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La Lettera dicembre 2019

Published by Oratorio Palazzago, 2019-12-20 11:18:01

Description: Bollettino parrocchiale di Palazzago e Burligo di dicembre 2019

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La DICEMBRE 2019 anno XXXIII letteranumero4 Bollettino della parrocchia prepositurale di san Giovanni Battista in Palazzago e di san Carlo in Burligo

Orari Sante Messe Palazzago ADORAZIONE DEI MAGI Sabato Olio su tela, ambito bergamasco 1700-1749 ore 17.00 Beita ore 19.00 Chiesa Parrocchiale Restauro 2009 Domenica E’ una festa di panneggi e di colori l’arrivo dei magi ore 08.00 Montebello ore 10.30 Chiesa Parrocchiale nel luogo dove si trovano ore 18.00 Chiesa Parrocchiale Maria e il Bambino: Giorni Feriali una casa, guardando le pareti; una stalla, guardando le travi di legno; Lunedì ore 09.00 Chiesa Parrocchiale Martedì ore 16.30 Precornelli un tempio, guardando le colonne Mercoledì ore 16.30 Montebello che inquadrano l’evento, Giovedì ore 09.00 Chiesa Parrocchiale Venerdì ore 16.30 Ca’ Rosso perché siamo di fronte al “nuovo” che fa crollare la sapienza pagana. Orari Sante Messe Burligo Le mani di Maria donano all’umanità Sabato il Figlio da lei generato nello Spirito Santo; ore 18.00 Chiesa Parrocchiale lo cullano, nel gesto tipico della mamma Domenica che protegge il frutto del grembo; ore 09.00 Collepedrino e lo offrono, nel gesto tipico di chi non ore 10.30 Chiesa Parrocchiale tiene gelosamente per sé un regalo che è per il mondo intero. Giorni Feriali Anche il cielo, con gli Angeli in festa, Lunedì ore 17.00 Chiesa Parrocchiale non può che partecipare a questo evento, Martedì ore 17.00 Acqua perché Dio ha fatto casa tra gli uomini. Mercoledì ore 17.00 Chiesa Parrocchiale Al centro, proprio l’incontro tra le mani Giovedì ore 17.00 Chiesa Parrocchiale del saggio che offrono Venerdì ore 17.00 Chiesa Parrocchiale e il Bambino che, con gli stessi colori, diventa il vero dono per gli uomini. Recapiti Uomini venuti da lontano, i Magi, perché Don Giuseppe 035.550336-347.1133405 ogni uomo è sempre lontano; Don Roberto 035.540059-348.3824454 Don Giampaolo 338.1107970 uomini capaci di buttarsi a terra, perché Don Paolo 035.550081 ogni uomo è capace di Dio; uomini che lasciano doni -oro, incenso e mirra- www.oratoriopalazzago.it perché hanno accolto il tesoro, Gesù. Quasi nascosto, in ombra, Giuseppe, [email protected] abituato al silenzio che non è assenza ma [email protected] luogo dei sogni e della Parola. [email protected] Gli altri segni, quelli del potere e della gloria sono a terra: un Bambino, che sembra anche sorridere, disarma re e potenti: “ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili”. Segreteria Parrocchiale (Via Maggiore 19) da martedì a venerdì, dalle 10.00 alle 12.00. Ci si può rivolgere ai volontari per certificati, pratiche, richieste, fotocopie, ritiro materiale,...

[Editoriale] Difetto di fabbrica “Magi, voi siete i santi più nostri, naufraghi sempre in questo infinito, eppure sempre a tentare, a chiedere, a fissare gli abissi del cielo fino a bruciarsi gli occhi del cuore”. D. M.Turoldo Seguiamo, in questo tempo, Buon Natale i Magi, ritrovando nel loro come cercatori… cercati. stesso viaggio il senso del nostro cammino di cercato- ri…cercati. Siamo tutti cercatori di vita, di amore, di cura, di futuro, af- famati di felicità e mendicanti di cielo. La felicità è un sogno che ci accomuna tutti. E’ un bisogno che ci rende appas- sionati e insoddisfatti, e per- ciò sempre inquieti, ansiosi e, a volte, anche delusi. Si di- rebbe che l’opera più geniale che Dio ha creato – l’uomo, sua immagine e somiglianza – abbia un grande ‘difetto di fabbrica’: un bisogno insazia- bile di un di più e di un oltre, sempre più oltre. La fede dà a questo “oltre” il nome giusto: Dio. Tuttavia Dio non rimane di- stante, impassibile, indispo- nibile, ma in Gesù si mette sulle tracce dell’uomo. E lo cerca. Ecco: cercatori -i Magi, gli uomini- cercati. Allora quello che abbiamo appena chiamato ‘difetto di fabbrica’, forse più propria- mente lo dovremmo definire il ‘marchio’ di produzione, la firma che Dio ha apposto al suo capolavoro. Dio ci ha fatto così: finiti, ma con un infinito vuoto dentro, che solo Lui può colmare, poiché solo Dio è l’Infinito, l’Eterno, l’Assoluto. La Lettera [3]dicembre ‘19

Chi cerchi? [Tempo di Avvento Natale] Siamo tutti cercatori cercati Sempre dal Vangelo che ci guida in questo anno pastorale, raccogliamo la domanda “Chi cerchi?” Ricordarci scambievolmente che siamo cercatori di Colui che ci ha già trovati è il compito di ognuno per l’altro, per gli altri. Celebrare Natale sarà regalarci questo stupore e offrirlo con umiltà e gioia a chi non riesce a crederci. In questo modo già risponderemo alla voce che ci invia come testimoni del Vangelo, risponderemo alla missione che ci è data. Intanto, di Domenica in Domenica, scorren- do i Vangeli ci lasciamo raggiungere dalla Voce della parola che annuncia. I domenica d’Avvento (Mt 24, 37-44) La Voce della Parola annuncia: viene il Figlio dell’uomo! la dimensione antropologica è tradotta nell’ATTESA II domenica d’Avvento (Lc 1, 26-38) La Voce della Parola annuncia: nulla è impossibile a Dio! la dimensione antropologica è tradotta nella GENERATIVITA’ III domenica d’Avvento (Mt 11, 2-11) La Voce della Parola annuncia: sei tu colui che deve venire? la dimensione antropologica è tradotta nell’DOMANDE IV domenica d’Avvento (Mt 1, 18-24) La Voce della Parola annuncia: non temere! la dimensione antropologica è tradotta nella PAURE La Lettera Natale (Lc 2, 1-14) La Voce della Parola annuncia: [4] dicembre‘19 è nato per voi un Salvatore! la dimensione antropologica è tradotta nell’GIOIA Epifania (Mt 2, 1-12) La Voce della Parola annuncia: videro il bambino e lo adorarono la dimensione antropologica è tradotta nella RICONOSCIMENTO

Ogni settimana sarà abbinata anche alla stella e ad alcune piccole statue dei tre magi (chi meglio di loro incarna questa dimensione di cercatori cercati?) Invi- tiamo i ragazzi a costruire con queste un piccolo pre- sepe (aggiungendole alla natività dello scorso anno) che sarà portato in chiesa parrocchiale Domenica 29 dicembre alla messa delle 10.30. Faremo anche le premiazioni nel giorno dell’Epifania, il 6 gennaio. Una preghiera per l’Avvento Tardi ti amai... Tardi ti amai, bellezza così antica e così nuova, tardi ti amai. Sì, perché tu eri dentro di me e io fuori. Lì ti cercavo. Deforme, mi gettavo sulle belle forme delle tue creature. Eri con me, e non ero con te. Mi tenevano lontano da te le tue creature, inesistenti se non esistessero in te. Mi chiamasti, e il tuo grido sfondò la mia sordità; balenasti, e il tuo splendore dissipò la mia cecità; diffondesti la tua fragranza, e respirai e anelo verso di te, gustai e ho fame e sete; mi toccasti, e arsi di desiderio della tua pace. Sant’Agostino di Ippona Le altre proposte sono: • Preghiera in famiglia (con il libretto proposto dalla Diocesi); • l’ora di adorazione quotidiana “Venite adoremus” e quella festiva dalle 17.00 alle 18.00; • il mercoledì in Oratorio per i ragazzi; • la preghiera del lunedì per gli adolescenti, il ritiro del 6 dicembre e le confessioni; • la raccolta per l’Istituto Effetà di Betlemme; • il concorso presepi on line e con i presepi “mobili”; • la con-vivenza giovani in Casa di Comunità (dal 1 dicembre); • il presepe vivente all’Epifania; • i gruppi di preghiera nelle case; • i ritiri degli anni dei sacramenti e i relativi incontri con i genitori; • il camposcuola adolescenti a Sassello (sulle orme della Beata Chiara Luce Badano) e a Nizza. La Lettera [5]dicembre ‘19

Parrocchia dove sei? Il Vescovo Francesco ha affidato una relazione d’inizio anno pastorale, nel cui titolo c’è la prospettiva del cammino della nostra Chiesa. La figura di parrocchia con connotazione missionaria e il ministero presbiterale. Abbiamo vissuto l’incontro dei Consigli riuniti e successivamente del Consiglio Pastorale, alla luce di ciò che il Vescovo sta chiedendo alla Parrocchie e ai diversi Consigli, per arrivare ad alcune (poche) scelte “generative” capaci di alimentare speranza nelle nostre Parrocchie, nel concreto servizio dei presbiteri e nel cammino di tutta la Diocesi. Nei prossimi mesi, i Consigli e gli organismi diocesani lavoreranno sul materiale raccolto, per arrivare a giugno a individuare le scelte “generative” da condividere con tutte le parrocchie nel corso del Pellegrinaggio Pastorale che inizierà nell’ottobre del 2020. Abbiamo avviato i lavori con il materiale posto nella cartelletta per ciascun membro e che in parte affidiamo a tutti in queste pagine, perché ci sia una comunione di intenti più allargata. La prospettiva cui lavoriamo è la sua Chiesa lungo la storia. rialità presbiterale, la distri- per il futuro della parrocchia, Basta prenderci cura sul serio buzione del clero in diocesi e creando condizioni relazionali dei fratelli e delle sorelle che il quindi le destinazioni e gli in- di prossimità, vicinanza, fra- Signore ci ha affidato. (Cataldo carichi. Di fatto la situazione ternità. È un nostro preciso do- Naro) è più variegata e può essere vere immaginare il futuro delle rappresentata da questi nu- nostre parrocchie, chiederci La genesi di questa prospet- meri, aggiornati al 30 ottobre cosa il Signore si attende da tiva Si tratta di due fiumi che 2018. noi in questa situazione, con- confluiscono a formarne uno Un quadro sintetico del nostro siderare la difficoltà dell’oggi solo: il ministero presbitera- presbiterio diocesano mostra come un’opportunità che ci le e la parrocchia. Questa im- le seguenti caratteristiche. permette di ripensare la no- magine rivela una prassi e un Una diminuzione globale dei stra pastorale e preparare un convincimento diffuso: il prete sacerdoti. Nel 2008 erano futuro alla trasmissione della è per la parrocchia e la parroc- 859. Nel 2019 sono 732. Di fede nella nostra terra. Non chia non si concepisce senza il essi 159 sono sopra i 75 anni. si tratta di avere chissà qua- prete. Ne conseguono criteri e Una diminuzione dei sacerdoti li conoscenze o quali doti che scelte che ispirano la ministe- parroci. Nel 2013 erano 303. ci facciano in- travedere il Nel 2019 sono futuro. Basta 267 (in più i semplicemen- due parroci re- te avere fede ligiosi) Una di- nel Signo- minuzione dei re risorto che sacerdoti che accompagna operano fuo- ri diocesi: Nel La Lettera [6] dicembre‘19

2013 erano 88. Nel 2019 sono L’affidamento progressivo ai missionario della parrocchia 57 (di cui 4 studenti). Una di- laici di alcuni Uffici di Curia. che prende sempre più la for- minuzione dei sacerdoti gio- Economo. Direttore Ufficio ma di una “Fraternità ospitale vani (nati dopo il 1978): oggi pastorale scolastica. Un coin- e prossima, generata dal Van- sono 95, di cui 50 sono curati volgimento crescente di reli- gelo e dalla Grazia”. Il n.13 del dell’oratorio giosi nell’aiuto alle parrocchie. documento CEI offre indica- Al fenomeno della riduzione I religiosi che collaborano con zioni essenziali in questa di- numerica del clero la nostra le parrocchie sono 19. La ri- rezione. Si tratta di generare, diocesi sta provvedendo con duzione dei sacerdoti impe- alimentare e sviluppare rela- queste scelte. L’affidamento di gnati in Curia Nel 2011: 40. Nel zioni nel segno della fraternità più parrocchie ad un solo par- 2018: 31 L’avvio delle équipes evangelica e quindi alimenta- roco Nel 2013 erano 62. Nel educative, anche per sostene- ta dal Vangelo e dalla Grazia, 2019 sono 77. L’incremento re le parrocchie dove non è più capaci di manifestare un’at- delle Unità Pastorali. Nel 2017 presente il curato dell’oratorio. tenzione altrettanto evange- erano 16. Nel 2019 sono 25. La Ad oggi ne sono state avviate lica nei confronti di coloro che richiesta ai preti giovani di vive- 75, e altre 10 sono in fase di sperimentano condizioni di re un secondo mandato come avviamento. povertà, fragilità, esclusione curati dell’oratorio. I curati gio- e nello stesso tempo capaci di vani presenti a tempo pieno in ...Alla luce di tutto questo e dei una presenza “prossima” sul- oratorio sono 50. In 8 anni i cu- molti documenti usciti, emer- le “soglie, terre, periferie esi- rati sono diminuiti di 56 unità. gono i lineamenti del volto stenziali” abitate da tutti. «lo sogno te, parrocchia, come lievito madre di relazioni. Luogo di comunione dove sperimentare nuove forme di accoglienza, di cura reciproca» . Di fronte ai profondi cambia- concreta a partire dall’eucari- Paolo II, parlando ai parroci di menti che oggi investono la re- stia, fonte e manifestazione del Roma, affermava: «La parroc- altà ecclesiale è lecito chiedersi raduno dei figli di Dio e vero an- chia deve cercare se stessa fuo- se la parrocchia costituisca an- tidoto alla loro dispersione nel ri di se stessa»”. Forse è giunto cora un punto di riferimento pellegrinaggio verso il Regno in modo improrogabile il tempo essenziale per la pastorale. ». La parrocchia, dunque, resta. in cui mettersi alla ricerca di una Negli Orientamenti pastorali per Ma qual è la sua identità? più significativa identità della il primo decennio del Duemila i Dov’ è oggi la parrocchia? Qual è parrocchia. Questo perché oggi, vescovi italiani dichiaravano: «Ci il suo ruolo in un tempo di com- nonostante tanti sforzi e tante sembra fecondo recuperare la plessità, che sembra relegare la attività pastorali, la parrocchia centralità della parrocchia e ri- comunità cristiana all’ insigni- rischia di essere tagliata fuo- leggere la sua funzione storica ficanza istituzionale? Giovanni ri dalle relazioni ordinarie della La Lettera [7]dicembre ‘19

gente oppure di limitarsi a svol- fare, di un semplice organizzar- ci siamo chiesti: gere, anche se egregiamente, si, il cuore dell’identità della co- Come vivi la tua comunità par- una distribuzione di servizi so- munità cristiana? rocchiale? ciali. Che sia forse da cercare Partendo dalle narrazioni della Scegli una delle seguenti imma- altrove, al di là di un semplice nostra esperienza di parrocchia gini per descriverlo. A) Il castello: luogo di difesa e di attacco. B) Il grattacielo: luogo di anonimato. C) Il gazebo: luogo con pochi confini definiti e scarsa identità. D) La tenda: luogo senza radici. E) Le villette a schiera: luogo di compartimenti stagni. F) La casa: luogo della famiglia. Il lavoro di gruppo ha fatto rocchia una grande famiglia, migliorare le nostre relazioni, a emergere che ognuno di noi in cui tutti possono crescere offrire un esempio di vita retto sogna la parrocchia con l’im- nella fede in Gesù e sperimen- e onesto per diventare luce e magine della casa, come una tare dei legami di fraternità attrazione per gli altri. A volte grande famiglia, dove si respi- e di solidarietà. Realizzare occorre cambiare anche il no- ra un clima di accoglienza e di questo non è compito facile stro modo di comunicare per condivisione, dove si vivono e tutti ne siamo consapevo- avvicinarci alle nuove genera- relazioni di affetto e di cura li, ma, discutendo nei lavori zioni, ai giovani che aspettano reciproca, dove si ricercano gli di gruppo, sono emersi alcuni da noi una testimonianza cre- stessi valori. Per qualcuno vi- atteggiamenti che ci possono dibile. La parrocchia offre tante vere la vita della comunità è facilitare in questo cammino. possibilità e propone tante at- come sentirsi “a casa” perché i L’accoglienza, l’apertura, la te- tività in cui ciascuno di noi può rapporti con gli altri sono fami- stimonianza e la gioia sembra- sentirsi coinvolto. Far parte di liari e confidenziali. Per qualcu- no essere le qualità che ci pos- un gruppo ci dà la possibilità di no l’intento è di rendere la par- sono aiutare a instaurare e a dedicarci agli altri, di metterci La Lettera [8] dicembre‘19

al servizio di chi ha bisogno, è vato la necessità di difendere tro e dare una mano con gra- come gettare dei piccoli semi, la nostra fede, la nostra tradi- tuità genera speranza. Donare nella speranza che il nostro zione cristiana, fortificare il no- del tempo all’altro e prendersi entusiasmo e la nostra pas- stro credo come cristiani; per cura di lui può generare lo stu- sione uniti alla preghiera pos- questi non è da scartare com- pore di scoprire la presenza del sano portare frutto. La par- pletamente neanche l’idea di Signore nel volto del fratello. rocchia ha in sé la forza di una una parrocchia come castello comunità che ci sostiene, ma e roccaforte che salvaguarda Patrizia anche una grande responsa- il nostro credo. Nelle questio- bilità che è quella di cercare di ni attuali, come il flusso dei vivere il vangelo di Gesù. Dob- migranti, i cristiani sono divisi biamo essere dei cristiani che ed è come se ci fossero tante annunciano, ma soprattutto crepe e fessure nella casa che che vivono il vangelo nella loro è la chiesa. Vista dall’esterno, quotidianità, nel loro ambien- la parrocchia può essere pa- te di lavoro, a casa, a scuola, ragonata ad un palazzo, come nel tempo libero, confidando una sorta di organizzazione di nell’aiuto della Grazia per ar- cui non si conosce l’identità, rivare al cuore delle persone, che risulta anonima, che non ad una conversione vera. Alla interessa. Inoltre emergono luce di quanto emerso, don anche delle considerazioni su Giuseppe ribadisce che siamo chi non frequenta la vita della tutti strumenti nelle mani del parrocchia, ma giudica e critica Signore che, grazie a noi, at- il suo operato, perché è sem- traverso noi e nonostante noi, pre presente il rischio di identi- apre sempre percorsi e strade ficare la chiesa con le persone nuove. che possono sbagliare e di non Nel lavoro di gruppo, sono guardare al suo fondamen- emerse anche delle criticità to che è la fede in Cristo. Le rispetto all’idea di parrocchia, immagini del gazebo e della perché non sempre c’è dispo- tenda esprimono qualcosa di nibilità e apertura. A volte en- provvisorio, che appunto non trare a far parte di un gruppo ha fondamento, ma qualcu- non è facile, ci si sente giu- no vede anche la possibilità di dicati o si avverte un clima di una parrocchia che può diven- diffidenza, oppure c’è poca co- tare un rifugio, un luogo dove municazione e collaborazione trovare riparo e conforto nei tra i vari gruppi. La sensazione periodi difficili della vita. Inol- è quella di un frazionamento e tre la tenda si può spostare ed non di una comunione, come è bello immaginare una par- può suggerire l’immagine delle rocchia in movimento, che si case a schiera. L’idea di fondo fa vicina a tante situazioni esi- può essere positiva, perché stenziali di bisogno. A tal pro- ognuno di noi ha dei carismi, posito si propone di concretiz- delle attitudini che può espri- zare la prossimità, l’ospitalità mere al meglio in un certo e la fraternità nelle nostre re- gruppo, ma tutto deve concor- lazioni, cercando di sostene- rere ad una unità di intenti e ad re le situazioni di fragilità, di un’unica identità cristiana. A debolezza, di solitudine in cui proposito di identità cristiana, possono trovarsi gli anziani o qualcuno nel gruppo ha solle- i sofferenti. Accorgersi dell’al- La Lettera [9]dicembre ‘19

La domenica della Parola “Abbiamo bisogno di entra- danno senso, vita e prospetti- lizza, «con la Lettera Miseri- re in confidenza costante con va a gesti destinati altrimenti a cordia et misera, del 20 no- la Sacra Scrittura, altrimenti il essere riti sterili. Con la Lettera vembre 2016, aveva detto che cuore resta freddo e gli occhi apostolica pubblicata in forma avrebbe avuto piacere che si rimangono chiusi, colpiti come di Motu proprio Aperuit iilis continuasse quella spiritualità siamo da innumerevoli cecità”. (Aprì loro le menti per com- anche attraverso una sottoli- Papa Francesco fa fare un ul- prendere le Scritture: sono le neatura maggiore della Parola teriore passo avanti alla Chie- parole con cui san Luca narra di Dio. E poi ha accolto le tan- sa, spronandola ad andare alle gli ultimi gesti del Signore ri- te richieste che gli sono giunte sorgenti della fede, quelle che sorto prima dell’Ascensione) in tal senso». «Credo inoltre», papa Francesco istituisce la prosegue monsignor Fisichel- Domenica della Parola, uguale la, «che con questa Domenica in tutto il mondo. Sarà a gen- della Parola papa Francesco naio, la terza domenica del abbia voluto dare continuità tempo ordinario, e avrà una agli insegnamenti del Vaticano forte «valenza ecumenica», II. Nella Costituzione Dei Ver- visto il periodo scelto, segnato bum, del 18 novembre 1965, dal dialogo con gli ebrei e le al- che parla della Parola di Dio, il tre confessioni cristiane. Mon- Concilio ci dice una cosa molto signor Rino Fisichella, presi- importante: che il popolo cri- dente del Pontificio consiglio stiano si nutre sia della Santa per la promozione della nuova Eucaristia sia della Parola di evangelizzazione, spiega che vita, la Parola viva che ci vie- il documento «non arriva ina- ne offerta nella proclamazione spettato». «Già a conclusione della Sacra Scrittura». dell’Anno Santo straordinario Cosa si propone con questa della misericordia», puntua- novità? «Vuole rafforzare le molte ini- ziative che già ci sono in giro per il mondo e dare nuovo im- pulso alla pastorale». Per esempio? «Suggerisce che i vescovi, in questa Domenica, possano istituire il ministero del letto- rato che, come si sa, subisce una flessione. Ricorda i mini- stri straordinari della Comu- nione e dice che potrebbero esserci anche ministri straor- dinari della proclamazione del- la parola di Dio e invita a isti- tuire dei corsi di preparazione per quanti possano accedere a questo servizio. Come si vede, La Lettera [10] dicembre‘19

si tratta di un impegno pasto- ne è presa dal libro di Neemia, immagine a quella dell’Apo- rale importante. A volte c’è una dove viene raccontato che il calisse, dove si dice ugual- improvvisazione, nelle nostre popolo, di ritorno dall’esilio, mente che il libro che viene comunità, nel proclamare la ritrova e riscopre i rotoli del- assaporato è dolce, ma una Parola di Dio. Invece deve es- la Torah. Neemia proclama la volta che scende nelle visce- sere valorizzato al massimo il Parola e tutto il popolo ascol- re è molto amaro. Francesco momento in cui la Parola di Dio ta, piange e fa festa: è il segno prende queste due espres- viene proclamata e viene letta dell’unità. La Scrittura realiz- sioni, la dolcezza e l’ama- nella liturgia. E poi il Papa dà za l’unità del popolo, perché rezza, per dire che i cristiani anche dei suggerimenti perché questa Parola di Dio consente sono chiamati a condividere i parroci e i sacerdoti, in quella di avere quella norma che è la Parola di Dio perché è un domenica, possano divulgare la regola di vita per i cristiani. balsamo e un sollievo per la maggiormente la Bibbia, ma- L’ultima immagine è quella dal vita cristiana. Dall’altra parte, gari regalandone un libro, in profeta Ezechiele, quando Dio però, l’amarezza è il richiamo modo che il popolo possa ria- gli chiede di mangiare il roto- a quanti non conoscono que- vere con più forza la Scrittura lo del libro perché si nutra e il sta Parola, a quanti la rifiuta- tra le mani ed essere consa- profeta lo trova dolce come il no o non la vogliono mettere pevole che è una Parola viva e miele. Il Papa accosta questa in pratica». noi abbiamo la responsabilità di mantenerla tale». In Aperuit illis papa Francesco parla anche delle omelie? «Si rivolge ai sacerdoti perché, loro per primi, riflettano e stu- dino la Parola di Dio per saper- la poi spiegare al popolo che ha il diritto di ascoltarla. E poi, il Papa fa una notazione im- portante perché richiama an- che i catechisti ad avere sem- pre di più tra le mani la Sacra Scrittura. Questo per far sì che la catechesi, lungi dall’esse- re una esperienza scolastica, possa diventare sempre di più, come è nella sua stessa natu- ra, un luogo dove si incontra realmente il Signore che parla con noi». A quali immagini ricorre il Papa? «A tre immagini bibliche com- plementari tra di loro. La prima è quella di Gesù che si accosta ai discepoli di Emmaus che non lo riconoscono e spiega loro le Scritture. Questo ci dice che la Parola trova il suo pieno signi- ficato quando è posta alla luce di Cristo. La seconda immagi- La Lettera [11]dicembre ‘19

Veder cadere le foglie… [Ognissanti e Defunti] Spoliazione o preludio di accensioni? Con la solennità di Ognissanti abbiamo iniziato dunque godiamo di questa raccolta e, in unico un percorso di preghiera e meditazione su alcu- sguardo, contempliamo le vite colme di frutti di ni temi importanti della nostra fede: la risurre- coloro che hanno vissuto una vita legata a Gesù, zione dai morti che ci è promessa, il paradiso cui una vita che ha abitato in Lui, nella sua Parola, siamo destinati, la speranza che siamo chiama- nei suoi insegnamenti ed è diventata una vita ti a testimoniare a tutti. simile alla sua. Il verbo decisivo per dire la quali- L’abbiamo fatto partendo da una bella metafo- tà del rapporto tra Gesù-vite e i suoi discepoli è ra che consiste nella stagione dell’anno in cui menein che significa rimanere, ma anche dimo- riprendiamo sempre questa meditazione, cioè rare, stare di casa: l’autunno. Anche i segni posti in chiesa par- Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non rocchiale - uva, botti, foglie, rami spogli… - ci può portare frutto da se stesso se non rimane hanno rimandato all’autunno quando, dalle viti nella vite, così neanche voi se non rimanete in finalmente cariche di acini maturi e dolci si por- me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, tano i frutti nei tini per essere spremuti e dare e io in lui, porta molto frutto, perché senza di poi il vero frutto della vite: il vino buono che ral- me non potete far nulla (vv. 4-5). legra in ogni momento le tavole ed è il segno Possiamo pensare al paradiso come ad un luo- per eccellenza della festa. go di raccolta, dove finalmente ritrovarsi; come Così, possiamo guardare ai santi come ai tral- casa che ci accoglie e ci pone al sicuro; come fe- ci carichi che vengono raccolti nei magazzini di sta che non finirà mai. Dio. Non a caso, un giorno, Gesù si era parago- I santi dunque - che sono coloro che parteci- nato alla vite e aveva visto nei suoi discepoli i pano già del cielo - sono quei cristiani che con- tralci chiamati a stare attaccati a Lui, a prende- tinuamente agiscono per noi, a nostro favore. re costantemente da Lui la linfa vitale per po- È particolarmente bello ricordare ciò che la gio- ter effettivamente dare frutto (cfr Gv 15). Noi vane santa Teresa di Lisieux diceva della sua speranza più grande: “Passerò il mio cielo a far del bene sulla terra”. Diceva così perché sapeva che nel mondo di Dio ciò che non termina mai è proprio l’amore e che chi è con Dio non può smettere di amare coloro che ha conosciuto sulla terra e che ancora vivono sulla terra. Nel giorno della commemorazione dei defunti, dopo la messa al cimitero del pomeriggio pre- sieduta da Mons. Patrizio Rota Scalabrini, nella celebrazione serale abbiamo ricordato i fratel- li e le sorelle che ci hanno lasciato nell’ultimo anno. Al termine, come è ormai tradizione, abbiamo consegnato ai familiari una lampada preparata per l’occasione e un cartoncino con la La Lettera [12] dicembre‘19

preghiera di un teologo belga, Jacques Lecler- cq (1891-1971) che ci consegna ciò che conta veramente: scoprire di essere al mondo come figli di Dio, destinatari e insieme testimoni del suo amore; scoprire che la nostra vita ha valore nella misura in cui esprime il legame con Gesù, il Figlio che ci ha fatto figli e dà frutti simili a quelli che la sua stessa vita ha donato... Credo, sì io credo, che un giorno, dunque è stagione che ha il potere e il dono di il tuo giorno, o mio Dio, farci crescere, farci diventare grandi, adulti. È la stagione in cui le cose non sono più così facili da avanzerò verso di te coi miei passi titubanti, ottenere come in estate, comincia a far freddo con tutte le mie lacrime nel palmo della mano, e la luce non è più quella di prima, richiede fare i e questo cuore meraviglioso che tu ci hai donato, conti con il limite... Ma c’è un modo più sereno di guardare all’au- questo cuore troppo grande per noi, tunno e dunque anche al morire. È evidente perché è fatto per te… nella notissima poesia San Martino di Giosuè Carducci (1835-1907) Un giorno io verrò, e tu leggerai sul mio viso La nebbia a gl’irti colli tutto lo sconforto, tutte le lotte, piovigginando sale, tutti gli scacchi dei cammini della libertà. e sotto il maestrale E vedrai tutto il mio peccato. urla e biancheggia il Ma io so, mio Dio, mar; che non è grave il peccato, quando si è alla tua presenza. ma per le vie del borgo Poiché è davanti agli uomini che si è umiliati. dal ribollir de’ tini Ma davanti a te, è meraviglioso esser così poveri, va l’aspro odor de i vini perché si è tanto amati! l’anime a rallegrar. Un giorno, il tuo giorno, mio Dio, Gira su’ ceppi accesi io verrò verso di te. lo spiedo scoppiettan- E nella autentica esplosione della mia resurrezione, do: saprò allora che la tenerezza sei tu, sta il cacciator fischian- che la mia libertà sei ancora tu. Verrò verso di te, o mio Dio, do e tu mi donerai il tuo volto. su l’uscio a rimirar Verrò verso di te con il mio sogno più folle: tra le rossastre nubi portarti il mondo fra le braccia. stormi d’uccelli neri, com’esuli pensieri, Verrò verso di te, e griderò a piena voce nel vespero migrar. tutta la verità della vita sulla terra. Ti griderò il mio grido, L’andamento sereno della poesia sembra non che viene dal profondo dei secoli: mostrare una dimensione drammatica della “Padre! Ho tentato di essere un uomo, e sono diventato tuo figlio!”. Nella settimana successiva abbiamo celebrato al Cimitero continuando il nostro itinerario. La parola autunno ha dentro il verbo augere che significa far crescere e il termine munus che si- gnifica dono e insieme anche potere: l’autunno La Lettera [13]dicembre ‘19

giorno dei traslochi, dell’abbandono delle case da parte di quei contadini che non possedeva- no nulla ed erano alla mercé dei loro padroni: ci racconta di queste vicende anche l’amatissimo film di Ermanno Olmi L’albero degli zoccoli... Sì, l’autunno con il cadere delle foglie ci riman- da alla nostra precarietà. Ne è consapevole un autore nato in Grecia ma di origine turca, Nazim Hikmet (1902-1963), quando scrive una poesia intitolata Veder cadere le foglie... Veder cadere le foglie mi lacera dentro soprattutto le foglie dei viali Soprattutto se sono ippocastani soprattutto se passano dei bimbi soprattutto se il cielo è sereno soprattutto se ho avuto, quel giorno, una buona notizia soprattutto se il cuore, quel giorno, non mi fa male soprattutto se credo, quel giorno, che quella che amo mi ami soprattutto se quel giorno mi sento d’accordo con gli uomini e con me stesso. Veder cadere le foglie mi lacera dentro soprattutto le foglie dei viali dei viali d’ippocastani. stagione autunnale che invece è presente. Lo Nelle parole di questa poesia c’è come un grido, è nell’ultima strofa che parla di esuli - certo, i un’obiezione tragica alla vita, potremmo dire pensieri - e di migrazione - certo, di uccelli neri anche a Dio: perché la vicenda umana ha in sé (forse le rondini?). Ma non possiamo non tenere delle esperienze così entusiasmanti da convin- presente che il giorno di San Martino, l’11 no- cere l’uomo ad amarla e poi delle smentite così vembre, non era solo il giorno in cui si celebrava crudeli? Perché i giochi di bambini sereni, una la maturazione del vino nuovo ma era anche il bella notizia che rende sereno il giorno, l’amore tra un uomo e una donna, la convivenza paci- fica debbano trovare, prima o poi, la smentita della caducità? Perché tutto ciò che è buono è così fragile e presto se ne va? Ma non saremmo uomini se non avessimo il senso della caducità, del tempo che passa e che ci trasforma. Alme- no questo è importante saperlo: l’uomo, a dif- ferenza di ogni altra creatura, ha il senso della morte. Tale domanda nasce abbastanza presto anche nei cuccioli d’uomo: i pedagogisti dicono verso i tre anni. Ed è importante che ci sia perché que- sto determina un modo diverso da tutti gli altri esseri viventi di affrontare l’avventura dell’e- La Lettera [14] dicembre‘19

sistenza. Fare visita al cimitero, andare sulle tombe dei nostri cari, in questi giorni di autunno e del ricordo liturgico dei santi e dei defunti ha proprio una funzione di umanizzazione. D’altra parte il termine uomo non ha la sua origine in homo e cioè essere proveniente dalla terra e destinato alla terra, essere caduco? È proprio così: homo, viene da humus, cioè terra. Le fo- glie cadano a terra e anche noi siamo terrestri, segnati dal limite. Sapienza è accettare il limite e decidere di sé dentro il limite. Stoltezza è non accettare il limite e pretendere di vivere sem- pre, senza dover fare i conti con la fragilità. Dio è l’eterno che ha deciso di chinarsi su di noi e di farci istruiti del mistero del tempo da vivere nella riconoscenza e nella misericordia. L’autunno dunque è la stagione della caducità e della fragilità ma è il tempo in cui diventiamo più facilmente capaci di interiorità, magari an- che di pentimento rispetto al tempo sprecato. È il tempo in cui scopriamo ciò che vale davvero la pena vivere, a che cosa puntare per evitare che la nostra esistenza sia una scatola vuo- ta, non abbia un senso degno di ciò che abita il nostro cuore. Dunque coloro che sono morti ci insegnano certamente almeno questo: che il tempo non va buttato, lasciato passare nella superficialità e alla ricerca di ciò che non riempie di significato i giorni, che vale la pena cercare di amare, di costruirsi una sapienza che supera la tentazione del risentimento o del rimpianto ma che ci permette di vivere in profondità. Allora l’autunno non è solo la stagione triste: è anche la stagione in cui comprendiamo il valore delle cose. Non è solo decadenza ma è insegna- mento. È ciò che ci affida la poesia di un prete poeta milanese, don Angelo Casati (n. 1931). Non chiamate decadente questo autunno, mi abbevero alla festa dei colori, chiazze gialle, rossi accesi su brividi di cielo azzurro tavolozza dell’inedito. Non chiamate decadente questo autunno, le foglie e il loro volteggiare lieve sospeso nell’aria. Spoliazione o preludio di accensioni? La Lettera [15]dicembre ‘19

Vanitas e Memento mori [a cura di don Giampaolo] Accettare il limite e far diven- voce di Gesù che la mandava a di Israele mai si sarebbe lascia- tare la consapevolezza del li- dare l’annuncio della sua risur- to toccare da una peccatrice! mite occasione di saggezza è rezione agli apostoli, il Vangelo La risposta del Signore chiede un invito che viene da tempi - e cioè la buona notizia - che a Simone un cambio radicale di antichi, anche prima del cri- la morte non aveva sopraffatto sguardo: Sono perdonati i suoi stianesimo. Nel cammino che Gesù. molti peccati, perché ha mol- i credenti hanno fatto nella La tradizione esegetica e spi- to amato. Invece colui al quale storia, hanno espresso que- rituale aveva identificato la si perdona poco, ama poco (Lc sto in diversi modi e con arte. Maddalena nella peccatrice di 7,47). Per esempio, la figura di santa cui parla il vangelo di Luca al Poco dopo, all’inizio del capi- Maria Maddalena è stata pro- capitolo 7 la quale entra nella tolo 8, il Vangelo di Luca parla tagonista di questo richiamo. sala dove Gesù è a banchetto di Maria di Magdala come una Il nostro vescovo Francesco e comincia a lavarne i piedi con delle prime discepole di Gesù e ha scritto a tutta la comunità le sue lacrime e poi a ungerli di nota che il Signore l’aveva libe- diocesana la lettera pastorale profumo. Questi gesti provo- rata da sette demoni. Così, par- per questo anno 2019-2020 cano scandalo nei commen- tendo da san Gregorio Magno che ha come titolo Una voce sali e soprattutto nel padrone (540-604), della Maddalena e che invia e che rimanda proprio di casa, il fariseo Simone, che della peccatrice di cui il Vangelo alla figura di Maria di Magdala pensa di aver sopravvalutato aveva appena narrato è stato come colei che ha ascoltato la Gesù poiché un bravo maestro fatto un unico personaggio. LA MADDALENA PENITENTE con la sua abilità di seduttrice figura della vanità e cioè dell’i- DI CARAVAGGIO nella vita precedente alla sua nutilità e inanità delle cose, conversione. Guardando alla figura della vanitas. Vanitas è L’immaginazione degli artisti vicenda della peccatrice/Mad- la parola che nella traduzione andò a considerare la Mad- dalena dunque, saggezza di- latina della Bibbia traduce una dalena come colei che aveva venta il riconoscimento che bi- parola ebraica presente in uno scoperto, alla luce dell’incon- sogna cambiare vita: non una dei libri dei Sapienti di Israele, il tro con Cristo, ciò che davve- vita impostata sull’avere, sul libro del Qoèlet: questa parola ro conta nella vita e ciò che possedere, sul potere ma una è hebel che in ebraico significa: invece si rivela inutile: la ric- vita come quella di Gesù, po- soffio, respiro, e anche fame di chezza, l’apparenza, il potere, vera, umile, buona, generosa... vento. tutte cose che aveva cercato Così la Maddalena è diventata Vanitas vanitatum è la tradu- La Lettera [16] dicembre‘19

zione di hebel hebelim, in ita- di rinuncia come già sua vita a Roma ed è proprio liano vanità delle vanità. L’e- i gioielli - catena e a Roma che il pittore di origini spressione, insomma, ci vuole braccialetto d’oro, bergamasche risiedeva quan- comunicare che tutto è fragile collana e orecchini do realizzò la sua Maddalena. ed esposto ad una fine rapida. di perle - che stanno Prima di morire, san Filippo, il Questa parola fa risuonare una già per terra, sul pa- quale si dilettava nello scrivere delle vicende più conosciute vimento. È evidente poesie e canzoni, volle distrug- da tutti: la storia di Abele il cui che la giovane don- gere tutto quello che aveva nome è appunto soffio. Qoèl- na se ne sia appena scritto. Sosteneva che la sua et dunque afferma che tutto è liberata perché ha esperienza spirituale dovesse sotto il segno della precarietà compreso che que- rimanere segreta poiché de- e della piccolezza. Insieme gli oggetti la pone- scriveva un’intimità profonda però fa una scelta: egli preferi- vano in un rappor- tra lui e Dio. Non proprio tutto sce Abele a Caino. Caino è colui to falso con la vita. fu dato alle fiamme. Dei pochi che ha ucciso per affermarsi. Ai suoi piedi c’è un scritti rimasti fa parte questa Abele è invece il fragile che non vasetto che contie- preghiera-meditazione che ha usato violenza. Tutto è he- ne dell’unguento - evoca i motivi del dipinto di cui bel, tutto è limitato e dunque è quello che lei aveva abbiamo parlato finora... For- importante cogliere da questo in parte usato per se qualcuno di noi ricorda una una lezione di profonda umiltà. profumare i piedi di versione di questo scritto in Il limite però, invece di provoca- Gesù e che è diven- forma di canzone realizzata da re una reazione di risentimen- tato il suo segno identificativo Angelo Branduardi che ha fat- to, di rabbia e violenza, ci può - descritto in modo che si noti to parte della colonna sonora rendere pacifici. Come Abele. È come la luce lo attraversi e lo del film dedicato al Neri intito- così che siamo chiamati a vi- renda trasparente. Sopra di lei lato State buoni se potete... vere dentro la storia, dentro la c’è una luce che attraversa lo quotidianità. Dentro i limiti del spazio. Maurizio Calvesi, gran- nostro vivere non maledire la de studioso del Caravaggio, ne vita ma accoglierla: questa è la ravvisa una valenza simbolica: prospettiva di Qoèlet. è la luce della Grazia che visi- Tornando alla Maddalena ci ta la Maddalena e le apre gli può insegnare molto un’ope- occhi sulla vita. Lei è sincera- ra d’arte famosa: la Madda- mente pentita di come fino a lena penitente del Caravaggio quel momento ha vissuto: ne (1570-1610) conservata a è segno una lacrima che esce Roma, alla Galleria Doria-Pam- dal suo occhio destro e riga il philj e datata nell’anno 1597. Il volto. dipinto ci presenta una giovane Questo tema della vanitas, e bellissima donna seduta su proprio al tempo del Caravag- una sedia con il capo chino, le gio, aveva avuto una ripresa braccia conserte, i capelli spet- significativa per opera di alcu- tinati e gli occhi chiusi. È vesti- ni santi, tra i quali certamente ta sontuosamente da broccati san Filippo Neri (1515-1595), e velluti ma si comprende che il quale, dopo aver compiuto queste vesti saranno oggetti vent’anni, ha vissuto tutta la Vanità di vanità. / Ogni cosa è vanità. Se regnassi ben mill’anni / Sano, lieto, senz’affanni. Tutto il Mondo, e ciò che ha / Ogni cosa è vanità. Alla morte, che sarà? / Ogni cosa è vanità. Se del mondo i favor suoi / T’alzeran fin dove vuoi. Se tu avessi d’ogn’intorno / Mille servi, notte e giorno, Alla morte, che sarà? / Ogni cosa è vanità. Alla morte, che sarà? / Ogni cosa è vanità. [...] La Lettera [17]dicembre ‘19

Suor Rosa Lisa S  av d r D cmr 0 9 C r im c  a z g, v n o  v   us o i c o   t  m  t   t h o uv mn   t t, u o  n I i uor     i,  i h   no    us  ter av dr g u o d   e  i n  m czi  i r t . C m u   i r  r i ar co  i s   c  u   ui r cha H i u o ta  e ,   ,   t , amc z c l z, u o s o   e r e  i u    . R cr o un o  o at    zag e u al  r lge d    i t r - s i h i   m t ez ierv,  rz  el  rit h e  m  c  a  o i a t et i  A c    a  t  us  t r   t r gi ,  i ord  t  c ur  m- r i ch i   h a o  v r  e t  c  e ui s o G i e   t e  i  s ldrie G i ec   m r ez a ic i n. G i ec   c l    ur  n  us  t r tl G i ec a  tu o ez n u ne G i e   t en, e , a r ic. G i e er iscu o     e o    e n t amn . R nrzio  g  r o ail s n, h an dvis  i t el c   - r   v t i z  ta  t  a e  : h u s  u   mr     G i     . V acio at u   u  a  h  a b n e  c r e  t ur  m- g i, e er  d, el  t n icl   e V raci  r nzio  t , i ord   el r gi  e   mc z S    i La Lettera [18] dicembre‘19





















passaggio dalla morte alla vita della nuovis- terreno. Attorno all’altare è nella luce della risurrezione. sima chie- cresciuto il nuovo edificio. La Davanti si apre il presbiterio sa l’occhio parte emergente è a base qua- semicircolare con l’ambone, cade subito drata di dimensioni 120×120 l’altare, la sede e il taberna- su un punto: ad enfatizzare la sua centralità. colo. Accanto, sempre dello il taberna- Il fonte battesimale si trova in scultore Vangi, una statua del- colo. L’arti- prossimità dell’ingresso ma, la Madonna con Bambino che sta Riccardo grazie ad un avanzamento di non passa inosservata per il Piccoli, che quest’ultimo, si trova in una colore e l’interpretazione: una ha realizzato posizione relativamente bari- moderna litania a Maria, turris anche la Via centrica per favorire la neces- eburnea. Crucis con saria partecipazione durante la garze retroilluminate di volti celebrazione di questo sacra- A Cavernago l’intero comples- che si sovrappongono al volto mento. so è realizzato con cemento del Cristo e l’immagine dedica- Se l’altare è radicato nel terre- armato a vista opportunamen- ta a Maria, ce lo affida come un no e il fonte battesimale cerca te texturizzato, il colore è quel- roveto ardente, inserito nella una relazione tra terra e cielo, lo della terra arata asciugata struttura, fatto di garza dipin- l’ambone, il luogo della parola, dai raggi del sole. L’obiettivo è ta di rosso che avvolge il vetro è concettualmente e fisica- stato quello di risolvere con un incassato nella muratura die- mente relazionato con il cielo, unico materiale le tre funzioni tro l’altare. Un led interno per- con l’alto, non tocca il suolo ma principali: struttura, isolamen- mette un effetto di piena tra- è sospeso ed è illuminato da to, finitura. Un grande occhio sparenza: si vede così il calice un importante lucernario che aperto verso l’alto e verso disegnato in vetro dallo stesso capta la luce naturale. ovest che rappresenta un ele- artista e la ciotola per la distri- Come possiamo dire al termine mento di proiezione simboli- buzione dell’Eucaristia. Il rosso, del nostro tour? Certamente ca verso il cielo, permette un che rimanda alla luce dei lumini interessante, anche se ci sono abbondante ingresso di luce che in tante chiese ancora se- alcune perplessità tra i parte- molto concentrata. L’aula pre- gnalano la presenza dell’ostia cipanti e che avranno bisogno sbiteriale ospita ambone, alta- consacrata nel tabernacolo, di tempo. Sicuramente però, la re, sede e tabernacolo ed è ca- è anche un colore simbolica- conoscenza di queste chiese ratterizzata da uno spazio che mente pregno di echi: richiama ci aiuta a entrare nei linguaggi si compone di piani orizzontali il fatto che lì non sono custoditi che caratterizzano il presen- e verticali. Ogni singolo ele- simboli, ma il corpo reale di Cri- te, restituendoci quel dialogo mai finito tra il sentimento del mento assume la scala dimen- sto. È un rosso sacro e le sue espressioni e la sionale dell’intero presbiterio intenso, che concretezza di uno spazio da senza perdere la propria auto- attira e insie- abitare. nomia funzionale e liturgica. me richiama il Per andare oltre. Certo, appena si varca la soglia passaggio at- traverso una ferita; un ros- so che scopre e nello stesso vela e proteg- ge. Un punto pulsante den- tro l’architettura; un cuore che richiama l’evidenza di Colui che è presente. L’altare è un parallelepipedo “radicato” direttamente nel La Lettera [29]dicembre ‘19

Ado e dintorni [A cura di Luca e animatori Ado] Piove piove… dopotutto la parte del gruppo di volon- calda estate è finita, ma ci tari per il servizio ai tavoli restano i tanti ricordi del- con i taglieri, e perché no, le avventure che noi ani- anche per fare i pizzaioli. matori degli adolescenti Come ormai da tradizio- e i nostri ragazzi abbia- ne i nostri incontri sono mo affrontato, a volte caratterizzati da un mo- con fatica e sacrificio, ma mento iniziale di preghie- sempre ripagati da gran- ra tutti insieme, dove per- di soddisfazioni e com- corriamo a tappe la vita plimenti; ricordiamo in di una persona che si è particolare il CRE, il mare distinta per la sua forte adolescenti, la bicicletta- fede in Cristo malgrado ta, la festa di comunità… una vita difficile e doloro- insomma, le attività non sa. Quest’anno ci siamo sono mancate. concentrati sulla figura Con l’arrivo dell’autunno di Chiara “Luce” Badano, riprende l’anno catechi- una ragazza originaria di stico, così come i nostri Sassello, in provincia di incontri adolescenti e gio- Savona, deceduta poco vani del lunedì sera. Il 30 prima di compiere 19 anni settembre abbiamo ini- a causa di un osteosar- ziato con una cena insie- coma. Nonostante la sua me e un gioco a squadre malattia Chiara non ha in oratorio, in cui i ragaz- mai perso la fiducia nel zi si sono sfidati in prove Vangelo, che lei chiamava culturali. Una delle novità “uno straordinario mes- di quest’anno è rappre- saggio”, ma al contrario sentata… dalla cena. In- ripeteva spesso: “Dio mi fatti, la pizza non viene ama immensamente”. più ordinata e fatta por- Dopo il momento insie- tare da pizzerie esterne, me, suddivisi per annate, ma il nostro cibo ora pos- gli adolescenti parteci- siamo “farlo in casa”. Con pano alle attività che noi il Giropizza dell’oratorio animatori proponiamo ora i ragazzi nei particolari loro, riguardanti temi di appuntamenti dell’anno attualità o di particolare (oltre che nelle apertu- interesse per la loro deli- re del weekend) possono cata età, cercando di cre- usufruire della pizzeria are spunti di riflessione e nel nuovo locale, dove si dibattito. è respirata fin da subito Ma oltre ai classici incon- un’atmosfera accogliente tri, sono distribuiti du- e di festa. Non a caso di- rante l’anno anche degli versi di loro fanno anche appuntamenti particolari. La Lettera [30] dicembre‘19

Il 19 ottobre c’è stata la festa più bisogno. In questa occasio- per il paese di Chiara Badano, per i ragazzi del 2005 per il loro ne, e siamo orgogliosi di dirlo, Sassello. Poi arriverà il Corso passaggio da terza media agli eravamo in tanti. Con le nostre centrale animatori, nel gennaio adolescenti. Anche in questo macchine e con quelle di alcuni 2020, a Bergamo. Anche lì non caso abbiamo mangiato al Gi- genitori cariche di ragazzi ab- mancheremo di esserci con al- ropizza e abbiamo organizzato biamo percorso tutto il paese cuni adolescenti. per loro e per i più grandi un suonando ogni campanello, Soddisfatti dell’avvio degli in- gioco investigativo. Lunedì 21 portando così in oratorio un contri, ci auguriamo che il per- ottobre siamo andati a Prez- totale di circa 900 chili di cibo corso continui come è inizia- zate per la veglia missiona- e parecchi sacchi colmi di indu- to, e che il nostro oratorio sia ria, dove erano proposte delle menti. sempre più un punto di riferi- testimonianze di esperienze Con l’avanzare dell’autunno mento per i ragazzi e per tutta vissute in missione nei paesi si avvicina il primo periodo in- la comunità. più poveri. Eravamo in pochi, tenso dell’anno: il Natale, che è vero, ma dobbiamo anche porta con sé attività importan- dire che gli unici adolescenti ti come le confessioni assieme presenti erano di Palazzago. agli adolescenti delle parroc- Infine, sabato 9 novembre ab- chie vicine, il ritiro di Natale per biamo dedicato il nostro po- focalizzarci sul vero senso di meriggio alla raccolta di San questa festa, e il camposcuo- Martino, raccogliendo viveri la invernale (26-29 dicembre), per i poveri e vestiti per la Cari- che ha come mete Nizza, Can- tas, che li distribuirà a chi ne ha nes e Montecarlo, passando La Lettera [31]dicembre ‘19

Madonna de la Salette [A cura di Raffaele] Madonna ai veggenti. Il 19 settembre 1846 Mela- nia Calvat, assieme a Massi- mo Giraud, raccontarono di aver ricevuto un messaggio e un segreto durante una apparizione della Madonna. Tale rivelazione fu dichiara- ta autentica con l’imprima- tur del Vescovo di Lecce nel 1879. Prendendo spunto da questo testo, Don Gigi ha spiegato il messaggio interpretandolo nel contesto dell’epoca e at- tualizzandolo ai nostri gior- ni, aiutandoci a riflettere su tante tematiche. Domenica 22 settembre a Bei- gnato anche nel triduo in pre- Nonostante il maltempo ta abbiamo celebrato la festa parazione alla festa, con le sue abbia impedito lo svolgersi della Madonna de La Salette a riflessioni ha commentato in della processione, la festa è cui è dedicata la chiesa. modo chiaro e semplice una stata molto bella e parteci- La celebrazione, presieduta da parte della rivelazione della pata. Don Gigi e che ha avuto Don Roberto come concelebran- te, ha radunato i molti fedeli e devoti della zona, tanto da riempire la chiesa provvisoria che in questo periodo soppe- risce alla chiesa della frazione, in attesa che terminino i lavori di restauro. Don Gigi, che ci ha accompa- La Lettera [32] dicembre‘19

Pillole Festa della terza età nel solco di un programma consolidato: concelebrazione e unzione degli infer- mi, pranzo e pomeriggio insieme, il tutto preceduto dal porta a porta per gli inviti, la preparazione dei doni e il trasporto. Cura e attenzione condivisi da volontari e Amministrazione locale. La Giornata missionaria mondiale ha vi- sto nella nostra Comunità due missiona- rie di Villaregia, Paola e Geisiani. La loro testimonianza durante le celebrazioni ha dato voce al tema dell’ottobre missionario straordinario voluto da papa Francesco: “Battezzati e inviati.” Come non ricordare quella caramella passata di bocca in boc- ca di una decina di bambini perché tutti ne potessero gustare il dolce almeno per un po’? Il battesimo ci ha fatto un regalo che diventa responsabilità: non possiamo trattenere ciò che abbiamo gratuitamente ricevuto. Anche la Veglia missionaria vis- suta con le parrocchie della Fraternità a Prezzate ci ha fatto respirare questi temi, trasformandoli in preghiera e adorazione. Alcune giovani coppie che avevano partecipato nei primi mesi del 2019 al percorso di preparazione al matrimonio cristiano, si danno appuntamento una volta al mese: per ritrovarsi e condividere i primi passi nel matrimonio e per riflettere insieme, partendo o terminando con un buon… giropizza. Del resto nel matrimonio si condivide tutto. La Lettera [33]dicembre ‘19

“La musica di Dio” proposta dall’As- Continuiamo a celebrare alla sessorato alla Cultura del Comune, Beita nella struttura provvisoria nella sua XIII edizione ci ha tuffato nel- che fa da chiesa, in attesa che i le ultime sette parole di Gesù in croce, lavori di ristrutturazione interna attraverso l’opera di F.J.Haydn inter- ci riconsegnino la chiesa della pretata dal Quartetto d’archi Cèsar e Madonna de la Salette bella e dal Soprano Maria Pia Gandolfi. Al ter- accogliente. Certo, siamo anche mine sono risuonate parole e musica in attesa di qualche benefattore di Mons. Egidio Corbetta con quello per poter finire i lavori… che è un brano rappresentativo del Maestro, “Dolce memoria”, ricordato I catechisti della Fraternità sono andati “a scuola”, anche in questo concerto nel X anni- scegliendo, per tre lunedì, a Brembate, un corso spe- versario della morte. cifico tra quelli proposti: 1.Metodologia della cate- chesi “Come si fa catechesi ?”; 2. Antropologia: Fede e Scienza “La scienza una porta al mistero di Dio”; 3. Sacramentaria “Battesimo”; 4. Bibbia e catechesi “Il soffio dello Spirito ”; 5. Arte e catechesi “La fotogra- fia nella catechesi”. Tutto questo nella consapevolez- za che la formazione è per un catechista questione di fondo, importante e necessaria. Le serate sono state occasione preziosa di scambio e confronto capace di incrociare i nostri vissuti pastorali e le domande che nascono nell’incontro con coloro che la Chiesa ci affi- da e, insieme, risorsa di senso e di contenuto a nutri- mento della nostra fede. Il “giropizza” sta girando bene grazie ai 40 volontari che si alternano nelle di- verse serate soddisfacendo così le di- verse richieste (i “sabato” di terza me- dia, i compleanni, il ritrovo tra famiglie, l’asporto…) e i palati più fini. La Lettera [34] dicembre‘19

Concludiamo un anno, il 110° della Canonica, diventata con il restauro, Casa di Comunità. Ci piacereb- be anche concludere i pagamenti, ma ci vorranno altri anni. Nel frattempo: Avanti, forza e coraggio… Nella solennità di Cristo Re la Banda” G.Rossini” e i Cori hanno animato la ce- lebrazione nel ricordo della Patrona della musica, Santa Cecilia. Un insieme sorpren- dente e coinvolgente che diventa anche segno di ciò che è il cammino comunitario. Sono ripartiti i Gruppi nelle case, prendendo come traccia il percorso proposto dalla Diocesi, alla luce della lettera del Vescovo. Così, con la guida di di- versi laici che ormai sono esperti in questo am- bito, abbiamo approfondito alcune pagine evan- geliche di “missione”, con lo stile che fa partire e arrivare alla vita, incontrando la Parola. Nei mesi del prossimo anno ci saranno i Gruppi nella Casa, nella Casa di Comunità, per un confronto più allar- gato 13 gennaio, 3 febbraio, 1 marzo e 23 marzo. Grazie anche a tutti gli sponsor della Festa di Comunità. La Lettera [35]dicembre ‘19

PUOI ANCHE TU…TI ASPETTIAMO Puoi anche tu imparare l’arte musicale. Il Corpo Musicale “G. Rossini di Palazzago” ti offre questa possibilità. Ti aspetta un ambiente tranquillo, disponibile, semplice, sano e sereno con docenti giovani molto preparati che ti possono insegnare le note musicali e l’approccio ad uno strumento che desideri imparare a suonare. Il corso, organizzato dal Corpo Musicale, è sempre aperto, già tanti giovani lo stanno frequentando, ci puoi stare anche tu, può essere l’occasione per fare una scelta che ti sarà utile nella vita. In questo ambientesi sono create nuove amicizie, anche matrimoni, hanno imparato ragazzi che oggi suonano a livello nazionale ed internazionale, si è trovato lavoro e tante conoscenze. Ti si offrono altre possibilità come attività culturali, ricreative, sociali e viaggiare come si è già fatto: in Italia, in mezza Europa e uno anche negli Stati Uniti. Puoi partecipare anche tu. Ti aspettiamo Il Direttivo - Corpo Musicale “G. Rossini” di Palazzago Per informazioni contattare: Ferruccio 335.692217 Anna 333.6331797 ...particolari del museo parrocchiale

Battesimi Domenica 13 ottobre, ore 11.30 Sofia Boaro, di Manuele e Chiara Crippa, nata il 10 giugno 2019 Sofia Domenica 27 ottobre ore 10.30 Gaia Bonfanti, di Fulvio e Stefania Bosoni, nata il 4 giugno 2019 Mia Cortinovis, di Marco e Monica Pessina, nata il 13 settembre 2019 Gaia Mia Matrimoni Alberto Mazzoleni e Valentina Baitelli Giorgio Boffetti e Eleonora Marchioro 16 Settembre 2019 20 settembre 2019 Barzana Parrocchiale San Giacomo Apostolo, Selino Alto La Lettera [37]dicembre ‘19

Defunti I dieci anni vissuti nella famiglia della figlia, a Palazzago, fanno sentire an- FRANCA NATIli ved. Barca che della nostra Comunità di anni 79, deceduta a Palazzago MADDALENA BRUMANA il 18 settembre. detta ELENA di anni 87, Funerata a Gromlongo deceduta il 4 novembre a Bergamo il 20 settembre 2019. e funerata a Costa Imagna Le ceneri a Roma. il 7 novembre 2019. Ciao Mamma! Pensatemi perché nel pensiero c’è l’amore. Ricordatemi perché nel ri- LUCIA CASTELLI ved. Bonacina, di cordo c’è la vita. Vivete perché nella anni 89, deceduta a Ponte San Pie- vita ci sono anch’io. tro il 5 ottobre, funerata e sepolta a Palazzago l’8 ottobre 2019. GIUSEPPE CAZZANIGA di anni 71, L’amore di una mamma è insostitui- deceduto a Ponte San Pietro bile ed il tuo ci manca. Viviamo ricor- il 23 novembre, dando le tue parole, i tuoi insegna- funerato a Palazzago menti e il tuo modo di affrontare la il 25 novembre. vita. Dal cielo proteggici, Le ceneri a Romano di Lombardia. la tua famiglia “Il valore di una persona risiede in ciò che è capace di dare e non in ciò che è MASSIMILIANO MANGILI capace di prendere” A. Einstein detto Massimo, di anni 53, deceduto a Capriate il 5 novembre, Grati per tutto ciò che ci hai donato funerato a Palazzago ed insegnato, certi che non manche- il 7 novembre 2019. rai di proteggerci ancora dal cielo. Le ceneri il 9 novembre I tuoi cari Tu che ora sei nell’eterno riempi di pace chi quaggiù ti ha tanto amato. AMEDEO MANGILI di anni 47, deceduto l’11 novembre, Con affetto, la tua famiglia funerato e sepolto a Palazzago il 13 novembre 2019. LUIGINA DEHÒ ved. Rota Bulò, detta Luisa, di anni 92, Io vi amerò al di là della vita. deceduta a Capriate il 5 novembre, L’amore è l’anima funerata a Palazzago e l’anima non muore. il 7 novembre 2019. Le ceneri il 14 novembre 2019. Con affetto, i tuoi cari La tua vita: una rosa sbocciata di colore bianco: Ricordando la nostra mamma Luisa, Il gambo: il tuo carattere, il tuo Dna, il tuo lavoro che ha vissuto una lunga vita labo- Il corpo del fiore: la tua famiglia unica con Francesca riosa, circondata dall’affetto dei figli, I petali: le tue dolcissime figlie Denise e Lisa nipoti, parenti e tutti i vicini di casa. Le spine: la sofferenza della vita, la malattia improvvisa Il profumo: l’alito e la leggerezza di Dio su di te Con affetto famiglie Rota Bulò e Galbusera ... vola, vola, vola in alto in SKY nel blu dipinto di blu verso i nuovi STEFANO DONIZETTI orizzLoantLi eedttienruaov-i cbieolilldeetltlainvoitaP...alazzago cm.9h x 5,5 di anni 80, deceduto a Capriate il 21 novembre, Casa Funeraria Marco 348 710 99 87 funerato e sepolto a Barzana Emilio 348 710 99 85 [email protected] novembre 2019. [email protected] in pace ... dal 1969 SERVIZI FUNEBRI La Lettera Lapidi - Tombe - Monumenti [38] dicembre‘19 035.548180 035.642579 035.294528 Almenno S.B. Almenno S.S. Seriate via P.Borsellino,1 via G.Buttinoni,15 via C.Battisti,86 www.rotaservizifunebri.it

Anniversari MANZONI FRANCO (2-01-1994 BENEDETTI CATERINA 2-01-2020) in MAZZOLENI (4-12-1999 – 4-12-2019) La semplicità e l’amore che ci hai sempre donato Ti portiamo nel cuore con l’amore di rimarranno vivi nei nostri sempre. Veglia su di noi e proteggici. cuori. Con affetto, i tuoi cari I tuoi cari PANZA ANGELO RIPAMONTI TESTA FIORINA (26-12-2018 – 26-12-2019) ANGELO vedova RIPAMONTI (4-1-2000 È un anno che ci hai lasciati, ma non 4-1-2020) (10-11-2011 bastano le parole per dirti quello che 10-11-2019) sei stato per tutti noi. Rimarrai sem- pre nei nostri pensieri, Il tempo passa ma voi vivete sempre nei nostri Con immutato amore, cuori e nei nostri ricordi. La tua famiglia Con amore, i vostri cari MALVESTITI LUIGI (10-10-2009 – 10-10-2019) Coloro che amiamo e che abbiamo perduto non sono più dov’erano, ma sono dovunque noi siamo (S. Agosti- no). Con affetto, i tuoi cari PANZA CARLO CIMADORO ANNA IELLINA (9-12-2014 – 9-12-2019) BERNARDO in CIMADORO (2014 – 2019) (2008 – 2019) Nel silenzio dei nostri cuori e pen- sieri sentiamo viva la tua presenza Siete sempre presenti nei nostri pensieri e nei che ci sostiene nel difficile cammino nostri cuori. della vita. I vostri cari Con affetto, i tuoi cari CASTAGNETO EMANUELLA CASTELLI SANTINA BUTTA ELIA BUTTA CARLO in MAZZOLENI (2008- 2019) (2012 – 2019) (2012 – 2019) (19-12-2013 19-12-2019) Il tempo passa, ma non cancella il vostro caro ricordo che vive in noi. I vostri cari “Coloro che ci hanno lascia- to non sono degli assenti, ma degli invisibili, che ten- gono i loro occhi pieni di luce fissi nei nostri pieni di lacrime.” (Cat. Sant’Agosti- no) In ricordo della nostra dolce mamma La Lettera [39]dicembre ‘19


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