a di Erreikoussas. CORFÙ PANORAMA 715
Ville e palazzi signorili Il palazzo Ricci con il balcone - “tribuna” per le giostre. Un luogo che trasporta nobiltà, non può non distinguersi per i suoi palazzi impressionanti. Anche se alcuni di questi fanno vedere la loro età, anche se alcuni sono stati alterati dalle modificazioni, il timbro della fantasia, dei dettagli e della cura rimangono invariati. Proviamo a “Visitare” alcune di queste creazioni. Palazzi signorili dall’epoca della Venetocrazia Palazzo Ricci, Mustoxidi 15: Originariamente a due piani, probabilmente del XVII secolo, con portico ad arco. Dal suo balcone i signori vedevano le giostre medievali. Palazzo Cobici (1680), N.Theotoki 43-49: È stato costruito da Daniele Cobici ed è stato riformato nel 1728. Lussuosa la disposizione interna del Piano Nobile. Palazzo Giallina, Kapodistriou 26: Si unirono due edifici e si è aggiunta una galleria. In seguito è stato esteso. Lì ha vissuto il celebre pittore Angelos Giallinas. Palazzo della Società di Lettura, Kapodistriou 120: Inizial- mente una residenza signorile con scala esterna e scalinata interna coperta con archi. Ha subito molti cambiamenti. Palazzo Saouli, Prosforou 25-33: Da due piani con soffitto e scala esterna. Si accede nel piano superiore tramite un portone con arco. Palazzo, prima traversa Prosforou 4-6: Da tre piani con scalinata esterna e stemma. Palazzo, Guilford 10: Da tre piani con l’aggiunta di un piano. I pilastri e gli archi della galleria del piano terra sono formati da pietre lavorate. Palazzo, seconda traversa Panneliniou 13-15: Si salva il portone ad arco che porta all’esterna scalinata. Palazzo, quarta traversa Ypapantis 4: Inizialmente a due piani, ha avuto un’aggiunta di due piani con parapetto e balaustro veneziano, unico esemplare del genere. Palazzo, Kotardou, 41: Da tre piani con galleria ad arco nei due piani e scalinata esterna, esemplare unico. Palazzi del XIX secolo Palazzo Kapodistria, Kapodistriou 122a (1832): Costruito al posto di un più vecchio palazzo, dove è nato il primo governatore Greco. È considerato la migliore opera dell’architetto Ioannis Chronis. 728
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I vasi di terracotta vanno a pennello con il giardino. 754
Vista dall’alto a Corfù con il “paracadute”. CORFÙ PANORAMA 765
A Corfù sempre Il gallo rustico è una dalle due alternative per pasticiad qualcosa... si cucina Le Isole Ionie, l’incrocio delle arti, delle lettere e del commercio, non potevano non essere toccate dalle combinazioni di sapori dell’Oriente e dell’Occidente. I Veneziani dall’Occidente portarono le prime varietà di uve di color rosso rubino e di olivi. L’Oriente “donò” spezie esotiche, erbe aromatiche e ortaggi. Con una base comune di olio, pepe, legumi, pasta e verdure. La cucina corfiota si differenzia dal resto della Grecia, sia grazie alle differenze climatiche e sia dai residui delle vecchie abitudini veneziane. Troverete certamente i vari moussàka e insalate greche, ma vale veramente la pena di provare la cucina tradizionale del posto, storia che ha origini remote. Certe ricette e abitudini rimangono nel tempo e arrivano fino da oggi, nonostante le loro origini si perdono nel tempo. Per avere un successo assoluto una ricetta, si dovrebbe effettuare nell’epoca adatta e nel giorno adatto. Sofritto le Domeniche, pasticiada nelle feste, bianco e verdure in qualsiasi altro giorno, vino sempre corfiota. L’inverno bourdetto o fagioli con aringhe, baccallà Skordalia il giorno del Vangelismo. Zuppa di avgolemono a Pasqua. Da primavera fave con carciofi, durante l’estate insalata di pomodoro, pesce e il vino... almeno quanto c’è rimasto. Da sempre i contadini di Corfù vivevano nella povertà e nella miseria, e le loro condizioni peggiorarono ulteriormente durante la dominazione dei Veneziani, i quali imponendo la monocoltura dell’ulivo impedirono in questo modo, la crescita di altri vegetabili. Il pane, l’olio e il vino, se lo facevano da soli, le verdure e gli ortaggi li raccoglievano da soli, il pesce lo pescavano loro e univano tutti gli ingredienti insieme, cucinandoli e mangiandoli con molto brodo, per poterci inzuppare il loro umile pane. Cosi sì creò la “scuola corfiota” di cucina. 774
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