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Ossimoro

Published by bergomi.map, 2022-11-18 16:24:50

Description: Anteprima di Ossimoro di Enrico Intra

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ENRICO INTRA OSSIMORO 17 IMPROVVISAZIONI JAZZ PER PIANOFORTE E QUARTETTO D’ARCHI Appunti introduttivi a cura di Maurizio Franco, Roberto Favaro, Marcello Parolini e dello stesso Autore



ENRICO INTRA OSSIMORO 17 IMPROVVISAZIONI JAZZ PER PIANOFORTE E QUARTETTO D’ARCHI Appunti introduttivi a cura di Maurizio Franco, Roberto Favaro, Marcello Parolini e dello stesso autore

© 2022 – Musicians&Producers srls Via Legnone 90, 20158 Milano - Italia +39 02 36523636 [email protected] www.musiciansandproducers.com Editor: Massimo Monti, Musicians&Producers Proprietà per tutti i Paesi: Musicians&Producers – Via Legnone 90 – Milano (MI) Italia Tutti i diritti riservati - All rights reserved Ogni riproduzione non autorizzata è proibilta dalla legge - Any unauthorized reproduction is prohibited by law

INDICE QUELL’OSSIMORO CHE È IN OSSIMORO (Roberto Favaro)...................................................................................................................... 5 PRESENTAZIONE (Marcello Parolini)...................................................................................................................................................................... 6 LA CIVILTÀ DEL JAZZ A MILANO dagli anni dieci alla contemporaneità (Maurizio Franco)......................................................... 7 INTERVISTA AL MAESTRO ENRICO INTRA pianista, compositore, arrangiatore, innovatore e band leader...............................10 PRESENTAZIONE (Enrico Intra).............................................................................................................................................................................................12 LA LINGUA MUSICALE JAZZ (Enrico Intra).................................................................................................................................................................... 13 OSSIMORO................................................................................................................................................................................................................................. 15 5

QUELL’OSSIMORO CHE È IN OSSIMORO L’aspetto più seducente e perturbante dell’ossimoro, a tutti i livelli possibili di verifica, è che la contraddizione in termini è innata nel lemma stesso: l’acuto e l’ottuso (o viceversa), da cui è composta l’originaria parola greca, irradiano il senso di un paradosso che di fatto è solo apparente, predisposto invece a illuminare, disvelandole, condizioni pratiche o più profonde, anche esistenziali. Il titolo che Enrico Intra regala a questo suo nuovo meraviglioso lavoro esercita la stessa forza di scavo, di liberazione, di appassionata elevazione oltre le inerti ovvietà delle categorie e dei generi, in questo caso musicali. La componente scritta, prefissata, e quella invece instabile e aperta, improvvisativa, del brano, si completano e si chiarificano vicendevolmente, in base a un’azione esecutiva che trova nello stato di irreparabile impermanenza delle cose — e tanto più delle cose sonore — la più efficace ed emozionante delle congiunture. In fondo, le due anime apparentemente contraddittorie di questo meraviglioso ossimoro che è Ossimoro — da un lato l’estemporanea e istantanea creazione sonoro, dall’altro la pianificata e stabilizzata elaborazione poietica— rinviano nella loro indissolubile sintesi alle categorie altrettanto inscindibili dell’esserci e dell’essere: la momentanea situazione scaturita dal qui e ora, dialettica a una dimensione invece stabile, un orizzonte che, per via delle note scritte, travalica la caducità dell’istante improvvisativo e impermanente. L’esserci estemporaneo è l’occasione per far riverberare l’orizzonte più ampio, solo in apparenza contraddittorio, dell’essere, dei suoni affidati alla “riproducibilità tecnica” della notazione. E viceversa. Roberto Favaro 7

LA CIVILTÀ DEL JAZZ A MILANO dagli anni dieci alla contemporaneità Il jazz è sempre stato di casa a Milano, anzi la discografia jazzistica italiana nasce proprio nel capoluogo lombardo, quando nel 1919 l’Orchestra del Trianon del pianista Nicola Moleti incide una cover di Al The Jazz Band Bali dell’Originai Dixieland Jazz Band. Sempre a Milano, nello stesso periodo, Arturo Agazzi, in arte Mirador, si diletta sulla batteria, ma soprattutto è impresario di diverse formazioni che guardano al mondo americano e propongono una musica che con buona volontà possiamo dire imparentata con il jazz. Nel corso degli anni venti, oltre ai concerti e agli spettacoli di artisti americani e afroamericani di passaggio nel nostro paese, a Milano si costituiscono formazioni di livello, tra cui la banda Jazz Mediolana e altre formazioni molto attive in campo discografico, in quanto le registrazioni di dischi di impronta jazzistica erano decisamente numerose negli anni venti e lo saranno ancora di più nel decennio successivo. Infatti, negli anni trenta Milano tiene a battesimo i primi successi di Gorni Kramer, fisarmonicista, contrabbassista e compositore di eccellenza che farà della città sul Naviglio il suo luogo di elezione. Inoltre, proprio a Milano si svilupperà la canzone jazzata, che avrà in Natalino Otto uno dei suoi principali esponenti. Anche la chitarra jazz meneghina proporrà personalità di rilievo, la prima delle quali sarà Luciano Zuccheri, leader del Quintetto Ritmico di Milano, modellato sull’organico del Quintette Du Hot Cklub De France di Django Reinhardt, anticipatore della voce moderna del linguaggio chitarristico di Franco Cerri, che proprio con Kramer si imporrà sulla nuova scena del jazz nata dopo la fine della seconda guerra mondiale. Oltre a numerosi solisti di rilievo, a Milano nasce nel 1936 anche il primo circolo italiano di appassionati, l’Hot Club Milano, e si concretizzano i primi risultati della nascente editoria jazz, sia con pionieristici volumi, sia in particolare con la nascita delle riviste, in primis Ri/mo, nata a Monza nel 1944 su iniziativa di Gianfranco Madini, quindi, nel 1945, Musica Jazz, tuttora attiva e fondata dal suo primo direttore, Giancarlo Testoni, insieme ad Arrigo Polillo, che sancirà per oltre mezzo secolo il primato milanese nell’ambito della critica e dell’editoria, più tardi affiancate dalla discografia, mentre Roma diventerà il fulcro della programmazione radiofonica e introdurrà il jazz a Cinecittà. Con il secondo dopoguerra e l’avvento del bebop entrano in scena figure come quella del batterista Gil Cuppini e di un giovane pianista e compositore, Giorgio Gaslini, che dopo il conseguimento di ben sei diplomi di Conservatorio, prenderà una strada personale e del tutto europea. Il jazz continuerà a saldarsi all’ambiente culturale circostante partecipando, pur dalla sua posizione di nicchia, al dibattito musicale e artistico degli anni cinquanta, e suscitando interesse anche tra i compositori della Nuova Musica, primo fra tutti Bruno Maderna. In quel decennio nascono anche linee espressive differenti, che portano di nuovo in auge il Dixieland e il New Orleans Style grazie a formazioni che coinvolgono professionisti e amatori e di cui la più longeva, ancora in attività, è la Bovisa New Orleans Jazz Band di Luciano Invernizzi. Nella modernità jazzistica cresce invece la stella del quintetto di Gianni Basso e Oscar Valdambrini, che guarda ad alcune delle linee presenti nel jazz proveniente dalla California, mentre si afferma definitivamente Franco Cerri. Però, negli anni cinquanta si configura anche una terza strada poetica, italiana ed europea, decisamente sprovincializzante, di cui i protagonisti sono Giorgio Gaslini, che propugna e pubblica prima in un “manifesto” e poi, negli anni settanta, in un libro, il concetto di Musica Totale, quindi Enrico Intra, che segue questo percorso europeo in maniera decisamente diversa e antiaccademica rispetto a quella del più anziano collega. Entrambi svilupperanno nel tempo degli itinerari musicali di grande rilievo internazionale e del tutto unici in Italia. Negli anni cinquanta e sessanta nascono anche spazi significativi per il jazz, quali la Taverna Messicana, punto di riferimento del gruppo Basso-Valdambrini, l’Arethusa, il Santa Tecla, le cui pareti ospitavano le pitture di Enrico Baj e Sergio D’Angelo, colpevolmente cancellate nel corso degli anni, ma il fatto più rilevante è la nascita del cabaret, unito a un significativo spazio lasciato al jazz, grazie all’apertura dell’Intra’s Derby Club, dove il grande pianista inventa una formula che diventerà famosa e di cui molti hanno cercato di appropriarsi dimenticando l’inventore. Negli anni cinquanta si tiene a Milano anche un festival importante e grazie all’accoppiata Arrigo Polillo e Pino Maffei le attività concertistiche con musicisti americani cresceranno in seguito in maniera significativa. 9

INTERVISTA AL MAESTRO ENRICO INTRA pianista, compositore, arrangiatore, innovatore e band leader Dove vi siete conosciuti Lei e Franco Ambrosetti? ...avevo creato un posto per suonare presso !o scantinato di un albergo. Successe nel 1962 a Milano in via Monte Rosa e si chiamava Intra’s Derby club. Il primo cabaret milanese dove si faceva anche jazz oltre allo spettacolo teatrale. In questo spazio particolare si esibivano, tra gli altri, Enzo Jannacci, Roberto Brivio che capeggiava i Gufi oltre a Giorgio Gaber. Dopo l’esibizione dei cantautori, i concerti jazz erano previsti a mezzanotte e oltre ai gruppi invitati c’era spesso quello del papà di Franco Ambrosetti, Flavio. Franco e Flavio, figlio e papà, uniti dall’amore per questa musica, spesso si presentavano anche con musicisti americani di passaggio in Europa. Mi ricordo epiche jam. Musica definita e infinita che ascoltavamo con gioia. Noi e il numeroso pubblico. Così è nato il Cabaret milanese, Teatro e Jazz. Ambrosetti scrive, nella sua biografia, che nel 1964 è arrivato a Villa Pirla, la villa che Lei affittò a Castiglioncello, dove c’era l’estivo del suo locale. “Franco mi portò un profumo da uomo e mi rubò la fidanzata”. Conferma? Sì, è proprio vero. Una delle ragazza del Duo Le Romanine, (Gabriella Ferri e ,appunto, Luisa De Sanctis) dormiva nella camera accanto alla mia. Una mattina a Castiglioncello, a una certa ora, di una certa mattina, poi diventata storica, “sento bussare alla porta. Apro e mi appare Franco Ambrosetti con una confezione di profumo, che mi consegna senza proferire parola”. Franco conosceva la ragazza che ospitavo e, come succede nei film, la invitò a seguirlo. Così mi liberò un posto letto che ho dato a un’altra persona. Live in Milano Duo, Trio, Quartet 2009, un disco che avete fatto Lei e Franco Ambrosetti. Sì, l’abbiamo fatto nella sede dell’anagrafe del comune di Milano, davanti agli sportelli dove si fanno i documenti personali tipo la carta d’identità. Fu un amico funzionario del comune di Milano, appassionato di jazz, a organizzare il concerto. Suonammo con Franco, ospite d’onore, del mio Trio con Tony Arco alla batteria e Marco Vaggi al contrabbasso. Registrammo il concerto con grande entusiasmo, in una situazione particolare dove tutti noi abbiamo cercato di sfruttare la situazione per fare musica, ma soprattutto per fissare questo “attimo fuggente” nel tempo. Infatti stampammo anche un disco prodotto da una etichetta giapponese... Il titolo, curioso, era 1/2/3/4... nel senso di esecuzione per solo pianoforte, in duo, in trio e naturalmente in quartetto. E poi Grazie Italia, nel 2004. Dopo questa esperienza, realizzammo un altro disco, con la Civica Jazz Band al centro del progetto. Il titolo del disco, lo suggerì Franco, Grazie Italia. Per l’occasione abbiamo elaborato canzoni italiane e Franco, ospite gradito, ne fece un capolavoro. Il Maestro Intra si diverte un sacco quando è sul palco, per suonare o per dirigere. Quando suona con Ambrosetti si diverte? Moltissimo e soprattutto si diverte anche Franco Ambrosetti. Ci divertiamo anche perché suonare dovrebbe essere un piacere, tanto è vero che in francese si dice jouer e in inglese play, quindi “giocare”. Giocare con la musica, ma in modo serio, in modo rigoroso. Giocare con la musica, ma seriamente. Come i grandi attori e i comici che si divertono recitando in modo serio il loro testi. Due aggettivi per definire Franco Ambrosetti? Gli aggettivi non sono soltanto due: sono tantissimi. Franco è molto bravo, professionale, particolare, originale, molto informato, attuale, dotato di un talento naturale senza sovrastrutture. Lei conosce dunque Franco, ma conosceva anche il padre Flavio e conosce Gianluca, figlio di Franco. Tutti musicisti. Possiamo sostenere che c’è un DNA musicale? Il sapere musicale tramandato da padre in figlio. Ma questo succede, soprattutto quando i genitori trasmettono positività e in modo particolare trasmettono e ci spiegano 12

OSSIMORO

JAZZ QUART 1 I° violino liberamente œ U≈ e = 80 Enrico Intra A poi q=80 83 .. œ. ‰ œj ‰ .. f Violino I & 43 3 nœ œ bœ #œ œ #œ nœ .. œ #œ nœ ‰ j ‰ .. œ #œ œ œ. œ œ œ. f Violino II & 43 3 œ bœ #œ œ U≈ .. 38 .. œ. ‰ œj ‰ .. œ #œ nœ f Viola B 43 œ 3 U .. 38 .. œ. ‰ œj ‰ .. f œ bœ bœ. bœ U Violoncello ? 43 3 bœ bœ. bœ .. 83 .. œ œ œœ ≈œ B q. = 50 pizzicato a piacere - leggero & 86 .. ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿Vno. I ¿¿¿¿¿¿ ¿¿¿¿¿¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ .. ¿¿¿¿¿¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ .. Vno. II & 86 .. ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿pizzicato a piacere - leggero ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ ¿ Vla. B 86 .. bœpjizz‰. ‰ Jœ ‰ ‰ bœj ‰ ‰ Jœ ‰ ‰ œj ‰ ‰ bJœ ‰ ‰ Jœ ‰ ‰ bœj ‰ ‰ .. Vc. ? 86 .. arco bœ. œ. bœ. œ. bœ. bœ. œ. .. œ. C q = 50 PIANOFORTE SOLO & Pf. bœ. œ. œ. œ. bœ. bœ. œ. ? œ. LETTERA A - Primo intervento - I° Violino a piacere (con rit.) Secondo intervento - II° Violino a tempo (con rit.) Terzo intervento - Violoncello a tempo (con rit.) Quarto intervento - Viola a tempo (in crescendo) Proprietà per tutti i paesi: Musicians P&roPdroucdeurc©sesr2rsl0ssr2-ls2V-iaVLiaegLenognnoe,n9e0, 9-0M-iMlaniloan(Mo (I)MI) Copyright 2022 by Musicians & Tutti i diritti sono riservati - All rights reserved 18

4 JAZZ QUART 4 G q = 60 Vno. I & 43 œ 3 œ Œ œÓ ‰ bœj œ œ ‰ bœ Œ .. #œ Vno. II & 43 œ 3 œ Œ bœ Ó bœ œ œ ‰ bœ Œ .. Œú œ œ ‰ œ Œ .. nœ Vla. B 43 Œ bœ bœ ‰ Œ Vc. ? 43 ú. ú. œ œ ‰ œ Œ .. G2 q = 60 œ #œ ‰ œ bœ ‰ ‰. œr .. Vno. I & .. œ #œ nœ #œ œ œ œ œ œ Vno. II & .. ‰ œ #œ œ bœ œ œ œ œœ‰ ‰ ‰. nœr .. Vla. B .. ‰ bœ nœ bœj œ. œœ ‰ œœ‰ ‰. œr .. œœ Vc. ? .. œ #œ œ œ œ bœ œ bœ ‰ œœ‰ ‰. nœr .. œ G3 Solo a piacere, lentamente œ. œ œj bœ. œ œ œ œ ú ?ú œœ Vc. ? œo A piacere U Poi On Cue Vc. ú . ŒŒ Questo intervento consente all'esecutore di completare il breve tema scritto proseguendo a piacere per imitazione 21

8 JAZZ QUART 7 L q = 100 ¿¿¿¿j Œ nœ bœ œ œ ‰ ¿¿¿¿j ‰ Jœ1, 2. Œ nœ bœ œ œ ‰ ¿¿¿¿j ‰ Jœ Œ Vno. I & 42 Œ #œ bœ œ œ ‰ ‰ œj ‰ ¿¿¿¿j ‰ #œj Œ .. .. Vno. II & 42 Œ #œ bœ œ œ ‰ ¿¿¿¿j Œ ‰ œj ‰ ¿¿¿¿j ‰ œJ Œ .. Vla. B 42 œ Œ ‰ ¿¿¿¿j Œ .. Vc. ? 42 œ Œ ‰ ¿¿¿¿j Œ Vno. I 3 # Jœ M Pizzicati a chiamata & nœ bœ œ bœ ‰ in modo creativo a piacere Vno. II & nœ bœ œ bœ ‰ # Jœ Pizzicati a chiamata in modo creativo a piacere Vla. B nœ bœ œ bœ ‰ bœj #ú #ú #œœú ú Vc. ? nœ bœ œ bœ ‰ Jœ #ú #ú #œœ ú ú N INTERVENTO PIANOFORTE ANTICIPA N U U Vno. I & #œj ‰ œj ‰ #œ œ Œ UÓ U .. .. #œ ú œ Vno. II & # œj ‰ œj ‰ # œ œ Œ .. UÓ .. U U U Vla. B #œj ‰ œj ‰ #œ œ Œ Vc. ? nœj ‰ œj ‰ nœ œ Œ .. UÓ œ œ ú continua U U Uœ U .. œ b œ œper imitazione œ .. œ œ œ .. Uú U ú 25

16 JAZZ QUART 14 Vno. I q = 100 (in due) ŒÓ œ- œ. Ó bœ- œ. Ó ŒœŒœ Vno. II bœ Œ #œ Œ nœ & 22 œ- œ. Ó œ- œ. Ó œ- bœ. Ó ŒœŒœ Vla. ŒÓ #œ- œ. Ó bœ- bœ. Ó Vc. & 22 Ó bœ œ- œ. bœ- œ. Ó ú œœ œŒÓ Œ #œ- œ. Ó B 22 #œ- œ. Ó œŒÓ bú nœ ? 22 œ- œ. Ó Œ Vno. I & œ Ó Ó #œ œ bú nœ œœ bœ œ œ bœ nœ Œú œ bœ nœ Œ &Vno. II Ó Ó bœ œ nœ #œ œ úœ bœ œ nœ Vla. B œ œ œ Ó bœ œ nœ Ó œ œ bœ nœ œ œœÓ œœœ ? #œ œœÓ œ Vc. Vno. I & Œ n œ- œ. Œ œ bœ ú j‰ Œ Ó bœ Ó Vno. II & Œ n œ- œ. Œ œ bœ ú π Ó œ bœ ú Ó Vla. B Œ # œ- œ. Œ œ bœ ú j‰ Œ Vc. ? Œ #œ- œ. Œ bœ π bœj ‰ Œ π bœj ‰ Œ π 33

IN QUESTO SPAZIO INSERITE UNA VOSTRA COMPOSIZIONE, OPPURE UNA CITAZIONE DI UN COMPOSITORE DA VOI CONSIDERATO INTERESSANTE, DELLA DURATA DI 3/4 MINUTI 38



Musicians&Producers srls MP 2022/05 € 29,90 Via Legnone, 90 Milano (Italia) +39 02 36523636 [email protected] www.musiciansandproducers.com


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