informazioni che aveva ricavato.Johnny riflettè a lungo e pensò che il messaggioricattatorio e la voglia di riprendersi il lavoro perso,sono moventi che potrebbero portare all’omicidio delcapotreno ma non è sicuro che la morte della ragazza possacentrare in qualche modo con la morte di Fred. Così Johnnytornò a casa con la testa in confusione. 51La mattina seguente, ricevette una chiamata da Karl e sisentì dire che Winshow dopo i messaggi trovati nel telefonodi Fred, fu messo in prigione.Quindi Johnny andò in commissariato per capire cosa stessesuccedendo.Mentre Johnny stava per entrare, vide Michael:<<Buongiorno signor Barry, cosa ci fa lei qui?>>ChieseJohnny.<<La polizia mi ha chiesto per precauzioni di interrogarmidato che mia figlia aveva una relazione con il poveroFred.>>Così Barry entrò in una stanza con Karl, tre poliziotti eun investigatore.Dopo una lunga attesa, uscirono tutti e per prima cosaJohnny chiese a Karl cosa Barry avesse detto durantel’interrogatorio:<<Allora io non ho sentito niente di nuovo; ha detto cheFred stava con sua figlia, lui la lasciò poi la ragazzamorì e infine anche lui>>.Johnny mentre tornava a casa, siricordò una cosa importantissima: Winshow era uno degliaddetti alla manutenzione trovati storditi vicino al trenoquindi, non avrebbe potuto uccidere Fred e simulare unosvenimento.
Johnny tornò quindi in caserma per raccontare tutto allapolizia e chiese loro di scagionarlo perché era innocente.A questo punto Winshow mandato a casa e il cerchio degliindiziati si restrinse su Barry e Harn.I nostri protagonisti quindi si recarono a casa di Harn,suonarono il campanello e per fortuna lo trovarono.<<Si? Chi è?>> Chiese curioso Harn al citofono. 52<<Buona sera signor Harn, siamo venuti a farle delledomande riguardo al caso di qualche giorno fa, quello dellamorte del capotreno Fred Anderson.>> Rispose Johnny.<<Ma certo forza entrate>><<Allora signor Harn, dove si trovava il giorno in cui èsuccesso questo fatto?>>Il signor Harn incominciò a sudare e con la voce tremanteriferì:<<Posso dimostrarvi che ero in viaggio a parigi, possomostrarvi la prenotazione dell’hotel e il biglietto aereo>><<Grazie, ne saremo grati se ce li facesse vedere>>RisposeJohnny.A quel punto, Karl chiamò un agente che controllò idocumenti e le prove che Harn era a Parigi quel giorno.Harn era pulito, quindi solo uno mancava; il padre diStephany Barry ossia il signor Michael Barry.La sera seguente, Johnny, Karl e Michael si dovetterotrovare a casa di Barry per una cena; ma Johnny non erastupido e per precauzione chiese al commissario se qualcheagente potesse seguirli fino a casa di Michael per poientrare in scena e cercare indizi.Così Johnny e Karl andarono a casa sua e si misero a tavolaa mangiare.
Appena finito di cenare, Karl chiamò dentro gli agenti cheiniziarono ad ispezionare il tutto.<<Ma cosa state facendo, come vi azzardate a guardare neimiei affari privati!!>> Esclamò infuriato e spaventatoMichael.<<Si rilassi signore, stiamo ispezionando la casa percontrollare se ci sono indizi o tracce riguardo 53all’omicidio di Fred Anderson.Dopo tutto se lei è innocente non avrà nulla da temere oda nascondere, giusto?>> Risposero gli agenti con tonosicuro. <<Ah ha !! ecco ciò che cercavamo, lo abbiamo trovato!!>><<Nel laboratorio del signor Barry i nostri agentitrovarono delle tracce di HDMO (monossido di idrogeno)ovvero il veleno utilizzato per uccidere la vittima; questoveleno è particolare, è inodore e incolore, ed èparticolarmente usato per fare i pesticidi e si dal casoche questa sia la professione del nostro colpevole.Ora spiegherò io come Michael Barry, il nostro assassino,uccise Fred Anderson:Michael per grande vendetta verso sua figlia, prelevò unapiccola quantità di questo veleno dalla sua azienda perpoi trasformarlo in gas nel suo laboratorio, poi osservòle tabelle del treno per vedere le varie tappe e infattil’ultima era la manutenzione dove commise il delitto.Michael si procurò una mascherina e dei guanti per evitaredi essere soffocato dalla sua stessa arma del delitto;quindi appena il treno arrivò sul binario di manutenzione,versò la boccetta nel condizionatore e così facendo, tuttoil treno era contaminato.
Infine, Michael scese dal treno e tornò a casa ma si 54dimenticò di un particolare ossia gli arrossamenti sugliocchi degli addetti alla manutenzione, causati dalveleno.>><<E va bene, bravi mi avete scoperto, ho ucciso io Fred,non potevo sopportare il fatto che lui fosse stato in vitaal posto della mia Stephany che fece soffrire così tanto!>><<Quindi a questo punto, signor Michael Barry, io ladichiaro in arresto per omicidio colposo.>>DichiaròJhonny.
IL CASO MILTONTesto redatto da: Sayaih Alaa 2A, Giannettino Andrea Sofia 2A,Vitiello Andrea 2B, Rushi Aryan 2E, Marchesini Mattia 2EClasse aperta coordinata dal prof. Bechere MarcelloI Milton erano la famiglia più ricca dell’Argentina. I 55Milton avevano solo due figlie, entrambe maggiorenni:Milly, la più grande, una bellissima ragazza fidanzata conun modello di nome Robert, e Cristy, la minore delle due,bella anche lei, ma gelosa del fidanzamento della sorella.Esse trascorrevano i giorni in modo normale per ragazza diquell’età, anche se erano ricchissime. Tutto nella lorovita scorreva in tranquillità finché, un giorno, Millyscomparve improvvisamente.Quella mattina, la migliore amica di Milly, Chiara, erauscita per andare a scuola. Mentre camminava, era arrivatavicino ai bidoni della spazzatura dove aveva visto un saccodi spazzatura dall’aspetto curioso, lungo e grosso. Lei,presa dalla curiosità aveva deciso di vedere cosa ci fosseall'interno…Chiara si trovava a scuola, aveva lo sguardo perso nelvuoto. Quando il professore di biologia, Carlos Teves, lechiese notizie su Milly, visto che entravano in aula sempreinsieme, lei andò nel panico e svenne per una crisi d’ansiafortissima.Nel frattempo, i genitori di Milly e Cristy, dopo avercercato continuamente di contattare Milly al cellulare peri soliti saluti prima di entrare in classe, chiamarono la
polizia per capire cosa fosse accaduto alla figlia, e nedenunciarono la sua scomparsa. La polizia mandò il suomiglior investigatore, il comandante Alfonso, ad avvisarela dirigente della denuncia in corso.Il professore Teves, avvisato dalla dirigente che lapolizia cercava Milly, decise di raccontare alla poliziadegli strani comportamenti dell'alunna Chiara, anche 56perché era la migliore amica di Milly.“L'avevo presa in disparte per chiederle di Milly e lei èsvenuta spaventata”. Pur capendo che la testimonianza dellaragazza era importantissima per le sue indagini, visto cheera ancora in ospedale per la visita in seguito al suosvenimento, il comandante Alfonso preferì non perdere temponell’attesa e decise di interrogare tutte le persone cheruotavano nella vita di Milly.Robert e Cristy si ritrovarono in attesa nella stessastanza. Robert era molto preoccupato e faceva tante domandea Cristy. Lei invece era molto serena, e anche durantel’interrogatorio col comandante Alfonso lei rimase moltotranquilla. Robert, preoccupato per la sua ragazza, andòverso l'ufficio dell'investigatore e gli rivelò che ilcomportamento della sorella era molto sospetto; ancheAlfonso era d’accordo, ma non disse nulla a Robert.L'unica persona che sapeva qualcosa in più era certamenteChiara ma, essendo spaventata, non riusciva a spiccicareparola su ciò che le era accaduto.Nel frattempo Robert si recò in biblioteca per rilassarsi,prese un caffè e iniziò a pensare a ciò che poteva essereaccaduto, mentre stava per bere, gli cadde il cucchiainosotto il tavolo e, chinandosi a raccoglierlo, si accorse
di un telefono rotto posto sotto il tavolo. Lo prese e loaccese per capire di chi fosse. Anche se difettoso, riuscìad aprire la galleria e a vedere un video; era sicuro cheavrebbe potuto vedere qualcosa sul proprietario;improvvisamente si materializzò Cristy che, con ariaterrorizzata, gli strappò il telefono urlando che era ilsuo e che non si doveva permettere. La ragazza corse a casa 57e nascose il telefono in camera sua; dopo si preparò e uscìper passare del tempo da una sua amica e per pensare a ciòche stava accadendo.Robert ormai era deciso a scoprire la verità: si diresseverso la casa di Cristy, con la scusa che doveva perriprendere delle cose sue dalla camera della sua ragazza.“Certo caro, fai tranquillo, io sono su in camera da pranzoche pulisco la cucina.” Disse la domestica. La poliziaaveva già cercato ogni traccia utile alle ricerche e ancheRobert non fu molto fortunato: ma all’improvviso gli vennein mente una cosa: Robert sapeva che Cristy aveva unacollana molto appariscente, di fili colorati e intrecciatitra loro. Doveva cercarla e trovarla, perché da alcunigiorni non gliela vedeva più indosso e pensava c’entrassequalcosa con la sparizione di Milly. Andò in camera diCristy per cercarla, ma al posto della collana trovò iltelefonino nascosto. Aprì la galleria, un video riprendevala fine di quello che doveva essere un furioso litigio trale due sorelle, con Cristy che si avvicinavaminacciosissima alla padrona del telefono. Era un indizioschiacciante: andò dall’investigatore e, mentre insiemeguardavano il video arrivò la telefonata dall’ospedale:Chiara stava urlando di aver trovato il corpo di Milly in
un sacco della spazzatura, ormai cadavere con al collo unacollana di fili intrecciati che l’aveva stangolata.Cristy fu subito arrestata e condannata all'ergastolo. 58
OMICIDIO NELLA METROPOLITANATesto redatto da: David Malaguti 2B, Marta Luisa Sira 2E, Andrea Nepoti2A, Mattia Manfredini 2°.Classe aperta coordinata dalla prof.ssa Lamberti Patrizia 59Era seduto al tavolo del bar, a prendere il suo solitocaffè, quando Marino Dardani, un postino di quarantacinqueanni, vedovo e investigatore per hobby, posò gli occhi sulgiornale e vide che una donna era stata uccisa quella nottenella metropolitana.-Perfetto, ho un altro caso tra le mani-pensò, marileggendo con più attenzione l'articolo, si accorse cheil nome della donna defunta era lo stesso di sua sorellaAnna, infermiera, madre di due ragazzi, socievole edestroversa.Preoccupato, iniziò a chiamarla ripetutamente. Ilcellulare suonava ma non rispondeva nessuno. Stava perandare a casa sua, ma controllò un'altra volta il giornale:l’omicidio era avvenuto nella metropolitana in quellastessa strada.Si precipitò sul luogo e appena arrivato vide che lapolizia era già in azione. Iniziò subito a chiedere sepoteva vedere la donna defunta ma, quando stavano pernegargli il tutto, affermò con forza che forse la vittimaera sua sorella e gli agenti gli risposero di seguirliall’obitorio, dove il cadavere era stato trasportato.
Il percorso era lungo e stressante, ma quando arrivarono isuoi occhi videro una cosa che non avrebbe mai volutovedere: uno spettacolo orrendo gli si presentò davanti:vide sua sorella su un lettino coperta da un telo, con manie braccia insanguinate e nel suo petto un colpo di pistola.Marino si buttò a terra, sconvolto dal dolore.Nella metropolitana aveva notato una telecamera e chiese: 60-Avete già guardato le immagini?- Gli agenti risposero chesi stavano recando sul luogo e allora li seguì.Un signore grassottello e basso proiettò nello schermo piùgrande il video ripreso: nelle immagini si vedeva suasorella, stanca per la giornata di lavoro; ad un tratto sisentì il rumore di una pistola che veniva caricata, ladonna si girò e il suo viso cambiò improvvisamenteespressione, sembrava sorpresa e spaventata allo stessotempo quando si vide un’arma spuntare dall'angolo. Lavittima indietreggiava a piccoli passi finché non si sentìun colpo e cadde a terra, senza vita.Dopo il video gli dissero che il cadavere era stato trovatoda una donna. Stava per andare a parlare con lei quandosentì due agenti discutere sugli interrogatori e si rivolsesubito a loro: -Scusatemi, ma non ho potuto evitare diascoltare i vostri discorsi, volevo chiedervi se per casopotevo venire con voi- La risposta fu negativa, anzi glidissero che secondo loro lui aveva già visto troppo.Il caso volle che proprio in quel momento arrivasse unasignora, che si ricordò di Marino e lo ringraziò per averrisolto in passato l' omicidio del marito in brevissimotempo . Gli agenti, stupiti, lo portarono con loro.Arrivati sul luogo degli interrogatori, scoprì chi erano i
sospettati: il figlio, il marito e l'amante. Tutti avevanodei moventi plausibili: il figlio ultimamente prendevabrutti voti, fumava e frequentava brutte compagnie e quindisua madre gli vietava di uscire; il marito era geloso dopoaver scoperto che la moglie aveva un amante; quest’ultimovoleva a tutti i costi vivere allo scoperto il loro amore,sapendo però che non se lo sarebbe mai potuto permettere 61per questione di soldi.Durante l'interrogatorio, l’investigatore ascoltòattentamente gli alibi dei sospettati.Il figlio disse che era a casa a causa di una punizione manon aveva testimoni che potessero confermarlo. Il maritodisse di essere a cena, solo, al ristorante, l'amanteinvece disse di essere al lavoro.Gli agenti iniziarono a perquisire gli appartamenti deisospettati.Nella camera dell'amante trovarono lettere d'amore firmateda Anna, in quella della vittima invece recuperarono unbiglietto vincente della lotteria e due biglietti di solaandata per l'Australia.Secondo gli agenti la donna, dopo aver vinto alla lotteria,aveva comprato i biglietti per fuggire con l'amante.Il maggiore sospettato per ora era il figlio perché nonaveva testimoni, poi a Marino venne un'illuminazione:Federica,la sua aiutante, nonchè figlia anch'essa dellavittima, al momento dell'omicidio si trovava nella casaall'insaputa del fratello, procurandogli così un alibi.Marino chiamò subito Federica e le disse di andare a casadella madre per una cosa urgente. Appena arrivata fuinformata dell'accaduto e scoppiò in un mare di lacrime.
Quando si riprese le chiesero se poteva confermare l'alibidel fratello, ma disse che aveva passato tutta la sera altelefono con delle amiche.Gli ispettori, convinti ormai della colpevolezza delfiglio, lo stavano scortando fuori di casa quando Marinosi accorse che sulle scarpe del marito, poste vicino allaporta d'ingresso, c'era del fango e si ricordò che sul 62luogo del delitto aveva notato un’impronta fangosa. Cosìcapì....-Fermi!!!- urlò ai poliziotti, -il colpevole non è ilfiglio… bensì....il marito!--Ma come?!- esclamarono in coro.L'ispettore chiese: - Mi spieghi che cosa sta dicendo? E'l'unico che non ha un alibi!--Sì, ma l'alibi del marito non mi convince; sarà un casoche il ristorante dove ha cenato dista solo pochi minutidal luogo del delitto e che le sue scarpe sono infangate ela suola è identica all'impronta rilevata sulla scena delcrimine?!!- disse Marino.-Ma il cameriere ha confermato che è stato tutto il tempoal ristorante!-L’investigatore allora iniziò a spiegare come erano andativeramente i fatti: -Il cameriere ha detto che si èassentato circa cinque minuti solo per andare inbagno…uscendo dalla finestra, ha avuto il tempo necessarioper raggiungere la metropolitana, uccidere la moglie poitornare tranquillo al suo tavolo.- Signor Dario, abbiamodelle prove schiaccianti, è inutile che continui a negarel'evidenza!-
Il marito confessò tutto in preda alla disperazione e fuarrestato. 63
IL CRIMINE ARTISTICOTesto redatto da: Giordano Natalia (2B), Marescalchi Andrea Zoe (2E),Carmelitano Davide (2D), Chen Michele (2E), Ibnoubouzid Houda (2C)Classe aperta coordinata dalla prof.ssa Polastri Sandra 64Naomi Sasuke Young era una ragazza di origine cinese, altae magra, con lunghi capelli neri, volto con trattiorientali, occhi castani, labbra sottili. Abitava traDublino e il fiume Shannon, in Irlanda. Uno dei suoi hobbyera investigare con il suo miglior amico, ovvero il suoaiutante, di nome James Smith. Quest’ultimo era il“protettore” di Naomi durante i suoi viaggi per trovare lagiustizia e provava anche un sentimento profondo per lei;James era un ragazzo alto e muscoloso, biondo con i capellia spazzola. Naomi e James si conoscevano ormai da anni, daquando Naomi si era trasferita a vivere in quel luogo.Un giorno Naomi e il suo amico decisero di trascorrere ilweekend in campeggio, sulle rive del fiume Shannon: era il27 febbraio, giornata in cui si festeggiava il Capodannocinese. Arrivò la notte e stavano per andare a dormire quando cifu un’inquietante scoperta da parte dei due ragazzi, lungoil fiume Shannon, nel punto in cui vi si affacciavaun’antica abitazione abbandonata da tempo.James stava andando a pescare nel fiume, quando notò uncorpo senza vita.
Smith iniziò a correre verso l’accampamento e chiamòimmediatamente Naomi che, in preda al panico, si diresseverso le sponde del fiume.Vedendo il corpo galleggiante tra le onde impetuose delfiume, Naomi si buttò per afferrare il corpo, ma le forticorrenti non glielo permisero e divenne preda dei vorticiche la trascinarono sul fondo. 65Allora James, disperato, si buttò per salvare la sua amica:riuscì a riportarla a terra e ripescò anche il corpo senzavita dello sconosciuto.Come prima cosa, James fece all’amica la respirazione boccaa bocca, perché Naomi aveva rischiato di morire perannegamento. Quando si risvegliò, si avvicinò subito alcadavere ed esclamò ad alta voce:” Ma James, questa è…tuazia!”James si sentì male, era molto triste, gli veniva dapiangere ma, trattenendo le lacrime per non fare la figuradel sentimentale, disse: “Sarà meglio chiamare la polizia”.La polizia accorse alla loro chiamata e trovò il corpodella donna disteso per terra.James, per accertarsi che quel corpo fosse veramente quellodella zia, fece fare le analisi del DNA: dopo pochi giornifurono pronti i risultati e Naomi li lesse per prima.La polizia scientifica confermò che la donna morta erarealmente la zia di James, cioè Kendall Smith; appena Jameslo seppe fu preso dalla rabbia e dal desiderio di renderegiustizia alla sua cara zia morta. Quando andarono adispezionare la vecchia casa abbandonata, vicino alcampeggio, trovarono una serie di indizi riconducibili al
delitto: in particolare sul pavimento notarono una letterad’amore che riportava le seguenti parole:“Mia adorata Smith, 66appena ti conobbi mi innamorai perdutamente di te,così leggiadra, così gentile tu mi rubasti il cuore;così preso dalla passione, tu mi mangiasti l’anima:così ora farò in modo che il tuo cuore si fermi persempre.Alberto Marsilio”I due ragazzi, facendo ricerche sulla firma, trovarono unsospettato, di nome Alberto Marsilio.Grazie a ricerche sul nome ritrovato, riuscirono a scovareun indirizzo mail e a contattarlo: ma si accorsero chel’account non corrispondeva al nome Alberto Marsilio, bensìa Daniel Sakio.D’accordo con la polizia si vestirono da tecnici e andaronoa casa di Alberto Marsilio con la scusa di riparare lacaldaia. Appena entrati videro una foto della zia di James:sospettosi, guardarono il Signor Marsilio e dissero: ”Mache bella signora!”, osservando la foto.L’uomo rispose: “Sì, è molto bella. E’ una mia amica, peròsi è trasferita tempo fa”.Naomi e James continuarono a dialogare con AlbertoMarsilio, un uomo alto, moro, con una cicatrice sul volto.I due ragazzi si inventarono una scusa per far uscire ilsospettato da casa e gli dissero: “Scusi, signor Marsilio,ci servirebbe una chiave inglese per finire di aggiustare
questo tubo”. L’uomo, generoso, uscì e si diresse verso ilgarage che era pieno di attrezzi da lavoro. Improvvisamenteda una siepe spuntarono i poliziotti impugnando le pistolee, incutendo ad Alberto una gran paura, dissero la frasetipica: “Mani in alto, non si muova!”.L’uomo fece quel che gli venne chiesto: fu allora che loarrestarono dicendogli: “Attenzione a tutto quello che 67dirà, perché potrà essere usato contro di lei intribunale; se non ha un avvocato gliene verrà assegnatouno d’ufficio”“Ma sono innocente!” protestò il signor Marsilio. Dopo unpo’ lo portarono in centrale ed iniziò l’interrogatorio:“Perché il tuo account è riconducibile ad un altro uomo,di nome Daniel Sakid? Lo conosci?” domandò Naomi.“Ragazzina, non so di che cosa parli!” rispose Marsilio.“Non mi prendere in giro! Nella lettera trovata nellavecchia casa abbandonata c’era la tua firma! Forza! Fammivedere se non hai niente da nascondere” concluse Naomi.L’uomo fu costretto a fare la sua firma, cercando dimodificarla; ma, come si sa, è difficile, anzi impossibile,nascondere la vera natura di una firma.Per Naomi fu davvero semplice trovare gli elementi comunitra i due nomi e risalire alla conclusione: “Signore –disse - non ci vorrà molto per accusarla di intralcio allagiustizia! Quindi mi dica: chi è Daniel Sakid?”. “Va bene,Daniel Sakid è un mio caro amico. Ha usato il mio accountperché era molto preoccupato di essere scoperto: stalkeravatutte le sue ex e aveva già fatto una settimana dimanicomio. Io non sapevo più come liberarmene: lui èintelligente ma completamente pazzo, mi sono sottoposto
alle sue regole perché mi minacciava di uccidere la miaragazza, però, vi prego, proteggetela!”. “Lo faremo” disseJames abbracciando Naomi. “Dove abita Daniel Sakid?” disseimbarazzata Naomi. “Ora sarà nel suo studio, in viaJonathan Swift 317”.James e Naomi, accompagnati dalla polizia, arrivarono nelluogo indicato, dove si nascondeva il colpevole. Bussarono 68alla porta ma non ebbero risposta: allora passarono allemaniere forti.Tutti i presenti furono scioccati nel vedere quello chel’omicida aveva fatto: una serie di quadri raffiguravanoragazze e donne distese per terra in modo macabro, con inmano una lettera.L’ultimo quadro raffigurava Kendall Smith sdraiata perterra in fin di vita.Vicino c’era un uomo dall’anima nera, capelli bianchi,volto rugoso e occhi grandi che lasciavano intravedere lapazzia.“I miei magnifici crimini artistici! Li ho fatti perraffigurare la pazzia, la morte e la malinconia su degliangeli. Volete sapere com’è morta l’ultima donna? KendallSmith è morta soffocata da una perla che ho spinto nellasua gola. E’ morta piano piano, come un fiore quandoappassisce. Su, forza! Arrestatemi, visto che finalmenteho compiuto la mia vendetta, la mia missione!”La polizia lo arrestò.James abbracciò Naomi confessandole di amarla e che nonavrebbe mai voluto perderla, perché lei era troppospeciale. Naomi lo baciò promettendogli che avrebbero
continuato insieme le loro avventurose investigazioni, perservire la giustizia. 69
QUATTRO AMICI E UN DELITTOTesto redatto da: Di Tolve Jessica (II E), Mattia Palma (II A),Luca Preti (II D), Raheel Sajad (II A), Lia Triboi (II B),Francesco Ughi (II C).Classe aperta coordinata dalla prof.ssa Bertuzzi Sara 70Il 9 maggio del 2014 a Napoli era una giornata piovosa estranamente fredda per essere primavera inoltrata. In unapalazzina di quattro famiglie nei quartieri Spagnoli,vivevano due ragazzi appassionati di investigazione: Paolae Sasha. I due erano una coppia e vivevano insieme da unanno e tre mesi: si erano conosciuti a Margellina, illungomare di Napoli in una bellissima giornata di fineinverno. Paola allora aveva venticinque anni, lavorava comebaby sitter e nel tempo libero collaborava con le autoritàlocali per investigare su piccoli casi: fin da giovanissimainfatti era molto curiosa e amava così tanto il misteroche si era iscritta alla facoltà di psicologia laureandosiin criminologia. Le indagini investigative non erano lasua unica passione, Paola era anche una ragazza moltosportiva e aveva una buonissima preparazione atletica: eraagile e scattante, sempre di corsa, motivo per cuiindossava solitamente abiti comodi e sportivi. Lo sguardoera furbo e intelligente, la voce squillante e quandoparlava con gli altri aveva un modo di fare particolarmenteagitato, tanto che molti la consideravano una personaansiosa. Il suo nervosismo veniva fuori soprattutto quando
guardava frettolosamente l’orologio d’oro da polso da cuinon si separava mai, un regalo dei genitori per il suoquindicesimo compleanno: c’erano giornate in cui loguardava in continuazione, come se non ricordasse di averguardato l’ora solo pochi istanti prima.Paola fin da bambina desiderava sposarsi ma in quel momentodella sua vita le andava bene anche la convivenza con Sacha 71e continuava a rimandare le nozze, sempre per un motivodiverso.Sacha era un elettricista, aveva un anno più di lei econdividevano la stessa passione per i gialli e i piccolicasi da risolvere, tanto che quando era libero dal lavorola aiutava a risolvere i casi più difficili.Vivevano in quella palazzina anche due loro cari amici cheerano sposati da poco più di un anno e avevano due bambini:i due si chiamavano Gesa e Giacomo, detto da tutti Jack, econoscevano Sacha dai tempi della scuola, Jack era il suomigliore amico.Gesa aveva un lavoro importante, era la manager di unagrande azienda e viaggiava in tutto il mondo per lavoro.Jack, che ci teneva moltissimo alla famiglia, nell’ultimoperiodo si sentiva spesso solo e trascurato.Quel giorno di maggio sembrava un giorno come tanti altriin quella famiglia: Gesa era andata al lavoro alzandosimolto presto come ogni mattina, Jack aveva portato i figlia scuola e poi era uscito anche lui. Ma Gesa quel giornoriuscì a tornare a casa un paio d’ore prima rispetto aglialtri giorni ed era felice di passare quel pomeriggio coni suoi bambini. Rientrando Gesa trovò suo marito nell’atriodella palazzina insieme a due operai: Jack infatti aveva
una piccola ditta edilizia e in quel periodo si stavaoccupando della ristrutturazione del loro palazzo. Sisalutarono in modo veloce e Gesa salì le scale cheportavano al suo appartamento. Prima di entrare in casaincontrò per le scale Paola che stava portando dei grandiscatoloni in cantina.“Cara come mai sei così indaffarata? Cosa stai portando di 72sotto? Sembra uno scatolone molto pesante…” chiese Gesaincuriosita all’amica.“Mi sono finalmente decisa a mettere in ordine il salotto:porto in cantina i vecchi libri della scuola. Sarà ildecimo viaggio che faccio e me ne aspettano ancora altri!”Gesa salutò cordialmente l’amica augurandole buon lavoro,poi finalmente entrò in casa.Paola continuò ad occuparsi dei suoi libri e fece avanti eindietro dalla cantina fino a sera. In uno degli ultimiviaggi notò qualcosa di strano: c’era improvvisamente dellapolvere bianca sul pavimento della cantina e delle improntedi vernice che fino ad un quarto d’ora prima non c’erano eche portavano alla cantina di Gesa e Jack. Eppure lei nonaveva incontrato nessuno e sapeva che Jack, che era un uomomolto preciso, non portava mai i suoi attrezzi di lavoroin cantina perché aveva un piccolo magazzino sul retrodella casa.Incuriosita, dopo aver guardato l’ora almeno tre-quattrovolte in pochi istanti, forse presa da una strana ansia,decise di seguire quelle impronte. Arrivò proprio allacantina degli amici come aveva immaginato e trovò la portaaperta. Provò a chiamarli ma non rispose nessuno, cosìdecise di entrare anche se con qualche titubanza. La
cantina era quasi vuota perchè Gesa e Jack la utilizzavanopoco, c’erano solo dei vecchi vestiti e qualche oggettodimenticato dai vecchi proprietari: lì, tra quelle quattrocose dimenticate, distesa a terra c’era la sua amica Gesa.Era immobile, forse svenuta, con il viso bianco e gli occhichiusi. Paola si chinò immediatamente su di lei, appoggiòla testa sul petto e le sentì il polso: le si raggelò il 73sangue, l’amica non era svenuta ma era morta, qualcunodoveva averla uccisa.Pensò subito che doveva correre di sopra a chiamare aiuto,visto che in cantina i cellulari non prendevano, ma primacontrollò che non ci fossero armi o qualche indizioimportante vicino al corpo di Gesa. Non vide nulla e nonriuscendo più a trattenere il pianto cominciò ad urlaredisperatamente tra le lacrime i nomi di Sacha e Jack,sperando che la sentissero e corressero ad aiutarla. Jacksentì quelle grida disperate e corse immediatamente, siavvicinò al corpo della moglie e scoppiò a piangere,sembrava sconvolto, come se non volesse credere a quellamacabra scoperta.“Amore chi ti ha fatto del male? Rispondimi ti prego!!”Arrivò anche Sacha e tutti e tre si strinsero intorno alcorpo di Gesa, provavano a chiamarla, era come secercassero un modo per farla tornare in vita. Ma niente dafare, Gesa in vita non poteva tornarci più, era statauccisa. Il cadavere non aveva nemmeno un graffio e a tuttie tre sembrava molto strana questa circostanza. La primacosa che passò in testa a tutti loro fu quella di unomicidio e d’istinto iniziarono a darsi la colpa a vicenda.Paola nel frattempo andò a chiamare la polizia e mentre
erano lì che aspettavano l’arrivo dei soccorsi lei e Sachasi accorsero che l’amica intorno alla bocca aveva evidentitracce di veleno e che inoltre vicino alla porta dellacantina era appoggiata una grande sacca bianca. Nessunoinizialmente ebbe la forza di aprirla, ma poi Paola concoraggio la vuotò e trovò al suo interno uno stranocontenitore di vetro che conteneva proprio del veleno, 74sicuramente quello usato per uccidere l’amica. Nella saccac’erano anche degli attrezzi da lavoro e Paola, dopo averneparlato con Sacha, cominciò ad avere dei sospetti e a faredelle ipotesi sull’accaduto. Pensarono subito chepotessero essere responsabili dell’omicidio i due operaiche aiutavano Jack nei lavori di ristrutturazione dellapalazzina, che tra l’altro non erano neanche corsi a vederecosa fosse successo e che nonostante le urla di Paolaavevano continuato a lavorare come nulla fosse accaduto.Paola decise di interrogarli:“Ragazzi avete lavorato senza interruzioni da stamattina?”“Sì, non ci siamo mai fermati. E’ previsto brutto tempo ese non riusciamo a finire entro stasera poi è un disastro”Rispose uno dei due operai con grande tranquillità.“Capisco… avete notato qualcosa di strano nel pomeriggio?”continuò Paola.Inizialmente i due operai dissero di no, poi mentre Paolase ne stava andando uno dei due aggiunse:“L’unico ad essere strano oggi è il nostro capo, si èassentato varie volte dal cantiere…. Andava e tornava,andava e tornava e ogni volta sembrava molto agitato…. Avràavuto da fare qualcosa di importante ma forse qualcunoglielo impediva e non ci riusciva…”
“Quel qualcuno ero io!!” esclamò Paola quasi parlando trasé e sé. “Ero io ad ostacolarlo andando su e giù per lescale per portare i libri in cantina! Ora è tutto chiaro!!Buon lavoro ragazzi e grazie mille per l’aiuto!”Si precipitò da Sacha che era ancora frastornato econtinuava a fare mille ipotesi sull’omicidio.“Sacha, ho capito tutto!!” 75“Paola cosa vuoi dire? Dimmi! Dobbiamo risolvere questocaso ed assicurare alla giustizia chi ha ucciso la nostraamica!”Paola raccontò a Sacha quello che le avevano riferito idue operai e ricostruì insieme a lui l’accaduto.Aveva capito che il colpevole era Jack: ecco il motivodelle sue ripetute assenze dal lavoro e poi la sacca! Paolasi ricordò improvvisamente che la sacca trovata in cantinaera un regalo che Gesa aveva fatto al marito l’anno primaper il compleanno sperando che s’iscrivesse in palestra,c’erano anche lei e Sacha a quella festa. Si spiegavanocosì anche le impronte di vernice, Jack del resto stavatinteggiando l’atrio. Paola non aveva più dubbi: era statolui ad ucciderla.“Paola non è possibile!” disse Sacha incredulo “Jack èsempre stato innamoratissimo della moglie! Per quale motivol’avrebbe fatto?”“Se ci pensi non è così strano che sia arrivato a farequesto gesto terribile, proprio perché l’ha sempre amatamoltissimo. Gesa era spesso assente per via del lavoro,non si occupava più della casa e dei bambini, Jack sisentiva solo e trascurato… ti ricordi quante volte si era
lamentato ultimamente? E poi era diventato gelosissimo, 76probabilmente è arrivato ad un punto tale da odiarla.”Paola aveva raccolto spesso le confidenze di Jack e si eraaccorta del suo dolore perché capitava spesso che lui lachiamasse per fare la baby sitter e aiutarlo con i figli.“Sacha credo che Jack sia impazzito ed è arrivato a pensareche solo liberandosi di lei poteva liberarsi del suodolore.” Disse Paola con le lacrime agli occhi.“E’ terribile Paola, è davvero terribile” concluse Sachacon la voce strozzata dal pianto.Rimasero vicino al corpo di Gesa fino a quando lascientifica non fece portare via il cadavere e insieme dalontano videro Jack salire in manette, con la testa bassa,sulla volante della polizia.
ASSASSINIO IN BIBLIOTECATesto redatto da: Borsari Filippo 2C, Buschi Megi 2E, FerrazziSusanna 2A, Manfredini Francesca 2C, Sandu Maria Angela 2EClasse aperta coordinata dalla prof.ssa Ferri Silvia 77Charlotte Mc Curdy ha 17 anni e lavora come baby-sitterpresso una famiglia facoltosa per pagarsi gli studi.Risolvere misteri per lei è un hobby, ma vorrebbe diventaredetective.Charlotte stava frequentando a Santa Monica un collegedove, per svolgere una ricerca di storia, era dovuta andarein biblioteca nel reparto in cui erano conservati idocumenti.Per accedervi bisognava avere un'autorizzazione firmatadal preside, che lei si era procurata quella mattina.Occorreva anche essere accompagnati da un bidello, così daevitare che i documenti fossero rubati o danneggiati daglialunni.Siccome Charlotte era per natura molto curiosa, i suoiocchi azzurri scrutavano ogni minimo dettaglio diquell'ambiente suggestivo e un po' polveroso.Camminando per i corridoi Charlotte chiese al bidello: ”E'da un po' che non vedo il bibliotecario Robert, lei l'havisto?”E l’uomo, seccato, rispose: ”No, non l'ho visto quelvecchio disgraziato!”
A Charlotte sembrò strano che il collaboratore scolasticorispondesse in quel modo. Era sempre stato gentile ecomunicava in educato e cortese.Continuarono a dirigersi verso l’archivio.Entrarono, il collaboratore scolastico rimase sulla portaad attenderla. Mentre Charlotte andò a cercare il suolibro. 78Il manuale che le interessava era in uno scaffale in altoche riusciva a malapena a raggiungerlo con la mano.Con fatica prese il libro, ma notò subito che era intrisodi sangue. Urlò e il bidello, raggiungendola in unbattibaleno le chiese:”Perchè hai urlato?!?”Lei rispose tremante e balbettante: ”I-il li-libro ch-cheho pr-pr-preso è in-inzuppato di sa-san-SANGUE!!”.L’uomo, essendo più alto di Charlotte, intravide una scenaorripilante. Un cadavere gli si era presentato davanti!Charlotte essendo curiosa, prese una sedia e ci salì sopraper vedere meglio il corpo. Osservandolo capì che era ilbibliotecario Robert!Il corpo perdeva sangue dalla bocca. Non si vedevano colpidi proiettile o coltellate, ma aveva dei segni intorno alcollo, come se qualcuno l'avesse strangolato con unoggetto.L'arma del delitto poteva essere sicuramente una corda cheCharlotte cercò nei dintorni, ma non ve n'era traccia.Intanto il bidello andò sconcertato a chiamare la polizia.Chi poteva essere stato ad aver commesso questo orribiledelitto? Chi poteva uccidere una persona e nasconderlanella biblioteca di una scuola?
Queste domande affollavano la mente di Charlotte, checontinuando ad esaminare il corpo capì che era morto dapoco.Davanti a tutto ciò si sentì svenire e il suo viso paffutodiventò pallido.Osservò anche che la vittima aveva dei segni sui polsi comese il colpevole l’avesse legato a qualcosa. 79Non capiva come fosse potuto accadere un simile fatto..Poco dopo arrivarono i poliziotti che iniziarono a faredomande a Charlotte:“Cosa sei andata a fare in biblioteca?’’. Charlotterispose: ”Pensate che possa essere stata io?!?..comunquesono venuta in biblioteca per fare una ricerca di storia.Ma i poliziotti continuarono: ”Cos’hai fatto durante lagiornata?”Charlotte replicò: ”Stamattina ero al college e, primadelle lezioni ,sono andata dal Preside a chiederel’autorizzazione per accedere all’archivio. Poi a pranzosono andata da mia nonna. Verso le 15.00 sono ritornata alcollege I poliziotti chiesero a Charlotte dove abitava suanonna e Charlotte, cercando di rimanere calma, rispose:”Abita nel quartiere Stratford Street numero 108, se voletevi accompagno”.Gli agenti vedendola così convinta andarono direttamentedal Preside per riferire la versione fornita dalla ragazza,egli confermò le affermazioni della ragazza. Dopodichè ipoliziotti interrogarono il bidello e gli chiesero cosaavesse fatto durante la giornata e chi avesse potutoconfermare il suo alibi.
L’uomo innervosito replicò:”Alla mattina ho aiutato unragazzino a leggere un libro e di pomeriggio ho pulitol’aula della professoressa Pollet.”La professoressa confermò questa versione dei fatti.Arrivò finalmente l’ambulanza che spostò il corpo.Charlotte si sedette un momento ai tavoli della bibliotecaper riflettere e trovò una lettera vicino alla cattedra 80del bibliotecario su cui vi era scritto: ”Incontriamocialle 15.30 in biblioteca.”Trovò anche un biglietto aereo di sola andata per laSpagna. Finalmente era arrivato anche Dylan fidanzato diCharlotte e suo aiutante nella risoluzione dei misteri.Era un bel diciottenne alto, muscoloso con gli occhi verdie i capelli biondi.Anche lui studiava nel college con Charlotte, ma nel finesettimana faceva il barista.Appena fu arrivato Charlotte iniziò a spiegargli lasituazione e insieme decisero di andare all’aeroporto pervedere a che ora partisse l’aereo per la Spagna.Fortunatamente quel giorno per via dello sciopero, vi eranosolo due voli. Il primo era alle 9.45, quindi era giàpartito e il secondo sarebbe partito tra meno di 20 minuti.Si guardarono attorno per vedere se c’era qualcuno disospetto, ma non furono attirati da nessuna persona inparticolare.Stavano già perlasciare l’aereoporto, quando siscontrarono inavvertitamente con un ragazzo che cercavafrettolosamente di comprare un biglietto per la Spagna.
Chiamarono subito la polizia perchè lo portassero incommissariato, mentre loro cercavano di trattenerlo per iltempo necessario.Giunto nell’ ufficio del maresciallo, questi lo interrogò:”Dove hai preso quella corda?”. Il ragazzo visibilmentetitubante rispose: ”L’ho trovata per strada e, visto chenon ne avevo una, l’ho presa per andare in montagna”. I 81poliziotti presero le impronte digitali al ragazzo e leconfrontarono con quelle trovate sulla corda, ma siaccorsero che non erano compatibili.Il maresciallo andò, insieme a Charlotte e Dylan inaeroporto, e domandò alla hostess di terra se aveva vistoqualcuno che cercava di comprare un biglietto di solaandata per la Spagna, per il volo delle 16.30.La donna riferì: ”Beh… si ho visto un ragazzo estremamenteagitato , alto e robusto con i capelli castani e gli occhiverdi che spingeva molte persone per cercare di comprareun biglietto ma non vi era riuscito riuscì perchè l’aereostava partendo.”Charlotte, chiese alla hostess di terra se potevanovisionare le riprese delle telecamere relative aquell’ora. La donna acconsentì. Le registrazioni ripreseroquesto ragazzo indagato e Charlotte capì subito chi era:un ex alunno del college Michael che frequentava spesso labiblioteca e che il signor Robert conosceva bene.La polizia dopo averlo trovato gli chiese: ”Perchè haifatto una cosa simile?” Michael arrabbiato, ma allo stesso sconvolto, rispose inlacrime che quel bibliotecario gli aveva rovinatol’adolescenza, umiliandolo per la sua dislessia e
dicendogli in continuazione che non sarebbe stato capacedi combinare nulla nella vita. Dopo l’omicidio, preso dalpanico era fuggito di corsa, ma aveva inavvertitamentedimenticato il biglietto aereo sui tavoli della biblioteca.Non potendo tornare indietro, aveva cercato di acquistarneun altro per quello stesso giorno, ma non era riuscito afarlo perché essendo arrivato con qualche minuto di 82ritardo, l’aereo era già prossimo al decollo.Dopo questa drammatica confessione il ragazzo fuammanettato dalle forze dell’ordine.
OMICIDIO D’AMORETesto redatto da: Serafini Mattia 2E, Gaia D'lppolito 2B, MazouariAmin 2A, Jonhatan Brusa 2A, Martinelli Gaia 2D, Miceli lIenia 2C.Classe aperta coordinata dal prof. Bechere Marcello 83In una notte fresca d'Agosto, un omicidio sconvolse ilquartiere di Manhattan, a New York. In casa Grey, i duegemelli Amanda e Dennis stavano giocando a Cluedo, mentrei loro genitori, Alexander ed Helen, stavano litigandoperché lei non dedicava mai del tempo al marito. Alexanderera un uomo mite, ma aveva dei disturbi neurologici chenon gli permettevano di fermare i suoi scatti d'ira. Helen,invece, era equilibratissima; era una bellissima donna,con occhi verdi, mora e di bassa statura. All’improvviso,qualcuno suonò il campanello: era Jimmy, l'amico diAlexander. Il litigio finì subito, i due si dimenticaronodei loro dispetti e accolsero l’amico in casa, offrendoglida bere.Qualche settimana dopo, Alexander andò a prendere la postae nella cassetta trovò una lettera in una busta rosa. Presodalla curiosità, la aprì. Pochi minuti dopo, nellamacelleria di fronte alla sua casa, entrò uno sconosciutoper acquistare qualcosa che non era proprio della carne:\"Buongiorno, vorrei acquistare un coltello, possibilmentea doppia lama e con punta affilata. Mi serve per macellareun maiale\". \"Certo ecco a lei\" disse il macellaioporgendogli il coltello. Lo sconosciuto salì sull'autoparcheggiata di fronte alla vetrina con le quattro frecce,
sparendo tra il traffico di New York.Il giorno seguente, mentre i ragazzi andavano a prenderei loro zaini in cantina, trovarono il corpo della madreaccoltellata. Dopo avere tentato inutilmente dirianimarla, decisero allora di non andare a scuola perpassare più tempo ad investigare. Sulla scena del criminetrovarono ed esaminarono il coltello, c’era l'etichetta 84della macelleria vicino casa. Così si diressero al negozio:\"Buongiorno, vorremmo un'informazione\". Fecero vedere almacellaio la foto del coltello e chiesero chi lo avessecomprato. Il macellaio rispose: \"Un uomo di bassa statura,con gli occhi verdi e una felpa col cappuccio\". I ragazziringraziarono, tornarono a casa e iniziarono a fare unalista dei sospettati: Jimmy era il primo, perché pensavanofosse invidioso di Alexander che aveva una mogliebellissima; poi veniva il padre Alexander, perché alcunesere prima aveva litigato con la moglie; e quindi ilmacellaio, perché il coltello era suo, anche se nonsapevano come fosse arrivato lì. C’era anche lo sconosciutoche era stato alla macelleria per acquistare un coltello,ma di lui non sapevano niente e non potevano rintracciarlo.Mentre cercavano altri indizi, trovarono sotto la manodella vittima una lettera color rosa su cui c'era scritto:\"Lascia tuo marito e vieni a vivere con me\". A quel puntoritennero necessario rimuovere l'amante dai sospettati: sefosse stato l’assassino, non avrebbe certo lasciato ilbigliettino nelle mani della vittima. Nella lista deisospetti rimasero solo in tre: il padre, il macellaio e losconosciuto. Così decisero di scoprire se il macellaiopotesse essere l'indiziato numero uno, nonché potenziale
colpevole. Andarono di nuovo alla macelleria: \"Buongiorno,vorremmo farle delle domande!\" dissero in coro. \"Certo,chiedete pure!\" fu la risposta sorridente del macellaio.\"Ricorda il coltello che le abbiamo fatto vedere poco fa,vero? Bene, quel coltello è stato utilizzato per l'omicidiodi nostra madre, avvenuto ieri sera, subito dopo lachiusura dei negozi\". Il macellaio, sbalordito, disse: 85\"Non penserete che sia stato io? Ieri ho chiuso prima ilnegozio perché mi ero ferito alla mano! Sono quindi tornatoa casa dove sono stato con la mia famiglia che puògarantire per me.\" I detective, soddisfatti dall’alibifornito dal macellaio, tornarono a casa e lo rimosserodalla lista degli indiziati. A quel punto, prima diaccusare il padre, dovevano scoprire chi fosse losconosciuto. Li aiutò un colpo di fortuna. Alla televisionepassò la pubblicità di un allevamento di suini dellecampagne di New York, dove si vendevano salsiccebiologiche. L’uomo che parlava poteva essere a quellodescritto dal macellaio. Chiamarono al numero e fecerofinta di essere gli agenti di polizia che investigavano suun omicidio. Chiesero all’uomo se era lui ad averacquistato il coltello dalla macelleria. Lui confermò, maaveva un alibi per la sera del delitto: era colveterinario, per curare una scrofa malata, fino alla nottetardi. Non c’era altra soluzione, rimaneva solo Alexander,il padre. Non se la sentirono di affrontare il caso dasoli, contro il padre, ma volevano scoprire l’assassinodella madre. Così presero il coltello con delle pinze e lomisero in una busta ermetica, perché era evidente chel’assassino lo avesse toccato. I ragazzi avevano appena
deciso che la cosa migliore da fare era quella di avvertire 86la polizia, solo loro potevano esaminare il coltello peranalizzare le impronte digitali: presero la tazza dacolazione del padre, usata la mattina e, con i due oggetti,corsero subito dal colonnello Swift, un vecchio amico difamiglia. Lui, allibito, mandò la polizia a casa dei Grey,e andò a far esaminare il coltello. Ci vollero pochi minutie i risultati furono prove schiaccianti. L’assassino,purtroppo, si rivelò essere Alexander, il padre. La poliziaandò ad arrestare il colpevole che fu raggiunto al lavoro:il padre fu condannato all'ergastolo, mentre i due ragazziandarono a vivere con i nonni, in Texas.Dennis Grey, totalmente sollevato, gridò: \"Arcibeccolina,il caso è chiuso!\"Dieci anni dopo, entrambi furono assunti dall’FBI
UN FINTO SUICIDIOTesto redatto da: Chayma Gharib 2D, Veronica Vincenzi 2C, Niccolò Mulè2C, Martina Alberti 2AClasse aperta coordinata dalla prof.ssa Lamberti Patrizia 87Una mattina, in uno dei più grandi parchi di Parigi, conalberi secolari, un piccolo stagno abitato dai cigni enumerosi giochi per bambini, venne trovato il corpo di unuomo in giacca e cravatta, impiccato con una grossa cordasimile a quelle utilizzate nelle palestre.Il cadavere fu scoperto da alcune famiglie che si eranoritrovate per un pic-nic e immediatamente chiamarono lapolizia.Il medico della scientifica esaminò il corpo e risalì alnome della vittima e ai suoi parenti: la moglie Melania,il suo migliore amico e Ron, il suo personal trainer.La polizia iniziò subito le indagini. La prima ad essereinterrogata fu la moglie Melania, che dichiarò: - Miomarito, Mr Kent, era il direttore della banca \"Notre Dame\",era un uomo benvoluto da tutti per il suo grande cuore eamante della forma fisica, affascinante con i suoi occhiazzurri e il suo corpo scolpito. La sera dell'omicidioavevamo litigato, perchè aveva scoperto che avevo un amantee mi disse che voleva uscire per schiarirsi le idee, ma
non ritornò più.-Successivamente interrogarono il suo migliore amico,Raymond: -Sapevo del litigio, perchè Kent era venuto araccontarmelo; nell'ultimo periodo era depresso per lamorte dell’amata madre: era molto legato a lei da quandoaveva tre anni e suo padre era morto per un tumore,lasciandoli soli.- 88Pur essendo il suo migliore amico, Raymond non era scossoper la sua morte.Vennero in seguito interrogati i colleghi e il personaltrainer e tutti confermarono che Kent era depresso per ladisgrazia familiare.La polizia chiuse il caso archiviandolo come un suicidio,provocato dallo stato di disagio psicologico in cui l’uomoviveva.Nel frattempo solo una persona pensava che non fosse laspiegazione giusta, ovvero Emily, figlia di alcuni amicidella famiglia. Era una ragazzina dal carattere solare espiritoso e assieme a Toby adorava risolvere i casipolizieschi.Toby era il suo migliore amico, quattordicenne alto,muscoloso e con occhi azzurri; i due si conoscevano datempo, perché abitavano nello stesso palazzo.Tramite i suggerimenti di un amico di Toby, che lavoravanella scientifica, riuscirono a scoprire che attorno alcollo c’era il segno delle mani di un uomo.Successivamente si recarono sulla scena del crimine etrovarono un cellulare rotto con sopra l'impronta di una
scarpa sporca di fango.Volevano interrogare alcuni sospettati, l’unico cheaccettò di parlare fu il personal trainer, che non riuscivaa tenersi dentro il suo segreto e confidò tutto a Emily eToby.I due ragazzi lo convinsero a indossare una cimice e adandare da Raymond per fargli confessare la verità. 89Ron il giorno stesso si presentò ed Emily e Tobyascoltarono la confessione:- Ron, hai visto tutto, sai cheho ucciso io Kent e per questo, se parlerai con la polizia,ti ucciderò, attento a quello che fai- disse Raymond.-E perchè l’hai ucciso?- -Mi ha soffiato il posto didirettore della Notre-Dame e mi ha rubato l'amore dellamia vita: Melania!Dopo questa confessione, Emily e Toby portarono la cimicealla polizia, che poi arrestò Mr Raymond.Un altro caso risolto per i due investigatori!
RAPINAMSTERDAMTesto redatto da: Giulia Barbu (2D), Giona Zioni (2C), GloriaCorcione (2A), Andrea Galici (2E), Filippo Nicol (2B), Yousra Tazi(2A)Classe aperta coordinata dalla prof.ssa Polastri Sandra 90Era una nebbiosa mattinata quando Anthony uscì dal suominuscolo appartamento, che lui stesso riteneva scomodo:aveva una misera cucina, una camera da letto con un armadioe un letto fortunatamente matrimoniale, un soggiorno contanto di piccolo divano a penisola, una TV da quarantapollici e una minuscola libreria. Si diresse nel bardov’era solito fare colazione da quando aveva iniziato alavorare nel museo che stava di fronte: ordinò uncappuccino bollente e un cornetto alla crema caldo ed erasicuro di trovare il suo amico Jack, seduto ovviamente alloro solito tavolo. Anthony Jonhnson aveva 31 anni, era unragazzo alto, muscoloso e piuttosto magro se non fossestato per i muscoli; aveva i capelli biondo cenere e gliocchi di una particolarità unica: uno era verde l’altroazzurro. Il suo migliore amico era Jack, un tipo di 31anni, abbastanza solare e simpatico, sempre con la battutapronta e un vero mago dei computer: aveva capelli castanie occhi di un verde smeraldo molto intenso.I due avevano svolto gli stessi tipi di studi e per questoerano migliori amici che la vita causalmente aveva decisodi unire anche da adulti. Anthony entrò nel bar, si diresse
a passo spedito verso il suo migliore amico, ordinò la suasolita colazione e si sedette iniziando a chiacchierarecon Jack.Nel frattempo due poliziotti presero posto nel tavoloaccanto al loro e cominciarono così una lungaconversazione, che venne prontamente origliata dai dueamici: 91-Allora Carl...hai sentito della nuova indagine?--No, non ne sono ancora venuto a conoscenza, di cosa sitratta?--Furto di un testamento veramente importante--Ah davvero? E chi è la vittima?-Da quello che ho saputo è Erick Collins, un uomo chelavora nella Banca Centrale in città, un tipo di 64 annidai capelli grigi quasi bianchi e dagli occhi azzurri comeil ghiaccio. Si dice che viva in periferia insieme allamoglie, mentre i suoi due figli vivono in due appartamentidiversi nel centro del paese.--E come è avvenuta la rapina?--Il signor Collins, mentre stava tranquillamente tornandodal turno di lavoro, dopo aver concluso il testamento, haincontrato all’entrata della metro il capo della banca chesta nel paese vicino, Mike Browne, venuto in città forseper affari e che da tempo minacciava Erick di soffiargligli affari e mandarlo in fallimento.Il perché non si sa ancora, ma è più che sicuro che cisiano rivalità tra le varie aziende. Poi sul treno si èfermato per parlare con la segreteria, Mary, dei variaffari che avrebbero dovuto concludere; poi quando è sceso,verso l’uscita della metropolitana, si è scontrato
casualmente con un tipo tutto incappucciato del quale perònon è riuscito ad identificare la faccia, che ha fattocadere la tracolla che portava sempre al lavoro, la qualeè crollata per terra con un tonfo spargendo il suocontenuto. L’uomo senza farsi vedere ha aiutato il signorCollins a raccogliere gli oggetti e poi se ne è andato viacorrendo.- 92-Interessante. Mi sai dire dove è avvenuto il furto?--Da quel che ho capito non si sa bene, perché Erick si èaccorto di non avere il testamento solo quando è tornato acasa, ha fatto chiamare in ufficio, ma non c’era neanchelì.--E quando ha denunciato la rapina?-Solo un giorno fa-.Origliata questa lunga conversazione i due migliori amicisi lanciarono una lunga occhiata di intesa:-Odio perdere un giorno di lavoro, ma quando il doverechiama io vado!- disse subito Jack.Così corsero fuori dal bar dirigendosi frettolosamenteverso la fermata della metropolitana che avevano sentitoessere quella che Erick Collins usava per andare e tornaredal lavoro.-Secondo me dovremmo capire chi avrebbe potuto rubare queltestamento.-disse Anthony ormai all’entrata della metro.-Io penso che quello più sospetto sia il signor Browne,visti i continui litigi che ci sono stati--Meglio avere le prove! Forse è meglio se percorriamo lastoria passo per passo…-
-Ok. Allora: il signor Collins è uscito dalla banca dopoaver firmato il testamento e si è scontrato con il signorBrowne, dopodiché ha chiacchierato con la sua segretariadi nome Mary, e secondo me non ha fatto niente perché eranosu un treno e quindi qualcuno lo avrà pur visto. Poicasualmente si è scontrato con questo tizio di cui non sivedeva neanche il volto che gli ha fatto cadere la 93borsa...secondo me dovremmo andare a vedere nel punto dovesi sono scontrati, magari il testamento sarà caduto a terra- riepilogò in fretta Jack.-Già! Anche io pensavo proprio a questo - rispose Anthony.-Ok allora andiamo!- esclamò contento Jack.I due si affrettarono per raggiungere l’altra uscita dellametro.Raggiunta quest’ultima incominciarono a guardarsi intornoper vedere se ci fosse qualche indizio.Non molto tempo dopo… -Jack guarda, vieni un attimo qui.-Anthony richiamò il suo migliore amico.-Cosa c’è?- chiese curioso l’altro amico avvicinandosi adAnthony.-Guarda un po’ qui- disse Anthony piegandosi per prendereun cellulare con lo schermo rotto.Lo ispezionò per bene scoprendo che qualcosina si potevaleggere ancora, come per esempio le varie chiamate ormaiperse.-Secondo me è meglio se lo portiamo a casa così forseriesco a scoprire qualcosa in più- disse sorridendo facendoun cenno con il capo verso l’uscita alludendo al fatto diandare a casa.
Si avviarono velocemente a casa di Jack e mezz’ora dopoerano nel suo appartamento, con quest’ultimo che aveva giàsbloccato il telefono e ora stava ricostruendo l’elencodelle chiamate.-Qua ci sono un paio di chiamate e messaggi da un numerosconosciuto risalenti a un giorno fa, proprio poco primache il signor Collins scoprisse la mancanza del suo 94testamento - ragionò a voce alta Jack.-Ok! Prova a rintracciare la posizione del numerosconosciuto, adesso!--Ok allora vediamo...il computer indica i dintorni dellacasa del signor Collins, e cosa ancora più interessantel’ultimo messaggio inviato sempre a questo numero è:“Operazione TESTAMENTO-completato! Ci sentiamo fra pocoSignora Collins!” - lesse ad alta voce Jack che rimasesorpreso, mentre Anthony saltava per la gioia e gridava: -Sì! Ce l’abbiamo fatta!! Adesso salva tutto e manda una e-mail alla polizia dove spieghi passo per passo quello cheabbiamo fatto con tanto di prove in modo che possanorecuperare il testamento.-Jack seguì le indicazioni dell’amico e scrisse la mail chespedì alla polizia. I poliziotti dopo aver ringraziato idue amici, andarono a casa della signora Collins, che ormaiin trappola dovette ammettere quello che aveva fatto edovette restituire il testamento, mentre veniva dichiaratain arresto, lasciando sconvolto il marito.E così anche stavolta grazie ad Anthony e Jack era statafatta nuovamente giustizia.
LA RAGAZZA DIABOLICATesto redatto da: Alessia Borghi (II D), Sara Curci (II E), AgataNardi (II B), Riccardo Petazzoni (II C), Youssef Safir (II A),Ezdihar Souaieh (II D).Classe aperta coordinata dalla prof.ssa Bertuzzi Sara 95Nel centro di Bologna si trova un museo egizio molto famosoper le opere che contiene, che attrae moltissimi visitatoriogni giorno. All’interno del museo le luci sono soffuse eci sono corridoi lunghissimi con tante stanze, dove sonoesposti migliaia di oggetti di inestimabile valore per lostudio dell’egittologia. Remo è il custode del museo: unuomo di circa sessant’anni, basso e robusto, ormai conpochi capelli e lunghi baffi grigi. Remo ama vestirsisempre in modo elegante e al lavoro indossa la sua divisablu con una cravatta di seta che si abbina bene all’abitoe una cintura nera di cuoio. Tutti i giorni, alle dieci inpunto, Remo esce dal museo per andare a prendere il caffènel suo bar preferito insieme a suo figlio Piero. Anche ilragazzo lavora al museo: da un paio d’anni infatti affiancail padre, inizialmente lo aiutava solo nel week end perchéil museo solitamente ospita molti più visitatori nel fine-settimana, poi ha iniziato a lavorare insieme a lui tuttii giorni perché il padre è ormai vicino alla pensione e habisogno di una mano. Piero è un giovane allegro e solare,ama uscire e divertirsi insieme agli amici e suo padreproprio per questo aveva paura non prendesse seriamente
l’incarico al museo, invece ha dimostrato di essere portatoper quel lavoro e si è presto appassionato alle storiemisteriose del popolo egizio. L’unico difetto di Piero èquello di essere spesso troppo nervoso e di avere frequentiattacchi d’ansia.Tutte le mattine Remo, qualche minuto prima delle dieci,estrae dal taschino il suo orologio d’oro ed esclama: 96“Figliolo sono quasi le dieci, è ora del nostro caffè!”Prima di uscire fanno insieme l’ultimo giro diperlustrazione nel museo e poi escono tranquillamente. Disolito si assentano solo per un quarto d’ora e hannol’abitudine di rientrare dalla porta sul retro perché èquella più vicina al Bar Centrale.Oggi però rientrando hanno notato qualcosa di strano: perterra, vicino all’ingresso, ci sono strane macchierossastre, presumibilmente di sangue. Piero, che è unapersona con i nervi fragili, si allarma immediatamente enon vorrebbe neanche rientrare ma Remo con la tranquillitàche lo contraddistingue cerca di rassicurarlo e lo convincea seguirlo all’interno del museo:“Dobbiamo controllare se è tutto a posto, per sicurezza tuvai a vedere se l’allarme è stato disattivato, io intantofaccio un giro per le stanze…ma vedrai che non saràsuccesso nulla di grave!”Dopo pochi istanti Piero torna di corsa e terrorizzato diceal padre:“Papà è saltato l’allarme del reparto A, quello dellastanza dei vasi del Nuovo Regno, corri, andiamo a vedere!”Padre e figlio si precipitano al reparto A, varcano lasoglia della stanza del Nuovo Regno e a terra scorgono
immediatamente tantissime schegge di vetro: la vetrina alcentro della sala è stata ridotta in frantumi e il vasopiù prezioso della collezione è sparito! Ma non manca soloil vaso: hanno rubato anche un antico coltello con ilmanico intarsiato, un pezzo unico che aveva laparticolarità di essere decorato con lo stesso motivo delvaso. 97Remo e Piero non sanno cosa fare, sono senza parole e inun primo momento restano immobili davanti alla vetrinettadistrutta, poi Remo pensa che possa essere utile andare aparlare con il bigliettaio del museo sperando che lui abbiavisto qualcosa di strano e possa testimoniare, anche se labiglietteria si trova esternamente al museo. Piero loprecede perché sa che Remo, visibilmente appesantitodall’età ma anche dalla troppa cioccolata a cui non riescemai a rinunciare, non è certo un fuoriclasse nella corsa.Appena entrato nel piccolo ufficio di Luigi, ilbigliettaio, Piero ha un brutto presentimento: si accorgeche il sistema delle telecamere è stato disattivato e cheLuigi non è seduto al suo posto, la sua poltrona è sporcadi sangue e a terra c’è il coltello rubato, anch’essoinsanguinato.Piero, terrorizzato e bianco in volto, urla a suo padre diandare immediatamente a cercare Luigi perché deve esseresuccesso qualcosa di brutto. Remo a differenza del figlioriesce a rimanere lucido, prova a mantenere la calma e lasituazione sotto controllo: prima di chiamare la poliziavuole ispezionare lui l’ufficio del bigliettaio perchéconosce quell’ambiente come le sue tasche. L’intuizione sirivela buona perchè sotto la scrivania trova una collana
d’oro dalla maglia sottile ma con un ciondolo importante euno strano simbolo raffigurato, un asso di carte. Remo lamostra al figlio e provano a chiedersi come una collanapossa essere finita lì sotto e quale possa essere ilsignificato di quel ciondolo, ma non riescono a capirnel’origine e il senso.Decidono di aspettare a chiamare la polizia e di cercare 98Luigi all’interno del museo, sperando non sia stato feritogravemente, ma la loro ansia cresce quando lungo ilcorridoio vedono altre tracce di sangue: accanto alleimpronte insanguinate c’è un tacco di scarpa femminile.Piero in preda al panico esclama: “Papà le improntesembrano condurre al magazzino, dobbiamo muoverci!”In un baleno sono di fronte alla porta del magazzino, unluogo isolato nel museo in cui si recano solo gli addettiai lavori ogni tanto: la porta è aperta, è stata scassinatae a terra c’è uno strano attrezzo metallico che Remo siricorda che era già stato usato tanti anni prima per untentativo di furto e che immagina serva proprio per forzarele porte.Entrano con il terrore negli occhi nella piccola stanza efanno la macabra scoperta: in mezzo a tanti oggetti antichinon ancora esposti nel museo vedono il corpo ormai senzavita del bigliettaio Luigi, tutto insanguinato e con unprofondo taglio nel collo. Senza parole, sbigottiti econfusi, quasi non riuscendo a reggersi in piedi Remo ePiero si guardano non riuscendo a capacitarsi di quelloche è accaduto. Non possono aspettare altro tempo, vannoimmediatamente chiamati i soccorsi, ma Remo decide dioccuparsi anche lui del caso perché non sopporta l’idea
che quel fatto terribile sia capitato proprio nel suomuseo, quel luogo che lui considera come una casa.Piero, che decide di aiutare il padre nelle ricerche,capisce subito che a compiere l’omicidio e il furtopotrebbe essere stata una ragazza che indossava scarpe coltacco e una collana.“Ultimamente ho visto alcune ragazze venire spesso al 99museo, passavano di qui quasi tutti i giorni, potrebbeessere stata una di loro a compiere il crimine!” dicePiero, come ragionando tra sé e sé.Queste ragazze sono tre, si chiamano Emma, Letizia e Anna:padre e figlio ricostruiscono la loro identità perchéentrando al museo avevano mostrato la loro tesserascolastica per avere un po’ di sconto sul biglietto.Vengono immediatamente cercate e rintracciate da Piero chesa usare bene internet e conosce tutta la città: una voltatrovato l’indirizzo delle loro abitazioni, padre e figliodanno inizio alle indagini.La prima ad essere raggiunta e interrogata è Letizia: dopouna lunga discussione con la ragazza e la testimonianza dialcuni vicini di casa che la conoscono, i due custodiscoprono che lei è la fidanzata di un noto ladro della zonae subito pensano possa essere stata lei, anche perchévengono a sapere che veste sempre in modo ricercato eindossa i tacchi in ogni occasione. Forse era stata piùvolte al museo nelle ultime settimane proprio per fornireinformazioni al marito che voleva organizzare un grandefurto.“Dov’eri stamattina alle dieci?” le chiede Piero conun’aria decisa.
“Ero al lavoro come sempre. Sono arrivata alle nove e sonouscita alle undici come ogni mattina” risponde con calmala ragazza.Piero, non fidandosi delle sue risposte continua: “Studi elavori? Dove lavori?”“Lavoro solo qualche ora al giorno alla TabaccheriaNodi&Nodi nel centro di Bologna.” 100Remo, che come il figlio è dubbioso e non si fida, mandaPiero in Tabaccheria a chiedere al titolare se Letizia siè recata regolarmente al lavoro quella mattina: Piero tornaindietro dopo poco tempo confermando la versione dellaragazza.Ai due custodi non rimane che proseguire con le indagini ecercare le altre due ragazze.Anche Emma ha un alibi, quella mattina infatti si trovavain ospedale a causa di una brutta caduta che le ha provocatouna ferita profonda al braccio.Non fidandosi neanche di lei i due custodi le chiedonomaggiori spiegazioni ma la ragazza con grande tranquillitàmostra loro il certificato rilasciato dall’ospedale lamattina stessa e, alzandosi la felpa, la fasciatura albraccio.A questo punto Remo e Piero non possono far altro cheescludere entrambe le sospettate e recarsi a casa di Anna,l’ultima ragazza che ha colpito la loro attenzione, perinterrogarla. Anna all’apparenza sembra la più diabolica,con lo sguardo cattivo e l’aria furba, ma poi si rivelauna comune visitatrice del museo appassionata di storia.Quella mattina lei era a scuola e per difendersi mostra ai
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