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Word. No Hate

Published by europedirectrc, 2020-03-03 04:18:34

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Città di Reggio Calabria Word. No Hate > laboratorio di scrittura creativa A CURA DI

WORD. NO HATE per il diritto alla comunicazione pacifica Laboratorio Il percorso nasce dalla constatazione SCRITTURA CREATIVA che scrivere rappresenti una forma di comunicazione preziosa. a cura di Attraverso il laboratorio, Katia COLICA in una dimensione incrociata Antonio APRILE di acquisizione degli strumenti ed elaborazione delle consapevolezze, ADEXO si è realizzato un obiettivo eccellente: www.adexo.it favorire la naturale inclinazione  alla produzione personale sede con un linguaggio pacifico, EDIC REGGIO CALABRIA teso all’accoglienza e all’empatia. SALA “ALTIERO SPINELLI” I risultati del lavoro nato da lezioni frontali ed esercizi pratici, sono dei testi Partecipanti che narrano, in prima persona, Elvira Calluso l’abbattimento delle barriere dell’odio, Daniela Cambareri grazie a un elaborato studio  Francesca Cuzzola di identificazione coi personaggi che, Natasha Fattore come per magia, prendono vita. Anna Foti La sfida è stata quella di dare spazio Maria Iriti a persone – ma anche a oggetti, colori, Annalisa Meliadò paesaggi – che con un soffio di voce Antonia Postorino rievocano il loro punto di vista, uniti Vincenzo Princi da un unico filo conduttore: il richiamo Francesca Maria Surace agli imprescindibili diritti fondamentali Maria Trunfio dell’Unione Europea.

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LA CARTA dei diritti fondamentali dell’UE Preambolo I popoli europei nel creare tra loro un’unione sempre più stretta hanno deciso di condividere un futuro di pace fondato su valori comuni. Consapevole del suo patrimonio spirituale e morale, l’Unione si fonda sui valori indivisibili e universali di dignità umana, di libertà, di uguaglianza e di solidarietà; l’Unione si basa sui principi di democrazia e dello stato di diritto. Essa pone la persona al centro della sua azione istituendo la cittadinanza dell’Unione e creando uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia. Anna Foti Nasciamo Uguali e Liberi di essere diversi. Dignità e i Diritti ci rendono Coscienza fedele alla Ragione per cui esistiamo. #UmanoEssere

VOCE OSTINATA DEL VERBO ESSERE - Anna Foti - Mi sono persa nella Storia, Piccola e Grande, come l’acqua scompare tra le crepe delle rocce, nonostante fossi stata scolpita con l’inchiostro di una Ragione ritrovata dopo guerre e orrori, fossi stata incisa. con solenni caratteri universali, scritti oggi per essere Legge domani e per sempre, avessi invocato la forza delle Parole per reclamare ascolto e rispetto. . Mi sono persa, nonostante una parte di Me, coraggios.a e visionaria, non avesse mai desistito. Con Me quelle Parole hanno vacillato intensamente e a lungo. Vacillano ancora ma non smettono di viaggiare e di essere semi per terre anche aride e pietrose. Resistono e non desistono, sono come pietre miliari, non scagliate ma scalfite per costruire ancora e ancora, sfregate l’una con l’altra con la pazienza primitiva di chi scopriva come accendere il fuoco e poi invocava il vento per alimentarlo. . Uguali e Liberi in Dignità e Diritti, una combinazione irriducibile di caratteri di un alfabeto primordiale di Pace, lettere inestricabilmente legate tra. loro, un’ingiunzione insopprimibile di una Coscienza ancestrale che ricorda a Me stessa chi Io sia e chi Io sia capace di diventare, senza. Mi sono persa, sì, ma in molti piccoli angoli del mondo Io pratico la resistenza, forte dell’Essenza che a tali Parole di nuovo affido, perché Io sono queste Parole ed Esse sono vive. . Non esisteremmo l’Una senza le Altre. Io ci credo ancora. Non mi arrendo. E nell’erranza di una speranza, nell’ostinazione della restanza, nel cammino su pietre acuminate ad oltranza, desidero sfidare la parte mostruosa di Me. Non voglio ancora sparire. Scelgo di sperare. Non cedo allo sgomento ma credo nell’incanto. In queste Parole Mi ritrovo e, soffiandoLe instancabilmente affinché vivano e agiscano, in un canto di eterna Resilienza, desidero che Mi custodiscano ancora.

LA CARTA dei diritti fondamentali dell’UE Preambolo La Carta riafferma, nel rispetto delle competenze e dei compiti della Comunità e dell’Unione e del principio di sussidiarietà, i diritti derivanti in particolare dalle tradizioni costituzionali e dagli obblighi internazionali comuni agli Stati membri, dal trattato sull’Unione europea e dai trattati comunitari, dalla convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, dalle carte sociali adottate dalla Comunità e dal Consiglio d’Europa, nonchè i diritti riconosciuti dalla giurisprudenza della Corte di giustizia delle Comunità europee e da quella della Corte europea dei diritti dell’uomo. Maria Trunfio La dichiarazione universale dei diritti umani aprì le serrature di cui non si possedeva la chiave. Vestì di un abito degno l’umanità intera. Vigiliamo affinché non venga strappato. #vaiconme

1948 - Maria Trunfio - Il lume si spense e la barbarie mi concepì. Discendo da generazioni sfigurate. Ho 71 anni e sono madre di intere Nazioni, il loro pianto ha attraversato i secoli. È stato versato il sangue dei tuoi padri prima ch. e ti ravvedessi, Umanità. Divenni a quel punto carne, mi rivestii della tua stessa natura, dei tuoi sensi, con il proposito di ammaestrare la tua coscienza. Viagg. iai nel corpicino esile di popoli straziati, sul dorso i solchi del flagello, i pols.i lividi, un bavaglio nero sulla mia bocca, tremavo, esiliata tra le pareti del mondo. Sentivo ancora l’odore delle fosse e delle trincee, avevo gli occhi arrossati dal fumo dei grandi camini dei forni, si trascinava nell’aria il fragore delle bombe, mi nutrì il fiele della tirannia e mi accarezzò la mano chiusa dell’uomo, ostinato a rivendicare la follia del potere. Capii così ogni cosa. Umanità: a ciascuno la propria natura; volteggi virtuosa la tua penn.a sul mio candore. Hai scritto, l’inchiostro ha vestito la mia pelle di un abito privo di cuciture, morbido, adeguato alle identità in transito: la tua e dell’Altro; l’Altro che non è un colore,. né un credo, né un pensiero o una parola. È soltanto un Altro: un Altro te. Siedi sulla soglia della sua casa, salutalo per primo. Ascolta: io sono la Carta, rispondi al richiamo dei tuoi doveri: afferra i tuoi diritti. Fermati e senti l’odore crescere leggero dell’erba, i tuoi polsi sono liberi dal padrone. Odi il canto . degli uomini? Qui dimora la pace. Volgi il tuo sguardo laggiù: vi sono fratelli che si sentono stranieri, avversari. Vigila su te stesso, fa’ la tua parte. Sorveglia la fiamma del tuo essere libero senza il contrassegno della razza. Non riaffiori il rischio che una sola lapide commemori intere popolazioni. Danzi sempre la tua penna per sancire il bel tempo dell’Umanità.

DIGNITÀ Articolo 1 Dignità umana La dignità umana è inviolabile. Essa deve essere rispettata e tutelata. CAP I | Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea Elvira Calluso #OndeDiFrequenza propagano versi, parole e suoni di #ViteAppese perché tu possa percorrere la strada della #Libertà attraverso un ritmo incalzante, sospesa ad un filo di memoria. #SignoraDignità #OndeDiFrequenza

ONDE DI FREQUENZA - Elvira Calluso - Onde di frequenza, Sogni infranti, la memoria inciampa come passi a ritroso nel tempo, su vecchi letti intrappolata, un ti.cchettio rimbomba, la sveglia suona, sono vortici di luce, un fischio sottile, immagini intatte, fruscio mai.spento. uomini e donne, vite appese, Signora Di.gnità scavano dentro a fatica, che avvolgi con un manto la mente scissa, doppia, occhi stanchi di passaggio, come luce e buio, attendi alla fermata ombre nella notte si muovono, un treno lento, cercano, sospiro solitario, vagano, un nuovo giorno appeso alle parole. sono tra di noi. Sign.ora Libertà, Siamo forse immagini riflessi squarci il buio oltre la notte, come specchi? E voi? apri varchi, . E voi chiamateli folli, matti o chissà, continui oltre il rumore, oscillano a ritmo incalzante tra gioia e dolore, fischio veloce da afferrare, ad un filo appesi, per binari incrociati, frequenze interrotte, in giorni, notti, ore. voci sole Panchine vuote, cliniche piene, co. me eco, piano, risale. strade colme, case assenti, E noi sospesi, strette, tradiamo all’appuntamento incomprese. con la storia vite rinchiuse dentro letti, legate ad un filo di memoria.

DIGNITÀ Articolo 2 Diritto alla vita 1. Ogni individuo ha diritto alla vita. CAP I | Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea Francesca Cuzzola Una favola moderna per guidare i nostri figli verso il rispetto, l’uguaglianza, la libertà, la bellezza della donna, della vita e dell’essere umano. #rossofiaba

ROSSO - Francesca Cuzzola - Mi chiamo Rosso, non ho fissa dimora. Il sole è dietro l’orizzonte e sono tramonto. Sono alba con le prime luci del mattino. Piove, è un breve acquazzone e mi ritrovo su un arco colorato che chiamano arcobaleno. V. engo catapultato su un tappeto verde. Si chiama prato. Qui la gente mi annusa, dicono che sono profumato e mi chiamano rosa. Un uomo mi regala a una donna: .sono ancora io Rosso. Vado con loro e il signore che sento dire essere un pit.tore immerge dentro di me un oggetto peloso che chiama pennello. Danzo su un fazzoletto bianco che chiama tela e sono dipinto. Eccomi sulla parete di un luogo freddo e buio, si chiama galleria. Resto immobile finché qualcuno mi compra e mi porta via con sé. L’uomo ha la pelle scura, sembra molto gentile. Camminiamo insieme felici e silenziosi quando ci sbarrano la strada degli individui. “Sporco negro” sono le parole che escono dalle loro bocche. No.n so cosa voglia dire, ma non sembra nulla di buono. Lui ha paura, scappa, lo rincorrono lo prendono a calci, pugni, lo sputano. Lo lasciano a terra, gli strappano via la tela.e vado con loro. Mi buttano dentro qualcosa di caldo. Sono fuoco. Brucio la tela e mi rendo complice di un’ingiustizia. Ardo disperatamente quando si avvicina uno sconosciuto malvestito e malnutrito. È un senzatetto. Ci facciamo compagnia, lo riscaldo e lui si addormenta accanto a me. . Dei passi, è una donna, si avvicina e mi ritrovo sulle sue labbra. Sono il Rosso sensuale del suo rossetto. La signora si chiama prostituta. L’uomo che le si avvicina la chiama così. Vuole farle del male, lei tenta di scappare ma lui l’afferra e la trafigge con la lama di un coltello. Lei si accascia al suolo come una marionetta e dal suo corpo sgorga un liquido caldo. Dalle sue labbra mi ritrovo in una pozzanghera di sangue. Sono sangue.

DIGNITÀ Articolo 2 Diritto alla vita 2. Nessuno può essere condannato alla pena di morte, nè giustiziato. CAP I | Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea Natasha Fattore La vita è come l’albero: le radici sono i diritti, il fusto e rami sono l’uomo e le foglie sono il traguardo per una civilizzazione migliore. #dirittoallavita

17 SECONDI - Natasha Fattore - Ciao sono la sedia elettrica, sono nata in America e ho 132 anni, nata per esperimento… usata per punire e uccidere. Nel mio “abbraccio” si sono addormentate tante di quelle persone che orma.i ho perso il conto, di ogni etnia, età, genere e religione. Per molti di loro ero la fine di molte torture, ma per altri ero quell’ultimo Miglio da percorrere prima del nulla. M. olta gente guardava come abbracciavo, alcuni gridavano per il dolore mentre alt.ri stavano in silenzio come statue di cera. Il mio era un abbraccio di rassegnazione ma liberatorio, come fosse un bacio di una madre al figlio che parte con la paura che non possa tornare più, un abbraccio che racchiude la sicurezza e la protezione dai pericoli del mondo. In quei 17 secondi si provano tante cose… io provo a farli stare bene, ma finisce sempre con un cuore fermato dai rumori della vita, con la confusione di provare tutte le emozioni in una volta sola; allora io li st.ringo forte e dico loro «17 secondi e finisce tutto». . .

LIBERTÀ Articolo 10 Libertà di pensiero, di coscienza e di religione 1. Ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione. Tale diritto include la libertà di cambiare religione o convinzione, così come la libertà di manifestare la propria religione o la propria convinzione individualmente o collettivamente, in pubblico o in privato, mediante il culto, l’insegnamento, le pratiche e l’ osservanza dei riti. CAP II | Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea Antonia Postorino Io sono la fusione del tuo pensare, del tuo dire, del tuo agire. Io sono l’assoluzione del tuo esistere. Io sono il tuo senso libero e mi ribello. #iltuosensolibero

IL TUO SENSO LIBERO Antonia Postorino Io sono il tuo pensare, l’espressione e l’azione, l’assoluzione del tuo esistere. Sono la carezza che avvolge la tua mano intenta a scarabocchiare sogni, pronta a sciogliere ogni riserva sulla trasparenz.a della tua anima. Sono quella che prova compassione per chi ti emargina, per chi esercitando il suo potere, silente, violenta la tua mente. . Sono quella arrabbiata quando, perdendoti nell’illusio. ne della pienezza, ti lasci andare al piacere fugace della dipendenza. Io sono quella che indossa i tuoi piedi per attraversare il rogo della maldicenza e menzogna, alla conquista di quelle opportunità che non sono mai state pari. Io sono il tuo senso libero e non sopporto. Sono quella che con le catene costruisce monili e sui muri, che frenano la tua corsa, disegna ponti. . Io sono quella che nel silenzio della notte, con le tue ali spezzate costruisce vascelli di piume, che scivolano nelle trincee della vita in cerca del mare. . Io sono il tuo senso libero e mi ribello. E urlo con la tua bocca, respiro nel tuo pensiero, corro con le tue gambe e imploro nella tua fede, fermandomi solo all’incrocio di te con l’altro, solo per lasciarlo passare, senza sfiorare. . Io sono quella che si perde nel cristallo dei tuoi occhi quando è messa al muro, trivellata, appesa, fulminata… quella che si ricompone per tornare dentro la tua testa, nelle caviglie, nelle ali, nelle bocche, nel ventre del mondo, per restituirti il diritto di vivere. Perché io sono il tuo senso libero e tu non hai più paura di morire.

GIUSTIZIA Articolo 20 Uguaglianza davanti alla legge Tutte le persone sono uguali davanti alla legge. CAP III | Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea Vincenzo Princi Il diritto di nascere, pensare, studiare, lavorare, viaggiare, sbagliare. Sì anche sbagliare è un diritto. Il diritto di vivere anche senza essere perfetti. #equilibriopendente

EQUILIBRIO PENDENTE - Vincenzo Princi - Dal mio equilibrio dipendono le sorti. Dentro o fuori, colpevole o innocente. Sono nata giusta, ma non sempre rimango tale.. Non dipende solo da me. Ma anche da coloro che mi interpellano senza capirmi.. . Pendere da un lato o dall’altro può cambiare una vita. Mi rendo conto della mia responsabilità. Vorrei condividerla anche con gli altri, ma non sempre ci riesco. Davanti a me non ci sono uomini, non ci sono donne. Ci sono persone. E questo mi basta. . Non vedo i loro colori, non so da dove vengono, che viaggio hanno fatto prima di raggiungermi. . Non conosco il loro linguaggio, non capisco cosa dicono. Comprendo il loro comportamento, il loro rispetto nei miei confronti. Non so come si chiama il loro Dio, dove pregano. . Vorrei che credessero anche in me. Non so se hanno mai votato, se hanno mai studiato, se sono mai stati liberi prima di conoscermi.

UGUAGLIANZA Articolo 21 Non discriminazione 1. Vietata qualsiasi forma di discriminazione fondata, in particolare, sul sesso, la razza, il colore della pelle o l’origine etnica o sociale, le caratteristiche genetiche, la lingua, la religione o le convinzioni personali, le opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, l’appartenenza ad una minoranza nazionale, il patrimonio, la nascita, gli handicap, l’età o le tendenze sessuali. CAP III | Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea Alice Chilà Il lavoro rende liberi. Ancora mormora il lager immortale, reminiscenza di voci emarginate, sopite, icona di privazione di identità, libertà, dignità, pensiero e vita. #maidirelager

LA VOCE DI LAGER - Alice Chilà - In principio la natura mi vestì di fiori. Le sfumature di verde illuminate dall’occhio del sole mi resero rigoglioso, un susseguirsi di albe, mi colorarono prima di p. rimavera, poi d’autunno. Giunse l’età di mezzo e fu neve, gelide trombe d’aria mi resero sterile. L’eco dei fringuelli chiacchieroni all’imbrunire, insiem.e con la mia voce, ormai roca, si trasformò in silenzio, a coronar la melo. dia suonata dal primo colpo di fucile. D’improvviso sentii scuotere il mio ventre. In cielo mi specchiai… un misto tra pena e derisione provai nel mirare i soldatini baffuti che, eretti a schiera, conducevano strane danze rituali di saluti inneggianti. Catene di filo spinato mi diedero prigione, mi resero discarica: grovigli di ciottoli terrosi misti a polvere da sparo, linfa di rosso macchiata, piramidi di ossa a formar burroni nel mio stomaco. La farfalla tornò bruco, così l’.uomo animale, predatore di briciole sul terreno arido, fino a che non mutò in cenere, acre odore d’estinzione. O rigoglioso cimitero, di colori, di battiti paralizzati o di canti celebrat.i, così l’invasore mi ha contrassegnato. Testimone silenzioso di questo sacrificio, carceriere di me stesso, schiavo mutilato di libertà, di scelta… non era così che il me fanciullo si era sognato. Anche oggi, che la saggezza senile mi ha raggiunto e che museo di memorie sono diventato, dai miei cancelli ormai . spalancati, odo rumorosi lamenti di fantasmi peregrini, migrare, mentre io, immoto, di ironia intriso, cerco ancora le corde per intonare quei voti, che l’indifferente bilancia, a forma di croce uncinata, non mi ha mai domandato.

UGUAGLIANZA Articolo 22 Diversità culturale, religiosa e linguistica L’Unione rispetta la diversità culturale, religiosa e linguistica. CAP III | Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea Francesca Maria Surace Calpestati e bistrattati nei secoli i diritti dell’uomo, si rialzano ostinatamente rendendoci uguali agli occhi del mondo. #umanauguaglianza

LIBERTÀ DIFFUSE - Francesca Maria Surace - «Pelle liscia, ruvida, vecchia o appena nata, colorata con colori ben precisi che mi distinguono. Che mescolo e uso e di cui a volte abuso. I diritti per me cambiano sempre. A volte li ho,.a volte no. Ma nessuno può mai cancellare ciò che sono: un arcobaleno dopo la tempesta. L’oro che adorna i dipinti di Klimt. La luce che squarci.a le tenebre. Il decoro indispensabile dell’io». . «Maschio o femmina? Uomo o donna? Genere bistrattato, odiato, amato. Organo semplice eppure complesso. Violato, discusso, vittimizzato, stuprato ma osannato. Rosa, azzurro, cosa importa? Uomo è sempre uomo, donna è sempre donna. Essere è sempre essere: un corpo e un’anima che hanno facoltà di bastare a sé stessi». «Note che viaggiano nell’aria e si aggrappano. sulla punta della lingua per poi tuffarsi dal trampolino delle labbra. Appartengo alla vostra terra natia, anzi no: appartengo semplicemente alla terra che mi fa viaggiare dall’.inizio dei tempi e che mi dà pieno potere di ferire o guarire. Un potere enorme che gli uomini non sanno usare. Un potere così enorme da spezzare le barriere e abbattere i muri. Un potere così enorme da poter fare uccidere o salvare. Un potere così enorme da farmi diventare libero come il vento a cui appartengo». . «Canti, sermoni e preghiere. Vecchi santoni e statue di pietra. Pianti. Mani giunte, mani sempre giunte. Vi ho fatto inginocchiare e rialzare talmente tante di quelle volte che non le conto. Non appartengo a voi, non proprio: è che molti di voi hanno un bisogno estremo di credere. Di non essere come un uomo scagliato dalle onde e sbattuto sugli scogli pungenti. Avete bisogno. Avete bisogno del vostro Dio. A volte siete così egoisti che avete bisogno di più di un Dio. Ma chi ha bisogno, ha bisogno della libertà di aver bisogno di me».

UGUAGLIANZA Articolo 24 Diritti del bambino 1. I bambini hanno diritto alla protezione e alle cure necessarie per il loro benessere. Essi possono esprimere liberamente la propria opinione; questa viene presa in considerazione sulle questioni che li riguardano in funzione della loro età e della loro maturità. CAP III | Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea Maria Iriti Una bimba si racconta a un amico silenzioso. Incapace di dare consigli ma in grado di mantenere i segreti, il muro ne allevia la solitudine. #amicomuro

COME STAI - Maria Iriti - Mi chiama e io non rispondo. Inizia sempre con un “Ciao, come stai? Cosa hai fatto di bello oggi?” E sorride mentre pronuncia il mio nome. Le sue parole sono piccole e tiepide e formano.un racconto morbido e sincero. Oggi ha pianto. Aveva mal di pancia e un po’ di mal di cuore. «Tu non piangi mai?» mi chiede, senza aspettarsi una .risposta. Una mano mi accarezza. «Sei freddo. Ti riscaldo io». . Sento la sua pelle che si intiepidisce mentre mi trasmette un tepore gentile. Piccoli inconvenienti della bontà. «Sei bello ma sei troppo pallido, amico!». A volte prende una matita e scarabocchia qualcosa. È brava a disegnare. È brava in tante cose: almeno così mi dice. A raccontare le storie, a farsi la coda da sola e a far durare a lungo una caramella. A scuola no, non è brava. Mi racconta che aspetta il suono della campanella per andare in. bagno con le sue amiche. Corrono tenendosi per mano tre bambine coi capelli lunghi e il grembiule blu, fuori dal campo visivo del bidello.Mi insegna l’inglese. Amico si dice f.riend e canzone song.«Non so come ti chiami tu in inglese» si rammarica. «Domani lo chiedo alla maestra» promette. Mi canta delle buffe canzoncine che le tengono compagnia. Io ascolto e qualcosa si apre dentro di me. Per la giornata della gentilezza a scuola fanno il gioco del fantasma, . ma non è un gioco pauroso, mi spiega: ogni bambino sceglie un biglietto con il nome di un compagno che dovrà ricevere gesti gentili. L’attesa la rende euforica e non sta nel suo pigiamino. Per la giornata della gentilezza si aspetta parole gentili e un regalo speciale: dormire nel lettone con sua madre, ora che papà se ne è andato.Vorrei metterci una parola buona. Lei ha fiducia in me: dopo tutto sono il suo amico, il suo amico scalcinato. Ma parlare con me è parlare col muro, anzi col wall.

UGUAGLIANZA Articolo 24 Diritti del bambino 3. Ogni bambino ha diritto di intrattenere regolarmente relazioni personali e contatti diretti con i due genitori, salvo qualora ciò sia contrario al suo interesse. CAP III | Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea Annalisa Meliadò La libertà non è star sopra un albero. Libertà è partecipazione. #Gaber #liberidigiocare

DOVE NASCERE È GIÀ UNA FORTUNA -Annalisa Meliadò - «Papà cos’è la libertà?». «La libertà è un bisogno di ogni essere vivente». «Papà non capisco». . «Ti racconto una cosa. Me l’ha raccontata il mio papà». «Chi, il nonno?». «Sì. Proprio lui. Disse: la mattina ti alzi da un letto cald. o, le lenzuola pulite che mamma ha claovmatpor,aftaiigcroalzaizeioalnme.iToilalavvoircoo.nIml’apcaqrue.raaliima lpeigdgaeerevaaisacrsicvueorela. portando i libri Tornerai a casa dove mamma ti avrà preparato un bel piatto di pasta e se è di buon umore pure il dolce. Giocherai con il tuo fratellino a quel gioco che vi piace tanto». «Nascondino». «Ah sì, nascondino e poi ce n’è un altro che ti fa impazzire…». «Guardia e ladri: giochiamo?». «Aspetta non ho finito. Cosa stavo dicendo?». . «Mi stavi spiegando cos’è la libertà» «Ah sì è vero! Che testa! Poi verrà il tuo amichetto e andrai a giocare in cortile e io e mamma sentiremo le grida fin qua su. Eh sì! Avrai anche la libertà di gridare. Sarai zozzo e puzzolente pronto per un bel bagno fumante dove ti dive. rtirai a fare le bolle di sapone e andare con la testa sottacqua per vedere quanto resisti. Avrai fame e finita la cena tutti insieme a vedere Carosello. «I personaggi che mi piacciono di più sono Caballero e Carmencita: somigliano a te e mamma». «E quando finisce Carosello a letto». . «Uffa, posso avere libertà di andare a dormire a che ora voglio? Perché mi devi costringere a fare una cosa che non voglio?». «Ecco cos’è la libertà: assenza di costrizioni. Molti bambini non hanno la libertà di vivere come te. Sono obbligati a vivere una vita misera. Non hanno scarpe per poter camminare, giocare. O studiare». «Quando diventerò grande andrò nel loro paese e costruirò una scuola». «Lo spero tanto. Dai andiamo: è ora di cena e la mamma ci sta chiamando».

SOLIDARIETÀ Articolo 34 Sicurezza sociale e assistenza sociale 3. Al fine di lottare contro l’esclusione sociale e la povertà, l’Unione riconosce e rispetta il diritto all’assistenza sociale e all’assistenza abitativa volte a garantire un’esistenza dignitosa a tutti coloro che non dispongano di risorse sufficienti, secondo le modalità stabilite dal diritto comunitario e dalle legislazioni e prassi nazionali. CAP IV | Carta dei diritti fondamentali dell’ Unione europea Daniela Cambareri Per esercitare il diritto all’uguaglianza, bisogna essere liberi, diversi, originali e creativi, ma esigere pari dignità e opportunità. #periferiesmarrite

PERIFERIE SMARRITE - Daniela Cambareri - Domino il mare da qui, quel mare di cui andate tanto fieri, come se lo aveste plasmato con le vostre mani, sono quella piccola parte di mondo di cui non avete cura, che avete ricoperto di cem. ento. Sono i palazzi ammassati, gli uni uguali agli altri, le strade fredde d’inverno e roventi d’estate, delimitate da muretti di cemento ch.e neanche si vedono più, ricoperti da rovi e sterpaglie che sembrano sagomate .da un provetto giardiniere, ma in realtà sono livellate dalle auto che mi percorrono su e giù ad ogni ora del giorno. Non ho parchi, niente alberi, né negozi, solo ammassi di rifiuti e copertoni, fumi neri che si alzano da mucchi indistinti di ferraglia. Chi mi abita vive lontano e dimenticato, è solo un problema da accantonare. Nessuno si preoccupa se i bambini non frequentano la scuola, di come costruiranno il loro futuro perché tanto. forse è già scritto, nessuno si preoccupa di cosa accade loro tra vicoli del mio labirinto. Io sono il Ghetto, colorato con le sfumature fredde della povertà, . dell’emarginazione e della disuguaglianza, usato per separare, per rinchiudere i pregiudizi, per custodire il male che non volete vedere nelle vostre città. La vostra legge qui non vale, i diritti qui non esistono. Tra le mie mura l’illecito diventa lecito, le urla non sono richieste d’aiuto . ma il sottofondo dell’esistenza umana, anche il rumoreggiare dei bambini ha il suono grave della sofferenza e della privazione. Sono la bolla che soffoca, che fa sentire diverso, indesiderato, straniero nella propria casa, povero e senza futuro. Ospito chi rimane sempre uguale a se stesso, chi non riesce a vedere oltre il limite delle proprie ristrettezze e si consola del fatto che il suo prossimo viva il suo stesso disagio. Abbiate cura di me restituitemi colore, cultura, opportunità e dignità.


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