MONDADORI PORTFOLIO (3) Molto ricca, colta, eccentrica e raffinata, Luisa Casati Stampa investì una fortuna nella creazione del suo personaggio. di Federica Ceccherini “Odio questa storia della famiglia: l’uomo e la donna ai due lati della tavola con un pezzetto di carne al centro. Quelle horreur”. Parole di Luisa Casati Stampa. Un “orrore” che a lei non toccò. La sua vita fu infatti un turbinio di feste, spettacoli e stravaganze di ogni genere, impegnata a rendere la sua esistenza una gigantesca, ed eterna, opera d’arte. “L’unica donna che sia mai riuscita a stupirmi” disse di lei uno che di stranezze se ne intendeva, Gabriele D’Annunzio. Quando il poeta la incontrò nel 1903, era una sposa poco più che ventenne mentre lui era un quarantenne già affermato. Si videro durante una battuta di caccia alla volpe, a Gallarate (Varese); Luisa accompagnava il marito e D’Annunzio era a caccia non di volpi, bensì di nobildonne ricche e annoiate. Ma ben presto si dimenticò il suo scopo, colpito RTE VIVENTE 51 S
D’Annunzio fu il suo pigmalione, ma non riuscì mai ad averla tutta per sé da quella giovanissima amazzone con D’Annunzio il matrimonio, Sdoppiata sprezzante del pericolo. E fece di tutto apparentemente felice, finì e Luisa e il per conoscerla. poeta divennero amanti. La marchesa nel 1912, fotografata da Adolphe De Meyer. Sotto, la famosa foto di GIOVANE EREDITIERA. Luisa La Villa Casati di Cinisello Balsamo, Man Ray (1922) con gli occhi “sdoppiati” in Amman, nata a Milano nel 1881, era circondata dai campi, cominciò a cui sembra mostrare tutta la sua ambiguità. figlia del ricco produttore di cotone starle stretta, e sentendosi isolata e monzese Alberto Amman. Rimase terribilmente annoiata si preparò alla MONDADORI PORTFOLIO (5) orfana di madre a soli 14 anni e trasformazione: capelli corti, tinti di dopo due anni morì anche il padre, rosso con l’henné, e abbigliamento lasciando a lei e alla sorella Francesca sempre più studiato e stravagante. una vera fortuna. Ricchissima ma senza titoli, Luisa sposò, 19enne, Oggi non ci sarebbe niente di strano, il marchese Camillo Casati Stampa anzi, sarebbe tutto materiale utile di Soncino, nobile ma squattrinato per i social network, ma ai primi quanto bastava per interessarsi alla del ’900 non era così e nei salotti facoltosa ereditiera. Un matrimonio dell’epoca si incolpava D’Annunzio d’interesse che le servì quale biglietto della “trasfigurazione” della marchesa, d’ingresso nell’alta società. manipolata, si diceva, dal “principe del decadentismo”. I due vivevano Con il marito viaggiò, spesso a infatti la loro relazione adultera Parigi, frequentò industriali e nobili, alla luce del sole, senza curarsi del ed ebbe modo di conoscere membri giudizio altrui. Ma di certo Luisa di famiglie potenti come gli Sforza non era una donna che si lasciava e i Visconti di Modrone. Oltre ad manipolare e lo dimostrò ben presto. andare a caccia, la coppia si dedicava all’occultismo: nei circoli di inizio LEONESSA DI VENEZIA. Ormai secolo, infatti, il macabro e la magia separati in casa da anni, i marchesi erano molto in voga tra i benestanti. Casati Stampa si divisero (non ancora Le sedute spiritiche furono una legalmente) anche fuori, rinunciando passione che Luisa coltivò per tutta la alla condivisione del tetto coniugale. vita (morì dopo una di esse). Nel 1901 Nel 1910 Luisa decise di trovare nacque la loro unica figlia, Cristina, qualcosa di più adatto a lei scegliendo, chiamata così in memoria della non a caso, la città preferita del Vate: nobildonna e patriota Cristina Trivulzio la sontuosa e decadente Venezia. di Belgiojoso. Ma dopo l’incontro Prese in affitto Palazzo Venier, che era in stato di semiabbandono. Si Gabriele D’annunzio occupò in prima persona dei restauri dell’edificio, affacciato sul Canal Grande: volle lampadari fatti dai migliori maestri vetrai locali e riempì la casa di marmi, alabastri, cristalli e pizzi. All’interno arredò tutto sui toni del bianco e del nero, a parte un salone interamente decorato in foglia d’oro antico. Nel giardino pavoni bianchi e merli albini volavano tra cipressi, acacie e aranci. Due levrieri bianchi condividevano lo spazio con un paio di ghepardi africani (non erano leopardi, come riportato dai resoconti dell’epoca). 52 S
Uno stuolo di domestici in sofisticati tempo dei loro primi incontri. I due, Divina ed eterna abiti settecenteschi di velluto e che si scambiarono lettere dal 1908 al un gondoliere erano sempre a sua 1932, ebbero un rapporto altalenante, a La marchesa dipinta dal pittore della disposizione. Una volta fece dipingere causa soprattutto dell’indole sfuggente Belle Époque Giovanni Boldini (1908). di bianco la sua gondola facendo di lei, che appariva e spariva, lo faceva Sotto a sinistra, Palazzo Venier dei infuriare il Comune di Venezia, perché aspettare per ore agli appuntamenti Leoni, a Venezia, oggi sede della Peggy andava contro le leggi suntuarie e poi non si presentava. Il Vate Guggenheim Collection. che impedivano certe stravaganze e si infuriava, si struggeva, ma poi imponevano il nero per le tradizionali sublimava le sue pene buttandosi imbarcazioni della città. nella scrittura. Pallidissima, magra con quei capelli fulvi e gli occhi cerchiati A Venezia la marchesa si dedicò di nero, per D’Annunzio era come a una delle sue attività preferite: la un’inaccessibile dea degli inferi e per mondanità. Vestita di bianco con veli, questo la soprannominò, in greco, perle e fiori rari, oppure interamente Kore (lei volle francesizzare il nome di nero, come una vedova alla moda, trasformandolo in Corè). le sue apparizioni alle feste divennero leggendarie almeno quanto gli eventi D’Annunzio non fu però il solo a che organizzava a Palazzo Venier. E trarre ispirazione dalla divina marchesa. non solo lì: ne organizzò uno anche Con la sua forte personalità, Luisa piazza San Marco. A Venezia la divenne la musa di pittori, scultori, chiamavano “La Casati”: si vedeva scrittori, poeti, stilisti e fotografi di spesso girare di notte nuda coperta ogni nazione e di ogni orientamento solo da una pelliccia, portando al artistico, i più importanti dell’epoca. guinzaglio un ghepardo. Con il marito La quantità di dipinti, ritratti, disegni e lontano, anche la figlia, di 9 anni, foto che la ritraggono è enorme. fu spedita in un severissimo collegio francese. Le rare volte in cui Cristina si Come una moderna influencer, riuscì recava a Venezia non trovava la madre non solo a dare l’immagine di sé che e passava il tempo da sola con gli voleva, ma anche a farla circolare nel animali in giardino o in gondola. mondo. In sostanza, fece di se stessa un’opera d’arte vivente. Per riuscirci, MUSA INFLUENCER. Luisa era non solo si travestiva ma creava con ormai il personaggio di cui tutti domestici e animali, opportunamente parlavano, consacrato anche dalla agghindati, vere e proprie installazioni pubblicazione, nel 1910, del romanzo artistiche, con cui dava spettacolo di D’Annunzio Forse che sì, forse che durante le sue memorabili feste. no, la cui protagonista – Isabella Inghirami – è ispirata proprio alla FINE IN POVERTÀ. Nel 1923, marchesa. Come la sua versione reale, la marchesa acquistò a Parigi una Isabella è spericolata, spregiudicata, lussuosissima villa, Palais Rose, dove distante e tremendamente ambigua. si trasferì. Nella nuova dimora arrivò con sei vagoni di bagagli: oltre al Lo scrittore ci mise quasi dieci anni nécessaire, marmi, colonne, vasi egizi per ultimare il romanzo, iniziato al e il suo immancabile zoo personale, al quale si erano aggiunti nel frattempo un cobra, un boa constrictor e una più salato. Negli Anni ’30 ebbe un pantera nera (ma finta, meccanizzata). Affittò perfino due tigri del Bengala, tracollo finanziario, dovette vendere che teneva al guinzaglio mentre accoglieva gli ospiti. tutto e trasferirsi a Londra, dove Parigi, però, fu l’inizio della fine. viveva la figlia. Le rimase un solo Le sue feste sempre più sfarzose erano malviste dai parigini e i suoi abito e la voglia di non lasciarsi invitati spesso venivano sbeffeggiati lungo il tragitto. L’esito disastroso del andare, si truccava gli occhi con il grandioso evento Bal de Cagliostro, nel 1927 – durante il quale i cavalli lucido da scarpe e creava ciglia finte del “corteo reale” si imbizzarrirono spaventati da un tuono, seminando con i crini del materasso. Morì nel il panico – secondo molti fu la giusta punizione per i suoi eccessi. Tuttavia, 1957. La nipote Moorea scrisse il suo fu lo stile di vita incredibilmente dispendioso a presentarle il conto epitaffio: “L’età non può appassirla, né l’abitudine rendere insipida la sua varietà infinita”. • 53 S
PRIMO PIANO Narrami, MALaMgnAifMicAaHoLsEseRssione O MU Nel gennaio del 1914 Oskar Kokoschka /MONDADORI PORTFOLIO/BRIDGEMANART iniziò a dipingere quello che sarebbe diventato il suo capolavoro, una tela delle dimensioni del letto che divideva con la sua amata: 180 x 220 cm. Scopo del quadro, convincerla a sposarlo. Il loro primo incontro era avvenuto nel 1912, quando lui aveva 24 anni, lei 33 e un passato chiacchierato. Da adolescente Alma Schindler (questo il suo nome da ragazza) si era innamorata di un altro grande pittore, Gustav Klimt, che di anni ne aveva 36. Poi fu la volta del musicista Alexander von Zemlinsky e quando Alma aveva appena vent’anni stregò il compositore Gustav Mahler, 42 anni, direttore dell’Opera di corte austriaca, che la chiese in moglie, a condizione che lei rinunciasse a comporre musica. Si sposarono il 9 marzo 1902, le nozze furono un disastro ma durarono fino alla morte di lui, nel 1911. Nel 1910 Alma iniziò una relazione l’architetto Walter Gropius e due anni dopo conobbe Kokoschka (nel tondo), talento con pochi mezzi, al quale era stato chiesto un suo ritratto. Gelosia morbosa. Per il pittore Alma divenne subito oggetto di una gelosia ossessiva: la inseguiva, le impediva di vedere altri, la dipinse più di 400 volte. Infine, davanti alla proposta di matrimonio, Alma disse che avrebbe accettato a condizione che lui realizzasse un capolavoro. Invece, dopo aver ammirato La sposa nel vento, la colossale tela-letto dipinta per lei, Alma sposò Gropius. Indebitato fino al collo, Kokoschka vendette il quadro nel gennaio 1915 e si arruolò. Ritornò dal fronte con una ferita alla testa, ma Alma non volle rivederlo né andò mai a trovarlo. Oskar fece costruire una bambola con le sue sembianze e continuò a scriverle fino all’agosto 1949, per il 70° compleanno di lei, senza mai ottenere risposta. Bellissime, ammirate, GETTY IMAGES intelligenti... Donne eccezionali rese immortali dagli artisti di cui incrociarono i destini. 54 S
LLIaNdAonCnAaVApLiùIEbReIlla del mondo SA “Uno stuolo di amanti e adoratori, 840 legame con il principe russo Aleksandr di Elisa Venco proposte di matrimonio, 5 mariti, un Barjatinskij, troncato quando lui le chiese Vite parallele successo planetario e una morte violenta”: di abbandonare le scene, nel 1910 si Alma, il marito Gustav così Daniela Musini riassume nel saggio sposò con il miliardario americano Robert Mahler e le figlie nel 1910. Le Magnifiche (Piemme) la straordinaria Winthrop Chanler, che si impegnò a donarle A sinistra, la bambola con esistenza di Lina Cavalieri (1875-1944), gioielli, quadri inestimabili, ranch, proprietà le sembianze di Alma, soprannominata“la donna più bella del a New York. Ma il matrimonio terminò con realizzata da Kokoschka mondo”. A oltre 70 anni dalla sua morte, il la luna di miele. Tra i suoi amanti ci furono nel 1919: l’artista era così suo volto ci è ancora famigliare: merito del Guglielmo Marconi, il tenore Tito Schipa, il ossessionato da lei, che le designer Piero Fornasetti (1913-1988) che, duca Wassili d’Angiò e forse persino Benito scrisse lettere per tutta la vista una sua foto su una rivista francese Mussolini. vita. dell’800, ne rimase così affascinato da Sotto le bombe. Durante la Prima guerra riprodurre ossessivamente quel viso in ben mondiale Lina si dedicò al cinema, girando 500 serigrafie, oggi riportate su piatti e sette film non memorabili. Poi per qualche arredi firmati. E dire che di Natalina, detta anno fu la proprietaria di un salone di Lina, a essere scoperta fu prima l’abilità bellezza a Parigi. Nella notte tra il 7 e l’8 canora che la bellezza. febbraio 1944 la casa in cui risiedeva, Star. Ascoltata per caso da Arrigo Molfa, a Poggio Imperiale (Fi), fu colpita dalle un maestro di canto e vicino di abitazione, bombe sganciate dagli Alleati. Lei riuscì fu presentata al direttore di un teatrino di a scappare, ma volle tornare indietro per piazza Navona. Dopo il debutto a 14 anni, in recuperare i gioielli più preziosi. Il crollo brevissimo tempo la talentuosa ragazzina dell’edificio la seppellì insieme al suo ultimo approdò in tutti i locali più famosi di Roma, amante, Paolo D’Arvanni. Al suo funerale e da qui alle Folies Bergère di Parigi, dove parteciparono solo sette persone, prete ogni sera il suo camerino era inondato da compreso. corbeilles di fiori. Nel 1897 Lina incontrò GETTY IMAGES Gabriele D’Annunzio, che la esaltò quale “massima testimonianza di Venere in terra”. Mentre il suo repertorio mutava, passando dalle canzoni popolari alla lirica, Lina continuò a far parlare di sé: in particolare, il 5 dicembre 1906 a New York, durante una scena della Fedora, opera lirica di Umberto Giordano, scambiò con il famoso tenore Enrico Caruso un lungo bacio appassionato, sotto lo sguardo attonito del pubblico: da qui l’appellativo “The kissing primadonna” e la fama di femme fatale. Dopo il Belle Époque Lina Cavalieri (1875- 1944) all’apice della sua bellezza, che ispirerà i versi di D’Annunzio e Trilussa e l’estro del designer Piero Fornasetti, che realizzò centinaia di oggetti con il suo volto.
Belle speranze AKG_IMAGES/MONDADORI PORTFOLIO Spesso fra musa The Art Student (Miss e artista Josephine Nivison) è scoccava un ritratto giovanile la scintilla. Ma di Josephine Nivison erano relazioni realizzato nel 1906 complicate dal pittore americano Robert Henri. La donna, La “piccola” grande qui 24enne, si sposerà JO HOPPER con un pittore ben più noto, Edward Hopper, L’unico ritratto della moglie Jo (Josephine 16 anni dopo. Nivison 1883-1968) eseguito da Edward Hopper (1882-1967) è del 1936 e oggi è al 56 Whitney Museum di New York. Mostra una donna dai capelli rossi che guarda fuori dal S quadro e per capirne il senso serve il titolo: Jo painting (“Jo che dipinge”). Ma l’arte di Jo è accuratamente esclusa dal quadro. Segno di un rapporto conflittuale durato una vita, in cui il grande pittore demolì le ambizioni di lei che pure, quando avevano iniziato a frequentarsi, era la più nota tra i due. Competizione. Conosciutisi alla New York School of Art, si ritrovarono nel 1923, quando lei aveva appena compiuto 40 anni e vendeva regolarmente i suoi disegni a giornali come il New York Tribune o The Evening Post. Jo era una donna minuta (150 cm per 40 kg di peso contro i quasi due metri di lui), molto colta (più di Hopper) e apprezzata dai critici d’arte. Nel 1923, invitata a partecipare a una mostra del Brooklyn Museum, suggerì agli organizzatori di chiamare a esporre anche Edward, che da anni non vendeva. I critici lo esaltarono e gli diedero un premio di 100 dollari. L’anno dopo i due si sposarono, ma presto iniziarono le liti: per dove andare in vacanza, perché lei teneva troppo al gatto (il marito la costrinse a lasciarlo nel suo vecchio appartamento da nubile), perché lui non voleva che lei guidasse. E per il sesso: a 40 anni Jo era vergine e lui le chiedeva cose per lei inammissibili. Tenacia. Ma soprattutto, a dividerli, era la pittura: mentre le quotazioni di Edward salivano, lui denigrava le tele della moglie, impedendole di dipingere insieme nello studio riscaldato. Eppure fu lei a suggerirgli i titoli delle opere più note, tra cui il capolavoro Nighthawks (“i nottambuli”, che raffigura un tipico diner americano) a incoraggiarlo quando si sentiva bloccato, a posare (anche nuda) per lui. Non fu un matrimonio facile, ma durò fino alla morte del pittore, nel 1967, seguita l’anno dopo da quella di lei.“Meritiamo la Croix de guerre, una medaglia per esserci distinti nella battaglia”, gli scrisse Jo in un biglietto, dopo 25 anni di unione.
La dea tradita FRANCA FLORIO Nel 1901 l’attrice Lina Cavalieri (vedi il suo ritratto, Franca indossò un accollato e calata sull’avambraccio, finché nel 1924, in scheda pagine precedenti), scritturata austero abito in velluto nero, sovrastato dalla una terza versione del dipinto, l’elegante dal Teatro Massimo di Palermo per celebre collana di perle. silhouette di Donna Franca sembra la Bohème di Puccini, scappò dalla Vestita e svestita. Boldini la dipinse accarezzata dal vento. Quando il ritratto fu città appena conclusa la prima. La sua però con il décolleté ben in vista e la ultimato, per i ricchissimi Florio era iniziato esibizione, infatti, era stata osannata pelle inondata di luce, in una versione del il declino economico. Il pittore vendette da metà del pubblico, ingaggiato da quadro presentata alla Biennale di Venezia il ritratto a un collezionista mentre, per Ignazio Florio, suo ricchissimo amante, del 1903. Nel 1912 il pittore modificò far fronte ai debiti, la famiglia dovette ma fischiata dall’altra metà, prezzolata da la tela togliendo le maniche lunghe e (s)vendere tutte le attività e persino gli Franca Florio, già nota come Francesca aggiungendo una spallina voluttuosamente inestimabili gioielli di Donna Franca. Jacona della Motta di San Giuliano, la moglie tradita. Fu la sola pubblica soddisfazione di una dama che da un lato era una paladina dei diritti femminili, che promuoveva i primi asili nido nei vari stabilimenti di famiglia, ma dall’altro subiva continuamente i tradimenti del marito, che si diceva le avesse donato una collana di sette metri formata da 365 perle perché ognuna era un risarcimento per un’amante. Don Ignazio, titolare di un patrimonio costituito da banche, cantine (in una si produceva il famoso Marsala), l’isola di Favignana, una fabbrica di ceramica, il quotidiano L’ora e la Società di navigazione italiana, restò un donnaiolo impenitente anche dopo le nozze, avvenute nel 1893, con una donna bella come una dea. Alta 1 metro e 73, vitino da vespa e seno rigoglioso, Donna Franca aveva capelli scuri, occhi verdi e la fama, in tutta Europa, di un’estrema eleganza. Merito di abiti realizzati su misura dai grandi couturier di Parigi e Londra, oltre che dei gioielli creati appositamente per lei da Cartier e Lalique. Eppure, quando nel 1901 il pittore Giovanni Boldini iniziò MONDADORI PORTFOLIO / ENZO BRAI / PUBBLIFOTO MONDADORI PORTFOLIO/ARCHIVIO GBB Maestra di eleganza Franca Florio (1873-1950) in un intenso ritratto fotografico del 1895 e, a sinistra, nel celebre quadro di Giovanni Boldini, dove indossa la lunga collana donatale dal marito, ricco e fedifrago.
ADELE ALBUM / FINE ART IMAGES / MONDADORI PORTFOLIO BLOCH-BAUER L’icona di ViennaALBUM / FINE ART IMAGES / MONDADORI PORTFOLIO Tra le opere di Gustav Klimt, una è ritenuta la summa del cosiddetto Secessionismo viennese: il Ritratto di Adele Bloch-Bauer, del 1907. Si tratta di una colata d’oro che rende omaggio ai mosaici bizantini e alle divinità egizie, all’interno della quale spicca un volto che, secondo alcuni studiosi, appare anche nella sensuale Giuditta e nel celeberrimo Il Bacio. Adele Bloch-Bauer, nata nel 1881, fu la perfetta incarnazione dell'ideale estetico e intellettuale della Vienna aristocratica di fine Ottocento. Figlia di un banchiere ebreo, molto colta e appassionata d’arte, divenne amica, musa e mecenate del pittore del momento, Klimt, che per questo ritratto preparò oltre 100 bozzetti. Non è invece accertato se tra la musa e l’artista ci sia stato anche del tenero. Morte prematura. Purtroppo Adele morì a 44 anni, nel 1925, di meningite. Non fece in tempo a vedere la triste sorte che il nazismo aveva riservato al marito, l’industriale Ferdinand Bloch: fu spogliato di tutti i suoi averi dal regime antisemita e morì in miseria, nel 1945. Anche il primo ritratto della donna, che la famiglia aveva stabilito diventasse per sempre proprietà dello Stato austriaco, fu sequestrato dai nazisti insieme a tutti gli averi della famiglia Bloch-Bauer e venne ribattezzato come La donna in oro. Nel 2000, Maria Altmann, nipote e legittima erede di Adele, sopravvissuta a un campo di concentramento, iniziò una battaglia legale per riottenere – riuscendovi – il dipinto. Sei anni dopo l’opera fu venduta al miliardario Ronald Lauder per 135 milioni di dollari, a condizione che fosse esposta al pubblico in modo permanente. Oggi, infatti, ammalia i visitatori della Neue Galerie di New York. Arte e vita Il quadro Adele Bloch- Bauer I, di Gustav Klimt (1862-1918). A sinistra, un ritratto della donna: il suo fascino e la sua personalità stregarono Klimt. 58 S
Molte modelle celavano ambizioni artistiche che la società osteggiava KIKI DE MONTPARNASSE AKG_IMAGES/MONDADORI PORTFOLIO dLeal“Ssuchrrieeanlai”smo Le Violon d’Ingres (a destra), scattata da Man Ray nel 1924, è la fotografia più pagata di sempre: è stata venduta infatti pochi mesi fa alla cifra record di 12,4 milioni di dollari. Fu pubblicata per la prima volta sulla rivista Littérature, incentrata sul Dadaismo e sul Surrealismo. L’artista americano Man Ray e la sua modella, Alice Prin, detta Kiki, qui ripresa di spalle – a richiamare le anse di un violino – si erano conosciuti e innamorati tre anni prima. Entrambi avevano ambizioni artistiche: lui voleva essere riconosciuto non solo come fotografo, ma anche come pittore. Lei era una modella (aveva posato per Amedeo Modigliani), ma anche una pittrice con varie mostre all’attivo. La sua fama si doveva però soprattutto alle sue Memorie, pubblicate nel 1929 con una prefazione di Ernest Hemingway, che documentano la vita licenziosa della comunità artistica di Montparnasse. Alcol e droga. Dopo aver partecipato ad alcuni film d’avanguardia, Kiki continuò a posare, anche se aveva perso molto del suo fascino. Fu arrestata due volte, nel 1939 e nel 1946, per uso di cocaina, e morì a 51 anni, distrutta dal consumo di alcol e droga. Ancora oggi la foto della sua schiena, come ha spiegato Darius Himes, capo del Dipartimento di fotografia della casa d’aste Christie’s (dove è stata battuta la vendita record), «possiede il durevole influsso e il gioioso erotismo che definiscono il Surrealismo degli Anni ’20». LUCREZIA TORNABUONI: l’uomo dei Medici Nella cappella maggiore di Santa Maria Novella, a Firenze, dal Clemente VII, figlio naturale di Giuliano, e Leone X, figlio di Lorenzo e COURTESY NATIONAL GALLERY OF ART 1485 il pittore Domenico Bigordi detto Ghirlandaio realizzò Clarice. Quando quest’ultimo, il 4 dicembre 1469, assunse il governo alcune scene relative alla Nascita del Battista. Al loro interno, una della Repubblica fiorentina, al suo fianco volle Lucrezia. finta lapide esalta Firenze come “Bellissima per le ricchezze, le vittorie, Due lutti diversi. Nel 1482, alla morte della madre, il Magnifico, i palazzi e prospera grazie alla pace e alla salute”. E se a quel tempo affranto, scrisse alla duchessa di Ferrara che “oltre ad havere la città toscana divenne la capitale del Rinascimento, il merito va perduta una madre, che solo a ricordarla me anche a una delle tre donne che Ghirlandaio rappresenta in visita alla crepa il cuore, io ancora ho perduto uno Madonna: Lucrezia Tornabuoni (nel quadro), nata nel 1427, madre strumento che mi levava di molte fatiche”. di Lorenzo il Magnifico e moglie di Piero de’Medici. Date le precarie Niente a che vedere con l’indifferenza con condizioni di salute del marito, fu lei, definita dal suocero Cosimo cui accolse, sei anni dopo, la morte della “l’unico uomo della famiglia”, a imparare l’arte del governo da dietro le moglie: Lorenzo proseguì il suo soggiorno quinte, distribuendo donazioni a enti benefici, istituzioni, cittadini per alle terme, senza neppure assistere al assicurarsene discretamente il sostegno, convinta che fosse meglio funerale. Di Lucrezia ci rimangono alcuni convincere gli avversari a “leccare piuttosto che a mordere“. Dopo ritratti eseguiti dai migliori artisti del la morte di Cosimo, prese, dietro le quinte, le redini della famiglia, Rinascimento: oltre al Ghirlandaio, Sandro scegliendo come moglie per il figlio Lorenzo la romana Clarice Orsini, Botticelli (è forse lei nel Ritratto di giovane affinché, grazie all’alleanza dinastica, i Medici potessero dare la donna e nella Madonna del Magnificat) e scalata al papato. E così avvenne: Lucrezia fu nonna di due papi, cioè Filippino Lippi.
PRIMO PIANO Enigmatica La donna La Gioconda, il ritratto che ispirò più famoso al mondo, la Gioconda non ha firma né data, non ha ancora ma il più grande un nome. Tutte mistero legato a questa le ipotesi sulla tela resta l’identità della sua misteriosa modella. identità. di Matteo Liberti Qual è il ritratto più famoso di tutti i tempi? Ovunque nel mondo, la risposta sarà probabilmente la stessa: la Monna Lisa di Leonardo, o Gioconda che dir si voglia. Il dipinto, divenuto una vera icona pop, nasconderebbe però ancora un mistero su chi sia la sua vera “musa”. L’esatta identità della donna ritratta, nota per l’enigmatico sorriso e scrutata ogni anno da milioni di persone nella sua teca di vetro al Louvre, è infatti ancora dibattuta. Per saperne di più partiamo da quella che è l’attribuzione canonica, secondo cui la dama sarebbe la nobildonna fiorentina Lisa Gherardini, alias Monna Lisa (il primo termine è un diminutivo di “madonna”, da intendersi come “signora”). INCONGRUENZE. A suggerire che dietro al dipinto di Leonardo si celi la Gherardini fu per primo il pittore e biografo aretino Giorgio Vasari, nella celebre opera Le vite de’ più eccellenti pittori, scultori, e architettori (1550). Secondo la sua versione della vicenda, a commissionare l’opera fu il mercante fiorentino Francesco di Bartolomeo del Giocondo (1465- 1538), il quale volle farvi ritrarre la moglie Lisa (1479-1542), detta anche Gioconda con riferimento al nome del consorte. Tra il 1503 e il 1506, Leonardo elaborò quindi un olio su tavola – di 77×53 centimetri – dall’enorme impatto visivo. Ebbene, nel descriverlo il Vasari si sofferma su alcuni particolari come il disegno delle sopracciglia della donna, e qui cominciano le incongruenze, dal momento che la donna del quadro 60 S
MONDADORI PORTFOLIO MUSA involontaria è priva di ciglia e sopracciglia. Se ne d’immortalare il volto della sua amante particolare. dovrebbe dedurre che la dama non Pacifica Brandani, morta nel 1511 dopo sia Lisa? Non è detto: dopo la prima avergli dato un figlio (Ippolito). Su tutte, si segnalano: la Gioconda realizzazione del dipinto, Leonardo praticò diversi ritocchi (le analisi ai raggi L’artista toscano avrebbe quindi esposta al Prado (Madrid), attribuita a X hanno rivelato tre revisioni), portando messo mano al quadro tra il 1514 e con sé l’opera in Francia quando, nel il 1516, mentre soggiornava a Roma. Francesco Melzi, allievo di Leonardo, 1517, si trasferì ad Amboise su invito Questa teoria, pur suffragata da illustri del sovrano francese Francesco I, che esperti, lascia però molti dubbi inerenti quella dell’Ermitage (San Pietroburgo), acquistò il quadro (finito al Louvre dopo proprio alla datazione, che la maggior la Rivoluzione francese). È dunque parte delle fonti ritengono precedente. realizzata nel Seicento da mano ignota, possibile che il Vasari abbia descritto Allo stesso modo, non reggerebbe la il ritratto sulla base di un resoconto di teoria in base alla quale la fanciulla e la cosiddetta Monna Lisa di Isleworth, altri, facendo riferimento all’aspetto sarebbe un’altra amante di Giuliano de’ originario del dipinto. Medici, Isabella Gualanda (o Gualandi), parte di una collezione privata svizzera e e ancor meno credito hanno ricevuto Certezze però non ne abbiamo, così le ipotesi riguardanti, rispettivamente: attribuita da alcuni allo stesso Leonardo. come non si sa perché Leonardo abbia Bianca Giovanna Sforza, figlia del portato in Francia il dipinto anziché duca di Milano Ludovico il Moro, Insomma, quando si parla di Gioconda lasciarlo al committente. A partire da Caterina Sforza, signora di Imola e queste domande sono emerse varie Forlì, Isabella d’Aragona, duchessa di nulla appare certo. ricostruzioni alternative. Milano, e Costanza d’Avalos, principessa di Francavilla. Senza dimenticare A togliere il sonno agli studiosi è IPOTESI SU IPOTESI. Tra le donne due teorie direttamente connesse a chiamate in ballo quali possibili muse Leonardo: una secondo cui la Gioconda stato anche il paesaggio sullo sfondo. alternative alla Gherardini, spicca il sarebbe un suo autoritratto al femminile; nome di Isabella d’Este, marchesa di l’altra, di natura psicanalitica, che Considerando la cura dell’artista per i Mantova già ritratta da Leonardo attorno vede nella protagonista del dipinto la al 1500, in uno schizzo a carboncino, madre dell’artista, Caterina. Infine, c’è dettagli, molti sostengono che si tratti dopo che questi era stato ospite della chi ha ipotizzato che il ritratto, nella nobildonna, nota mecenate. È quindi versione ultima, non raffiguri alcuna di un luogo preciso, ma anche in tal possibile che la Gioconda sia lei, ma donna in particolare, costituendo una anche in tal caso non mancano le sorta d’immagine idealizzata di volto caso le teorie sono varie. La più nota incongruenze, riguardanti sia il colore femminile, forse con intenti allegorici. dei capelli (quelli di Isabella sarebbero rimanda a un punto dell’Arno oltre le stati chiari) sia i lineamenti del volto, GLI ALTRI MISTERI. Ad accrescere che in vari ritratti della marchesa il fascino della Gioconda – il cui successo campagne di Arezzo, vicino al ponte appaiono diversi. internazionale è esploso dal 1911, quando il quadro fu rubato dall’italiano Buriano (che sarebbe visibile nella parte Ecco allora spuntare un’altra ipotesi, Vincenzo Peruggia, e poi recuperato secondo cui il dipinto sarebbe stato nel 1913 – ha contribuito anche il fatto destra del quadro), mentre lo studio commissionato da Giuliano de’ che ne esistano più copie di eccellente Medici, figlio di Lorenzo il Magnifico. fattura, ognuna diversa in qualche recente di alcune carte geografiche Questi avrebbe chiesto a Leonardo disegnate da Leonardo suggerirebbe che il luogo sia nella campagna pisana, tra i comuni di Calci e Vicopisano. C’è poi chi ritiene che lo sfondo non sia toscano, ma ispirato ad altri luoghi d’Italia. Infine, è sempre viva l’ipotesi che il paesaggio sia frutto della fantasia dell’artista, come potrebbe esserlo lo stesso volto in primo piano. Il doppio alone di mistero ha ulteriormente contribuito al successo del dipinto, ma tra tanti dubbi una certezza forse c’è: qualunque fosse il volto che ha ispirato l’opera, essendo essa stata modificata da Leonardo in quasi ogni parte, è probabile che la vera identità della Gioconda – non volendo credere alla teoria riguardante Lisa Gherardini – possa non essere mai svelata. •
PRIMO PIANO LISAPSEERNPEDIPGIIÙ RRAATNRDICII AKG-IMAGES Dalle donne sfruttate o nascoste a quelle idolatrate, le muse di ogni epoca. Le muse spazio, seppure a carissimo prezzo. per diventare uno dei volti più Gala come Madonna di nascoste Questa biografia analizza gli anni celebri della Gran Bretagna vitto- Port Lligat, di Salvador Dalí Lauretta della sua stagione creativa, sulla riana. Il suo viso di una bellezza (1950). Colonnelli quale incisero fortemente il difficile diafana e malinconica incarnava (Giunti) rapporto con la famiglia, la storia perfettamente gli ideali estetici del se poi la scoperta di una relazione d’amore e odio con il suo maestro movimento preraffaellita. L’incontro con l’architetto Walter Gropius lo Ci sono opere Rodin e il legame con il fratello tra Lizzie e Dante Gabriel Rossetti indusse a rivolgersi al dottor Freud). d’arte che devono Paul, esponente di rilievo di un cat- diede il via a 9 anni di sofferenza, Ma fra i tanti amanti di Alma, il più molto alle figure femminili che vi tolicesimo intransigente. Camille durante i quali la donna attese che morboso fu il pittore Kokoschka. compaiono. Eppure tante di queste finì internata in manicomio, senza il suo amante la portasse all'altare, donne non hanno neppure un più poter esprimersi. mentre Rossetti passava dall’adora- La donna del nome: figure nascoste dall’ombra zione totale ai tradimenti. Quando Caravaggio dell’uomo-artista. L’autrice ha La sua poi si sposarono, Lizzie era indebo- Riccardo ricostruito le vicende biografiche, le infinita lita dalla dipendenza da laudano. Bassani ragioni e i segreti della loro presen- varietà Distrutta dal parto di una bambina (Donzelli) za e ha riportato alla luce storie di S.D. Ryersson, nata morta e dagli adulteri del amore, di violenza e di negazione. M.O Yaccarino marito, si suicidò poco prima di Maddalena Il risultato? Ritratti appassionanti (La Conchiglia) compiere 33 anni. La Siddal fu Antognetti è stata di muse dimenticate, con un ricco anche una poetessa e un’artista di la donna più ritratta di Caravag- apparato di immagini. Per i primi peso. E la sua è una storia appassio- gio, eppure per secoli è rimasta trent’anni del XX secolo, la nante, oltre che tormentata. nell’ombra. Lo studioso Riccardo Dora Maar. marchesa Luisa Casati riuscì a Bassani la restituisce alla storia Nonostante stupire l’Europa con gesti audaci Alma Mahler, dell’arte. Una sera d’estate del Picasso e comportamenti al limite della musa del 1605, a Roma, un uomo di legge A cura di follia. A Venezia passeggiava di secolo. viene aggredito alle spalle e ferito V. Combalia notte vestita della sola pelliccia, Catherine con un colpo di spada. Interrogato, (Skira) al guinzaglio un ghepardo con Sauvet dichiara che a colpirlo è stato Cara- collare tempestato di diamanti. (Odoya) vaggio, con cui qualche sera prima Dora Maar è Artisti come Man Ray e Giovanni aveva avuto un violento alterco a troppo spesso relegata nel ruolo Boldini la ritrassero; Jean Cocteau, Considerata proposito di “Lena, che è donna di di amante e musa tragicamente Ezra Pound e Jack Kerouac la più bella ragazza di Vienna e Michelangelo”. Ma chi era Lena? abbandonata da Picasso. In realtà celebrarono la sua bellezza e con grande seduttrice, Alma Mahler, E perché Caravaggio aveva agito fu una donna molto intelligente, D’Annunzio ebbe una relazione. vera“musa del secolo\", svolse nel così? Per secoli una documentazio- politicamente impegnata, amica Aristocratici e celebrità del corso della sua lunga vita un ruolo ne scarna e reticente ha impedito di Bataille, Breton, Éluard, Man Ray, mondo rimasero sbalorditi dai di primo piano negli ambienti di trovare risposte. Cartier-Bresson. All’artista Dora ricevimenti nelle sue case in Italia artistici di Vienna, Berlino e New Il libro fa luce sull’episodio, Maar è dedicato questo volume, e in Francia. Le folli spese della York. Passò dal pittore Gustav Klimt attraverso un’indagine storica a corredo della mostra veneziana marchesa finirono solo nel 1930, al compositore von Zemlinsky, fino rigorosa e ricchi apparati. E arriva a Nonostante Picasso (2014). Le sue quando si ritrovò con un debito al direttore dell’Opera di Vienna una conclusione: Lena era proprio fotografie così attente alla dispera- pari a 21 milioni di euro attuali. Gustav Mahler, che la sposò (anche Maddalena Antognetti, cortigiana zione dei diseredati, i fotocollage, i di rango e modella di Caravaggio ritratti e l’ironia surrealista svelano Lizzie Siddal, in sette capolavori, della quale un talento visionario. il volto dei si racconta la vita con un lungo Preraffaelliti flashback. Camille Claudel Lucinda Anna Maria Panzera Hawksley (L’Asino d’oro Edizioni) (Odoya) In un contesto come quello tra Elizabeth Siddal XIX e XX secolo, in cui ostacoli (1829-1862) si lasciò alle spalle insormontabili intralciavano la la miseria degli slum londinesi di realizzazione femminile, Camille Southwark, dove faceva la modista, Claudel riuscì a ritagliarsi uno 62
Le scuole entrano in redazione Academy Il sapere visto da vicino Anche la seconda edizione dell’Academy di Focus e Focus Storia, rivolta alle scuole superiori, si è conclusa. Un’esperienza di successo che riprenderà a settembre, per l’anno scolastico 2022/2023. Prenotatevi! I APPUNTAMENTO II APPUNTAMENTO III APPUNTAMENTO IV APPUNTAMENTO LA RIUNIONE L’IDEAZIONE DI UN LA RICERCA LA COPERTINA, DI REDAZIONE ARTICOLO E LA FOTOGRAFICA E I PODCAST RICERCA DELLE FONTI L’IMPAGINAZIONE E IL MONDO DIGITALE Sono finiti gli appuntamenti di quest’anno scolastico possibilità di entrare in contatto con quelle giovani con l’Academy di Focus e Focus Storia, l’iniziativa generazioni che frequentano poco le edicole e la carta ideata dal nostro mensile e che ha preso il via nel 2021. stampata e vivono di Web. Mostrando il nostro lavoro In che cosa consiste? In quattro appuntamenti in cui le (che ha ormai una componente digitale molto scuole vedono in diretta il giornale del mese prendere significativa) vogliamo creare un momento di scambio forma. intergenerazionale. Si può scegliere di seguire Focus o Focus Storia Visto il successo che ha avuto l’iniziativa nella prima collegandosi una volta a settimana, per quattro edizione, per l’anno 2021-2022 abbiamo pensato di settimane, con le redazioni dei rispettivi magazine per “aprire le porte” della redazione a più classi. Questo ci seguire la realizzazione di un giornale di divulgazione ha permesso di raggiungere un numero più alto di scientifica e storica: si partecipa alla riunione di ragazzi collegando contemporaneamente più classi di redazione dove si mettono le basi e si decidono gli istituti diversi. Studenti di Ferrara e di Milano, di argomenti per il numero della rivista; si interagisce con i Lamezia Terme e di Brescia si sono trovati in giornalisti e si segue la ricerca delle fonti a cui collegamento con noi a parlare di scienza e di attingere le notizie; si impara come si fa la ricerca giornalismo scientifico e storico. fotografica e si impagina il giornale; si entra nella Ma non ci fermiamo qui: vogliamo coinvolgere anche grafica animata di Focus, nelle dinamiche del nostro in ulteriori attività i ragazzi che hanno partecipato alla sito, dei social e dei podcast. Fino ad arrivare alla nostra Academy. Lo abbiamo fatto a cominciare dal realizzazione della copertina. Focus Live, il nostro festival annuale al Museo della Ma non si tratta soltanto di assistere passivamente. Tra Scienza e della Tecnologia di Milano, ma abbiamo un collegamento e l’altro i ragazzi hanno l’occasione di in mente altre occasioni. Noi ci stiamo preparando, cimentarsi nello scrivere articoli o interviste che ragazzi, tenetevi pronti anche voi. possono poi essere pubblicati sulle nostre pagine. Ovviamente, visto che il nostro è un giornale di Per iscriversi ai prossimi divulgazione che abbraccia ogni campo del sapere, appuntamenti dell’Academy questa vuol essere per gli studenti non solo di Focus e Focus Storia invia un’email un’occasione in cui capire come lavoriamo, ma anche a: [email protected]. un modo per approfondire con noi gli argomenti di cui L’iscrizione è gratuita. ci occupiamo, per osservare come il mondo della ricerca sia un mondo in continuo progresso. Ed è un’occasione anche per noi che abbiamo la 63 S
CURIOSO PER CASO Massimo Cannoletta, divulgatore, viaggiatore e campione di quiz tv, in queste pagine racconta ogni mese un luogo storico. LA STORIA IN UNA STANZA Il Pera Palace di Istanbul è uno degli hotel più celebrati della vecchia Europa, alle porte dell’Oriente. I suoi corridoi celano misteri e memorie di intrighi. CLEVELAND STATE UNIVERSITY LIBRARY / EVERETT COLLECTION/MONDADORI PORTFOLIO I n greco il termine pera significa“al di là, 1 Tra i capi BRIDGEMAN IMAGES/MONDADORI PORTFOLIO dall’altra parte”. In effetti il quartiere di di Stato Istanbul che oggi chiamiamo Beyoğlu soggiornava quando era in città. Si racconta ospiti del in origine si chiamava Pera proprio per la che proprio qui, al capolinea del viaggio del Pera Palace: sua posizione, al di là delle acque del Corno treno più famoso d’Europa, abbia scritto la regina d’Oro rispetto al nucleo storico dell’antica Assassinio sull’Orient Express, uno dei suoi Elisabetta, Costantinopoli. Basta infatti attraversare romanzi più popolari. Al Pera Palace la Giscard uno degli storici ponti della città turca – scrittrice poteva osservare i passeggeri d’Estaing lasciandosi alle spalle le meraviglie delle appena scesi dal treno e studiarli, in cerca e lo scià di moschee, del Palazzo Topkapi e del Gran di ispirazione. All’hotel è legato anche Persia Reza Bazar – e arrivare sulla sponda opposta l’episodio più misterioso della biografia di Pahlavi per esplorare questo quartiere altrettanto Agatha Christie: il 3 dicembre 1926, dopo interessante. E raggiungere un hotel aver litigato con il marito a causa delle guanto della Christie affinché lo aiutasse ricchissimo di passato, che da esso prende il infedeltà di lui, Agatha scomparve e di lei nel localizzare la giallista scomparsa. nome: il Pera Palace (5). non si seppe più nulla per giorni. Si trovò Agatha Christie fu ritrovata in Inghilterra, AGATHA CHRISTIE. Alla fine del XIX solo la sua auto, abbandonata vicino a una in un hotel di Harrogate, il 14 dicembre secolo i danarosi ospiti dell’Orient Express cava di gesso. successivo. Affermò di non ricordare nulla intraprendevano la traversata del continente La misteriosa sparizione finì su tutti i e di non sapere perché fosse lì. Particolare europeo dopo aver soggiornato nei lussuosi giornali, suscitò un enorme clamore e inquietante: al momento del check-in si hotel parigini. Ritrovavano poi le stesse coinvolse persino Arthur Conan Doyle, era registrata con un nome falso, Neele. atmosfere sontuose a bordo del leggendario padre di Sherlock Holmes. Lo scrittore cercò Non un nome a caso, essendo il cognome convoglio ferroviario e si aspettavano una soluzione all’enigma consultando una dell’amante del marito. Negli anni seguenti ambienti dello stesso livello anche alla fine medium, alla quale si presentò con un la donna si risposò, ma non si seppe mai del viaggio, durante il loro soggiorno a cosa accadde in quei giorni e la vicenda Istanbul. Proprio per loro fu costruito il Pera fu dimenticata. Fino al 1979, anno in cui in occasione dell’uscita del film biografico Palace, inaugurato con un Il segreto di Agatha, venne chiesto a grande ballo nel 1895 una medium (a scopo evidentemente (l’anno a cui si riferisce pubblicitario) di scoprire cosa fosse successo l’illustrazione 1). La in quel lontano1926 . La risposta della stanza più celebre è veggente in trance portò al Pera Palace certamente la 411, dove, secondo le visioni della medium, la dove la regina del Christie aveva nascosto una chiave, che in giallo Agatha effetti fu scoperta sotto le assi del pavimento Christie (2) della camera 411. Ma neanche questo aiutò a svelare il mistero. 2 SPIE E PRESIDENTI. Girando per i corridoi dell’hotel si susseguono camere dedicate ai Il ristorante dell’hotel si clienti più noti: da Greta Garbo a Jacqueline chiama Agatha Restaurant, Kennedy Onassis, da Ernest Hemingway ovviamente in onore di (vi soggiornò quando era un cronista del una delle ospiti più illustri. Toronto Daily Star) alla Alfred Hitchcock La scrittrice soggiornava nella stanza 411 64 S
3 SHUTTERSTOCK Per la sua atmosfera cosmopolita, il quartiere Pera veniva chiamato “la piccola Europa” 4 Suite. Ma il Pera Palace non è stato solo abiti e i suoi occhiali. Atatürk morì nel 1938 nuovo capitolo della storia turca segnato crocevia di personaggi del jet set, della e non poteva immaginare che pochi anni dall’arrivo di Erdogan al potere, l’Hotel Pera, cultura o dello spettacolo. Era frequentato dopo il Pera Palace sarebbe stato teatro di tuttora in attività, conserva gelosamente anche da spie come Mata Hari o l’agente uno spaventoso attentato: l’11 marzo 1941 le testimonianze dei personaggi che vi segreto albanese Elyesa Bazna, che con il una bomba a orologeria contenuta in una hanno soggiornato e si apre come un libro nome in codice di Cicero, agiva per conto valigia esplose nell’hotel, all’epoca popolato di storia a ospiti e visitatori. (Nella foto 3 della Germania nazista. da spie e diplomatici, causando sei vittime e un salotto d’epoca come si presenta oggi e, Una stanza dell’hotel è stata trasformata in numerosi feriti. Durante la Seconda guerra nell’immagine 4, un manifesto promozionale museo e, in quanto memoriale storico della mondiale l’hotel fu anche il centro operativo degli Anni ’30). nazione, può essere visitata anche da chi non dell’Agenzia ebraica per la Palestina, che si è cliente della struttura. È la 101 (6), dedicata occupava di aiutare gli ebrei, perseguitati 6 a Mustafà Kemal Atatürk, primo presidente dal nazismo, a fuggire in Palestina. della Repubblica turca e padre della Turchia APERTO A TUTTI. Dopo avere assistito moderna nata dalle ceneri dell’Impero al succedersi degli ultimi tre sultani, ottomano. Nel 1981, in occasione del alla caduta dell’Impero centesimo anniversario della sua nascita, ottomano, alla nascita la camera dove l’eroe nazionale era solito della Repubblica, a due soggiornare è stata convertita in museo e guerre mondiali e al ospita i suoi cimeli personali: libri, giornali, BRIDGEMAN IMAGES/MONDADORI PORTFOLIO 5 È stato Massimo Cannoletta tiene una il primo rubrica ogni mese anche su hotel della città Focus, che ha un’ampia sezione ad avere di Domande&Risposte, l’elettricità e un ascensore dove svela aneddoti e curiosità elettrico da tutto il mondo.
BATTAGLIE Uomo d’armi Maurizio (539 circa- 602) prese il posto dell’imperatore Tiberio II nel 582, dopo aver guidato l’esercito romano d’Oriente nella guerra contro i Persiani. Nell’altra pagina, Maurizio esilia il comandante Filippico (miniatura dalle Cronache di Costantino Manasse). BRIDGEMAN IMAGES/MONDADORI PORTFOLIO
In guerra per la nuova ROMAdiGastoneBreccia “Dio stesso ha fatto in modo Come combattevano i Bizantini? che fin dal principio il Lo svelano le loro battaglie contro mondo fosse illuminato da i Persiani e il trattato militare due occhi, e precisamente il di un imperatore-condottiero. potentissimo Stato dei Romani e i signori dei Persiani, che sono i più saggi tra i MINIATURE DELLA CRONACA DI MANASSE”, re”. Così esordivano gli ambasciatori persiani presentandosi alla corte di Costantinopoli, nel racconto dello storico bizantino Teofilatto Simocatta (VII secolo). I due imperi, nemici da secoli, si riconoscevano come i soli centri di civiltà superiore, “i due occhi del mondo”, capaci di mettere ordine in un orizzonte sconvolto dalla violenza di popoli “barbari”. Ma un accordo duraturo tra la Nuova Roma e la Persia della dinastia dei Sasanidi restava un miraggio: l’imperatore Giustiniano e Khusru I (o Cosroe I, 531-579) nel 562 avevano firmato una “pace eterna” durata solo 10 anni, e gli eserciti avevano ricominciato a combattersi senza sosta lungo l’estesissima frontiera che dal Mar Nero scendeva attraverso l’Asia Minore Orientale e l’Alta Mesopotamia. MAGISTER MILITUM. Nel giugno lo aveva designato come successore IL “FALCO NERO”. Le sorti del del 582 il genero dell’imperatore al trono, e fu costretto a lasciare il conflitto tornavano così in equilibrio: “i Tiberio II sconfisse i Persiani presso la comando a un suo luogotenente, due occhi del mondo” continuavano a città di Costantina (oggi Sanliurfa, in Giovanni Mystakon. Quest’ultimo non combattersi senza riuscire a conquistare Turchia). Questo condottiero si chiamava solo non riuscì a sfruttare il vantaggio una vittoria decisiva. Il Kardarigan Maurizio e rivestiva la carica di magister acquisito, ma vanificò quanto di cercò di rompere questo equilibro militum per Orientem, un incarico buono aveva fatto Maurizio facendosi invadendo il territorio romano nel 586, delicato che gli dava la responsabilità sorprendere durante l’attraversamento muovendo dalla fortezza di Dara verso di comando in tutta la difficile frontiera del fiume Nymphius, in Arzanene l’interno della provincia di Osroene con l’Impero persiano. Superiore a lui, (Armenia Sud-occidentale), dalle forze (Siria Settentrionale). Il compito di in ordine gerarchico, c’era soltanto il persiane agli ordini di un generale che respingerlo spettava al nuovo magister magister militum praesentalis, ovvero portava il titolo onorifico di Kardarigan militum per Orientem Filippico, cognato l’ufficiale al comando delle truppe della (il “Falco Nero”), di cui le fonti non dell’imperatore, che prese posizione riserva centrale (dislocate di norma hanno tramandato il nome. sul versante settentrionale del Monte in praesentia Augusti, “in presenza dell’imperatore”, ma non si ha più notizia di una loro nomina dopo il regno di Giustiniano). Due mesi dopo, Maurizio fu raggiunto dalla notizia della morte di Tiberio, che 67 S
SECOLO VII DORYPHOROS Cavaliere corazzato della guardia dell’imperatore bizantino, con indosso un elaborato cappuccio e un rivestimento sopra l’elmo. L’armamento romano del periodo è descritto nello Strategikon attribuito a Maurizio. Perché definiamo i Romani d’Oriente anche come Bizantini? In realtà questo è un termine moderno, che i veri “bizantini” non utilizzavano. Si definivano semplicemente “romani”, in quanto sudditi dell’impero romano- cristiano sopravvissuto in Oriente. Una lotta eterna La guerra contro i Persiani non si esaurì con Maurizio. A destra, l’imperatore Eraclio (VII secolo), successore di Foca, attacca un forte persiano, mentre il nemico assedia Costantinopoli. All’imperatore Maurizio (VI secolo) Izla, una bassa cresta collinare Romani una superiore disciplina tattica che sbarrava la strada da Dara nelle manovre sul campo di battaglia: verso il fiume Arzamon (oggi dipendeva dai rispettivi comandanti Zergan, affluente del Khabur, a sfruttare a dovere questi vantaggi per sua volta tributario dell’Eufrate). I decidere l’esito dello scontro. Persiani dovevano assolutamente raggiungere l’Arzamon se volevano All’alba di una domenica d’estate – proseguire la loro avanzata verso giorno scelto dal Karardigan sperando il cuore della Siria: il Kardarigan di approfittare del “riposo” cristiano intendeva sfruttare la propria – Filippico fece uscire l’esercito superiorità numerica attaccando dall’accampamento e lo schierò in prima che da Costantinopoli tre corpi d’armata sul pendio aperto potessero giungere rinforzi. verso la piana di Solachon, attendendo l’assalto nemico. Poco dopo, i Persiani A SOLACHON. Come spesso comparvero lungo la strada da Dara accade, le notizie sull’esatta e abbandonarono l’ordine di marcia, quantità di truppe impegnate sono dividendosi in tre grandi unità speculari piuttosto scarse. Sembra però alla linea di battaglia romana. accertato che entrambi gli eserciti fossero costituiti interamente da Sia Filippico sia il Karardigan si truppe a cavallo, con una prevalenza mantennero al centro, delegando agli di arcieri tra i Persiani e di lancieri ufficiali il comando delle ali, mentre tra i Romani, più alcuni piccoli l’intero esercito persiano avanzò coperto reparti scelti di uomini pesantemente dal tiro degli arcieri. Ma la prima azione vittoriosa fu la carica dei catafratti corazzati (i catafratti) romani dell’ala destra, che arrivarono su entrambi i fronti. a minacciare le retrovie nemiche, dove I Persiani potevano però si dispersero per saccheggiare i carriaggi. vantare una maggiore esperienza nell’impiego Filippico inviò un luogotenente a degli arcieri a cavallo, i riprendere il controllo della cavalleria, ma nel frattempo la possibilità di 68 S
MINIATURE DELLA CRONACA DI MANASSE”, VII SECOLO CAVALIERE SASANIDE L’élite dell’esercito persiano- sasanide era formata dalla cavalleria corazzata, i Savaran. Fra le unità di supporto c’erano: i Paighan (la massa della fanteria), l’élite della fanteria pesante composta da Medi (frombolieri e lanciatori di giavellotto), i Daylamiti, i Kamandaran (arcieri a piedi), truppe cammellate ed elefanti da guerra. Qui sotto, un cavaliere appiedato, come quelli che combatterono a Solachon. è attribuito il trattato Strategikon conquistare un vantaggio era sfumata. ARTE MILITARE. G. ALBERTINI (2) I Persiani, recuperata l’iniziativa e Nemmeno lo scontro contando sulla propria superiorità di Solachon fu però numerica, scatenarono il previsto decisivo. Cinque anni assalto frontale, che il comandante più tardi Maurizio romano riuscì a contenere ordinando riuscì a concludere al corpo d’armata centrale di smontare una pace vantaggiosa, da cavallo e serrare i ranghi, formando che durò comunque solo un muro di scudi. Il centro romano fino alla sua morte (602). sostenne faticosamente l’urto nemico. Aveva combattuto per tutta la A quel punto, approfittando della durata del suo regno ventennale momentanea difficoltà dei Persiani, con alterna fortuna, e solo per costretti a riformare i reparti, Filippico questo meriterebbe un posto di lanciò all’attacco la propria ala sinistra, rilievo nella storia dell’impero. ancora fresca, che comprendeva un Ma il suo nome è legato in contingente di temibili mercenari primis allo Strategikon, il più unni. Intanto, anche la cavalleria importante trattato di arte romana dell’ala destra, tornata a ranghi militare occidentale di epoca compatti, riuscì a serrare verso il centro premoderna. persiano, che venne così a trovarsi bloccato sulla fronte e minacciato su I punti di contatto dello entrambi i fianchi. Strategikon con la tradizione classica, rivendicati nel A quel punto, tra le file dell’esercito proemio, sono in realtà del Kardarigan iniziò a diffondersi il piuttosto labili. L’esercito panico: ben presto i reparti si sfaldarono di cui vengono analizzati e tentarono di abbandonare il campo. l’organizzazione e i possibili Dalla disfatta, pare, si salvarono solo il schieramenti sul campo non Falco Nero e poche centinaia di cavalieri, è un relitto del passato, che difesero vittoriosamente una piccola ma la vera armata romana altura fino a notte. del tardo VI secolo, che 69 S
Nel trattato si LOOK AND LEARN/MONDADORI PORTFOLIO/BRIDGEMANART raccomandava di usare ogni mezzo Cambio al vertice per sconfiggere l’avversario, Maurizio, dopo aver visto i anche i più suoi cinque figli uccisi davanti spregiudicati a lui, sta per essere giustiziato dall’usurpatore Foca, nel 602. l’autore – identificato con Maurizio, il quale potrebbe tuttavia esserne VII SECOLO stato solo il committente – mostra di CLIBANARIUS SASANIDE conoscere a fondo. Rispetto alle opere più antiche, e soprattutto all’Epitoma I catafratti persiani erano temuti rei militaris di Vegezio (fine IV secolo), anche solo per l’aspetto. La forza l’attenzione si è spostata dalla fanteria dell’esercito si basava su questa pesante, vecchia “regina delle battaglie” aristocrazia guerriera, di cui greche e romane, alla cavalleria, che facevano parte membri delle sette costituisce ormai il nerbo dei reparti da famiglie che dominavano la Persia, combattimento. prima fra tutte la casa di Sasan, o Sasanidi. Le loro tenute da battaglia VALE TUTTO. La lettura dello influenzarono quelle degli eserciti Strategikon rivela una concezione vicini: Bizantini, Georgiani, Armeni originale dell’arte della guerra. Accanto e i primi musulmani adeguarono a un estremo tecnicismo, e alla cura le loro cavallerie a quel modello. Il posta nell’esposizione di particolari disegno si basa sulla statua di Taq-i apparentemente secondari, il suo Bustan e raffigura un clibanarius, autore insiste sull’uso consapevole apice delle truppe catafratte. e spregiudicato di tutti i possibili espedienti utili a sconfiggere il nemico: imboscate, attacchi di sorpresa, incursioni notturne, uso di spie, corruzione, intimidazione, false offerte di pace. Non vi è alcun accenno all’eventuale osservanza di regole, nessuna remora nell’impiegare ogni mezzo disponibile, perché la guerra va limitata e risolta nel modo più rapido e indolore, tanto meglio se si riesce a evitare l’uso diretto della forza. Non si tratta della ripetizione della massima di Vegezio che consiglia il ricorso alla battaglia solo in casi estremi, perché “nello scontro in campo aperto conta più la fortuna del 70 S
valore” (Epitoma rei militaris, III, 26). V SECOLO Chi era l’imperatore Nelle pagine dello Strategikon si trova CAVALIERE BIZANTINO Maurizio? infatti un costante richiamo al senso di responsabilità che deve guidare il Un cavaliere della Schola Maurizio guidò l’Impero bizantino, comandante, il quale è tenuto a rendere armaturarum seniorum. Negli la Roma d’Oriente, a partire dal conto delle proprie azioni alla collettività eserciti romani tardoantichi 582. Ottimo generale, condusse con e a non lasciarsi accecare dal desiderio esistevano varie unità di successo campagne contro i Persiani, di gloria personale, dall’irruenza, cavalleria pesante chiamate costringendo nel 591 il re sasanide dall’eccessiva fiducia nei propri mezzi. indifferentemente catafratti o Cosroe II (dopo averlo sostenuto clibanari, dotate di armature di contro un usurpatore) a riconoscere la ADATTARSI. L’aspetto più varie fogge e differenti stili. Queste supremazia romana. tenute potevano essere molto L’imperatore fu meno fortunato interessante, nell’opera attribuita a simili a quelle dei corrispettivi in Occidente. Privo delle risorse persiani, i reparti catafratti iranici: necessarie a contrastare Maurizio, è il nuovo “relativismo per esempio, completamente efficacemente l’avanzata longobarda in metallo o con elementi in in Italia, affidata al governo dell’esarca militare” dell’Impero d’Oriente. Nello cuoio indurito, come l’armatura di Ravenna, Maurizio concentrò gli muscolare qui illustrata. sforzi sulla difesa della frontiera Strategikon, infatti, non rimane traccia danubiana, minacciata dagli Avari. Rivolta. Dopo anni di duri del tradizionale complesso di superiorità combattimenti, i ritardi nella corresponsione del soldo e la greco-romano nei confronti dei barbari. prospettiva di un’altra campagna invernale diffusero il malcontento L’autore non fa più cenno alla volontà nell’esercito: ne trasse vantaggio un oscuro centurione di nome Foca, che di imporre lo scontro frontale risolutivo, si mise a capo delle truppe in rivolta e riuscì a rovesciare Maurizio, presto mentre dedica grande attenzione a assassinato assieme alla famiglia. Foca si fece proclamare imperatore valutare le caratteristiche degli avversari nel novembre del 602. e invita il comandante a cercare di 71 sfruttarne i punti deboli. S L’intero XI libro, intitolato Come adattarsi ai nemici, è un originalissimo trattato di etnografia militare che prende in esame, uno dopo l’altro, i popoli ostili: l’idea è che bisogna modificare il proprio comportamento tattico a seconda del modo in cui combattono gli altri. Come ha scritto lo storico britannico Robert Lyman, «è un approccio alla guerra che sta in forte contrasto con la semplice idea di opporre la forza alla forza, in una sorta di braccio di ferro col nemico. Un buon comandante apprezza soprattutto le virtù dell’astuzia; cerca senza vergogna di confondere e ingannare il nemico, e basa i propri piani sull’inesorabile sfruttamento delle debolezze dell’avversario». Lyman si riferisce al generale britannico Bill Slim, vincitore della campagna di Birmania nel 1945, ma sarebbe difficile descrivere meglio la concezione dell’arte militare propria dell’autore dello Strategikon: una prova della sorprendente modernità dell’arte della guerra della Nuova Roma e del valore di questo trattato scritto alla fine del VI secolo. Un valore di cui erano ben consapevoli i sovrani di Costantinopoli, visto G. ALBERTINI (2) che lo Strategikon rimase a lungo il testo di riferimento per l’arte militare dell’Impero d’Oriente, sempre citato nei secoli successivi. •
FAR WEST LA STRANA Lo sceriffo Pat Garrett si macchiò Guardie e ladri della colpa di aver ucciso a tradimento La ricostruzione della il (presunto) amico storia di Billy the Kid sul Billy the Kid. Ma Fort Worth Star-Telegram, chi era il buono e il giornale più diffuso chi il cattivo? nella zona di Dallas, è esposta al Billy the Kid di Osvaldo Baldacci Museum di Hico (Texas). Nell’altra pagina, la foto più nota di Billy the Kid. “ Q uién es?”. “Chi c’è?”. Non arrivò risposta, solo due colpi di pistola che lo fulminarono. Billy the Kid parlava spesso in spagnolo, soprattutto a Fort Sumner, dove la maggior parte degli abitanti era di origine messicana. Anche le sue ultime parole furono in spagnolo: Billy stava entrando di notte nella casa dell’amico Pete Maxwell, padre di una delle sue señoritas. Ma nel buio lo aspettava una sua vecchia conoscenza, lo sceriffo Pat Garrett, che gli aveva dato la caccia in lungo e in largo e ora lo trovava lì, inerme. Garrett non lanciò sfide, non propose duelli sotto il sole, e nemmeno dichiarò in arresto il giovane ricercato. Senza esitare fece fuoco con la sua Frontier Colt, mettendo così fine all’avventurosa vita di Billy the Kid. Per quei colpi al buio e per aver tradito il presunto amico Billy, Garrett si guadagnò il soprannome di “Giuda della frontiera”. Quella del duo Garrett-Kid è una delle “leggende” più note del Far West: nei due il confine fra eroe e fuorilegge è molto labile. «Pat Garrett», spiega Luca Barbieri, autore di La Legge del più forte. Storia dei pistoleri del Far West (Odoya), «lo sceriffo, paladino della giustizia, additato come traditore, non vantava certo una vita irreprensibile, ma rappresentava lo sforzo di “sistemarsi” in un mondo senza leggi che ha bisogno di essere “ripulito” dal caos. Il personaggio di Billy the Kid invece esprimeva proprio quell’anarchia, quell’anelito di libertà 72 S
COPPIA 7S3 MONDADORI PORTFOLIO (2)
La carriera di che era anche una ribellione allo status quo MONDADORI PORTFOLIO Pat Garrett... imposto da ricchi e potenti». Anche per questo era amato dai messicani. un bicchiere di whisky in mano – Pat Garrett Patrick Floyd Garrett incontrò Billy the Kid. Ma questo non vuol dire nacque il 5 giugno NEMICI O AMICI? La storia della che fossero amici. 1850 in Alabama. coppia più controversa del Far West Nel 1869 cominciò a è tornata alla ribalta grazie ad alcune TIRO MANCINO. Quando lo sceriffo di partecipare alle grandi fotografie riemerse dal passato. Finora, Lincoln, William Brady, rifiutò di arrestare gli cacce al bisonte in Texas, infatti, una sola immagine di Billy the Kid assassini di Tunstall, Kid e i suoi uccisero in fino al 1877. Uccise il suo era stata riconosciuta come autentica. Ora, una sparatoria tre uomini della banda rivale, lo primo uomo a 28 anni, una delle fotografie ritrovate, il cui valore per legittima difesa pare. è stimato intorno ai 10 milioni di dollari, sceriffo stesso e il suo vice George Nel New Mexico gestì un ritrae Billy the Kid insieme a un gruppo di Hindman. L’uccisione di uno sceriffo saloon ma cadde nella uomini, tra cui Pat Garrett. Si tratta della – per quanto corrotto – fu la goccia trappola dell’alcol, vizio prova definitiva dell’amicizia tra i due che fece traboccare il vaso e Billy a da cui si salvò grazie a pistoleri, di cui si è sempre parlato? «Non quel punto diventò un latitante. una giovane donna, che sappiamo se la foto rappresenti davvero i Il destino di Garrett, arrivato a sposò. La ragazza morì due», afferma Omar Vicari, esperto del sito trent’anni, andava nella direzione dopo un anno e Garrett Farwest.it. «All’epoca chi viveva ai limiti opposta: il 2 novembre 1880, dopo ne sposò la sorella, da cui della legalità non amava farsi immortalare: una vita ai limiti della legalità, fu avrebbe poi avuto nove una foto, infatti, poteva rivelarsi fatale per scelto come sceriffo della Contea di figli. Da gestore di saloon chi voleva far perdere le proprie tracce». Lincoln, con il compito di ripulire frequentava clienti di Di sicuro però le storie dei due cowboy si la zona dai banditi che razziavano dubbia fama e fu così incrociarono nella Contea di Lincoln, New che entrò in contatto Mexico, che divenne famosa per la Guerra con Billy the Kid. Ma le del bestiame, una serie di scontri tra loro vite presero strade rancheros e cowboy rivali, il cui bilancio diverse. fu di 300 vittime. La svolta. Pat diventò sceriffo della Contea di Billy the Kid divenne protagonista Lincoln con l’obiettivo di quel conflitto nel 1878, quando fu di“ripulirla”. Voleva assassinato John Tunstall, l’allevatore affermarsi come uomo per cui lavorava, un uomo che per lui era rispettabile e cominciare stato come un padre. Dopo l’omicidio, una carriera politica. insieme ad altri dipendenti del ranch, Affrontò più volte la Billy formò una banda, i Regolatori, allo scopo di banda di Billy the Kid, vendicarlo, dando così il via alla più sanguinaria fino a ucciderlo. Questo faida del West. Intanto, proprio a Lincoln, Pat successo lo rese celebre, Garrett, ex cacciatore di bisonti, gestiva un anche grazie al libro che saloon, intrattenendo rapporti con una clientela lui stesso scrisse, e tornò poco raccomandabile. E fu probabilmente nel nel New Mexico da ricco suo saloon, dove beveva e giocava pesante, ranchero. che – seduti a un fumoso tavolo di poker con Riprese però a bere e si diede al gioco, finché il 29 febbraio 1908 venne assassinato (v. riquadro a destra). Valore inestimabile A sinistra, lo scatto ritrae Pat Garrett (a destra) e Billy the Kid (il secondo a sinistra, dietro). La foto comprata in un mercatino per 10 dollari nel 2011, oggi vale 10 milioni. 74 S
Il rapporto tra il bandito più ...e l’uscita di scena famoso del West e lo sceriffo di Secondo la versione Lincoln era un misto di stima ufficialmente accettata allora, Pat Garrett fu ucciso da reciproca e continue sfide Wayne Brazel durante una lite per questioni di affari. Ma la dinamica di quella morte resta le mandrie dei proprietari terrieri. Tra i banditi, AGGUATO NOTTURNO. Il 28 aprile controversa: Garrett fu gliene segnalarono uno più pericoloso degli altri: il bandito riuscì a procurarsi un fucile raggiunto da un colpo si diceva avesse già ucciso 21 uomini, uno per (evidentemente godeva ancora delle amicizie alla nuca e da uno alla ogni anno di vita. Era Billy the Kid, l’uomo che le “giuste”) e dalla finestra del tribunale uccise i schiena, fu ritrovato con autorità volevano vivo o morto. «Il fatto che quei due vicesceriffi che montavano la guardia. Poi i pantaloni sbottonati e senza aver tolto il tipi fossero stati compagni di bevute», sostiene (ma che sia andata così è tutto da dimostrare) guanto dalla mano destra, quella con cui Vicari, «non rappresentava un problema. Anzi, saltò a cavallo e si allontanò cantando a impugnava le armi. fu un elemento a favore di Garrett, perché li squarciagola. Tutti pensavano che fosse scappato Quindi apparentemente conosceva e poteva individuarli». in Messico, ma Garrett si rimise sulle sue tracce. fu ucciso a tradimento, E lo ritrovò a Fort Sumner, nei luoghi che aveva Mentre Garrett otteneva il suo incarico, la banda dei Regolatori fu sorpresa in una fattoria sempre frequentato. durante una sosta presso White Oaks. Ci fu uno scontro a fuoco, le La fine è nota. Kid, che allora aveva solo 21 per urinare nel corso del viaggio che stava forze dell’ordine ebbero la peggio mentre Garrett anni, passò la serata festeggiando. Secondo facendo, a bordo di un carro, con Wayne Brazel perse solo uno dei suoi uomini. Garrett braccò i alcuni fu il figlio maschio dei Maxwell a tradirlo, e Carl Adamson. Brazel fuorilegge fino a Fort Sumner, dove il 19 dicembre perché non gradiva la relazione del bandito si autoaccusò di aver la situazione si rovesciò: gli uomini di Billy the con la sorella Paulita. Non è certo se Garrett sparato a Garrett, per Kid furono quasi sopraffatti, Tom O’Foliard, tese a Billy una vera e propria imboscata o se un membro della banda, fu ucciso e gli altri si invece fosse andato nella casa dei Maxwell per legittima difesa (anche se“preventiva”, per sua rifugiarono nella fattoria di Stinking Springs. Lì altre ragioni. Fatto sta che quando riconobbe la stessa ammissione). Il processo. La giuria arrivò anche Garrett. voce di Billy, Pat non esitò a sparargli al buio, – per nulla imparziale Si narra che lo sceriffo iniziò a cucinare davanti uccidendolo sul colpo. In quel momento nacque – riconobbe la la leggenda del tradimento. responsabilità di Brazel, alla porta di casa, “invitando” Billy a colazione. Kid, in trappola, si consegnò. A Mesida, Fu lo stesso Garrett il primo a ripercorrere la nell’aprile 1881, fu processato e condannato storia di Billy the Kid, esaltando il rivale, di cui ma lo assolse. I familiari all’impiccagione per l’omicidio dello sceriffo scrisse che “era bene accolto in particolare dai di Garrett, invece, hanno sempre sostenuto che a Brady. Fu l’unico condannato per la Guerra del derelitti, dei quali era il campione, il difensore, il premere il grilletto fosse stato Carl Adamson. bestiame, ma Billy non vide mai la forca. benefattore, il braccio destro”. • Ma circola anche un’altra voce, che alimenta il giallo. Proprio in quei giorni c’era nella zona Jim Miller, il killer a Morte certa, tomba incerta pagamento più famoso a quei tempi. Fu lui a Su un personaggio come Billy the Kid MONDADORI PORTFOLIO freddare Pat Garrett? era scontato fiorisse la leggenda. E Il giustiziere che aveva dopo la sua scomparsa si diffuse anche ucciso Billy the Kid la voce che in realtà non fosse morto, ma fu, forse, a sua volta che si fosse trattato di una montatura, vittima di un agguato a con Garrett a prendersi meriti e taglie tradimento. che non aveva conquistato. Una versione poco verosimile, ma alimentata dalla strana sorte toccata alla tomba di Billy. Ipotesi. Nell’ottobre 1904, il fiume Pecos esondò sommergendo Fort Sumner e il cimitero in cui era stato seppellito il bandito. Da allora alcuni ipotizzarono che la sua tomba fosse stata travolta dalla piena delle acque e fosse andata Vivo o morto? perduta. In realtà, la tomba si salvò e fu Ecco come si presenta oggi la tomba di William Henry identificata da Pat Garrett in persona nel Roberts, ritenuto da alcuni 1905, e poi negli anni successivi da altri uomini che avevano partecipato alla il vero nome di Billy the Kid. Nell’altra pagina, in alto, sepoltura del pistolero. Billy the Kid è la taglia su Billy the Kid, ancora là, vicino a dove fu ucciso. stampata il 1° luglio 1877. 75 S
FAMIGLIE REALI Principi RIBELLI Incompresa Giovanna la Pazza in un dipinto di Francisco Pradilla Ortiz (1877). Le sue intemperanze e le ambizioni del marito (qui il suo funerale), del padre e del figlio la condannarono a una vita miserabile. A destra, Caracalla con i genitori Settimio Severo e Giulia Domna. Manca Geta, il fratello che lui eliminò e di cui furono cancellate tutte le immagini.
Giovanna ALBUM / MONDADORI PORTFOLIO Nel corso dei secoli non sono di Castiglia mancati principi e principesse pronti a ribellarsi alle leggi della successione al trono e a dare scandalo con i loro comportamenti. Che cosa hanno combinato? Davvero di tutto! di Roberto Roveda G li scandali e le turbolenze maschio, Andrea, a causa dei suoi alla corte d’Inghilterra legami, mai chiariti del tutto, con non sono certo cominciati Jeffrey Epstein, finanziere americano negli ultimi anni, con la condannato per gravi reati sessuali. ribellione di Harry (v. articolo nelle pagine successive) e Meghan. La regina Insomma, per i regnanti i parenti Elisabetta, infatti, ha avuto i suoi possono essere veramente serpenti problemi già con la sorella Margaret, oggi e ancora di più nei secoli passati. da sempre insoddisfatta per il ruolo In fondo, essere parte di una dinastia subalterno che la sorte le aveva reale offre indubbi privilegi ma impone assegnato. Margaret era perennemente anche – e imponeva ancora di più al centro dell’attenzione dei media in passato – regole e restrizioni alla per la sua condotta poco “regale” libertà. Soprattutto si è alla mercé dei contrassegnata da avventure amorose, genitori o dei fratelli maggiori e quindi un divorzio e abuso di alcool. In tempi la spinta a ribellarsi è veramente forte. più recenti a dare enormi grattacapi ad Elisabetta è stato il secondo figlio ANTICHE AMBIZIONI. Il primo esempio di principe turbolento ce lo Caracalla offre il più grande di tutti: Alessandro Magno. Il futuro re di Macedonia ebbe un rapporto a dir poco problematico/MONDADORI PORTFOLIO/BRIDGEMANART con il padre Filippo II. Erede al trono designato, il ragazzo cominciò ben presto a mordere il freno e si mise in aperta competizione con il genitore. Quando poi Filippo si sposò con Cleopatra Euridice, nel 338 a.C., il giovane principe ebbe il timore di perdere il diritto alla corona e si ribellò apertamente al padre, subendo una condanna all’esilio. Nonostante i tentativi di riappacificazione i rapporti tra genitore e figlio rimasero tesi e ci sono storici che ritengono possibile una partecipazione di Alessandro alla congiura che portò all’assassinio di Filippo nel 336 a.C. Nemmeno nell’Impero romano mancarono gli scontri all’interno delle famiglie imperiali. Tanto che alla fine del I secolo d.C. venne introdotto il 77 S
Alessandro Grandi mire MONDADORI PORTFOLIO/FOTOTECA GILARDI CONTRO IL PADRE. Nel Medioevo, le intemperanze principesche Alessandro Magno abbondarono. A ribellarsi fu, per (356-323 a.C.) in esempio, il primogenito di Federico un dettaglio della II di Svevia, Enrico. Nato nel 1212, Battaglia di Isso, visse infanzia e adolescenza in frammento del Germania, lontano dal padre che mosaico di Pompei risiedeva nell’Italia Meridionale. Questa in cui il re macedone lontananza, assieme alla paura di combatte contro non essere più considerato l’erede al il persiano Dario III. trono, dato che a Federico II i figli non mancavano, fece crescere in Enrico un Il principio dinastico ha sempre sordo rancore. Divenne un sovversivo, creato tensioni fra gli eredi. alleato dei feudatari tedeschi che Finite, talvolta, nel sangue tramavano contro il padre. Si arrivò alla guerra aperta ed Enrico, sconfitto, principato adottivo: il Cesare di turno La ripresa del principio dinastico fu prima condannato a morte e poi sceglieva il suo successore non tra i ripropose anche le tensioni tra gli eredi alla prigione a vita. Passò i suoi ultimi consanguinei, bensì adottando colui che al trono all’interno della stessa famiglia. anni ammalato di lebbra, trascinandosi considerava il più adatto a governare. Settimio Severo, imperatore dal 193 di prigione in prigione, fino a che non al 211, pensò di risolvere la questione decise di gettarsi da un dirupo per farla A rompere questa tradizione e far lasciando l’impero in eredità a entrambi finita, nel 1232. tornare in auge il diritto di sangue i figli: Caracalla e Geta. Ma alla morte fu l’imperatore Marco Aurelio, che del padre Caracalla dimostrò subito Qualche decennio prima, a ribellarsi associò al trono il figlio Commodo, di non tollerare rivali. Odiava Geta, contro il padre, il terribile e dispotico nonostante fosse ben nota la sua che considerava il cocco della madre, Enrico II d’Inghilterra, era stato un indole violenta e inadatta al governo. Giulia Domna, e decise di ucciderlo. altro Enrico, detto il Giovane, anch’egli Secondo alcuni, Commodo ricambiò Nonostante la difesa di Giulia Domna, primogenito. Nel 1173 scappò alla corte il padre affrettandone la morte mentre che rimase ferita a sua volta, Geta del re di Francia deciso a spodestare il giaceva malato in una tenda di un venne trucidato a colpi di spada nel 211. genitore che lo aveva associato al trono, accampamento militare presso Vienna. ma non gli lasciava decidere neppure cosa indossare al mattino. Ad aiutarlo nella ribellione fu la madre, l’ambiziosa Eleonora d’Aquitania. Al principe ribelle si unirono anche i fratelli Goffredo e Riccardo, il futuro Cuor di leone. Il sovrano però non era persona da lasciarsi spaventare da giovani senza esperienza. Inviò un esercito e nel giro di pochi mesi costrinse Enrico il Giovane a invocare perdono in ginocchio, seguito presto dai fratelli. Enrico II accettò il pentimento, ma tolse il governo dei loro feudi ai figli. Eleonora d’Aquitania, invece, passò i successivi quindici anni prigioniera del marito. INADATTI AL GOVERNO. Ci sono poi principesse e principi che i genitori stessi consideravano inadatti al governo. Pensiamo alla vicenda di Giovanna di Castiglia, meglio nota come Giovanna la Pazza. Fin da quando era adolescente la madre, Isabella di Castiglia, e il padre, Ferdinando d’Aragona, la considerarono inaffidabile, perché dominata dal suo temperamento passionale. Alternava, infatti, eccessi di violenza e passioni irrefrenabili per chi sapeva conquistare le sue grazie. I genitori le contestavano la scarsa attenzione 78 S
Enrico BRIDGEMAN IMAGES Don Carlos /MONDADORI PORTFOLIO/BRIDGEMANART di Filippo il Bello nel 1506 fu un Padri ingombranti /MONDADORI PORTFOLIO/BRIDGEMANART trauma per Giovanna che non voleva Vita romanzata separarsi fisicamente dal feretro del Scena dell’incoronazione di Enrico marito e si chiuse totalmente nel suo il Giovane (sulla destra) con il Il principe Don Carlos insidia dolore, disinteressandosi degli affari padre Enrico II (con la barba). Sotto, la matrigna, Elisabetta, e viene di Stato. Ne approfittarono prima il Commodo come Ercole, in un sorpreso da padre, re Filippo, che padre, Ferdinando, e poi il figlio, il busto in marmo del II secolo d.C. si vendicherà: ma la presunta futuro Carlo V, che la confinarono in relazione è pura fantasia. monastero e le tolsero la corona di Commodo per la ragion di Stato e per la religione Castiglia. cattolica (effettivamente Giovanna mal tollerava la soffocante ritualità imposta Un altro principe spagnolo considerato dalla madre) e le loro preoccupazioni inadatto alla corona fu Don Carlos aumentarono quando la principessa (1545-1568), primogenito di Filippo II di sposò nel 1496 Filippo il Bello Spagna. Fin da bambino l’erede al trono d’Asburgo, che regnava sulla Borgogna. si mostrò caratterialmente instabile e capace di atti di incredibile crudeltà. Giovanna era l’erede al trono di Già a nove anni era solito aggredire Castiglia, ma si dimostrò soprattutto e torturare le compagne di gioco e, una donna follemente innamorata divenuto più grande, cercò di gettare del marito che, anche se inizialmente dalla finestra il suo confessore, venendo attratto da lei, era più interessato a stento fermato dai servi. Insofferente ai propri interessi dinastici e non alla disciplina entrò in contrasto esitava a manipolarla per farla agire in con il padre, inflessibile tutore proprio favore. La morte improvvisa dell’ordine, dell’etichetta e della religione cattolica. Col tempo, Don Carlos divenne sempre più ribelle, progettando addirittura una fuga verso l’Italia oppure le Fiandre e unendosi a una congiura contro Filippo. Giudicato insano di mente, venne imprigionato in una torre e sottoposto a strettissima sorveglianza. Morì dopo una breve reclusione e la concomitanza della sua morte con quella, di poco posteriore, della sua giovane matrigna Isabella fece nascere la leggenda che i due fossero stati vittime della gelosia di Filippo II. 79 S
Maria José, spina nel fianco del re e del duce Una principessa fuori dagli schemi è stata la consorte il suo attivismo politico, annunci con i quali il Führer coinvolti. L’attività cospiratoria dell’ultimo re d’Italia, Umberto che la portava a mantenere prefigurava l’invasione dei di Maria José durante la guerra II, come ci racconta Luciano contatti con esponenti territori cecoslovacchi abitati fu particolarmente vivace. Regolo nel recente Maria José. dell’antifascismo, e l’odio da tedeschi, del varo delle La principessa incontrava Regina indomita (Ares Edizioni). per i tedeschi, le inimicarono leggi razziali che indignarono esponenti dell’opposizione, Nata in Belgio nel 1906, sposò Mussolini e il regime. Maria José. La principessa fu al giornalisti e intellettuali, l’erede dei Savoia nel 1930. Colpo di Stato. Nel libro di centro di un complotto volto a qualcuno antifascista convinto, Intelligente, anticonformista, Regolo viene raccontato eliminare il fascismo e liberarsi qualcuno fascista deluso. ambiziosa, Maria José era anche un episodio poco di Mussolini, per impedire Questo attivismo si accentuò malvista dal suocero, l’ottuso conosciuto risalente al 1938. lo scoppio della guerra: una nel corso del conflitto, Vittorio Emanuele III, e Era l’anno dell’annessione manovra che non fu messa in provocando l’irritazione ignorata dal marito. Inoltre, nazista dell’Austria, della atto per la scarsa convinzione sempre maggiore di Vittorio visita di Hitler a Roma, degli di alcuni dei personaggi Emanuele III. Luigi e Filippo Due anni di differenza Madame de Lansac, governante di corte, con i piccoli Luigi (1638-1715, futuro Re Sole) e Filippo (1640-1701, anche nel ritratto qui sotto). BRIDGEMAN IMAGES/MONDADORI PORTFOLIO MONDADORI PORTFOLIO/FOTOTECA GILARDI Filippo d’Orléans Filippo, fratello ALL’OMBRA DEL RE SOLE. la prodigalità, un po’ perché sul campo del Re Sole, Complesso fu anche il rapporto tra sperperò fiumi Luigi XIV di Francia e suo fratello di battaglia mostrò un talento militare di denaro in minore, Filippo d’Orléans. Il sovrano feste e vizi. non tollerava rivali, tantomeno in che mancava a Luigi. Dopo avere Ma al sovrano famiglia, e fece di tutto per evitare che andava bene così il consanguineo potesse diventare una ottenuto una grande vittoria contro minaccia. Il rischio esisteva, non fosse altro perché Filippo non passava certo gli olandesi nel 1677, Filippo venne inosservato. Apertamente omossessuale, amava presentarsi alle feste vestito così sollevato dal comando e venne da donna, con tanto di gioielli e viso truccato. Sapeva anche farsi ben volere, obbligato dal Re Sole a disinteressarsi un po’ per la sua generosità che sfiorava degli affari di Stato. Monsieur, come veniva chiamato Filippo, era troppo intelligente per non capire l’antifona e da quel momento si concentrò sulla vita mondana, spendendo fiumi di denaro in divertimenti. Salvando così, probabilmente, la propria testa. • 80 S
Harry, il Numero Due Dal nuovo libro di Antonio Caprarica, William & Harry, che analizza l’intenso rapporto di affetto e parentela che ha saldato le vite dei due principi, pubblichiamo un estratto che racconta le ripetute discriminazioni subite da Harry in quanto “erede di scorta”. D iana era acutamente di Antonio Caprarica Purtroppo, la persona il cui parere consapevole che una delle principali difficoltà di ogni Centennial, e si portò a casa un altro valeva maggiormente per la famiglia famiglia reale è il problema riconoscimento. del Numero Uno e Numero Due. Come tendeva a prestare scarsa attenzione ai osservò in un’intervista, «i primogeniti Stando alla testimonianza di un reali possono prendersi tutta la ex stalliere di Balmoral, «William a risultati del Ricambio, [...]. Era il fratello gloria ma i secondogeniti godono cavallo era davvero stupefacente, sin di maggiore libertà. Solo quando dai primissimi inizi. Ma Harry era de maggiore che la inorgogliva e di cui sarà molto più grande Harry capirà cisamente il migliore dei due. Il primo quanto è stato fortunato a non essere era molto metodico, molto determinato, vantava le gesta con amici e conoscenti. il maggiore». In realtà si sbagliava, e si esercitava, si esercitava finché non perché entrambi i bambini si resero faceva la cosa giusta. Invece Harry A un picnic, Sua Maestà fu sentita lodare conto assai precocemente delle semplicemente si buttava. Era uno che differenze nel loro destino [...]. Per imparava in fretta, penso, in termini superlativi la postura evitare che il più piccolo venisse su ed era senz’altro pronto a prendersi più nell’invidia o nel risentimento, Diana rischi [...]». di William sul cavallo, nonché il suo si fece un punto d’onore, con il pieno accordo di Carlo, di far crescere i due totale controllo della cavalcatura, al fratelli su un piede di assoluta parità, controllando che perfino nelle foto punto di sminuire la sua stessa abilità: apparissero sempre, il più possibile, come uguali [...]. una volta, raccontò, per stargli dietro era quasi finita in un fosso con il suo cavallo. INOSSERVATO. Gli sforzi di Diana MONDADORI PORTFOLIO/ZUMA PRESS si scontravano con la realtà e con le incrostazioni della tradizione. Era un Insieme dato di fatto che tutta l’attenzione della famiglia si concentrava William e Harry sull’erede. I suoi successi venivano all’inaugurazione ingigantiti, mentre quelli del della statua della fratellino passavano generalmente principessa Diana al inosservati. Kensington Palace di Londra (luglio 2021). Entrambi avevano ereditato dal ramo paterno la passione per i cavalli e un’innata abilità di cavallerizzi. William a quattro anni galoppava a pelo sul suo pony Trigger. Ma Harry non era da meno. Alla stessa età, lui fu addirittura iscritto a una competizione sotto il nome di Harry Cox e guadagnò il primo premio. L’anno dopo, saltò in sella all’irrequieto puledro del padre, 81 S
Sognante TIM ROOKE/SHUTTERSTOCK lei voleva essere sicura, come regina e come nonna, che stesse bene. Purtroppo, Harry con i suoi idoli: le Spice Girls, nel sapeva perfettamente che questo era un 1997. Harry conobbe le cantanti durante grande punto interrogativo. Immaginava un viaggio in Sudafrica con il padre. Nella benissimo l’impatto che aveva sulla sua foto ci sono anche Carlo e Thabo Mbeki, giovane vita l’inferno rappresentato dal che due anni dopo sarebbe diventato matrimonio dei suoi genitori, e questo presidente del Sudafrica. era per lei fonte di preoccupazione costante. Che non sembrava estendersi Tutte le attenzioni della famiglia minimamente, tuttavia, alla sorte del reale, a cominciare dalla regina fratello più piccolo. Elisabetta, erano per William Qui è prezioso il ricordo di uno degli NONNE INGIUSTE. La Regina Madre ferito nel profondo il piccolo era assistenti segretari privati di Carlo, che era un altro membro fondamentale quella inaugurata quando William assicura come Harry non sia mai stato della famiglia che aveva occhi solo per aveva appena cinque anni. Sua Maestà nei pensieri della nonna allo stesso William. Quando invitava i bisnipoti cominciò a invitarlo regolarmente modo del fratello maggiore. «È che per un tè nella sua sontuosa residenza, per prendere assieme il tè in William sarebbe diventato re, quindi lui Clarence House, la Queen Mum faceva quella che era essenzialmente una era quello che contava. Harry era sempre sedere accanto a sé il più grande, con lezione privata nell’arte della regali messo da parte.» Non solo nei primi cui chiacchierava deliziata. L’altro tà. Nel corso dell’appuntamento anni, ma anche nell’età più delicata veniva fatto accomodare a dieci metri settimanale, la nonna non mancava dell’adolescenza [...]. di distanza, all’angolo opposto del di controllare i progressi scolastici del salone. In più di un’occasione la servitù nipote, di informarsi sui suoi amici ETON, ARRIVO! Kate per esempio porgeva il vassoio dei sandwich alla e i suoi interessi, o di dargli qualche fu colpita, nei suoi primi incontri con la vecchia regina e a William, ma non incoraggiamento quando le sembrava famiglia reale, dall’intesa perfetta che a Harry. Anche se cercava di non opportuno [...]. c’era tra Carlo e William, mentre Harry piangere o protestare, lui ne soffriva, appariva regolarmente trascurato dal com’è facile immaginare [...]. Per Elisabetta quel bambino era il padre e lasciato in un angolo. Questi Un’abitudine che avrà certamente prescelto per guidare un giorno la sgarbi, ammesso pure che fossero monarchia nel Ventunesimo secolo, e inconsapevoli, ferivano profondamente i sentimenti del ragazzo [...]. Nonostante gli sforzi della madre, era evidente che per il resto della famiglia reale lui contava di meno, e questo finì con il minarne la fiducia nelle proprie possibilità. Quando la sponda protettiva di Diana gli venne meno, e William lo lasciò solo dopo il funerale per tornare a Eton, per il piccolo Harry dev’essere stato uno dei momenti più bui della sua vita. La sua carriera scolastica a quel punto sembrava compromessa. In verità non era mai stata un successo. Lui aveva altre qualità, come il calore, La saga continua... scivoloni e i passi falsi in cui sono incappati da ragazzi. Per questo la loro inimicizia fa scalpore IL LIBRO. In questo nuovo capitolo della saga dei e incide sulle dinamiche di palazzo, mentre la Windsor, Antonio Caprarica, grande esperto della Corona è indebolita dal declino fisico di Elisabetta. corte britannica, ricostruisce le radici del delicato L’AUTORE. Antonio Caprarica è stato per anni rapporto che lega William e Harry all’interno corrispondente Rai da Londra, esperienza che di una famiglia a dir poco ingombrante. Il libro gli ha permesso di maturare una conoscenza William & Harry, da inseparabili a nemici (Sperling profonda della società britannica. Ha ricevuto & Kupfer) ripercorre la vita dei principi, dalla loro prestigiosi premi di giornalismo ed è autore di infanzia, funestata dalla morte della madre, fino saggi, racconti di viaggio e romanzi. Tra i suoi titoli ai giorni nostri, con la fuga di Harry dalla prigione di maggior successo, tutti Sperling & Kupfer: Dio di Buckingham Palace. Davvero è Meghan Markle ci salvi dagli inglesi... O no?!, C’era una volta in Italia, la causa di questo allontanamento? Oppure è il Il romanzo dei Windsor, Intramontabile Elisabetta, seme dell’irrequietezza ereditata da Diana che L’ultima estate di Diana, Royal Baby, La regina ha spinto il duca di Sussex oltreoceano? Il solido imperatrice, Elisabetta. Per sempre regina. legame affettivo suscitato dalla dolcezza di Diana è sopravvissuto anche dopo la sua morte e ha permesso ai giovani principi di superare gli 82 S
FD/NEWSPIX INTERNATIONAL/MONDADORI PORTFOLIO Amatissimi quattro Spice Girls. Come ricompensa DPPA/SIPA USA per i suoi sforzi scolastici, il padre Diana con i suoi gli promise di fargliele incontrare, bambini: faceva di e non solo loro, ma anche un mito tutto per far sentire planetario come Nelson Mandela William e Harry sullo [...]. Carlo sarebbe stato impegnato stesso piano. Sotto, nella visita ufficiale di cinque giorni Harry, Meghan e il programmata in Sud Africa, Lesotho e figlio Archie Swaziland. Proprio in coincidenza con nel 2019. il viaggio era previsto anche l’incontro delle Spice Girls con il grande statista il vigore fisico e l’abilità di cavallerizzo, Carlo, tuttavia, progettava di offrire africano. Il principe suggerì che Harry ma metterlo davanti a un compito di uno stimolo eccezionale all’impegno avrebbe potuto volare con lui in Africa, matematica era come condannarlo a un extra del figlio minore, sotto forma di portandosi dietro pure un amichetto, supplizio. [...] un dono assolutamente speciale. Come così avrebbe potuto stringere la mano tutti gli adolescenti di quegli anni, il non solo ai suoi idoli pop ma anche alla Alla fine Carlo si era convinto che ragazzo era un fan sfegatato del gruppo leggenda che aveva sconfitto l’apartheid Eton fosse oltre le capacità intellettuali pop allora più famoso in Inghilterra, le nel suo Paese. Le foto del minuto di Harry, e aveva persuaso pure Diana, adolescente dai capelli rossi tra le al punto che si erano messi a cercare amazzoni dei suoi sogni sono il ritratto una scuola alternativa ma egualmente della felicità pura [...]. posh, per giovani privilegiati non particolarmente brillanti. Fu William Per occuparsi del figlio durante la però a opporsi, insistendo che il fratello trasferta africana, Carlo aveva precettato minore sarebbe stato più felice se avesse l’onnipresente Tiggy e anche un amico potuto unirsi a lui a Eton. Questo, del di lei, Mark Dyer. Fu proprio Dyer, ex resto, era ciò che Harry desiderava ufficiale delle Welsh Guards e per un veramente, e che pure lui voleva. certo periodo scudiero del principe, a organizzare il safari in Botswana che Così, davanti allo “Spare” si ergeva deliziò i ragazzi mentre il reale genitore un ostacolo molto più alto e difficile di affrontava le tappe ufficiali della visita. qualunque altro affrontato a cavallo, Per Harry fu il primo assaggio d’Africa, perché la selezione per Eton era e lo avrebbe conquistato per sempre. durissima [...]. La conseguenza fu che Il tempo incantato passato nelle tende quel settembre 1997, dopo la morte sotto le stelle in Botswana avrebbe della madre, il ragazzo fu costretto ispirato il suo autentico amore per la a tornare scornato a Ludgrove e a natura e il suo impegno successivo in dividere il suo tempo tra le lezioni in tutte le cause ambientaliste. E non è classe e le aggiuntive ripetizioni private, certo un caso che, nel 2016, dopo aver inevitabilmente lasciando meno spazio appena conosciuto Meghan Markle in un ai divertimenti e allo sport. blind date, l’abbia invitata a volare con lui in Botswana per un viaggio deciso all’istante. Il safari del ’97 segnò anche l’inizio di un’amicizia destinata a du rare, quella con Dyer. Carlo sperava che potesse diventare una specie di mentore fratello maggiore per il suo ragazzo ancora molto fragile [...]. Il tredicenne tornò entusiasta dal tour africano, e al suo rientro a Ludgrove fu perfino avvistato – incredibile ma vero – mentre visitava la biblioteca. Se lo avessero ispirato più le Spice Girls o Mandela è difficile dire, ma certo raddoppiò gli sforzi e a fine anno superò a vele spiegate lo scoglio dell’esame d’ammissione alla sospirata Eton. Nell’autunno 1998 i due fratelli, grazie alle fatiche erculee del più piccolo, erano infine riuniti sotto lo stesso tetto in una delle scuole più famose del mondo, pronti a godersi gli anni più strettamente intrecciati di tutta la loro vita [...]. • 83 S
ANSA I GRANDI TEMI MANCATA NORIMBERGA Nel secondo conflitto mondiale, nei territori occupati, l’Italia ha commesso crimini di guerra sui quali non è mai stata fatta luce. di Simone Cosimelli hNaepssaugnatoo
L’espressione “mancata Norimberga DA OCCUPANTI A OCCUPATI. A partire Campo di italiana” è adottata da alcuni studiosi per dagli Anni ’30 il regime fascista, contraddistinto internamento indicare una precisa circostanza storica: da forti ambizioni imperialiste, tenne il Paese l’assenza di procedimenti giudiziari post- in uno stato di crescente tensione e guerra Un gruppo di bambini bellici per i crimini di guerra commessi dall’Italia permanente. Furono aggredite l’Etiopia, la sloveni nel campo di nei Paesi occupati prima e durante il secondo Spagna, l’Albania e, dal 1940, la Francia, concentramento creato conflitto mondiale, dall’Etiopia alla Jugoslavia. la Grecia, la Jugoslavia e l’Urss. Legata alla sull’isola croata di Arbe Diversamente dalle altre nazioni dell’Asse (la Germania e al Giappone dal Patto tripartito, dagli occupanti italiani Germania e il Giappone) l’Italia non ha infatti meglio noto come Asse Roma-Berlino-Tokyo, nel 1942. Qui furono conosciuto processi in stile Norimberga per l’Italia puntò al rovesciamento degli equilibri internate decine di militari e civili coinvolti nella guerra fascista e internazionali e dopo aver agito con estrema migliaia di persone, tra una generale impunità ha coperto episodi molto brutalità nelle colonie africane usò il pugno di slavi, croati ed ebrei. gravi. Ragioni politiche e interessi strategici ferro anche in Europa per espandere i propri hanno impedito l’accertamento dei fatti. Perché è domini. Insuccessi e sconfitte, però, portarono accaduto? E con quali conseguenze? alla disfatta: nel 1943 gli angloamericani 85 S
ANSA Il mito infondato degli “italiani brava gente” non ha permesso di fare i conti con un passato oscuro sbarcarono in Sicilia, Mussolini fu destituito, il Albania, Etiopia e Unione Sovietica chiesero a Eccidio in Grecia regime crollò e il governo Badoglio, appoggiato più riprese l’estradizione per istruire regolari dal re Vittorio Emanuele III, si arrese agli Alleati. processi, sia all’apposita commissione Onu sia Civili uccisi dall’esercito L’armistizio corto (3 settembre, annunciato ai al governo di Roma. Eppure quasi nessuno fu italiano a Domenikon cittadini l’8) e l’armistizio lungo (29 settembre) chiamato a rispondere in prima persona, né (Grecia) nel 1943. Durante condussero a un cambio di fronte che portò all’estero, né in Italia. il conflitto, nei territori la nazione ad acquisire la condizione di occupati gli italiani si cobelligerante nella lotta contro il nazifascismo. «Per “mancata Norimberga italiana” si macchiarono di crimini intende proprio questo: il mancato giudizio nei non diversi da quelli Seguirono mesi durissimi e l’Italia, da confronti di militari e civili italiani che, nella compiuti dai tedeschi. occupante, si ritrovò occupata. La Germania guerra scatenata dall’Asse, si macchiarono di invase il Centro-nord della Penisola e dalle azioni particolarmente gravi», spiega Filippo ceneri del fascismo nacque la Repubblica sociale Focardi, docente di Storia contemporanea italiana. Al contempo, l’esercito si riorganizzò dell’Università di Padova. «Le forze armate e le attorno al re, i partiti antifascisti si ritagliarono milizie fasciste non attuarono stermini di massa, uno spazio politico autonomo e migliaia di ma, specialmente in Jugoslavia, compirono partigiani persero la vita combattendo. Nel fucilazioni, rastrellamenti, rappresaglie e 1945 furono poste le basi per la ricostruzione deportazioni in campi di concentramento, contro democratica grazie agli Alleati e alla Resistenza. partigiani ma anche contro la popolazione civile. Tuttavia, l’Italia dovette subito confrontarsi con Subito dopo l’8 settembre 1943 la rimozione a un’eredità ingombrante: il suo passato. LA RICERCA DELL’IMPUNITÀ. Su iniziativa degli Alleati, un centinaio tra militari e militi fascisti furono condannati a pene detentive, e in alcuni a casi a morte, per le violenze compiute contro prigionieri di guerra angloamericani catturati tra il 1940 e il 1943. Una sorte diversa toccò a un’altra categoria di italiani: militari e civili responsabili di crimini di guerra nei Paesi aggrediti dall’Italia. Nelle liste di criminali di guerra stilate dall’apposita commissione delle Nazioni Unite (United Nations War Crimes Commission) vennero inclusi più di 800 italiani. A questi se ne aggiunsero altri segnalati in modo indipendente, per un totale di oltre 1.000 nomi. Jugoslavia, Grecia, Francia, CRONOLOGIA Dalle occupazioni ai processi 1935 L’Italia fascista militarmente il l’Italia occupa il Regno organizza l’invasione 1941 Per sostenere aggredisce senza una generale Francisco d’Albania e istituisce della Grecia. l’attacco tedesco contro formale dichiarazione Franco e le forze su tutto il territorio un 1941 Il regime fascista, l’Urss (Operazione di guerra l’Etiopia, nazionaliste, durante protettorato italiano. nell’ambito di un piano Barbarossa) l’Italia invia Paese membro della la guerra civile 1940 In seguito alla di espansione nei contingenti di soldati in Società delle Nazioni. spagnola. dichiarazione di guerra, Balcani, aggredisce Russia (Armir). 1936 Mussolini 1939 Dopo una rapida Mussolini ordina la Jugoslavia insieme ai 1943 A causa dei decide di supportare campagna militare, l’attacco alla Francia e nazisti. ripetuti insuccessi e 86 S
mentre il movimento di resistenza jugoslavo Alle spalle venne additato come il vero responsabile di atroci delitti. Destarono molta impressione, infatti, le 31 luglio 1942: militari stragi del settembre 1943 in Istria e del maggio italiani fucilano alle spalle 1945 nella Venezia Giulia, quando gli jugoslavi, cinque civili jugolsavi nel sotto la guida di Tito, attuarono un’azione villaggio di Dane, presso sistematica di repressione politica, sia come resa dei conti col fascismo sia come mezzo per Loška Dolina (Slovenia). instaurare un nuovo potere. Molti italiani vennero Gli occupanti italiani catturati e morirono imprigionati o anche fucilati. intrapresero diverse Secondo le stime più accreditate, ci furono tra le 3.000 e le 5.000 vittime. Per la difficoltà di rappresaglie contro i civili seppellire i morti e la volontà di occultare i corpi, jugoslavi per tentare di una parte dei cadaveri fu gettata nelle foibe: le stroncare la resistenza fenditure tipiche dei terreni carsici, profonde partigiana. anche decine metri. livello pubblico delle violenze commesse fuori dai confini nazionali e l’impunità dei responsabili «La controdocumentazione si appoggiò divennero una priorità per gli apparati dello Stato. su alcuni fatti concreti, ma enfatizzò anche Il ministero della Guerra e quello degli Affari immagini della propaganda fascista, che esteri, al cui interno era rimasto personale che raffigurava gli slavi come barbari e selvaggi. sotto il fascismo aveva fatto carriera, agirono per Questo materiale fu trasmesso agli Stati Uniti e al evitare la consegna degli accusati di crimini di Regno Unito per ottenere sostegno diplomatico guerra alle nazioni che rivendicavano il diritto di contro le richieste iugoslave di estradizione processarli». dei criminali di guerra e fu utilizzato per sostenere, in Italia, accese campagne di stampa. Lo scopo era quello di tutelare alcuni membri L’attenzione dell’opinione pubblica si concentrò dell’esercito, non alimentare divisioni nel Paese sugli eccidi delle foibe. La violenza italiana fu e non pregiudicare lo status di cobelligeranza. taciuta o fortemente ridimensionata per mettere Per mezzo del Sim, il servizio segreto militare, l’accento solo su quella altrui. Si operò così un la prima mossa della difesa italiana fu quindi ribaltamento: da carnefici gli italiani divennero la raccolta di una “controdocumentazione” vittime», afferma Focardi. per provare a smontare le accuse ricevute e addirittura rivolgerle contro gli accusatori. IL BRAVO ITALIANO. Nacque così una Nelle ricostruzioni degli eventi in Jugoslavia, rappresentazione fuorviante dei soldati italiani per esempio, gli italiani furono presentati come in guerra. Si enfatizzarono i caratteri positivi, innocenti costretti ad esercitare la violenza, di gravi sconfitte, il conclude la guerra di libertà migliaia di di guerra si diffonde Parigi, che chiude regime fascista crolla liberazione. Mussolini, fascisti accusati o già grazie a una vasta la Seconda guerra e il governo Badoglio catturato mentre tenta condannati. copertura mediatica. mondiale. firma l’armistizio con gli la fuga, viene fucilato. 1946 A Norimberga si 1947 L’Italia, ottenendo 1948 Nuove tensioni Alleati. 1946 La cosiddetta conclude la prima parte condizioni migliori internazionali dividono 1945 Con l’avanzata amnistia Togliatti, del processo pubblico rispetto a Germania l’Italia. La Guerra angloamericana e applicata in modo contro i vertici nazisti. e Giappone, firma il fredda rinvia i processi la disfatta nazista, si estensivo, mette in La verità sui crimini Trattato di pace di per crimini di guerra. 87 S
Italiani in Jugoslavia scrisse una delle pagine più nere della sua storia. Incendi e deportazioni. Per stroncare ogni L’invasione italiana della Jugoslavia, compiuta resistenza, l’Italia iniziò una guerra contro i civili: insieme alla Wehrmacht tedesca, si inserì interi villaggi furono rasi al suolo dagli “Italijanski nell’ambito della guerra fascista contro i Balcani palikuci” (italiani brucia-case) e 35mila persone iniziata da Mussolini con le occupazioni di Albania furono deportate nei campi di internamento. Come e Grecia. Il territorio venne spartito tra tedeschi e racconta la mostra fotografica virtuale A ferro e fuoco. italiani, insieme a bulgari, croati e ungheresi. In L’occupazione italiana della Jugoslavia 1941-43. totale, alla fine del conflitto i morti in Jugoslavia (www.occupazioneitalianajugoslavia41-43.it/). furono più di un milione. Controllando la Slovenia Meridionale, la Dalmazia e il Montenegro, l’Italia A fuoco! come gli isolati gesti caritatevoli a favore delle accettata da quasi tutti i partiti politici. L’ipotesi popolazioni aggredite, e si minimizzarono quelli che l’Italia antifascista dovesse pagare per le Gli italiani bruciano negativi. L’immagine del “bravo italiano”, risoluto colpe dell’Italia fascista era, infatti, un timore case nella città ma in fondo pacifico, si rafforzò in contrasto condiviso. Ma anche statunitensi e inglesi diedero a quella del “cattivo tedesco”, descritto come un contributo determinante, non assecondando le croata di Čabar, sotto una fredda macchina di morte. Mettendo in richieste di estradizione. occupazione italiana evidenza le enormi colpe della Germania si cercò di nascondere quelle proprie. Fu il punto focale NUOVI SCENARI. Con l’inizio della Guerra dal 1941 al 1943. di una strategia politico-diplomatica che voleva fredda l’Italia si trovò al confine tra Occidente far dimenticare l’adesione al Patto tripartito, e Oriente e Washington e Londra decisero di esaltando il ruolo dell’Italia dopo il 1943. affidarsi agli apparati militari del nostro Paese in funzione anticomunista, accantonando una Questa linea di azione fu perseguita per evitare questione destabilizzante come i processi per una pace punitiva a fine conflitto e venne 88 S
La verità sui crimini di guerra venne seppellita da una contro-inchiesta dei servizi segreti militari italiani crimini di guerra. Si sviluppò così il secondo MONDADORI PORTFOLIO/FOTOTECA GILARDI fulcro della difesa italiana: la pretesa di giudicare in Italia gli accusati. «Secondo l’art. LA MEMORIA DIMEZZATA. La mancata Norimberga 29 dell’armistizio lungo, e poi l’art. 45 del e Tokyo trattato di pace, l’Italia era tenuta a consegnare Norimberga italiana, che maturò in un contesto i responsabili di crimini di guerra», continua Tra il 1945 e Focardi. «Con un’interpretazione unilaterale estremamente complesso, ha finito per distorcere il 1949, circa ispirata dai vertici militari, tuttavia, i governi 200 nazisti e italiani rivendicarono un diverso trattamento e la memoria collettiva sul periodo bellico che collaborazionisti rifiutarono le estradizioni. Dopo aver chiesto di coinvolti nella far giustizia in casa propria, però, le indagini vide l’Italia di Mussolini affiancare la Germania guerra e nello interne a carico di un numero ristretto di individui sterminio degli furono rallentate e infine bloccate. L’istituzione di Hitler. E se la ferocia nazista superò quella ebrei furono nel 1946 di una commissione d’inchiesta con giudicati in il compito di deferire alla magistratura militare fascista, è vero anche che la condotta italiana vari processi a gli accusati diede l’impressione che si stesse Norimberga, città procedendo con convinzione. Eppure nel 1948, durante la guerra (e nel precedente periodo simbolo del Terzo nonostante le istruttorie già pronte, i processi Reich. Ventiquattro furono rinviati a data da destinarsi. Nel 1951, coloniale) non fu remissiva né improntata alla gerarchi finirono di infine, la questione tra Italia e Jugoslavia venne fronte al Tribunale definitivamente chiusa ricorrendo da parte salvaguardia dei civili. Amnistie e indulti nei internazionale italiana a un cavillo giuridico, cioè dall’art. 165 militare durante il del Codice penale militare, che prevedeva il confronti degli ex fascisti e l’assenza di processi primo giudizio, e 12 vincolo della reciprocità. In pratica, dal momento furono condannati che la Jugoslavia non processava i responsabili hanno impedito un serio confronto con il passato. a morte. delle violenze contro gli italiani (le foibe), l’Italia In Oriente. A interruppe l’azione legale contro gli accusati «Rispetto ad altri Paesi, l’Italia rimane un caso Tokyo, il Tribunale di crimini di guerra in Jugoslavia. Risultato: internazionale nessun processo, nessun accertamento, nessuna unico. Il non accertamento delle responsabilità militare per discussione pubblica». l’Estremo Oriente italiane ha favorito la costruzione e la diffusione nel 1948 giudicò personalità di una narrazione autoassolutoria, reticente sulle dell’ex impero nipponico. Seguiti pagine nere della guerra fascista». • dalla stampa di tutto il mondo, ANSA questi processi contribuirono a Di qua e di là definire i concetti giuridici di Prigioniere slovene genocidio e crimine in una baracca nel contro l’umanità. campo di Arbe. In alto, civili italiani uccisi nella zona di Trieste nel 1945 dai partigiani slavi, durante l’occupazione di Tito, recuperati dalle foibe. 89 S
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RELIGIONE Nella Russia del Seicento, il dissenso dei Vecchi credenti verso una riforma voluta dalla Chiesa ortodossa ufficiale scatenò l’inferno. di Alessandro Borelli Eresia 92 S
Colpevole, però... 93 Il patriarca Nikon S davanti al concilio del 1666 che lo giudicò colpevole di oltraggio allo zar e alla Chiesa russa, privandolo delle prerogative sacerdotali, ma confermando la sua riforma. Il concilio rinnovò anche l’anatema contro i dissidenti e padre Avvakum, loro guida spirituale. Russa
MONDADORI PORTFOLIO (4) Lo tsumami religioso e politico prese il via per ragioni solo formali, non sostanzialindiamo, fratelli, non è della morte osato respingere una serie di riforme imposte dal “ che dovete avere paura, ma dei potente patriarca di Mosca Avostri peccati; non temete la morte, Nikon (1605-1681). Riforme che non è che una, mentre il regno dei cieli è eterno”. Il 14 aprile 1682, mentre le che puntavano a rivedere le guardie inviate dallo zar preparavano la pira per pratiche di preghiera fino ad Aleksej arderlo sul rogo, l’arciprete (più precisamente, allora in uso fra gli ortodossi. Una Re e martiri protopope) Avvakum Petrovich (1621-1682) svolta inaccettabile per Avvakum, Sopra, lo zar del tempo. In alto, Feodosia Morozova, rivolse quest’ultima esortazione ai compagni che la osteggiò fin da subito in nome delle martire dei Vecchi credenti: rinchiusa nella condannati con lui. Avvakum moriva, per la tradizioni religiose che innervavano l’identità cantina di un monastero, vi morì di fame. Chiesa ortodossa russa, da eretico e scomunicato. stessa della Russia. Ma, nel respingere i nuovi Lui, invece, si immolava invocando “l’antica riti, Avvakum denunciava anche i vizi del pietà” della Rus’, la stessa di cui, sin dal 1653, modernismo, il degrado del tempo e la corruzione si era eretto, insieme ad altri confratelli e a un morale del potere religioso ufficiale. I paralleli con numero crescente di fedeli, a difensore. la Riforma luterana, scoppiata in Germania quasi Come si era arrivati fin lì? Di quale colpa due secoli prima in risposta alla corruzione della si era macchiato il religioso? Avvakum aveva Chiesa romana, non sono azzardati: anche la CRONOLOGIA Lo scisma a tappe 1655 Il patriarca di greco-bizantini. 1658 Il 10 luglio il crudeltà e rimozione persecuzioni da parte Mosca Nikon, eletto Tra le modifiche patriarca Nikon rinuncia arbitraria dei vescovi a della Chiesa ufficiale e nel 1652, formalizza più significative e ai segni esteriori della lui ostili. Le sue riforme dello Stato. la decisione di dirompenti ci fu quella sua dignità e, di fatto vengono però ratificate. 1682 Dopo una lunga cambiare in alcune del segno della Croce. dimissionario, si ritira in L’assise formalizza detenzione e terribili parti i testi e le prassi 1656 L’arcivescovo monastero. la divisione (raskol’: patimenti, il 14 aprile dell’Ortodossia russa Pavel di Kolomna e di 1667-1667 Il Grande scisma in russo) con i il protopope Avvakum al fine di armonizzarli Kašira, tra i primi ad concilio locale di Vecchi credenti, rimasti Petrovich, tra le voci più con i cerimoniali e i opporsi alle riforme, Mosca riconosce Nikon fedeli agli usi liturgici autorevoli dei Vecchi libri sacri originali, o viene bruciato sul rogo. colpevole di atti di antichi. Contro di loro credenti, viene arso all’epoca ritenuti tali, si intensificano le 94 S
spaccatura che si concretizzò su quel rogo non si dello storico e orientalista Pierre nikon è mai più ricomposta. Pascal, costituiva “la certezza del Il supplizio proprio essere, e sentirsi, parte NEL SEGNO DELLA CROCE. La frattura, dell’Impero degli zar anche nei Sopra, il patriarca di che avrebbe condotto allo scisma del 1666-1667, più bassi strati sociali”. Mosca, Nikon, fautore l’unico nella storia della Chiesa ortodossa russa, dell’impopolare riforma si era originata nel 1653. In quell’anno, Nikon Il patriarca giustificò le che causò lo scisma. aveva autorizzato la pubblicazione di un Salterio sue decisioni, inizialmente In alto, l’esecuzione (la raccolta dei Salmi) che conteneva significative appoggiate dallo zar Aleksej della condanna al rogo, modifiche alle prassi rituali osservate nei Michajlovich, affermando nel 1682, dell’arciprete secoli dal clero e dai fedeli nelle liturgie e nelle che l’Ortodossia russa si Avvakum e dei suoi devozioni quotidiane. Le nuove disposizioni, era “allontanata nei secoli confratelli. ribadite due anni dopo, imponevano, fra dai cerimoniali originali greco- l’altro, un modo diverso di cantare l’Alleluja, bizantini” e che i cambiamenti una differente grafia per il nome di Gesù ma, rispecchiavano un attento studio soprattutto la sostituzione del tipico segno della filologico. Gli antagonisti di tale linea, presto Croce – eseguito con due dita aperte, l’indice e indicati con l’appellativo di Vecchi credenti il medio, e tre racchiuse nel palmo della mano – (starovery in russo), o veteroritualisti, replicarono con quello, tuttora in uso, a tre dita aperte e due che simili valutazioni annullavano l’identità della ripiegate. fede cristiana per come si era manifestata sin dai tempi della conversione degli abitanti della Rus’ A noi oggi può sembrare assurdo, ma la svolta di Kiev, nel lontano 988. originò uno tsunami culturale nella Russia del Seicento, in cui la fede, per usare le parole E SCOMUNICA SIA. Nella disputa fra la Chiesa ufficiale e i difensori della fede antica vivo nella città di 1971 Il Concilio non entrarono mai divergenze sui dogmi o le Pustozërsk. locale della Chiesa verità rivelate del Cristianesimo. La questione, La sua biografia è ortodossa russa, per infatti, rimase sempre “identitaria” e formale: raccontata nel volume arginare il fronte i cambiamenti erano visti dai Vecchi credenti Vita dell’Arciprete dell’ateismo militante, come un’insidia pericolosa, una sorta di Avvakum scritta da lui revoca le scomuniche contaminazione ingiustificata e inaccettabile. stesso (Adelphi), un comminate ai Vecchi Superstizione? Forse. Eccessiva intransigenza testo che è ritenuto credenti nel 1666- religiosa? Probabilmente. Non violenta, però, una pietra miliare 1667. Lo scisma, al contrario del pugno di ferro che la Chiesa e della letteratura russa tuttavia, non si è lo zar, nella riproposizione di quella intesa tra del XVII secolo. ancora sanato. poteri sempre ambita nella Mosca vista come Terza Roma (dopo l’Urbe e Bisanzio), decisero di usare verso i contestatori: molti finirono sul rogo, mentre Nikon scagliava la sua ira persino contro 95 S
Il libro Sangue fraterno e l’autore L’assedio del monastero delle La vicenda dei isole Solovki (1668-76): i monaci, veteroritualisti Vecchi credenti, furono trucidati. russi, un’epopea lunga oltre tre Alcuni Vecchi credenti finanziarono secoli segnata dalle il movimento rivoluzionario di Lenin ferite di una grande tragedia, è ricostruita le icone dipinte, a suo dire, in modo diverso da protagonisti. Nel Settecento Pietro il Grande dal giornalista e quello imposto dai canoni ecclesiastici. Ad alcune impose loro una tassazione smodata, oltre al studioso dell’Oriente immagini furono cancellati gli occhi e i soldati divieto di officiare al di fuori del perimetro dei cristiano Alessandro le portarono in giro per la capitale, minacciando propri luoghi di culto; Caterina II, alla fine del Borelli, anche della stessa sorte quanti fossero stati trovati in XVIII secolo, invitò i fuoriusciti a “rientrare” ma autore di questo possesso di analoghe raffigurazioni sacre. solo per inviarli a colonizzare le aree più remote articolo, nel libro della Russia; a metà ’800 lo zar Nicola I mise a I Vecchi credenti. Se mai vi furono tentativi di mediazione, punto un “censimento” degli scismatici in vista di Storia dello scisma risultarono inutili. Il Grande Concilio di Mosca repressioni che solo la morte gli impedì di attuare. russo (Intermedia del 1666-1667, anzi, sancì definitivamente Edizioni). Il volume la scomunica dei Vecchi credenti e una TENACI. Nonostante tutto, come ha scritto ripercorre la genesi recrudescenza delle persecuzioni. La diaspora lo storico Giovanni Codevilla, i Vecchi e le conseguenze delle comunità dissidenti si consumò dentro la credenti, anche in ragione delle ricchezze delle decisioni Russia (principalmente nelle inospitali regioni economiche accumulate da alcuni di loro assunte dal Grande del Nord) e nella vicina Confederazione polacco- «riuscirono ad acquisire gradualmente ruoli concilio della Chiesa lituana. Per non morire vittime della spada, di peso all’interno del contesto sociale e, a ortodossa russa che, i Vecchi credenti, che rispettavano il divieto fronte del decadimento morale del clero e della riunitosi a Mosca religioso del suicidio, ricorrevano a forme impotenza della Chiesa ufficiale, riscossero, nel 1666-1667, d’immolazione “naturali”: si autoardevano nel nell’opinione pubblica, consensi per la loro decretò la scomunica fuoco o si seppellivano vivi nella terra. Molti sobrietà di costumi e operosità nel lavoro». per i fedeli che, subirono il taglio della lingua. Stime credibili Ciò spiega perché fallì il tentativo compiuto sin dal 1653, si parlano di almeno ventimila vittime. dalla stessa Chiesa ufficiale, nel XIX secolo, di erano opposti alle ricondurre i Vecchi credenti entro la propria riforme liturgiche Anche Nikon, dopo l’idillio iniziale con lo sfera attraverso il movimento dell’Edinoverie, decise dal patriarca zar Aleksej, finì male: esiliato nel 1676 nel o Unità nella fede, che concedeva loro la Nikon. Dall’anatema monastero Belozerskij e sottoposto per anni a possibilità di celebrare secondo gli antichi ecclesiastico scaturì una reclusione severa, morì nel 1681 durante riti e usando i testi non emendati da Nikon, a l’unico scisma della il regno dello zar Fjodor. La lotta contro i storia della Russia, Vecchi credenti non si esaurì con la morte dei sfociato in una contrapposizione segnata da persecuzioni, da suicidi collettivi col fuoco (pur di non cedere alle conversioni forzate), dall’esilio. Il libro, con un ricco corredo bibliografico, ne ricostruisce le convulse vicende fino ai giorni nostri.
condizione che accettassero di tornare nell’alveo Nuovi integralismi dell’Ortodossia. La verità è che proprio la condizione di benessere materiale dei Vecchi La storia dei Vecchi credenti russi fu presto credenti permise loro di conquistare ampi contrassegnata dal progressivo frantumarsi spazi di libertà, grazie anche alla corruzione dell’originaria unità in una miriade di gruppi dei funzionari imperiali, sempre pronti a e gruppuscoli gemmati dal nucleo primitivo ignorare le norme che imponevano divieti ai e caratterizzati anche da pratiche piuttosto dissidenti religiosi. Alcuni Vecchi credenti, come pittoresche: ci fu, per esempio, chi rifiutava Savva Morozov, sarebbero divenuti in seguito l’uso della moneta, perché recava l’effigie dello finanziatori del movimento rivoluzionario di zar-Anticristo, e chi non condivideva le posate Lenin. Altri, per la serietà e professionalità, con persone estranee alla comunità, in quanto avrebbero ricevuto incarichi di rilievo nella ritenute “impure”. direzione delle imprese sovietizzate dopo la I sacramenti. La spaccatura più significativa, Rivoluzione d’ottobre. però, riguardò i presbiteriani (popovcy) che, avendo ricevuto vescovi fuoriusciti dalla Chiesa E OGGI? Soltanto nel 1971 la Chiesa ortodossa ufficiale, poterono contare su una continuità russa decise di revocare le scomuniche del 1666- sacerdotale, e i non presbiteriani (bespopovcy) 1667. L’auspicio era, in una fase delicatissima i quali, rifiutando di accogliere vescovi ordinati per gli equilibri interni dell’Unione Sovietica, di secondo i riti riformati, si trovarono privi del rafforzare il fronte contro l’ateismo militante. clero. Di conseguenza, i non presbiteriani non Anche questa operazione, tuttavia, ebbe un esito potevano praticare sacramenti nei quali la deludente. Lo scisma, infatti, è tuttora aperto: presenza dei preti fosse indispensabile, come molte comunità continuano a rifiutare ogni l’Eucarestia o il Battesimo. ipotesi di dialogo con il Patriarcato di Mosca nel perenne ricordo delle persecuzioni, quasi dimora eterna, tu avrai una tomba e un sudario nel timore che l’Anticristo, per qualche ragione, MONDADORI PORTFOLIO incomba ancora su di loro. In una delle sue mentre io, per tuo ordine, non riceverò né l’una né lettere allo zar Aleksej, Avvakum aveva scritto: “Quando lascerai il tuo regno terreno per la l’altro [...]. Eppure quanto bello e piacevole sarà per me non stare sotto terra e avere come coperta la volta celeste e la luce. Perché Dio mi ha affidato il cielo, la terra e la sua Creazione”. • Storia Mondadori Scienza S.p.A. - Via Mondadori 1 – 20054 Segrate (Mi) Società con unico azionista, soggetta ad attività di direzione e coordinamento da parte di Arnoldo Mondadori S.p.A. 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AGENDA A cura di Irene Merli EVENTO ROMA Il Museo dell’arte salvata dai “carabinieri dell’arte” Nell’Aula Ottagona delle Terme di Diocleziano saranno esposte opere trafugate, disperse, trovate sotto macerie, vendute o illegalmente esportate, prima di essere ricollocate nei musei di appartenenza. Info: 06.684851. https://museonazionale romano.beniculturali.it/museoartesalvata LIBRI MSMOSATREA NRAPGOLIDAELGITNIACA La saga di Teseo Giganti di pietra, nuraghi, menhir: in mostra la fervida preistoria insulare. In una lontanissima epoca, prima D opo avere stregato il pubblico di Berlino, di San Pietroburgo e di Salonicco, la mostra della guerra di Troia, le vicende internazionale Sardegna isola megalitica. Dai menhir ai nuraghi: storie di pietra nel di uno dei più grandi eroi sono cuore del Mediterraneo è arrivata alla sua ultima tappa, al Museo archeologico destinate a diventare leggenda. nazionale di Napoli, con un ospite d’eccezione: il Pugilatore. Si tratta di una delle sculture in pietra dei Guerrieri di Mont’e Prama, pesa circa 300 chilogrammi, è alto un metro e novanta Andrea Frediani, L’eroe di Atene, e fa da spettacolare testimone del fil rouge dell’esposizione: il megalitismo, cioè l’arte di Newton Compton Editori. costruire edifici con elementi di pietra di grandi dimensioni. Nella Sala della Meridiana del Mann i visitatori potranno ammirare più di 200 reperti in Da sant’Ambrogio prestito dai Musei archeologici nazionali a Padre Pio Sotto, collana neolitica in pietra; sopra, testa di Cagliari, Nuoro e Sassari, tra cui maschile con copricapo turrito, Età del ferro; bronzetti nuragici raffiguranti donne, Storie di santi che prima di essere in alto, santuario di Su Tempiesu, Orune (Nu). uomini, dee madri, guerrieri e animali, tali furono esattori delle tasse, commercianti di schiavi, ricchi modelli di navi, monili, spade votive. spregiudicati... e pure peggio. Dentro i nuraghi. Nel percorso ci sono inoltre elementi delle domus de janas Leonardo Tondelli, Catalogo dei (tombe a grotticella) e collane in ambra, santi ribelli, Utet che attestano stretti collegamenti dell’isola non solo con il mondo mediterraneo, ma anche con le reti commerciali e culturali della Penisola e dell’Europa Centrale. Speciali visori permettono infine di camminare virtualmente in un antichissimo insediamento megalitico. Fino all’11 settembre. Museo archeologico nazionale di Napoli. Info: www.mann-napoli.it/sardegna-megalitica 98 S
NEI PROSSIMI NUMERI IN EDICOLA DAL 13 AGOSTO CON TANTE ALTRE STORIE E PERSONAGGI RITRATTO EMILIO SALGARI L’antieroe della letteratura italiana, che immaginò e scrisse di Paesi lontani e avventure mozzafiato, senza aver mai messo piede fuori dall’Italia. SCIENZA RACHEL CARSON Con i suoi studi e le sue denunce, la scrittrice-scienziata americana diede uno scossone all’industria dei pesticidi e fece divampare il fuoco dell’ambientalismo negli Stati Uniti. Tutto cominciò nel 1962. IL NOSTRO VIETNAM I giovani italiani che combatterono (e morirono) per la Francia in Indocina tra 1946 e 1954, nei ranghi della Legione straniera. In un conflitto tra i più sanguinosi del Dopoguerra. GUERRA PRIMO PIANO TUTANKHAMON Cent’anni fa, la scoperta archeologica più spettacolare del Novecento: la tomba di Tutankhamon. Seguiamo Howard Carter nella sua avventura in Egitto e andiamo a scoprire le altre meravigliose sepolture del passato. 99 S
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