SISTEMA ARIAANALISI CLIMATOLOGICA DEL TERRITORIO DELLA PROVINCIA DI PISTOIATEMPERATURAL' analisi climatologica del territorio della Provincia di Pistoia è stata effettuata sulla base dei dati registrati nellestazioni di Pistoia, Pescia (lat. 43°90', Long. 10°68', Quota 81 malm), San Marcello Pistoiese (Lat. 44°05', Long. 10°77',Quota 625 mslm), Boscolungo Abetone (Lat. 44°13', Long. 10°68', Quota 1340 mslm) e Castelmartini (Lat. 43°82,Long. 10°83', Quota 23 mslm).L'elaborazione dei dati delle suddette stazioni ha permesso la realizzazione delle carte della temperatura mediastagionale per la zona della Provincia di Pistoia come riportate nelle sottostanti figure, dove è possibile rilevare comel'Estate è la stagione più calda seguita dall'Autunno e dalla Primavera. L'andamento della temperatura risente delcarattere orografico tipico di questa zona.¢ ¡¤£¦¨¥ § © ¡¤§ ¤ § \"! !$%# #%& (' # ©(¡ #%&Nella Tabella 1 sono riportate le temperature medie delle massime e delle minime per ciascuna delle stazioniconsiderate. La temperatura minima più bassa è stata registrata a Boscolungo Abetone con - 20°C i giorni 7 ed 8Gennaio 1985 seguito dai - 19.7 registrati a Castelmartini il giorno 11 Gennaio 1985. La temperatura massima più alta èstata registrata a Castelmartini con 40°C i giorni 21 Agosto 1993, 5 e 7 Agosto 1994.
Tabella 1 Valori di temperatura medie delle stazioni considerate. () 20 1434576¤8@9 CA BDE49 F 5¦G1 F 9IHP7H %9 QD 1 R SA BDE49 FT5U1GF 9VWH H7%9 ¨D 75 8 Pistoia 19.7 9.3 3.6 Boscolungo Abetone 10.6 8 9.2 Castelmartini 21.6 6.9 Pescia 19.9 San Marcello Pistoiese 16.9PRECIPITAZIONI `X Yab da ¤c Ye hf g¨i p Y qrg¨itCs c4Y uiI dati pluviometrici delle stazioni suddette sono stati utilizzati per la realizzazione della mappa della pluviometria mediamensile del territorio della Provincia di Pistoia dove si può notare l'influenza abbastanza evidente della topografia suivalori misurati.In particolare si hanno i seguenti valori medi:Pistoia, 1308mm, Boscolungo Abetone 2485.3, Castelmartini 1015.7, Pescia 1246.2 ed infine San Marcello Pistoiesecon 1577.5 mm.Il massimo di precipitazione giornaliera è stato registrato il giorno 14 Dicembre 1958 a Boscolungo Abetone con 282mm in un giorno seguito dai 277.6 del 21 Ottobre 1952. Nelle altre stazioni i massimi giornalieri sono:Castelmartini con 129.6 il 25 Settembre 1951, Pescia con 143.6 mm il 20 Agosto 1952 ed infine San Marcello Pistoiesecon 192.2 mm il 4 Novembre 1966. I valori di Pistoia sono riportati nel paragrafo successivo.
ANALISI CLIMATOLOGICA DELLA STAZIONE DI PISTOIAIl clima di Pistoia risente della sua posizione geografica e presenta caratteristiche peculiari. L'analisi è stata effettuata apartire sia dai dati registrati dalla stazione di Pistoia Osservatorio (Long. 10° 54', Lat. 43° 56', Quota 88 m.s.l.m.)diproprietà del Servizio Idrografico e Mareografico Nazionale, Ufficio Compartimentale di Pisa. La digitalizzazione deidati giornalieri, registrati dal 1951 al 1997 e la loro successiva elaborazione è stata effettuata dal LaMMA - RegioneToscana ha consentito l'elaborazione del climodiagramma (Fig. 1) relativo agli andamenti medi mensili dei parametriconsiderati. Il mese più freddo è Gennaio (2.1° la media delle minime e 9.9° la media delle massime), mentre quello piùcaldo è Luglio (17.1° la media delle minime e 30.6° la media delle massime), seguito da Agosto,(con rispettivamente17° e 30.4°). A Pistoia il mese più asciutto è Luglio con soli 40.5 mm di pioggia seguito da Giugno con 63.1 mmmentre le precipitazioni presentano un massimo sostenuto nei mesi di Ottobre, Novembre e Dicembre (154.3, 161.8 e157.5 mm rispettivamente). I restanti mesi seguono l’andamento tipico del clima mediterraneo sublitoraneo con unminimo in estate ed un massimo in autunno. q mp k $ ¤ d teSf g@@ ih W j ¦ @7
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4 ¤Pv wd 7y (quelli nei quali anchela temperatura massima è inferiore a 0°C), abbastanza rari, sono stati registrati nei mesi di Gennaio e Febbraio: 5 nel ðòñ óTôõ@ñVö¤óxõG@÷ ø¢ù ú øôdûVü @ý ôdûÿþòWñ õñ ¢ù ÿû ñ ¢õ ¡ øô ñ óTôòø û¤¦£ ¥¨§ ÚÔ Ù Ô âââÛáÝßãÜàßÞàä
Ø Ô × Ô ÖÔ Õ Ô Ô åçæå çæéåè æçå ëçåêæ åæçæ åæìå ëìæåè ìçæå íåæìê åæìæ êåæå æåèëê åçêæ æåêîæêåæ åïæå èïæíå åïæç ïæêîå æåïæ åæå èæåíæçå1956, 2 nel 1963 e nel 1985, 1 nel 1979, 1987, 1991).Fig. 2 Numero di giorni con temperature inferiori a 0°C registrati nella stazione di Pistoia.
Nella Fig. 2 sono riportati invece © © !© \"#© $&'% (con temperatura minima inferiore a 0°C) dove l'anno 1963 risultal'anno più freddo con ben 53 giorni di gelo. Gli anni 1966, 1967, 1970, 1973, 1981 e 1991 presentano più di 40 giorni digelo mentre la gelata più tardiva è stata il 15 Aprile 1973 con una minima di -1°C e quella più precoce il 25 Ottobre1970 con -1.6 °C.La temperatura massima più alta rilevata a Pistoia è stata 39.8°C il giorno 2 Agosto 1958. L'anno più caldo è stato il1994 (Fig. 3 ) con ben 39 giorni con temperatura massima superiore a 34°C. Una tendenza abbastanza marcata ad unaumento del numero di giorni negli ultimi anni è evidente dal 1990 in poi con più di 15 giorni ogni anno. US WT VYX1#` \"T aYVc` eb df¦g¨dhXpqi 'b r Xpisft¢i u u Tvtf iwuqr g!xd 1X T V Xyd ¦i 64(&5 ) 54(D7A 3&)BDECD 43 (AB9@ 02)87 01( )( HH QH H HR H GF FG PGF GF FGG FH HI HP HG FQ IQ QP QG F GFIP PFGP PGFG FR IR PR RG F FIGG FG FG GF GF GF FG GF GF GPF GF FG GF GF FGGFig. 3 Numero di giorni con temperatura superiore a 34°CL'escursione termica a Pistoia risulta compresa fra una media di 7°C nel mese di Gennaio fino ai 13°C del mese diLuglio ed Agosto con un valore massimo di 22.3°C il giorno 19 Ottobre 1995 ed un minimo di 0.4 il giorno 17 Febbraio1991.PRECIPITAZIONIIn un anno a Pistoia cadono in media 1308 mm con una variabilità di circa 258 mm pari a circa 20%. Il 1960 è statol'anno più piovoso con 2117 mm mentre il 1985 quello più secco con 952 mm. Il regime pluviometrico della stazione èriportato nella Tabella 1. nella quale si puòanche rilevare il massimo mensile, avvenuto nell’ Ottobre del 1992.La variabilità della precipitazione media mensile evidenzia l'estrema eterogeneità nel regime pluviometrico passando dauna variabilità pari a circa il 505 per Novembre fino a più del 70 5 per Luglio.
Tab. 1 - Valori medi e massimi di precipitazioni registrati a Pistoia
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d efd g h qi kj ¦l jpj ¤m hn ¤o ' pMedia 134.4 123.2 106.3 106.7 80.3 62.1 39 64.4 98.6 153.6 160.7 153.7Mass. 374 372 258.3 224.6 219.2 138.4 99.8 177.6 324.2 445.2 374.2 388.2(anno) (1979) (1960) (1951) (1994) (1984) (1989) (1993) (1989) (1965) (1964) (1966) (1952)Variab. 85 94 72 55 45 35 29 46 70 106 84.7 94.2Il valore massimo giornaliero di pioggia registrato a Pistoia è stato di 131.6 mm il giorno 4 Novembre 1966, mentresono 11 i giorni che presentano precipitazioni superiori a 100 mm di cui 6 avvenuti fra Ottobre e Novembre. Inpaticolare si possono ricordare i 127 mm del 8 Marzo 1968, i 124 mm del 6 Marzo 1965, i 123.2 mm del 6 Febbraio1951 ed i 121.8 del 20 Agosto 1952.Un altro parametro importante per una valutazione del clima della stazione sono il numero di giorni piovosi che siverificano durante l'arco dei dodici mesi dell'anno (Tab. 2 ), Infatti essi permettono di valutare l'intensità mediagiornaliera delle precipitazioni. Ottobre fra i mesi più piovosi presenta un numero di giorni piovosi medio inferiore aNovembre (quello più piovoso) e Dicembre, infatti l'intensità media giornaliera è di 13.5 mm al giorno contro gli 11.6di Novembre e Dicembre.Tab. 2 Numero di giorni piovosi (mm superiori a 0,2) e non piovosi registrati alla stazione di Pistoia. sq rxt u¨rxv wxYy sz { y wx\"| sq }~ f~ | zg| qkr ¦ p ¤
¤'} PIOVOSI 12.7 11.2 11.7 12.1 10.8 9.0 5.3 6.8 9.0 11.4 13.8 13.4INTENSITA' mm/g 10.6 11 9.1 8.8 7.4 6.9 7.4 9.5 11 13.5 11.6 11.5
MONITORAGGIO DELL’INQUINAMENTO DELL’ARIANella provincia di Pistoia la rete di rilevamento della qualità dell’aria è tuttora in fase di realizzazione. Al momento,quindi, è in funzione solo la postazione fissa di via Baroni nella quale vengono acquisiti dati relativi alle particelleaerodisperse ed ai metalli pesanti (in particolare piombo), in esse contenuti. Un riepilogo di tali risultati per il periodo1985-1997 è riportato nelle figure 1 e 2.La mancanza di una adeguata rete di monitoraggio, ha certamente contribuito a sviluppare tecniche alternative quali,principalmente, quelle di biomonitoraggio sia tramite licheni epifiti, sia tramite altre metodiche di indagine.L’analisi della qualità ambientale attraverso l’utilizzo di organismi viventi permette di ottenere informazioni integratenel tempo sul sinergismo ed antagonismo dei vari contaminanti presenti nell’ambiente. I bioindicatori, in relazione allaloro specifica biologia, permettono, infatti, di evidenziare situazioni di inquinamento, pregresse e mediate, su periodiche vanno da pochi giorni a diversi anni.Fig. 1Polveri - Via dei Baroni PISTOIA 1985 1986 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 59 55 56 58 48 35 39 44 50 43Media annua 69 56 150 150 150 150 150 150 150 150 150 150limite 150 150 51 51 51 51 51 51 51 51 51 51 208 313 211 252 181 99 177 177 255 105media del periodo 51 51 340 329 299 304 270 228 277 288 236 130 93 90 82 83 74 62 76 79 65 36MAX 284 299N°dati 196 208%dati rilevati/anno 54 57 ¦ #f f ' ¢g¡ £¤¤q¥tf¤#§ ¦ ¨£ Y¨ ' ©«ª'®¬ t¬¨¯ °¨±¨ª¤² s³ µª ´&¶ ¨° µª ¬ 200ÆÄ ÃÅ 150 µ Media annua ¼ limite ¼»Á 100 media del periodo ¾ À¿ ¼½º º¼» 50 0 1985 1986 1988 1989 1990 1991¨· ¸¨¸¨1¹ 992 1993 1994 1995 1996 1997
Polveri - Via dei Baroni PISTOIA 1985 1986 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 59 55 56 58 48 35 39 44 50 43Media annua 69 56 150 150 150 150 150 150 150 150 150 150 150 51 51 51 51 51 51 51 51 51 51limite 150 51 208 313 211 252 181 99 177 177 255 105 299 340 329 299 304 270 228 277 288 236 130media del periodo 51 208 93 90 82 83 74 62 76 79 65 36 57MAX 284N°dati 196%dati rilevati/anno 54 Ç®2È É®ÊÌËtÉÎtÍ ÏÑYÐ ÏÓÉ Ò®È1ÔÓÕtÓÏ Ð ÖÔ É ×vØ ÓÙ ÚeÝÛ tÜ Û¨xÞ ß¦¤à fÚ Öá â¦Úfã äx¦ß ÚÛ 2,5 ò ñôó 2 µ ðð 1ê ,5 Media annua ð êé limite ì íîï 1 èëê 0êéè ,5 0 1988 1990 åYæ 1æ 9ç 92 1994 1996 1985Mappaggio biologico del centro storico di Pistoia mediante lo studio di popolazioni di licheni epifiti (1995-1999)Il primo studio di mappatura del centro storico di Pistoia è stato condotto nel 1995 in forza di una convenzionetra ilComune di Pistoia e l’Università di Siena, coordinata e gestita da ARPAT. La carta tematica che fu realizzataevidenziava una situazione in cui l’indice IAP più basso era centrato nella parte sud della città, pur senza raggiungeresituazioni di “deserto lichenico”.
Il secondo mappaggio, effettuato nel 1999, evidenzia una decisa ricolonizzazione lichenica e quindi un trend dimiglioramento indotto positivo. Gli indici IAP sono più elevati e la rielaborazione cartografica mostra una diminuzionedelle superfici di bassa qualità ed un aumento di quelle di migliore qualità.Il miglioramento osservato nella qualità dell’aria potrebbe essere attribuibile alla diffusa metanizzazione che hainteressato il centro cittadino ed ha portato ad una minor dispersione di anidride solforosa. Anche il rinnovamento delparco macchine, l’estensione della zona a traffico limitato, e l’uso di benzina verde al posto di quella super, hanno certocontribuito al raggiungimento di questo risultato. (Fig.3)sõ pö ÷¨¨ø ù ú¤\"û Uü tý ÿþ ¡û 1995 1999Mappaggio biologico della città di Montecatini Terme mediante lo studio di popolazioni di licheni epifiti (1993-1999)
Dopo il primo studio condotto nel 1993 grazie ad una convenzione fra Comune, Università di Siena e AziendaSanitaria, sono stati condotti altri quattro mappaggi rispettivamente nel 1996, 1997,1998 e 1999.In tutti questi studi sono state utilizzate le stesse 26 stazioni già utilizzate nel primo censimento cercando, per quantopossibile, di utilizzare gli stessi alberi e le stesse procedure di campionamento e di calcolo dell’IAP.Come nella precedente indagine, sono state riscontrate 34 specie licheniche (Tabella 1). Sei specie trovate nel 1993(¤¢ ¦£ ¥§¥©¨ sp., § \"!§\"$# # %&'% § ¦( \"%¦!©1) \"0 # , 243 75 \"6 8@\"9 BA D6 §C EG$F F$§H P5 ©I 6 , Q¤\"R SUT V¦W©BS X¡TR`Y a¦b©¦c X¡¦c Bd X , ge fBhpirPq §s tDiB¡u v$s gw ©s \"x yx ¦t § t , '4
'B\"$7'1 ) non sono state incontrate di nuovo e altre sei specie ( \" r dy \"e ©f y g h'i ¡j k¦lPi§i , m¤ndorp7q r §s n&t'u¦¡q orPv ©s yw n , gx @y \"z {P|U4} yrp~ B §z@y UB'z , g
@ § ¤ \" ¡ y , g1 G 1 P 7@§ G 1© B , ¡£d¢ ¤¥¢'§¦ ©§ ¨yp¢ ª\"\"¢ «B©¬ § §§ \"¢ ¬§¢ ) sono state rinvenute per la prima volta..Come per il 1993, le specie più comuni nell’area indagata sono risultate ® ¯ °4±1²¦³´'¦µ ¶§\"² ·¹¸º ¡³ B± ²d»B7³ ²r°4§º ³dµ ¸ , ¼¤½d¾r¿7À Á§Â½Ã ½rÄgÀ 1¾ \"½ Ž e Æg1Ç ÈG1É Ê§Ë ÌÍÌ\"\"Î BÉ 7Ê Ï1Ð@¦Î ¡Ï ¦Ð É . In nessun caso sono stati alberi privi di licheni, mentre nel 1993 il deserto lichenico erapresente in 7 stazioni.Il valore IAP medio per l’area indagata è risultato 25±18, che è sensibilmente più elevato di quello riscontrato nel 1993(18±18). Anche il coefficiente di variazione (74.2%, contro 100% nel 1993) indica che le 26 stazioni esaminate hannosubito una sostanziale tendenza verso un appiattimento delle differenze nei regimi di inquinamento atmosferico ai qualisono sottoposte.È evidente che nel corso degli anni la fascia A si è ridotta in maniera considerevole, mentre la fascia B ha subito unasostanziale espansione. Cambiamenti minori sono avvenuti pure per le fasce C e D, rispettivamente con una leggerariduzione e un leggero incremento. I risultati della presente indagine mostrano chiaramente che nel corso degli ultimianni è avvenuto un consistente miglioramento della qualità dell’aria, in particolare nelle zone dove l’inquinamentoatmosferico era più elevato.I risultati della presente indagine dimostrano che, nonostante il loro lento tasso di crescita, i licheni rispondono piuttostorapidamente alle diminuzioni dei livelli di inquinamento atmosferico, permettendo di valutare tali variazioni anche dopopochi anni. Di conseguenza, l’utilizzo dei licheni epifiti negli studi di bioindicazione della qualità dell’aria si dimostrauno strumento molto efficace, in grado non solo di rivelare le aree più inquinate, ma anche di documentare le variazionidei tassi di inquinamento atmosferico nel tempo.(Fig. 4)ÑÒÓ4ÔÕDÖØ×ÚÜÙ ÛÍÝßÞßàáãÛ âPDÙ â
Biomonitoraggio tramite la ricerca di Bä åædBç 'æ ¦è \"æ §é \"æ êGë ì7¡í î Bç ædîBí7\"ï î su foglie di ortica ðòôñ 1ó õ§ö 7÷ ø ¦ù §ö ú\"§ö ÷7üø û ¢Lo studio della qualità dell’aria attraverso la ricerca delle spore di 1ý þ4¡ÿ 1 ÿ ÿ¤£§¡ÿ §¥ ©¦ ¨ Bÿ , ha, in questi ultimi anni,ricevuto discreta attenzione per alcuni aspetti pratici che lo rendono facilmente attuabile: facilità di campionamento,bassi costi di gestione, modesto Know how per il personale. Il microrganismo risulta particolarmente sensibile allapresenza di anidride solforosa e ad altri contaminanti aerodispersi e può quindi fornire buone informazioni sulla qualitàdell’aria in ambito cittadino.L’area sottoposta a studio nel comprensorio pistoiese è costituita da un quadrato di circa 15 km di lato circostante lacerchia urbana del capoluogo. All’interno di tale area sono state fissate quindici stazioni ritenute sufficientementerappresentative ed in ognuna di esse sono stati effettuati prelievi nei mesi di aprile, maggio, giugno, agosto e settembre.Lo studio è tuttora in corso. \" §! #$§! %&(')§! 0¤1§§2 §2 \"3! ')¤0 1§#4( '75 6\"18¤0 \"@9 A5 0@9@1CBEAD FGIH¡IG QP G§ER §G S7TVU@¤W `X Y IG ¡X bW aVXd`c egfiqh p§rIs\"t\"u wv yt xd E E b
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L’analisi della qualità ambientale attraverso l’utilizzo di organismi viventi permette di ottenere informazioni integratenel tempo sul sinergismo ed antagonismo dei vari contaminanti presenti nell’ambiente. I bioindicatori, in relazione allapropria biologia, permettono di rilevare la presenza di inquinanti in un periodo di tempo precedente all’epoca delcampionamento con una rilevabilità del dato per un periodo di tempo che va da pochi giorni fino a diversi anni.
Molti di questi microrganismi sono sensibili al carico inquinante presente in atmosfera: recentemente alcuni ricercatorihanno focalizzato i loro studi nei confronto dello d & Q §$d ebIf Vg y w¡ g hiLo studio, tuttora in corso, intende monitorare la qualità dell’aria nella città di Pistoia Tale micro organismo,particolarmente sensibile alle concentrazioni di SO2 presenti in atmosfera, oltre che ad altri contaminanti areo dispersi, ènormalmente presente sulle foglie di varie specie di piante erbacee o legnose, a foglia caduca o perenni.Per il lavoro in oggetto si è preferito l’utilizzo di una pianta che presentasse vegetazione foliare durante tutto il corsodell’anno: lj kqmoqn sp ur tvnxw¡xn sp r ; ciò ha permesso di effettuare prelievi nelle varie stagioni..L’area di studio è rappresentata da un quadrato con lati di circa 15 Km e con al centro la cerchia urbana della città diPistoia. All’interno di tale area sono state fissate quindici stazioni sufficientemente rappresentative: per ogni stazionesono stati effettuati prelievi nei mesi di aprile, maggio, giugno, agosto e settembre.Per ogni punto di prelievo sono state campionate foglie di ortica in almeno tre differenti luoghi affinché il prelievo fosseil più rappresentativo possibile.Il metodo di rilevazione della qualità dell’aria mediante l’utilizzo di lieviti foliari come bioindicatori, presenta estremafacilità di campionamento, richiede poco tempo per il training del personale e ha bassi costi di gestione.In dipendenza delle proprie caratteristiche biologiche, qy zQ{|{v¡} ¤{ x~ ¡{ § ©|q{¡q
¡ è risultato essere un metodoestrememente utile per testare la qualità dell’aria a cadenze molto ravvicinate nel tempo permettendo di monitorareanche eventi imprevisti o di seguire la velocità dei fenomeni di recovery.
INQUINAMENTO ACUSTICOLa classificazione acustica del territorio dei comuni è il primo atto di pianificazione richiesto come recepimento localedella legge quadro 447/95 che disciplina la materia.L'ampiezza del territorio già classificato indica la quota di Toscana nella quale sono già pienamente vigenti tutte lecautele offerte dalla normativa, ma è anche una misura dell'attenzione delle amministrazioni locali al problema.A questo proposito va rilevato che ancora nessun comune ha presentato formalmente il piano di risanamento acusticodel comune come previsto dall'articolo 7 della legge quadro, che rappresenta il secondo passo di questo processo digestione del problema.Come si vede dalla tabella seguente finora solo una piccola parte del territorio della Toscana e stata classificato daicomuni ed in particolare nessun comune capoluogo vi ha ancora provveduto. Su questo ritardo può aver pesato anchel’incertezza normativa che rinviava i criteri di classificazione del territorio alla legge regionale solo recentementeemanata. In questo senso sarebbe lecito ipotizzare nel prossimo futuro una accelerazione del processo. v 7AA @ ¡¡Aq sv gEb x v ¡ ¡ I `d g ¡x ` AA v) v7A A superficie km2 11,64 ¸s¹ oº @¼ ½ Agliana Popolazione 13410 vΠϺ¤» ½ superficie km2 16,12 @ç é°@ç ë Buggiano Popolazione 7559 ÿg¡æ £ ¢@ë superficie km2 17,66Q ¡¡ £ ¢ Montecatini Terme Popolazione 20653 Pieve a Nievole superficie km2 12,71 Popolazione 8489 Ponte Buggianese superficie km2 29,47 Popolazione 7274 Quarrata superficie km2 46 Popolazione 21020¤ ¥§¦Q¨ © ªg«o¬«o¨ ® ¯b«° ¡± x² y± ³ q« ¤ ²xv® x« µ± s´ ¶· g¸ ¹v¹º»Q¾ ¿§¾Q¡¿ ÀxÁs xà ¡¿ ÄvÅ ¿¡Ä@ð  ¤Á xÆ Á Ç ÃqÈxÆ ¡¿ xà Á É v¼ ÊÌsË ÍФAÑ AÒ ¡Ó ÔqÕ Öx× Öx&Ó ¡Ø Ù¡ÚAÖqØ ØvÛgÜ Û`Ý&ÞßAÐ àwá`â á4ã©äßå væ ¤æ çvè@é°êQì í¡Iî í¡ïdð dñ xò í¡Aó ôñ¡í¡óAqò ñ vñ ðgõ ðõ ígöõ ðxï yô ÷øúAù wû ü`ýü þ ¤ê çvç¤vç ꦤ ¥¨§© ¥¨ \"¥ ! #$¥&%¨¥()' 0# ¨% 1% ¥\"!\"¥ ¥1 32 ©¥4 56¡# 879@!A 97 0C DB EB ¥¨¡F Le tabelle sottostanti individuano quanti dei controlli effettuati da ARPAT negli ultimi sei anni cadono negli intervallidi valori che dovrebbero caratterizzare, secondo la normativa vigente, le diverse classi del territorio. Pur tenendo contoche spesso all'origine degli interventi di misurazione di ARPAT vi sono segnalazioni di problemi rilevati dai cittadini, eche quindi i campioni, per loro natura, rappresentano maggiormente le situazioni a maggiore esposizione, la tabellaevidenzia che facilmente nel territorio, soprattutto nei capoluoghi di provincia, si trovano situazioni in cui i livelli sonorisuperano i limiti più alti previsti dalla normativa; mentre è particolarmente difficile individuare zone che abbianocaratteristiche adatte a destinazioni di tipo residenziale ed ancor meno alle aree protette.
Il confronto tra la tabella del periodo diurno e quella del periodo notturno mette in evidenza il fatto, già segnalato, chenel periodo notturno è più difficile trovare livelli sufficientemente contenuti da garantire una buona qualitàdell'ambiente.La tabella relativa alle grandi infrastrutture viarie evidenzia che, molto spesso, lungo queste arterie si riscontranosituazioni di esposizione a livelli decisamente inaccettabili: saranno necessari quindi grandi investimenti ,eprobabilmente un lungo periodo di tempo, prima di ricondurre tali infrastrutture al rispetto degli obiettivi di qualitàfissati dalla normativa vigente.$G H I H (P RQ TH SUTH (V WTX YRV(`P SD`a b((V 1a dc cdH fe YRghiTW TS SUH QRH pqH Y¨Tr P`H rCe4I aRpqpsHUTS P4RH I H QRP4I I HCV(H I (P QTfa sb RH Tr 4P UI Tt ¨P (V H RY STYvu w¨vx y u wR V(¨Y RQ H rTfe H a ¨Y X WUTr P $ H WTV4rUY I a¨sp qp P0s 0 I ¨a sp ps0P qs I ¨a psqp Pq
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