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Published by admin, 2022-07-26 16:04:59

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190 21 LUGLIO 2022 Stori aSCOPRIRE IL PASSATO, CAPIRE IL PRESENTE AGOSTO 2022 GIALLI & MISTERI LEDUI MLTAIRMIELYONRE Sessant’anni fa moriva Marilyn Monroe. Incidente, suicidio o omicidio? MENSILE - AUT 10,00 € - BE 9,60 € - D 12,00 € - PTE CONT. 8,70 € - E 8,70 € - USA 13,80 $ - CH 10,90 Chf - CH CT 10,70 Chf LA DONNA CHE VISSE 250 VOLTE SPECIALE MUSE La vita straordinaria di Suzy Solidor, la figura femminile più ritratta della storia (dopo la Madonna) � 4,90 IN ITALIA SCANDALI A CORTE AL GABINETTO NEL NOME DI DIO Sped. in A.P. - D.L. 353/03 art.1, comma 1, DCB Verona Ambizioni, capricci, rivalità: Dalle latrine romane alle Nel Seicento la Chiesa i prìncipi ribelli contro le comode fino ai primi wc, come ortodossa russa si spaccò in leggi della successione al trono è cambiato il luogo più segreto due. Finì in un bagno di sangue

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190 focusstoria.it Storia In copertina: la cantante Suzy Agosto 2022 Solidor in un ritratto di Tamara de Lempicka del 1933. I loro volti sono famosi perché HERITAGE ART/ HERITAGE IMAGES/ MONDADORI PORTFOLIO Beata Beatrix, del IN PIÙ... ritratti, fotografati, scolpiti, pittore Dante Gabriel esposti, riprodotti migliaia di volte. Rossetti (1872), ha il 16 VITA QUOTIDIANA Eppure pochi conoscono i loro volto di Lizzie Siddal. I racconti del wc nomi, e ancora meno le loro storie. Dai “troni-gabinetto” In questo numero siamo entrati LE DONNE CHE HANNO agli orinatoi portatili, nel mondo dell’arte attraverso ISPIRATO GLI ARTISTI passando per le latrine gli occhi delle donne che hanno romane. ispirato i giganti della pittura. E 28 abbiamo scoperto che molte di 22 GIALLO STORICO loro avevano doti, attitudini e La donna dai 250 volti I soliti sospetti intelligenza fuori dal comune. Se 60 anni fa moriva l’anticonformismo di Suzy Solidor Suzy Solidor, stella dei cabaret degli Anni ’20, fu la più ritratta di sempre. Marilyn, la donna più o la sensibilità di Dora Maar, desiderata. Fu suicidio, l’eccentricità della marchesa Casati 34 errore o peggio? o la pallida avvenenza di Lizzie Siddal hanno sedotto gli uomini Il maestro e Maddalena 66 BATTAGLIE più talentuosi del loro tempo, è In guerra per la perché erano molto più di semplici Caravaggio dipinse, in sette capolavori, la stessa donna: una cortigiana. Nuova Roma bellezze. Senza i loro tratti iconici Come combattevano Picasso, Dalí, Man Ray, Klimt, 38 i Bizantini? Lo svelano avrebbero realizzato gli stessi le battaglie contro i capolavori? Scopriamole dunque, Le belle di Londra Persiani e un trattato. queste donne, ripercorriamone le vite. Ma senza sperare troppo Le donne della Confraternita dei Preraffaelliti, icone di metà Ottocento. 72 FAR WEST in un lieto fine. Perché se le Muse La strana coppia figlie di Zeus potevano contare su 44 Lo sceriffo Pat Garrett appoggi celesti di tutto rispetto, uccise a tradimento il le muse figlie di questa terra se Vittime del genio (presunto) amico la sono dovuta cavare da sole. In Billy the Kid. un mondo in cui le donne non Le artiste Camille Claudel e Dora Maar, annientate dai loro più celebri partner. dettavano certo le regole. 76 FAMIGLIE REALI 50 Prìncipi ribelli Emanuela Cruciano Pronti a opporsi alle caporedattrice Un’opera d’arte vivente regole della Corona e a dare scandalo con i RUBRICHE Ricca, colta, eccentrica, Luisa Casati Stampa fu la musa preferita di D’Annunzio. loro comportamenti. 4 LA PAGINA DEI LETTORI 54 84 I GRANDITEMI 6 NOVITÀ & SCOPERTE Nessuno ha pagato 10 UNA GIORNATA DA... Narrami, o musa Nel secondo conflitto 12 CHI L’HA INVENTATO? mondiale anche 14 NEL PIATTO Donne eccezionali e raffinate, rese immortali dagli artisti che incontrarono. l’Italia ha commesso 64 CURIOSO PER CASO crimini di guerra, 98 AGENDA 60 rimasti impuniti. Dietro la Gioconda 92 RELIGIONE Eresia russa Chi era la misteriosa donna che ispirò il più famoso quadro di Leonardo? Il dissenso verso la riforma della Chiesa CREDITO COPERTINA: TAMARA DE LEMPICKA ESTATE, LLC / ADAGP, PARIS, 2022 RIPRODUZIONE FOTOGRAFICA: MONDADORI PORTFOLIO ortodossa in Russia nel ’600 scatenò l’inferno. 3

LA PAGINA DEI LETTORI Inviateci opinioni, idee, proposte, critiche. Pubblicheremo le più interessanti oltre a una selezione dei commenti alla nostra pagina Facebook (www.facebook.com/FocusStoria). Scrivete a Focus Storia, via Mondadori 1, 20054 Segrate o all’e-mail [email protected] La voce La Mole Antonelliana, il GETTY IMAGES agli animali capolavoro di Alessandro nobildonna Francesca Scaccabarozzi. Antonelli (1798-1888). Buongiorno cara L’edificio si sviluppa in altezza adattandosi redazione di alla forma triangolare del terreno, collezione dei suoi libri. Vorrei riportare Focus Storia. assumendo così la forma di una“fetta di a questo proposito quanto scrive il sito “Cara”perché vi seguo e polenta”, accentuata dall’Antonelli, che internet del Mibac, Ministero della cultura: vi apprezzo da anni, da decise di adottare il colore giallo per le «Dal 1856, anno in cui Garibaldi si stabilì quando cioè mio marito finiture degli esterni. sull’isola, al 1882, anno in cui morì, ebbe il buon gusto di giunsero a Caprera migliaia di libri da regalarmi l’abbonamento Elide Brambilla, Cuneo tutto il mondo, divisi tra volumi e opuscoli. alla testata. Vi scrivo, per la La biblioteca per l’Eroe fu una fonte prima volta, perché sono Un’estate garibaldina inesauribile di interessanti letture, tra le rimasta particolarmente sue più grandi passioni nei rari momenti colpita dal tema di Dopo aver letto l’articolo“Vita di riposo. copertina dell’ultimo rocambolesca di Garibaldi”, Nella Casa Bianca non c’era una vera e numero. Con questa pubblicato su Focus Storia n° 188, volevo propria biblioteca e i libri erano sparsi scelta avete centrato i ricordare che se il 2 giugno si è celebrato dappertutto; si trovavano ovunque in ogni miei due più grandi amori: la storia e gli il 140° anniversario dalla morte dell’eroe stanza, dentro gli scaffali, sui mobili, sulle animali. (2 giugno 1882), il 4 luglio è stato il 215° sedie e persino sul pavimento. Trovo che dare la parola a creature che, anniversario dalla sua nascita (4 luglio Nella stanza in cui morì i libri erano ovviamente, non hanno voce, sia stata 1807). presenti in grande quantità, a testimoniare una scelta vincente, perché comporta un I Musei Garibaldini di Caprera, che come la lettura fu una preziosa coinvolgimento emotivo ben diverso dal celebrano il protagonista del nostro consolazione durante la malattia, proprio racconto fatto in terza persona. Sentire Risorgimento (sotto), mostrano anche la negli ultimi istanti della sua vita. Tra le parlare il cavallo delle sue fatiche per opere esposte vi sarà una selezione di scorrazzare di qua e di là gli umani, il cane GETTY IMAGES volumi inglesi, riviste massoniche, trattati testimoniare la cieca fiducia in quello che di astronomia, matematica e scienze, a tutti gli effetti è diventato il suo migliore quelli specializzati in agraria, idraulica amico o il gatto rimarcare la sua totale e apicoltura e, soprattutto, la Divina indipendenza è stato estremamente Commedia, una delle ultime opere lette da interessante e divertente. Garibaldi che nei suoi ultimi giorni di vita Ho letto alcuni brani anche ai miei figli, che volle vicina, accanto al suo letto». spesso poco teneri nei confronti della Per questo, chi visita la nostra bella materia imposta a scuola. Ebbene: hanno Sardegna non deve perdere una visita apprezzato. Avete dimostrato che la storia fondamentale alla Casa Bianca di Garibaldi si può scrivere in tanti modi, e che la e alle sue letture. leggerezza non sempre è un difetto. Mario Di Salvo Matilde F., Milano La polenta dell’Antonelli A proposito dell’articolo“La diva antonelliana”, pubblicato su Focus Storia n° 190, volevo segnalare ai lettori la genialità, ma al tempo stesso il difficile carattere, del suo architetto Alessandro Antonelli. Si tratta di una figura molto particolare per l’epoca: una via di mezzo tra un ingegnere e un artista. Insofferente verso i suoi committenti, passò la vita in cantieri di progetti che spesso non riuscì a ultimare. Tra quelli realizzati a Torino, però, non si può dimenticare la cosiddetta“fetta di polenta”, ovvero“Casa Scaccabarozzi”, dal cognome della moglie dell’Antonelli, la 4 S

SPECIALE Marco Polo, il viaggiatore che per primo raccontò grande osservatore dei tutte le puntate della italiano più famoso le meraviglie dell’Oriente costumi e delle genti che nostra audioteca (oltre nel mondo, nel XIII secolo è Marina Montesano, incontrava sul suo cammino. 400) basta collegarsi al sito raggiunse la Cina lungo la docente di Storia Il fatto di essere partito storiainpodcast.focus.it. Via della Seta, trasformando medievale all’Università molto giovane e di non Gli episodi di Storia in poi la sua avventura in di Messina. La studiosa essere un ecclesiastico, gli Podcast – disponibili anche un best-seller, Il Milione. spiega anche come Marco consentiva infatti di avere sulle principali piattaforme A raccontare su Storia in Polo avesse un interesse uno sguardo sul mondo online di podcast – sono Podcast la vicenda del che oggi chiameremmo aperto e senza pregiudizi. a cura del giornalista leggendario veneziano “antropologico”: era un Online. Per ascoltare Francesco De Leo. L’oro inglese transizione del dopoguerra, legata al MONDADORI PORTFOLIO destino di un sistema parlamentare In relazione all’articolo“Boccone mai realmente stabilizzato, aspramente Caio Gracco arringa la folla, nel 133 a.C. amaro”, pubblicato su Focus Storia criticato dallo stesso De Gaulle sin dagli n° 189, volevo segnalare che non ci sono albori e infine accantonato con il suo ABBONATI A solo gli animali terrestri, ma anche quelli ritorno sulla scena per imprimere una FOCUS STORIA marini. Uno di questi è il merluzzo, che un svolta dinanzi a un teatro algerino sempre DIGITALE primo ministro britannico nel Settecento più critico. Il processo costituzionale voluto definì addirittura l’”oro inglese”, per quanto da De Gaulle potrebbe essere definito la Vai su www.abbonamenti.it/ era prezioso all’epoca. Nell’Atlantico, al contropartita dell’accordo, con una figura storiadigitale e scopri tutte le largo del Canada, infatti, dopo i viaggi presidenziale rafforzata su più aspetti. offerte, con sconti oltre al 50%. alla scoperta dell’America furono trovate E la leva referendaria fu ciò di cui De Gaulle Potrai leggere la rivista sul delle riserve di merluzzo che sembravano si servì nuovamente quattro anni più tardi tuo tablet, smartphone o PC, inesauribili. I merluzzi erano così numerosi per proporre quell’emendamento che accedendo con le credenziali create che bastava che i marinai buttassero avrebbe introdotto le elezioni presidenziali in fase di acquisto. ceste fuoribordo per tirarli su. Per secoli dirette, ma con un espediente chiave: la britannici, francesi, portoghesi e spagnoli consultazione non fu indetta sulla base Scarica gratis l’applicazione Focus si contesero quella riserva e il merluzzo fu dell’ordinaria procedura data dall’art. Storia su AppStore o Google Play e anche causa di alcuni conflitti tra grandi 89, che tuttora richiede l’approvazione porta Focus Storia sempre con te! potenze e usato come merce di scambio. di entrambe le camere per le riforme di Potrai sfogliare le copie incluse nel Negli anni Cinquanta come tanti altri revisione costituzionale, bensì mediante tuo abbonamento o acquistare animali fu oggetto di sfruttamento, con una controversa interpretazione della direttamente le singole copie, la pesca intensiva, da parte dell’uomo, più vaga clausola contenuta nell’art. anche di numeri arretrati. tanto da minacciare la sua presenza 11, facente riferimento a modifiche de nell’Atlantico. “l’organizzazione dei poteri pubblici”. Il Sì alla nuova procedura prevalse con il Diego, Sarzana 62% dei voti e il Consiglio Costituzionale francese si astenne dal ricercare possibili Ancora sui referendum illegittimità nella riforma, dando il beneplacito al suffragio diretto che Ho letto con grande interesse e osserviamo tutt’oggi. curiosità l’articolo“La Parola al Popolo”, pubblicato su Focus Storia n° Andrea Mulas 187, il quale, in questi intensi mesi di tornate elettorali in Francia, ben richiama I NOSTRI ERRORI al ruolo assunto dall’istituto referendario nel costruire la Quinta Repubblica che Focus Storia 189, pagina 22, conosciamo oggi. abbiamo menzionato erronea- Già con un larghissimo consenso di più mente Leonida come“re troiano”, dell’82% degli elettori alla promulgazione invece che spartano. dell’attuale Costituzione francese nel 1958, il referendum assurse a vero motore del nuovo gollismo politico dopo la difficile 5 S

NOVITÀESCOPERTE A cura di Lidia Di Simone ANTICA ROMA EGITTO Un cippo per Valeria DAENLULBAI PAILRLA’OMMIDBREA La necropoli di Saqqara, vicino al Cairo, FABIO CARICCHIA A veva 13 anni Valeria, quando la morte rivela nuovi e sorprendenti tesori. la strappò ai suoi genitori. Oggi, quasi duemila anni dopo, la bambina T ra le più antiche e importanti sculture faraoniche e sarcofagi colorati sono romana torna al centro dell’attenzione d’Egitto, la necropoli di Saqqara stati rinvenuti nel“cimitero del Bubasteion”. perché la sua ara funeraria è emersa dalle non finisce mai di stupire. Lo Il sito è quello della necropoli collegata al indagini archeologiche in via Luigi Tosti dimostra una nuova eccezionale tempio della dea Bastet, considerata finora il a Roma, non lontano dalla più celebre scoperta avvenuta nella città funeraria cimitero dei gatti sacri. Ma adesso si è capito Via Latina. L’ara funeraria di Valeria che si trova presso Il Cairo e che era il che il luogo ha ben altro significato. (sotto), in marmo bianco e perfettamente luogo di sepoltura dei nobili dell’antica Osiride e compagni. Vi sono state infatti conservata, si trovava due metri al di sotto capitale Menfi. Se il monumento riportate alla luce 150 statuette di bronzo dell’attuale piano stradale. Il nome è inciso più importante dell’area è la celebre di varie dimensioni, raffiguranti una serie di sull’iscrizione“Valeria P F Laeta vixit piramide a gradoni del faraone Djoser divinità egizie tra cui Anubi, Iside, Osiride, annis XIII m VII”, che può essere tradotta (la prima tomba di questo tipo), Bastet e Hathor. Ci sono anche due statue “Valeria Laeta figlia di P[ublio] visse l’area riserva una serie di incredibili in legno colorato che rappresentano Iside 13 anni e 7 mesi”. ritrovamenti: centinaia di piccole e Nefti, divinità sorelle con il volto dorato. Scene di caccia. Gli scavi, curati dalla Soprintendenza speciale di Roma, hanno rivelato un edificio funerario con olle (urne cinerarie murate nelle pareti), sepolture a inumazione e resti in marmo di notevole interesse. Particolarmente suggestiva la scoperta di alcuni frammenti di un sarcofago del tipo a lenòs – vale a dire“a vasca”, con gli angoli stondati – in marmo bianco. Uno dei frammenti presenta una decorazione a bassorilievo di ottima fattura, che raffigura una scena di caccia: una leonessa sovrastata a sinistra dal cavallo del cacciatore viene braccata sulla destra da un mastino. Lo scavo ha portato alla luce infine un piccolo colombario, costituito da possenti murature in opera cementizia ricoperte da un paramento in mattoni molto ben fatto. Osvaldo Baldacci L’ara funeraria della 13enne Valeria, vissuta duemila anni fa: è tornata alla luce a Roma. FLASH RINASCIMENTO FLASH PERÙ FLASH POMPEI MONNA LISA MILANESE? PRIMA DEGLI INCA QUATTROZAMPE ROBOT Nuove teorie sostengono che la Gioconda sia Una tomba del popolo Ruricancho, vissuto Il cane Spot, un robot capace di entrare la figlia di Ludovico il Moro, Giovanna Bianca in Perù prima dell’ascesa degli Inca nel XV negli anfratti più angusti, aiuterà gli studiosi Sforza. A Leonardo si attribuisce già un secolo, è stata rinvenuta negli scavi per la a scovare nuovi preziosi reperti nel Parco disegno su pergamena che la ritrae. costruzione di un edificio. archeologico di Pompei. 6 S

PALEOLITICO L’atelier dei Neanderthal U na cueva, una grotta preistorica all’arte figurativa (pitture di animali) e agli spagnola, ospita importanti reperti artefatti dei Sapiens, che si insediarono qui paleolitici e l’arte più sofisticata dei da 35mila anni fa. Resti umani indicano che Sapiens. La Cueva de Ardales, a Malaga in seguito (da 11mila anni fa), la grotta fu (Spagna), grotta famosa per ospitare oltre usata anche come luogo di sepoltura. mille disegni e incisioni, era infatti una Galleria d’arte. «La cueva è rimasta a “galleria d’arte”ante litteram, un sito con lungo una fucina di attività artistiche», ha una forte valenza simbolica già dai tempi spiegato José Ramos presentando i risultati dei Neanderthal, oltre 65mila anni fa. È la dello studio. «La nostra ricerca presenta una scoperta di un team diretto da José Ramos serie ben stratificata di oltre 50 datazioni dell’Università di Cadice dopo i primi scavi e radiometriche (basate sulla misurazione le analisi di datazione dei diversi strati. di molecole radioattive), che confermano Di tutti i frequentatori della grotta restano le la presenza di arte paleolitica a partire da “opere”con i rispettivi“stili”: dall’astrattismo oltre 58mila anni fa. Ciò è testimoniato dai neanderthaliano (puntini, impronte digitali frammenti di ocra trovati negli strati del e del palmo della mano in rosso ocra), Paleolitico medio». Paola Mariano SIPA/SHUTTERSTOCK UNIVERSITÀ DI CADICE I sarcofaghi rinvenuti Il museo a Saqqara negli scavi degli degli ultimi anni. antenati Scoperti inoltre 250 sarcofagi di legno Gli studiosi dipinto in buona parte intatti e risalenti al lavoro al Periodo tardo dell’Egitto, databili nella Cueva intorno al 500 a.C., quando il regno dei di Ardales, faraoni era ormai ridotto a una satrapia vicino a dell’Impero persiano. Al loro interno erano Malaga ancora presenti mummie in buono stato (Spagna). di conservazione. Trovato anche almeno un rotolo di papiro che potrebbe essere ACCADDE OGGI... lungo 9 metri e contenere capitoli del Libro dei morti. Solo un quarto del cimitero 28 LUGLIO 1794 è stato esplorato: probabilmente, dunque, Robespierre, protagonista della Rivoluzione francese del 1789, viene ghigliottinato ci sono altri tesori nascosti. • a Parigi. Dal 27 luglio dell’anno prima era alla guida del Comitato di salute pubblica Osvaldo Baldacci che aveva instaurato il Terrore in Francia, durante il quale oppositori politici, nobili e vecchi sodali giacobini erano finiti sotto la ghigliottina. FLASH FRANCIA 30 LUGLIO 1898 LA GROTTA BIS Muore Otto von Bismarck, principale artefice dell’unità della Germania e dal 1871 La grotta marina di Cosquer, a 37 metri sotto primo cancelliere del rinato Impero tedesco. Grazie a lui, dopo la vittoria di Sedan sui le Calanques di Marsiglia, è stata replicata. francesi, gli Stati germanici si riunirono sotto la guida della Prussia. La copia permette di ammirare le pitture primitive, oggi sotto il livello del mare. 7 AGOSTO 1876 Nasce in Olanda Margaretha Geertruida Zelle, meglio nota come Mata Hari. Con questa identità, e ballando sensuali danze orientali nei club parigini, conquistò la vita notturna della Ville Lumière e il letto di molti politici e militari. Grazie alla sua avvenenza divenne la spia più famosa della Grande guerra, facendo il doppio gioco per i servizi segreti francesi e tedeschi. 7 AGOSTO 1888 La prostituta inglese Martha Tabram viene assassinata, con 39 coltellate, nel quartiere londinese di Whitechapel. Il delitto viene attribuito a Jack lo Squartatore. Pur non esistendo prove che la donna sia stata effettivamente uccisa dal serial killer, è passata alla Storia come la prima vittima di “Jack the Ripper”. 7 S

NOVITÀESCOPERTE LIDAR (5) Un’occhiata dall’alto A destra, il team di archeologi e tecnici e l’elicottero equipaggiato con la tecnologia LIDAR, che ha permesso di mappare la savana tropicale boliviana. CIVILTÀ RITROVATAPRECOLOMBIANI Il laser dal cielo Una sofisticata tecnologia ha permesso di individuare che rivoluziona le città perdute della Bolivia preispanica. l’archeologia M olte recenti scoperte di siti e reperti C ittà scomparse costruite da antiche civiltà e inghiottate dalla giungla riemergono archeologici non sarebbero state oggi grazie a nuovi strumenti. Grazie alla tecnologia LIDAR (v. riquadro a destra), possibili senza la tecnologia LIDAR (Light si è riusciti a ritrovare le tracce di importanti insediamenti della misteriosa civiltà Detection and Ranging), una specie di “laser sparato dal cielo”. Montato su droni, aerei o elicotteri, lo strumento scatta amazzonica preispanica del popolo Casarabe, vissuto nel cuore di questa foresta tra il 500 foto davvero speciali, permettendo di e il 1400, facendo luce su una società arrivata a un inatteso livello evolutivo. Lo riporta un recente articolo pubblicato su Nature da un team anglo-tedesco guidato dal professor Heiko rimuovere digitalmente la vegetazione che ricopre il territorio. È così possibile ottenere Prümers del Deutsches Archäologisches Institut di Berlino. un modello 3D del luogo di interesse Urbanesimo tropicale. La ricerca ha interessato un’ampia zona della savana tropicale attraverso l’acquisizione di immagini da boliviana, nella regione di Llanos de los Mojos, dove si trovano i due insediamenti di Cotoca e Landivar, noti ma inesplorati, e 24 centri minori (di cui 15 conosciuti). Gli studiosi hanno diversi punti. Con il LIDAR si possono inoltre osservare distese enormi in un identificato terrazze o collinette artificiali alte 5 metri, 22 ettari di aree edificate con strutture colpo solo, grazie a uno strumento che cerimoniali a ferro di cavallo e altre, coniche, alte 22 m. Questi settori sopraelevati sono circondati da terrapieni poligonali e collegati agli insediamenti inferiori da strade rialzate. restituisce informazioni tridimensionali in Completa il tutto una rete di canali per l’irrigazione e bacini idrici. «I nostri risultati indicano alta risoluzione dell’area. che il modello di insediamento della cultura Casarabe rappresenta un tipo di urbanesimo Simile al sonar. Lo strumento“spara” tropicale a bassa densità in precedenza mai descritto in Amazzonia», si legge nello studio. raggi laser dall’alto e ricostruisce la morfologia del suolo sottostante ed Società evoluta. La popolazione viveva distribuita eventuali strutture, attraverso rilevatori in una vasta area, immersa in un paesaggio modificato dall’intervento umano e capace di che analizzano la luce riflessa dal bersaglio del laser. La tecnica, simile al sonar, sfrutta sostentarla. Queste genti erano in grado non solo il principio dell‘eco, usando però come di costruire infrastrutture per la gestione idrica, “segnale”la luce pulsata, anziché i suoni. ma anche di erigere vaste aree monumentali. Considerando la probabile stratificazione sociale in Il vantaggio è che il sistema è accurato nel rilevare le caratteristiche nascoste di luoghi quattro livelli, emerge un tipo di società più simile inghiottiti dalla vegetazione. Ecco perché a quello delle evolute civiltà delle Ande che non a quello, meno sviluppato, delle società preispaniche ha dato ottimi risultati in America Centrale e Sud-est asiatico, dove insediamenti Maya dell’Amazzonia Meridionale. • e Khmer sono emersi sotto la coltre della Giuliana Lomazzi foresta tropicale. Paola Mariano La ricostruzione Sopra, la regione di Llanos de Mojos (Bolivia). A destra e sotto, Cotoca dall’alto e ricostruita in 3D. 8 S

MONDADORI SCIENZA S.P.A. Sede Legale in Milano - Via Bianca di Savoia, 12 - Capitale Sociale Euro 2.600.000,00 i.v. Codice Fiscale, Partita IVA e Reg. Imprese Milano 09440000157 Pubblicazione in adempimento e secondo le modalità della legge 5 agosto 1981 n. 416 così come modificata dalla legge 23 dicembre 1996, n. 650 Stato Patrimoniale (Valori in Euro) Conto Economico Esercizio 2021 al 31 dicembre 2021 (Valori in Euro) - Ricavi delle vendite e delle prestazioni ATTIVO 5.503 14.404.264 1.261.838 Decremento (incremento) delle rimanenze Attività immateriali 1.267.341 Costi per materie prime, sussidiarie, di consumo e merci (19.150) Immobili, impianti e macchinari Costi per servizi 1.184.643 Attività per imposte anticipate 96.083 Costo del personale 8.758.120 TOTALE ATTIVITÀ NON CORRENTI 123.418 Oneri (proventi) diversi 7.148.058 131.031 MARGINE OPERATIVO LORDO Crediti tributari 2.643.282 (49.613) Altre attività correnti 9.962.514 Ammortamenti di immobili, impianti e macchinari (2.656.094) Rimanenze 12.956.328 Ammortamenti e svalutazioni delle attività immateriali Crediti commerciali RISULTATO OPERATIVO 4.881 Altre attività finanziarie correnti 14.223.669 20.803 TOTALE ATTIVITÀ CORRENTI Proventi (oneri) finanziari (2.681.778) (Valori in Euro) RISULTATO PRIMA DELLE IMPOSTE TOTALE ATTIVO 2.325 2.600.000 Imposte sul reddito (2.684.104) PASSIVO 710 RISULTATO NETTO (647.593) Capitale sociale 583.576 (2.036.511) Riserva sovrapprezzo azioni (2.036.511) Altre riserve e risultati portati a nuovo Prospetto di dettaglio dei ricavi delle attività editoriali Utile (perdita) dell’esercizio 1.147.775 TOTALE PATRIMONIO NETTO al 31 dicembre 2021 (Valori in Euro) 5.154.926 Fondi 650.266 RICAVI DELLE VENDITE DI COPIE 8.852.857 Indennità di fine rapporto RICAVI DELLA VENDITA DI SPAZI PUBBLICITARI 1.461.626 TOTALE PASSIVITÀ NON CORRENTI 5.805.193 di cui diretta di cui tramite concessionaria 127.500 Debiti per imposte sul reddito - RICAVI DA EDITORIA ON LINE 1.334.126 Altre passività correnti 3.826.589 di cui diretta 1.726.767 Debiti commerciali 3.443.986 di cui per pubblicità Debiti verso banche e altre passività finanziarie RICAVI DA VENDITA DI INFORMAZIONI 439.220 TOTALE PASSIVITÀ CORRENTI 127 RICAVI DA ALTRA ATTIVITÀ EDITORIALE 1.287.547 7.270.702 TOTALE RICAVI TOTALE PASSIVO 641.097 14.223.669 108.168 12.790.515

UNA GIORNATA DA... A cura di Maria Leonarda Leone. Illustrazione di Claudio Prati DOGARESSA VENEZIA 6 MAGGIO 1597 celebrazioni statali e alle cerimonie di Stato. abito di seta con collaro di merletto che sto C he stanchezza! Scosto le cortine del Una noia mortale, se non fosse per le feste e i indossando? Oh, quanto adoro i merletti... baldacchino e chiamo la cameriera: salotti di conversazione con artisti e poeti. E le perle! Solo alle dogaresse è concesso ho assoluto bisogno di un pediluvio. Lo so, vi starete chiedendo perché mi indossarle: così ne aggancio un filo al collo Ormai sono vecchia: siamo al terzo giorno di sono data tanto da fare per un ruolo che e due, pesanti, alle orecchie. Poi spargo un festeggiamenti e so stufa agra! Anche se era mi toglie autonomia e potere: il prestigio, po’di rosso sulle guance, per cancellare le uno sfizio che sognavo di togliermi: sono 40 ecco la risposta. Altrimenti chi noterebbe ultime due notti folli.“Per Sen Baseio, se la anni che a Venexia non viene incoronata la la sottogonna di broccato e il sontuoso rende splendor!”, esclama la cameriera. moglie del doge. Perciò ecome: la dogaressa Morosina Morosini, per servirvi. Guardo la semplice tinozza in cui ho appena infilato i piedi: devo ancora abituarmi alla miseria del nostro appartamento, qui a Palazzo Ducale. Solo una ventina di stanze, oltre alle sale di rappresentanza, con i soffitti di legno intagliato, monumentali camini in marmo, decori scolpiti, fregi, stucchi... Quanto mi manca Palazzo Grimani di San Luca: lì sì che avevamo ogni tipo di lusso. Da quando Marino, mio marito, è diventato doge de Venexia, siamo obbligati a vivere qui: che volete, dobbiamo adattarci, per amore della Repubblica. Per fortuna ho potuto portare un po’del nostro mobilio, arazzi e tappeti per abbellire questo posto. E ho già in mente qualche ristrutturazione: ho anch’io i miei bisogni. La mia illustre famiglia ha già dato tre dogi alla Serenissima. Da parte mia, ho contribuito con qualche... ehm...“incentivo” per gli elettori indecisi che dopo 68 scrutini hanno votato mio marito, quel 26 aprile 1595. Non storcete il naso: non sono certo la prima. A questo serve essere ricchi. Il giuramento. Prendo il panno di lino dalle mani della cameriera e mi strofino i denti, poi sciacquo la bocca. Ripenso all’altro ieri: indossavo una veste dorata di seta, con un mantello dello stesso tessuto, decorato a fiorami d’argento. Sul capo, un lungo velo di seta finissima e, sul petto, una croce di diamanti appesa a una lunga collana d’oro. Così, accompagnata da un corteggio di quattrocento gentildonne, ho accolto nel salone di Palazzo Grimani i consiglieri della Signoria e la rappresentanza del Senato. Più tardi, a San Marco, prima che il mio sposo mi incoronasse con il corno ducale, il Cancellier grando mi ha presentato la “promissione”, lo stesso giuramento di fedeltà alla Repubblica che Marino ha prestato dopo la sua nomina: in pratica, un elenco di tutto quel che non ci è permesso senza l’approvazione del Consiglio. C’è poco da fare: devo rispettare le regole, mostrare modestia e riservatezza, presenziare alle 10 S

LE DONNE AL VERTICE DELLA SERENISSIMA ■ Quella detenuta dal doge (dal cioè l’insegna della Serenissima, dogaresse. L’ultimo, Ludovico di origine straniera, in virtù dei latino dux,“comandante”) era la come mormoravano i veneziani. Manin, abdicò nel 1797, quando matrimoni politici contratti per più antica e alta magistratura della ■ Il doge era il solo magistrato Napoleone entrò a Venezia favorire la nascente Repubblica. Repubblica di Venezia. Alla fine veneziano a mantenere la carica ponendo fine alla Repubblica. In seguito, al doge non fu più divenne una carica simbolica,“il a vita. In poco più di un millennio, ■ Tutte le prime dogaresse, fino consentito sposare donne che non segno di Taverna del Veneto Stato”, si susseguirono 120 dogi e 62 alla bizantina Teodora, erano fossero veneziane e nobili. Sorrido e mi alzo: il doge mi aspetta. Come “in dono”al tesoro di San Marco... Mi consolo rendQeureasntnaoseormaamggi io i due giorni fa, tenendomi al suo braccio pregustando la meraviglia del ricevimento a strmaneirecrain. tEi deaivmanatriinaaSian salgo a bordo del bucintoro, la galea di Stato, Palazzo Ducale e lo spettacolo della giostra Giorgio ci sarà festa insieme a magistrati e damigelle. Un corteo navale di stasera, allestita in mio onore, di gondole mi scorta fino a San Marco. Entro davanti all’isola di San Giorgio, dai marinai nella basilica. Seduta sul mio trono, ricevo delle compagnie commerciali inglesi, dal nunzio pontificio la rosa d’oro, dono di olandesi e fiamminghe che sono in laguna. papa Clemente VIII. Sarò costretta a lasciarla Sarà bello... riposare i piedi! 11 S

CHI L’HA INVENTATA? A cura di Matteo Liberti. Illustrazioni di Giampietro Costa LC’OANRDIAIZIONATA Dai ventagli usati nell’antico Egitto ai moderni ventilatori, fino alla rivoluzione dell’aria condizionata. Ospedali, uffici, aeroporti, stazioni, abitazioni e mezzi di trasporto pubblici e privati: ormai quasi tutti i luoghi al chiuso sono provvisti di un sistema di aria condizionata, indispensabile quando il termometro comincia a salire.“Papà”di tale invenzione fu l’ingegnere statunitense Willis Haviland Carrier (1876-1950), che il 17 luglio 1902 presentò il primo moderno sistema Nell’antico Egitto videro la luce i primi ventagli. Si usava inoltre di air conditioning. Quello da lui messo a punto era un ingombrante appendere alle finestre delle canne umide per raffreddare l’aria. apparecchio pieno di congegni che gestivano il passaggio di gas “refrigeranti”dallo stato liquido a quello aeriforme, azione che In Cina nel II secolo d.C. nacque il primo prototipo di ventilatore: una portava a un abbassamento della loro temperatura e, di riflesso, a una ventola azionata da sette grandi ruote, da far girare manualmente. refrigerazione dell’ambiente circostante e alla deumidificazione. Il primo utilizzo del macchinario Nel 1734 J.T. Desaguliers realizzò un ventilatore da comodino simile a avvenne in una tipografia di un asciugacapelli, perfezionato nel 1882 da Schuyler Wheeler. Brooklyn per proteggere la carta dagli sbalzi di umidità. Ma anche nei secoli precedenti non erano mancate ingegnose invenzioni utili a rinfrescare gli ambienti. Antichi rimedi. Nel mondo antico, per mantenere al fresco le case si cercava di Willis Carrier sfruttare al meglio le correnti L’inventore statunitense d’aria, posizionando nel punto Willis Haviland Carrier, nato giusto finestre e aperture nei ad Angola, Stato di New York, muri. A queste soluzioni se ne nel 1876, aveva ereditato aggiunsero altre: in Egitto, per dalla madre Elizabeth la pas- esempio, si usava appendere sione per la meccanica. Si alle finestre delle canne umide, laureò nel 1901, grazie a una affinché l’acqua, evaporando, borsa di studio in ingegneria raffreddasse l’aria. Sempre nella presso la Cornell University. Nel 1906 brevettò un sistema terra dei faraoni videro la luce di raffreddamento e controllo i primi ventagli, realizzati con dell’umidità nei processi di foglie di palma, e diffusi poi stampa. E nel 1914 fu il primo anche in Grecia (a partire dal V a installare un condizionatore secolo a.C.) e da lì nel mondo in una casa privata. romano. Rivoluzione. La climatizza- Fu invece in Cina che nacque il zione domestica favorì negli primo prototipo di ventilatore, Anni ’20 la migrazione verso ideato nel II secolo d.C. il Sud degli Stati Uniti, e negli dall’inventore Ding Huan e Anni ’30 Carrier aprì le sue fabbriche in Giappone e Co- consistente in una ventola rea. Morì nel 1950 in pieno azionata da sette ruote, da boom dell’air conditioning. far girare manualmente. Il sistema fu perfezionato in

Nel 1902 Willis Carrier presentò il suo condizionatore, alimentato epoca medievale, ricorrendo alla forza motrice dell’acqua (come in elettricamente e definito “apparatus for treating air”. un mulino), mentre in epoca moderna lo scienziato britannico di origini francesi John Theophilus Desaguliers realizzò un ventilatore Nel 1931 H.H. Schultz e J.Q. Sherman svilupparono un condizionatore da comodino simile a un asciugacapelli (1734). Ideato per impedire di dimensioni “domestiche”, da collocare sui davanzali delle finestre. l’accumulo di aria viziata, consisteva in una ruota metallica inserita in verticale in una struttura di legno dotata di un“becco”, da cui veniva Oggi i condizionatori possono essere azionati via smarthpone aspirata e rigettata l’aria. e usano gas refrigeranti che non danneggiano lo strato di ozono. Dal vapore all’elettricità. Una nuova, importante evoluzione giunse nel 1849 grazie all’ingegnere scozzese William Brunton, il quale, sfruttando l’energia del vapore, progettò una“super ventola” (con raggio di circa sei metri) che fu presto utilizzata per migliorare le condizioni dell’aria nelle miniere e negli ospedali. Il successivo passo chiamò in campo l’energia elettrica: nel 1882, l’ingegnere americano Schuyler Wheeler depositò il brevetto del primo ventilatore elettrico (progettato in origine con due e poi con sei pale) e realizzato anche in versione“da soffitto”. Con il Novecento entrò in scena il primo vero condizionatore, progettato da Willis Carrier e debitore delle invenzioni precedenti. Tra queste, un apparecchio refrigerante, progenitore del frigorifero, ideato nel 1756 dal medico scozzese William Cullen e basato sul principio che un liquido, evaporando, sottrae calore all’ambiente con cui è a contatto, abbassandone la temperatura. Applicando questo principio, Carrier presentò nel 1902 il suo condizionatore, alimentato elettricamente e definito “apparatus for treating air”. Si trattava di un apparecchio che garantiva il raffreddamento dell’aria sfruttando l’espansione di gas refrigeranti, convogliati in un circuito idraulico dotato di compressori e ventole, nel quale passavano più volte dallo stato liquido a quello aeriforme. Un processo che coinvolgeva due unità collegate tra loro: una“esterna”, dove il gas scorreva allo stato liquido, e una“interna”, dove tornava aeriforme. Attenti al gas. Brevettato nel 1906, anno in cui iniziò a diffondersi l’espressione air conditioning, il sistema di Carrier conobbe numerose migliorie, utili soprattutto a ottenere un’esatta temperatura in un dato ambiente. I nuovi condizionatori cominciarono quindi a essere usati in ambito industriale nonché in teatri, cinema e in qualche ufficio, anche se per molto tempo rimasero ingombranti e pericolosi. I gas usati, dall’ammoniaca al clorometano, erano infatti tossici, e un’accidentale fuoriuscita poteva risultare fatale. Per questo motivo, nel 1931 furono sostituiti da nuovi composti chimici noti con il nome commerciale di“freon”, innocui per l’uomo ma non per l’ambiente. In particolare per l’ozono atmosferico, tanto che oggi sono vietati (sono stati sostituiti da soluzioni a minore impatto ambientale). Sempre nel 1931 fu sviluppato negli Usa, dagli ingegneri H.H. Schultz e J.Q. Sherman, un condizionatore di dimensioni “domestiche”, da collocare sui davanzali delle finestre. Poi, l’aria condizionata fu inserita nelle automobili (la prima azienda a credere in questo business fu nel 1939 l’americana Packard) così come su altri mezzi di trasporto. Nei decenni, i condizionatori sono quindi divenuti sempre più efficienti, sicuri, compatti (nel 1945 l’americano Robert Sherman realizzò il primo modello“portatile”) ed economici, affermandosi come presenza fissa in molte case e in quasi tutti i luoghi pubblici al chiuso. Nel terzo millennio questi apparecchi, forti di tecnologie sempre più sofisticate (e in grado di sviluppare anche calore), si sono fatti“smart”, azionabili da smartphone e programmabili, per limitare i consumi elettrici (punto critico di questa comodità). Inoltre, i gas refrigeranti di ultima generazione, come l’R32, non sono dannosi per lo strato di ozono che protegge il Pianeta, tanto da essere definiti“ecologici”. 13

NEL PIATTO A cura di Roberto Roveda, illustrazione di Antonio Molino ORGOGLIO PIEMONTESE! Nonostante molti lo ritengano un piatto francese, il vitello tonnato è una ricetta del Piemonte. E da alcuni decenni è protagonista dell’intera cucina italiana. Gli anni Ottanta del Novecento hanno 3Prima vengono vuol dire“salsa calda”). Il problema era che avuto alcuni, indimenticabili punti fermi le acciughe le acciughe costavano pochissimo mentre a tavola. L’antipasto prevedeva prosciutto e Il rapporto“mari e monti”fa parte della il sale era carissimo. Per aumentare i profitti melone, anche fuori stagione dato che si era tradizione culinaria piemontese, grazie gli acciugai piemontesi presero, nel secondo nell’epoca dell’edonismo, non solo culinario. ai continui contatti tra Piemonte e i vicini Ottocento, a importare di contrabbando Per il primo si puntava sulle penne alla porti della Liguria. Il tonno ci mette però tonno sottolio che nascondevano nei carri, vodka, mentre la panna impazzava in cucina. del tempo a entrare a fare parte della sotto i barili di acciughe, e che rivendevano In quel decennio avaro di soddisfazioni salsa che rende saporita la nostra ricetta di nascosto. Così il tonno divenne compagno per la tradizione italiana, un piatto resisteva, e lo fa probabilmente di contrabbando, del vitello nella nostra ricetta, all’alba del XX anzi conquistava seguaci: il vitello tonnato. seguendo la scia delle acciughe. Uno dei secolo. Semplicemente, in ossequio all’esterofilia prodotti che fin dal Medioevo percorrevano dilagante, lo si chiamava vitel tonné, a incessantemente le strade che collegavano 4Come al solito ci pensa sottolineare origini francesi che sono però le città liguri con il Cuneese erano, infatti, le Pellegrino Artusi una pura e semplice invenzione. Anche alici sotto sale. Lo testimonia la presenza di Il tonno è anche il protagonista della prima perché“vitello”Oltralpe si dice veau. questo pesce in uno dei piatti più legati alla ricetta del vitello tonnato giunta fino a noi, tradizione del Piemonte, la bagna càuda (che quella redatta da Pellegrino Artusi nel 1891 1Una ricetta piemontese... anzi, cuneese Come sempre la vittoria ha molti padri e madri, la sconfitta nessuno. Così è avvenuto anche per il vitello tonnato, sempre più vincente sulle tavole degli italiani. Hanno rivendicato l’invenzione di questo piatto i lombardi, i veneti, gli emiliani. Addirittura, gli argentini, dato che laggiù il vitello tonnato è uno dei piatti tradizionali che vengono preparati a Natale. Invece è Cuneo la patria della nostra ricetta, che veniva preparata in estate già nel XVIII secolo anche se in maniera abbastanza diversa da oggi. Il tonno, per esempio, nella preparazione originale neppure c’era, con ogni probabilità. 2Tonnato, ma senza tonno Tonnato oppure“tonné”sono termini che fanno pensare immediatamente al tonno. Per molti esperti, però, la parola in questione deriva dal francese tanné, che significa “conciato”o, nel gergo gastronomico, pasticciato, ovvero preparato con l’aggiunta di una salsa. Dati i continui contatti, anche linguistici, tra Piemonte e Francia, niente di più semplice che tanné sia entrato, in maniera storpiata, nel linguaggio culinario piemontese in modo da dare nobiltà e ricercatezza a un piatto che veniva preparato con gli avanzi della carne di vitello, marinata e lessata a lungo, in modo da renderla bella morbida. Non manca però chi ritiene che la parola “tonnato”stia a significare che la carne veniva sì cotta a lungo, ma come si faceva per il tonno, prima di metterlo sott’olio. 14 S

LA RICETTA D’AUTORE Lo chef stellato propone la ricetta del tonno vitellato Antonino Cannavacciuolo Maionese Salsa Dashi Ingredienti Ingredienti 4 tuorli, q.b. succo di limone, q.b. aceto bianco q.b. acqua, q.b. fondo vitello, q.b. dashi granulare, q.b. soia ridotto a specchio, 250 ml olio di semi di girasole Procedimento (fino ad arrivare a consistenza), q.b. sale fine, 2 filetti Sciogliere il dashi nell’acqua, portare quasi al bollore d’acciuga sott’olio, 2 falde di cipolla rossa marinata, e aggiungervi qualche cucchiaio di fondo di vitello. q.b. prezzemolo tritato Insaporire con la soia. Procedimento Polvere di capperi Preparare la maionese utilizzando i tuorli Dissalare bene i capperi, asciugarli e farli seccare. Frullarli e d’uovo, il succo di limone, l’aceto ridotto e il passarli al setaccio fine. sale. Aggiungere l’olio a filo fino ad ottenere una Il tonno e l’impiattamento maionese consistente. Porzionare un trancio di tonno rosso in fettine, condire con Mettere la maionese base in un contenitore olio extravergine di oliva e sale fino. Cospargere la polvere d’acciaio e, con l’aiuto di una spatola, aggiungere di capperi attorno al tonno e aggiungere la maionese. l’acciuga e la cipolla marinata, tagliati a cubetti In un brick a parte servire la salsa dashi come piccoli, e il prezzemolo tritato. accompagnamento al pesce. nel suo fondamentale La scienza in cucina e veniva arrostita, affettata e servita calda, La ricetta l’arte di mangiar bene. Il grande gastronomo coprendola con la salsa, a sua volta riscaldata prescriveva come carne “vitella di latte, nella e addensata con farina e limone. ILnagrveedrsieinontie pterrad6izpieornsoanlee coscia o nel culaccio”, condita con le acciughe Per la carne e poi bollita “con due chiodi di garofani, una 5E la maionese, se arriva, foglia d’alloro, sedano, carota e prezzemolo”. quando arriva? 1 kg di magatello di vitello La carne poi andava tagliata a fette sottili e A favorire una prima diffusione del vitello 750 ml vino bianco secco tenuta “in infusione un giorno o due” in una tonnato in Italia già alla fine dell’Ottocento salsa a base di acciughe, tonno sottolio, furono soldati e funzionari piemontesi 5 chiodi di garofano limone, olio e capperi. Il brodo di cottura si che sciamarono un po’ovunque nella 2 foglie di alloro poteva usare per fare un (ottimo) risotto. Penisola dopo l’Unità d’Italia. Sicuramente, 1 cipolla ramata Sempre l’Artusi considerava il vitello tonnato però, non furono loro a diffondere l’uso 1 costa di sedano un piatto da consumare freddo, tipicamente della maionese, oggi diventata quasi 1 carota estivo. In Piemonte si preparava, non a onnipresente. Molti chef la aborriscono, altri 1,5 litri acqua caso, per la festa di Ferragosto. Esisteva la esaltano. Ma ormai il vitello tonnato è sale q.b. anche una versione invernale in cui la carne patrimonio di tutti. Per la salsa 250 g di tonno sgocciolato 4 filetti di acciughe dissalate 25 g di capperi 15 ml di aceto di vino bianco 10 ml di succo di limone 3 tuorli d’uovo sodi 2 mestoli di fondo di cottura della carne 50 ml di olio extravergine d’oliva Preparazione della carne Prima di tutto marinare la carne: legarla e metterla in frigo 12 ore insieme al vino, gli aromi e le verdure tagliate a tocchetti grossi direttamente nella casseruola destinata alla cottura. Quindi, tenere la carne da parte, trasferire la marinata filtrata in pentola, aggiungere la carne e acqua fino a coprire, regolare di sale e accendere il fuoco. Cuocere a fiamma bassa per circa 50 minuti con coperchio. Una volta fredda, mettere la carne in frigo per due ore. Preparazione della salsa Preparare un bicchiere del mixer con il tonno sgocciolato, i tuorli, le acciughe, aceto, succo di limone e iniziare a frullare con olio extravergine a filo. Aggiungere a mano a mano il fondo di cottura della carne. Servire la carne tagliata in fette sottili e coperta con la salsa.

VITA QUOTIDIANA Dai “troni-gabinetto” agli orinatoi portatili, passando dalle ingegnose latrine romane: gli esseri umani hanno affrontato i loro bisogni più intimi nei modi più fantasiosi e... classisti. I RACCONTI DEL WCdiClaudiaGiammatteo 16 S

100d.C Sedute d’epoca /MONDADORI PORTFOLIO/BRIDGEMANART G li antichi profeti biblici erano così convinti che i demoni dimorassero Bagno pubblico a negli escrementi, da prescrivere ai Thamugadi (oggi soldati di defecare lontano dalla in Algeria), città vista e seguendo regole ferree: “Là fuori andrai romana fondata dall’imperatore per i tuoi bisogni; fra i tuoi utensili avrai una Traiano nel 100 d.C. In basso, una pala, con la quale scaverai la terra, e coprirai seggetta (o comoda) del XVIII secolo: è i tuoi escrementi” (Deuteronomio 23:12-13). stata usata da nobili e benestanti fino All’opposto, nella Roma imperiale, c’era chi a quando venne inventato il wc. pregava il dio Sterculu e la Venere Cloacina, protettrice delle fogne, considerando il semplice atto un preludio amoroso: “Dopo aver goduto dei piaceri della tavola”, scrisse un anonimo sulle pareti di una latrina romana, “è bene fare un salto qui prima di dedicarsi, leggeri, ai piaceri dell’amore”. Secoli dopo mostrava uno scarso senso del pudore il Re Sole, quando si concedeva alle pubbliche udienze anche nel momento della regale deiezione. Ogni epoca ha qualcosa da raccontare sul modo in cui gli uomini sbrigavano le loro faccende più intime. Se per gli antichi Ebrei era un tabù e per noi è tema di imbarazzo, non c’è nulla che incarni meglio lo specchio dei costumi e il barometro della civiltà dei modi più disparati con cui l’umanità ha soddisfatto i propri elementari bisogni corporali.  1700 17 S AKG_IMAGES/MONDADORI PORTFOLIO

Akhenaton e famiglia la facevano in un sedile sovrastante un vaso pieno di sabbia, che assorbiva liquidi e odori molesti LUSSI DA RE. Secondo gli archeologi, le prime Fin dalle origini si profilò un principio rimasto Il posto giusto “toilette” della Storia, poco più che buche nel inalterato per molti secoli: le modalità del terreno, risalgono alla civiltà mesopotamica del “sollievo” quotidiano dipendevano da grado di Sotto, un vaso da IV millennio a.C. Già da quell’epoca, però, le nobiltà e censo. A ogni latitudine, le necessità notte in peltro del XVIII famiglie regnanti potevano permettersi “sedute” fisiologiche dividevano l’umanità in due: una secolo. Nell’altra pagina, più confortevoli rispetto ai comuni mortali. nicchia di privilegiati accuditi da schiavi che illustrazione satirica del Intorno al 2000 a.C., il palazzo reale di Akkad poteva contare su ogni comfort possibile, e XVI secolo sui costumi vantava sei “gabinetti” accessoriati con seggiole- masse anonime costrette ad accovacciarsi nei del Medioevo: il vaso wc a forma di ferro di cavallo. I bagni del palazzo campi e nei boschi provvedendo alla pulizia da notte svuotato dalla di Cnosso a Creta (1700-1450 a.C.), cuore della delle “pudenda” con erba, foglie e pietre. finestra innaffia un fiorente civiltà minoica, disponevano invece gruppo di musicanti che delle prime vasche da bagno (di legno) e di una CHIACCHIERE DA LATRINA. A esegue una serenata. primordiale forma in pietra simile a un wc con inventare i “bagni per tutti” fu la civiltà greca. sciacquone che, alla bisogna, poteva accogliere Ma soltanto nella Roma imperiale i prototipi 1800 gli scarti corporali e trascinarli nel fitto reticolo ellenici di publicae latrinae (dal fognario sotto il palazzo. Originale la soluzione di latino lavatrina, “da lavare”) cui godeva il clan familiare del “faraone eretico” spiccarono il volo. «Veri e propri Akhenaton (1350 a.C.) nella capitale Akhetaton gabinetti pubblici accessibili a (oggi Amarna, in Egitto) dedicata al culto del tutti i cittadini erano distribuiti Sole: un sedile di pietra anatomico – con la forma su tutto il territorio cittadino», sagomata dei glutei – poggiato sopra un vaso sottolinea lo storico tedesco Karl- pieno di sabbia: con lo stesso principio delle Wilhelm Weeber nel libro Vita attuali lettiere per gatti, era capace di assorbire quotidiana nell’antica Roma (Newton odori molesti e liquidi di scarto. Compton). Nel 315 d.C. la Città Eterna SHUTTERSTOCK MUSEUM OF LONDON / HERITAGE-IMAGES / MONDADORI PORTFOLIOSi fa alla romana Le latrine pubbliche (foricae) di Ostia e, nell’altra pagina, a destra, ricostruzione di quelle del forte romano di Housesteads, lungo il Vallo di Adriano (Inghilterra): l’acqua convogliata nell’edificio permetteva ai soldati di lavarsi con le spugne.

MONDADORI PORTFOLIO/FOTOTECA GILARDI /MONDADORI PORTFOLIO/BRIDGEMANART 1500 poteva contare 4mila posti “a sedere” distribuiti di scroccare un invito a cena: “Vacerra in tutte Scritti osceni in in 144 punti. Gratuite o quasi, esattamente come quante le latrine [...] consuma l’ore e siede tutto luogo pubblico le terme, le cosiddette foricae «consistevano in il giorno. / Egli ha una gran voglia di mangiare / ampi stanzoni capaci di ospitare 30 o 40 persone non quella di cacare”. Le scritte nei bagni su panche di marmo (sellae pertusae), con fori e pubblici? Le hanno fessure corrispondenti alle parti intime, disposte Dato che solo le domus patrizie avevano inventate i Romani. a ferro di cavallo e sotto le quali una canalina latrine private, a chi scappava restavano tre Scrivere frasi oscene o d’acqua corrente trasportava il materiale fecale alternative: gettare gli scarti solidi del secchio disegnare falli enormi verso la Cloaca Maxima». Alzandosi la veste, domestico nei lasana, i tini per feci da lasciare non è certo infatti un tutti gli utenti – uomini, donne e bambini – sotto casa; usare i “vespasiani”, orinatoi su malcostume moderno, seduti gli uni accanto agli altri, potevano usare strada; rovesciare la pipì negli orci, i dolia. Pipì ma un’usanza che spugne legate ad aste per pulirsi il didietro senza che era assai ricercata dai tintori (i fullones), risale all’antica Roma. sporcarsi le mani. Condividendo con naturalezza in quanto fonte gratuita di ammoniaca, e A testimoniarlo sono le odori e rumori. «Non esistevano tramezzi interni, perciò tassata dall’imperatore Vespasiano: a iscrizioni emerse dagli scavi e le latrine servivano anche da luogo d’incontro chi lo criticava, narra Svetonio, rispose con la archeologici nelle latrine dove si chiacchierava con gli altri», prosegue proverbiale frase pecunia non olet, “il denaro romane, sia ai confini sia al lo storico. Così il poeta Marziale ironizzò sulle non puzza”. Il fatto che cittadini romani fossero centro dell’impero. Ce n’è persone che passavano lì la giornata, tentando indisciplinati è dimostrato, però, dalle minacciose per tutti i gusti: un pene iscrizioni scoperte sui muri di alcune ville in erezione con scritta Da viaggio? ’800 pompeiane: “Sudicione, non abusare del esplicativa (“Mi ha preso marciapiede. Vai più in là! Se ti acchiappano ti la fregola”) in un campo La comoda richiudibile fanno la multa!”. legionario in Germania; dell’imperatore Francesco oscenità assortite nelle Giuseppe I d’Austria NON LANCIATE! Con il latrine di Pompei ed (1830-1916). Era portatile declino dell’Impero romano Ercolano, tra pettegolezzi e, dopo l’uso, andava le promiscue foricae caddero intimi (“Giocondo non sa svuotata. in disuso. E, poiché erano scopare bene”), annunci sessuali bisex (“Schiava © FINE ART IMAGES / HERITAGE-IMAGES / MONDADORI PORTFOLIO associate ai costumi pagani, si offre per due assi”, furono condannate dai Padri “Felix lo succhia per un della Chiesa. Così, l’unico modo asse”), messaggi velati per liquidare la prosaica ma (“Anche Apollonio, medico umanissima pratica quotidiana dell’imperatore Tito, è fu scegliersi luoghi appartati. passato di qui”) o espliciti Compiendo, però, un inedito salto (“Secundus caca qui”). all’indietro nel cammino della civiltà. Manna per glottologi. A partire dal Medioevo e per diversi Ciò che desta l’interesse secoli, il modo più diffuso di eliminare dalla degli studiosi non è tanto vista i rifiuti corporali fu il meno igienico il contenuto pruriginoso, in assoluto: farli in un vaso di rame e, poi, ma il lessico, esaminato rovesciarli a casaccio nei fiumi, nei pozzi dai glottologi. Tracciati con (svuotati manualmente dai poco invidiabili mezzi di fortuna e senza “cacaioli”), nelle stradine buie oppure la minima intenzione di direttamente giù dalla finestra al grido passare ai posteri, quei “Attenti sotto!”. graffiti documentano Le cose andavano solo leggermente l’uniformità della lingua meglio nei conventi e nei castelli dell’Europa  popolare fin nei termini anatomici e sessuali. E dimostrano la formidabile unità culturale raggiunta dall’Impero romano. 19 S

Sotto 1800 gli occhi di tutti Un vero trono Può sembrare La sfarzosa comoda incredibile, ma nella Casa del nella reggia di Labrador, il palazzo Versailles, scelta di Aranjuez (Spagna), dal Re Sole, Luigi del 1803, che ospitava XIV, nel 1682 come la famiglia reale nelle residenza ufficiale occasioni meno della corte di Francia ufficiali. e capace di ospitare 3-4mila persone, non esistevano servizi igienici. La famiglia reale, l’entourage del re e i più alti dignitari facevano affidamento su 264 comode sparse nel palazzo, mentre le ospiti non si separavano mai dall’orinatoio portatile bourdaloue (così chiamato in onore del predicatore della Chappelle Royale Louis Bourdaloue, i cui interminabili sermoni costringevano a trattenere la pipì a lungo). Ma per migliaia di altri frequentatori c’era una sola scappatoia: “liberarsi” a casaccio, fra i cespugli all’esterno o dentro la reggia. Tant’è che, secondo testimonianze, il palazzo era impregnato di cattivi odori che si tentava inutilmente di coprire con generose dosi di profumo, mentre i giardini esalavano tanfo di escrementi. All’aperto. Trovare un luogo appartato era, poi, quasi impossibile. “Sono costretta a tenere il mio sgabello fino a quando arriva la notte. Non ci sono servizi igienici nelle case vicino alla foresta”, si sfoga in una lettera ALBUM / PRISMA / MONDADORI PORTFOLIO Elisabetta Carlotta del Palatinato, duchessa di Orléans che così continua: “Sono costretta ad andare fuori per farla, il che mi infastidisce. [...] Tutti mi vedono cagare; ci sono uomini, donne, ragazze, ragazzi e sacerdoti svizzeri che 20 passano.” S

Nei bagni dei castelli medievali si BRIDGEMAN IMAGES/MONDADORI PORTFOLIO appendevano le pellicce: si pensava che la puzza tenesse lontano le tarme medievale. I primi avevano a disposizione a cielo aperto. Scriveva Giuseppe una sorta di bagno comune costituito da una panchina di legno intervallata da buchi circolari Parini nel 1759, a proposito sopra pozzi neri, su cui i monaci sedevano divisi da paratie. I secondi sfoggiavano microgabinetti di Milano: “Ma ai piedi dei dentro cubicoli in muratura sporgenti lungo i fossati perimetrali: erano detti “guardaroba” grandi palazzi / imputridiscono perché d’estate ospitavano pellicce e panni invernali nella convinzione che il cattivo odore alti mucchi di letame; / e di tenesse lontane le tarme. esalazioni nocive /ammorba Se nei palazzi cittadini il vaso da notte e da giorno fu protagonista assoluto della l’aria immobile”. “Olezzi quotidianità di tutti, ad aggiungere poco dopo un tocco di comfort alla vita nobiliare fu la venefici” a cui la medicina del chaise percée, o “comoda”: una sedia che nascondeva al suo interno un vaso da notte e tempo imputava la falcidia delle dotata di coperchio antiodore. Una presenza immancabile in tutti i palazzi di un certo epidemie, “li morbi pestilenti”. livello. I due esempi più famosi? La sontuosa sedia-gabinetto di Enrico VIII Tudor (1491- A metà ’800, finalmente, la 1547), vigilata da sir William Compton, il “Guardiano dello scranno”, e quella di Luigi svolta. Merito di due novità XIV di Francia (1638-1715) a Versailles. Al suo risveglio il Re Sole concedeva udienza ai più alti rivoluzionarie. In primo luogo i dignitari seduto sul suo trono-gabinetto, pulito pubblicamente con panni di lana profumati. progressi della sanità pubblica, ’800 Proprio dalla sua lussuosa “comoda” annunciò il proprio matrimonio. frutto di studi che, come quello Come oggi NELLE CASE DI TUTTI. Fuori dai palazzi, del medico britannico John Snow Un gabinetto con wc, la situazione igienica era allarmante. Nel corso orinatoio e lavabo, della della Rivoluzione industriale settecentesca (1813-1858), dimostrarono come seconda metà del XIX la maggior parte della popolazione urbana secolo: i bagni fecero svuotava ancora i vasi da notte nei fiumi e l’epidemia di colera del 1854 non derivasse il salto di qualità con su strade maleodoranti ridotte a cloache l’invenzione, a metà dalla puzza del Tamigi (“The Great Stink”), Ottocento, del wc, che permetteva di scaricare le ma dall’acqua contaminata. In secondo luogo, deiezioni nelle fognature. l’invenzione della flushing toilet, la tazza con risciacquo, immaginata già nel 1596 da sir John Harington, figlioccio di Elisabetta I d’Inghilterra, ma brevettata in epoca vittoriana e diventata il modello base dei moderni wc. A inizio ’900 la diffusione dei servizi igienici interni alle abitazioni cambiò tutto. Oltre a garantire tutto il comfort e la privacy immaginabile, le toilette del XX secolo hanno arginato pericolose epidemie (tifo, colera, dissenteria) nelle aree urbane dell’Occidente. Secondo il British Medical Journal, sono la più grande conquista sanitaria degli ultimi 180 anni. • © FINE ART IMAGES / HERITAGE-IMAGES / MONDADORI PORTFOLIO Miseria e nobiltà Una nobildonna settecentesca sul suo vaso da notte, in un’illustrazione dell’artista russo Konstantin Somov, tratta da Le livre de la marquise, del 1908. ’700 21 S

GIALLO STORICO Il mondo piange La stampa di tutto il mondo dà la notizia della morte di Marilyn Monroe da un’edicola londinese; fu una morte inaspettata che, forse anche per questo, ancora oggi fa discutere. I soliti sosp 22 S

60 anni fa moriva Marilyn, la donna più desiderata. Fu suicidio, errore o peggio? Se ne discute ancora. MONDADORI PORTFOLIO “Il successo? Ha i suoi lati positivi, ma c’è il rovescio della medaglia. Lo so per esperienza. La fama e la felicità? Sono solo momentanee, sprazzi di benessere passeggero”. E ancora: “Il successo è come il caviale, è bello mangiarlo, ma se lo mangi tutti i santi giorni ti viene la nausea. E poi attira l’invidia, c’è gente che dice: ma quella Marilyn Monroe chi si crede di essere?”. Parlava così Marilyn in un’intervista concessa alla rivista Life due giorni prima della morte, che la colse a Los Angeles nella notte fra il 4 e il 5 agosto 1962, sessant’anni fa. Una morte a tutt’oggi avvolta nel mistero: l’attrice più famosa di tutti i tempi prese forse troppi farmaci per errore? O si suicidò? O invece fu uccisa? E se fu uccisa: da chi? Dalla mafia, o addirittura dal clan dei Kennedy? Il giornalista Richard Maryman, quello che la intervistò alla vigilia della tragedia, racconterà in seguito di essersi emozionato nell’incontrarla, tanto da farle le domande “in ginocchio”, come si dice in gergo giornalistico quando il soggetto dell’articolo prende il sopravvento sul reporter. A 36 anni lei era super- affascinante, però l’intervistatore ne trasse anche impressioni più complesse: “Era molto stressata. Cambiava umore all’improvviso, più volte e senza ragione apparente. Si vedeva benissimo che quella donna soffriva. Ma non avrei mai detto che fosse sul punto di uccidersi”.  etti diLuigiGrassia LETTERATURA. Sulla fine della Monroe sono stati scritti decine di libri, di cui sette o otto disponibili anche in italiano. Alcuni disturbano per la sicumera con cui spacciano per dimostrate le rispettive teorie. Quasi tutti sono soffocati da una quantità di dettagli anatomici, medici, farmacologici, di orari, di nomi, di testimonianze. Tutte  23 S

A 16 anni si sposò solo per uscire regolare furono la nascita e un periodo di “casa”. Fu la sua fortuna: nella in cui visse con una coppia affidataria fabbrica dove lavorava venne notata che la trattò amorevolmente; per il resto, solo disastri in serie. Marilyn venne al cose necessarie ad accertare la verità, che sia stata assassinata dalla mafia, mondo a Los Angeles il 1° giugno 1926 in teoria, ma che sembrano allontanarla tutte fantasie inventate da gente senza con il nome di Norma Jeane Mortenson; sempre più man mano che ci si scrupoli, per scrivere libri con cui fare padre ignoto, la madre Gladys aveva addentra in quella giungla. Spesso si soldi”. Attenzione: neanche questa è la una vita sentimentale caotica, soffriva ha un’impressione di sciacallaggio sul verità ultima, è solo l’ennesima visione di disturbi mentali e fu ricoverata più povero corpo di Marilyn.   di parte, visto che la stessa Berniece ha volte in manicomio. Fra le altre cose, scritto tali cose (pure lei) in un libro. Ma Gladys accoltellò un’amica e sottopose D’altra parte, sarebbe farle torto se il suo giudizio merita di essere tenuto Marilyn a percosse e punizioni assurde. si considerasse la Monroe una fragile sullo sfondo, per prudenza.  Un altro choc fu per la bambina quando creatura in balìa degli eventi, come se il suo cane venne ucciso a fucilate da un tutti fossero responsabili di quello che NORMA JEANE. Se la vita di vicino di casa; quell’episodio le provocò le è capitato, della vita che ha fatto e Marilyn Monroe fosse il copione di una balbuzie nervosa durata parecchio della tragedia che l’ha colta, tranne lei, un film, lo si potrebbe bollare come tempo. Per questo e altri motivi Marilyn unica incolpevole. Prima di esaminare troppo hollywoodiano, pieno di dettagli fu bullizzata a scuola. Sembra che abbia le ipotesi sulla sua morte conviene, patetici eccessivi e di successi esagerati a subìto anche molestie sessuali, ripetute forse, tenere presente queste parole contrasto. Nella sua infanzia l’unica cosa nel tempo, in due differenti contesti: (sorprendenti) della sorellastra Berniece prima da parte di un coinquilino della Baker Miracle: “Non è vero che fosse mamma e poi in un istituto a cui la infelice, anzi, pensava al futuro piccola era stata affidata.   con grande entusiasmo. Forse ha ingerito per sbaglio una Per dirla tutta, la maggior parte miscela eccessiva di alcol e di questi episodi (violenze, traumi, farmaci. Non è vero che si molestie) sono nebulosi e controversi sia uccisa, e nemmeno e vengono riferiti in termini anche molto diversi dall’uno e dall’altro libro biografico; non è possibile, e forse neanche utile, fare piena chiarezza. Qui basta riferire il consuntivo che ne fece da adulta la stessa Marilyn: “Non mi consideravo un’orfana ma sono cresciuta come tale. I bambini sognano la felicità, MONDADORI PORTFOLIO (4) Viva e morta Un bellissimo ritratto dell’attrice nel 1958, a 32 anni. A destra, il corpo di Marilyn portato fuori dall’obitorio della contea di Los Angeles, il 6 agosto 1962. 24 S

Amanti Marilyn e Jfk nel 1962, poco prima della tragedia. ma per me era una cosa impossibile”.  quel momento la sua carriera esplose. I KENNEDY. Bisogna essere chiari: Per sfuggire a quella vita, a 16 anni In 17 anni girò 33 film, fra cui Eva sui rapporti con i Kennedy non c’è la Monroe si sposò con un marinaio di contro Eva, Gli uomini preferiscono le 21 che aveva appena conosciuto, poi si bionde, Come sposare un milionario, niente di dimostrato, benché se ne mise a lavorare come operaia. Fortuna La magnifica preda e A qualcuno piace volle che un fotografo arrivasse a fare caldo.  parli da sessant’anni. Alcuni biografi un servizio nella sua fabbrica e la notasse; nel 1945 cominciò a comparire BAMBOLA SEXY. Marilyn con il suo danno per sicuro che li abbia fatti su varie riviste con foto pubblicitarie, si corpo aveva un rapporto complicato: fece conoscere a livello nazionale, già “La prima volta che mi proposero di incontrare Frank Sinatra nel 1954, l’anno dopo cominciò a recitare, e da posare nuda mi sono detta: se devo altri indicano circostanze diverse; diventare un simbolo meglio essere un simbolo del sesso ma è certo che il 19 maggio 1962 il che di qualcos’altro!”. Così raccontò una volta, mondò sbalordì nel vedere e ascoltare ma aggiunse: “Io vorrei essere considerata una Marilyn Monroe, terribilmente alterata, vera artista, un’attrice con una sua dignità”, e rivolgersi al presidente Kennedy in invece si sentiva trattata da bambola sexy. Non solo un’occasione pubblica, davanti alle al cinema, anche nella vita privata. Si lamentava telecamere, e cantargli una canzoncina spesso degli uomini, forse in modo ingeneroso, visto di buon compleanno in tono straziato; che nei suoi tre matrimoni prese e lasciò i mariti i pettegolezzi su di loro presero forza come e quando volle lei: il giovane marinaio, poi allora. Tuttavia, se guardiamo ai fatti il campione di baseball Joe Di Maggio, e poi lo accertati, ci resta un pugno di mosche: scrittore e sceneggiatore Arthur Miller. Molto su che cosa sia successo fra i due tra il difficile, e forse fatale, fu invece il legame che ’54 e il ’62, per essere onesti, c’è il buio intrecciò (in successione) con i due fratelli John e totale. Fioriscono le più svariate versioni, Robert Kennedy.  compresa quella che Marilyn e John si siano incontrati in segreto solo due volte. Un sospetto sgradevolissimo è che a un certo punto il presidente abbia “passato” la sua amante, divenuta scomoda, al fratello. Anche questa circostanza, data per certa da molti, solleva problemi. Bob era procuratore generale degli Stati Uniti (il ministro della Giustizia): il fatto che Marilyn diventasse l’amante di lui, anziché di John, sarebbe stato meno rischioso per il clan Kennedy? E la Monroe era davvero così passiva, un oggetto che si lasciava passare di mano?  Chi sostiene la tesi di una Marilyn assassinata dice che lei, sentendosi usata e umiliata, abbia minacciato i  25 S

due Kennedy di rendere pubbliche nastro è sparito) e la circostanza che un minimo attraverso Frank Sinatra e altri le relazioni con l’uno e con l’altro, e poliziotto abbia fermato e identificato artisti legati in vario modo alla mafia, di rovinare così la carriera politica di Robert Kennedy su un’auto, assieme e come massimo per via della (non entrambi. A sostegno si cita un nastro ad altre due persone, vicino alla casa provata) collaborazione del capostipite registrato in cui la Monroe avrebbe dell’attrice, la sera prima della morte Joseph Kennedy con Cosa Nostra al dichiarato questa intenzione (ma il di lei (anche questo verbale è sparito). tempo del Proibizionismo.  Qualcuno si spinge a scrivere che sia INTERVISTA stato lo stesso Robert a farle un’iniezione VERITÀ UFFICIALI. Dietro a tutte letale. Altri dicono che gli esecutori «Sono convinto che siano stati agenti della Cia.  queste teorie ci sono dettagliatissime sia stata uccisa» Un filone di teorie complottiste in parte inchieste giornalistiche e libri pieni zeppi «Una prova certa non è stata diverso, ma sempre legato (sebbene trovata, ma da docente di per via indiretta) ai Kennedy, vorrebbe di indizi persuasivi. Però le varie tesi si tossicologia forense sono convinto la Monroe assassinata da Cosa Nostra che Marilyn Monroe sia stata uccisa per creare imbarazzi al presidente e a elidono a vicenda, e mancano tutte di con una forte dose di barbiturici e di suo fratello, entrambi impegnati in una ipnotici somministrati attraverso un crociata contro la mafia italo-americana: prove sicure. L’unica indagine ufficiale clistere»: lo dice Francesco Mari, autore cinque killer sarebbero entrati in casa con Elisabetta Bertol e Barbara Gualco di Marilyn e l’avrebbero uccisa con sulla morte di Marilyn concluse che si del libro L’enigma della morte di Marilyn una supposta avvelenata, idonea a Monroe (edito da Le Lettere).  non lasciare tracce. Questa tesi è stata era uccisa, volontariamente o per errore. Su che cosa basa la sua convinzione?  avvalorata persino da un familiare di Il corpo di Marilyn era pieno di farmaci Sam Giancana, il Giancana boss di La camera da letto in cui si trovava era che ingeriva abitualmente, ma la Chicago e uno dei capimafia sospettati quantità era eccessiva per ipotizzare un di avere organizzato l’omicidio del chiusa dall’interno, i cassetti pieni di errore di dosaggio. Non si può escludere presidente Kennedy, il 22 novembre che abbia preso tutte quelle sostanze 1963. Pochi anni fa è spuntata anche psicofarmaci (ne abusava abitualmente, di sua iniziativa, per via orale, ma la l’ipotesi che lo stesso Giancana avesse quantità sembra esagerata persino per passato con Marilyn la notte del 4 assieme all’alcol), la Monroe aveva la un suicidio. A mio parere l’unico modo agosto 1962 e l’avesse poi uccisa. Può pratico per assumere, tutta in una volta, sembrare inverosimile, ma pare che cornetta del telefono in mano, e già per una tale mole di barbiturici e di ipnotici è John Kennedy e Sam Giancana avessero attraverso un clistere. Che di certo non si avuto in comune, prima della Monroe, tre volte in passato era stata salvata in è fatta da sé.  almeno un’altra amante, di nome Judith Come spiega che l’unica inchiesta Campbell Exner. E si sa che il clan extremis da un abuso di barbiturici.   ufficiale abbia sposato la tesi dei Kennedy e i vertici di Cosa Nostra dell’avvelenamento per errore o per avevano frequentazioni condivise, come Caso risolto? Non per la Storia, perché suicidio?  Ho letto le carte dell’autopsia e da la Storia non si fa solo con le carte tecnico dico che è stata realizzata in maniera non professionale. Il coroner la ufficiali e con le sentenze, e perché le affidò a un novellino, l’ultimo arrivato nel suo ufficio, e poi chiuse il caso indagini storiche non si chiudono mai. frettolosamente.  Il rossore riscontrato sul corpo di Segnaliamo comunque una debolezza Marilyn nella regione anale prova l’uso di un clistere?  comune alle ipotesi di omicidio: in casa È un indizio importantissimo, ma potrebbe avere anche altre spiegazioni. quella notte c’era (ed era sveglia, girava Su questo voglio essere chiaro: non sto dicendo che ci siano prove certe per le stanze) una governante, che è dell’omicidio, però le mie non sono semplici congetture. Arrivo alla rimasta viva e non ha mai raccontato conclusione mettendo in fila una serie di evidenze oggettive.  nulla che avvalorasse le tesi di delitto.  In base alla sua esperienza forense, queste evidenze oggettive Ultima battuta a Marilyn Monroe, sarebbero sufficienti a istruire in tribunale un caso di omicidio?  dall’intervista a Life: “Ho spesso una Su questo non ho dubbi. sensazione strana, come se stessi prendendo in giro qualcuno. O forse tutti, anche me stessa”.  • Il corpo era pieno di farmaci: troppi, per un semplice errore di dosaggio MONDADORI PORTFOLIO Scena del crimine? La camera da letto in cui fu trovato il corpo dell’attrice, il 5 agosto 1962.

Anni Venti PRIMO PIANO Alice Prin, in Le modelle che arte Kiki de a cavallo fra Ottocento Montparnasse (1901-1953), ritratta e Novecento sono dal pittore Moïse diventate protagoniste Kisling. del mondo artistico europeo. Sempre per il fascino, spesso per il talento, qualche volta per la loro vita fuori dagli schemi. ERICH LESSING / ALBUM / MONDADORI PORTFOLIO ■ FUORI SUZY SOLIDOR, LA DONNA DAL QUADRO DAI 250 VOLTI pag. 28 ■ IL MAESTRO E MADDALENA pag. 34 ■ LE BELLE DI LONDRA pag. 38 ■ VITTIME DEL GENIO pag. 44 ■ UN’0PERA D’ARTE VIVENTE pag. 50 ■ NARRAMI, O MUSA pag. 54 ■ LA GIOCONDA pag. 60 27 S

PRIMO PIANO Suzy Solidor era la stella dei cabaret parigini negli Anni ’20. Accusata di aver collaborato con i nazisti, è stata la donna più ritratta di sempre: 250 volte, dicono. ROGER VIOLLET VIA GETTY IMAGES Icona moderna Suzanne Louise Marie Marion (1900-1983), detta Suzy Solidor, fu la più nota chanteuse degli Anni ’20 e ’30 in Francia e una musa di tanti artisti del tempo. Qui è in una foto del 1925.

AParigi, al Centre Pompidou, per questo fu condannata. Tante vite in Sempre in posa sono conservati alcuni scatti una vissute a velocità folle. in bianco e nero di Man Ray, Dopo la Madonna, sarebbe lei la donna datati 1929, che ritraggono Ma soprattutto divenne la musa dei dipinta più volte: oltre 200, come sosteneva una giovane donna. Alcune sono foto pittori emergenti e delle avanguardie, lei stessa. Sotto, uno dei ritratti che Suzy in primo piano, con il volto dall’ovale la donna più ritratta al mondo, seconda donò nel 1973 allo Château-Musée allungato e i capelli corti biondo solo alla Madonna. Così almeno vuole Grimaldi di Cagnes-sur-Mer (Costa Azzurra). platino. Altre sono busti realizzati con la leggenda. In realtà, non si sa se la tecnica della solarizzazione, che qualcuno si sia mai preso la briga di rese celebre il fotografo americano. Ma contarli, per dichiarare che Suzy è un paio di scatti fermano l’immagine stata immortalata, escludendo i ritratti a figura intera: quella di una ragazza fotografici, in 225 o forse anche 250 atletica, magra, una ginnasta con il tele, firmate da artisti di fama mondiale. ferreo controllo della muscolatura, tanto Quaranta di questi dipinti fanno parte da restare perfettamente a squadra, di una donazione che la stessa cantante appoggiandosi solo sulle spalle larghe fece nel 1973 allo Château-Musée e tornite, con le gambe sospese in aria Grimaldi di Cagnes-sur-Mer, la cittadina e i piedi a punta come una ballerina. in Costa Azzurra dove morì nel 1983. La giovane sorride anche nelle pose più difficili da mantenere. Pose imbarazzanti Questo lascito comprende anche un per chiunque, ma non per lei. piccolo olio su legno di Tamara De Lempicka risalente al 1933, uno fra i RITRATTO D’AMANTE. In quella ritratti più celebri e sensuali della storia scomoda posizione Suzy Solidor, dell’arte: l’immagine moderna ed erotica chanteuse des années folles, come di una donna che scopre il seno davanti vengono definiti in francese i “ruggenti all’artista, forse all’amante. Anni ’20”, si mostra come faceva spesso: senza veli e senza pudore. Il fisico VISTA OCEANO. Suzy era una bella androgino e l’approccio alla vita schietto e libero ne fecero la protagonista di un malouine, cioè una ragazza di Saint- decennio rutilante. Visse amori saffici con galleriste e artiste, si legò a un Malo, città bretone sulla costa francese, aviatore famoso, interpretò con la sua voce profonda e sensuale le canzoni dei covo di pirati e contrabbandieri, famosa marinai che la resero celebre, divenne proprietaria di un cabaret frequentato per le sue maree. Era nata nell’antico dal tout-Paris, il jet set della capitale, si ritrovò compromessa con il nazismo e borgo di Saint-Servain-sur Mer alla fine dell’anno 1900, madre domestica e padre sconosciuto. Raccontava di essere la figlia illegittima del barone dal quale la mamma era a servizio, un avvocato, deputato e armatore discendente dal corsaro Robert Surcouf, che a inizio Ottocento si era guadagnato il titolo  La donna AKG_IMAGES/MONDADORI PORTFOLIO dai250 29 VOLTIdiLidiaDiSimone S

GAMMA-KEYSTONE VIA GETTY IMAGES nobiliare combattendo per Napoleone la guerra di còrsa contro gli inglesi. Che Autopromozione fosse vero o meno, la piccola poteva ammirare la statua del suo presunto avo Suzy nella piscina Molitor affacciata sulle fortificazioni di Saint- di Parigi, a due passi Malo. Un padre in carne e ossa glielo dal Roland Garros, nel trovò poi sua madre, Louise Marie 1937. Quando i selfie Adeline Marion, sposando tale Rocher. non esistevano, lei aveva Così, la bimba a sette anni prese il nome comunque trovato il modo del genitore acquisito. La nuova famiglia di autopromuoversi. si installò a Port Solidor, un quartiere dove la torre omonima del Trecento 30 svettava sulla baia davanti alla Manica. S Suzanne studiò in maniera discontinua e si mise presto a lavorare: a 15 anni sfacchinava in una fabbrica di dolciumi, a 17 prese la patente rivelando un talento per la meccanica, dote non proprio comune per una ragazza a quei tempi. Nella Grande guerra, si mise al servizio della patria conducendo da volontaria le ambulanze. Alla fine del conflitto trovò impiego come commessa in un negozio di scarpe, ma non era quella la sua strada. Nella capitale stavano esplodendo les années folles. Un richiamo troppo forte. Così Suzanne accorciò il nome in Suzy, rubò l’appellativo Solidor (parola bretone che sta per “porta del fiume”) alla torre del suo borgo e, con la nuova identità, sbarcò a Parigi sperando di diventare una mannequin. AL CABARET. Fece l’incontro chiave della sua vita con la gallerista Yvonne de Brémont d’Ars, che la iniziò ai misteri della carne e dell’antiquariato. Yvonne possedeva una casa a Deauville, spiaggia tra le più chic sulla costa del nord, e qui amava ritrarre Suzy in tutte le pose, in sottoveste o in costume da bagno, meglio se succinto. Uno realizzato in filet destò sensazione: era poco più di una rete da pesca e tuttavia indossato da lei sembrava un capo regale. Lo “abbinava” a un cane lupo al guinzaglio e a una cuffietta realizzata con la stessa tecnica all’uncinetto. La presenza c’era, la voce pure, così negli Anni ’30 Suzy divenne una cantante molto nota. Mise in repertorio le canzoni dei pescatori bretoni, un omaggio alle sue origini. E la soprannominarono “Madonne des matelots”, “Madonna dei marinai”, ma anche l’amiral (“l’ammiraglio”), per le origini e per il taglio di capelli che sembrava perfetto sotto un cappello con le mostrine. Nel 1932 aprì il suo primo cabaret, La Vie Parisienne, nel

Nella Francia occupata Nel 1940, Suzy in una scuola militare francese. A lato, lo spartito di Lily Marlène (versione francese di Lili Marleen), suo grande successo. GAMMA-KEYSTONE VIA GETTY IMAGES BRIDGEMAN IMAGES/MONDADORI PORTFOLIO Le accuse di collaborazionismo costarono a Suzy cinque anni di interdizione dalle scene quinto arrondissement, cuore del idrovolanti, aprendo a nuove rotte Parisienne: si diceva che tenesse vicino quartiere gay che nasceva in quegli verso il Sud America. Era inoltre a sé, sul muro dietro il palco, i dipinti anni. Divenne presto a place to be. fra i membri fondatori del Partito che le piacevano, quelli più lusinghieri, Suzy cantava canzoni ad alto tasso socialista francese. Scomparve in mentre piazzava gli altri vicino ai erotico, come Obsession, scritta da volo sull’Atlantico nel 1936, a bordo bagni. Molti ritrattisti divennero Edmond Harancourt ma ispirata dalla del suo idrovolante quadrimotore La famosi: Raoul Dufy, Marie Laurencin, stessa chanteuse, intonando rime Croce del Sud, con tutto l’equipaggio, o Kees van Dongen, che la ritrasse in inequivocabili: Chaque femme je la senza lasciare traccia. tenuta da marinaretta, Francis Picabia veux, des talons jusqu’aux cheveux che la dipinse nuda e rannicchiata, o (“ogni donna la voglio, dai tacchi ai GLI AMICI POETI. Sul palco, in camicia da notte, enfatizzandone capelli”). Ed era credibile, vera, perché dritta come un fuso, accarezzata il viso e il casco d’oro dei capelli. Suzy non le interpretava, le viveva. dallo spot di luce che pioveva Anni dopo, l’artista irlandese Francis Incise un intero album dal titolo che dall’alto, declamava con voce Bacon le avrebbe fatto un ritratto alla era una dichiarazione programmatica: roca i versi dei suoi amici poeti: sua maniera, poi andato perduto (v. Paris-Lesbien. Amava dire di sé: “Io, Jean Cocteau, che in privato riquadro nell’ultima pagina). che sono così normale se non fosse per schizzava i suoi nudi presi di Quando a Parigi arrivò Tamara de il mio spiccato gusto per le donne”. Un profilo definendola “la femme grise” atteggiamento coraggioso visto che il (grigia), o Paul Valéry, che compose coming out non era ancora usuale. per lei questi versi: Amour est ce qu’on veut / Qu’avez-vous à blâmer? / J’aime L’ECCEZIONE. Nonostante la sua comme il me plaît / Ce qu’il me plaît inclinazione così sbandierata, ebbe una d’aimer (“L’amore è ciò che vogliamo relazione con l’aviatore Jean Mermoz, / Cosa hai da biasimare? / Amo come come ha ricostruito Marie-Hélène mi piace ciò che mi piace amare”). Carbonel nel libro Suzy Solidor, une vie Gli artisti l’adoravano e Suzy, che per d’amour (Autres Temps). Lo conobbe l’autopromozione aveva un vero talento, nel 1933, nel suo cabaret, e fu attrazione ne approfittava. Posava per pittori non fatale. Il pilota, dall’aspetto apollineo e ancora famosi chiedendo in cambio un soprannominato “l’Arcangelo”, aveva ritratto da appendere nel suo locale. Ne vinto una famosa gara, la trasvolata del accumulò a decine, dato che i migliori Sud Atlantico. Era anche un pioniere talenti del periodo facevano schizzi del servizio aeropostale, che aveva reso mentre lei cantava. efficiente e veloce grazie all’impiego di Le tele rivestivano le pareti del La Vie 31 S

Non fu solo diva da cabaret: i suoi dischi si vendevano bene e si ascoltavano alla radio Lempicka, l’incontro fu inevitabile. La LA GARÇONNE IN GUERRA. pittrice polacca in Italia era diventata Con quel caschetto alla maschietta, amica di D’Annunzio, che definiva Suzy seduceva uomini e donne. Nel “l’orribile nano in uniforme” e al quale 1935 apparve in un cameo nel film La avrebbe dovuto fare un ritratto. Ma era garçonne, con Édith Piaf, dove Suzy stata costretta a scappare, per evitare cantava interpretando se stessa. Il taglio gli assalti del poeta-satiro. La chanteuse di capelli si guadagnò allora nomignolo era una preda ghiotta, ma Tamara pose e fama. Indossava gli abiti di Lanvin e una condizione: ritrarla nuda. La tela fasciata di seta continuava a declamare fu completata nel 1933 e resta il ritratto i versi dell’amico Cocteau, che scriveva più iconico di Suzy (in copertina). Forse anche canzoni per lei, e che come lei tra le due donne ci fu anche altro, o fu non si farà problemi a frequentare gli solo una voce messa in giro ad arte da ufficiali tedeschi nella Francia occupata. Solidor, che sapeva farsi pubblicità. Cantato da Lale Andersen, il brano ROGER VIOLLET VIA GETTY IMAGES Lili Marleen non aveva riscosso un ridotta a canzonetta d’amore. grande successo fino a che non era L’omaggio agli ufficiali tedeschi e diventato il preferito dai soldati della Wermacht, che lo ascoltavano in ai loro zelanti sostenitori francesi, che la Solidor ospitava ogni sera religioso silenzio. Benché Goebbels nel suo locale pieno di aristocratici, lo ritenesse un motivetto esponenti della cultura e del mondo decadente, troppo effeminato omoerotico, era evidente. Avrebbe per l’esercito ariano, pare potuto fare diversamente? Alla fine che per ordine dello stesso della guerra Suzy fu condannata Hitler cominciò a risuonare per collaborazionismo e subì un ovunque. Soprattutto nei provvedimento di interdizione che per cabaret di Parigi, attivi anche cinque anni la portò in Nord America. sotto l’occupazione nazista. Ma c’è anche chi ritiene che il suo fosse La canzone divenne stato un doppio gioco, condotto per la uno dei cavalli di Resistenza. battaglia di Suzy, che la interpretava con IL RIENTRO. Tornata in Francia, la sua voce un po’ la Solidor ritrovò il suo pubblico. Era mascolina (come ancora famosa e Charles Trénet la avrebbe fatto anche imitava mentre declamava un suo Marlene Dietrich) testo teatrale. Perché Suzy adesso ma in una versione scriveva. Tra le sue mille vite, fu anche francese spogliata romanziera: nel 1940 aveva dato alle di ogni riferimento stampe il romanzo d’avventura Fil d’or, alla vita militare e storia di due legionari francesi che nel Sahara Occidentale si confidano i loro In lungo segreti più intimi. Uno dei personaggi La cantante in un ritratto del 1930, con un levriero. Nell’altra pagina, circondata dai suoi ritratti nel club Chez Suzy Solidor, da lei aperto al rientro in Francia dopo gli anni di interdizione per collaborazionismo. A destra, su una locandina del 1942. 32 S

AKG_IMAGES/MONDADORI PORTFOLIO MONDADORI PORTFOLIO/ARCHIVIO GBB AKG_IMAGES/MONDADORI PORTFOLIO ses portraitistes. Deux cents peintres, un modèle, con la prefazione sua e dei soliti amici, Cocteau, Foujita e altri. La presentazione del volume avveniva ai suoi concerti, nel suo nuovo club di rue Balzac, Chez Suzy Solidor, aperto al suo ritorno a Parigi dopo l’esilio americano. Circondata da un centinaio di quei dipinti, era lei stessa un’opera d’arte vivente. Aveva inventato il marketing di se stessa ben prima delle influencer. si chiama Matelot e proviene dall’isola Negli Anni ’50 la sua figura era IN COSTA AZZURRA. Poi, come bretone di Ouessant, celebre per il faro cambiata, anche se restava una gran tante altre muse leggendarie, Suzy fu colpito dalle onde giganti, immortalato bella donna. Il successo era finito e dimenticata. Nel 1960 si trasferì a Haut- in molti poster. Il libro finì nel occorreva vendere qualcosa più di de-Cagnes, vicino a Nizza, e aprì un bar dimenticatoio (ma oggi è ripubblicato canzoni ormai passate di moda. Come la che proponeva le canzoni dei marinai. da Séguier), dato che il mondo letterario leggenda degli oltre duecento ritratti, che Morì il 30 marzo 1983, dieci anni dopo francese non concepiva l’idea di un’ex divulgò lei stessa verso il 1958, quando aver donato i suoi ritratti allo Château- chanteuse diventata scrittrice. fece pubblicare il libro Solidor Suzy et Musée Grimaldi, che ha dedicato alle tele una sala intera. Nel corso degli anni, i 200 ritratti sono diventati 250, un numero ripreso in rete migliaia di volte. Vero o no, certamente veritiero. • Poco lusinghiero memoria, come dice il catalogo BRIDGEMAN IMAGES/MONDADORI PORTFOLIO ragionato del 1964. In effetti era Un alone di mistero lega la nota l’avversione di Bacon per Solidor a uno dei più grandi i ritratti, quindi sembra difficile talenti della pittura del XX secolo, che Suzy abbia posato dal vero. Francis Bacon (1909-1992, Un buon investimento. Alla a destra). Sembra che la cantante Solidor la versione di Bacon francese gli fosse stata presentata non piacque: l’aveva dipinta da sua cugina Diana Watson. con il suo stile tormentato, con Suzy doveva appena aver visto il viso asimmetrico e paonazzo, la sua mostra alla Galerie Rive altro che star. Comunque Suzy lo Droite, a Parigi, e non poteva conservò nella sua collezione a farlo mancare nel suo carnet di Hautes-de-Cagnes per 13 anni e ritratti. L’incontro fu vantaggioso lo vendette nel 1970. Un’amica anche per l’artista, che usò la di Bacon riferì che il pittore lo commissione per ripagare un riacquistò nel 1974, per poi debito di gioco. Il piccolo dipinto distruggerlo. Mlle Suzy Solidor, del 1957, fu probabilmente realizzato a

PRIMO PIANO Viso intenso Maddalena Antognetti nei panni di Santa Caterina d’Alessandria (1599). In questo dipinto aveva 20 anni ed era incinta della prima figlia. Nell’altra pagina, Michelangelo Merisi ritratto da un anonimo. /MONDADORI PORTFOLIO/BRIDGEMANART 34 S

In sette dipinti Caravaggio dipinse la stessa donna, una cortigiana, che l’artista elevò a eroina sacra. IL MAESTRO e Maddalena di Irene Merli R oma, 10 aprile 1605. ALBUM / FINE ART IMAGES / MONDADORI PORTFOLIO una prostituta conosciuta È Pasqua e la grande in un’osteria. Maddalena tela della Madonna di Antognetti, però, era destinata Loreto, commissionata a diventare la capofila delle da un facoltoso bolognese al modelle e qualcosa di più. “pittor celebre” Michelangelo Dal 1599 al 1606, l’anno in Merisi, è stata da poco appesa cui il pittore fuggì da Roma sull’altare della Cappella per l’assassinio di Ranuccio Cavalletti, nella Basilica di Tomassoni, campeggia in sette Sant’Agostino, meta di tanti capolavori. devoti. Ed è subito scalpore. Non solo per i due pellegrini modella vivevano in un tempo in cui la STESSO QUARTIERE. inginocchiati, uno con i piedi Controriforma sottoponeva alla censura Come si conobbero i due? sporchi di fango e l’altro con l’iconografia sacra: al soglio pontificio Dai documenti d’archivio, la cuffia sdrucita e sudicia, ma si succedevano Clemente VIII e Paolo principalmente atti giudiziari o soprattutto perché la Vergine V, impegnati a rendere più morigerati i di polizia, non si sa. Abitavano è una donna dipinta “dal costumi di Roma, una metropoli dove però nello stesso rione, quello naturale”, si diceva allora, per imperava la corruzione. di Campo Marzio. Senza di più sacrilega e sconcia, con contare che all’epoca chi un bimbo in braccio fin troppo Ma Caravaggio non era tipo da farsi poteva frequentare liberamente reale... Quella giovane è infatti imbrigliare. Sin dai primi quadri aveva lo studio di un pittore non era Maddalena Antognetti, nota dipinto dal vero con modelli presi dalla certo una donna maritata. Era cortigiana con una vita segnata vita quotidiana, come la zingara della un tempo in cui si volevano da una serie di scandali pubblici, Buona Ventura (1595 circa) che era castigare i costumi, ma le riconoscibile nel quadro a tutti i una gitana fermata per strada. Poi nel “donne pubbliche” erano più romani per il bel volto, anche se Riposo durante la fuga in Egitto (1597) libere delle dame perbene, pur la sua amica acconciacapelli le aveva per dipingere la Vergine stremata dal subendo abusi. messo una parrucca nera. viaggio aveva scelto Anna Bianchini, «Nelle carte, Michelangelo e Maddalena non si incontrano mai», SCANDALO. Il Caravaggio tanto spiega Fiora Bellini, storica dell’arte e aveva osato: portare sull’altare una ricercatrice, autrice della postfazione donna dishonesta (sulla sua spalla al libro La donna del Caravaggio. Vita spicca il taffetà giallo imposto alle e peripezie di Maddalena Antognetti, cortigiane quando uscivano di casa) di Riccardo Bassani (Donzelli). e dare il suo volto alla Madre di Dio. «Ma sulle tele sì, e le opere si fanno E quel Gesù Bambino, che altri non documento, identificano con certezza era che suo figlio, avuto chissà da l’Antognetti e ne seguono la vita, dai chi... “Ne fu fatto dai preti e da’ 20 ai 27 anni». popolani estremo schiamazzo”, scrisse un pittore concorrente, Giovanni NATA RICCA. Il libro di Bassani,  Baglione. E lo schiamazzo si capisce che in appendice ha 116 documenti ancor meglio se si pensa che pittore e inediti, permette finalmente di 35 S

Fu la sorella Amabilia a spingerla verso la prostituzione. Ma in ambienti esclusivi di Roma Sacra realtà conoscere meglio la donna che Caravaggio aveva provocatoriamente Madonna di Loreto, scelto, la “Roscina”, soprannominata detta dei Pallegrini così per i capelli fulvi. Maddalena (1605). Qui Maddalena nacque a Roma nel 1579, figlia di accoglie i due pellegrini Paolo Antognetti, florido mercante semplicemente sulla della Ripetta che abitava in via del soglia di casa, una Corso con la moglie Lucrezia e la dimora con il muro primogenita Amabilia. Maddalena sbrecciato della Roma crebbe quindi in un ambiente agiato secentesca. Caravaggio e ricco di relazioni con prelati e con questo dipinto crea nobiluomini. Amabilia, per tutti il miracolo della realtà. Pilla, nel 1594 andò sposa a un altro mercante, da cui presto ebbe MONDADORI PORTFOLIO/ELECTA/MAURO MAGLIANI un figlio. Ma il 9 ottobre 1596 Paolo morì all’improvviso in casa, tanto che non fece tempo a ricevere l’estrema unzione, figurarsi a fare testamento. Il fratello, approfittando di una legislazione sfavorevole alle donne, privò le tre donne del patrimonio e della casa di famiglia. Poi, anche Giacomo, il marito di Pilla, uscì di scena, probabilmente morto in guerra. A quel punto Pilla, sempre per una legislazione ingiusta, rimase senza casa e non recuperò neppure la dote. Le tre sventurate si ritrovarono a vivere insieme, Maddalena aveva solo 17 anni, e per non finire serve o lavandaie ricorsero alle uniche ricchezze restate loro: le ottime relazioni di famiglia con aristocratici, principi, cardinali, ambasciatori, ricchi gentiluomini. Primo dato: la futura musa di Caravaggio diventò cortigiana per necessità, certo non per scelta. E la sfortuna non le fece mai sconti. Divenuta l’amante del cardinale Montalto, venne stuprata da Ovidio Marchetti, il violento bargello di Roma, che già disponeva di Pilla come e quando voleva. In più rimase incinta. E quando Caravaggio la scelse per dare il suo volto a Santa Caterina d’Alessandria, nell’estate del 1599, la dipinse con un abito elegante, come quello che portavano cortigiane e mercantesse, ma che non nascondeva la gravidanza in stato avanzato. La primogenita di Maddalena, Flavia, nacque proprio in novembre, filia di incerti patris. E fu subito spedita fuori Roma, con dote assegnata, per placare le acque. Nel 1602 la bella cortigiana posò per Giuditta e Oloferne: passato 36 S

capigliatura fulva con le trecce e la complessione fisica, però, ne rivelano, l’identità ULTIMO RICORDO. Caravaggio, facendone una modella, aveva sottratto Maddalena alla solitudine della vita nella casa di Borgo, dove abitava con un notaio che sperava di sposare. Ma lei poteva forse star tranquilla? Il notaio, geloso delle visite al pittore, le sfregiò una guancia troncandone la carriera. Riaccolta dalla madre e perdonata dal parroco di piazza del Popolo per essersi fatta passare per la Vergine, Maddalena non si negò a un altro quadro del Merisi, destinato a San Pietro: la Madonna del Serpe (1605-1606), dove appare Sconvolgente più matura, dolce e modesta. Il pittore La Morte della Vergine doveva rappresentare Maria con non fu mai appesa nella chiesa cui era BRIDGEMAN IMAGES/MONDADORI PORTFOLIO sant’Anna e il Bambino, ma il dipinto destinata: Caravaggio usò come modello il è una scena di famiglia tra Maddalena cadavere di una donna annegata, con il ventre Antognetti, la madre Lucrezia e il gonfio e le gambe nude. Maddalena è ritratta in figlio, cresciutissimo e tutto nudo, primo piano, disperata e con il capo chino. aiutato dalla madre a schiacciare il lo scandalo causato dal bargello serpe di cui ha paura, quasi fosse manigoldo – chi godeva di due sorelle le metteva a rischio di incesto – qui è un gioco. Il cerchio si chiude con dipinta a grandezza naturale, vestita di giallo, colore di ebrei e prostitute, con questa immagine di una donna ormai un’intensa espressione vendicatrice. pacificata. Caravaggio, scegliendo di RISARCIMENTO. Il dipinto sembra una dichiarazione d’intenti del grande dare il suo volto intenso e il suo corpo pittore: nella vita e nell’arte lui stava per le donne libere, che voleva penzoloni. “Ma perché aveva fatto alle eroine della fede, l’aveva ripagata risarcire da ingiustizie e violenze con poco decoro la madonna gonfia, grazie alla sua arte potente. Con buona e con gambe scoperte, fu levata via”, delle violenze subite e consegnata alla pace della Controriforma. riferisce il solito Baglione. Seduta su una semplice sedia accanto a lei, storia della pittura. Lei, una cortigiana. Terzo quadro: Marta e Maria ancora l’Antognetti, nei panni di Maddalena, sempre nel 1602: la Maria di Magdala, la testa china e il Ma per lui donna e madonna. Antognetti vi appare di nuovo incinta volto nascosto in un fazzoletto. La (aspettava il figlio Paolo dal cavalier Tanto che la ritrasse ancora, nella Arnolfo de’ Bardi) ed è riccamente vestita, mentre Anna Bianchini ha Maddalena in estasi (1606), mentre abiti dimessi. «Caravaggio parte dalle due sorelle bibliche per alludere era già in fuga lontano da Roma, come invece ai contrasti nati tra Maddalena e Amabilia per colpa di Ovidio un limpido, doloroso ricordo. • Marchetti», dice Fiora Bellini. Simonetta Vespucci sicuramente si conobbero: abitavano Poi arrivano le tele dello scandalo: la entrambi a Borgo Ognissanti, e che ci Madonna di Loreto, ma prima ancora La“bella Simonetta”, la “sans par” (senza fossero rapporti di buon vicinato tra le la Morte della Vergine (1604-1606), pari). Con questi soprannomi è passata famiglie è testimoniato dal fatto che i in cui il corpo di Maria è in realtà alla leggenda una delle più celebri Vespucci commissionarono alcune opere il cadavere di una donna annegata, nobildonne del Rinascimento fiorentino. al pittore, tra cui il Sant’Agostino nello con una mano sulla pancia e una Simonetta Vespucci, nata Cattaneo studio della chiesa di Ognissanti, dove i (Genova o Portovenere, 1453-Firenze, ricchi banchieri avevano una cappella. 1476) fu una donna di bellezza ritenuta Ma che Simonetta abbia posato per ineguagliabile, oggetto del desiderio di Botticelli non è certo: i documenti su di moltissimi uomini della Firenze della metà lei sono pochissimi, e nessuno di questi del ’400 (e in particolare di Giuliano de’ fa pensare che fosse la musa del grande Medici). Esponente di una delle famiglie artista. Simonetta, dopo la morte, diventò genovesi di più antica nobiltà, andò sposa oggetto di venerazione da parte dei poeti a 16 anni al banchiere fiorentino Marco della Firenze medicea, che in lei vedevano Vespucci (parente del più noto Amerigo), la personificazione del concetto di bellezza ma mori a soli 23, probabilmente di peste. ideale. Lorenzo il Magnifico scrisse in sua Il suo nome è accostato a quello di svariati memoria quattro sonetti, come anche il artisti del suo tempo. Pulci e il Poliziano. Eppure non abbiamo In posa per Botticelli? In passato neppure un ritratto della bella genovese, alcuni storici dell’arte hanno voluto che ci riveli le sue vere fattezze. riconoscere il suo volto nella Venere o nella Primavera di Sandro Botticelli. I due 37 S

PRIMO PIANO La Confraternita dei Preraffaelliti anticipò la Factory di Andy Warhol, tra sesso, droga e arte. Ne fecero parte donne diventate icone della Londra di metà Ottocento. di Paola Panigas Sogno o son desta? Rossetti partì da questa foto di Jane Burden per dipingere Reverie (1868). Nell’altra pagina, la Burden nel quadro Day Dream (1878). LE BELLE DI 38 S

Lizzie, Jane, Fanny le artiste- amanti-muse, ribattezzate dai Preraffaelliti stunners, cioè belle da stordire, oggi ci sembrano di una bellezza ultraterrena. Al loro tempo, lontane dallo stereotipo vittoriano fatto di donne minute, bionde, dall’aria infantile, rappresentavano un’estetica fuori dagli schemi. In controtendenza, lo erano in tutti i sensi, anche nello stile di vita, ben diverso dal puritanesimo e dalla rigidità di costumi imposta in ogni sfera della vita sociale dalla regina Vittoria (1819-1901). CONTROCORRENTE. Le modelle che gravitavano intorno alla confraternita non corrispondevano di proposito ai canoni di bellezza vittoriana: alte, flessuose, visi spigolosi, capelli rossi (a eccezione di Jane Burden) e un’espressione malinconica. Del resto Dante Gabriel Rossetti, John Everett Millais e William Holman Hunt, i tre studenti della Royal Academy of Arts che nel 1848 fondarono una sorta di società segreta chiamata Pre-Raphaelite Brotherhood, volevano liberarsi dell’arte che li aveva preceduti, troppo accademica e ormai superata. Lo spiega bene Debra N. Mancoff nel saggio Dante Gabriel Rossetti. Portraits of Women (Thames & Hudson): «Con un atto di ribellione, i confratelli, riuniti al numero 83 di Gower Street, a Londra, si diedero la missione di cambiare il destino dell’arte inglese per tornare a un’arcaica onestà e a un’attenta osservazione che dall’epoca di Raffaello in poi era stata tradita». Per farlo scelsero come soggetti femmes fatales dai connotati pseudo- medievali, disposte a stare in posa per ore: più che modelle, eroine, che oscillavano tra l’innocenza adolescenziale e una conturbante sensualità. Ma le phisique du rôle non era l’unico requisito per far parte dell’esclusiva cerchia: le muse venivano ritratte per cogliere la loro sfaccettata personalità, mettendo in risalto sentimenti ed espressioni esasperate, in contrapposizione al moralismo vittoriano. LONDRA CRITICHE E RICONOSCIMENTI. Le modelle davano volto e corpo a un’arte i cui personaggi venivano ripresi da storie letterarie (come i drammi shakespeariani, i poemi danteschi o i versi gotici di Keats). Un altro contenuto caro ai confratelli erano i soggetti biblici,  39 S

che le controverse muse incarnavanoALBUM / ORONOZ / MONDADORI PORTFOLIO alla perfezione: si trattava di un “tema caldo”, visto il clima di censuraMEMENTO dell’epoca vittoriana. Per esempio, il Cristo nella casa dei genitori di Millais (1850), fu definito – sulle pagine del settimanale Household Words edito da Charles Dickens – “gretto, odioso, rivoltante e repellente”. Nel 1853, al nucleo originario di Preraffaelliti si aggiunsero William Morris (fondatore dell’Arts and Crafts Movement, ovvero del design), Edward Burne-Jones e Walter Crane (pioniere del Liberty), che diedero il via a una seconda fase, più improntata all’artigianato e alle arti decorative e in aperta contrapposizione al materialismo e ai temi sociali sollevati dall’industrializzazione. Il tutto ebbe vita breve: nel 1862 la confraternita era già sciolta, ma aveva lasciato il segno. Alla fine del XIX secolo l’arte inglese visse la sua epoca d’oro e le nostre stunners entrarono finalmente nei salotti, sotto forma di tele appese alle pareti di casa della nascente e prospera borghesia inglese. ICONE PER CASO. Queste ragazze, in genere di umili origini, figlie della working class, scovate in negozi, taverne o nei bassifondi della provincia inglese, venivano strappate da un’ordinaria routine lavorativa, faticosa e mal remunerata, per diventare il volto della tormentata scena artistica londinese. Reggere a quel cambio di vita non era facile, Fratelli pennelli A sinistra, Dante Gabriel Rossetti in una foto scattata dallo scrittore Lewis Carroll. A destra, John Ruskin (a sinistra) con William Holman Hunt, uno dei fondatori della confraternita. 40 S

AKG_IMAGES/MONDADORI PORTFOLIO Angelicate Ofelia di Millais, la prova più estrema di Lizzie Siddal. A destra, il volto della Vergine in Ecce Ancilla Domini! è di Christina Rossetti. Lizzie Siddal, la più nota delle muse preraffaellite, si uccise con un’overdose di laudano spesso venivano travolte da torbide nell’acqua gelida, prendendosi una storie d’amore con i loro pigmalioni o bronchite che compromise per sempre la cadevano nella dipendenza da droghe sua salute. Al pittore, danno più lieve, fu (specialmente il laudano, un oppiaceo comminata una “multa” di 50 sterline, diffuso all’epoca). pretesa dal padre della Siddal come risarcimento. Vittima eccellente del laudano fu la più famosa delle muse preraffaellite, MARTIRI. Il sacrificio della modella  Elizabeth (detta Lizzie) Siddal: pelle e la perseveranza del pittore (che diafana, espressione moribonda e passò cinque mesi sulle rive del fiume lunghi capelli fiammeggianti, incarnava Hogsmill, nel Surrey, a dipingere lo alla perfezione l’ideale femminile del sfondo bucolico per la sua Ofelia) movimento. Lizzie (moglie di Rossetti non bastarono. Il quadro non venne dal 1860) si prestò a posare in pieno apprezzato, anzi, quando nel 1852 inverno a Londra, per Millais, immersa Millais presentò il suo capolavoro, il in una vasca scaldata da lampade che si Times lo dichiarò “perverso”. spensero, il che la costrinse a galleggiare MEMENTO 41 S

La stroncatura era l’ultimo AKG_IMAGES/MONDADORI PORTFOLIO Sensuali dei problemi di Lizzie che, ormai musa “in esclusiva” L’ispirazione per Bocca per Rossetti, viveva un baciata di Rossetti momento di gloria, data la è il Decamerone di sua onnipresenza in disegni, Boccaccio: la bocca tele e poesie dell’artista. I in questione è di due vivevano una tormentata Fanny Cornforth, storia d’amore, ma dopo ogni ultima musa di Dante tradimento Lizzie cadeva Gabriel. A destra, Jane in depressione, dimagriva Burden, ritratta da e cercava sollievo nel Rossetti nei panni laudano. L’aria malaticcia di Proserpina (1874). e sofferente divenne il suo marchio di fabbrica, apprezzato e incoraggiato dalla confraternita, come sottolinea Debra Mancoff: «Durante una visita, l’amico di vecchia data Ford Madox Brown, da cui Rossetti nel 1848 aveva preso lezioni private di pittura per essere ammesso come membro stabile alla Royal Accademy, le fece i complimenti per il suo aspetto sempre più magro e moribondo, che la rendevano, a suo dire, più bella che mai». In effetti la ragazza non scoppiava di salute: il 2 maggio 1861 partorì una bimba morta e quello fu il colpo di grazia per la già stremata musa. Dilaniata dai sensi di colpa, il 10 febbraio 1862 decise di mettere fine alla sua vita (con un’overdose di laudano), non sapendo di essere nuovamente incinta. NUOVA VITA. «Per decenni La più emancipata? Jane Burden: la Siddal è stata solo la riuscì a ritagliarsi un ruolo da “Beatrice” di Rossetti, che la creativa nella Morris & Co. immortalò nelle illustrazioni per la sua traduzione della GIÙ DAL PIEDISTALLO. La più Mancoff. «Rossetti vide in lei un’eroina Vita Nuova di Dante Alighieri», emancipata tra le muse preraffaellite fu arturiana, e ne fece la sua “Ginevra”». spiega la Mancoff, «ma oggi però Jane Burden. Anche lei iniziò la sua In seguito la Burden per Rossetti che le sue doti artistiche sono carriera per caso, dopo essere passata incarnò anche l’ideale di bellezza state rivalutate non è più solo un’eroina tra le braccia di Rossetti. Figlia di uno classica: infatti, i quadri più celebri disperata e romantica». Incoraggiata da stalliere, fu scovata dall’instancabile sono quelli in cui la ritrasse, nel 1874 Rossetti, e sotto la protezione del grande talent scout nel 1857, in Oxford Street. (quando la Siddal era già morta), in critico d’arte John Ruskin (1819-1900), «Quando Rossetti le chiese di posare, soggetti ispirati alla mitologia greca, iniziò a dipingere e a scrivere poesie, Jane fu sorpresa: si considerava una come il mito di Proserpina e Persefone. esponendo anche nelle mostre collettive nullità. I suoi capelli corvini e crespi, dei Preraffaelliti (1857-1858). Il suo stile, i lineamenti duri e l’eccessiva altezza NELL’OLIMPO DEL DESIGN. La più innovativo di quello dei colleghi e magrezza, non corrispondevano ai carriera di Jane decollò con Morris, maschi, era caratterizzato dall’uso di canoni di bellezza dell’epoca», spiega la padre nobile del design. Nel 1858 la colori forti e contrastanti, come quelli usati nelle vetrate medievali e nei codici miniati, mentre i temi della sua pittura erano incentrati sulle restrizioni imposte alla libertà delle donne. 42 S

le due figlie, dando nuovo impulso all’arte Affari di famiglia del ricamo con la sua creatività. Tra le donne che diedero un PADRONA DI CASA. L’ultima grande contributo artistico al movimento inglese, il posto d’onore musa, amante e “vittima” di Rossetti spetta alla poetessa Christina Rossetti, sorella minore di Dante fu Fanny Cornforth. Ritratta in almeno Gabriel e William Michael Rossetti (anche lui pittore). Era la più 60 opere, tra le più sensuali dipinte “integrata”delle stunners e nelle sue vene scorreva la passione per la dopo la morte di Lizzie, come Bocca letteratura ereditata dal padre, esule politico italiano, studioso di Dante e baciata  (1859), Lucrezia Borgia (1861) docente al King’s College di Londra, dove si formò Dante Gabriel. e The Blue Bower (1865), la modella I Rossetti erano una famiglia dove la cultura era di casa. rappresenta la fase finale del movimento Le opere poetiche di Christina, già apprezzate al suo tempo, venivano artistico dei Preraffaelliti. pubblicate accompagnate dalle illustrazioni realizzate dagli artisti Nata con il nome di Sara Cox, figlia di del movimento preraffaellita. L’esempio più celebre è Goblin un fabbro del West Sussex, incontrò per Market and Other Poems, il primo libro di poesie pubblicato da la prima volta Rossetti nel 1856 a uno Christina Rossetti, nel 1862. Grazie alle illustrazioni e alla direzione spettacolo di fuochi d’artificio. Non appena artistica del fratello, che la aiutò nella grafica e nella scelta delle Lizzie Siddal morì per overdose, Fanny poesie, diventò un best-seller. Devozione fraterna. Ma la più si trasferì nella casa di Rossetti a Cheyne intellettuale del gruppo non era solo dedita alla poesia, fu anche Walk, diventando la governante e amante musa e modella del fratello, per il quale posò nel quadro Ecce Ancilla dell’inconsolabile vedovo. Domini! (1849-50), uno dei dipinti che segnarono simbolicamente La Cornforth, però, non ebbe vita facile la nascita del movimento, oggi conservato alla Tate Gallery di nella cerchia dei Preraffaelliti, con il suo Londra. «Dietro a questo quadro si nasconde un segreto», rivela la duro accento di provincia e i suoi modi Mancoff, «Christina prestò il suo volto alla Vergine, ma per dipingere sfacciati e grossolani, fu sempre malvista il resto del quadro Rossetti usò Miss Love, una modella professionista dalla famiglia e dagli amici di Rossetti. La dalla chioma fiammeggiante». distanza culturale tra i due era incolmabile: Rossetti non la sposò mai, ma la tenne accanto a sé fino alla fine dei suoi giorni. A partire dagli anni Settanta dell’Ottocento, Rossetti, fragile dal punto di vista fisico e mentale, provato dall’insonnia Erich Lessing / Album / Mondadori PortEfRoIliCoH LESSING / ALBUM / MONDADORI PORTFOLIO cronica e dalla tossicodipendenza, condusse una vita da recluso, fino alla morte avvenuta nel 1882. La sua ultima musa, perfetta padrona di casa negli anni più bui dell’artista, morì sola e senza un soldo nel 1906, in un ospedale psichiatrico. Tornò così alle sue origini: sepolta senza tanti riguardi in una tomba comune nel West Sussex. • raffigurò in abiti medievali per La Belle OTNEMEM Iseult (ispirato alla leggenda di Tristano e Isotta). Fu un colpo di fulmine: i I fratelli Rossetti (a sinistra Dante Gabriel), con la madre (seduta a destra), nel 1868. due si sposarono nel 1859, e da quel momento la Burden, dopo essere stata istruita a dovere, con lezioni di francese, italiano e pianoforte, entrò dalla porta principale nell’alta società dell’arte britannica. Non dimenticò però mai Rossetti, il suo pigmalione, diventando, anzi, la rivale numero uno della Siddal. Il matrimonio dei Morris fu contrassegnato da continue infedeltà, ma Jane riuscì comunque a ritagliarsi un ruolo di rilievo nell’azienda del marito, la Morris & Co., vera istituzione nella produzione di arredi, dove lavorò come designer con la sorella Elizabeth e

PRIMO PIANO Imembri di diverse popolazioni ALBUM / FINE ART IMAGES / MONDADORI PORTFOLIO indigene credono, ancora oggi, che se la loro immagine viene ritratta da un artista, riflessa in uno specchio o immortalata in una fotografia, l’anima ne rimarrà intrappolata. E se avessero ragione? Perché in fondo è proprio questo che accadde alla scultrice Camille Claudel (1864-1943) e alla fotografa Dora Maar (1907-1997), quando diventarono modelle e muse dei due uomini che a Parigi, in anni diversi ma non troppo lontani, spezzarono il loro cuore e la loro esistenza. SCOCCA LA PASSIONE. Primo scatto, 1882. Il nuovo maestro, Auguste Rodin, un omone barbuto di 42 anni, stella nascente della scultura francese, incontra gli occhi azzurri di Camille Claudel, sua allieva diciottenne, tra le più promettenti dell’Académie Colarossi. E la passione divampa. Clic: la prima anima è stata rapita. Secondo scatto, 1936. Dora, seduta al tavolino del Café Deux- Magots, posa gli occhi sui due uomini appena entrati. “Paul Éluard, che conoscevo, accompagnava il piccolo grande uomo. Presentazioni. Risposi con lo spagnolo della mia infanzia al suo spagnolo di tutti i giorni. Per ringraziarmi, Pablo Ruiz Picasso ebbe la buona idea di affondare il suo Artiste, muse e amanti, Camille Claudel e Dora sguardo nel mio”, annoterà più tardi. Maar furono annientate dai loro più celebri partner. Clic: un’altra anima presa in trappola. di Maria Leonarda Leone Allieva e maestro, fotografa e pittore: colpi di fulmine fra anime affini. “Il mio Auguste mi ha promesso che un giorno lascerà Rose, quella vecchia donna rozza”. “Il mio Pablo con le altre si diverte soltanto, perché è me che ama davvero”.  Vittime del GENIO 44 S

/MONDADORI PORTFOLIO/BRIDGEMANART Amour fou Un intenso ritratto dello scultore Auguste Rodin, scattato tra il 1912 e il 1917. Nell’altra pagina, Camille Claudel, giovane, fiera e scapigliata, in una fotografia commissionata proprio da Rodin, suo amante. 45 S

ALBUM / FINE ART IMAGES / MONDADORI PORTFOLIO Artiste vere A sinistra, Camille Claudel mentre lavora a una scultura, nel suo atelier. A destra, il celebre Ritratto di Dora Maar, del 1936, opera di Man Ray. Più a destra, Pablo Picasso dipinge Guernica, nel 1937, fotografato da Dora, che documentò la creazione del grande quadro sul bombardamento nazista della città basca. AKG_IMAGES/MONDADORI PORTFOLIO Pare di sentirle, Camille e Dora: due erano escluse per definizione», nota Monsieur Claudel – che stravedeva donne che cercano di convincersi Anna Maria Panzera, storica dell’arte per Camille – trasferì la famiglia dalla che l’amore malato con uomini e saggista. «Almeno all’inizio, però, il campagna alla capitale. narcisisti e fedifraghi avrà un lieto percorso di Camille fu fortunato». fine. Eppure, da quando li hanno AUTODISTRUTTIVE. Era il 1881: conosciuti, la loro corsa verso la Madame Claudel era una madre per la promettente artista si aprirono libertà e l’affermazione ha rallentato, rigorosa e fredda, che mal tollerava le porte della Colarossi, una delle inciampando nel perbenismo e nel quella figlia ribelle e selvaggia, fissata pochissime scuole d’arte ad accettare maschilismo dell’epoca. «Da un punto con la scultura. La predisposizione studentesse e l’unica a offrire lo studio di vista umano e storico-sociale, della ragazza però era evidente: aveva dal vero dei nudi maschili e femminili. non c’è dubbio che Rodin e Picasso, cominciato a modellare figurine grandissimi innovatori rispetto alla con l’argilla a sei anni e da allora Con il busto stretto nel corsetto e tradizione artistica otto-novecentesca, non aveva più smesso. Per questo, l’ingombrante gonna che le donne siano anche figli della cultura del loro a tredici, suo padre le aveva trovato erano obbligate a indossare persino tempo, innegabilmente maschilista e un maestro: il famoso scultore Alfred mentre scolpivano, destreggiandosi tra patriarcale, che poneva l’arte e il genio Boucher. Quando questi propose di polvere e sudore, martelli e scalpelli, la al centro di un “culto” da cui le donne coltivare quell’incredibile talento a dotata Camille si dedicò anima e corpo Parigi, per farne una professionista, alla scultura e, in capo a un anno, 46 S

BRIDGEMAN IMAGES/MONDADORI PORTFOLIO “Le donne sono macchine costruite per soffrire” (Pablo Picasso) allestì il proprio atelier, dividendo cominciato a frequentare i corsi di divorzio, e un’amante diciassettenne, la  l’affitto con due compagne di corso. pittura dell’École et Ateliers d’Arts modella Marie-Thérèse Walter, bionda, Di lì a poco, Rodin sarebbe entrato Décoratifs, scoprendo presto la sua bamboleggiante e incinta. nella sua vita: da allieva prodigio vera vocazione: la fotografia. ad apprendista prediletta, da musa «Sia Camille che Dora avevano una ossessivamente scolpita in molteplici Il suo primo grande amore fu una personalità volitiva, ma non priva visi ad amante, il passo fu breve. Rolleiflex, con cui diede vita a scatti di ombre», spiega Panzera. «Maar E la precipitò in una fusione d’arte dallo stile inconfondibile, tanto moderni si lasciò condizionare dal carattere e corpi inaccettabile, a quei tempi, da farle conquistare un posto, fra poche capriccioso di Picasso, mentre per una giovane donna di buona e altre donne, nel gruppo parigino del Claudel per molto tempo compenetrò tradizionalista famiglia. movimento artistico surrealista. A 28 totalmente il proprio lavoro con quello anni, quando incontrò Picasso, Dora di Rodin e purtroppo, prima della sua Non fu questo il problema di Dora, era quindi una donna affermata e riscoperta postuma, questa diventò, che, al contrario di Camille, aveva indipendente. Lui, già nella hall of fame per i contemporanei, la cifra della sempre vissuto in un ambiente della pittura del Novecento, aveva quasi sua qualità espressiva». Da parte sua, anticonformista. Figlia unica di un il doppio degli anni di lei, una moglie, Rodin non riusciva davvero a resistere architetto croato e di un’imprenditrice la ballerina Olga Chochlova, a cui a quell’apprendista che ardeva di di moda parigina, a 20 anni aveva non aveva ancora voluto concedere il energia, slancio creativo e talento. 47 S

Gala, la musa che fece In lacrimeAKG_IMAGES/MONDADORI PORTFOLIO la fortuna di Dalí ERICH LESSING / ALBUM / MONDADORI PORTFOLIO Pablo Picasso, La La prima volta che la vide, nel 1929, donna che piange l’emergente pittore spagnolo Salvador (1937). Il soggetto Dalí (1904-1989) capì subito di aver è Dora Maar, trovato l’amore della sua vita (sotto, che il pittore e i due nel 1933). Le confessò i suoi amante vedeva sentimenti sulla scogliera di Capo Creuso così: disperata. (Spagna): di lì a poco Elena Dmitrievna Djakonova (1894-1982), detta Gala, lasciò il primo marito e andò a vivere con lui, sposandolo cinque anni dopo. Per lui, lei fu musa, amante, moglie, mercante d’arte e terapeuta. Gli organizzò vita e lavoro, ispirò moltissimi dei suoi quadri e gli fece da modella, persino nei panni della Vergine.“Guarì la mia follia”, confessò il pittore, che aveva cominciato a firmare i suoi dipinti con entrambi i loro nomi, perché“è soprattutto con il tuo sangue, Gala, che dipingo le mie tele”. Coppia aperta. Dalí, grato, le diede tantissimo amore e la più completa libertà: più affascinante che bella, di dieci anni più vecchia del celebre artista dall’aria stralunata, Gala collezionò diversi amanti e numerosi flirt, incoraggiata dal marito, che desiderava soddisfare in qualunque modo le sue voglie. Ma la protagonista della sua rinascita finì per diventare anche la causa della fine di Dalí. Colpita da una forma di demenza senile, propinò al compagno un cocktail di medicinali che gli danneggiò il sistema nervoso, provocandogli un furioso tremore alla mano destra. Lei forse non se ne rese neppure conto: morì due anni dopo. Lui le sopravvisse sette anni. “È finita, non lavoro più, divinità malefica. E tuttavia ti amo furiosamente. Abbi pietà, crudele” (Auguste Rodin) “Ti amo con furore [...] Non soddisfazione la sua nuova musa esistono altre donne, la mia anima la mujer que llora (“la donna che ti appartiene”, le scriveva. Ma, piange”), si divertì a umiliarla per nonostante le infantili promesse di anni, come faceva sempre con le sue matrimonio e le lettere appassionate, donne: la mise in competizione con le nella sua vita un’altra donna esisteva altre amanti, la sottomise e la spinse eccome: la compagna di sempre, ad abbandonare la Rolleiflex per i Rose Beuret, da cui aveva avuto un pennelli, ché di artista geniale, nella figlio poco più giovane della sua coppia, ne bastava uno. E la fotografa musa. Perciò Camille, che del ruolo audace si trasformò, progressivamente, di amante era stanca, dopo dieci anni in una donna fragile e ferita. di passione e un lungo, sofferto tira e molla, nel 1898 diede l’addio definitivo “Non sono stata l’amante di Picasso. al suo amatissimo Auguste. Era solo il mio padrone”, dichiarò molti anni dopo essere stata lasciata, PICASSO PADRONE. Dora invece nel 1943, per una ventunenne. non riuscì a compiere quel passo. Il Quello stesso anno, nel manicomio pittore spagnolo, che col consueto di Montfavet, vicino ad Avignone, sadismo aveva ribattezzato con si spegneva Camille, condannata all’oblio dalla madre e dal fratello.

BRIDGEMAN IMAGES/MONDADORI PORTFOLIO Duetto Guernica (1937) nell’atelier parigino di Picasso, in Rue des Grands- Augustins: la foto è di Dora Maar. «L’interruzione delle rispettive sottoposta a elettroshock, la fotografa incarcerata [...] come una criminale, relazioni, divenute ormai tossiche, ne uscì dopo due anni di psicanalisi. fu disastrosa per entrambe le artiste, “Tutti pensavano che mi sarei uccisa privata della libertà”, scriveva cinque che manifestarono importanti sintomi dopo il suo abbandono. Anche psicopatologici», prosegue Anna Picasso se lo aspettava. Il motivo anni dopo esser stata prelevata di Maria Panzera. «Nel caso di Claudel, il principale per non farlo fu privarlo perbenismo borghese e cattolico della della soddisfazione”, raccontò allora forza da “due sbirri armati di tutto famiglia fu letteralmente la sua Dora, con un barlume del suo vecchio pietra tombale. Per Maar, spirito. Ma nient’altro, in quella punto”, per un “ricovero volontario” altrettanto fecero le teorie donna vestita di scuro, chiusa in casa psicoanalitiche del tempo». con l’unico conforto della religione richiesto dalla madre. Ricoverata in una cattolica, ricordava ciò che era stata. Ma, all’inizio del Novecento, la clinica psichiatrica e “Dopo Picasso, solo Dio”, ebbe a dire. Perché nel suo libertà che tanto le mancava non Turbata cuore nessun altro prese mai il posto del pittore era un bene che una donna nubile, Auguste Rodin, spagnolo, di cui continuò Maschera di con un mestiere da maschio e Camille Claudel a conservare gelosamente e mano di Pierre foto, quadri e il ricordo di una relazione clandestina potesse de Wissant (1895 quei giorni del 1937, quando circa): uno dei lui dipingeva Guernica e lei permettersi. Non nelle sue condizioni. primi ritratti della documentava tutto con la sua giovane allieva. macchina fotografica. Dopo la separazione da Rodin, infatti, UNA FINE ORRIBILE. In quello Camille era cambiata. Il suo amore stesso 1937, Camille Claudel si trovava in manicomio già da 24 si era trasformato in furia: lavorava anni, con una diagnosi di demenza paranoide annotata nella cartella giorno e notte, incessantemente, clinica con tre punti interrogativi e l’appunto “da verificare”. Com’era creando e distruggendo con foga, potuto succedere? “Mi si rimprovera (crimine orribile!) di aver vissuto ossessionata dalla necessità di veder da sola, di avere dei gatti in casa, di soffrire di manie di persecuzione! È riconosciuta la propria arte in tutta la sulla base di queste accuse che sono sua grandezza, lontano dalla pesante ombra dell’amante. Convinta di essere perseguitata da Auguste Rodin e dalla sua cerchia, si era isolata dal mondo e si era lasciata andare. Soltanto suo padre continuò a sostenerla di nascosto, ma, appena morì, il resto della famiglia decise di far scomparire quella “macchia”, per evitare ulteriori imbarazzi. La povera Camille, così, non vide più la madre, mentre il fratello continuò a rifiutare l’invito dei medici a riportarla a casa. Nessuno partecipò al suo funerale e il suo corpo venne gettato in una fossa comune. L’anima le era stata già portata via tanti anni prima. • 49 S

PRIMO PIANO Arciera e imperatrice Al centro, Luisa nei panni dell’imperatrice Sissi, in una foto di Man Ray. A sinistra, La marchesa Casati come arciere selvaggio, di Alberto Martini (1927). A destra, in un ritratto del britannico Augustus John (1919). UN’OPERA D’A


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