Vorrei chiudere questo articolo con il classico più piccoli, date delle priorità e assegnate compiti “cosa ho imparato” ma la verità è che sto anco- specifici al team per risolvere le varie criticità. ra imparando e i problemi da gestire e le cose da E non dimenticate il vostro vero obiettivo, prima di migliorare sono ancora molte. Il consiglio che mi prendere una decisione. Il famoso ritorno sull’in- sento di dare è quello di verificare costantemente vestimento per una startup è legato ad un busi- di non essere “fermi”. L’errore più grosso che si può ness plan che muta continuamente. Nei primi anni fare è quello di non fare nulla. l’obiettivo non è spesso il fatturato, ma altre me- Lavorare con un modello agile e con un team con triche come l’installato o la presenza territoriale. il giusto mindset solleva costantemente problemi Mantenere una roadmap stabile può essere pro- e aree di miglioramento. blematico, ma perseguire la visione che ci si è po- Per la frenesia di risolvere tutto in realtà non si sta sti aiuta a selezionare meglio le tappe intermedie risolvendo nulla e se ci si guarda indietro si è al da raggiungere. punto di partenza. Dividete i problemi in problemi
Il tema dell’algorithm economy è oggi centrale per le imprese che vogliano essere davvero competitive. La “cultura del dato” ha fatto passi in avanti importanti e la data strategy è tra le aree di investimento principali di molte imprese; inoltre, i dati sono cresciuti a dismisura e sempre di più occorrono figure che sappiano estrarne valore e capacità decisionale. Questi sono gli esperti di cui parla questo libro: non solo i professionisti che si trovano già nei team che realizzano progetti di intelligenza artificiale, ma anche ruoli che stanno ora facendo capolino perché tali progetti siano affrontati in modo innovativo - data scientist, data-engineer, data-scouter, data legal & security expert, chief data officer, chief AI officer... Quali competenze, quali skills devono possedere? Quali strumenti devono padroneggiare? E come integrare il fondamentale fattore umano? Questo testo offre una visione complessiva sul tema, affrontando in modo snello, ma con la giusta profondità, i diversi argomenti, proponendo case histories e interviste. Un libro per capire una professionalità emergente, e forse anche la direzione del lavoro del futuro prossimo. Il dialogo continua su #aiexpert. compralo su Amazon https://www.amazon.it/AI-expert-Architetti- del-futuro/dp/8891782416 53A g i l e I t a l i a
Ri-disegnare prodotti sostenibili Il modello Cradle to Cradle® si ispira alla logica della natura per ripensare prodotti e servizi Monica Margoni Ispiro persone e organizzazioni ad intraprendere un percorso evolutivo, apro spazi di co-creazione e facilito la trasformazione delle organizzazioni in community agili, inclusive, efficaci e con un impatto positivo. Sono facilitatrice, coach, trainer e consulente, i miei focus sono la Co-Creazione, Self Leadership, Self Organization e la Sostenibilità consapevole. Come giornalista collaboro con diverse redazioni trattando tematiche legate al cambiamento. Sono consulente per l’Economia del Bene Comune. Ho creato FacilitaLab, lavoro come libera professionista e in sinergia con diverse realtà. Info: www.facilitalab.it, www.linkedin.com/in/monica-margoni/
L’obiettivo non è solo quello di minimizzare gli perarli attivamente. L’obiettivo deve essere quello impatti negativi, ma di lasciare un’impronta po- di tornare nel 2100 al livello di CO2 nell’atmosfera sitiva. Questo si traduce in prodotti, processi, che c’era nel 1900. La chimica del futuro non do- edifici e città che sono sicuri per le persone, sani vrebbe essere meno dannosa, ma utile, per esem- per l’ambiente e di successo per il business. pio purificando l’aria o l’acqua o utilizzando la CO2 dell’atmosfera come materia prima. In 150 anni, il mondo ha perso la superficie totale degli Stati Uniti e della Cina come terreno agrico- Un cambio di paradigma, quindi, ed è da qui che lo, attraverso l’erosione del suolo, le infrastrutture nascono nuovi approcci, come Cradle to Cradle®. e un’agricoltura che distrugge sistematicamente il suolo. Occorre un’agricoltura che ricostruisca i “Dalla culla alla culla”: l’immagine rende l’idea e suoli, non solo che li distrugga un po’ meno. cioè quella della circolazione potenzialmente in- finita dei materiali e delle sostanze nutritive nel L’obiettivo di 1,5 gradi o l’obiettivo della neutrali- loro ciclo di utilizzo. Tutte le sostanze nutritive tà climatica non salveranno l’umanità. Occorrono sono chimicamente innocue e riciclabili. I rifiuti nel nuove strategie contro il cambiamento climatico senso odierno, creati in base al vecchio modello per la reversibilità dell’anidride carbonica e di altri “prendere-fare-buttare”, non esistono più, ma solo gas serra nell’atmosfera. Occorre agire per recu- sostanze nutritive utilizzabili. Michael Braungart 55A g i l e I t a l i a
Alla base dell’approccio Cradle to Cradle® c’è la o gli imballaggi biodegradabili ritornano in circolo logica della natura: l’obiettivo non è solo quello e vengono in qualche modo restituiti dopo il loro di minimizzare gli impatti negativi, ma di lasciare utilizzo. Diventano compost o altre sostanze da cui un’impronta positiva. Questo si traduce in prodot- si creano nuovi prodotti. I rifiuti di un vecchio pro- ti, processi, edifici e città che sono sicuri per le dotto diventano così “cibo” per un nuovo prodotto. persone, sani per l’ambiente e di successo per il Nel ciclo tecnico i beni di consumo, come gli ar- business. Un modello sviluppato negli anni ‘90 da ticoli elettronici o i materiali per pavimenti, sono Michael Braungart, William McDonough e dall’E- sottoposti ad un’ottimizzazione nel processo di PEA-Environmental Protection Encouragement progettazione e produzione come risorse per una Agency di Amburgo, come sinonimo di innovazio- fase successiva di impiego. Dopo il loro utilizzo, i ne, qualità e buon design. materiali possono essere scomposti in materie pri- me e inserite in un ciclo tecnico. Il credo di Braungart, chimico e ingegnere di pro- cesso, è quello di un mondo senza rifiuti. Sia pres- Eco-efficacia invece di efficienza: solitamente le so Greenpeace, EPEA, l’Istituto Ambientale di Am- aziende fanno tutto il possibile per ridurre il loro burgo o varie università - ha sempre sviluppato impatto ambientale (impronta ecologica) nel modo soluzioni concrete a complessi problemi ambien- più efficiente possibile - puntano a una strategia a tali. Nel documentario “Changemaker”, trasmesso “zero emissioni”. Non si tratta di essere meno im- nel 2016, viene raccontata la sua storia. pattanti, ma di fissare obiettivi positivi. Un modello di business eco-efficace ha come obiettivo un va- Ci sono due cicli: quello biologico e quello tecni- lore aggiunto qualitativo. co. Nel ciclo biologico le fibre naturali, i detergenti
In natura, i processi di tutti gli organismi coinvol- impatti ambientali negativi attraverso la trasfor- ti in un sistema vivente contribuiscono alla salute mazione qualitativa e il circuito chiuso del ciclo dell’insieme. I fiori di un albero, per esempio, cado- dei materiali. Gli approcci dell’economia circola- no sulla terra dove vengono scomposti per diven- re possono avere effetto nelle varie fasi del ciclo tare cibo per altri organismi. Il design di prodotto di vita di un prodotto: la selezione dei materiali e può utilizzare in modo favorevole e produttivo l’e- il design dovrebbero poter garantire la durabilità, nergia naturale del sole. L’energia eolica, l’energia il ritrattamento e le possibilità di riparazione o di idroelettrica e l’uso della biomassa rappresentano biodegradabilità. La fase di utilizzo dovrebbe es- altre fonti di energia altrettanto interessanti. sere intensificata ed estesa. I sistemi naturali funzionano e prosperano sulla Questo potrebbe essere fatto, per esempio, condi- complessità, quindi la natura supporta una diver- videndo prodotti tecnici attraverso servizi digitali sità quasi infinita, rendendo i sistemi flessibili e e quindi utilizzandoli molto meglio o sostituendo- resilienti allo stesso tempo. Trasferendo questo al li completamente con servizi digitali. A fine vita, i nostro sistema economico e di valori, si promuo- vari materiali riciclabili dovrebbero essere separati ve la diversità culturale, sociale e concettuale e si il più possibile attraverso la selezione e il disas- prediligono soluzioni regionali. semblaggio e lavorati materialmente per il riutiliz- zo. Il quadro risultante, il cosiddetto “diagramma a Anche il concetto di Economia Circolare si basa sui farfalla”, è spesso citato come quadro centrale per principi di Cradle to Cradle® e mira a progettare l’economia circolare. sistemi economici in modo che siano compatibi- li con la natura. Così facendo si minimizzano gli 57A g i l e I t a l i a
L’obiettivo è quello di stabilire i principi di proget- a richiedere e acquistare prodotti che soddisfano tazione Cradle to Cradle® per l’economia circolare un ampio standard di qualità e di eccellenza. Si in tutti i settori industriali come il tessile, l’imbal- certificano materiali sicuri per l’ambiente, sani e laggio, l’automotive, l’edilizia, i beni di consumo e i riciclabili (riciclaggio tecnico o compostaggio). Lo cosmetici. La conoscenza dei materiali costituisce standard di prodotto Cradle to Cradle Certified™ la base per ottimizzare i prodotti dal livello mole- prevede che i materiali dei prodotti e i processi di colare a quello modulare. Questo è interessante fabbricazione siano valutati in cinque categorie: non solo da un punto di vista ecologico ma anche salute materiale delle risorse utilizzate, riciclabili- economico per gli attori dei diversi settori. Così, tà del prodotto nel ciclo tecnico o biologico, uso di le strategie commerciali future si allontanano dal energie rinnovabili, gestione responsabile dell’ac- pensiero classico e lineare della produzione e del qua, rispetto delle norme sociali. consumo verso un ciclo chiuso delle risorse. (liberamente tradotto dall’articolo in tedesco “Cra- E’ possibile anche certificare i propri prodotti e pro- dle to Cradle”, https://epea.com/ueber-uns/crad- gettarli in modo intelligente e rispettoso dell’am- le-to-cradle) biente. D’altra parte, la certificazione aiuta i clienti
Product Management Day Un grande palco digitale calcato da alcuni dei maggiori esperti del settore: Per la prima volta in Italia, una giornata interamente dedicata al Product Management. Un evento gratuito con grandi nomi, • Kate Leto approfondimenti e networking. • Gabriele Giaccari • Antonio Civita Attraverso i talk dei nostri relatori percorreremo le varie fasi • Lorenzo Cassulo di cui si compone il Product Management, dal discovery al • Felice Pescatore delivery: l’analisi, la validazione, il design, la prioritizzazione, la • Susanna Ferrario pianificazione, la misurazione, la costruzione, l’ottimizzazione, • Giovanni Puliti la crescita. Scopriremo le ultime novità del settore e ci confronteremo sull’attuale panorama nazionale e Pronti a vivere la prima edizione del Product Management Day! internazionale. Hai domande o dubbi? Scrivici a info@productmanagementday. com Usi ogni giorno le parole data-driven, sprint e stime? Sei un Il #PMDay è organizzato da 20tab, con il supporto di: imprenditore, un product manager, un designer, un tecnico o un consulente di growth marketing? Sponsor Partner Allora sei nel posto giusto! • Intré • ● Italian Agile • ●Sensei Il Product Management Day è il 26 novembre 2021, in live • iBill Movement streaming. Partecipa alla prima conferenza italiana sul Product • Smart • ● Agile Talks Management! • ● Design Sprint Italia • ● STRTGY Solo per gli iscritti all’evento sarà possibile partecipare anche • ● AgileItalia allo spin-off del 25 novembre: un pomeriggio di workshop super • ● #StopCoding pratici per mettersi alla prova e apprendere nuove tecniche e • ● GrUSP strategie legate al prodotto. • ● Agile Reloaded • ● Spremute Digitali Scarica subito il tuo biglietto: • ● Codemotion www.productmanagementday.com Tutte le info su www.productmanagementday.com 59A g i l e I t a l i a
User Story Mapping: verso la Shared Understanding Gabriele Giaccari CEO@20tab, Product Owner, Python developer, Agile Passionate
Potrebbe sembrare un’utopia, quella di rendere bero scatenare numerose sofferenze, notti e we- trasparente, comprensibile e condivisibile quale ekend passati a lavorare, software pieni di fun- sia l’obiettivo di un certo prodotto e quali le cose zionalità inutili, email dagli avvocati di manager e da implementare. Soprattutto nel momento in cui clienti? il cliente vorrebbe solo ritrovarsi di fronte un pre- ventivo. Le metodologie che fanno capo al mondo Lean e Agile hanno reso palese che la realtà intorno a noi Eppure lo User Story Mapping può aiutarci a supe- cambia di continuo e non siamo in grado di preve- rare questo scoglio. dere il futuro: è quindi impossibile determinare un preventivo a occhi chiusi. Preventivo vs User Story Mapping Meglio procedere a piccoli step incrementali, veri- L’incubo di ogni programmatore, quelle due frasi ficando ogni volta i risultati ottenuti e riadattando che in realtà non avrebbero risposta e a cui invece il nostro piano. qualcosa bisognerà pur replicare. Eppure chi detta il budget continuerà sempre a “Quanto ci metti? E quanto costa?” fare, con tutto il diritto, quella domanda. Lo User Story Mapping, anche se con le dovute approssi- Come evitare di dare risposte errate che potreb- mazioni, permette di dare risposte sensate. 61A g i l e I t a l i a
Come nasce lo User Story Mapping Come funziona lo User Story Mapping Nel 2008 viene pubblicato un articolo: “The New Sono 4 le fasi attraverso cui è necessario passare: User Story Backlog is a Map”. Il suo autore è Jeff conversazione, task, MVP, stime. Patton, informatico e product manager americano Andiamo ad analizzarle. molto attivo nel panorama Lean/Agile. 1. Conversazione Con questo pezzo, di fatto, Patton dà vita a una nuova tecnica, tanto semplice quanto potente, Lo User Story Mapping può essere immaginato per definire la roadmap iniziale da cui partire per proprio come una conversazione tra chi vuole rea- la realizzazione di un prodotto/progetto: que- lizzare il prodotto e chi di fatto dovrà farlo. sto piano si evolverà nel tempo, man mano che la conoscenza aumenterà e aiuterà a collegare logi- Nella prima fase si vanno quindi ad analizzare, in- camente le varie componenti. Alla base di questo sieme, tutti gli step che portano il nostro utente metodo la chiarezza del quadro generale in cui ci si ideale a raggiungere il suo obiettivo, attraver- va a muovere e la necessità di costruire la famosa so quel prodotto. Il punto di vista da assumere ”Shared Understanding”, la comprensione condi- è proprio quello della terza persona e per farlo è visa. Un fattore fondamentale per avere successo. necessario conoscerla a fondo, magari attraverso metodologie come il Customer Development. In cosa consiste questa tecnica rivoluzionaria? Da premettere che quelle frasi che andremo ad Proprio a partire dai concetti di comprensione e appuntare non sono requisiti del prodotto ma condivisione, si stabilisce che tutte le persone promesse di conversazioni, da verificare e da det- coinvolte nel progetto devono capire cosa si vuole tagliare in un secondo momento. ottenere, cosa va fatto e con che priorità. La vi- sione d’insieme di tutti i passaggi utili per raggiun- L’occorrente per iniziare a lavorare allo USM? Post- gere l’obiettivo aiuterà, infatti, tra le altre cose, a it, una parete o un tavolo, idee e confronto. farsi un’idea di quali potrebbero essere, all’incirca, i costi e i tempi. L’obiettivo? Percorrere il viaggio dell’utente, da quando entra in contatto con il nostro prodotto a Il backlog dunque, cioè la lista di task (User Sto- quando ottiene il risultato desiderato. Avere una ries) da fare, diventa a due dimensioni ed è molto visione d’insieme e individuare touchpoint ed più utile. eventuali “buchi”.
2. Task nere lo stesso goal? Li mettiamo uno sotto l’altro, mappando le varianti che rispondono a dei casi Secondo Cockburn, per definire correttamente i d’uso particolari. Se invece siamo indecisi sull’or- task, e iniziare ad entrare nel vivo del processo, dine orizzontale tra due task, è perché probabil- dobbiamo partire da questa classificazione: mente non è così importante. 1. goal-task, quelli principali che non ha senso in- Una sessione di User Story Mapping può richiede- terrompere volontariamente; re parecchie ore di lavoro - da questo approfondi- 2. le micro-azioni legate al task principale, che ci mento è palese - ma il livello di ordine che si dà al progetto tramite questo esercizio, che è molto dicono come portarlo a termine; più semplice mettere in pratica che raccontare, è 3. i task di alto livello, che includono uno o più task impagabile. e ci mostrano l’obiettivo più ampio. E se alcuni task sono strade alternative per otte- 63A g i l e I t a l i a
3. MVP nostro sito, possiamo inizialmente solo chiedere ai nostri utenti di mandarci una mail e gestire la cosa Siamo partiti dal confronto, abbiamo messo in fila i “a mano” tramite un bonifico. task e ora abbiamo uno specchietto che ci mostra cosa c’è da fare. È il momento di ottimizzare: indi- Solo se qualcuno effettivamente lo farà, varrà la viduare, cioè, quelle cose essenziali per ottenere pena integrare un sistema di pagamento online, il risultato desiderato, il più rapidamente possibile. partendo dal più comune, per poi supportare man In questo modo avremo il nostro MVP. mano anche quelli meno conosciuti. Tracciamo dunque una linea, e teniamo sopra di 4. Stime essa solo i task scelti per il nostro MVP, spostando sotto tutti gli altri. Possiamo ripetere questa scel- Ora conosciamo la struttura del nostro progetto, ta anche per milestones successive, anche se più quali sono le cose da fare e soprattutto sappiamo passa il tempo più la possibilità che dovremo ri- su cosa concentrarci prima. pensare tutto e stiamo facendo un lavoro inutile salirà. Siamo arrivati alla fase delle stime che, per quan- to sempre difficile e imprecisa, risulta molto più In ogni caso, si tratta di una scommessa e non di abbordabile dopo aver attraversato gli step prece- una certezza. Inoltre, per “risolvere” un task e im- denti. plementare una funzionalità ci sono sempre di- verse strade: la bravura sta proprio nello scegliere Si potrà scegliere di essere un po’ più precisi per quella che ci dà il miglior risultato con il minimo le prime cose da implementare, e meno per quel- sforzo. E solo dopo che gli utenti inizieranno ad le verosimilmente più lontane nel tempo. Si potrà usare il prodotto, potremo apportare quelle mi- optare per una tecnica, piuttosto che un’altra: ad gliorie in base a dati e feedback. esempio in 20tab adoperiamo il planning poker. In ogni caso, il lavoro risulterà molto più chiaro e Un esempio? Per far effettuare un pagamento sul strutturato.
Un consiglio sullo User Story Mapping! Jeff Patton, autore di “User Story Mapping”, volume di riferimento per questa metodologia, e di diversi Lo User Story Mapping è ciò che serve per arriva- articoli sull’argomento. re dall’idea iniziale alla sua realizzazione, in modo logico e quasi guidato. La mappa, i post-it, tutti gli E poi hai l’occasione di partecipare alla prima strumenti che utilizziamo nel processo non sono conferenza italiana interamente dedicata al Pro- altro che mezzi per raggiungere il vero obiettivo: duct Management: una giornata in cui percorre- la comprensione condivisa, che mette al centro remo, attraverso i talk degli speaker, tutte le fasi gli utenti, mostra chiaramente gli obiettivi e ci di cui si compone questo processo, dal discovery permette di validare le ipotesi. al delivery. Per approfondire questa tecnica ma soprattutto La partecipazione è totalmente gratuita. Trovi tutte leggere qualcosa di utile - un vero evergreen - le info qui: www.productmanagementday.com/ sulla gestione dei prodotti ti consiglio di seguire 65A g i l e I t a l i a
Dato (n)e(l) prodotto oppure il dato è (il) prodotto? Pierpaolo Cimirro Product Owner in Cerved Group, si occupa di Data Innovation e Agile. Cofondatore della CoP Cerved e di Agile For Italy. 67A g i l e I t a l i a
La digital disruption ha ridisegnato i confini, le zione, di un avvenimento o di altro”. modalità, la natura dei consumi abilitando pro- dotti sempre più orientati al decision making, alla Algoritmo portata di click, al mobile targeting. Le diverse in- “Strategia che serve per risolvere un problema codi- dustries hanno recepito questi input in modo di- ficata da una sequenza finita di operazioni”. verso e hanno ristrutturato il prodotto, l’offerta, il modo di stimolare i consumi. Dal punto di vista di Prodotto chi pensa e crea questi prodotti il cambiamento è “Insieme di attributi tangibili e intangibili di un bene stato drastico in alcuni ambiti, come il mondo dei o un servizio volti a procurare un beneficio a un uti- Dati e degli Algoritmi dove alcune ruoli e respon- lizzatore”. sabilità sono in forte evoluzione. Se penso a use case nati con la digital transfor- Inizio questo articolo ponendomi una serie di do- mation mi vengono in mente una serie di prodotti mande che il mondo dei prodotti digitali basati su che da un lato sono orientati all’esperienza utente dati e algoritmi sta generando in me: (usabilità interfaccia, semplicità operativa, pochi click) e dall’altro sono dei contenitori/generatori • Dov’è il confine tra “Prodotto” e Dato (o algorit- di dati: mo)? • Contenitori, perché è il dato, la profondità de- • Il dato e l’algoritmo sono abilitatori di “prodotto” scrittiva, lo story telling che lo decanta cercan- oppure è il “prodotto” che è l’elemento di valo- do sempre più di essere l’elemento di differen- rizzazione del dato e dell’algoritmo? ziazione nel processo decisionale del cliente (es: Marketplace online, eCommerce di prodotti • Il “Prodotto” basato sui dati sta diventando forse o di servizi, recensioni, ecc. ecc.); una questione di channel delivery? • Generatori, perché l’interazione con l’utente de- • Come si posiziona il Marketing di Prodotto, il termina la creazione di nuovi dati che a loro vol- Product Management, la Product Ownership ri- ta possono essere il punto di partenza per cre- spetto al concetto di Prodotto basato sui Dati? are nuovi dati basati utilizzando algoritmi che a loro volta possono diventare contenuti di nuovi Tutte queste domande mi stanno creando una con- prodotti (… questa cosa dei Big Data sta sfug- fusione mentale che quasi smontano le certezze gendo di mano!!!!!). che ho … partiamo dal basso fissandoci i concetti base (da Wikipedia): In ogni caso, il lavoro risulterà molto più chiaro e strutturato. Dato “Una descrizione elementare codificata di un’infor- mazione, un’entità, di un fenomeno, di una transa-
Da queste considerazioni deduco che le organiz- Dati: zazioni che propongono prodotti digitali, con for- • specifici di dominio; te componente dati o algoritmica, abbiano logi- • profilazione utente; camente un’anima dati e un’anima prodotto … con • acquisti e vendite beneficio d’astrazione e con le tante domande che • KPI e analytics questa osservazione possa generare. • … Il raggruppamento logico potrebbe essere decli- … quindi le connessioni tra i due modi possono es- nato come di seguito: sere rappresentate come in figura seguente: Prodotti: • Piattaforme o portali • APP • API puntuali o forniture massive • … 69A g i l e I t a l i a
Prodotto 1, che è un prodotto che si basa su Da- i fornitori e stabilire regole, SLA, accordi sulla taset 1 e Dataset n-1, e Dataset 1, che è integrato fornitura. nel Prodotto 1 e Prodotto n-1 sono due esempi di • Modellazione e integrazione: il dato acquisito relazione tra Prodotto e Dato, rispettivamente: deve essere portato sui sistemi di persistenza e deve essere modellato in strutture dati. NOTA: • Data Product: ovvero prodotto basato sui dati; parlare di caricamento dati è una delle più • Data As A Product (alcune volte abbreviato im- grandi banalizzazioni!!!! Fare una buona model- lazione del dato abilita ad una facile, esaustiva propriamente come Data Product creando mi- e profonda modalità di interrogazione. sunderstanding con la precedente definizione): • Regole di utilizzo del dato: compliance legale ovvero pensare il dato, la sua governance, l’e- non è un desiderata ma un must. sposizione e tutto il ciclo di vita con mindset di • Regole di erogazione del dato: principi centra- Prodotto. lizzati che determinano come il dato deve esse- re esposto in termini di aggregazioni, trasforma- Sul PLM (e quindi Data Product) è presente una zioni, ordinamenti, ecc. ecc. letteratura ricca e articolata mentre il nuovo pat- tern che si sta affermando è il Data As A Product. Immaginare e gestire un Dato come un prodotto ha sicuramente senso perché il dato ha un suo ci- clo di vita, necessita di una governance e va op- portunamente raccontato. Proviamo ad elencare gli aspetti di un Data As A Product: • Gestione dell’acquisizione e dell’aggiornamen- to: laddove un dato venga acquisito direttamen- te o da una fonte terza bisogna allestire il flusso di Sourcing definendo tecnologie, canali, mo- dalità, regole di sicurezza, sistemi di alerting e di logging, data quality. • Vendor management: nei casi di acquisizione dall’esterno bisogna creare una relazione con
• Data propagation (con kpi e data lineage): se le a tutto tondo!! il dato è valore la tecnologia è lo strumento di • Dismesso quando opportuno: ma anche per i abilitazione del valore. Use case diversi potreb- bero richiedere l’adozione delle tecnologie più dati, così come per i prodotti, si parla di dismis- disparate: DB documentali o a grafo o maga- sioni? ri colonnari? Infrastruttura on prem oppure in cloud? Per i dati costruiti da algoritmi o da altri dati la si- tuazione è pressoché analoga … la data governan- • Documentazione e narrazione: il dato ha un va- ce è il cuore del dato … la data storytelling la sua lore ma soprattutto ha un’anima. Dando per as- anima! sodata la documentazione funzionale e tecnica Per dare un’immagine del Data As A Product utiliz- un dato dà ispirazione per nuovi business, use zo la metafora culinaria dei biscotti farciti riportati case o sperimentazioni. Il Data Storytelling e in figura. Data Visualization sono un’esperienza sensoria- 71A g i l e I t a l i a
I biscotti hanno la necessità di essere … litazione da una transizione alla Data (Product) … “prodotti”, quindi bisogna conoscere le materie Ownership? prime e il processo di preparazione; … descritti perché il “consumo” diretto o l’inseri- In questo momento sono tante le domande e tante mento in torte più strutturate può essere fatto se le certezze … per cui la mia persona ricerca conti- si conosce il gusto, la forma, il sapore … altrimenti nua … e nel frattempo vado ad assaggiare un bi- prepareremmo torte sgradevoli; scottino farcito. … confezionati per il consumo; … rappresentati per ispirare dolciumi che li “inte- grano”; … gestiti perché vanno consumati prima che si in- duriscano oppure la crema vada in malora. Da questi piccoli ma gustosi biscotti (Data As a Product) si possono realizzare torte come quella rappresentata in figura seguente. La metafora cu- linaria, nella sua immagine semplice e quotidiana, rappresenta bene la differenza tra Data As A Pro- duct e Data Product. Abbandonando il contesto dolciario e ritornando ad un contesto più digitale mi vengono in mente una serie di domande pratiche di processi, flussi, organizzazione aziendale: • quali sono i confini di azione di un Data (Pro- duct) Owner? • Come evolve la catena end to end di generazio- ne del valore? • Le strutture tradizionali come Marketing, Sales, IT come declinano questo nuovo paradigma? • Il mindset Agile è il naturale elemento di abi-
Scalare l’Agilità Massimo Terzo I am an Agile Strategic Consultant and coach freelance with a sound experience in Agile, Agile @ Scale, Digital Transformation, Agile for Hardware, Product Development, Project Management and Agile and Lean training. During my career I have worked for global enterprises in Italy, the UK and France. 73A g i l e I t a l i a
Vi parlo di un paradosso: immaginiamo un modello ty, Uncertainty, Complexity, Ambiguity). Queste or- organizzativo che consenta l’adattabilità, immagi- ganizzazioni hanno sperimentato molte volte l’agi- niamolo perfetto a tal punto che non ci sia bisogno lità con team che sviluppano software o prodotti di adattarlo nel tempo e alle circostanze. Immagi- digitali, poi hanno fatto il passaggio di rendere agi- niamo anche che questo modello renda comple- li alcune divisioni o spin-off legate alla digitalizza- tamente autonomi persone e team all’interno di zione dei loro prodotti in attesa del grande salto: un’organizzazione e per questa ragione si decida diventare esse stesse agili. La prima mossa che fa di imporlo a tutti i team e a tutte le persone che un’organizzazione di questo tipo, di solito, è assu- compongono quest’organizzazione. Questo para- mere un lotto di Coach Agile o di consulenti stra- dosso si chiama Agile at Scale, l’agilità scalata. tegici e scegliere un framework Agile at Scale fra quelli disponibili e calarlo (imponendolo dall’alto) Scalare l’agilità vuol dire portare i benefici di un nella propria organizzazione. Spesso il framework approccio agile dal livello del singolo team all’in- scelto è il modello Spotify, che è diventato sinoni- tera struttura organizzativa. Le grandi organizza- mo di agilità scalata. Ma è questa una trasforma- zioni stanno guardando con interesse all’approccio zione Agile at Scale? Avendo partecipato ad una Agile perché hanno capito che la propria compe- di queste trasformazioni agili mi sento ben equi- titività, forse la propria esistenza stessa, dipen- paggiato per scrivere e fare alcune considerazioni derà sempre più dalla capacità di adattarsi ad un sull’argomento. ambiente complesso e incerto, un ambiente per il quale è stata coniata l’espressione VUCA (Volatili-
Prima di iniziare a parlare di agilità scalata si do- avere dei prodotti innovativi. Si parla di team auto- vrebbe capire a cosa serve l’agilità, qual è il fine nomi, di velocità, di attenzione al cliente ma il vero ultimo per il quale un’organizzazione decide di punto, quello della priorità al valore, viene toccato intraprendere una trasformazione Agile. Un eser- molto raramente. Un esempio controcorrente vie- cizio che ho sempre trovato utile è quello di far ne da Airfrance: quando l’azienda ha lanciato la compilare (al management e ai team) il Golden sua trasformazione Agile at Scale chiamata “New Circle [1]perché richiede di pensare e di mettere Ways of Working”, per prima cosa è stata definita nero su bianco le ragioni di esistere di un’orga- la loro nozione di “awesome” [2], una sorta di bus- nizzazione, il suo scopo più alto e la sua missione. sola che definisce in quattro aree la ragione per A partire da queste considerazioni si può pensa- la quale si vuole fare Agile e cosa l’azienda mette re di far partire un viaggio di trasformazione Agi- al centro. Per Aifrance si tratta del mindset Agile le. Purtroppo, il più delle volte queste ragioni di declinato a tutti i livelli dell’organizzazione, la cre- esistere non sono chiare (o non sono proprio) e, di azione del valore per clienti e collaboratori, una conseguenza, sono incerte le motivazioni per cui servant leadership che supporti i team e dia una si vuole fare Agile. Discutendo con il management chiara visione su dove andare e, infine, l’impegno di un’organizzazione emerge troppe volte che la dei collaboratori (engagement). prima ragione per diventare agili è quella di ridur- re i costi e di ridurre il time to market del prodotto. [1] Simon Sinek: “How great leaders inspire action”, Nessuna menzione o quasi viene fatta sulla gene- razione del valore per il cliente e sulla volontà di https://www.ted.com/talks/simon_sinek_how_great_leaders_inspire_action [2] https://www.scaledagileframework.com/case-study-air-france-klm/ 75A g i l e I t a l i a
Ogni iniziativa volta a scalare l’agilità vuole rende- vo in precedenza. Le scelte sono due: creare qual- re l’organizzazione più adattabile in modo da es- cosa di specifico per l’azienda, o affidarsi a uno sere più efficace a creare valore per il cliente, gli dei modelli e framework disponibili sul mercato utenti, la società e i collaboratori. Concretamente (SAFe, LeSS, Nexus, Spotify per citarne alcuni). Pur una trasformazione agile deve creare le condizioni ritenendo che non sia saggio adottare pedisse- per: quamente uno dei modelli citati, trovo che sia utile • dare un senso al lavoro dei team, affinché ci sia basarsi su ciò che esiste senza dover reinventare la ruota ogni volta. Occorre far attenzione al con- la convergenza con la vision aziendale; testo specifico dell’organizzazione per definire da • permettere di coordinare il lavoro dei singoli che modello partire e come adattarlo all’organiz- zazione in questione, alla sua cultura, al contesto team di progetto affinché avanzino in maniera competitivo e all’ambiente in cui opera in genera- sincrona fra loro; le. Il focus deve essere la soddisfazione del cliente • creare un sistema che faccia emergere i proble- e la creazione del valore ma spesso si presenta, mi al fine di poterli risolvere; con grande miopia, una trasformazione Agile at • creare un senso, un significato per tutti gli sta- Scale come una maniera per ridurre i costi. Spesso keholder, sia interni che esterni. il riferimento che viene preso è il modello Spotify. Questo tipo di organizzazione si è dimostrata vin- Qualsiasi modello o framework identificato dall’or- cente nell’azienda svedese ma viene presentato ai ganizzazione che voglia essere Agile deve creare dirigenti come IL metodo Agile at Scale. Questo queste condizioni. La sfida che deve affrontare chi modello organizzativo non si è dimostrato adatto vuole scalare l’agilità è duplice: da un lato si deve ad organizzazione più complesse e numerose che rendere trasparente una struttura molto estesa, producono prodotti hardware. La grande lezione il più delle volte divisa in rigidi silos, “politica” e di Spotify, che l’agilità è innanzitutto sperimenta- irrigidita da anni di gestione command & control; zione e adattamento, viene persa e quello che ri- dall’altro lato occorre concentrare l’attenzione sul mane è un vuoto simulacro. valore come è percepito dal cliente. Un’organiz- zazione che vuole cominciare il suo percorso di agilità scalata deve spesso scegliere il punto di partenza. Spesso questo equivale a eleggere un modello cui fare riferimento fra quelli di cui parla-
La scelta del modello o del framework rischia di tro secondo un progetto definito; è il lavoro di un essere una Fata Morgana, un’illusione che svia l’or- giardiniere che pota delle piante per far passare ganizzazione dal vero senso della trasformazione. la luce, le coltiva e le fa crescere poco a poco se- Parliamoci chiaro: quando si vuole coordinare il la- condo un piano che egli stesso apprende facendo. voro e dare un senso a migliaia di persone, occor- Costruire l’agilità vuol dire prima di tutto eliminare re trovare un linguaggio comune e delle strutture la complessità che è rappresentata dalle riunio- che sostengano tutto questo. In un certo senso il ni, i report, la governance, le autorizzazioni, i silos. prezzo da pagare per arrivare all’agilità scalare è Ho iniziato parlando di paradossi, eccone un altro. un po’ di non-agilità; una sorta di vestito che, cer- Un’organizzazione non funziona perché è troppo to, rende rigidi ma contiene e indirizza i movimenti. complessa. Il management decide di implemen- Alla base occorre dare corpo ai valori e al signifi- tare l’agilità, portando dei coach e consulenti che cato dell’organizzazione, e creare una struttura e devono realizzare (costruire) il sistema agile con dei processi che la rendano trasparente. Lo scopo framework, nuovi eventi che si aggiungono alle è l’adattabilità, il creare un senso al tutto. Il mana- riunioni esistenti, con dei nuovi KPI. Tutto questo gement non deve fissarsi con la realizzazione di crea complessità che crea confusione, mancanza un modello scelto ma deve piuttosto dedicarsi a di trasparenza, mancanza di agilità. E allora il ma- capire se il modello scelto permetta l’apprendi- nagement per migliorare decidere di aggiungere mento e l’adattabilità. Si deve creare spazio, tra- più agilità, con nuovi coach e framework e gover- sparenza e vuoto per permettere di crescere. La nance, portando a una ancor maggiore complessi- trasformazione Agile non deve essere un lavoro tà e creando offuscamento. da muratore, da chi mette un mattone sopra l’al- 77A g i l e I t a l i a
Creare un’organizzazione agile è un’impresa mol- stente avendo l’impressione di aver realizzato la to complessa e delicata dal momento che si de- trasformazione in tempi veloci. Tuttavia, questo è vono toccare delle corde sensibili che riguardano molto pericoloso perché crea una struttura forma- le persone, l’allocazione dei fondi, gli obiettivi etc. lizzata e anti-agile che diviene l’ancora per chi non Per poter realizzare con successo la trasformazio- vuole favorire il cambiamento. Alla prima difficoltà ne agile è importante gestire bene il cambiamen- sarà molto facile rimuovere la patina Agile dalla to. Ogni trasformazione è delicata e può fallire fa- vecchia struttura e tornare allo status quo. cilmente. Ci sarà sempre un contrappeso, piccolo o grande che sia, che se non affrontato e gestito, Un altro errore che si rischia di commettere è quel- può far tornare l’organizzazione allo stato di par- lo di considerare il TOM come un obiettivo e non tenza. come un mezzo per diventare competitivi tramite l’adattabilità. L’agilità finisce quando i manager ini- Fondamentale a mio avviso è lavorare su organi- ziano a parlare di Target Operating Model. Come grammi e ruoli per formalizzare la nuova struttura. fare dunque a far scalare l’agilità? Un vecchio ada- Quando si progetta una trasformazione, di qualsia- gio mutuato dagli startupper può essere un buon si tipo essa sia, si inizia definendo un Target Opera- punto di partenza: think big, start small. Una buo- ting Model (TOM), ovvero la struttura obiettivo che na idea è quella di iniziare per piccoli passi, pren- si vuole realizzare. Nel caso di una trasformazione dere ad esempio delle persone motivate, estrarle agile si osserva che parte del management risulta dall’organizzazione e inserirle in un contesto nuo- spesso ridondante, poiché i team sono più autono- vo, dando loro una missione e facendole gioca- mi; inoltre, spesso, chi copre ruoli di responsabilità re secondo delle regole nuove, delle regole che non vuole abbandonare il suo ruolo di capo per posso essere definite da loro stesse. Un ambiente quello di coach, o facilitatore, o Product Owner. È focalizzato alla consegna del valore per il cliente, comodo considerare il TOM qualcosa di parallelo basato sul test and learn come maniera di genera- all’organigramma corrente, perché si crea un’orga- re l’innovazione, privo di silos funzionali. nizzazione agile sulla matrice della struttura esi-
Un sintomo di una trasformazione Agile che sta an- Di frequente, nelle organizzazioni, c’è una convin- dando alla deriva è quello che possiamo chiamare zione diffusa che il mondo e il contesto competi- Agile washing, ovvero applicare una terminologia tivo moderno siano semplice e che vi sia un’uni- agile alla vecchia struttura e ai vecchi processi. I ca risposta esatta, che è poi quella vincente. Una manager diventano Product Owner o Scrum Master, risposta che può essere definita nei dettagli, di- i periodi di due settimane vengono chiamati sprint, segnata e messa in esecuzione. Compito dei con- le riunioni per vedere lo stato di avanzamento di un sulenti, o coach agili, è quello di prendere questa progetto si chiamano review e via dicendo. Succe- soluzione dal vassoio, a volte da uno scaffale del de che l’intera organizzazione perde velocemen- supermercato, e metterla in pratica. Questa con- te il senso della trasformazione in corso dal mo- cezione va a braccetto con un’altra idea che si è mento che non vede degli effettivi cambiamenti sviluppata agli inizi ‘900: che ci sia una divisione nella maniera di lavorare e nell’organizzazione. In netta fra coloro che sanno e coloro che eseguono. breve tempo, nelle funzioni aziendali ci saranno Quest’idea si basa sulla Teoria X di Mc Gregor, se- tantissimi Scrum Master o Product Owner (di soli- condo la quale il collaboratore medio non è moti- to il vocabolario è preso da Scrum partendo dalla vato, cercherà di fare il meno possibile, eviterà di convinzione che Scrum sia Agile) ma i team non assumersi delle responsabilità e quindi deve es- saranno multifunzionali, i silos fra reparti rimarran- sere comandato. no e si perderà di vista la creazione del valore per il cliente a favore della creazione della struttura Con questo tipo di visione del mondo diventa dif- fine a se stessa. In tutta onestà ritengo più effica- ficile aprire la strada ad una trasformazione agile. ce un’azienda che lavori seriamente sul concetto L’organizzazione, quella agile soprattutto, non è di Agilità partendo dal suo caso specifico e dal- meccanica, è organica. È più simile ad un bosco la struttura esistente (organizzazione in cui siano che non a un motore: se teniamo in mente ciò pos- presenti degli “Agile Project Manager”) piuttosto siamo capire come sia difficile creare una rete di che un’organizzazione colma di Scrum Master e soluzioni che parlino fra loro e che evolvano nel Servant Leader che crei un’agilità sterile. In questo tempo. Un’organizzazione che vuole scalare l’agi- caso, risulta ancora attuale la massima latina: “rem lità deve diventare una learning organisation in cui tene, verba sequentur” (“tieni il concetto, le parole l’apprendimento dirige l’adattamento all’ambiente seguiranno”) esterno. 79A g i l e I t a l i a
AgileForItaly Lean Beer PODCAST SU SPOTIFY, SPREAKER, APPLE PODCAST, GOOGLE PODCAST DAVIDE CASARI TIZIANO INTERLANDI PIERPAOLO CIMIRRO
Ehi TU! sei un #Vhaginlover? Davide Casari Davide Casari, Product Owner, Salesforce Specialist, co- fondatore di Vhagin, il gin dell’Agilista. Co-fondatore di Agile For Italy. 81A g i l e I t a l i a
Adesso che ho catturato la vostra attenzione do- frutta. vrei in questo articolo, spiegare come è nato Vha- Nel frattempo studiavamo moltissimi libri sulla gin e come l’agile abbia permesso di far nascere produzione del gin ed abbiamo sperimentato tutti e poi crescere quella che un passo alla volta sta i metodi e disciplinari possibili. Alla fine seguendo diventando sempre di più una realtà sul mercato il disciplinare con estrema precisione decidiamo italiano. che il metodo in grado di dare risultati più vicini al nostro gusto è il London Gin (unico disciplinare Premessa d’obbligo: se qualcuno di voi ascolta i europeo che obbliga ad utilizzare prodotti naturali podcast di Agile for Italy saprà già che io abbrac- senza aggiunta di additivi, coloranti e altri prodotti cio la metodologia agile ma non per convenien- per correggere il distillato). za o per fare business, semplicemente perché mi In 4 anni mettiamo appunto la nostra ricetta (anco- ha migliorato la vita nella realizzazione e gestione ra segreta) con 7 botaniche, e così restiamo, felici di prodotti e progetti complessi. Per questo sono produttori di Gin da berci con gli amici e alle feste un entusiasta e vorrei tramite questo racconto far durante l’università. Fino al 2018 non ci ha sfiorato crescere nelle persone quella voglia di “fare”, ma, minimamente l’idea di poterlo commercializzare, facendo le “cose” nel modo più utile possibile e quando i nostri amici (tra i quali c’erano dei pro- in base alle proprie possibilità, quali che siano di duttori di vino) non ci hanno convinto a produrlo tempo, soldi e voglia. per il grande pubblico. La mia più grande passione nasce nel 2010 quan- Ora fermi tutti e se siete in piedi sedetevi, che qui do io e il mio socio Matteo abbiamo deciso di non cominciano veramente i problemi seri, quelli che ti accontentarci più di bere il Gin nei Gin&Tonic, ma fanno pensare e dire, ma io non lo faccio, ma chi volevamo capire come venisse prodotto. Abbia- me lo fa fare, ma io me lo bevo e che gli altri si be- mo quindi avuto l’idea di comprare dalla Polonia vano i coloranti e ciao grazie... un alambicco a colonna, ma per paura dei danni che avremmo potuto provocare, l’abbiamo monta- Nel momento in cui abbiamo approcciato all’idea to in segreto all’interno di una stalla dismessa da di aprire una distilleria e/o aprire un canale per tempo. Iniziamo le prime sperimentazioni, le prime la produzione del nostro prodotto siamo venuti a miscele di spezie ed i primi distillati degni forse conoscenza della regolamentazione che sta die- solo dei peggiori bar di Caracas. Ma non importa, tro a tutti i prodotti alcolici, in special modo quelli perché l’obiettivo in quel momento era divertirsi e distillati e sopra i 18 gradi. Ve ne dico solo alcune studiare i processi chimici che sono alla base della per farvi un’idea generale. Per aprire una distilleria distillazione, cominciando a capire davvero cosa bisogna comprare le licenze da qualcuno che le volesse dire distillare. possiede e queste sono state emesse tipo negli Le nostre famiglie hanno aziende agricole quindi anni venti, e non sto parlando del 2020 ma di cento per limitare gli alti costi di produzione siamo partiti anni fà. Per la lavorazione dell’alcol bisogna paga- dalla frutta, facendola anche fermentare per crea- re in anticipo ovvero prima della lavorazione del re noi stessi l’alcol di base (per chi non lo sapesse prodotto, l’accisa (il monopolio sull’alcol) all’orga- costa 14 € al litro). Abbiamo così continuato e negli no di stato competente. anni abbiamo creato vodka, grappa e distillati di
Ma dato che quest’organo di stato ha un guada- VHAGIN - Verona Handcrafted Gin”. Com’ è finita gno, va aggiunta l’iva, quindi per chi non ha capi- la serata ve lo potete immaginare ma la cosa più to niente delle ultime due righe che ho scritto, lo bella è che da lì a 6 mesi il marchio era registrato. stato italiano chiede una tassa su un qualcosa che Torniamo a noi e ai nostri problemi insormontabi- produci tu senza averlo ancora venduto e ti mette li, io continuavo a pensare che dovevo avere un l’iva da pagare su un pagamento che hai fatto ad piano, dovevo trovare delle soluzioni, non poteva un altro organo statale. Poi alla fine se lo vendi, essere tutto impossibile o troppo costoso per le sul prezzo venduto al cliente aggiungi ancora l’i- nostre possibilità. Decido quindi di andare da Tizia- va. Se ancora non è chiaro, lasciate stare, ad oggi no Interlandi (se non sapete chi è andate all’inizio quando devo pagare ci sono i santi che mi volano della rivista), che tanto mi ha insegnato al lavoro intorno alla testa… nella gestione dei progetti, e gli dico: “Tiz aiutami, Più di una distilleria sul territorio italiano produce mi serve un piano per capire se è commercializ- conto terzi, questo significa che TU che stai leg- zabile, per chi e in che modo”. Dopo pochi giorni gendo, domani chiami una distilleria, le dici che torna da me e mi dice, chiama Matteo, prendetevi vuoi fare un gin che sa di amarena, lo paghi e te lo un sabato e una domenica, facciamo un’inception fa. Il problema è che noi seguiamo il disciplinare di prodotto e vediamo se Vhagin si può fare. del London Gin, un disciplinare molto stringente nel metodo di produzione e con costi molto alti quindi di conseguenza non trovavamo una distille- ria che ci permettesse di produrlo, neanche affit- tando gli alambicchi e dicendogli che ci arrangia- vamo. Infine, ma non meno importante, la concorrenza e il posizionamento sul mercato ovvero capire il cosa, come, dove, perché? I famoso Business Plan! L’unica cosa di cui eravamo certi era il nome, ora vi faccio sorridere raccontandovi come è nato: Io e Matteo eravamo a cena con due bellissime e ci stavano palesemente provando. Durante la cena beviamo, parliamo di gin e raccontiamo a loro del- la nostra passione per la distillazione. Le ragazze cominciano a consigliarci dei sinonimi di vhagin e Matteo, che già aveva una mezza idea di dove vo- leva arrivare esordisce con un “LO CHIAMEREMO 83A g i l e I t a l i a
Febbraio 2019, io carico come una bomba a mano, Ora, per chi è appassionato di startup o che si sta Matteo che non ha nessuna idea di cosa si farà appassionando al mio racconto, capisce bene che (non sa neanche dell’esistenza della parola Agile), già solo con questo esercizio si ordinano le idee, Tiz pronto come uno scienziato pazzo che deve si è più consapevoli e per ogni post-it scritto, indi- testare parte della sua creazione. Cominciamo in pendentemente dal tempo che ci abbiamo dedi- modo soft, con il perché siamo qui e dandoci degli cato, si ha una direzione più chiara di dove si vuole obbiettivi da raggiungere per la fine della giornata. arrivare. Capiamo insieme tutti e 3 cosa sono le cose che faremo, dando un’idea anche a Matteo della me- Ottimo, avanti con l’elevator pitch e già qui io e todologia e la pratica che stiamo utilizzando, e poi Matteo quasi ci picchiamo. Perché? Sapete come via con la Vision Board. si fa questo esercizio? Dovete immaginare di en- trare in ascensore con Davide Campari (voi fatelo La Vision Board è una fotografia che evolve nel per il vostro prodotto) ed in 20 secondi, ovvero il tempo ed indica il perimetro del lavoro che voglia- tempo che impiegherà l’ascensore a raggiungere mo effettuare (per chi è, per chi non è?), gli obbiet- l’ultimo piano dove naturalmente è il suo ufficio, tivi e le top features che andremo ad implemen- dovete convincerlo che Vhagin è il miglior prodot- tare. to sul mercato, in pratica dobbiamo venderglielo.
Vi assicuro che non è facile, come vi assicuro an- chi ha studiato qualcosa di Marketing è un insieme che che queste tredici righe io le ho stampate in fra mission e vision portato al quadrato. testa e le utilizzo ovunque mi sia necessario. Per A questo punto, di idee chiare ancora ce ne sono le tutto è più ordinato, l’Agile è ordine e disciplina poche o meglio ancora devono essere messe su e la dimostrazione sono proprio queste pratiche carta. che vi sto elencando. Primo fra tutti bisogna definire cosa non si vuole A noi è stato di grande aiuto fare l’esercizio del fare. Perché? Perché in questo modo, se ben de- “what is in/what is out”, dove si esprimono tutte finito si eviteranno tutti quei fraintendimenti che quelle azioni o comportamenti che si vogliono o stanno alla base di eventuali litigi fra persone “nor- non si vogliono affrontare all’interno della gestio- mali” che vogliono lavorare in un certo modo. Si sa ne aziendale. che siamo tutte brave persone ma con delle rego- 85A g i l e I t a l i a
Successivamente, abbiamo valutato quale fosse la raggiungere tutti gli stakeholders prefissati. Nella fascia di mercato da aggredire e tramite la prati- pratica per ogni tipologia di persona si costruisce ca della valutazione delle personas, abbiamo ri- una empaty map, nella quale ci sono da dare delle sposto alla domanda: perché questa tipologia di risposte in base alle seguenti domande: Cosa pen- persona dovrebbe bere o acquistare il nostro pro- sa e come si sente quando beve il nostro prodot- dotto? Mettendoci nei loro panni. Qui devo dire, in to? Cosa ascolta di quello che gli comunichiamo? onore del vero, che noi producevamo vhagin già Cosa vede? Cosa dice e cosa fa? Quale è la sua da molto tempo, quindi sapevamo già le reazioni paura? Quale è la sua capacità positiva di movi- delle varie persone che si sono avvicinate al no- mentare il nostro prodotto? Rispondendo a queste stro prodotto. Ma comunque in questo modo si domande si capisce in modo completo quale è il sviscerano le dinamiche e si cerca di capire come nostro target di mercato.
Abbiamo continuato con le 5 E. Nella pratica è un vità a questo punto possono essere stimate, infine altro esercizio per mappare il processo di acqui- in base alla difficoltà di ognuna potremmo sapere sizione di un potenziale cliente. E-entice ovvero come e quando affrontarle. Per definizione le sti- come invogliamo le persone e cosa utilizziamo me non sono mai precise ma ci siamo resi conto per portarli verso il nostro prodotto. E-enter ovve- della dimensione delle difficoltà a cui andavamo ro come entrano in contatto con noi. E-engage ov- incontro e abbiamo deciso di affrontarle. vero le azioni che devono essere fatte per entra- re in contatto con il nostro prodotto. E-exit ovvero Apriamo una parentesi per dire che durante tutta come ci si rende conto che è finita l’esperienza di l’attività di inception è presente la board dei rischi, utilizzo. E-extend ovvero quella cosa che ti riporta noi abbiamo utilizzato la pratica del ROAM dove all’utilizzo o che comunque ti fa pensare di voler- Tiziano, in base agli argomenti trattati, ci faceva ne ancora. focalizzare sui rischi che noi dichiaravamo e ce li faceva catalogare secondo queste quattro cate- Con le idee più chiare e almeno una giornata di gorie. R-resolve ovvero un rischio che sappiamo brain storming spesa, si va verso la definizione risolvere. O-Owned ovvero un rischio che viene della strategia d’azione. Si comincia con il Value preso in carico da una persona e che potrebbe tra- Stream Map, un’attività molto operativa dove viene mutarsi in A-M-R. A-accept ovvero un rischio che mappato l’AS-IS e deciso il TO-BE. Per noi l’AS-IS accettiamo di correre e andiamo avanti con l’atti- non esisteva, ci siamo quindi concentrati sul TO-BE vità per lo sviluppo prodotto, l’accettiamo perché e su tutte le attività necessarie al raggiungimento pensiamo (senza certezze) che la sorte sarà dal- del nostro obbiettivo ovvero tutte le attività neces- la nostra parte. M-mitigate ovvero un rischio che sarie a farci uscire sul mercato. Prendendo come conosciamo e adottiamo già delle soluzioni per input le personas e le attività decise nel value abbassare la percentuale di impatto che potrebbe streem, abbiamo definito il flusso basandoci sul avere. processo “TO-BE”. Il risultato è un insieme ordinato delle funzionalità da sviluppare e tutte queste atti- 87A g i l e I t a l i a
A questo punto le idee sono diventate attività, le finito arrivato nel suo laboratorio direttamente da attività sono state stimate e sappiamo se affron- un alambicco artigianale ma che non ha nulla da tarle o non affrontarle, dobbiamo quindi capire invidiare a prodotti ben più noti. Grazie ai sofisti- fino a che punto spingerci, sia come forza lavoro cati alambicchi e alla storica esperienza del pro- che come quantità di denaro, capire se il nostro prietario Paolo Mantovani della distilleria veneta, prodotto è efficace rispetto ai targhet di mercato si raggiunge la qualità che rende unico Vhagin. che ci siamo prefissati. Entra in Campo l’MVP – Mi- nimum Viable Product, ovvero l’incremento di un Durante la produzione abbiamo la possibilità di prodotto che testi una nostra idea. È il primo passo lavorare tutti e 3 insieme, seguendo direttamen- concreto da compiere quando si avvia la propria te il processo produttivo che avviene negli alam- attività. bicchi messi a loro disposizione da Paolo. Verona Senza questo passaggio, potremmo incombere Handrafted Gin utilizza il metodo London Gin, le nel rischio di progettare un prodotto ma che nes- 7 botaniche vengono messe insieme all’interno suno vuole. dell’alambicco a bagnomaria, facendo un’unica Nella pratica ci permette di fare un passo alla vol- distillazione e al termine della quale al gin viene ta, testando il mercato e man mano che si vedono i aggiunta solamente l’acqua per portarlo alla gra- risultati si aumentano i raggi d’azione. Esempio fa- dazione di 47,5 °C e nient’altro. La distillazione av- cile? Pensate solo a quanto possono costare certe viene in 8 ore, in seguito viene lasciato riposare campagne pubblicitarie o alcune azioni di marke- in bottiglia per 15 giorni in modo che i sapori si ting mirate. Altri esempi? Produrre quantità troppo assestino. La particolarità di Vhagin è che, mentre elevate o con formati fra i più disparati ma che poi spesso le botaniche vengono lasciate in infusione bisogna vendere. E così via… nell’alcol per una notte prima della distillazione, noi le lasciamo macerare per un mese e mezzo. In Infine ma non per importanza abbiamo definito una questo modo i sapori risultano più intensi. Abbia- roadmap da seguire, con delle attività specifiche mo sperimentato per anni lasciando gli ingredienti e stimate in base alle nostre possibilità d’azione. in infusione per periodi diversi e questa quantità di Ma attenzione, a questo punto partono le attività tempo è quella che abbiamo riscontrato essere la per l’esecuzione delle azioni, quindi con l’utilizzo migliore per ottenere il risultato che vogliamo. di framework Agili come Scrum, Kamban e altri framework di scaling. Tra i 7 ingredienti abbiamo ginepro italiano, in par- te proveniente dalla Toscana, in parte dalla Sar- Ma ora che vi ho fatto tutto il “pippone” sulla star- degna per avere sempre le bacche migliori. Per tup Agile, volete sapere come è andata e come sta la parte agrumata limoni siciliani, mentre le note andando? speziate sono date dal coriandolo. Le altre 4 bota- niche sono segrete, ma provengono tutte dal Ve- Inizio 2020 comincia la collaborazione con Di- neto. Alle note agrumate si aggiungono i sentori stillerie Mantovani che vede in noi due ragazzi la balsamici di queste botaniche segrete, ma il pro- passione, il gioco e la concretezza di un prodotto tagonista indiscusso è il ginepro.
l primo lotto di 355 litri è stato realizzato il 17 Gen- ze. Non svelerò qui le prossime altre azioni che io naio 2020, il 2° lotto di 378 litri realizzato il 13 no- e Matteo porteremo avanti, vi lascio solo dicendo- vembre 2020, il terzo ed attuale lotto è stato pro- vi che non c’è scommessa più persa di quella che dotto a Settembre 2021 e non mancheranno delle non si prova a giocare ma ricordatevi che esiste la sorprese. matematica ed insieme alla statistica aiuta ad in- Abbiamo riscontrato molti consensi fra i #Vha- gannare la fortuna. ginlover che oltre a non dimenticarsi più il nome del nostro prodotto, capiscono la qualità produtti- An, le idee migliori arrivano quando si è ubriachi e va che regge in piedi tutto il nostro lavoro. tre vhagin&tonic sono un buonissimo inizio. La nostra organizzazione è piccola ma con un al- E tu, vuoi diventare un #vhaginlover? Ci trovate sul tissimo grado di aggressività ed espansione sul nostro sito www.vhagin.com o scriveteci a mercato e siamo presenti a Verona, Milano e Firen- [email protected] . 89A g i l e I t a l i a
Sei indeciso su cosa studiare per la tua crescita? Siamo consci del fatto che sia un periodo in cui ogni giorno nasce una teoria, una metodologia o una nuova parola. Ma quindi che fare? Abbiamo creato un percorso per mettere l’attenzione su teorie e pratiche che serve sapere, diversificate per DEV, PO, SM e Coach. Scaricalo gratuitamente su https://www.agileforitaly.com/agile-learning-path/
Diario di una change agent Il nuovo libro di Erika Melis compralo su Amazon Quali sono i segreti di una trasformazione snella in azienda? Che ruolo hanno le persone in questo percorso? La metodologia Lean è applicabile nel mondo dei servizi? Questo diario, scritto dall’intraprendente protagonista Bianca Martini, porta il lettore dritto nel cuore della trasformazione «snella». 91A g i l e I t a l i a
Oltre l’IT a cura di Vito Semeraro Dopo una lunga esperienza come web designer sono passato alla gestione di progetti digitali prima in Seat Pagine Gialle e successivamente in Purple Network. L’incontro con Agile mi ha permesso di modificare molto il mio mindset e il modo di lavorare. Ogni giorno contribuisco nel miglioramento dei processi in startup e aziende con l’obiettivo di evolvere prodotti e applicativi digitali.
La cultura del Prodotto Digitale ha trovato Casavo. Ne parliamo con Lorenzo Cassulo Head of Product @Casavo 93A g i l e I t a l i a
Ciao Lorenzo, piacere! Per iniziare raccontaci del cliente finale. tuo percorso di studi e professionale. Quindi per me essere PO in consulenza si riduce molto Ho una formazione umanistica, sono laureato in a essere un Proxy e mediare con la committenza - che è comunicazione e ci tengo a dire che non ho mai quella che prende davvero le decisioni - e supportarla toccato una sola linea di codice nella mia vita. nel comprendere le modalità di lavoro. Dal mio punto di vista questo modo di lavorare può generare un Per quanto riguarda l’aspetto professionale ho vissuto Prodotto a metà perché i contratti finiscono e non hai in entrambe le barricate, quella della consulenza e coinvolgimento nell’evoluzione futura, che continua a quella dell’azienda cliente. vivere senza te e il tuo team. Trovo in questo rapporto anche un bias fondamentale, quello che il business Ho lavorato per una società di consulenza che dell’azienda dipenda da un’entità esterna. Questo sviluppava software per conto terzi e ho vissuto tutte non pregiudica il modo di lavorare di tante aziende di le dinamiche che coinvolgono un Product Owner consulenza che producono risultati di giovamento a senza di fatto esserne veramente owner dato che è il entrambe le parti ma manca quell’all-in tra il business cliente che commissiona le attività. e Prodotto che dovrebbe veicolarlo. Quello che ha contraddistinto la mia attività come Dopo questa esperienza ho lavorato anche in consulente mi ha coinvolto sulla costruzione del un’azienda strutturata con un dipartimento di Prodotto rapporto con il cliente a partire dalla definizione che aveva superato un’IPO e che quindi aveva una contrattuale che permette di impostare correttamente piattaforma già sviluppata e in evoluzione. Le dinamiche la relazione tra cliente e la software factory (Jacopo di relazione di Governance erano già mature: qui ho Romei docet). visto l’all-in, ovvero qual è la l’essenza del rapporto tra il software e il business che la soluzione alimenta. In questi termini però la consulenza si riduce nello sforzo di minimizzare gli sprechi del committente e non creare qualcosa che generi valore per lui e per il
Cosa hai imparato da questa seconda esperienza? Bene, allora entriamo nel vivo: Casavo come ha stravolto il comparto immobiliare? Sempre più aziende basano il loro business sul Prodotto, al contrario di quanto succedeva fino a poco Casavo è una piattaforma PropTech leader di mercato tempo fa quando lo sviluppo era business driven: era con il modello Instant Buying che sta cambiando un il business a fare richieste allo sviluppo che realizzava settore fino a poco fa formemente analogico come il il desiderata con i criteri di soddisfazione per gli mercato immobiliare. stakeholder. Questo approccio aveva senso quando l’informatica era un mero strumento. Ora che internet Per fare questo ha creato un sistema dove, inserendo è un’economia da miliardi di dollari è necessario delle informazioni base sull’immobile, ne dà una superare questo approccio e parlare di Prodotto valutazione immediata che, se accettata dal venditore, inteso come insieme di tecnologia, desideri del cliente nel giro di un mese diventa un bonifico. Casavo quindi e necessità di business. permette in un mese di creare liquidità da un bene per sua natura illiquido velocizzando - grazie alla La capacità delle aziende di rispondere con il Prodotto tecnologia - tutti i processi complessi, lunghi e che ai desideri del cliente è il cuore del loro business e il loro solitamente coinvolgono decine di attori. vantaggio competitivo. Per questo l’approccio Agile è determinante per la cultura del Prodotto, perché Una volta acquistato l’asset, Casavo si occupa di permette di intercettare e rispondere alle opportunità ristrutturarlo per poi rivenderlo a un valore superiore in maniera veloce. Vince quindi non chi ha politiche o semplicemente rivenderlo mettendo efficacemente commerciali più aggressive o più dipendenti, ma chi in comunicazione domande e offerta. Ciò è possibile riesce a intuire e rispondere prima a un’esigenza; per velocizzando il processo della transazione immobiliare, questo le start up riescono meglio in questa impresa: concentrandosi sul suo efficientamento e la sua con internet le barriere all’ingresso si sono azzerate digitalizzazione. e team di poche persone possono stravolgere a loro favore interi comparti come quello delle Telco Rendendo facile l’acquisto o la vendita Casavo (Whatsapp), bancario (Revolut) o immobiliare (Casavo) permette agli utenti che possono accedere a un mutuo di costruire un patrimonio immobiliare anziché ricorrere all’affitto, abbassando le barriere all’ingresso e creando quindi valore transgenerazionale per il cliente. 95A g i l e I t a l i a
Come è nata Casavo? Casavo è stata una startup pregresse. nata con il classico MVP basato su Excel utile a L’obiettivo principale, come si è evinto dalle parole validare il business model dell’ibuyer. iniziali, è abbattere il dualismo del contract game con lo stakeholder e costruire la Community di Trovato il Market Fit il passaggio successivo è stata la sviluppo Prodotto: all’interno del gruppo di persone fase di scale up e hyper growth per portare il business che sviluppano il Prodotto i Product Contributor sul mercato europeo. Per fare questo stiamo creando contribuiscono attivamente a ogni livello, software, il Prodotto Casavo che gestisce ogni fase del processo design, lavorando fianco a fianco con quelli che prima grazie alla digitalizzazione e supporta il processo erano gli Stakeholder e che ora stanno diventando decisionale del cliente di Casavo fornendogli le anch’essi Product Contributor sempre ricercando informazioni di cui ha bisogno, quando ne ha bisogno. inclusività e collaborazione. L’automatizzazione e informatizzazione di questi Quando ti accorgi che stai raggiungendo questo? processi garantisce agli utenti facilità nella scelta e Ad esempio nelle demo, quelli che prima erano a Casavo di conoscere approfonditamente l’intero considerati Stakeholder si sentono responsabili mercato immobiliare nazionale e europeo grazie insieme al team, insieme al Product Manager, di quello alla frequenza e mole di transazioni processate; ciò che è stato deliverato. La qualità di quanto fatto è la si riversa, alimentadola, nell’offerta estremamente cartina tornasole della qualità delle discussioni e delle competitiva di cui i clienti possono beneficiare. Di fatto comunicazioni che le persone sono in grado di portare Casavo riesce a gestire e offrire informazioni con cui avanti per coordinarsi. Se la feature esce sbagliata non nessun altro può competere. è un problema dello sviluppatore ma è un problema di comunicazione. Il ruolo del Product Manager non è La chiave alla base è stata quella di capire che la quindi costruire il Prodotto ma efficientare la macchina tecnologia è fondamentale per rivoluzionare l’industria che lavora su quest’ultimo. Solo una macchina che immobiliare: ma la tecnologia non è solo un software funziona bene può fare un Prodotto eccellente. ma un insieme di professionalità, e flussi comunicativi che creano una Community, che concorrono a fare del Ma quindi l’eccellenza del software equivale a digitale non uno strumento con cui far progredire il eccellenza del Prodotto? Prodotto ma il Prodotto stesso. Quindi il Prodotto non aiuta il business a veicolare le operazioni: è il business Ti faccio un esempio: esisteva un software usato stesso. dal governo degli Stati Uniti per gestire le domande di disoccupazione; faceva questo lavoro da 40 anni Raccontami meglio cosa intendi per Community e questo agli occhi di tutti lo rendeva un ottimo software data la sua longevità. Con l’arrivo del Covid Per Community intendo tutto l’insieme di però si è reso necessario gestire anche le domande professionalità, competenze, flussi comunicativi di disoccupazione causate dalla pandemia e e informazioni che sono necessarie per realizzare indovina un po’? Questo nuovo requisito non è stato il prodotto, metterlo in produzione e misurarne possibile svilupparlo e si è reso necessario rifare ex l’efficacia. In Casavo ci impegniamo per fare le cose in novo il sistema; sai perché? Perché non esistevano maniera funzionale. È questa la direzione che stiamo più sviluppatori che ne conoscevano il software e il prendendo e che stiamo costruendo giorno per giorno linguaggio con cui era stato scritto. con un Dipartimento di Prodotto giovane, nato appena 2 anni fa. Questo io lo chiamo “effetto piramide”, stupende costruzioni architettoniche che l’uomo ha costruito Questa opportunità per un Product Manager come me millenni fa e che poi si è dimenticato come ha fatto a è sia croce che delizia perché sicuramente c’è tanto costruire. lavoro da fare ma risulta essere un foglio bianco da riempire con gli insegnamenti appresi nelle esperienze
L’azienda sopravvive alle persone che ci lavorano Solo governando le dinamiche di relazione all’interno e così deve fare il prodotto digitale. Ad esempio la dell’azienda puoi controllare la qualità delle relazioni Nintendo è stata fondata nel 1889 e sta sopravvivendo verso il cliente finale. Più è inclusivo il sistema di splendidamente ai suoi fondatori. E se il Prodotto relazioni più possibilità ci saranno che quanto veicoli è il software, anch’esso deve sopravvivere alle rispecchi le necessità del cliente soddisfando il persone che l’hanno realizzato ancora di più in questo business. momento in cui c’è una fortissimo turnover all’interno delle organizzazioni. Ragionare in termini prescrittivi imponendo pratiche al team non porta risultati. A stessi input le persone Proprio per questo non possiamo fare affidamento producono output diversi. Se vogliamo che lo sviluppo sulla memoria del singolo e bisogna costruire di prodotto sia efficace dobbiamo creare una cultura di un’infrastruttura digitale che riesca ad evolvere sempre Prodotto, accettare che non ci leggiamo nella mente più velocemente a prescindere dalla presenza delle e non prevediamo il futuro. Siccome non ci leggiamo persone che l’hanno creata. nella mente va agevolata la comunicazione interna, e dato che non prevediamo il futuro dobbiamo essere Serve che il software sia creato in un certo modo capaci di misurare quello che facciamo e essere liberi e l’organizzazione che lo governa deve essere di sbagliare. strutturata di conseguenza. Ad esempio la conoscenza di una specifica funzionalità non deve essere ad Il team di Prodotto deve avere tutti gli strumenti per appannaggio di un solo team ma trasversale a tutte poter aggredire un problema e deve essere libero di le tribe. Questo permette che gli input per migliorare individuare le soluzioni migliori. il Prodotto arrivino da punti di vista eterogenei che aumentino le possibilità di cogliere le opportunità che Più che pratiche quindi servono soft skill, intelligenza il mercato offre. emotiva, framework di discussione e decisione partecipativa. Più che un approccio psicologico ci Quindi cerchiamo di evitare gli Excel con lunghe ispira pensare in termini sociologici allo sviluppo di liste di “idee” o “cose da fare” perché spesso sono Prodotto come professato da Conway: frutto di una visione parziale e indigeribili dai team. In Casavo cerchiamo di costruire uno Storytelling “le organizzazioni che progettano sistemi ... sono condiviso e facciamo in modo che ogni funzionalità sia indotte a generare design che sono copie dei legami riconducibile alla strategia aziendale e a una strategia di sviluppo di Prodotto. nelle organizzazioni stesse” Cosa manca quindi ai framework agili che usate per Da qui il Product Manager ha il compito di costruire massimizzare l’inclusività? l’organizzazione che produrrà la conoscenza che verrà tramandata e costruire una cultura che rinforzerà Il Manifesto Agile, nato a inizi del 2001, si prefiggeva l’essenza del Prodotto sia da un punto di vista interno l’obiettivo di costruire buon software. La differenza all’azienda che verso il cliente finale. con oggi è che l’economia di internet era alle prime battute. Va quindi reinterpretato con gli occhi di oggi. Quando penso al Prodotto trovo ispirazione nella storia della Pontificia Fonderia Marinelli che costruisce In primis partire dal presupposto che il software è campane da 1000 anni. Come costruiscono campane una parte del Prodotto. Deve essere quindi allargata ora è il frutto del contributo di tutte le persone che la sua definizione e quella del team e superare l’idea nel corso di un millennio hanno raffinato e migliorato che esistano degli stakeholder: esiste solo l’interesse il metodo di produzione e ora l’azienda può vantare del cliente finale. Dobbiamo maturare come operatori altrettanti anni di esperienza. Secondo voi, sarebbe del digitale e sviluppare dei modelli e pattern che non ancora in attività se non avesse avuto una vera cultura riguardano la costruzione solo del software ma di tutti di Prodotto? i canali di comunicazione e soprattutto la costruzione di significato che c’è intorno al Prodotto. 97A g i l e I t a l i a
Come si f idelizza il cliente grazie al Mindset Agile? Alessia Grandis Deborah Ghisolfi Alessia Grandis | CEO Open Service B2B Agile Marketing & Sales Consultant and Trainer ��� ��� Creo strumenti e strategie per costruire e consolidare il Community Manager Agile Marketing Italia | Book rapporto tra le profumerie italiane e i loro consumatori. ������ Author | Keynote Speaker ���♂I️��� CP Agile Marketing Certified
Sono passati pochi giorni dalla chiacchierata con Come si migliora la capacità di mantenere continuità Alessia Grandis, CEO di Open Service, che ha fatto della della relazione con il cliente? loyalty e fidelizzazione del cliente la sua missione. La software house che dirige ha sviluppato un prodotto Forse é più utile parlare di continuità nell’ascolto. E’ in grado di analizzare, con l’occhio del Marketing, le importante prendersi del tempo per creare occasioni necessità dei consumatori e di creare programmi di di ascolto. Oggi non vince più, se non nel breve coinvolgimento basati su dati di acquisto, demografici, periodo, chi porta sul mercato la tecnologia migliore. abitudini e trend, elaborati in tempo reale. Vince chi, ad un’efficace posizionamento, associa una brillante capacità di ascoltare le persone e di riflettere Flessibilità, efficacia e personalizzazione sono i punti insieme a loro sulle necessità di business. di forza. Ogni progetto che Alessia e il suo Team realizzano è pensato per evolvere assieme al business Sono questi i comportamenti che creano il rapporto di ogni singolo cliente. cliente-fornitore basato sulla fiducia e porta alla fidelizzazione. Oggi il prodotto Fedelium è una piattaforma cloud- based di marketing leader nel settore per il retail Attenzione però a non confondere “lealtà per lealtà” creata per i negozi, in grado di raccogliere, organizzare con “lealtà per i premi”. Nel primo caso, la relazione e incrementare le informazioni dei clienti, garantendo è costruita sull’impegno e fiducia. Nel secondo caso, che le campagne cross-canale abbiano impatto invece, sono i premi ad essere semplicemente incentivi concreto sulle vendite e sulla fidelizzazione. che attirano l’attenzione in un momento specifico e solitamente non fanno sentire i loro effetti sul lungo Insieme abbiamo deciso di approfondire il tema della periodo. relazione con il cliente e di raccontare il percorso di Alessia. Ha iniziato a sperimentare Agile per il Oggi le persone richiedono un’attenzione Marketing e lo sviluppo software circa 2 anni e mezzo personalizzata adeguata agli interessi del qui e ora. fa, a seguito di una necessaria riorganizzazione del modello di business. Il perché della sua scelta di Usare canali di comunicazione comodi, che rendono concentrare parte degli sforzi aziendali agendo sulla le comunicazioni immediate, che sviluppano un cultura è presto detto: le aziende che funzionano rapporto personale tra azienda e cliente ti aiutano a bene sono quelle in cui le persone sono al centro, ricordare sempre che anche nel marketing B2B hai cliente compreso. davanti una persona, con le sue aspettative, le sue necessità di business e le sue preoccupazioni. Crediamo sia importante condividere le domande e le riflessioni che la community ha fatto insieme ad Alessia, per questo abbiamo cercato di sintetizzare in questo articolo i pensieri più dirompenti. 99A g i l e I t a l i a
In che modo Agile ci aiuta a mettere a terra la conoscere esattamente quello che si vuole ottenere. strategia? Non c’è il rischio di spendere tempo, forza-lavoro e risorse nel creare qualcosa che non lasci il segno, Il mindset Agile ci invita a ragionare sul valore della o di ricevere una critica da parte di un cliente su iniziativa di Marketing ed é fortemente orientato ai una iniziativa terminata solo perché necessita di risultati. Questo rende abbastanza comprensibile cambiamenti e revisioni. come tutta l’attenzione è concentrata sul flusso di lavoro e sul valore che generiamo per soddisfare le Come capire il motivo per cui perdiamo clienti? necessità dei nostri clienti. Rispondo con una domanda: cosa é cambiato nel Per farlo é utile assicurarci che ciò su cui lavoriamo brand? Quali valori, comportamenti ed emozioni stai sia veramente utile e che sia questo il momento suscitando? Sei sicuro che il tuo cliente é affine a te? giusto per iniziare a farlo. Capita, certo, di perdere un cliente e di rimanerne delusi e amareggiati. Ricordiamo però che ognuno A volte queste dinamiche le nascondiamo dietro a “ce di noi sente la necessità di riconoscersi in valori che lo chiede il mercato” e si traducono in un insieme di guidano il processo di acquisto. Non hai mai pensato attività ed azioni tutte “urgenti”, “per ieri”, con“ priorità che in realtà poteva non essere un tuo cliente? altissima”. Quale messaggio finale vogliamo lasciare ai nostri Ma è davvero così? Cosa succede quando ci chiediamo lettori? “quale mercato?”, “cosa ci ha chiesto esattamente?”, “a cosa gli serve?”, “perché?” e magari anche “ma serve “La chiave per ottenere il successo è stata la anche a noi?”. consapevolezza da parte del team della rilevanza delle cerimonie agili, dell’ascolto e nel feedback La prima reazione a queste domande è la sindrome continuo – e il loro costante impegno nel realizzarle.” del giardiniere: vorremmo potar via gran parte della lista delle cose da fare. Ma se poi ci ripensiamo? E qui subentra la paralisi. Ma se non altro è una paralisi consapevole. Sappiamo di avere un problema, ma non sappiamo ancora come risolverlo. Personalmente mi ha aiutata molto lavorare in sprint, dove le cerimonie cadenzate hanno aiutato a rendere evidente il processo di miglioramento. Le criticità a volte ce le creiamo da soli semplicemente perché guardiamo solo all’interno della nostra azienda senza dare uno sguardo a ciò che sta fuori. Come chiarire ruoli e aspettative fra team di marketing e cliente? Nel mio Team condividiamo le idee con il cliente e fissiamo obiettivi per step. Facile a dirsi, un pò meno facile nella pratica. Agile enfatizza trasparenza e comunicazione. Un’aperta e coerente comunicazione tra il team di Marketing e il cliente permette di
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