LUOGHI COMUNINUMERO14-LUGLIO2015-OFFICINASMeC-DISTRIBUZIONEGRATUITAFoto di copertina Arianna Tei - Anno II - Luglio 2015 - n° 14 - Reg. Tribunale di Perugia n° 844/2014 IL MAGAZINE CHE RACCONTA LA PERUGIA VISTA DAL BASSO QUI NON C'È IL MARE PERUGIA CHE ACCOGLIE I MIGRANTI. PERUGIA CHE SUONA. PERUGIA CHE ASCOLTA
LUOGHI COMUNI CARTOGRAFIE PURE E GEOMETRIE DISABITATE - 4Anno 2- Luglio 2015 - n° 14 L'umbria che suona - 10Reg. Tribunale di Perugia n° 844/2014 disegni sonori - 12Vi raccontiamo la Perugia che funzio-na. La Perugia delle associazioni, la vino e poesia - 18Perugia di chi fa cultura e di chi lavoraper il bene della comunità. La Perugia terre d'appartenenza - 26che rifiuta i cliché e crede nella forzadelle idee e della creatività. La Perugia Editore: Borgorete Soc. Coop. Socsolidale e la Perugia cosmopolita. La Direttore Responsabile: G. DozziniPerugia che vuole vivere le sue stradee le sue piazze. Redazione: G. Dozzini, D. Montiel, I. Finocchiaro, M. Giambattista, L. Rosi Community Reporter: G. Galdelli, D. Pampanelli, S. Occhipinti,Luoghi Comuni, nato nella primavera M. Venanzi, G. Biccini, S. Rossidel 2014 nell’ambito del progetto eu-ropeo Smec (Share My European City), Foto: D. Montiel, A. Tei, R. Terranova, M. Doumbia, G. Holliday, A. Pisani,è da qualche tempo anche un’asso- P. Dosek, Unhcr, J. Arcenillas, Famsi, M. Giugliarelli, E. Constantineau,ciazione di promozione sociale. L’as- Musa Music Assisi Festival, Perugia 2018 - European Youth Capital,sociazione si ripromette di sviluppare G. Ribeiro, M. Vera León, F. Casciari, F. Cesariniprogetti di comunicazione sociale, e Illustrazioni: S. Di Stefano (pp. 18), D. Montiel (pp. 31)tra i suoi principali obiettivi c’è quello Progetto Grafico e Impaginazione: D. Montieldi raccogliere fondi per il sostenta- Foto di copertina: A. Tei - La pelle di Barcellonamento della rivista. Un ringraziamento speciale ai soci dell'associazione Luoghi Comuni: S. Singh, I. Benedetti, A. Lelli, S. Raccuglia, M. Cappellano,Vuoi contribuire anche tu? S. Bellucci, M. Burini, M. Lupi, F. Fernetti, S. Fioroni, P. Mastalia,Contattaci C. Marchetti, F. del Zoppo, R. Dozzini, F. Canalicchio, E. Battista, G. Mannucci, M. Calesini [email protected] 075 5145126 | 075 514511 www.luoghicomunimagazine.it luoghi comuniIndirizzo Editore e redazione:via F.lli Cairoli 24, Ferro di Cavallo - Perugia luoghicomunimagazine 2 - EDITORIALE
Cronacadel nostro tempoCerte volte fare questo mestiere è fin troppo facile. In determinati momenti, e in de-terminati luoghi, bisogna raccontare determinate storie. Punto e basta. Adesso, peresempio, cercare di capire in che modo Perugia si fa carico dell’accoglienza ai migran-ti ci è parso inevitabile. Una questione di cui parlano tutti, spesso sapendone poco,o pochissimo. Una questione con cui gli slogan degli speculatori politici funzionanobenissimo, e che non sempre sulla stampa viene indagata in profondità. Ora, «LuoghiComuni» ha il privilegio innegabile della libertà. In questa pazza, ondeggiante, entu-siasmante navigazione siamo guidati solo dalle nostre idee e dalle nostre coscienze,e dalla nostra capacità o incapacità di intercettare le persone e le realtà che fannodi questa città la città che è. Per cui stavolta abbiamo deciso di realizzare un vero eproprio reportage, trascorrendo un paio di mezze mattinate alla Casa dell’Associazio-nismo di via della Viola, a parlare con gli operatori di Arci Solidarietà e con qualcheragazzo coinvolto nei loro programmi di accoglienza. A parlare con Barbara, Claudia,Mohamed, Mamadou, e molta altra gente ancora. Per farci spiegare com’è. Abbiamoprovato a domandare mettendoci nei panni dei perugini, io e David, cercando di in-terpretare le loro curiosità, i loro dubbi, i loro timori. E poi, al momento di stendere ilracconto, si è tratto di provare a evitare ogni traccia di retorica. Il rischio c’era, inutilenegarlo. Speriamo di averlo scansato.Ma in questo numero di «Luoghi Comuni», l’ultimo primo di una pausa estiva dellaquale non conosciamo ancora la durata esatta, naturalmente c’è dell’altro. Nelle pros-sime pagine vi parleremo di certe idee di comunità, soprattutto. Ragionando sui tan-ti festival musicali in programma in Umbria da qui a settembre, per esempio. E poisul punto di non ritorno toccato con Becoming PostMod dai disegnatori e illustratoriperugini. Vi parleremo di integrazione, anche, di dipendenze, e poi di fotografia, diantichi quartieri in festa, e di un’impensabile tomba etrusca spuntata dal nulla nelcuore della periferia più profonda. Vi offriremo il vetriolo di Pasquino Perugino, comed’abitudine, e il primo contributo della nostra nuovissima corrispondente dalla GranBretagna, miss Ivana Finocchiaro, che da adesso intingerà la sua penna sapiente nelcalamaio di Norwich. Il giornale è ricco, come sempre, anche se il nostro futuro restaun’incognita. Noi siamo sicuri di trovare il modo di continuare a navigare, e che questimesi con l’ancora calata ci serviranno per mettere a punto una rotta sicura e solida.Intanto continuate a seguirci on-line, vi terremo aggiornati. Buon luglio, buona estate,buon inizio di millennio.Giovanni Dozzini 3
Benvenuti Foto di Graham Holliday a Perugia Abbiamo cercato di capire come funziona l'accoglienza ai migranti nella nostra città. Ecco il resoconto che ne è venuto fuori Testo di Giovanni Dozzini L’ultima volta è stata all’inizio di maggio. Era tempo di gite scolastiche, e allora sono dovuti andare ad affittare cinque pullman in Romania, con autista e tutto. A Ponte Felcino sono arrivati in cen- totrenta, scortati dalla polizia, come sempre. Centotrenta migranti, in una volta sola. Quasi tutti subsahariani. Nigeriani, senegalesi, gambiani. Li hanno sistemati all’ostello, negli appartamenti, in tutta la provincia di Perugia. Qualcuno se ne è andato prima che la polizia tornasse per portarli in Questura a fare l’identificazione, ma solo tre o quattro. I subsahariani di solito non se ne vanno. Quelli sono i siriani, i somali, gli eritrei. In un anno e mezzo nessuno di loro si è mai fermato nelle strutture dell’Arci. Giungono in Italia con le idee molto chiare, sanno già benissimo dove vogliono arrivare. La Francia, la Germania, l’Europa più ricca, o quella dove vivono già da tempo i loro fami- liari. Non vogliono farsi identificare, perché a quel punto il Regolamento di Dublino gli imporrebbe di chiedere asilo in Italia, e loro in Italia non hanno intenzione di rimanere. E allora scappano. Sal- gono sui treni, verso Milano. I siriani a Milano ci vanno anche in taxi. I siriani sono diversi dagli altri. Hanno i soldi. Professionisti, istruiti, benestanti. Arrivano con i loro vestiti, il loro iPad, parlano le lingue. Ce ne sono anche di an- ziani, di ottant’anni e passa. Gli scafisti non gli torcono un capello, perché evidentemente li pagano meglio. Non come gli africani. Quelli li trattano come bestie, li spogliano del poco che hanno. Chi viene dal Gambia, dal Senegal, dalla Nigeria, è miserabile due volte. In fuga, e quasi sempre senza un altro obiettivo che non sia quello: scappare. Sono motivatissimi, pieni di energie e voglia di fare. E sono quelli che a Perugia si fermano. Non hanno programmi, non hanno parenti da raggiungere, spesso Perugia gli va bene. Si fanno portare in Questura, si fanno fotografare, si fanno prendere le impronte digitali. E fanno richiesta d’asilo. Gli altri, i siriani, i somali e gli eritrei, si fiondano a Milano,4 - QUI NON C'è il mare
dove li aspettano altri cattivi pastori, altri traffi- sparsi per la città, quindi, un casale attrezzato incanti che li condurranno in un modo o nell’altro campagna, case in cui vivere insieme, a gruppi dioltre il confine. Ventimiglia, i monti, da qualche cinque o sei, in autonomia pressoché totale. Gliparte. Ma queste sono storie che i ragazzi di Arci operatori dell’Arci si fanno vivi due o tre volte allaSolidarietà non conoscono, o conoscono solo di settimana, per monitorare. Sono alloggi in affit-rimando. Una volta che se la vedono sfilare sot- to, pagato dall’Arci, da privato a privato, senza al-to gli occhi, di questa gente perdono le tracce. cuna facilitazione, come detta il mercato. A Pon-Quella che conoscono bene è la filiera a monte, te Felcino, in media, gli ospiti oscillano tra i cin-le prime tappe della fuga, quelle prima del mare, quanta e gli ottanta. All’ostello Spagnoli di Pianprima di Perugia. I racconti sono tanti. di Massiano, invece, i migranti sono una trentina.Il progetto Emergenza funziona così. I migranti Venti pakistani, che ormai lì hanno piantato learrivano all’ostello di Ponte Felcino scortati dal- tende, e dieci nigeriani in attesa di altre destina-la polizia, che nel giro di poche ore fa ritorno e zioni. A Pian di Massiano ci sono anche altri tipili porta in Questura, per l’identificazione. Quelli di ospiti, dai turisti a quelli piazzati lì dal Comuneche nel frattempo non se ne sono andati, quelli perché non possono permettersi una casa. Italia-che fanno regolare richiesta d’asilo, si fermano nissimi. Coi pakistani, dicono all’Arci, sono tuttiall’ostello per qualche settimana, il tempo di tro- più tolleranti. Li vedono giocare a cricket nei par-vargli una sistemazione migliore. Appartamenti chi vicini, gli sembrano meno migranti degli altri migranti. Anzi, meno immigrati. Meno diversi.Il progetto Emergenza riguarda i nuovi sbarchi dal Mediterraneo. Viene gestito su tutto il ter-ritorio nazionale dalle varie Prefetture, che indicono un bando. Per la provincia di Perugia è statovinto da un’associazione temporanea di scopo costituita da Arci Solidarietà, cooperativa Perusia,Cidis, Caritas e cooperativa Il Cerchio. Nella città di Perugia operano esclusivamente Arci Solida-rietà e Perusia. Al momento nelle loro strutture sono ospitate più di trecento persone. Dal 14 gen-naio 2014 a oggi sono transitate più di mille persone.Il progetto SPRAR (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) riguarda tutti i ri-chiedenti asilo. È gestito dal Servizio Centrale, un’emanazione diretta del ministero dell’Internoaffidata all’Anci. A livello periferico il progetto deve essere gestito da un’associazione di diversisoggetti con un ente locale come capofila. A Perugia il capofila è il Comune. Poi ci sono Arci Soli-darietà e cooperativa Perusia. Al momento sono ospitate nelle strutture messe a disposizione daArci e Perusia circa settanta persone.Foto di Alessandro Pisani 5 Foto di Petr Dosek
Refugiados - Kutupalong (Bangladesh). Foto reportage di Javier ArcenillasChi rientra nel progetto Sprar, teoricamente, è un a Roma, gli serviva grossomodo un anno. Dal 18privilegiato. Ha diritto a vivere in luoghi di piccole marzo è attiva la commissione territoriale di Peru-dimensioni, a seguire dei corsi d’italiano, a esse- gia, vedremo se le pratiche si sveltiranno un po’. Ere supportato quotidianamente dagli operatori comunque la risposta della commissione è quasinell’accesso ai servizi. Per loro esistono dei fondi sempre negativa.ad hoc, regolati a livello nazionale, che servono In questi tre mesi, per dire, sono state accolte treper l’integrazione lavorativa e la formazione, dalle richieste d’asilo su una ventina. Chi dimostra d’es-borse lavoro in là. L’Emergenza segue regole diver- sere un perseguitato politico può avere l’asilo poli-se. Che cambiano città per città. tico, della durata di cinque anni e rinnovabile. ChiA Perugia il bando di fatto equipara i due tratta- viene da zone di guerra, o comunque instabili, ilmenti. Anche per i migranti dei barconi gli standard permesso di soggiorno per protezione sussidiaria:di base sono quelli là: appartamenti, corsi di ita- pure questo dura cinque anni ed è rinnovabile. Chiliano, supporto, giorno per giorno, nell’accesso ai è molto giovane, o incinta, o malato, un permessoservizi. Per l’inserimento lavorativo e la formazio- per motivi umanitari della durata massima di duene è più complicato. Ma ci si prova lo stesso. Ven- anni. Nessuno deve azzardarsi a dire alla commis-gono incoraggiati, indirizzati, si fa un tentativo con sione di essere scappato perché moriva di fame.Garanzia Giovani. Cose così. Questi ragazzi hanno Non lo farebbero nemmeno parlare. I motivi eco-per lo più tra i diciotto e i ventotto anni. Nove su nomici non sono buoni motivi, per essere accoltidieci sono uomini. La loro permanenza nelle strut- in Italia. La domanda sarebbe respinta all’istante.ture dell’Arci è strettamente collegata all’iter del- E comunque, per tutti quelli che si vedono oppor-la loro richiesta d’asilo. Fino a qualche tempo fa re un rifiuto, c’è modo di fare ricorso in sede civile.per essere valutati dalla commissione territoriale,6 - QUI NON C'è il mare
Foto di UNHCR Campo profughi di Za'atari (Giordania)Certamen Andalucia Solidaria - FAMSIE lì, pressoché sempre, il verdetto viene ribaltato già in primo grado. Il tempo che trascorrono nellestrutture dell’Arci o in quelle della Perusia, insomma, può variare anche di molto. In linea di mas-sima dal passaggio davanti alla commissione possono passare alcuni mesi, massimo un anno.L’auspicio sarebbe rendere i migranti autonomi il prima possibile. È difficile, ma non impossibile.E i soldi? La gente non sopporta di vederli in giro coi telefonini e con le cuffiette alle orecchie.Se non sembrano degli straccioni allora non si meritano niente. Funziona così. La realtà è chedi denaro ne vedono ben poco. Trenta euro alla settimana per la spesa di base, cibo e sapone.Settantacinque euro al mese per tutto il resto. I vestiti, il cellulare, le schede telefoniche. Lecuffiette. Li sanno spendere.Quanto al lavoro, per i primi sei mesi dopo la richiesta d’asilo non potrebbero nemmeno sevolessero. Vietato dalla legge. E allora provano a imparare qualcosa. L’italiano, prima di tutto.L’Arci organizza dei corsi alla Casa dell’Associazionismo e alla Biblioteca delle Nuvole, e poi aEllera, con insegnanti professionisti, pagati regolarmente. E poi ci sono i progetti di volontaria-to. Arci, per esempio, ha partecipato al progetto Adotta un parco del Comune di Perugia, e s’èguadagnata la manutenzione di una decina di aree verdi in tutta la città. Ci pensano i migranti.Gratis, perché il bando è a budget zero. Ma è un modo per stare in moto, e fa curriculum.Poi c’è l’aspetto sanitario. Il problema è giusto porselo. Quando arrivano a Perugia ai ragazzi hanpoco più che dato un’occhiata alla gola. Qui vengono subito sottoposti a uno screening in unastruttura dell’Asl in via XIV Settembre. Si valuta lo stato di salute generale, si cercano eventualimalattie infettive. La famigerata scabbia, pure. Qualche caso sospetto ogni tanto viene fuori, 7
Foto di David Montiel qualcuno viene ricoverato in ospedale per accertamenti. Ma alla fine niente di niente, spiegano all’Arci. Magari si teme la scabbia o la tbc, e invece è qualcosa di peggio, di autoimmune. Nulla di contagioso. Nessuna epidemia pronta a minacciarci. E loro, loro hanno voglia e paura di parlare. Dipende. A fare due conti, oggi come oggi a Pe- rugia sono in tutto tra i trecentocinquanta e i quattrocento. Tra Emergenza e Sprar, tra Arci e Perusia. E ognuno ha la sua voglia e la sua paura. Mohamed, ivoriano, ventotto anni, parla un italiano svelto e generoso. È passato dalla commissione a inizio giugno, e adesso aspetta la risposta. Sarà positiva, dice, perché ha fede in Dio, e cioè in Allah, e Allah lo aiuterà. Sono quasi tutti musulmani, questi migranti. Mohamed va in moschea in via Settevalli, e insieme a lui an- che Yusuf, Mamadou e Moussa. La religione è importante, ma di rapporti con gli altri fedeli se ne stringono pochi. “Avevo un amico marocchino, in Costa d’Avorio. Qui no”, spiega. Di amici italiani, poi, perugini, non se ne parla proprio. Quando viveva a Castel del Piano, dice, ne aveva trovato uno. Vero. Riccardo, che poi se n’è andato in Spagna. Non è che gli vada tanto a genio, Perugia, a Mohamed. Finite le lezioni di italiano non sa cosa fare. Segue un corso di teatro, sta provando a prendere la licenza media. Ma vorrebbe di più. Vorrebbe una città più grande. Milano, magari. “Resto di sicuro in Italia. Mi piace molto. Anche se finora l’ho conosciuta solo sui libri”. Appena arrivano i documenti prende e riparte verso Nord, pure lui. A rifarsi una vita, daccapo. Di quella vecchia non gli è rimasto niente. Gli altri hanno le idee meno chiare. Yusuf viene dal Gambia. Ha diciotto anni, una voce sottile, sorride e non pensa al futuro. Vive in via XX Settembre, è a Perugia da un anno, prima s’è fatto sei mesi a Siracusa. “Bellissima”. Mamadou, maliano, ha occhi liquidi e guardinghi. È alto, nero nero, ha poco più di vent’anni. Vive alla Pallotta, e tutto dipende dal lavoro, dice. Se ne trova uno a Perugia, rimane. Altrimenti ripartirà anche lui. Quanto agli amici, stesso discorso degli altri: gli italiani si fanno i fatti loro. Il suo tempo, intanto, lo passa con gente che è arrivata qua dal Mali anni fa. Dieci, dodici. E poi c’è Moussa. “Lui è famoso”, ride Mohamed. Famoso perché forse è il più integrato di tutti. Vent’anni, maliano, ormai fa parte a tutti gli effetti dell’associazione Fiori- vano le Viole, che negli ultimi tempi ha soffiato il suo vento buono su tutto il quartiere. Nei giorni di Alchemika, a giugno, se ne andava in giro con una macchina fotografica presa a prestito, e se potesse non la mollerebbe neanche per un minuto. Perugia è bella, per lui. I perugini anche. Stesse a lui decidere, da qui non se ne andrebbe. 8 - QUI NON C'è il mare
Foto di Moussa DoumbiaL’accoglienza ai migranti, in Italia, è qualcosa di incredibilmente complicato. Le norme sono tan-te e spesso confuse, lacunose. Lavorare in questo settore – gli operatori di Arci Solidarietà impe-gnati nei progetti Emergenza e Sprar sono sedici - è gratificante e impegnativo. Ma le energie incampo non sono mai abbastanza. Per cui ogni contributo volontario dei cittadini è ben accetto.Chiunque fosse interessato a mettere le proprie idee, il proprio tempo e le proprie energie a di-sposizione di questi ragazzi può contattare Arci Solidarietà. Telefono: 075 9070877 – 075 5721441.Moussa e Mohamed, seduti ai due capi del tavolo. Due sguardi opposti sulla nostra città. E poi, sesolo non fossimo in pieno Ramadan, chissà in quanti altri sguardi ci si potrebbe imbattere, allaCasa dell’Associazionismo, in queste mattine di inizio estate. Il ghanese Ibrahim, per esempio, èin partenza per Cesenatico, va da suo zio, lui dice “my brother” ma in realtà è un suo lontano zio,che gli ha trovato un lavoro. È triste, ad andare via. Le ragazze dell’Arci lo salutano sospirando. Luise ne sta ritto, con le sue grandi cuffie bianche calate sul collo, a balbettare in un inglese incerto.Balbetta davvero, letteralmente. Balbettava da bambino, poi crescendo gli era passata. Lo stressdella traversata del Mediterraneo l’ha fatto ricominciare. Ma è giovane, ha pure lui vent’anni, ma-gari andrà dallo psicologo, dice, per farsi dare una mano a rimettere a bada la lingua. Intanto sitrascina dietro un trolley cigolante e riprende il suo viaggio. Saluta Perugia, saluta tutti. Il suo lettonon rimarrà vuoto troppo a lungo. 9
L'umbriache suona Ecco il programma dei principali appuntamenti musicali dell’estate Testo di Mattia Giambattista Foto di David Montiel10 - QUI NON C'è il mare
Come ogni anno l’estate musicale umbra è densa di eventi che si sovrappongono e s’incastrano. Alcunisi sono già svolti, in questo numero abbiamo cercato di riassumere il ricco programma della stagioneevidenziando i principali appuntamenti a venire, a beneficio di tutti gli appassionati di musica di Peru-gia. Ci sarà molto da ascoltare. Buon divertimento.Dal 2 al 4 luglio a Perugia, a San Francesco al Prato, avrà luogo il festival L’Umbria che Spacca, unatre giorni di concerti a ingresso gratuito che vedrà la partecipazione, tra gli altri, di gruppi come Verde-na, Francine and The Boomers e Le Idi di Maggio. L’organizzazione è a cura dell’associazione culturaleRoghers Staff, protagonista fin dal 2010 di numerose iniziative a sfondo musicale nella nostra città. Èpossibile avere tutte le informazioni accedendo al sito www.umbriachespacca.it o, in alternativa, allapagina Facebook del festival.L’estate sarà inoltre tempo di altri due eventi il cui richiamo supera i confini dell’Umbria e per i quali di-mensione e respiro sono addirittura internazionali. Si tratterà di Dancity, festival di musica elettronicae arti digitali in programma in alcune suggestive location di Foligno nei giorni 3, 4 e 5 luglio, e ovvia-mente dell’attesissima Umbria Jazz, che si snoderà a Perugia dal 10 al 19 dello stesso mese. Entrambele manifestazioni hanno un loro sito di riferimento in cui poter anche acquistare i biglietti per i concertialle sezioni “tickets”. Due eventi molto diversi tra loro si intrecceranno nello stesso fine settimana dal23 al 26 luglio, rispettivamente a Umbertide e presso l’Isola Maggiore del Trasimeno, quest’ultima giàteatro a giugno del Moon in June della Fondazione SergioPerLaMusica diretto da Vinicio Capossela.Rockin’ Umbria è il primo di questi due festival e ripartirà quest’anno, ad opera della medesima fon-dazione, dopo l’ultima edizione del 2012 e la sua successiva interruzione, la seconda nella storia diquesta manifestazione nata nel 1984 come una delle più innovative nel panorama rock italiano. Ap-puntamento clou giovedì 23 con Sun Kil Moon. Il Lago Trasimeno al tramonto sarà invece lo scenario diMusic for Sunset, kermesse a cura dell’Associazione Umbra della Canzone e della Musica d’Autore, chepresenterà a Isola Maggiore sonorizzazioni ambientali, concerti, reading e rappresentazioni teatrali. Pertutte le info online: www.fondazionesergioperlamusica.it e www.musicaeventiautore.it.Sempre a luglio, mese densissimo, dal 16 al 19 si svolgerà Rock for Life, che avrà anche un’appendicedatata 1 agosto: Rock for Life Reload. Giunto alla sua tredicesima edizione, a Ponticelli, alle porte di Cit-tà della Pieve, il festival regalerà i concerti a ingresso libero di Eugenio Finardi, KuTso, Il Cile e SpaghettiCriminals, oltre all’opportunità di esibirsi in un contest per band emergenti a artisti umbri e senesi. Perpartecipare, o solo semplicemente per consultare il calendario della manifestazione, si può fare unsalto sul sito www.rockforlife.it.Per tutti gli amanti del blues, la location consigliata dal 26 luglio al 2 agosto è senz’altro, ancora unavolta, quella delle rive del Lago Trasimeno, dove suoneranno i migliori interpreti internazionali del ge-nere in occasione di Trasimeno Blues. In un percorso che andrà dalle origini fino alle sonorità con-temporanee, i concerti si alterneranno ad altri eventi collaterali. Non solo musica e cultura, ma anchemostre, tradizioni popolari ed enogastronomia caratterizzeranno dal 13 al 22 agosto l’estate di Orvietonel corso della manifestazione Umbria Folk Festival, che quest’anno avrà sede presso la Fortezza Al-bornoz. Le serate prevedranno apericene e musica dal vivo che toccherà principalmente i generi folk,jazz, rock e d’autore. Il programma completo è disponibile sul sito www.umbriafolkfestival.it.Arriviamo a fine agosto e ci spostiamo verso Castelnuovo d’Assisi, tornando nella provincia di Perugia.Qui, dal 27 al 30, nell’ambito di Riverock Festival, suoneranno artisti del calibro di Iosonouncane, LoStato Sociale e Fast Animals and Slow Kids. La manifestazione è organizzata dall’omonima associazio-ne culturale, e si possono comprarne biglietti o abbonamenti attraverso il sito ticketitalia.com. L’eventoche infine concluderà la stagione musicale estiva 2015 sarà la seconda edizione di Umbria Noise onthe Lake, festival dedicato alla visibilità della scena musicale regionale che si svolgerà alla Darsena LiveMusic Club di Castiglione del Lago nell’ultimo weekend di settembre, dal 25 al 27.Ancora buon ascolto e buona estate. 11
Disegni sonori Becoming PostMod ha segnato un punto di non ritorno. Vi spieghiamo perché Testo di Daniele Pampanelli e Saro Occhipinti Foto di Marco GiugliarelliOrganizzare un evento come quello di venerdì 12 mamente facile: chi viene è bravissimo, il talento nongiugno è difficile e facile insieme. Difficile perché manca, l’aria è sempre carica di particelle invisibiliassorbe molto tempo, ti costringe a scelte veloci, ti ma potentissime. Quel venerdì si sentiva il “flusso”:impone un grande impegno. Difficile perché c’è una certo, condizionato dal percorso che avevamo pro-progettualità forte dietro che trascende il disegno gettato per far girare la gente (bravi noi), ma non solo.in sé per sé: fin da subito Saro aveva chiaro, con Un flusso di energia che se decidevi di non resistergliBecoming X, che la forza di quel format era mixare ti faceva girare lui tra disegni musica cinema e gente.arti diverse e fare uscire disegno e illustrazione dai Tanta gente…recinti nei quali spesso viene relegato. È l’intuizio- Non abbiamo mai avuto dubbi sulla riuscita dell’e-ne fondamentale che ci ha fatto da bussola e ci ha vento. Perché conoscevamo benissimo gli ingre-coinvolto così a fondo. dienti che avevamo a disposizione, e sapevamoLo spirito di Becoming PostMod è questo: uscire dai perfettamente come amalgamarli. Ecco, l’amalga-recinti, trovarsi, confrontarsi, sperimentare per noi ma. Lasciamo da parte un momento la serata. Giàma soprattutto per chi viene ai nostri eventi. Fare dalla mattina con chi s’era reso disponibile a darequalcosa per la gente, per la comunità, e non fare a una mano per preparare il posto è stato inevitabilegara a chi ce l’ha più lungo tra illustratori e disegna- pensare: «ma vaffanculo, anche se ci siamo solo noitori. Con un po’ di superbia, smuovere acque stagne. e i nostri parenti verrà una cosa per cui ha valso laOrganizzare una cosa così, e la sua riuscita, ti fa scor- pena». Eravamo lì a lavorare (davvero tutti) ed era-dare le tensioni e i momenti di dubbio, che ci sono vamo felici. Ed è lì che lo capisci, l’amalgama. Se c’èstati e sicuramente ci saranno in futuro. Ma organiz- c’è, non lo devi definire o spiegare, lo senti anchezare un evento come quello di venerdì è anche estre- tra persone che si sono presentate dal vivo per la12 - QUI NON C'è il mare
prima volta. E che fanno una cosa perché (al di làdella tiritera retorica sulla “passione”) va fatta, nesentono la necessità.Becoming è diventato progetto. Nel senso letteraledel suo etimo: pro iectare, gettare avanti, guarda-re avanti. Così deve crescere, alzando le asticelle:l’asticella del salto in alto (più qualità, più commi-stione, più sperimentazione, più illustratori) e l’asti-cella che chiude la porta del “pollaio” (far entrarela gente, fare uscire dai recinti). Deve continuare aessere “teso” nella sua intensità, perché dove nonc’è tensione c’è decorazione, e questo ognuno dinoi dovrebbe saperlo bene. E deve continuare adavere tre obiettivi fondamentali: il progetto artisti-co; l’apertura; stare bene. Il nostro obiettivo princi-pale è sempre stato quello di mettere a proprio agioi disegnatori che sono il vero motore di tutto quelloche ci costruiamo sopra. Ma quest’anno no: la partepiù sperimentale è stata sfidare alcuni di loro, al-cuni di noi, a fare cose che non avevamo mai fatto,che fossero disegnare dal vivo (tanti “giovani” nonlo avevano mai fatto), un live drawing su maxi scher-mo o finalizzare un pannello di tre metri quadrati inventi minuti su un tema stabilito. O suonare pratica-mente improvvisando facendosi prendere dalla si-tuazione. E soprattutto fare un passo indietro, comeego, per farne tre avanti. Abbiamo cercato, consa-pevolmente, di metterci a disagio.Eravamo sicuri che nessuno avrebbe fallito, ne era-vamo più sicuri noi di quanto lo erano molti deglialtri disegnatori, probabilmente. La cosa che rite-niamo fondamentale per far funzionare un eventocome il nostro e in generale un ambiente come ilnostro è far fare all’ego un passo indietro per met-terlo al servizio di qualcosa di più grande, di unaprogettualità più articolata. La cosa importante èquesta: ognuno soddisfa sé stesso, e il proprio natu-rale e sacrosanto narcisismo, solo se lo mescola conquello degli altri. Non so cosa questa esperienza di-venterà, so che non sarà la stessa. Così deve restare.Così deve cambiare. Abbiamo già delle idee.Ne parleremo presto.Becoming PostMod, progetto natodalla trasmissione in onda su RadiophonicaBecoming X, si è svolto venerdì 12 giugnoal PostModernissimo. È stata una lungagiornata dedicata al disegno in presadiretta, al cinema e alla musica,che ha coinvolto oltre quaranta artistitra disegnatori, illustratori e musicisti. 13
LA DROGA ALLA LAVAGNAA settembre arrivano gli ultimi due laboratoridel ciclo formativo del Protocollo istituzionalesulle dipendenze. Dedicati alle scuoleTesto di Giovanni DozziniFoto di Eric ConstantineauE adesso avanti con le scuole. Forse lo snodo più Ma ora, si diceva, tocca al mondo della scuola. È lì cheimportante dell’intero progetto. Comunicare, con- il problema delle dipendenze, alcol e droga su tutte,dividere, partecipare, il ciclo formativo organizzato può essere disinnescato con la maggiore efficacia.dal Protocollo d’intesa istituzionale sulle dipenden- L’adolescenza è probabilmente il momento cruciale.ze, traccia un primo bilancio di quanto fatto finora Per questo il direttivo di Comunicare, condividere,e si prepara alla ripresa di settembre. Dopo l’estate, partecipare ha deciso di dedicare alle scuole due la-infatti, arriveranno per l’appunto i laboratori sulle boratori. Gli ultimi. Uno a settembre, l’altro a ottobre.scuole, gli ultimi due in programma. Si punterà forte sulla prevenzione, e sull’educazioneDa febbraio a oggi molto è stato detto e molto è stato alla salute e ai comportamenti responsabili. Partendofatto. Ciò che ha preso forma gradualmente è innan- dai progetti già realizzati in ambito scolastico, dai lorozitutto un’idea compiuta di come potranno funziona- punti di forza e dalle loro criticità, per poi concentrar-re, in futuro, i rapporti all’interno della rete dei servizi si sulle linee guida messe a punto dall’Osservatoriodedicati ai fenomeni delle dipendenze. E se nei tre se- europeo delle droghe e delle tossicodipendenze diminari frontali è stata messa molta carne al fuoco e si Lisbona. Dire a un ragazzino che la droga fa male nonsono forniti molteplici elementi di studio e riflessione, basta più. Occorre aiutarlo a individuare delle pro-coi primi tre laboratori si è passati al confronto diretto spettive e dei progetti di vita virtuosi.e reale tra i soggetti coinvolti. È stato avviato un dialo- E poi ci sarà spazio per approfondire le problemati-go autentico. Si è cominciato a lavorare a un vocabo- cità legate alla presa in carico dei soggetti a rischio.lario comune. Per chi si fosse perso il nostro racconto Come affrontarli, come proteggerli e come accompa-di questi mesi, è successo molto semplicemente que- gnarli in un percorso di affrancamento. Ai partecipantisto: tutti gli operatori, da quelli dei servizi socio-sa- di sempre, naturalmente, si affiancheranno in misuranitari a quelli delle forze dell’ordine, da quelli delle ancor più copiosa del solito gli insegnanti. L’adesioneassociazioni a quelli delle istituzioni e della stampa, è aperta, c’è tempo un’estate intera per farsi avanti.si sono messi in gioco, hanno iniziato a parlare senza Nel nostro sito, www.luoghicomunimagazine.it,filtri. E a gettare le basi per approntare strumenti di potrete rimanere aggiornati su date, programmi det-interazione solidi ed efficaci. A tratti anche superando tagliati e modi d’iscrizione.qualche diffidenza e qualche perplessità iniziale.14 - QUI NON C'è il mare
UN PONTEDA COSTRUIRE INSIEMEAl via la terza edizione del Musa Festival,occasione per il dialogo e l’arricchimento culturaleTesto di Matteo VenanziFoto di Musa Music Assisi FestivalSi è tenuta a Perugia martedì 9 giugno l’inaugurazione del Musa - Music Assisi Festival 2015, checome ogni anno si propone di favorire il dialogo interculturale attraverso la musica al fine di crearescambio, mediazione e tolleranza tra i popoli. In una Sala dei Notari gremita per l’occasione, la con-ferenza è stata aperta dallo splendido concerto del Coro dell’Università per Stranieri di Perugia Vocidal Mondo, diretto dal maestro Albero Bustos, che ci ha trasportato con le sue melodie provenientida tutto il mondo, eseguendo dalle arie più famose ai canti popolari più sconosciuti.L’attenzione si è poi concertata sui protagonisti della giornata: Ivana Dama, fondatrice e socia dellasezione italiana dell’Ira Mauritania (Initiative Résurgence Abolitioniste – Rinascita del Movimento Abo-lizionista), e Yacoub Diarra, attivista per i diritti umani e presidente del Comitato di Pace per la difesadell’Ira. I due, compagni sia nella lotta pacifica per la libertà che nella vita, hanno lanciato un fortemessaggio a tutti i presenti attraverso la loro testimonianza della difficile situazione del paese d’originedi Yacoub, la Mauritania, ancora oggi vittima della discriminazione e dello schiavismo. Un messaggioche si basa sui concetti di cambiamento, verità, pace, e coraggio. Tutte queste parole però sono inutilise non viene affiancata loro la mediazione linguistica e culturale. E ne è la prova proprio questa coppiainterculturale, che insieme ha deciso di alzare la voce e denunciare il terribile quadro mauritano, facen-doci riflettere sul fatto che al mondo esistono innumerevoli circostanze simili a quella da loro descritta,ma che vengono ignorate per mancanza d’informazione o, nel peggiore dei casi, di interesse.È stata senz’altro un’occasione importante per tutti gli studenti dell’Istituto Universitario di MediazioneLinguistica di Perugia presenti, che avrà senz’altro fatto comprendere loro ancora di più il valore e larilevanza del loro ruolo una volta usciti dal proprio percorso di studi.L’incontro è stato concluso da una ex studente del suddetto istituto, Francesca Medda, che ha presentatoOpen Planet, organizzazione di cui lei stessa fa parte e che si occupa della realizzazione di documentaridi viaggio in giro per il mondo per dare visibilità a un buon numero di progetti umanitari sostenibili, comead esempio nel Nepal, l’ultima vittima di un disastro naturale. Francesca è la prova che incontri del generenon solo sono formativi, ma ci aiutano soprattutto a prendere coscienza di quello che ci circonda e a farequalcosa per cambiare, seppur nel nostro piccolo, il mondo. Un esempio da seguire. 15
REGENERATING YOUTHWe ARE, We DARE!Perugia 2018: la nuova sfida del Forum regionale dei GiovaniTesto di Gabriele BicciniGiovani a Perugia? Chi li considera una riserva indiana (15% della popolazione), chi nullafacenti e per-ditempo della peggior specie, chi ancora tirocinanti perenni, o ancora studenti inattivi e svogliati. Noivogliamo raccontarvi una storia diversa, che vede questa generazione frammentata, complessa e sfi-gata costruire un percorso da protagonisti di un processo virtuoso.Il Forum regionale dei Giovani dell’Umbria, il Comune di Perugia e la Regione Umbria hanno decisoinfatti di ripresentare la candidatura della città per il titolo di European Youth Capital nel 2018. Sonostate individuate dalle associazioni giovanili e sei tematiche che rappresentano i pilastri per la candi-datura 2018: multiculturalismo, creatività e arte; educazione e formazione; volontariato; occupazionegiovanile e imprenditorialità; international youth empowerment e dialogo interreligioso; partecipazio-ne, giustizia intergenerazionale e cooperazione giovanile.L’iniziativa di Capitale Europea dei Giovani è stata lanciata nel 2007 a Bruxelles dal Forum Europeo deiGiovani (European Youth Forum). La prima fu Rotterdam nel 2009. Il titolo viene assegnato ogni un annoa una città europea diversa, la quale avrà l’opportunità di presentare un ampio programma rivolto aigiovani che possa rappresentare anche un modello di sviluppo per altre città del continente.Il 29 aprile scorso Perugia è stata selezionata tra le 5 finaliste per il titolo, insieme a Cascais (Portogallo),Kecskemet (Ungheria), Manchester (Gran Bretagna) e Novi Sad (Serbia), mentre la proposta integrata èstata ultimata e inviata il 28 giugno. Il 7 agosto 2015, le 5 città riceveranno i feedback di miglioramentoda parte del Forum Europeo dei Giovani e della commissione tecnica. La nuova proposta integratadovrà essere inviata entro il 11 ottobre 2015, mentre l’esito finale sarà annunciato a novembre 2015durante il Congresso del Forum Europeo dei Giovani.Essere arrivati in finale con il percorso di European Youth Capital per il secondo anno consecutivonon era scontato. Oltre 20 concorrenti hanno partecipato alla prima fase, tra di esse grandi città comeIstanbul, Napoli, Ankara o Bratislava. Ora, da finalisti, tocca a noi, giovani tra i 14 ed 35 anni, portareavanti la candidatura. Possiamo essere attori principali e artefici del cambiamento della nostra città,come dell’Europa intera.Questo progetto prevede una caratteristica importante: non ci sono numi tutelari, adulti onnipre-senti, responsabili dell’azione dei giovani. Abbiamo i ragazzi stessi, i loro sogni e le loro criticità, tuttiresponsabili e intraprendenti per agire da motore di cambiamento nel presente senza aspettare undomani che non potrà mai arrivare se non con la piena partecipazione dei giovani ora.Coraggio! Questo è il momento di osare. ReGenerating Youth! We are, we dare!!16 - QUI NON C'è il mare www.perugia2018.eu
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Illustrazione di Simone Di Stefano. La Pazza Folla Vino e poesia Vieni, vedi, leggi, sussurra, suona, decanta! Certe sere speciali in via della Viola (e dintorni) Testo di Giulia Galdelli 18 - QUI NON C'è il mare
Sorseggiando un bicchiere di vino in una sera di fine estate, qualcuno ha asserito per gioco: per-ché non organizziamo delle serate di lettura di poesie nel quartiere? L’idea è stata subitamenteappoggiata con inaspettato entusiasmo.Il prodromo si è compiuto a La Fame, ristorante sito in piazza del Duca, il 2 ottobre 2014. Poiché,in quei giorni, non si faceva che confrontarsi sulla problematica degli spazi dell’associazione Fio-rivano le Viole, il tema scelto per la serata fu inevitabilmente lo Spazio. Una valigetta, rimediataper caso tra la spazzatura, divenne il contenitore ottimale da cui pescare testi poetici che il casoaffidava al lettore, mentre degli indizi in rima lanciati di tanto in tanto dagli organizzatori davanol’avvio a una caccia alla poesia che stimolava i convenuti a muoversi nello spazio del convivio perrintracciare i versi nascosti da qualche parte dentro il locale.Alla luce del successo del primo incontro, si pensò bene di riproporre la serata in altra sede e così,a novembre, si decantavano poesie all’osteria Il Gufo e il tema guida era il Labirinto. Oltre allavaligetta ricolma di testi, vi erano libri da consultare, un albero metalabirinto da poter seguire etante persone raccolte, desiderose di ascoltarsi e di sperimentare il proprio sentire. In un angoloadatto all’osservazione, c’era Massimo Boccardini che, per tutta la serata, si è cimentato nei suoiacquerelli e, poiché particolarmente ispirato da ciò che intorno a lui stava accadendo, molti neha realizzati: un pensiero lo colpiva ed esso veniva trasformato in colpi di pennello, un verso lointrappolava e diveniva un colore, un volto lo catturava e si tramutava in una storia narrata dall’es-senzialità delle ombre e delle linee.I poeti, i lettori, i taciturni, gli esuberanti, i timidi e gli scettici sono diventati così i personaggi dipiccole storie narrate con ironia dal gesto spontaneo e mordace di Massimo. Da qui, l’idea diraccoglierli tutti in un volumetto - che si può tuttora trovare presso la bottega di Massimo, in viaCartolari - attraverso il quale ripercorrere i momenti della serata e rammentare la metafora cheogni atto poetico racchiude.A dicembre, rose rosse mutavano colore a La Lumera in un Girotondo di poesie e magie. A febbra-io, si annusava la primavera alle porte e si declamava il Piacere.Illustrazione e grafica di Francesco Capponi Ad alcuni piace la poesia Ad alcuni - cioè non a tutti. E neppure alla maggioranza, ma alla minoranza. Senza contare le scuole, dov'è un obbligo, e i poeti stessi, ce ne saranno forse due su mille. Piace - ma piace anche la pasta in brodo, piacciono i complimenti e il colore azzurro, piace una vecchia sciarpa, piace averla vinta, piace accarezzare un cane. La poesia - ma cos'è mai la poesia? Più d'una risposta incerta è stata già data in proposito. Ma io non lo so, non lo so e non mi aggrappo a questo come all'àncora di un corrimano. Wistawa Szymborska 19
A marzo, si anelava di tornare nelle piazze, nelle strade, Illustrazione di Mariella Carbonenei vicoli e il tema non poteva che essere la Pazza Folla. Grafica di Fabrizio Bellini I poeti lavorano di notte Illustrazione di Daniele Formica quando il tempo non urge su di loro, Grafica di Fabrizio Bellini quando tace il rumore della folla e termina il linciaggio delle ore. I poeti lavorano nel buio come falchi notturni od usignoli dal dolcissimo canto e temono di offendere Iddio. Ma i poeti, nel loro silenzio fanno ben più rumore di una dorata cupola di stelle. Alda MeriniAd aprile, a vincere sono stati i Ritardi e i Non-sense. A giu-gno, sull’onda lunga del Festival di teatro di strada e Cir-que Noveau Alchemika, il tema era obbligatorio, il Circo. Il saltimbanco Chi sono? Son forse un poeta? No certo. Non scrive che una parola, ben strana, la penna dell'anima mia: follìa. Son dunque un pittore? Neanche. Non à che un colore la tavolozza dell' anima mia: malinconìa. Un musico allora? Nemmeno. Non c'è che una nota nella tastiera dell' anima mia: nostalgìa. Son dunque... che cosa? Io metto una lente dinanzi al mio core, per farlo vedere alla gente. Chi sono? Il saltimbanco dell'anima mia. Aldo PalazzeschiLa forza e l’originalità di questi incontri è la convivialità e la spontaneità dei presenti, poiché nessuno è atto-re, nessuno spettatore, non c’è palcoscenico a dividerci, non ci sono costumi di scena, non ci sono voci chesostituiscono altre. La poesia non è morta e continua a far emozionare, soprattutto se condivisa. Da ottobrea oggi, si sono svolte sette serate di Vino e Poesia, tutte inaspettatamente partecipate, con grande stuporedegli organizzatori. L’intento è quello di organizzare eventi itineranti, a cadenza mensile, per i locali, le botte-ghe, le piazze, i vicoli del quartiere affinché il seme della poesia cresca in ogni luogo e si infonda in tutti coloroche desiderano accoglierlo.20 - QUI NON C'è il mare
NUMERO 7 - DICEMBRE 2014 - OFFICINA SMeC - DISTRIBUZIONE GRATUITApLrUomOuGoHveI aCnOchMe UtuNlIa perugia pLoUsOitiGvaHI COMNUMERO7-DICEMBRE2014-OFFICINASMeC-DISTRIBUZIONEGRATUITA NUMERO 13 - GIUGNO 2015 - OFFICINA SMeC - DIS NUMERO 13 - GIUGNO 2015 - OFFICINA SMeC - DISIL MAGAZINE CHE RACCONTA LA PERUGIA VISTA DAL BASSO IL MAGAZINE CHE RACCONTA LA PERUGIIL MAGAZINE CHE RACCONTA LA PERUGIA VISTA DAL BASSO IL MAGAZINE CHE RACCONTA LA PERUGI CoperCtionpaertdiinNaicdioNPicototPoi-otAtnon-o IA-nnDiocIe-mDibcre 2m0b1r4e -20n°147 - nR°e7g.-TrRiebg.unTrailbeudnialPerduigiPaernu°gi8a44n/°2804144/2014TSLSLOOETTMRRIIEEAAPNNOMMRIIPPOOISSNUUDDCMMIIIDVVDDUEEOONNNLLTOOTTURRAATSSLNNIITTADDBAAOMMOOREEEGGTT,,ERRCCTOOAADNNNNOSSDDLEEOCCIIRTTEETTMUUARRGAANDDAIIPPAIILSSICCQIIUEEALLIITT,, SED EIUSMOD PSSEOORLLLSSA TTPRIIZZOVIIOOA CDDOSIITSSUTTMRREAADDAATEMPOR INCIDUNT UT LABORE ET DOLORE MAGNA ALIQUA SED EIUSMOD PLAERCILTATÀPRSOI VEASCTOESDT'UARMTEE LA CITTÀ SI VESTE D'ARTECOntest luoghi comunile nostre copertine viste dal bassodal 2 luglio al 24 agosto - per il numero 15 di settembre/ottobre Il vostro punto di vista su Perugia ci interessa molto. Per questo abbiamo deciso di mettere in gioco le copertine dei prossimi numeri di «Luoghi Comuni». Il nostro spirito, ormai, lo conoscete bene: ci piace raccontarela città che funziona, grazie al lavoro delle associazioni e dei cittadini. Voi inviateci le vostre foto entro il 24 agosto. Noi ci occuperemo di scegliere quella più adatta ai contenuti del numero 15 del magazine. Il vincitore avrà diritto a due ingressi 21 omaggio al cinema PostModernissimo Potete inviare le vostre foto (max due) a [email protected] con l'oggetto\"Contest Luoghi Comuni\" indicando nome, cognome, titolo della foto e un contatto diretto. Le foto dovranno essere verticali, in formato 32 x 24 cm, in alta risoluzione, a colori o in bianco e nero.
il complesso degli etruschi Un'antica tomba nel cuore di Ferro di Cavallo. Ecco come l'abbiamo scoperta Testo di Lavinia Rosi Foto di Rosario Terranova22 - QUI NON C'è il mare
Dopo quello di Edipo, quello di Elettra e chi sa quanti Insistendo nella ricerca di qualcosa che non so benealtri, oggi in psicanalisi si potrebbe prendere in consi- cosa sia mi imbatto in una targa che mi rivela di es-derazione un complesso del tutto nuovo: quello degli sere in presenza di un altro complesso, quello mo-Etruschi. Va di moda ultimamente riferirsi a questo numentale di San Manno.misterioso popolo con una certa frequenza e nelle Tomba etrusca (III sec. a.C.), chiesa affrescata e torreoccasioni più disparate, a tal punto che tutto diventa del XIV secolo, casa rurale ex monastero del Cinque-un po’etrusco, dalle pappardelle col sugo di cinghiale cento, per un sovrapporsi di epoche che moltiplicaalla crema contro le smagliature. Esaltiamo ciò che è la mia meraviglia. Il complesso, originariamente dipassato senza accorgerci di come si integra con il pre- proprietà dei Templari, è oggi un bene dell’Ordine disente, magari un presente che abbiamo proprio sotto Malta ceduto in comodato d’uso alla Comunità Ma-al naso e che paradossalmente ci sfugge. gnificat, una comunità religiosa che da trent’anni neCredereste mai, ad esempio, di trovare una tomba cura la conservazione. Sono loro a gestire le visite,etrusca tra una macelleria e una scuola elementare? È possibili circa tre volte a settimana su prenotazio-ciò che mi è capitato curiosando senza alcuna pretesa ne telefonica. Vengono persone da tutta Italia, matra le vie di Ferro di Cavallo, attratta da un piccolo spa- molti perugini e gli stessi abitanti del quartiere nonzio verde dove trascorrere del tempo per ingannare sono consapevoli dell’esistenza di questo spazio.l’attesa. Proseguendo poco più avanti, frugando con Scopro inoltre che sui blocchi di travertino dell’ipo-lo sguardo oltre gli abituali arredi da parco, la mia at- geo si snoda una delle più lunghe iscrizioni in linguatenzione viene catturata da una piccola chiesa con le etrusca fra quelle rinvenute, dove si ribadisce la pro-rose nel cortile e una torre svettante dietro la facciata. prietà della tomba della famiglia Precu e si dannoSorpresa da questa costruzione aliena di pietra chia- alcune disposizioni.ra e antica, mimetizzata tra i palazzi moderni coi Pochi metri più avanti la scuola media con le dichiara-balconi in fila e le finestre tutte uguali, faccio il giro zioni d’amore un po’ trash e gli sfoghi contro le ingiu-del cortile e scopro un edificio molto più grande di stizie del mondo scritte sui muri, il campo sportivo equanto si poteva sospettare a un primo sguardo. La il Bar del Ciccio coi vecchietti ai tavoli. Stratificazionepreghiera delle cicale e l’impertinenza del vento mi urbana. Chi sa, magari anche gli etruschi andavano lìlasciano scorgere tra i rami degli alberi l’acropoli di a sorseggiare un caffè in attesa dell’uscita dei figli daPerugia che si arrampica fiera sulla collina di fronte. scuola. O forse no.Per visite all’Ipogeo rivolgersi a: Comunità Magnificat 23Via Frà Giovanni da pian di Carpine, 63 - Ferro di Cavallo, Perugia - Tel. 075 5057190
Mestieri in bianco e nero ArtEgiani, la mostra fotografica di Francesco Casciari e Fabio Cesarini Testo di Simone Rossi Ventiquattro scatti e un’idea in comune: mettere in risalto un microcosmo che è sotto i nostri occhi, lungo le nostre strade, e che ci sfugge, che diventa quasi invisibile. Ci hanno provato Fabio Cesarini e Francesco Casciari, con le loro istantanee e il desiderio di andare a scovare soggetti insoliti. Due amicizie hanno dato l’abbrivio: Matteo Pazzaglia e la sua bottega del cuoio lungo Via Appia e Irene Roscini, interior designer di Via dei Priori. Dunque il lavoro alla base. Quel mestiere che è artigianato e non solo; che spesse volte si fon- de con l’arte; che mette il visitatore di fronte a un piccolo dilemma: quali e quanti – e quanto labili - sono i confini che corrono tra un mestiere e una vocazione; tra un prodotto e un’opera. Il risultato di questa indagine visiva è ArtEgiani, la mostra che sarà allestita presso il Mythique Café di Via dei Priori dal 12 al 26 luglio e che conta di sfruttare la vetrina offerta da Umbria Jazz e dal suo fiume di visitatori. «Tutto è nato dalla comune passione per la fotografia. E dal desiderio di non lasciarne traccia soltanto nell’hard disk di un computer, ma di condividerla». Così sotto l’occhio del duo sono finite anche altre realtà creative del centro storico: il mu- seo-laboratorio Moretti-Caselli con le sue vetrate artistiche, “La bottega del tempo che fu” del falegname Giovanni Caponi, il museo-studio di tessitura a mano di Giuditta Brozzetti; il teatro di figura umbro (Tieffeu) e il suo direttore artistico Mario Mirabassi, creatore di marionette.24 - QUI NON C'è il mare
Foto di Francesco CasciariFoto di Fabio Cesarini Foto di Francesco CasciariUna seduta per ogni attività. Una giornata fatta di conversazioni, sopralluoghi, chiarimentirelativi a una filiera creativa che ha regole e ritmi impensabili in un presente di produzioniad alta velocità, in cui l’elemento tecnologico ha reso esotico lo stesso approccio manuale alprodotto. «Abbiamo scattato in ambienti splendidi e suggestivi, dove il disorientamento eranei particolari: come trovarsi di fronte a un tavolo da lavoro e non vedere l’ombra di un com-puter». Fabio e Francesco hanno lavorato insieme, ma separatamente. Ognuno, seguendo lapropria sensibilità, ha scelto inquadrature e punti luce. Nulla di artefatto. Nessuna posa. Solol’artigiano/artista al lavoro. «Eravamo fianco a fianco. Ma ognuno nel proprio mondo interio-re. Il confronto è arrivato alla fine, dopo la post-produzione, quando si è trattato di sceglierecosa mostrare al pubblico».Su un punto, però, sono stati d’accordo fin dall’inizio: l’utilizzo del bianco e nero. «Non voleva-mo l’aiuto del colore. Nulla che potesse distrarre l’occhio dell’osservatore. L’attenzione di chiguarda doveva essere interamente destinata al soggetto/oggetto immortalato».Dal piccolo al grande, dal dettaglio di una mano alle luminose volte di un’antica chiesasconsacrata, ArtEgiani ci parla di lavoro e arte in un contesto fuori dal tempo, ma mai fuoritempo massimo. 25
Foto di Glauber Ribeiro terre d'appartenenza L'associazione Líneas de Nasca, una lunga storia tra Perugia e Perù Testo di David Montiel Ci sono tanti motivi per cui una o varie persone decidono di partire dal luogo dove hanno pas- sato gran parte della propria vita. Il più delle volte è perché vogliono trovare qualcosa di meglio. Líneas de Nasca è una delle tante associazioni di peruviani presenti a Perugia. Costituita da persone che hanno qualcosa in comune: tutti sono nasqueños. Nasca è una città del centro sud del Perù, capoluogo della regione Ica, famosa per i geroglifici millenari di grandi dimensioni appartenenti alla cultura Inca, linee tracciate sulla sabbia e osservabili solo dal cielo. Nei primi anni Novanta a Perugia non si vedevano ancora tanti stranieri. Il Perù in quel mo- mento stava vivendo una forte crisi economica. Tanti peruviani e peruviane decisero allora di partire verso altri Paesi in cerca di qualcosa di meglio, con il lavoro come necessità primaria. A volte grazie ai soldi delle liquidazioni dopo la chiusura delle loro aziende, altre volte usando tutti i risparmi di una vita. Purtroppo, però, il più delle volte l’unico modo per riuscire a partire era ricorrere a dei prestiti, che si sommavano all’incertezza di cercare fortuna in Paesi scono- sciuti dove molti di loro non avevano nessun punto di riferimento. Perugia è stata una di quelle città in cui i primi immigrati peruviani decisero di interrompere il loro viaggio. «Prima siamo arrivati noi, poi, con il passaparola, ne arrivarono altri. Nasca è un paese piccolo e tutti si conoscono. Era facile, tra i nasqueños, venire a sapere dove si stava bene in Europa e dove c'era opportunità di lavoro», dice la presidentessa dell'associazione Giovanna Guzman. «Per noi c'era lavoro. In quel momento l'assistenza agli anziani era un mestiere necessario e che gli italiani non facevano. Anche la regolamentazione degli immi- grati era diversa da quella che abbiamo oggi. Periodicamente uscivano delle sanatorie per regolarizzare la situazione degli immigrati. Quelli che lavoravano, anche senza un contratto regolare, e dimostravano che erano da un certo tempo in Italia, ottenevano dallo Stato il permesso di soggiorno - all'inizio di sei mesi - che ci permetteva di accedere ad altri posti di lavoro e a corsi di formazione». 26 - QUI NON C'è il mare
Ma la mancanza della propria terra si fa sentire zione delle feste della patrona di Nasca, la Ma-sempre. «Per mantenere ancora quel legame con donna di Guadalupe».la nostra terra, noi peruviani ci vedevamo al cam- Líneas de Nasca è un'associazione di volontaria-po sportivo di Rimbocchi, gli uomini per giocare to molto attiva che organizza eventi per ricavarea calcio, le donne a pallavolo, e poi tanto cibo e fondi con cui sostenere la propria città d’origine,cerveza. L'associazione Líneas de Nasca nasce ma il senso d'appartenenza a Perugia è innega-dopo un po', il 19 novembre del 2002», dice Pi- bile. Partecipano a molte iniziative. Dall'organiz-lar, membro dell'associazione. «L'associazione zazione del carnevale multiculturale di piazzasi chiama così anche perché noi nasqueños ab- del Bacio svolto a febbraio di quest'anno allabiamo un carattere forte, siamo orgogliosi della pulitura di diversi parchi della periferia insiemenostra provenienza. Siamo nati con un obiettivo ai residenti, passando per la numerosa parteci-ben chiaro, cercare di contribuire allo sviluppo pazione agli incontri organizzati nell'ambito deldel nostro popolo». progetto EMP.A.T.I.C in cui è stata fondamentaleIl fondatore dell'associazione Mario Guerra ci la condivisione d'idee per migliorare la vivibilitàracconta che «molti nasqueños non lo sanno degli spazi urbani della città.ma tutto quello che abbiamo donato, per tra- Domenica 26 luglio potrete assistere alle cele-sparenza, lo abbiamo fatto davanti a un nota- brazioni per la festa della indipendenza peru-io. Nell'ultima donazione c'era della strumen- viana organizzata insieme a tutte le associa-tazione fotometrica per l'ospedale, e un aiuto zioni di peruviani presenti in Umbria. Un’occa-per la ristrutturazione di un centro di recupero sione per pranzare insieme e festeggiare con iper la tossicodipendenza e dell'altare maggiore piatti tipici della loro terra come il riso con pollodella cappella di san Marcos. Abbiamo donato alla griglia e papas al Huancaine, e degustaredei computer a nove scuole della città e aiutato dolci come la mazamorra morada e l'alfajore.una squadra di arti marziali a pagarsi il viaggio Una giornata con tante performance artistiche,per il campionato sudamericano in Argentina, musica e balli tipici.così come abbiamo contribuito all’organizza-Per ulteriori informazioni 27 Foto di Miguel Vera Leónè possibile visitarela pagina FacebookLineas De Nasca Perugia
una gradevole ORATORIO via del Roscetto e insolita DI SAN BENEDETTO passeggiata La Confraternita disciplinata di San Una fresca serata di giugno, un cielo terso al tra- Benedetto è tra le più antiche della monto, appuntamento in piazza IV Novembre, città, insieme a quella di S. Antonio ore 19.30, accanto alla Fontana Maggiore. Un e S. Fiorenzo. A Benedetto Bonfi- capannello di persone riunite con il fine di fare gli la Confraternita commissionò un’insolita passeggiata tra i tortuosi vicoli, alla un gonfalone (1471), che si trova scoperta di gioielli nascosti che caratterizzano presso l’altare della vicina chiesa il centro storico della città. “Alla scoperta della di Santa Maria Nuova, luogo per il Perugia Nascosta” - itinerari tra le vie del centro quale era stato commissionato. La storico: una lodevole iniziativa realizzata nell’am- forma attuale dell’oratorio risale al bito di Perugia is Open, a cura del Fai e del Tavolo 1598. Gli affreschi della volta ap- delle associazioni del centro storico. partengono al manierista umbro Questa proposta culturale richiama e promuove Matteuccio Salvucci (1610), di evi- un altro progetto, pensato e realizzato dall’associa- dente stile fiammingo. L’oratorio fu zione Borgo Sant’Antonio. È “La via degli oratori”, arricchito con fastose decorazioni un itinerario turistico-culturale gestito dai membri di stucchi e restaurato nel 1793 dal dell’associazione volto alla riscoperta di splendidi pittore Andrea Appiani, che mise oratori e chiese, spesso poco conosciuti se non del mano alle figure, mentre Luigi Man- tutto inediti. Il progetto non riguarda soltanto la cini Perugini restaurò le grottesche. promozione di un percorso artistico-culturale sco- nosciuto ma di grande valore; ha infatti un intento CHIESA ben più ambizioso, quello di recuperare attraverso DI SANTA MARIA NUOVA la riapertura e la fruizione questi affascinanti luo- ghi chiusi da decenni al pubblico. La chiesa con il monastero fu un La proposta culturale non è rivolta esclusivamen- insediamento benedettino ab- te ai turisti ma anche a quei perugini curiosi di bandonato nel 1372 a causa della conoscere anfratti della città magari accompa- costruzione della fortezza di Porta gnati da eventi musicali che mirano a favorire la Sole. La chiesa prese l’appellativo fusione tra discipline artistiche diverse. L’asso- di Nuova perché quasi ricostruita ciazione Borgo Sant’Antonio intende valorizzare per intero nel 1568, con aggiun- il borgo, annoverato tra i più belli d’Italia (2014- ta del portale e della scala a due 2015), cercando di dare visibilità a un impegno rampe con fontana. Le opere pre- che si è assunta ormai da tempo prendendosi senti all’interno sono solo una cura di alcuni dei luoghi proposti nell’itinerario parte del ricchissimo patrimonio turistico e del quartiere intero. esistente prima della nascita del demanio, in maggioranza realizza- Se si vuole conoscere l’attività dell’associazione te nel XVII secolo. più da vicino è possibile visitare il sito dove sono disponibili le informazioni relative a progetti ed via Pinturicchio eventi, o scrivere alla email: www.borgosantantonio.com [email protected] - QUI NON C'è il mare
ORATORIO CHIESA di sant'antonio abate DI SAN giovanni battista Tracce della chiesa si hanno già dal 1163. La Confraternita di Giovanni Bat- La forma attuale della chiesa risale al XVII tista, fondata nel 1570, ebbe tra i secolo. In occasione del rifacimento del suoi confratelli membri delle nobili pavimento, 1634, fu ritrovata una chiesa famiglie perugine Ranieri e Oddi. sotterranea interrata, dove nel 1766 fu- L’oratorio è dedicato al primo santo rono traslati centinaia di morti deceduti anacoreta. La struttura subisce un per una epidemia. L’interno è a navata restauro nel 1705 e uno posterio- unica. Nella parete di fondo troviamo re, molto più recente, del 2009 ha un affresco del pittore perugino Gerar- mantenuto esternamente le tracce do Dottori. Nella chiesa si trovano altre delle originarie aperture. L’interno opere di Paolo Gismondi (XVII secolo), è costituito da un’unica sala a pian- Benedetto Bandiera (XVII) e Sinibaldo Ibi ta rettangolare priva di abside e di (1524). L’antico organo è stato restaurato transetto, scandita in due campate dal maestro Eugenio Becchetti, mentre da paraste e coperta da una volta a recentemente si è concluso il restau- botte lunettata. Le decorazioni pit- ro della statua lignea processionale di toriche evidenziano le linee archi- Sant’Antonio. Nella chiesa c’erano anche tettoniche della volta e raffigurano alcune opere di Giovanni Andrea Carlo- lo Spirito Santo in veste di colomba, ne, inviate a Roma nel 1822 insieme ad oltre alla citazione in latino di San altre, tra cui la citata tavola di Sinibaldo Giovanni riferita a Cristo. Ibi e altri oggetti preziosi. All’esterno, lun- go il fianco sinistro, è posta la scultura in corso Bersaglieri pietra di un porcellino (secolo XV), molto via Brunamonti consumata dalla devozione popolare. L’iconografia tradizionale di Sant’Anto- nio, con il porcello e il Tau, secondo la storica Giovanna Casagrande è spiegabi- le dalla funzione terapeutica del lardo di maiale, usato negli unguenti per la cura dell’ergotismo e dell’herpes detto “Fuoco di Sant’Antonio”.o ORATORIO DI SANt'antonio abate La Confraternita di Sant’Antonio Abate fu una delle prime istituite a Pe- rugia. Le sue origini risalgono al secolo XIII. Gestiva il proprio ospedale di accoglienza che venne soppresso nel XVII secolo, i suoi beni confluirono in quello di Santa Maria della Misericordia. Chiusa la parentesi ospedaliera, la Confraternita continuò a ricevere lasciti. Nel 1904 i beni della Confra- ternita passarono alla Congregazione di Carità, riservando ai confratelli l’usufrutto dei beni, ma nel 1916 i beni immobili erano in così pessime condizioni che si procedette alla vendita perché la spesa dei restauri non sarebbe mai stata compensata dagli affitti. Ridotte le entrate economi- che, si ridussero anche le attività e il numero dei confratelli. L’oratorio di Sant’Antonio Abate assunse la forma attuale all’inizio del se- colo XVI, e fu restaurato nel 1735. L’interno è a pianta rettangolare, privo di abside, coperto con volte a botte lunettate. Decorato nel XVIII secolo con ornati da Nicola Giuli e con figure di Francesco Appiani. Gli affreschi delle pareti presentano zone con forte abrasione del colore, poiché l’oratorio è stato adibito per molti anni a deposito legnami.
DA PAOLO SOdTiTIOVAgliNOACCHIore 20 - fuso di greenwichLo sapevo, quindi non posso biasimare nessuno per non avermi informata. Sapevo che il mioarrivo in Inghilterra avrebbe significato l’abbandono del buon pacco di pasta, ma non ero aconoscenza di quello che lo avrebbe sostituito.Sotto i cieli punteggiati da plotoni di camini, dentro le case dai mattoni rossi, i carboidratiinglesi si materializzano in forme tondeggianti e morbide, e non sono mai da soli. La parolad’ordine, qui, è “burro”, burro in ogni dove: interi panetti convertiti in pagnotte lontane dallacroccante fragranza del nostro pane sciapo. In seguito all’accumulo di un numero notevole disospiri melanconici e millimetri di fianchi, solo dopo due settimane di permanenza ho cedutoalle lusinghe di quell’insegna che, più volte, avevo osservato camminando per il centro citta-dino. Ciò che l’insegna recitava, in orrendi caratteri da spaghetti western, era, semplicemente:“Da Paolo. Pizzeria italiana”.Con l’avanzare dei giorni la percezione di questo inverosimile declamo ha iniziato ad assumereconnotazioni differenti. Le prime occhiate, fresche fresche di recenti pasti all’italiana (seduta nor-malmente intorno a una tavola apparecchiata, udite-udite), oscillavano tra il sarcastico e un digni-toso sdegno, accompagnata dalla proiezione immaginaria di una pizza fatta con farina e burro econdita con pomodori da insalata e mozzarella Dom (Denominazione d’Origine Messicana).Qualche giorno dopo, tuttavia, l’insegna ha iniziato a suggerirmi qualcosa di molto diverso,:non doveva poi essere così male, quella pizza; forse la pasta non era delle migliori, ma il con-dimento poteva essere stato importato (Importato! Tato! Ato... Ato... To...); e magari alla finemettevano pure un po’ di basilico, giusto perché fa tanto immagine pubblicitaria – e gli deisanno quanto io adori il basilico. E poi, l’altro ieri, il capitombolo. Il solito pellegrinaggio citta-dino mi porta davanti quell’edificio, dove la visione della diabolica insegna mi rende vittimadi potenti allucinazioni psichiche e sensoriali: il mio naso viene letteralmente invaso dal pro-fumo della Quattro formaggi deluxe (la crosta di Gorgonzola che ribolle sulla pasta...), che unPaolo in versione tridimensionale – munito di baffi, grembiule infarinato e mani callose – miserve fischiettando, senza costringermi a mille “thank you” circostanziali.La stessa sera, seduta dentro il locale, ordino una Quattro formaggi non deluxe. Al servizio uncameriere che continua a pronunciare termini dello stereotipato ed esclamativo vocabola-rio italiano posseduto dagli stranieri («Buona!», «Come sta!», «Bene!», «Bene!», «Arrivederci!»,«Romagna mia!»). Di sottofondo, la Goggi dice che fretta c’era maledetta primavera. Ma il con-testo non conta: quando il piatto rotondo viene riposto sulla tavola a quadretti rossi, sotto ilmio sguardo vigile, quella che mi trovo davanti è una vera pizza.«Bella!», urla il cameriere.«Bella!», gli rispondo, attaccando con voracità l’esperimento culinario di Paolo.Ivana Finocchiaro30 - QUI NON C'è il mare
L'ANGOLO di Pasquino Pasquino, a Roma, lo conoscono tutti. Da cinque secoli, bene o male. Pasquino è una statua che parla, anzi scrive, e scrivendo dice ciò che molti pensano ma spesso non hanno il coraggio di dire. Da qualche mese anche Perugia ha un suo Pasquino. Non una statua, ma un profilo virtuale. Si chiama Pasquino Perugino, appunto, ed è nato su Facebook, dove imperversa con le sue sa- tire rivolte ai potenti nuovi e vecchi della città. Da qualche tempo trovate i suoi componimenti anche su «Luoghi Comuni». PGIAZZ Sono tra quelli che odia i deserti e quando é luglio esco pel centro, lo respiro tutto, lo inspiro dentro ma raramente vado ai concerti. Alle sessioni di jazz, quelle serie, preferisco molto, saró demente, vedere questa fiumana di gente, godermi Perugia aperta per ferie. 31
keysound Astudio lfaEvents & Booking Agency UNIONE EUROPEA PROGRAMMA DIFONDO EUROPEO AGRICOLO SVILUPPO RURALE PER L’UMBRIA 2007-2013 PER LO SVILUPPO RURALEL’Europa investe nelle zone rurali MIS 313 Umbria scopri l’arte di vivereProgetto finanziato da Misura 313 PSR2007/2013 per l’Umbria
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