Maggio/Giugno 2021 - 5€
Editoriale di lancio missilistiche statunitensi). Sulle pagine della nostra rivista, trovano spazio anche argo- menti di natura etica e filosofica, con i quali vor- remmo (sperabilmente) stimolare il dibattito e la discussione serena e democratica. Il nostro de- siderio è che voi amici carissimi possiate passa- re in nostra compagnia tanti piacevoli momenti. Buona Lettura! Paolo Andriani Benvenuti nella nostra nuova avventura edito- riale! Abbiamo preso in prestito l’idea del dia- logo che avviene fra Neo e Morpheus nel film “Matrix”; qual’è la “pillola rossa” che noi voglia- mo offrire ai nostri lettori? La nostra ambizio- ne più grande (non la sola ad essere sinceri) si chiama “DIFFUSIONE CULTURALE”…. Nel nostro magazine, leggerete di argomenti tecni- ci, ma anche di argomenti (come dire) un po’ più scomodi. Sappiamo bene, che a volte pre- ferireste non sapere e che preferireste magari vivere nella più tranquillizzante certezza della vostra ignoranza…. Preferiamo invece aiutar- vi ad aprire i vostri orizzonti e le vostre menti, dandovi la possibilità di riuscire a comprendere ciò che nessuno osa provare a spiegarvi. Fra le nostre rubriche più interessanti, potrete leg- gere, la storia delle aziende che hanno segna- to la storia dell’informatica; oppure le biografie di quelle persone che ne sono stati i protago- nisti (in questo numero, la Atari e Steve Woz- niak). Se invece siete curiosi di sapere come e perché nasce Internet, troverete un articolo di ampio respiro suddiviso in puntate. Persone, tecnici dalla mentalità geniale e menti brillanti, sono anche dietro ai software che utilizziamo quotidianamente (ad esempio Adobe Photo- Shop); ci siamo anche chiesti se dovevamo par- lare solamente di argomenti di natura tecnica... Anche la storia (come quella che si studia a scuola) e quella fatta di eventi (anche riguardan- ti il nostro paese), non poteva non contempla- re persone e personaggi che loro malgrado di quella storia sono stati protagonisti, come John F. Kennedy e Martin L. King. Non mancherà an- che la cronaca di eventi che hanno rischiato di rendere le nostre vite più difficili e che avrebbe- ro potuto avere conseguenze devastanti (la sto- ria del Tenente Petrov e degli incidenti alle basi 2
Editoriale Sommario Foto del mese 2 5 Case History 6 Atari 12 IT People Steve Wozniak 14 17 Internet Lounge 20 Storia di Internet: dalle 22 reti pedonali al WWW 22 Bit By Bit 24 Adobe PhotoShop 26 Tips & Tricks 29 Il biglietto da visita 31 Formati standard dei 33 banner IAB 3 Conversione pixel-mm- em dei corpi tipografici Defcon 1 Il giorno che sfiorammo l’apocalisse Gli incidenti alle basi di lancio ICBM Joomla Yard Joomla: 10 falsi miti da sfatare Penguin Bay Licenze e software Free ed Open Source: siamo sicuri di avere le idee chiare? Distopie 1984: se solo Orwell avesse potuto sapere
Sommario La nascita di un 81 mito: 1968 82 Articolo 21 82 La responsabilità ci 38 Il mito continua: 84 renderà liberi Douglas Trumbull Joseph Goebbels: dia- 84 bolico spin doctor 40 Cura certosina dei dettagli 84 Com’è fatto? Fotocopiatrice 43 Stanley Kubrick e 86 Flatbed scanner la censura 89 Drum scanner 92 45 96 Tomografo assiale 47 Quando Hollywood... Arduino e Raspberry PI Non perdona... Cos’è Arduino Cos’è Raspberry PI 51 Perché Stanley Ku- Linguaggi di programmazione PhP brick veniva pesante- HTML mente censurato? Il lavoro di una nazione Il National Endowment 55 for Democracy: cassa- forte occulta della CIA? 58 Trilogia Nera Come si esporta la de- Il piano “Solo” mocrazia? 61 Il golpe Borghese Odissea Kubrick Presentazione 63 La “Rosa dei venti” della monografia Biografia di Stanley CREDITS Kubrick Gioventù ed esordi 66 69 Gli anni 50 74 Gli anni 60 75 Gli anni 70 75 76 Gli anni 80 e 90 76 Etica ed estetica 4 77 77 79
Foto del mese in questa immagine d’epoca possiamo vedere poi appannaggio della guerra fredda dopo la la macchina Colossus, con la quale gli ingle- fine dei conflitti bellici, non sarebbe mai stato si furono in grado di decifrare i complicatissi- possibile, senza l’impiego non tanto di macchi- mi messaggi criptati delle macchine Enigma ne particolari come Colossus o Enigma, ma tedesche. Siamo nel periodo della Grande anche e soprattutto di ricercatori, matematici, Guerra e non erano solamente gli armamen- criptografi quali ad esempio Alan Turing al qua- ti ad avere una grande importanza, ma anche le si deve la concezione proprio di Colossus. le comunicazioni. Le metodologie attrverso le quali queste avvenivano erano molteplici ma la criptografia aveva un ruolo preminente. La cifratura e la decifratura dei messaggi scam- biati fra ambasciate ad esempio, oppure fra comandi strategici, o ancora fra reti di spie, avevano anch’essi una parte fondamentale e qualora questi fossero stati decifrati dal nemi- co, avrebbero potuto addirittura scatenare delle azioni di guerra e mettere in pericolo le stes- se spie. Questo tipo di comunicazioni, rimasto 5
Case History Samanta Accorsi sta particolare pietra) può essere presa dall’av- versario”; se detto all’avversario è unicamente Atari una cortesia data, non equivale a “scacco!”, che rappresenta una seria minaccia al Re ne- Atari è una società statunitense produttrice di gli scacchi, pezzo che nel Go non esiste. Bu- videogiochi e di hardware per uso videoludico, shnell vendette Atari alla Warner Communica- fondata nel 1972 da Nolan Bushnell e Ted Dab- tions nel 1976 per una cifra compresa fra 28 e ney. La società ha avuto un ruolo rilevante nel- 32 milioni di dollari e usò parte del denaro per lo sviluppo dei videogiochi arcade ed anche di comprare la Folgers Mansion, poi nel 1979 ab- personal computer, assumendo una posizione bandonò la società. Sotto la Warner Atari rag- di predominio nel mercato mondiale sino all’i- giunse il culmine del successo, anche grazie nizio degli anni ottanta. Il marchio è stato più ad uno dei primi giochi, pong, vendendo milioni volte rilevato da altre società concorrenti, Info- di console Atari 2600. Al suo apice, Atari con- grames acquisì il marchio in seguito all’acqui- tribuiva per un terzo alle entrate annuali della sizione di Hasbro Interactive, che a sua volta Warner e divenne la società dallo sviluppo più l’ha preso da JTS Corporation, che si era fusa rapido nella storia degli Stati Uniti (all’epoca). con l’originale Atari nel 1996; ad oggi è di pro- prietà di Atari SA, precedentemente nota come Gli anni ottanta e la crisi del 1983 Infogrames SA. Infogrames, Inc. ha sporadica- Sebbene l'Atari 2600 fosse rilevante sul merca- mente utilizzato il marchio Atari come marca to dei video giochi da casa, sperimentò la prima commerciale per titoli selezionati prima che In- dura concorrenza nel 1980 da parte dell'Intelli- fogrames SA cambiasse ufficialmente il nome vision di Mattel, pubblicizzato per le sue capa- dell’azienda subordinata in Atari, Inc. nel 2003. cità grafiche superiori rispetto al 2600. Ciono- Il marchio è stato anche usato varie volte dalla nostante, il 2600 rimase lo standard industriale, Atari Games, una differente compagnia che si grazie alla superiorità sul mercato e all'Atari, è staccata nel 1984. Non va confusa con Atari caratterizzata dalla più grande varietà di giochi SA, fondata nel 1993 sotto il nome Atari, Inc. disponibili. Tuttavia, agli inizi degli anni ottanta sorsero dei problemi: le divisioni home compu- Gli anni settanta: la nascita ed i primi ter, console e giochi arcade operavano indipen- successi dentemente e raramente cooperavano. Con la crescente concorrenza e la guerra dei prezzi Fondata negli Stati Uniti nel 1972 da Nolan nel mercato degli home computer e delle con- Bushnell e Ted Dabney, all’Atari si può attribu- sole per videogiochi, l'Atari non fu mai in grado ire l’inizio dell’industria videoludica con il gioco di eguagliare il successo della console 2600. Pong. La versione domestica di Pong, che si Nel 1982 mise in commercio versioni deludenti connetteva ad un televisore, fu una delle prime di due giochi altamente pubblicizzati, Pac-Man console. Atari Inc. fu originariamente chiamata Syzygy, un termine astronomico. Tuttavia, poi- ché esisteva almeno un’altra società con quel nome (si dice fosse una ditta produttrice di can- dele o di tetti) Bushnell elencò diverse parole del Go e scelse Atari, che è spesso tradotta come “informare un giocatore avversario che è in pericolo”, ma in realtà significa solo: (que- 6
Case History e E.T., causando un accumulo di invenduti e il suo nuovo Adam computer, e l’unità che era la caduta dei prezzi. Nello stesso anno inoltre in mostra aveva Donkey Kong della Nintendo. Atari perdette un processo contro Activision, so- Ma Atari possedeva i diritti di pubblicazione su cietà fondata da suoi ex dipendenti mal pagati: Donkey Kong per computer e il CEO Ray Kas- fu così legittimato lo sviluppo del 2600 da parte sar si infuriò, accusando la Nintendo di fare il di terzi. Il mercato si saturò rapidamente, con doppio gioco con la licenza di Donkey Kong. un calo ulteriore dei prezzi. Inoltre nel dicem- Nintendo a sua volta attaccò la Coleco. Dopo bre 1982, i dirigenti Atari Ray Kassar e Dennis un mese Ray Kassar fu costretto a lasciare la Groth furono accusati di insider trading (accuse Atari, e i dirigenti impegnati nell’affare Famicom poi rivelatesi infondate). Larry Emmons, che era furono costretti a ricominciare tutto da capo. stato l'\"impiegato numero 3\", si dimise nel 1982. Tali problemi furono seguiti dal crack dei vide- Era a capo del settore ricerca e sviluppo del ogiochi del 1983, che provocò perdite per ol- piccolo gruppo di talentuosi ingegneri di Grass tre 500 milioni di dollari. Le azioni della War- Valley, in California. La console Atari 5200, ner crollarono da 60 a 20 dollari, e la società messa in commercio come sostituto di nuova iniziò a cercare un compratore per la sua generazione del 2600, era basata sui computer problematica divisione. Per quanto riguar- Atari 800 (ma incompatibile con le cartucce di da Nintendo, Atari non poteva più permet- giochi di quel computer) e le sue vendite non tersi l’affare Famicom, e alla fine i Giappo- soddisfecero mai le aspettative della compa- nesi dovettero proseguire per conto proprio. gnia. Secondo alcune voci, a metà strada tra realtà e leggenda metropolitana, sembra che 7 nel 1983, a seguito di ingenti restituzioni di or- dini dai distributori, Atari interrò milioni di car- tucce invendute (la maggior parte di Pac-Man e E.T. the Extra-Terrestrial) in una discarica nel deserto del Nuovo Messico. Howard Scott War- shaw (il programmatore di E.T., Yars’ Revenge e Raiders of the Lost Ark) mette in dubbio la fondatezza di questa notizia, tuttavia dopo più di 30 anni, il 26 aprile 2014 ad Alamogordo, du- rante delle ricerche mirate proprio a verificare la presenza di questi videogiochi, vennero repe- rite diverse cartucce di E.T. ed altri giochi Ata- ri. In ogni caso, Atari continuava ad avere una posizione formidabile nel mercato mondiale dei videogame. Era la prima produttrice di console in ogni mercato eccetto il Giappone, il cui lea- der di mercato era Nintendo, che aveva messo in commercio la sua prima console da gioco, il Famicom, abbreviazione di “FAMIly COMputer” (meglio nota al resto del mondo come NES) nel 1983. Il Famicom vendette molto bene in Giap- pone, e Nintendo cominciò a guardare ad altri mercati. Avvicinò Atari proponendo un accordo di licenza: Atari avrebbe prodotto e venduto il sistema, pagando a Nintendo una royalty. Le trattative erano in corso e le due compagnie decisero di firmare l’accordo nell’estate del 1983 in occasione del CES. Malauguratamen- te, nella stessa occasione Coleco presentava
Case History La Atari Corporation e gli home compu- un display in bianco e nero ma era largamente ters disponibile. Nel 1989 Atari Corp. fece causa a Nintendo per $250 milioni per monopolio illega- Nel luglio 1984, Warner vendette le divisio- le, ma perse. I principali difetti imputati al Lynx ni home computing e game console di Atari da parte dei sostenitori del rivale erano l’ingom- a Jack Tramiel, il fondatore della concorrente bro, il peso e soprattutto la durata delle batterie. Commodore International, da poco allontanato, sotto il nome Atari Corporation per $240 milioni in stock della nuova società. Warner mantenne la divisione arcade sotto il nome Atari Games, per poi venderla a Namco nel 1985. Warner vendette anche la neonata Ataritel a Mitsubishi. Sotto la guida di Tramiel, Atari Corporation usò il Di fatto, nonostante avesse un hardware notevol- rimanente stock di magazzino delle console per mente superiore ai due concorrenti (il già citato mantenere a galla la società mentre completa- Game Boy e il Game Gear della SEGA) il Lynx ri- va lo sviluppo del suo computer a 16-bit, l'Atari scosse poca fiducia da parte degli sviluppatori ed ST. Nel 1985 fu distribuito l'aggiornamento della uscì un numero limitato di titoli rispetto alle rivali. linea di computer a 8 bit, la serie Atari XE, insie- me alla linea Atari ST. Poi, nel 1986, la società Gli anni novanta e la crisi puntò sulle console progettate sotto Warner: Atari - Atari 2600jr e Atari 7800 console (la qua- A mano a mano che la fortuna degli ST e dei PC le ebbe vendite limitate nel 1984). In quell'anno compatibili Atari calava, le console e il software la società si riprese, realizzando un profitto di 25 tornarono al centro degli obiettivi della società. milioni. La linea Atari ST ebbe grande successo Nel 1993 mise in commercio la sua ultima con- (soprattutto in Europa, non tanto negli U.S.A.) sole, l'Atari Jaguar. Dopo un periodo di inizia- vendendo in totale più di 4 milioni di unità. Era le successo, nemmeno questa soddisfece le popolare specialmente fra i musicisti, poiché aspettative: la sua potenza non reggeva il con- aveva delle porte MIDI incluse. Nonostante fronto con la PlayStation della Sony Computer questo, alla fine il concorrente più prossimo, l'A- Entertainment né con il Saturn della SEGA e miga, la superò nelle vendite, anche se non di mancava del supporto da parte di terzi che in- molto. Atari in seguito produsse anche una linea vece i giapponesi si erano agevolmente assi- di PC IBM compatibili insieme a un computer curati. Dal 1996, una serie di processi vinti, se- palmare compatibile MS-DOS chiamato Atari guita da validi investimenti, aveva lasciato Atari Portfolio, uno dei primi sistemi di questo tipo. in una buona situazione economica, ma d'altro Nel 1989 fu messa in commercio Atari Lynx, canto il fallimento del Lynx e del Jaguar aveva la prima console portatile con grafica a colori. lasciato la società a corto di prodotti da com- Essa fu apprezzata da pubblico e critica, ma mercializzare. Inoltre Tramiel e la sua famiglia una carenza di componenti ne impedì la messa volevano uscire dal mercato. Il risultato fu una in commercio in tutti gli USA entro il Natale 1989. rapida successione di passaggi di proprietà. Per questo, il Lynx perse la sua quota di merca- Nel luglio 1996, Atari si fuse con JTS Inc., un to a favore del Game Boy Nintendo, che aveva produttore di dischi rigidi di vita breve, per for- mare la JTS Corp. Il ruolo principale di Atari 8 nella nuova società divenne il controllo delle proprietà dell’Atari stessa, oltre a un supporto minimo, di conseguenza il nome scomparve completamente dal mercato. Sebbene l’Atari originale avesse cessato di esistere, proseguì un cospicuo sviluppo sotterraneo per i sistemi di gioco e computer Atari degli anni settanta e ot-
Case History tanta, e molte delle convention sul retro-gaming Gli anni 2000: l'acquisizione di Infogra- (come World Of Atari, Classic Gaming Expo, mes e la bancarotta Philly Classic, e Midwest Gaming Classic) sono incentrate sull’Atari. Vi sono anche siti web dedi- Nell'ottobre 2001, Infogrames annunciò che cati alle release di nuovi prodotti per le console avrebbe \"reinventato\" il marchio Atari con il lan- e i computer originali Atari, come AtariAge.com. cio di tre nuovi giochi. Il 7 maggio 2003, Infogra- Il VCS, la console di maggior successo, è tutto- mes riorganizzò ufficialmente le sue sussidiarie ra nei cuori di milioni di appassionati nel mondo. USA come entità separata denominata Atari, Nel frattempo, Atari Games era stata acquisi- Inc.; ribattezzò le sue sedi operative europee ta nel 1986 dai suoi dipendenti, che fondarono Atari Europe, mantenendo il nome Infogrames anche Tengen per portare i giochi arcade nelle Entertainment per la holding principale. Nel case. La nuova Time Warner però cominciò a 2002 prese piede la moda dei TV game: una rastrellare sempre più azioni della società, fino società di giocattoli americana, Jakks Paci- ad acquisire nuovamente il pieno controllo nel fic, commercializzò una console plug-and-play 1994. A quel punto Atari Games cessò di esiste- chiamata Atari 10-in-1 TV Game, che molti cre- re e divenne parte di Time Warner Interactive. devano avrebbe risvegliato l’interesse verso i Nel 1996, Time-Warner vendette TWI a WMS classici Atari. Dotata di porte A/V, funzionava a Industries Inc, proprietaria di Midway dal 1988. batterie, non richiedeva l’uso di cartucce per via WMS portò le proprietà sotto Midway Games dei giochi memorizzati all’interno, ed aveva la (in seguito chiamata NetherRealm Studios) stessa forma di un joystick per Atari 2600. Nel e ristabilì il nome Atari Games. Nel 1998, Mi- 2004, la stessa società ideò anche gli Atari Pad- dway fu venduta ai suoi azionisti per poi forma- dle Games, altro TV game stavolta dedicato ai re una società a sé. Nel 1998, Midway intentò giochi che richiedevano l’uso dei “paddle”, ovve- contro Hasbro un processo a porte chiuse: il ro i controlli a potenziometro. Nell’ottobre 2001, risultato fu la ridenominazione di Atari Games Infogrames annunciò che avrebbe “reinventato” in Midway Games West. Midway abbandonò il marchio Atari con il lancio di tre nuovi giochi. Il l’industria dei giochi nel 2001, e chiuse Midway 7 maggio 2003, Infogrames riorganizzò ufficial- Games West nel 2003 - calando il sipario su mente le sue sussidiarie USA come entità sepa- ciò che restava della sezione giochi arcade rata denominata Atari, Inc.; ribattezzò le sue sedi originale di Atari. Nel marzo 1998, JTS vendet- operative europee Atari Europe, mantenendo il te i diritti sul nome Atari alla Hasbro Interacti- nome Infogrames Entertainment per la holding ve per 5 milioni di dollari: meno di un quinto principale. Nel 2002 prese piede la moda dei TV di ciò che Warner Communications aveva pa- game: una società di giocattoli americana, Jakks gato 22 anni prima. Tale transazione riguarda- Pacific, commercializzò una console plug-and- va in primo luogo il marchio e la proprietà in- play chiamata Atari 10-in-1 TV Game, che molti tellettuale, che ora ricadeva sotto la divisione credevano avrebbe risvegliato l’interesse verso Atari Interactive di Hasbro Interactive. Il nome i classici Atari. Dotata di porte A/V, funzionava del marchio cambiò nuovamente proprietà nel a batterie, non richiedeva l’uso di cartucce per dicembre 2000, quando l’editrice di software via dei giochi memorizzati all’interno, ed ave- francese Infogrames scalò Hasbro Interactive. va la stessa forma di un joystick per Atari 2600. 9
Case History Nel 2004, la stessa società ideò anche gli Atari Atari per undici milioni di dollari. Il 21 gennaio Paddle Games, altro TV game stavolta dedicato 2013 l’azienda avviò la procedura fallimentare ai giochi che richiedevano l'uso dei \"paddle\", ov- e richiese la tutela dai creditori in base all’arti- vero i controlli a potenziometro. Come abbiamo colo 11 della legge fallimentare statunitense. detto, nessuno dei giochi era messo in commer- cio direttamente da Atari. Tuttavia, sempre nel Le console di successo 2004, Atari Inc. commercializzò un proprio TV game: l'Atari Flashback. Il prodotto richiamava Fra i prodotti di maggior rilievo della società l'aspetto estetico di un Atari 7800 miniaturizzato, ricordiamo le console domestiche come l'Ata- era dotato di due joystick simili a quelli del 7800 ri 2600 (VCS); una serie di computer a otto bit rimpiccioliti e di venti videogiochi preinstallati. (Atari 400, 800, 600 e 800XL, 65 e130XE) di Al contrario di altri apparecchi simili, per il Fla- buon successo negli anni '80; Atari ha preso shback non servivano batterie perché era dota- parte alla rivoluzione dei computer a 16/32 bit to di un alimentatore AC. Il Flashback vendette prima con l'Atari ST e poi con l'Atari Falcon; in bene, ma incontrò le critiche di molti appassio- seguito ha costruito la console Atari Jaguar a 64- nati delle console Atari, i quali lamentavano che bit, rivelatasi purtroppo un fiasco; ed ha lanciato il dispositivo fosse troppo piccolo, poco robusto Atari Lynx, la prima console portatile a colori. e dotato di joystick peggiori rispetto agli originali dell'Atari 7800. Inoltre, essendo il sistema basa- to su un hardware NES, alcuni giochi non ricre- avano alla perfezione il sonoro, la grafica o altri particolari degli originali. Per questo molti riten- nero che il Flashback non riproponesse l'auten- tica esperienza Atari. Quindi per soddisfare le richieste degli appassionati, nell'agosto 2005 Atari commercializzò una nuova console, l'Atari Flashback 2, che ricreava l'aspetto di un Atari VCS ed era basata sullo stesso hardware, mi- niaturizzato in un unico chip. La console era do- tata di due controller pressoché identici agli ori- ginali dell'Atari 2600 e di 40 giochi memorizzati nel firmware, di cui 7 inediti. Con una semplice modifica si poteva installare una porta per le car- tucce del 2600, in modo da poter utilizzare i vec- chi giochi eventualmente posseduti. Nel 2007 la società affrontò diversi problemi finanziari, cul- minati con un passivo di dodici milioni di dollari, il che spinse l’amministratore delegato David Pierce a dimettersi a ottobre. Il nuovo ammini- stratore delegato ad interim, Curtis G. Solsvig III, decise di abbandonare la produzione interna di videogiochi concentrandosi sulla commercia- lizzazione di prodotti sviluppati da terzi. Al fine di recuperare liquidità la società concesse alla Lyon di sfruttare il marchio Test Drive per cinque milioni di dollari. Nel maggio del 2008 Infogra- mes, già proprietaria della maggioranza della società, completò l’acquisizione delle azioni 10
Case History 11
IT People Steve Wozniak voro presso la Hewlett Packard, comincia a pro- gettare un personal computer nel tempo libero, Stephen Gary Wozniak, soprannominato (The) senza alcun fine commerciale. Nello stesso pe- Woz o Wizard of Woz (Sunnyvale, 11 agosto riodo inizia a frequentare le riunioni di un club 1950), è un informatico e inventore statuniten- di appassionati di informatica e di elettronica, se di origini ucraine (Стівен Гері Возняк) e po- l’Homebrew Computer Club di Palo Alto, grazie lacche (Stephan Gary Wozniak). È conosciuto alle quali ha la possibilità di confrontarsi e di come uno dei padri del personal computer, e condividere le proprie conoscenze tecniche: nel quindi come uno dei fautori della rivoluzione club ritrova il suo vecchio amico Steve Jobs. È tecnologica che ne derivò. Sebbene il suo con- proprio Jobs a persuadere Wozniak a far sì che tributo sia stato principalmente rivolto verso la i suoi progetti per la creazione di un personal realizzazione di tecnologie e la risoluzione di computer non si limitino a costituire un hobby, problemi tecnici, la sua naturale dimestichezza ma diano vita a un prodotto commercialmente con l’informatica e l’elettronica e la sua propen- valido. Così, i due cercano di raggranellare un sione a focalizzare l’attenzione sulla riduzione po’ di denaro da investire (Wozniak vende, tra della complessità, e conseguentemente dei l’altro, una preziosa calcolatrice scientifica HP), costi, delle componenti elettroniche lo hanno e alla fine racimolano 1.300 dollari per mezzo reso una delle figure più note nel mondo dell’in- dei quali possono comprare diverse compo- formatica. Furono le sue ricerche e le sue intu- nenti elettroniche. Jobs e Wozniak, quindi, re- izioni a portare alla creazione dell’Apple I, un alizzano un prototipo di computer dotato di un personal computer assemblato e pronto all’uso. microprocessore da 25 dollari, di un’unità di Stephen Gary Wozniak nasce l’11 agosto del memorizzazione, di una Rom e di una tastie- 1950 a Sunnyvale, in California. Sin da bambino ra per l’immissione dei dati. Jobs, quindi, pro- eredita dal padre Jerry, ingegnere della Lockhe- pone all’amico e collega di mettere in vendita ed Corporation, la passione per l’elettronica. In- il computer: il 1° aprile del 1976 viene fondata contra per la prima volta Steve Jobs nel 1971, la Apple, e il prototipo prende il nome di Apple al college, mentre Steve è ancora alle scuole I; i primi esemplari vengono acquistati per 666 superiori. Nel 1973 i due collaborano alla realiz- dollari e 66 centesimi da un negozio di com- zazione di un videogioco arcade, Breakout, per puter locale. Sposatosi nel frattempo con Alicia la compagnia Atari a Los Gatos. Due anni più Robertson, Steve Wozniak vede progressiva- tardi Steve Wozniak, mentre frequenta la Uni- mente incrementare i propri guadagni: grazie a versity of California a Berkeley, rimane vittima Apple I, la sua società tocca il milione di dollari di un incidente stradale dal quale esce miraco- incassati. Stephen, quindi, decide di concen- losamente illeso; in seguito a questo episodio trarsi sul miglioramento del prodotto, introdu- decide di lasciare l’università. Mentre trova la- cendo una visualizzazione grafica migliore e 12 progettando un lettore di floppy disk poco co- stoso; nel 1978, inoltre, sviluppa insieme con Randy Wigginton la bozza di un sistema ope- rativo primordiale. Nel frattempo, viene messo sul mercato Apple II. Nel 1980, mentre la Apple viene quotata in Borsa, Wozniak divorzia dalla moglie. Nel 1981, invece, rimane vittima di un incidente mentre si trova a bordo del suo aereo privato: l’evento gli provoca un’amnesia tempo- ranea. Riacquistata completamente la memoria dopo un primo periodo di scarsa lucidità, rima- ne comunque turbato dall’episodio: anche una volta guarito, infatti, pare avere smarrito l’entu- siasmo dei primi tempi. Decide comunque di sposarsi con Candice Clark e di tornare all’uni-
IT People versità: nel 1982 si laurea in ingegneria elettrica e in informatica. Intanto, le vendite dell’Apple II permettono a Steve Wozniak e all’amico Jobs di diventare milionari, e al tempo stesso di ave- re le risorse economiche per sviluppare prodotti nuovi. Stephen, tuttavia, decide di lasciare la società il 6 febbraio del 1985, a nove anni di di- stanza dalla sua fondazione, per fondare CL9, una nuova compagnia dedicata allo sviluppo di interruttori con controllo remoto ad uso dome- stico. Da quel momento, Jobs serba rancore nei confronti di Wozniak, al punto da fare pressione sui fornitori per indurli a boicottare la CL9: for- nitori che, intimoriti dallo strapotere economico di Apple, decidono di boicottare la società di Wozniak, che nel giro di breve tempo fallisce. Incluso nella National Inventors Hall of Fame nel settembre del 2000, poco dopo fonda la WoZ, società (il cui nome è sia l’abbreviazione di Wozniak che l’acronimo di Wheels of Zeus) che si occupa dello sviluppo di soluzioni wire- less. Nel 2004 riceve dalla North Carolina State University una laurea honoris causa in virtù del contributo fornito nel settore dei personal com- puter, mentre due anni più tardi pubblica il libro “iWoz: from computer geek to cult icon, how I invented the personal computer, co-founded Apple, and had fun doing it”. Dopo essere ap- parso nei panni di se stesso in un cameo in una puntata della quarta stagione della sit-com “The Big Bang Theory”, nel dicembre del 2011 Steve Wozniak inizia a collaborare con Siemens e con lo staff di Assembly Complex Manufacturing. 13
Internet Lounge sto era molto sentita la necessità dello scam- bio di informazioni, essendo molto spesso le ricerche, svolte in collaborazione fra le facoltà. Le “reti pedonali” Pietro Milano Anche quando le informazioni dovevano viag- giare all’interno di una singola facoltà universi- Storia di Internet: dalle reti pedonali, al taria molto spesso i dipartimenti si sviluppava- World Wide Web no su aree molto estese e di conseguenza se in un dipartimento c’era un calcolatore che produ- Premessa ceva tabutlati, questi poi dovevano essere fisi- camente trasportati a destinazione, non essen- La successione di eventi, progetti idee e pro- doci altri metodi per “trasmetterli”; si resero così tagonisti, che nel corsoo di una trentina d’an- necessarie le “reti pedonali”. Con questo simpa- ni, ha portato alla nascita di Internet e alla sua tico ed ironico neologismo, si volle sottolineare evoluzione, costituisce uno dei capitoli più affa- come dei solerti studenti dovessero sobbarcarsi scinanti della storia dello sviluppo tecnologico. l’onere di camminare da un dipartimento all’al- In pochi anni, Internet è diventato un mez- tro per portare i risultati dei loro lavori altrove. zo di comunicazione di massa, ma non tutti sanno che la sua storia, è del tut- Il packet switching: al cuore di ARPANet to particolare e data indietro nel tempo. E proprio nell’ambiente accademico quindi che Cenni Storici iniziò lo studio di un modo comodo e veloce per trasmettere le informazioni; è importante anche Essendo la nascita di Internet anche un even- accennare al fatto che i calcolatori (il concetto di to di portata storica (oltre che tecnologica), “personal computing” ancora non esisteva) era- che si proietta nel futuro, per comprenderla no enormi come armadi, potevano contenere a fondo dobbiamo fare un salto nel passato. anche 54mila valvole (non esistevano ancora i transistor) e richiedevano generatori di corren- Il periodo della Guerra fredda te appositamente costruiti per poter funziona- re. ARPA (Advanced Research Project Agency) Tutta la storia di Internet inizia in un periodo sto- nasce proprio in seguito al lancio dello Sputnik rico abbastanza delicato che viene solitamente 1, che si occupava di progetti tecnologici e del- definito “Guerra Fredda”; con il lancio del satelli- la loro applicazione e in essa, confluirono al- te “Sputnik 1” da parte della Russia, iniziava una cuni ricercatori provenienti (fra gli altri) anche serrata guerra tecnologica per la conquista del- da un “think tank” chiamato RAND Corporation. lo spazio. A sua volta questa “gara” tecnologica, portava con se’ anche una grande paura: quella della guerra termonucleare globale che prove- niva ora dagli Stati Uniti, ora dalla Russia.Col- lateralmente a questo terrore psicologico, vi era però anche la spinta al far si che nuove invenzioni potessero essere utili soprattutto a scopi bellici. I poli universitari: la culla di ARPANet La ricerca che diede origine alla progenitrice di quella che poi diviene Internet, la si ritrova nelle facoltà universitarie statunitensi, nelle quali ve- nivano installati anche i primi centri di calcolo; qui avvenivano molte delle innovazioni tecno- logiche che trovavano impiego prima in ambito militare e poi in ambito civile. In questo conte- 14
Internet Lounge La RAND Corporation stinazione dopo il controllo d’errore e la prove- nienza del pacchetto. Un altro ricercatore indi- Le facoltà universitarie, non erano le sole riserve pendente inglese, Donald Davies, sviluppò un di cervelli pensanti e infatti, un altro protagonista sistema di trasmissione simile a quello di Baran della complessa eppur affascinante storia della che chiamò “TRASMISSIONE A PACCHETTI”, nascita della Rete, fu la RAND Corporation che definizione che in seguito verà adottata anche entrò in gioco, in quanto centro di ricerca che si da Baran. In questo metodo di trasmissione, a occupava anche di problemi inerenti la Guerra differenza di quanto avveniva nel metodo di Ba- fredda. Anche per la RAND, vi era quindi la stes- ran il trasporto del pacchetto seguiva uno sche- sa identica preoccupazione che affliggeva i mili- ma di tipo “store and forward”, che era anch’es- tari (comunicazioni fra i Comandi Aerei Strategi- so molto semplice: quando un nodo riceve un ci in caso di attacco nucleare). Vediamo quindi pacchetto, lo archivia, ne determina il percorso che sia le ricerche accademiche, che quelle in di routing (instradamento) migliore e poi lo ritra- ambito militare, procedevano parallelamente. smette al nodo successivo sul suo percorso. Se su quel nodo dovessero esserci problemi, allo- ra il pacchetto seguirà un percorso alternativo. Le ricerche di Baran Nello studio del packet switching (spiegato qui sommariamente ma in realtà molto più com- plesso), Baran aveva concepito una “rete” di “nodi”, che in maniera autonoma, avrebbero funzionato da “SWITCH” (commutatore), in- stradando i pacchetti verso i nodi funzionanti nel caso qualche nodo fosse andato fuori uso (routing), prevedendo anche la possibilità di ri- solvere gli errori di trasmissione e di verificare che nella trasmissione tutto fosse andato bene. La tecnica alla base del packet switching Oltre ai concetti già citati (ridondanza e tra- smissione nel dominio digitale), ve ne era un altro decisamente determinante e cioè: la “DI- VISIONE IN DATAGRAMMI” prima della loro trasmissione sulla rete; ciascuno dei datagram- mi, poteva essere trasmesso separatamente e ricomposto per intero una volta giunto a de- 15
Internet Lounge Nel 1969, il progetto di Baran, che fino ad al- terconnettersi in una “ragnatela mondiale”: il lin- lora era ritenuto irrealizzaabile, prese vita, di- guaggio di queste pagine era ed è l’HTML mentre venendo la rete ARPANET; questa rete primi- il nome di questa architettura è il World Wide Web genia, collegava inizialmente i poli universitari UCLA (Università di California Los angeles), Browser testuali e... roditori UCSB (Università di California Santa Barbara), Stanford e University of Utah. Queste facoltà Prima dei browser grafici , dell’invenzione del ospitarono gli IMP (Interface Message Proces- WWW e del protocollo HTTP, si poteva navi- sor), che avevano funzioni di gateway e router. gare in rete? Vi rispondiamo in modo afferma- tivo... SI! Ma non come potreste fare oggi...! IMP: entra in campo la BBN I motori di ricerca non sono sempre esistiti o meglio le informazioni che si desiderava rag- Nelle facoltà universitarie, avvenivano le prime giungerer erano catalogate in maniera del tutto sperimentazioni di ARPANet e proprio li trova- differente da come si fa oggi. Vediamo breve- rono alloggio gli IMP, progenitori degli odierni mente come funzionava prima del 1990 la Rete. router. La Bolt Beranek e Newman (BBN), fu in- caricata della loro progettazione e della loro co- Il protocollo GOPHER struzione e per realizzarli furono impiegati prati- camente dei calcolatori Digital PDP-11 e PDP-8 Grazie a questo protocollo, le informazioni pre- senti in rete, venivano organizzate gerarchica- La nascita di Internet e il protocollo mente; lo strano nome di questo protocollo, de- T&CP/IP riva dall’animale mascotte della Università del Michigan della quale i creatori del protocollo Dopo questo excursus storico-tecnico, vi stare- Paul Lindner e Mark McCahill erano studenti: la te chiedendo come si è arrivati all’odierna Inter- nutria (un animale affine alla lontra e al castoro) net? Facciamo un salto quantico fino all’anno 1983; nel frattempo, sono successe molte cose, VERONICA, Archie e WAIS fra le quali la scissione di ARPANet in due di- stinte branche: MILNet che viene sviluppata in Anche Google non è sempre esistito ed infat- ambito militare e da questo direttamente ge- ti prima del famosissimo motore di ricerca gli stita, con il resto della rete che rimane in mano archivi informativi organizzati con il GOPHER all’ambiente accademico. Questa scissione, erano consultabili tramite una sorta di moto- darà un forte impulso allo sviluppo dell’odier- re di ricerca chiamato VERONICA (Very Easy na Rete. Un altro pezzo importante della storia Rodent Oriented Network (of) Indexed Com- tecnologica di Internet fu poi in questo perio- puterized Archives - Archivi Computerizzati e do anche lo studio e l’adozione dello stack di Indicizzati Facilmente Ortientati Ai Roditori) protocolli TCP/IP che consisteva nell’unione che forniva agli utenti uno strumento per la di due protocolli: il TCP che si occupava della ricerca delle informazioni. Per ciò che riguar- suddivisione in pacchetti delle informazioni ed il da invece gli archivi normalmente accessibili protocollo IP che si occupava invece del routing con il protocollo FTP, furono ideati dei “motori e dell’eventuale reinstradamento del pacchetto di ricerca” specifici chiamati ARCHIE e WAIS (fine prima parte) La nascita del World Wide Web Sebbene esistessero già diversi metodi per reperire le informazioni, la rivoluzione che ne permise la diffusione dall’ambiente accade- mico alla fruizione diffusa, avvenne nel 1990. In questo “anno di grazia”, presso il CERN di Ginevra, Tim Berners-Lee ideò il World Wide Web. In questa architettura informativa, tutte le informazioni venivano scritte in un linguaggio descrittivo che consentiva a queste paginedi in- 16
Bit By Bit Graziana Angioli puter History Museum di Mountain View. Adobe PhotoShop Storia Adobe Photoshop è un software proprietario La prima versione di Photoshop risale al 1990 prodotto dalla Adobe Systems Incorporated ad opera dei fratelli Thomas e John Knoll, fi- specializzato nell'elaborazione di fotografie (fo- gli di un fotografo, che idearono il programma toritocco) e, più in generale, di immagini digi- per agevolare il lavoro del padre. Prende corpo tali. Questo programma è in grado di effettuare dall'applicativo esistente Display, sviluppato dal ritocchi di qualità professionale alle immagi- 1987 per Macintosh Plus. La versione attual- ni, offrendo enormi possibilità creative grazie mente disponibile in italiano è la CC 2019: la ai numerosi filtri e strumenti che permettono numerazione ordinaria del programma è stata di emulare le tecniche utilizzate nei laboratori modificata con la pubblicazione di Adobe Pho- fotografici per il trattamento delle immagini, le toshop CS, che corrisponderebbe in realtà alla tecniche di pittura e di disegno. Un'importante 8.0. La vecchia sigla ricorda che il software è funzione del programma è data dalla possibi- parte integrante della Adobe Creative Suite. A lità di lavorare con più livelli, permettendo di partire dalla versione 14.0 è stata utilizzata la gestire separatamente le diverse componenti sigla CC che fa riferimento all'Adobe Creative che costituiscono l'immagine principale. Tra i Cloud (che ha preso il posto della Creative Sui- plugin, notevole importanza rivestono quelli che te), un pacchetto di software per l’elaborazione permettono al programma di leggere e scrivere grafica comprendente, oltre a Photoshop, anche nuovi formati di file come Adobe Camera Raw Illustrator, InDesign, Version Cue, Bridge, Stock che permette di lavorare con file Raw prodotti Photos (nel pacchetto standard), a cui si aggiun- da molte macchine fotografiche (tipicamente le gono GoLive e Acrobat Professional nella ver- reflex digitali) e con i file DNG. Adobe ha reso sione Premium. Tutti i componenti della Creative disponibili le specifiche del formato per la com- Cloud vengono venduti anche separatamente. pilazione dei plug-in anche ad aziende di ter- Di Adobe Photoshop esiste anche una versione ze parti, creando quindi un mercato specifico semplificata e più economica, chiamata Photo- di componenti per Photoshop, compresi anche shop Elements: in passato, Adobe tentò di di- pennelli, campioni di colore, pattern e sfuma- stribuire un’altra versione con ridotte funzionali- ture, nonché di macro (qui chiamate “azioni”). tà del programma, nota come Photoshop 5.0 LE Il 13 febbraio 2013 Adobe ha donato il co- (Limited Edition), frequentemente distribuita in dice sorgente della versione 1.0.1 al Com- bundle con l’acquisto di alcuni prodotti di infor- matica come scanner o plotter di varie aziende. 17
Bit By Bit Formato file Il PSD è un formato di file grafico di Adobe Photoshop, in grado di salvare un'immagi- ne completa di tutti i livelli che la compongo- no. Un'immagine salvata in formato proprieta- rio Adobe ha il vantaggio di essere lavorabile in fasi successive. Lo svantaggio è dato dalle dimensioni eccessive che non rendono agevo- le il suo trasferimento, se non usando idonee connessioni veloci o supporti adeguati. Si tratta di un formato particolarmente ricco di dettagli e informazioni sull'immagine. Rappresenta per la sua completezza un buon punto di parten- za per i professionisti della grafica, per ottenere quasi qualsiasi altro tipo d'immagine. Il formato supporta anche le animazioni basate su livelli. 18
Il biglietto da visita Tips & Tricks Formati standard dei 20 banner IAB 22 22 Conversione pixel-mm- em dei corpi tipografici 19
Tips & Tricks Antonino Guazzetti Biglietti da visita in lamina di legno Il biglietto da visita E' un pezzetto di cartoncino (o di altri materiali) di piccole dimensioni; racconta la nostra storia aziendale ed in alcuni paesi come il Giappone per scambiarlo si segue addirittura un vero e proprio rito.... Di cosa stiamo parlando? Ma del biglietto da visita! In questa guida, vi daremo al- cune indicazioni sulla composizione grafica e ti- pografica di questo mezzo di comunicazione,te- nendo presente che le tecniche di progettazione del biglietto da visita ha delle regole che possia- mo definire \"canoniche\", ma dalle quali in alcu- ni casi, si può derogare con stile ed eleganza. Materiali utilizzati per la realizzazione del biglietto Nella progettazione del nostro biglietto da vi- sita, la scelta dei materiali è decisamente va- ria; il meno costoso (e preferibile) è il carton- cino patinato oppure opaco da 350 gr. Ma se vogliamo utilizzarne altri, possiamo sce- gliere fra quelli naturali come cartoncino ri- ciclato, legno o sughero. Fra quelli plastici, abbiamo il PVC o la lamina melamminica (For- mica), metallici come lamina d'acciaio e addi- rittura preziosi come lamina d'argento o d'oro. Biglietti da visita in pvc 20
Tips & Tricks Dimensioni del biglietto da visita Disposizione dei testi Sebbene esista una grande varietà di forme e di I testi possono essere inseriti nel biglietto in dimensioni (alcune anche piuttosto fantasiose), quattro distinte modalità: allineamento a sinistra la \"buona pratica\" sugerisce il formato standard (bandiera a sinistra), testo centrato (allineamen- ISO 7810 (85 x 55 mm) nel quale testi e immagi- to al centro), testo giustificato (che si allinea fino ni trovano un'ottimale ed ordinata collocazione. a riempire tutto lo spazio del paragrafo), allinea- mento a destra (bandiera a destra); le configura- Disposizione degli elementi nel biglietto zioni tipografiche le possiamo vedere qui sotto: da visita La disposizione degli elementi che vedete nel- la figura qui sopra è quella di utilizzo più am- pio e anche qui possiamo sbizarrirci come meglio desideriamo; ma con un occhio atten- to alla fruibilità delle informazioni contenute nel biglietto, vi consiglamo di tenere presente il senso di lettura, che potete vedere qui sotto: Font da utilizzare nella composizione dei testi del biglietto Quando si compone la grafica di un biglietto da visita, un requisito importante è la sua fru- ibilità; ma cosa significa questo? Che tutte le informazioni presenti nel layout del nostro bi- glietto, dovrebbero essere chiare e di compren- sione possibilmente immediata ma.... In effetti il condizionale è d'obbligo proprio perché non è sempre così, anzi in certi casi questa regola diviene un'eccezione. Vediamo quindi quali font potrebbero e in certi casi DOVREBBERO esse- re utilizzati nel nostro biglietto e quali sarebbe decisamente meglio evitare. A seconda che si preferisca dare un taglio classico, piuttosto che 21
Tips & Tricks moderno, al nostro biglietto da visita, occorre Conversione pixel-mm-em dei corpi tipo- considerare una cosa molto importante e cioè grafici che la visibilità nella lettura (e quindi la com- prensione di ciò che si sta leggendo) richiede un corpo minimo dei testi di 8 pt, soglia sotto la quale i nostri occhi si sforzano nella lettura. Come corpo massimo invece consigliamo di non andare oltre i 12pt , sia per una semplice questione di ingombri (che ovviamente aumen- terebbero), sia perché con un corpo maggiore non si aggiunge nulla di più alla facilità di let- tura che a 12pt è già ottimale. A priori scon- sigliamo i caratteri fantasiosi, cioè quelli che hanno forme particolari (come ad esempio alcuni calligrafici), a meno che non siano ben leggibili al corpo minimo possibile. Sono inve- ce ottimali e fortemente consigliati i “bastona- ti” (Verdana ed Helvetica) e i “graziati” (Times), che sembrano avere (statisticamente parlando) un’ottima leggibilità anche con corpi piccoli. Formati standard dei banner IAB 22
Il giorno che sfiorammo 24 l’apocalisse 26 Gli incidenti alle basi di lancio ICBM 23
Defcon 1 Mario Scarpa re di lanciare un attacco nucleare, il servizio e il personale tecnico che avrebbero dovuto attuare Il giorno che sfiorammo l’apo- l’attacco e le strutture dalle quali l’attacco sa- calisse rebbe provenuto. Con tutta probabilità, l’obietti- vo dell’operazione RJaN era quello di scoprire il primo intento di un attacco nucleare e quindi prevenirlo. Come se questo episodio non fosse stato sufficiente, l’1 settembre, il disastro aereo del volo KAL007, continuava a tenere acceso il fuoco delle ostilità fra le due superpotenze. Ci sono persone che nel compiere il loro dovere, L'amministrazione Reagan aveva aumentato lo portano avanti con coscienza e molti di essi, considerevolmente il budget per la difesa. Per sono soprattutto militari; abituati ad eseguire gli Mosca la strategia del nuovo presidente statu- ordini che vengono dati loro e avendo sempre a nitense era quella di lasciare indietro l'Unione che fare con catene di comando e regole da se- Sovietica nella corsa agli armamenti, costrin- guire, sono spesso costretti ad agire senza farsi gendo il Patto di Varsavia ad aumentare gli troppe domande.Non solo… Ma spesso e volen- stanziamenti per le armi, con la conseguenza tieri poi quando si tratta di riconoscere a questi di ritardarne lo sviluppo economico e di semi- uomini il loro aver agito secondo coscienza e per nare discordia al suo interno. Era radicata, inol- aver avuto il coraggio di compiere il proprio do- tre, in molti funzionari di Mosca, la paura di un vere in spregio alle regole ma non alla vita uma- attacco nucleare preventivo da parte degli USA. na, tale riconoscimento va a perdersi nel nulla. Il 9 settembre, a Mosca si tenne una conferen- Di uno di loro vogliamo parlarvi in questo ar- za stampa di due ore, in cui il capo di Stato ticolo, di un Tenente dell’Armata Rossa, Sta- Maggiore, Maresciallo Nikolaj Ogarkov, illustrò nislav Petrov (Vladivostok 9 settembre 1923 la versione sovietica secondo cui una commis- – Frjazino 19 maggio 2017), che per aver evi- sione statale avesse “dimostrato in modo in- tato (badate bene EVITATO non PROVOCA- confutabile” che l’intrusione del volo KAL 007 TO) una guerra termonucleare globale mise nello spazio aereo sovietico era deliberata e a rischio la propria carriera e la propria vita. diretta dai servizi di informazione occidentali. Il contesto geopolitico nel 1983 Uno degli episodi che accentuò la tensione tra USA e URSS, si verificò in una riunione del maggio 1981 a cui parteciparono le più alte sfe- re della politica e dell'esercito sovietici. In quella sessione il Segretario Generale del Partito Co- munista, Leonid Il'ic Brežnev e il capo del KGB, Jurij Vladimirovic Andropov, dichiararono che gli Stati Uniti stavano preparando segretamente la guerra. Per combattere questa minaccia, An- dropov annunciò che il KGB e il GRU avrebbero incominciato l’operazione RJaN, in russo, acro- nimo di Attacco Missilistico Nucleare. L’”Opera- zione RJaN” fu la più grande e completa raccolta di dati da parte dell’intelligence nella storia so- vietica, in tempo di pace. Agenti all’estero sono stati in seguito accusati di monitorare le figure politiche e militari che avrebbero potuto decide- 24
Defcon 1 In risposta alle affermazioni fatte dalla autorità Paese al massimo 12 minuti. Poi sarebbe sta- sovietiche, Reagan fece diffondere dalla televi- to troppo tardi”. Il tenente colonnello Stanislav sione uno speciale sull'accaduto comprendente Petrov non era solo un militare, era anche, e estratti di comunicazioni intercettate dai servizi soprattutto, un ingegnere e un analista abituato segreti, tra cui i dialoghi tra il pilota sovietico e a verificare i dati ed eventualmente a metterli in il comando al suolo per dimostrare che era as- discussione. In quei fatali minuti ragionava che solutamente impossibile per il caccia scambia- non aveva alcun senso che gli Stati Uniti sfer- re il velivolo civile per un aereo di sorveglianza rassero un attacco a sorpresa con solo cinque militare. L'ambasciatore statunitense alle Na- missili, un numero irrisorio rispetto all’arsena- zioni Unite, Jeane Kirkpatrick, mostrò un'altra le dello Zio Sam, dando così modo all’Unione serie di registrazioni intercettate ai sovietici in Sovietica di reagire vanificando peraltro quel una presentazione audiovisiva alle Nazioni vantaggio iniziale. I missili avrebbero impiegato Unite. Nonostante le diverse prove presentate circa 20 minuti a raggiungere Mosca, furono i da parte statunitense, nessuna di esse poté 20 minuti più lunghi per il colonnello Petrov e provare con certezza che i sovietici avessero per l’intera ignara umanità. Mentre gli allarmi identificato il KAL 007 come un aereo civile. risuonavano all’interno del bunker, Petrov ave- va addosso gli occhi dei 120 uomini in servizio L’incidente dell’Equinozio d’autunno con lui quella notte; poteva percepirne i respiri accelerati, ne avrebbe potuto sentire battere i La notte del 26 settembre 1983 il Tenente Co- cuori. Il suo martellava, aveva le tempie dolen- lonnello Stanislav Petrov non avrebbe dovuto ti, la fronte madida di un sudore gelato e nelle essere in servizio all’interno del bunker Ser- proprie mani il destino del mondo. In caso di pukhov-15, situato sul confine occidentale allarme il protocollo prevedeva che il responsa- dell’Urss. Avrebbe dovuto essere la sua notte bile di turno premesse semplicemente (e irre- libera, ma il collega di turno si era ammalato. parabilmente) un “bottone rosso” che avrebbe Il bunker era dotato di un avanzatissimo siste- informato immediatamente i vertici del Cremlino ma informatico che permetteva di monitorare le e, come conseguenza, avrebbe dato il via ad attività missilistiche americane in tutto il mon- una massiccia e violenta controffensiva al pre- do e coordinare la difesa aerospaziale russa: il sunto attacco. In quella circostanza, se non si Krokus. Alle ore 00,15 (ora di Mosca) si accese fosse trattato di un errore del sistema, la disob- una luce rossa, segno che un missile era parti- bedienza al Protocollo del Tenente Colonnello to. \"Tutti si girarono verso di me, aspettando un Petrov sarebbe costata la distruzione di Mosca ordine” -racconta Petrov- “Io ero come paraliz- senza che l’Unione Sovietica potesse fare più zato; ci mettemmo subito a controllare l’operati- nulla. I secondi passavano lunghi e cadenzati vità del sistema, ventinove livelli in tutto. Pochis- come i passi di una marcia militare che precede simi minuti e si accese un’altra luce, poi un’altra. un’invasione. I minuti dilatati sembravano cur- Nessun dubbio, il sistema diceva che erano in vare e accelerare in prossimità dell’arrivo dei corso lanci multipli dalla stessa base. Una no- missili sugli obiettivi. All’improvviso tutto tacque, stra comunicazione avrebbe dato ai vertici del gli allarmi cessarono prima dello scadere del termine. Nessun ordigno nucleare era esploso perchè nessun missile era mai stato lancia- to. Era stato un falso allarme, un improbabile errore, forse causato da una rara congiunzio- ne astronomica tra la Terra, il Sole e il sistema satellitare OKO o forse da un effetto ottico di riflessi di luce sulle nuvole. Il tenente colonnel- lo Stanislav Petrov, vinto dagli abbracci e dalla gratitudine dei propri compagni, dalla stanchez- za e dalla tensione che iniziava ad abbandonar- lo, si lasciò cadere su una sedia e bevve d’un 25
Defcon 1 sorso un’intera bottiglia di vodka, poi dormì per Franca Potenti le successive 28 ore, senza interruzione, ma qui entriamo nella leggenda. Un eroe per i com- Incidenti alle basi di lancio pagni e i diretti superiori, ma un insubordinato ICBM per le alte gerarchie militari sovietiche. Per aver contravvenuto al protocollo Petrov fu ammoni- to, degradato e, infine, mandato in pensione anticipatamente. L’episodio di cui era stato pro- tagonista fu coperto da segreto e dimenticato. Molti anni dopo, nel 1998 in piena distensio- prima parte ne, il generale Votintsev, presente quella not- te nel bunker Serpukhov-15, raccontò in un Nel mare magnum di quel travagliato periodo libro di memorie quanto avvenuto quel fatale storico che va sotto il nome di \"Guerra Fred- 26 settembre 1983. Il fatto arrivò all’attenzio- da\", ci sono alcuni avvenimenti degni di nota, ne dei media e del signor Douglas Mattern, non per quanto è successo, ben si per quanto Presidente dell’organizzazione internaziona- sarebbe potuto accadere e invece non è acca- le “Associazione cittadini del mondo”, che il 21 duto, come nel caso del Tenente Petrov, pro- maggio 2004 conferì a Stanislav Petrov il Pre- tagonista dell'articolo precedente. Ad essere mio Cittadino del Mondo. Da allora numerosi protagoniste in questo caso (pericolosamente premi, onorificenze e riconoscimenti sono stati protagoniste) sono tre basi militari, che ai tempi tributati alla lucida determinazione e al corag- nei quali accaddero i fatti che stiamo per rac- gio di disobbedire di Stanislav Petrov che, con contarvi erano basi di lancio dei missili ICBM delicata modestia, ripete di “essere stato l’uo- (Missili Balistici InterContinentali) ovverosia, mo giusto, nel posto giusto, al momento giusto”. quel tipo di missili armati tipicamente con te- Per caso e per nostra fortuna. In onore del te- state nucleari, in grado di radere al suolo intere nente colonnello Stanislav Evgrafovic Petrov nazioni. Le basi (loro malgrado) protagoniste l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha erano quelle statunitensi di Vandenberg in Ca- introdotto, nel 2013, la Giornata Internaziona- lifornia, Malmstrom nel Montana, e nella zona le per l’eliminazione totale delle armi nuclea- russa di Dnepropetrovsk (Europa Orientale). ri, celebrata ogni anno proprio il 26 settembre. Non erano quelle le prime volte che gli UFO sorvolavano le basi militari, interessandosi ai silos di lancio, ma queste \"visite\" sono rimaste negli annali della Guerra Fredda, perché se quei missili fossero davvero partiti... Oggi pro- babilmente non staremmo qui a raccontarve- lo e voi non stareste leggendo questa rivista! 26
Defcon 1 La sorpresa che attendeva il Tenente Jacobs, arrivò quando il film venne sviluppato; convo- cato dal Maggiore Mansman, (il superiore di Jacobs) nel proprio ufficio, il Tenente fu fatto accomodare sopra un divano con un proietto- re. Nella stanza erano presenti anche due in- dividui che però non si identificarono (proba- bilmente due agenti segreti) e la presenza dei quali sembrò effettivamente strane al Tenen- te. Ma le stranezze non erano ancora finite.... L'incidente della base di Vandenberg La danza del missile Il primo di questi aavvenimenti, ormai conse- Durante la visione del film, succede un qual- gnati alla storia, avvenne nel giugno del 1964; cosa di eccezionale: dal lato destro dell'in- nella base aerea di Vandenberg in California; quadratura, si vede entrare un UFO (ogget- qui era di stanza il Tenente Robert Jacobs, to volante non identificato) che \"danzando\" membro del1369° Squadrone Fotografico, intorno all'ogiva dell'ATLAS, inizia il proprio con mansioni di addetto alla strumentazio- attacco, lanciando un raggio proprio su que- ne. Questi aveva il compito di filmare il volo di sta.... Dopo pochi istanti, Jacobs vede partire collaudo di un missile ICBM sperimentale AT- un secondo raggio e poi un terzo raggio che LAS. Le cineprese si misero in moto, non ap- infine ditrugge la testata.... Che fortunatamen- pena dal centro di controllo fu dato il segna- te non era armata! A compimento della pro- le di lancio; questo veniva seguito a distanza pria \"missione\", l'UFO se ne va via, prenden- mentre il razzo spariva oltre le nuvole, dopo do la stessa direzione dalla quale era venuto. aver sganciato il secondo e il terzo stadio. 27
Defcon 1 Il silenzio e poi.... L'oblio.... Un tratto comune alle storie di questo genere è diventata nel tempo, la sistematica operazio- ne di cover-up agli occhi dell’opinione pubbli- ca, che dopo il 1952 prenderà corpo e si isti- tuzionalizzerà con il cosiddetto DEBUNKING e questo avvenimento purtroppo non sfugge perlomeno al primo (il silenzio) se non pro- prio anche al secondo (l’oblio) e infatti anche al Tenente Jacobs, fu intimato l’ordine di non parlare ad anima viva di quanto aveva potu- to vedere, con la frase enigmatica e lapidaria: “PER QUANTO LA RIGUARDA TENEN- TE, TUTTO CIÒ CHE LEI “CREDE” DI AVER VISTO, NON È MAI ACCADUTO.....!” 28
Joomla Yard I CMS sono pacchetti chiusi che van- no solo installati e che non dan- no possibilità creative come html. Pasquale Testa Vero.... Se vogliamo utilizzarli “out of the box” senza nessun pensiero e senza alcun ge- Joomla: 10 falsi miti da sfa- nere di hack; FALSO.... se si sa come mo- tare dificare ciò che occorre, insomma.... Se si sa essere sufficientemente creativi e cu- Spesso e volentieri, quando si parla dei CMS riosi da sperimentare e da stravolgere ciò contrapponendoli al web design “tradizionale”, lo che ci viene offerto dal pacchetto del CMS. si fa in maniera disinformata e a volte volentieri fuorviante; le ragioni per le quali questo avviene Le possibilità di personalizzazione grafica non staremo qua ad analizzarle in questo con- dei CMS sono limitate perché per loro na- testo, ma in questo articolo, proverò a smontare tura, questi sono pacchetti preimpostati e quelli che (dal mio punto di vista) considero falsi chiusi. mitieparlandone dalmio personalepuntodivista. FALSO! Gli unici due limiti, sono detta- ti dalla fantasia creativa dei loro utilizzato- ri e dalla conoscenza della loro struttura. I CMS non sono indicati per progetti pro- fondamente strutturati. I CMS sono difficili da utilizzare. FALSO! Ce ne sono alcuni come ad esempio Magento (e-commerce) che è in grado di ge- Affermazione vera solo in parte; nel panorama stire siti decisamente complessi e anche co- dei CMS, che è vastissimo, ve ne sono di di- stosi, ma questo discorso vale (con diverse verse varietà e con differenti curve di apprendi- sfumature e in diversa misura), anche per al- mento. Quando si discute sulla facilità di utilizzo, tri CMS... Come sempre, occorre rispondere rispetto a quella dell'html classico, si dovreb- alle obiezioni come questa da più punti di vi- be decidere di quale CMS stiamo parlando. sta e comunque più in generale va detto che ad ogni progetto si abbina il CMS più adatto. Per poter utilizzare decentemen- te i CMS, bisogna conoscere linguag- I CMS open source sono meno sicuri e gi come php, javascript, css e MySqL. performanti di quelli commerciali Anche la risposta a questa affermazione dipen- Altra affermazione dalle molteplici risposte; in- de da diversi fattori; ad esempio se vogliamo nanzitutto non è affatto vero che i CMS com- considerare un uso dilettantistico dei CMS, la merciali siano più sicuri e performanti, ma risposta a quest'affermazione è: FALSO! Se che per l'appunto, dal punto di vista commer- invece i CMS vengono utilizzati in modo pro- ciale gli errori, i bug e le falle vengono risolte fessionale, la risposta è: VERO! Ma esiste più prontamente anche se non sempre nel mi- anche una terza risposta: VERO IN PARTE! gliore dei modi. I CMS Open Source invece, Personalmente anche se non si conoscono in richiedono un lavoro di gestione su scala più profondità ne PhP, ne CSS, ne HTML, ne tan- vasta. Quindi dal punto di vista commercia- tomeno MySqL e si presenta la necessità di le possiamo rispondere: VERO! Mentre se le interagire direttamente con il codice dei nostri considerazioni vengono fatte dal punto di vi- siti, si possono utilizzare alcuni tool che ci pos- sta dell'open source la risposta è: FALSO! O sono assistere nelle modifiche e che ci aiutano almeno NON SEMPRE VERO! Il codice che a vederne gli effetti in diretta. Se mai, la sola compone il CMS Joomla ad esempio, essendo cosa della quale bisognerebbe poi preoccu- questo distribuito sotto licenza GNU/GPL, ha parsi è che non avvengano errori a cascata. il suo punto di forza nell'essere completamen- te aperto ed ispezionabile e di conseguenza, 29
Joomla Yard eventuali falle vengono individuate e risolte. A differenza di quest'ultimo invece un CMS clo- sed source non consente l'ispezione del co- dice e la sua adattabilità alle nostre esigenze. In termini economici, i CMS commerciali costano molto di meno rispetto a quelli open source. FALSO! Quando si acquista un CMS com- merciale, tutto ciò che poi concerne assi- stenza, aggiornamenti, training al suo uso.... Tutto ciò si ottiene a pagamento mentre con i CMS open source tutto questo non succede! Il supporto (quando è gratis perché non è detto che lo sia sempre) viene fornito da volontari che agiscono su scala globale. Dai CMS open source non si possono de- rivare altri progetti dello stesso tipo. FALSO! Proprio il CMS Joomla è un esempio lampante dell'inesattezza di un'affermazione del genere. La sua origine è da cercare nel- la nascita di un CMS che si chiama Mambo, inizialmente open source, poi diventato com- merciale e dal quale poi si staccherà un grup- po di programmatori che darà vita a Joomla. Anche dal punto di vista grafico, un sito fatto con i CMS non è bello come quando viene fatto in html. FALSO! Lo stesso discorso che abbiamo fatto per lo stile (in generale) di un sito pro- gettato con i CMS, vale anche per l'aspet- to grafico. In molti dei CMS in circolazione (compreso Joomla) ogni template può esse- re modificato a piacimento e fantasia del de- signer che può derivarne infiniti modelli. Rispetto ad HTML, i CMS rendono più dif- ficoltosa l'inclusione delle librerie. FALSO! Nel pacchetto originale di Joom- la sono entrocontenute tutte le librerie che vi occorrono e quelle che non sono pre- senti, si possono facilmente aggiungere. 30
Penguin Bay 2: la libertà di ridistribuire copie del pro- gramma in modo che possa essere utile a chiunque; 3: la libertà di ridistribuire copie delle pro- prie versioni modificate ad altri rendendo di- sponibile l’accesso al codice; Dario Cavedon L’introduzione del termine open-source è avve- nuta (molto) dopo quella del free software, nel Licenze e software Free ed OpenSource: 1998, con l’intenzione di conciliare l’utilizzo di Siamo sicuri di avere le idee chiare? software di tipo free nell’ambito enterprise, pro- muovendo il modello collaborativo open-source Pur lavorando da tanti anni nel mondo open-sour- come più virtuoso rispetto alla controparte clo- ce, mi sono recentemente scoperto ignorante sed. Nella sostanza, un software open-source riguardo ad un tema che ho sempre dato per prevede che il codice sorgente del program- scontato: i concetti di free ed open-source. Ho ma, pubblicamente disponibile, possa essere sempre dato per scontato il principio base se- studiato, modificato e distribuito a piacimento. condo cui il codice sorgente modificato per i pro- Tutto uguale quindi? Come Richard Stallman pri scopi ha l’obbligo di rimanere aperto. Questo sottolinea in questo lungo scritto, no. Esiste significa che in fase di distribuzione, questa do- una sostanziale differenza tra software free ed vrebbe avvenire nella stessa forma da cui si è open-source ed il fatto che i termini vengano so- partiti, e tale vincolo rimarrà per sempre valido. vente sovrapposti spazientisce non poco il fon- È il principio del così detto copyleft che la Free datore della FSF che scrive: Software Foundation, ed in particolare Richard Stallman autore della famosa licenza GPL (GNU \"Open source è una metodologia di svilup- General Public License), ha adottato pionieristi- po, free software è un movimento sociale.\" camente in tutti i software da essa sviluppati e In un caso ci si preoccupa della libertà degli promossi. Tutto chiaro? Semplice? Mica tanto, utenti (free) nell’altro della qualità del softwa- perché c’è molto, molto altro. In questa puntata re (open-source). Quindi, per rispondere alla di Saturday’s Talks cerchiamo di rispondere alle domanda iniziale: il software open-source domande che qualcuno potrebbe porsi nel mo- può essere distribuito liberamente, ma non mento in cui decide di aprire il vaso di Pando- esistono obblighi in questo senso, il softwa- ra relativo a questo argomento: che differenza re free ne prevede uno morale. Come si esce c’è tra un software free ed uno open-source? da queste questioni filosofiche badando al sodo? Semplice, con le licenze.” Ci sono quattro libertà essenziali che il software Quante licenze software di tipo free e deve possedere per essere ritenuto free: open-source esistono? 0: la libertà di poter eseguire il programma, Tantissime. Forse è per questo che l’argomento per qualsiasi scopo; viene dato in molti casi per scontato, più che altro perché a leggere la pagina di Wikipedia che le descrive ci si perde un po.’ Le differen- ze, a volte sottili, a volte sostanziali, sono mol- tissime ed orientarsi è veramente complicato. 1: la libertà di studiare come funziona il pro- gramma e di cambiarlo per fare in modo che si comporti secondo le proprie esigenze; 31
Penguin Bay Quale licenza scegliere per il proprio software? Ciò che differenzia una licenza da un’altra sono le sue proprietà, e la già citata pagi- na di Wikipedia le riassume in questo modo: Linking: è il caso delle librerie; come mi comporto se il mio codice utilizza del codice open-source? È possibile effettuare un link? Distribution: la modalità con cui il codi- ce può essere distribuito a terze parti; Modification: la modalità con cui il co- dice può essere modificato da chi lo utilizza (e ne è quindi il licenziatario); Patent grant: la protezio- ne nei confronti dei contributo- ri che volessero brevettare il software; Private use: l’obbligo o meno di condividere il codice con la community o la possibilità di usarlo privatamente; Private use: l’obbligo o meno di condividere il codice con la commu- nity o la possibilità di usarlo privatamente; Sublicensing: se per il codice modifi- cato è prevista la possibilità di modi- fica della licenza originale o al contra- rio la licenza originale va mantenuta; Trademark grant: utilizzo del mar- chio associato al codice o ai contribu- tori da parte di chi utilizza il prodotto. Ed è presto detto come, a fronte di tutti que- sti aspetti, le variazioni sul tema siano moltis- sime. Nella scelta quindi della licenza è bene misurare le proprie aspettative con le proprietà descritte, per capire se già esiste una licenza adatta allo scopo (molto probabile, visto l’enor- me numero disponibile) o se ne andrà scritta una nuova. Un notevole aiuto in questo senso lo offre il sito choosealicense.com in cui, parten- do dalle esigenze, viene fornita una lista delle licenze che rispondono a determinati requisiti. (fine prima parte) 32
Distopie te in guerra contro gli altrii due super-stati, Eu- rasia e Est-Asia. Lo stato di guerra, permanen- te e che sembra vedere sempre Oceania come vincitrice, è fortemente voluto e sostenuto dal SOCING (il Partito Socialista Inglese) e la vita dell’intera popolazione londinese viene regola- ta in maniera ferrea e decisamente dittatoriale. Mattia Monte “Sapere e non sapere; credere fermamente di dire verità sa- crosante mentre si pronunciavano le menzogne più artefat- 1984: se solo Orwell avesse potuto sape- te; ritenere contemporaneamente valide due opinioni che si re! annullano a vicenda; sapendole contraddittorie fra di loro e tuttavia credendo in entrambe, fare uso della logica contro Con questo articolo (dal titolo fra l’amaramen- la logica; rinnegare la morale propria nell'atto di rivendi- te ironico e l’inquietante), proverò a paragonare carla (…). Dimenticare tutto ciò che era necessario dimen- quanto avviene nel famoso romanzo “1984” alla ticare ma, all'occorrenza, essere pronti a richiamarlo alla realtà che stiamo vivendo attualmente e soprat- memoria, per poi eventualmente dimenticarlo di nuovo.\" tutto, proveremo a capire quanto questo roman- zo abbia influenzato OGGI, tutta una serie di Diamo un rapido sguardo d’insieme al romanzo modi di dire,di fare, pensare e ragionare. Questo e al suo impianto narrativo, dando spazio poi paragone mi ha interessato soprattutto perché ai paralleli fra questo e la realtà moderna nella con mia grossa sorpresa ho potuto notare che quale ci troviamo oggi. Nel romanzo di Orwell dai giorni nei quali Orwell scriveva il racconto, (vero nome Eric Arthur Blair) l’Inghilterra entra assolutamente nulla è cambiato! Quando inizia a far parte (dopo una catastrofe atomica) di un a scrivere il romanzo Orwell ha ben presente la super-stato chiamato Oceania, perennemen- realtà in cui vive, e le degenerazioni alle quali te in guerra contro gli altri due super-stati, Eura- i meccanismi del potere potevano portare: era sia e Est-Asia. Lo stato di guerra, permanente stato lui stesso uno dei piccoli ingranaggi del si- e che sembra vedere sempre Oceania come stema, con il suo lavoro per la BBC. Conosceva vincitrice, è fortemente voluto e sostenuto dal bene i meccanismi del linguaggio, e della censu- SOCING (il Partito Socialista Inglese) e la vita ra, e tutto l’arsenale di mezzi disponibili affinché dell’intera popolazione londinese viene regola- lo stato di cose funzioni. Storicamente, si legge ta in maniera ferrea e decisamente dittatoria- 1984 come una forte critica, fra le altre cose, ai le. ll SOCING è a sua volta suddiviso in due totalitarismi di cui il mondo aveva fatto esperien- parti, il Partito Interno, formato dai quadri diri- za durante e dopo la Seconda Guerra mondia- genti del partito ed il Partito Esterno, formato le. Ma il romanzo orwelliano, oggi, si può conti- dai funzionari minori e dagli impiegati presso i nuare a leggere nella sua significativa attualità ministeri. Lo strato più basso della popolazio- come una cronaca mascherata (dalla finzione ne, è formato dai cosiddetti “Prolet” (proletari); letteraria) della realtà. Ma il romanzo orwellia- no, oggi, si può continuare a leggere nella sua significativa attualità come una cronaca ma- scherata (dalla finzione letteraria) della realtà. Breve sinossi di 1984 Diamo un rapido sguardo d’insieme al romanzo e al suo impianto narrativo, dando spazio poi ai paralleli fra questo e la realtà moderna nella quale ci troviamo oggi. Nel romanzo di Orwell (vero nome Eric Arthur Blair) l’Inghilterra entra a far parte (dopo una catastrofe atomica) di un super-stato chiamato Oceania, perennemen- 33
Distopie la propaganda del partito avviene (fra gli altri I due minuti d’odio mezzi) anche mediante l’utlizzo dei cosiddet- A tutto l’odio provato dalla popolazione nei con- ti “teleschermi”. Questi diffondono la voce del fronti di Goldstein, bisogna poi trovare uno sfo- Partito durante tutto il giorno, insieme ai bolletti- go che sia allo stesso tempo rabbioso e catarti- ni di guerra sempre entusiasticamente letti con co e che (apparentemente) liberi i londinesi da tono fiducioso nella “vittoria finale” delle arma- una vita grama e decisamente priva di qualsi- te di Oceania sui “cattivacci eurasiani”… I te- voglia attrattiva, ma disgraziatamente voluta dal leschermi sono anche usati come una sorta di regime dittatoriale che li governa e non certo tribunale popolare con il quale vengono messi da Goldstein o dal governo Eurasiano… Ecco alla gogna i traditori (ovviamente quelli ritenuti quindi che prima di iniziare le loro attività lavora- tali che non lo sono veramente), che in un inu- tive avviene il rito dei “due minuti d’odio”, durante tile “autodafè” si emendano dai loro crimini in i quali la popolazione viene portata deliberata- una confessione catartica che inevitabilmente mente alla rabbia e alla isteria di massa e con il li porterà sempre e comunque alla condanna momento parossistico nel quale si assiste addi- a morte! A differenza dei nostri odierni televi- rittura (in una scena di uno dei film più conosciu- sori, che fortunatamente possiamo spegnere ti sul tema) al lancio di oggetti verso lo scher- quando vogliamo, i teleschermi del romanzo mo sul quale campeggia il volto di Goldstein. non si possono spegnere e neanche silenziare. Ma non solo questo: i teleschermi, sono anche Il Grande Fratello posizionati strategicamente negli appartamenti A governare, spiare, regolare, punire il popolo ci in modo da sorvegliare coloro i quali vi abitano pensa il Grande Fratello (Big Brother), un’entità dentro; infatti i teleschermi sono anche disposi- indefinita, nebbiosa che nessuno riesce a vede- tivi di videosorveglianza che rimanendo accesi re o ad avvicinare e che di fatto si rivela anch’es- 24 ore su 24…. sorvegliano anche 24 ore su sa essere inesistente, ma che i londinesi vedo- 24 (vi ricorda niente??). Per alimentare il clima no dappertutto, sui manifesti e soprattutto sui di terrore indotto dalla guerra e per alimentare teleschermi, oltre che sui loro posti di lavoro nei la sete di vendetta e la bellicosità del popolo, ministeri, con il famigerato slogan: “Big Brother bisogna avere un nemico comune e siccome is watching you” (“Il Grande Fratello vi osserva”) se il nemico non esiste, bisogna crearne uno, I “ministeri” di 1984 ecco che appare Il “nemico pubblico numero 1” Emmanuel Goldstein, impersonato da un volto sui teleschermi ma in realtà inesistente (non è il solo come vedremo fra poco), che funge appunto da catalizzatore dell’odio popolare. Abbiamo accennato a come nel romanzo, la vita politica dei cittadini, sia regolata dal SOCING, ma essa per propagandare in modo efficace le pro- prie idee, ha la necessità di accreditarsi con quelli che potrebbero assomigliare ai nostri ministeri. 34
Distopie Il “MiniPax” nei nostri cervelli. Anche il nostro “MiniTruth” in salsa italica, si applica (come quello del roman- Ovvero il “Ministero della Pace”, che organiz- zo) nel creare un’informazione fuorviante, terro- za… Le guerre combattute da Oceania…! rizzante, allarmante e disarticolante; il giorna- Vi starete chiedendo come mai questa con- lismo (salvo in alcuni rarissimi casi da cercare traddizione? Lo vedremo fra poco, quando con il proverbiale lanternino) è un giornalismo prenderemo in considerazione la neolingua; psicopatico, sadomasochista e copròfilo, violen- abbiamo anche noi a quanto pare il nostro to ed autoreferenziale, infatuato di se’ stesso e MiniPax e infatti, lo stato Italiano, impegna deprivato di quello che avrebbe potuto e dovuto soldati armati fino ai denti (spesso e volentie- essere un’etica deontologica, seppur residua. ri anche con equipaggiamenti costosi) nelle cosiddette “missioni di pace”, che hanno poi lo scopo di “esportare” pace e democrazia…! Il “MiniTruth” Big Brother, è divenuto il nome di un peno- sissimo format televisivo che nelle intenzioni Il Ministero della verità, ovverosia l’apparato dei suoi ideatori, dovrebbe assurgere a rap- propagandistico del SOCING, che come può presentazione della realtà (reality show), ma essere facilmente intuibile, si preoccupa di pro- che non ha assolutamente niente di reale! pagandare solo ed esclusivamente la propria Una televisione con la vocazione del manganel- verità… Fatta di menzogne!! Ma come avviene lo e dell’olio di ricino che a nostro personalissi- effettivamente questa propaganda? Innanzitut- mo parere… con il 99% dei programmi attual- to, questa è continua e martellante; viene atti- mente in circolazione… L’effetto del famigerato vata attraverso tutti quelli che sono considerati purgante lo fa senza problema alcuno! I nostri mezzi di comunicazione ma soprattutto attraver- televisori però a differenza dei teleschermi so la televisione; i teleschermi, attraverso i qua- orwelliani possiamo spegnerli quando vogliamo. li avvengono la sorveglianza e la propaganda, possono essere solo silenziati ma mai spenti Il “MiniPlenty” completamente. Attraverso i nostri teleschermi oggi cosa avviene? Alcuni modelli di Smart TV Ovvero il ministero dell’abbondanza; con que- che hanno una microcamera a bordo, posso- sto ministero, avviene invece la gestione eco- no essere manomessi e resi strumenti di sor- nomico-finanziaria dello stato di Oceania; nella veglianza maledettamente simile ai teleschermi stramba e allo stesso tempo pericolosa cosmo- orwelliani; oggi abbiamo un panorama televisivo gonia di 1984, l’abbondanza è rappresentata (consentiteci di dirlo apertamente) pressoché dai suoi esatti opposti: indigenza e povertà, de- triste e desertico. La televisione odierna è ormai gli strati più bassi della popolazione; al nostro diventata un’immensa fogna nella quale si rac- attivo, possiamo dire che attualmente anche coglie tutto il pattume, che poi viene riversato l’indigenza e la povertà non ce le facciamo man- care. Scelte opinabili nella gestione del bilancio statale e delle finanze pubbliche, per aderire ai diktat dell’Unione Europea, con la nostra eco- nomia stritolata dalla morsa del MES (Meccani- smo Europea di Stabilità), che ci affosseranno 35
Distopie definitivamente, come già successo ad esem- pio con la Grecia… Chi finirà per essere stritola- to dalle ganasce di questa morsa? Ovviamente gli strati sociali meno tutelati della popolazione! 36
Articolo 21 La responsabilità ci 38 renderà liberi 40 Joseph Goebbels: dia- bolico spin doctor 37
Articolo 21 Ermanno Piazza La reponsabilità ci renderà liberi...! Il concetto di “libertà” nei secoli e con il pas- La libertà, questa strana bestia mitologica, non è sare del tempo, ha assunto significati sem- così facile da addomesticare e quando ci accade pre diversi, in quanto sempre diverse sono di poterla guardare in faccia, dobbiamo realizza- state le stesse libertà e i presupposti che re che in realtà di facce ne sistono ben quattro. potevano metterle in pericolo; anche l’affer- mazione dei nostri diritti, è sempre stata il ri- Libertà legali sultato di movimenti, battaglie e… perdite…! Il volto legale delle nostre libertà è fatto di tutte “Avete voluto la libertà? Ora mangiatevela… Oh lupi” quelle libertà che ci vengono date (“concesse” si dice con un odiosissimo termine) dalle leggi. (Da “Il libro della Jungla”) Tali leggi, sono raccolte in compendio chiama- to “COSTITUZIONE”, la quale, se ci dessimo la In questa frase, è racchiusa una delle verità liber- pena di leggerla e di comprenderla seriamente, tarie più importanti e belle; il branco di Seeonee, potremmo scoprire che è la più libertaria mai sta per perdere il proprio capo, perché Akela or- concepita. È interessante quindi comprendere mai anziano sta per morire…! I lupi più giovani, non soltanto le libertà che abbiamo, ma soprat- evidentemente poco inclini alla regole della vita tutto… QUELLE CHE NON ABBIAMO!…! Ad comunitaria, sono (per così dire) passati dal- esempio, nell’articolo 21, che attiene alle libertà la parte della tigre Shere Khan. Dopo qualche di espressione del proprio pensiero, è uno de- tempo però i giovani lupi, si stancano di questa gli articoli più interessanti della Costituzione e vita anarchica e senza regole e così vengono se questo articolo non fosse stato scritto… beh cacciati dal branco, dicendo questa frase…La non ci stareste leggendo! Il volto legale delle libertà alla quale fa riferimento Akela fa riferi- nostre libertà è fatto di tutte quelle libertà che ci mento è certamente quella RESPONSABILE. vengono date (“concesse” si dice con un odio- sissimo termine) dalle leggi. Tali leggi, sono rac- Non esiste libertà senza responsabilità colte in compendio chiamato “COSTITUZIONE”, la quale, se ci dessimo la pena di leggerla e Sembra un’affermazione dai contenuti ovvi, ma di comprenderla seriamente, potremmo scopri- a conti fatti, non è da mettere in discussione re che è la più libertaria mai concepita. È in- l’avere o meno le nostre libertà, perché ancor- teressante quindi comprendere non soltanto le ché queste non vengano sempre riconosciute o libertà che abbiamo, ma soprattutto… QUELLE ratificate, esse esistono a prescindere! Il pun- CHE NON ABBIAMO!…! Ad esempio, nell’ar- to focale è LA DIREZIONE da dare alle nostre ticolo 21, che attiene alle libertà di espressio- libertà. Persino la cosiddetta ANARCHIA, ha ne del proprio pensiero, è uno degli articoli bisogno (se non proprio di regole per funzio- più interessanti della Costituzione e se questo nare) comunque di una grande responsabilità. articolo non fosse stato scritto… beh non ci Ma cosa significa tutto ciò? Proviamo a spie- stareste leggendo! Oppure l’articolo 3 che de- garlo con alcuni (speriamo) semplici concetti. termina l’eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge;o l’articolo della nostra Costituzione, che 38
Articolo 21 enuncia l’adoperarsi della Repubblica per il be- di libertà. Essa non è una questione di scelte nessere e la dignità della persona/cittadino… individuali a regolare i nostri pensieri e le no- stre azioni: esiste sempre (definiamola così), Libertà soggettive un’autorità superiore. Cioè le nostre scelte eti- che sono sempre condizionate dalla nostra mo- le libertà soggettive, sono quelle che noi pensia- rale. Etica significa quindi sia insieme di norme mo ci siano proprie. Ogni individuo, aldilà delle che regolano i nostri comportamenti e anche regole (leggi), da di queste la propria interpre- un insieme di criteri tramite i quali l’uomo può tazione (quasi mai giusta e corretta). Spesso e giudicare gli altrui comportamenti e i propri ri- volentieri, quando all’individuo le proprie libertà spetto, al bene o al male. La nostra libertà etica, sembrano essere inattaccabili ed inalienabili, va (o meglio andrebbe) sempre messa in rela- esse sono per lo più il risultato di scelte opinabili zione a quella degli altri, per poter determina- o irresponsabili e come dire, sostanzialmente DI re se esse siano più o meno etiche e possibili. NON EDUCAZIONE CIVICA e familiare. La no- stra libertà oggettiva, non sottostà alla giurisdi- Possiamo essere realmente liberi? zione, ma al nostro BUON SENSO COMUNE. Alla luce di quanto detto, la risposta è: SI Libertà morali PERCHÉ LA MORALE NON COSTRINGE, MA RESPONSABILIZZA! Essenzialmente le La morale, è essenzialmente costituita, da tutta nostre libertà morali, coincidono (parados- una serie di norme (principii), relativi al bene e salmente) CON I NOSTRI LIMITI MORALI. al male e che ci consentono di definire o giudi- care le azioni degli individui. Queste possono Concludendo... essere sia leggi universali, che si applicano a tutti gli individui, sia costumi (consuetudini) ac- Come conclusione di questo discorso, possia- quisite nel tempo. Si può trattare ad esempio del mo dire che la buona vecchia educazione civi- rispetto dell’essere umano in quanto tale, oppu- ca, ci aiuta ad intraprendere quel consapevo- re dell’obbligo di trattare l’individuo in maniera le percorso che ci può rendere davvero liberi equa. Queste norme, costituiscono l’ossatura della cultura liberal-democratica; alcune di que- ste norme, sono tradotte in legge e codificate in sistemi giuridici, il fondamento dei quali è chiara- mente MORALE. Altre hanno invece mantenu- to la loro natura di principii o regole morali. Ciò che le distingue dalle leggi giuridiche in senso stretto, è che queste non sono pubbliche e codi- ficate, quanto piuttosto conosciute da tutti e da tutte socialmente accettate per consuetudine. L’”obbligo” esercitato dalla morale, si ha per il fatto che la violazione delle regole, produ- ce turbamento delle coscienze, riprovazio- ne e giudizio morale (per l’appunto), piutto- sto che l’azione esercitata da corpi di polizia. Libertà etica Solitamente i significati etimologici delle parole “etica” e “morale”, si equivalgono, ma in termini comportamentali, essi indicano comportamenti differenti; senza fare tutta una lezione di filoso- fia (che rischierebbe di annoiare i non addetti ai lavori), applichiamo il concetto di etica a quello 39
Articolo 21 Ileana Tamaro Joseph Goebbels: diabolico spin doctor prima parte Principio di unanimità Quanti di voi, credono che le parole siano e Occorre portare la gente a credere che le rimangano parole, che non hanno alcun ge- opinioni espresse dalla propaganda, sia- nere di effetto o che non creino alcun genere no condivise da tutti incondizionatamente; si di danno? Se siete fra queste, dopo aver let- deve dare l’illusione di un’opinione largamen- to questo articolo vi ricrederete sicuramen- te condivisa, che attivi il desiderio istintivo di te… Come speriamo che dopo averlo letto, appartenenza al gruppo, che continuerà ot- riflettiate serenamente e seriamente. Una timamente la propria opera di penetrazione. precisazione è doveroso fare: nel dare risalto all’efficacia alle tecniche di propaganda e di spinning naziste, NON È ASSOLUTAMENTE NOSTRA INTENZIONE FARNE L’APOLOGIA! Distaccandoci da una visione prettamen- te politica del regime Nazista, in questa sede vogliamo piuttosto sottolinearne la forza co- municativa dal punto di vista propagandi- stico che era (e rimane tutt’ora) molto forte. I capisaldi della propaganda nazista Vediamo ora quali sono i principi sui qua- li la propaganda de l Partito Nazista poggia- va le proprie basi per indottrinare il popolo. Principio della semplificazione e del ne- mico unico É necessario adottare una sola idea, un solo Principio della volgarizzazione simbolo che identifica l’avversario in un ne- mico, unico responsabile di tutti i mali. Per esempio gli ebrei per i nazisti, i neri per i membri del Ku Klux Klan, oppure gli im- migrati per… certi partiti politici nostrani… Tutta la propaganda, deve essere popolare e deve adattare i propri toni al MENO INTELLI- GENTE DEGLI INDIVIDUI AI QUALI ESSA È DIRETTA. Più grande è la massa da con- vincere, più piccolo e mirato deve essere lo 40
Articolo 21 sforzo mentale da realizzare. La capacità ri- cettiva delle masse, è limitata, così come la comprensione media di queste è scarsa, con la propria memoria sempre più a breve termine. \"la propaganda, consiste soprattutto nel solleticare la fanta- sia del popolo e di sollecitarla con l'appello ai sentimenti\"” “Una menzogna ripetuta all’infinito, diventa realtà” (Joseph Goebbels) Principio del rinnovamento continuo Occorre dare al pubblico, argomenti nuovi anche non direttamente pertinenti, al fine di denigrare l’avversario ad un ritmo tale, che se l’avversario volesse casomai rispondere, il pubblico si sarà nel frattempo interessato ad altro.Le risposte date dagli avversari, non devono mai avere la possi- bilità di arrestare il livello crescente delle accuse. (fine prima parte) Principio dell’orchestrazione La propaganda, deve limitarsi ad un piccolo numero di idee, ripetendole all’infinito, sen- za sosta e instancabilmente, presentando- le sempre sotto una luce diversa, ma con- vergendo sempre sullo stesso concetto e tutto questo, senza dubbi e senza incertezze. 41
Com’è fatto? Fotocopiatrice 43 Flatbed scanner Drum scanner 45 Tomografo assiale 47 51 42
Com’è fatto? (4) TAMBURO FOTOELETTRICO (5) TUBO CONTENITORE DEL TONER (6) PETTINE CARICATORE (7) RULLI FISSATORI Breve descrizione delle componenti (1) PIANO PORTAORIGINALI - piano sul qua- Perla Arlotti le si appoggia il documento da riprodurre (2) LAMPADA A LUCE FREDDA - illumina il La fotocopiatrice documento con una luce simile a quella di un neon Per gli amanti della tecnologia e (perche no?) (3) SPECCHIO INCLINATO - rimanda la luce per i nostri lettori più curiosi, spiegherò come riflessa dal documento, verso il è fatta e come funziona la fotocopiatrice. Que- (4) TAMBURO FOTOELETTRICO - che attira ste sono fra le più classiche macchine da uf- il toner trasferendolo al foglio ficio e si utilizzano per riprodurre i documenti; (5) TUBO CONTENITORE DEL TONER la sua paternità, si deve alla azienda statuni- (6) PETTINE CARICATORE - che carica il tense Xerox Corporation, che fece proprie le foglio di cariche elettriche di segno opposto a ricerche condotte dal tedesco Rudolf Hell... quelle presenti sul tamburo Non è affatto casuale questo legame fra l'in- (7) RULLI FISSATORI - che scaldandosi fissa- ventore dei moderni scanner e l'inventore delle no il toner sul foglio fotocopiatrici... Infatti scoprirete più avanti che queste due invenzioni, hanno molto in comune. Come funziona la fotocopiatrice Con il documento poggiato sul piano portao- Legenda riginali (1) che scorre sopra la fonte luminosa (1) PIANO PORTAORIGINALI (2), questo rifletterà in maggiore o minore (2) LAMPADA A LUCE FREDDA quantità la luce a seconda del tracciato che (3) SPECCHIO INCLINATO esso presenta. 43
Com’è fatto? Il tamburo fotoelettrico Al cuore del funzionamento della fotocopia- trice, è il tamburo fotoelettrico (4); questo è un cilindro metallico ricoperto per tutta la sua superficie, di \"fotoricettori\". Similmente a quelli presenti sui sensori CCD, questi per azione della luce riflessa tramite lo specchio angolato (3) si caricano elettricamente, man- tenendo la carica fino al transfer del toner. Come si forma l'immagine sulla copia? Quando il tamburo fotoelettrico viene caricato dalla luce, questo rimane carico per qualche tempo ed è a questo punto che inizia il trasfe- rimento del toner dal serbatoio verso quest'ulti- mo. Sulla sua supericie si forma praticamente la stessa immagine presente sull'originale. Il toner poi viene trasferito a sua volta dal tam- buro fotoelettrico al foglio per il tramite di un pettine metallico caricato elettricamente ma con cariche di segno opposto, che attirano il toner facendolo letteralmente saltare sul foglio. Il toner Viene impropriamente definito \"inchiostro\", ma è fatto in tutt'altro modo; è una polvere fi- nissima e ALTAMENTE TOSSICA; questa pol- vere è un composto chimico formato da ma- gnetite (praticamente calamita in polvere) e resina polimerica di colore nero o con gli al- tri colori della quadricromia (cyan, magen- to, giallo) che danno il colore alle immagini. 44
Com’è fatto? Come è fatto e come funziona un flatbed (5) INTERFACCIA SCANNER/PC - che scam- scanner bia i dati bidirezionalmente con il computer In un precedente articolo, abbiamo visto come (6) PIANO PORTAORIGINALI - piano sul qua- è fatto e come funziona una fotocopiatrice. Vediamo ora come è fatto e come funziona le si appoggia il documento da riprodurre un flatbed scanner (strutturalmente differen- te dal drum scanner). Similmente alla fotoco- piatrice, lo scanner è fatto nel seguente modo Legenda Funzionamento dello scanner (1) LAMPADA A LUCE FREDDA Molto schematicamente, il funzionamento del- (2) SENSORE DI IMMAGINE CCD lo scanner flatbed è il seguente: la lampada a (3) SPECCHIO INCLINATO luce fredda, illumina il documento che rimanda (4) CONTROLLER DELLO SCANNER la luce, ad uno specchio angolato e da qui alla (5) INTERFACCIA SCANNER/PC superficie del CCD (Charged Coupled Device). (6) PIANO PORTAORIGINALI Il sensore CCD E la componente che traduce elettricamente Descrizione delle componenti l'immagine, in segnali elettrici. (1) LAMPADA A LUCE FREDDA - illumina il 45 documento con una luce simile a quella di un neon (2) SENSORE DI IMMAGINE CCD - che forma un'immagine elettrica dell'originale (3) SPECCHIO INCLINATO - rimanda la luce riflessa dal documento, verso il CCD (4) CONTROLLER - che presiede al funziona- mento dello scanner
Com’è fatto? fascia alta (professionale) viene utilizzata la più performante interfaccia SCSI (1/2/3-LVD) CCD array CCD pixel matrix Il controller Il CCD, non è la sola parte elettronica, nel- lo scanner; il controller, ha molteplici funzioni; controlla il movimento del complesso forma- to da lampada, specchio e CCD, che avviene per mezzo di un motore elettrico micro-step- per; si occupa anche della conversione dei se- gnali elettrici provenienti dal CCD dal dominio analogico a quello digitale e della regolazione della risoluzione, cioè del dettaglio di questa. Interfaccia scanner/computer Con quest'ultima parte dello scanner, si ha la comunicazione bidirezionale di questo con il computer; lo scambio dei dati avviene tipica- mente via interfaccia seriale USB; negli scan- ner di vecchia generazione, si utilizzava l'in- terfaccia parallela RS232 mentre in quelli di 46
Com’è fatto? Come è fatto e come funziona il drum (5) COPERCHIO DELLO SCANNER scanner (6) CONTROLLER (7) INTERFACCIA SCANNER/PC Continuiamo la nostra serie di curiosità tecnolo- (8) MOTORE MICROSTEPPER giche, spiegando come sono fatti e come funzio- (9) MOTORE PRINCIPALE nano lo scanner a tamburo e il tomografo assiale. Come è fatto e come funziona lo scanner Descrizione delle componenti a tamburo (1) TAMBURO PORTAORIGINALI IN VETRO - Gli scanner a tamburo, pur funzionando con- su questo viene montato l'originale cettualmente come gli scanner flatbed, sono (2) VITE CONTINUA - che comanda lo sposta- strutturalmente differenti, per dimensioni e pesi. mento del gruppo ottico Anche quelli \"da tavolo\", sono decisamente più (3) LAMPADA A LUCE FREDDA - che illumina massicci ed ingombranti. La grossa differenza, è l'originale anche nei formati: mentre per i flatbed il formato (4) TUBO FOTOMOLTIPLICATORE - che tra- massimo è l'A3 (29,7X42 cm) per i drum scan- sforma la luce riflessa dall'originale in impulsi ner, si può arrivare anche all'A0 (70x100 cm) elettrici (5) COPERCHIO DELLO SCANNER - che Legenda serve a coprire il tamburo in movimento (6) CONTROLLER - parte elettronica dello (1) TAMBURO PORTAORIGINALI IN VETRO scanner che presiede al suo funzionamento (2) VITE CONTINUA (7) INTERFACCIA SCANNER/PC - che collega (3) LAMPADA A LUCE FREDDA lo scanner al computer (4) TUBO FOTOMOLTIPLICATORE 47
Com’è fatto? (8) MOTORE MICROSTEPPER - motore elet- trico che muove il gruppo ottico (9) MOTORE PRINCIPALE - che mette in rota- zione il tamburo Funzionamento del drum scanner L'utilizzo di uno scanner a tamburo, a diffe- renza di un flatbed, è molto più complesso e non si esagera nel dire che per essere usato efficacemente, uno scanner a tamburo ha biso- gno di tecnici specializzati. Schematicamente, una scanzione eseguita con un drum scanner viene eseguita in tre passaggi: preparazione dell'originale e montaggio sul tamburo; cali- brazione dello scanner per dimensioni e riso- luzione; scansione definitiva. Nella prima fase, l'originale viene preparato per essre montato sul tamburo. Se l'originale è rappresentato da un negativo fotografico o da una pellicola, sul tamburo viene messo un leggero velo di olio di silicone, per farlo aderire al tamburo e che poi dovrà essere pulito e sgrassato accuratamente. Nella seconda fase, dopo aver montato il tam- buro sul motore si calibra lo scanner per indica- re al software quali sono le dimensioni dell'o- riginale, la modalità colore (RGB o CMYK), la profondità di colore e la risoluzione; nella terza e ultima fase si ha la scansione vera e propria che a seconda di quella che è la riso- luzione impostata, durerà più o meno tempo. 48
Com’è fatto? Il controller In questo tipo di scanner, il controller, è deci- samente più sofisticato. Infatti i parametri da controllare e regolare sono: velocità di rotazio- ne del cilindro (quella massima ottenibile non è istantanea ma si raggiunge in pochi secondi); il \"sensing tachimetrico\" cioè l'azione di rileva- zione della velocità del tamburo, determina al momento giusto l'attivazione dello scorrimento della testa ottica sulla guida a vite senza fine e l'accensione della lampada a luce fredda. Come nello scanner flatbed il controller ese- gue anche la conversione A/D (Analogica/ Digitale) dei segnali in arrivo dal PMT e della eventuale conversione dello spazio colorimetri- co da RGB in CMYK (quadricromia). Il control- ler a sua volta poi, comunica con l'interfaccia 49
Com’è fatto? L'interfaccia scanner/computer Ultima componente, ma non meno importante degli altri, è l'interfaccia scanner/computer che trasferisce in modo bidirezionale i dati digitali dallo scanner e verso lo stesso; la tecnologia degli scanner a tamburo pur essendo relativa- mente moderna, risale addirittura agli anni '50 del 1900, con le ricerche condotte da Rudolf Hell e prima che fossero ideate le interfacce USB, si utilizzavano l'interfaccia parallela RS232 op- pure la seriale IEEE1394 (FireWire), mentre negli scanner più performanti e professiona- li, si utilizzano le interfacce SCSI (1/2/3/3LVD) 50
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