#5buoneragioniper accogliere i bambini che vanno protettiI ragazzi sono furentiQuando hanno visto in televisione che si parlava delle comunità educativecome di una minaccia si sono sentiti in pericolo. Sulla televisione c’è chi “parla male” di noi! ...Simpatica questa cosa...Hanno percepito il discredito verso le comunità come un attacco personaleSi sono subito offerti come testimonial I soldi, in alcune famiglie, sono il Per esorcizzare la paura abbiamoperché “la gente deve capire”. problema, non la soluzione. pensato a questa rivista frutto di“La gente deve capire” che loro e le Temono che tanta pubblicità chiacchiere, giochi e attività.loro famiglie hanno sofferto e per sconsiderata possa compromettere È il tentativo di farci testimonial di noipoter ricostruire una vita segnata i delicati equilibri su cui stanno stessi e di sfruttare la malauguratada generazioni di sofferenze non è costruendo il loro futuro. occasione per ricomporre i pezzisufficiente pagare le famiglie. come facciamo ogni giorno.
Non solo per Anna,ma anche per mePaolo sale alla guida dell’automobile che ci porterà a casa che la mia storia potesse essere di incoraggiamento perdi Anna e Gaia. “Bea, ti ricordi di quando Anna è arrivata da altre mamme”. Le parole iniziano a fluire in un raccontonoi?”. Sorrido. “Sì, aveva circa 1 mese e fino ad allora era che ripercorre anni difficili e di sofferenza. “Avevo un’altrastata in ospedale. Chissà come sta Gaia..”. bambina che stava andando in adozione. La gravidanza diLei aveva combattuto una lunga e faticosa battaglia Anna non era stata voluta. Non venivo da una situazionecontro un nemico subdolo e senza pietà.. la droga... e facile. Volevo rompere col padre della bambina, era unal’aveva sconfitto. Ricordi. Quella ragazza poco più piccola settimana che vivevo fuori casa. È venuta in ospedaledi me, i suoi occhi, la sua timidezza, i suoi sorrisi così rari l’assistente sociale del Sert e mi ha detto che Annainizialmente, i suoi silenzi. sarebbe andata subito in adozione. Questo perché nonE la piccola Anna... una bambina solare, che amava stare stavo facendo nulla. Mi ha chiesto che cosa volessi fare.in compagnia. “Ti ricordi Bobby?”, mi fa Paolo. Certo... il L’ho guardata. Io non ce la faccio più, le ho detto. Mi hasuo inseparabile maialino di peluche..e il pollice che Anna chiesto se volevo andare in comunità. Ho risposto di sì. Miciucciava arrotolandosi una ciocca di capelli tra le dita. aveva dato uno spiraglio per staccarmi da lui e cercare di venirne fuori. Per Anna ho evitato l’adozione entrando in comunità”.Siamo arrivati. Gaia ci aspetta lungo il viale e ci conduce È così che Anna è arrivata da noi. Gaia, inizialmente,verso casa sua. Abbracci, emozioni. La sua casa ci accoglie poteva fare visita alla figlia per un’ora ogni quindici giorni,illuminata dal sole. Gaia inizia a raccontarsi “Sarei felice alla presenza di uno di noi. Poi gli incontri divennero
settimanali e della durata di due ore. Gaia si occupava da lei a weekend alterni. “Anche quando ha cominciato adell’igiene personale di Anna, giocava con lei, le dava la venire a casa con me non mi dava fastidio che vi cercasse epappa. Aveva ben presenti i bisogni e le esigenze della parlasse di voi perché sapevo che le volevate bene”.piccola. Stavano imparando a conoscersi. Anna ci raccontava della casa della mamma, del suo“Inizialmente quando venivo da voi, avevo paura di essere lettino e dei suoi giocattoli. “Se fossi stata dall’inizio congiudicata”, prosegue Gaia. “Mi sentivo a disagio. Poi il fatto mia figlia in una comunità non ce l’avrei fatta, anche sedi sentirsi dire che non mi dovevo preoccupare, che voi l’avrei voluto. Non avrei avuto il tempo di capire quello cheeravate lì per me e per mia figlia mi ha fatto sentire più era stato nella mia vita e dargli un senso... non sarebbetranquilla. Le vostre rassicurazioni mi confortavano. Voi stato giusto né per la bambina né per me... uno dei due sieravate lì, mai invadenti. Mi avete dato fiducia. Ho capito sarebbe perso”.che stavate lì non solo per accudire Anna, ma anche per A tre anni, Anna è tornata a vivere con la sua mamma. “Iaiutare me. Mi accorgevo che le volevate bene e che lei vi primi tempi Anna parlava molto di voi. Ancora adesso checercava. Non mi dispiaceva”. Anna appariva serena con sono passati tre anni mi chiede di venirvi a trovare... nonquella sua mamma che riconosceva e che chiamava. si può scordare che lei è stata bene e che avete aiutato“Voi le avete sempre detto che io ero la sua mamma e anche me. Il primo periodo è stato difficile... mi sono statile parlavate di me. Mi accorgevo che lei non era confusa vicini gli operatori della mia comunità..dovevo imparareanche se stava con voi tutto il giorno... io ero la mamma a prendermi cura da sola di mia figlia...”. Il nostro tempoe non voi. Se mi avesse chiamata per nome sarebbe stata è finito... ringraziamenti, abbracci che non voglionouna coltellata”. terminare. Gaia risale in macchina e ci accompagna perGli incontri in comunità iniziarono a durare per giornate un pezzo di strada. Gaia ce l’ha fatta.intere così da permettere a Gaia di seguire Anna nella sua Ci saranno momenti difficili, come nella vita di ciascunoruotine di vita. A partire da un anno e mezzo di età, abbiamo di noi. Ma lei ha lottato per riprendersi la sua vita. La reteiniziato ad accompagnare Anna presso la comunità in cui dei servizi l’ha aiutata e supportata. Le ha dato il tempoGaia viveva. Quando Gaia è uscita dalla comunità e si è per potersi ritrovare. E lei l’ha voluto fare. Ci saluta dallotrasferita in una casa lì vicina, Anna ha iniziato a dormire specchietto retrovisore. Gaia e Anna vanno incontro alla vita.
19 novembre 2014ci ritroviamo - tutti dimessi
Come definiresti la tua esperienza Lavoroin Comunità? Patente CasaUna “svolta” AutonomiaMi ha dato nuove prospettive Sono riuscita a realizzarle solo in parte... queste sono leSignificativa... conseguenze da pagare quando al mondo sei sola...Condivisione... Le mie aspettative erano positive... non mi aspettavo,Un’esperienza senza precedenti... però, un futuro facile...Possibilità di pensare al mio futuro Mi aspettavo di trovare un lavoro, ma così non è stato,Crescere anche un po’ per colpa mia... avrei solo sperato che i mieiHo imparato molto genitori mi capissero di più, soprattutto mio padre...È stata dura, mi mancava la mia famiglia... ...che la mia vita sarebbe cambiata in meglio, ma è rimastaMi ha cambiato: sono più responsabile ed aperto uguale... le mie aspettative erano sbagliate!!con le personeHo avuto modo di prendere una strada… mi ha offerto un Senti che avresti avuto bisogno di...contesto di vita... Avrei voluto sentire più affettoCome ti sei sentito nel momento Una tranquillità ed un’anima più fortedelle dimissioni dalla Comunità? Avevo bisogno di avere al mio fianco gli operatori,Quali erano le tue emozioni? di regole, di avere una “dritta”... Avevo bisogno del loro supporto. Ho bisogno di sicurezzeMi sento come un pesce abituato a stare nell’acqua Avevo bisogno di più comprensioneche deve imparare a vivere in superficie ...un lavoro che mi desse la possibilità di andare a viverePaura del nuovo da solo, in modo da sentirmi meglio con me stesso...Confusione Rimanere almeno un altro anno in Comunità. ContinuareGioia ad avere supporto: essere ascoltata, compresa e indirizzataUn senso di vuoto e paura mi ha pervaso il cuore e l’animaLa paura di non poter più trovare persone pronte Come stai oggi?ad attutire le caduteMi sono sentita un po’ sola, triste e spaventata... ero felice, Oggi sto bene e mi sento ricca di tante coseallo stesso tempo, di ritornare a casaEro molto contenta di aver finito quel percorso, credo di Potrei stare meglio se riuscissi a tornare indipendente eessermelo guadagnato vivere... avendo il privilegio di pagare un affitto...Ero triste, perché dovevo lasciare persone alle quali mi ero Non sto come pensavo sarei stata. Ora non ho la sicurezzalegato; ero contento perché tornavo con i miei genitori e di poter contare su qualcuno quando ne ho bisognoavrei avuto maggiore libertà Oggi sto bene. Mi sono avvicinata molto a mio padre ed èSapevo che quando sarei uscita non avrei più avuto quello che ho desiderato da sempreattenzioni e spinte per crearmi un futuro Mi sento solo... e anche un po’ fiducioso: spero che le cose possano cambiare il prima possibile. Vorrei essere autonomo,Quali erano le tue aspettative rispetto perché so di esserne capace, ma non ne ho le possibilità.al “dopo Comunità”? Oggi sto un po’ così... Non mi sento realizzata, non riesco a trovare un lavoro per mantenermi ed essere indipendenteCome quando un bambino impara a camminare... quando come in realtà vorrei essere!è pronto cammina, ma è come se ricominciasse a farlo...
NOBEL PER LA PACEAGLI INVIDIOSI OmbrellipertuttiquandopioveArrivo all’appuntamento con qualche minuto di anticipo. con la scusa di una merenda con nutella e poi iniziamo.Vengo avvistato dalla sentinella che mi si fa incontro. Bussa Il primo a notare il microfono è un ragazzo alto e sorridente,e preme ripetutamente sul finestrino armata di scopa e oggi era malato e non è andato a scuola, si aggira inombrello, fa versi e facce, mi fa cenno di scendere. Appena pigiama. Cos’è? Perché ha questa forma? A cosa serve?fuori dalla macchina vengo abbracciato e subissato di Cosa facciamo? Quando iniziamo? Ma io non l’ho mai fattadomande. Sorrido, saluto e mi avvio all’ingresso. Dall’altra un’intervista. In realtà oggi è per lui un giorno particolareparte dell’uscio, dentro l’appartamento, mi accolgono un perché il suo compagno di stanza è diventato grande e èragazzo dalla faccia simpatica e nera come la pece che si andato a vivere da solo, lui è dovuto rimanere a casa perconfonde nella penombra del corridoio e una signorina abbracciarlo e augurargli “in bocca al lupo”.che sta uscendo per incontrare la sua amica del palazzo di È sempre bella l’accoglienza dei ragazzi di Castel del Piano.fronte. La ragazza si scusa, fa come per ripensarci ma poi, Ci si conosce da tempo ma è da settembre che con Smeccome è bello che sia a quindici anni, se una amica aspetta e «Luoghi Comuni» si è creata una relazione speciale.bisogna correre. Sbuca dalla sala una faccia furbetta, è Loro avevano bisogno di rifare il look alla casa e si sononuova della casa, l’avevo vista una sola altra volta, occhi rivolti a noi. Noi abbiamo rigirato la domanda a loro egrandissimi e ricci imponenti, ironica e sveglia parla come abbiamo lavorato insieme sugli spazi disegnando muriuna cabarettista navigata, le pause giuste, i toni della voce, e ridisegnando i divani. Col quartiere si sta progettandochiede se per l’intervista debba truccarsi o cambiarsi d’abito, un campo di calcio perché i confini tra dentro e fuori,sorrido e mi avvio verso il lungo tavolo di legno della sala. come ci racconteranno i ragazzi, sono sempre labili.Da qui posso vedere la grande cucina a vista, la sala con i Oggi parleremo di noi, così come siamo capaci, incoloratissimi divani che abbiamo ridisegnato e progettato modo disordinato, dando libero sfogo ai pensieri, alleinsieme ai ragazzi, il murales che racconta la loro casa, i associazioni e alle emozioni.loro spazi, i loro tempi e i loro amici. Sono passati pochi Da queste parti non ci si annoia mai, l’esuberanza è tantasecondi ed ecco che mi accolgono le educatrici di turno. Mi e oltre ai ragazzi della casa ci sono quelli dei palazzoni,offrono il caffè e pianifichiamo la strategia. Attiriamo tutti
sono tanti e abituati a bussare alle porte e alle finestre a risulta disarmante: «Ci piace quando urlano, è bellotutte le ore del pomeriggio. Cercano gli amici per giocare essere ascoltati, è bello che ci sia chi si occupa di noi».e gli adulti per parlare ma oggi piove e bussano in cerca di Castel del Piano è un quartiere difficile e si sentonoombrelli per non bagnarsi. Mancano all’appello solo due fortunati ad avere qualcuno che si prenda cura di loro.ragazzi che sono nelle loro camere ma al richiamo della Altri nel cortile e ai giardinetti non sono altrettantonutella arrivano portando tutta la loro energia travolgente fortunati. Sono lasciati a se stessi. Si sentono in dovere die i loro look che parlano delle loro passioni. Per catturare aiutarli come gli adulti fanno con loro, dandogli consigli,l’attenzione di tutti ci mettiamo una ventina di minuti e accogliendoli a casa. Ma si rendono conto che non èun’altra decina per rodare, ma poi è un fiume in piena. sufficiente. «Alla nostra età se non provi non capisci eCon il fare dell’artista underground un ragazzo occupa non possiamo occuparci di tutti noi».la scena e ci racconta di come lui accudisca i suoi sette C’è anche chi ci insulta e ci tratta male perché non capiscefratellini preparandogli da mangiare, proteggendoli e che abbiamo bisogno di un periodo di tranquillità perfacendoli studiare. Tutti ridono e continuiamo, parlando poi tornare dai nostri genitori. C’è anche chi è invidioso.della scuola e di come i loro compagni apprezzino le loro «Chi non è qui non può capire». Se poi si litiga gli adultibravate. «Loro non sono capaci di sabotare le lezioni e difendono sempre i propri figli e finisce sempre che è colpacosì mandano avanti noi», così tutti ridono e possono nostra. Impari chi sono gli amici, chi sono gli stupidi e chinascondersi nel casino. Si apre una discussione, c’è chi sono quelli pericolosi da cui stare lontano.intuisce di venir usato ma un posto da protagonista Poi tutto d’un tratto si preoccupano per me. «Non abbiamonon ha valore. Ci tengono però a precisare che ci sono parlato di te del tuo lavoro e del progetto Smec…». Sonoinsegnanti con cui non è permesso e che ci sono materie splendidi! Lascio la comunità educativa La Meridianacome storia che sono interessanti e utili, ma stare tutto dopo due ore di intervista, e con la conferma che è unoquel tempo fermi e zitti non è proprio possibile. Ci spazio prezioso per i ragazzi, gli adulti e il territorio.confrontiamo sul piacere che provano nel far disperareeducatori e insegnanti e la loro lucidità e consapevolezza
Tutto aPposto Ciao sono Rita, vengo da Napoli e vivo da due anni e mezzo qui in comunità. Contrariamente a tanti coetanei ho scelto io di venire in questa comunità nonostante avessi la possibilità di rimanere giù a Napoli con dei parenti. Questa comunità è diventata la mia casa. Gli operatori mi hanno aiutato per la scuola anche se a volte non ci vado perché non ho voglia. Gli operatori mi hanno sostenuto nei momenti più difficili e particolari. Posso sicuramente dire che se non fossi stata qui, se questa non fosse stata la mia strada, avrei preso una via poco consigliabile e chissà dove starei ora. Comunque questa è una comunità molto bella e... TUTTO APPOSTO! QUESTO È da dì Ciao sono Mohamed, ho 21 anni e sto qui in Italia da circa 5 anni. Sono arrivato in comunità il 15 aprile 2011. Venivo da un altro paese, con un’altra religione, un’altra lingua e questo mi faceva un po’ paura; mi faceva preoccupare. Qui mi hanno trattato bene, mi sentivo tranquillo, uno di loro. Qui mi hanno aiutato anche ad andare a scuola,ho preso una qualifica per la terza media; e poi anche un attestato per la lingua italiana; e poi anche una qualifica per giardiniere. Ho studiato fino alla terza superiore e poi m’hanno aiutato fino a che ho trovato anche un lavoro. Adesso abito da solo, abito qui vicino. Se vengo sempre a trovarli si vede che sono stato bene e… ECCO QUESTO E’ DA DI’!
i TWITT delle COMUNItàQuando sono entrato per la prima volta in La mia mamma mi ha sempre voluto benecomunità non ci volevo entrare. Avevo paura ma non è capace di occuparsi di noi. Lei è unaed ero arrabbiato. bambina e sono contento che qualcuno la aiuti.Quando ho visitato la comunità per la primavolta era estate, era il compleanno di mia Sono maggiorenne decido le mie cose ma hosorella e lei viveva già in comunità. ancora bisogno dei tutor per decidere del mio futuro.Ci vuole tempo per abituarsi e capire checi si può stare bene. Capisci che può essere Ero cinina quando sono arrivata in comunità eutile solo dopo, quando le cose della tua vita non andavo a scuola. Ero cicciottella e spessoiniziano ad essere meglio. non tornavo a casa a dormire.Sonopassati5anniedoggisonomaggiorenne Quando sono entrata in comunità mi sonoma non voglio tornare a vivere a casa dei miei chiusa in camera. Mica ti puoi fidare subitogenitori anche se oggi non mi fanno più paura. delle persone, è anche sbagliato.Quando mi hanno detto che sarei entrato in A casa mia è sempre stato un casino ci si vuolecomunità sono scappato. Mi hanno ripreso i bene a modo nostro. Ognuno fa quello checarabinieri. Mi sentivo come un eroe braccato. vuole e mio padre è un coglione.Ci sono stato bene da subito in comunità ma Per fortuna adesso è in comunità anche mianon mi ci sono mai abituato. Sono scappato sorella anche se un po’ è tardi; c’avevano datante volte e mi sono sempre venuti a cercare. penarci prima! Io credo che mi sono salvata, i miei fratelli grandi hanno fatto una fine diIn comunità ho imparato quello che dovevo merda.imparare e me ne sono andato. Ci pensospesso perché lì ero tranquillo. Non lo so non mi ricordo. Non è bello finire in comunità perché vuol dire che non hai unaQuando sono arrivato in comunità mica lo famiglia per bene come quegl’altri.avevo capito che ci sarei rimasto tanto tempo. Oggi quando vedo i miei genitori non hoIn comunità era tutto strano c’erano le più paura ma nessuno può chiedermi diregole, si mangiava insieme, c’era sempre chi perdonarli. Se sarò grande e avrò un figliocucinava e i bagni erano sempre puliti. non sarò come loro.Gli educatori parlavano strano e mi Quando sono entrato in comunità nonchiedevano come stavo e come mi sentivo e parlavo con nessuno. Ti tolgono il telefono equelle cose lì. te lo danno solo quando vai a scuola.Era strano perché qualche ragazzo non La prima volta che sono entrato in comunitàmangiava, io invece c’avevo sempre una gran non capivo una sola parola di italiano. Capivofame, cazzo. solo che c’erano persone buone.Ho imparato tante cose ma ancora è difficile Quando sono entrato in comunità non eravivere. Anche mio fratello avrebbe tanto la prima volta. Ne avevo attraversate tante ebisogno che qualcuno si occupasse di lui. non era stato piacevole.
#5buoneragioni #1per accogliere i bambini #2 che vanno protetti #3 maggio 2014 #4 Carissima/o amica/o #5 in un momento in cui una realtà preziosa Per questo occorrono le comunità di come le “comunità” che accolgono bambini accoglienza siano esse familiari o educative! e adolescenti che non possono vivere nelle loro famiglie, spesso per drammatiche Luoghi capaci di offrire un “sostegno professionale” a quei bambini e ragazzi cheIncontrovicende che li coinvolgono, sono attaccate hanno subito eventi altamente distruttivi: in modo strumentale come luoghi potenziali realtà che nemmeno lontanamente per le modalità con cui sono oggi gestite e per lacon la stampadi malaffare, e sono svalutate nella loro professionalità di chi vi lavora, vanno confuse professionalità e competenza, 6 grandi realtà con gli istituti di un tempo. associative che da molti anni si occupano di questi problemi hanno lanciato un “Manifesto” Se ritieni di condividere questo “Manifesto” in 5 punti per dire BASTA ALLE IDEOLOGIE ti chiediamo di sottoscriverlo per dare il tuo SULLA PELLE DEI BAMBINI CHE NON prezioso contributo alla difesa di un presidio POSSONO VIVERE ALL’INTERNO DELLA essenziale per la tutela dei bambini e degli PROPRIA FAMIGLIA. adolescenti nel nostro paese. Le famiglie in situazioni di grave difficoltà Tutti noi anticipatamente ti ringraziamo per il vanno sostenute, ogni sforzo deve essere fatto tuo fondamentale sostegno. perché ogni bambino possa vivere nel proprio nucleo familiare: ma nello stesso tempo è AGEVOLANDO dovere di una società civile allontanare con CISMAI determinazione e tempestività bambini e CNCA adolescenti che nel loro contesto familiare CNCM subiscono gravi violazioni dei loro diritti. PROGETTO FAMIGLIA SOS VILLAGGI DEI BAMBINI onlus Non sempre l’inserimento in una nuova famiglia è possibile nell’immediato: frequentemente questa possibilità deve essere preparata nel tempo con una grande attenzione ai bisogni specifici di ogni bambino e con profondo rispetto dei suoi vissuti emotivi. #5buoneragioniQuesta rivista nasce dalla collaborazione tra ragazzi, educatori e mediatori di:Associazione Luoghi Comuni (www.luoghicomunimagazine.it); Cooperativa Gaia (www.gaiaonlus.it); Cooperativa La Tenda(www.comunitalatenda.com); Cooperativa La Locomotiva (www.lalocomotiva.it); Cooperativa Nuova Dimensione(www.nuovadimensione.com); Cooperativa BorgoRete (www.borgorete.it); CNCA-Umbria Gruppo IAF (www.cnca.it/umbria)E tanti altri avremmo voluto coinvolgere ma le risorse sono scarse, il tempo è tiranno e questo è solo l’inizio.
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