Giorgio Gaber possibilità di fare tutto quel che si vuole. Provocatoriamente, Le donne di ora, 2018 anzi, lui diceva che tanto più la gabbia è stretta, tanto più l’individuo è chiamato a dare il meglio di sé. Un concetto che È l’album ideato e prodotto da Ivano Fossati e realizzato in collaborazione andava decisamente controcorrente rispetto alla ribellione con la Fondazione Gaber, che comprende un’ampia selezione di brani del imperante di quegli anni. Così come era controcorrente la grande Giorgio che Fossati ha voluto riprodurre e rimasterizzare secondo sua interpretazione della realtà. Per esempio, dopo la caduta le più avanzate tecnologie del suono. L’album, che raccoglie brani di tutte le del Muro di Berlino, dice qualcosa di insolito: dice che è un fasi di Gaber, dagli esordi al teatro canzone del Signor G, contiene inoltre Le male, che porterà a un appiattimento, e nel 1994 esprime così donne di ora, brano inedito e title-track dell’album, che Gaber ha inciso nel la sua sfiducia nella contrapposizione politica destra e sini- novembre del 2002 poco prima della sua scomparsa. Nella foto di copertina stra. È la dolorosa presa di coscienza che la sua generazione Gaber posa con la figlia Dalia. in qualche modo ha fallito. La tracklist 10. Com’è bella la città (03:21) OLTRE IL CONTINGENTE 01. Le donne di ora (04:33) 11. Ora che non son più innamorato 02. Ciao ti dirò (01:51) Gaber è stato un uomo che ha visto molto avanti, un pre- 03. Non arrossire (02:25) (03:55) cursore. Quando faccio sentire le canzoni di mio nonno o 04. La ballata del Cerutti (03:23) 12. Il conformista (04:30) i suoi monologhi di teatro ai ragazzi, nello spettacolo inti- 05. Le strade di notte (03:25) 13. Quando sarò capace d’amare tolato Incontro con Giorgio Gaber, loro restano increduli sulle 06. Porta Romana (03:32) date di queste opere. Questa lungimiranza, insieme alla sua 07. Le nostre serate (03:14) (04:28) leggerezza, rende Gaber un classico, ma un classico sempre 08. Te lo leggo negli occhi (02:32) 14. Si può (04:07) attuale. Perché usa un linguaggio che è ancora il nostro. Nelle 09. Chissà dove te ne vai (02:56) 15. L’illogica allegria (04:07) sue canzoni ci sono la stessa ironia e lo stesso umorismo di oggi. Le sue idee sono le nostre, che non invecchiano perché sono prima di tutto che Gaber è un cantattore, e quindi va Le donne di ora, sono piene di ideali, e gli ideali non passano mai di moda. visto e non solo ascoltato, e poi il tema della leggerezza, che disponibile Scherzando, a volte dico ai ragazzi che non so se Gaber e lo rende unico nella sua capacità di essere impegnato ma con anche in edizione Sandro Luporini davvero abbiano visto così avanti o se forse parole semplici, leggere e accessibili, con il sorriso e l’ironia in doppio Lp il nostro mondo è un po’ fermo e fa fatica ad evolversi. Nella sempre in primo piano. Gaber però nasce come cantante in vinile da prima fase della produzione di Gaber, Sandro Luporini può pop e nella prima fase della sua vita sono fondamentali i suoi 180 grammi essere visto come il suo ideologo. Luporini, che nella vita era dischi, così come sarà importante la discografia, più breve, un pittore, era un vero appassionato dei temi filosofici e già dei suoi ultimi anni, mentre in tutti i trent’anni centrali della nella sua arte parlava della “meta-cosa”, che è una cognizione sua carriera, dagli anni ’70 fino a fine millennio, lui si dedica dello spirito che va oltre la materia. Quindi è un uomo che, principalmente al teatro. Tra i dischi che preferisco c’è sem- attraverso la loro grandissima amicizia, ha saputo trasmet- pre Sexus et Politica (1970), e in particolare il brano Ma pensa tere a Gaber tante cose. Gaber non a caso cercherà sempre te, che è la storia (molto attuale) di una ragazza umile e mo- di lavorare con lui e, quando Luporini se ne andrà da Milano desta che per via delle sue frequentazioni diventa altezzosa per tornare nella sua Versiglia, anche Gaber si trasferirà a e difficile. Consiglio poi sempre Porta Romana, un classico, Viareggio per continuare a lavorare con lui. una vera canzone pop e anche una vera storia d’amore, pa- ragonabile a quella di un rapper moderno, come Carl Brave TRAMANDARE, PER PASSIONE per esempio, che con un linguaggio apparentemente diverso ma con un modo simile descrive Roma, il contesto urbano, Per la cronaca (rosa), io nasco proprio dopo questa scelta di trasferirsi in Versiglia. Mia mamma, Dalia, sua unica figlia, passa le estati a Viareggio e lì incontra il nipote di Luporini, se ne innamora e lo sposa. Io quindi cresco all’ombra di questo nonno, di cui comincio ad ascoltare le canzoni a 13 anni, pro- babilmente senza capirne molto. Poi ho ripreso a occuparmi attivamente della divulgazione delle opere di Gaber dal 2015, in quinta liceo, con questi spettacoli didattici. Era divertente fare lezioni per me che alla fine ero ancora uno studente. Ovviamente lo faccio senza “salire in cattedra” e partendo sempre dai filmati con le testimonianze degli artisti che han- no partecipato al Festival Teatro Canzone organizzato ogni anno dalla Fondazione. In questo modo io faccio da tramite, da testimonial, per avvicinare i miei coetanei a Gaber. Le due cose principali che tengo a spiegare ai miei coetanei
Rewind La Fondazione Giorgio Gaber La Fondazione Giorgio Gaber è nata nel 2006 come prosecuzione dell’Associazione Culturale per volontà degli eredi. Il suo obiettivo è conservare e catalogare l’opera di Gaber, divulgandola attraver- so la realizzazione di prodotti inediti e rendendola accessibile a un pubblico più ampio. Ecco le principali attività della Fondazione: Festival Teatro Canzone Giorgio Gaber da parte. È invece una canzone importante che Gaber ha È l’iniziativa istituzionale di maggiore visibilità e impatto mediatico pensato come singolo, ma senza avere il tempo di trovare promossa dalla Fondazione e si svolge annualmente dal 2004 alla poi l’arrangiamento giusto. Grazie a Fossati invece oggi quel Cittadella del Carnevale di Viareggio, nel mese di luglio. brano ha trovato la veste che – credo – sarebbe piaciuta anche Milano per Gaber a mio nonno. Fossati ha immaginato questo disco nel suo La manifestazione, oltre a momenti di carattere strettamente cultu- insieme come un perfetto “bigino” per le nuove generazioni rale, propone in anteprima, in collaborazione con il Piccolo Teatro, che si vogliono avvicinare a Gaber e che vogliono riscoprirlo. le principali produzioni teatrali riferite all’opera di Gaber e Luporini. L’artefice di questo ritorno, ci tengo a dirlo, è mia madre, Progetto didattico Dalia Gaber, che nonostante abbia una vita piena di lavoro Un progetto didattico ideato e condotto da Lorenzo Luporini, ni- dedica tutto il tempo che riesce a trovare a raccontare chi pote di Giorgio Gaber, finalizzato in particolare alle scuole medie era suo padre. Poi c’è il lavoro di Paolo Dal Bon, lo storico superiori, alle università e ai centri culturali. manager di mio nonno, colui che si faceva tutti i teatri e i pal- Archivio digitale coscenici in anteprima per organizzare gli spettacoli, spesso L’archivio completo dell’artista prevede la raccolta, la catalogazio- viaggiando senza sosta in auto giorno e notte in tutta Italia. ne e la digitalizzazione di tutto il materiale testuale, audio, video e Professionalmente è stata la persona più vicina a Gaber. Loro fotografico esistente. due insieme, Dalia e Paolo, fanno tutto e sono la memoria Iniziative editoriali di mio nonno che va avanti. Io poi porto questa cosa tra i La Fondazione ha curato e pubblicato numerose opere riferite ragazzi, che incredibilmente sono molto ricettivi. Forse pro- all’artista. prio per merito del rap, che ha riportato in auge la centralità Spettacoli teatrali della parola, tornata a essere importante come ai tempi di La Fondazione collabora con importanti realtà teatrali italiane per Gaber e di altri cantautori suoi coetanei come De André e la realizzazione di produzioni tratte dal repertorio di Gaber e Lupo- Guccini. C’è quindi affinità tra Gaber e la canzone moderna, rini. Tra le più significative ricordiamo E pensare che c’era il pensie- ro e Gaber se fosse Gaber. Iniziative, incontri, rassegne Rassegne, iniziative ed eventi legati allo spettacolo e alla cultura realizzati con la Regione e la Provincia di Milano e le principali città italiane. www.giorgiogaber.it - [email protected] una lei immaginaria ma reale. Mi piace anche Non arrossire, un singolo del 1960. O ancora Suona chitarra, un brano del 1967, in cui Gaber teorizza che la chitarra non deve essere solo uno strumento musicale ma una vera e propria compa- gna di riflessione. Tra i dischi di oggi, Le donne di ora è quello più importante. Non ho fatto parte di questo progetto ma ho avuto modo di seguire quello che ha fatto Ivano Fossati, che ha arrangiato, rimasterizzato e “ammodernato” queste canzoni, anzi questi suoni. Perché come notava già Gaber da giovane, quello che invecchia di più delle canzoni sono gli arrangiamenti e le registrazioni, mentre parole e musica in sé sono eterni. Il suono invecchia ma la musica no. E Fossati ha capito questa cosa, ha capito che il suono si poteva cambiare, iniziando quindi a fare un grande lavoro di restyling e di rico- struzione, che ha arricchito poi con il brano inedito che dà il titolo al disco e che non è il classico avanzo o scarto rimasto
Giorgio Gaber Dalla biografia di Giorgio Gaber a cura di Massimo Bernardini anche se la struttura delle sue canzoni è molto diversa, più narrativa, consequenziale, logica. Mentre nel rap moderno L’inizio di Giorgio le parole sono più legate e concatenate attraverso immagini. «Gaber è figlio del jazz e del rock & roll. Siamo nella seconda metà Però il fatto che oggi i giovani siano abituati a fare attenzione degli anni ’50 e la leggenda narra del Santa Tecla, locale un po’ alle parole ci aiuta a presentare le canzoni di Gaber. Non a equivoco a due passi dal Duomo di Milano. È lì che uno studente caso i monologhi arrivano ai ragazzi prima e meglio delle della Bocconi, diploma di ragioniere, milanese ma di radici triesti- canzoni. Tra i monologhi che mostriamo nei nostri filmati ci ne, si trasforma in chitarrista e poi perfino in cantante. D’altronde sono quello intitolato I tic, la storia di un operaio che impaz- il “conservatorio”, per una intera generazione di artisti nati intorno zisce per via delle sue condizioni di lavoro. Poi ripropongo alla guerra, è una cantina due metri sotto il marciapiede (ricorda- L’America, dedicato al tema della libertà e del consumismo, te un certo Cavern Club, in quel di Liverpool?) e Gaber non sfugge oppure Il pelo, un monologo pressoché sconosciuto in cui alla regola. Con lui ci sono Enzo Jannacci, Luigi Tenco, Gian Piero Gaber racconta i conflitti stupidi che si creano in una società Reverberi. Si fa del jazz (c’è anche Paolo Tomelleri), del country & dove l’unica cosa che conta è l’omologazione. Dopo questo western (il primo gruppo si chiama Rocky Mountains) e si scoprono periodo di grande entusiasmo per le tematiche sociali e per Bill Haley, Elvis Presley, i Platters. Passano dal Santa Tecla Adriano gli ideali del ’68, arriva anche il Gaber deluso di Polli d’alle- Celentano (che vorrà Gaber come accompagnatore alla chitarra) e vamento e Anni affollati, fino a Io se fossi Gaber, che riflettono soprattutto Sergio Rapetti, in arte Mogol. Sarà lui a offrire all’incre- la delusione per questo ritorno dell’individualismo e per la dulo studente il primo contratto discografico. In realtà Gaber sta fine di molti ideali. In tutti i filmati e in tutti questi spettacoli, vivendo una lunga parentesi, un gioco consapevolmente goliardico. cerchiamo di trovare sempre i punti di incontro tra Gaber e Non crede affatto che il suo futuro professionale verrà da queste le nuove generazioni. Ovviamente continueremo anche nel notti senza fine. Eppure fra la chitarra, il microfono e la vita da or- 2019, dove ne abbiamo già in programma circa una ventina. chestrale, si sta formando una parte rilevante dell’artista Gaber. Venite a vederci! Che a questa prima stagione dovrà molto della sua energia e della sua fisicità sul palcoscenico. Oltre a un’immediatezza di riscontro con il pubblico, sera dopo sera, che la generazione successiva dei cantautori non conoscerà se non a carriera avanzata. Apice dell’av- ventura, probabilmente, l’isterica serata del Primo Festival Nazio- nale del Rock And Roll, 18 maggio 1957, al Palazzo del Ghiaccio di Milano. È la data di nascita ufficiale del teenager italiano, urlante e scatenato come il suo omologo in ogni parte del mondo. Giorgio Gaberščik, in arte Gaber, non ha ancora diciannove anni». La mia generazione ha perso «Giorgio Gaber, come intuì qualche tempo fa lo scrittore e critico Luca Doninelli, è un intellettuale, forse l’ultimo della sua generazione. Quando scrive: La mia generazione ha perso non è per finta e nem- meno per autolesionismo. Grida che qualcosa è finito, qualcosa che era un sogno grande, e di tanti. Lui, che era nato come cantante di successo, entertainer di classe, lui che andava in tournée con Mina e aveva un posto da titolare in tivù come a Sanremo, ci aveva creduto. E aveva mollato tutto per il teatro, l’impegno, il sociale. Parole consu- mate, oggi. Ma per chi negli anni ’60 aveva cantato, e fatto cantare, successi come Non arrossire, La ballata del Cerutti, Porta Romana, Mai mai mai Valentina, E allora dai, Torpedo blu, Il Riccardo, Barbera e Champagne, La balilla, era stata una vera svolta».
foto di Musacchio&Ianniello 34
Rewind «Io mi diverto ancora» Sessant’anni di vita in musica, raccontati da uno dei più grandi protagonisti della canzone d’autore D I Gino Paoli T E S T O R A C C O LT O D A Andrea Pedrinelli A VOLTE MI CHIEDONO IL SENSO DI CERTE MIE Comunque capisco che invece i ricordi del Paoli CANZONI FORTUNATE, come per esempio Quattro sopravvissuto fra i cantautori possano intrigare: amici. In effetti è una canzone importante, perché anche se io, come tutti gli altri, non pensavo mica di l’ho scritta per sostenere in maniera decisa che es- fare questo mestiere. Ero pittore, ho fatto il grafico. sere giovani non è una categoria, bensì una condizio- Persino quando iniziai a cantare nel ’59 non pensa- ne: a dispetto di chi, politico o prete, ne fa baluardo vo che risolvesse la mia vita. Tanto che mantenni il per poter dire «Vedrai un domani che cosa faranno mio impiego fino al ’62, nonostante avessi già avuto i giovani, come cambieranno le cose». Ma i giovani diversi successi da hit parade: lo abbandonai quando domani saranno vecchi! Però è un’invenzione che gli l’amministratore della ditta mi chiese che cosa pren- amici fossero solo quattro, eravamo molti di più. Io, devo per una serata e quanto di stipendio mensile e che oggi ho la fortuna di festeggiare sessant’anni di la prima risposta fu centoventimila lire, la seconda musica, sono un sopravvissuto. Ce lo dicevamo già sessantamila. Allora mi disse: «Non pensa sia il caso con Bruno Lauzi: noi non siamo i più bravi, siamo i di smettere?». E ho detto: «Ok, però mi deve fare una sopravvissuti. Solo che esserlo, tra i cantautori, non lettera di buonuscita di bel livello, casomai dovessi credo mi interessi granché; nella vita è diverso. In- cercare un altro lavoro…». vecchiare è bello se fai quello che ti detta la tua età, nel mio caso, continuare a scrivere quanto ho den- LA MUSICA CHE HO AMATO tro senza imitare quello che scrivevo a vent’anni; In casa ascoltavamo lirica: mio padre era fanatico però, come persona, la vecchiaia è un guaio, perdi delle opere, aveva pure una bella voce tenorile. Inol- per la strada un sacco di gente che vorresti fosse tre al terzo piano della casa abitavano le figlie del po- ancora con te. destà, una studiava pianoforte, l’altra da soprano,
UNA MUSICA… SENZA FINE per le forze armate statunitensi, non in commercio; io li scambiavo con i pomodori del nostro orto. Fu Gino Paoli nasce a Monfalcone nel 1934, ma subito così che sentii Louis Armstrong e altri, innamoran- la famiglia si trasferisce a Genova per seguire domi del jazz che poi ho suonato in tanti gruppetti, il padre ingegnere navale. Dopo aver cantato e anche se spero nessuno abbia mai registrato quello suonato in gruppetti jazz e balere, con la pittura che facevamo, mi vergognerei… quale aspirazione, Paoli debutta nella discografia Ne ho ancor oggi tantissimi, di vinili jazz. Ho amato nel ’59 incidendo La gatta, che inizialmente vende Gerry Mulligan e mi ha dato molto George Shearing solo 119 copie ma che, adagio adagio, lo lancia con il suo modo di usare le armonie e gli accordi in fra i primissimi cantautori della nostra canzone, salire, quasi come fa Albinoni con le terrazze di vio- e presto Il cielo in una stanza e Senza fine lo lini: forme diverse ma stessa intenzione. Perché non consacrano grazie alle voci di Mina e Vanoni. Dal credo valga la pena fare distinzioni tra i generi mu- ’59 a oggi Gino Paoli ha venduto milioni di dischi, le sicali: Luciano Berio mi diceva che l’unica possibile sue canzoni sono state riprese da più interpreti e in è fra musica bella e brutta. Amo Beethoven, Bach, più lingue e lui ha proseguito a scriverne senza mai Rachmaninov, Čajkovskij, quello Stravinsky che a derogare a una poetica indipendente e sensibile, sua volta andava a sentire Art Tatum e ci tirava fuo- capace di parlar d’amore come pochi quanto di ri cose splendide. Mozart invece è qualcosa di più: stimolare riflessioni etico-sociali necessarie alla mistico, magico, dalla sua scrittura emerge sempre contemporaneità. Tra i suoi capolavori, classici l’emozione, se ascolto il Concerto 21 in Do riprendo come Sapore di sale, Che cosa c’è, Una lunga energie anche quando sono incazzato. storia d’amore, Quattro amici; ma pure canzoni La prima canzone che mi segnò fu Il gorilla di autobiografiche o di denuncia tipo Questione di Georges Brassens. Avevo un’amica, la cui zia viveva sopravvivenza, Uomini piccoli, Cosa farò da grande, a Parigi, che un giorno arrivò con questo 45 giri. E fu Io vado con l’anima, Hey ma'. Negli anni l’artista ha lì che capii che si poteva esprimere dentro una can- riletto la musica genovese e partenopea, Ciampi e zone molto più che stupidaggini. Poi c’era il rock: so- Serrat, la chanson francese, Cat Stevens e Lennon, prattutto Little Richard, Roy Orbison, Fats Domino cimentandosi anche negli standard del jazz con i e quell’animale da palcoscenico che era Chuck Berry virtuosi del genere. Fra i suoi dischi spiccano Le con la sua chitarra. Elvis era rock solo per modo di due facce dell’amore, Il mio mestiere, L’ufficio delle dire, a mio giudizio. cose perdute, Pomodori, Storie e i live con Ornella Quello che è certo è che dopo la guerra, con tutto Vanoni, Rea-Rava-Gatto-Bonaccorso e L’unica distrutto dai bombardamenti, per noi giovani si volta insieme con Bindi, Endrigo e Lauzi. così al sabato c’era concerto. Al lunedì invece c’era l’opera alla radio: e allora tutti zitti, anche se dopo dieci minuti mio padre si addormentava… Mia ma- dre lo toccava, «Aldo, andiamo a dormire», e lui che ribatteva «Silenzio, sto ascoltando!». Ma dormiva, catastroficamente. Io sono cresciuto con quella mu- sica, non m’interessavano le canzoni di quei tempi, ricordo solo Vivere [una canzone di Cesare Andrea Bixio, interpretata da diversi grandi tenori dell’epo- ca, ndr]: ancora oggi quanto scrivo deve molto alla lirica, sul piano melodico. Però poi arrivarono gli americani. Noi eravamo l’ultima casa di Pegli, da- vanti a casa c’erano i carrarmati tedeschi. Quando se ne sono andati, si sono posteggiati quelli ameri- cani. Loro avevano tutto: preservativi, carta igieni- ca, soprattutto una scatoletta con cui ascoltavano i famosi V-Disc. Che poi erano vinili incisi apposta
Gino Paoli aprì un mondo ben oltre la scoperta di una musica IL NUOVO DISCO DEL MAESTRO diversa dal Natalino Otto di Solo me ne vò per la città. A dodici anni scoprii Sartre, Simone de Beauvoir, Per i suoi sessant’anni di carriera Gino Paoli ha pubblicato la poesia francese; poi gli americani, da Steinbeck su Cd e vinile un album doppio intitolato Appunti di un lungo in avanti. E siccome Giorgio Calabrese lavorava al viaggio. Il primo disco contiene le sue innovative e inedite porto, da lì ci portò la musica brasiliana. Ancora mi Canzoni interrotte, numerosi brani brevi uniti a suite ed chiedo dov’è finito O mar di Dorival Caymmi: ce lo eseguiti con Danilo Rea al pianoforte e la Roma Jazz String prestammo di continuo finché non è sparito. Orchestra. Fra queste Canzoni interrotte si susseguono su- blimi intuizioni compositive, nella cornice di un’atmosfera LA SCUOLA… CHE NON C’ERA elegante dagli intriganti squarci ritmici: con punte di dia- Negli anni Sessanta, Genova era come sempre; mante quali Aspettami o Io ti amo di più e incisivi testi da com’è anche oggi che pure è stata massacrata. Non sottolineare quali Noi del mare, Due cani in chiesa, Quan- è mai stata una città ricca di fermenti. Genova com- do me ne andrò, La mia donna è la libertà. Il secondo disco prime finché può e poi, quando il cilindro è zeppo, invece è intitolato I ricordi e interpretato con l’orchestra scoppia. Perciò ogni vent’anni o esplode politica- integrata da Ares Tavolazzi al contrabbasso, Rita Marco- mente o capita come nel nostro periodo, quando tulli al pianoforte e Alfredo Golino alla batteria: in scaletta però i cantautori erano solo una delle cose che in propone l’intenso inedito che gli dà titolo affiancato a effi- qualche modo partirono da lì: il cinema di Pietro caci rivisitazioni jazzate di tredici capisaldi della discografia Germi, il teatro di Vittorio Gassman, la poesia di paoliana, fra cui spiccano notevoli versioni de La gatta (45 Giorgio Caproni… Per me non esiste proprio, la d’esordio dell’artista), Fingere di te e Il cielo in una stanza. famosa scuola genovese. Eravamo diversissimi: io Ma tra i Ricordi vanno sottolineate anche la virata brasilei- leggevo Miller, Tenco Pavese… Poi ci siamo ritrovati ra di un’inattesa In un caffè e il cameo d’omaggio all’amico tutti cantautori, sì, ma a Milano! Gian Franco Rever- Lauzi con Ritornerai. In questi mesi di “celebrazioni”, dal vivo beri diceva di averci chiamati lì uno per uno perché si Paoli alterna serate con l’Orchestra da camera di Perugia sentiva solo, e direi che è la lettura giusta… dedicate esplicitamente al suo più recente lavoro (Una lun- Tenco lo conobbi quando voleva mettere in scena ga storia), rodate e magnifiche esibizioni con il trio jazz pre- una commedia di Maxwell Anderson. Mi chiese di sente nel disco (Paoli canta Paoli) e il proseguimento della recitare ma a un certo punto proposi che recitasse sua affascinante e ormai lunga collaborazione piano e voce lui, aveva un volto migliore; io divenni il regista. con Danilo Rea (Due come noi che…). Quando poi ci ritrovammo nella musica, lui non riusciva a sfondare: Quando andava forte nei night ma nessuno sapeva chi la cantasse. Luigi voleva il successo, e da Vedrai, vedrai si capisce in fretta per- ché: aveva un rapporto tormentato con la madre. Io invece già l’avevo il successo, così spesso me lo portavo dietro: a Roma abbiamo combinato cose al- lucinanti. Una volta c’era il campionato mondiale di tiro al piattello e noi con un fucile, da una finestra in alto, prendevamo i piattelli prima degli atleti; un’al- tra volta misi una foca nella vasca da bagno dell’hotel finché il direttore non si lamentò, così che la cambiai con due pinguini. Di Luigi amo ancora Vedrai, ve- drai: mi ricorda come la pensava, la sua ossessione del successo. Certo che voleva andare a Sanremo, voleva riuscire lì. Il successo a tutti i costi. Poi si è impasticcato e s’è sparato: l’ho fatto anch’io, solo che mi sono svegliato… Lauzi invece è stato l’uomo più coraggioso che ab- bia mai conosciuto: la moglie ha combattuto con un tumore per vent’anni, il figlio aveva problemi seri… Bruno è quello che mi manca di più, anche se liti- gavamo su tutto. Mi manca anche Umberto Bindi, persona buona come poche. L’hanno massacrato.
Rewind LA MIA CANZONE CHE PREFERISCO Quando mi chiedono qual è, fra le mie, la canzone che sento più vicina, posso rispondere solo se mi concedono un po’ di tempo: perché è un discorso difficile. Un cantautore infatti vorrebbe descrivere un’emozione che è qualcosa di astratto, senza appigli; e vorrebbe pure descriverla con fatti concreti come parole e note: il risultato è sempre un tradimento. Magari ti ci avvicini, ma a descriverla in toto non ci arrivi mai. La canzone più vicina per me a essere quello che era la mia emozione di partenza è Sassi. Non è la più bella, non è quella tecnicamente più interessante, ma ancor oggi resta la più riuscita: la più simile all’emozione iniziale. Per me una canzone riesce solo quando ti avvicini all’emozione, non c’è niente da fare; e del resto la scrivi perché chi ascolta sperimenti proprio la stessa emozione che hai provato tu. Diceva giustamente che se fosse nato adesso, da scrivo quello che ho dentro e basta. omosessuale avrebbe avuto un successo pazzesco: Paoli allora come i rapper di oggi? No, e spiego perché. però aveva sbagliato i tempi. Era bello suonare con Se un ragazzo di Brooklyn si mette i pantaloni senza lui, musicista vero, molto lirico, con la tendenza a cintura e toglie i lacci dalle scarpe, lo fa perché quando fare di tutto una specie di concerto dell’adorato si va in galera laggiù tolgono proprio stringhe e cintu- Čajkovskij. L’ho aiutato molte volte e quando sco- ra, quindi è una provocazione che ha una ragione di prii che era conciato male ma non chiedeva niente vita. Se lo fa uno di Milano è solo una cretinata. Il rap per dignità parlai anche con Berlusconi, per fargli nasce da esigenze culturali di certi posti, non vedo che avere la legge Bacchelli. Non abbiamo fatto in tempo. humus abbia in Italia. Mi sembra finto. Il punto è che un artista ha dei doveri, e questo l’a- IL MESTIERE DELL’ARTISTA vevo in testa già da pittore. Da un lato c’è la neces- Secondo me la canzone d’autore dev’essere conside- sità di una censura: solo che in Italia se dici censura rata cultura. Il linguaggio ha tre significati possibili, capiscono fascismo, io intendo rispetto per gli altri. semantico, etimologico ed evocativo. Oggi quello Quando andavo a casa di mia madre non bestem- che funziona è l’ultimo, il più facile, sballando il miavo per non offenderla; la stessa cosa dovrebbe senso di troppe parole; mentre la canzone, che le fare chi parla a tanti con l’arte o in tv. La censura è accoppia alla musica, ha possibilità di toglier loro educazione. E poi l’artista a mio avviso deve dare a equivocità compiendo un’operazione culturale. chi l’ascolta una spinta a pensare, non dirgli come Certo ci sono stati periodi bui, nella storia della deve farlo. Il tuo pensiero lo puoi svolgere in qualun- canzone d’autore: capitano quando gli artisti fanno que maniera, purché pensi con la tua testa. come Luigi, riscrivono le cose più volte per adattarle a quello che vogliono altri. Io non so se sono un tra- RIVOLUZIONARIO ANCORA sgressore come a volte mi definiscono, ma se lo sono Ho appena inciso canzoni che ho chiamato “inter- non è perché cerco di esserlo: è in quanto rimango rotte”: per rompere un certo tipo di regole. Ho fatto sempre quello che sono. Non mi faccio modificare, un atto di essenzialismo perché la forma canzone
Gino Paoli Gino Paoli in senza l’ansia d’essere capito per forza: anche se forse concerto nel tutti vorremmo essere capiti, pure Van Gogh voleva 2019 insieme essere capito. Non penso sia piacevole, essere capiti al pianista jazz da morti… Danilo Rea. CHE COSA MI MANCA Ho rinunciato solo a una cosa, passando dalla pittu- ra alla musica. Al colore. Il colore è determinante in quanto faccio e cerco di mettercelo anche quando scrivo: però non c’è. Eppure nacqui pittore per il co- lore, da bambino disegnavo con mostruosa facilità, prendevo rotoli di carta e continuavo a disegnare: ma quando scoprii il colore fu la fine del mondo. Si vivono emozioni diverse a seconda dei colori che vediamo. Ecco, a Gino Paoli oggi manca il colore. Il disegno, be', mia moglie vuole che le faccia un ri- tratto e l’impostazione c’è, su un cavalletto vicino al pianoforte. Però lei non viene mai a posare, e poi dopo cinquant’anni che non dipingo… Inoltre oggi mi diverto a cantare: vado sul palco solo dove mi vogliono, lavoro con musicisti di altissimo livello… La musica è una cosa che va rispettata, ma funziona solo se ti diverti facendola. E io con la musica mi diverto ancora. costringe a ripetere, mentre in questo disco ho eli- CANTANTI E INTERPRETI minato tutto usando note e parole senza fronzoli. Le “Canzoni interrotte” sono flash emozionali che I cantanti per me si dividono in due generi: quelli bravis- si fermano quando quello che dovevo dire l’ho detto: simi e gli interpreti. Questi sono un’altra categoria, dove le ho unite a suite perché sono parti di un discorso, non importa se si è squadrati perché chi interpreta deve ognuna si completa con un’altra. sentire dentro le parole che canta. Ciò che dà emozioni Ora mi dicono che sono malinconiche, ma perché la è arte, ciò che non ne dà non lo è. Quando sentii Il cielo in malinconia è alla base di ogni attività. Malinconia, una stanza da Mina non me l’aspettavo: proprio non me cafard, spleen, saudade… in ogni cultura c’è il con- l’aspettavo da lei, che riuscisse a dare quell’emozione cetto della malinconia di vivere. Anche mia mam- nel pezzo. Penso che né prima né poi Mina abbia avuto ma, veneta, mi diceva ogni tanto «Non avrai mica la quella partecipazione mentre cantava. Ornella Vanoni malinconia di fare qualche casino?»: è una spinta, la invece è un’altra cosa, quando canta è sempre espressi- reazione a una mancanza. va. E per me Ornella è stato un caso limite: lei voleva can- Nelle “Canzoni interrotte” dico anche che la musica tare musica leggera ma ci credevo solo io. Nanni Ricordi è pure solidarietà. In Voglio morire malato canto che mi disse: «Vedi tu, è la tua donna, fai pure; io non ci cre- bisogna fare tutto quello che si può, non conser- do». Lei stessa diceva che non ci sarebbe riuscita, sua varsi: per che cosa? Si resta per quanto si ha dato, madre mi criticava perché le facevo usare male la voce, non per quanto si è preso. Poi canto la libertà, una Reverberi quando veniva in studio scuoteva la testa. E signora che o la sposi subito o non la sposi mai. Io pure il tecnico, un certo Natali, si era stancato che lei ho sempre scritto in modo libero seguendo semmai toccasse il banco e l’aveva elettrificato: appena Ornel- l’insegnamento di mio padre, che diceva: «Se non la allungava le mani, partiva la scossa. Però ce l’ho fatta hai niente da dire stai zitto». Perciò in alcuni periodi a farla diventare interprete: Senza fine la scrissi per lei, come quello della canzone politica cantavo canzoni come suo ritratto. Stavo suonando il piano nella saletta di altri, non m’interessava ragionare come un tifoso della Ricordi, lei mise dentro la testa e mi chiese se le di calcio. E per questo io sono le mie canzoni, ma scrivevo una canzone, poi se ne andò. La scrissi subito.
MOndO ViniLE il golden record delle missioni Voyager La storia della Motown Stiff records da collezione i sognatori della Sub Pop ace records Story i migliori dischi live di sempre i 45 giri che hanno cambiato la storia
VOYAGER GOLDEN RECORD NEL 2017 SI È CELEBRATO IL 40° ANNIVERSARIO DELLE MISSIONI VOYAGER , CON CUI LA NASA HA SPEDITO NELLO SPAZIO I GOLDEN RECORD, DUE DISCHI CHE RACCHIUDONO UNA SELEZIONE DI CAPOLAVORI SENZA TEM PO DELL’ U MAN ITÀ . LA OZMA RECORDS N E HA REALIZZATA U N ’ EDIZION E CELEBRATIVA , VINCITRICE NEL 2018 DEL GRAMMY AWARD PER IL MIGLIOR BOX DALLO SPAZIO D I Owen Bailey
DA QUALCHE PARTE LÀ FUORI, solo la riproduce una storia acustica della Terra, saluti conoscibili e la nostra specie si sarà incredibil- MONDO VINILE NASA sa dove, due “vecchie” sonde spaziali in 55 lingue, 116 immagini audiocodificate del mente modificata o estinta, il Voyager Golden trasmettono pazientemente messaggi alla Pianeta e una playlist “celestiale”, con estratti Record continuerà a parlare al nostro posto”. Terra da una distanza di circa 21 miliardi di di canzoni provenienti da una grande varietà Se mai è esistita una gara per il “vinile più lon- chilometri e, pur viaggiando alla velocità della di culture. Sul runout groove di ciascun disco gevo”, allora abbiamo sicuramente trovato il luce, i segnali radio impiegano 15 ore per giun- è incisa l’iscrizione: «To the makers of music – vincitore. gere a noi. A trasmetterli è la sonda Voyager 1 all worlds, all times» (“Ai creatori di musica, in che, lanciata nel settembre del 1977, nel 2012 ogni mondo, in ogni tempo”). UN PROGETTO GALATTICO... è entrata nello spazio interstellare. La sua Questi straordinari dischi, che si allontanano I preziosi dischi non sono però un’esclusiva gemella, Voyager 2, ben presto seguirà le sue da noi a una velocità di circa 17 km al secondo, solo per gli Alieni. Anche noi umani possiamo orme in un viaggio al centro della Via Lattea. sono capsule del tempo che continueranno a ascoltarli, grazie al cofanetto della Ozma Re- Fissato su ciascuna sonda c’è anche un “Gol- sfrecciare nello spazio interstellare per mi- cords: Voyager Golden Record: 40th Anniversary den Record”, un disco per grammofono in liardi di anni. I loro ideatori, tra cui il celebre Edition. Nato nel 2016 come progetto proposto rame placcato d’oro, da 90 minuti, collocato cosmologo Carl Sagan e l’autrice Ann Druyan, su Kickstarter con l’obiettivo di pubblicare per in un contenitore di alluminio dotato di una hanno riassunto l’importanza di questi og- la prima volta in vinile, e sul nostro Pianeta, il puntina e di un “manuale d’istruzioni” per getti nei seguenti termini: “Tra un miliardo Voyager Golden Record, il cofanetto è diventa- decifrarne il contenuto. I dischi (in origine di anni, quando ogni oggetto prodotto sulla to l'iniziativa musicale di maggior successo per intitolati The Sounds of Earth, ossia “I suoni Terra si sarà sgretolato, quando i continenti la piattaforma di crowdfunding, raccogliendo della Terra”) includono un poema sonoro che saranno mutati tanto da essere diventati irri- finanziamenti per oltre 1,3 milioni di dollari. I tesori custoditi dai Golden Record spaziano da Chuck Berry e Bach fino alle cornamuse e alla musica delle orchestre indonesiane gamelan. Un dono del genere umano al cosmo, oltre che a se stesso
VOYAGER GOLDEN RECORD Il progetto è stato sviluppato in coproduzione cercassimo i master tape originali del 1977 e LE FRONTIERE con il giornalista scientifico David Pescovi- grazie a Matt Kelly, l’intrepido archivista della DEL VINILE tz, il direttore della catena di negozi musicali Sony che è riuscito a rintracciarli nei magazzini Amoeba Music, Tim Daly, e il designer Lawren- della società, abbiamo potuto utilizzare quei Quando musica e spazio si ce Azerrad. È stato quest’ultimo a concepire il nastri per la nostra pubblicazione». incontrano. Tre progetti packaging delle varie release: un set numerato A dicembre del 2016, Daly, Pescovitz e Ferris da ricordare a edizione limitata per i finanziatori di Kick- si danno appuntamento attorno a un vecchio starter, un cofanetto di tre vinili dorati e una magnetofono nei Battery Mastering Studios 1 – Brian Eno, 1983 versione con due Cd accompagnati da un li- di Sony Music, mentre il fonico Vic Anesini Apollo: Atmospheres bretto di 96 pagine ciascuno, che hanno vinto preme il tasto play e fa risuonare l’originale And Soundtracks il Grammy Award 2018 per il miglior cofanetto master tape del Voyager Golden Record per Il genio dell’ambient ha creato una o serie limitata. la prima volta dal 1977. «Anesini aveva dovuto stupenda colonna sonora ispirata Abbiamo incontrato David Pescovitz, che è an- cuocere letteralmente le bobine, per evitare agli sbarchi sulla Luna, che è stata che il curatore del famoso blog di tecnologia che l’ossido ferroso si staccasse dal supporto poi impiegata per il documentario Boing Boing, per ricostruire il contesto in cui è protettivo, un problema comune per i nastri del 1989 For All Mankind. Il tocco nata questa versione “tributo” del Golden Re- magnetici dell’epoca», spiega Pescovitz. Poi della pedal steel, caratteristica cord, partendo dall’inizio di tutto, ovvero la aggiunge un personalissimo commento: «Il del repertorio country e western, creazione del disco originale: «Nel giugno del suono mi ha lasciato senza fiato». era un riferimento al fatto che gli 1977», ricorda Pescovitz «Timothy Ferris, il pro- astronauti dell’Apollo, tranne uno, duttore dell’originale Voyager Golden Record, UN MONDO DI SUONI avevano scelto di portare con sé si era chiuso nello studio di registrazione della Affiancato da Matt Kelly e dal figlio di Ferris, nello spazio un nastro con questo CBS Records a New York, per mixare il mes- Patrick (egli stesso ricercatore e archivista tipo di musica. saggio interstellare». Come scrive Carl Sagan musicale nonché membro della band rock The in Murmurs of Earth, la CBS (acquisita da Sony Americans), il team trascorre l’intera giornata 2 – Blur, 2003 Beagle 2 nel 1987) aveva messo a disposizione lo studio intento ad ascoltare la registrazione originale. Nel 2002, l’iconica band britpop e il talento tecnico «interamente come servizio Mentre la composizione sonora di The Sounds scrive un messaggio per lo spazio pubblico», un gesto notevole. Nel giro di una of Earth si diffonde nello studio, loro sono lì, a sotto forma di brano strumentale, settimana Ferris e il tecnico del suono della occhi chiusi, e assaporano le infinite sfumature che viene poi lanciato in orbita a CBS, Russ Payne, con l’assistenza del produt- di quel paesaggio sonoro, che spazia da Chuck bordo della sonda inglese Beagle tore Jimmy Iovine, masterizzano il materiale Berry e Bach fino alle cornamuse e alla musi- 2 nel 2003. Anche se il lander ha su nastro magnetico Ampex da mezzo pollice, ca delle orchestre gamelan, dall’Indonesia. «I raggiunto Marte, non è riuscito che l’ingegnere del suono Vladimir Meller uti- saluti in 55 lingue avevano un suono più fresco ad aprire i suoi pannelli solari lizza per realizzare la lacca per la produzione che mai, era come se le persone che li avevano completamente e, di conseguenza, dei dischi. A progetto ultimato, la CBS ha poi pronunciati fossero nella stanza insieme a noi», non ha mai completato la missione. archiviato il master tape originale in una serie dichiara Pescovitz. ll remastering del nastro è È stato comunque un brano di depositi interrati a temperatura controllata, stato eseguito da Bernie Grundman, ingegnere di ispirazione per una nuova dove, per i 40 anni successivi, i nastri sono ri- del suono pluripremiato con il Grammy (Purple generazione di scienziati masti custoditi. Tornando al presente, Pesco- Rain, Thriller, The Chronic, solo per citarne alcu- dello spazio. vitz ci ha illustrato nel dettaglio il modo in cui ni), ma Ferris e suo figlio si sono uniti alla sessio- è stato condotto l’intervento di restauro per la ne. «Come ci ha spiegato Grundman», continua 3 – Will.i.am, 2012 versione celebrativa. «Quando abbiamo avvia- Pescovitz, «limitarsi a osservare gli indicatori di Reach For The Stars to il progetto, Tim Ferris ha insistito affinché potenza serve a poco. Il segreto è ascoltare con Nell’agosto del 2012 questo brano, scritto dal rapper e superproduttore dei Black Eyed Peas, è arrivato sulla Terra direttamente da Marte! Il brano è stato infatti trasmesso via onde radio dal rover Curiosity, nell’Agosto 2012. La canzone è un tributo di Will.i.am alla sua passione per la scienza, la tecnologia e l’esplorazione spaziale. 1. L’edizione non numerata del 1. Voyager Golden Record 40th Anniversary Edition contiene: 3 Lp in vinile trasparente da 140 grammi color oro in una confezione con stampa in oro e un booklet di 96 pagine con le immagini contenute nel disco originale, altre immagini trasmesse dalle sonde Voyager e un saggio di Timothy Ferris. 2. Le incisioni sul disco forniscono le istruzioni su come impiegare il disco stesso e la puntina e illustrano la posizione del nostro Sistema Solare rispetto a pulsar note, oltre ad altre informazioni scientifiche. 3. Il capo progetto della missione John Casani mostra il Golden Voyager Record, la sua custodia e la Stars and Stripes, pronti per essere caricati sulla sonda.
attenzione quanto può esserci di nascosto nella canzoni e riportato in libri come Murmurs of smette un senso di speranza in un futuro mi- MONDO VINILE registrazione, svelandone la magia all’ascoltato- Earth: The Voyager Interstellar Record, pubblicato gliore. Probabilmente non sapremo mai se una re. Non è solo questione di regolare i potenzio- nel 1978, di cui il cosmologo è coautore. civiltà extraterrestre lo ascolterà o meno e, in metri e stare ad aspettare». Pescovitz ricorda Probabilmente gli alieni non lo ascolteranno fondo, poco importa. Non è solo un dono del come Grundman “suonasse” il suo mixer, fatto mai, eppure fermiamoci un attimo e imma- genere umano al cosmo, è anche un dono del su misura, «proprio come fosse uno strumento giniamo che cosa accadrebbe se fossimo noi genere umano a se stesso. È una straordinaria musicale», tirando fuori autentiche perle so- a scoprire, quaggiù, un simile manufatto pro- espressione di ciò che è in grado di realizzare nore come «lo squisito dettaglio della pioggia veniente da una civiltà extraterrestre... Capite la nostra civiltà, grazie alla creatività, alla pas- presente nelle tracce di The Sounds of Earth, gli quale potrebbe essere l’importanza “cosmica” sione e alla scienza». inquietanti lamenti di Blind Willie Johnson in del Golden Record originale? Che cosa ne pen- I dischi originali per le missioni Voyager sono Dark Was the Night, la vasta bellezza della Partita sa chi ha contribuito a rendere fruibile anche stati editati nel lontano 1977, ed è quindi lecito per violino n. 3 di Bach eseguita da Arthur Gru- a noi terrestri un progetto di tale importanza domandarsi che cosa cambierebbe se il con- miaux e molto altro ancora». storica? «Siamo profondamente onorati, ol- tenuto dovesse essere scelto oggi. «Crediamo tre che fortunati per aver avuto l’opportunità che il Voyager Golden Record così com’è su- UN REGALO PER IL COSMO di condividere questo magnifico oggetto e pererà la prova del tempo per qualche miliar- Il Voyager Golden Record è entrato immedia- avergli permesso di raccontare la sua storia al do di anni a venire», continua Pescovitz, che tamente nella cultura popolare, diventando mondo», ha dichiarato Pescovitz. «Il Voyager conclude: «Detto ciò, chiaramente le tecnolo- un cliché dell’immaginario fantascientifico. È Golden Record sollecita l’immaginazione. Ti gie per registrare, memorizzare e trasmettere apparso in produzioni televisive che spaziano costringe a riflettere sull’avvenire e sul posto un simile messaggio si sono evolute parec- dai documentari a X Files, è citato in numerose che occuperà la nostra civiltà in futuro. Tra- chio negli ultimi 40 anni. Ognuno di noi ha il proprio punto di vista su che cosa dovrebbe 1977 Il 5 settembre, da Cape Canaveral, in Florida, la NASA lancia la prima sonda rappresentare l’umanità agli occhi del cosmo. spaziale Voyager per l’esplorazione del Sistema Solare esterno, al fine di In effetti, è un esercizio molto coinvolgente acquisire maggiori informazioni sui pianeti Giove e Saturno. Nell’agosto del riflettere sul futuro in questi termini. Credo 2012 la sonda ha oltrepassato l’eliopausa, diventando il primo oggetto costruito che sia un modo per riallacciarci alla nostra dall’uomo a entrare nello spazio interstellare. Oggi è l’oggetto artificiale più umanità e ricordarci che cosa possiamo rea- lontano dalla Terra e secondo le previsioni continuerà a viaggiare fino al 2025, lizzare quando diamo il meglio di noi stessi. quando esaurirà l’energia a disposizione. Se esistono altre civiltà là fuori, e io penso che ce ne siano, sarebbe bello portar loro i nostri saluti». ©LONG LIVE VINYL 2. 3.
MOTOWN FABBRICA DI SUCCESSI, FUCINA DI STAR, FONTE DI ISPIRAZIONE PER I PIÙ GRANDI, DAI BEATLES A PRINCE. GARETH MURPHY RIPERCORRE LE STORIA DI UNA DELLA PIÙ FAMOSE ETICHETTE DISCOGRAFICHE. CHE QUEST’ANNO COMPIE SESSANT’ANNI ED È ORMAI UN MITO ETERNO DELLA MUSICA DI Gareth Murphy IL MASSIMO PER UNA CASA DISCOGRA- spetta. La Motown è stata un’organizzazione il nonno di Berry Gordy, il fondatore dell’e- FICA è creare un suono unico e riconosci- complessa – un laboratorio creativo, uno stu- tichetta, è nato e vissuto come schiavo fino bile, che la distingua da tutte le altre e segni dio di produzione, un’etichetta, un editore, all’età di 11 anni. Questo “primo” Berry Gordy un’epoca. Pochissime ci riescono. E, ancora una scuola di ballo, una casa di moda, un è il figlio illegittimo di una schiava di colore e oggi, nessuna ci è riuscita meglio della Mo- tour operator, un’agenzia artistica e persino del suo proprietario bianco. Non riconosciu- town che, come dice Smokey Robinson, «è un consulente finanziario, tutto allo stesso to dal padre biologico, riceve un’educazione la cosa più grande mai accaduta nella storia tempo – un’impresa costruita per eccellere spartana, che non gli impedisce di dimostra- della musica». Che un’impresa famigliare in ogni campo. Senza paura di esagerare, si re con determinazione tutto il proprio valore. nata nella cucina di casa in un sobborgo di può dire che sia un caso di successo inegua- Diviene un coltivatore e un impresario locale Detroit abbia potuto regalarci così tanti ca- gliato nell’industria discografica e un punto così accorto che, quando muore a sessant’an- polavori e star della musica popolare è già di riferimento ancora attuale. ni colpito da un fulmine, può lasciare all’erede semplicemente incredibile. Tuttavia, defini- Merito anche della profondità delle sue radici Berry Gordy II di che continuare la tradizione re la Motown una fabbrica di successi signifi- culturali, che affondano nel duro ma fertile di famiglia. Questo secondo Berry, istruito dal ca tributarle solo una parte del merito che le terreno della Georgia del XIX secolo, dove padre su libri di diritto, sposa un’insegnante
MONDO VINILE e riesce a risparmiare così tanto che nei tur- attivisti per i diritti civili degli anni ’60 per il le figlie che si assicurano la vendita di sigarette bolenti anni ’20 il clan dei Gordy è costretto suo approccio conciliante e non conflittuale, nel jazz club della città, il loro spirito di inizia- a lasciare la natia Georgia per ragioni di sicu- Washington affermava che la lotta per la pa- tiva è talmente contagioso da attirare come un rezza. Nel 1922 la famiglia si sposta a Detroit, rità dei diritti sarebbe fallita e che la gente di vortice anche amici e fidanzati. all’epoca in pieno boom economico grazie colore avrebbe fatto meglio a industriarsi da alle fabbriche Ford e Chrysler affamate di sola per sfuggire alla povertà e alla sottomis- UNA SAGA FAMIGLIARE operai. Nel Michigan Berry II apre una ver- sione. Una filosofia che Berry Gordy II sposa Harvey Fuqua è uno di questi. È stato mem- niciatura, una stamperia e una drogheria con con convinzione. Sua moglie Bertha non gli è bro dei Moonglows, un gruppo R&B con cui il nome di Booker T. Washington, lo scrittore da meno, tanto da iscriversi al college ormai ha inciso dei 45 giri di discreto successo nella afroamericano le cui idee saranno alla base adulta, aprire una sua compagnia di assicura- seconda metà degli anni ’50, per poi diven- della filosofia Motown. Nella sua autobiogra- zioni e lavorare come volontaria per la sezione tare un discografico indipendente. Poiché fia, UpFromSlavery, pubblicata come libro nel locale del partito democratico. Attorno al ta- frequenta Gwen, una delle sorelle Gordy, 1901, Washington sostiene che «tutto ciò che volo della loro affollata cucina le idee fiocca- la famiglia ha l’opportunità di seguirne le ottengo, e che valga la pena di avere, è frutto no in continuazione. Che siano i figli a voler vicissitudini professionali, come il dover del duro lavoro». Figura controversa fra gli vendere alberi di Natale sul retro della casa o pagare gli stampatori di dischi in anticipo
MOTOWN • Sopra, il grande dittatore del soul, Berry Gordy III, progetta il dominio del mondo. licenze e dalla gestione degli artisti, con an- • A destra, Hitsville U.S.A., la casa dei successi per la Nuova America, è la prima sede della Motown al 2648 West Grand nesse partecipazioni radiofoniche, concerti e Boulevard di Detroit, acquistata da Berry Gordy nel 1959. attività collaterali. È così che viene concepita la • Sotto, il grande Marvin, il batterista con la voce più sexy del globo. Motown, come un’organizzazione leggera e a basso costo che, partendo dalla produzione di e aspettare però 90 giorni prima di essere a e, nel 1959, Money (That’s What I Want) per Bar- dischi, si espande negli altri ambiti dell’indu- sua volta pagato dai distributori. È Fuqua che rett Strong, che concede in licenza all’etichetta stria musicale. La famiglia decide infatti di fi- aiuta un’altra sorella, Anna, a mettere in piedi della sorella. La famiglia ci mette poco a capire nanziare la ristrutturazione di una casa al 2648 la prima label della famiglia, la Anna Records, che Berry ha un vero talento musicale e che è il West Grand Boulevard, che viene divisa in tre che ha un accordo di licenza con la Chess di caso di studiare seriamente il music business. parti: al piano superiore vive e lavora Berry ju- Chicago. Nel frattempo, uno dei fratelli più Per fare soldi, una casa discografica ha bisogno nior, la cantina è trasformata in ufficio, sul retro piccoli del clan, Berry III, ex pugile, dopo il di avere i diritti su tutto quanto produce, ma viene costruito uno studio di registrazione. A fallimento del negozio di dischi che ha aperto, il problema per i discografici di colore sono i ogni membro del clan è assegnato un lavoro decide di dedicarsi alla scrittura di canzoni. flussi di cassa (Fuqua docet). Banche che pre- part-time: la sorella maggiore Esther si occupa Mentre lavora alla Ford per pagare gli alimenti stino denaro per un’impresa così rischiosa non dei contratti, Fuqua si occupa dei rapporti con alla moglie da cui si sta separando, ha il tempo se ne trovano, quindi bisogna avere un flusso le radio, due dei fratelli, George e Fuller, ven- di firmare due successi con la sua personale continuo di titoli di successo che affianchino gono incaricati dell’amministrazione insieme etichetta, la Temla: Reet Petite per Jackie Wilson altri introiti, in particolare quelli derivanti dalle alla sorella Louyce, il cui marito musicista, Ron Wakefield, si occupa degli arrangiamenti. IL PUNTO DI SVOLTA Gli artisti non vengono semplicemente messi sotto contratto: vengono adottati. Un giovane paroliere di nome Smokey Robinson, rimasto orfano di madre, viene preso da Berry sotto la sua ala protettiva. Al piano inferiore, Clarence Paul, l’uomo dell’A&R, fa altrettanto con un polistrumentista undicenne cieco di nome Stevland Morris. Ribattezzato Stevie Wonder, il ragazzo diventa una presenza fissa nella casa, così come Diane Ross, Florence Ballard e Mary Wilson, “le ragazze”, come verranno chiamate, che vi si recano dopo la scuola e sono talmente insistenti che alla fine viene loro consentito di fare le coriste. E quando Harvey Fuqua ingag- gia come batterista per la band dello studio un suo amico di nome Marvin Gaye, finisce addi- rittura che quest’ultimo sia immediatamente sedotto e sposato da Anna Gordy, di diciasset- te anni maggiore di lui. L’unica posizione per cui si va ad attingere dal personale di una major è quella di responsabile delle vendite, affidata a Barney Ales, un veterano del settore, che avrà
il compito di trattare con gli importantissimi il suo biografo, Peter Benjaminson, «ha fatto rapporto non ci fosse stata una solida amicizia. MONDO VINILE distributori regionali. la scelta sbagliata e non riesce più a porvi ri- «Della Motown posso dire solo una cosa», ri- La Motown produce il suo primo numero 1 con medio». Con la nuova etichetta Mary si dimo- badisce Smokey Robinson, «era una famiglia, Please Mr. Postman delle Marvelettes nel 1961 ma, strerà un flop e perderà anche l’opportunità è la verità non un mito». Le ore di lavoro sono sebbene inizi presto a dominare la classifiche di girare un film che le è stato inizialmente inframezzate a barbecue, partite di football, di R&B, la seconda hit pop arriva solo nel 1963, promesso. Il tenace Berry, invece, non si dà picnic, nottate di poker, persino furiose sfide grazie a Fingertips Part 2 del dodicenne Little per vinto e punta tutto sulla sua ragazza “se- a ping pong. E le porte della Casa sono sempre Stevie Wonder. Il punto di svolta, infatti, avvie- greta”, Diane Ross, la cui voce vellutata sembra aperte alla comunità locale. Ogni settimana ne in coincidenza con il primo tour organizzato destinarla alla grandezza. La spedisce in una si svolgono audizioni e concorsi canori, dove dall’etichetta per i suoi artisti, The Motortown costosa scuola privata, dove la giovane e fra- anche le creazioni del grande capo sono messe Revue, nell’autunno del 1962. Le performan- gile Diane si trasforma in Diana, enigmatica ai voti da impiegati e teenager. All’interno della ce sono giudicate così amatoriali che Harvey e catalizzante principessa del pop. Anche il Motown finisce così per imporsi un trio di au- Fuqua è immediatamente nominato respon- suo gruppo di supporto viene ribattezzato: le tori, conosciuti collettivamente come H-D-H sabile dello sviluppo artistico, con l’obiettivo di Primettes diventano le Supremes che, nono- (Lamont Dozier, Brian Holland e Eddie Hol- insegnare ai promettenti ma acerbi talenti della stante la strada verso il successo sia lastricata land), che si dimostreranno delle autentiche Casa l’arte di ballare, atteggiarsi, parlare e rila- di ben nove fallimenti, non smettono mai di macchine da hit. Anche nello studio di regi- sciare interviste. Viene ingaggiato un esperto lavorare sodo. «Andavo matto per le Supre- strazione vale la medesima regola: il duro la- di moda, mentre una regina di etichetta, Ma- mes», dice Fuqua ricordando i loro show elet- voro paga. Ne sono dimostrazione lampante la xine Powell, è incaricata di spingere al massi- trizzanti, «erano bravissime!». Sottoposte a un cantante Martha Reeves e il batterista Marvin mo l’autostima dei giovani artisti, ripetendo addestramento durissimo, le giovani artiste Gaye, che da anonimi turnisti conquisteranno incessantemente come un mantra: «La vostra non ce l’avrebbero mai fatta se alla base del loro un posto nell’olimpo dei grandi. immagine è la vostra migliore amica». L’altro evento che indirizza il destino dell’etichetta è la • A metà degli anni ’60, negli Stati Uniti le Supremes tengono testa ai Beatles quanto a popolarità. defezione di Mary Wells. Nel 1964 Mary porta al successo My Guy, la prima clamorosa hit della Motown, ma si lascia lusingare dalla corte della divisione discografica della Twentieth Century Fox, che le offre 500.000 dollari di anticipo. Per sottrarsi agli obblighi contrattuali, Wells cita in giudizio la Motown, sostenendo di esse- re stata minorenne al tempo della firma del contratto. Vince la causa, ma perde la carriera. Per citare
MOTOWN • Sopra, i Jackson 5 inaugurano gli anni ’70 con il loro ritmo contagioso. • A destra, Martha e le Vandellas. La loro Heat Wave del 1963 è forse la prima canzone che cattura in pieno il Motown sound. DURO LAVORO... E METODO scommettitore. Ma ha anche l’indubbia ca- cosa significhi essere al verde, Berry Gordy ha Come in una palestra di pugili «la competi- pacità di far emergere il meglio da ognuno dei sviluppato un approccio assolutamente prag- zione era fortissima», ricorda Quincy Jones, suoi collaboratori. Per giudicare la bontà delle matico e realista: prima di essere pubblicato, un concorrente della Motown, di cui tuttavia registrazioni finali, mette in piedi un particola- ogni disco della Motown deve passare un ri- era un affascinato ammiratore, «ma non era re sistema di controllo della qualità: chiama a goroso test “prendere o lasciare”: «Se avessi in una lotta tra ego, era una competizione per di- esprimersi frotte di ragazzini. Per quanto appa- tasca il tuo ultimo dollaro, compreresti questo ventare sempre migliori... i migliori». L’autore ia improvvisato, questo meccanismo consente disco o un panino?». e produttore della Casa, Norman Whitfield, di minimizzare i contrasti interni alla casa di- concorda: «La competizione era al centro di scografica, individuare subito i brani destinati SEMPRE PIÙ GRANDI tutto alla Motown, perché competere è l’unico a un successo immediato e proporsi in maniera Tanta attenzione non poteva non avere con- modo per diventare grandi». A volte, però, si credibile come “il suono dell’America giovane”. seguenze. A causa di un controllo così osses- esagera. Marvin Gaye ricordava come Gordy L’obiettivo è raggiungere il pubblico più ampio sivo, le liti di Martha Reeves con il boss non scommettesse con gli altri impiegati su quale, possibile. Come dice Gordy: «La Motown vo- si contano. I cantanti firmano contratti che li tra due gocce di pioggia scelte a caso sul vetro leva fare musica per tutti, bianchi e neri, blu obbligano a piegarsi in toto alle esigenze della bagnato della finestra, sarebbe scesa per pri- e verdi, guardie e ladri. Non volevo escludere casa discografica e sono incessantemente on ma... Un aneddoto divertente ma non banale, nessuno». Naturalmente, il denaro è una parte the road per concerti ed eventi promozionali. perché rivela la natura di Berry. Come tutti i fondamentale della formula che porta al suc- Gordy insiste affinché i guadagni più consisten- grandi discografici, Gordy è in sostanza uno cesso. Avendo sperimentato da ventenne che ti siano accreditati su conti deposito, «così che I MAGNIFICI 10 1970 1970 The Temptations, Diana Ross, The Temptations Diana Ross Christmas Card 1963 1965 1970 Martha and Smokey Robinson The Jackson 5, the Vandellas, and The Miracles, Christmas Album Heat Wave Going to a Go-Go
MONDO VINILE • Sopra, i Funk Brothers, l’infaticabile motore ritmico della Casa di Detroit (no, non la Ford). • A destra, Stevie Wonder quando è ancora “Little”, un bambino prodigio che a soli 11 anni firma il suo primo contratto discografico con la Temla Motown. gli artisti non finiscano sul lastrico». I cantanti, gistrazione, Motown Record Corp è l’etichetta, nelle vicinanze ed essere sempre pronti alla soprattutto quelli che non possono affiancare l’International Talent Management è l’agenzia chiamata. Dà vita anche a una sotto-etichetta, il canto alla scrittura dei testi e al lavoro come che gestisce i tour, lo Jobete Music Publishing la Soul, per pubblicare i loro brani più innovativi session man, si lamentano delle royalties sul- è il laboratorio creativo. Il filo rosso che unisce insieme ad artisti come Junior Walker, Jimmy le vendite, fissate al 3%. Nel reparto scrittura tutte queste attività sono le canzoni. «La Mo- Ruffin e Gladys Knight & The Pips. Consideran- i brani vengono “rubati” in continuazione, town era la mecca», ricorda Valerie Simpson do che i Funk Brothers suonano in quasi tutti ammette Clarence Paul, e spesso i diritti non del duo Ashford & Simpson, «ogni autore di i classici della Motown, non è azzardato dire sono accreditati in maniera corretta. I più cri- canzoni sognava di lavorare per loro». Quello che siano stati la band con il maggior numero di tici sostengono che, in fondo Gordy, stia sem- che rende il tutto eccitante, però, sono i Funk primi posti in classifica, più di Elvis e dei Beatles plicemente continuando la vecchia pratica di Brothers, ovvero la in-house band della casa messi insieme. Quando arriva la British Inva- sfruttamento degli artisti di colore, ma in realtà discografica. Nonostante vivano nell’ombra, sion, infatti, Gordy controbatte colpo su colpo gli introiti della Motown vanno a sfamare una sono almeno in tredici, anche se il cuore pul- ai capelloni d’Oltreoceano, mettendo a segno miriade di bocche. La maggior parte dei can- sante è la sezione ritmica costituita dal pianista nel corso degli anni ’60 tanti fa una sola cosa: cantare, appunto. Alla Earl Van Dyke, il bassista James Jamerson e il ben venti numeri 1 nelle fine degli anni ’60 l’etichetta deve però garan- batterista Benny Benjamin. Fino al 1971 i loro charts americane, dodi- tire un buon salario a circa cento dipendenti, nomi non compaiono nemmeno nei crediti di ci dei quali a opera delle espandendosi in altri edifici lungo la via in cui copertina, ma Gordy non lesina nei compensi, Supremes. Non solo, ma si è insediata. Hitsville U.S.A. è lo studio di re- in modo che possano vivere comodamente ispira a sua volta i gio- 1972 1976 Michael Jackson, Stevie Wonder, Got to Be There Songs in the Key of Life 1971 1972 1977 Marvin Gaye, Stevie Wonder, Commodores, What’s Going On Talking Book Commodores
MOTOWN • Lionel Richie, dal funk&soul dei Commodores del tempo e dei successi. Il controverso trasfe- dente, con una quota del 20% dell’azionariato. alle ballate romantiche degli anni ’90 rimento a Los Angeles, nel 1972, è considerato Spesso imitata ma mai eguagliata, la Motown è dai puristi la fine dell’età classica dell’etichetta. sempre stata più di una formula musicale. No- vani britannici che non si riconoscono nelle Nonostante tutto, però, negli anni ’70 riesce a nostante un catalogo che si sviluppa nell’arco facce pulite dei Fab Four. «I mod amavano la portare al n. 1 delle classifiche altri venticin- di sei decenni, la creatura di Gordy è rimasta Motown», ricorda Pete Townshend, «perché que successi grazie a Jackson 5, Stevie Wonder, sinonimo di Sixties, quel magico decennio in proponeva un suono urbano. Attorno alla Marvin Gaye, Diana Ross, Thelma Houston e cui la televisione a colori e le pop chart mul- casa discografica c’era una città, una comuni- i Commodores. Album come What’s Going On tirazziali rimpiazzano il vecchio mondo in tà, sembrava quasi che i dischi prendessero vita di Marvin Gaye e Songs in the Key of Life e In- bianco e nero, in tutti i sensi. La canzone, o nelle strade. Erano belli, ben eseguiti, scrittura nervisions di Stevie Wonder sono tra i classici di meglio il grido di battaglia, che cattura l’es- e registrazione erano perfetti». quel decennio. Sempre negli anni ’70, Norman senza assoluta dell’etichetta è Reach Out I’ll Be Whitfield e i Funk Brothers creano delle auten- There dei Four Tops. Fate calare la puntina nel LOTTA FINO ALLA FINE tiche ma sottovalutate gemme per i Tempta- solco e non abbiate paura delle lacrime che vi Lo stile creato dall’etichetta, il suo glamour tions, soprattutto l’album All Directions, con saliranno agli occhi. Non fermatele. Questo funk sospeso tra mohair e paillettes, il suo la versione originale di 12 minuti di Papa Was mondo crudele vi inghiottirà se non aprite realismo ritmico e selvaggio, affascina una A Rollin’ Stone. Quando irrompe sulla scena all’abbraccio dell’amore. Alla fine, che cosa nuova generazione di artisti, da Bryan Ferry la disco music, Michael Jackson e Diana Ross rendeva la Motown così diversa? Nelson Ge- a Graham Parker. Nessun altro riesce a mi- vengono “rapiti”dalle major. Lionel Richie orge, lo storico dell’etichetta, risponde sicuro: schiare in maniera così efficace vita reale e continua a mettere a segno successi fino agli «Berry Gordy, i talenti che ha messo insieme spettacolo e ogni giornalista musicale ha in anni ’80, ma per allora il modello di business e il modo in cui riusciva a organizzare e mo- bocca la stessa domanda: «Come fa la Motown dell’etichetta è ormai obsoleto. Con l’arrivo di tivare le persone che lavoravano con lui». Sin a essere così speciale?». Non lo sanno esatta- MTV e la pratica sempre più diffusa da parte dagli anni ’20, dalla profondità dei bassifondi mente neanche i protagonisti di questa fanta- dei big dell’industria discografica di pagare popolari sono risalite onde su onde sonore di stica avventura, anche se Berry Gordy, Diana le emittenti radiofoniche per trasmettere i grande musica nera. Blues, swing, bebop, R&B, Ross e Smokey Robinson ne hanno distillato propri dischi, nessuna etichetta indipendente gospel, soul... eppure nessuno prima di Gordy l’essenza in una formula di sei parole, ormai può permettersi di investire il milione di dol- è riuscito a fondere tutto questo in una musica diventata celebre, che si ricollega alle loro umili lari necessario per il solo lancio commerciale così potente, diretta, unica nella sua anima. La origini: «topi, scarafaggi, lotta, talento, istinto, di un singolo pop. Nel 1989, come la A&M e la colonna sonora di una nuova era, in cui milioni amore». Questa spavalderia da combattenti di Island prima di lei, anche la Motown è messa di giovani, in ogni parte del mondo, sono stati strada si andrà addolcendo con il trascorrere in vendita e viene acquisita dalla MCA per 64 trascinati in una rivoluzione intensa, incerta, milioni di dollari. Berry Gordy ne rimane presi- inebriante. © LONG LIVE VINYL
STIFF RECORDS ONDA ANOMALA DAL PUB ROCK ALLA NEW WAVE SENZA PASSARE DAL VIA . LA STIFF RECORDS È STATA LA FONTE D’ISPIRAZIONE PER TUTTE LE ETICHETTE INDIPENDENTI, UNA PIONIERA, U N L A B O R ATO R I O D I C U LTO CA PAC E D I S FO R N A R E M U S I CA E G A D G ET A N C O R A O G G I OGGETTO DI COLLEZIONISMO ACCANITO. LA STIFF AVEVA TUTTO QUELLO CHE SERVE PER CONQU ISTARSI L’ IM MORTALITÀ (ARTISTICA). O FORSE NO? LE LUCI E LE OM BRE DI UNA DELLE ETICHETTE PIÙ INFLUENTI DI SEMPRE D I Gareth Murphy LA STIFF RECORDS è riuscita in un’impre- il punk iniziava a ribollire nelle strade, i suoi e, ispirandosi allo slang dello show business, sa quasi impossibile: essere divertente, alla fondatori, Jake Riviera e Dave Robinson, era- scelgono il nome Stiff, un doppio gioco di pa- moda, un po’ intellettuale, ma senza perdere no già manager navigati di artisti rock come role, perché “stiff” in gergo vuol dire “fiasco”, la propria carica trasgressiva. Questa etichet- Dr. Feelgood e Graham Parker. Ed è proprio ma il suo significato corrente è “rigido”, “ro- ta indipendente ha dato vita alla new wave organizzando i tour di questi rocker nei cir- busto”... insomma un fiasco, sì, ma di quelli britannica, grazie a un’improbabile miscela cuiti di locali dell’America profonda che i due che durano! E dire che, per aggiungere ironia di maneggioni, giovani prodigi, tipi strambi hanno occasione di notare il grande lavoro a ironia, Riviera e Robinson pubblicizzano la e meraviglie musicali rette da un solo accor- svolto dalle piccole etichette indipendenti, loro rigida creatura come «l’etichetta disco- do. E ci è riuscita perché, emersa dalla palu- essenzialmente delle agenzie artistiche, che grafica più flessibile al mondo». Nell’agosto del de alcolica dei tanti locali di provincia nei cui producono singoli e che, soprattutto, fanno e 1976, il primo singolo marchiato Stiff, con l’in- seminterrati si è forgiato il pub rock, si è poi disfano le fortune di nuove ed eccitanti band. solito codice seriale BUY 1, è So It Goes di Nick trovata nel posto giusto al momento giusto. L’idea? Trasportare quel modello in terra in- Lowe, presto seguito da altri, potenti, 45 giri da Prima che l’etichetta, quasi per caso, venisse glese. I due affittano il pianterreno di un edi- parte di Pink Fairies, Roogalator, Tyla Gang e alla luce nell’estate del 1976, proprio mentre ficio al 32 di Alexander Street a West London Lew Lewis finché, forse proprio per smentire • I primi grandi successi della Stiff: Adverts, Damned e Richard Hell. Signore e signori, il punk è servito.
MONDO VINILE • La scuderia della Stiff degli esordi. Da sinistra a destra, Elvis Costello, Nick Lowe, Larry Wallis, Wreckless Eric e Ian Dury. l’infausto nome scelto, ecco arrivare BUY 6: demo di un cantante-cantautore destinato a singolo pilota, Watching the Detectives, entrambi New Rose dei Damned, destinato a diventare il futura gloria. Il suo nome è Declan MacManus, usciti nel 1977, che segna l’inizio di quello che primo disco punk realizzato nel Regno Unito. ma il manager lo trasforma in un impensabile oggi chiamiamo new wave, ben sette mesi pri- Mentre New Rose si trasforma in un vero e pro- Elvis Costello, con tanto di occhiali alla Buddy ma che i Talking Heads pubblichino il loro pri- prio successo, la Stiff si assicura un contratto Holly. Ed è sempre in questo periodo frenetico, mo album sull’altra sponda dell’Atlantico. «È di distribuzione con la Island, all’epoca l’uni- ma siamo già nel 1977, che la Stiff inizia a servir- difficile non sottolineare l’importanza del con- ca indie che sia riuscita davvero a sfondare, si di un geniale artista grafico di nome Barney tributo di Barney al successo della Stiff», con- e a conferma dell’aura di “figaggine” da cui è Bubbles. È lui la mente dietro la copertina alla fessa Jake Riviera. «Lo conoscevamo già prima improvvisamente circondata, ecco arrivare il crema di Damned, Damned, Damned, l’album di di fondare l’etichetta. Aveva lavorato con Dave disco successivo: Blank Generation di Richard debutto dei Damned, così come quella di One per i Brinsley Schwarz e con me per Chilli Willi Hell. È in questo momento che Riviera nota la Chord Wonders degli Adverts, una copertina in- and the Red Hot Peppers». Forse il più grande credibile che definirà l’estetica punk una volta artista grafico nella storia del vinile, «Barney per tutte. È però il lavoro di Bubbles per l’album aveva qualcosa che non trovi così facilmente. di debutto di Costello, My Aim Is True, e del suo Ancora oggi non posso fare a meno di ricordar- • I primi tre 45 giri pubblicati dalla piccola etichetta indipendente: So It Goes di Nick Lowe (nome in codice, BUY 1); Between the Lines, dei Pink Fairies (BUY 2) e All Aboard, dei Roogalator (BUY 3).
STIFF RECORDS lo, sempre», aggiunge commosso Riviera in un pacato riferimento alla prematura scomparsa di Bubbles, avvenuta nel 1983. Perché più che le copertine, Barney Bubbles creava un intero universo parallelo di poster, pubblicità, loghi e amenità varie che aggiungevano un tocco di artisticità provocatoria, radicale, ricca di doppi sensi alla comunicazione già irriverente della Stiff, trasformando dei semplici strumenti pro- mozionali in qualcosa da esibire con orgoglio. NOI SIAMO LEGGENDA • Sopra, New Boots and Panties!! di Ian Dury e Watching the Detectives di Elvis Costello. La Stiff inizia a picchiare duro. Nel 1977 nessun’altra etichetta è sul pezzo • Sotto, i Damned in concerto. Il loro New Rose è considerato il primo brano punk pubblicato nel Regno Unito. come la Stiff, quando Riviera, improvvisamen- te, lascia. «Lui era la vera forza propulsiva della A quel punto l’etichetta, nel suo insieme, era Management, proprio sopra alla Stiff. Avevano Stiff», ammette Paul Conroy, che all’epoca è il già diventata più importante dei singoli in- messo insieme le 2.000 sterline necessarie a direttore generale de facto dell’etichetta. «Era dividui che l’avevano creata». A problema si registrare New Boots and Panties!!, ma non erano un sabato pomeriggio e stavo assistendo a una somma problema, perché insieme a Riviera se riusciti a piazzarlo a una major, così hanno fat- partita di calcio. Chiamo in ufficio e mi dicono ne va anche Costello. Con un pizzico di for- to un salto al piano di sotto per farlo ascoltare che Jake se ne è andato! Ricordo di aver pen- tuna, però, l’esperienza premorte della Stiff si a Robinson. A ripensarci ora, firmare con la sato: “Oh, no!”, ma non potevamo farci nulla, trasforma in una gloriosa risurrezione grazie Stiff è stato una benedizione». Ormai trenta- bisognava guardare avanti o eravamo fottuti. a un volto noto dell’era del pub rock come Ian cinquenne, Ian Dury appare come il classico Dury, ex Kilburn and the High Roads. Come ci cockney alla mano, di dubbio talento come can- spiega Chaz Jankel, polistrumentista e autore tante e con un fisico che è stato crudelmente dei Blockheads, il gruppo che accompagnava devastato dalla poliomielite, tanto che il re- Dury: «Peter Jenner e Andrew King, i manager parto scouting della CBS lo ha già rimpallato, di Ian, avevano un’agenzia chiamata Blackhill bollandolo lapidariamente come «inadatto al
MONDO VINILE • Abbandonata la purezza delle origini, negli anni ’80 la Stiff sconfina nel rock mainstream e nel suo catalogo compaiono anche gruppi internazionali come le Go-Go’s. successo». Anche nell’era del punk, è difficile britanniche con la frizzante Hit Me With Your che «Ian Dury era uno “pulito”. Non sopporta- immaginare qualsiasi altra etichetta capace Rhythm Stick di Ian Dury and the Blockheads, va la cocaina, perché credeva che tirasse fuori di trasformare tanti svantaggi commerciali forse il più emblematico fra tutti i dischi che il lato fascistoide delle persone. Non la voleva in una potente e orgogliosa affermazione di ha realizzato. Pubblicato con una copertina nella band e non tollerava che la usasse la gen- identità. Solo la Stiff. «Il loro lavoro sull’im- astratta disegnata dall’immancabile Barney te che aveva attorno. Il nostro veleno preferito magine era stupefacente!», ricorda Jankel, lui Bubbles, il singolo raggiunge il milione di copie erano gli alcolici e la cannabis, di cui, in effetti, stesso diplomato alla prestigiosa Saint Mar- nel solo Regno Unito. ce n’era fin troppa». Per conciliare fatica e di- tin’s School of Art di Londra. «Sono state le co- vertimento, la Stiff possiede però quello che pertine e quel tipo di iconografia a trasformarci UN PO’ DI SANO DIVERTIMENTO Jankel descrive come «un atteggiamento natu- in leggende del pop. Mia sorella, a sessantatré Ma qual è, veramente, il livello di follia alla ralmente positivo verso qualsiasi cosa». Per il anni, se ne va ancora in giro per Londra con un Stiff? Le leggende metropolitane abbondano: secondo album di Dury, Do It Yourself, l’etichet- berretto dei Blockheads con il logo creato da Dave Robinson che urina nei lavandini degli al- ta ingaggia una squadra di decoratori e pittori Bubbles. Per lei è come una medaglia al valore». berghi, che rotea mazze da baseball negli uffici capitanata dall’estravagante ed elegantissimo di Alexander Street ecc. Tuttavia, l’etichetta si manager/produttore Kosmo Vinyl, che si pre- ARRIVA LA NEW WAVE guadagna la nomea di manicomio delle indie senta negli uffici delle maggiori riviste musicali Tutto inizia con il successo di Sex & Drugs & londinesi perché, come puntualizza Paul Con- per tappezzargli la reception con la stessa carta Rock & Roll. Quando le 19.000 copie della pri- roy: «Nella zona c’erano un mucchio di pub... e da parati utilizzata per la grafica della coperti- ma edizione del singolo evaporano in men che i tour erano in effetti una roba da matti, i pro- na dell’album. A questo allegro caos creativo non si dica, la Stiff non si preoccupa di fare la blemi non mancavano mai, data la forte perso- contribuiscono anche le piccole agenzie affi- ristampa. A critici, negozi, a chi ne vuole an- nalità delle persone coinvolte. Nonostante ciò, liate alla label che organizzano i concerti e le cora annuncia semplicemente: «Siamo un’eti- però, non è che facessimo tutti ’sti casini, anzi ambiziose campagne pubblicitarie. Nel 1978 chetta discografica, non un museo!». La scelta lavoravamo sodo. La maggior parte dei giorni per il tour promozionale dell’etichetta, battez- costringe i fan a comprare l’album che, infatti, rimanevamo in ufficio fino alle dieci di sera e zato “Be Stiff”, viene affittato niente meno che vende 300.000 copie. Salvata in extremis dal- poi uscivamo a cena tutti insieme in un locale un treno, ridipinto con un enorme logo Stiff. la bancarotta, il 1978 si annuncia così come dei paraggi». E nonostante tutte le stramberie Fatto sta che, rispetto alla frugalità delle altre l’anno in cui la Stiff diventa la portabandiera che si vedono nei video, Chaz Jankel assicura etichette indipendenti, la Stiff fa forse il pas- di quel movimento che la stampa specializzata inizia a chiamare con insistenza “new wave”, THE STIFFEST, PART 1 una musica ibrida e con ambizioni artistiche, che sta sopravanzando il rozzo e monotono THE DAMNED ELVIS COSTELLO IAN DURY & punk. E la Stiff decolla. Durante un viaggio New Rose My Aim Is True THE BLOCKHEADS in America gli “stiffer” catturano una preda (1976) (1977) Hit Me With Your Rhythm Stick preziosa: i Devo. Purtroppo, dopo tre singoli, Questo 45 giri è uno dei brani L’album di debutto di Elvis che includono il meglio della loro produzio- punk più elettrizzanti di sempre. Costello è un curioso cocktail (1978) ne (Mongoloid/Jocko Homo, Satisfaction e – mai Le modulazioni ipnotiche di nostalgia americana nome fu più appropriato – Be Stiff ), i rocker di Brian James e la voce e modernismo londinese La copertina disegnata da di Akron, Ohio, cedono alle tentazioni della di Dave Vanian partoriscono e segna lo spostamento Virgin. Tutti tranquilli, perché nel frattempo quello che è ormai assurto della Stiff verso l’emergente Bubbles meriterebbe da sola la Stiff ha messo sotto contratto Lene Lovich, a classico del genere. universo della new wave. una cantante molto popolare, il cui album l’acquisto, ma anche Dury non Stateless, trascinato dal singolo Lucky Number, ottiene un successo di portata europea. È però scherza affatto. Il brano arriva verso la fine dell’anno che l’etichetta conqui- infatti fino al numero 1 nella sta la sua prima numero uno nelle classifiche classifica inglese dei singoli.
STIFF RECORDS so più lungo della gamba oppure, dipende dai tradizionalmente era all’avanguardia, la Stiff punti di vista, è tutta colpa del successo, che era anni avanti a tutti. Lo conferma Peter Sa- incoraggia Robinson nella rischiosa abitudine ville, uno degli artisti della Factory: «La Stiff di spendere oltre i mezzi a disposizione. era un’etichetta esemplare. Barney Bubbles, in particolare, era una fonte di ispirazione per me SUCCESSI A VALANGA trizzante sull’etichetta di Blackwell, aiutandola e per il mio amico Malcolm Garrett», graphic nella transizione verso l’indie pop, come di- designer di Buzzcocks, Simple Minds e Duran La presenza stabile nelle classifiche arriva nel mostrato dai Frankie Goes To Hollywood, un Duran. Mentre erano ancora studenti al Poli- 1979, grazie ai Madness, che trasformano la tipico act in stile Stiff. tecnico di Manchester, Saville e Garrett erano Stiff in un’impresa discografica di importanza rimasti folgorati dalle copertine che Bubbles nazionale. «I Madness erano Camden Town», TIRIAMO LE SOMME aveva creato per gli Hawkwind e, in seguito, spiega Robinson. «Ascolta le parole di Suggs. Ma, alla fine, qual è l’eredità lasciata dalla Stiff per Elvis Costello. Peccato che non ne fossero Canta della ragazza della porta accanto, di sulla prima ondata post-punk di etichette in- consapevoli. Ci vollero anni per collegare tutti quello che succede nel cortile della scuola del dipendenti, poi fiorita attorno al sistema di- i puntini, come ricorda Garrett: «Fu Richard quartiere, dello sfaccendato del piano di so- stributivo messo in piedi dalla Rough Trade di Boon, manager dei Buzzcocks e a sua volta di- pra». Se Ian Dury è l’ambasciatore dei cockney Geoff Travis? Come lo stesso Travis ricorda: plomato in belle arti all’Università di Reading, dell’Essex, lo ska dei Madness è il frutto finale «La Stiff è stata la prima, e la sua influenza è a rivelarmi che le mie copertine preferite erano dell’orgoglioso sogno di Robinson: musica che stata enorme». Aiutata indubbiamente dal state tutte realizzate dalla stessa persona. Non nasce dal basso, con un radicamento nella co- contesto geografico: Alexander Street distava potevo crederci. Studiandole, potevi coglier- munità, e che si diffonde con il passaparola. giusto quattro passi dal primo negozio della ci un filo conduttore ma io, semplicemente, Con quattordici singoli che entrano nella Top Rough Trade, così come la Virgin, gestita da Si- non ci ero mai riuscito». Nell’Inghilterra degli 10 tra il 1979 e il 1984, i Madness sono tra le mon Draper e sita in Vernon Yard, e la Chiswick anni ’70, continua Seville, «le copertine degli pop band inglesi di maggior successo di tut- di Ted Carroll e Roger Armstrong in Portobello album erano una fonte di informazione mol- ti i tempi. E non sono i soli. La Stiff, all’inizio Road. «Andavamo da tutti e tre e compravamo to importante per l’arte grafica avant-garde». degli anni ’80, sforna una caterva di singoli di i dischi per il nostro negozio. Quello che faceva Riconoscendo il superiore talento di Barney, successo, con Kirsty MacColl, Jona Lewie, le la Stiff ci ha convinti che potessimo anche noi Saville sottolinea come il pubblico inglese sia Belle Stars, e le Go-Go’s. Lo spirito radicale produrre musica, e ormai avevamo imparato stato educato all’arte grafica moderna proprio delle origini sembra essersi un po’ perso, ma abbastanza da non incasinare tutto». Travis, grazie al modo in cui i suoi elementi fonda- l’approccio di Robinson, che sfrutta anche la comunque, ci tiene a puntualizzare come l’eti- mentali sono stati utilizzati, stilizzati e demo- produzione di video strambi ma accattivan- chetta di Robinson non fosse l’unica. Accanto craticizzati nelle copertine e nelle varie forme ti, funziona. È lui stesso a girarli, affascinato ai pionieri londinesi c’erano anche le newyor- di comunicazione dell’industria musicale. Un dai personaggi che popolano Londra e che lui kesi Hearthan e Ork, le indie proto-punk die- lento processo culturale di cui Bubbles è stato stesso descrive come «un certo tipo di ingle- tro il debutto di Pere Ubu e Television. Eppure, il principale protagonista. situdine». È così che la sua cinepresa finisce in termini di pop art, ambito in cui New York Detto ciò, è difficile emettere un giudizio per inquadrare quelli che diventeranno l’atto definitivo sulla Stiff, un’etichetta che è stata finale della storia della Stiff: i Pogues, un ultimo protagonista di una fase di passaggio, un’area grandioso capitolo durato dieci anni. grigia in cui gli avventurieri solitari del rock Purtroppo, all’epoca, l’etichetta è già stata alternativo dei primi anni ’70 si sono alleati assorbita dalla Island, un’impresa sciagurata e radicalizzati dando vita all’età dell’oro (un da cui non si riprenderà più a causa degli epo- po’ intellettualoide) della new wave e del post- cali dissidi tra il patron di quest’ultima, Chris punk. Punto di congiunzione e, allo stesso Blackwell, e lo stesso Robinson, che la dirige tempo, anello mancante, la Stiff ha occupa- tra il 1984 e il 1986. Controversie a parte, è in- to un ruolo fondamentale in questo proces- dubbio che Robinson eserciti un effetto elet- so, è stata l’etichetta che ha tolto la fiaccola alla Island e ne ha continuato la missione di THE STIFFEST, PART 2 interprete dello spirito dei tempi, finché la Rough Trade non ha costruito il suo sistema DEVO MADNESS THE POGUES di distribuzione di indie, da cui più giovani Satisfaction One Step Beyond... Rum, Sodomy & the Lash innovatori come 2 Tone, Factory, Mute e 4AD (1978) (1979) (1985) hanno spiccato il salto verso il futuro. Se oggi Il migliore dei tre singoli pubblicati L'album di debutto del gruppo Questo Lp di Shane MacGowan la Stiff giace dimenticata o viene al più ricor- dalla band post-punk americana inglese, con il suo “trenino” e della sua allegra band data come un’aberrazione del pub rock, è solo per la Stiff, che ha avuto la in copertina, già dice tutto. Follia di romantici pazzoidi è l’ultima perché molti ex punk e puristi dell’indie rock fortuna (e il merito) di inciderla e divertimento allo stato puro. luminosa impresa portata sono riluttanti ad ammetterne la decisiva in- nel suo momento di massimo La fine di un decennio rabbioso a termine dalla Stiff, prima della fluenza. I Sex Pistols non bastano a spiegare splendore. e l’inizio di una nuova era. sua chiusura l’anno successivo. tutto. Se attorno al 1977 è successo così tanto e così velocemente è anche grazie a tutti que- sti rocker usciti dalle scuole d’arte ed ex mod trasformatisi in manager, che hanno prepa- rato la strada al punk e a tutto quello che ne è seguito. © LONG LIVE VINYL
SUB POP GLI ULTIMI SOGNATORI LA SUB POP HA INVENTATO IL GRUNGE. E OGGI COMPIE TRENT’ANNI. FESTEGGIAMO L’EVENTO CON I SUOI FONDATORI, BRUCE PAVITT E JONATHAN PONEMAN, GLI UOMINI CHE CI HANNO REGALATO L’ULTIMO GRANDE ESEMPIO DI ROCK PURO E SELVAGGIO DI Gareth Murphy «BISOGNEREBBE SCRIVERE UN LIBRO GO WEST! giovane Bruce capisce velocemente che le indie La storia della Sub Pop inizia nei tardi anni ’70, britanniche sono molto più avanti e organizzate SULLA GEOGRAFIA DEL ROCK», scriveva quando Bruce Pavitt, il suo fondatore, entra a rispetto alle sorelle americane. «NME» ha una John Peel nel gennaio del 1989. «Perché Li- Wax Trax, un nuovissimo e fornitissimo ne- indie chart. John Peel e la BBC trasmettono le verpool e Manchester e non Birmingham? gozio di dischi di Chicago. Pavitt nota come loro produzioni. Negli USA, invece, non c’è nul- E perché mai Seattle? E visto che ci siamo, lo staff del negozio mischi musica post-punk la di simile. E così, mentre è ancora al college, perché mai proprio adesso? Nel 1981 è uscita americana e britannica in totale libertà. Per il Pavitt si inventa una fanzine, «Subterranean una compilation intitolata Seattle Syndrome e momento prende solo nota della cosa, perché Pop», per recensire le ultime uscite e dare vita non faceva supporre che qualcosa di remo- ha altri progetti. È infatti in procinto di fare alle prime US indie chart. Nel 1981 ne accorcia tamente interessante potesse mai uscire da rotta per lo Stato di Washington dove, nel 1979, il nome in «Sub Pop» e comincia ad alternare la quella città. Eppure, con sempre maggiore in- si immatricola all’Evergreen State College di fanzine a raccolte in musicassetta di band al- sistenza, il nome di Seattle continua a spun- Olympia. Si tratta di un’università dalle vedu- ternative che reputa interessanti, provenienti tare ogniqualvolta appassionati di musica di te molto aperte, che concede agli studenti la soprattutto dalla provincia americana. ogni età si ritrovano a parlare di pop alterna- possibilità di scegliersi l’argomento di laurea Pavitt, però, non è l’unico Dj universitario ad tivo. E altrettanto spesso, insieme a quello ed è così che Pavitt sceglie di specializzarsi in avere questi interessi. Più a nord, alla Seattle’s di Seattle spunta un altro nome: Sub Pop». “Subterranean Pop”, che diventa anche il titolo University of Washington, ci sono altri amanti Questo tributo dal grande Dj britannico all’e- di una trasmissione che conduce alla radio del del rock alternativo che lavorano alla KCMU, tichetta che avrebbe inventato il grunge ter- college, la KAOS. «Facevo del miomeglioperfar la radio pubblica di Seattle. Tra loro, Jonathan minava, in maniera abbastanza insolita per passare brani di gruppi indie americani, soprat- Poneman, un altro ribelle del Mid-West, che si lui, con una previsione esplicita. Sebbene la tutto punk della West Coast», confessa. «Ma i unirà poi a Pavitt in qualità di cofondatore del- Sub Pop avesse fino ad allora pubblicato solo brani più forti che passavamo erano quelli della la Sub Pop Records. Cresciuto a Detroit, Pone- una manciata di dodici pollici, Peel era sicuro Rough Trade: The Fall, Young Marble Giants, man viene cacciato da una scuola del Michigan che ci sarebbe voluto «qualcosa di speciale Stiff Little Fingers, The Monochrome Set...». Il prima di approdare a Seattle: «Non ne potevo per impedire a Sub Pop 200 [una compilation più del Mid-West, mentre amavo il Nordovest... pubblicata dall’etichetta americana nel 1988, Questa terra è sempre stata il mito di nomadi, n.d.r.] di diventare la pietra di paragone per il sognatori e outsider, il luogo in cui la gente prossimo futuro. Sta per succedere qualcosa scappava per rinventarsi una vita». di grande». In effetti ci sarebbero voluti altri due anni perché la profezia finalmente si av- IL PARADISO DEGLI OUTSIDER verasse. Ma ne valeva la pena: come alfiere Città uggiosa, con estati e inverni piovosi, Se- dell’evento musicale degli anni ’90 e, forse, attle è adagiata su sette colline poste tra un dell’ultimo esempio di rock sincero, la Sub istmo e un lago. «Quando sono arrivato dopo Pop è un caso più unico che raro nella storia il collage, nel 1983, era ancora una città opera- delle etichette discografiche.
Chi meglio dei Nirvana può incarnare lo spirito libero e selvaggio della Sub Pop? Qui Kurt Cobain in un concerto londinese del 1989, fotografato da Steve Double.
SUB POP ia», ricorda Pavitt. «Gli affitti e i ristoranti erano Eravamo in un caffè e lui indossava una ma- strazione in cui nessun gruppo proto-grunge abbordabili, l’atmosfera era rilassata, la città era glietta dei Killing Joke, così ho iniziato a par- può mancare. Nello stesso anno Pavitt inizia prova di pretenziosità. Non giravano soldi, ma largli. All’epoca noi punk eravamo pochi, ma una sua trasmissione Sub Pop alla KCMU, la gente si divertiva». Un altro testimone chiave quando il Metropolis aprì i battenti, divenne mentre continua la produzione di compila- di quel periodo è Jack Endino, un batterista che subito la fucina da cui sarebbero usciti gruppi tion Sub Pop che, grazie alla collaborazione diventerà poi il produttore di molte band semi- come Soundgarden, Green River, Girl Trouble, con la Rough Trade, arrivano anche a 2000 nali della Sub Pop. «Allora il maggior datore di Skin Yard, Feast, Melvins e Nirvana». pezzi. È a questo punto che entra in scena il lavoro della città era il porto», spiega. «C’erano terzo fondamentale protagonista che rende i cantieri navali, i fornitori dell’esercito, la Bo- ORIZZONTI VASTI possibile la deflagrazione del grunge. «È stato eing e le basi militari». E dietro questo pano- A Seattle i dischi d’importazione li puoi trova- Charles Peterson che mi ha ispirato a concen- rama di banchine, fabbriche e quartieri operai re solo all’Acme e al Tower. Ma sono molto po- trare la Sub Pop sulla scena di Seattle», dice una vasta distesa selvaggia di foreste, campi di polari anche il Bombshelter e il Time Travelers, Pavitt. Anche Peterson è un ex Dj, ma ha ba- grano e montagne lunga migliaia di chilome- dove, insieme alle produzioni indie, trovi an- rattato la console per una macchina fotogra- tri. Natura e cultura. Come ogni città univer- che gli skateboard. Un altro rifugio post-punk fica, con cui realizza incredibili foto in bianco sitaria che si rispetti, infatti, Seattle possiede è Cellophane Square, gestito da Scott McCau- e nero che non solo testimoniano l’emergere numerosi locali legati al circuito post-punk, ghey, membro di una band locale, gli Young della scena grunge, ma contribuiscono a for- sempre pronti ad accogliere i giovani a braccia Fresh Fellows. L’emergente scena grunge di- giarla. L’estetica ha un suo peso. Nonostante aperte: The Rainbow Tavern, The Vogue, The spone quindi di molteplici punti di riferimen- sul palco il livello dell’energia e l’approccio Showbox, The Grey Door, The Graven Image to. «La mia band, Skin Yard, era assolutamente rendano difficile distinguere una band grun- e il Norway Center. La rivoluzione del grunge, influenzata dalla musica post-punk inglese», ge da una punk, l’abbigliamento trasandato però, avrà inizio al Metropolis. Il locale apre nel ammette Endino. «Wire, Killing Joke, Gang e da quattro soldi che diventerà sempre più 1983 e Bruce Pavitt ne diventa il Dj fisso e Susan of Four... influenze condivise anche da altri caratteristico del movimento dice molto della Silver, futura manager di Soundgarden e Alice gruppi dell’area, come Tad e Bundle of Hiss. Le sua peculiare natura. «Il bello è che non c’era in Chains (nonché futura moglie di Chris Cor- potenti linee di basso dei Joy Division e delle al- pressione alcuna», ricorda Peterson. «Non nell), la principale responsabile della program- tre band inglesi hanno influenzato un mucchio c’erano soldi, budget a disposizione... Io mi mazione. Come ci dice Mark Arm, chitarrista di bassisti locali all’epoca. Stranamente, an- guadagnavo da vivere preparando i dischi di Green River e Mudhoney: «Il Metropolis era che la scena australiana – che infatti risentiva per le spedizioni negli uffici della Sub Pop». davvero importante, è stato lì che tutti abbiamo fortemente del post-punk inglese – era molto Effetto collaterale: nessuna posa, nessuna cominciato. Alcuni di noi si conoscevano già apprezzata. Band come Lubricated Goat e The artificialità, ma anche nessuna copertura da dai tempi del college. Io, per esempio, avevo Birthday Party andavano fortissimo a Seattle». parte della stampa mainstream. Non ci sono incontrato Charles Peterson [il fotografo della Quando il Metropolis chiude nel 1985, Jack servizi da fare e consegne da rispettare, ogni Sub Pop, n.d.r. ] alla University of Washington. Endino apre il Reciprocal, lo studio di regi- scatto della macchina fotografica costa fatica
e denaro personali, eppure Peterson è sem- MONDO VINILE pre lì in prima fila, sempre davanti al palco, sempre nel mezzo dell’azione, «tutto teso nel tentativo di scattare LA foto dal vivo, quella perfetta». Lo stesso discorso vale per le pri- me, grezze registrazioni del grunge. Non si tratta infatti – come puntualizza Endino – di povertà dei mezzi tecnici a disposizione o dello squallore delle location. Il suo studio dispone di registratori a 8 e 16 piste che sono lo stato dell’arte: «I veri limiti erano i soldi e il tempo a disposizione. E il talento. Sono questi gli elementi che determinano il suono che ottieni, molto più che non la qualità degli equipaggiamenti». UN FORMATO SPECIALE «Trovai la formula classica per la Sub Pop nel 1987, con la pubblicazione di Dry As A Bone dei Green River», dice Pavitt. Ispirato da quanto fatto dalla Factory Records, che ha reso Man- chester, Peter Saville e Martin Hannett coes- senziali all’immagine stessa dell’etichetta, Pavitt fa sì che la Sub Pop diventi presto sino- nimo di Seattle, della fotografia di Peterson e del suono di Endino. Aggiungendo però un • Sopra, Bruce Pavitt chiacchiera con Kurt Cobain. • Nella pagina a fianco, uno scatto da un concerto dei Mudhoney al Boxing Club di Seattle nel 1988. L’inquadratura non è perfetta, l’atmosfera sì. Tesori dal passato, ma sempre presenti. A sinistra, il singolo dei Nirvana Love Buzz b/w Big Cheese, un 7 pollici in edizione limitata, pubblicato nel novembre del 1988 (fronte e retro cover); A fianco, Dry as a Bone (1987), il secondo Ep dei Green River; sotto; Screaming Life, l'Ep di debutto dei Soundgarden.
SUB POP quarto elemento: Jonathan Poneman. Forte dell’esperienza alle dipendenze di Susan Silver, Poneman si unisce a Pavitt nel 1988 e investe profilo di venti band (alcune nemmeno della Secondo la leggenda è durante una triplice nella nuova impresa 19.000 dollari, convinto Sub Pop), spiegando che «band ed etichetta serata della Sub Pop al LameFest, che si tiene delle sue potenzialità. La Sub Pop può così per- vanno a braccetto, non disdegnano una birra all’Astoria di Londra, che i Nirvana spodesta- mettersi di aprire un suo ufficio nel Terminal insieme e si criticano a vicenda. È un ambiente no i Mudhoney. «In verità, quella sera il loro Sales Building, uno storico palazzo di Seattle caotico, creativo». Ma che musica era quella impianto aveva dei problemi e furono un vero che domina la città. «Ero rimasto colpito dal che stava recensendo? Punk? Metal? Indie? Un disastro», ride ancora Arm. «Ma poco importa. fatto che le case discografiche inglesi pubbli- po’ di tutto questo? Non è che questo approc- Non è certo un singolo concerto a cambiare cassero singoli ed Ep», spiega Pavitt. «Suona- cio eclettico sia in fondo il segno di un’anima il destino». Quell’incerta performance spinge vano decisamente meglio, ma era qualcosa reazionaria? Nonostante tutti i dubbi, quello comunque «Melody Maker» a scrivere che «i che in America facevano pochissime etichet- che colpisce True è la «pura fisicità e l’eccita- Nirvana sono la risposta della Sub Pop ai Bea- te indie-rock. Proprio per questo, per le prime zione che trasmettono queste band viste così tles», ma per fare il suo ingresso trionfale tra i pubblicazioni di Green River e Soundgarden da vicino». Qualunque cosa sia, sono dieci grandi del rock, Kurt Cobain dovrà aspettare scegliemmo di utilizzare il formato 12 pollici. anni che non prova una sensazione simile. «Il ancora qualche mese. Arm è convinto che «l’e- La nostra Sub Pop 200 uscì così in un cofanet- maggior critico rock di Seattle era un tizio di vento che ha cambiato tutto è stato l’arrivo di to con tre Ep» e in un bel vinile colorato, che nome Patrick MacDonald», spiega Arm, che Dave Grohl, molti mesi dopo quel tour. È stato solleciterà infatti le lodi di John Peel. Tuttavia, all’epoca ha appena costituito i Mudhoney. «E allora, secondo me, che i Nirvana sono diven- al momento di dare vita a un sistema di vendi- fino all’articolo di True non aveva prestato la tati una grande band». Come i Soundgarden ta per corrispondenza, la Sub Pop vira sul più minima attenzione alla scena locale. Dopo, prima di loro, poco dopo anche i Nirvana la- economico formato da 7 pollici. Grazie agli improvvisamente, si è svegliato». Così come sciano la Sub Pop allettati da un lucroso con- abbonati l’etichetta inizia a ricevere un flusso l’America in generale. «Cominciavamo ad tratto. Questa volta, però, l’etichetta negozia di denaro costante e sufficiente a mantenere attirare l’attenzione della stampa alternativa, una royalty del 2% sulle vendite di Nevermind, stabilmente un ritmo di uscite mensili per quindi non possiamo dire che non ci fosse in- una vera manna, utile a finanziare i nuovi di- gruppi come Tad, Nirvana, Girl Trouble, Blood teresse in assoluto. Il problema è che l’America schi di Mudhoney, Sebadoh, Codeine e altri. Circus e Mudhoney. «Resuscitare il vecchio 45 è larga migliaia e megliaia chilometri da costa La corsa all’oro, però, sta entrando nella fase giri era sicuramente controcorrente, poco alla a costa e all’epoca le fanzine underground finale. Nel 1991, la fama dei gruppi di Seattle, moda», continua Pavitt, «tuttavia molte delle circolavano in ambito regionale. L’Inghilter- primi fra tutti i Pearl Jam e gli Alice in Chains, nostre uscite erano in vinile colorato, spesso ra, invece, aveva un circuito stampa di livello raggiunge le stelle, ma sono le major a racco- con poster allegati oppure con varianti di co- nazionale, con i tre maggiori settimanali mu- glierne i frutti. pertina. Grazie a queste edizioni limitate po- sicali tutti operanti a Londra». tevamo convincere i dettaglianti a pagarci in Intanto le band mettono piede sul vecchio LONDON CALLING contanti, pronta consegna, una cosa inaudita continente. Nell’autunno del 1989 i Mudhoney Se oggi tutto il mondo parla di Nirvana, Mu- all’epoca. Per noi era un bell’aiuto dal punto suonano di supporto ai Sonic Youth, mentre dhoney, Soundgarden, Seattle e della Sub Pop di vista finanziario, mentre i negozi indipen- Tad e Nirvana affrontano un tour europeo. come parti di un unico e indissolubile mondo denti potevano così permettersi di avere in assortimento delle edizioni rare, che i negozi più grandi difficilmente avevano». E quando si tratta di allargare il raggio delle operazioni, Pa- vitt e Poneman sanno esattamente dove anda- re: «La porta d’accesso all’Europa era Londra. Il primo distributore che abbiamo contattato è stato Southern Studios. Abbiamo spiegato la nostra idea ad Anton Brooks, il loro addetto stampa, e lui ci ha detto che se avessimo voluto investire 2.000 dollari per un biglietto aereo e le spese di soggiorno, avremmo trovato un giornalista di “Melody Maker” disposto a ve- nire per farci un’intervista. Non aspettavamo altro! Grande! Sapevamo che ci avrebbe dato una bella esposizione». LA CORSA ALL’ORO Nel marzo del 1989, poco dopo le pubbliche lodi di John Peel, il critico rock Everett True arriva così a Seattle per incontrare il duo della Sub Pop. Il risultato sarà una doppia pagina su «Melody Maker» che cambierà per sempre la storia dell’etichetta. Sotto un titolo a caratteri cubitali, “SUB POP”, e una foto di un concer- to dal vivo piuttosto scatenato, True scrive il
tutto quanto, Seattle compresa, ma negli anni Fleet Foxes, The Shins, CSS, Iron & Wine, MONDO VINILE ’90 il music business ruota ancora attorno ai Father John Misty, Shabazz Palaces e molti • Il negozio della Sub Pop all'aeroporto di Seattle. grandi investimenti finanziari delle major e altri. Poneman la prende con filosofia: «Prima • Sotto, Jonathan Poneman e Bruce Pavitt. all’ultima invenzione del momento: il Cd. La o poi moriremo tutti, giusto? Quindi, se non vecchia cultura della strada sta definitivamen- hai niente da perdere, vai avanti e al diavolo! culturale, lo si deve proprio alla strategia, mes- te tramontando. «Dopo Nevermind sono arri- Non ti preoccupare». La città nel frattempo è sa in atto dall’etichetta, di documentare la sce- vati momenti duri per le etichette indipendenti stata conquistata da Microsoft e Amazon, ma na di Seattle passando per Londra. Il termine e per la Sub Pop in particolare», spiega Pavitt. la Sub Pop è ancora qui e dà lavoro a sessanta- “grunge” lo hanno coniato loro. «Lo abbiamo «Le grandi Case hanno preso d’assalto Seattle, cinque persone impegnate a fare esperimenti usato per la prima volta nell’estate del 1988», mettendoci fuori mercato. Avevamo solo due musicali per conto della grande famiglia War- spiega Pavitt. «Nel nostro bollettino informativo possibilità: sfidarle a suon di dollari oppure con- ner. Diversamente dalle sue cugine di città più avevo descritto i Green River come un “grun- tinuare a mettere sotto contratto band creative grandi, come Atlantic, Elektra, WBR e Sire, la ge scatenato che ha distrutto la morale di una ma marginali, gli outsider». Pavitt e Poneman Sub Pop è rimasta fedele alla sua nicchia, in generazione”». L’articolo di Everett True racco- sono in disaccordo circa la tattica da seguire, ma gran parte grazie alla creazione – insieme ad glie quell’accenno immaginifico, descrivendo sulla strategia la loro visione è identica e quando altre indie americane come Secretly Cana- i Mudhoney come «una furiosa e primordiale nel 1994 si presenta l’affare della vita, non han- dian, Matador e Dualtone – del network di- grunginess». In un momento storico dominato no dubbi. «Vendere alla Warner fu un’occasione stributivo Alternative Distribution Alliance. dal pop sofisticato, il chitarrismo crudo, ener- unica, perché loro avevano acquisito una quota Oggi l’etichetta ha anche un suo negozio gico, puro di quelle band diventa una sorta di di minoranza e non potevano davvero forzarci a all’aeroporto di Seattle. «Riuscire a pagare distintivo d’onore, simile all’origine etimologica fare nulla che non volessimo». Almeno in teoria, gli stipendi è stata una preoccupazione co- del punk. Per necessità giornalistica “grunge” e Pavitt se ne accorge molto presto: «L’accordo stante in questi trent’anni», confessa Pone- diventa il termine per indicare qualsiasi tipo di implicito era che noi avremmo scovato i nuovi man, «ma ne vale la pena: non ti stanchi mai indie-rock selvaggio e genuino da qualsiasi par- Nirvana, o almeno loro ci speravano». Più facile di scoprire musica nuova. Oggi mi vedo come te del mondo provenga, ma il segreto di quello a dirsi che a farsi, e non è solo una questione di un custode, sono quello che accende le luci “originale”, ciò che lo ha fatto apprezzare in tutto soldi, è la forza sotterranea che ha spinto fino ad al mattino e le spegne la sera». Assumersi il il mondo, è sempre stata la sua diversità. «Se la allora l’ascesa del grunge a venire meno, sono compito di far funzionare le cose in modo che scena fosse stata composta da cloni di Mudho- anche quei piccoli dischetti di plastica, che al la generazione più giovane possa continuare ney e Soundgarden non avrebbe ottenuto tutto produttore costano la metà ma che al fan di mu- a portare nuove band ai nuovi appassionati. È quel successo. Il grunge era un’intera comunità sica costano il doppio. «Quando il Cd ha iniziato un ruolo che dona chiarezza di visione, e per- di artisti del Nordovest americano», dice Peter- a dominare, mi sono disamorato dell’industria mette di essere sereni anche di fronte alla crisi son. Se ancora oggi la dorata stagione grunge discografica. Amavo l’ampiezza del formato dell’industria discografica. «Non mi dispiace del 1991 appare come l’ultimo grande momento in vinile, l’impatto del Cd era meno potente». affatto il presente. Rispetto a quello che suc- vitale del rock’n’roll è perché tutto è accaduto Disilluso su tutti i fronti, il fondatore della Sub cede nell’industria tecnologica o in politica, all’apice di un cambiamento epocale in atto. Di Pop lascia la sua creatura e mette su famiglia a i processi di concentrazione sono quasi ine- lì a pochi anni internet arriverà e trasformerà Orcas Island, nell’arcipelago di San Juan. Po- sistenti. Big Money non può più controllare la neman, invece, rimane a presidiare la baracca, musica. Non riesce nemmeno a fare profitti». cosa che fa tuttora. I piccoli sono tornati e sono combattivi. Dalla sua posizione, Poneman osserva il martoria- VA TUTTO BENE to ma vitale panorama delle indie americane In anni più recenti la Sub Pop ha messo sot- e sorride: «I piccoli erediteranno la terra!». to contratto gruppi molto eterogenei, come © LONG LIVE VINYL
ACE RECORDS SE VOLETE CAPIRE COME HA FATTO UNA BANCARELLA DI DISCHI DI LONDRA A DIVENTARE U NA VER A ISTITUZION E DELL’ IN DUSTR IA DEL VIN ILE , TRA CLASSICI E MODERNI, GARTH CARTWRIGHT VI SPIEGA TUTTO DOPO AVER INCONTRATO I FONDATORI DELLA ACE , TED CARROLL E ROGER ARMSTRONG L’ASSO D’OLTREMANICA D I Garth Cartwright
ACE & VINILE LA ZONA INDUSTRIALE di North London non sun altro prima... un selvaggio. Gli Allman, poi, MONOD VINILE sembra il posto più consono per la sede di una erano incontenibili. Una sera Dickey Betts fece La Ace Records ha costruito della più importanti etichette discografiche in- un assolo da lasciare di stucco anche Duane!». la propria notorietà nei tardi dipendenti. Eppure, per chi conosce la Ace Re- anni ’70 con una serie di 10” cords, non c’è nulla di strano: loro preferiscono LONDON CALLING contenenti le registrazioni spendere i soldi per la buona musica, piuttosto Dagli Skid Row, Carroll passa ai Thin Lizzy, ed di artisti americani degli che per avere un ufficio di lusso in centro. Perché è proprio durante un loro tour in Irlanda che anni ’50 come George è questo che fanno da 40 anni: sfornare otti- Carroll viene in contatto con un distributore di Jones, Sonny Fisher and mo rock, soul, blues, rockabilly, country, cajun, Dublino il cui solaio trabocca di 45 giri dell’e- Pee Wee Crayton, affiancate punk, funk, gospel, doo-wop, pub rock e così tichetta London. Sarà quello lo stock di Rock da compilation con le via. E se il vinile è la vostra passione, prima o poi On, lo stand di vinili usati che Carroll decide registrazioni dell’originale anche a voi capiterà di acquistare un loro album. di aprire nel mercato coperto di Ladbroke Gro- Ace Records, realizzate a E dire che tutto ha avuto inizio con una ban- ve, nel 1971. La reputazione di Rock On cresce New Orleans negli anni ’50, carella di dischi in Ladbroke Grove, a Londra, rapidamente e tra i suoi clienti arrivano anche e da rari 45 giri di rockabilly dove un omone irlandese – Ted Carroll – ini- Lemmy, Jimmy Page e molti altri musicisti texano. La grande cura nel zia a vendere i suoi vecchi 45 giri. Carroll, cre- famosi. E ovviamente Phil Lynott dei Thin suono e nella confezione sciuto a Dublino, nei primi anni ‘60 suona in Lizzy, che proprio in omaggio al negozio di di questi vinili hanno fatto diverse band per poi diventare il tour manager Carroll scrive The Rocker: «I get my records at la fama della Ace e ispirato del trio irlandese Skid Row, quelli di un cer- the Rock On stall/ Sweet rock and roll/Teddy molte altre etichette. Tra to Gary Moore... Carroll ancora oggi ricorda boy, he’s got them all». le autentiche imprese commosso quel weekend del 1970 a Detroit Lui sorride quando gli ricordiamo la canzone: della Ace, ricordiamo la in cui la band condivise il palco con gli Stoo- «Phil era un ragazzo adorabile, veniva a Rock riedizione integrale delle ges e la Allman Brothers Band. «Quei gruppi On a passare un po’ di tempo... Phil amava Specialty Sessions di erano all’apice della carriera», ricorda, «Iggy ascoltare i dischi». Quando Carroll conosce Little Richard, gli album di era incredibile, saltava in mezzo al pubblico e Roger Armstrong, un nativo di Belfast che ha B.B. King e la discografia faceva cose che non avevo mai visto fare a nes- già lavorato con la band di celtic rock Horslips, dei Cramps. Anche i suoi Cd sono eccellenti e contengono quasi sempre più di 70 minuti di musica perfettamente rimasterizzata e arricchita da superbe note di copertina e foto d’epoca. Ma il merito dell’etichetta è quello di non aver mai smesso di realizzare ottimi vinili, come le ristampe fedeli agli LP originali di artisti come Etta James e Richard Berry e le riedizioni dei classici soul e blues in 45 giri, come The Dark End Of The Street/You Got My Mind Messed Up di James Carr uscito per il Natale 2017. Per non parlare delle edizioni in vinile di classici come Maggot Brain dei Funkadelic, Early Recordings di Link Wray o What’s Words Worth? dei Motörhead. Contributi fondamentali alla felicità dell’umanità intera da parte Ace Records. Grazie di esistere! 1979 – Ace Story Vol. 1 Il primo della serie di 5 volumi che definiscono il ritratto più completo dell'etichetta discografica • Nella pagina accanto, Ted Carroll • Sopra, il negozio Rock On nel 1991. La passione con la band The Hammersmith Gorillas dell’etichetta per i Fifties è molto evidente...
ACE RECORDS non esita a proporgli di dirigere il nuovo Rock SHOULD I STAY OR SHOULD I GO? nemmeno toccare. «Lemmy era un giovane in- On che vuole aprire a Soho. Di quello stand, È in quel periodo che la Chiswick mette sotto teressante e aveva una profonda conoscenza Armstrong ricorda soprattutto che «in inver- contratto i 101ers, una band di pub rock capita- musicale», dice Carroll, «Apprezzava molto il no ci faceva un freddo cane! Eravamo lì in piedi nata da Joe Strummer, un altro cliente affezio- rock’n’roll degli anni ’50, e anche i grandi – ma tutto il giorno, esposti alle intemperie... un gelo! nato di Rock On. E poco prima che la Chiswick sconosciuti – gruppi beat inglesi degli anni ’60». Dio mio, non mi manca proprio per niente!». pubblichi il singolo dei 101ers Keys To Your Heart, È nel 1978 che Carroll decide di acquisire in li- Nel 1975 i due aprono un negozio Rock On a Strummer lascia la band per formare i Clash. cenza le registrazioni R&B della Ace Records, Camden Town. «Come Soho e Ladbroke Gro- Una cosa “spiacevole”, ammette Armstrong, l’etichetta del Mississippi (USA) fondata dal ve, era il posto ideale per un negozio di dischi che di Joe però è rimasto amico. «Ha sempre produttore Johnny Vincent nel 1955, ma ormai specializzato», ricorda Carroll, «C’era mo- avuto una bella presenza scenica. Al loro de- da molti anni in disuso. Sarà l’inizio di una vimento, un mucchio di pub, di band e poi il butto erano già grandissimi». Di quel periodo splendida avventura all’insegna della musica mercato, ma non era ancora la zona turistica Armstrong ricorda: «Quando è arrivato il punk, americana degli anni ’50. «Avevamo acquisito che è diventata in seguito». Nello stesso anno molti dei vecchi amanti del rock lo odiavano, il catalogo Ace», ricorda Armstrong, «quando Carroll, Armstrong e Trevor Churchill (un ma non io e Ted. Per me i Count Bishops e i la Chiswick strinse un accordo di licenza con veterano dell’industria discografica, che ave- 101ers erano un ponte tra i Feelgoods e il punk. la EMI, che però non era interessata alla produ- va guidato la Rolling Stones Records nei suoi Noi proponevamo dell’ottima musica di ogni zione Ace. Avevamo quindi un catalogo, ma ci primi anni) fondano la Chiswick Records, con genere, roba che stava influenzando le gene- serviva una nuova etichetta. Così, alla fine Ted l’intenzione di catturare l’energia del rock dei razioni più giovani. La Chiswick era la prima e Johnny trovarono un accordo in modo che pub di Londra. L’esordio della Chiswick avvie- etichetta indipendente di quella generazione e potessimo utilizzare il nome Ace». ne con l’Ep dei Count Bishops Speedball, un di- stavamo andando così bene che, allora, la Stiff Grazie al contratto con la EMI, la Chiswick sco così abrasivo che al confronto quella di Dr. ci è venuta dietro. E mi ha portato via i Damned, ottiene una distribuzione internazionale e nel Feelgood sembra musica da camera. Il passo che io volevo mettere sotto contratto!». 1979 arriva il primo successo in terra americana successivo è una ristampa di Brand New Cadil- Nel 1977 Carroll però pubblica con la Chiswick con Driver’s Seat degli Sniff ’N’ The Tears. Tra lac, un singolo del 1959 del rocker britannico l’album di debutto dei Motörhead. L’amicizia gli artisti che entrano in orbita Chiswick ci Vince Taylor, che vende così tanto da sfiorare con Lemmy, nata alla bancarella di Ladbroke sono Radio Stars, Johnny Moped, Matchbox, la Top 40. Non male per una neonata casa di- Grove, lo convince a tentare la fortuna con quel The Nipple Erectors (la prima band di Sha- scografica gestita da una bancarella... trio hard rock che le altre etichette non osano ne MacGowan, futuro Pogues), i Damned di Machine Gun Etiquette («Mi piace pensare che L’etichetta si è fatta un nome verso la fine degli anni ’70 con una serie di 33 giri i Damned migliori fossero i nostri», ammette con sonorità anni ’50 di artisti come George Jones, Sonny Fisher e Pee Wee Armstrong), Dr. Feelgood e una miriade di al- Crayton, accanto a compilation registrate negli anni ’50 a New Orleans tre band che animano la scena pub rock, punk e speciali 45 giri di Texas rockabilly. e new wave britannica. Tuttavia, la Chiswick non sfonda veramente, per cui nel 1983, alla sca- SOLO PER INTENDITORI FUNKADELIC GIL SCOTT HERON MOTÖRHEAD Maggot Brain Pieces Of A Man Motörhead La Ace Records è come un ristorante stellato. Le pietanze offerte possono essere aspre, dolci o piccanti, comunque sia mai banali. Tra produzioni originali, speciali e ristampe il menu è ricchissimo e prestigioso. Eccone un assaggio... provare per credere. THE SEEDS THE ZOMBIES DORIS DUKE The Seeds Odessey and Oracle I'm a Loser
denza dell’accordo con la EMI, il triumvirato nel nostro stile». La Ace, infatti, si concentra su vendevano un tempo sulle loro bancarelle. Nel MONDO VINILE che governa l’etichetta decide di concentrarsi generi trascurati come il rockabilly, il Southern frattempo, però, pubblicano molti altri album, sulla Ace (e su Rock On, visto che il negozio di soul e il garage rock americani degli anni ‘60. per lo più ristampando i classici americani del Camden, all’epoca, è ancora molto redditizio). Ma altri cambiamenti sono all’orizzonte. periodo d’oro, dal secondo dopoguerra agli La presenza di Rock On a Camden Town ha anni ’80. La Ace, infatti, è internazionalmen- VIDEO KILLED THE INDIE STAR contribuito a “nobilitare” il quartiere, ma nel te riconosciuta come la principale etichetta «Quando sono arrivati i video, però, i costi per mondo del business la riconoscenza non esi- di Southern Soul, come testimonia la sua ri- la promozione sono saliti alle stelle» continua ste: alla fine degli anni ’90 Carroll viene infatti proposta delle seminali registrazioni prodotte Armstrong. «L’ultima hit è stata Shout Shout dei informato che l’affitto annuale per il negozio dalla Fame di Rick Hall negli studi di Muscle Rocky Sharpe And The Replays, per i quali ave- verrà aumentato a 36.000 sterline. Un po’ trop- Shoals, in Alabama, un tesoro che la Ace ha vamo sfruttato un’apparizione al programma po... I vinili vintage, vero orgoglio di Rock On, avuto il merito di riportare alla luce. Tuttavia televisivo Tiswas. All’epoca facevi così, cercavi sono sempre più difficili da trovare. Inoltre, Armstrong e Carroll non hanno perso il gusto un trampolino di lancio in qualche buon pro- rifiutandosi di tenere i Cd, Rock On si perde di produrre musica nuova, come i Trouble Pil- gramma Tv e poi, se riuscivi ad arrivare a Top il vero boom musicale del decennio. «Finché grims e Bob Lind (quello di Elusive Butterfly), e Of The Pops, avevi la possibilità di farcela. Ma Rock On è durato, Camden era il luogo per- hanno anche scoperto la “passione” per i Cd, le cose stavano cambiando, gli investimen- fetto», ammette Carroll, «Ma ormai era tempo perché ovviamente si sono accorti che le cor- ti erano sempre più rischiosi. Inoltre, i gusti di andarsene». E così fanno. La Ace Records si pose compilation della Ace (come l’acclama- musicali erano in fase di transizione e mettere sposta a Harlesden e nel 2008 Rock On rivi- ta Take Me To The River: A Southern Soul Story, sotto contratto gente con strane capigliature e ve sotto forma di una omonima compilation che include 76 brani) sono molto più facili da vestiti ridicoli che suonano assi da stiro non è che raccoglie i brani che Carroll e Armstrong realizzare in Cd che nei costosi box di vinili multipli. «L’industria del Cd era partita male, LA ACE NEL 2018 «Per il 2018 abbiamo in programma la compilation 1965 del mitico Jon le transcodifiche in digitale erano di scarsa Savage o la chicca di Beat Girls Español! (1960s She-Pop From Spain), qualità e gli ingegneri non padroneggiavano le accanto a una panoramica sulla carriera di Shirley Ellis (fenomenale!), tecniche di masterizzazione per quel formato», due altri album di Barrence Whitfield, i remix di Millie Jackson prodotti da afferma Armstrong, «le cose, però, sono cam- Steve Levine e il nostro album di remix dei Parliament e tanto altro ancora. biate molto nel corso degli anni e oggi anche Da segnalare la serie Songs Of su Leonard Cohen, Paul Simon e John un lettore Cd economico ha un suono ottimo. Sebastian. Poi c’è anche una riedizione di Un “Sung Stories” di Phil Alvin Personalmente amo ancora il suono dei vinili (con Sun Ra and The Arkestra), un cofanetto dedicato al sound e ne vendiamo parecchi, anche se i guadagni di Manchester, una panoramica sulla carriera di Reggie Young e così via...». sono scarsi. Produrre vinili è costoso ed è dif- Armstrong non si ferma più, così come speriamo succeda a questa grande ficile trovare fabbriche capaci di farlo bene. Dal piccola etichetta, nata da una bancarella di vinili usati in Ladbroke Grove. mio punto di vista, i Cd si ascoltano, mentre i vinili si collezionano». ©LONG LIVE VINYL SONNY FISHER GEORGE JONES LITTLE RICHARD JOHN LEE HOOKER Texas Rockabilly White Lightnin' The Specialty Sessions Boogie With John Lee Hooker LINK WRAY Early Recordings COUNT BISHOPS 101’ERS THE CRAMPS Speedball Keys To Your Heart Smell of Female
Rewind GLI ALBUM DAL VIVO SONO SEMPRE STA- un fedele documento di quello che è stato suo- Infine ci sono band – ci vengono in mente gli TI UNA RAZZA A PARTE. Molti collezioni- nato in concerto. E allora perché sprecare tutte Hawkwind di Space Ritual e i Grateful Dead di sti e appassionati di vinili li scartano a priori, queste pagine per parlare di album dal vivo? Live/Dead – che sono entrate nella storia della considerandoli semplici obblighi contrattuali Semplice, perché quando sono fatti bene, musica soprattutto in virtù delle esibizioni dal imposti agli artisti dalle etichette, prodotti come i venti che vi stiamo per proporre, sono vivo più che per i lavori in studio. di consumo che nascono dall’opportunità di una parte fondamentale di qualsiasi collezione Ma non è tutto. Alcuni dei migliori album live spennare gli appassionati più incalliti tra un di vinili che si rispetti e anche una esperienza riescono addirittura a farci vivere momenti di album in studio e il successivo, quelli “veri”. indimenticabile. Album epocali come Live At autentica intimità con artisti che, per motivi Anche i giudizi spesso non sono dei migliori: Leeds degli Who o It’s Alive dei Ramones, per geografici o cronologici, non abbiamo mai raccolte dei successi di una carriera, carrellata esempio, sono una testimonianza eterna del- avuto la possibilità di vedere dal vivo. Live At dei pezzi dell’album appena uscito, che vengo- la formazione “classica” di una band cattura- The Regal di B.B. King, per esempio, è stato re- no proposte come un Best of, che ha il dubbio ta all’apice del suo splendore (o potenza...). E gistrato nel 1964 ma sprizza un’atmosfera tale valore aggiunto del rumore della folla in sotto- tutti sappiamo bene che, sfortunatamente, che sembra di essere davanti al Re del Blues in fondo. Per non parlare di quei live pieni di jam le formazioni classiche non durano molto. Ci persona. Infine, ci sono album che sono veri e autoindulgenti e interminabili, culminanti in sono poi album che testimoniano il momento propri documenti della storia del rock, come un assolo di batteria di venti minuti! Secondo in cui una band porta coraggiosamente il suo Metallic KO, che cattura il rumore delle botti- molti puritani della musica, i live andrebbero repertorio in contesti completamente nuo- glie che si infrangono sugli amplificatori dopo scartati anche perché ad alcune registrazioni vi e stimolanti. È il caso di Made in Japan dei aver mancato di poco la testa di Iggy Pop. dal vivo vengono aggiunte in postproduzione Deep Purple, una selezione potente di brani Ecco: in questi casi un disco live ti cambia la così tante sovraincisioni, per eliminarne gli er- già famosi suonati con arrangiamenti diver- vita. Eccoli i nostri 20 essenziali. rori, che finiscono per essere tutto tranne che si e portati al limite, dal risultato folgorante. ©LONG LIVE VINYL D I Gary Tipp I migliori album Catturare su disco live... tuttal’adrenalina e l’eccitazione di un’esibizione dal vivo è un’impresa di sempre impossibile, ma questi venti album ci vanno molto vicino
I migliori album live ‹‹In un concerto rock, come nella vita, non dovrebbero esserci regole o limitazioni. Dovrebbe essere possibile tutto›› (Jim Morrison) 1965 1968 B.B. King, Live At The Regal Johnny Cash, At Folsom Prison B.B. King è re del blues, il Regal è una Johnny ha covato il sogno di suonare per delle venue più suggestive del mondo: i detenuti da quando aveva scritto la bellissima l’unione di questi due elementi da sola Folsom Prison Blues nel ’55. Il suo ritorno già basterebbe a rendere questo disco al successo alla fine degli anni ’60 gli offre lo un ascolto obbligatorio per qualunque spunto per provarci, e il disco che ne immortalerà amante della musica che si rispetti. il concerto è quanto di più viscerale, potente e umano la musica abbia da offrire. Imperdibile. 1 Lp 1 Lp Ultima ristampa: 2015, nella collana Blues in vinile, De Agostini Ultima ristampa: 2018 ‹‹Raramente guardo la folla quando sono impegnato in un concerto. È una cosa che mi fa sentire a disagio, non riesco proprio a guardare i volti delle persone che sono lì per me›› (Slash) 1969 1969 MC5, Kick Out The Jams Grateful Dead, Live/Dead L’assordante debutto dei MC5 è un vero e proprio C’è poco da discutere: il vero volto dei Grateful manuale di controcultura: alla faccia degli hippie Dead viene fuori soltanto nei live, e Live/Dead pacifisti, Kick Out The Jams è l’apoteosi è il più bello, allucinante e folle di tutti. Il disco del garage rock, è punk ante literam è un vero e proprio saggio completo di tutto il che non scende a compromessi con nessuno; repertorio dei Dead, a partire dalla lunghissima così folle che l’Elektra deciderà di stracciare Dark Star fino a Turn On Your Love Light, la poco dopo il contratto della band. cover della leggenda del R&B Bobby Bland. 1 Lp 1 Lp Ultima ristampa: 2017 Ultima ristampa: 2011
Rewind ‹‹ In concerto i musicisti sono davanti al pubblico, che percepisce la loro tensione. Niente a che vedere con l’atmosfera controllata dello studio... L’aspetto emotivo è fondamentale quando suoni dal vivo›› (Brian Eno) 1970 The Rolling Stone, Get Yer Ya-Ya’s Out! L’album che cattura il volto più selvaggio e scatenato degli Stones durante il loro folle tour americano del ’69. Contiene il meglio di due dei loro dischi più belli, Beggars Banquet e Let It Bleed, come Midnight Rambler e Simpathy For The Devil. Un disco che non può mancare in nessuna collezione che si rispetti. 1 Lp Ultima ristampa: 2014 1970 1971 The Who, Live at Leeds The Allman Brothers Band, At Fillmore East Gli Who arrivano a Leeds dopo una marcia trionfale L’apice della musica dei fratelli Allman immortalato che li ha visti brillare a Woodstock e Monterey. nel locale più iconico degli States: il Fillmore Il loro concerto all’università inglese è stato così di New York. Due mesi dopo l’uscita di questo disco, memorabile che ancora oggi la scuola conserva una Duane sarebbe tragicamente morto in un incidente speciale targa blu in loro onore. Creatività, energia stradale. Tragedie a parte, il live rappresenta e grande musica: non esistono parole più adatte la quintessenza della musica degli Allman Brothers per descrivere quest’album meraviglioso. e consacra il loro approdo sulla grande scena della musica mondiale. 1 Lp Ultima ristampa: 2017 2 Lp Ultima ristampa: 2018, nella collana Blues in vinile, De Agostini
I migliori album live... di sempre 1972 1973 1973 Deep Purple, Made in Japan Yes, Yessongs Hawkwind, Space Ritual Il leggendario disco che riassume le tre notti Uno dei dischi più prog del mondo: a partire dalla Dei folleggianti rockettari spaziali: questo è senza del ’72 in cui i Deep Purple (allora nella formazione copertina trifold con apertura a libro, artisticamente dubbio l’unico modo per descrivere gli Hawkwind “classica”) hanno incendiato Osaka; Made in Japan elaborata da Roger Dean, fino alle sei facciate di Space Ritual che, registrato nei due live di Londra è una pietra miliare nel lungo cammino della musica: di vinile che raccolgono il meglio degli Yes e Liverpool, rappresenta l’apice indiscusso della loro si tratta, infatti, di uno dei primi dischi live offerti in tra Fragile e Close To The Edge. carriera. A impreziosire il tutto, la presenza onore del neonato dio dell’heavy metal. Highway di un Lemmy prima dei Motörhead e l’iconica Star, Space Truckin’ e Child In Time sono senza 3 Lp copertina sci-fi disegnata da Barney Bubbles. dubbio i punti più alti e indimenticabili dell’album. Ultima ristampa: 1988 2 Lp 2 Lp Ultima ristampa: 2016 Ultima ristampa: 2018 ‹‹ Sul palco mi diverto come un matto. Suonare dal vivo è la parte migliore dell’essere musicista›› (Jimi Hendrix) 1975 1976 Bob Marley and The Wailers, Live Iggy and The Stooges, Metallic KO Più che un disco, un vero e proprio documento È il ritorno di Marley a Londra dopo il disastroso storico che ritrae gli ultimi giorni prima del ricovero tour del ’73 che aveva distrutto la band. Registrato di Iggy in un ospedale psichiatrico, accompagnato dallo studio mobile dei Rolling Stones, appostato dal suono di una pioggia di bottiglie di vetro nel parcheggio del London’s Lyceum Ballroom, con cui il pubblico bombardava il palco il disco entra nella leggenda soprattutto grazie del Michigan Palace di Detroit. all’indimenticabile No Woman, No Cry, destinata a diventare un successo planetario di ogni epoca. 1 Lp Ultima ristampa: 2016 1 Lp Ultima ristampa: 2016
Rewind Missing 1978 1978 In (Live) Action Thin Lizzy, Live and Dangerous The Band, The Last Waltz Ovviamente è impossibile ridurre a soli Un disco giramondo che insegue i Thin Lizzy 20 album tutta la storia dei live stampati nei loro concerti di Toronto, Philadelphia Un triplo emozionante e malinconico, registrato su vinile e tanto meno la storia dei con- e Londra, con una postproduzione a Parigi. nel corale concerto del giorno del Ringraziamento certi rock degni di essere ricordati. Basti Live And Dangerous è il saggio perfetto della del 1976, a cui hanno preso parte Dylan, Clapton, dire che qui mancano niente meno che i grandezza di Phil Lynott come frontman e Ronny Hawkins, Neil Young, Joni Mitchell e Van Beatles, che avendo smesso di suonare dell’esplosiva energia live della band. Morrison. The Last Waltz è l’apice e, al contempo, in pubblico dopo il 1966 non hanno la- l’addio della Band, e ne racchiude l’intera sciato una testimonianza live degna del 2 Lp essenza in un live. Imperdibile. loro nome su vinile. Va però ricordato il Ultima ristampa: 2017 loro Live At The Hollywood Bowl, un do- 3 Lp cumento storico importantissimo della beatlesmania al suo apice, anche se la UItima ristampa: 2016 qualità della registrazione non brilla (le urla delle ragazze nelle prime file però 1978 1978 meritano di essere ricordate e ascolta- te almeno una volta). In questa carrel- AC/DC, If You Want Blood, You Got It David Bowie, Stage lata abbiamo dovuto per forza lasciare Il Live per antonomasia degli AC/DC, registrato fuori capolavori quali il doppio live The durante il leggendario Powerage Tour fino al ritorno L’album raccoglie il meglio dei concerti Song Remains The Same e l’ancora più a Glasgow, città natale di Angus e Malcolm. americani di Bowie a Boston, Providence strepitoso (recentemente ristampato È un disco violento, denso di riff che pesano come e Philadelphia, registrato per la maggior parte e restaurato) triplo live How The West macigni, con i brani più potenti della band come direttamente dagli output degli strumenti, Was Won dei Led Zeppelin. Ma anche Whole Lotta Rosie e The Jack. per immortalare alla perfezione le sfumature i Pink Floyd con il loro Ummagumma e del più grande artista art rock con l’incredibile (ma nato per il Cd) Pul- 1 Lp di tutti i tempi. se, Bruce Springsteen, gli U2, con i loro Ultima ristampa: 2013 Live 1975-1985 e Under A Blood Red 2 Lp Sky, i Queen di Live At The Rainbow ’74... E noi italiani? L’onore è salvo grazie a Live Ultima ristampa: 2018 in U.S.A. della PFM, memorabile per la scelta dei brani e per le esecuzioni ipe- radrenaliniche. Il più grande gruppo rock italiano catturato al suo apice al Central Park di New York e all’Università di To- ronto nell’agosto 1974. Buon ascolto!
I migliori album live... di sempre ‹‹ Adoro suonare dal vivo. 1979 1979 È così che abbiamo iniziato e quando facciamo concerti Ramones, It’s Alive Neil Young & Crazy Horse, Live Rust Registrato durante l'omonimo tour del ’78, siamo veramente felici. Ventotto canzoni in meno di un’ora: questa Rust è uno dei pochi dischi live che mette Secondo me, è l’incredibile performance con cui la line-up d’accordo il difficile pubblico di Neil Young. storica dei Ramones (Joey, Johnny, Dee Dee Accompagnato dalla band hard rock Crazy è dal vivo che diamo e Tommy) infrange il record di velocità sulla terra. Horse, Neil ci accompagna in un vero e proprio il meglio di noi stessi›› Non c’è tempo per dilungarsi in assoli complicati, riassunto della sua intera carriera, di cui questo ma solo per suonare musica selvaggia mentre doppio Lp raccoglie certamente il meglio. (Keith Richards) il pubblico del Rainbow Theatre di Londra perde completamente la testa. Un monumento. 2 Lp Ultima ristampa: 2017 2 Lp Ultima ristampa: 2013 1986 1994 Hendrix, Jimi Plays Monterey Nirvana, Unplugged in NY Registrato appena cinque mesi prima del suicidio Nessuno aveva mai suonato la chitarra come Jimi di Cobain e uscito postumo, Unplugged in NY Hendrix prima del suo arrivo sul palco di Monterey è sia la più potente espressione live dei Nirvana nel 1967, e, ascoltando questo disco, possiamo dire sia un oscuro presagio dei tempi a venire. che nessuno ci è mai più riuscito dopo... Prima, Jimi Musicalmente parlando, tuttavia, è estasi pura. incendia il pubblico con brani come Foxy Lady, Hey Joe e Wild Thing e alla fine dà fuoco alla propria 1 Lp chitarra: uno dei gesti iconici della storia del rock. Ultima ristampa: 2017 1 Lp Ultima ristampa: 2016
45 GIRI, CHE PASSIONE PICCOLO FUORI MA GRANDE DENTRO. LA MAGIA E LA FORZA EVOCATIVA DEL 45 GIRI VANNO B E N O LTR E I S U O I P OV E R I 7 P O LLI C I , P E R C H É , P E R C ITA R E J O H N N Y M A R R , I L S I N G O LO È «DI UNA POTENZA ASSOLUTA , QUASI SOPRANNATURALE». ECCO LA STORIA D I U N O G G ET TO C H E H A R I VO LU Z I O N ATO L A C U LTU R A P O P O L A R E I 45 GIRI CHE HANNO CAMBIATO IL MONDO D I Gary Tipp
25 24 MONDO VINILE MA QUANTO MI COSTI? Il valore storico e affettivo di questi 45 giri è incommensurabile, ma il loro valore commerciale? Ecco una piccola guida di riferimento. meno di 10 euro ★ tra 10 e 20 euro ★★ tra 20 e 50 euro ★★★ oltre i 50 euro ★★★★ THE SLITS, TYPICAL GIRLS MOTÖRHEAD, MOTÖRHEAD (1979), ISLAND ★ (1977), CHISWICK ★★ Le Slits erano sfacciate, audaci e hanno Lemmy decise di chiamare la sua nuova band coraggiosamente ridefinito il concetto con il nome di un brano che aveva registrato stesso di band femminile. Il loro singolo di durante la sua militanza negli Hawkwind... debutto, Typical Girls, è ormai un classico, e fece bene! Perché il nome inizialmente riconoscibile per il caratteristico ritmo punk- scelto, Bastard, non avrebbe fatto una grande reggae. Sul lato B la loro cover di Heard It figura alla radio. Il singolo è un’ode frenetica Through the Grapevine è incredibilmente all’arte della velocità a sei corde. Ed è l’anello infedele all’originale. Ma anche questa vale mancante tra punk e metal che ha esercitato da sola il prezzo. È il 45 giri che ha spianato un’influenza determinante su una miriade la strada a tutte le ragazze terribili del rock. di band, a cominciare dai Metallica. 23 22 PER MOLTI IL 45 GIRI è semplicemente il fratello TELEVISION, LITTLE JOHNNY THE HUMAN LEAGUE, BEING minore del 33, il profeta che annuncia l’inizio del luminoso e duraturo regno dell’Lp. E tutti sono JEWEL (1975), ORK ★★ BOILED (1978), FAST ★ d’accordo nel dire che i due formati si equivalgo- no per la qualità del suono, così come entrambi Registrato e pubblicato nel 1975, questo tesoro All’inizio degli anni ’80 gli Human League hanno possono avere copertine e personalizzazioni perduto è la prova di come i Television fossero capeggiato la rivolta del movimento avantgarde, fantastiche. Eppure l’Lp è una cosa seria, adatta già una band post-punk prima ancora che elettro-synth-pop, new wave e new romantic a opere importanti, mentre il singolo è conside- esistesse il punk. Questi intellettuali del rock contro il rock, ma il loro singolo di debutto ha rato più frivolo, dalla vita breve. E poi, diciamolo, e le loro chitarre hanno gettato le fondamenta un’origine più dark e sperimentale (e in parte chi mai si ricorda dove li ha ficcati? Tutto vero. dell’alternative rock in America. anche Reproduction). Il cantante, Phil Oakey, Ma è altrettanto vero che a volte i difetti possono introduce il brano citando le parole che il criminale diventare pregi e che la magia del 45 giri risiede 21 americano Gary Gilmore pronunciò davanti al proprio nella sua capacità di gratificare imme- plotone di esecuzione: «Sono pronto, facciamolo», diatamente l’ascoltatore in maniera rapida e ve- prima di virare l’argomento sull’allevamento loce (diciamo in 3 minuti). Perché la scarica di dei bachi da seta. adrenalina che ti arriva dritta e immediata con la chitarra di Chuck Berry in Maybellene o con i pri- BUZZCOCKS, SPIRAL SCRATCH mi 29 secondi di New Rose dei Damned, mi spiace, ma l’Lp non è in grado di dartela. Nel corso dei (1977), NEW HORMONES ★★★★ suoi ormai settant’anni di vita, il 45 giri ha saputo dare forma alla musica esercitando un’influenza Grazie a prestiti di amici e parenti, i Buzzcoks duratura anche sul futuro, diventando tutt’altro sono stati il primo gruppo punk a produrre che effimero o irrilevante. Per questo ne abbiamo un 45 giri autofinanziandosi e creando una loro scelti venticinque, impresa non facile, tra quelli etichetta. Una vera dichiarazione d’indipendenza che meglio hanno saputo assolvere il compito nel puro spirito libertario del punk, che ha ispirato per cui è nato questo formato: portare alla ri- lo sbocciare di tante altre piccole realtà indie. balta nuove idee e aprire al vasto pubblico nuovi Che quindi, lo sappiano una volta per tutte, territori musicali. È a questi “pionieri”, in ordine non hanno inventato nulla. di importanza storica, che vogliamo tributare i dovuti onori nelle pagine che seguono: se volete iniziare una collezione di singoli, questo è un ot- timo punto di partenza. © LONG LIVE VINYL
45 GIRI, CHE PASSIONE 20 1 9 18 BLACK SABBATH, PARANOID THE JESUS AND MARY CHAIN, M|A|R|R|S, PUMP UP THE VOLUME (1970), VERTIGO ★ UPSIDE DOWN (1984), CREATION (1987), 4AD Il primo album dei Black Sabbath aveva ★★ ★★ quasi inventato l’heavy metal ma loro, non soddisfatti, dopo appena quattro mesi Questo singolo di debutto ha rivoluzionato Una pietra miliare nella strada che ha portato erano nuovamente in sala d’incisione. l’universo musicale delle etichette indipendenti, alla maturità della musica dance. Questa Paranoid, il singolo scelto per trascinare riuscendo a fondere ondate di feedback collaborazione tra Colourbox e A.R. Kane, due il nuovo Lp, scritto all’ultimo minuto quando assordanti con armonie di voci femminili degne gruppi appartenenti all’etichetta indipendente 4AD, la band era già in studio, è stato il 45 giri di Phil Spector. I Jesus and Mary Chain hanno ha segnato una tappa fondamentale nell’uso del più duro che abbia mai raggiunto i piani alti mostrato al mondo come far coesistere pop sampling ed è stato il primo disco appositamente delle classifiche britanniche, arrivando e rumore, esercitando un’influenza creato per la pista da ballo a diventare una hit fino al n. 4. fondamentale sui gruppi shoegaze come da classifica, nonostante fosse privo di qualsiasi i My Bloody Valentine. elemento della canzone tradizionale. 17 16 15 SIOUXSIE AND THE BOB MARLEY AND THE WAILERS, KRAFTWERK, AUTOBAHN (1974), BANSHEES, HONG KONG NO WOMAN, NO CRY (1975), VERTIGO ★ GARDEN (1978), POLYDOR ISLAND ★ Questo lungo peana alle autostrade tedesche (22 minuti di sintetizzatore!), tratto dall’omonimo ★★★ Il 1975 è stato l’anno in cui finalmente il reggae quarto Lp della band di Düsseldorf, fu ridotto è diventato mainstream e Bob Marley è stato il a 3 minuti per esigenze radiofoniche e ottenne Questo vinile, piccolo e sublime, è suo profeta. Questo 45 giri tratto dall’album un inaspettato, quanto enorme, successo stato pubblicato nell’agosto del 1978. Live! At The Lyceum, uscito nel medesimo anno, su entrambe le sponde dell’Atlantico. Le credenziali punk del gruppo erano fu un successo clamoroso e Marley ne concesse Soprattutto, è diventato un imprescindibile impeccabili (del resto, non erano in studio i diritti d’autore a Vincent Ford, un amico che modello di riferimento per lo sviluppo durante il famoso “incidente” tra i Sex gestiva una mensa per i poveri a Trench Town, della musica elettronica. Pistols e Bill Grundy?), ma la loro musica nella natia Giamaica. è andata ben presto oltre i limiti del genere. 14 CHUCK BERRY, 13 THE DAMNED, NEW MAYBELLENE (1955), ROSE (1976), STIFF CHESS ★ ★★★ Chuck Berry, pioniere vero, I Damned sono stati spesso considerati delle schegge ha iniziato suonando un suo impazzite del punk, ma il primo 45 giri ascrivibile al genere è frutto particolarissimo country “nero” della loro tenacia. Arrivato nei negozi nell’ottobre del 1976, New e ha finito per inventare il rock’n’roll. Rose è una stupefacente scarica di energia, alimentata dal tamburo Ovviamente, la realtà è stata un po’ (molto) battente di Rat Scabies e dalla ruvida chitarra più complessa di come l’abbiamo di Brian James. descritta, tuttavia il suo singolo di debutto per la Chess (una canzone opportunamente dedicata a donne e motori) è stato davvero qualcosa di clamorosamente profetico.
DAVID BOWIE, STARMAN VITA, MORTE E RESURREZIONE DEL 45 GIRI (1972), RCA ★★★★ 1949 1985 E dire che Bowie inserì Starman solo Negli Stati Uniti Dopo la musicassetta, i singoli all’ultimo minuto nell’Lp The Rise esce il primo 45 arrivano pure su Cd... and Fall of Ziggy Stardust and the giri: Texarkana Spiders from Mars per espressa Baby di Eddy 1994 volontà dei responsabili della casa Arnold. È un vinile Love Is All Around dei Wet discografica. La sua provocatoria verde (!) in formato 7 pollici. Wet Wet è l’ultimo 7 pollici performance da androgino cascato n. 1 in classifica a vendere più giù da Marte direttamente sul palco 1952 di 50.000 copie. di Top Of The Pops fece poi il resto. I primi 45 giri, prodotti dalla EMI, 12 Il risultato? L’unico vero successone debuttano anche nel Regno commerciale di Bowie e, soprattutto, Unito e «New Musical Express» un singolo che ha definitivamente pubblica la sua prima classifica spostato la linea di demarcazione tra dei singoli. ciò che è normale e ciò che non lo è. BILL HALEY AND HIS 1958 Le vendite dei 7 pollici superano COMETS, (WE’RE GONNA) quelle dei 78 giri. ROCK AROUND THE CLOCK 11 1963 2001 Love Me Do entra in classifica. Le vendite annue totali dei singoli (1955), BRUNSWICK ★ I Beatles finiranno per vendere scendono sotto le 180.000 copie. più di 22 milioni di singoli. Versare metà country, metà rhythm 2005 and blues e agitare bene. Il risultato? 1965 Da quest’anno le vendite fisiche Rock’n’roll! È questo l’elettrizzante Bob Dylan rompe qualsiasi dei singoli vengono ora sommate cocktail offerto da Bill Haley ai giovani convenzione e realizza un singolo ai download digitali. in cerca di eccitazione su entrambe le di oltre 6 minuti: Like A Rolling sponde dell’Atlantico. Questo singolo Stone. 2006 è uno spartiacque nella storia della Crazy dei Gnarls Barkley arriva al musica e ha dato il via a una nuova era, 1969 n. 1 solo in forza dei download. non solo musicale. I Led Zeppelin rifiutano di fare uscire singoli, spostando 2007 10 ARETHA FRANKLIN, l’attenzione sull’Lp. Il singolo Icky Thump dei White Stripes vende 10.000 copie in RESPECT (1967), 1976 due giorni. New Rose dei Damned dà il via a ATLANTIC ★ una nuova ondata di popolarità per il 45 giri. La Regina del Soul riarrangia in maniera perfetta la hit di Otis 1978 Redding del 1965 e la fa propria, I Cars pubblicano trasformandola in un potente inno My Best Friend’s femminista con un messaggio Girl su picture diretto a tutto il mondo. Registrato disc in formato insieme alle sorelle Erma e Carolyn 7 pollici. ai cori, Aretha aggiunge al brano il famoso break “R-E-S-P-E-C-T” seguito da quel fantastico ritornello “sock it to me” (“Dammelo”...). 1979 2008 Nel Regno Unito le vendite del Il primo Record Store Day aiuta formato 7 pollici raggiungono a dare nuova forza a questo l’incredibile cifra di 89 milioni di glorioso formato. pezzi. 1980 C•30 C•60 C•90 Go (mai nome fu più indicato...) dei Bow Wow Wow è il primo singolo pubblicato su musicassetta (altrimenti detto “cassingle”).
9 THE KINKS, YOU REALLY GOT ME (1964), PYE ★★ In questo brano, che ha imposto i Kinks all’attenzione del mondo, Dave Davies si prende la rivincita ed esce dall’ingombrante ombra del fratello maggiore grazie a un riff di chitarra tra i più influenti nella storia del rock. Il suo assolo distorto era quanto di più duro fosse mai stato impresso su un 45 giri ed è giustamente considerato come un precursore dell’heavy metal e del punk. 8 PUBLIC ENEMY, REBEL WITHOUT A PAUSE (1987), DEF JAM ★ Primo singolo tratto dall’album It Takes a Nation of Millions to Hold Us Back, è un muro sonoro compatto e stratificato: un’orgia di campionamenti a ritmo accelerato, con il glissato di sax da The Grunt dei J.B.’s lanciato in loop... Un potentissimo mix di innovazione e aggressione sbattuto senza riguardo in faccia all’ascoltatore. 7 DONNA SUMMER, I FEEL LOVE (1977), GTO ★ Difficile sminuire l’incredibile importanza di questo 45 giri, nato dalla collaborazione tra il produttore Giorgio Moroder e la Regina della Disco Donna Summer, che ha di fatto dato inizio alla dance elettronica. Leggenda vuole che Brian Eno lo abbia fatto ascoltare a David Bowie agli Hansa Studios di Berlino, suscitando la lapidaria risposta del Duca Bianco: «Ho appena ascoltato il suono del futuro». Aveva ragione.
Search
Read the Text Version
- 1
- 2
- 3
- 4
- 5
- 6
- 7
- 8
- 9
- 10
- 11
- 12
- 13
- 14
- 15
- 16
- 17
- 18
- 19
- 20
- 21
- 22
- 23
- 24
- 25
- 26
- 27
- 28
- 29
- 30
- 31
- 32
- 33
- 34
- 35
- 36
- 37
- 38
- 39
- 40
- 41
- 42
- 43
- 44
- 45
- 46
- 47
- 48
- 49
- 50
- 51
- 52
- 53
- 54
- 55
- 56
- 57
- 58
- 59
- 60
- 61
- 62
- 63
- 64
- 65
- 66
- 67
- 68
- 69
- 70
- 71
- 72
- 73
- 74
- 75
- 76
- 77
- 78
- 79
- 80
- 81
- 82
- 83
- 84
- 85
- 86
- 87
- 88
- 89
- 90
- 91
- 92
- 93
- 94
- 95
- 96
- 97
- 98
- 99
- 100
- 101
- 102
- 103
- 104
- 105
- 106
- 107
- 108
- 109
- 110
- 111
- 112
- 113
- 114
- 115
- 116
- 117
- 118
- 119
- 120
- 121
- 122
- 123
- 124
- 125
- 126
- 127
- 128
- 129
- 130
- 131
- 132
- 133
- 134
- 135
- 136
- 137
- 138
- 139
- 140
- 141
- 142
- 143
- 144
- 145
- 146
- 147
- 148
- 149
- 150
- 151
- 152
- 153
- 154
- 155
- 156
- 157
- 158
- 159
- 160
- 161
- 162
- 163
- 164
- 165
- 166
- 167
- 168
- 169
- 170
- 171
- 172
- 173
- 174
- 175
- 176
- 177
- 178
- 179
- 180
- 181
- 182