IL TEMPIO L’edificio era circondato da colonne con capitelli corinzi. L’unica stanza del tempio era la cella, di 13 metri di larghezza, dove era conservata la statua del dio. Il tetto dell’edificio non era a due falde, come nei templi greci, ma piatto, ed era dunque possibile camminarci sopra. 4 ILLUSTRAZIONE 3D: RISE STUDIO
MET / ALBUM ALTARE DI PALMIRA CON UN’ISCRIZIONE CHE MENZIONA IL «DIO SCONOSCIUTO». Il misterioso culto METROPOLITAN MUSEUM OF ART, NEW YORK. del dio senza nome Le statue di questi illustri cittadini occu- A PALMIRA sono stati rinvenuti centinaia di pavano un posto di rilievo nei templi. Nel piccoli altari le cui iscrizioni hanno attirato grande colonnato che attraversa la città, per l’attenzione degli studiosi. I testi sono rivolti a un esempio, ne fu eretta una in onore di un pal- misterioso dio anonimo, descritto come «buono mireno di nome Giulio Aurelio Zabdila bar e misericordioso», taba u-rahmana nel dialetto Malku bar Malku Nashum, vissuto a metà aramaico parlato a Palmira. Questi appellativi del III secolo, con un’iscrizione che recita: erano ben noti nel giudaismo dell’epoca, e quindi «Era il capo del mercato, spese molti soldi e s’ipotizza che possano essere legati a una forma condusse una vita onorevole. Per questo il locale di culto di Yahweh dovuta alla presenza di dio Yarhibol gli ha concesso la sua fiducia». ebrei in città. Un altro indizio a favore di questa ipotesi è che le invocazioni non appaiono nei Per il resto, i premi che gli dei elargivano templi di altre divinità, ma solo su tali altari, ai loro devoti assomigliavano molto a delle solitamente offerti da persone umili come donne, ricompense in beni. Ecco perché i rapporti macellai, cuochi o liberti. con le divinità erano di solito limitati alla richiesta di benefici materiali o economici o al ringraziamento per quelli già ricevuti. Lo scopo principale del culto era ottenere e assicurarsi la prosperità, sia a livello in- dividuale sia familiare. D’altra parte, anche se sono state scoperte numerose sculture funerarie e rilievi che ritraggono i defunti nel fiore degli anni e vestiti con i loro abiti migliori, non sembra che la credenza in una vita ultraterrena fosse molto sviluppata. Le iscrizioni funerarie infatti si limitano di solito a indicare il proprietario della tomba e a piangerne la scomparsa. Una società cosmopolita L’eterogenea società palmirena si riflet- teva in una religione locale caratterizzata da divinità di diverse origini. Nel panthe- on di Palmira il dio supremo era Bel, pro- babilmente chiamato Bol in lingua locale. In origine si trattava forse di una divinità protettrice dell’oasi, che in seguito fu as- similata allo Zeus greco. A Bel era dedicato il tempio principale della città, comune a tutti gli abitanti di Palmira, che aveva una forma e una disposizione molto simili a quelle del tempio di Gerusalemme. A dif- ferenza di quanto avveniva nel culto mo- noteistico di Yahweh da parte degli ebrei, nel santuario palmireno c’era spazio anche per altre divinità secondarie. Accanto a Bel, a formare una specie di triade suprema erano posti Yarhibol, il dio-sole protettore della fonte di Efqa, e Aglibol, un dio-luna del nord della Siria.
ALAMY / ACI Altri, come Baalshamin, “il padrone dei culturale dell’antichità. Tra i suoi palaz- GLI DEI cieli”, dio della pioggia e della fertilità, e zi persone provenienti da diversi luoghi Atargatis, la dea degli animali, provenivano e con tradizioni molto differenti tra loro DI PALMIRA dall’area siro-fenicia. Della Mesopotamia riuscirono a convivere, creando una cultura erano invece originari gli dei Nabu, Sha- basata sul pragmatismo, la passione per il Questo rilievo mash e Nergal, mentre Baal Hammon aveva commercio e la comprensione verso gli dei mostra tre divinità radici egizie. Erano presenti pure le divinità e verso gli esseri umani. di Palmira: a dei nomadi arabi, come Allat, Arsu, Ma- sinistra Aglibol, an, Azizu, Shalman e Shai al-Qaum, il dio FRANCISCO DEL RÍO SÁNCHEZ il dio della luna, al astemio del vino e dell’alcol. D’altra parte, UNIVERSITÀ COMPLUTENSE DI MADRID centro Baalshamin, la forte influenza culturale greco-romana il signore dei cieli, e facilitò l’incorporazione nel culto di Pal- a destra Malakbel, mira di divinità ed eroi greci come Eracle, una delle tre Nemesi e Tiche, nonché l’adozione di nomi divinità solari. o attributi ellenici per le divinità orientali. Per SAGGI Crocevia di dei, popoli e lingue, Palmi- saperne ra fu forse la città con maggiore diversità di più Palmira. Storia di un tesoro in pericolo Paul Veyne. Garzanti, Milano, 2016. Palmira: Dinamiche politico- economiche e fenomeni culturali nei primi tre secoli dell’impero Valeria Smedile. Aracne, Roma, 2018. Palmira. Storie straordinarie dell’antica metropoli d’Oriente Maria Teresa Grassi. Terra Santa, Milano, 2017. STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC 53
I VOLTI DEI PALMIRENI Gli abitanti più ricchi di Palmira facevano scolpire busti o rilievi per le proprie tombe. Le immagini, forse prodotte in serie, hanno tratti idealizzati e posture tipiche, e coniugano l’abbigliamento greco-romano con elementi d’influenza persiano-sasanide, come i gioielli e gli occhi. In alcuni casi è raffigurata la professione o la carica politica del defunto, e ne viene riportato il nome. Un ricco mercante, con la Una ragazza scalza ha in barba e i capelli ben curati. mano una colomba e un Il cammello allude alla sua grappolo d’uva, simboli di professione. Ny Carlsberg prosperità e abbondanza. Glyptotek, Copenaghen. Museo di Palmira.
Questi fratelli indossano i Una gran dama con un elegante loro abiti migliori. Si tengono copricapo e preziosi gioielli è per mano e reggono una probabilmente in compagnia colomba e un grappolo d’uva. del figlio. Museo nazionale Museo di Palmira. d’arte orientale, Roma. Famiglia di notabili. Sfilata di nobili. Il rilievo CREDITI FOTOGRAFICI La coppia appare mostra un gruppo di (IN SENSO ORARIO): DAGLI ORTI / AURIMAGES; reclinata su un divano alti dignitari della città BRIDGEMAN / ACI; SCALA, FIRENZE; BRIDGEMAN / ACI; con una ciotola in a cavallo e a dorso di DAGLI ORTI / AURIMAGES; WOLFGANG SAUBER. mano. Sullo sfondo, i cammello. Cleveland figli. Museo di Palmira. Museum of Art.
PAPIRI GRECI A destra, papiro del I secolo d.C. con un frammento della Costituzione degli ateniesi, di Aristotele. Sotto, a destra, rappresentazione del porto di Alessandria in una lampada a olio del I secolo d.C. ALAMY / ACI; SCALA, FIRENZE; DEA / ALBUM LA BIBLIOTECA DI ALESSANDRIA COM’È NATO IL GRANDE CENTRO DEL SAPERE DELL’ANTICHITÀ
Nel loro palazzo di Alessandria i re greci dell’Egitto crearono un luogo dove umanisti e scienziati provenienti da ogni dove potessero riunirsi e leggere le opere scritte sui rotoli di papiro
U na delle maggiori attrazio- JOSEPH MARTIN / ALBUM CRONOLOGIA 335 a.C. ni dell’antica Alessandria fu senz’altro il tempio delle UN GRANDE Aristotele di Stagira Muse, il museo, una delle CENTRO fonda ad Atene la scuola meraviglie architettoniche DEL SAPERE del liceo, che comprende che presentava la città fondata da Alessan- una ricca biblioteca con dro Magno sul delta del Nilo. L’edificio si ogni sorta di opera. trovava nel quartiere reale di Bruchion, da- vanti al mare e nell’area del palazzo dei To- lomei, la dinastia discendente da Tolomeo I, un generale del grande conquistatore mace- done. Secondo la descrizione di Strabone, il museo era un complesso monumentale costituito da un portico con alcuni giardini, un’esedra – uno spazio semicircolare sco- perto, provvisto di banchi su cui sedersi – e un’ampia sala. Lo scopo del museo era di soddisfare i bisogni intellettuali del sovrano greco, ormai signore della terra dei faraoni, e della sua corte di filosofi, grammatici, poeti e uomini di scienza e, sebbene Strabone non ne faccia cenno, al suo interno vi doveva es- sere anche una biblioteca. Con il tempo quest’ultima divenne famosa per il gran numero di rotoli di papiro custo- diti nei suoi scaffali: quasi 700mila esem- plari (secondo alcune stime) tra testi lette- rari, accademici e religiosi. In virtù di questi archivi la biblioteca fu per secoli un famoso centro di ricerca e, grazie al lavoro svolto dai suoi studiosi in numerosi ambiti del sapere, riuscì a preservare e ad arricchire un’eredità letteraria che risaliva addirittura a Omero. Dall’Egitto ad Atene La biblioteca non nacque dal nulla, ma ebbe importanti antecedenti. Nell’Egitto farao- nico il papiro era già usato come supporto della scrittura, e su quello di migliore qualità (detto“ieratico”o“regio”) venivano copiati i testi sacri che erano poi conservati in tem- pli e palazzi sotto forma di piccole collezio- ni. Anche in Grecia i primi libri che videro la luce consistevano in uno o più rotoli di papiro egizio su cui era trascritta un’opera in versi o prosa che gli autori leggevano in pubblico. Nei primi tempi i volumi erano 58 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC
297 a.C. 283 a.C. 270 a.C. 245 a.C. Demetrio Falereo, Tolomeo II invita ad La Bibbia ebraica è Eratostene di Cirene, filosofo del liceo, Alessandria Callimaco tradotta per la prima filosofo e matematico, è cerca rifugio in di Cirene, poeta che volta in greco grazie chiamato ad Alessandria Egitto e suggerisce la comporrà il primo alla collaborazione per ricoprire il ruolo di fondazione del museo. catalogo della biblioteca. di 72 saggi ebrei. direttore della biblioteca. LA SCUOLA DI ATENE. AFFRESCO DI RAFFAELLO SANZIO. 1509-1511. MUSEI VATICANI, ROMA.
Le biblioteche come BRITISH MUSEUM / SCALA, FIRENZE vare «nell’orchestra con la modica cifra di “cura dell’anima” una dracma», ma che nessuno apriva bocca per protestare. Inoltre il metodo socratico MET / ALBUM N ELL’EGITTO FARAONICO esisteva la tradizione di con- per giungere alla conoscenza era il dialogo, servare i testi in palazzi e templi. Ecateo di Abdera, e non la lettura: lo stesso Socrate aveva già un coevo del re Tolomeo I, affermava nell’Aigyptiaka preso in giro alcuni di quei giovani che si (opera perduta, ma nota tramite Diodoro Siculo) che reputavano saggi solo perché accumulavano nel mausoleo di Ramses II esisteva una biblioteca di opere testi di poeti e di filosofi. sacre con un’iscrizione che la identificava quale “luogo di cura dell’anima”. La suggestiva espressione non allude ai benefici La prima biblioteca di Atene fu quella della lettura, quanto al fatto che nell’antico Egitto i libri sacri del liceo di Aristotele, soprannominato “il erano considerati “anime di Ra” e venivano custoditi nelle “ca- lettore”per l’avidità con cui collezionava e se della vita”, ambienti arricchiti con effigi delle divinità. Qui i divorava libri. Il liceo era in realtà il nome sacerdoti portavano a termine i rituali. di un ginnasio sportivo vicino al tempio di Apollo licio, dove Aristotele cominciò a in- PAPIRO PROVENIENTE DALLA BIBLIOTECA DI UN TEMPIO TOLEMAICO. BRITISH MUSEUM. segnare ai suoi primi discepoli mentre pas- seggiavano per portici e giardini. In seguito oggetti di lusso che impreziosivano le raf- all’aumento di alunni Aristotele decise di finate residenze dei ricchi. Potevano pure comprare lì delle proprietà che avrebbe poi divenire donazioni, come volle il filosofo lasciato a chi voleva vivere nella scuola o Eraclito, che lasciò in offerta presso il tem- recarvisi per dibattere, come in una sorta pio di Artemide a Efeso il manoscritto delle di santuario del sapere. sue opere complete. La biblioteca che Aristotele consultò per Ben presto s’iniziarono a creare delle scrivere i più di duecento trattati a lui attri- edizioni di ogni tipo di opera, non solo di buiti (di fisica, logica, etica, politica, estetica letteratura, ma anche di storia, filosofia eccetera) era però di carattere personale. La o teoria dell’arte. I primi copisti e librai lasciò al discepolo e successore nel liceo, Te- ofrasto, che vi aggiunse molte altre opere per formarono un abbozzo d’industria edi- poi, a sua volta, trasferirla a un certo Neleo toriale, che fiorì ad Atene tra il V e il IV di Scepsi. Quando quest’ultimo morì nella secolo a.C. Quando accusavano Socrate propria città natale dell’Asia minore, piutto- di corrompere le giovani menti con le sto lontano da Atene, i discepoli nascosero sue idee, questi rispondeva che anche i rotoli di papiro sottoterra in una sorta di le opere del filosofo Anassagora, attivo grotta, dove furono danneggiati dall’umi- circa trent’anni prima, si potevano tro- dità e dalle tarme. Vennero alla luce più di cento anni dopo allorché, malgrado il pes- TEOFRASTO, DISCEPOLO DI ARISTOTELE E DI PLATONE. simo stato in cui versavano, li comprò un STATUA PRESENTE A VILLA GIULIA, PALERMO. mecenate greco. M. MOXTER / AGE FOTOSTOCK L’idea di un rifugiato Da un accenno di Strabone si è creduto che Aristotele avesse insegnato ai Tolomei co- me allestire una biblioteca, eppure la men- zione non può essere interpretata alla let- tera, perché il fondatore del liceo non andò mai in Egitto. Invece è certo che vi si recò un celebre alunno della scuola, Demetrio Falereo. Malgrado le umili origini – era fi- glio di uno schiavo –, Demetrio ricevette un’ottima formazione nel liceo di Teofrasto, dove ebbe accesso alla biblioteca del mae- stro e poté approfondire argomenti di suo interesse come la politica. Demetrio ebbe
ARISTOTELE DAVANTI AL BUSTO DI OMERO Il grande poeta epico greco e il filosofo ateniese furono due modelli per la fondazione della biblioteca di Alessandria. Quadro di Rembrandt. 1653. Metropolitan Museum, New York.
Il catalogo perduto quindi piuttosto evidenti. Prima Tolomeo I, di Callimaco e poi il figlio Tolomeo II, invitarono inoltre i saggi dell’intera Grecia – filosofi, scrittori, O GNI BIBLIOTECA habisognodi storici, matematici, astronomi... – a recarsi un catalogo che tenga ordine ad Alessandria per stabilirsi nel museo. Qui e memoria dei libri, consen- avrebbero goduto di ottime condizioni per tendo di localizzarli. Ad Ales- lavorare ricevendo un salario esente da tas- sandria il primo tentativo in tal senso ven- se, e in quanto ospiti del sovrano avrebbero ne compiuto da Callimaco di Cirene, che avuto a disposizione vitto e alloggio gratuiti, classificò per genere sia le opere in versi nonché l’accesso a tutti gli edifici presenti (epica, lirica, tragedia, commedia) sia nel quartiere reale, tra cui la biblioteca. quelle in prosa (storia, oratoria, filosofia, medicina, diritto). Ogni gruppo era a sua La biblioteca di Alessandria sorse perciò volta suddiviso in altre categorie, e alla dalla necessità di creare un corpus di testi a fine figurava una miscellanea con opere cui gli eruditi del museo potessero lavorare. di difficile classificazione, come i libri di Non doveva essere un edificio indipendente cucina. Anche gli autori comparivano in con una sala di lettura, ma era forse compo- ordine alfabetico, insieme a una breve sto da una serie di ambienti collegati tra di biografia, una lista completa delle opere loro e provvisti di scaffali per immagazzi- e la menzione della prima riga di ognuna di narvi i rotoli di papiro, di cui si sarebbe data esse, se conservatesi. Fu così che Callimaco lettura a voce alta nei porticati adiacenti. riempì 120 dei suoi Pinakes (Tavole), un inven- tario critico della letteratura greca che poté Studiare, insegnare, discutere nascere solo in un luogo colmo di volumi come doveva essere la biblioteca di Alessandria, e L’archivio accumulato nella biblioteca do- che purtroppo si perse con lei. veva essere sorprendente. I Tolomei intra- presero una politica aggressiva per impos- PAPIRO CON UN FRAMMENTO DI UN POEMA DI CALLIMACO sessarsi delle opere che vi erano custodite RINVENUTO A OSSIRINCO. e si diceva che, a tale scopo, facessero re- quisire le imbarcazioni approdate nel por- ALAMY / ACI to di Alessandria. Visto che la produzione del papiro era monopolio regio, a partire da TOLOMEO I, un ruolo attivo nel governo di Atene e per un solo testo si potevano realizzare tante RE ILLUMINATO un decennio guidò la città con la fermezza copie di buona qualità. Difatti la bibliote- di un tiranno. Dopo l’espulsione dalla Grecia ca non conteneva unicamente opere della Il fondatore della fuggì in Egitto, e qui diventò consigliere di letteratura greca, ma anche volumi tradotti dinastia tolemaica, o Tolomeo I. Probabilmente fu proprio a lui da altre lingue, come la versione greca della lagide, volle rendere che balenò l’idea del museo. O, se non fu Bibbia ebraica, nota come Septuaginta, re- Alessandria il centro questo il suo merito, risulta comunque che datta da saggi che Demetrio Falereo aveva della cultura greca. chiamò in Egitto un saggio greco,il condisce- fatto giungere da Israele (sebbene la comu- In basso, moneta in polo Stratone, affinché si occupasse dell’e- nità ebraica di Alessandria fosse di per sé argento risalente al ducazione del futuro Tolomeo II. molto importante). Un sacerdote locale di regno di Tolomeo I. nome Manetone compose per la corte dei Quel che è certo è che Demetrio portò nel Tolomei pure un’Aigyptiaka, o storia dell’E- Paese del Nilo il modello del pensiero ari- gitto, organizzata per dinastie e che rappre- senta ancora oggi la base delle conoscenze stotelico, che univa la lettura critica dei relative all’Egitto faraonico. filosofi precedenti alla discussione e al confronto tra i membri della scuo- Tuttavia la biblioteca non fu solo un gi- la. Non a caso la nuova istituzione gantesco deposito di libri: scienziati e scrit- prese il nome di museo proprio tori vi condividevano cibo e conoscenze in dalle muse, le dee che infondevano duraturi dialoghi con i saggi di varie scuole, l’ispirazione a poeti e scienziati: il e insegnavano – se lo volevano – seduti tra carattere e gli scopi del museo erano i banchi dell’esedra o mentre passeggiavano per i giardini e i colonnati del museo. ALBUM
DEPOSITO PER LIBRI È questo il significato della parola greca “biblioteca”. L’incisione ricostruisce l’aspetto che dovevano avere le sale della biblioteca di Alessandria. AKG / ALBUM
LE ARTI E I SAPERI DELL’ANTICHITÀ Il Sarcofago delle muse, scoperto in una necropoli nei dintorni di Roma, fu cesellato alla metà del II secolo d.C. Vi sono riprodotte le nove muse dell’antichità, le stesse che ispirarono la creazione del museo e della biblioteca di Alessandria. Tra queste si possono riconoscere la musa della commedia, Talia, con una maschera grottesca, o la musa della poesia lirica Erato, con l’arpa. Musée du Louvre, Parigi.
STÉPHANE MARÉCHALLE / RMN-GRAND PALAIS
ALAMY / ACI ER ATOSTENE Non è perciò strano che proprio ad Ales- tusiasmo visionario di una generazione di DI CIRENE sandria – erede del liceo aristotelico – con- regnanti e di pensatori greci nell’Egitto del centrarono il proprio operato più pensatori, IV e del III secolo a.C. fece sì che il legame Il saggio greco per certi versi comparabili ad Aristotele.Uno si mantenesse vivo, ma pure che venisse ar- stabilitosi ad di loro è Eratostene di Cirene, che fu diret- ricchito. Nella biblioteca di Alessandria si Alessandria tore della biblioteca sotto Tolomeo III e i cui rieditarono antichi testi in eleganti edizioni, impartisce una interessi si spingevano dalla mitografia e la mentre i membri del museo ne scrivevano lezione a un critica letteraria fino alla geografia e alla ma- di nuovi. Grazie a quegli studiosi è possibile discepolo. Olio di tematica. A lui si deve pure la messa a punto apprezzare ancora oggi i classici greci e per- Bernardo Strozzi. di un metodo trigonometrico per calcolare cepire la forza del loro messaggio millenario, 1635. Montreal la circonferenza della terra e fu l’autore di un come fossero appena stati scritti. Museum of poema intitolato Hermes. Fine Arts. JUAN PABLO SÁNCHEZ I Tolomei fondarono il museo di Alessan- FILOLOGO CLASSICO dria in un frangente piuttosto delicato per la cultura occidentale. Aristotele e i suoi primi Per SAGGI discepoli si erano impegnati nello studia- saperne re e preservare sia l’eredità scientifica della di più Papyrus Grecia sia quella letteraria, da Omero in poi, Irene Vallejo. Bompiani, Milano, 2021. ma tutto quello sforzo correva il rischio di La biblioteca scomparsa andare perso alla morte del maestro. L’en- Luciano Canfora. Sellerio, Palermo, 1986. ROMANZI La chioma di Berenice Denis Guedj. TEA, Milano, 2017. 66 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC
LA PROSECUZIONE DI ALESSANDRIA Scomparsa in seguito alla conquista islamica dell’Egitto, la biblioteca alessandrina servì come esempio per le biblioteche che sarebbero sorte in Occidente dal Medioevo in poi. Biblioteca del Trinity College a Dublino, del XVIII secolo. ALAMY / ACI
FOTO: AKG / ALBUM LA GUERRA DI ALESSANDRIA. LE FIAMME AVVOLGONO IL PALAZZO REALE NELLA BATTAGLIA TRA CLEOPATRA E IL FRATELLO TOLOMEO. INCISIONE DEL 1876.
UNA FINE DRAMMATICA PER LA GRANDE BIBLIOTECA La scomparsa della biblioteca è stata spesso immaginata come un evento tragico, di cui si è data la colpa a Giulio Cesare, ai cristiani o ai musulmani. Tuttavia è molto più probabile che sia sparita progressivamente, man mano che Alessandria andava in declino nel passaggio dall’antichità al Medioevo. 1 I ROMANI Durante la guerra tra i pretendenti al trono dell’Egitto, nel 48 a.C., mentre Giulio Cesare e Cleopatra erano assediati nell’area del Bruchion, un assalto causò un incendio che colpì una sezione del palazzo reale. A quanto pare andarono a fuoco molti dei libri che Cesare voleva portare a Roma – secondo le fonti, 40mila volumi. Si disse pure che era bruciata l’intera biblioteca, circostanza improbabile perché altrimenti l’incendio avrebbe acquisito proporzioni devastanti. 2 I CRISTIANI Nel IV secolo, quando il cristianesimo divenne la religione ufficiale dell’impero, orde di fanatici cristiani attaccarono templi e istituzioni del paganesimo. Per esempio, nel 391 distrussero l’importante biblioteca del Serapeo ad Alessandria. Forse fu attaccata anche la biblioteca di Alessandria, ma non ci sono prove al riguardo. In ogni caso il teologo ispanico Orosio disse che, quando visitò la città, nei templi vide solo scaffali vuoti. 3 I MUSULMANI Nel 640 d.C., dopo la conquista di Alessandria, venne chiesto al califfo Omar cosa fare con i libri della biblioteca e, secondo la leggenda, rispose: «Se i libri non riportano quanto scritto sul Corano, allora vanno distrutti, perché non dicono il vero. Se i libri riportano ciò che è scritto sul Corano, allora vanno distrutti ugualmente, perché sono inutili». E così si fece. Stando a una fonte posteriore, furono usati come combustibile nei bagni e ci vollero sei mesi per finirli. IL CALIFFO OMAR IN UNA MINIATURA OTTOMANA. 1550 CIRCA.
BRITISH MUSEUM / SCALA, FIRENZE LA MAGIA A ROMA SCONGIURI E MALEFICI Oltre a usare amuleti per difendersi dalle sventure e dal malocchio, i romani credevano che, con fatture e formule magiche, si potessero invocare gli dei infernali contro rivali e nemici
CONSULTO DI STREGHE Il mosaico presente nella casa di Cicerone, a Pompei, mostra una scena in cui due giovani donne si rivolgono a una strega. Museo archeologico nazionale, Napoli. Nella pagina precedente, amuleto con l’immagine di Prometeo che plasma l’uomo. British Museum, Londra. SCALA, FIRENZE
RELIGIONE PRISMA / ALBUM DAI TONI MAGICI L e tradizionali credenze religiose dei romani si basavano su riti che cercavano di ottenere il fa- vore degli dei. Ogni famiglia aveva un lar familiaris, uno spirito protettore a cui ogni giorno rivolgeva sacrifici o pic- cole offerte su un altare, in genere posto nel giardino di casa. Vi erano lari protet- tori anche nei campi e per le strade. Nel I secolo a.C. gli intellettuali criticarono la smisurata fiducia nel potere di questi numi tutelari e dei riti a loro dedicati. Per esempio Cicerone, nel trattato Sulla na- tura degli dei, operava un distinguo tra la religione, che consisteva in un «venerare piamente gli dei», e la superstizione di coloro che «trascorrevano le intere gior- nate a pregare e a far sacrifici perché i loro figli sopravvivessero». CULTI STRANIERI S in dagli inizi la magia era presen- tento. Nel mondo romano quasi tutti te nell’antica Roma. Nelle Dodici credevano nelle forze occulte della natura e A partire dal tavole, la più antica opera legisla- nella possibilità d’invocarle o di schivarle II secolo a.C. tiva romana, redatta alla metà del grazie a ogni tipo di sortilegio. Lo dimostra- a Roma ebbero V secolo a.C., erano già presenti no sia le testimonianze letterarie sia un gran grande diffusione espressioni contro determinate pratiche numero di ritrovamenti archeologici. culti di origine magiche, in particolare contro chi «avesse straniera, come formulato sortilegi», «avesse fatto scompa- Nell’antichità greco-latina la magia con- quello della dea rire beni altrui mediante scongiuri» o «aves- templava i poteri soprannaturali, potenze egizia Iside. Sopra se portato via i raccolti di nemici con i sor- invisibili che si annidavano nell’anima o queste righe, tilegi». Le autorità cercavano così di frenare fluivano nell’universo, fuori della persona. affresco di Ercolano quelle azioni che minacciavano l’ordine so- La magia era dunque lo strumento attraver- con una cerimonia ciale, eppure non riu- so cui l’uomo cercava d’imporre la propria nel tempio di Iside scirono nel proprio in- a Pompei. Museo volontà sulla natura o archeologico sugli altri. La religione nazionale, Napoli. CRONOLOGIA 451 a.C. 81 a.C. MAGIA, Le Dodici tavole Silla promulga una SCONGIURI contengono allusioni legge contro omicidi E VELENI a incantesimi e avvelenatori, in che maledicono riferimento a chi il raccolto di un maneggia veleni, conoscente. pozioni e filtri. MOSAICO PER RESPINGERE IL MALOCCHIO, RINVENUTO AD ANTAKYA. ALBUM
ne condivideva in parte gli obiettivi ma, a bisognava invocare a digiuno Tarquenna HERITAGE / AURIMAGES differenza dei riti magici – che venivano e ripetere nove volte la seguente frase ri- celebrati in modo segreto e individuale –, tuale: «Io penso a te, Tarquenna, guari- LE STREGHE il culto agli dei dell’Olimpo era regolato e sci i miei piedi! La terra si tenga il malan- officiato in pubblico. no, la salute rimanga qui nei miei piedi». L’olio di Jusepe Contemporaneamente bisognava toccare de Ribera Nuocere agli altri la terra e sputarvi sopra. rappresenta una processione Le pratiche religiose più antiche avevano In genere si ricorreva alla magia per nuo- di adoratori di una componente magica. Alcune divinità cere agli altri. E tale scelta si radicava nella Ecate, la dea minori venivano invocate con formule ri- credenza che certe persone potessero fare della magia. petitive legate a gesti rituali con i quali si del male con un solo sguardo: il malocchio XVII secolo. credeva di poter manipolare l’ordine natu- o, in latino, invidia. Plinio il Vecchio scri- rale delle cose. Nel suo trattato sull’agri- veva d’individui che, trasmettendo l’“af- coltura Varrone narra che per curare i piedi fascino”, o malocchio, non solo potevano 158-159 d.C. 321 d.C. 356-358 d.C. ALBUM Lo scrittore Apuleio si L’imperatore Costantino Costanzo II proibisce difende dalle dichiarazioni perseguita chi, tramite la di consultare aruspici, della sua cerchia politica, magia, attenta contro la auguri, indovini, che l’accusa di aver salute di qualcuno o cerca astrologhi e maghi, circuito la moglie con d’incitarlo a commettere che dovranno essere le arti magiche. atti ignobili. condannati a morte. BULLA INFANTILE IN ORO. ASHMOLEAN MUSEUM, OXFORD.
STEPHEN COYNE / BRIDGEMAN / ACI MICHELE FALZONE / AWL IMAGES COME LIBERARSI causare malattie, ma anche indurre la morte DAL MALOCCHIO di chi colpivano con gli occhi rancorosi. Il potere malefico era spesso associato a per- I n una residenza dell’antica Antiochia (oggi Antakya, in sone deformi o straniere, ma più comune- Turchia) è stato rinvenuto un mosaico che illustra molto mente era attribuito a conoscenti o vicini bene l’ossessione del mondo antico per il malocchio. Vi si con cui erano in corso dispute e tensioni. osserva un occhio di grandi dimensioni attaccato da più animali: una pantera, un cane, un serpente, uno scorpione, I romani temevano che qualcuno entras- un millepiedi e un corvo. Vi sono conficcati pure un tridente se in casa e colpisse la famiglia con il ma- e una spada. Nella parte sinistra del mosaico è raffigurato locchio. Per questo all’ingresso degli alloggi un nano che nelle mani regge un bastone e che, mentre dà le non mancavano avvertimenti contro chi spalle all’occhio, l’assalta con il suo membro. Quest’ultimo sopraggiungeva con cattive intenzioni. A particolare ricorda il potere apotropaico o protettore del fal- volte ciò veniva rappresentato in un mo- lo nelle culture antiche. Sopra il nano compare un’iscrizione saico o in un bassorilievo tramite un occhio greca molto comune in tale tipo di rappresentazioni: KAI SY, attaccato da dei o da animali. Questa stessa “anche tu”. Gli specialisti se ne sono chiesti il senso, e sembra credenza portava a dipingere l’occhio sulla che potesse essere un avvertimento contro i visitatori malin- prua delle imbarcazioni allo scopo di difen- tenzionati, minacciati di patire le stesse punizioni dell’occhio. dersi dalle disgrazie che si sarebbero potute Il mosaico ha dato nome alla residenza in cui fu scoperto, verificare durante le traversate. conosciuta come “la casa del malocchio”. Davanti al rischio di cadere vittime di MOSAICO DELLA CASA DEL MALOCCHIO, TROVATO NELL’ANTICA ANTIOCHIA, una iettatura, i romani cercavano di proteg- NELLA SIRIA ROMANA. MUSEO ARCHEOLOGICO DI HATAY, ANTAKYA. gersi con amuleti a cui attribuivano virtù protettive. Ce n’erano di molti tipi, e i più 74 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC richiesti avevano la forma di fallo, perché nel mondo antico era considerato un sim-
SUPERSTIZIONI NELLE CITTÀ A Pompei e a Ercolano (una delle sue strade compare nell’immagine) sono stati rinvenuti amuleti, mosaici e affreschi di argomento misterico e apotropaico, ossia protettivo. bolo di fertilità e, di conseguenza, accostato TINTINNABOLO si toglieva la bulla, che veniva offerta ai la- alla buona sorte. Se indossate come amule- DI BRONZO ri o a Ercole sul piccolo altare domestico. ti, le statuette falliche avevano per i roma- L’amuleto, a forma Secondo Ovidio, oltre a proteggere contro ni la capacità di combattere il malocchio. di fallo alato, porta le maledizioni, la bulla preservava da mor- I membri maschili venivano portati al collo delle campanelle come ciondoli, oppure dipinti sulle facciate che allontanano ti premature e da epifanie dei lemuri, e sui pavimenti dei mosaici negli atri della i cattivi spiriti. gli spiriti errabondi dei defunti. Le casa. Qui si trovavano anche i tintinnabula, Napoli. bambine e le donne indossavano tintinnaboli o“campanelle”di ceramica e un amuleto simile a forma di luna bronzo il cui batacchio poteva assumere ALAMY / ACI crescente, la lunula. forma fallica. Gesti pericolosi Donne e bambini Il malocchio non era esercitato In quanto vittime potenziali solo con lo sguardo, ma anche con e indifese della magia, bam- precisi gesti delle mani. A tal pro- bini e donne erano protetti con talismani di vario tipo. posito Plinio il Vecchio scriveva Nove giorni dopo la nascita che «stare con le dita incrocia- dei bambini maschi, attorno al te a pettine presso una donna loro collo veniva posta la bulla, una sfera incinta o mentre si sommi- in oro – o in cuoio per i meno abbienti – che in teoria avrebbe tenuto lontano nistrano medicine a qualcuno è il malocchio. A sedici anni, quando il un incantesimo». Come se non bastasse, ragazzo raggiungeva la maggiore età, sottolineava: «Ma è ancora peggio se le di- ta abbracciano un ginocchio o entrambi. È inoltre un maleficio mettere le cosce su un ginocchio o l’altro». STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC 75
Horus Serpente Il medaglione in Talismano con oro termina con un simbolo gnostico: una pietra, e su il serpente Xnoubis, uno dei due lati di origine egizia. Fu è riprodotto usato come amuleto il dio egizio per la fortuna. Horus su una barca. Musée du Louvre. RMN-GRAND PAL Bulla AIS Questa statuina RMN-GRAND PALAIS in bronzo SCUDI rappresenta CONTRO un ragazzo I MALEFICI protetto con la bulla, o amuleto Ai romani piaceva indossare ciondoli dell’infanzia. con gli amuleti più disparati: figure Nella mano falliche, mani in posizione di attacco, sinistra regge una bullæ e lunulæ, medaglioni con disegni colomba. Musée di esseri fantastici e dei esotici. In questa du Louvre, Parigi. pagina compaiono alcuni esempi. Mano talismano Rinvenuta in Britannia, era impiegata per invocare Sabazio, una divinità. Le dita fanno un gesto di benedizione. British Museum, Londra. MET / ALBUM Le fiche MET / ALBUM A sinistra, mano che fa il gesto delle fiche. A destra, amuleto di forma fallica. Su un lato compare una mano che fa lo stesso gesto. Metropolitan Museum of Art, New York.
BRIDGEMAN / ACI Lunula La donna rappresentata in un ritratto di al-Fayyum compare con i gioielli, tra cui un amuleto protettore a forma di luna. Metropolitan Museum of Art, New York. BRIDGEMAN / ACI ALBUM Medusa A volte anche Y / ACI le creature ALAM mitologiche erano usate come talismani. È il caso della medusa di questo medaglione egizio del periodo greco-romano.
SCONGIURO BIBLIOTHÈQUE NATIONALE DE FRANCE PER ESSERE INVISIBILE U nafonteinestimabileperscopri- re le pratiche magiche dell’anti- chità sono i papiri magici rinve- nuti nell’Egitto greco-romano. Vi si trovano invocazioni rivolte a divinità come Elios o Apollo, affinché concedano la possibilità di prevedere il futuro o addirit- tura perché donino l’invisibilità. Un papiro di Berlino presenta la seguente formula: «Dopo aver preso il grasso o l’occhio di una civetta e la palla di uno scarabeo e olio di mirra verde e aver mescolato bene il tutto, ungi l’intero tuo corpo». Lo scongiuro va pronunciato con lo sguardo al sole. Seb- bene si tratti di magia bianca, risponde ovviamente a formule dai fini occulti. GRANDE PAPIRO MAGICO DI PARIGI. CONTIENE SORTILEGI E FORMULE MAGICHE. BIBLIOTHÈQUE NATIONALE DE FRANCE, PARIGI. Allo stesso modo si poteva tenere a bada UN DIO EGIZIO romani. Uno ben noto riguarda la morte di il malocchio con gesti come quello delle Arpocrate (Horus), Giulio Cesare Germanico, figlio adottivo fiche, ossia inserendo il pollice tra il medio figlio di Iside, dell’imperatore Tiberio, occorsa ad Antio- e l’indice di una mano chiusa, azione che circondato da due chia nel 19 d.C. Secondo Tacito, nella casa ricordava l’attività sessuale. Amuleti da serpenti benefici. dove morì si rinvennero ossa umane calci- indossare riproducevano la mano proprio Particolare di nate, lamine di piombo con incisi incante- in tale posizione. un affresco simi e ceneri coperte di sangue. Germanico, pompeiano. Museo che prima di spirare aveva affermato di es- La magia nera archeologico sere stato stregato da Pisone, governatore nazionale di Napoli. Subito dopo le varie forme d’invidia o di della Siria, e dalla moglie Plancina, poté malocchio si trovano le pratiche di ALAMY / ACI forse essere vittima di magia nera. stregoneria, ovvero di magia nera. Tramite queste si effettuavano ma- Tuttavia la prova più grande del fatto lefici, esorcismi o incantesimi con che simili pratiche venivano davvero gli scopi più diversi per danneggia- eseguite sono le cosiddette tavolette di re un avversario in un processo, cau- defissione, in latino defixionum tabellæ o sare la caduta di un auriga in una corsa defixiones. Rinvenute in tutte le provin- di carri o, forse il caso più frequente, per ragioni amorose o sessuali. ce dell’impero romano, erano piccole tavolette rettangolari lunghe non più Un altro intento possibile era l’e- di venti centimetri sul lato maggiore, liminazione di un nemico politi- con un testo in latino o, più spesso, in co. A tal proposito gli storici antichi greco, che contenevano formule magiche citano più episodi di stregoneria rivolte contro persone a cui si voleva che impressionarono molto i causare un danno. Una volta inci- se, venivano piegate e legate o più 78 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC
DEA / ALBUM spesso conficcate con un chiodo, da cui il male a nessuno, così non potranno vincere IL VIAGGIATORE loro nome – in latino defixere significa in- il processo. Come la madre di questo gat- chiodare. Tale azione era un modo figura- tino non ha potuto difenderlo, così i suoi E IL MAGO to per portare a termine la maledizione. avvocati non potranno difenderlo». Dopodiché venivano sepolte o collocate Affresco della in un punto in cui non potessero essere Sulle tavolette magiche finora scoperte casa dei Dioscuri trovate, e perciò non si potesse sciogliere compaiono temi ricorrenti. Quella appena di Pompei che l’incantesimo: un pozzo, il corso di un fiu- menzionata, per esempio, appartiene a un rappresenta un me, il mare, un canale... Il posto migliore era vasto numero di testi di carattere giuridico viaggiatore intento però una tomba, in particolare se il defunto con cui si cercava di ottenere un risultato a consultare un era morto prematuramente o in modo vio- favorevole in un processo. Va sottolineato mago. Si trova lento: poteva essere stato giustiziato dalle che i testi non chiamano mai in causa il ora nel Museo istituzioni, essersi suicidato o essere stato giudice, cercando piuttosto di danneggia- archeologico trafitto in una lotta, al pari di un gladiatore. re gli accusatori, i testimoni e gli avvocati: nazionale Ciò spiega perché dozzine di queste tavo- gli incantesimi erano realizzati durante lo di Napoli. lette siano state rinvenute negli anfiteatri. svolgimento del processo, prima che si pro- nunciasse la sentenza. Una tabella rinve- Sacrifici propiziatori nuta a Bath, sulle coste inglesi, conteneva la maledizione da parte di più membri di A volte prima di configgere e seppellire le una stessa famiglia – «Urialo; Docilosa, la defixiones si praticavano alcuni riti, come lasciare un’offerta o sacrificare animali. In I romani seppellivano le tavolette una tabella rinvenuta a Olbia, una città ro- con le maledizioni in luoghi nascosti mana che si trovava vicino a Marsiglia, si perché nessuno togliesse la fattura legge: «Come questo gattino non ha fatto STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC 79
INCANTESIMO HERVÉ LEWANDOWSKI / RMN-GRAND PALAIS DI AMORE E “VOODOO” N el cosiddetto Grande Papiro magico di Parigi è presente un metodo per fare una «miraco- losa malia amorosa». Consiste nel creare due figurine in argilla o cera, una maschile che riproduce Ares, dio del- la guerra, e un’altra femminile, seduta e con le mani dietro la schiena. Su parti del corpo di quest’ultima vanno scritte paro- le magiche, e bisogna poi pungere quelle parti con 13 aghi di bronzo: «Conficca- ne uno nel cervello dicendo: “Trafiggo il cervello”, e due nelle orecchi e due negli occhi e una in bocca, e due nelle viscere e una nelle mani e due negli organi sessuali e due nella pianta dei piedi, dicendo ogni volta: “Trafiggo questo e quell’altro mem- bro di [vittima], affinché non si ricordi di nessuno tranne che di me”». INFLIGGERE moglie; Docilo, il figlio, e Docilina; Decen- chiunque tu sia, che da quest’ora, da que- tino, il fratello, e Alogiosa» – contro chi sto giorno, da questo momento, tu torturi DOLORE aveva prestato falsa testimonianza: «Chi e uccida i cavalli del verde e del bianco, e ha arrecato danni paghi per questo alla dea uccida e annienti gli aurighi, Cloro e Felice Rinvenuta in Sulis con il suo stesso sangue». e Primulo, e non lasci loro la vita. Ti scon- Egitto, questa giuro a nome di colui che a suo tempo ti statuina in C’erano pure defixiones che miravano alla ha fatto dio del mare e dell’aria». Il testo terracotta con vendetta contro un ladro, e abbondavano terminava con una misteriosa frase magica: diversi aghi quelle di natura amorosa o legate alla gelo- «Iao, iasdao, oorio, aea». conficcati fu sia. Una tavoletta proveniente dalla tunisi- forse impiegata na Adrumeto, del III secolo, contiene una Le temute streghe per scagliare formula con la seguente richiesta: «Sestilio, una maledizione figlio di Dionisia, si consumi d’amore per È molto probabile che alcuni di questi ri- contro una me, non dorma né riposi, non parli, ma so- tuali associati alle defixiones fossero ese- persona odiata. gni con me, Septima, figlia di Amena; che guiti da privati cittadini che volevano cal- Musée du bruci nella notte e deliri di amore e desi- mare la propria sete di vendetta, essere Louvre, Parigi. derio per me». Un altro contesto abituale corrisposti in ambito amoroso o mettere in cui abbondavano sortilegi e maledizioni a tacere invidie e gelosie. Eppure doveva- erano le gare sportive. Sempre da Adrumeto no senz’altro esistere sedicenti stregoni e si può leggere: «Ti scongiuro, o demone, streghe. Non si sono conservati documenti in cui qualcuno si proclama mago, fattuc- Secondo Orazio, la strega Canidia chiera, creatore di pozioni e di scongiuri, seppellì vivo un bambino e poi gli tolse o in grado d’influire sul desiderio altrui in fegato e midollo per ricavarne un filtro tema di odio e di amore, e di conseguenza risulta impossibile provarne l’esistenza. 80 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC
AKG / ALBUM Vi sono soltanto testimonianze lettera- questo priva di una base di verità. Omicidi TERRORE rie in cui compaiono ritratti stereotipati di a parte, nella scena descritta da Orazio vi streghe che praticano la negromanzia. Per sono elementi che ai romani dovevano ri- NOTTURNO esempio, in alcune poesie Orazio evoca due sultare verosimili. Un’iscrizione funeraria fattucchiere, Canidia e Sagana. Le presenta rinvenuta a Roma in una tomba di un bam- Nel cuore della mentre con i denti sbranano un agnello nero bino morto in tenera età è chiara al riguardo: notte le streghe e fanno colare il sangue in una fossa per in- «Affacciandomi al quarto anno di vita sono Canidia e Sagana vocare i mani, ovvero le anime dei defunti, stato rapito e ucciso, / quando avrei potuto praticano ed Ecate, dea della stregoneria e dei veleni. essere la gioia di mia madre e mio padre. / fatture amorose. Il poeta narra che di notte questi esseri mal- Mi ha strappato via la mano crudele di una Dipinto di vagi vanno in cerca di ossa umane ed erbe strega; / poiché si trova dappertutto sulla Johann Erdmann letali nelle periferie di Roma, tra tombe e terra e nuoce con la sua arte, / voi, genitori, Hummel. 1848. fosse comuni: «Io, con questi occhi, ho vi- custodite i vostri bambini / affinché il dolo- Germanisches sto Canidia / aggirarsi, la veste nera cinta re non invada il vostro cuore e vi rimanga». Nationalmuseum, in vita, / piedi nudi, capelli scarmigliati, / e Norimberga. insieme a Sagana Maggiore urlare al vento: PEDRO ÁNGEL FERNÁNDEZ VEGA / orribili le rendeva il pallore». E attribuisce STORICO DELL’ANTICHITÀ. UNED (CANTABRIA) a Canidia il martirio di un bambino che ha sepolto vivo, lasciando visibile soltanto il Per SAGGI volto perché muoia lentamente d’inedia. saperne Come se non bastasse, gli estrae fegato e di più La magia nel mondo antico midollo per fabbricare un filtro d’amore. Fritz Graf. Laterza, Roma-Bari, 2009. La trama segreta del mondo Si tratta senza dubbio di un’invenzio- Giulio Guidorizzi. Il Mulino, Bologna, 2019. ne letteraria a scopo satirico, ma non per Storia della stregoneria Giordano Berti. Mondadori, Milano, 2019. Magica incantamenta Massimiliano Kornmüller. Edizioni Mediterranee, Roma, 2013. STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC 81
DIVINITÀ, ALAMY / ACI DISTRUGGETE I MIEI NEMICI CONTRO DOMIZIA Le tavolette di defissione contenevano Tavoletta del I secolo trovata sul Palatino, a anche malauguri contro nemici Roma, con una maledizione contro una schiava personali. Fabbricate in materiali diversi, o una liberta di nome Domizia Omonia e altri: dalla cera o il papiro fino al bronzo e «Invoco gli dei mani perché li annientino. Li alla ceramica e perfino l’oro, erano però invoco contro i miei nemici: Domizia Omonia soprattutto in piombo, un materiale che moglie di Menecrate; Nicia moglie di Ciro, Nicia non si rovina e sul quale si può incidere Porista, Asclepiade, Time, Ce, Filea, Caletiche, con facilità. Una tabella rinvenuta in Menozia, e anche gli avversari più giovani». Attica recitava: «E proprio come questo piombo non ha valore ed è freddo, fa’ che quest’uomo e i suoi averi siano senza valore e freddi, e come coloro che sono con lui e l’hanno consigliato al mio riguardo». CHIODI CON ISCRIZIONI MAGICHE USATI COME AMULETI PER PRATICHE DI DIVINAZIONE O PER LE DEFIXIONES. III-IV SECOLO D.C. BRITISH MUSEUM, LONDRA. BRITISH MUSEUM / SCALA, FIRENZE ALAMY / ACI
CONTRO PORCELLO Tavoletta di origine ignota, oggi conservata a Bologna, in cui s’invoca una dea, forse Ecate, contro un certo Porcello, un medico: «Distruggi il suo corpo intero, la sua testa, i denti, gli occhi [...] che tutto il corpo, le membra, le viscere di Porcello si disintegrino, marciscano [...] Distruggi, annienta, uccidi, strangola Porcello e sua moglie Maurilla, la loro anima, il cuore, natiche, il fegato». ALAMY / ACI ALAMY / ACI CONTRO TREZIA CONTRO RODINE Tavoletta di epoca romana rinvenuta a Londra: Tavoletta sepolta in una tomba di Roma con una maledizione contro una certa Rodine, forse voluta «Maledico Trezia Maria, la sua vita, il suo spirito da una donna gelosa: «Proprio come il morto qui sepolto non può né parlare né discorrere, allo e la memoria e il fegato e i polmoni mescolati stesso modo Rodine sia morta per Marco Licinio Fausto [...] Dis Pater, affido Rodine a te, affinché insieme, e le parole, i pensieri e la memoria; sia sempre odiosa a Marco Licinio Fausto». che non possa dire quanto è segreto».
IL SIMBOLO DI MILANO Dedicato a santa Maria Nascente e iniziato nel 1386 per volontà del primo duca di Milano, il duomo sorse al posto delle antiche chiese di Santa Maria Maggiore e di Santa Tecla ed è ancora oggi la chiesa più grande d’Italia. AGE FOTOSTOCK
IL DUOMO VENERANDA FABBRICA DEL DUOMO DI MILANO DI MILANO Una storia lunga seicento anni Gian Galeazzo Visconti voleva che la nuova cattedrale di Milano rivaleggiasse in magnificenza con la parigina Notre-Dame. Il duca voleva creare un regno d’Italia con capitale Milano, di cui il duomo doveva essere il gioiello ZOONAR / AGE FOTOSTOCK
È una delle cattedrali più grandi al MARIA PROTETTRICE mondo, un cantiere complesso e DELLA CITTÀ E DEL DUOMO. ambizioso avviato alla fine del XIV PARTICOLARE DELLA secolo. Non a caso l’espressione CANCELLATA ALL’INGRESSO “lungo come la fabbrica del duomo” DELLA VENERANDA FABBRICA. indica un’impresa senza fine. Curiosamente anche a Roma si dice qualcosa di simile, in UIG / GETTY IMAGES riferimento alla basilica di San Pietro. Questo modo di dire è segno che la costruzione di una 1386 1387 cattedrale non è mai un’impresa semplice: quella del duomo di Milano impegnò la città Inizio dei lavori. Fondazione della lombarda per oltre cinquecento anni. Secon- Veneranda Fabbrica do la prassi medievale i lavori cominciarono 1418 del Duomo. dal fondo. Per questo motivo l’abside è la par- te più antica e integra. La maestosa facciata Papa Martino V consacra 1480-90 invece è in prevalenza ottocentesca e mescola l’altare maggiore della stili diversi: sculture rinascimentali, fine- cattedrale. Leonardo da Vinci stroni e portali barocchi, guglie neogotiche. propone un progetto Nel corso dei lavori per la sua costruzione si 1774 per risolvere i gravi dovettero demolire due chiese preesistenti: problemi di stabilità. Santa Maria Maggiore (la cattedrale inverna- Vengono completati la le) e Santa Tecla (la cattedrale estiva). Tracce guglia centrale, il tiburio 1805 importanti di entrambe le strutture si sono conservate nei sotterranei. Negli scavi arche- e la cupola interna. Napoleone viene ologici trasformati in museo permanente si incoronato re d’Italia notano fra l’altro la pavimentazione di epoca 1886 nel duomo di Milano. romana e la vasca paleocristiana dove, se- Nel 1813 viene completata condo le cronache, sant’Ambrogio battezzò È indetto un concorso in tutta fretta la facciata. sant’Agostino nel 387. per uniformare 1943 Milano come Parigi stilisticamente il complesso. Nella notte tra il 12 A prima vista questo colossale edificio ca- e il 13 agosto Milano ratterizzato da elementi in stile gotico fran- 1972 viene bombardata cese, collocato però a sud delle Alpi, pone dagli alleati e il duomo un enigma: perché avviare, nel cuore della Si dà inizio alla prima subisce gravi danni. Milano medievale, un cantiere che per stile ripulitura della facciata. e dimensioni risultava quasi visionario ri- spetto alle tradizioni locali? LAPIDE COMMEMORATIVA Per dare una spiegazione a una decisione POSTA ALL’INTERNO tanto azzardata dobbiamo considerare il mo- DEL DUOMO, CHE mento storico in cui ebbero inizio i lavori. A RICORDA L’ANNO quel tempo il signore di Milano, Gian Galeaz- DI FONDAZIONE zo Visconti (1351-1402), era impegnato in un progetto politico vasto e complesso: voleva G. CIGOLINI / GETTY IMAGES creare un regno d’Italia prendendo in parte a modello la Francia. Puntava cioè a unificare l’infinità di stati e feudi in una grande enti- tà politica che abbracciasse i territori della pianura padana e oltre. Per soddisfare le sue ambizioni si appropriò in primo luogo dell’in- tero feudo visconteo, per metà spettante allo 86 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC
INTERNO DEL DUOMO IN UNA STAMPA DEL 1830 CIRCA. OPERA DI SAMUEL PROUT. HERITAGE / AGE FOTOSTOCK WHITE IMAGES / SCALA, FIRENZE
zio Bernabò, sposandone la figlia in seconde VENERANDA FABBRICA DEL DUOMO DI MILANO nozze ed eliminando il suocero e rivale cinque anni dopo il matrimonio. In quegli anni si diffuse la leggenda secon- do la quale una notte d’inverno il signore di Milano avvertì puzza di zolfo e rumore di zoccoli nella sua stanza da letto. Svegliatosi di soprassalto, vide il demonio che minac- ciava di portarlo all’inferno se non avesse avviato subito la costruzione di una grande cattedrale decorata con immagini diaboli- che. Con questa storia si voleva forse fornire una spiegazione fantasiosa per giustificare le garguglie mostruose e i doccioni di marmo con forme paurose e bizzarre, sculture invece del tutto in linea con lo stile gotico. Al di là delle leggende, il duomo rappresentava, as- sieme all’espansione perseguita da Visconti, un elemento chiave per la creazione di uno stato unitario con capitale Milano. Tra il XIV e il XV secolo, grazie a un’accorta politica di guerre, patti e vassallaggi, la città seppe as- soggettare un territorio assai più vasto della Lombardia: nel periodo di massima espan- sione Milano governava anche Pisa, Siena, Verona, Piacenza e Bologna, costituendo di fatto un grande stato fra nord e centro Italia. Milano come Parigi: questo era il magnifico progetto di Visconti. A coronarlo, una cat- tedrale che avrebbe superato in dimensioni e magnificenza anche la meravigliosa catte- drale di Notre-Dame: il duomo. Un’opera monumentale Per dare impulso ai lavori, nel 1387 Visconti creò la Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano, tuttora operante, e da subito le as- sicurò un fornitore di marmo: le cave di Candoglia, oggi in territorio piemontese. Il prezioso materiale estratto in Val d’Ossola veniva caricato su chiatte e trasportato dal lago Maggiore lungo il fiume Ticino. Da qui arrivava in città attraverso il Naviglio Grande, il canale artificiale completato nella seconda metà del XIII secolo per dotare Milano di un sistema di trasporto fluviale. Per la costruzione del duomo vennero coin- volti i migliori architetti e operai specializ- zati d’Italia e d’Europa e nel corso di pochi decenni fu completato il primo tratto verso l’abside.Nel 1418 – appena quarant’anni dopo 88 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC
LA FACCIATA Divisa in cinque campiture (che richiamano la suddivisione della pianta in cinque navate), ciascuna separata dall’altra da contrafforti, la facciata del duomo di Milano campeggia imperiosa su piazza Duomo. S’iniziò a progettare alla fine del XVI secolo sotto la direzione di Pellegrino Pellegrini detto Tibaldi. Tuttavia, per il suo completamento si dovette attendere il XX secolo, quando tra il 1906 e il 1965 furono realizzate le porte bronzee. La porta centrale, la prima a essere inaugurata, è dedicata alla Vergine. Le altre illustrano l’editto di Milano del 313, la vita di Sant’Ambrogio, la storia della città dall’arrivo di Federico Barbarossa alla battaglia di Legnano e, infine, le principali vicende della Fabbrica del Duomo.
l’inizio dei lavori – papa Martino V, di ritor- LE GUGLIE no dal Concilio di Costanza, poté consacrare l’altare maggiore e aprire il tempio al culto. Definite agli inizi del novecento dallo scrittore Hermann Nello stesso anno, nella parte appena co- Hesse un grande «giardino marmoreo», la maggior struita avevano preso il via letture pubbliche parte delle 135 guglie del duomo è alta circa 17 metri. della Divina Commedia di Dante Alighieri su Si tratta di un elemento architettonico caratterizzato modello delle audizioni letterarie avviate da dall’accentuata verticalità, ornato come in questo caso Giovanni Boccaccio a Firenze. Mentre dunque da statue, nicchie e trafori. Sulla guglia collocata al centro l’edificio iniziava ad albergare riti religiosi al del tiburio, comunemente chiamata “guglia maggiore”, suo interno, all’esterno cresceva un cantiere svetta la statua della Madonnina. Sulla novantottesima è che avrebbe svolto un ruolo di primaria im- stata collocata, nel 1952, a seguito di un concorso, l’opera portanza nel tardo Medioevo, funzionando della prima scultrice attiva nel duomo, la siciliana Liliana come un formidabile volano economico e Nocera. L’artista rappresentò Sant’Hermes, con la mitra tecnologico per la città. D’altra parte l’avvio vescovile e una colomba – simbolo dello spirito santo – dei lavori del duomo aveva anche una finalità che accarezza con molta dolcezza. sociale: mobilitare l’intera cittadinanza per migliorarne la coesione. VENERANDA FABBRICA DEL DUOMO DI MILANO L’edificio, che divenne motivo di orgoglio per tutta la città,vanta numeri da record: lungo oltre 158 metri e largo novantatré, è abbellito da 3.400 statue, 200 bassorilievi e cinquan- tacinque immense vetrate con 3.600 figure fra santi, martiri, diavoli e personaggi storici. Verticalità e statica La straordinarietà di queste cifre comportò però diversi problemi di statica fin dal XV se- colo: i muri perimetrali, privi di archi ram- panti esterni di contro-spinta, tendevano a divaricarsi a causa del peso della struttura. Il complesso si regge perché al suo interno furo- no inseriti tiranti di ferro e acciaio, che si pos- sono notare percorrendo lo spazio che separa la cupola interna da quella esterna, entrambe inglobate dentro la guglia maggiore che so- stiene la Madonnina. L’intero monumento è dunque invisibilmente imbragato dentro una gabbia metallica, che trasforma il duomo in una“montagna incatenata”. Nel corso dei secoli diversi direttori dei la- vori si avvicendarono attorno alla costruzione del duomo: ai primi, provenienti da Parigi o dal Reno,a partire dal XV secolo subentrarono architetti lombardi come Giovanni Solari e il figlio Guiniforte, Giovanni Antonio Amadeo, Pellegrino Tibaldi, Francesco Maria Richini, solo per citarne alcuni. Anche Leonardo da Vinci presentò una proposta per risolvere i gravi problemi di stabilità che interessavano le navate e il transetto. Nel decennio 1480-90, mentre soggiornava presso la corte di Ludovi- 90 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC
co Sforza detto il Moro, il genio toscano mise LA CAPPELLA MUSICALE a punto un modello in legno per il tiburio, la E IL GRANDE ORGANO struttura esterna che copre la cupola. Non si sa cosa avesse concepito Leonardo, ma sem- Nel 1402 iniziarono le attività della cappella Musicale, bra che la Fabbrica non apprezzò particolar- la sede del coro del duomo. Al suo interno è custodito mente la sua proposta, che fu poi ritirata. il patrimonio musicale costituito dalla musica scritta dai maestri che vi transitarono nel corso dei secoli Cinque secoli di soluzioni e che continua a essere arricchito. Alla guida della Cappella figurarono spesso grandi compositori Il duomo è dunque frutto di cambi di pro- italiani, e di grande levatura furono anche gli organisti gramma e soluzioni modificate in corso d’o- del duomo, tra cui spicca Johann Christian Bach, figlio pera, e rappresenta una stratificazione mil- del più conosciuto compositore. L’attuale organo lenaria. I finestroni barocchi della facciata maggiore del duomo però non è quello su cui suonò suggeriscono che nel XVII e XVIII secolo si Bach. Costruito nel 1938, si compone di cinque corpi pensasse a un insieme architettonico assai e da oltre 15mila canne. È il più grande d’Italia e uno diverso da quello attuale. Se lo scorrere dei dei quindici più grandi del mondo. secoli faceva evolvere lo stile, i gusti e le tec- niche costruttive, la verticalità della strut- MATS SILVAN / ALAMY / AGE FOTOSTOCK tura priva di adeguate controspinte aveva lasciato in parte irrisolti alcuni problemi di statica. Anche per questo motivo i lavo- ri procedevano a rilento: all’avanzare pro- gressivo delle navate, la piazza preesistente sparì e dalla fine del XVII secolo la faccia- ta d’ingresso rimase quasi completamente in mattoni a vista. Ci vollero quasi trecen- to anni perché si completassero i lavori del tiburio, della cupola interna e della guglia centrale, terminati nel 1774. In quell’anno, sulla sommità dell’edificio – a 108 metri d’altezza dal suolo – venne collocata la ce- lebre Madonnina, la statua dorata alta più di quattro metri diventata simbolo della città. Eppure il duomo non era affatto concluso. Soltanto agli albori del XIX secolo, con Na- poleone Bonaparte, arrivò l’impulso decisivo. Nel 1805 infatti l’imperatore francese aveva innalzato Milano a capitale del suo Regno d’I- talia, che comprendeva gran parte del setten- trione. Pur in forme moderne, l’unificazione territoriale si realizzava di nuovo come sotto i Visconti: il duomo ritrovava in qualche modo il ruolo simbolico delle origini. Non a caso Napoleone scelse proprio questo luogo per farsi incoronare re d’Italia il 26 maggio 1805. Con una solenne cerimonia il corso riceveva la corona ferrea altomedievale. Nel 1813, poco prima che l’imperatore cadesse in disgrazia, la facciata fu completata a tempo di record ma tagliando sui costi, al punto che pochi decenni dopo si dovette rimettere mano ad alcune parti già pericolanti. 92 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC
Se ne può avere un’idea ripercorrendo le ZOONAR / AGE FOTOSTOCK stampe, i quadri, i modelli in legno e i docu- menti custoditi nell’archivio della Veneranda Fabbrica del Duomo e nel museo a poca di- stanza. In alcuni progetti la facciata avreb- be richiamato l’abside con grandi vetrate e una prevalenza di trafori rispetto alle masse murarie. Secondo altre ideazioni invece si sarebbe sviluppata più in orizzontale, con torri-campanile laterali ad appiattire in qual- che modo il frontone a triangolo. Dopo l’Unità d’Italia si pensò finanche di uniformare stilisticamente il complesso. A tale scopo nel 1886 fu indetto un concorso. Lo vinse il giovane architetto Giovanni Bren- tano, che però morì prematuramente: il suo progetto venne messo da parte e il prospetto fu completato soltanto nel 1892 mantenen- do l’accostamento fra manierismo, barocco e neogotico. Nel corso di tutto il XX secolo andò avanti la stratificazione stilistica e si aggiunsero altri decori, alcuni dei quali del tutto in- consueti: solo a titolo di esempio, in un an- golo delle terrazze si possono notare delle racchette da tennis – curioso omaggio agli sport moderni – o i ritratti di personaggi dell’attualità come i campioni di pugilato Primo Carnera ed Erminio Spalla, poco vi- sibili in mezzo alla foresta di riccioli e pin- nacoli sulla sommità. Restauri senza fine Nonostante i secoli di lavori, le vicissitu- dini del duomo non erano finite. Durante la Seconda guerra mondiale l’edificio subì pe- santi bombardamenti. Nella notte tra il 12 e il 13 agosto 1943 la capitale lombarda diven- ne il bersaglio di decine di ordigni lanciati dagli aerei alleati. All’alba, mezza città era in fiamme e il duomo in rovina: guglie peri- colanti o decapitate, statue a pezzi, il fianco sud e i portali tra le macerie. Persino l’organo davanti all’altare mostrava lo scheletro di le- gno tra canne sparpagliate. Miracolosamente, diverse preziosissime vetrate rimasero in- tatte, così come la Madonnina. La statua do- rata infatti era stata coperta in precedenza, soprattutto per evitare che il rivestimento luccicante potesse costituire un punto di ri- ferimento per i bombardieri. 94 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC
I QUADRONI DI SAN CARLO In occasione delle celebrazioni in onore di san Carlo Borromeo, nel mese di novembre, tra le campate del duomo vengono esposte due serie di dipinti realizzati nel XVII secolo e dedicate al vescovo di Milano. Il nome “quadroni” deriva dalle loro grandi dimensioni: alcuni misurano sei metri per 4,75. In totale si tratta di 56 opere che raccontano per metà la vita del santo e per l’altra metà i miracoli. Il primo ciclo fu commissionato dalla Fabbrica del Duomo nel 1602, circa 18 anni dopo la morte di Carlo Borromeo, e per realizzarlo furono chiamati diversi artisti, tra cui Giovanni Battista Crespi detto il Cerano. Il secondo gruppo di opere, di dimensioni minori rispetto al primo ma comunque notevoli (3,60 per 2,40 metri), fu realizzato attorno al 1610, in occasione della canonizzazione del santo. PATRICK ESCUDERO / GTRES
DENTRO IL DUOMO La navata centrale della cattedrale di Milano, la quarta chiesa più grande del mondo. Sui lati si possono ammirare i quadroni di San Carlo. CHUN JU WU / ALAMY / ACI
Quando gli ordigni cessarono di fischia- re sui tetti di Milano e vennero terminati i restauri e le ricostruzioni del dopoguerra, il duomo fu interessato da un nuovo problema: lo smog. L’inquinamento ne corrose i mar- mi e la struttura assunse un colore grigio- nerastro che ne rese necessaria la ripulitura. La prima volta che la facciata del duomo fu ripulita, nel 1972, i milanesi rimasero a boc- ca aperta. Nessuno infatti ricordava più la tonalità rosa-ambrata dell’edificio, la cui su- perficie marmorea fu resa più resistente da ulteriori sabbiature successive. Ma il marmo di Candoglia contiene venature soggette a infiltrazioni e corrosioni: per questo motivo, dopo oltre sei secoli dalla sua fondazione, la Veneranda Fabbrica del Duomo è tuttora in attività e provvede instancabilmente al rifacimento e alla sostituzione di guglie e parti della struttura deteriorate, in un cir- colo virtuoso che ha saputo conservare nel corso dei decenni antichissime competenze artigianali altrove scomparse. Per permettere questa continua opera di manutenzione sono state lanciate iniziative come“Adotta una guglia”e“Adotta una sta- tua”, grazie alle quali i finanziatori legano il proprio nome al capolavoro recuperato. Uno speciale accordo con la Sovrintendenza alle Belle Arti prevede persino che alcune scul- ture restaurate in laboratorio possano tro- vare temporanea ospitalità presso la casa o l’azienda dei benefattori. È vero quel famoso detto secondo cui i la- vori del duomo sono lunghissimi. All’ombra dell’edificio rimangono vive le concezioni originarie: l’ambiziosa spiritualità ben rap- presentata dal verticalismo che punta al cie- lo e uno stile gotico cosmopolita in sintonia con l’Europa a nord delle Alpi. TITO GILIBERTO GIORNALISTA Per SAGGI saperne di più Scolpiti nel marmo. Le storie di chi ha costruito il Duomo di Milano T. Signorini. Mondadori, Milano, 2020. ALAMY / ACI Ad Triangulum. Il duomo di Milano e il suo tiburio G. Ceriani Sebregondi, J. Gritti, F. Repishti. Il Poligrafo, Padova, 2019. INTERNET Visita virtuale del duomo di Milano www.duomomilano.it/it/vr 98 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC
LA MADONNINA La statua, che raffigura la Vergine Assunta su una nuvola, è collocata sulla guglia maggiore. La prima testimonianza di una possibile sistemazione di una statua della Madonna in cima al duomo risale al 1521, quando l’idea fu abbozzata in un disegno dell’architetto Cesare Cesariano. Tuttavia, la decisione di collocare una statua della Madonna nell’attuale sede risale alla seconda metà del XVIII secolo, quando fu indetto un concorso per realizzarla. Vinse lo scultore Giuseppe Perego, che vi lavorò tra il 1769 e il 1773. L’opera, in lamine di rame rivestite d’oro e sostenute da un’anima in ferro, fu collocata nella sua attuale posizione nel dicembre del 1774. Divenuta simbolo della città, nel 1935 il compositore Giovanni D’Anzi le dedicò la celeberrima canzone O mia bella Madonnina.
LA BATTAGLIA DI SVOLDER Otto Ludvig Sinding ha dipinto la più grande battaglia navale vichinga, combattuta intorno all’anno 1000, in quest’olio del 1883-1884. Il quadro è incentrato sull’assalto alla grande imbarcazione del re Olaf I di Norvegia. O. VAERING / BRIDGEMAN / ACI BOTTINI PREZIOSI Oltre a essere guerrieri, i vichinghi erano abili artigiani, capaci di trasformare l’argento delle loro scorrerie in oggetti quali la spilla visibile alla pagina seguente. X secolo. British Museum, Londra. BRITISH MUSEUM / SCALA, FIRENZE TERRORE VICHINGO
Search
Read the Text Version
- 1
- 2
- 3
- 4
- 5
- 6
- 7
- 8
- 9
- 10
- 11
- 12
- 13
- 14
- 15
- 16
- 17
- 18
- 19
- 20
- 21
- 22
- 23
- 24
- 25
- 26
- 27
- 28
- 29
- 30
- 31
- 32
- 33
- 34
- 35
- 36
- 37
- 38
- 39
- 40
- 41
- 42
- 43
- 44
- 45
- 46
- 47
- 48
- 49
- 50
- 51
- 52
- 53
- 54
- 55
- 56
- 57
- 58
- 59
- 60
- 61
- 62
- 63
- 64
- 65
- 66
- 67
- 68
- 69
- 70
- 71
- 72
- 73
- 74
- 75
- 76
- 77
- 78
- 79
- 80
- 81
- 82
- 83
- 84
- 85
- 86
- 87
- 88
- 89
- 90
- 91
- 92
- 93
- 94
- 95
- 96
- 97
- 98
- 99
- 100
- 101
- 102
- 103
- 104
- 105
- 106
- 107
- 108
- 109
- 110
- 111
- 112
- 113
- 114
- 115
- 116
- 117
- 118
- 119
- 120
- 121
- 122
- 123
- 124
- 125
- 126
- 127
- 128
- 129
- 130
- 131
- 132