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Informazioni della Difesa 2-2017

Published by creative, 2017-06-22 05:26:16

Description: Informazioni della Difesa 1-2017

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TECNICA,PROFESSIONE E SOCIETÀEUROPEAN AIR TRANSPORTCOMMANDL’Italia nel sistema europeo di pooling & sharingdel trasporto militareEmiliano BIASCO L’intera flotta Trentuno velivoli da trasporto del Comando Europeo dell’Aeronautica Militare sono dal 12 gennaio 2016 a disposi- comprende oltre zione dell’EATC, l’European Air Transport 220 aerei da trasporto, Command, il Comando Europeo del Tra- sporto Aereo nato nel 2010 ad Eindho- 31 dei quali forniti ven, nei Paesi Bassi, per mettere insieme edall’Aeronautica Militare. condividere le capacità di trasporto aereo militare di quattro Paesi europei (Belgio, L’Italia ha un ruolo Francia, Germania, Olanda). L’Italia ha di primo piano, aderito nel 2014 all’EATC divenendo così il settimo Paese partecipante, dopo Lus- essendo il terzo Paese semburgo e Spagna, e alla fine del 2016 ha per contributo fornito, assunto per la prima volta la presidenza del Comitato del Trasporto Aereo Multi- con un finanziamento nazionale, vertice dell’EATC, con il Gene- pari al 18% del budget rale di Squadra Aerea Enzo Vecciarelli, 50

Velivoli da trasporto europei schierati sulla base di Beja - Portogallo (foto EATC)Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica. Con questo sistema, ad esempio, un veli-Tecnicamente l’Italia ha ceduto il con- volo non italiano (appartenente a uno deitrollo operativo di 31 velivoli tra C-130J, paesi aderenti all’EATC) può essere utiliz-C-27J, KC767, appartenenti alla 46ª Bri- zato per trasportare carichi molto pesantigata Aerea di Pisa e al 14° Stormo di Pra- o voluminosi, c.d. oversize, per i quali nor-tica di Mare. Tali assetti fanno ora parte malmente si farebbe ricorso all’outsour-della flotta che le nazioni EATC mettono cing, cioè a fornitori esterni, non militari,in comune, al fine di poter disporre di più di servizi di trasporto aereo capace di taliforze e diversificati servizi che da soli non carichi. Così come può essere gestito inpotrebbero avere o li avrebbero con mag- maniera ottimale l’impiego di un velivolo,giori spese. Il concetto è semplice ma ef- italiano o meno, che partendo dalla pro-ficace: ognuno mette a disposizione degli pria base madre e navigando per il mondoaltri alcune capacità proprie che così di- potrà sfruttare al meglio la propria possi-vengono un ‘patrimonio comune’ gestito bilità di carico, facendo fronte a diversein maniera coordinata da un unico ente, richieste di trasporto da parte di vari Paesil’EATC appunto, a favore di tutti. È quello contributori che così evitano di utilizzareche viene chiamato ‘’pooling and sharing’’. un proprio velivolo quando c’è già in volo 51

European Air Transport Commandsu una tratta utile quello di un altro Stato vo dei velivoli da uno Stato all’EATC. Edpartner. Il risultato è facilmente intuibile. è proprio quello che è avvenuto a genna-I velivoli sono sempre tendenzialmente io 2016. Un passaggio che ha segnato dalal loro massimo carico possibile, aumen- punto di vista operativo l’ingresso dell’Ita-tando il coefficiente di riempimento, e gli lia nell’EATC, già formalmente avviato ilStati non necessitano di fare largo ricor- 4 dicembre del 2014 con la firma del do-so all’outsourcing. È altrettanto palese la cumento di adesione da parte dell’alloranecessità di un organo sovraordinato e Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica.multilaterale che rappresenti tutti gli Sta- Il Ministro della Difesa, Roberta Pinot-ti partner e che non si limiti ad un mero ti, presente alla cerimonia, definiva talecoordinamento degli assetti aerei che ri- adesione ‘’un successo del semestre ita-mangono a disposizione di ogni stato ma liano di presidenza europeo: un risultatoche piuttosto sia in grado di poterli gestire, concreto e significativo con il quale en-cioè impiegarli, dare loro dei task, pianifi- triamo a far parte di una struttura flessi-care il loro impiego, svolgere un controllo bile che ci consente di garantire maggioresu di esso e fornire un rapporto agli Stati sicurezza”. Non è un caso quindi che talefruitori. E questo è esattamente quello che adesione, successiva ad una attenta e lun-fa l’EATC, che però ha bisogno di avere la ga valutazione, sia avvenuta durante ildisponibilità completa di gestione dei veli- semestre di presidenza italiana del Con-voli, il loro controllo operativo. È con il co- siglio dell’Unione Europea. L’atto trova lesiddetto TOA, Transfer Of Authority, che sue radici in quello che il Ministro Pinottiavviene la cessione del controllo operati- aveva voluto sottolineare nell’audizione 52

congiunta delle commissioni Difesa il 10 un’ottica di un maggiore sforzo nello svi-luglio 2014 alla vigilia della presidenza di luppo delle capacità su base volontaria na-turno dell’Italia al Consiglio UE. In quel zionale, era stata evidenziata la necessitàfrangente, infatti, il Ministro dichiarava che gli Stati membri sviluppassero dellequanto è importante per l’Europa avere capacità e le mettessero a disposizioneun’efficace Politica di Sicurezza e Difesa dell’UE. In particolare, con le Conclusio-Comune (PSDC) e ricordava che in passato ni, gli Stati membri sono stati chiamati al’Italia ha lavorato per approfondire i lega- sviluppare proposte per incrementare lami fra i partner europei rendendoli solidi cooperazione multinazionale nell’area deied efficaci. Ma aveva anche aggiunto che trasporti strategici, prendendo proprio adil semestre di presidenza italiano avrebbe esempio modelli come l’EATC che integrasignificato per l’Italia assumere una mag- tutte le trasferite responsabilità nazionaligiore “responsabilità nel cercare di accele- e le risorse in un comando multinaziona-rare ed intensificare gli sforzi” in materia le. Coerente con il quadro europeo e con ledi PSDC, ricordando comunque che essa è esigenze nazionali, che con quello neces-in primo luogo una responsabilità dell’Al- sariamente si innestano, è l’obiettivo stra-to Rappresentante per la Politica Estera e tegico fissato nel Libro Bianco della Difesala Sicurezza dell’UE. Nella stessa audizio- di rafforzare la PSDC, promuovendo atti-ne, il Ministro aveva precisato come si può vamente un’evoluzione del ruolo dell’Eu-pervenire pragmaticamente ad una gra- ropa secondo dinamiche che prevedanoduale integrazione della PSDC, mettendo una crescente integrazione di risorse eprima insieme in un rapporto più stretto capacità tra i Paesi membri. La necessitàquei Paesi che concretamente sono inten- di una integrazione europea in tale mate-zionati a fare di più. E coerentemente con ria deriva da aspetti concreti, come quellola volontà di compiere passi prettamente di affrontare minacce globali con sem-nazionali, che siano coerenti con questa pre meno risorse finanziarie, utilizzan-volontà di ‘’più Europa’’ il ministro aveva do un alto grado di interoperabilità e, inanticipato l’intenzione di completare nel generale, di standardizzazione. In questosemestre di presidenza europeo il proces- senso va quindi l’adesione all’EATC, cioèso di affiliazione italiana all’EATC, con- nel senso di contribuire a fare un ulte-siderato un modello efficace di pooling & riore passo insieme ad altri paesi europeisharing nel campo del trasporto aereo. La e membri dell’UE, verso una sempre piùnecessità di fare dei passi nazionali ver- stretta collaborazione che porti a vantaggiso una maggiore integrazione era anche comuni e che costituisca un tassello ver-stata sottolineata nelle Conclusioni del so la auspicata integrazione della PSDC.Consiglio sulla PSDC tenutosi a Bruxelles Nello specifico settore dei trasporti aerei,nel novembre del 2013 secondo le quali, in che è oramai una realtà e che comprende 53

European Air Transport Commandanche il rifornimento in volo e l’evacua- fornirà a regime nel 2018 37 militari suzione medica, gli ulteriori vantaggi sono 214 posizioni presso il Comando. L’Italiala possibilità di accesso a capacità di tra- partecipa all’EATC con 3 tipi di velivoli:sporto oversize, la riduzione dei contratti KC767, C-130J, C-27J per un totale di 31outsourcing, un’ottimizzazione nell’impie- velivoli appartenenti rispettivamente, ilgo dei vettori rispetto alle caratteristiche primo al 14° Stormo di Pratica di Mare edel carico (fattore di riempimento), possi- alla 46ª Brigata Aerea di Pisa, gli altri due.bilità di raggiungere una standardizzazio- Ogni anno le forze aeree dei Paesi chene europea delle procedure e la massimiz- hanno aderito all’EATC partecipano adzazione dei servizi a fronte di un limitato una esercitazione allo scopo di aumentareinvestimento. l’interoperabilità nel campo del trasportoCom’è costituito e come funziona EATC tattico: l’European Air Transport TrainingL’intera flotta del Comando Europeo con- – EATT, evento che nasce da un’iniziativasta di più di 220 aerei di vario tipo. L’Italia dell’European Defence Agency, suppor-è così il terzo paese per contributo forni- tata dall’EATC. L’edizione 2016 si è svoltato, che non è riferibile solo al numero di a Beja, in Portogallo, e ha visto la parte-velivoli messi a disposizione: il finanzia- cipazione di 1700 militari di 10 nazionimento nazionale infatti rappresenta il europee, le quali hanno messo in campo18% del budget dell’EATC e l’Aeronautica 11 velivoli. L’Aeronautica Militare era pre- 54

sente con un C-130J della 46ª Brigata Ae- termini mo-C-27J Spartannetari ma direa che si è schierato insieme agli assetti servizi stessi.degli altri Paesi: Belgio (un C-130), Ger- Lo scopo ultimomania (due C-160), Finlandia (un C-295), i n f a t - ti delFrancia (un C-130), Lituania (un C-27J), sistema non èOlanda (un C-130), Portogallo (un C-130 q u e l l o di ‘faree un C-295), Polonia (un C-295) e Regno Apertura alare: 28,70 m - lunghezza: 22,70 mUnito (un C-130J). Nel corso dell’EATT ‘16 - peso massimo al decollo: 31.800 kg - veloci-sono stati condotti vari profili di missione tà massima: 590 km/h - autonomia: 5.950 km -complessi: dal trasporto e aviolancio di equipaggio: 2 piloti, 1 addetto al carico e lanciomateriali, alle operazioni tattiche a bassa - capacità di carico: 40 paracadutisti - impiantoquota in ambiente ostile - anche notturne propulsivo: 2 motori Rolls Royce AE 2100d2 dacon l’ausilio degli NVG (Night Vision Gog- 4700 HP. c a s s a ’ C-130J Hercules II b e n s ìgles) – passando per decolli e atterraggi q u e l - lo disu piste semipreparate, senza contare le avere a dispo-missioni in formazione con altri velivoli, s i z i o n e deicon simulazione di minacce terra-aria di mezzi e quindivario tipo e l’ingaggio reale da parte di F16 dei ser- vizi,portoghesi. In Italia l’ente che si interfac- Apertura alare: 40,41 m - lunghezza:cia con l’EATC è il Comando Operazioni 29,79/34,37* m - altezza: 11,84/11,81* m - pesoAeree (COA) di Poggio Renatico (FE). Il massimo al decollo: 79.380 kg - carburanteCOA riceve le richieste nazionali di tra- imbarcabile: 20.819 kg - impianto propulsi-sporto sia per le esigenze di Forza Armata vo: quattro turboelica Rolls-Royce (Allison)sia per altro tipo di esigenze (trasporto da/ AE2100D3 da 4.700 sHP - velocità massima:per i teatri operativi, altre Forze Armate, 645 km/h - tangenza: 9.315 m (al peso di 66.680esigenze di concorso). Ogni tipo di richie- kg) - autonomia: 5.250 km (con 18.144 kg di ca- rico) - equipaggio: 2 piloti, 1 addetto carico e lancio, 92/128* soldati o 76/112* paracadutisti. *C-130J-30sta che riguardi l’impiego dei velivoli ‘tra- KC-767Asferiti’ segue un suo iter fino ad arrivare s e n z a averal COA. Sarà poi l’EATC a stabilire quale compra- to ilvelivolo (nazionale o no) sarà impiegato v e l i v o - lo. Eper soddisfarle. Ogni nazione potrà per- ciò senza che citanto usufruire di un velivolo di un altro sia una spesa,Stato contraente e scambiare con questo o Lunghezza: 48,51 m - apertura alare: 47,57 m -altri paesi partner un servizio fornito con altezza: 15,85 m - propulsione: 2 General Electricil proprio velivolo impiegato dall’EATC. (27.306 kg x2) - massimo peso al decollo: 180.000Evidentemente la possibilità di usufrui- kg - massimo carburante imbarcabile: 70 tonnel- late - tangenza operativa: 13.000 m - autonomiare degli assetti altrui non è ricambiata in oraria: 14 ore - raggio d’azione: 11.500 km - velo- cità di crociera: mach 0.8 (circa 900 km/h). 55

European Air Transport Commandbensì fornendo a nostra volta un servizio loga, ma non uguale all’EATC, il Move-analogo. Per esigenze nazionali, l’Italia ment Coordination Center Europe (MCCE).può chiedere, per uno o più assetti e per il L’EATC si differenzia dall’MCCE per il fat-tempo necessario, la revoca del TOA . E ciò to che quest’ultimo si limita al coordina-senza che l’EATC faccia una valutazione mento degli assetti ma non ha l’autorità didi merito. Chiaramente è necessario avere pianificare il loro impiego.un parametro e una unità di misura che Nell’ATARES l’unità di misura conside-sia utile per calcolare uno scambio equo. rata per calcolare lo scambio è il costo diTanto più che alcuni velivoli non possono un’ora di volo di C-130. Tutte le ore di voloessere paragonati ad altri sebbene tutti si- di altri velivoli possono quindi rappre-ano essenziali al fine di adattare l’assetto sentare multipli o sottomultipli dell’ora diall’esigenza. volo del C-130 con la quale rapportano ilSi capisce facilmente, infatti, che sarebbe costo nazionale dell’ora di volo del propriouno speco impiegare un velivolo di grandi velivolo considerato. Tale rapporto (costodimensioni e capacità di carico per un tra- nazionale ora di volo velivolo considera-sporto di qualche quintale. Come sistema to/costo nazionale ora di volo di C-130) èdi riferimento per il calcolo dello scambio chiamato Equivalent Factor (EF). Ogni tipodi servizi è stato considerato l’ATARES di velivolo ha così il suo EF. Esso viene(Air Transport & Air to Air Refueling and quindi moltiplicato per le ore di volo svol-other Exchange of Service) già utilizzato te dal velivolo considerato ottenendo laper lo stesso scopo da un’altra realtà ana- corretta equivalenza del servizio prestato. 56

Inserto PubbliredazionaleESPERTI IN SICUREZZA IL GRUPPO SURVITEC VANTA UNA GAMMA COMPLETA DI SOLUZIONI PER LA SALVAGUARDIA PERSONALE IN DIVERSI AMBITI. E IN ITALIA È PRESENTE CON LA CONTROLLATA EUROVINIL DI GROSSETO, SPECIALIZZATA NELLA PRODUZIONE E REVISIONE DI ZATTERE DI SALVATAGGIO, IMBRAGATURE PER SAR E TENDE CAMPALI PNEUMATICHE Che il pericolo venga da terra, dal mare o dal cielo, il Gruppo Survitec ha una soluzione per tutto (o quasi). Il colosso con sede a Southampton nel Regno Unito – che vanta circa 3mila addetti dislocati in vari stabilimenti in Europa, Stati uniti, Giappone e Cina –, è infatti leader nelle soluzioni per la sicurezza e la sopravvivenza e può contare su una gamma completa di prodotti. Nel 2016 il gruppo ha fatto registrare un fatturato globale di 90 milioni di euro e nel 2017 le previsioni sono di un ulteriore sviluppo, legato soprattutto alle soluzioni per la difesa. Su territorio italiano l’azienda inglese è presente con la controllata Eurovinil di Grosseto, che si occupa della produzione e revisione di zattere di salvataggio, imbragature per Sar (Search and rescue) e della revisione delle tende campali pneumatiche, cosi come di coordinare e sviluppare la vendita dei prodotti Survitec in Italia, per un giro d’affari che nel 2016 è stato di circa 6 milioni di euro. Alla Key Account Manager dell’azienda, Marica Orioli, abbiamo chiesto di illustrarci le strategie del gruppo a livello internazionale e italiano. In quali ambiti esattamente opera il Gruppo Survitec? L’azienda è specializzata nella produzione di prodotti di uso personale e collettivo per la sicurezza in ambito marino (sistemi collettivi di salvataggio, sistemi d’evacuazione veloce, lifeboat, giubbetti, gommoni, cime, sistemi antincendio mobili), aeronautico (giubbetti di salvataggio da volo, tute isotermiche, zattere per uso aereo, imbragature di sicurezza per operatore al verricello, per aero soccorritore e messa in sicurezza dei soggetti soccorsi), oil & gas (sistemi collettivi di salvataggio, sistemi di evacuazione veloce, lifeboat, giubbetti, cime, sistemi antincendio, prodotti di protezione da contaminazione chimica) e difesa (giubbetti di salvataggio da volo anche con protezione balistica per elicottero e jet, tute isotermiche, gamma completa di abbigliamento pilota per tutti i teatri di azione, zattere monoposto, tute anti G, tute di evacuazione da sottomarino, sistemi di protezione Cbrn – Chemical, biological, radiological and nuclear –, pacchi dotazioni di pronto intervento medico sul teatro di azione, imbragature di sicurezza per operatore al verricello, per aero soccorritore e messa in sicurezza dei soggetti soccorsi, gommoni). Survitec è inoltre partner esclusivo per il programma Jfs (per la progettazione e lo sviluppo del velivolo militare caccia multiruolo Joint Strike Fighter) e fornisce servizi di revisione di tutti i materiali forniti. Una gamma assolutamente completa, quindi. Come sta andando il settore delle infrastrutture per l’emergenza in Italia e quali sono al contempo i rapporti con l’estero? Le difficoltà legate ai budget molto stretti delle pubbliche amministrazioni italiane non aiutano il rinnovo degli equipaggiamenti di sicurezza, Alcuni dei nostri prodotti sono infatti già ampiamente in uso, in quanto legati ai programmi internazionali dei velivoli in uso anche in Italia. Su altri fronti, invece, il nostro lavoro si concentra attualmente soprattutto nella sperimentazione dei nostri prodotti che vantano i più altri standard di tecnologia, design e sicurezza. Il mercato straniero è senz’altro preponderante, con particolare riferimento agli Stati Uniti, il Regno Unito, l’Europa continentale, l’Asia, l’Australia e gli Emirati Arabi. Quali sono i progetti più importanti portati avanti negli ultimi anni? Innanzitutto va sottolineato che la ricerca tecnologica è il focus di Survitec e questo fa sì che tutti i prodotti siano costantemente oggetto di aggiornamento, in collaborazione con i più importanti enti di difesa mondiali e, in ambito mercantile, con i maggiori armatori e cantieri al mondo. Detto questo, i più recenti programmi riguardano i prodotti di protezione Cbrn e di intervento medico su teatro operativo Quali sono invece le novità, sempre in termini di prodotto, che riguarderanno il prossimo futuro? Stiamo lavorando a nuovi sistemi di evacuazione navale, assolutamente innovativi che rivoluzioneranno il concetto di evacuazione e progettazione navale in futuro. In ambito aereo verrà ampliata la gamma dei prodotti Pfe (Pilot flight equipment) al fine di rendere sempre più completa la nostra offerta e facilitare la scelta del prodotto all’acquirente il quale potrà sempre di più contare sulla complementarità e compatibilità degli equipaggiamenti. La scelta di una gamma di prodotti complementare non può che favorire l’utilizzatore finale per facilità di impiego, così come la gestione trasversale degli equipaggiamenti su vari velivoli. In definitiva, che futuro vede per il settore in Italia? Ci sono margini di sviluppo nel breve periodo? Sebbene Eurovinil vanti una storia di consolidato successo come fornitore di prodotti per sicurezza in volo e tende pneumatiche campali, Survitec Group è presente solo da un tempo relativamente recente presso gli enti pubblici e privati in Italia. Questo permetterà a Eurovinil – in veste di rappresentante di Survitec Group sul territorio nazionale – di introdurre in modo incisivo i nostri prodotti forti del fatto che già sono in uso presso gli enti militari e civili di maggiore rifermento al mondo. Per questo siamo entusiasti dell’opportunità che ci attendono e ottimisti sugli obiettivi da raggiungere.

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RIFUGIATIe RICHIEDENTI ASILOLa situazione in ItaliaFabio DEZILe migrazioni sono fenomeni so- migratori possano derivare sia da decisio- ciali antichi che risalgono agli ni assunte in libertà dagli individui, sia da albori dell’umanità e consistono eventi contro la volontà degli stessi. in spostamenti verso aree diverse da quel- Ad oggi, l’Alto Commissariato delle Nazio- le di origine. Questo è causato dal diverso ni Unite per i Rifugiati (UNHCR) stima che grado di benessere tra il paese di destina- al mondo ci siano più di 244 milioni di mi- zione e quello di partenza in ragione dei granti1. Di questi, circa 65,3 milioni risulta- cosiddetti elementi di attrazione -pull fac- no essere stati sfollati con la forza, quindi tor- (es. possibilità di lavoro o di istruzione) contro la propria volontà. Nello specifico e di espulsione -push factor- (es. carestie o 21,3 milioni sono classificati come rifugia- discriminazioni razziali). Appare evidente, ti, 40,8 milioni come sfollati interni e 3,2 pertanto, come le cause alla base dei flussi milioni come richiedenti asilo2. I rifugiati e

Rifugiati e richiedenti asilo in Italiai richiedenti asilo in linea di massima sono un fenomeno che ha un forte impatto eti-persone che abbandonano i loro paesi di co e sociale e che è accompagnato da fal-origine o le loro aree di residenza a causa se credenze, pregiudizi, incomprensioni edi lotte e guerre civili, per discriminazio- più in generale da una grave disinforma-ni politiche, razziali, religiose o di genere. zione. A tal fine si procederà con la defi-Gli sfollati interni sono coloro che sono nizione dei termini di rifugiato e richie-costretti a spostarsi per conflitti o cause dente asilo; si analizzeranno le principalinaturali all’interno della propria nazione. statistiche italiane ed europee; si affron-Sicuramente, rispetto agli oltre 7 miliardi terà la normativa di settore con cenni indi abitanti del pianeta, tali numeri -gli sfol- merito al sistema nazionale di protezionelati con la forza- possono risultare esigui adottato dal 2001, per terminare con alcu-(appena il 9 per mille), ma appaiono inac- ne considerazioni e riflessioni.Foto ONU STATUS DI RIFUGIATO E DI RICHIEDENTE ASILOcettabili per la comunità internazionale Per determinare se una persona soddisfase considerati in termini di singoli esseri i requisiti per essere considerato rifugiato,umani e alle sofferenze che tali individui ci si affida alla Convenzione di Ginevra delsi trovano ad affrontare. Nel presente ar- 1951, che fornisce la seguente definizione:ticolo sarà analizzato il quadro giuridico “chiunque, per causa di avvenimenti anterio-internazionale e nazionale di riferimento ri al 1° gennaio 1951 e nel giustificato timorein merito ai rifugiati e ai richiedenti asilo. d’essere perseguitato per la sua razza, la suaAttraverso un breve excursus storico sa-ranno evidenziate le correlate criticità di 60

religione, la sua cittadinanza, la sua appar- al di fuori dell’Europa. Un emendamentotenenza a un determinato gruppo sociale o del 1967 rimosse tali clausole dando cosìle sue opinioni politiche, si trova fuori dello applicabilità generale della convenzione.Stato di cui possiede la cittadinanza e non Lo status di rifugiato, quindi, può esserepuò o, per tale timore, non vuole domandare determinato su base individuale o, in al-la protezione di detto Stato; oppure a chiun- cuni casi in cui una popolazione persegui-que, essendo apolide e trovandosi fuori del tata fugga in massa, può essere attribui-suo Stato di domicilio in seguito a tali avve- to anche in virtù dell’appartenenza a unnimenti, non può o, per il timore sopra indi- gruppo etnico. Alla fine degli anni Sessan-cato, non vuole ritornarvi”. Il contesto qui ta, dopo un periodo di decolonizzazione,espresso è la presenza di una minaccia per insurrezioni e cambiamenti nei regimi inla vita dell’individuo, il quale deve già tro- Africa, è stata redatta la Convenzione delFoto ONU 1969 dell’OUA (Organizzazione dell’Unità Africana), che ha aggiunto i seguenti con-varsi al di fuori del proprio paese d’origi- cetti: “Il termine rifugiato si applica anchene, e non può tornare al sicuro nella patria a ogni persona che sia costretta a lasciare ilnatia. La definizione della Convenzione paese d’origine a causa di aggressione ester-del 1951 presentava inizialmente alcuni na, occupazione, dominio straniero o graviinconvenienti per via di clausole di tempo turbamenti dell’ordine pubblico, in tutto oe di luogo, che limitavano lo status di ri- in una parte del paese d’origine o di cittadi-fugiato alle persone interessate da eventi nanza”. La Dichiarazione di Cartagena delverificatisi prima del 1951, con l’impossibi-lità di estensione ad accadimenti avvenuti 61

Rifugiati e richiedenti asilo in Italia1984 ha ampliato ulteriormente l’ambito (32.701) e Olanda (28.051). Questi 8 Paesidi applicazione del termine di rifugiato ri- raggruppano più dell’80% di tutte le ri-comprendendo in esso tutte le vittime di chieste d’asilo presentate nei paesi euro-violenza generalizzata, aggressione stra- pei. Per quanto riguarda la tendenza delleniera, conflitti interni, violazione massic- concessioni dello status di rifugiato e lecia dei diritti dell’uomo e altre circostanze richieste di asilo, si evidenzia che questache abbiano gravemente turbato l’ordine è in aumento ed è strettamente legato alpubblico. L’altra categoria che sarà ana- numero di emergenze umanitarie in cor-lizzata è quella dei richiedenti asilo, ov- so in Medio Oriente (Siria e Iraq) e a sudvero delle persone che hanno presentato del Mediterraneo (in Libia e, più a sud, indomanda di protezione internazionale, Somalia, Mali, Nigeria e Sud Sudan). Conla cui richiesta per lo status di rifugiato è riferimento all’Italia, si segnala che nelpendente. 2014 i rifugiati erano 93.715 e i richiedentiDATI STATISTICI EUROPA E ITALIA3 asilo 45.749, 2013 i rifugiati erano 78.061I rifugiati in Italia alla fine del 2015 era- e i richiedenti asilo 13.653, mentre nelno 118.047, questa cifra colloca l’Italia 2012 i rifugiati ammontavano a 64.779 eal 5° posto tra i Paesi europei, dopo Ger- le domande di asilo sono state 14.330.mania (316.115), Francia (273.126), Svezia I dati ufficiali delle Nazioni Unite riferi-(169.520), Regno Unito (123.067) e prima ti al 2016 sono in fase di elaborazione edi Olanda (88.536), Svizzera (73.336) e Au- saranno disponibili dal mese di giugnostria (72.598). Dai dati emerge che a diffe- 2017. Le stime predisposte dallo Europeanrenza di quanto si pensa l’Italia presenta Asylum Support Office riportano, nei paesicifre importanti ma comunque contenuterispetto ad altri paesi europei, in terminisia assoluti che relativi. In Svezia i rifu-giati sono oltre 17 ogni 1000 abitanti, inSvizzera circa 9 ogni 1000, in Austria 8ogni 1000, nei Paesi Bassi 5 ogni 1000,in Francia e Germania 4 ogni 1.000, nelRegno Unito e in Italia meno di 2 ogni1000 abitanti. Relativamente alle richie-ste di asilo, nel 2015 l’Italia ha ricevuto60.156 domande. Tra i paesi europei chehanno ricevuto il maggior numero nellostesso periodo: Germania (420.625), Sve-zia (157.046), Austria (80.057) Francia(63.057), Gran Bretagna (45.870), Svizzera 62

UE+ (i 28 Paesi UE+Norvegia e Svizzera) di rischio di persecuzione. Tale situazione1.236.325 richieste di asilo4. Il dato indica di stasi normativa rispecchiava il conte-una flessione del 9% in riferimento al 2015 sto geopolitico dell’epoca che, basato suiquando però fu raggiunto il picco più alto noti blocchi contrapposti est-ovest, vede-di domande mai ricevute (circa 1,4 milio- va il fenomeno dei grossi flussi migratorini). Relativamente all’Italia, nel 2016 sono e delle richieste di protezione umanitariastate presentate 123.600 domande di asilo ben lontani dai confini europei e quindie la Nigeria è la nazione più rappresentata non necessari di disciplina normativa ad,con 27mila richieste. A conclusione dell’i- hoc. Con la dissoluzione del blocco sovie-ter di valutazione, lo status di rifugiato tico e i conseguenti movimenti di personeè stato concesso per il 5% delle domande prima dall’Europa dell’est e poi dai terri-esaminate; al 14% è stata assegnata la pro- tori dell’ex-Jugoslavia, tale problemati-tezione sussidiaria, al 21% quella umani- ca entrava immediatamente nell’agendataria e nel 56% dei casi c'è stato il diniego5. politica degli stati europei, costretti ad af-LA NORMATIVA EUROPEA E ITALIANA frontare migrazioni mai viste prima e cheNell’ordinamento italiano la tutela dello richiedevano l’adozione di adeguate mi-straniero è garantita a livello costituzio- sure. Pertanto, a partire dal 2003, l’Unio-nale, l’articolo 10 comma 3 sancisce che: ne Europea incomincia a produrre fonti“lo straniero, al quale sia impedito nel suo di diritto e a innovare i sistemi nazionaliPaese l’effettivo esercizio delle libertà de- introducendo standard minimi comuni amocratiche garantite dalla Costituzione tutti gli Stati membri per quanto riguar-italiana, ha diritto d’asilo nel territorio da i presupposti per il riconoscimento, ildella Repubblica, secondo le condizioni contenuto della protezione e le relativestabilite dalla legge”. Tuttavia, fino agli procedure, nonché un secondo livello diinizi degli anni 2000, con lo sviluppo di protezione internazionale, ossia la prote-norme di diritto comunitario, nell’ordi- zione sussidiaria6. Ad oggi, il programmanamento italiano la normativa in materia europeo di asilo si compone di un sistemadi asilo consisteva esclusivamente nella integrato di norme. Tra le più importantisuddetta previsione costituzionale, nella si riportano la Direttiva recante procedu-citata Convenzione di Ginevra del 1951 re comuni ai fini del riconoscimento e del-sullo status di rifugiato (ratificata e resa la revoca dello status di protezione inter-esecutiva in Italia con Legge n. 722/54) e nazionale, la Direttiva sulle condizioni dinella Legge n. 39/90 contenente “disposi- accoglienza dei richiedenti protezione in-zioni sulle procedure di riconoscimento ternazionale, la Direttiva recante normedello status di rifugiato”, e nell’art. 19, co. sulla qualifica di beneficiario di protezione1 del Testo unico immigrazione (D.lgs. n. internazionale, il cosiddetto regolamento286/98) che vieta l’allontanamento in caso Dublino III. 63

IL PROCESSO STORICO parte, inizia a regolare la materia d’asilo.Da un punto di vista temporale, possiamo Nel 1998 tale norma è stata poi sostituitaindividuare tre periodi normativi della dal D.lgs. 286/98 Testo unico sull’immi-storia repubblicana; grazione, la c.d. legge Turco-Napolitano,- il primo, quello dal 1948 agli anni ‘90 del che, tuttavia, non ha apportato modificheXX secolo, delineato esclusivamente dalla sostanziali in materia d’asilo. Nel settem-Costituzione e dalle norme di Diritto In- bre del 2002, la normativa è stata nuova-ternazionale, che tracciano i lineamenti mente modificata con l’entrata in vigoregenerali della problematica demandando della L. 189/02 Modifica alla normativa inal legislatore la definizione di una norma- materia di immigrazione e di asilo, la c.d.tiva di settore, tuttavia mai disciplinata; legge Bossi-Fini, pienamente attuata solo- il secondo, che si sviluppa dal 1990 al con il DPR 303/2004 Regolamento rela-2002, che vede la produzione di norma- tivo alle procedure per il riconoscimentotiva nazionale, accelerata dalle gravi crisi dello status di rifugiato. Quest’ultima leg-umanitarie del mediterraneo (guerre bal- ge ha influito notevolmente sulla materia,caniche, esodo albanese e migrazioni dal anche attraverso la decentralizzazioneNord-Africa). Nel 1990, con la L. 30/90 della procedura di asilo e l’istituzione di“Norme urgenti in materia di asilo poli- Commissioni Territoriali, che hanno iltico, d’ingresso e soggiorno dei cittadini compito di esaminare le istanze di rico-extracomunitari e di regolarizzazione dei noscimento della protezione internazio-cittadini extracomunitari ed apolidi già nale. Esse sono indirizzate e coordinatepresenti nel territorio dello Stato”, la c.d. dalla Commissione Nazionale per il Di-Legge Martelli, l’Italia si è finalmente do- ritto d’Asilo, un tempo unica titolare delletata di una normativa che, seppur solo in funzioni loro conferite. Con tali strumenti 64

Rifugiati e richiedenti asilo in Italianormativi vengono istituiti i Centri Acco- 25/2008, introduce norme minime per leglienza Richiedenti Asilo (CARA), struttu- procedure applicate negli Stati membri aire nelle quali viene inviato e ospitato per fini del riconoscimento e della revoca del-un periodo variabile di 20 o 35 giorni lo lo status di rifugiato. I due decreti modifi-straniero richiedente asilo privo di docu- cano in maniera sostanziale le normativementi di riconoscimento o che si è sottrat- sull’asilo, abolendo, ad esempio, il tratteni-to al controllo di frontiera, per consentir- mento dei richiedenti asilo e introducen-ne l’identificazione o la definizione della do l’effetto sospensivo del ricorso contro ilprocedura di riconoscimento dello status diniego della domanda d’asilo e la possibi-di rifugiato; lità, anche per coloro cui è stata concessa- la terza fase si sviluppa dal 2003 con una protezione sussidiaria, di ottenere ill’adozione della normativa europea: pren- ricongiungimento familiare7. Negli ultimide così forma in Italia la più importante anni, a seguito dei massicci flussi migra-riforma legislativa sull’asilo dalla Legge tori, l’UE ha rivisto il cosiddetto sistemaMartelli. Nel 2005 viene recepita la diret- Dublino con il regolamento 604/2013 deltiva comunitaria 2003/9 “norme minime 26 giugno 2013 (Dublino III). L’Italia, dalrelative all’accoglienza dei richiedenti asi- canto suo, ha ridisegnato, con il Decretolo negli Stati membri”. Il D.lgs. 140/2005 legislativo 18 agosto 2015, n. 142, il proces-di attuazione della direttiva stabilisce le so di accoglienza per i richiedenti asilo at-norme sull’accoglienza degli stranieri ri- traverso l’individuazione di procedure piùchiedenti il riconoscimento dello status di chiare rispetto al passato e con un mag-rifugiato nel territorio nazionale, in linea giore orientamento all’individuo che ri-con gli standard europei e con il diritto chiede l’assistenza internazionale. La nor-internazionale dei rifugiati (in particola- ma prevede una fase di prima accoglienzare, con la Convenzione di Ginevra). In se- nei centri di primo soccorso e assistenzaguito alla direttiva “accoglienza”, è stata la nei luoghi maggiormente interessati davolta della cosiddetta direttiva “qualifiche” sbarchi massicci (hotspot). In tali luoghi(CE/2004/83) e della direttiva “procedure” si procede con lo screening sanitario, la(CE/2005/85). La prima, recepita nel no- pre-identificazione, il foto-segnalamentostro ordinamento con il D.lgs. 251/2007, e l’avvio delle procedure per l’accoglienzastabilisce i criteri che gli stati membri o delle procedure di rimpatrio.dell’Unione devono utilizzare per decide- LA GESTIONE DEI RIFUGIATIre se un richiedente asilo ha diritto alla E DEI RICHIEDENTI ASILOprotezione internazionale e quale forma A partire dall’aprile del 2001, l’UNHCR,di protezione debba ricevere, se lo status il Ministero dell’Interno e l’Associazio-di rifugiato o una forma di protezione sus- ne Nazionale dei Comuni Italiani (ANCI)sidiaria. La seconda, attuata con il D.lgs. hanno ideato e messo in atto il Program- 65

Rifugiati e richiedenti asilo in Italiama Nazionale Asilo (PNA), poi istituzio- CONCLUSIONI E RIFLESSIONInalizzato nel Sistema di protezione per Dal quadro delineato, si evidenziano inrichiedenti asilo e rifugiati (SPRAR)8 con maniera palese le seguenti criticità:la L.189/2002. Tra gli scopi del PNA e del- - quadro normativo internazionale dalo SPRAR è centrale la realizzazione di aggiornare: mentre il diritto internazio-interventi di “accoglienza integrata” che nale definisce in modo molto specificoprevedono servizi di assistenza, orienta- chi è un rifugiato, non fa altrettanto permento, informazione e accompagnamen- quelle persone che si trovano in una si-to. Questo è possibile grazie anche alla tuazione analoga, ma che non possonocostituzione e allo sviluppo di reti locali, essere tecnicamente definite come rifu-raccordate in un Sistema nazionale in giati, anche se la loro condizione è moltogrado di accompagnare i richiedenti asi- simile in termini di trauma e implicazio-lo durante tutto l’iter del riconoscimento ni negative per la salute mentale e fisica;della protezione internazionale nonché la - mancanza di una politica comune dipredisposizione di interventi in supporto asilo in ambito UE: è oramai urgenteai percorsi di inserimento socio-economi- un’armonizzazione di base delle prati-co dei rifugiati. I progetti territoriali dello che adottate nei singoli Stati in ordineSPRAR sono caratterizzati da un protago- all’esame delle richieste asilo. Infatti,nismo attivo condiviso da grandi città e da nonostante le normative comunitarie inpiccoli centri, da aree metropolitane e da materia, nella pratica dei diversi Paesicittadine di provincia. A differenza del pa- membri si assiste a una notevole diffe-norama europeo, in Italia la realizzazione renziazione di metodi e, soprattutto, didi tali progetti di dimensioni medio-pic- risultati9;cole ideati e attuati a livello locale, con - assenza di un quadro normativo nazio-la diretta partecipazione degli attori pre- nale organico e strutturato: nonostante isenti sul territorio, contribuisce, in linea cambiamenti intervenuti, l’Italia è l’uni-di principio, a costruire e a rafforzare una co tra i paesi dell’Unione Europea a noncultura dell’accoglienza presso le comuni- avere una legislazione che garantisca atà cittadine e favorisce la continuità dei quanti chiedono protezione l’accesso apercorsi di inserimento socio-economico un sistema strutturato e funzionale didei beneficiari. Tuttavia, tale sistema, per protezione, assistenza e integrazione.l’assenza di adeguati fondi per la sua at- Le norme europee e nazionali nonché latuazione, non è attualmente in grado di giurisprudenza stratificatisi nel tempogarantire e assicurare l’assistenza struttu- hanno sviluppato un quadro disorgani-rata ai rifugiati e ai richiedenti asilo che si co di difficile interpretazione che creatrovano spesso a vivere in gravi condizio- difficoltà ai vari livelli: richiedenti asiloni di disagio sociale. in primis, ma anche alle varie organiz- 66

zazioni governative coinvolte, alle asso- politiche e programmi efficaci che af-ciazioni di volontariato, alla stessa magi- frontino le questioni d’interesse uma-stratura; nitario armonizzandole con lo specifico- approccio culturale e politico errato: clima sociale, politico ed economico dell’attenzione nei dibattiti è sempre stata paese ospitante. Di fatto, solo l’integra-incentrata sull’attraversamento illegale zione culturale costituisce la soluzionedelle frontiere internazionali che han- definitiva affinché il supporto per le po-no luogo senza l’autorizzazione del Pa- polazioni di rifugiati e richiedenti asiloese coinvolto e si fa sempre una grossa sia tempestivo, umanitario, sostenibile econfusione con il fenomeno dell’immi- duraturo.grazione nella sua accezione generale. A tale riguardo, è urgente l’effettiva in-Peraltro, nei confronti politici, sovente, corporazione nella legislazione italia-si vogliono spesso ignorare le numerose na ed europea del “diritto al benessere”,cause che determinano il fenomeno dei sancito dalla dichiarazione universalerifugiati relegando il tutto a prese di po- dei diritti dell’uomo11, che è funzionale asizione puramente ideologiche prive di definire lo standard globale e a rivoluzio-fondamento scientifico e sociale10. nare anche il sistema di protezione deiServe quindi un nuovo approccio alla rifugiati, determinando un nuovo ap-problematica dei rifugiati e dei richie- proccio per l’accoglimento delle richiestedenti asilo. È necessario lo sviluppo di d’asilo12. 67

Rifugiati e richiedenti asilo in ItaliaNOTE1 Dato 2015, fonte: United Nations Department of Economic and Social Affairs/Population Division, International Migration Report 2015, pag.1.2 Dati 2015, fonte: United Nations High Commissioner for Refugees, Global Trends 2015, pag. 2.3 Dati 2015, fonte: fonte: United Nations High Commissioner for Refugees, Global Trends 2014, Annex, Tab1; Dati 2014, fonte: United Nations High Commissioner for Refugees, Global Trends 2014, Annex, Tab1: Dati 2013, fonte: United Nations High Com- missioner for Refugees, Global Trends 2013, pag. 41; Dati 2012, fonte: United Nations High Commissioner for Refugees, Global Trends 2012, pag. 39.4 https://www.easo.europa.eu/latest-asylum-trends, ultimo accesso 27 febbraio 2017.5 Dati Consiglio Italiano per i Rifugiati, organizzazione umanitaria indipendente costituitasi nel 1990 in Italia, su iniziativa delle Na- zioni Unite, con l’obiettivo di difendere i diritti dei rifugiati e dei richiedenti asilo6 La persona ammissibile alla protezione sussidiaria è il “cittadino straniero che non possiede i requisiti per essere riconosciuto come rifugiato ma nei cui confronti sussistono fondati motivi di ritenere che, se ritornasse nel Paese di origine, o, nel caso di un apolide, se ritornasse nel Paese nel quale aveva precedentemente la dimora abituale, correrebbe un rischio effettivo di subire un grave danno come definito dal presente decreto e il quale non può o, a causa di tale rischio, non vuole avvalersi della protezione di detto Paese” (art. 2, D.Lgs. n. 251/07 attuativo della Direttiva n. 2004/83/CE).7 http://www1.interno.gov.it/mininterno/export/sites/default/it/assets/files/23/9979_italiano.pdf, accesso del 27 febbraio 2017.8 http://www.sprar.it, accesso del 27 febbraio 2017.9 Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni -Piano strategico sull’asilo- Un approccio integrato in materia di protezione nell’Unione europea {SEC(2008) 2029} {SEC(2008) 2030} /* COM/2008/0360 def. */.10 Il Presidente emerito Giorgio Napolitano in un intervento sul tema il 9 febbraio 2014 ha sintetizzato chiaramente quanto ancora c’è da fare su un tema e sulla quale si giudica il grado di civiltà di una società moderna: “...La mancanza di una politica comune europea per l’asilo e l’immigrazione è una carenza grave nelle politiche europee. Ma anche in Italia c’è un buco legislativo che si è colmato soltanto con il recepimento delle direttive europee e c’è una gran confusione tra asilo e immigrazione illegale...”.11 Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, art. 25: “Ogni individuo ha diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all’alimentazione, al vestiario, all’abitazione, e alle cure mediche e ai servizi sociali necessari; e ha diritto alla sicurezza in caso di disoccupazione, malattia, invalidità, vedovanza, vecchiaia o in ogni altro caso di perdita dei mezzi di sussistenza per circostanze indipendenti dalla sua volontà”.12 Papa Francesco, Messaggio per la 100ª Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2014 (5 agosto 2013):“…la realtà delle migrazioni, con le dimensioni che assume nella nostra epoca della globalizzazione, chiede di essere affrontata e gestita in modo nuovo, equo ed efficace, che esige anzitutto una cooperazione internazionale e uno spirito di profonda solidarietà e compassione. È importante la collaborazione ai vari livelli, con l’adozione corale degli strumenti normativi che tutelino e promuovano la persona umana. Papa Benedetto XVI ne ha tracciato le coordinate affermando che «tale politica va sviluppata a partire da una stretta col- laborazione tra i Paesi da cui partono i migranti e i Paesi in cui arrivano; va accompagnata da adeguate normative internazionali in grado di armonizzare i diversi assetti legislativi, nella prospettiva di salvaguardare le esigenze e i diritti delle persone e delle famiglie emigrate e, al tempo stesso, quelli delle società di approdo degli stessi emigrati». Lavorare insieme per un mondo mi- gliore richiede il reciproco aiuto tra Paesi, con disponibilità e fiducia, senza sollevare barriere insormontabili. Una buona sinergia può essere d’incoraggiamento ai governanti per affrontare gli squilibri socio-economici e una globalizzazione senza regole, che sono tra le cause di migrazioni in cui le persone sono più vittime che protagonisti. Nessun Paese può affrontare da solo le difficoltà connesse a questo fenomeno, che è così ampio da interessare ormai tutti i Continenti nel duplice movimento d’immigrazione e di emigrazione...”.BIBLIOGRAFIAGolini Antonio (a cura di), Il futuro della popolazione del mondo, Il Mulino, Bologna, 2009.Golini Antonio, La popolazione del pianeta, Il Mulino, Bologna, 2003.Livi Bacci Massimo, Demografia del capitale umano, Il Mulino, Bologna, 2010.Livi Bacci Massimo, Storia minima della popolazione del mondo, Il Mulino, Bologna, 2005.Loschiavo Silvia, Lo status giuridico degli immigrati, rifugiati e richiedenti asilo dopo il Trattato di Lisbona, Abel Books, Roma, 2011.Motta Giovanna e Ricci Antonio, Emigrazione e Società, Edizioni Nuova Cultura, Roma, 2011.Petrovic Nadan, Rifugiati, profughi, sfollati. 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Inserto PubbliredazionaleSARDEGNA, LA “PATRIA” DEI LASERLA FILAR OPTOMATERIALS RAPPRESENTA UNA REALTÀ UNICA NEL PANORAMA NAZIONALE: FONDATA NEL 1997 DA PIERGIORGIO LORRAI,OPERA NEL SETTORE DEI CRISTALLI OTTICI. E, NONOSTANTE LE DIFFICOLTÀ, QUEST’ANNO PUNTA A RADDOPPIARE IL FATTURATOLa storia di Piergiorgio Lorrai non avrebbe nulla da invidiare a quella dei vari Bill Gates o Steve Jobs. Lui, che di professione fa tutt’ora il medicodentista, negli anni 90 ebbe un’idea rivoluzionaria: dopo essersi recato a Bergamo con l’intento acquistare un apparecchio laser per il suo studio,rimase letteralmente folgorato da questa tecnologia allora agli albori, tanto da fondare una propria azienda, la Scimex, specializzata nella produzionedi cristalli sintetici per laser. Era il 1997 e la sua azienda era la prima in Italia a operare nel settore.“Sfortuna” vuole però, che la Scimex non avesse sede in quello straordinario incubatore di idee chiamato Silicon Valley, ma a Baccasara, zonaindustriale di Tortolì, nell’Ogliastra, area della Sardegna meravigliosa dal punto di vista paesaggistico, ma penalizzante se si intende sviluppare unproprio business. Oggi, a 20 anni dalla sua fondazione, l’azienda – che nel frattempo ha mutato nome in Filar Optomaterials, ampliando lo spettrodella sua offerta –, combatte strenuamente in un comparto molto competitivo, come ci racconta lo stesso Lorrai in questa intervista.Quanto è difficile oggi riuscire a portare avanti la sua azienda, specie in una regione come la Sardegna?Molto difficile. Il problema principale che riscontriamo è quello legato alle infrastrutture e in particolare all’altissimo costo dell’energia elettrica.Ci confrontiamo spesso con competitor che proprio per questo motivo ci hanno messo in condizione di essere fuori mercato su alcuni progetti,nonostante i costi siano assolutamente in linea con altri fornitori. Purtroppo l’essere decentrati rispetto alle zone italiane a più alta vocazioneindustriale ci penalizza, ma questo non deve accadere, perché le istituzioni devono mettere in condizione di lavorare adeguatamente anche learee periferiche, altrimenti ci rimettiamo tutti. Negli ultimi anni, inoltre, abbiamo risentito anche dei contraccolpi della crisi economica e per questoabbiamo avuto la necessità di ridurre il nostro organico, che dalle precedenti 30 unità è passato oggi a 15. Un modo per cercare di dare una scossa a questo territorio è stata la creazione del Distretto aerospaziale della Sardegna, partecipato al 51% di enti pubblici e al 49% da privati. Ha portato i risultati sperati? Il distretto, di cui sono attualmente vicepresidente, è nato sotto il mio impulso. L’idea che stava alla sua base era quella di lavorare in maniera coesa per dare una spinta maggiore al comparto, ma ad oggi purtroppo questa spinta non si è ancora verificata, soprattutto per quanto riguarda le infrastrutture tecnologiche alle quali accennavo in precedenza. Oggi la cosa più importante è la celerità nella risposta ai clienti: questioni come la viabilità e i servizi sono fondamentali, molto più di tanti incentivi. Eppure, nonostante le evidenti difficoltà, la sua è un’azienda che quest’anno festeggerà il ventennale. Su quali progetti vi state specializzando? Il laser rimane ovviamente uno dei nostri core business, ma ci siamo allargati anche alla produzione di materiale nucleare per la radiologia e la medicinae, oggi, anche alla componentistica oftalmica per l’ottica. Il laser, in particolare, è un settore duale per elezione, poiché le componenti e i sistemipossono avere applicazioni sia in ambito medico che militare. Questo ci ha consentito di sopravvivere perché siamo una realtà unica che riesce acompetere anche con il mercato internazionale.A proposito di mercato internazionale, la sua è un’azienda che dalla Sardegna fa affari in tutto il mondo.Assolutamente sì. Abbiamo clienti nel bacino del Mediterraneo, come i Paesi Arabi e la Turchia, ma abbiamo contatti anche con l’India, l’Australia,il Giappone, la Cina. Certo, i nostri non sono grandi numeri, ma piuttosto produzioni altamente specializzate e di nicchia. Lo scorso anno abbiamorealizzato un giro d’affari pari a circa 1 milione di euro, ma quest’anno puntiamo a raddoppiare la cifra perché le premesse sono buone. Ci sonosenza dubbio segnali di ripresa.Una ripresa che passerà anche da alcuni progetti messi in piedi negli ultimi anni. Quali sono i più significativi?Da poco è terminata una collaborazione con il Ministero della Difesa che rientrava nell’ambito del progetto europeo Mission, partito nel 2012, chemirava alla realizzazione di un laser a cascata quantica. Stiamo anche lavorando su un progetto di laser di potenza da proporre sempre alla nostradifesa e, inoltre, a un laser di focalizzazione da circa 12 watt. Siamo poi fornitori dell’Esa, l’agenzia spaziale europea e vantiamo clienti del calibrodel Cern di Ginevra, dell’Istituto di scienze del Gran Sasso e dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, con il quale è stata avviata una collaborazioneper l’esperimento Mu2e, un progetto innovativo nel campo della fisica delle particelle elementari, in costruzione presso il laboratorio Fermilab negliStati Uniti. Nonostante il mio mestiere di dentista, quindi, tutti i miei sforzi sono sempre stati spesi in questa impresa e continuerò a investire inessa perché ci credo. Località Baccasara, Zona Industriale • +39 0782 628359 mailto: [email protected]

IDEE EDESPERIENZECAVALIERI PARACADUTISTILe realtà straniere e l’esperienza del “Savoia Cavalleria”Enrico BARDUANI LEvoluzione, a realizzazione di un’unità di “cavalleria paracadutisti” italia- dottrina d’impiego e na, cioè di un’unità a vocazione ordinamento esplorante da mettere a disposizione delle del reggimento che aviotruppe, ha suscitato in molti qualche costituisce un unicum perplessità, senza contare il rischio con- creto di snaturare uno tra i più blasonati nel panorama reggimenti: il “Savoia Cavalleria”. In realtà, dell’Esercito Italiano negli Eserciti di moltissimi paesi, occiden- tali e non, le unità di cavalleria paracadu- tisti sono realtà consolidate da decenni. Vale allora la pena di dare un’occhiata fu- gace a quegli esempi a noi più vicini. L’Esercito tedesco, fino a marzo 2015, con- tava ben due Brigate paracadutiste, collo- cate alle dipendenze della Division Schnel- le Kräfte. Il processo di riorganizzazione in atto ha portato alla loro unificazione, 70

battaglioni di fanteria, un battaglione lo- gistico, un battaglione genio, un gruppo di artiglieria e un cavalry squadron. L’Esercito britannico ha una sola Brigata in grado di condurre operazioni aviopor- tate, la 16th air assault brigade, che tra le varie unità – annovera, tra l’altro, oltredando vita ad un’unica Brigata paracadu- al reggimento di fanteria paracadutisti,tisti, la Luftlandebrigade 1. Al suo inter- anche il 7° reggimento artiglieria, il 23°no, tale Brigata annovera due squadroni genio, il 216° battaglione trasmissioni e ilesploranti – il 260° e il 310° – che nasco- reggimento Gurkha – può disporre, comeno già negli anni 2000 per enucleazione assetto RSTA permanentemente “orien-da battaglioni esploranti di cavalleria e tato” in rinforzo, del D Squadron dell’Hou-trasformazione in unità paracadutisti, al sehold Cavalry Regiment. Tale unità di “ca-fine di assicurare la capacità esplorante e valieri paracadutisti” è, inoltre, il bacinodi raccolta informativa (gli squadroni di- privilegiato da cui attingere personale perspongono anche di droni e di sensori ter- il plotone pathfinder (il cui compito è, es-restri). senzialmente, di individuare e predispor-Lo US Army dispone di una pluralità di re zone di lancio e di atterraggio, anche aGrandi Unità e paracadutisti – la 1st, 2nd e forte profondità nel dispositivo avversa- rio) della Brigata stessa.3rd Airborne Brigade Combat Team (ABCT) In Francia, l’Esercito annovera ben duedella 82nd Airborne Division; la 4th ABCT unità di cavalleria paracadutisti. La pri-della 25th Infantry Division; la 173rd ABCT ma, in realtà, mantiene solo nella deno-– caratterizzate da analoga struttura: tre minazione la sua origine di cavalleria: si tratta del 13e rég. de dragons, che nel 1952 71

Cavalieri paracadutistiviene trasformato in reggimento di caval- rég. d’artillerie parachutiste) ed uno di ca-leria paracadutisti e più tardi, nel 1963, valleria, il 1er régiment de Hussards Para-aperto al reclutamento anche di soldati chutistes.di altre armi e specialità per evolvere in Proprio quest’ultimo, a differenza deglireggimento esplorante a lungo raggio e, esempi visti negli altri eserciti, ha moltinel 2002, transitare nel bacino delle forze punti in comune con la scelta intrapresaspeciali. Le aviotruppe francesi, tuttavia, dall’Esercito Italiano per quanto attienesi concentrano nella Brigata paracaduti- a “Savoia Cavalleria”.sti, la 11e Brigade Parachutiste, costituita Le similitudini risiedono nella capaci-nel 1999 per riconfigurazione della pree- tà del reggimento francese di assolveresistente Divisione. tutte le missioni tipiche della cavalle-La struttura organica presenta i seguen- ria – esplorazione nascosta e medianteti reggimenti: quattro di fanteria para- azioni di combattimento, sicurezza deicadutisti (1er rég. de Chasseurs parachu- dispositivi e protezione delle forze – atistes, 2e rég. étranger de parachutistes, 3e favore della Brigata paracadutisti, sia arég. de parachutistes d’infanterie de ma- seguito di operazioni avioportate sia inrine, 8e rég. de parachutistes d’infanterie un impiego terrestre con veicoli blin-de marine), uno logistico (1er rég du train do-corazzati. Pertanto, vale la pena ana-parachutiste), uno del genio (17e rég. du lizzare con maggiore dettaglio il reggi-génie parachutiste), uno d’artiglieria (35e mento transalpino. 72

Focus sul 1er régiment de Hussards Parachutistes (1er RHP) Costituito nel 1720 per volontà di Ladislas de Bercheny, Uf- ficiale ungherese esiliato in Francia all’indomani dell’annes- sione del suo Paese da parte dell’Austria, il 1° reggimento Ussari vanta la partecipazione a tutte le principali vicende belliche della storia di Francia. Nel 1946, fu il Generale de Lattre de Tassigny a deciderne l’inserimento nella 25a Divi- sione aerotrasportata, decretandone la sua trasformazione in unità esplorante paracadutisti. Oggi il 1er RHP è l’unità di cavalleria dell’11a Brigata pa- racadutisti dell’Esercito francese, alla quale assicura, grazie alle sue caratteristiche di mobilità, potenza di fuoco e pro- tezione delle forze, la disponibilità di capacità di esplora- zione (nascosta e mediante combattimento), di acquisizione obiettivi, di sorveglianza e di mirate azioni controcarri. La configurazione ordinativa, forte di circa 650 ussari paraca-dutisti, è la stessa prevista per tutti i reggimenti di cavalleria leggera blindata: oltre allo squadronecomando e supporto logistico, vi sono tre squadroni “da esplorazione e combattimento” (su AMX-10 RCR, ERC 90 Sagaie e VAB) ed uno di “esplorazione e intervento” (su VBL Panhard). Inoltre, ilreggimento dispone, al pari di tutti gli altri reggimenti della Brigata paracadutisti (compreso quellologistico, che include al suo interno l’unità di avioriforimenti per l’intera Brigata), di un plotone di 20ussari paracadutisti “commando”, il cui compito, nelle operazioni avioportate, è di individuare e pre-disporre zone di lancio e zone atterraggio (in altri termini, la stessa missione attribuita, nell’esempioanglosassone, all’unità pathfinder).La particolarità di questo reggimento è data dagli equipaggiamenti di cui dispone: infatti, la VBLPanhard è un mezzo blindato leggero di elevatissima mobilità, anfibio, a bassa emissione termicae acustica, ma, soprattutto, aviolanciabile a seguito di una procedura di condizionamento di circa 5ore, ma che non contempla alcuno smontaggio di parti; l’ERC 90 Sagaie è un veicolo blindato a treassi con cannone da 90mm. a corto rinculo che è trasportabile, senza preventive predisposizioni, siasu C130 Hercules sia su C160 Transall. Ciò fa capire come il reggimento sia in grado di intervenire intempi rapidi dalla terza dimensione avendo già al seguito veicoli blindati che assicurano una buonamobilità, potenza di fuoco e protezione delle forze. La particolare valenza e capacità operativa diquest’unità è stata testata anche recentemente, quando suoi assetti sono stati inseriti nelle fasi inizialisia dell’Operazione “Serval” in Mali che dell’Operazione “Sangaris” nella Repubblica Centrafricana.Infatti, in tutti i documenti promozionali dell’Esercito francese, il 1er RHP viene presentato come lasola forza polivalente e modulare in grado di fornire, partendo dalla terza dimensione, uno “scaglio-ne blindato d’urgenza” per tutte le esigenze della Brigata paracadutisti. 73

Cavalieri paracadutistiL’esperienza italiana Roma, impiegati nella campagna contro il20 settembre 2013: una data per certi ver- brigantaggio e nelle operazioni in Africasi fondamentale nella pur plurisecolare Orientale, i Cavalieri dalla “cravatta ros-storia del reggimento “Savoia Cavalleria” sa” seppero altresì distinguersi tanto nella(3°), che ne segna indelebilmente il futu- Grande Guerra (si ricorda in particolare,ro con il transito dipendenze della Brigata il 3 novembre 1918, l’ingresso a Udine diparacadutisti “Folgore” e l’avvio del pro- una pattuglia di “Savoia”, che riuscì a pe-cesso evolutivo che lo porterà ad essere – netrare fino in centro città ancora presi-unico nel panorama dell’Esercito Italiano diato da truppe austro-ungariche) quanto– un reggimento di “cavalleria paracadu- nella Seconda Guerra Mondiale, quando,tisti”. con la celeberrima carica di Isbuschenskij,Costituito il 23 luglio 1692 dal Duca Vit- venne scritta una delle pagine più epichetorio Amedeo II attraverso l’unificazione della storia militare moderna.e la “professionalizzazione” delle pree- Non ancora completamente spente lesistenti compagini di cavalleria pesante candeline del 321° compleanno, “Savoia”delle “gens d’arme”, il reggimento “Savoia era atteso da un’altra sfida epocale: l’avvioCavalleria” venne da impiegato, fin dal del processo di evoluzione in reggimento1693, in tutte le campagne di guerra con- di “cavalleria paracadutisti”.dotte dal Ducato sabaudo in seno alle più Origine del processo evolutivoampie vicende belliche europee, al fine di Il quadro internazionale di sicurezza indare concretezza ai propri ambiziosi pro- rapido deterioramento, con il sorgere digrammi di espansione territoriale nella un’era di “globalizzazione dell’insicurez-penisola italica. Protagonisti nelle guer- za”, ha imposto la disponibilità di stru-re europee del ‘700 e, poi, nelle Guerre menti militari in grado di operare cond’Indipendenza, partecipi alla presa di piena efficacia in tutti i possibili scenari. 74

Con tali premesse, anche per il nostro Pa- zioni speciali – 9° rgt. “Col Moschin” e 185°ese è divenuta sempre più stringente la rgt. RAO – transitati alle dipendenze delnecessità di varare uno Strumento Mili- neocostituito Comando delle Forze Spe-tare pienamente joint, efficiente, effica- ciali dell’Esercito, si poneva pertanto l’e-ce e, soprattutto, in grado di intervenire sigenza di attribuire alla “Folgore” tre ca-in tutto lo spettro delle operazioni e con pacità specifiche di cui risultava carente:ridotti tempi di preavviso. Per l’Esercito il supporto di fuoco terrestre, la logisticaItaliano tutto ciò ha determinato l’avvio di e l’esplorazione a medio raggio. Per soddi-un profondo processo di riorganizzazio- sfare le prime due si è provveduto a inseri-ne, guidato da due presupposti ben pre- re nella Brigata il 6° reggimento di mano-cisi: la Brigata pluriarma come elemento vra di Pisa (ridenominato poi reggimentofondamentale delle Forze Operative e il logistico “Folgore”) e a ricreare, sulla sedesostanziale incremento della capacità di di Bracciano, il 185° reggimento artiglieria“ingresso dalla terza dimensione”. Da que- paracadutisti; invece, per la capacità esplo-sti due elementi è scaturito un percorso di rante, di sorveglianza e di acquisizionepotenziamento delle capacità della Briga- obiettivi (Reconnaissance, Sureveillance andta paracadutisti “Folgore”, al fine di dotarla Target Acquisition - RSTA) la scelta è cadu-di una maggiore autonomia operativa e ta sul reggimento “Savoia Cavalleria” (3°),logistica, configurandola, al pari delle al- pensando ad un ampliamento delle suetre Grandi Unità elementari dell’Esercito, capacità attraverso l’acquisizione di quellesecondo una struttura pienamente plu- tipiche delle aviotruppe (Figura 1). Infatti,riarma tale da conferirle capacità d’impie- la missione assegnata al reggimento è sta-go full spectrum per l’efficace condotta di ta così formulata: “approntare, addestraretutte le attività militari tattiche (offensive, e mantenere l’efficienza operativa deglidifensive, di stabilizzazione e abilitanti). assetti del reggimento, al fine di garantireContestualmente alla fuoriuscita degli as- l’efficace assolvimento dei compiti tipicisetti di forze speciali e di forze per opera- delle unità di cavalleria di linea e, nel con- 75

Cavalieri paracadutistitempo, perseguire l’obiettivo di acquisire − identificare, occupare e organizzarele capacità d’impiego delle aviotruppe, per zone di aviolancio speditive e aviosuperifi-l’efficace impiego di assetti del reggimento ci a premessa di aviolanci e/o aviosbarchi,nell’ambito di task force avioportate”. E il assicurando contestualmente una rete di20 settembre 2013 il reggimento ha ab- sorveglianza delle aree individuate;bandonato la Brigata aeromobile “Friuli” − condurre attività di sorveglianza edper passare alle dipendenze della Brigata esplorazione oltre la linea avanzata delleparacadutisti “Folgore”, avviando così il forze amiche, ma entro l’arco di tiro utileproprio processo evolutivo. del supporto d’artiglieria;La road-map dell’evoluzione di “Savoia − fornire informazioni, tempestive ed ac-Cavalleria” curate, sulle forze avversarie, sull’area diPartendo dalle premesse sopraccitate operazioni e sull’ambiente operativo;e assumendo come inderogabili le ca- − individuare, identificare e determinarepacità previste dalla NATO per un reg- obiettivi in profondità (a medio raggio),gimento di cavalleria leggera, è stato ricorrendo a sensori montati su piattafor-stilato un elenco di capacità operative ma terrestre, ovvero portatili, medianteprimarie che il reggimento “Savoia Ca- osservazione diretta;valleria” dovrà saper esprimere, al fine − ingaggiare, per un tempo limitato, le for-di poter garantire efficacemente l’inse- ze avversarie, sia in caso di attacco siste-rimento di propri assetti all’interno di matico che di combattimento d’incontro;task force avioportate: − condurre colpi di mano d’opportunità;− schierarsi tramite aviolancio e/o avio- − essere integrato nel sistema ISTAR-EWassalto per la condotta dell’Esplorazione in area d’operazioni;Tattica Terrestre, contribuendo al con- − condurre ricognizioni d’area e d’itine-trollo dei joint fires disponibili e alla valu- rario al fine di raccogliere informazionitazione degli effetti; sulla dislocazione, entità, natura ed atteg- 76

giamento dell’avversario e sulle caratteri- Cavalleria”. Cinque anni non sono, comestiche del terreno; potrebbe apparentemente sembrare, un− registrare e disseminare immagini (in ampio lasso temporale per portare a com-ogni condizione di luce e di visibilità) ad pimento un tale processo evolutivo, cheun centro dedicato per la raccolta, elabo- comporta, innanzitutto, un cambio dirazione, fusione e sfruttamento di dati “mentalità operativa” e l’interiorizzazioneper l’intelligence; dell’ethos tipico delle aviotruppe. Già nella− supportare il ciclo del targeting. primavera del 2014, a poco più di sei mesiIn altre parole, al reggimento viene chie- dall’avvio del processo evolutivo, sonosto di svolgere tutte le attività tattiche già stati conseguiti i primi due fondamentalicontemplate nei compiti assegnati ad un obiettivi intermedi: l’esercitazione di Initalreggimento di cavalleria di linea, con pri- Operational Capability (IOC) con uno squa-orità per l’attività di Esplorazione Tattica drone costituito intermente da cavalieriTerrestre (ETT), ma a favore della Brigata paracadutisti – il 3° squadrone esploranteparacadutisti, in qualsiasi scenario d’im- “De Leone” – e il completamento dei trepiego e, in particolare, nel contesto di “corsi basici per aviotruppe” – articolatioperazioni avioportate. L’ETT dovrà poter nel “corso di specialità - KS” e nel “corsoessere condotta nelle due forme, nascosta di paracadutismo militare - KSP” – riser-(by stealth) e mediante azioni di combatti- vati dalla Brigata “Folgore” al personalemento (by fire). Partendo da tali presup- di “Savoia”. Relativamente al corso basicoposti è stato possibile fissare le carenze per aviotruppe, in tre aliquote si è riusciticapacitive del reggimento e, pertanto, di- ad assegnare la specialità “paracadutisti” asegnare una road-map di attività, azioni e buona parte dei cavalieri del reggimento.obiettivi intermedi per poter pervenire, Peraltro, già alla fine del 2013 è comincia-entro la fine del 2017, alla completa evo- ta la nuova modalità di alimentazione diluzione in chiave paracadutista di “Savoia personale di truppa per il reggimento: in 77

Cavalieri paracadutisti“Savoia”, al pari delle alte unità della “Fol- uniche: sapersi confrontare con “la va-gore”, si viene assegnati solo dopo aver stità dei cieli” – come recita la preghieragià acquisito la specialità paracadutisti, del Paracadutista – e, nel contempo, concioè dopo aver frequentato con successo gli angusti spazi delle blindo. Una duali-il previsto iter, di circa 12 settimane com- tà che presuppone una duttilità operativaplessive, presso il Centro Addestramento del personale, frutto di una mentalità e diParacadutismo di Pisa (CAPAR). All’arrivo una continuità addestrativa che sono, inal reggimento, coloro che hanno l’incari- parte, ancora da costruire appieno.co di “esploratore per blindo pesante” e di La dottrina d’impiego“esploratore per blindo leggera” vengono Il dominio d’azione della cavalleria para-avviati alla frequenza del precipuo corso cadutisti continua ad essere quello delledi qualificazione, condotto presso la Scuo- attività tattiche dell’esplorazione (recce byla di Cavalleria di Lecce, per ulteriori 8/12 fire o fighting for information e recce by ste-settimane. Terminato con successo anche alth o inquisitive information) e della sicu-questo corso, il “cavaliere paracadutista” rezza (nelle sue tre forme di cover, guard eè quindi in possesso di quelle conoscenze screen), che vengono condotte allo scopo die quelle capacità di base che gli consenti- facilitare la manovra delle forze amiche.ranno di essere inserito in uno squadrone Tralasciando l’impiego durante la condot-esplorante, ovvero nello squadrone blindo ta di operazioni classiche, che non preve-pesanti, e di poter assolvere ogni tipologia dono l’inserzione tramite aviolancio/avio-di compito tipico della cavalleria, tanto in assalto, focalizziamo invece l’attenzionemodalità “tradizionale” quanto a seguito sull’utilizzo della cavalleria paracadutistidi aviolancio/avioassalto. C’è la possibilità, nell’ambito di task force avioportate. Essapoi, per il personale che presenta i requi- è destinata ad essere la componente prin-siti necessari, di conseguire, attraverso la cipale della capacità esplorante (e compo-frequenza di specifici corsi presso il Cen- nente esclusiva, per quanto attiene all’e-tro Addestramento Paracadutismo, quelle splorazione a medio raggio) della Brigataprofessionalità e qualifiche necessarie alla paracadutisti, pur continuando a mante-piena autonomia del reggimento anche nere una significativa capacità di strikein ambito paracadutistico: comandante che gli consente di essere spendibile indi pattuglia guida, qualifica alla Tecnica di tutte le opportunità tattico-operative.Caduta Libera, direttore di lancio, istrut- In linea di massima, la cavalleria paraca-tore di paracadutismo, addetto al carica- dutisti è destinata ad essere inserita – conmento aereo, addetto ai malfunziona- unità fino al livello massimo di squadronementi, solo per citarne le principali. – a premessa delle componenti esplorantiAl cavaliere paracadutista vengono dun- dei reggimenti di fanteria paracadutisti,que chieste caratteristiche e capacità non limitandosi alla raccolta informativa, 78

ma anche, se necessario, combattendo per - nello “scaglione avanzato”, con l’enuclea-disturbare l’attività esplorante avversaria zione di pattuglie esploranti con il compitoe prendere tempo permettendo alle unità di ricognire l’entry point e/o individuarneamiche di affluire e riorganizzarsi. Dopo ed organizzarne ulteriori, di effettuare ilaver effettuato il passaggio di respon- ricongiungimento con, lo “scaglione As-sabilità con gli esploratori delle unità di salto” e proseguire l’ETT in profondità nel-fanteria paracadutisti, la cavalleria para- la named area of interest assegnate;cadutisti – opportunamente integrata da - nello “scaglione Assalto”, enuclean-assetti del genio guastatori paracadutisti do pattuglie esploranti mounted e/o di-– procede nella prosecuzione dello sforzo smounted con il compito di sicurezzain profondità, contribuendo, in tal modo, dell’entry point e ampliamento della testaall’allargamento della testa di aviosbarco di aviosbarco;e alla sicurezza delle follow-on forces, ma - negli scaglioni successivi, enucleandorestando sempre focalizzata sulla raccolta pattuglie mounted, su veicoli blindati leg-informativa, sull’individuazione dei pun- geri e su blindo pesanti, con il compito diti deboli dell’organizzazione avversaria e cover e guard e, all’occorrenza, strike.sempre pronta a gestire i joint fires dispo- L’ordinamentonibili. In sintesi, le unità di cavalleria pa- Al fine di mettere il reggimento nelleracadutisti sono impiegate nelle task force condizioni di assolvere efficacementeavioportate: i propri compiti, si è intervenuti anche 79

Cavalieri paracadutistidandogli una nuova configurazione or- scelti, così come di personale con peculiariganica che prevede: specializzazioni di natura aviolancistica- una componente RECCE, bacino di forze necessarie per l’esecuzione della missioneprioritariamente impiegabili nello “sca- (ala vincolata/TCL);glione avanzato” per la condotta dell’e- - una componente blindo pesanti, per di-splorazione nascosta ed orientate anche a sporre, in riserva o meno, di sorgenti digarantire le funzioni di pathfinder. Potrà fuoco aggiuntive tanto per le esigenze didisporre di veicoli aviolanciabili, con ca- esplorazione mediante azioni di combat-ratteristiche di elevata mobilità off road, timento, quanto per consentire al Coman-elevata potenza e velocità, ridotta segna- dante della Brigata di rinforzare adegua-tura termica, acustica e sismica (veicoli tamente dispositivi schierati sul terreno,all-terrain, tipo Quad; moto enduro; Vei- ovvero di disporre di un’idonea pedinacoli d’Assalto Veloce, come quelli già in per la presa di contatto/frenaggio dell’av-uso presso il 9° rgt. d’assalto paracadutisti versario, per il controllo di zone estese e“Col Moschin”; Long Range Special Recon- per i compiti di sicurezza.naissance Vehicles, ancora da individuare). Per quanto attiene, infine, a futuri ma-Questa componente avrà personale quali- teriali ed equipaggiamenti di aviolancioficato TACP-FAC, Laser Operator e un nu- del reggimento, tanto individuali quantocleo di tiratori scelti, oltre che un congruo di reparto, la loro acquisizione rientra innumero di cavalieri paracadutisti abilitati una più ampia esigenza operativa dellaall’ala vincolata/TCL HALO-HAHO; Brigata “Folgore”, contemplata proprio nel- una componente esplorante leggera, piano di potenziamento della stessa Gran-principalmente – ma non esclusivamen- de Unità elementare.te – orientata ad operare nell’ambito dello Conclusioni“scaglione Assalto” per essere impiegata Non si può nascondere che ci sono statinelle attività di esplorazione e di sorve- momenti di difficoltà, peraltro fisiologiciglianza areale, ovvero in attività in aree in un processo evolutivo di questa por-urbanizzate. Disporrà di veicoli VTLM tata, ma il reggimento e i suoi cavalieriRSTA e moto enduro, ma avrà anche sen- hanno dato dimostrazione che il retaggiosori terrestri ed aerei (unmanned ground di audacia e valore di “Savoia” è riposto invehicle – UGV e micro unmanned aerial buone mani. Grazie anche all’assiduo sup-vehicle – UAV), al fine di poter essere in- porto del Comando Brigata “Folgore”, ogniserita con efficacia nel sistema ISTAR-EW attività, ogni prova, ogni avversità è sta-in area d’operazioni. Anche qui, come nel- ta affrontata con slancio ed entusiasmo,la precedente componente, è contemplata dando dimostrazione che si può cambiare,la presenza di personale qualificato TACP- anche in misura significativa, ma sempreFAC, Laser Operator e di nuclei di tiratori nel rispetto della tradizione. 80



IDEE EDESPERIENZELAGUERRANEL2050Riccardo CAPPELLI SScorrazzare econdo i pensatori militari statu- nitensi, il campo di battaglia del senza corazza 2050 sarà molto differente da sul campo quello odierno per effetto dell’azione con- di battaglia giunta di tendenze secolari di sviluppo dell’arte della guerra. Infatti, l’aumento del futuro della letalità dei sistemi d’arma moderni, unito a quello dell’aumento del volume di fuoco e dalla precisione dello stesso, il tut- to inquadrato da una tecnologia sempre più integrativa, accresceranno a dismisu- ra la potenza di fuoco delle piccole unità1. Già ai tempi della dottrina dell’AirLand 82

© DARPABattle s’ipotizzava il diradamento delle manovra, uno squadrone di cavalleria perunità operative sul campo di battaglia e la la ricognizione, un battaglione di artiglie-non linearità del fronte dello scontro2. È ria campale, uno di genieri e, infine, unoprobabile che nel 2050, come sostenuto di supporto logistico. Lo schema d’impiegodal Capo di Stato maggiore dell’U.S. Army, tipico in uno scenario di crisi prevede l’in-Mark A. Milley, corpi d’armata e divisioni tervento dei leggeri BCT di fanteria chescompariranno dall’ordine di battaglia, so- cercheranno di aprire porti, aeroporti estituiti da ben più flessibili brigate modu- corridoi terrestri a favore del successivolari, sulla falsariga degli attuali Brigade arrivo dei BCT più pesanti. Per gli USA,Combat Teams (BCT) composti ognuno da combattere in questo scenario signifi-poco più di 4.500 soldati. Attualmente, cherà dover essere in grado di trasportareesistono tre tipi di BCT: fanteria, Stryker e velocemente contingenti armati negli an-corazzati, incentrati su tre battaglioni di goli più remoti del pianeta, assicurarne la 83

La guerra nel 2050sopravvivenza durante il viaggio, supera- © Dan J. Lovere la prevedibile resistenza nemica neipunti di arrivo nel teatro operativo, offri- sure elettroniche nemiche e di attaccare,re il necessario sostegno logistico, agire con precisione bersagli terrestri e navaliinsieme a forze alleate e, infine, sconfigge- in movimento distanti fino a 500 km. Al-re il nemico. Uno degli obiettivi primari tri missili dovrebbero poi arrivare diretta-dei BCT di fanteria sarà la distruzione di mente dal continente americano, se i pro-gran parte delle difese anti accesso e di grammi Conventional Prompt Global Strikenegazione d’area (anti-access/area denial, e Long-Range Ballistic Missiles andranno aA2/AD) ovunque esse si trovino. Perciò, le buon fine4. La scarsa mobilità tattica ebatterie di artiglieria diventeranno mul- operativa dei BCT leggeri odierni e l’ecces-tiuso, con capacità d’ingaggio di obiettivi siva onerosità in termini di trasporto e so-in cielo, terra e nell’area litoranea. Addi- stegno logistico di quelli pesanti sono irittura, alcune di tali batterie troveranno problemi principali da risolvere nel futu-posto su navi piattaforma della Marina ro5. Va evidenziato che i BCT Stryker ab-incrementando così il sostegno di fuoco bisognano quasi delle stesse risorse deidisponibile3. Una delle armi di punta per il BCT corazzati per gli spostamenti e la lo-tiro a lunga gittata a disposizione dei mili- gistica e ciò li rende candidati ideali pertari statunitensi dovrebbe essere il missile l’estinzione. Inoltre, in Iraq i ben più leg-d’artiglieria Long Range Precision Fires, geri Light Armored Vehicle (LAV) si sonoche forse raggiungerà lo stato di prototipo mostrati più efficaci degli Stryker nelnel 2020. Tale missile ogni-tempo dovreb- combattimento ravvicinato6. A questobe essere in grado resistere alle contromi- punto, tatticamente, conviene optare per un BCT corazzato, ben più protetto, letale e polifunzionale di uno Stryker. Comun- 84

que, per l’immediato futuro, si sta provve- sono le indicazioni d’investire nella ricer-dendo a “bradleyzzare” gli Stryker, instal- ca e sviluppo di reti di comunicazioni tat-landoci cannoni da 30 mm o lanciamissili tiche sicure e nel concetto di assured re-anticarro Javelin. La maggior parte dei supply a livello di compagnia e inferiore7.veicoli dell’U.S. Army (M1 Abrams, M2/ Da segnalare anche uno studio commis-M3 Bradley e HMMVV) è ormai sene- sionato a un ben informato ex generale, inscente, risale agli anni della Guerra fredda cui si fa l’ipotesi per l’immediato futuro die il suo rinnovamento non è più procasti- creare joint task forces modulari, di livellonabile. Però, mancando le risorse econo- battaglione (1.000-1.200 soldati), com-miche per la sostituzione in toto di un così prendenti fanteria, blindati, forze specialivasto numero di mezzi, i pianificatori mi- e aviazione. Verso la metà del secolo illitari statunitensi hanno deciso per una campo di battaglia sarà così ricco di senso-modernizzazione mista, cioè la progressi- ri che le grandi formazioni avranno vitava introduzione in servizio dei nuovi vei- breve: una volta individuate, tempo due ocoli. Ciò complicherà la catena logistica e il tre ore e saranno colpite. Così, si punteràprocesso di addestramento, oltre ovvia- su compagnie in grado di condurre colpimente a mantenere in servizio mezzi ob- di mano, oppure coagularsi con unità si-solescenti. I BCT di fanteria diventeranno milari per attaccare in massa, per poi rapi-così la punta di lancia dell’U.S. Army ed è damente eclissarsi suddivise in singoliprobabile che tali brigate siano destinate a plotoni o squadre e, magari, riformarsi incombattere “disaggregate” sul territorio, qualche luogo distante molti km8. Qual-suddivise in compagnie indipendenti e in che ottimista ha addirittura profetizzatocontinuo movimento. Alcuni indizi di ciò che una squadra di 5-8 soldati sarà in gra- © US Army 85

© US Armydo di mettere in sicurezza 300-400 miglia “aero-anfibie”, con elicotteri e convertipla-quadrate di territorio col sostegno di ni al posto dei veicoli terrestri10. Il futuroun’intelligence avanzata, velivoli a pilo- s’immagina incerto e complesso con untaggio remoto e appropriato sostegno al nemico “scalabile”: da quello a bassa inten-combattimento: un soldato avrebbe così la sità del miliziano male armato a quello ve-potenza di fuoco di un carro armato9. Del ramente pericoloso del nemico alla pari oresto, il programma Squad X del DARPA è quasi, che combatte con tattiche ibride e,incentrato proprio su come potenziare la in alcuni settori, è perfino dotato di supe-squadra di fanteria con avveniristici gad- riorità tecnologica. Il modello offensivogets tecnologici (sensoristica avanzata, americano dà per scontato che tale nemi-micro-droni, robot con ruoli di supporto, co scalabile combatta in maniera specula-dispositivi anti-drone, ecc.). Magari, tra re, con una difesa non lineare, frammen-non molto tempo, sarà rispolverato anche tata. L’assunto è che il nemico non possail concetto di super mobili unità tattiche concentrare le forze, né difendere posi- 86

La guerra nel 2050zioni chiave, senza andare incontro all’a- riuscire a combattere la multi-domain batt-zione distruttiva del tiro a lunga distanza le, cioè abbattere bersagli a ripetizione ino del bombardamento aereo11. L’unica ec- terra, mare, cielo e nello spazio cyber-e-cezione è il temuto scontro urbano, dove lettromagnetico. Insomma, in altre parole,vi è la complicazione operativa di dover far da sé e aspettare che sia ripristinata lacombattere in mezzo ai civili, per il quale superiorità aerea e cyber-elettronica. Perdevono essere studiate attrezzature appo- sfuggire alla appena descritta crescentesite. In quelle zone del campo di battaglia letalità del campo di battaglia, si ricorreràdove il nemico negherà la superiorità tec- sempre più a robot per affiancare i soldatinologica a colpi di contromisure cyber-e- nei compiti più difficili o ripetitivi. Quan-lettroniche e quella aerea a colpi di missili do poi lo sviluppo dell’intelligenza artifi-superficie-aria, la fanteria a stelle e strisce ciale lo permetterà, non sarà improbabilese la vedrà brutta. A quel punto sarà diffi- vedere in azione sciami di migliaia di bel-cile evitare che l’avversario concentri le licosi robot autonomi12. A questo proposi-proprie forze per sopraffare le isolate uni- to, sarebbe auspicabile una maggior cau-tà di fanteria leggera, impossibilitate a co- tela nell’analisi. In passato, già altre volteordinarsi tra loro e a richiedere/ottenere s’è presa una categoria di armi, se n’è ipo-il sostegno di fuoco. Anche affidarsi all’in- tizzata la crescita numerica esponenziale,filtrazione occulta e al camuffamento è e si è affermato che la vittoria sarebbe dirischioso, in quanto si opera in territorio sicuro arrisa all’esercito con decine di mi-nemico, in aree spesso densamente popo- gliaia di carri armati o all’aeronautica chelate e decisamente sorvegliate. Basta pen- dotata di altrettanti bombardieri. Sappia-sare che uno dei nemici ibridi spesso cita- mo poi com’è andata a finire.ti, Hezbollah, oltre ad avere il pieno I nuovi mezzi corazzati statunitensiappoggio della popolazione locale, ha an- Il rinnovo dei mezzi dei BCT di fanteriache disseminato il territorio sud libanese è indicato quale esigenza primaria in tutticon sistemi di sorveglianza elettronica po- i documenti “futuristi” statunitensi. Ver-sti in postazioni strategiche. Tutto ciò ren- so il 2030 la transizione dovrebbe esserederà difficile anche attaccare in maniera completata. La fanteria scorrazzerà per ilsincronizzata e sfruttare l’elemento sor- teatro di operazioni su Joint Light Tacticalpresa. Altro problema operativo di com- Vehicle (JLTV), accompagnati da Armoredplicata soluzione – e con importanti riper- Multi-Purpose Vehicle (AMPV), il rimpiaz-cussioni sul morale – sarà la gestione zo dei vetusti M-113, per il sostegno didell’evacuazione sanitaria del personale fuoco e l’evacuazione sanitaria. Accantoferito durante le operazioni condotte in a questi opererebbero i ben più minaccio-profondità in territorio nemico. Così, per si veicoli cingolati Mobile Protected Fire-l’Esercito americano diventa imperativo power (MPF), di cui ancora si sa ben poco, 87

La guerra nel 2050il cui peso si dovrebbe aggirare intorno gli affari militari, si pensava perfino chealle 25 t. Le opzioni in valutazione per l’ar- gli aerei sarebbero stati in grado di sosti-mamento degli MPF sono un cannone da tuire la protezione corazzata offerta dai50, 105 o 120 mm, col quale ingaggiare con carri armati alla fanteria16. Del resto, ifuoco diretto, preciso e letale la fanteria carristi americani sono già abituati (ras-avversaria. Il risultante appesantimento segnati) a combattere smontati nelle con-delle dotazioni dei BCT di fanteria li ren- tro-insurrezioni orientali, tanto che qual-derà più visibili sul campo di battaglia, ma cuno ne ha già decretato la fine della lorosi pensa che ciò sarà bilanciato dall’accre- specialità17. Anche negli scenari di guerrasciuta protezione fornita e dalla capacità del 2050 non trovano posto le unità pe-di svolgere ruoli aggiuntivi13. Per quanto santi corazzate e blindate, troppo lente adriguarda, infine, la sostituzione dei carri arrivare in teatro, poco mobili e onero-armati Abrams e dei veicoli da combatti- se da sostenere con una logistica ridottamento per la fanteria Bradley, questa ap- all’osso. Gli attuali carri pesanti sarebbe-pare ancora lontana. Il loro discendente, ro sostituiti da carri leggeri che farebberoil misterioso Future Fighting Vehicle, po- affidamento sullo scansare o respingeretrebbe essere di concezione radicalmen- i colpi, invece che incassarli. Un carro dite diversa dai mezzi che dovrà sostituire, dimensioni ridotte, ma guizzante, dotatocome pare lasciar intendere Milley14. È da di capacità per la guerra cyber-elettroni-tempo che l’esercito americano pensa di ca e di difese attive, magari accompagna-alleggerire il pugno blindo-corazzato per to da falsi carri, parrebbe avere più pos-permettere l’imbarco di due veicoli coraz- sibilità di sopravvivenza in uno scenariozati sull’aereo da trasporto C-17 Globema- di guerra ad alta intensità popolato daster15. Per i carri armati pesanti da 70 t si sensori ovunque. Molte speranze sonoprospetta un impiego quasi esclusivamen- riposte nello sviluppo di materiali nuovite nello scontro urbano, per consentire in grado di sostituire le pesanti corazza-spostamenti protetti alla fanteria, per co- ture attuali, garantendo lo stesso livellostituire capisaldi volanti, per aumentare il di protezione18. Ma non è detto che non sipotere di fuoco disponibile, ecc. Il pensiero provi a introdurre qualcosa ancora più in-contro-carro si è andato affermando da- novativo, quale, ad esempio, il Main Battlegli anni Sessanta in poi, con una punta di System (MBS) che si propone di sostituirevirulenza particolare dopo la guerra dello gli Abrams con tre veicoli: uno pilotato daYom Kippur del 1973, per l’impressione 25/30 t e due a pilotaggio remoto pesantisuscitata dal successo delle truppe arabe 15/20 t (non c’è bisogno di proteggere l’e-armate di sistemi anticarro di produzione quipaggio), ognuno dei quali armato consovietica sulle forze corazzate israeliane. un cannone da 120 mm di nuova conce-Negli anni Novanta della Rivoluzione ne- zione. Il veicolo pilotato, detto “superviso- 88

© US Armyre”, avrebbe un equipaggio costituito da un tere della guerra, dovuto essenzialmenteguidatore, un comandante e due operatori all’auspicata maturazione contemporaneaassegnati alla guida degli altri due mezzi. ed economicamente sostenibile di una se-Così, un odierno plotone corazzato su 4 rie di tecnologie di uso civile e militare,carri M1 sarebbe sostituito da due veicoli alcune delle quali sono in gestazione sinsupervisori e quattro a pilotaggio remoto: dagli anni Sessanta (ad esempio, l’esosche-8 soldati invece che 16 e 110/140 t invece letro e il laser). Spesso e volentieri, tali tec-che 280. Inoltre, avere il peso distribuito nologie avanzate dovrebbero permetteresu 6 mezzi invece che 4, consentirebbe di trovare la quadratura a molti – forseulteriori facilitazioni per il trasporto e la troppi – cerchi, ad esempio: carri armatimobilità. Lo schema d’azione vedrebbe il più leggeri ma anche più protetti; armi a“supervisore” agire a notevole distanza energia diretta di tutti i tipi per avere unarispetto ai veicoli controllati, idealmente riserva di colpi quasi infinita; uniformifuori dal raggio di tiro avversario19. regolari in grado di neutralizzare agen-Tecnofilìa ti NBC; fucili che permettono di mirareAl lettore intento a sfogliare le centinaia e sparare da dietro un riparo; e così via.di pagine dedicate all’elaborazione concet- Questa “ottimismo tecnologico” è tipicotuale statunitense della guerra futura, son dell’apparato militare americano, spessorichiesti atti di vera e propria tecnofede. pronto a inserire tra i requisiti tecnici deiQuello che viene prospettato oltre oceano programmi di sistemi d’arma elementi in-è un mutamento fondamentale nel carat- compatibili oppure troppo complessi per 89

La guerra nel 2050poi trovare applicazione concreta (dallo problemi logistici ed addestrativi, sono so-Special Purpose Individual Weapon di ieri prattutto problemi umani, perché col pro-al Future Combat System di oggi). gresso tecnico la percentuale dei militariNel 1970 il generale dell’Aeronautica (o militarizzati) non però combattenti veriAmedeo Mecozzi già identificava una cresce vertiginosamente, producendotendenza negativa nell’esasperazione del perfino <imboscati di prima linea> oltre-tecnicismo: “Spesso il progresso tecnico ché imboscati di retrovia”. Soldati armatisuscita problemi più numerosi e gravi di di joystick contro nemici armati di coltel-quanti non ne risolva; non sono soltanto lo: chi vincerà? NOTE1 Gordon R. Sullivan and James M. Dubik, Envisioning Future War, U.S. Army Command and General Staff College Press, Fort Leavenworth, KS, 1995.2 U.S. Army, FM 100-5 Operations, HQ Department of the Army, Washington, DC, 1982.3 Ronald K. Alexander, «A Future for Army Artillery: Fires from the Sea», Fires, no. 2, March-April 2014, pp. 45-46.4 David Dykema, Matt MacKenzie, Justin Teague, «Advances of Precision Fires and Launchers», Fires, no. 2, March-April 2014, pp. 55-58; Sidney J. Freedberg Jr., «New Army Long-Range Missile Might Kill Ships, Too: LRPF», Breaking Defense, 13 October 2016; Amy F. Woolf, «Conventional Prompt Global Strike and Long-Range Ballistic Missiles. Background and Issues», CRS Report no. R41464, 24 February 2016.5 U.S. Army Training and Doctrine Command, «The U.S. Army Combat Vehicle Modernization Strategy», Army Capabilities Integration Center, Fort Eustis, VA, 15 September 2015.6 Douglas Macgregor, «Army Transformation: Implications for the Future», statement before the House Armed Services Committee, Washington, DC, 15 July 2004.7 U.S. Army Training and Doctrine Command, «The Warfighters’ Science and Technology Needs», Army Capabilities Inte- gration Center, Fort Eustis, VA, 21 September 2016.8 U.S. Army Training and Doctrine Command, «The Warfighters’ Science and Technology Needs», Army Capabilities Inte- gration Center, Fort Eustis, VA, 21 September 2016.9 Marc Cerasini, The Future of War. The Face of 21-st Century Warfare, Alpha, Indianapolis, IN, 2003.10 Charles W. Matheny, «Aerial Vehicle Transport for Combat Units», Army Aviation Digest, vol. 2, no. 2, June 1956, pp. 5-12 e 27-35.11 Deputy Secretary of Defense Bob Work, speech, Army War College Strategy Conference, U.S. Army War College, Car- lisle, PA, 8 April 2015.12 Peter W. Singer, Wired For War. The Robotic Revolution and Conflict in the Twenty-first Century, Penguin, New York, NY, 2009; Alexander Kott, David Alberts, et al., «Visualizing the Tactical Ground Battlefield in the Year 2050: Workshop Report», ARL-SR-0327, U.S. Army Research Laboratory, June 2015; Mad Scientist Conference, «Maintaining Relative Technological Advantage for the Army from 2025 to 2040», minutes, Georgetown University, Washington, DC, 28-29 April 2015.13 .S. Army Training and Doctrine Command, «The Army Capstone Concept: Operational Adaptibility: Operating Under Conditions of Uncertainty and Complexity in an Era of Persistent Conflict 2016-2028», TRADOC Pamphlet 525-3-0, 21 December 2009.14 Mark A. Milley, speech at Dwight David Eisenhower Luncheon Tuesday at the Association of the U.S. Army’s Annual Meeting and Exposition, 4 October 2016. Periodicamente viene recitato il de profundis per il carro armato pesante, v. in tal senso l’emblematico Warren W. Lennon, «The Death of the Tank», Armor, vol. LXXI, no. 1, January-February 1972, pp. 4-14.15 Walter Perry, Bruce Pirnie and John Gordon IV, «The Future of Warfare. Issues from the 1999 Army After Next Study Cycle», Arroyo Centre – RAND, Military Report nr 1183, 2001 e U.S. Army Training and Doctrine Command, cit., 15 September 2015. Già nel 1960 Liddell Hart auspicava la realizzazione di un carro armato che, sacrificando la corazzatura, pesasse non più di 22-23 t e fosse, di conseguenza, facilmente trasportabile e veloce, v. B. H. Liddell Hart, «Will The Tank Survive?», Ordnance, no. 44, May-June 1960, pp. 870-872. Gli scettici dileggiano lo slogan del “fly light, fight heavy” parafrasandolo con “fly light, die early”, v. International Institute for Strategic Studies, «The Future of Armoured Warfare», Strategic Comments, vol. 4, no. 8, October 1998.16 Edward N. Luttwak, «Power relations in the New Economy», Survival, vol. 44, no. 2, 2002, pp. 7-17.17 Gian P. Gentile, «The Death of the Armor Corps», smallwarsjournal.com, 17 April 2010.18 Nader Elhefnawy, «Tanks, Battleships, and the Future of Armored Warfare», Armor, vol. CXI, no. 5, September-October 2002, pp. 37-38.19 Jean M. Dasch and David J. Gorsich, «Survey of Modular Military Vehicles: Benefits and Burdens», Defense ARJ, vol. 23 no. 1, January 2016, pp. 2–27. 90

IFI: COMPOSTI CHIMICI E POLIMERI AVANZATI PER L’INDUSTRIA DELLA DIFESA INSERTO PUBBLIREDAZIONALEI composti chimici e i polimeri utilizzati nella logistica integrata dei sistemi d’arma impiegati nel comparto dellaDifesa rappresentano una voce davvero particolare, nell’ambito della missione complessiva delle Forze Armate,essendo, per singolo asset, a basso impatto finanziario ma ad alto valore aggiunto tecnico e operativo ai finidella missione.In pratica questi composti vanno dai lubrificanti, fluidi idraulici, liquidi penetranti per i controlli nondistruttivi, i sigillanti fino ai polimeri impiegati nella verniciatura sia per la protezione dalla corrosione sia dellamimetizzazione delle piattaforme nei vari teatri operativi.La IFI Srl è una società che, operando da più di 60 anni in Italia, nel corso della propria esistenza ha sempregestito la distribuzione, e in alcuni casi anche la produzione, di composti chimici impiegati nell’ambito dellaDifesa. L’entrata in questo comparto, praticamente contestuale all’inizio della propria attività, è scaturita da unastrategia di connotazione specialistica, e ha consentito, in tutti questi decenni, la formazione di una culturaaziendale volta all’analisi normativa, tecnologica e in seguito ambientale e regolamentare nella gestione diquesti segmenti di attività.Nel corso degli ultimi anni, particolarmente influenzati da un particolare attenzione alla sostenibilità e ai nuoviregolamenti europei come il REACH (Registration, Evaluation and Authorization of Chemicals), IFI si è dedicata,grazie alle partnership con grandi gruppi mondiali della chimica, alla proposta di ammodernamento dei sistemidi verniciatura utilizzati in svariati campi della Difesa nazionale.Dall’introduzione in Marina Militare di schemi di verniciatura come Intersleek 1100SR, tale da consentire ildistacco delle biocontaminazioni marine dalla carena, senza rilascio di metalli o biocidi, con il solo effetto delmoto in acqua sopra i 3-5 nodi, fino all’eliminazione del cromo esavalente nella verniciatura della flotta deiC130J dell’Aeronautica Militare utilizzando il Metaflex SP 1050 quale preparatore superficiale acquoso esente dacromo esavalente e Aerodur 2100MgRP quale primer di protezione dalla corrosione anch’esso esente da cromoesavalente.In pratica l’obiettivo della IFI, al fine di confermarsi partner di eccellenza nel comparto dei chimici per laDifesa, soprattutto in presenza di continue contrazioni di bilancio, è stato quello di contribuire il più possibilealla riduzione delle spese ricorrenti generate dalle manutenzioni in cui fossero coinvolti i composti chimici.Di conseguenza con l’uso di Intersleek 1100SR è stato possibile allungare i tempi di carenamento per ilrispristino delle antivegetative da 36 fino a 120 mesi. Nel contempo, rispetto alle tradizionali antivegetative ditipo ablativo, è stato possibile ridurre i consumi di carburante fino al 25% con una riduzione proporzionalenell’emissione di CO21.Inoltre l’uso di vernici a finire come Interlac 1, di tipo alchidico siliconico, ma con in più, rispetto ad altreparimenti qualificate, proprietà antimacchia e a basso assorbimento di energia solare, ha consentito di ridurredrasticamente le operazioni di riverniciatura ai fini sia estetici sia di anticorrosione conferendo, contestualmenteall’uso di un primer epossidico come Intershield 300, 15 anni di protezione tecnica, in accordo alla specificaISO 12944, sull’opera morta e le sovrastrutture delle unità navali.1 Per quanto concerne una fregata tipo classe Maestrale con un’attività annua pari al 35% è possibile stimare in 10 anni unariduzione dei consumi di carburante pari a circa 6.900 tonnellate di carburante e circa 21.900 tonnellate di CO2 sempre in raffrontocon un’antivegetativa di tipo ablativo con 36 mesi di vita utile in carena. WWW.IFISRL.IT • [email protected]

OSSERVATORIO STRATEGICODIFESA COMUNE EUROPEA La strategia dell’Alto rappresentante dell’Unione per gli Affari esteri e la politica di sicurezza Alessandra DARDESIDi fronte a minacce, profondi cambiamenti a livello globale degli ultimi quindici anniinsicurezze e fragilità, hanno reso il mondo più fragile diventano di primaria e complesso, e anche l’Europa si trova di importanza per l’UE fronte a una serie di nuove insicurezze, minacce e conflitti che hanno riportatola sicurezza dei cittadini alla ribalta il dibattito sulla sicurezza e lae del territorio, difesa europea. I recenti attentati terrori-insieme alla loro stici sul territorio europeo, i conflitti e leprosperità instabilità alle porte dell’Europa (dall’U- craina alla Libia), lo shock per il referen- dum sulla Brexit e, infine, l’elezione a Pre- sidente degli USA di Donald Trump con le sue pesanti critiche alla Nato hanno ri- acceso la volontà dei principali Paesi con- tinentali di rilanciare il progetto europeo anche attraverso una maggiore coopera- zione in materia di difesa. 92

Sappiamo che dal lontano fallimento della La nuova Strategia Globale per la politicaCED (Comunità Europea di Difesa) negli estera e di sicurezza dell’UEanni ‘50, l’Europa ha più volte cercato di Frutto di un lavoro di consultazione du-dotarsi di una struttura comune, ma le rato quasi due anni che ha coinvolto levolontà nazionali hanno sempre frenato istituzioni dell’UE, gli Stati membri, leil processo. università e la società civile, l’EUGS è sta-Il 2016 invece è stato l’anno che ha visto ta presentata al Consiglio dell’UE del 28una forte accelerazione del dibattito sul giugno 2016, pochi giorni dopo il referen-tema a livello europeo, stimolata dall’Alto dum britannico sull’uscita dall’Unione, eRappresentante (AR) della Commissione accolta all’unanimità dai 28 paesi membri.Federica Mogherini con l’elaborazione Composto di 45 pagine e con il titolo Vi-della “Strategia globale per la politica este- sione Condivisa, Azione Comune: un’Eu-ra e di sicurezza dell’UE” (EUGS o Strategia ropa più forte - Una strategia globale perGlobale)1, dalla Commissione europea con la politica estera e di sicurezza dell’Unio-l’European Defence Action Plan (EDAP), e ne europea, si tratta dell’ultimo vero do-dai vertici Ue e Nato con la “Dichiarazione cumento di indirizzo strategico adottatocongiunta” di Varsavia e la sua successiva dall’Ue nel campo della sicurezza e dellaattuazione2. difesa dopo quello di Javier Solana del 93

2003 (European Security Strategy, ESS). la renda meno dipendente da altri attoriEra, questo, un documento “figlio del suo internazionali come gli USA. Obiettivo,tempo”: permeato da un certo “euro-ot- questo, da raggiungere non attraverso latimismo” e da un’ottica “transatlantica” creazione di un esercito europeo, ma dinon rinvenibili nella EUGS, e sprovvisto, strutture europee ed iniziative congiunteinoltre, di un collegamento con l’azione tra gruppi di Stati.diretta. In un mondo così complesso, con- Gli interessi e i principi condivisi dell’UEflittuale e connesso, invece, la Strategia Di fronte a minacce, insicurezze e fragili-Globale cerca di interpretare il contesto tà, diventano di primaria importanza perattuale, fornire una piattaforma di azione l’UE la sicurezza dei cittadini e del territo-comune, una visione condivisa e un indi- rio, insieme alla loro prosperità (implican-rizzo strategico, adottando un approccio ti anche un interesse “esterno” alla pace e“più umile” basato sul rispetto dei valo- alla stabilità delle regioni che circondanori democratici da parte dell’Ue e dei suoi l’UE, e ad uno sviluppo sostenibile e globa-Stati membri prima ancora che sulla loro le basato su un sistema economico apertopromozione, su un’interazione più fles- e regolato).sibile con i partners internazionali a se- Grande importanza acquista anche laconda dei diversi contesti, e su un rilancio resilienza delle democrazie europee, ap-attivo del multilateralismo – all’interno proccio da applicare a tutto campo anchedel quadro del diritto internazionale - che nell’azione esterna: dal processo di allar-consenta all’Europa di esplicare un ruolo gamento, alla reazione alla crisi dei rifu-più efficace sullo scenario internazionale. giati. Premessa e conditio sine qua non diIl tutto con una nuova, grande ambizio- tutto questo, il sostegno ai valori dellane di fondo: il raggiungimento da parte democrazia e la promozione di un ordinedell’UE di un’autonomia strategica che mondiale basato sulle regole, caratteriz- 94

Difesa Comune Europeazato dal multilateralismo e dalla centralità ciati, rafforzare la propria capacità di dife-dell’ONU. sa e sicurezza è necessario per permetterePer promuovere questi interessi, l’UE all’UE di preservare la pace e la sicurezzaha bisogno di muoversi secondo principi al suo interno (ma anche all’esterno), pro-chiari: muovere la prosperità, e salvaguardare le• apertura e dialogo con i soggetti proprie democrazie. A tal fine vanno raf-esterni, anche per definire insieme le re- forzati gli apparati di sicurezza e difesa,gole che governano il mondo; dando contenuto concreto alle clausole di• responsabilità, declinabile sia nel mutua assistenza e solidarietà dei Tratta-senso di un attivismo nel mondo pruden- ti e intensificando gli sforzi in 6 settori: late e responsabile, sa di un impegno all’e- difesa, promuovendo una maggiore coo-sterno di lungo termine, o di un’azione perazione tra gli stati membri, da un lato,che agisce sulle cause profonde delle crisi e ribadendo che l’UE riconosce alla NATOe dei conflitti; il ruolo di principale quadro di difesa col-• unità all’interno dell’UE, perché lettiva per molti Stati membri, dall’altro;l’azione solitaria o non coordinata degli la cybersicurezza, creando piattaformeStati membri risulta molto poco efficace di scambio di informazioni; la lotta alnello scenario mondiale; terrorismo, con misure dedicate all’anti-• partenariato, perché anche l’UE radicalizzazione che agiscono a livello diriuscirà a ottenere ben poco nel mondo istruzione e comunicazione online e of-agendo da sola, e dovrà quindi affinare fline (ad esempio nelle carceri), e con lal’arte delle partnership esterne; sia con cooperazione tra agenzie di intelligence aStati e organizzazioni regionali e interna- livello europeo; la sicurezza energetica,zionali, che con la società civile e il settore con la diversificazione delle rotte, degliprivato, a seconda dell’area di intervento approvvigionamenti e dei Paesi fornitori;(per la cyber security, ad esempio, è evi- le migrazioni e il controllo delle frontie-dente che deve esserci un partenariato re, sviluppando una politica più efficacecon attori privati; per i conflitti, invece, di migrazione esterna e di controllo delleserviranno partenariati con la società ci- frontiere, unita ad un reale sistema di asi-vile). lo comune; la comunicazione strategica (oLe 5 priorità dell’UE “public diplomacy”), continuando gli sforziAderendo a questi principi, e per promuo- già intrapresi (come nel caso – ad esempiovere i suoi interessi condivisi, l’UE perse- - della contro-narrativa di ideologie comeguirà 5 grandi priorità (vero cuore del do- quella di Daesh).cumento): 2. La resilienza degli Stati e delle so-1. La sicurezza dell’Unione: quando i cietà che circondano l’Unione europea:cittadini e i territori europei sono minac- si parla di “regioni circostanti” perché il 95

nuovo interesse strategico dell’UE non niente, come abbiamo visto in passato, ecomprende più esclusivamente gli Stati salta tutto. Resilienza ha un senso diver-che partecipano al processo di allarga- so, più trasformativo”. Nel quadro dell’at-mento o che rientrano nella politica di vi- tuale politica di allargamento dell’UE, uncinato (PEV), ma una geografia più ampia processo di adesione credibile - basato suche ad Est arriva fino all’Asia centrale e una rigorosa ed equa condizionalità - èall’Afghanistan, e a Sud più o meno fino essenziale per migliorare la resilienza deiall’Africa centrale. paesi dei Balcani occidentali e della Tur-”Parliamo di resilienza di Stati e di so- chia. Nell’ambito della politica europea dicietà” – ha spiegato Nathalie Tocci, special vicinato (PEV), molte persone desideranoadvisor dell’AR Mogherini, nel corso di stabilire relazioni più strette con l’Unione,un’indagine conoscitiva presso la Came- e il suo durevole potere di attrazione puòra dei deputati nel maggio 2016 - perché stimolare la trasformazione in questi Pae-resilienza è un termine interessante, che si. Ma la resilienza è una priorità anche inha una risonanza sia nelle comunità del- altri Paesi al di fuori dell’ambito PEV, edla cooperazione sia nelle comunità del- è interesse dei cittadini UE investire nel-la sicurezza. Parla a comunità diverse, la loro resilienza e in quella delle loro so-sempre nell’ambito della politica estera. cietà. L’UE si propone quindi di sostenerePer noi resilienza è un termine che mira diversi percorsi per favorirla, puntando aia dare un messaggio di trasformazione e casi più acuti di fragilità governativa, madi cambiamento. Ciò che è resiliente ha anche economica e sociale o in materia diinfatti la capacità di cambiare e adattar- clima/energia, oltre a sviluppare politichesi, rispondendo a choc, stress e crisi. Il migratorie più efficaci per l’Europa e i suoimessaggio che vogliamo dare è chiaro: partner (per questo la Strategia Globale silo Stato autoritario non è uno Stato resi- definisce, appunto, globale).liente. Può apparire stabile, ma basta un 3. L’approccio integrato ai conflitti e 96

Difesa Comune Europeaalle crisi: in caso di crisi e conflitti che han- mericani e dei Caraibi (CELAC) o l’Unioneno come caratteristica quella dell’implo- africana.sione o semi-implosione dello Stato (Libia, 5. Una governance globale più effi-Siria e Somalia), anche gli interessi vitali cace: se il “multilateralismo efficace” deldei cittadini UE sono minacciati. Di fronte 2003 significava mantenere il sistemaad uno svuotamento dello Stato, la resi- multilaterale esistente, oggi l’impegno alienza non è realizzabile e si deve invece livello multilaterale deve essere volto aseguire quello che viene definito il princi- riformarlo. L’UE dovrà investire sulle fun-pio dell’“approccio integrato” o “compren- zioni umanitarie e di peacekeeping dellesivo”, che prevede l’utilizzo di strumenti Nazioni Unite, implementare gli accordisia di sicurezza che di cooperazione: l’UE multilaterali che sono già stati raggiuntiavrà cura di gestire quindi l’intero ciclo e creare nuovi meccanismi di governan-del conflitto, agendo sulla prevenzione, ce globale per i settori che si trovano allanella risposta responsabile e decisa alle frontiera degli affari “globali” di oggi (adcrisi, investendo nella stabilizzazione ed esempio informatica, energia, emigrazio-evitando prematuri disimpegni. Agirà ne, dove meccanismi globali non esistonopoi a tutti i livelli dei conflitti: crisi come o sono estremamente deboli).quelle in Siria e Libia, infatti, hanno una “Dalla visione all’azione”: gli strumentidimensione locale, una nazionale, una re- per realizzare gli obiettivi e il “Piano digionale e una globale delle quali bisogna Attuazione” della EUGStenere conto. Inoltre, non potendo nessu- L’ultimo capitolo della Strategia, intito-no, da solo, risolvere un conflitto, l’UE si lato “Dalla visione all’azione” è dedicatofarà promotrice di accordi globali fondati ai mezzi di cui l’UE intende dotarsi persu partenariati regionali e internazionali raggiungere gli obiettivi illustrati in pre-ampi. cedenza, traducendo in azioni concrete le4. Gli ordini regionali cooperativi: proprie finalità. Vengono individuati, inoggi l’UE riconosce forme volontarie di go- particolare:verno regionale come spazi di governance • l’utilizzo pieno delle disposizionisempre più importanti perché in grado di dei Trattati in merito alla cooperazionedare risposte alle sfide transnazionali che rafforzata tra gruppi di Stati membri innon possono essere affrontate né esclu- materia di difesa3 (Permanent Structuredsivamente a livello locale o nazionale, né Cooperation, PESCO);esclusivamente a livello internazionale. • una più stretta cooperazione nelleEsempi di organizzazioni regionali che politiche di investimento;possono volere il supporto UE sono l’As- • la destinazione, da parte gli Statisociazione delle nazioni del Sud-Est asia- membri, di una quota sufficiente di spesatico (ASEAN), la Comunità di Stati latinoa- alla difesa e la destinazione all’approvvi- 97

Difesa Comune Europeagionamento di materiali e alla ricerca tec- 5. il rafforzamento della “public diplomacy”.nologica di almeno il 20% degli stanzia- Elaborato sulla base degli input e i con-menti per la difesa; tributi degli Stati Membri e in linea con• il rafforzamento delle capacità di le Conclusioni del Consiglio UE, l’Imple-risposta rapida in ambito PSDC, il poten- mentation Plan5 viene presentato dall’ARziamento ulteriore delle missioni civili; Mogherini in occasione del Consiglio Af-• il miglioramento la capacità degli fari Esteri dell’UE del 14 novembre. PianoStati di monitoraggio e controllo dei flus- ambizioso e concreto, il documento vienesi, con investimenti in intelligence, sorve- fatto rientrare nel “Pacchetto Difesa”6 ap-glianza e ricognizione (compresi i sistemi provato a dicembre 2016, e stabilisce treaerei a pilotaggio remoto), comunicazioni compiti per l’UE nel campo della sicurezzasatellitari, accesso autonomo allo spazio e e difesa: rispondere e proteggere da mi-osservazione terrestre permanente; nacce esterne; gestire crisi esterne; assi-• un vero e proprio programma di stere nello sviluppo delle capacità di sicu-finanziamento in ricerca e tecnologia rezza e difesa dei partners. In occasionenel prossimo ciclo di bilancio pluriennale dell’approvazione del documento, il Con-2021-2027; siglio adotta delle importanti conclusioni7• la promozione dell’industria euro- che concretizzano i punti salienti dell’Im-pea della difesa. plementation Plan (e quindi dell’EUGS):Il 17 Ottobre 2016, nell’approvare la Stra- • la definizione di una lista di tipolo-tegia Globale, il Consiglio4 ha invitato gie di operazioni militari e missioni civiliall’elaborazione di un piano di attuazione che l’UE dovrebbe essere in grado di com-(Implementation Plan on Security and De- piere autonomamente;fence) dell’EUGS nel campo della sicurezza • l’individuazione delle aree priori-e difesa, individuando 5 aree di attuazione tarie in cui l’Europa deve investire e svi-prioritarie su cui focalizzare il lavoro: luppare approcci collaborativi quali: Intel-1. la resilienza e l’approccio integrato alla ligence, Sorveglianza e Ricognizione (ISR),gestione dell’intero ciclo delle crisi e dei Aeromobili a Pilotaggio Remoto (APR),conflitti; comunicazioni satellitari, accesso autono-2. la sicurezza e la difesa; mo allo spazio, osservazione permanente3. il rafforzamento del nesso tra dimen- della Terra, risposta alle minacce ibride,sione interna ed esterna dell’azione euro- sicurezza marittima e informatica;pea, con priorità alle politiche migratorie e • lo sviluppo di una base tecnologicaalla lotta al terrorismo; e industriale europea;4. la revisione delle strategie esistenti e • più efficaci meccanismi di finanzia-l’elaborazione, ove occorrano, di nuove mento comunitari delle attività di sicurez-strategie geografiche o tematiche; za e difesa; 98


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