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Microsoft Word - Marco Polo fast Food

Published by luna43n, 2015-08-09 19:30:25

Description: Microsoft Word - Marco Polo fast Food

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Biblioteca Librincontro ICS Eduardo De Filippo Marco Polo fast food Leggere è bello Allora scrivo un libro anch’io



Il mondo è un libro, e quelli che non viaggiano ne leggono solo una pagina.



Il viaggio inizia Le ragazze studiavano al computer da un paio d’ore. Cercavano notizie per la ricerca su Marco Polo che la prof aveva assegnato: “Non una delle solite ricerche copiate… Qualche cosa di originale… Pensate se ci foste state anche voi in quel viaggio …” “Ragazze! Basta!!!! propongo una pausa a questa ricerca… “

“Non c’è niente di interessante, altro che ‘Immedesimatevi, ragazzi, vedrete che bel viaggio! quante avventure!’. Le solite parole e neanche un po’ di azione.” “Basta, allora! Ve l’ho detto, ragazze, per me un viaggio è andare in un bel ristorante con vista panoramica, non un libro di un viaggio per mezzo mondo mille anni fa. E poi ho una fame!... facciamo uno spuntino.” propose Carola. Si alzò e poco dopo tornò dalla cucina con una vassoio di pizza, una ciotola di patatine e sotto il braccio una CocaCola. Carola era un po’ ‘cicciottella’. Si vestiva con tute larghe per nascondere i chili di troppo e far finta di essere

pronta per “quelle attività sportive che fanno così bene ai ragazzi della vostra età”. Porse le patatine ad Aurora che con molta eleganza ne prese una (“Soltanto una, altrimenti ingrasso!”). Aveva una maglietta con i brillantini, gonna corta, orecchini con la sua iniziale e comode ballerine, anch’esse con un fiocchetto con i brillantini. Aurora era super- precisina, ma non era per niente snob. Francy rifiutò quel ‘cibo spazzatura’. Era appena tornata da una partita di tennis. Aveva ancora le scarpe da ginnastica, il gonnellino a pieghe e accanto alla borsa la fascia a visiera con i colori della sua squadra.

“Carola, quando ti decidi di smettere di mangiare sempre e soltanto quelle porcherie?… mia sorella che fa il liceo dice ‘Mens sana in corpore sano’, che vuol dire che se mangi sempre quella roba poi stai male” – La “voce della saggezza” era di Ale(ssandra), la secchiona della classe, sempre con maglioni un po’ sbrindellati e pantaloni, occhi grandi a cerchio, orologio supertecnologico. Le quattro ragazze, pur così diverse, erano amiche per la pelle e facevano sempre tutto insieme. La loro amicizia era nata a scuola, fin da quando erano piccole e avevano fatto un patto: non si sarebbero mai lasciate, in qualsiasi

situazione e posto della vita si fossero venute a trovare. “Fai attenzione, Carol. Lo sai che non si deve mangiare sul computer!” “Sì Ale, stai tranquilla.” Ma mentre diceva queste parole la pizza che aveva in mano si ruppe e il sugo di pomodoro scivolò sulla tastiera mentre le briciole si infilavano fra i tasti. Cercando di recuperare la pizza Carola urtò il bicchiere e versò quel che restava della cocacola che si sparse schiumando. “AH!!!! Aiuto!!!” “Te l’avevo detto di fare attenzione!” – ‘voce della saggezza’ rimproverò la sua amica.

“Aiuto!!!! Ragazze aiutatemi, aiutatemi !!!!!! Davvero!!! Aiuto!!!!” Le ragazze si avvicinarono alla loro amica e videro che sullo schermo del PC era apparsa una grande faccia, con una bocca larghissima e una lingua che stava avvolgendo Carola. La ragazza tese le mani verso le amiche mentre il PC, arrabbiatissimo, pieno di olio e di sugo, incominciò a mangiarla. Carola strinse forte le mani delle amiche che cercavano di tirarla fuori dalla bocca del PC, ma in pochi secondi il computer la ingoiò. Le amiche continuavano a gridare e a tenersi per mano e …si ritrovarono tutte e quattro dentro il PC.

Un po’ ammaccate si rialzarono appoggiando le mani allo stretto corridoio pieno di numeri in cui erano cadute e si guardarono spaventate. Carola, più bianca di tutte, si mise a piangere: “Ragazze, scusatemi. E’ colpa mia! Se usciamo di qui mi metto a dieta, soltanto verdura e frutta! Ma ora che facciamo?” Ale si stava guardando intorno. “E’ proprio come ci hanno spiegato a scuola: vedete tutti questi 1 e 0: davvero il PC funziona con la matematica binaria.” “Ma ti pare questo il momento di pensare alla scuola? Cerchiamo invece di uscire di qui”. Francy si era avviata

lungo il corridoio. “Guardate quante porticine… ci sono tanti corridoi….” “Saranno le cartelle del PC…. tutti i file che abbiamo aperto…” “Cerchiamo l’ ‘Uscita’. Voglio andar via di qui. Sono claustrofobica, lo sapete. Ci sono tante immagini dentro queste porte….” Aurora incominciava a respirare sempre più ansiosamente, ma a un tratto rimase con la bocca aperta. Da una porta era uscito un ragazzo: le aveva guardate e poi era ritornato nel suo corridoio. Si voltò per parlare con le amiche, ma anche loro si erano immobilizzate.

“C’è… di nuovo… quel ragazzo di prima…” sussurrò Francy “anzi, ora i ragazzi sono tre…” “Madamigelle, gentilmente diteci: di che favellate in cotal guisa?” chiese quello che era apparso per primo. “In che lingua parlano questi? cosa hanno detto, Ale? Li hai capiti?”

“Ci hanno salutate e ci chiedono cosa ci è successo.” Le ragazze parlarono tutte insieme: “Il PC ci ha mangiate, vogliamo uscire, voi vivete qui? aiutateci per favore”. “Sono Marco Polo, quello su cui state facendo la ricerca – disse il ragazzo che aveva acceso un traduttore simultaneo – e questi sono i miei amici Tiziano e Raniero”. I due ragazzi si fecero avanti e si inchinarono. “Abbiamo un po’ di tempo per stare insieme prima che il PC riapra la bocca e voi possiate uscire. Venite con noi. Partiamo subito per la Cina.” “Partire? Ma ci sono posti in aereo? Noi non abbiamo prenotato” Carola cercò di

tirarsi indietro mentre Ale le diede una gomitata. “Non c’erano aerei allora, mia carissima amica” spiegò Marco Polo ed entrò nel corridoio con la scritta “Venezia 1271”. Tiziano si voltò e tese la mano sorridendo ad Aurora che arrossì: “Grazie messere.”



Venezia dove si festeggia la partenza dei Polo Appena entrati nel file dell’antica Venezia furono avvolti da una musica allegra e decine di persone si fecero intorno ballando. Le donne con bellissimi abiti lunghi e maschere sul viso si avvicinarono alle ragazze: “Che buffa idea vestirvi con quelle gonnelline

corte simili a quelle che usano gli uomini e quelle specie di calzamaglia larghe… Ma a carnevale ogni scherzo vale…” “Marco (Polo), forse dovremmo trovare degli abiti più …adatti…” suggerì Aurora, che ammirava l’eleganza di quei costumi. “E soprattutto delle scarpe!” rise Marco (Polo) Aurora salendo sulla barca per muoversi lungo i canali (una specie lontanissima delle gondole Veneziane famose in tutto il mondo) era scivolata sul fango della strada ed ora il suo abito e le sue scarpette piene di brillantini erano sporchissimi. “Voglio uscire da questo posto. Ma che razza di strade sono?

Non sono asfaltate, sono scivolose.” disse cercando di rialzarsi, ma scivolando di nuovo. Tiziano si chinò per aiutarla e Aurora sentì che il cuore le batteva forte forte. Marco le guidò verso il luogo dove si teneva il banchetto per festeggiare la loro partenza. “Avete fame, damigella Carola?– chiese Raniero gentilmente – ora potrete deliziarvi in questo ‘virtual pasto’ senza danni alla vostra dieta”. Entrarono nel salone e si sedettero mentre i musici continuavano a suonare e i servitori iniziarono a portare piatti pieni di cibi profumati. Marco (Polo) parlava con gli altri ospiti e prendeva ordini per le numerosissime

spezie il cui profumo si alzava dagli arrosti, dalla selvaggina e dagli altri piatti che venivano posti sulle tavole. “Mi piacerebbe avere le ricette di queste prelibatezze” “Certo, damigella Carola, sarà mia cura farvele trovare stampate quando uscirete dal PC” promise Raniero.

“Ho visto che avete gradito il semplice riso al latte di mandorla, ma vi suggerisco di assaggiare ora le ‘frittelle dell’imperatore’, dall’aspetto di preziose monete d’oro, la ‘Tredura’ e la nostra famosa ‘Torta imbalchonata’. Sentirete come le spezie per cui affrontiamo questo periglioso viaggio siano armoniosamente mescolate….” Tutti mangiavano leccandosi le mani (non c’erano tovaglioli, ma avevano portato ciotole di acqua di rose dal dolce profumo) e non ascoltavano più Raniero che continuava a declamare le proprietà delle spezie venute dall’oriente.







In mare …non proprio una crociera di lusso… Le ragazze, guidate dai tre amici veneziani, entrarono nel corridoio “Viaggio in mare di Marco Polo”. La piccola nave di legno, chiamata Galea, con vele e remi le impauriva un po’. Avrebbero preferito una grande e comoda nave da crociera, con campi da

gioco, centro benessere, negozi e discoteca. Il viaggio sembrò lunghissimo perché anche con il vento favorevole, la barca carica di bagagli e oggetti per gli scambi commerciali, faceva circa cinquanta chilometri al giorno. Le ragazze prendevano il sole tenendosi lontane dagli sguardi dei marinai. Si adattarono a mangiare gallette secche di cereali, zuppe, carne secca, sardine e altro pesce secco, lardo, fave secche e aglio. L’acqua era poca e razionata e dovettere bere vino. Rimpiangevano il ricco cibo delle crociere della loro epoca: buffet a colazione, pranzo, merenda, cena e prima di andare a dormire. Carola

faceva finta di mangiare quel lardo e le sardine “che sembrano acide” (“Per questo il cibo si chiamava ‘rancio’, perché era rancido” spiegò Ale che si era allontanata per fare ricerche nei corridoi del PC.) Tutte le ragazze speravano che il viaggio finisse presto. Ma appena superata la metà del tragitto un forte vento portò molte nuvole nere.

Ci fu una grande tempesta per tutta la notte, con altissimi cavalloni e la nave incominciò a ondeggiare. Le ragazze, con il mal di mare e una gran paura, cercarono inutilmente i salvagenti e i canotti gonfiabili. Si tenevano per mano per paura di essere travolte dalle onde mentre la barca si inclinava sempre di più rischiando di affondare. Polo, i suoi amici e i marinai avevano gettato in mare gran parte del carico per alleggerire la nave. Quando il vento cessò si accorsero che l’albero si era spezzato e le vele erano rotte. Tutti si misero a remare e anche le quattro amiche presero i remi.

“E’ come andare a canottaggio, e non dobbiamo neppure pagare il circolo” scherzò Francy. Ma le altre le rivolsero uno sguardo così feroce che non parlò più finchè arrivarono in Turchia.



Turchia i guai della terraferma Quando la mattina dopo toccarono terra si misero a ballare per la felicità. Avevano perso parte del carico, ma erano tutti vivi e poco alla volta sentirono crescere di nuovo il desiderio di nuove avventure. Carola propose: “Non vorrei sembrare la solita golosa, ma … si potrebbe

mangiare un bel cappuccino con un cornetto?” “Mia cara amica, forse non proprio un espresso o un cappuccino, ma qui troveremo il famoso ‘caffè alla turca’, e nei fondi del caffè potremo anche leggere il nostro futuro” Le ragazze guardarono il loro compagno che continuò a spiegare: “Per preparare il caffè alla turca, si usa l'Ibrik, un piccolo bricco in ottone a manico lungo. Versate nell’Ibrik i cucchiai di caffè macinato (voi che vivete nel ‘futuro’ potete mettere anche lo zucchero) aggiungete le tazzine d'acqua, mescolate bene fino a far sciogliere completamente lo zucchero e scaldate sul gas; appena il caffè inizierà a

bollire, comincerà a salire la schiuma. Togliete dal fuoco, prendete un cucchiaino e mettete questa schiuma nelle tazzine; ora rimettete nuovamente il pentolino sul fuoco e, appena il caffè bolle nuovamente, In pratica bisogna fare bollire il caffè 2 volte. E’ possibile aggiungere al caffè anche delle spezie come la cannella o il cardamono. Prima di poter bere il caffè alla turca bisogna aspettare che la polvere di caffè si sia depositata sul fondo e se volete potrete leggervi il vostro futuro.” e finendo questa spiegazione il ragazzo offrì a tutti degli ottimi biscotti alle mandorle.

“Tiziano è quasi peggio di te, Ale, sembra un’enciclopedia!” disse a bassa voce Francy all’amica. “Non ti dimenticare che i nostri amici vivono in un PC. Hanno accesso a tutti i file! Quindi sono sempre meglio io!!!” rispose Ale ridendo. Mentre stavano scherzando e si scaldavano al primo sole della mattina gli altri della carovana stavano caricando le mercanzie. A un tratto sentirono un grido di dolore e uno dei servitori di marco Polo si accasciò al suolo. La gamba era intrappolata sotto un carro. Gli altri della carovana dicevano sottovoce: “Sicuramente dovremo tagliargli la gamba!”

Tutti corsero per sollevare il carro e tirarono fuori l’uomo svenuto per il dolore. “Presto, Francy, aiutami, prima che a qualcuno di questi antichi tiri fuori una sega e gli tagli la gamba” . Ale, come suo solito, aveva preso in mano la situazione e tirò fuori dal suo zainetto un kit di primo soccorso. Le due ragazze, utilizzando mezzi di fortuna, disinfettarono la ferita e steccarono la gamba. “La gamba è salva. Fra qualche mese potrà camminare come prima. Speriamo che ci sia un dottore qui in Turchia che prosegua il nostro intervento”.

“Come avete fatto?” chiesero i ragazzi stupiti. “Mai sentito parlare di primo soccorso, ragazzi? Cercate il file giusto nel PC e non solo le voci enciclopediche sul caffè turco!” Ale ridendo riordinò il suo kit di primo soccorso e si allontanò nell’ ammirazione generale.









Persia ricordando le Mille e Una Notte Da quando avevano saputo che erano entrate in Persia le ragazze si guardavano intorno cercando i personaggi delle storie di Sherazade. Marco (Polo) e i suoi amici gliele avevano narrate durante il viaggio e le quattro amiche sognavano principi,

spiriti benevoli, ladri e briganti… ma la carovana continuava a muoversi come al solito anche se speravano di trovare un tappeto volante in una delle botteghe dei villaggi che attraversavano. Mentre camminavano nei giardini videro un gruppo di giovani con abiti bellissimi e preziosissimi. “Sono i personaggi delle Mille e una notte?” chiese Ale che per un attimo aveva perso il suo buon senso ed era entrata nel mondo incantato delle fiabe. “Sono giovani della corte del re” rispose Marco (Polo). Una ragazza si staccò dal gruppo seguendo una coloratissima farfalla e cantando una deliziosa melodia. Mise un piede in fallo e stava

per cadere. Raimondo fu svelto nel sostenerla. La ragazza, che era la principessa, ringraziò e invitò il gruppo a palazzo. La sera nelle loro stanze principesche, per prepararsi per la cena, le ragazze trovarono abiti ricamati che le trasformarono nelle dame della fiabe che tanto le avevano fatte sognare. Aurora trovò uno scrigno con meravigliosi gioielli. Un paio di orecchini in filigrana d’argento e pietre preziose sembrava sussurrarle ‘prendimi’. La ragazza si guardò intorno, li prese e li nascose in tasca. La cena venne servita sopra un sofrehm, una tovaglia stesa a terra sopra morbidi bellissimi tappeti. Tutti si

sedettero in circolo, e le ragazze, con piacevole sorpresa, ritrovarono accanto ai piatti, le posate. Ma si erano ormai già abituate a mangiare dal piatto comune portando il cibo alla bocca con il naan, il pane che era stato appena sfornato. Gustarono i vari piatti molto speziati e poi mangiarono frutta deliziosa e matura e dolci meravigliosi.





Afghanistan dove le borse vengono scippate in modo strano “Sono giorni interi che camminiamo attraverso montagne. Sono così brulle che non troviamo neppure una fontana d’acqua. Abbiamo finito anche le provviste e fa molto freddo” Tiziano rispose alle lamentele sconsolate di Aurora togliendosi il giubbetto e mettendoglielo sulle spalle. Gli altri

sorrisero ammiccando fra loro. Ormai tutti sapevano che i due si erano segretamente fidanzati. “Come faranno quando il PC riaprirà la bocca e torneremo nel nostro mondo?” Chiese Aurora preoccupata per i pianti che avrebbe fatto l’amica lontana dal suo innamorato. “Scopriremo qualche passaggio segreto per incontrarci fra i due mondi, a parte i soliti messaggi e la webcam” disse Tiziano che aveva sentito tutto. Erano quasi vicini alla cima della montagna quando una delle aquile che volteggiava in cielo si abbassò d’improvviso e prese nel becco la borsa da viaggio, griffata e con i lustrini, di


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