismo econo-mico; ha peggiorato la disoccupazione già alle stelle einiziato le procedure per legalizzare l’immigrazione,altro colpo ben assestato ai salari bassi. A quest’operaepica si aggiunge un nuovo eroe, “un Homo Novus”per eccellenza, “il nuovo Obama bianco del belpaese”,naturalmente qui si parla di Matteo Renzi. Tra tutti etre il suo operato sarà il più nefasto: quello di rendereeconomicamente il paese incapace di intendere e divolere e quindi attaccarlo sempre più alle mammelle
Vinti nella carne, invitti nello spirito: riti ad El Alamein, militari di guardia e l’equipaggio. storia di soldati italiani dimenticati a La nave fu silurata dal sommergibile tedesco U‑177 e molti morirono. Tra questi, 650 italiani. Si salvarono “Zonderwater” solo 119 italiani e 64 tra sudafric ani e inglesi. In mare vennero recuperati i resti di 120 corpi mutilati dai pedi Livio Basilico scecani. Amici e nemici adesso sono sep olti insiemeChi di voi ha gia sentito parlare del campo di concen- nel cimitero dei prigionieri italiani di Hillary pressotramento di “Zonderwater” in Sud-Africa? Ebbene Durban. Zonderwater (vuol dire “Zona dell’acqua»),è proprio li, a piu di 8000 km di distanza dal nostro è una vasta area situata a 43 km nord‑est da Pretoriavecchio continente che furono seppelliti 252 solda- e in prossimità delle celebri miniere diamantifere diti italiani, fatti prigionieri durante la seconda guerra Cullin an dove fu rinvenuto il più grosso diam ante delmondiale. Nel corso della Seconda Guerra Mondiale mondo nel 1905. Nel 1943 si dette inizio alla costru-il Sudafrica, schierato con la Gran Bretagna, si trovò zione delle baracche, dette poi “Baraccopoli”, ponen-contrapposto all’Italia. Oltre a mettere a disposizione do fine alla Tendopoli che aveva mietuto tante vittime,le proprie Forze Armate, il Sudafrica si rese disponibi- causate da varie malattie. Tra gennaio e febbraio 1943le a custodire prigionieri di guerra. Per questo scopo si ebbe l’avvio della costruzione di un gran numero dinello stato del Transvaal, a circa 50 chilometri ad est baracche in muratura. A lavorare eran o gli stessi pri-di Pretoria e 120 da Johannesburg, venne costruito il gionieri che, tra l’altro, fabbricavano anche i mattonicampo di prigionia di Zonderwater, che rappresentò il con cui, poi, avrebbero costruite le baracche. Furonopiù grande concentramento per prigionieri di guerra costruite anche molte baracche in legno per uso logi-della Seconda Guerra Mondiale. Il complesso fu co- stico e uffici ammin istrativi in cui ebbero lavoro moltistruito in una conca tra le immense distese di arido prigionieri sotto la direzione di ufficiali sudafricani.altopiano a 1.700 metri sul livello del mare, le cui con- A fine 1943, la “Città del Prigioniero” (cosi chiamata)dizioni naturali demotivavano i prigionieri all’idea era completata. I Blocchi erano 14, ognuno aveva 4della fuga e limitavano quindi l’uso del filo spinato. Campi e ogni Campo poteva ospitare 2000 uomini eNel febbraio 1941 cominciarono ad affluire a Zon- quindi un Blocco ne accoglieva 8000. A Zonderwaterderwater i primi prigionieri di guerra italiani catturati avrebbero potuto vivere sino a 112.000 uomini. Ogniin Africa Settentrionale e Orientale. Gli arrivi si susse- Campo comprendeva 24 baracche numerate, separateguirono per tutta la durata della guerra ed ebbero un l’ una dall’altra da uno spazio di 8 metri e misurava-incremento massiccio dopo la sconfitta italo-tedesca no mt. 36×6 con una altezza di 4 metri ed il tetto indi El-Alamein. All’inizio del 1943 si contavano circa lamiera, (che fornace!). Disponeva, di servizi igienici,70.000 prigionieri, che superarono le 100.000 unità di una cucina, di un refettorio, e di un’infermeria, co-alla fine del conflitto. E molti non ebbero nemme- municanti da un campo all’altro tramite strade; si po-no il tempo di sapere. Come avvenne nel novembre teva circolare liber amente ma non si poteva uscire dal1942 per molti dei 1200 imbarcati sulla nave inglese Blocco sorvegliato da sentinelle annate posizionate suNova Scotia. 769 italiani prigionieri di guerra e poi una torretta e recintato da un reticolato di filo spinato.civili evacuati dall’Etiopia, centinaia di sudafricani fe Nel Blocco esisteva un magazzino (Store) per il pre lievo o il cambio di indumenti, scarpe, biancheria e coperte e di un vasto spaccio (Shop) dove i pow po- tevono acquis tare merce e materie di prima necessità, quali: sapone, dentifricio, lamette da barba, tabacchi, thé, caffé, mannellata, frutta, olio, farina, ecc. Come acquistar e? A tutti veniva corrisposta una paga di po- chi scellini mensili, grazie ai lavori artigianali, ai ser- vizi, ai lavori svolti princ ipalmente all’esterno. A molti fu conc esso, dopo l’ 8 settembre, di andare a lavorare come cooperatori, nelle farms (fattorie) dei boeri ed oltre ad avere alloggio, vitto, paga e tabacco, qualcuno vi trovò anche moglie rimanendo poi in Sud Africa. Venne concesso, sempre dalle Autorità e su richiesta di molti prigionieri, di creare degli orti negli spazi tra le baracche e il confine del Blocco, con la gioia di
molti prigionieri di avere “l’orto di casa” che, oltre ad stradali per evitare eventuali conflitti tra prigionieri,ammazzare il tempo, ti faceva “abbuffare” di preliba- il Comando del concentramento, temendo il peggio,te verdure dimenticate: pomodori, bietole, insalate, dec ise di rinchiudere in appositi Blocchi tutti colorozucche, peperoni, melanzane ed altro. Infine furono che non erano collaboratori o manifestavano fedeltàcostruiti 30 km di strade, 16 campi di calcio, 22 tea- a Mussolini e alla RSI e a tenerli chiusi, isolati cometri, 3000 letti di ospedale e poi: scuole, cappelle, vari fossero appestati!ritrovi sportivi di ogni disciplina, monumenti tra i A distanza di tutti questi anni, ”ZONDERWATER” ri-quali, per primo, il cim itero progettato e costruito da marra’ un luogo dove molti italiani sono morti per laun prig ioniero, geometra. II cimitero dei tre archi e loro amata patria.delle tre croci, oggetto ogni prima domenica di no- Come recita la lapide commemorativa presso il cimi-vembre, di una grande commemorazione con S.Messa tero:”MORTI IN PRIGIONIA, VINTI NELLA CAR-e Bened izione, tante corone da parte di tutte le Asso- NE, INVITTI NELLO SPIRITO, L’ITALIA LONTA-ciazioni d’Aura e Regionali italian e e Rappresentanti NO VI BENEDICE IN ETERNO”.del Governo sudafricano e delle loro Forze Armate.La storia che si stava svolgendo in territorio italiano,specialmente nei momenti più difficili, arrivò anche aZonderwater dove i pow ne vissero i drammi. 25 lu-glio 1943: Mussolini arrestato, Badoglio aveva assuntoil governo ma ‑unica certezza ‑ la guerra continuava.Cosa sarebbe successo in Italia? Notizie non ne arriva-vano che frammentarie e la politica fermentava anchesotto la Croce del Sud. L’ 8 settembre, l’armistizio ba-dogliano fra Italia e angloamericani sembrava porrefine alla guerr a e quindi alimentava la speranza di unimminente ritorno, ma anche delusione, il dolore de-gli sconfitti. In quella torre di Babele di quasi 100.000prigionieri ci si domandava come, di punto in bianco,ci si poteva trasformare da nemici in amici? Anche trai reticolati, nelle baracche nascevano discussioni maiprima fatte e cominciarono i primi conflitti: come faravere la meglio a Mussolini, Badoglio e al Re, alla Re-pubblica Sociale o al Regno d’Italia, a Stalin o a Hit-ler? C’ erano le Camicie Nere e i più giovani cresciutinel Regime fascista che volevano comportarsi comese nulla fosse cambiato e la ragione, il prestigio, la dignità e l’onore per questi pow stava nel coraggio digridare ancora “Viva il Duce”. Gli “irriducibili” (cosìchiamati), ovvero i fascisti rimasti tali e memori del-le cruente battaglie sostenute per difendere l’Imp eroFascista, minacciavano azioni contro chi collabora-va con il nemico di sempre. Poi vi era una parte laquale, malgrado l’ arm istizio e la cobelligeranza, pen-sava che collaborare significava per i più, dare segnodi anti‑italianità e quindi “non coop eratori” che nonerano fascisti, ma nemmeno intendevano lavorare perl’ ex nemic o, infine, un terzo schieramento che, stanco di anni di reticolato, aspirava alla libertà, anchese parziale; si voleva cambiare una difficile condizio-ne di vita e pertanto aderirono a lavorare per moltidatori di lavoro sudafricani, specialmente, come giàdetto, nelle fattorie dove furono molto apprezzati nelsettore edile e nelle costruzion i di importanti nodi
Quel Comandante venuto da lontano primendo i diritti sociali, ampliando i poteri dei la- tifondisti e reprimendo i numerosi scioperi nel san-di Michele Iapalucci gue. Il tripudio che scaturiva dalle folle arringate daLa nostra Nazione è dall’alba dei tempi fucina di na- Emiliano Zapata, e il clamore suscitato dalle vittorievigatori,viaggiatori ed avventurieri, ma in quanto se- di Pancho Villa che avanzava pueblo per pueblo congue,non serve spingersi in tempi eccessivamente re- il suo esercito contadino verso Città del Messico, in-moti, bensì basta voltarsi al secolo scorso e scrutare in cendiarono il cuore del nostro giovane Amleto che,quella moltitudine di nostri connazionali che si sono animato da quell’ardore che lo contraddistingueva, al-distinti durante il ‘900 pur rimanendo semi scono- tro non aspettava che combattere fianco a fianco consciuti. Amleto Vespa, classe 1888, giovane abruzzese i rivoluzionari abbracciando la loro causa, ferendosidi famiglia benestante, dal carattere autonomo ed in- due volte ed essendo tra i più giovani a conquistarsisofferente, abbandonò gli studi universitari facendo il grado di Capitano. Diaz fu rovesciato, ma ci volleroinvece il servizio militare onde ottenere quel passa- anni affinchè la situazione messicana si stabilizzasse,porto che lo avrebbe portato in cerca di avventure ben e fu così che Amleto, dopo due anni di lotta serrataoltre i confini nazionali. Il pretesto per abbandonare al fianco dei rivoluzionari, nel 1912 lascia il Messico.il suolo natìo gli viene dato a seguito di una collutta- Il suo impeto avventuriero lo conduce dall’altra par-zione con il guardiacaccia de l’Aquila che aveva sco- te del globo: l’estremo oriente! Dopo un peregrinareperto il fratello:Augusto, a cacciare in periodo vietato. travagliato e di difficile ricostruzione storica, ciò cheAmleto per far calmare le acque si dirige a Napoli, da gli si para davanti è forse l’ultima esalazione della mil-lì in fretta e furia, si imbarca su un vapore da carico lenaria cultura cinese,oramai prossima al tramonto:che in 3 settimane di navigazione burrascosa lo avreb- arriva infatti nella Cina le cui macerie sono rette in-be portato sulle coste di Vera Cruz (Messico). Era un sieme dall’ultimo imperatore: L’imperatore bambino.ragazzo di media statura e di presenza gradevole, con Inutile sottolineare come le potenze mondiali guar-gli occhi scuri sotto una fronte spaziosa, quello che dassero avidamente verso la Cina, come quei lupi chesi presentò nel 1910 al generale messicano Francisco puntando il bisonte più debole della mandria aspet-Inacio Madero, condottiero del movimento rivoluzio- tano il momento propizio per attaccare e spartirsi lenario, coetaneo e poi avversario di Benito Juarez. Il sue carni. Anche l’Italia mostrò un certo interesse pergiovanissimo Amleto, che aveva da poco compiuto 22 quelle lontane terre, tanto da inviare in avanscopertaanni, arriva in Messico in un momento particolare: i propri servizi segreti ,che si imbatterono in Amletomontava il fuoco della rivolta che da li a poco avrebbe Vespa. Quest’ultimo, che intanto era incuriosito dal-portato alla nota rivoluzione destinata a sconvolgere le notizie che gli giungevano dall’Italia, ed affascinatogli equilibri preesistenti. Il presidente Porfirio Diaz, dai primi passi di Mussolini , accettò di unirsi al con-voleva dare in quegli anni una svolta industriale allo tingente italiano in estremo oriente. Durante le suestato centro-americano, in primis accentuando i pote- numerosissime avventure lungo gli sconfinati territo-ri su di se e dando una svolta “bonapartista” alla co- ri cinesi, Amleto imparò usi, costumi e idiomi deglistituzione, in secondo luogo non dando conto delle innumerevoli popoli che vivevano in quelle terre cosìrivendicazioni dei “peones” nei suoi progetti, com- distanti dai suoi Abruzzi, lasciati ormai da più di 10 anni. Ed è ad un Amleto poco più che trentenne, che, sulle rive maestose del lago Bajkal in Siberia meridio- nale, si presenta Chang Su Lin, signore della guerra di una vasta regione cinese: la Manciuria. Chang Su Lin disponeva di un grandissimo potere feudale che esercitava in barba alle deboli autorità centrali cinesi, su un territorio sconfinato: egli in questa circostanza chiese ad Amleto Vespa, che parlava oramai fluen- temente diversi dialetti della zona, di organizzare la propria security. L’italiano decide di accettare:si ritro- va a contrastare spietati banditi e contrabbandieri e a sventare le loro trame: come quello della tratta di ra- gazze, che illuse di poter fuggire dal terrore rosso della Russia bolscevica verso la Cina, venivano poi canaliz- zate in un giro di prstituzione gestito da Xiao Mikhail
(passato alle cronache italiane come “Zio Michelino”). mento del 1946, della diocesi statunitense, che pro-A Vespa fu anche assegnato il compito di intercettare metteva alla moglie e al figlio di aiutarli a ricongiun-quei carichi di armamenti destinati all’ersercito rego- gersi con un ramo della famiglia Vespa emigrato inlare per fronteggiare lo strapotere di Chang Su Lin, a nord-america, dopodichè sembrano scomparire nelsua insaputa, però, quegli armamenti provenivano dal nulla. Di Amleto si perde ogni traccia, alcuni diconogoverno italiano, che venendo a sapere ciò, lo destitui- sia stato catturato e fucilato prima di riuscire a lascia-rono dall’incarico affidatogli, proclamandolo persona re la Cina, altre ipotesi credono che egli sia riuscito anon grata alle autorità consolari. Gli sconvolgimenti ripararsi negli U.S.A, vivendo secondo un programmache come una maglio si abbattevano sulla vita del Co- di protezione testimoni sotto falso nome e identità.mandante Feng ( così veniva chiamato in Manciuria Colpisce particolarmente la vita di Amleto Vespa sedove feng significa vespa) non erano ancora termina- contestualizzata in un periodo in cui la gran parteti; Egli durante il suo servizio presso la signoria del della popolazione provinciale e rurale italiana go-feudatario manciuriano, si era sposato con una no- deva di una mobilità ridotta, tanto da qualificare ilbildonna polacca con la quale costruì una famiglia termine “viaggio” anche uno spostamento di pocheche risiedeva nella città di Harbin, che all’epoca era decine di kilometri, affascina particolarmente questouna graziosa cittadina che cominciava a guardare con personaggio che, caratterizzato da sete di avventura einteresse ai costumi occidentali, ma che, sia chiaro, da indiscutibile coraggio, vive la sua esistenza in sen-non somigliava minimamente alla fumosa e roboante so vitalistico e, quasi come se non volesse lasciare aimetropoli da 9 milioni di persone in cui si è trasfor- posteri l’immagine di una “banale” serena vecchia-mata oggi. Siamo nel 1931, e proprio quan do la vita ia, sparisce nel nulla, innalzando un velo di misterodi Amleto pareva essersi stabilizzata, lo Spirito della sull’ultimo capitolo della sua vita affinchè la sua storiaStoria torna a stuzzicarlo; il ’31 infatti è l’anno in cui si perda nelle trame della Grande Storia del XX secolocominciano le ostilità della guerra sino-giapponese, il“signore della guerra” Chan Su Lin viene fatto saltaresu una mina e Vespa viene contattato immediatamen-te dopo dai servizi segreti giapponesi che, tenendosotto ostaggio la sua famiglia, gli chiedono di prestareloro i suoi servigi. Amleto accetta costretto dai ricattidel “Capitano”: temibilissimo e spietato responsabiledella polizia segreta giapponese di occupazione, con-tinuando però a passare sottobanco informazioni aimanciuriani sostenedo come poteva i movimenti diliberazione. La polizia giapponese spadroneggiava interritorio cinese mettendo su un vero e proprio girodi affari che si basava su estorisioni, sequestri di per-sona e ricatti, torturando ferocemente le proprie vit-time e vessando la popolazione. Amleto Vespa stre-mato da questa pesantissima situazione decide di farconoscere al mondo e di denunciare questi crimini e,grazie alla complicità di un giornalista inglese, riescea far pubblicare nel ‘36 in Inghilterra le sue memorie;le autorità italiane si oppongono a che il libro vengapubblicato e fu infatti reperibile solo in lingua inglesecon il titolo di: ”Secret Agent of Japan”. Siamo ai primisentori della seconda guerra mondiale, quando Am-leto decide di scrollarsi di dosso quel pesante fardelloche aveva caratterizzato la vita sua e dei suoi familiaried organizza la sua fuga. Il prosieguo di questa storiasi perde nel mistero, ad oggi sappiamo che uno deidue figli di Amleto dopo un conflitto a fuoco,duran-te la fuga rocambolesca, venne rapito e giustiziato daigiapponesi; Inoltre pare sia stato ritrovato un docu-
Gli intellettualismi “storditi” nell’età significato della cooperazione e “…Una delle cose più della fiacchezza forti dell’opera Mussoliniana e dell’azione spirituale del fascismo, fu di offrire al popolo Italiano la chiaradi Edoardo Martino visione che solo col proprio sforzo poteva curare leA dominare gli ambienti liberali, da sempre è il so- ferite della guerra e procurarsi la pace”…” .. . In virtùlito intellettualismo da salotto, composto di filosofie, di uno sforzo nel quale hanno tanta parte gli operairagionamenti, controsensi, ipocrisie, in taluni casi come i padroni”.) Tralasciando ora ogni riferimen-assurdità ma soprattutto da quella “fiacchezza” che to al passato, occupiamoci di inquadrare la funzioneha sempre costituito un elemento “essenziale” della dell’Intellettuale che ha o che dovrebbe avere all’inter-società democratica. Attualmente, possiamo notare i no del nostro continente dominato dalle plutocrazie.grandi intellettuali tanto ammirati e stimati dalla così Non è una novità, che un concetto come quello didefinita “sinistra”, condurre “maestosamente” spetta- “Azione”, in Democrazia vale quasi nulla, perché vienecoli nei loro moderni teatrini, utilizzando come cavie pienamente sostituito dal voto, a cui è dovuta proprioperò marionette di ieri, ovvero governi, o personaggi l’inerzia delle masse. Il popolo non si esprime più at-precedenti. Ma a parte questi fantomatici giullari di traverso la concretezza, l’azione diretta, ma al contra-corte, che di “intellettuali” han giusto il soprannome, rio il suo mezzo di espressione diviene quella passivitàè nostro obiettivo con questo articolo soffermarci sul che si manifesta davanti una scheda elettorale, mezzoconcetto reale di Intellettualismo e sulla figura “pura” utile a catapultare le idee degli individui in un im-dell’Intellettuale, che troppo spesso, anche in am- menso calderone dove non c’è posto per le idee o perbienti “politicamente scorretti”, si è lasciato prendere i valori, altri invece come per evadere hanno decisodalle parole, ubriacandosi, arrivando quasi a criticare di rifugiarsi nell’Intellettualismo. Premettendo che ilo a disprezzare i fatti. L’alba della fiacca e “comoda” “pensiero” e soprattutto un bagaglio culturale devonomentalità democratica e soprattutto post-moderna essere necessariamente alla base di ogni rivoluzioneha influito notevolmente sulla coscienza del popolo, e devono soprattutto sorreggere ogni nostra singolamirando a distruggere prima di tutto (soprattutto in azione, spesso però si finisce per rimanere impiantatiItalia dopo la caduta del Fascismo) quella concezione nella teoria. La società, purtroppo, con le sole paroleorganicistica di Nazione, per sostituirla con un Indivi- non si cambia e, “Gli insegnamenti sono molto impor-dualismo che con il passare del tempo diviene giorno tanti, ma dobbiamo praticare un po’ ogni giorno: sen-dopo giorno più pericoloso per la convivenza civile za l’azione non si arriva ad alcun cambiamento” , tantoe sociale di un popolo. (Una cosa che gli Antifasci- per citare il pensiero di un Lama. Spesso l’Intellettualesti non potranno mai negare è che Mussolini riuscì incombe invece in un altro problema, probabilmenterealmente a risvegliare nella coscienza degli Italiani quello più grave, ovvero quello di discostarsi quasi delquel sentimento di unità Nazionale che appena dopo tutto dalla realtà. Lo stesso Hegel condannava l’Intel-la prima guerra mondiale, in quel clima di “Anarchia” lettualismo poiché una cultura fondata su questo davae di conflitti, era del tutto andato perso. Gli Italiani una visione parziale dei problemi, definendolo “unaallora iniziarono davvero a sentirsi tali, conobbero il separazione della realtà dall’idea..che è specialmente cara all’intelletto, il quale tiene i sogni delle sua astra- zioni per alcunchè di vero ed è tutto gonfio del suo dover essere… quasi che il mondo avesse aspettato quei dettami per apprendere come dev’essere e non è”. Nulla di più vero. A volte pare quasi che il presun- to Intellettuale speri, con le proprie parole, critiche, teorie e ogni tanto anche attacchi impregnati di odio che tutto il mondo attorno si adatti a lui. Ma anche se così fosse, egli non potrà fare a meno di trovare del negativo anche in quello, pur di ergersi ancora più in alto. Questa astratta e continua ricerca , quasi parago- nabile ad uno slancio Fichtiano verso un infinito che non arriva mai, la può fare un poeta, un esoterista, uno scrittore, un regista, un filosofo, ma non di certo quell’intellettuale che rientra unicamente nella sfera politica. Sia chiaro che questa non è affatto una critica
all’intellettualismo in generale, perché oggi pare qua- e quanto meno analizzare la situazione. L’intellettua-si facciam a gara a chi lo sia di più. Ma è una critica le che razzola bene quanto predica, che ha il corag-piuttosto a chi di questi, da anni parla senza mai muo- gio di levarsi la cravatta e diventare un guerriero, siavere un dito e, quando qualcuno lo fa al posto suo, si d’esempio e non vi è nulla di più sacro. Chi invece siprende persino il lusso di denigrarlo. Non è neppure il ubriaca di sole parole, per quanta ragione possa avere,solito elogio dell’azione, per quello son bastati i futu- ci risparmi delle sue critiche, perché alle nostre orec-risti, al contrario semmai è una pesante critica anche chie, sono nient’altro che ronzii di una mosca stordita.contro chi agisce senza guardare oltre il proprio naso
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