direttore sportivo. In una corsa quanto conta la tattica e quantol’istinto?Nel ciclismo moderno conta più la tattica. Dovessi dare delle percentualidirei 70% tattica e 30% istinto.Lei è tra i pochissimi Re d’Europa a potersi fregiare della “Tripla co-rona”: quella di Spagna (La Vuelta 2010), d’Italia (Il Giro 2013), di Fran-cia (Il Tour 2014). Un successo figlio d’incontri, sacrifici, rinunce epassione. In questi anni ha pedalato in luoghi meravigliosi, circondatoda un pubblico affascinato dall’immane sforzo del ciclista. In cosa que-sto sport è diverso dagli altri?In bici sei solo con te stesso, e sei libero di andare dove vuoi. Assomigliasolo alla maratona, lo sforzo del ciclista, infatti, è paragonabile solo aquello del maratoneta.Quest’anno il suo obiettivo dichiarato è quello di rivincere il Tour deFrance. La corsa a tappe più importante del mondo, a proposito dellaquale ha dichiarato che, per reintegrare le energie, mentre gli altri man-giavano le barrette ipercaloriche, lei si faceva sciogliere in bocca deicubetti di pasta di mandorla. Insomma, un po’ di Sicilia sulle strade delTour… In attesa del prossimo 4 luglio, giorno della partenza, è vero chead alti livelli la gara vera si corre contro le proprie paure?Non per me. Dormo sempre bene prima di ogni partenza...Da pochi giorni è uno degli sponsor del “G.S. Mastromarco”, la squadratoscana dove è cresciuto professionalmente e umanamente e alla qualeè sempre rimasto legato da vincoli di profondo affetto. Un sempliceomaggio a chi l’ha ben accolto al suo arrivo da Messina o un primopasso verso un maggiore impegno verso il movimento di base? Attraverso i miei sponsor sono riuscito a fornire del materiale ai giovani ciclisti che corrono in quella società perché mi piace l’idea di poter aiutare i giovani che vogliono seguire una passione. E ancor di più quelli che hanno quella pas- sione che è stata, ed è ancora oggi, la mia. Nicola Costantino 49
Anno 1915 Breve ma incisiva la parabola del Futurismo a Messina Alla vigilia dell’ingresso dell’Italia nella grande guerra, Marinetti e il gruppo dirigente futurista si trovano, dopo la deflagrante provocazione rappresentata dal Manifesto tecnico delle parole in libertà del 1912, al culmine di un pro- gressivo isolamento dall’intellighenzia italiana. Nel momento cruciale per le sorti della partecipazione italiana al conflitto, il movimento di Marinetti si scopre soprattutto privo di un prezioso strumento di propaganda, di un foglio militante che promuova il nuovo stile paroliberista («Poesia» aveva, infatti, terminato il suo ciclo e «Lacerba» era ormai ostile al leader futurista). In questo frangente delicato nasce, nel con- testo peculiare della Sicilia movimentata sin dagli esordi del XX secolo dalle presenze di un simbolismo maturo (si pensi su tutti all’im- portante ruolo svolto da Tito Marrone), l’espe- rienza della «Balza futurista». Partorito dall’intraprendenza di Guglielmo Jannelli, Lu- ciano Nicastro e Vann’Antò, il periodico mes- sinese diviene durante la parabola breve ma intensa dei suoi tre numeri (10, 27 aprile e 12 maggio 1915) l’organo ufficiale del movi- mento, non senza segnalare momenti di dis- senso nei confronti dello stesso Marinetti. L’irriverenza riservata all’intransigente leader trova, per esempio, occasione di sfogo nel50
componimento di Vann’antò: Naturamorta cinematografìcaAutomobile + asina.., che rimane, a conti fatti, l’unica dimo-strazione di palese autoironia nella storia del futurismo ita-liano. In sostanza, la tavola parolibera racconta, con una seriedi rigide sequenze quasi di carattere filmico, la disavventuradi un’automobile “in panne”, trascinata via dalla sua inerte po-sizione, grazie all’intervento provvidenziale di un’asina. Delritratto arguto dell’autore ragusano occorre sottolineare il va-lore simbolico attribuito alle due protagoniste: l’asina è infattiil più antico e fedele mezzo di trasporto siciliano, mentre l’au-tomobile rappresenta il mito futurista maggiormente sentito emaggiormente tangibile nell’isola. Si tenga presente a tal pro-posito la copertina disegnata da Duilio Cambellotti per «Rapi-ditas», numero unico edito in occasione della “Targa Florio”,in cui alcuni automobilisti si prendono beffa di uno scheletricocavallo. Con indovinato sarcasmo, Vann’antò sceglie i due“campioni” che inverano in questo confronto significativo emodernamente esopico, la differenza tra diverse epoche e dif-ferenti attitudini dell’identità siciliana. Per comprendere quanto conti «La Balza futurista», nel delicato clima prebellico, per le necessità futuriste di propaganda delle tesi irredentiste e del modello paro- liberista, basta scorrere la lista dei collaboratori, tra i quali, sin dall’esordio della rivista, figu- rano esponenti di spicco del mo- vimento marinettiano: Balla, Depero, Boccioni, Francesco Cangiullo e Prampolini che vi pubblica la sua Scenografia fu- turista. Con l’entrata italiana in guerra, «La Balza futurista», interrompe le sue pubblicazioni. La rivistamessinese ha contribuito in modo decisivo a sollecitare, conveemenza futurista, gli animi, nella vigilia ansiosa dell’inter-vento italiano nella Grande Guerra, «aspettando l’ora in cuitaceremo tutti e marceremo sotto gli ordini indiscutibili di Ca-dorna», secondo le dogmatiche indicazioni di Marinetti. Dario Tomasello 51
Secondo Valentine de Saint-Point il femminismo era «un errore politico […] un errore cerebrale» Quando il futurismo al femminile si scontrò con il nascente femminismo Quando il futurismo è donna, il suo nome – a lungo dimenticato – è quello di Valentine de Saint-Point, pseudonimo di Anna Jeanne Valentine Marianne Glans de Cessiat-Vercell (1875-1953), figlia della ricca borghesia francese di provincia e, per linea materna, pronipote di Alphonse de Lamartine. Valentine non si può dire che sia stata “figlia del suo tempo”. Tutt’altro. Ne- mica della mediocrità e dell’ipocrita morale borghese e cristiana, vivrà in modo trasgressivo, eccentrico e contraddittorio. Nelle successive fasi della sua esistenza finirà per fare scelte in contrasto anche con alcuni dei suoi primi punti fermi. Si convertirà, ad esempio, alla religione islamica, ben più in contrasto con la liberazione (individuale) della donna da lei propugnata di quanto non fosse la religione cristiana. Valentine amava dare scandalo, non solo nella turbolenta e vivace vita sentimentale, ma anche e soprattutto attraverso la poliedrica attività ar- tistica. Nel 1904, con già due matrimoni alle spalle, si legava a Ricciotto Canudo, scrittore e critico let- terario (colui che definì il cinema “la settima arte”); una libera unione che le consentiva di dedicarsi completamente all’arte e alla lettera- tura. Praticherà tutti i generi letterari, dalla poe- sia al romanzo, dal teatro e alla critica, Valentine de Saint-Point52
misurandosi anche con la pittura, l’incisione e persino con la coreografia e la danza, senza te- mere il ridicolo e gli inevitabili raffronti con le muse dell’epoca, Duncan e Rubistein in testa. Convinta sarebbe stata la sua adesione al futu- rismo, con il conseguente scontro frontale con il femminismo dell’epoca, che era a suo dire «un errore politico […] un errore cerebrale»,perché accordare alla donna i diritti reclamati dalle femministe non avrebbeportato ad alcuno «dei disordini auspicati dai Futuristi, ma anzi ad un ec-cesso di ordine».Queste affermazioni si leggono in uno degli scritti che le diede forse più no-torietà: il Manifesto della Donna futurista. Risposta a F.T. Marinetti. Saint-Point lo dava alle stampe nel 1912, sotto forma di volantino pubblicato siaa Parigi che a Milano, quasi fosse una replica a Marinetti. Erano trascorsitre anni da quando questi aveva diffuso il suo rivoluzionario Manifesto delFuturismo dove, oltre agli imperativi categorici di chiudere i ponti con ilpassato distruggendo «i musei, le biblioteche, le accademie d’ogni specie»e di combattere contro il moralismo, il femminismo e contro ogni viltà op-portunistica o utilitaria, dichiarava di voler realizzare “l’uomo nuovo” glo-rificando tra l’altro «la guerra – sola igiene del mondo – il militarismo, ilpatriottismo, il gesto distruttore dei libertari, le belle idee per cui si muore eil disprezzo della donna».Il Manifesto di Saint-Point contraddice, però, Marinetti solo in prima battuta,quando afferma che la «maggioranza delle donne non è né superiore né in-feriore alla maggioranza degli uomini. Sono uguali. Meritano entrambe lostesso disprezzo». In realtà, più che una replica alla misoginia di Marinetti, è un tentativo di ascrivere la soggettività della “donna nuova” alla misoginia futurista, sca- gliandosi contro tutte le caratteristiche attribuite allora al genere femminile, a cominciare da dol- cezza e pudicizia, e riconducendo «il tutto sotto lo scudo simbolico del nazionalismo guerrafon- daio futurista» (così Emma Schiavon). La seconda parte del titolo sarebbe stata tuttavia sufficiente a far considerare Saint-Point la “vi- rile” contraddittrice dell’indefettibile misogino Marinetti e anche a spiegare – almeno, secondo Jean-Paul Morel – le ragioni del suo oblìo. Antonella CocchiaraFilippo Tommaso Marinetti 53
Il mito di Garibaldi nella percezione popolare Giuseppe Garibaldi è una figura di assoluta centralità nella storia del Risorgimento italiano. Anche gli storici più disincantati hanno posto in evidenza la tensione ideale, spesso ingenuamente ideale, che ispirò il suo impegno di condottiero di eserciti, pronto a esportare - ovunque riteneva che ce ne fosse bisogno - i suoi valori di democrazia, libertà e indipen- denza dei popoli. E’ indubbio che Garibaldi abbia finito così con l’incarnare, in una dimensione transnazionale e insieme a poche altre figure del XIX secolo (una per tutte, quella di Lord Byron), la fi- gura dell’eroe romantico per ec- cellenza, sottoposta a uno straordinario processo di plasmazione che lo trasformò, nel- l’arco di un quarto di secolo, in vera e propria icona leggendaria. L’intima adesione del popolo all’eroe in camicia rossa costituiva l’inveramento di una singolare coincidenza tra ideologia e prassi. Gli studi sul folklore europeo ci hanno mostrato come una delle più potenti e decisive cause dell’affermarsi di un genuino interesse verso le produzioni cul-54
turali delle comunità locali fosse costituita proprio dall’ideo-logia del “popolo-nazione” che iniziò a improntare di sé iprocessi storici di costituzione dei moderni stati nazionali.La figura di Garibaldi nella percezione popolare, tranne rareeccezioni, si sottrasse a un giudizio basato sull’analisi deivantaggi effettivi che la sua azione aveva arrecato al popolosiciliano. I motivi di ciò vanno certamente ricondotti al pro-cesso di mitizzazione cui l’eroe dei due mondi venne sot-toposto, derivante dalla rispondenza di tale personaggio amodelli e figure simboliche già presenti nella tradizione po-polare: in particolare, quelli dell’eroe civilizzatore, del ven-dicatore dei torti, del paladino della giustizia.Tutto ciò non è stato privo di esiti nelle produzioni dell’artefigurativa popolare in Sicilia.Le iconografie garibaldine nella cultura tradizionale sici-liana si sono così articolate in alcune principali formeespressive, tra le quali non è raro trovare esempi applicatisu collari bovini, barilotti pastorali, bicchieri di corno, ba-stoni intagliati, sponde, chiavi e casc’i fusu di carretti e sva-riati altri manufatti che rientrano nell’ambito dell’artepopolare. Tali produzioni mostrano come questo pro- tagonista dell’epopea risorgimentale sia stato ben presto assunto e assorbito nei qua- dri di riferimento mitologico e simbolico dei ceti subalterni siciliani, finendo con lo svolgere la medesima fun- zione svolta in passato dagli eroi dell’Opra. Sergio Todesco 55
VITALIANO BRANCATI Non solo scrittore, ma anche uomo di cinema professionalmente impegnato Oltre sessant’anni fa, il 25 settembre 1954, muore a Torino Vitaliano Brancati, a soli 47 anni, essendo nato a Pachino (SR) il 24 luglio 1907: un anniversario passato inosservato, così come – nel corso del tempo – non si è prestata adeguata attenzione alla sua attività cinemato- grafica. Eppure, non si tratta solo di uno scrittore impor- tante, ma anche di un uomo di cinema non oc- casionale, bensì professionalmente impegnato, ché letteratura e cinema procedono di pari passo nell’ambito della sua poliedrica attività, in cui, oltre a legare il suo nome a una grande generazione di registi italiani, scrisse diversi soggetti originali e collaborò a numerose sce- neggiature. Di grande rilievo la cosiddetta “trilogia dell’im- pegno civile”, che nasce dal lavoro congiunto con il regista Luigi Zampa: Anni difficili (1948), tratto dal racconto Il vecchio con gli stivali; Vitaliano Brancati56
Anni facili (1953), da un soggetto originale dello scrittore; L’arte di arrangiarsi (1954), anch’esso da un soggetto originale. Dopo la morte, ecco i film tratti dai suoi romanzi più famosi, per i quali la critica parla di “trilogia erotico-sessuale”: Il Bell’Antonio (1959) di Mauro Bolognini, con M. Mastroianni e C. Cardinale (cui fa seguito il remake televisivo, diretto M. Zaccaro, nel 2005, per Raiuno); Don Giovanni in Sicilia (1967) di Alberto Lat- tuada, con Lando Buzzanca (cui segue, nel 1977, per Raiuno, lo sceneggiato con D. Modugno); Paolo il caldo (1973) di Marco Vicario, con Giancarlo Giannini; e, infine,Claudia Cardinale e Marcello La governante (1973) di Gianni Grimaldi,Mastroianni in Paolo il caldo di con cui la “trilogia” diventa “tetralogia”.Mauro Bolognini Le opere letterarie di Brancati costitui- scono una rappresentazione della Sicilia come una terra dominata dall’ozio e dalla pigrizia, con i giovani che passano il tempo nei caffè a sproloquiare di donne, immersa in quel “miele torpido” di cui avrebbe parlato anche Ercole Patti, nel “vitellonismo”, nel “gallismo” e nell’erotismo, che diventano, peraltro, il con- traltare della mestizia e del desiderio di morte tipici dell’anima siciliana; ma vi sono anche il velleitarismo, il desiderio di sopraffazione e di grandezza, specchio e metafora della società italiana dominata dal fascismo, che Brancati tratteggia con tono tra il comico e il dramma- tico, con senso del grottesco e con una scrittura fustigatrice dei costumi, che anche i film tratti dalle sue opere, sia pure in parte, riescono a ri- prendere e a rispecchiare.Don Giovanni in Sicilia, Nino Genoveselocandina 57
libri da leggere - L Un incredibile successo di pubblico e di critica per Albert Espinosa scrive per Salani que- sto romanzo “assurdo”, come il suo titolo. “Assurdo”, nel senso più sublime del termine, è anche l’autore, un uomo “diverso”, che crede che la vita sia “un continuo abbassare maniglie”. Un uomo che crede – semplicemente - nell’Amore e nello stupore. Protagoni- sta di questo romanzo è Marcos, un uomo che ha appena perso sua madre, colei che lo ha iniziato alla vita. Senza di lei crede che il mondo non sarà più lo stesso e decide di assumere un far- maco che gli permetterà di stare sveglio per sempre. Ma, a un passo da questo passo, lo raggiunge una telefonata: la polizia ha catturato uno “straniero”, un extraterrestre, ed è necessario l’intervento di Marcos che, grazie al suo dono, è l’unico che può interrogarlo leggendo nella sua mente. Ma come spesso accade nella vita, ci si trova di- nanzi a un ribaltamento: Marcos (che aveva ap- punto il dono di poter leggere nella mente e nel cuore altrui) non sarà capace di scrutare l’alieno, e sarà invece scrutato da esso. Verrà così trascinato in un viaggio onirico, im- maginifico e commovente. In questo romanzo, il surrealismo dell’ambien- tazione si accosta - con raro fascino ipnotico e scottante emotività - a un iper-realismo dei sen- timenti. “Sono bellissime le espressioni che appaiono sul nostro volto quando ci dedichiamo a ciò che amiamo. (…) E se bastasse un istante per sapere esattamente cosa siamo l’uno per l’altro?”. Lucia Lucà TrombettaL58
- Libri da leggere - Libri da leggere - Libri Libreria BonanzingaLa dittatura dell’inverno Al suo esordio narrativo, Valeria AncioneValeria Ancione messinese d’adozione, nata a Palermo, ci sor-€ 18,00 prende per la naturalezza e l’energia della312 pp., sua scrittura e ci affida una storia delicata eMondadori speciale, che ci ricorda come anche l’esi- stenza più piena e felice possa essere attra- versata dal lampo folgorante di una nuova possibilità. Una storia d’amicizia e d’amore intenso che disorienta ed intriga proprio per la sua po- tenza inaspettata. Un libro che mette in scena l’attuazione dell’imprevisto come elemento che può mu- tare il corso delle cose.Gli anni al contrario Libreria FeltrinelliNadia Terranova€ 16,00 Messina, 1977.144 pp., Aurora, figlia del fascistissimo Silini, il suoEinaudi obiettivo è prendere tutti nove a scuola im- maginando di emanciparsi dalla sua famiglia, che le sta stretta. Giovanni è lo scavezzacollo dei Santatorre, ce l’ha con suo padre e il suo “comunismo che odora di sconfitta”, e vuole fare la rivoluzione. I due si incontrano all’uni- versità, e pochi mesi dopo aspettano già una bambina. Erano anni in cui due ragazzi inna- morati giocavano a fare i grandi, senza mai diventare adulti. Erano gli anni settanta. Anni al contrario.LIBRERIE - LIBRERIE - LIBRERIE - LIB59 RE
Febbraio della Filarmonica Laudamo: dal duo all’orchestra d’arpe Il mese di febbraio della Filarmonica Laudamo Omnia Sax Quartet vedrà una serie di appuntamenti con forma- Les Elements zioni musicali assai diverse fra loro per orga- nico e repertori. Domenica 1 febbraio al Palacultura, ore 18, David Brutti, uno dei più apprezzati sassofoni- sti italiani incontra l’Omnia Sax Quartet (Ales- sio Porcello sax soprano, Rosario D. Greco sax contralto, Giuseppe Trimarchi sax tenore, Raf- faele Benedetto sax baritono) formazione crea- tasi presso il Conservatorio Corelli di Messina, e in grande ascesa in 200º anniversario della nascita di Adolphe Sax”, inventore del sasso- fono. Un viaggio che parte da Bach, per appro- dare ai moderni Glass e Nyman, Salvatore Sciarrino, attraverso Cole Porter. La celebra- zione di uno strumento che ha caratterizzato l’intero XXº secolo, ed ancor oggi mantiene inalterata la sua modernità. Giovedì 5 febbraio, Sala Laudamo, ore 19, af- fascinante appuntamento con una delle forma- zioni di musica antica più rappresentative: Les Eléments con Piero Cartosio e Natalia Bonello, flauti diritti e traversieri, Gianluca Lastraioli, tiorba e chitarra barocca in “Labirinti di Luce: Musiche Circolari e Piéces Caractéristiques del ‘600 e ‘700”. Il concerto fa parte della serie Ac- cordiacorde, serie di concerti infrasettimanali svolti in collaborazione con E.A.R. Teatro di Messina. Domenica 8 febbraio, Palacultura, ore 18 di scena il Warhol Piano Quartet, con Filippo Fattorini violino, Alessio Toro viola, Paolo An- driotti violoncello, Andrea Feroci pianoforte. Con l’intento di valorizzare le formazioni com-60
David Brutti poste da giovani di talento, e di grande spessore musicale, la Filarmonica Laudamo ha pensato di riproporre anche quest’anno un quartetto che già ha raccolto grandi consensi la scorsa stagione e che si è formato presso l’Accademia Stauffer, diretta dai maestri del Quartetto di Cremona, una assoluta eccellenza italiana per la musica da camera. Il programma spazierà fra Mozart, Kancheli e Faurè. Domenica 15 febbraio, Palacultura ore 18. Ap- puntamento inusuale con una realtà unica al mondo, ma tutta italiana: una orchestra formata esclusivamente da arpe. Grazia Bonasia e Lodi Luka ne sono i direttori, e, oltre alla presenza di Albarosa Di Lieto all’arpa, fondatrice dell’or- chestra, Stefano Ottomano alla marimba e, in una prima esecuzione assoluta di Vincenzo Pa- lermo dal titolo “Come l’Onde e le Sirene”, la pianista Ilaria Ganeri. Altri brani in programma di: Bonasia, Palermo, Luka, Sorrentino, Jarre, Ferrante, Ottomano e Händel. Giovedì 19 febbraio ore 19 Sala Laudamo, per Accordiacorde in collaborazione con E.A.R. Teatro di Messina, il duo formato da Carmelo Coglitore ai sassofoni e Giuseppe Caridi al vio- loncello in “Chiudi gli occhi”. Rivisitazione di celebri brani di classica (Bach, Paganini, Gou- not, Bizet), visti anche attraverso il linguaggio dell’improvvisazione. Il CD omonimo è stato pubblicato in collabora- zione con il Conservato- rio Cilea di Reggio Calabria. Caridi, violon- cellista dell’Orchestra del Teatro Cilea di Reggio Ca- labria ha grande espe- rienza sia nella classica che in musiche “altre”, e Coglitore è sicuramente uno fra i musicisti più ge- niali della nostra isola.Giuseppe Caridi e Carmelo Coglitore Luciano Troja 61
venti del mese Eventi del mese Eventi del 16 febbraio, MESSINA, Cineforum Orione, Auditorium Fasola “Gabrielle. Un amore fuori dal coro”, di Louise Archambault 17 febbraio, SCIACCA (AG) Carnevale di Sciacca - 115° edizione 18 febbraio, Roma, Teatro Argentina “Go down, Moses”, di Romeo Castellucci 19 febbraio, TRENTO, Muse Mostra “Oltre il limite. Viaggio ai confini della conoscenza” 20 febbraio, BOLOGNA, Museo Civico Archeologico Mostra “Tra storia e miti: tre arazzi fiamminghi” 21 febbraio, BARCELLONA P.G., Teatro Mandanici “Il Gabbiano Jonathan Livingstone”, con Enzo Decaro 22 febbraio, MESSINA, Teatro Vittorio Emanuele Ensemble Berlin in concerto 23 febbraio, ROMA, Teatro Argentina “Slava’s Snowshow” 24 febbraio, ROMA, Istituto centrale per la grafica Mostra “Morandi in calcografia. La collezione delle matrici 1912 – 1964” 25 febbraio, CAGLIARI, Archivio di Stato Mostra “La Grande Guerra: vicende, uomini, società” 26 febbraio, MESSINA, Teatro Vittorio Emanuele “I giocatori”, regia Enrico Ianniello 27 febbraio, COSENZA, Teatro Morelli “Polvere”, di Saverio La Ruina 28 febbraio, MESSINA, Sala Laudamo “Solitudine”, regia Annibale Pavone 1 marzo, LAMEZIA TERME, Teatro Umberto “Hamlet travestie”, Punta Corsara, Rassegna Ricrii 2 marzo, MESSINA, Cineforum Orione, Auditorium Fasola “Ida”, di Pavel Pawlikowski 62
del mese Eventi del mese Eventi del mese 3 marzo, PALERMO, Teatro Biondo “Non si sa come”, di Luigi Pirandello, con Pino Caruso 4 marzo, ROMA, Palazzo Massimo alle Terme “Rivoluzione Augusto. L’imperatore che riscrisse il tempo e la città” 5 marzo, MESSINA, Teatro Vittorio Emanuele “Io mai niente con nessuno avevo fatto”, Vuccirìa Teatro 6 marzo, NAPOLI, Spazio Interno 5 “L’inferno e la fanciulla”, Piccola Compagnia Dammacco 7 marzo, BARCELLONA P.G., Teatro Mandanici “Invenzioni a tre voci”, Compagnia Zappalà Dance 8 marzo, ROMA, Teatro India Romeo e Giulietta, di William Shakespeare, adattamento e tra- duzione Francesco Niccolini, regia Tonio De Nitto 9 marzo, MESSINA, Cineforum Orione, Auditorium Fasola “Oh boy, un caffè a Berlino”, di Jan Ole Gerster 10 marzo, CATANIA, Zo Centro Culture Contemporanee “Battuage”, Vuccirìa teatro 11 marzo, MODENA, Teatro Comunale Mostra “Opera lirica: cibo per l’anima” 12 marzo, PAESTUM (SALERNO), Museo Archeologico Nazionale di Paestum, “Colori nell’antica Paestum. Vita dei colori e colori della vita” 13 marzo, MESSINA, Teatro Vittorio Emanuele “Vinodentro”, Concerto di Paolo Fresu e Daniele Di Bonaven- tura 14 marzo, ROMA, Galleria d’arte moderna di Roma Capitale Mostra “Artisti dell’Ottocento: temi e riscoperte” 15 marzo, MESSINA, Chiesa di Santa Maria Alemanna “La città invisibile” regia e drammaturgia Angelo Campolo, Rassegna Atto Unico 16 marzo, MILANO, Museo Civico di Storia Naturale “Cibo a 5 sensi. Mostra Food” 63
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