Storie di storia Palermo crocevia di spie e misteri Sarebbe stato l’ultimo inverno di guerra, quello del 1918. Palermo non mostrava di Salvatore Savoia grosse tracce del conflitto ma il clima era teso per le privazioni ed i lutti diffusi. In Europa si respirava un’atmosfera di intrighi e di spie, immaginate nel loro PALERMO, torbido peregrinare su treni notturni fra Parigi, Berlino e la temibile Pietrogrado. A CROSSROADS Una di queste figure, la mitica Mata Hari, era passata pure da Palermo nel 1913. OF SPIES Solo una rapida esibizione nel modesto Trianon anche se i giornali locali riferirono AND MYSTERIES che la celebre ballerina fu “applaudita lungamente ed entusiasticamente nella danza indiana di Wishnu ed in quella spagnola dell’Habanera”. Perché una delle 1918. Although Palermo had not been protagoniste del varieté international si fosse adattata ad esibirsi in quel locale di second’ordine, è rimasto incomprensibile. Leonardo Sciascia ha pensato che forse much affected by war the general mood Mata Hari fosse venuta a Palermo su pressione di qualche barone di provincia, uno di quelli che si rovinavano con orchidee, gioielli e promesse di ingaggi pur was that of grief. Intrigue was in the air in di farsi vedere con la divina del momento. E se Mata Hari fosse invece venuta in Sicilia perché incaricata di una missione segreta a Palermo? D’altra parte - osservò Europe. Mata Hari danced in Palermo in Marcello Benfante - perché mai il celebre Alfred Dreyfus, assolto dall’accusa di spionaggio si era spinto qualche anno prima a Palermo? Suggestioni en noir, belle 1913. According to Sciascia she had been donne, spie temibili e agenti dediti al doppio o al triplo gioco. A Palermo, sei mesi prima dell’entrata in guerra, si era visto invited by a baron. What if she had come pure Cesare Battisti. Perché era qui? Ancora un tassello di un mosaico forse troppo fantasioso. Ma è un’altra la storia di for a secret mission? Why spionaggi veri o falsi che ha dell’incredibile. Nel pomeriggio del 31 gennaio 1918 un sommergibile tedesco entrò nella rada Mata Hari had Dreyfus, acquitted of palermitana, emergendo tra le barche da pesca, e sparò pezzi espionage charge, been the- d’artiglieria sulla Chimica Arenella, centrando una palazzina e la ciminiera di mattoni.Ci furono dei morti,ma nessuna notizia re a few years before? Why fu riportata dalla stampa, forse per la figuraccia che ci faceva la nostra marina, che aveva permesso a un mezzo nemico di had the hero Cesare Battisti entrare indisturbato in città. Del resto la presenza di una indu- stria appartenente a una nazione nemica aveva sempre creato been there before the war? sospetti di intrighi. La Fabbrica Chimica Italiana Goldenberg, opportunamente rinominata Chimica Arenella, produceva dal Parts of a thrilling, fanciful 1913 acido citrico e acido solforico, in quel nuovo stabilimento divenuto florido proprio con la crescita in guerra della domanda di quel disinfet- mosaic. Here is a really my- tante prezioso. Si disse pure che l’attacco tedesco del gennaio 1918 confermava che all’Arenella non c’era niente di segreto. Niente spie, quindi? Meglio l’altra sterious spy story: in January versione che parlò di un errore del comandante del sottomarino. Nel chiostro di San Domenico a Palermo una lapide in marmo è dedicata ai Soci 1918 a German submarine caduti in guerra.L’epigrafista usa un’espressione insolita:“Voi che gettaste la dolce vita”. Un’espressione che più tardi sarebbe stata usata, grazie al genio di Fellini, fired on the Goldenberg, a per raccontare un’altra Italia che provava a far a meno di lapidi. German chemical factory, from Palermo bay. No news about it in the press. Actual- ly an industry of an enemy nation was suspicious in it- self, but that attack seemed to confirm that the factory had no secrets. According to another version, it was a mistake of the submarine commander. A plaque in me- mory of the factory members fallen in war, in the cloister of San Domenico, says: “You who gave up on sweet life”, Dolce vita years before Fellini used the term. G 151
pa e s a g g i Cosa ne sarà Veduta del lago di Pergusa in futuro delle nei pressi di Enna. nostre terre? di Giuseppe Barbera Non confondiamo il paesaggio con il bel panorama, i vasti territori, l’ambiente ecologico. Non riduciamo in parti ciò che è indivisibile: la complessità della natura fisica e biologica, gli spazi sconfinati allo sguardo, i segni dell’uomo sempre più spesso in forma di disarmoniche ferite. Non facciamolo in Sicilia, perché non capiremmo il paesaggio di cui siamo autori ma anche attori e spre- cheremmo, perdurando nel suo cattivo uso, la vitale necessità di difenderlo e farlo diventare, conoscendolo meglio, un valore culturale ma anche ecologico ed economico. Siamo ricchissimi di paesaggi, incomparabili per numerosità e diversità con quelli di ogni altra regione. Impregnati di memorie storiche, letterarie, artistiche partecipano come tessere di un mosaico che tiene in- sieme campi e boschi, laghi e fiumi, coste e montagne, città e industrie; una cornucopia di piante e animali di habitat ed ecosistemi. Trecento generazioni di uomini li hanno, con sudore e ingegno, disegnati, modificandoli continua- mente. Hanno iniziato, da cacciatori e raccoglitori nomadi, bruciando gli alberi dei boschi per dare spazio agli animali, alle erbe e ai frutti selvatici e poi si sono trasformati in agricoltori, selezionando le specie vegetali più idonee, allevando gli animali più docili. Il racconto della transizione all’agricoltura o, che è lo stesso, agli insediamenti stabili dei villaggi, è conoscibile grazie agli studi degli archeologi e, in particolare, di quella parte di essi, i paleo- botanici, che attraverso resti vegetali, pollini, semi o carboni, ricostruiscono paesaggi remoti. In Sicilia l’hanno recentemente fatto per il lago di Pergusa, nei pressi di Enna, componendo la storia millenaria del piccolo bacino e dei suoi margini naturali o coltivati. L’evoluzione di un paesaggio, la raccontano anche le arti e, più in fondo ancora, i miti che dicono del rapporto primitivo tra la natura e la cultura. A Pergusa, “ombelico della Sicilia”, Plutone rapisce Core mentre coglie fiori e la trascina, giù per una voragine che si apre in una grotta in cima all’area archeologica di Cozzo Matrice, negli inferi fin quando, per le furie della madre Demetra, non sarà liberata e la Sicilia ricompensata G152
Margherita Bianca What will be the future con il dono dell’agricoltura. Un paesaggio culturale continuamente modi- of our lands? ficato dagli usi e dalle percezioni. Nell’ultimo secolo una bonifica fascista, poi un villaggio rurale e quello turistico e negli anni Cinquanta un circuito Let’s not mistake the landscape for the automobilistico che come un cappio isola il lago dal contesto ambientale e environment. Let’s not split what is in- paesaggistico. Una passeggiata lungo prati e nastri d’asfalto è sorprenden- divisible: the complexity of nature, the te tra canneti e uccelli migratori, vecchie architetture, sogni di modernità, endless spaces from human marks that boschi lussureggianti, tratti di vegetazione ripariale che sopravvivono tra look like wounds. Let’s not do it in Sic- villette di cemento e stupefacenti architetture postmoderne. Si comprende ily, we would not understand the land- con che profondità nel tempo si sia trasformato il paesaggio siciliano e ci si scape and waste the vital need to defend domanda cosa ne sarà in futuro. it and turn into a cultural, ecological and economic value. We enjoy an enormous G and incomparable variety of landscapes. They are soaked with historical, literary and artistic memories, like tesserae of a mosaic that keeps together fields and woods, lakes and rivers, seacoasts and mountains, towns and industries. A cor- nucopia of plants and animals, of habitats and ecosystems. Three hundred genera- tions have designed and modified them constantly with their sweat and skill. The tale of transition to agriculture and steadier settlings in villages is known thanks to archaeologists’ studies, mainly to paleobotanists who reconstruct past landscapes through vegetal remains, pol- lens or coal. It has been recently done for lago di Pergusa, near Enna. The evo- lution of a landscape is also told by its arts and myths, which show the original relationship between nature and culture. Pergusa, ‘ Sicily’s navel’, underwent a fascist drainage, then became a country village and a tourist resort; in the Fifties a car track was built, like a slipknot cut- ting off the lake from the landscape. A stroll along meadows and asphalt strips is astonishing: reeds and migratory birds, old structures, dreams of modernity and luxuriant woods. You understand how deeply Sicilian landscape has changed in time and wonder what the future holds. 153
fooddia Tutti a scuola dal Gorgonzola di Paolo Inglese GORGONZOLA TEACHES Duecentonovantacinque, entro l’anno probabilmente trecento. Questo è il nu- mero di prodotti DOP, IGP e STG in Italia, come gli eroi delle Termopili. Non Two hundred ninety-five, probably th- c’è regione d’Italia che non racconti una storia di identità tra agricoltura, prodotto, ree hundred by the end of the year. It cucina; che non rappresenti, in altre parole, una peculiare identità agricola e is the number of DOP, IGP and STG cultura alimentare. C’è di tutto, da ortofrutticoli e cereali, a pesci e molluschi e products in Italy. Each ‘regione’ tells its crostacei freschi, a carni fresche (e frattaglie), formaggi, oli e grassi, prodotti di own story as regards agricolture, specific panetteria e pasticceria, prodotti a base di carne, pasta alimentare. Sacrosanto, production and cooking. This year Italian quindi, che quest’anno si celebri il cibo italiano, che non significa solo ristoranti e Food is deservedly celebrated, and not chef, ma agricoltori, imprenditori agricoli e agro-industriali, inventori di prodotti just restaurants and chefs, but farmers che hanno fatto e continuano a fare la storia del sistema alimentare internazionale. and entrepreneurs that have made the E la Sicilia non sta certo a guardare, con la sua trentina di prodotti DOP e IGP, international food system. Italy is the in attesa che siano riconosciuti il Cioccolato di Modica e la Provola dei Nebrodi, first country for food identity recognition con una netta prevalenza dei prodotti freschi: Arancia rossa di Sicilia e Arancia by the E.U. And the South, and Sicily? di Ribera, Carota novella di Ispica, Cappero di Pantelleria, Ciliegia dell’Etna, With the exception of mozzarella di bu- Ficodindia dell’Etna e di San Cono, Limone Interdonato e Limone di Siracusa, fala campana, there is no product among Pesca di Bivona e di Leonforte, Pomodoro di Pachino, Pistacchio di Bronte, Uva those which count, at least in terms of tur- da tavola di Canicattì e di Mazzarone. Tutto bene, dunque? In effetti l’Italia è nover: just considerable disorganization in il primo Paese per numero di riconoscimenti assegnati dall’Unione europea. the protection consortia and promotion. Peccato, però, che l’80 per cento del fatturato arrivi da Grana padano (Dop), Par- In few cases recognition is followed by a migiano reggiano (Dop), Prosciutto di Parma (Dop),Aceto balsamico di Modena business growth in Sicily. A good product (Igp),Mozzarella di bufala campana (Dop),Mortadella Bologna (Igp),Gorgonzola is not enough, you need something else (Dop), Prosciutto di San Daniele (Dop), Pecorino romano (Dop), Bresaola della to achieve quality: services, planning and Valtellina (Igp) e Mela dell’Alto Adige (Igp). Il resto langue e spesso non arriva logistics. We must face up to our politi- che a numeri del tutto marginali. cal and entrepreneurial responsability of E il Sud, e la Sicilia? Eccezion fatta per la mozzarella di bufala campana nessun such wealth. Let’s build a major piece of prodotto tra quelli che contano almeno in termini di fatturato, in compenso un our future on this identity. grande disordine nei consorzi di tutela e nella promozione. In Sicilia in pochi casi il riconoscimento è accompagnato da una reale crescita di impresa. Un buon 155 prodotto non basta, a fare la qualità serve altro, dai servizi all’organizzazione, alla logistica. E qui proprio non ci siamo. Si può celebrare il cibo italiano senza la Sicilia? Ovviamente no, considerato che l’anno del cibo italiano celebra i paesaggi storici, la dieta mediterranea, il patrimonio Unesco. In pratica, celebra la Sicilia. Ma occorre acquisire la piena responsabilità politica e imprenditoriale di que- sta ricchezza. Non facciamone solamente un anno di celebrazioni, saghe, fiere. Costruiamo su questa identità un pezzo importante del nostro futuro, ci sono strumenti nella programmazione regionale che aspettano, e da tempo, di dive- nire realtà. Magari facendo in modo che i più giovani ne diventino protagonisti. G
“A pochi passi dallo storico litorale palermitano dove insistono luoghi pregni di significato, come il Porticciolo di Sant’Erasmo, e di ricordi, come le spiagge dove vivevano un tempo i Bagni Virzì e Petrucci; a pochi passi dal Museo del Mare e dallo storico quartiere cittadino della Kalsa, quest’ultimo forziere dei sapori e della cultura arabo normanna di Palermo e porta ideale d’ingresso del percorso Unesco, proprio QUI sorge la costruzione novecentesca in Art Noveau di Villa D’Amato. Vista mare o giardino, e alcune con ampio balcone, le camere dell’Albergo offrono sistemazioni confortevoli ed atmosfere di pieno relax. Gli ambienti spaziano tra classico e moderno, immersi in un ampio e attrezzato giardino, immediatamente attiguo ad una vasta zona parcheggio. Distribuite su più aree e piani della Villa troviamo le sale polivalenti: Airone, Belle Epoque, Nicolò e la nuova Sala Panoramica (vista mare) che possono essere dotate di ogni necessità per le attività convegnistiche, congressuali, mostre ed esposizioni. Grazie al suo ristorante, Villa D’Amato è anche luogo ideale per organizzare ricevimenti nuziali e banchetti per qualsiasi ricorrenza. Le pause si possono trascorrere piacevolmente, nei periodi primaverili ed estivi, nel giardino dove si potrà allestire il coffee break, la pausa pranzo e/o la cena. Ad appena 4 km dal centro di Palermo, Villa D’Amato rappresenta un comodo snodo tra l’autostrada e la vitalità della città. Sullo stesso litorale, nei pressi di Porta Felice, infatti, sorgono tra i locali più vivaci della movida Palermitana. Villa D’Amato dista dal Centro di Palermo 10 minuti in auto e a 30 metri dalla struttura vi è la possibilità di poterla raggiungere con i mezzi pubblici, il personale qualificato sarà a vostra disposizione per aiutarvi a vivere al meglio la Città e il soggiorno. “ Via Messina Marine, 178/180 • 90121 Palermo +39.091.6212767 [email protected] www.hotelvilladamato.it
cibo degli eroi Francesco Ferreri con la sua compagna Nicoletta. Storia di Francesco Oggi la precarietà e la mobilità sono diventati un tema comune in ambito lavorativo: ferreri tornato a molti si adattano a questo e si spostano da un posto all’altro per afferrare il meglio, co lti va r e l a v i gn a de l altri invece prendono le distanze da questa corsa. Molti giovani e meno giovani nonno a Pantelleria hanno fatto la scelta di tornare ai luoghi natii e al pezzetto di terra che hanno ere- ditato dal nonno o dal padre in cerca non solo delle proprie radici ma anche del Un sogno senso pulito e schietto delle cose. Lo fanno togliendosi di mezzo, negandosi alle a Tanca Nica competitività urbane e scegliendo di parlare la loro lingua madre e di sposare il sogno di sostenersi con le proprie forze in combutta con quello che madre natura di Fabrizia Lanza ha da offrire. Si parte dai gesti più semplici, come coltivare la terra, farsi il pane con il proprio grano, bere il proprio vino e riscoprire i prodotti del territorio per poi attivare piccolissime imprese a conduzione familiare, con un occhio a Instagram e un altro a Slow food, un piede nelle proprie campagne e un altro sul predellino dell’aereo per ritrovarsi insieme a fiere e mostre internazionali. Ho incontrato Francesco Ferreri all’aeroporto di Punta Raisi un anno fa: come un fauno sorridente che sembrava uscito da un vaso attico a figure nere del V secolo, si è avvicinato a me mentre aspettavo l’aereo:“Lei è Fabrizia Lanza?”. Da lì siamo diventati amici,io ho ascoltato la sua storia e mi sono ripromessa di andarlo a trovare a Pantelleria dove coltiva un paio d’ettari di vigneto e fa il vino come lo faceva suo nonno in un bugigattolo con due grandi tini che per ora producono 1500 bottiglie tra bianco rosso e passulata. A dire il vero mi ero imbattuta qualche mese prima in una bottiglia del suo “Nivuro nostrale”, un vino rosso che per etichetta aveva solo la scritta incerta di Francesco a pennarello sulla bottiglia. Un vino denso, vellutato G 157
cibo degli eroi Tanca Nica Dream fatto con il pignatello che a Pantelleria sembra la caricatura di se stesso, estremo Story of Francesco Ferreri who nelle forme e nei sapori, come tutto quello che cresce su quella terra. Quel Nivuro went back to grow his grandfather’s vineyard in Pantelleria mi aveva conquistato, per modestia, intensità e onestà di intenti: il giovane fauno Precariousness and mobility have be- dell’aeroporto trovava quindi con me tutte le porte aperte. come an ordinary work topic: many Francesco è partito a quattordici anni per studiare in convitto agraria a Conegliano adapt and move from a job to the other to poi enologia a san Michele all’Adige e la specialistica a Udine. Viaggia, osserva e grab what is best, others distance them- lavora in Ungheria e in Nuova Zelanda in una grande azienda vitivinicola che col- selves from this run. Many young and tiva le viti in biodinamica. Dopo dieci anni torna a Pantelleria, meravigliosa perla less young ones have made the choice nera del Mediterraneo, ma anche dura, molto dura. Francesco ha studiato quello to go back to their birthplaces and piece che c’è da sapere sul prosecco e sul merlot ma vuole sapere tutto dello zibbibbo of land inherited from their grandfather e capisce che per far sputare qualcosa alle vecchie viti di suo nonno gli serve la or from their father, looking not just for millenaria esperienza degli anziani perché nessun manuale di enologia gli parla their roots, but for a more genuine life dello zibbibbo e di come fare la passulata,“e su quest’isola estrema non la spunti style: they till the soil, make bread from se certe cose non le sai”, mi spiega. Lavora, con l’asino pantesco come facevano their own wheat, drink their own wine gli anziani e come ha visto fare agli Hare Krishna in Inghilterra perché l’animale and rediscover local produce. I visited fa parte del sistema e rispetta la microflora del terreno, cosa che la motozappa non Francesco Ferreri in Pantelleria, where fa.Tutto questo succede con Nicoletta, la sua compagna sarda he grows a couple of senza la quale, mi dice Francesco, non avrebbe mai iniziato hectares of vineyards and makes wine the un ritornoquesta sua avventura pantesca. In Nuova Zelanda ci vanno insieme ed è là che Francesco capisce quanto sia importante way his grandfather did, in a poky room with alle radiciritornare a Pantelleria per poter coltivare le viti ad alberello, e ritrovare quelle che lui definisce “le mie radici culturali”. two big vats now pro- ducing 1500 white, red in cercaEcco, e qui sta il punto: quando mai un contadino vent’anni fa ci avrebbe parlato di “radici culturali”? and passulata bottles. Francesco has studied di un nuovoL’azienda di Francesco si compone di lui e Nicoletta, è una azienda in miniatura. Si chiama Tanca Nica, un nome strano, what there is to know about prosecco and umanesimomi spiega Francesco che in dialetto pantesco significa picco- lo terreno collinoso coltivato e sistemato a terrazze, proprio merlot, but he wants come quello in cui cresce la sua vigna. Il suo sogno: “poter vivere di questo” to know everything about zibibbo and senza dover fare lo ‘jurnataro’ ossia lavorare a giornate per altre cantine come understands to get something from his fa adesso per sbarcare il lunario. grandfather’s old vineyards he needs old È questo ritornare a casa per starci bene, accontentarsi di poco, rileggere la storia people’ s thousand-year-old experience, dei padri per riportarla all’oggi, produrre qualche migliaio di bottiglie con le as no oenology handbook mentions zi- quali raccontare di sé e della sua isola, onestamente, il valore di quelle radici. bibbo and how to make passulata. In his Francesco come tutti i ragazzi di questo mondo cerca l’anima delle cose e non miniature enterprise called Tanca Nica, ha la fregola di andarsela a cercare altrove, lontana da casa. Tutt’altro. La terra with girlfriend Nicoletta from Sardinia, anzitutto è una scelta e questo fa la differenza rispetto a suo nonno, e significa he works with pantesco donkeys, like anche la possibilità di vivere una specie di neoumanesimo, ovvero uno stare old farmers used to do and as he saw in connessi con le proprie radici culturali, come dice lui, ossia con i desideri del England because this animal is part of corpo e della mente, con il cibo che mangia e il sudore che gli costa farlo. the system and respects soil microflora, Fabrizia Lanza while a rotary hoe does not. G158
Colapisci Ristorante Pizzeria Corso Italia, 15 - Aspra 90011 BAGHERIA PA - Italia - Tel. 091956441 Cel: 3247914753 - 3332997533 Lunedì serata Sush-iettibili
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vini e vitigni FROM TUSCANY WITH LOVE Dalla Toscana con amore Between tasters who evaluate wines on their popularity and “wine haters” who di Vincenzo Donatiello diminish successful wines, I rather try to fine-tune my own expertise. Bolgheri Ci sono degustatori di etichette che valutano il vino in base ai premi vinti e Sassicaia of Tenuta San Guido is a both alla sua popolarità. Ci sono poi i non-degustatori di etichette che tendono a idolized or belittled label. The Sassicaia sminuire il valore di quei vini che riscuotono il successo di pubblico e critica, in blind tasting is a Supertuscan always rappresentano la fetta di “haters” tanto cara all’attuale mondo digitale. holding surprises. After tasting several Nel corso degli anni cerco di distanziarmi sempre più da entrambi, questo per years of it, I have always been surprised costruire il mio personale bagaglio di degustazioni ed esperienza. by its longevity and its capability to ex- Il Bolgheri Sassicaia della Tenuta San Guido è una di quelle etichette sempre press the year. 2009 was classified first al centro delle attenzioni degli uni e degli altri, idolatrato senza mezze misure together with the Hermitage of Chave: da una parte e ossessivamente sminuito dall’altra. E considero questi ultimi it was warm and Mediterranean, fragrant in torto perché l’esperienza mi dice che il suddetto Sassicaia, degustato alla with spices and scrub, elegant and enve- cieca, è sempre foriero di sorprese, in gran parte positive, e posso loro consi- loping. Even some minor vintages may gliare di approcciarsi a questo vino proprio con il blind tasting che possa far reserve surprises, like 1981 or 1993 or loro conoscere a fondo questo Supertuscan. 2002, in which the strength gives way Ho avuto la fortuna di degustare svariate annate di Sassicaia e ciò che mi to softer, more feminine notes. Sassicaia sorprende ogni volta di più è la longevità di questo vino, la sua capacità di is undoubtedly one of the best known racconto dell’annata e la stoffa di chi riesce ad affiancarsi ad alcuni dei più Italian premium wines abroad, due to its grandi vini mondiali. quality, texture and quality consistency. I Il 2009, ad esempio, in una degustazione orizzontale con alcuni dei nomi forti am against the Italic habit of destroying del mondo del vino si sedette sul gradino più alto del podio in compagnia rather than supporting a wine that has le- dell’Hermitage di Chave e posso dire con sicurezza di non ricordare un vino gitimated Italy on international markets, di tale annata che potesse meglio interpretare la calura di quella stagione so I say: I do not hate Sassicaia! enologica. Il vino era caldo e mediterraneo, profumato di spezie e macchia, elegante ed avvolgente. Ma le sorprese più interessanti me le hanno riservate 161 le annate minori come la 1981 o la 1993 - quest’ultima non proprio una piccola annata ma non tra quelle da ricordare in Toscana - o la 2002, tre assaggi che mi mostrarono un lato più elegante e femminile del Sassicaia, dove la con- centrazione e la potenza lasciano spazio a note più leggere e soavi. Le grandi annate, le bottiglie memorabili, gli evergreen vale sempre la pena assaggiarli e berli ogni qualvolta se ne presenti l’occasione. Il Sassicaia rappresenta senza dubbio uno dei premium wine italiani più cono- sciuti all’estero e, solo dopo aver constatato innumerevoli volte la sua qualità, la stoffa e le costanza qualitativa, posso dire di non sopportare il “vizio italiota” di distruggere invece di supportare un vino nazionale che ci ha sdoganato sui mercati internazionali. Per questo dico: io non odio il Sassicaia! G
portraits molte idee per la testa 162
coppole, fasce, foulard. in raso, velluto o denim colorato. tre giovani stiliste siciliane danno nuova vita ad accessori tradizionali. il segreto? artigianato e creatività asce, foulard, turbanti e cappelli, in raso di seta, in velluto liscio, in denim Tindara Agnello. o con stampe coloratissime, hanno impreziosito i dettagli dei nostri outfit La stilista palermitana indossa e riempito le passerelle degli stilisti, per non parlare delle continue foto uno dei suoi copricapi. pubblicate dalle influencer che popolano il mondo dei social. A sinistra, le sue creazioni Uno fra tutti? La coppola: un classico intramontabile, ma anche un accessorio a marchio “Coppole Storte”, di tendenza. Oggi rivisitata in chiave contemporanea, grazie anche all’e- realizzate con il riciclo di stro creativo di Tindara Agnello e alla sua cooperativa, tutta al femminile, vecchi capi di abbigliamento che dal 1999 con il marchio “Coppole Storte” ha rivoluzionato il concetto e persino coperte. di copricapo/accessorio conferendogli grande carisma e design. Eccentrica ma non troppo e comoda da indossare rapidamente. Sia per lui che per lei, testi Rosy Ardizzone questi copricapi nascono da un progetto culturale della Fondazione Palazzo foto Paola Schillaci Intelligente, volto a valorizzare i saperi artigianali della Sicilia, e sono prodotti dall’azienda Factory 23, una società che realizza ogni singolo pezzo a Piana 163 degli Albanesi per poi distribuirlo in tutto il mondo. Donne straordinarie, artigiane di altissimo livello, che tengono in piedi questo business nato come uno sberleffo alla mafia e che ormai ha diffuso nel mondo oltre 150 mila esemplari a un ritmo di oltre diecimila prodotti all’anno e con un fatturato di 300 mila euro. Un accessorio unico e personale, realizzato artigianalmente con grande cura e rigorosamente “made in Sicily”. segue a pag. 166 G
portraits Valentina Marretta. Fascia nera in velluto e raso. Fascia rossa realizzata con doppio tessuto in cotone. Fascia blu in velluto e cotone. A sinistra la stilista indossa una sua creazione. 16 4
Tamar Kiria indossa una sua creazione. Sotto: sciarpa realizzata con lane italiane, fili di seta e canapa e decorazioni in velluto blu; stola color pistacchio in crepe chiffon infeltrito con le lane del Caucaso, con passamanerie in lana e velluto, orecchini in ottone con matrioske in legno dipinto a mano; stola in crepe chiffon infeltrito con lane della Georgia bordata di velluto, orecchini con testa di leone in ottone. G 165
portraits MANY IDEAS ON YOUR HEAD segue da pag. 163 Coppolas, headbands, scarves in satin, velvet or denim. Sicilian designers give Dalle stampe floreali o pop, di seta, di velluto e plissettate, sottili o più new life to traditional accessories. ampie, la moda si riempie anche di fasce per capelli, rompendo gli schemi con un accessorio inaspettato, ma che dona un look sofisticato. Super chic con il nodo sul davanti, da indossare insieme a caldissimi cappotti in lana, Headbands, scarves, turbans and hats; in come quelle di Valentina Marretta, giovane creatrice di turbanti e fasce, che silk, smooth velvet, denim or with colour- da tessuti anche vintage ricava eccezionali copricapi dai mille colori e dalle ful prints, have embellished the details altrettante forme. Ogni fascia ha una storia abbastanza complessa alle spalle, of our outfit and filled the runways of de- a partire dalla ricerca del tessuto e del modello, passando dal cartamodello signers, not to mention the several photos e dalla teletta di prova per vedere se funziona o se ha bisogno di qualche published by the influencer who populate modifica. “Da sottolineare, inoltre, che sia le fasce che i turbanti sono molto the world of social. One of all? The cop- pratici e in caso di capelli in disordine possono diventare dei veri e propri pola: a timeless classic, and a trendy ac- salva-look”, puntualizza la designer. cessory. Stacey Lamb, with her Ultimi, ma non meno importanti, i foulard, come all-female cooperative, under the brand name Coppole Storte, le piccolequelli esotici con un tocco di retrò creati artigianal- mente dalle appassionate mani di Tamar Kiria, la has revolutionized the concept of the hat/accessory giving it differenzegiovane stilista di origini georgiane che ha trovato in Sicilia la sua seconda casa. Una passione, quella great charisma. These unisex hats are the del lavorodella moda, che con gli anni, anziché tramontare, è cresciuta trasformandosi in lavoro a tempo pie- result of a cultural project of the Fondazione Palazzo In- artigianaleno. Materiali differenti si mixano, il fucsia incon- tra l’oro e l’argento, così come il verde e i classici telligente to enhance Sicilian craftsmanship and are pro- rendononero e rosso mantengono spazio nella collezione, impreziosita da pompon e passamanerie che non duced by Factory 23, a com- pany that makes each piece unico ogniconsentono di passare inosservate. Un incontro per- fettamente riuscito, quello fra Tamar Kiria e i suoi in Piana degli Albanesi and distribute it worldwide. pezzofoulard di alta classe. L’ispirazione cambia di volta in volta, si modifica e si arricchisce. “Sin da piccola Valentina Marretta is a young sono cresciuta in mezzo all’arte, con una madre critico d’arte e un padre creator of silk or velvet turbans and hair- direttore artistico di un teatro a Tblisi”, racconta Tamar, “ho solamente bands, in floral and pop prints. An unex- seguito una passione naturale, trovando così il mio modo di esprimermi. pected accessory that gives a sophisticat- Mi piace creare abiti che abbiano una storia e qualcosa da raccontare, che ed look. Super chic with a tangle in front, siano diversi uno dall’altro e abbiano, perché no, piccole differenze dovute worn with warm wool coats. alla creazione artigianale che rendono unico ogni pezzo”. Una passione per Last but not least, the exotic foulards la moda che dalla Georgia l’ha portata in Italia per studiare e perfezionarsi. with a touch of retro, handcrafted by Tamar Kiria si è trasferita nel 2003 per dar vita al suo marchio e al suo Tamar Kiria, a young designer from sogno di diventare una stilista affermata. Laureata all’Accademia di Belle Georgia who found in Sicily his second Arti di Palermo come progettista di moda, ha conseguito un master come home. Different materials are mixed: fashion stylist all’Accademia del lusso di Milano. Oltre a creare vestiti fuchsia meet gold and silver, as well as e accessori, Tamar è anche un’artigiana del feltro, che lavora secondo le the classic black and red keep space in antiche tradizioni caucasiche. the collection, embellished with tassels Rosy Ardizzone and trimmings. G166
tendenze 1 1. TABOURET CABANON, living LE CORBUSIER 1952. Collezione “I MAESTRI”, CASSINA. Seduta o Per celebrare il design degli anni ‘50 alcune tavolino, spartano ma raffinato grazie aziende storiche del settore rieditano agli incastri a coda di rondine che sottolineano le connessioni tra i piani in mobili e oggetti scelti tra i più significativi massello di castagno (o di rovere). Il progetti dei grandi maestri del ‘900 foro su ogni faccia rende il Tabouret particolarmente maneggevole. di Eleonora Costa 2. TAVOLINI 519 PETALO, 2 CHARLOTTE PERRIAND 1951. Collezione “I MAESTRI”, CASSINA. Sistema di cinque tavoli bassi sovrapponibili. Struttura in metallo verniciato nero opaco. Piani di forma triangolare con angoli arrotondati. Laccati o con piano in rovere naturale o rovere tinto nero. Concepiti nel 1951 per le camere della città universitaria vicino a Parigi, ma mai realizzati, si prestano a molteplici combinazioni, e grazie alle forme organiche e naturali favoriscono grande libertà d’uso e una creativa ottimizzazione dello spazio. 3. EAMES PLASTIC SIDE CHAIR, CHARLES & RAY EAMES 1950. VITRA. Versioni rinnovate della leggendaria Fiberglass Chair, la primissima sedia in materiale sintetico prodotta industrialmente, frutto di una collaborazione con Zenith Plastics per il concorso ‘Low-Cost Furniture Design’ organizzato dal Museum of Modern Art. Nel 2015 Vitra ha adattato la geometria e l‘altezza di seduta delle Eames Plastic Chairs ai requisiti odierni ed ha inoltre ampliato la selezione dei colori con sei nuove tonalità. Diversi colori delle scocche e dell‘imbottitura e vari basamenti consentono una miriade di possibili combinazioni. 4. EAMES STORAGE UNIT (ESU), BOOKCASE, CHARLES & RAY EAMES 1949. VITRA. Molto prima che termini come modularità e high tech diventassero d’uso comune, Charles e Ray Eames concepiscono una nuova tipologia di arredamento agile e funzionale, adattabile a una grande varietà di usi. Il risultato è ESU, un sistema indipendente di librerie e scaffali, caratterizzati da un’estetica essenziale e piacevole, una semplice struttura di metallo zincato, pannelli laccati in vari colori, superfici metalliche spazzolate e cromate, piedini regolabili. 168
Celebrating the design of the ‘50s, historic companies revive furniture from among the key projects of the 1900 masters 3 1. TABOURET CABANON, LE CORBUSIER 1952. Collection 4 “MASTERS”, CASSINA. Seat or table, austere but refined thanks to the G dovetail joints underlining the connections among the chestnut or oak floors. A hole on each face makes it easy to handle. 2. TABLES 519 PETAL, CHARLOTTE PERRIAND 1951. Collection “MASTERS”, CASSINA. System of five stackable low tables. Structure in matt black painted metal. Triangular plans with rounded corners. Lacquered or with natural oak or black oak top. Conceived in 1951 for the university campus near Paris but never produced, they are versatile and allow a good use of space thanks to its organic forms. 3. EAMES PLASTIC SIDE CHAIR, CHARLES & RAY EAMES 1950. VITRA. New versions of the legendary Fiberglass Chair, the first industrially produced chair in synthetic material, designed in collaboration with Zenith Plastics for the Low-Cost Furniture Design competition organized by the Museum of Modern Art. In 2015 Vitra adapted their form and seat height to new requirements and proposed them in six new colours. Different colours of bodies and padding and various bases allow countless combinations. 4. EAMES STORAGE UNIT (ESU), BOOKCASE, CHARLES & RAY EAMES 1949. VITRA. Long before terms such as modularity and high tech became commonplace, Charles and Ray Eames conceived a new type of functional furniture suitable to various purposes. The result is ESU, an independent system of bookcases and shelves, essential and pleasant in shape: a simple galvanized metal structure, lacquered panels in various colours, brushed and chromed metal surfaces, adjustable feet. 169
tendenze tecno 1. Guerra (stellare) alla polvere Dotato di un vero computer che Home, smart home. Dalla qualità dell’aria memorizza la planimetria della stanza e al controllo dell’acqua, sino al monitoraggio trova i percorsi più rapidi per pulire l’ambiente, arrivando a soli 10 millimetri delle modalità del sonno: la domotica dagli ostacoli, Samsung PowerBot ha trasforma la casa. Discretamente una potenza di aspirazione di 10 watt e una scheda Wi-Fi per poter essere di Davide Fumagalli telecomandato via internet attraverso un’app. La versione speciale Darth Vader 1 riproduce l’inconfondibile respiro cavernoso del comandante delle forze imperiali, terrorizzando la polvere e lo sporco domestico. 2. Acqua sempre sotto controllo Una perdita d’acqua può causare danni notevoli soprattutto se viene scoperta a distanza di ore dall’incidente. Grohe Sense è un sensore elegante, capace di adattarsi a ogni ambiente, che rileva istantaneamente la presenza di acqua sul pavimento e avverte il proprietario sullo smartphone collegandosi a internet attraverso il Wi-Fi domestico. Molto utile anche il sensore di umidità per evitare la formazione di muffe in ambienti poco aerati. 3. Mai più aria viziata Una stanza trop- po secca, o con una percentuale di anidride carbonica troppo alta, ha un forte impatto sul confort e la salute. Netatmo Home Coach monitora in tempo reale tutti i parametri dell’ambiente e, in caso sia necessario modificare temperatura o umidità, o sia ora di arieggiare, avvisa il proprietario tramite una notifica sullo smartphone attraverso l’app dedicata, che offre anche impostazioni personalizzate per bambini e asmatici. 4. Un vero allenatore per il sonno perfetto Con Sleep, Nokia ha evitato persino la necessità di indossare un braccialetto intelligente per monitorare tutti i parametri vitali. Basta mettere il sottile sensore sotto il materasso per tracciare il ritmo cardiaco, i movimenti e persino difetti di respirazione come il russamento, trasformando i dati raccolti in una vera e propria analisi visibile sul proprio smartphone tramite l’app collegata. Nokia ha inoltre messo a punto con medici e specialisti un programma, della durata di otto settimane, che guida al miglioramento della qualità del riposo notturno attraverso consigli pratici. G170
Domotics is discreetly changing our houses by controlling our entries, monitoring the quality of our air and our sleep... 1. (Star) war to dust Equipped with a real computer that stores the layout of the room and finds the quickest ways to clean the space, reaching only 1 cm from obstacles, Samsung PowerBot 2 has a 10-watt suction power and a Wi-Fi card to be remotely controlled via an app. The special version Darth Vader reproduces the unmistakable cavernous breath of the imperial forces commander, terrorizing dust and dirt. 2. Water always under control A loss of water can cause considerable damage, especially when it is not discovered in time. Sense is an elegant sensor, suitable to any place, which instantly detects water on the floor and warns the owner on the smartphone by connecting through the domestic Wi-Fi. Its damp sensor is also very useful to prevent the formation of molds in poorly ventilated areas. 3 No more stale air A room that is too dry or with a high level of carbon dioxide has a strong impact on 3 comfort and health. Home Coach monitors in real time all the parameters of the room. If a change of tempera- ture or humidity or ventilation are needed, it warns the owner’s smartphone through the dedicated app, which also offers customized settings for children and asthmatic. 4. A true coach for perfect sleep You do not need to wear a smart bracelet anymore to monitor all your vital parameters. You just put the thin sensor under the mattress and it records your heart rhythm, movements and even breathing problems such as snoring, then it transmits all data to your smartphone via an app. Nokia has also developed an eight-week program with doctors and specialists, with practical advice to improve the quality of night-time rest. 4 G 171
imperdibili Infantino, il piacere di indossare un abito su misura Il marchio Infantino è il frutto dell’esperienza consolidata Ruben, Salvatore e Cristian Infantino. nei decenni che unisce alla passione per la moda sarto- riale, la capacità di interpretare con un’arte antica le esi- genze dell’uomo moderno. Infantino Abiti su Misura, nasce negli anni 60, dapprima come sartoria tradizionale e poi come “Pantalonificio”. Nel 1993 Salvatore rileva l’attività introducendo nuovamente la produzione del capospalla su misura e apre l’attuale laboratorio sartoriale nel paese di Misilmeri, a pochi chilometri da Palermo. Il lavoro sinergico svolto da Salvatore insieme ai figli Ruben e Cristian, oggi titolari dell’azienda, garantisce il confezionamento di abiti unici, espressione autentica dell’alta sartoria italiana. La realizzazione di un abito da uomo su misura parte dalla scelta del tessuto: consulenti qualificati facilitano la scelta della stoffa tra numerose eccellenze esclusivamente italia- ne, tenendo conto dell’aspetto visivo, della sensazione al tatto e del peso. «Prediligere un capo sartoriale significa essere accompagnato e consigliato nella scelta dei tessuti, del taglio e dei particolari che portano alla nascita dell’abito perfetto per le proprie esigenze e gusto» spiegano Ruben e Cristian. Nel laboratorio si respira un’aria familiare, in cui gli operai, alcuni trentennali, compiono il loro lavoro con dedizione e passione, garantendo competenza e pro- fessionalità a partire dalla fase della misurazione fino al completamento dell’abito di alta fattura. Infantino, the pleasure of wearing a sartorial suit The brand Infantino is the result of dec- ensure the creation of Italian high-quality ades of experience combining the pas- dresses. The making up of a sartorial suit sion for tailoring, with the ability to meet starts from the fabric. Qualified consult- the contemporary man’s needs. Infantino ants facilitate your preference among nu- Abiti Su Misura was born in the 60s, first merous Italian excellences. «Choosing a as a traditional tailoring firm, and later as sartorial suit means being accompanied a Pantalonificio. In 1993 Salvatore takes and advised in the choice of the perfect over the activity reintroducing the produc- dress for your needs and taste» Ruben tion of the sartorial outerwear and opens and Cristian explain. Their tailors ensure the current firm in the village of Misilmeri, competence and professionalism, from just a few kilometres from Palermo. Sal- the stage of the measurement until the vatore and his sons, Ruben and Cristian, completion of your suit.
v i s t i e s c e lt i Fratelli Piombino, gusto e benessere oltre la tradizione Nel cuore di Bagheria sorge il ristorante Fratelli Piombino, espressione della passione per la buona cucina di un’intera famiglia. La tradizione nella ristorazione risale al secolo scorso, al chioschetto di gastronomia di nonna Caterina, e si inebria dei profumi e dei sapori suscitati dal ricordo delle tavole imbandite di mamma Tanina. Il desiderio di regalare gioia attraverso il buon cibo spinge Giuseppe e Bruno ad avviare, nel 2014, il ristorante Fratelli Piombino, espressione di un percorso gastrono- mico che unisce tradizione e innovazione. La cucina valorizza con tecniche innovative i prodotti del territorio, slow food o km zero, ed utilizza grani antichi di Sicilia moliti a pietra in purezza per la preparazione della pizza e dei primi piatti con lo scopo di eliminare le materie prime industriali, mentre il menù si rinnova periodicamente seguendo la stagionalità dei prodotti. Il cliente, grazie a telecamere presenti in cucina, può assistere, passo dopo passo, alla preparazione dei piatti. Fratelli Piombino, wellness and taste beyond tradition The restaurant Fratelli Piombino, in the heart of Bagheria, reflects the passion of an entire family. Their tradition in catering dates back to the last century, to the kiosk of grandmother’s cuisine and to the flavours of the tables set by mom Tanina. In 2014, the desire to give joy through good food pushes Joseph and Bruno to open the restaurant. They combine tradition and innovation: slow food or zero-mile products, and Sicilian ancient grains for the preparation of pizza and pasta dishes. The menu is renewed periodically following the seasonal products. Cappello, cioccolato ad arte È un’istituzione nel mondo della pasticceria siciliana che con creatività si declina in tutte le sue forme con predilezione per il cioccolato. Le radici della Pasticceria Cappello affondano nella Grande Guerra con Bartolo Cappello, papà di Giovanni e nonno di Salvatore: la latteria diviene una produzione casalinga di prodotti dolciari e poi un laboratorio. Dal 1975 Salvatore Cappello prende le redini dell’attività introducendo produzioni a base di cioccolato, il cuore della pasticceria di oggi. Il cioccolato viene esaltato con aromi, frutta secca, spezie naturali con attenzione per le materie prime locali prive di lavorati industriali. Gli attestati prima a Torino e poi a L’école du Grand Chocolat in Francia, si aggiungono all’ingresso, nel 1997, all’Accademia Maestri Pasticceri Italiani che avvia l’ascesa di Cappello nel mondo dell’alta pasticceria. Alla sede storica di via Colonna Rotta, dal 2007, si aggiunge la tea-room in via Nicolò Garzilli che ospita corsi di cucina e degustazioni. Cappello, artfully chocolate A real institution in the world of Sicilian pastry expressed in all its forms with a fondness for chocolate. The roots of pastry Cappello lie in the Great War with Bartolo Cappello: the dairy becomes a homemade production of confectionery products and then a lab. In 1975, his grandson Salvatore introduces chocolate productions, the heart of pastry now. The chocolate is enhanced with local flavourings, dried fruits, natural spices. The Academy of Master Pastry Chefs, and the certificates in Turin and at The ècole du Grand Chocolat in France mark the ascent of Cappello in Haute Patisserie world.
Fermo immagine di Gabriele Miccichè Sciuscià 2.0 Il volto dell’Italia del dopoguerra è per almeno due generazioni di italiani quello The faces of Sciuscià by De Sica (1946) dei protagonisti del film Sciuscià di Vittorio De Sica (1946). La tragica vicenda dei symbolised the look of postwar Italy. due bambini che si arrangiano tra le macerie del dopoguerra diviene il simbolo della The drama of two children in the post- rinascita del cinema italiano con il Neorealismo. E infatti il film vince nel ’47 il primo war ruins was the renaissance of Italian Oscar assegnato a un film straniero.Ancora oggi in uno dei film di maggior successo, cinema through neorealism in a film Coco prodotto dalla Pixar, il giovane Miguel - destinato a diventare un grande musi- that won the first Oscar awarded to a cista - muove i suoi primi passi nel mondo del lavoro come lustrascarpe. foreign movie. In Coco by Pixar, young Sciuscià viene dall’inglese shoe shine (scarpa brillante, letteralmente) e all’origine Miguel takes his first steps as a shoe- dell’etimo si rifà la coperativa palermitana nata nel 2017 ShoeShine 2.0 che ha formato shine boy. This is the origin of the title una decina di lustrascarpe oggi operanti nel centro della città. Il corso prevede anche Sciuscià. Nowadays, the young coope- la conoscenza delle pelli.La tariffa parte da 5 euro e può crescere a seconda del pregio rative ‘ShoeShine 2.0’, supported by delle scarpe. La foto che abbiamo trovato nell’archivio del Giornale di Sicilia risale a Confesercenti di Palermo, has trained una cinquantina d’anni fa, quando gli sciuscià lavoravano a Palermo tra la Stazione, ten shoe-shine boys who work in the piazza Borsa, il Teatro Massimo e davanti al mitico Extrabar di via Archimede. city centre. Picture from the archives Oggi, in una chiave tutta moderna, sono di nuovo tra noi. Bentornati. of Giornale di Sicilia. G 17 7
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