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Cosenza-nuovimedia-semiotica

Published by joe.baldwin84, 2016-09-16 11:16:04

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225-232 (23.2 Semiotica dei nuovi media - Cosenza).qxp:III MIllennio 2009 20-07-2009 10:32 Pagina 225 Giovanna Cosenza Semiotica dei nuovi mediaLa disciplina le lingue naturali e i linguaggi formalizzati – come la filosofia del linguaggio – ma anche le forme espres- L’espressione semiotica dei nuovi media si riferisce sive non verbali, quelle non del tutto codificate, alcunia una disciplina di recente costituzione in Italia: risal- processi cognitivi fondamentali, i fenomeni naturaligono, infatti, alla fine del 2001 i primi insegnamenti e le manifestazioni umane non intenzionali, quandouniversitari che portano questo titolo, mentre qual- sono interpretate da qualcuno come segni di qualcosa.che anno dopo sono uscite le prime pubblicazioni siste-matiche sull’argomento. Anteriormente a quegli anni, Una semiotica specifica (o applicata) non studia latale espressione non era mai stata usata né in Italia, significazione e la comunicazione umana in generale,né in altro contesto internazionale. ma il funzionamento di un particolare sistema di segni. La semiotica dei nuovi media è dunque una semiotica La giovinezza di questa disciplina è legata a quella specifica (o applicata) che indaga i media più recentidegli oggetti di cui si occupa. Fu più o meno a metà considerandoli come testi. Nel fare questo, essa (comedegli anni Novanta, infatti, dopo la nascita del web tutte le semiotiche applicate) seleziona di volta in volta,(avvenuta fra il 1991 e il 1992) e in concomitanza con a seconda del testo, la metodologia e i concetti dellala diffusione su larga scala dell’accesso a Internet nei semiotica generale più confacenti per l’analisi di quelPaesi occidentali, che l’espressione nuovi media comin- testo. La molteplicità di teorie che caratterizza la semio-ciò a circolare in ambito sociologico (van Dijk 1991; tica generale è ormai tale che va pensata, più che cometrad. ingl. 1999). Essendo all’epoca già radicato l’uso una disciplina, come un intero campo disciplinare,del termine media per indicare i mezzi di comunica- più che come una singola materia di studio, come l’in-zione di massa, l’etichetta nuovi media iniziò a rife- sieme di materie che vengono insegnate in un interorirsi agli strumenti digitali e alle reti informatiche, corso di studi universitario: dalla linguistica di Fer-nella misura in cui questi sono usati, appunto, come dinand de Saussure e Louis Hjelmslev alla semioticamezzi di comunicazione di massa. strutturalista di Roland Barthes, a quella generativa di Algirdas J. Greimas; dalla semiotica cognitiva diUna semiotica specifica Charles S. Peirce a quella interpretativa di Umberto Eco, fino alle più recenti evoluzioni della teoria del- Per comprendere che cosa sia questa disciplina, l’enunciazione, della semiotica visiva, della semioticaoccorre innanzi tutto collocarla con precisione nel- delle passioni e del corpo, della sociosemiotica.l’ambito della semiotica. Nella sua accezione più gene-rica il termine semiotica indica una riflessione siste- Non è possibile, in questa sede, rendere ragione dimatica sui segni, le leggi che li regolano, i loro usi nella questa vastità, né dei criteri con cui, di volta in volta,comunicazione, e può essere generale o specifica. Una si decide di usare questo o quello strumento concet-semiotica generale è una riflessione di carattere filoso- tuale per studiare questo o quel nuovo medium: nonfico, che pone concetti e costrutti teorici per rendere tutte le teorie e i concetti della semiotica generale siragione di fenomeni di significazione e comunicazione applicano a tutti i nuovi media, né a tutti i livelli inmolto generali e apparentemente disparati. È quindi cui questi possono essere analizzati. Possiamo tutta-una forma di filosofia del linguaggio, ma se ne distin- via riprendere per sommi capi i passi fondamentaligue perché: a) ha carattere empirico in quanto si nutre della metodologia che la semiotica generale di stampodell’apporto di semiotiche specifiche (v. oltre); b) gene- strutturalista ha messo a punto per l’analisi di un qua-ralizza i propri concetti in modo da definire non solo lunque testo, il che ci permette anche di compren- dere, in via preliminare, cosa vuol dire intraprendere l’analisi semiotica di un nuovo medium. 22515 – XXI SECOLO – Comunicare e rappresentare

225-232 (23.2 Semiotica dei nuovi media - Cosenza).qxp:III MIllennio 2009 20-07-2009 10:32 Pagina 226GIOVANNA COSENZAL’analisi semiotica dei testi a quello della maggior parte delle persone, e si muove all’interno di questa supposizione, il semiologo con- Nella seconda metà del Novecento la linguistica e sidera sempre il testo o la pluralità di testi che analizzala semiotica spostarono progressivamente l’attenzione come un banco di prova empirico che serve a confer-sul concetto di testo, al punto che a tale proposito si è mare o confutare dall’esterno le sue teorie e ipotesi.parlato della ‘svolta testuale’ delle due discipline. Nenacquero la linguistica testuale e la semiotica del testo. L’analisi semiotica è dunque un’operazione di smontaggio, di scomposizione di un testo in elementi In generale, spostare l’attenzione verso il testo vuol pertinenti più piccoli e nel contempo più generali,dire prendere in considerazione unità di analisi supe- cioè ricorrenti non solo in quel testo, ma presenti siste-riori non solo alle singole parole (e altre entità sub- maticamente anche in molti altri. L’analisi procedefrasali come articoli, pronomi, sintagmi nominali), ma aumentando via via il grado di generalità e astrazionesuperiori anche alle frasi e agli enunciati, intesi que- degli elementi che va individuando; in semiotica que-sti come frasi prodotte da qualcuno in qualche con- sto movimento graduale dalla particolarità e concre-testo di comunicazione concreto. Dal punto di vista tezza di una singola occorrenza testuale a una sempresemiotico, è testo qualunque porzione di realtà: a) che maggiore generalità e astrazione viene descritto –sia dotata di significato per qualcuno; b) di cui si pos- usando una metafora spaziale – come passaggio dallasano definire chiaramente i limiti, per cui si riesca a superficie alla profondità del testo: l’analisi passa dalladistinguere il testo da tutto ciò che ne sta fuori; c) che superficie discorsiva in cui il testo manifesta la suasi possa scomporre in unità discrete, secondo più livelli unicità, a livelli sempre più generali e astratti, chegerarchici di analisi, che vanno dal più concreto e costituiscono la profondità semantica del testo.superficiale al più astratto e profondo; d) che questascomposizione segua criteri oggettivabili (cfr. Semio- In quest’operazione di scomposizione analitica etica in nuce, 1° vol., 2000, pp. 7-11). stratificata, la semiotica cerca le regole e i significati generali profondi che governano un testo e li con- La semiotica generale ha dunque ampliato la fronta con quelli reperibili in altri testi, tenendo sem-nozione di testo fino a renderla quasi onnicompren- pre in considerazione l’insieme intertestuale della cul-siva. In questo senso sono testi: miti e racconti di fol- tura in cui sono inseriti in un certo momento storicoclore (testi tramandati oralmente); racconti, romanzi, e in una certa società. Secondo la tradizione struttu-poesie, articoli di giornale, sceneggiature cinemato- ralista, infatti, i testi, i loro significati e le regole chegrafiche, discorsi politici (testi verbali scritti, narra- li governano non vanno mai studiati da soli, ma sem-tivi e non); dipinti, stampe, fotografie, pubblicità a pre all’interno di un sistema interconnesso di rela-stampa, manifesti (testi visivi); brani musicali, can- zioni semantiche; queste relazioni, inoltre, sono dizoni, concerti (testi musicali); lungometraggi, corto- diversi tipi (per es., iperonimia, iponimia, contrarietà,metraggi, spot, programmi televisivi, videoclip (testi contraddizione ecc.) e alcune di esse, principalmenteaudiovisivi); rituali, interazioni fra individui più o quelle di contrarietà e contraddizione, si possono orga-meno codificate e istituzionalizzate (da una conver- nizzare in forma di quadrato, da cui il celebre qua-sazione informale a ciò che avviene in un’aula di tri- drato semiotico di A.J. Greimas (v. la voce relativa inbunale, le cosiddette pratiche semiotiche); infine, tutti A.J. Greimas, J. Courtés, Sémiotique. Dictionnairei testi che, dagli anni Novanta del 20° sec. in poi, sono raisonné de la théorie du langage, 1979; trad. it. 2007).stati considerati nuovi media, come ipertesti off-line(prima su floppy, poi su CD e DVD), interfacce soft- Si cercano innanzi tutto le relazioni semantiche cheware e hardware, siti web (a tutti i livelli: dai siti azien- sono, esplicitamente o implicitamente, nel testo e poidali ai portali, fino ai siti con interfaccia tridimensio- si confrontano con ciò che sta fuori dal testo, cioè danale), banners, chat verbali e multimediali, blog, un lato con l’intertestualità di cui il testo è intessutovideogiochi on-line e off-line. (citazioni, rimandi impliciti ad altri testi, regole di genere), dall’altro, con quella che U. Eco ha chiamato L’analisi semiotica dei testi nulla ha a che vedere enciclopedia, che è il patrimonio di conoscenze e cre-con indagini sociologiche di tipo quantitativo, volte a denze condivise nella cultura, nella società e nelottenere percentuali e statistiche, né mira a definire le momento storico in cui un testo vive. In questo senso,condizioni che i testi dovrebbero rispettare per essere, l’analisi semiotica è sempre, fra l’altro, un’indaginesecondo i casi e la ricerca che si conduce, più o meno sistematica di ciò che già si sa (su un testo, attorno acomprensibili, o pragmaticamente efficaci, o estetica- un testo) in un certo ambito culturale, sociale, storico.mente interessanti, e via dicendo. In altri termini, ilmetodo della semiotica del testo, come quello della Questo punto è molto rilevante per la semiotica deifilosofia del linguaggio, non è quantitativo ma quali- nuovi media. Qualunque nuovo medium, infatti, pro-tativo, e non è normativo ma descrittivo. A differenza prio in quanto nuovo, ha bisogno, per essere compresodella filosofia analitica del linguaggio, però, il metodo e usato, di appoggiarsi alle regole dei media che l’hannosemiotico non è aprioristico. Infatti, mentre il filosofo preceduto, trasformandole e ricombinandole in manieraanalitico parte spesso dall’analisi dell’uso ordinario di più o meno originale, più o meno esplicita o masche-espressioni linguistiche, supponendo che corrisponda rata, ma sempre attingendo in abbondanza al passato. Questo fenomeno è stato chiamato da Jay D. Bolter e 226

225-232 (23.2 Semiotica dei nuovi media - Cosenza).qxp:III MIllennio 2009 20-07-2009 10:32 Pagina 227 SEMIOTICA DEI NUOVI MEDIARichard Grusin ri-mediazione (remediation): come un mati del periodico, del quotidiano e così via, e le diversetempo il cinema ri-mediò la fotografia, come la televi- pratiche semiotiche e sociali che ai generi e ai formatisione ri-mediò sia la radio, sia il cinema, così oggi Inter- sono connesse (in particolare, progettazione del testo,net ri-media televisione, telefono, servizio postale, radio scrittura, lettura, consultazione, rituali d’uso sia per-e altri media ancora (Bolter, Grusin 1999). L’analisi sonali sia collettivi).dei saperi che riguardano i media tradizionali (stampa,radio, televisione, cinema) è dunque fondamentale per Per quanto riguarda Internet, alla semiotica nonquella dei nuovi media. Ma vediamo cosa sono i media interessano le reti di calcolatori (tecnologie hardware),dal punto di vista semiotico. né i protocolli TCP/IP che regolano la trasmissione di dati sulle reti (tecnologie software) – e questo puòMedia vecchi e nuovi apparire ovvio; ma alla semiotica non interessano nep- pure gli applicativi software che permettono la comu- Quando si parla di media (o mezzi di comunica- nicazione interpersonale su Internet (e-mail, chat,zione) si devono fare diverse distinzioni, perché le blog), né tanto meno il web in sé e per sé. Quest’ul-parole che li designano sono tutte ambigue. Si dice timo punto è in realtà meno ovvio, perché molti ancoratelevisione o radio, per es., per intendere ora l’appa- si ostinano a trattare le tecnologie come se ognunarecchio di ricezione che abbiamo in casa, ora l’ente fosse una forma comunicativa: si parla spesso di web,che produce e trasmette uno o più canali televisivi o mail, chat in generale, come se ognuno di questiradiofonici; ora le persone che compongono una reda- ambienti permettesse una sola forma comunicativa, ezione, ora un insieme più o meno definito di tecnolo- non numerosissime e disparate, ognuna delle quali dagie di trasmissione e ricezione. Si dice stampa inten- analizzarsi separatamente. Per fare un esempio: daldendo a volte le tecniche e gli apparati fisici dei processi punto di vista semiotico l’e-mail non è un medium unicodi stampa, a volte il loro risultato su un certo sup- e generale, perché sono moltissimi gli usi, più o menoporto; a volte un insieme di pubblicazioni a carattere codificati, che se ne fanno in diversi contesti sociali,informativo (quotidiani, riviste ecc.), a volte i gior- culturali, economici (al lavoro, fra innamorati, fra per-nalisti della carta stampata. Con Internet la situazione sone lontane o vicine, fra persone che si conoscono oè ancora più complessa: in certi ambiti si parla delle no), e ognuno di questi usi rappresenta una forma direti di calcolatori (hardware), in altri dei protocolli di comunicazione specifica, in cui si producono testi cheinterconnessione fra le reti (software), in altri ancora hanno proprietà e seguono regole loro proprie. Ana-di ciò che accade nei diversi ambienti di comunica- logamente, non ha alcun senso parlare di web in gene-zione su Internet, sul web e fuori dal web. rale, ma piuttosto di diversi generi di siti (testate gior- nalistiche, siti di pubbliche amministrazioni, siti Fra le tante distinzioni possibili ne riprendiamo aziendali, blog ecc.) e di diversi tipi di azioni che suluna sola, che riguarda tutti i media, che si è ormai asse- web si possono effettuare: acquistare libri, bigliettistata negli studi sociologici ed è utile anche per un aerei o ferroviari, chattare, consultare un’enciclope-approccio semiotico ai media, vecchi e nuovi. È la dia, compilare un modulo e altro.distinzione fra media intesi come ‘tecnologie’ e mediaintesi come ‘forme di comunicazione’, cioè come Ma vediamo ora, fra le forme di comunicazioneinsiemi di regole, convenzioni e forme organizzative che le tecnologie permettono, quali sono quelle nuove– culturalmente, socialmente e storicamente deter- e quali no e, in sostanza di quali oggetti, insomma, laminate – che le persone seguono quando comunicano semiotica dei nuovi media si occupa.usando le tecnologie. È chiaro che a nessuno dei mediacontemporanei corrisponde una sola forma di comu- I nuovi medianicazione, ma tutti ne permettono una molteplicità. In generale, è nuovo tutto ciò cui non siamo ancora Non sono media, dal punto di vista semiotico, la abituati, che non riusciamo a inquadrare, del tutto otelevisione o la radio intese come tecnologie di rice- in parte, nelle regole che conosciamo e seguiamo. Dun-zione e trasmissione (cavi, apparati fisici), né come que il significato del nuovo cambia in funzione delagglomerati di persone, ambienti e mezzi, ma i diversi tempo: mano a mano che ci abituiamo a qualcosa,generi e formati dei programmi televisivi e radiofo- cessa di essere nuovo e diventa prima noto, poi, connici (telegiornale, talk show, fiction, giornale radio), il passare del tempo, sempre più scontato e vecchio.e l’organizzazione dell’ambiente comunicativo che La percezione del nuovo dipende anche da variabilirende possibile ciascun genere e formato. Nel caso soggettive (ciò che è nuovo per me può essere vecchiodella stampa, i media semioticamente rilevanti non e scontato per altri), variabili che tuttavia alla semio-sono certo le tecniche che permettono i processi di tica non interessano: il nuovo semioticamente rile-stampa, né presunte entità astratte di nome libro, gior- vante è quello condiviso dai più in un particolarenale, rivista, ma i diversi generi e formati del libro (dal ambiente culturale e sociale e in un certo momentofumetto al romanzo, dal ricettario di cucina all’enci- storico, è, in altre parole, quello registrato dall’enci-clopedia in decine di volumi), i diversi generi e for- clopedia di una certa cultura.227

225-232 (23.2 Semiotica dei nuovi media - Cosenza).qxp:III MIllennio 2009 20-07-2009 10:32 Pagina 228GIOVANNA COSENZA Negli ultimi anni, nei Paesi ricchi dell’Occidente e non sia gestita – a qualche livello e in qualche modoe Nord del mondo, i media che l’enciclopedia registra – da un computer, sia esso un microprocessore o uncome nuovi cambiano con grande rapidità, molto più grande sistema di calcolo. Questa considerazione nonche in passato. Questo fenomeno dipende dalla velo- aiuta certo a delimitare il campo dei nuovi media, dalcità con cui oggi cambiano le tecnologie della comu- momento che la crescente informatizzazione dellanicazione, ma anche dalle strategie di marketing e ven- società fa in modo che ci sia un computer dietro a undita di questo o quel prodotto tecnologico, per cui numero sempre maggiore di oggetti quotidiani: daispesso si creano mode e tendenze d’acquisto pro- telefonini ai videoregistratori, dalle lavatrici ai sistemimuovendo come ‘nuovo’ anche ciò che non lo è. di apertura e chiusura delle porte. Dal punto di vista tecnico, dagli anni Sessanta in In una situazione in cui il nuovo sta ovunque epoi l’informatica ha registrato cambiamenti rapidis- cambia sempre più rapidamente, spesso si selezionasimi, com’è testimoniato dalla cosiddetta legge di di cosa parlare e su cosa riflettere sulla base di modeMoore, che ormai è diventata una leggenda, visto che e tendenze. Per es., fino alla fine degli anni Novantavi si fa sempre riferimento per spiegare perché, se andava di moda parlare di ipertesti: si cercava di defi-volessimo inseguire le continue innovazioni tecnolo- nire cos’è un ipertesto, si sperimentava la narrativitàgiche, dovremmo cambiare il nostro personal com- ipertestuale, si studiavano le relazioni fra gli ipertestiputer ogni 12 o 18 mesi. Gordon Moore, ingegnere off-line e quelli on-line, cioè distribuiti sul web, cheelettronico e cofondatore di Intel, osservò nel 1964 non è altro che una vastissima rete di ipertesti distri-che le tecnologie avrebbero permesso di raddoppiare buiti su Internet. Oggi il dibattito sugli ipertesti si èogni 12 mesi il numero di transistor per pollice qua- quasi del tutto spento, anche se l’enciclopedia comunedrato presenti in un processore. In seguito Moore cor- registra ancora come nuove molte tecnologie a baseresse la sua osservazione portando da 12 a 18 il numero ipertestuale, dai prodotti multimediali su DVD aidi mesi necessari al raddoppio, quindi Intel corresse videogiochi, ai menu di selezione delle pay-TV; tut-ancora, aumentandolo a 18-24, fino alle proiezioni più tavia – semplicemente – non va più di moda discutererecenti, sottoscritte dallo stesso Moore, secondo cui di queste cose in termini di ipertesti.la legge potrebbe cessare di funzionare intorno al 2020. Alcuni esempi di nuovi media di cui si è parlato Nella vulgata della legge di Moore, al raddoppio molto (e tuttora si parla) nel primo decennio del 2000dei transistor di un processore corrisponderebbero, da sono innanzi tutto il web, con una crescente atten-un lato, il raddoppio della sua velocità, dall’altro, la zione per gli ambienti a interfaccia 3D, i mondi vir-sua progressiva miniaturizzazione. Tuttavia, la mol- tuali, per il social networking e il cosiddetto web 2.0,tiplicazione dei transistor non incide sempre e solo, né ossia il web che presenta contenuti costruiti dagli utentidirettamente, sulla velocità di un processore, ma a volte comuni (da Flickr a YouTube, da Wikipedia ai blog);sui costi di produzione, a volte sul consumo energe- l’e-learning, cioè l’apprendimento a distanza (che neglitico. Questo in parte spiega come mai, dal 1964 a oggi, anni Novanta si preferiva chiamare formazione ala velocità dei processori non abbia di fatto raggiunto distanza o FAD); l’e-government, che è l’insieme dii livelli che avrebbe dovuto se avesse seguito la pro- relazioni che le amministrazioni pubbliche intratten-gressione indicata da Moore. Indipendentemente dai gono su Internet con i cittadini, le imprese e altredettagli tecnici, l’innovazione delle tecnologie infor- amministrazioni; il web semantico, che è l’inclusionematiche mantiene comunque un ritmo considerevole nei documenti web di informazioni sugli argomenti eed è enfatizzata dalle strategie congiunte delle multi- i concetti di cui i documenti trattano, sulla loro cate-nazionali del settore informatico: le aziende che pro- gorizzazione, sulle relazioni con altri documenti web;ducono microprocessori, quelle di hardware e quelle il wi-fi (wireless fidelity), ossia la possibilità di con-di software corrono su binari paralleli, per cui svilup- nettersi a Internet senza cavi, da un computer porta-pano versioni sempre più complesse di software, che tile, un palmare, un cellulare.richiedono sistemi hardware con capacità di memoriasempre maggiore e processori sempre più veloci. E molto altro ancora: basta leggere quotidiani e periodici, vedere trasmissioni televisive, osservare i I cambiamenti imposti dall’informatica e dalle sue volumi che i librai mettono in evidenza, per avere unstrategie di marketing ci mettono quindi nelle condi- quadro sempre aggiornato sui media che di volta inzioni di non poterci abituare quasi a nulla in questo volta l’enciclopedia considera più nuovi del nuovo.campo, perché i tempi di sostituzione delle tecnolo- Alcune di queste mode sono dettate dalle strategiegie informatiche sono talmente rapidi che non riu- commerciali delle grandi imprese informatiche, altresciamo mai a sentirci abbastanza a nostro agio da con- dai mezzi di comunicazione di massa, altre ancorasiderarle vecchie. Per questo, l’unica cosa ormai chiara sono più giustificate dal punto di vista semiotico, per-dei nuovi media è che si basano su tecnologie infor- ché nascono da saperi e pratiche effettivamente con-matiche, che in quanto tali sono condannate a una divise in certi ambiti sociali. È compito del semiologo,condizione di novità permanente. In altre parole, oggi di volta in volta, prima distinguere i vari discorsi suinei Paesi industrializzati non esiste forma di comu- nuovi media, poi selezionare come propri oggetti dinicazione che sia generalmente percepita come nuova studio solo quelli semioticamente fondati. 228

225-232 (23.2 Semiotica dei nuovi media - Cosenza).qxp:III MIllennio 2009 20-07-2009 10:32 Pagina 229 SEMIOTICA DEI NUOVI MEDIA In ogni caso, la lista dei nuovi media su cui riflet- lato, le forme dell’espressione e del contenuto di diversitere è destinata a cambiare di continuo e non è possi- linguaggi visivi (l’illustrazione, la fotografia di repor-bile dare conto di tutti questi cambiamenti. Possiamo tage, di moda, l’immagine pubblicitaria), dall’altro,però definire in termini semiotici due concetti che le regole sintattiche, semantiche e pragmatiche dellericorrono in qualunque riflessione sui nuovi media: lingue verbali scritte che sono affiancate alle imma-multimedialità e interattività. gini. Sono testi sincretici di complessità ulteriore gli audiovisivi (film, programmi televisivi, spot pubbli-Multimedialità e testi sincretici citari), che combinano linguaggi basati su sostanze dell’espressione visive con linguaggi basati su sostanze Il termine multimedialità è entrato ormai a far parte sonore: musica (sigle, basi musicali, colonne sonore),del linguaggio comune, ma è usato spesso in modo effetti audio, e tutto ciò che le lingue verbali possonoconfuso. Sono dette multimediali, infatti, molte e comunicare sul canale fonico-acustico, sia dal puntodiverse cose: si chiama multimedia message service di vista linguistico (perché il parlato ha stili e moda-(MMS) la tecnologia che permette di inviare e rice- lità espressive diverse dallo scritto), sia dal punto divere sul cellulare immagini e brani audio, si conside- vista prosodico (pause, durata e quantità di vocali,rano multimediali le animazioni sul web, ma anche i consonanti, parole) e paralinguistico (variazioni divideogiochi di ultima generazione e le chat con inter- tono, energia e sonorità nella pronuncia). Si possonofaccia 3D. Altre volte il concetto di multimedialità considerare testi sincretici ancora più complessi i testiserve solo a marcare l’informatizzazione e il senso di multimediali, nei diversi significati che attualmentenovità che l’accompagna, come quando si dice tecno- si attribuiscono a questo termine.logie multimediali per dire nuove tecnologie, o rivolu-zione multimediale come sinonimo di rivoluzione digi- La parola multimedialità è usata a volte in un’ac-tale. In molti casi l’idea di multimedialità serve cezione ristretta, come quando i commercianti lasemplicemente ad attirare l’attenzione dei consuma- appiattiscono sul fatto che i personal computer sianotori, per cui fioriscono corsi, concerti, fiere multime- dotati di altoparlanti, da cui ascoltare musica e audio,diali e capita d’incontrare persino autoscuole e luna e di uno schermo per vedere animazioni e filmati. Inpark multimediali. Questa confusione non riguarda questo senso si riduce la multimedialità a multisenso-soltanto il senso comune, ma spesso finisce per afflig- rialità o, per dirla con Hjelmslev, a multisostanzialità,gere anche la riflessione teorica sui media. perché si sottolinea solo il fatto che un testo sia basato su molte sostanze dell’espressione e coinvolga molti In semiotica la nozione di multimedialità può essere canali sensoriali. Per quanto riduttivo, il riferimentodefinita nei termini del concetto di ‘testo sincretico’. alla multisensorialità rende conto di tanti usi con-Per Greimas e Courtés (v. la voce Syncrétiques, sémio- temporanei del termine multimedialità: quando si parlatiques in A.J. Greimas, J. Courtés, Sémiotique. Dic- di eventi, effetti, performances multimediali oppure,tionnaire raisonné de la théorie du langage, 2° vol., 1986), con un’espressione francese, di sons et lumières si inten-è sincretico un testo in cui la stessa istanza di enun- dono esperienze in cui molti sensi, idealmente tutti,ciazione mette in gioco «una pluralità di linguaggi di sono coinvolti. Si pensi inoltre all’importanza del tattomanifestazione», ossia più sistemi semiotici «eteroge- e dell’olfatto, oltre alla vista e all’udito, nella fruizionenei» nel senso che coinvolgono, a seconda di cosa si della musica in discoteca, nelle performances live deiintende per «linguaggio», sostanze dell’espressione gruppi musicali, nei rave parties. Infine le mani e ildiverse (sonora, visiva, tattile ecc.), ma anche forme tatto sono fondamentali nell’uso di qualunque perso-dell’espressione e del contenuto diverse (per questa nal computer, specie per la manipolazione diretta delleterminologia, v. L. Hjelmslev, Omkring sprogteoriens interfacce grafiche. Il tatto è determinante per crearegrundlaeggelse, 1943; trad. it. I fondamenti della teo- l’effetto di immersione nello spazio dello schermo,ria del linguaggio, 1986). Rielaborando questa defini- enfatizzato dalle interfacce tridimensionali e dai video-zione, possiamo dire che un testo sincretico organizza giochi di ultima generazione che, all’iperrealismo dellalinguaggi eterogenei in una strategia di comunicazione grafica 3D, aggiungono vibrazioni del joypad conco-unitaria, cioè presenta marche sintattiche, semanti- mitanti a eventi del gioco, o movimenti del perso-che e pragmatiche di coesione e coerenza che riman- naggio controllato dal giocatore che corrispondono adano alla stessa istanza di enunciazione o, per dirla inclinazioni del joypad, tanto che in certi casi il gio-con U. Eco (Lector in fabula. La cooperazione inter- catore può mimare l’azione dei personaggi.pretativa nei testi narrativi, 1979) allo stesso «autoreempirico» o «insieme di autori empirici» che abbiano La multisensorialità non esaurisce tuttavia i signi-seguito le stesse regole di produzione testuale. ficati della multimedialità, com’è dimostrato dal fatto che gli audiovisivi sono multisensoriali, ma non li Sono testi sincretici, per es., i fumetti, le riviste, diciamo multimediali. Questo non tanto perché coin-gli annunci pubblicitari a stampa, che applicano alla volgono solo due canali sensoriali (vista e udito) invecemedesima sostanza dell’espressione (la pagina in bianco di molti, ma perché ogni audiovisivo è percepito comee nero o a colori di un giornale o una rivista), da un un solo medium, non come molti. Infatti, la multime- dialità mette in gioco non solo una pluralità di canali229

225-232 (23.2 Semiotica dei nuovi media - Cosenza).qxp:III MIllennio 2009 20-07-2009 10:32 Pagina 230GIOVANNA COSENZApercettivi, ma una pluralità di media (multi-media compie in tempo reale (cioè mentre il programmatoreappunto), laddove il concetto di medium non riguarda inserisce i dati), dal batch processing, che è l’elabora-né la sostanza dell’espressione, né la tecnologia, ma è zione, da parte del sistema, di dati che sono già neluna forma di comunicazione storicamente, cultural- codice e possono essere cambiati dal programmatoremente e socialmente determinata. Neppure questo solo intervenendo nel codice stesso. Negli anni Ses-concetto, però, basta a spiegare tutti i significati della santa erano dunque interattivi i programmi in cui ilparola multimedialità: un libro illustrato è multi- programmatore inseriva i dati mentre il programmamediale nel senso appena visto (perché combina la girava, e non erano interattivi i programmi che ave-forma comunicativa delle immagini con quella dei vano i dati nel codice e non potevano essere modifi-testi verbali), ma non è un buon esempio di multi- cati senza cambiare il codice stesso. Mentre a quelmedialità, innanzi tutto perché coinvolge soltanto la tempo l’interattività sottolineava, nello scambio divista (e non gli altri sensi), e poi perché la multime- informazioni fra sistema e utente, il ruolo dell’utentedialità porta con sé anche l’idea di novità (non è un – perché la novità stava da quella parte – oggi che ilcaso che l’espressione tecnologie multimediali sia a volte real time processing è scontato, quando si parla di inte-sinonimo di nuove tecnologie). rattività si pensa piuttosto al fatto che sia il sistema a reagire, a rispondere in tempo reale – cioè immedia- Arriviamo così a una definizione. Sono multime- tamente – agli input dell’utente.diali in senso pieno i testi che mettono insieme: a) unapluralità di media intesi come forme di comunicazione, L’attenzione per l’uno o l’altro polo dello scambiob) che lo fanno attraverso una strategia di comunica- informativo varia a seconda di cosa è scontato e cosazione unitaria, c) che consentono una combinazione non lo è nel contesto storico-culturale in cui si parlache ancora non siamo abituati a pensare assieme, in di interattività. Poiché normalmente gli oggetti ina-altre parole che percepiamo come nuova, d) e che nimati non compiono azioni, ma le subiscono (sonofruiamo attraverso più di un canale sensoriale. toccati, guardati, usati ecc.), a differenza degli esseri animati che invece agiscono, la prima cosa che viene Alla luce di questa definizione, i libri illustrati non in mente quando pensiamo a un oggetto interattivo èsono multimediali per due motivi: perché non sono che l’oggetto sia capace di rispondere, di reagire conmultisensoriali e perché la combinazione di linguaggi azioni conseguenti (come fosse una persona) agli inputche coinvolgono non ci risulta affatto nuova. Sono di un essere umano. Solo in un secondo momentomultimediali in senso pieno, invece, i siti web più pensiamo al fatto che, per avere azione reciproca fracomplessi, che combinano, fra gli altri, i linguaggi del due soggetti, alla reazione del sistema debba seguirequotidiano (impaginazione della home page, stile di un’azione ulteriore dell’utente. Se invece parliamo discrittura degli articoli), di certi periodici (organizza- televisione interattiva, pensiamo subito alla possibi-zione delle sezioni interne, alternanza di testi verbali lità che siano gli spettatori a svolgere un ruolo in qual-e immagini, stile degli approfondimenti), del tele- che modo attivo (quindi non più spettatori ma attori),giornale (interviste, brani documentari), della radio intervenendo nei programmi, scegliendoli da un(stacchi audio), dello spot pubblicitario (animazioni, insieme di offerte, personalizzando i propri palinse-inserti video), del cinema (sigle di apertura e chiu- sti e così via. L’attenzione, in questo caso, è tutta spo-sura), delle chat e dei forum negli spazi dedicati alla stata dalla parte dell’utente perché normalmente lacomunicazione interpersonale. Questi siti sono mul- televisione è un mezzo di comunicazione monodire-timediali nel senso più pieno della parola, perché sono zionale, in cui il flusso di informazioni procede da unnello stesso tempo multisensoriali, ‘multi-mediali’ nel punto centrale verso un insieme ampio e indifferen-senso che coinvolgono più media, e sono inoltre per- ziato di destinatari (broadcasting), che non agiscono,cepiti come nuovi. Analogamente, fuori da Internet, ma ricevono del tutto passivamente.sono pienamente multimediali, per es., alcune enci-clopedie su DVD, perché contengono scritti di genere Analogamente, quando si parla di testi e ipertestidiverso (racconti storici, saggi, biografie, cronache, interattivi (guide interattive, corsi interattivi, narra-cronologie), animazioni (per illustrare esperimenti tiva interattiva), ci si riferisce alla possibilità che i let-scientifici, cambiamenti di configurazioni geopoliti- tori intervengano attivamente e materialmente sul pianoche), filmati prodotti ad hoc o estratti da opere cine- dell’espressione dei testi, facendo clic sui link, aggiun-matografiche o televisive esistenti, interviste video, gendo testi propri, proponendo esiti alternativi di unacommenti audio, letture di poesie o stralci di romanzi, storia, rispondendo a domande e così via. Normal-brani musicali, sigle e così via. mente, infatti, nei testi tradizionali su carta, i lettori «cooperano» con il testo (cfr. U. Eco, Lector in fabula,Interattività 1979) intervenendo soltanto sul piano del contenuto, cioè attribuendo significati alle parole e alle immagini, Il termine interattività nasce in informatica negli e ricostruendo tutti gli impliciti del testo, ma non inter-anni Sessanta per distinguere il real time processing, vengono attivamente anche sul piano dell’espressione,che è l’elaborazione di dati che un sistema di calcolo cioè non lasciano sul testo tracce materiali che siano in qualche modo essenziali alla sua fruizione. 230

225-232 (23.2 Semiotica dei nuovi media - Cosenza).qxp:III MIllennio 2009 20-07-2009 10:32 Pagina 231 SEMIOTICA DEI NUOVI MEDIA Sia in informatica, sia nel senso comune i concetti volgono più di due persone), e neanche le conversa-di interazione e interattività implicano qualcosa di più zioni in cui il parlante domina l’interlocutore per sva-dello scambio bidirezionale di informazioni fra mac- riati motivi (personali, relazionali, sociali, culturali):china e utente: nell’interattività sta infatti anche l’idea diciamo piuttosto che sono monologhi o, appunto,che lo scambio sia per certi aspetti simile a ciò che che mancano di interattività.accade quando le persone dialogano. Il dialogo framacchina e utenti è una metafora che in informatica Il dialogo prototipico, con i tratti appena visti, èsi usa di frequente: si pensi alle ‘finestre di dialogo’. un paradigma implicito nello studio dell’interazioneIn questa metafora è insito un concetto di dialogo in fra persone e computer, ovvero, per usare un’etichettaqualche modo paradigmatico, prototipico: quello della che designa un intero campo disciplinare, nella HCIcomunicazione faccia a faccia fra due persone che (Human Computer Interaction). Le caratteristiche delusano il canale fonico-acustico di qualche lingua per dialogo prototipico ci possono quindi aiutare a defi-parlarsi. Il dialogo prototipico è caratterizzato da que- nire il concetto informatico di interattività e com-sti cinque fasci di proprietà essenziali: 1) sono coin- prendere su quale base diciamo che alcuni oggetti evolte due persone, un parlante e un ascoltatore. Essi sistemi sono interattivi e altri no.hanno in comune la lingua che parlano e un insiemedi conoscenze e credenze sia generali, sia contestuali, Un sistema è interattivo se stabilisce con il suosulla base delle quali si attribuiscono reciprocamente utente una relazione simile a quella del dialogo pro-intenzioni, giudizi, emozioni, desideri ecc., cioè stati totipico. Poiché la somiglianza non è un concetto asso-cognitivi e passionali. Inoltre, presuppongono di avere luto, ma una questione di gradi, anche l’interattivitàaccesso reciproco solo a una piccola parte di questo lo è. Ciò corrisponde alle nostre intuizioni ordinarie:insieme ampio e variegato di stati interiori, la mag- mentre siamo sicuri di poter dire che un computer ègior parte dei quali resta inaccessibile quando dialo- molto interattivo, un videoregistratore ci pare menogano, e può sempre riservare sorprese. In altre parole, interattivo; mentre siamo disposti ad attribuire unaparlante e ascoltatore presuppongono reciprocamente certa quota di interattività a un aspirapolvere o a undi essere sistemi complessi e opachi, ‘scatole nere’ frullatore da cucina, siamo certi che un cacciavite nonaccessibili e prevedibili dall’esterno in misure diverse, può essere interattivo.ma sempre solo in parte. 2) Parlante e ascoltatore con-dividono lo spazio in cui si trovano quando dialogano. Un sistema è interattivo al massimo grado se pos-3) Parlante e ascoltatore condividono il tempo in cui siede questi cinque insiemi di proprietà che ricordanodialogano: si tratta, si dice, di comunicazione sincrona. quelle del dialogo prototipico: 1) sono coinvolti due4) La condivisione dello spazio-tempo comporta che soggetti, il sistema e l’utente. Come nel dialogo pro-parlante e ascoltatore abbiano entrambi accesso per- totipico, l’utente presuppone di avere a che fare concettivo al corpo e contesto dell’altro. 5) La relazione un sistema più o meno complesso di stati e processifra parlante e ascoltatore è paritaria, nel senso che sia interni, una ‘scatola nera’ che può essere più o menoil parlante, sia l’ascoltatore pensano di avere pari diritto accessibile e controllabile dall’esterno, ma non è maidi parola, se non per ruolo sociale o culturale, almeno del tutto trasparente. Quanto più alto è il grado diperché il contesto o la loro relazione li mette in una complessità che l’utente presuppone nel sistema, tantosimile condizione. Questa caratteristica comporta più il sistema è interattivo, perché ricorda la com-necessariamente che ci sia un elevato grado d’inter- plessità umana. 2) L’utente e il sistema condividonoscambiabilità fra il ruolo del parlante e quello del- uno spazio, quello dell’interfaccia software e hardware.l’ascoltatore, e che, di conseguenza, ciascun soggetto 3) L’utente e il sistema interagiscono in sincronia, iladatti continuamente la propria comunicazione alle che comporta che possano interrompersi l’un l’altroazioni e alle reazioni dell’altro. e che il loro tempo sia scandito da azioni e reazioni reciproche. Il sistema agisce e reagisce sempre in modo Questi fasci di proprietà non sono congiuntamente pertinente rispetto alle azioni e reazioni dell’utente,sufficienti, ossia non esauriscono, presi assieme, la e così rapidamente da simulare l’immediatezza deldescrizione di cosa succede quando le persone comu- dialogo prototipico fra esseri umani. 4) Nell’intera-nicano faccia a faccia, ma sono essenziali al dialogo zione persona-macchina l’utente percepisce l’inter-prototipico in un senso sfumato di essenzialità: se faccia hardware e software della macchina sui canalimanca qualcuna di queste caratteristiche, il dialogo è sensoriali che essa prevede: visivo (sullo schermo),percepito, in modi e gradi diversi, come anomalo o uditivo (quando il sistema o i programmi emettonocomunque meno tipico, meno ‘dialogo in senso lette- suoni oppure, più sistematicamente, nelle interfaccerale’. Se, per es., la comunicazione non è fra due per- vocali), tattile (sul mouse, la tastiera, lo schermo touchsone, perché ce n’è una sola o ce ne sono più di due, screen). Anche la macchina percepisce, per così dire,non si parla propriamente di dialogo. Inoltre non chia- l’utente nei punti in cui questi interviene: per es., sullamiamo dialoghi le comunicazioni orali asimmetriche tastiera e sui luoghi dello schermo in cui il puntatoreper ruoli e competenze, come possono essere le lezioni, è attivo. 5) La relazione fra sistema e utente non è maile conferenze, i discorsi pubblici (che fra l’altro coin- del tutto paritaria come quella del dialogo prototipico, e presenta invece gradi diversi di asimmetria a favore dell’utente a seconda del sistema e della sua interfac-231

225-232 (23.2 Semiotica dei nuovi media - Cosenza).qxp:III MIllennio 2009 20-07-2009 10:32 Pagina 232GIOVANNA COSENZAcia. Più la relazione fra sistema e utente è paritaria, J.D. Bolter, R. Grusin, Remediation. Understanding new media,più il sistema risulta essere interattivo. Cambridge (Mass.) 1999 (trad. it. Remediation. Competizione e integrazione tra media vecchi e nuovi, Milano 2002). La presenza congiunta di questi cinque insiemi diproprietà definisce un grado molto alto di interatti- Semiotica in nuce, a cura di P. Fabbri, G. Marrone, 1° vol., Ività: quella dei sistemi informatici. Anche nei sistemi fondamenti e l’epistemologia strutturale, Roma 2000.informatici si possono però distinguere diversi gradidi interattività, legati alla gradualità della prima e M.P. Pozzato, Semiotica del testo: metodi, autori, esempi, Romaultima caratteristica: la complessità del sistema e la 2001.parità fra utente e sistema. Quanto più il sistema ècomplesso, quanto più riesce a stabilire relazioni pari- Semiotica dei nuovi media, a cura di G. Cosenza, «Versus», 2003,tarie con l’utente, tanto più lo diremo interattivo. 94-95-96, n. monografico.Bibliografia G. Cosenza, Semiotica dei nuovi media, Roma 2004, nuova ed. aggiornata e ampliata 2008.J. van Dijk, De Netwerkmaatschappij. Sociale aspecten van nieuwe media, Dordrecht 1991 (trad. ingl. The network society. Social P. Magli, Semiotica: teoria, metodo, analisi, Venezia 2004. aspects of new media, London 1999, da cui trad. it. Sociologia dei nuovi media, Bologna 2002). H. Jenkins, Fans, bloggers and gamers: exploring participatory culture, New York 2006 (trad. it. Fan, blogger e videogamers: l’emergere delle culture partecipative nell’era digitale, Milano 2008). Ippolita, Luci e ombre di Google: futuro e passato dell’industria dei metadati, Milano 2007. A. Meneghelli, Dentro lo schermo: immersione e interattività nei god games, Milano 2007. 232


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