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Storica National Geographic Italia Aprile 2022

Published by admin, 2022-03-24 06:26:55

Description: Storica National Geographic Italia Aprile 2022

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L’ANNO PROSSIMO A GERUSALEMME La frase è pronunciata alla fine della lettura dell’Haggadah, una raccolta di testi sull’esodo declamati durante la cena di Pesah. Nell’immagine, il muro del Pianto a Gerusalemme. REINHARD SCHMID / FOTOECA 9X12



SPARTA AMMIRATA, TEMUTA E DETESTATA Il particolare modo di vivere e di governare spartano fece nascere tra i greci sia ammiratori sia detrattori, soprattutto ad Atene, grande rivale per il controllo della Grecia GUERRIERI RISPETTATI Questo piatto lacedemone del VI secolo a.C. mostra due soldati spartani con le armi tipiche degli opliti. Entrambi sfoggiano i capelli lunghi degli spartiati, gli unici a godere dei diritti politici, che spuntano sotto l’elmo di uno di loro. Musée du Louvre, Parigi. TONY QUERREC / RMN-GRAND PALAIS

CÉSAR FORNIS VAQUERO OPLITA SPARTANO PROVENIENTE DAL SANTUARIO DI APOLLO A CORINTO. MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE, ATENE. N el periodo di massima rivalità e ostilità tra Ate- ne e Sparta, culminato nella devastante Guerra del Peloponneso (431-404 a.C.), nella capitale attica avvenne un fenomeno paradossale. Invece di disprezzare i loro mortali nemici, molti cittadini espres- sero apertamente la propria ammirazione per gli spartani e, tra le altre cose, ne imitarono l’abbigliamento e la dieta. Si lasciavano crescere i capelli, così trionfale, scrivendo: «Sarebbe giusto rite- da sembrare alti, nobili e fieri come i nere causa della comune libertà dei Greci [i lacedemoni, si vestivano con sobrietà Trecento] e non quelli che in seguito furono ed evitavano qualsiasi abuso nel bere vincitori nelle battaglie contro Serse, perché e nel mangiare, seguendo la cosiddetta il ricordo delle gesta di quegli eroi provocò dieta spartana. Questi ateniesi di classe be- nei barbari il terrore e incitò i greci a emulare nestante sublimarono quanto era spartano, la loro bravura». Anche nel IV secolo a.C. gli dando luogo a un fenomeno chiamato “la- oratori ateniesi sostennero che la battaglia conofilia”, da Laconia, la regione di Sparta. delle Termopili non era stata una sconfitta, Uno dei motivi alla base della fama dei giacché gli spartani non erano scappati. lacedemoni veniva dal ruolo da loro svolto nella Seconda guerra persiana (480-479), Una società guerriera quando assunsero il comando della Lega pa- nellenica per resistere agli invasori. Il sacri- Oltre alle sue doti belliche, sin dall’epoca ficio di Leonida e dei suoi trecento solda- arcaica Sparta si fece notare per il tipo di ti nella battaglia delle Termopili, dopo tre governo e per il modello sociale, basato su giorni di lotta intensa e cruenta narrata con una classe di cittadini guerrieri che erano vividezza e drammaticità da Erodoto, asso- esentati dal lavoro quotidiano grazie agli ilo- ciò per sempre il nome di Sparta alla batta- ti, la massa degli schiavi di proprietà dello glia greca per la libertà. «Seppur morti, essi stato. Questo sistema aristocratico alletta- non sono morti», avrebbe cantato un poeta va gli ateniesi abbienti, che criticavano le coevo, Simonide di Ceo: «Perché la virtù li strutture democratiche della propria polis e innalza magnificandoli dalla loro dimora aspiravano a fondare un potere oligarchico di morte». Nel secolo seguente lo storico simile a quello spartano. Eforo si spinse a trasformare il fallimen- E così Senofonte elogiava Licurgo – fi- to in prodezza gura mitica a cui si attribuiva la costituzio- ne spartana – per aver proibito ai cittadini epiro tessaglia M a r E geo Tebe CRONOLOGIA VIII-VI secolo a.C. 480 a.C. Atene AUGE E Sparta espande il proprio Allo stretto delle Termopili Messene Laconia CADUTA controllo sulla Laconia trecento spartani DI SPARTA sfruttando gli iloti, schiavi agli ordini di Leonida Sparta al servizio del popolo s’immolano per frenare lacedemone. l’avanzata persiana. Mar Ionio EOSGIS.COM

ACROPOLI DI ATENE Nel V secolo a.C. le splendide costruzioni dell’acropoli ateniese contrastavano con l’aspetto di Sparta, che secondo Tucidide era un conglomerato di villaggi sparsi. SHUTTERSTOCK 431-404 a.C. IV secolo a.C. 371 a.C. 146 a.C. La Guerra del Dopo la vittoria La sconfitta contro Dopo la disfatta della Peloponneso fa di Sparta, ad Atene Tebe nella battaglia Lega achea, i romani scontrare Sparta e cresce la laconofilia, di Leuttra segna la consentono agli spartani Atene, rappresentanti di l’ammirazione per i suoi fine dell’egemonia di tornare alla loro modelli politici opposti. costumi e la politica. spartana in Grecia. educazione tradizionale.

La città più misteriosa blica, e di Magnesia, nelle Leggi. Il filosofo della Grecia ateniese vedeva in Sparta l’incarnazione della cosiddetta costituzione mista, una N ELLA CONCEZIONE attuale della Grecia, Atene e Spar- combinazione di monarchia, aristocrazia e ta rappresentano due modelli politici e culturali op- democrazia che avrebbe permesso di evitare posti. Tuttavia i dati che si hanno sulle due città sono la degenerazione dello stato in tirannide (il piuttosto diversi. Se Atene puntò sulla cultura scritta governo dispotico di una sola persona), in e lasciò un ricco patrimonio artistico, Sparta ri- oligarchia (il governo di pochi) o in oclocra- mase fedele alla trasmissione orale e si mostrò zia (il potere della massa). refrattaria alla visita di stranieri, perché pote- vano “contaminare” i valori puri ed eterni che Sparta poteva mantenersi in equilibrio tra reggevano la sua particolare forma di vita autorità e libertà grazie alla presenza di due e che si facevano risalire al mitico legi- re, di un consiglio degli anziani (costituito slatore Licurgo. Per questo non si di- da esponenti delle famiglie nobili) e anche spone di fonti provenienti dalla stessa grazie all’assemblea dei cittadini e agli efori, Sparta, e furono i pochi forestieri che rappresentavano il popolo e ponevano che la visitarono a descriverne un freno agli altri due poteri. Sparta aveva il passato o i costumi. In modo dunque una “costituzione ottima” (ariste più o meno inconsapevole, politeia), che garantiva al governo longevità gli autori idealizzarono o e stabilità. Durante lo stesso periodo l’ora- demonizzarono la polis, ma tore Lisia assicurava nell’Olimpico che gli in ogni caso distorsero una spartani non avevano mai patito conflitti realtà che al giorno d’oggi interni. Due secoli più tardi lo storico Poli- non è così facile da com- bio corroborava tale idea, sostenendo che i prendere. lacedemoni «sono quelli meglio governati tra i Greci e vivono in armonia». LICURGO DI SPARTA, DI JOSSE / BRIDGEMAN / ACI La severa vita spartana MERRY-JOSEPH BLONDEL. 1828. MUSÉE DE PICARDIE, AMIENS. di dedicarsi alle attività artigianali e al Un altro aspetto che suscitava ammirazio- CULTO EROICO commercio, così da potersi impegnare nel- ne per la società spartana era l’uguaglianza le occupazioni ritenute degne, quelle che economica tra i suoi cittadini. Alla fine del Questa stele «contribuiscono a rendere libere le città»: V secolo a.C. lo storico ateniese Tucidide laconica del in particolare la politica e la guerra, ma an- spiegava che a Lacedemone «i più abbien- VI secolo a.C. è un che la caccia e lo sport. Lo storico ateniese ti generalmente si mantennero allo stesso esempio del culto riconobbe inoltre a Licurgo il merito di aver livello del popolo». E segnalava pure che per gli eroi micenei la grandezza di Sparta affondava le radici e omerici che veniva costretto gli spartani «a praticare tutte nei cittadini e nelle loro virtù, e non nelle tributato a Sparta. le virtù pubblicamente». opere o nelle vestigia che avevano lasciato. Sulla stessa linea diversi filosofi Scriveva infatti che «se la città degli sparta- BPK / SCALA, FIRENZE e teorici politici non nascosero ni restasse deserta e rimanessero i templi e l’ammirazione per Sparta, le fondamenta degli edifici, penso che dopo presentandola quale mo- molto tempo sorgerebbe nei posteri un’in- dello di armonia e di sta- credulità forte che la potenza spartana fosse bilità, in contrasto con le adeguata alla sua fama [...] Raccogliendosi continue rivolte delle al- la città intorno ad unico nucleo privo di tre polis greche. Nella prima templi e di costruzioni sontuose, con la sua metà del IV secolo a.C. Pla- caratteristica struttura in villaggi sparsi, tone la prese a esempio per le secondo l’antico costume greco, parrebbe città di Kallipolis, nella Repub- una mediocre potenza». Un altro segno dell’identità spartana era l’estrema laconicità, ossia la concisione nel discorso, ulteriore manifestazione del loro rigore. Lo spartano si esprimeva in modo

LA SCONFITTA GLORIOSA La resistenza spartana durante la battaglia delle Termopili, nel 480 a.C., divenne un episodio mitico della storia greca. Illustrazione di Giuseppe Rava. RAVA / BRIDGEMAN / ACI

IL PORTICO PERSIANO, FINANZIATO retorici. Ai suoi occhi la modalità espressi- CON IL BOTTINO DELLA BATTAGLIA va spartana somigliava alle frasi incise sul DI PLATEA, ERA UNO DEI POCHI frontone dell’oracolo di Delfi (come «Nulla EDIFICI MONUMENTALI DI SPARTA. in eccesso» o «Conosci te stesso»), coniate JOSEPH MICHAEL GANDY LO EVOCÒ dai leggendari sette sapienti greci, tra cui IN QUEST’ACQUERELLO. figurava uno spartano, Chilone. Se questi autori ammiravano tutto ciò che era spartano, molti greci, in particolare ateniesi, rifiutavano i costumi e i valori di Lacedemone. E così il disprezzo che i suoi abitanti mostravano per le discussioni filo- sofiche era considerato un segno della loro aridità culturale. Un sofista di Atene della fine del V secolo a.C. assicurava che i la- cedemoni non consideravano utile istruire i propri figli nelle lettere e nella musica, e Aristotele sottolineava che, durante la loro formazione, i giovani spartani praticavano attività fisiche che li abbrutivano al fine di accrescere il proprio coraggio e ardimento. SCHERZIDEA / SCALA, FIRENZE asciutto, con il rischio di sembrare rude e La boria spartana E DISPREZZO BRIDGEMAN / ACIaspro, ma non era privo di guizzi d’ironia, nonché di una saggezza ancestrale. «Non ri- Nel teatro comico ateniese della fine del Nelle sue opere tengo degno un cuoiaio che faccia indossare V secolo a.C. gli spartani e i loro ammira- Aristofane criticò scarpe grandi a un piede piccolo», pontifi- tori erano spesso oggetto di scherno. Nella con forza il sistema cava il re Agesilao II circa un retore che era Lisistrata di Aristofane il coro, che rap- politico e sociale stato elogiato perché riusciva a gonfiare e presenta Atene, s’inorgoglisce perché il re spartano. Busto ad abbellire concetti fin troppo semplici. spartano Cleomene I, che nel 507 a.C. cercò del II secolo d.C. d’imporre ad Atene un governo oligarchico, Louvre, Parigi. Nel trattato Sulla loquacità Plutarco si deve abbandonare l’acropoli «nonostante espresse sullo stile degli spartani, affer- avesse / tutta la boria spartana [...] Uscì da mando che «come il ferro viene temprato solo, disarmato, avvolto / in un mantello sporco da sei anni». Negli Uccelli il comme- dai celtiberi,che prima lo immergono nella diografo raffigura gli ateniesi abbienti come terra e poi lo ripuliscono dalle scorie, così affamati e sudici, vittime della“laconoma- il parlare laconico, nella sua essenzialità, nia”, l’ammirazione esagerata per Sparta, privato di ciò che è superfluo, ha la con- termine inventato dallo stesso Aristofane. sistenza del ferro». Dal canto suo Platone Erano inoltre usuali le battute sull’omoses- metteva in relazione la laconicità, o laconi- sualità presente nella società spartana, al smo, con una forma di conoscenza arcaica, punto che Aristofane impiega il verbo “la- conizzare”per indicare il coito anale. anteriore alla perniciosa influenza della sofistica e dei suoi ornamenti Nella stessa epoca pure le tragedie di Eu- ripide mostravano una scarsa simpatia per la polis nemica. L’unica superiorità riconosciu- ta agli spartani era quella militare. «Se della lancia il pregio, e della guerra / vi si toglie il cimento, in nulla, siatene / certi, o Sparta- ni, prevalete agli altri» sentenzia un perso- naggio nell’Andromaca. Anche Andromaca stessa li accusa di avarizia e di doppiezza, declamando: «O fra tutti i mortali esecratis- sima / gente di Sparta, príncipi d’inganni, /

UN’URBANISTICA PARTICOLARE Nel periodo classico la città di Sparta non aveva mura né un centro urbano unico. Nell’immagine compaiono le rovine del teatro romano, con sullo sfondo le vette innevate del Taigeto. HERITAGE / AGE FOTOSTOCK

Un elogio pieno le donne spartane praticavano l’attività fi- di fioriture sica nude, elemento insolito (e intollerabile) per gli altri greci. N ELLE DISSERTAZIONI il filosofo greco Massimo di Ti- ro, vissuto nel II secolo d.C., elogiò il governo degli La condizione delle spartane era senz’al- antichi spartani. Massimo lodava Licurgo per aver tro singolare: godevano di un proprio patri- fondato uno stato adatto a un cittadino focoso e monio composto da immobili, ricevevano amante della libertà: «Libero dalla terra, eretto, un’educazione di base, potevano uscire di proteso verso la libertà, istruito da frustrate casa e avevano voce nella società. Per que- e colpi, battute di caccia, marce sui monti e sto gli autori greci e latini, sempre uomini, mille altri esercizi e che, raggiunta una certa le rappresentarono come promiscue. Dal tempra, dopo essere stato addestrato nella IV secolo a.C., inoltre, il progressivo decre- lancia e nello scudo sotto il comando di una legge mento demografico dei cittadini spartani che agisce come un generale, combatte in prima fece sì che le donne accumulassero le terre linea per la libertà, salva Sparta». Lo elogiava an- nelle proprie mani per due quinti del totale, che per aver fondato «una città senza mura, secondo Aristotele. Questi riferisce perciò impavida, che non ha visto scudi ostili, con disprezzo che Sparta era sottoposta alla che non ha udito lamenti, che non ha “ginecocrazia”, il governo delle donne. inteso minacce. C’è qualcosa di più doloroso del timore, di più soffer- Modelli di etica e coraggio to della schiavitù, di più stancan- te della necessità?». Malgrado I sentimenti opposti di ammirazione e di ciò, non va dimenticato che disprezzo per Sparta proseguirono pure do- l’opera di Massimo è in buona po la fine del potere lacedemone. Molti ro- parte un esercizio retorico. mani intravidero in Sparta un modello, sia per l’ordinamento politico sia per i costu- LEONIDA GUIDÒ LA RESISTENZA mi irreprensibili. La città divenne un pun- ALLE TERMOPILI. STATUA ERETTA to di riferimento etico, un esempio di vir- A SPARTA NEL 1968. tù. Nelle Lettere morali a Lucilio, il filosofo stoico Seneca giustificò il suicidio narran- DONNE ATLETE SAMUEL MAGAL / BRIDGEMAN / ACI do la storia di un adolescente spartano Statuetta di consiglieri di frode, tessitori / di malefat- che, imprigionato e poi reso schiavo, si un’atleta. te, genti oblique, senza / franchezza mai, spaccò la testa contro un muro appena gli VI secolo a.C. che fra raggiri sempre / avvolgete il pensier, venne ordinato il primo compito servile Museo deh, quanto ingiusto / è che felici voi siate e degradante. Cicerone non fu da meno e, archeologico ne l’Èllade! Quali orrori tra voi mancano? in occasione della visita di alcuni amba- nazionale, Il sangue / non corre a rivi? Dei guadagni sciatori, ebbe a dire: «Ecco i messi giunti Atene. turpi / non siete vaghi? Non siete convinti / da Lacedemone, popolo famoso per le sue sempre che questo al sommo della bocca, / gesta, dove i cittadini portano con sé alla nascita un coraggio che l’educazione for- e quello avete in cuore? Ah, maledetti!». tifica. Unici in tutto il mondo, gli spartani Nemmeno la donna spartana è de- vivono da più di settecento anni seguendo sempre gli stessi costumi e senza aver mai scritta in termini elogiativi. «E già, nep- mutato le loro leggi». pur volendo, a Sparta / restar potrebbe onesta una fanciulla: / ché, lasciate le CÉSAR FORNIS case, insiem coi giovani, / nude le gam- PROFESSORE DI STORIA ANTICA NELL’UNIVERSITÀ DI SIVIGLIA. be, alto succinte i pepli, / hanno comuni AUTORE DI EL MITO DE ESPARTA. – usanza insopportabile – / stadi e palestre» è scritto sempre nell’o- Per SAGGI pera euripidea. Questi versi, che saperne oggi potrebbero essere definiti di più Sparta e Atene misogini, alludono al fatto che Eva Cantarella. Einaudi, Torino, 2021. L. RICCIARINI / BRIDGEMAN / ACI Sparta Marcello Lupi. Carocci, Roma, 2017. Sparta e Atene Sergio Valzania. Sellerio, Palermo, 2017. Sparta Ernst Baltrusch. Il Mulino, Bologna, 2002.

DONNE DI SPARTA L’olio di Jean-Jacques Le Barbier mostra le spartane mentre difendono la città da una ribellione degli iloti. XVIII secolo. Musée du Louvre, Parigi. DANIEL ARNAUDET / RMN-GRAND PALAIS

RAGIONI PER Dal Rinascimento in poi molti AMMIRARE politici e pensatori videro SPARTA nell’antica Sparta un modello da imitare per ristabilire l’uguaglianza sociale o, al contrario, per imporre il dominio di una “razza”. M O N TA I G N E ROUSSEAU BABEUF «MAESTRI DI VALORE «BANDIVI DALLE «L’UGUAGLIANZA DI FATTO 1580E GIUSTIZIA» 1750TUE MURA LE ARTI» 1796NON È UNA CHIMERA» Mentre il suo Paese si Jean-Jacques Rousseau Durante la Rivoluzione lacerava in una terribi- giunse alla conclusione francese molti insorti in- le guerra civile, Michel de Montaigne che la filosofia illuminata fosse vuota neggiarono a Sparta quale modello vide in Sparta un lodevole esempio di e inutile, e appoggiò il ritorno a quelli di patriottismo e di coraggio bellico. stabilità e di sani principi morali. Lì, «il che considerava sentimenti naturali. Le leggi di Licurgo erano un esempio valore era una virtù comune; e altret- Sparta gli sembrò il modello da se- di come si potesse riformare radical- tanto la fedeltà, e il disprezzo delle guire, insuperabile, una «repubblica mente uno stato. Alcuni giacobini si ricchezze». «La gioventù generosa, di semidei più che di uomini [...] Ché spinsero a proporre un sistema di che sdegnava ogni altro giogo che le loro virtù di troppo apparivano su- educazione collettiva dei bambini non fosse quello della virtù, invece periori all’umanità. O Sparta, eterna al modo spartano, in base al quale dei nostri maestri di scienza [si av- condanna della vana dottrina! Mentre «tutti, a spese della Repubblica e valeva] dei maestri di valore, di pru- i vizi frutto delle belle arti penetrava- sotto la santa legge dell’uguaglian- denza e di giustizia». Montaigne pro- no in frotta ad Atene [...] tu bandivi za, riceveranno gli stessi vestiti, lo vava ammirazione per «quella divina dalle tue mura le arti e gli artisti, le stesso cibo, la stessa istruzione, le costituzione spartana, così grande, scienze e gli scienziati». Gli spartani stesse cure». Il rivoluzionario Babeuf, così mirabile e così a lungo fiorente non avevano bisogno di essere inge- dal canto suo, considerava Sparta la in virtù e in prosperità, senza alcuna gnosi: «I ciarlatani ateniesi temevano prova che «l’uguaglianza di fatto non istruzione né pratica di lettere». sia le loro parole sia i loro colpi». è una chimera». MICHEL DE MONTAIGNE. RITRATTO JEAN-JACQUES ROUSSEAU, DI ALLAN RAMSAY. FRANÇOIS-NOËL BABEUF, CONOSCIUTO COME ANONIMO DEL XVII SECOLO. SCOTTISH NATIONAL GALLERY, EDIMBURGO. GRACCHUS BABEUF. INCISIONE DEL XIX SECOLO. BRIDGEMAN / ACI BRIDGEMAN / ACI COSTA / BRIDGEMAN / ACI

STRINGER / GETTY IMAGES PAT E R E W IL D E HITLER SIMONE DE BEAUVOIR «I PIÙ BELLI DI «UN ESEMPIO DI STATO «LE DONNE NON ERANO 1893TUTTA LA GRECIA» 1930CON BASE RAZZIALE» 1949SCHIAVIZZATE» Alla fine del XIX secolo Sparta era uno dei Nel Secondo sesso la alcuni seguaci dell’este- modelli storici prefe- francese Simone de tica decadente cercarono ispirazione riti dalla dottrina nazionalsocialista Beauvoir presentava un’idea molto a Sparta. Il britannico Walter Pater elaborata da Adolf Hitler. Lo stesso idealizzata della condizione femmini- concepì una visione idealizzata di Führer considerava Lacedemone le a Sparta. La riteneva un precedente Lacedemone, in cui scorgeva «una «l’esempio più illuminante di stato del suo programma femminista: «Era gioventù che sapeva come coman- con base razziale nella storia dell’u- la sola città in cui la donna era trat- dare servendo, in una costante manità» e, per appoggiare la sua po- tata quasi alla pari dell’uomo. Le ra- esibizione di coraggio giovanile, di litica eugenetica, sosteneva la pra- gazze erano educate come i maschi; dignità giovanile, e sopra ogni cosa tica spartana di «esporre i bambini la sposa non era relegata nel focola- di sincera docilità giovanile». Con- malati, deboli e deformi». Nel 1933 re del marito [...] I bambini apparte- siderava inoltre gli spartani come «i il ministro dell’istruzione del regime nevano alla comunità e le donne non più belli di tutta la Grecia». Allievo nazista Bernhard Rust dichiarava: erano schiave di un padrone [...] Le di Pater, Oscar Wilde forse trasfuse «Dobbiamo educare una razza di donne accettavano la schiavitù del- una simile ammirazione estetica nel spartiati, e chi non è pronto a entrare la maternità come gli uomini quella personaggio di Dorian Gray (Dorian in questa comunità spartiata dovrà della guerra. Ma al di là di questo significa “dorio”, il popolo da cui di- rinunciare per sempre a diventare un dovere civico, non era posto alcun scendevano gli spartani). cittadino del nostro stato». controllo alla loro libertà». OSCAR WILDE FOTOGRAFATO DA NAPOLEON SARONY. ADOLF HITLER, LEADER DEL PARTITO SIMONE DE BEAUVOIR, AUTRICE DEL METROPOLITAN MUSEUM, NEW YORK. NAZISTA. RITRATTO DI B. VON JACOBS. 1933. SECONDO SESSO. FOTOGRAFIA DEL 1957. ALBUM BRIDGEMAN / ACI ROGER VIOLLET / AURIMAGES

GIULIOLA VITA PRIVATA DI CESARE È forse nella sfera amorosa che il dittatore romano si sentì più libero mentre, al pari di qualsiasi politico della sua epoca, negli altri ambiti si comportò come previsto dalla morale pubblica

UNA SPLENDIDA RESIDENZA Il pittore britannico Edward John Poynter raffigurò in questo modo Cesare all’alba del fatidico 15 marzo 44 a.C., mentre si trovava all’interno della Domus publica, la residenza occupata in quanto pontefice massimo di Roma. 1883. Manchester Art Gallery. Nella pagina accanto, Cesare rappresentato su un denaro. FOTO: BRIDGEMAN / ACI

BRIDGEMAN / ACI CESARE È ESTRATTO DAL GREMBO DELLA MADRE. LA MINIATURA DEL XIV SECOLO COSTITUISCE LA PIÙ ANTICA RAPPRESENTAZIONE CONOSCIUTA DEL TAGLIO CESAREO. BIBLIOTHÈQUE NATIONALE DE FRANCE, PARIGI. I membri della gens Iulia, e in partico- lare Gaio Giulio Cesare, credevano di appartenere alla stirpe di Venere. Secondo loro, la dea dell’amore era la madre del principe Enea, fuggito da Troia quando la città venne conquista- ta e data alle fiamme dai greci, come narra l’Eneide. La dinastia prendeva il nome dal mitico Iulo, identificato con Ascanio, figlio di Enea, e dal troiano discendeva anche Ro- molo, primo re di Roma. Il più famoso della sua stirpe Malgrado la presunta ascendenza da divi- nità e da re, per secoli i membri della gens Iulia non si fecero notare e quasi non si de- dicarono alla vita politica. Emersero dalle brume della storia nel 208 a.C., quando uno di loro divenne pretore, ossia magi- strato con il compito di amministrare la giustizia. Raggiunsero quindi la gloria con Gaio Giulio Cesare, l’ultimo discendente maschio della dinastia, che morì in modo tragico durante le idi di marzo del 44 a.C. Come riporta la Historia Augusta, per il ramo della gens che rispondeva al sopranno- me di Cesare le etimologie ipotizzate erano varie: il termine poteva dipendere dal fatto che il suo mitico fondatore avesse ucciso un elefante in battaglia (nella lingua dei mau- ri, popolazione del nord Africa, l’elefante si diceva caesai) o che alla nascita avesse una folta chioma (caesaries), o ancora dei 66 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC

ALBUM CRONOLOGIA TRE GIOVANI SPOSE 102 o 100 a.C. Il 13 luglio la patrizia Aurelia, moglie di Gaio Giulio Cesare, dà alla luce un maschio, che porterà il nome del padre. Sarà poi madre di due figlie di nome Giulia. 84 a.C. La giovane patrizia Cornelia, di circa 16 anni, è la prima moglie di Cesare. Sarà la madre dell’unica discendente legittima, Giulia, e morirà durante un parto. 67 a.C. Dopo la morte di Cornelia, Cesare sposa la nipote del dittatore Silla, Pompea. Costretta a un matrimonio infelice e di convenienza, questa sarà infedele a Cesare. 59 a.C. Un’adolescente della nobiltà, Calpurnia, sposa Cesare, che da anni mantiene rapporti con Servilia e che avrà un figlio da Cleopatra, Cesarione. 44 a.C. Il 15 marzo Calpurnia fa dei sogni premonitori e chiede a Cesare di non andare al senato. È lì che il dittatore muore per mano, tra gli altri, di Bruto, figlio di Servilia. GLI EREDI Sopra, con scettro e corona, Augusto, figlio adottivo di Cesare. Al centro, la vedova Livia Drusilla con il figlio, Tiberio. Bibliothèque nationale de France, Parigi.

luminosi occhi grigi (caesii). O forse, secon- THIERRY LE MAGE / RMN-GRAND PALAIS do l’ipotesi più avvalorata, perché era nato da un parto cesareo. Secondo una leggenda, Giulio Cesare sa- rebbe infatti nato da un taglio cesareo e da lì verrebbe il suo nome. Tuttavia la madre Aurelia sopravvisse al parto del figlio per decenni e diede alla luce almeno altre due bambine, entrambe di nome Giulia. Sebbene i medici romani praticassero tale intervento, spesso la puerpera non rimaneva in vita a causa delle emorragie e delle infezioni. Se davvero un Giulio Cesare diede il nome alla stirpe perché venuto al mondo in quel modo, doveva trattarsi di un antenato. La cura dell’aspetto Il ritratto di Giulio Cesare giunto sino ai nostri giorni è quello di un uomo «di alta statura, di carnagione bianca, ben fatto di membra, di viso forse un po’ troppo pieno, di occhi neri e vivaci». Così lo de- scrive Svetonio, che redasse la biografia più completa del dittatore, non priva di malanimo. Difatti aggiunge che Cesare era «ricercato nella cura del corpo, non si limitava a farsi tagliare i capelli e a radersi con meticolosità, ma si faceva anche de- pilare, tanto che alcuni lo rimproveravano per questo». Del dittatore si biasimava anche la vanità che, agli occhi dei roma- ni, depositari di una concezione molto tradizionalista della virilità, si associava all’effeminatezza. Di sicuro Cesare era tratteggiato come un uomo attento al proprio aspetto, che «non sopportava l’idea di essere calvo, soprattut- to perché si era accorto più di una volta che suscitava le canzonature dei suoi denigra- tori. Per questo aveva preso l’abitudine di riportare in avanti i pochi capelli che aveva». Un altro tra i biografi di Cesare, lo storico Secondo Svetonio, Cesare era alto, proporzionato, di colorito chiaro, con gli occhi neri e vivaci 68 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC

LA CLEMENZA DI CESARE Nel 1808 il francese Abel de Pujol dipinse il dittatore (seduto) colto nell’atto di perdonare Quinto Ligario (a sinistra), accusato di tradimento, dietro richiesta di Cicerone (al centro). Musée des beaux-arts, Valenciennes.

BUSTO DI GIULIO CESARE IN BPK / SCALA, FIRENZE BASALTO VERDE. I SECOLO A.C. ANTIKENSAMMLUNG, STAATLICHE greco Plutarco, ricorda una caustica frase di MUSEUM, BERLINO. Cicerone, il quale ebbe a dire che «quando vedo i suoi capelli così ben curati e lo vedo FATICHE E PRIVAZIONI grattarsi la testa con un dito, davvero non mi TEMPRANO L’UOMO pare che questo uomo possa concepire un pensiero così funesto, e cioè la distruzione A CESARE, SOBRIO NEL BERE e indifferente ai piaceri della costituzione romana». Come se Cesare del cibo, Svetonio attribuisce un’ottima salute, fosse stato troppo poco virile per una linea accennando però a degli attacchi di natura epilettica. politica che richiedeva molto coraggio: quel- Anche Plutarco scrive che «era di costituzione fisica la di rimanere al potere a ogni costo. asciutta, di carnagione bianca e delicata; subiva frequenti mal di capo e andava soggetto ad attacchi Svetonio fornisce altri dati densi di sar- di epilessia». La prima manifestazione avvenne a casmo circa i capelli di Cesare. «Di tutti gli Cordova, nel 46 a.C., e si presentò due volte nel onori che il senato e il popolo gli avevano corso delle campagne belliche. Nell’esercito Cesare decretato, nessuno preferì o accettò più vo- combatté i suoi limiti fisici «compiendo lunghe marce, lentieri del diritto di tenere perennemente consumando pasti frugali, dormendo costantemente a sul capo la corona di lauro», scrive, impu- cielo aperto, sottoponendosi ad ogni genere di disagi». tando tale predilezione al fatto di voler na- I suoi ultimi anni furono travagliati perché, narra Svetonio, «soffriva di svenimenti e d’incubi notturni».

FRANCESCO IACOMINO / AWL IMAGES scondere la calvizie, e quindi ai complessi Per questa ragione Silla metteva in guardia ABBELLIRE ROMA del dittatore sul proprio corpo. i suoi seguaci, ossia i membri della fazione aristocratica degli optimates nel senato, e Cesare ottenne i Di sicuro Cesare si sforzava molto di cu- gli raccomandava di «fare attenzione a quel favori del popolo rare la sua immagine. Tuttavia, in seguito giovane che portava male la cintura». Non costruendo edifici alla sconfitta e alla morte di uno dei suoi è un caso che Cesare militasse nel partito come la basilica comandanti in Gallia, «si lasciò crescere la opposto a quello di Silla, i populares, che cer- Iulia. Sopra queste barba e i capelli e se li tagliò soltanto dopo cavano l’appoggio delle assemblee popolari righe si vedono i averlo vendicato». Sapeva essere rigoroso per sconfiggere gli optimates. resti delle colonne, e osservare il lutto rinunciando alla vanità. nel foro romano. Una casa nel foro Il ritratto di questo statista presuntuo- so, fatuo e complessato contempla anche il Cesare era un patrizio, un discendente particolare modo di vestire di Cesare, che dell’antica classe dominante, i cui capi aveva il proprio stile: indossava la tunica avevano preso parte al senato. Malgrado dalla spessa striscia purpurea, tipica dei ciò, non disponeva di un ricco patrimo- senatori, in modo tale che il bordo infe- nio. La casa di famiglia ricevuta in eredità riore strusciasse a terra, e portava la cintu- si trovava nella Suburra, un’area urbana ra allentata, altro segno di effeminatezza. STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC 71

mo. Si affacciava sulla via Sacra – la via pro- cessionale che attraversava il foro e portava al Campidoglio –, in un contesto architet- tonico religioso: era prossima, ad esempio, alla casa delle Vestali, le sacerdotesse della dea Vesta. Si poteva forse ambire a un do- micilio migliore? Per renderla ancora più imponente, in cima alla facciata della sala di ricevimento Cesare fece costruire un fron- tone: voleva imitare un tempio, ma a casa propria e come culto a sé stesso. Fu probabilmente nella tappa finale del- la sua vita, quando aveva una maggiore di- sponibilità economica, che si concesse il capriccio di costruire una villa nei terreni di campagna e, insoddisfatto dell’andamento dei lavori, ordinò di distruggere tutto e ri- cominciare daccapo. Poiché l’aristocrazia di Roma non voleva solo mantenersi tale, bensì anche mostrarlo, sfoggiava il lusso con atri spaziosi, colonne di marmo, giardini ornati da statue e fontane, biblioteche personali e perfino bagni e palestre private. Popolare a qualsiasi costo DEA / ALBUM Né l’artificiosità né i vezzi sembrano es- sere una finzione fine a sé stessa. Cesare DIVERTIMENTO degradata e irrequieta, zona di bassifon- era un politico molto attento alla fama e di dalla reputazione piuttosto dubbia. alla popolarità. Impiegò l’intera fortuna CRUENTO Probabilmente la sua abitazione si trova- personale pur di ottenere il favore degli va nelle prossimità del foro, e non era im- altri e s’indebitò a dismisura. Ancor prima Un gladiatore lotta mersa nel caos del quartiere. A ogni modo di assumere qualsiasi carica, aveva accu- contro le belve. fu la sua elezione a pontefice massimo, mulato un debito di più di 1.300 talenti, Come edile Cesare la maggiore autorità religiosa di Roma, a un’enorme somma di denaro. finanziò spettacoli permettergli di uscire dalla Suburra, dove di questo tipo. i debiti minacciavano di soffocarlo, e di I suoi rivali politici non davano impor- Bassorilievo. stabilirsi in una residenza davvero stra- tanza alle spese folli, credendo che cercasse I secolo a.C. ordinaria: la Domus publica. «una gloria breve ed effimera, ma compe- Museo nazionale rando per verità a piccolo prezzo», secondo romano, Roma. Appena eletto, Cesare godette del vita- Plutarco. Sbagliarono i loro calcoli. Cesare lizio e si apprestò a entrare nella residenza dilapidò cifre elevate per far sistemare la che il mitico re Servio Tullio aveva costru- via Appia, e si adoperò molto quando venne ito al centro del foro. Dopo la caduta della eletto edile curule, cioè funzionario inca- monarchia la Domus regia era divenuta la ricato dell’amministrazione di Roma: fece Domus publica, sede del pontefice massi- costruire portici nei punti nevralgici del- la città – nel comizio, nelle basiliche, nelle parti laterali del foro, e pure nel Campido- glio –, finanziò battute di caccia e promise uno spettacolo di 320 coppie di gladiatori. Anche se non fu generoso come aveva an- 72 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC

UNA ZONA ELEGANTE La Domus publica, residenza di Cesare, si trovava vicino al tempio circolare di Vesta e alla casa delle Vestali, e si affacciava sulla via Sacra, qui rappresentata durante una processione. nunciato, risultò così abile nelle apparenze ACQUERELLO DI JEAN-CLAUDE GOLVIN. MUSÉE DÉPARTEMENTAL ARLES ANTIQUE © JEAN-CLAUDE GOLVIN / ÉDITIONS ERRANCE da far sembrare che avesse pagato lui i giochi finanziati dall’altro edile. Investì pure in te- SESSUALITÀ CRITICATA atri, processioni e banchetti a tal punto che, secondo Plutarco, «fatte ebbe svanire tutte CESARE FU ADDITATO PUBBLICAMENTE per la sua attività le magnificenze de’ suoi predecessori». E sessuale. In un discorso di Cicerone fu definito «marito di tornò ad allentare i cordoni della borsa pur tutte le mogli e moglie di tutti i mariti». La passività all’interno di essere nominato pontefice massimo. di una relazione omoerotica era incompatibile con la virilità, e uno degli insulti che dovette sentire fu quello di «regina Riuscì a saldare i debiti al ritorno dal- di Bitinia», perché da giovane era stato tra le braccia del re la vittoriosa campagna gallica, durante la Nicomede di Bitinia. Opportunista e pronto a riconciliarsi quale si mostrò incredibilmente rapace, sia con i nemici, Cesare perdonò a Catullo le offese contenute a causa dell’avidità, della brama di gloria in questi versi: «V’è accordo perfetto fra quei due infami, / e del desiderio di poter esibire un favolo- Mamurra e Cesare, dissoluto passivo / [...] L’uno e l’altro so bottino, sia per salvarsi dai debiti che hanno la stessa macchia [...] L’hanno come un marchio, lo asfissiavano. Per questo Svetonio narra non si cancella. / Ugualmente viziosi, una coppia di fratelli che in Gallia «spogliò le cappelle e i templi gemelli, / infarciti di letteratura entrambi sullo stesso lettino». degli Dei, piene di offerte votive, e distrusse STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC 73

NELLE TERRE città più spesso per far bottino che per rap- dro Magno. «Non vi sembra che ci sia moti- presaglia». Con quella razzia, non inusuale vo di addolorarsi se alla mia età Alessandro GALLICHE per i generali romani, poté colmare la sete regnava già su tante persone, mentre io non di ricchezze, ma si guadagnò una pessima ho fatto ancora nulla di notevole?»: questa Arco di trionfo reputazione. Si mormorava che, da conso- fu la risposta che fornì ai suoi circa le ragioni della città francese le, avesse rubato tremila sterline d’oro dal del proprio pianto. Delirava per l’ambizione. di Orange, l’antica Campidoglio, sostituendole con rame ba- Arausio fondata gnato in oro, e che nel Mediterraneo avesse Sapeva di non essere nessuno senza il so- da Cesare per venduto «alleanze e regni, dietro versamen- stegno necessario. Aveva cura di mostrarsi stabilirvi i veterani to di denaro». Svetonio narra inoltre che, al leale e affettuoso nelle relazioni con amici e della legio II rientro dalla Gallia, «arrivò ad essere così clientes, come a Roma si chiamavano le per- Gallica, che servì pieno d’oro da farlo vendere in Italia e nelle sone sotto la protezione di un personaggio appunto Cesare province a tremila sesterzi la libbra». potente a cui promettevano rispetto e voti e poi Augusto. in cambio di favori. Appena assunse i ruoli Le biografie di Cesare ne descrivono la più elevati, di console o dittatore, a mo’ di mania di grandezza. L’immagine più famo- ringraziamento per i voti e i servigi innalzò sa al riguardo lo ritrae in Hispania, mentre «alle più alte cariche anche uomini d’infima piange osservando una statua di Alessan- condizione». A chi lo rimproverava, ribat- 74 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC

Cesare ebbe due pesi e due misure: nella sua vita personale si concesse libertà che non permetteva come governante LUIGI VACCARELLA / FOTOTECA 9X12 ditori. Pompeo fu invece coinvolto nelle LA SPOSA trame matrimoniali di Cesare, che lo fece sposare con la propria figlia, Giulia. RIPUDIATA Publio Clodio Pulcro si rese infine prota- Il fiammingo gonista di uno scandalo con Pompea, la se- Egidius Sadeler conda moglie di Cesare, di cui era diventato è l’autore di l’amante malgrado la ferrea vigilanza sulla quest’incisione ragazza da parte della suocera Aurelia. Clo- barocca, con una dio s’introdusse nella Domus publica du- Pompea matura, rante il rituale misterico dedicato alla Bona diversa dalla Dea, al quale erano ammesse solo le donne. ragazza che ebbe I riti si praticavano ogni anno nella casa di una relazione uno dei consoli: essendo Cesare console, con Clodio. toccava a Pompea presiederli. Clodio vi fu teva che avrebbe agito nello stesso modo, sorpreso nei panni di una donna. Oltre a BRIDGEMAN / ACI pure se si fosse trattato di banditi e assas- costituire un sacrilegio che poteva infran- sini. Prestava particolare attenzione ai suoi gere gli equilibri con gli dei e scatenarne seguaci, e appena poteva sanava discordie l’ira, la mossa di Clodio smascherò l’adul- e metteva pace a litigi e inimicizie: i suoi terio, e Cesare ripudiò la moglie, nascon- interessi politici sovrastavano ogni cosa, dendo però quanto successo. Per questo, perfino le eventuali umiliazioni pubbliche. quando il senato istruì un processo contro Clodio, Cesare rifiutò di testimoniare. Fu Matrimoni e adulteri in quell’occasione che, interrogato circa il motivo per cui avesse divorziato da Pompea Crasso, Pompeo e Clodio, tre figure in- se non vi era stato adulterio, rispose: «Tutti fluenti di quegli anni, strinsero con Cesare i miei parenti devono essere esenti tanto da intime alleanze, ma anche una movimen- sospetti quanto da colpe». tata, se non funesta, amicizia. Dal ricchis- simo Crasso, che aveva bisogno dell’aiuto Cesare visse secondo il principio“due pe- di Cesare contro Pompeo, il primo otten- si e due misure”: fu rigoroso con gli schiavi ne una fideiussione di 830 talenti con cui ed esigente con la morale pubblica, impose mettere a tacere o distrarre i molti cre- restrizioni legali e controlli al lusso, eppure si permise libertà che non avrebbe tolle- rato come governante. Roma spettegola- va sui prezzi che aveva pagato per avere schiave aggraziate e, soprattutto, per far passare sotto silenzio gli adul- teri. Almeno cinque donne, patrizie e plebee, tradiro- no i propri mariti tra le sue braccia. Tra di loro figuravano la patrizia Postumia, maritata con Servizio Sulpicio, e la plebea Lollia, consorte

GIULIO CESARE di Aulo Gabinio. Entrambi gli sposi erano fece in modo che, durante le aste pubbli- stati consoli e alleati di Cesare, che si spinse che, riuscisse a ottenere grandi proprietà E CLEOPATRA ben più lontano: andò a letto con Tertulla, terriere a prezzi molto bassi. La relazione la moglie dell’alleato Crasso, definita da Ci- proseguì tra amore e amicizia, ma Cesare Il romano conobbe cerone «la più eletta tra le donne», e perfino non la sposò mai, e come ultima consorte la regina d’Egitto con Muzia, terza consorte di Pompeo, da cui preferì Calpurnia. quando giunse in quest’ultimo divorziò perché gli era stata quel Paese sulle infedele. Si unì insomma alle compagne dei Quanto a Cleopatra, non fu l’unica regi- tracce di Pompeo, suoi due colleghi triunviri. na a godere dei favori di Cesare, che si unì suo rivale. Olio anche a Eunoe della Mauritania dopo aver di Tiepolo. Si vociferava pure che nutrì un amore comprato regali sia a lei sia al marito Bogud. XVIII secolo. lungo e assai generoso per Servilia. Questa Tuttavia il suo amore per Cleopatra fu spe- Muzej-usad’ba era una patrizia vedova con cui Cesare ebbe ciale. Una passione che, secondo i romani, “Archangel’skoe”, un rapporto verso il 64 a.C. e il cui figlio, gli fece perdere il senno e infrangere ogni Mosca. Marco Giunio Bruto, sarebbe stato uno dei convenzione: organizzò feste che duravano suoi assassini. Allora sposato con Pompea, intere notti, intraprese un torrido viaggio Cesare regalò a Servilia una perla del valore lungo il Nilo, che fu costretto a interrompe- stimato di sei milioni di sesterzi e nel 48 a.C. re quando l’esercito gli chiese di recuperare 76 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC

FINE ART / ALBUM il proprio giudizio, e invitò la regina a recarsi se fine alla repubblica, lo dipingono come a Roma, dove fu accolta con freddezza e di- svilito dalla corruzione e dalla venalità, sprezzo dalla popolazione. intrappolato in un’ansia smisurata di glo- ria militare e di grandezza politica, nonché Scarsa virtù come scarsamente virtuoso perché,da vero discendente di Venere, si era abbandonato Al di là delle doti militari, Cesare si com- alle tresche amorose e aveva fatto sorge- portò sempre come un politico,e non come re insinuazioni sulla sua origine divina. un onesto e affidabile cittadino. Nella vita intima si adoperò a favore di matrimoni PEDRO ÁNGEL FERNÁNDEZ VEGA combinati e amicizie che sorreggessero STORICO. PROFESSORE PRESSO LA UNIVERSIDAD NACIONAL la sua carriera pubblica. Non si discostò quindi dai modelli della nobilitas, la clas- DE EDUCACIÓN A DISTANCIA (UNED-SANTANDER) se politica romana. Sfrenato in amore, fu forse in questa sfera che si mostrò più au- Per SAGGI tentico e spontaneo, cedendo alle proprie saperne inclinazioni. Le biografie su Cesare, poco di più Giulio Cesare favorevoli al membro dei populares che mi- Guido Clemente. Giunti, Firenze, 2021. Giulio Cesare Luciano Canfora. Laterza, Roma-Bari, 2006. Giulio Cesare Augusto Fraschetti. Laterza, Roma-Bari, 2013. STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC 77



ALBUM JUTTA GRUDZIECKI / STRALSUND MUSEUM Harald Dente Azzurro il grande re vichingo della danimarca Rude e implacabile, Harald Gormsson, detto Dente Azzurro, combatté ferocemente contro i suoi vicini e impose al proprio popolo la religione cristiana PAGANO E CRISTIANO A sinistra, una fibbia del tesoro di Hiddensee, dell’epoca di Harald Dente Azzurro. Stralsund Museum. Sopra, Harald proclama la sua fede cristiana. Piastra della chiesa di Tamdrup. Nationalmuseet, Copenaghen.

L’EUROPA NEL IX E NEL X SECOLO La mappa mostra le rotte delle scorrerie dei vichinghi nella loro epoca d’oro. Area di origine dei vichinghi Incursioni e linee di espansione (IX-X secolo) PIETRA Territori razziati Norvegesi Area di espansione vichinga in Russia Danesi DI JELLING Svedesi Gesù non è CARTOGRAFIA: EOSGIS.COM raffigurato su una croce, ma appeso a dei rami. Nationalmuseet, Copenaghen. U no dei resti più notevoli dell’e- unificò la Danimarca e svolse un ruolo cru- HEINER MÜLLER-ELSNER / LAIF / CORDON PRESS poca vichinga in Danimarca so- ciale nell’introduzione del cristianesimo no le famose pietre di Jelling, nelle terre danesi. Nel X e nell’XI secolo, le stele che il re danese Gorm e sia in Danimarca sia in altri territori nor- suo figlio Harald fecero erigere a dici, i piccoli regni vichinghi formatisi nei metà del X secolo nella località dello Jutland, secoli precedenti grazie alle ricchezze ot- che per un certo periodo fu la loro capitale. tenute dalle scorrerie nei mari del nord si Sulla più grande di esse, commissionata dal trasformarono gradualmente in monarchie figlio, compare l’iscrizione runica: «Il re Ha- centralizzate, soggette all’autorità di gover- rald fece erigere questo monumento in me- nanti prestigiosi e potenti. moria del padre Gorm e della madre Thyra». Quindi segue un elogio del sovrano: «Harald A questo processo politico se ne ac- che regnò sull’intera Danimarca e Norvegia compagnò un altro di carattere religioso: e convertì i danesi al cristianesimo». l’adozione del cristianesimo. I sovrani di Infatti Harald Gormsson, conosciuto Norvegia, Svezia e Danimarca divennero anche con il soprannome Blåtand (Dente re cristiani. Alcuni furono addirittura pro- Azzurro), passò alla storia come il re che clamati santi, come il norvegese Olaf II, lo svedese Erik IX e il danese Canuto IV. Così CRONOLOGIA 910 958 974 987 XIII secolo IL GRANDE All’incirca in Alla morte L’imperatore Harald muore Autori RE questo periodo di Gorm germanico in battaglia islandesi DANESE nasce Harald sale al trono Ottone II entra durante la guerra scrivono le Gormsson, danese il figlio in guerra con contro il figlio saghe che figlio di Gorm Harald Dente Harald e ne e successore, raccontano la il Vecchio. Azzurro. invade il regno. Svein. vita di Harald. 80 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC



IL RE DAI ISPIRAZIONE DENTI SCURI VICHINGA IL NOME DI RE HARALD è accompagnato per la pri- Il simbolo ma volta dall’appellativo Blåtand (Dente Azzurro) della tecnologia nel Chronicon Roskildense (Cronaca di Roskilde), un Bluetooth è stato testo latino che racconta la storia della Da- ideato da un nimarca dal IX secolo fino all’epoca in cui informatico che scrive l’autore (1143 circa), probabilmente aveva letto una un monaco di Roskilde. La traduzione di storia vichinga. Blåtand in “Dente Azzurro” è controversa. In norreno antico, il termine blár può significare L’ARCHIVIO “azzurro”, ma anche un colore più scuro, come il ISLANDESE blu notte. In ogni caso, il re Harald aveva pro- babilmente un dente più scuro del normale La storia vichinga a causa di qualche patologia. Al sovrano fu narrata da vichingo sono ispirati il nome e il logo della autori come tecnologia Bluetooth. Il logo combina infat- Snorri Sturluson ti le rune hagall e berkana , che corrispondono (a destra, una rispettivamente alle iniziali del suo nome, Harald, pagina tratta e al suo soprannome in inglese, Bluetooth. dalle sue opere). il mondo nordico – inclusa l’Islanda, che scritta dallo zio all’inizio del XIII secolo, ma BRIDGEMAN / ACI si convertì intorno all’anno 1000 – diven- l’influenza di questo modello è evidente in ne parte della mappa dell’Europa cristiana. molte parti del testo. Olaf probabilmente raccolse informazioni per la saga durante il La fonte principale per conoscere la vita suo soggiorno in Danimarca alla corte del e il regno di Harald Dente Azzurro è una re Valdemar II, morto nel 1241. saga scritta in Islanda nel XIII secolo, in- titolata Knýtlinga saga. Questa cronaca dei Un vichingo sul trono re di Danimarca nel Medioevo inizia con il regno di Harald nel X secolo e continua fino Mentre la Heimskringla inizia in tempi alla fine del XII secolo. Il titolo dell’opera leggendari con il viaggio del dio Odino da deriva dalla particolare attenzione dedicata Troia alla Scandinavia, la Knýtlinga si apre direttamente con l’ascesa al trono di Ha- a Knútr inn ríki, cioè Canuto il Grande, rald Gormsson. Questo perché l’origine un nipote di Dente Azzurro che mitica della linea reale danese era già stata nel 1016 fu proclamato re descritta in altri due testi: le Gesta Danorum d’Inghilterra dopo aver (Gesta dei danesi) di Saxo Grammaticus e invaso e occupato l’iso- la Skjöldunga saga, che narra gli albori della la. Probabilmente que- famiglia reale danese, da Odino a Gorm il sta cronaca dei sovrani Vecchio, padre di Harald. fu scritta dall’islandese Olaf Thordarson, nipote La saga descrive Harald come un prototi- del famoso storico e poeta po di re vichingo: «Era un sovrano potente, Snorri Sturluson. Il suo bellicoso e carismatico in battaglia». Evi- stile è lontano dall’a- denzia anche i suoi scontri con i popoli li- bilità narrativa del- mitrofi: alcuni nordici, come gli svedesi e i la Heimskringla, norvegesi; altri germanici, come i sassoni; la saga dei re vi- altri ancora slavi, come i venedi, che si sta- chinghi di Sve- bilirono nel nord delle odierne Germania zia e Norvegia e Polonia, tra i fiumi Oder ed Elba. La saga RITRATTO DI RE HARALD NELLA CATTEDRALE DI ROSKILDE, DOVE SI RITIENE SIA SEPOLTO. GETTY IMAGES



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Jelling, la prima capitale di Harald Blåtand la città di jelling, al centro della pe- resti maschili. Sebbene inizialmente si nisola dello Jutland, fu di grande impor- pensasse che fossero di re Gorm, ora tanza in epoca vichinga. A questo perio- si tende a scartare questa ipotesi. Si è do risalgono due tumuli, uno di 8,5 metri inoltre scoperto che le due colline erano di altezza (situato a nord 1 ) e l’altro di circondate da una serie di pietre che di- 11 metri (a sud 2). Al centro c’è una chie- segnava il profilo di un’immensa nave 5 sa costruita intorno al 1100 3 e di fronte di 350 metri di lunghezza, che evocava HEINER MÜLLER-ELSNER / LAIF / CORDON PRESS a essa le due famose pietre di Jelling 4, quella incaricata di trasportare i morti nel erette una da Gorm e una da Harald Den- Valhalla. Sono stati trovati anche i resti te Azzurro. Gli archeologi hanno scavato di una palizzata fatta probabilmente co- 3 entrambi i tumuli alla ricerca di sepolture. struire da Harald Dente Azzurro intorno In quello meridionale sono stati trovati al 970, per delimitare la sua corte. 2

PRISMA / ALBUM L’ IMPER ATORE OTTONE II Il monarca riceve l’omaggio di quattro province. Musée Condé, Chantilly. racconta che Harald s’impossessò di un morte del nipote, Dente Azzurro invase la JUTTA GRUDZIECKI / STRALSUND MUSEUM grande feudo nel territorio dei venedi, sul- Norvegia con il suo esercito e nominò un le rive del Baltico, dove fondò una fortezza, re vassallo, Håkon Sigurdsson, obbligando Jomsborg. Il territorio fu governato in no- l’intero Paese a versargli un tributo. me di Harald dall’esercito dei jomsvikingar, leggendari vichinghi adoratori di Odino e In guerra con l’impero Thor, famosi per le loro attività mercenarie e le loro scorrerie nel Baltico. Secondo la A sud, la Danimarca confinava con uno sta- Knýtlinga saga, «trascorrevano le estati de- to molto più potente dei regni vichinghi dicandosi alla razzia e durante l’inverno si della Scandinavia: il Sacro romano impero. ritiravano tranquillamente nelle loro case». Gli imperatori avevano combattuto i popoli germanici e slavi per molti decenni, con il Nel tentativo di estendere il suo pote- pretesto che in quanto pagani dovessero re, Harald prese di mira la Norvegia, do- essere convertiti al cristianesimo. Questa ve regnava il nipote Harald Gråfeld (Manto stessa giustificazione fu usata dall’impera- Grigio). Secondo le cronache, Dente Az- tore Ottone II di Sassonia per attaccare il re zurro ordì una cospirazione contro il sovra- di Danimarca nel 974. no norvegese, invitandolo in Danimarca e facendolo uccidere a tradimento. Dopo la A quel tempo, secondo la Knýtlinga sa- ga, «Harald non aveva alcuna intenzione di ASCIA VICHINGA SCOPERTA A MAMMEN, NELLO JUTLAND abbracciare la fede cristiana» e, con l’aiuto SETTENTRIONALE. NATIONALMUSEET, COPENAGHEN. delle truppe norvegesi, non solo respinse l’offensiva di Ottone, ma attraversò il con- ROBERTO FORTUNA & KIRA URSEM / NATIONAL MUSEUM OF DENMARK fine e conquistò alcuni territori imperiali. Quando però i norvegesi tornarono in pa- tria, Ottone riconquistò i territori perduti e oltrepassò il Danevirke, una linea difensiva di mura e trincee che fino a quel momento era stata la frontiera tra il mondo cristiano e quello pagano. 86 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC

Il tesoro di Hiddensee el 1873, sulla piccola isola di Hidden- Una collezione see, al largo della costa baltica della così preziosa ed Germania settentrionale, fu trovata elaborata poteva una collezione di 16 pezzi d’oro di epoca vi- appartenere solo a una per- chinga, tra cui una collana, una fibbia e dieci sona di rango molto elevato, pendenti. La lavorazione corrisponde al tipo probabilmente una donna, co- di oreficeria praticata nel mondo vichingo me si può evincere dalle carat- nel X secolo, anche se l’uso dell’oro puro è teristiche della fibbia e del girocollo. È stata eccezionale. Ciò che colpisce di più nella de- messa in relazione con Harald Dente Azzurro corazione dei manufatti è la combinazione perché il re danese aveva possedimenti in Ger- di elementi cristiani e pagani. Ad esempio, i mania settentrionale e potrebbe aver seppel- pendenti (come quello qui sotto) sono a forma lito il tesoro in uno dei suoi viaggi, ma forse di croce, ma nella parte superiore hanno una questo fu nascosto da uno dei molti pirati slavi testa di uccello con occhi sporgenti. che operavano nella zona. GIOIELLI E AMULETI AL TEMPO STESSO I pendenti sono a forma di croce, i cui bracci formano tre nuove croci tramite un intreccio in filigrana. La chiusura è decorata con la figura di una testa di uccello. I monili svolgevano probabilmente la funzione di amuleto.

TRA IRLANDA E DANIMARCA Questo drakkar (tipo d’imbarcazione vichinga) che naviga al largo delle scogliere di Dover (Inghilterra) è una ricostruzione moderna di una nave trovata nel 1962 nel fiordo di Roskilde, in Danimarca. L’originale fu costruito in Irlanda a metà dell’XI secolo.

WERNER KARRASCH / THE VIKING SHIP MUSEUM, DENMARK

LA CONVERSIONE DELLA NORVEGIA IN TUTTA LA SCANDINAVIA la costituzione OLAF II delle prime monarchie centralizzate fu legata all’instaurazione del cristianesimo. La Norve- IL SANTO gia ne è un chiaro esempio. La prima unifica- zione del Paese ebbe luogo alla fine del IX se- Il re norvegese colo sotto Harald Bella Chioma. Nelle saghe fu canonizzato islandesi questo personaggio è raffigurato co- dopo la sua me un re tirannico che costringe molti jarl a la- morte, avvenuta sciare il Paese per cercare fortuna in altre terre, nel 1030. Pala come l’Islanda. Circa un secolo dopo, nel 970, di Nidaros, Harald Dente Azzurro assunse brevemente il Trondheim. controllo della Norvegia e cercò di favorirne la cristianizzazione, come già aveva fatto in ORONOZ / ALBUM SPADA Danimarca. Tuttavia, fu Olaf Tryggvason che, quando diventò re di Norvegia nel 995, fece VICHINGA costruire la prima chiesa. La cristianizzazione della Norvegia si concluse durante il regno di In basso a Olaf II (1015-1030). sinistra, una spada della fine INTERFOTO / AGE FOTOSTOCK dell’VIII secolo trovata sull’isola danese di Selandia. Nonostante ciò che sostiene la Knýtlinga si misero a discutere di religione, e Poppone saga, la conversione di Harald al cristiane- affermò che esisteva un unico vero dio, e simo era avvenuta probabilmente qualche che quelli che i danesi chiamavano dei era- anno prima dello scontro, intorno al 965. no in realtà demoni. Harald, «che era no- Il resoconto più dettagliato di questo epi- to per saper ascoltare bene, ma per parlare sodio si trova nelle Res Gestae Saxonicae, molto lentamente», chiese a Poppone se scritte da Vitichindo di Corvey nella se- fosse disposto a dimostrargli la sua fede. Il chierico accettò. Il giorno dopo il re fece conda metà del X secolo. Vitichindo mettere sul fuoco una grande barra di fer- inizia mettendo in chiaro che pri- ro e chiese a Poppone di prenderla a mani ma della conversione pubblica nude. Il sacerdote tedesco afferrò la barra e del sovrano i danesi erano in quindi mostrò al re le mani illese, a riprova realtà già cristiani, ma conti- della sua fede. In seguito a questo evento, nuavano a venerare i loro dei Harald decretò che in Danimarca si vene- secondo le proprie antiche tra- rasse unicamente il dio cristiano. dizioni. Consideravano Cristo una di- Una conversione faticosa vinità, sostenendo però che ci fosse- ro altri dei estremamente potenti, in L’esempio di Harald si diffuse a tutto il po- grado di manifestarsi attraverso segni polo, anche se il processo non fu facile e si generarono delle resistenze, com’è dimo- e prodigi molto più evidenti. strato da un episodio della Knýtlinga saga. Secondo il racconto di Vi- Dopo la sua conversione, Harald costrinse anche il re vassallo norvegese Håkon Si- tichindo, Harald ricevette un gurdsson e i suoi uomini, che si trovavano giorno la visita di un sacerdo- te della cattedrale di Colonia di no- me Poppone. Il sovrano e il chierico ARNOLD MIKKELSEN / NATIONAL MUSEUM OF DENMARK DEA / GETTY IMAGES Il chierico Poppone dimostrò ad Harald la sua fede in Cristo prendendo in mano un ferro rovente

Il battesimo di Harald Dente Azzurro in questa piastra d’oro il re apparteneva alla decorazione Harald Dente Azzurro viene di un reliquiario. Altre due battezzato per immersione piastre illustrano la prova del dal missionario tedesco Pop- ferro rovente con cui Poppone pone. Il manufatto fa parte di convertì Harald. L’opera fu re- una serie di rilievi che ornava alizzata nel XII secolo ed è og- l’altare della chiesa di Tamdrup gi conservata presso il Museo e che probabilmente in origine nazionale danese. IL BATTESIMO DI HARALD. CHIESA DI TAMDRUP. NATIONALMUSEET, COPENAGHEN.

CIMITERO VICHINGO L’insediamento vichingo di Lindhom Hoje, nel nord della penisola dello Jutland, fu abbandonato nel XIII secolo. Rimane una necropoli di circa 700 sepolture, molte delle quali sotto tumuli circondati da pietre che tracciano il profilo delle navi che portavano i defunti nell’aldilà.

HEINER MÜLLER-ELSNER / LAIF / CORDON PRESS

GLI DEI VICHINGHI LA PIETRA DI GOTLAND A SANDA, IN SVEZIA, MOSTRA GLI DEI NORRENI ODINO, THOR E FREYR. ALBUM presso la corte danese, a farsi battezzare. poetici in cui veniva ridicolizzato. Prima MIKKEL JUUL JENSEN / SPL / AGE FOTOSTOCK Mise inoltre a disposizione di Håkon dei di passare all’attacco, però, «ordinò a uno sacerdoti che andassero con lui nelle sue stregone di fare un viaggio magico verso terre per battezzare tutti i norvegesi. l’isola per raccogliere informazioni». Alla fine rinunciò all’impresa perché il suo in- Ma dopo essersi congedato dal re Harald, viato gli disse che l’isola era troppo distante Håkon si recò nel luogo in cui Harald Grå- e abitata da creature mostruose. feld era stato ucciso a tradimento e costrinse tutto il clero a sbarcare. Quindi abiurò la fede Guerra civile in Danimarca cristiana e tornò in Norvegia, dove fece su- bito grandi sacrifici agli dei nordici. Harald Il cristianesimo non fu l’unica imposizione reagì con furia e guidò una spedizione che di Harald al suo popolo. Per rendere sicuri i devastò l’intera costa norvegese, costrin- confini del regno e allo stesso tempo con- gendo gli abitanti a rifugiarsi nelle foreste trollare e amministrare meglio il territo- e sulle montagne circostanti. Tuttavia, non rio, Dente Azzurro fece costruire numerose appena questi tornò in Danimarca con le sue fortificazioni circolari, i cosiddetti trelle- truppe, Håkon riprese il controllo della Nor- borg. Le dimensioni di queste imponenti vegia e smise di versare tributi ad Harald. costruzioni difensive costrinsero a usare come forza lavoro i guerrieri che normal- Un fatto curioso riferito dalla Knýtlinga mente formavano il seguito dei nobili vi- saga mostra che la conversione di Harald chinghi, gli jarl, tra i quali si diffuse il mal- non aveva affatto estirpato le antiche cre- contento verso quello che consideravano denze pagane del re. Mentre era in Norve- un abuso del potere regale. gia, Dente Azzurro prese in considerazio- ne l’ipotesi d’invadere l’Islanda, perché gli Questo spiega gli eventi che precipita- era giunta notizia di alcuni componimenti rono la fine del regno di Harald. Quando Per valutare se invadere l’Islanda, Harald «ordinò a uno stregone di fare un viaggio magico verso l’isola» 94 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC

Una fortezza del re di Danimarca questa ricostruzione di un altezza, all’interno della quale forte circolare vichingo corri- c’erano 16 grandi case allungate sponde a quello che esisteva a e altre di dimensioni inferiori, Trelleborg, sull’isola danese di nelle quali vivevano all’incirca Selandia, da cui questo tipo di 1.300 persone. L’analisi dei resti fortificazione prende il nome. lignei ha permesso di datarne la Era circondato da una palizza- costruzione al 981, alla fine del ta di legno di cinque metri di regno di Harald Dente Azzurro.

CRISTIANIZZATI HEINER MÜLLER-ELSNER / LAIF / CORDON PRESS Una croce cristiana decora il martello del dio Thor (a destra); entrambi gli elementi appaiono in uno stampo per fusione (sopra). suo figlio Svein Tveskaeg (Barba Forcu- Nel periodo di pace e stabilità che ne se- ta) era ancora un ragazzo, pretese dal padre guì, le fortezze che Harald aveva costruito una parte del regno. Harald rifiutò di ce- furono abbandonate perché erano troppo dergliela perché, secondo la Knýtlinga saga, costose da mantenere. «era il figlio di una concubina e non provava per lui alcun affetto». Una volta diventato La Knýtlinga descrive Harald allo stes- adulto, tuttavia, Svein decise di agire come so modo degli eroi vichinghi delle saghe. i vichinghi avevano sempre fatto. Radunò Come loro era audace, infaticabile, pron- alcune navi e una buona milizia, probabil- to alla battaglia e al saccheggio e avido di mente reclutata tra gli avversari di Harald, potere e fama. Harald era un uomo rude e e intraprese delle scorrerie in Danimarca e incolto, due tratti che aveva ereditato dal in altri Paesi. padre Gorm e trasmesso a sua volta al figlio Svein. La conversione al cristianesimo non L’ultima battaglia dovette generare cambiamenti profondi nel suo carattere. I continui litigi e tradimenti Furioso, Harald reagì alla provocazione lan- all’interno della sua stessa famiglia, come ciandosi contro il figlio alla testa del pro- l’omicidio di suo nipote e la guerra con suo prio esercito. Scoppiò una guerra civile in figlio, fanno pensare all’Amleto di Shake- piena regola in cui si registrarono diversi speare e alla famosa sentenza: «C’è del mar- scontri. In uno di questi, le truppe di Harald cio in Danimarca». riuscirono a prevalere su quelle di Svein, ma una freccia ferì gravemente Dente Azzurro, INÉS GARCÍA LÓPEZ che morì poco dopo. Era il novembre del UNIVERSITÀ ROVIRA I VIRGILI (TARRAGONA) 987. Fu il primo re danese a essere sepolto in terra consacrata nell’antica chiesa di le- Per SAGGI NIELS MELANDER / ALAMY / ACI gno di Roskilde, anche se la sua tomba non saperne si è conservata fino a oggi. Morto il padre, di più I Vichinghi Svein divenne il nuovo re di Danimarca e Rudolf Simek. Il Mulino, Bologna, 2020. riuscì a ricomporre il rapporto con gli jarl. L’epopea dei Vichinghi Rudolf Pörtner. Odoya, Bologna, 2020. Le tradizioni nordiche. Dèi e culti del grande nord Massimo Centini. Xenia, Milano, 2006. 96 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC

CATTEDRALE DI ROSKILDE Questa chiesa gotica fu eretta intorno al 1200 sul sito di una chiesa precedente in cui fu sepolto Harald Dente Azzurro, che fece di Roskilde la capitale del suo regno.

IL TEMPLOIL GIOIELLO DI TENOCHTITLAN Nel cuore della capitale degli aztechi, o mexica, si trovava un’imponente piramide dedicata ai loro due grandi dei, Tlaloc e Huitzilopochtli, ai quali veniva offerto il sangue di migliaia di vittime sacrificali

MAYOR IL TEMPIO RIESUMATO A partire dal 1978 gli archeologi hanno riportato alla luce la parte inferiore del templo Mayor azteco. Le differenti scalinate visibili nell’immagine corrispondono ai vari ampliamenti dell’edificio. PETER ESSICK / NATIONAL GEOGRAPHIC IMAGE COLLECTION

CRONOLOGIA L’ombelico dello stato azteco 1325 I mexica fondano la loro città e costruiscono un semplice tempio in onore del loro dio patrono, Huitzilopochtli, nel cuore di Tenochtitlan. 1440-1469 Sotto il regno di Moctezuma I vengono realizzati diversi ampliamenti e abbellimenti del templo Mayor. 1486-1502 Ahuizotl fa un’importante ristrutturazione dei quattro lati del tempio, che viene inaugurata nel 1487 con numerosi sacrifici. 1521 LA CADUTA DI L’ 8 novembre 1519 Hernán Cortés e i suoi uomini misero piede per Dopo la caduta di TENOCHTITLAN la prima volta a Tenochtitlan. Tenochtitlan, le pietre del Ammaliati dalla grandezza del- centro cerimoniale vengono Quest’olio anonimo la città e dalla sua ottima posi- utilizzate per costruire gli del XVII secolo zione, la descrissero in toni elogiativi. Ma edifici della Nuova Spagna. ricostruisce un edificio attirò la loro attenzione più di l’assalto alla ogni altro: l’imponente templo Mayor. Lo 1978 capitale azteca da stesso Hernán Cortés, nella seconda delle parte delle truppe cinque lettere che indirizzò all’imperatore La scoperta del monolito di Hernán Cortés, Carlo V, notava che, nonostante il gran nu- della dea Coyolxauhqui che si dirigono mero di templi nella città, ce n’era uno che spinge a realizzare gli scavi verso il grande si distingueva dagli altri, e nessuna lingua dell’antica struttura del tempio sullo sfondo umana poteva «raccontarne la grandezza e templo Mayor. dell’immagine. le peculiarità». Qualche decennio più tar- Collezione privata. di, il cronista Diego Durán ricordava che il STATI UNITI templo Mayor aveva un suo cortile, con un recinto di serpenti scolpiti in pietra, sulla Golfo del sommità due santuari imbiancati a calce e decorati con fregi neri e rossi che da sotto M E S S I C O Messico avevano «un’aria strana» e, sopra di essi, «alcune merlature molto eleganti scolpite Città 20°N in forma di lumache […] che deliziavano lo del Messico sguardo e abbellivano la città». MORELOS (Tenochtitlan) Mar dei Caraibi Veracruz HONDURAS GUERRERO OCEANO OAXACA AMERICA PA C I F I C O GUATEMALA CENTRALE NGM MAPS 0 km 600 90°o NGM MAPS 100 STORICA NATIONAL GEOGRAPHIC


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