LA VITA MILITARE DICAVOUR Da Torino a Bard Marcello MARZANIL’avversione di Camillo Cavour i fatti da questa prospettiva è legittimo ri- per la disciplina, la sua indole tenere come i periodi di isolamento vissuti inquieta e l’ostilità nei confronti nelle fortezze di confine e la permanenzadi qualunque forma di costrizione trovano nelle guarnigioni di Genova e Torino, ab-riscontro in tutti i resoconti biografici del biano giocato un ruolo determinante nellaConte. Fanciullo intelligente ma che ha in formazione intellettuale di quello statistaorrore lo studio, adolescente esuberante e che, prima di altri, ha maturato un’innova-restio a sottostare alle regole, Cavour non tiva idea di Italia e di Europa.incarna certo l’archetipo di individuo vo- La formazione militaretato al mestiere delle armi. Obbligato dalle Camillo Cavour nasce a Torino il 10 agostocircostanze di famiglia a intraprendere la 1810. Rampollo di una influente famigliacarriera militare, forse consapevole di non dell’aristocrazia piemontese vicina alla cor-possederne l’autentica vocazione, indos- te, con ramificazioni nell’alta società d’ol-serà comunque con decoro l’uniforme di tralpe e saldamente legata all’élite napoleo-ufficiale del Genio. Maturata la decisione nica, il futuro statista palesa sin dai primidi lasciare i ranghi dell’esercito, seppure anni di vita un’indole estroversa e vivace:apertamente critico nei confronti dell’at- l’opposto di quella del fratello Gustavo, dimosfera di ancien régime che contamina an- quattro anni più grande, riservato, riflessi-che le istituzioni militari, non nasconderà il vo e più incline allo studio. L’incontenibiledispiacere di lasciarsi alle spalle volti e luo- esuberanza di Camillo diverte e allo stessoghi conosciuti durante il servizio ma, più di tempo preoccupa i familiari che, a fatica,ogni altra cosa, l’opportunità di rendersi uti- tengono a bada una personalità nella qualele allo Stato. Ripercorrere le principali tappe si scorgono le tracce di una forte autostimadelle vicende militari cavouriane è utile per al limite con la presunzione. La condizionecogliere appieno i tratti di una personalità di figlio cadetto, economicamente sfavore-complessa e singolare; il decennio trascorso vole, e le illustri tradizioni militari di fami-nell’esercito nonostante i momenti di rifiu- glia indirizzano Cavour verso l’inevitabileto, di sconforto e di esplicita insofferenza, destino del mestiere delle armi; il 30 aprileha infatti contribuito alla crescita culturale 18201, a soli nove anni, Camillo Benso varcae umana di Camillo Cavour. Analizzando dunque la soglia della Reale Accademia Mi- 99
L’Accademia Militare di Torino in una immagine degli anni ’30 (Archivio Scuola di Applicazione)litare di Torino. La scuola che lo accoglie è brigate, comandate da un ufficiale cuisituata in via della Zecca, l’attuale via Ver- spetta il titolo di Prefetto. Ciascuna brigatadi, ed è più simile a un collegio religioso comprende due squadre, ciascuna guidatache a un istituto di formazione militare in da un aiutante che sovrintende alla quoti-senso stretto. Erede della seicentesca Rea- diana e rigorosa alternanza di studi, gin-le Accademia di Savoia concepita da Carlo nastica ed esercizi religiosi. Il corso, dellaEmanuele II e da Maria Giovanna Battista durata di otto anni – nove per le cosiddettedi Savoia Nemours quale polo culturale di “armi dotte” – si conclude con la nomina arespiro europeo2, l’Accademia Militare sa- sottotenente di fanteria o cavalleria, oppu-bauda nata all’indomani della Restaura- re luogotenente del genio o di artiglieria.zione ne conserva solo in parte le tradizio- In Accademia regnano severità e rigore.ni. Istituzione controllata dai dicasteri Le punizioni, l’assenza di periodi di vacan-dell’istruzione, della guerra e dal clero, za, la pedanteria di certi precettori sononon svolge più il ruolo di prestigiosa scuola solo in parte mitigate da qualche passeg-per gentiluomini, ma diviene una sorta di giata, dalle periodiche rappresentazioniseminario deputato alla sola istruzione dei teatrali, dai soggiorni in campagna e da unfuturi Quadri dell’esercito piemontese. I sistema di riconoscimenti, cifre reali eduecento allievi ammessi con approvazio- note d’onore, concepito per suscitare negline del sovrano sono suddivisi in quattro allievi un sano spirito d’emulazione. Ca- 100
La vita militare di Camillo Benso Conte di Cavourvour durante il primo anno di Accademia sicomporta correttamente, è diligente e piut-tosto disciplinato, ma dal 1821 alterneràzelo e profitto con atteggiamenti reprensi-bili, nei quali si mescolano esuberanza gio-vanile, indisciplina e talvolta aperta ribel-lione. Eppure l’ambiente in cui si trova nongli è del tutto estraneo: il direttore dell’isti-tuto, Cesare Saluzzo di Monesiglio è unamico di famiglia3 e fra gli insegnanti vi èl’Abate Giovanni Frézet, docente di france-se e precettore dei Benso. Il giovane Camilloottiene la gratifica di “caporale di scuola”,“sergente di matematica e filosofia”, ma su-bisce anche le “sequestrazioni”, gli “arrestimaggiori” e riceve le “note rosse” per gliscarsi risultati negli esercizi di calligrafia; inquesta perenne oscillazione fra buoni risul- Lettera di nomina a Paggio d’onoretati e insuccessi scolastici i biografi più at- (Archivio Scuola di Applicazione)tenti scorgono i precoci segni di una perso-nalità ostinata e ribelle, incapace di luglio 1824 Camillo ottiene il privilegio disopportare a lungo imposizioni e vincoli. I indossare l’uniforme scarlatta, ma la suacardini attorno ai quali ruotano gli insegna- proverbiale insofferenza verso ogni formamenti impartiti alla Reale Accademia Mili- di costrizione lo induce a replicare alle con-tare sono la stretta osservanza dei dettami gratulazioni del marchese Claudio Somma-religiosi e il culto per la dinastia; fra gli allie- riva con un sarcasmo che suscita irritazio-vi vengono individuati i paggi d’onore, una ne a corte e imbarazzo in famiglia. L’episodioventina di studenti particolarmente meri- viene ricordato da William De La Rive, cu-tevoli ai quali è concesso il privilegio di ser- gino ginevrino di Cavour il quale, alla do-vire a corte in tenuta scarlatta, da cui il so- manda sulla foggia dell’abito, a trent’anni diprannome di “Gamberi Rossi”. La retta distanza si sente rispondere: “... come voleteviene sostenuta dalla corona e, in aggiunta che fossimo vestiti se non come dei lacchéal prestigio di far parte di una élite a diretto quali eravamo. Ne arrossivo di vergogna”.contatto con il sovrano, la condizione di Una veemente reazione a riprova della in-paggio costituisce il primo passo verso una nata repulsione del Conte per obblighi e do-brillante carriera nella burocrazia statale. veri reputati umilianti e che egli adempieGrazie all’abilità diplomatica del padre, il 9 “malamente e con poco garbo”. Piuttosto 101
gna a pensare”. Il cadetto colleziona successi in algebra, trigonometria, fisica, chimica e il 30 luglio 1826, a soli quindici anni, può in- dossare i gradi da sottotenente d’Armata. Di lì a poco supera brillantemente gli esami necessari a divenire luogotenente del Cor- po Reale del Genio, nomina conferitagli il 16 settembre 1826. Le eccellenti votazioni ottenute in fortificazione permanente e campale, ponti-batterie, calcolo, tattica, strategia, attacco e difesa delle piazze, ar- chitettura civile e storia gli valgono il se- condo posto in graduatoria. A conclusione del tirocinio presso la Scuola di Applicazio- ne del Corpo Reale del Genio, presumibil- mente fra febbraio 1827 e settembre 1828,Ritratto del giovane Camillo Benso Cavour elabora uno studio sul tiro di arti- glieria en ricochet, una tecnica che sfrutta ibravo in francese, mediocre in italiano e ca- rimbalzi del proietto dopo il primo impattorente in condotta, Camillo si diletta con il per colpire obiettivi in profondità. Le ine-violino ed eccelle in matematica, disciplina sattezze presenti nel manoscritto, legatefondamentale per gli ufficiali del Genio, alla complessità dell’argomento analizzato,arma da lui prescelta e della quale diviene non sminuiscono il valore di una indaginecadetto nell’aprile del 1824. Cavour impar- scientifica reputata di eccezionale qualità.tisce occasionalmente ripetizioni di aritme- Indossati i galloni da ufficiale del Genio, Ca-tica ai compagni meno abili e il suo talento millo si libera finalmente dal giogo dell’Ac-attira l’attenzione di Giovanni Plana4, ma- cademia, istituzione nei confronti dellatematico e astronomo. Invitato a seguire le quale manifesta una crescente insofferen-orme del celebre Lagrange, con una schiet- za nonostante vi abbia maturato una gran-tezza disarmante Camillo Benso risponde a de amicizia, quella con il barone SeverinoPlana come sia più conveniente occuparsi Cassio. Cavour è affascinato dalla cultura edi economia politica piuttosto che di mate- dalla personalità di questo giovane di trematica. Ciò nonostante il Conte terrà sem- anni più grande, ma le simpatie liberali epre in grande considerazione questa mate- repubblicane di Cassio preoccupano il pa-ria tanto che, già adulto, dirà al cugino dre Michele che finirà col vietare a CamilloWilliam: “La mia testa deve molto alla ma- di frequentare l’amico. Prima che il giovanetematica. Ecco ciò che forma la testa e inse- Cavour lasci l’Accademia accade un episo- 102
La vita militare di Camillo Benso Conte di Cavourdio legato ancora una volta allo status di giornali, saggi storici e politici più adatti apaggio e destinato a suscitare più clamore e soddisfare la sua crescente curiosità intel-scandalo del precedente. In occasione del lettuale. Allontanati gli elementi vicini aglisuo ultimo impegno a corte, Cavour non ri- ambienti rivoluzionari e assieme a essi gliesce a fare a meno di esprimere la propria ufficiali che per le simpatie liberali destava-soddisfazione per l’abbandono di quella “li- no il sospetto di tramare contro l’Austria,vrea da gambero”; la voce giunge all’orec- l’esercito piemontese era stato relegato alchio di Carlo Alberto che, bollato come “gia- ruolo di strumento repressivo per il man-cobino” l’atteggiamento di Camillo, ne tenimento della sicurezza e dell’ordine in-dispone l’allontanamento dalla corte con terno al Regno. Una inerzia che affligge Ca-grande disappunto dei Benso. Il sovrano vour il quale, nei confronti della Direzionevorrebbe anche radiare Cavour dal Corpo Genio, esprime un giudizio impietoso: “nondel Genio, ma l’intervento del Marchese di si faceva praticamente nulla” ed egli vi “per-Boyl5, il quale minaccia a sua volta di rasse- deva pressappoco il suo tempo”. Rientra-gnare le dimissioni, si rivela provvidenzia- to in servizio dopo una pausa di circa duele: Camillo può proseguire la carriera mili- mesi per questioni familiari, nell’ottobre deltare. Si tratta di una vicenda dai contorni 1828 Cavour viene destinato a Ventimigliaincerti, ma nella sostanza ritenuta attendi- ove è in costruzione la fortezza a difesabile dagli storici che vi intravedono i primi dei confini occidentali del Regno. Il diciot-segnali della compromissione dei rapporti tenne ufficiale del Genio collabora con ilfra Cavour e i Savoia. Colonnello Malaussena, il Tenente Colon-Le fortezze al confine nello Podestà e il Cavalier Salins incaricatiPromosso luogotenente di seconda classe, di realizzare uno sbarramento in grado didopo un periodo di licenza per malattia, il ostacolare eventuali tentativi di penetra-10 febbraio 1827 Cavour viene assegnato zione dei francesi verso la pianura Padana.alla Direzione genio di Torino ove presterà Cavour, che stringe buoni rapporti con iservizio per i sei mesi successivi occupan- commilitoni e gli abitanti del luogo, in unadosi di meccanica e matematica. Non vi lettera inviata allo zio si premura di sottoli-sono certezze sulle autentiche aspirazioni neare i meriti degli ufficiali del Genio i qua-di Cavour, se egli intendesse abbracciare li, erigendo fortificazioni, allontanerebberodefinitivamente il mestiere delle armi o se, le guerre prolungando i periodi di pace. Lagià allora, lo reputasse una scelta di vita vita militare tuttavia non affascina Camilloprovvisoria. L’esercito sabaudo all’indo- che, rivolgendosi allo zio, ammette di nonmani dei moti del ’21 probabilmente non essere intenzionato a trascorrere la propriastimola l’entusiasmo del giovane ufficiale vita nel Genio. A Ventimiglia accade unche, già negli ultimi anni d’Accademia, al- episodio curioso, riferito da Domenico Bertiterna gli studi tecnici con l’avida lettura di biografo del Conte. Un certo frate Pianavia, 103
L’esercito piemontese nello scontro di Sommacampagnaautore di un omicidio passionale, per sot- 1829 raggiunge l’alta Valle dell’Arc, vicinotrarsi alla giustizia si rifugia nel convento a Modane, a fianco del Capitano Damianodell’Annunziata. Il braccio di ferro fra il Sauli che dirige i lavori di edificazione deiforo civile e quello ecclesiastico vede pre- forti di Leissellon, progettati per difenderevalere quest’ultimo per un vizio di forma; il Moncenisio. La prima impressione nonil religioso, nonostante l’evidente colpevo- è delle migliori e Cavour lamenta il “tem-lezza, rientra impunito fra le mura mona- po da cani” e la cucina “appena accettabile”.stiche con grande disappunto di Camillo Camillo soffre così tanto la solitudine – perBenso che, sostiene il Berti, di fronte a una raggiungere Modane occorrono quasi duepalese ingiustizia rafforza i propri senti- ore di cammino – da valutare addiritturamenti liberali e la contestuale avversione l’ipotesi di commettere un gesto estremo.per il clero. Il 25 febbraio 1829 Cavour la- In questo stato emotivo particolarmentescia Ventimiglia per recarsi a Exilles ove si fragile gli viene in aiuto l’antico precet-sta completando la fortificazione a cavallo tore, l’Abate Frézet, il quale suggerisce aldella via per il Fréjus. Il soggiorno in questa giovane luogotenente di non dimenticarelocalità è breve e all’insegna di una palpa- come Leissellon sia soltanto una tappa,bile solitudine, mitigata solo in parte dalla per quanto infelice, della vita e di cercarelettura dei giornali e dei libri che il fratello conforto nella lettura e nell’arricchimen-Gustavo riesce a fargli recapitare. A giugno to culturale. Le prolungate permanenze 104
La vita militare di Camillo Benso Conte di Cavourin luoghi isolati, la lontananza dagli amici luogo ligure che incontra Anna Giustinia-e da ambienti intellettualmente stimolanti ni Schiaffino, protagonista di una vicendaacuiscono in Camillo Benso la disaffezio- tragica e romantica7. Cavour nei giorni dine per una carriera, quella militare, che lo Genova vive un’ardente passione politica,costringe ad assolvere compiti “straordina- coltiva opinioni estreme e non manca diriamente noiosi” e “senz’altra distrazione confrontarsi con il radicale repubblicane-[...] di andare qualche volta a giocare al gio- simo di Anna Giustiniani affettuosamenteco intelligente e istruttivo della tombola”6. chiamata Nina. Pur non venendo meno alDietro le lagnanze per gli inevitabili disagi giuramento da ufficiale il Conte conoscedel mestiere delle armi è tuttavia verosimi- numerosi esponenti mazziniani e carbo-le che si celi la vera ragione che, di lì a bre- nari, giungendo ad assumere posizioni dive, spingerà Cavour ad abbandonare defi- palese avversione nei confronti dei regiminitivamente l’uniforme: l’avversione per i restaurati. Particolare non trascurabile,principi politici del regime sabaudo, per il Camillo a Genova ritrova il vecchio com-conservatorismo di quella stessa corte che, pagno d’Accademia Severino Cassio con ilda adolescente, suscitò in lui la sua brusca e quale condivide l’entusiasmo per i venti ri-arrogante presa di posizione contro l’istitu- voluzionari che lambiscono la Liguria. Allato dei paggi. caduta dei Borboni non è certo se, insiemeGenova a Cassio, senza giubba e con le manicheAl termine di un congedo di tre mesi tra- rimboccate, Camillo abbia davvero gridatoscorso in parte a Torino e in parte in Svizze- “Viva la Repubblica! Abbasso i tiranni!” cor-ra, il 29 marzo 1830 Cavour viene destinato rendo lungo i corridoi della caserma bran-alla Direzione del Genio militare di Genova, dendo un tagliacarte come fosse un pugna-città presso la quale avrà modo di frequen- le; è tuttavia verosimile pensare come intare ambienti più consoni alla sua indole e questa fase della vita si faccia sempre piùai suoi interessi. Il giovane ufficiale è sedot- strada nella sua mente l’idea che sia oramaito da una Genova, “magnifica”, “inondata inevitabile la lotta fra i “partigiani dei lumi”di sole”, animata dal fervore commerciale e i protagonisti della Restaurazione, bollatie attraversata dalle inquietudini legate alla dal Conte come “fautori dell’oscurantismo”.recente annessione al Regno di Sardegna. Un’idea alla quale corrisponde la consape-Cavour è affascinato dalla vivacità intel- volezza che, per uno con le sue idee, nonlettuale del popolo genovese e stringe im- ci sia più spazio nei ranghi dell’esercito sa-mediatamente legami con gli esponenti baudo.dell’aristocrazia e della borghesia mercan- Addio alle armitile liguri. Camillo Benso frequenta i salotti Il periodo vissuto da Cavour “di forte in for-dei nobili Pallavicini, dei commercianti di te” è costellato di periodi bui nei quali egliorigine fiamminga De La Rue ed è nel capo- non lesina aspre critiche contro la stessa 105
società torinese, accusata di soggiace- tre anni prima, aveva iniziato la propriare a un’inaccettabile inerzia intellettua- avventura di ufficiale. Le simpatie liberalile. Nella spasmodica ricerca di emozioni di Camillo avevano più volte indispettito ilche fungano da surrogato alle passioni genitore che, in uno dei tanti litigi, minac-politiche, Camillo si dedica al gioco d’az- cia di mandare il futuro statista “a morirezardo e al corteggiamento delle donne, di fame in America”. Questa volta però ilespedienti per sfuggire all’angoscia di un Marchese Michele mette da parte l’intran-isolamento fisico e spirituale. La parente- sigenza e agisce con tutta la diplomazia esi genovese, se da un lato apporta nuova l’autorevolezza che lo contraddistinguo-linfa al tormento intellettuale di Camillo no. Allo scopo di salvaguardare la reputa-Benso, dall’altro accresce dubbi e insoffe- zione del figlio e della famiglia, Michele farenza per i princìpi politici ai quali si ispira in modo che Camillo lasci Torino alla voltala corte che egli serve in armi. Non solo: dei “frigidi silenzi” del forte di Bard. Unale pericolose frequentazioni di Cavour, la sorte simile attende il focoso Cassio che,sua simpatia nei confronti degli ambien- allontanato dai fermenti liberali genovesi,ti liberali non passano inosservate e la è destinato a Fenestrelle. Cavour giungesua lealtà nei confronti del Regno suscita nella fortezza che presidia il valico fra Pie-sempre maggiori perplessità. Insofferenza monte e Valle d’Aosta il 6 marzo 1831, de-per la condotta politica dei Savoia e con- ciso a non compromettere il proprio onoresapevolezza delle ombre che offuscano la e rattristato dall’insuccesso dell’insurre-sua figura di ufficiale spingono Camillo a zione polacca. La permanenza di Camillocompiere la scelta definitiva: lasciare l’e- Benso a Bard è una sorta di quarantenasercito. Il 2 dicembre 1830 Cavour, rivol- in una fortezza Bastiani nella quale, anzi-gendosi al padre, afferma: “io non posso in ché attendere l’arrivo dei Tartari di Buz-coscienza continuare a servire con le mie zati, il giovane ufficiale deve attendere ilopinioni”. Meglio occuparsi di agricoltura, momento più opportuno per il congedo.continua il diciannovenne Camillo, met- A Bard non c’è molto da fare: gli studi deltendo in pratica le nozioni di economia e Capitano Antonio Olivero, incaricato discienze morali apprese sino ad allora. A progettare la difesa del sito, non hanno laquesto punto non è chiaro se a prevalere necessaria copertura finanziaria e l’alter-sia il saggio interessamento del padre o nativa alla sorveglianza del cantiere sonola prudenza delle gerarchie militari, ma le lunghe passeggiate e le partite ai taroc-il risultato è immediato: il 15 dicembre del chi con gli imprenditori. Cavour, sempre1830 Cavour, nel frattempo promosso luo- più insofferente nei confronti della pro-gotenente di prima classe, viene richiama- pria posizione, il 31 ottobre 1831 ottieneto a Torino e rientra nei ranghi della stessa di rientrare a Torino e finalmente trova ilDirezione del Genio militare dalla quale, coraggio di chiedere esplicitamente al pa- 106
La vita militare di Camillo Benso Conte di Cavour Il forte di Barddre di potersi congedare non essendogli più di Grinzane, minuscolo paese delle Langhepossibile continuare “à servir d’une manière del quale sarà primo cittadino per diciasset-honorable”. L’istanza di congedo, condivisa te anni. Per fortuna angoscia e afflizionedalla madre e dal fratello Gustavo, viene lasciano ben presto spazio a nuove energieaccolta il 12 novembre dello stesso anno, con le quali Cavour saprà affrontare unadata in cui il ministro della Guerra dispensa vita al servizio dell’Italia e colmare la delu-il giovane ufficiale dal servizio militare per sione di essersi lasciato alle spalle la carrie-“gl’incomodi di salute da cui trovasi afflitto”, ra militare.con la “concessione dell’uniforme stabilito Conclusionipel totale dell’Esercito” non avendo “stima- La parabola di Camillo Benso in uniforme sito di conservagli la Divisa del Corpo a cui conclude a distanza di undici anni dall’in-appartiene8”. Quello che segue, per il giova- gresso in Accademia. Una parentesi di vitane Benso, è forse il periodo più buio della nella quale Cavour ha modo di confrontar-vita. Privato temporaneamente del diritto si con il rigore dell’educazione, il tedio delladi soggiornare a Ginevra, pentito di esser- burocrazia militare, i disagi delle guarni-si inimicato gran parte delle persone che lo gioni di frontiera, ma anche con l’amiciziacircondano, intimamente convinto del suo dei commilitoni, l’insegnamento di grandifallimento di uomo e di politico, Cavour si maestri, il fermento intellettuale e cultu-sente un “buono a nulla” privo di qualsivo- rale che attecchisce ovunque, anche negliglia futuro giungendo per la seconda vol- ambienti apparentemente più allineati eta ad accarezzare l’idea del suicidio. Come tradizionalisti come l’esercito. Come sostie-afferma De La Rive, egli è un “semplice ne De La Rive, è sotto le armi che Cavourcadetto di famiglia, senza carriera e senza sviluppa, anziché soffocarli, i propri istinticredito”. Il padre Michele, preoccupato per liberali. Nella sua decennale esperienza inla prostrazione di Camillo, si prodiga affin- uniforme Cavour arricchisce il proprio ba-ché gli venga attribuita la carica di sindaco gaglio culturale leggendo e studiando con 107
La vita militare di Camillo Benso Conte di Cavouril fervore di chi non vuol soccombere alla d’Italia (1860) confermano la lungimiranzasolitudine fisica e spirituale; nell’esercito di un uomo che, al di là delle proprie scelteCamillo affina concetti, matura convinci- personali, ha ben chiara l’importanza del-menti e consolida idee destinate a rimane- le Forze Armate quale strumento di poli-re punti fermi nel suo pensiero di statista. tica estera. La considerazione di CavourAssimila anche valori e nozioni la cui por- per l’Esercito trova conferma anche in untata va ben oltre la riluttanza ad abbrac- dettaglio della sua vita privata: l’uniformeciare una professione per la quale non si da ufficiale delle Guardie del nipote Augu-sente votato o che forse non intende di in- sto, caduto a Goito il 30 maggio 1848 e latraprendere in quel preciso momento sto- pallottola che lo colpì sul campo di batta-rico politico. Il ruolo di Cavour nelle prime glia sono cimeli che il Conte terrà sempredue guerre d’indipendenza (1848 e 1852), al suo fianco, a riprova degli ideali di unl’invio del contingente in Crimea (1854), la uomo che del Risorgimento nazionale hacreazione della Marina Militare del Regno fatto una ragione di vita.1. Per le date indicate nel testo si è fatto riferimento alla cronologia di William de La Rive (vds.Bibliografia essenziale).2. Inaugurata il 1 gennaio 1679 la Reale Accademia di Savoia viene soppressa nel 1798 durantela dominazione francese. Ai rampolli provenienti dal Piemonte, da alcuni stati preunitari, daRussia, Polonia, Germania e Inghilterra, vengono impartite nozioni di arte militare, letteratura,storia; si studiano l’italiano e il francese, si praticano la scherma, la danza e l’equitazione, pilastridell’educazione cavalleresca del gentiluomo del Settecento.3. Cesare Saluzzo conte di Monesiglio (1778 – 1853) figlio di Angelo, gran mastro d’artiglieria efondatore dell’Accademia delle Scienze di Torino. Rettore dell’università di Torino organizza e dirigela Reale Accademia Militare. Precettore dei figli di Carlo Alberto, promosso Maggior Generale nel1835 diviene a sua volta gran mastro d’artiglieria e, nel 1837, presidente della Deputazione di storiapatria.4. Giovanni Antonio Amedeo Plana (1781 – 1864) studia a Grenoble e a Parigi. Allievo di Joseph-Louis Lagrange insegna astronomia all’università di Torino e meccanica agli ufficiali della Scuoladi Applicazione. Ideatore di un Calendario Meccanico Universale, è considerato il fondatoredell’osservatorio astronomico torinese.5. Vittorio Pilo Boyl (1778 – 1834), all’epoca dei fatti era Comandante in capo del Genio militare neiRegi Stati di terraferma.6. Lettera spedita da Ventimiglia il 15 febbraio 1829.7. La marchesa Anna Schiaffino Giustiniani, detta Nina, nasce a Parigi il 9 agosto 1807. Porrà fine allasua vita tormentata gettandosi da un balcone a Genova il 30 aprile 1841 all’età di trentaquattro anni.8. Dispaccio n. 2598 del 12 novembre 1831. 108
ASSOCIAZIONE DEI BIRRAI E DEI MALTATORIAssoBirra riunisce tutte le aziende produttrici italiane che complessivamente coprono circa il 90% della produzione di birra nazionale e il 65% del mercato. Obiettivo è di tutelare gli interessi degli associati e promuovere il consumo della birra. L’associazione svolge importanti compiti istituzionali, promozionali e di sviluppo. In particolare il ruolo di AssoBirra è principalmente legato alle seguenti aree di attività: ORappresentanza delle aziende associate per quanto concerne gli aspetti legislativi, giuridici e sindacali, in sede nazionale ed europea. OAttività di controllo, informazione e aggiornamento sulle aree in questione. OPromozione e attuazione iniziative dirette al miglioramento tecnologico, economico e culturale di tutti gli addetti all’industria della birra e del malto. È presente nelle principali sedi di consultazione aderendo a: Confindustria e Federalimentare per l’Italia Tue Brewers of Europe (BoE), Euromalt EBC (European Brewery Convention) in Europa Presidente: Michele Cason Vice Presidenti: Antonio Catalani, Matteo Minelli e Alfredo Pratolongo Direttore: Andrea Bagnolini Viale Pasteur, 10 - 00144 Roma Tel. 06.5903722 E-mail: [email protected] - Web site: www.assobirra.it - www.beviresponsabile.itASSOBIRRA PUBBLICA ANNUALMENTE IL RAPPORTO SULL’INDUSTRIA DELLA BIRRA IN ITALIA Una radiografia completa con tutti i dati sulla produzione, i consumi e il commercio estero dell’industria birraria in Italia AssoBirra promuove il consumo responsabile di birra
RETROSPETTIVE 110
Tutti lo conoscono come l’Inno di fa parte del nostro Dna. È la musica dei Mameli o Fratelli d’Italia, in re- milioni di miei connazionali che hanno sa- altà si chiama “Il Canto degli Ita- crificato la vita per la loro terra”. liani”, e dal 1946 è l’Inno della Repubblica E sempre nell’anno delle celebrazioni Italiana, dopo che il Consiglio dei Ministri del 150° anniversario dell’Unità d’Ita- presieduto da Alcide De Gasperi lo designò lia si concretizzò la bella iniziativa della come tale sia pur provvisoriamente. Fondazione Bersezio insieme a Proget-Di recente la commissione Affari costitu- to Scriptorium: un breve film (ottenibile gratuitamente consultando il sito www.zionali del Senato ha approvato, in sede fondazionebersezio.torino.it) che ricrea l’atmosfera del tempo in cui a Torino undeliberante, il provvedimento che lo rende gruppo di patrioti ricevette il manoscrittodefinitivo e da ora in avanti il Canto de- del Canto degli Italiani, musicato di slanciogli Italiani scritto da Goffredo Mameli e e non senza passione da Novaro. Un’atmo-musicato da Michele Novaro nel 1847 è sfera che - grazie alla Fondazione torineseanche ufficialmente il nostro inno nazio-nale, che fu uno dei canti più amati del Ri-sorgimento dai moti del ’48 in poi. Un inno - riproponiamo attraverso l’avvincente re-che pure ha avuto diversi detrattori, ma i soconto tratto da ‘I miei tempi’ di Vittoriocui fautori sono senz’altro più numerosi. Bersezio, scrittore e giornalista piemon-Fra questi figura anche Riccardo Muti, il tese che partecipò nel 1848 alla III Guer-quale nel 2011 espresse parole facilmente ra d’Indipendenza e fu giovane testimonecondivisibili: “Nell’inno italiano sono nato: della nascita del nostro inno: 111
Nasce l’Inno Nazionale“Fu proprio in quelle dimostrazioni, in nite!» Un irruzione di applausi salutò quell’an-quell’autunno del 1847, che s’intese per la nuncio, e subito seguimmo Novaro in dieci oprima volta in Italia quell’inno del Mameli, dodici fino alla sua dimora, al terzo piano delmusicato dal Novaro, che doveva diventa- secondo casamento di Via Roma, a sinistra dire il canto nazionale italiano. Ed ecco come. chi viene da piazza Castello, una stanza nonUna sera, nel caffè Calosso, nel primo tratto tanto vasta perché l’invasione di una dozzinaa sinistra della Via Garibaldi, per chi viene di uomini non vi facesse ingombro. Sedette alda piazza Castello, entrò con passo risoluto piano. D’improvviso, si gira. «Bisogna ch’ioed affrettato un uomo sui trent’anni, di me- vi dica l’idea che mi fece nascere il motivo ediocre statura, con una bella testa piuttosto l’andamento di questo canto. Dico idea; do-grossetta, un naso risentito, due baffetti neri, vrei dire sogno, fantasticheria, visione. Lacapelli alla raffaellesca, occhi vivacissimi. In troverete bizzarra, e per tale anche a me;quel momento, la sua fisionomia, abitualmen- ma in ogni modo mi ha dominato e ispirato.te animata, aveva un’animazione maggiore, Mi parve di essere in una grande pianura ile gli occhi sfolgoravano sotto l’ampia fronte cui confine si perdeva dietro l’estrema linealasciata scoperta dal cappello rigettato indie- dell’orizzonte; a capo di essa, un rialzo, sutro. «Amici!» gridò con voce alquanto conci- cui un trono...una cattedra...sì, la cattedra ditata «ho scritto la musica dell’Inno di Mameli. bronzo in San Pietro del Vaticano; e in essaL’ho finita adesso. Voglio che la sentiate...Ve- solennemente assettato in solenni paluda- menti Pio IX...Intorno e sotto a quel trono un innumerevole corteo di re, di principi, di guer- rieri, di prelati, di magistrati: in faccia una im- mensa moltitudine che fittamente riempiva tutto quello spazio immenso, le popolazioni di tutta la penisola là convocate ad una dieta universale delle genti italiche. Tutti avevano viso e occhi intenti nel Pontefice, e un gran silenzio incombeva su quella folla immobile e aspettante. Pio IX si alza, tende le braccia verso quella moltitudine, e con voce grave, solenne, lenta annunzia ai popoli la buona novella: «Italia essersi desta, riprendere la glo- riosa sua strada, doversi fare a lei schiava la vittoria!» Un sussurro si leva da quella folla: si guardano attoniti, s’interrogano, si ripeto- no a mezza voce, agitati, frementi, le paroleGoffredo Mameli (1827 - 1849) del Pontefice. Se ne persuadono. Ma allora 112
Scena del film ‘Il Canto degli Italiani’con B. E. Bongiorno che interpreta Michele Novaro al pianoforte.bisogna combattere e vincere; si combatta: Torino sapeva quel canto, poi tutto il Piemon-«Stringiamoci in coorte, siam pronti alla mor- te, poi tutta l’Italia.te, l’Italia chiamò». C’è nello svolgersi della tua melodia, o sacroSe lo ripetono esaltandosi, l’entusiasmo li inno, un non so quale misterioso incanto, chemanda ad un crescendo incalzante che si ci penetra, che ci fa scorrere per le membraconchiude in un grido supremo, il quale è un un brivido soave e potente, che ne innalzagiuramento e un grido di guerra. E il poeta mi lo spirito a più sereni cieli, che ci fa capaci diperdonerà se, per mandare questo grido, ho comprendere e di compiere le gesta degli eroi.aggiunto all’ultimo verso una sillaba: «L’Italia Anche oggidì, nell’attuale intorpidimento del-chiamò: Sì». la coscienza pubblica, nell’offuscarsi di quelleLa sua voce, che pel teatro era poca per quel- idealità a cui s’è ispirato quel canto della lot-la camera riusciva piena e sonora; e l’interno ta, anche per le giovani generazioni che nonaffetto e il sentimento onde era stato ispirato assistettero alle meraviglie dell’epoca nazio-davano al canto un’efficacia di espressione nale, quando per le piazze d’Italia vibranoche nulla più. Quando ebbe gettato quell’ulti- quei magici suoni, la corrente elettrica deglimo grido, quel «Sì!» finale che ha tanta forza entusiasmi percorre le epidermidi della folla,e fierezza, scoppiò un vero entusiasmo; tutti il calore d’una fede par che vi sollevi il petto.ci si strinse intorno al maestro, lo si abbracciò, Oh! caduti all’ombra del vessillo tricolore gri-si baciò, si plaudì, si gridò, si pianse. Si pro- date coll’autorità del vero eterno che splendeclamò, è vero, che l’Italia aveva il suo canto. ai vostri occhi «Siate concordi, siate provvidiQuel canto bisognava farlo conoscere, dif- al sollievo delle sociali miserie, siate nostri de-fonderlo. Lo fece l’Accademia Filodrammati- gni figli, siate liberi, siate italiani!»”.ca, che aprì le sue porte ai cantori dell’inno delNovaro e al pubblico che doveva giudicarlo. Testo riprodotto su cortesia dellaL’effetto fu enorme. Pochi giorni dopo tutta Fondazione Bersezio 113
LIBRI ED EVENTI 1917 LA RINASCITA DELLA NAZIONE Mario RENNA 114
K obarid (Caporetto) è oggi un pic- la battaglia che vide la fulminea avanzata colo centro della Slovenia posto austro-tedesca e l’arretramento delle linee nella valle dell’Isonzo, che fu italiane sul Piave, si presta ad un’analisiparte della provincia di Gorizia e poi cedu- più ampia, al centro della conferenza or-to alla Iugoslavia nel 1947. ganizzata il 25 ottobre a Roma dallo StatoNei dizionari della lingua italiana, oltre al Maggiore della Difesa: “1917: la rinascitadato geografico, emerge senz’altro quello della Nazione”.storico riferito alla drammatica sconfitta Il Generale Claudio Graziano, insiememilitare italiana nella Grande Guerra, ac- all’editorialista del Corriere della Sera Aldocanto a quello linguistico: la parola “Capo- Cazzullo sono stati i protagonisti del dibat-retto” divenne sinonimo di grave scacco e tito moderato dal giornalista storico Ro-pesante débâcle. A cento anni di distanza, berto Olla, incentrato su uno dei momenti
I soldati italiani attraversano il Piave su un ponte di barche nei pressi del ponte Priula distruttopiù difficili e complessi del racconto bellico perché alle catastrofi segue soltanto la fine,nazionale: una disfatta da cui prese però e la sconfitta di Caporetto fu seguita cer-slancio la riscossa che portò alla vittoria. tamente da un periodo di crisi che tuttavia “È corretto dire che Caporetto sia stata una portò poi alla vittoria”, così ha dichiarato grave sconfitta militare e un momento di il Generale Graziano nell’ottica di fornire grave crisi del Paese ma non fu catastrofe una lettura diversa di un fatto d’armi che avrebbe potuto significare il crollo della Nazione, al quale però seguì la resistenza sul Piave e sul Grappa e la vittoria finale giusto un anno più tardi. Senza trascura- re le responsabilità del Comando Supre- mo dell’Esercito e di alcuni subalterni, le conseguenze immani del violento e ben portato attacco austro-tedesco del 24 ottobre (durante il quale emerse tra l’al- tro la figura di Rommel) - che provocò la perdita delle conquiste territoriali italia- ne e 250.000 prigionieri - furono legate anche al fatto che fu rivolto contro linee di soldati italiani logori dopo tre anni di 116
La rinascita della Nazionesacrifici in trincea, il cui morale era tral’altro influenzato anche dagli echi del-la rivoluzione russa. Nonostante la tu-multuosa ritirata sul Piave (peraltro bencondotta da Cadorna), l’Esercito tenne econ esso la Nazione. “Si capì che in quelmomento si poteva soltanto vincere o si sa-rebbe perso il Paese; per vincere la battagliaera necessario mobilitare l’intera Nazione,quindi sicuramente ci fu una diversa perce-zione e sicuramente ci fu il momento in cuisiamo diventati una Nazione perché anchel’ultimo soldato, intendendo l’ultimo arri-vato sul fronte, capiva che quanto menoavrebbe dovuto combattere per salvare lapropria famiglia”, ha proseguito il Capo diStato Maggiore della Difesa. Una guerratotale, quella condotta dal 1917 in avan-ti – ha ricordato Olla - con una mobilita-zione non soltanto militare ma di tutto il ni circa per l’industria, facendo registra-Paese, che all’epoca aveva trentacinque re uno sviluppo tecnologico e sociale conmilioni di abitanti e mobilitò sei milioni pochi precedenti. “Contadini-soldati di tut-di persone in uniforme più quattro milio- te le regioni italiane, che non si capivano tra loro ma che seppero sacrificarsi quando si trattò di difendere il Paese sul Piave”, que- sti i fanti italiani che Gadda e Ungaretti seppero ben raccontare - ha sintetizza- to Cazzullo - capaci di creare il miracolo della vittoria appena pochi giorni dopo Caporetto. Il giornalista del Corriere ha fissato poi l’attenzione su tre categorie di protago- nisti nazionali della Grande Guerra: le vittime spesso innocenti delle decima- zioni, i prigionieri che a migliaia moriro- no di stenti e infine le donne, che fecero come e meglio degli uomini in molti casi 117
1917 La Rinascita di una Nazionee si videro riconoscere la capacità giuridi- di Maddalena Maggi, che ha letto branica nel 1919. rispettivamente tratte dalle opere di Ru-“Caporetto non si trasformò quindi in tra- dyard Kipling, Carlo Emilio Gadda e dalgedia ma nella nascita di un sentimento na- libro ‘La guerra dei nostri nonni’ di Caz-zionale e di un sistema Paese che si dimostrò zullo - c’è stato l’intervento del Ministrocapace di fermare il nemico e di vincere, della Difesa Roberta Pinotti, che ha riba-attraverso un’assunzione di responsabilità dito come “dalla reazione di orgoglio di tuttocollettiva”, ha concluso il Generale Grazia- il Paese sia nata l’Italia come insieme colletti-no, rimarcando come quella sconfitta fece vo”, ricordando anche il concorso rivoltocomprendere agli italiani il senso della agli studenti italiani proprio sul tema ‘dal-Nazione, indispensabile anche ai giovani la sconfitta alla vittoria’, un modo per sco-di oggi per affrontare le sfide globali di prire l’eredità dei combattenti italiani nelun mondo in divenire. In chiusura della ’15-’18, “pronti a rialzarsi e ad andare avanticonferenza – arricchita dagli intervalli dopo una sconfitta”. 118
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LIBRI E EVENTI NON CHIAMATELO FIUME Dal Grappa al Piave, storia illustrata di un monumento d’Italia VinGenzo Beccia · Federica Dal Forno TAV O L EConsulenza scientificaMarco Pascoli e Paolo Pozzato U na striscia disegnata lunga 7 il sangue che ne tinse di rosso cupo le ac- metri, da guardare tutta in- que. Non solo un corso d’acqua, quindi, ma sieme per comprendere in molto di più: questa la chiave del bel librouna volta sola l’intero fronte che alla fine illustrato di VinGenzo Beccia e Federicadel 1917 si snodava dalle montagne sino Dal Forno intitolata ‘Non chiamatelo fiu-al mare correndo per un lungo tratto lun- me. Dal Grappa al Piave, storia illustrata digo il Piave, il fiume “sacro alla Patria” per un monumento d’Italia’, la rappresentazio- 120
ne storico-geografica delle battaglie che si unicum senza cesure tra le tavole, come sisono succedute sul fronte italiano a parti- fosse davanti un unico panorama disegna-re dal ripiegamento di Caporetto. L’opera, to. Poiché infatti il criterio rappresentativoracchiusa inun elegante è quello ge-cofanetto, si ografico, lecompone di illustrazionidue volumi. Il riportanoprimo è una l’estensioneserie di illu- del frontestrazioni sen- dal Massiccioza soluzione del Grappadi continuità, sino al bas-una lunga so Piave: dalstriscia grafi- Col Moschinca in bianco e all’estremanero, ripiega- sinistra, ata a fisarmonica. La narrazione visuale può Cima Grappa,essere seguita sfogliando le pagine come al Piave e infine al mare. In tal senso non sisi farebbe con un normale libro, ognuna può non ammirare la maestria dell’illustra-delle 14 tavole su doppia pagina infatti il- tore nel fondere tra loro le diverse tavole dalustra un avvenimento, oppure, e qui sta un lato e nel caratterizzare le scene graziela particolarità, se la fisarmonica viene ai certosini dettagli dei disegni dall’altro.aperta, distendendo la striscia in tutta la Al colpo d’occhio iniziale bisogna poi farsua lunghezza, la storia si ricompone in un seguire l’attenzione verso la singola scena, connessa ma distinta dalla scena generale.
La prospettiva aerea delle tavole infatti, e narrativo il più consueto sviluppo tempo-forse non è un caso, rimanda a quella che rale. Sono riproposte dunque le diversedovevano avere gli ufficiali osservatori tavole nell’ordine in cui si sono svolti gliquando erano innalzati a bordo dei palloni avvenimenti rappresentati nel corso degliaerostatici a decine di metri dal suolo. L’al- anni. L’andamento geografico infatti nontezza favori-va lo sguar- coincide condo d’insieme lo sviluppotanto quanto temporalela moltepli- del conflittocità e il det- giacché glitaglio degli scontri, e traavvenimenti, questi a mag-oltre alla po- gior ragionetenziale im- quegli piùportanza di significativi,ciascuno di non si svilup-essi, induce- parono ordi-va all’empa- natamentetia con quei soldati di cui si condivideva il dai monti alledestino. valli sino alla foce del fiume, ma seguironoIl secondo libretto, altrettanto curato, è i criteri imposti dalle strategie militari del-esplicativo degli episodi disegnati che de- le parti in conflitto. In altre parole mentrescrive, come fosse il resoconto di quegli grazie alla lunga panoramica è possibile ap-stessi osservatori, integrandoli nella loro prezzare con un colpo d’occhio la geografiacornice storica, seguendo come criterio di tutto il fronte, per ricostruire la cronolo- gia dei combattimenti bisogna affidarsi al 122
volume di testo che peraltro riporta in sca- gnato, tra l’altro, anche l’Europa di oggi che èla minore anche le tavole alle quali di volta un’Europa di pace e fraterna amicizia dove iin volta si riferisce il racconto disegnato. nostri nemici di allora sono veramente i nostriIl cofanetto, che vuole rivolgersi ad un pub- alleati e amici migliori di adesso”. Dello stessoblico giovane con un linguaggio diretto, ri- tenore le parole del Generale Errico che hachiama tra l’altro l’esperienza dei giornali confermato come “l’Esercito senta la grandedi trincea, che attraverso le illustrazioni in- responsabilità di mantenere vivo il ricordo diformavano, incitavano e, per quanto possi- tutti quegli eventi della storia della nostra Pa-bile, sdrammatizzavano la vita di trincea, tria che hanno visto intere generazioni con-spesso ricorrendo alle strisce disegnate, già tribuire in maniera determinante a costruireallora più in risonanza con l’età di molti dei l’Italia di oggi”. Le tavole originali sono statecombattenti. anche esposte presso il Salone delle Ban-‘Non chiamatelo fiume’ è stato presenta- diere al complesso del Vittoriano in Roma.to presso la biblioteca centrale dello StatoMaggiore dell’Esercito alla presenza del Giuseppe TARANTINOGenerale Graziano e del Capo di StatoMaggiore dell’Esercito, Generale Errico. NON CHIAMATELO FIUMENel suo intervento il Capo di Stato Mag- Dal Grappa al Piave,giore della Difesa ha sottolineato, pren- storia illustratadendo spunto dagli eventi illustrati nei GLXQPRQXPHQWRG·,WDOLDdisegni, come “imparare dalle sconfitte è Autori:fondamentale però non va dimenticato che VinGenzo BECCIAle società progrediscono solo con le vitto- Federica DAL FORNOrie. Dobbiamo essere orgogliosi di quanto ci Consulenza storica:hanno lasciato i nostri nonni versando il loro Marco PASCOLI - Paolo POZZATOsangue per la Patria perché ci hanno conse- Ed. RODORIGO EDITORE Prezzo € 67,00 123
inserto pubbliredazionaleEcopneus e la Difesa: Generale di Ecopneus, Giovanniinsieme per Corbetta – con una forte spintala sostenibilità verso obiettivi di ampia portata,ambientale che riguardano il futuro del Paese: quello della realizzazione di una Giovanni Corbetta, quello dell’impiantistica per gli vera economia circolare, in cui la Direttore Generale sport equestri, un settore in cui il valorizzazione delle risorse prove- Ecopneus, mostra lavoro di Ecopneus ha incontrato nienti dal riciclo rappresenta uno la targa premio del l’Esercito Italiano, condividendo snodo fondamentale”. 1° Trofeo Ecopneus-Uisp numerosi stimoli e possibilità di “L’incontro con l’Esercito Italiano sull’impianto con collaborazione per la valorizza- e il dialogo aperto con diversi in- gomma riciclata da zione della gomma da riciclo in terlocutori nell’ambito delle Forze pneumatici fuori uso progetti di alto valore tecnico ed Armate, permette a Ecopneus di a FieraCavalli, Verona eccellenti performance. confrontarsi con interlocutori e at- È ad oggi in corso di definizione tività che, richiedendo il massimoContribuire concretamente alla un accordo per la realizzazione della qualità e della performance, realizzazione nel nostro Paese di strutture con gomma da PFU affinano e orientano sempre piùdi una economia circolare: questo presso il Centro Militare Veterina- verso la qualità il nostro lavoro”.l’obiettivo che guida il lavoro di rio di Grosseto, installazioni che Questi temi sono stati anche alEcopneus, società senza fine di permetteranno di raccogliere nuo- centro della recente edizione dilucro che gestisce circa il 70% vi riscontri sulla resa della gomma FieraCavalli a Verona, dove l’E-dei pneumatici che ogni anno da riciclo ed arricchire i progetti sercito Italiano è stato protagonistaarrivano a fine vita in Italia, di ricerca in corso di sviluppo per su un innovativo impianto, presen-i PFU. Circa 250.000 tonnellate conoscere sempre meglio pregi e tato da Ecopneus insieme al’anno, 1.000 al giorno, raccolte performance di queste applica- Uisp-Unione Italiana Sport persu tutto il territorio nazionale, zioni. Tutti: il nuovo fondo per i campi diassicurandone corretto trasporto e “Abbiamo sempre interpretato il lavoro equestri realizzato inte-invio agli impianti di trattamento nostro ruolo – afferma il Direttore ramente in granuli di gommae infine il recupero, sotto forma di riciclata da Pneumatici Fuorienergia e soprattutto applicazio- Il nuovo fondo Uso, un’innovazione tecnologi-ni nel settore dell’impiantistica per i campi di lavoro ca che concilia il benessere delsportiva, degli asfalti gommati, equestri realizzato cavallo con una gestione dei centriisolamento acustico negli edifici, interamente in granuli equestri più semplice, economicaopere di arredo urbano e ingegne- di gomma riciclata da ed ambientalmente sostenibile.ria civile. pneumatici fuori usoUno dei più interessanti edemergenti ambiti di impiego è oggi
Hanno collaborato:Mario Renna Tenente Colonnello, è il direttore di In- gioni. È capo sezione dell’Ufficio Storico del Comandoformazioni della Difesa. Ha ricoperto diversi incarichi Generale. Ha pubblicato 3 monografie, tra cui “Tradi comando e di staff nella Brigata Alpina Taurinense, carte e caserme” (2017), oltre 70 tra saggi e articoli chedi cui è stato portavoce in Italia e all’estero per nove spaziano dalla Storia contemporanea all’Archivistica.anni. Laureatosi a Torino in Ingegneria e in ScienzaStrategiche, ha conseguito un master in giornalismo Daniele Paniconi Capitano di Fanteria, ha frequen-all’università di Ferrara e uno in Post-war recovery tato il 183° Corso dell’Accademia Militare. Dal 2006studies a York (Regno Unito). È Dottore di ricerca in al 2013 ha prestato servizio presso il 66° ReggimentoScienze strategiche. Ha al suo attivo missioni interna- fanteria aeromobile ‘Trieste’. Successivamente, è statozionali con la NATO nei Balcani e in Afghanistan e con impiegato presso la Scuola Sottufficiali dell’Esercitol’UE in Centrafrica. quale Comandante di compagnia Allievi. Nel 2016, al termine del 141° Corso di Stato Maggiore, è stato asse-Raffaella Angelino Giornalista professionista dal gnato al III Reparto dello Stato Maggiore Difesa, dove1998, blogger, autrice di libri, tra i quali “Il popolo di presta attualmente servizio presso l’Ufficio RelazioniHezbollah” (Datanews), sulla guerra in Libano del Internazionali.2006, e formatrice. Laureata in Scienze Politiche, hafrequentato, tra gli altri, il 33° Corso COCIM presso Marcello Marzani Tenente Colonnello dell’Eserci-il CASD e il “Corso di perfezionamento per inviati in to, ricopre l’incarico di Capo Sezione Segreteria delaree di crisi”, presso l’Università “Tor Vergata” di Roma Comandante della Scuola di Applicazione dell’Esercito,(in collaborazione con SMD). Ufficiale della Marina, nonché di responsabile della pubblica informazione edella Riserva Selezionata, ha prestato servizio presso la comunicazione istituzionale. Ha maturato esperienze“Rivista Marittima”. in Kosovo, Bosnia, Afghanistan, oltre che nei Paesi NATO e dell’ex-Patto di Varsavia firmatari dei TrattatiAlessandro Busonero Capitano di Fregata, dopo per la riduzione degli armamenti convenzionali (CFE),l’imbarco su diverse navi della Marina, tra cui la nave l’incremento delle misure di reciproca fiducia e sicurez-scuola Amerigo Vespucci e la portaeromobili Garibaldi za (CSBM). Laureato a pieni voti in Scienze Storiche, èè stato destinato dal 2009 presso lo Stato Maggiore autore di numerosi articoli di natura storico militare.Marina ed ha partecipato a numerose attività. CapoCellula Pubblica Informazione e Comunicazione del Giuseppe Tarantino Maggiore dell’Esercito, è30° Gruppo Navale, è stato imbarcato sulla portaerei redattore di Informazioni della Difesa. In precedenza,Cavour durante il periplo del continente africano - presso l’Ufficio Risorse Organizzative e Comunicazio-nell’ambito della campagna navale “Il sistema Paese in ne dello Stato Maggiore dell’Esercito, ha curato diversimovimento” (2014). progetti di comunicazione, tra cui le attività espositive nazionali, gli Infoteam, il CalendEsercito. Si è laureatoGiampaolo Trucco Capitano di Fregata delle Armi in sociologia militare all’Università La Sapienza ed haNavali, lavora presso il Comando del Raggruppamen- conseguito il master di 2° livello in Comunicazioneto Subacquei ed Incursori ‘Teseo Tesei’, di cui è stato Istituzionale presso l’Università di Tor Vergata.Direttore della Scuola Subacquei dal 2010 al 2014.Nell’ambito della subacquea ha realizzato un software Tomaso Invrea Colonnello del corso Eolo IV, è pilotaper la determinazione della distanza di sicurezza per militare dal 1989. Assegnato al 15° Stormo nel ‘90,operatori immersi in caso di esplosioni subacquee e prende parte alle seguenti principali operazioni: ‘Ibis’l’ideazione del sistema per la monitorizzazione acustica Somalia; ‘Alba’ Albania; ‘JOINT FORCE’ Bosnia;del microclima interno ai sommergibili sinistrati (MA- ‘Antica Babilonia’ Iraq. Dopo il corso ISSMI, nel 2007MIS), attualmente in via di installazione sui sommergi- è assegnato alla 1ª Brigata Aerea Operazioni Speciali.bili U-212. Dal 2014 comanda il 15° Stormo sulla base di Cervia. Ha al suo attivo 3600 ore di volo su HH3F, HH101A,Flavio Carbone Ufficiale superiore dei Carabinieri, ex HH139, NH500, HH212, AB206, AB47G2, MB339,allievo (197° Corso) della Scuola Militare “Nunziatella”, SIAI260, TwinAstir. E’ Istruttore Tattico Operativo eha prestato servizio nelle organizzazioni addestrativa, Collaudatore di Produzione.territoriale e mobile dell’Istituzione e in differenti re- 125
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