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GIO2

Published by vitodibari1995, 2017-04-10 01:33:29

Description: GIO2

Keywords: gio2,vedetta,vedettasulmediterraneo

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Il borgo antico e la Vedetta 49 Xxxxxcitura “A devozione dei marinai di Giovinazzo”, nonché l’ologramma diMaria con la corona e le dodici stelle. La determinazione nelle scel-te concernenti la Madonna di Corsignano dimostra il carattere orgo-glioso e geloso dei marinai rispetto alle loro tradizioni e ciò in quantocome scrive Cestari “la devozione verso la Vergine è stata sempre molto

Ex voto nella Cattedrale di Giovinazzo50Giovinazzo

sentita poiché da Lei si sentono protetti durante la navigazione e guidati Il borgo antico e la Vedettanelle tempeste dal suono della sua campana. La festa della Patrona peressi era importante perché in agosto rientravano dai lunghi viaggi e divi- 51devano il loro guadagno destinando ¼ di parte per le spese relative allafesta” (la tradizionale processione della Madonna in agosto, e poi vasegnalata anche quella di Sant’Antonio di Padova che si tiene tra lafine di giugno e gli inizi di luglio dove il porto si illumina di centinaiadi candele).La cattedrale custodisce anche altri ex voto (doni votivi) donati daimarinai scampati a tempeste e naufragi che raffigurano i tre Santiche li guidavano per mare, la Madonna, San Nicola (la sua preziosa“manna” poteva placare le tempeste) e San Michele. Di uno questi sitrova una riproduzione alla Vedetta, rappresenta il mare in tempesta,e tra le onde un paranzello (imbarcazione tradizionale) in difficoltà. L’e-quipaggio per salvarsi getta il carico in mare (in questo caso si trattadi botti usate per trasportare olio, vino, grano o di barili in cui mettevanosarde e anguille: tutti prodotti della Puglia che venivano commerciati fuoridalla regione), mentre ancora cerca di governare l’imbarcazione.Frammenti dipinti di memoria che riaffiorano in tutto questo itinera-rio che lega la terra al mare e passando ancora per vico Marco Poloci riportano alla Vedetta ancora e di nuovo a caccia di storie, “cieli etramonti dalla terrazza e dalle finestre sul mare”.

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Tramonti e cieli a Giovinazzo Il borgo antico e la Vedettadalle finestre della Vedetta 53“Per parte mia ho sempre pensato che possedere una finestrasul mare sia uno dei valori della vita, un obiettivo da raggiungere.Non è solo una questione di prospettiva: avere di fronte l’immensitàdell’acqua aiuta l’animo a sentirsi meno solo, segna il tempodel nostro orologio biologico. Guardo il mare ogni giorno, più volte,mi ci ritrovo, condivido con esso i pensieri, a volte immaginoche sia solo mio e mi sento l’uomo più ricco del mondo.L’incanto del mare non è solo una sensazione fisica, ma unaesperienza dello spirito. Ne abbiamo bisogno. Ecco perché alcuninon riescono a vivere senza quell’orizzonte e quando ne sono lontanilo cercano, ne hanno nostalgia” tratto da “Com’è profondo il mare” (Chiarelettere) di Nicolò Carnimeo

Il “Forte” e la “Ex stazione di Vedetta della Marina” Il bastione denominato il “Forte” o “Fortino” maso Apostolo patrono della città di Gio- è ubicato all’estrema punta del molo di Gio- vinazzo. Tali stemmi testimoniano chiara- vinazzo e fa parte della cinta di muraria della mente sin dalle sue origini la natura pubblica città ponendosi quale baluardo difensivo del del bene che apparteneva al demanio e ve- porticciolo e dell’intero borgo. Sin dalla sua niva gestito dal Comune. In tal senso diverse edificazione – le prime notizie certe risalgo- sono le testimonianze di archivio. Nel 1555 no al 1488 – l’edificio ha avuto una funzione il vescovo di Giovinazzo chiese all’Università e una destinazione prettamente militare. di destinare il forte alla conservazione delle artiglierie e delle polveri per levare “le spor- Nel corso dei secoli la struttura ha subito chezze che si menano in detto torrione”. numerosi interventi di rafforzamento quale opera difensiva, soprattutto per fronteggiare Da un libro dei benefici ecclesiastici del seco- la pirateria ottomana che imperversava tra il lo XVIII depositato nel fondo della Curia ve-54 Settecento e l’Ottocento. scovile dell’Archivio diocesano della stessaGiovinazzo In particolare, nel XVI secolo, viene ristruttu- città si legge, poi, che: “item da questa Univer- rato e ampliato dai sovrani aragonesi le cui sità di Giovenazzo si esigge carlini sette sopra il insegne sono ancora ben visibili sul lato a suo torrione sopra il lido del mare ove si dice la mare del forte insieme a quelle di San Tom- punta grande ove anticamente era il sedile dei nobili e si chiama il sedile di Sant’Apostolo”.

La costruzione con la relativa batteria milita- Nel corso dei secoli l’Università di Giovinaz- Il borgo antico e la Vedettare è ben visibile poi anche nelle prime carte zo si occupò della manutenzione, rafforza-topografiche tra cui quella dell’ing. Militare mento e dotazione di nuove artiglierie della 55Carlo Gambacorta 1598 e quella più famo- sua batteria, nel 1745 dovette donare vo-sa di Giambattista Pacichelli del 1703, dove lontariamente i suoi cannoni al nuovo Re diil “Forte” è identificato con la lettera M (nella Napoli Carlo III di Borbone.legenda della carta viene indicato come “ba-loardo” cioè baluardo militare) ed è riconosci- Da una perizia dell’architetto Mastropasquabile una batteria di cannoni posti sul terrazzo eseguita nel 1804 su mandato dell’Univer-– piazzale e dalle bocche di fuoco sottostanti. sità conosciamo poi l’esatta estensione del- le mura giovinazzesi che tra torri baluardi eL’intera costruzione, come è riscontrabi- cortine erano lunghe 3034 palmi napoletanile ancora oggi, è dotata di un’ampia piazza in particolare si legge dal documento il for-d’armi e di doppio piano di casamatte per le te era esteso palmi 555 “dal bastione spor-artiglierie poste sui due lati a Nord e Nord gente verso Greco Levante del Palazzo du-Est a diverse altezze dal mare. L’accesso alle cale all’altro bastione che lo termina versobatterie militari sottostanti - collegate tra- tramontana e palmi 80 da questo al palazzomite una serie di passaggi con il resto della vescovile contiguo”.cinta muraria - avveniva da un’apposita por-ta d’ingresso posta all’interno del fornice di Nel 1816 il “Forte” fu rafforzato da un buonaccesso alla fortezza. numero di cannoni e da un presidio di truppe

Infatti nel primo decennio del XX secolo nell’approssimarsi del primo conflitto mon- diale il “Forte” viene riutilizzato dalla Regia Marina nell’ottica delle politiche di potenzia- mento delle difese costiere dell’Adriatico e sopraelevato con una nuova Stazione di Ve- detta. Costruita su tre livelli diviene punto tri- gonometrico e semaforo marittimo nonché sede, insieme al forte, del presidio militare. Tale situazione si protrae anche durante il secondo conflitto mondiale come si rileva anche da Ricordi di vita cittadina Giovinazzo 1861 – 1952 del dott. Saverio Daconto, il quale al Capitolo VIII – riferendosi al periodo56 1938/1941 – scrive che presso il “fortino” francesi e vi era un servizio di pubblica tele- era dislocato un reparto della Real MarinaGiovinazzo grafia. Nel 1820 vi è una dettagliata ricostru- con cinquanta uomini che ivi alloggiavano. zione della batteria di Giovinazzo, rilevata dal Nel periodo della seconda guerra mondiale ten. Colonnello Francesco Ferrara, che mostra si è insediato anche un comando tedesco. l’ingresso alla rampa presidiato da una senti- Nel dopoguerra la Stazione di Vedetta viene nella e l’ampio terrazzo demaniale dove insi- assegnata ad un Ufficiale dell’esercito, tale steva la stazione telegrafica. In forza del Regio D’Agostino, il quale con la sua famiglia vi decreto del 30 dicembre 1866 la cinta della abita sino alla fine degli anni Cinquanta. città di Giovinazzo cessò di essere considera- ta come opera di fortificazione, ma il “Forte” Da quel momento in poi come tutto il borgo rimane comunque nella pubblica disponibilità antico di Giovinazzo il “Forte” e la “Vedetta” in quanto sede di un servizio di pubblica te- cadono in uno stato di necrosi e abbando- legrafia e, contrariamente, al resto della cinta no. La “Stazione di Vedetta” e la terrazza del muraria, resta un’area militare. forte viene dimessa dalla Marina Militare ed

entra a far parte del demanio pubblico del- La vendita all’incanto, giova precisare, ven- Il borgo antico e la Vedettalo Stato e viene vincolata quale bene stori- ne poi bloccata, stante la natura demanialeco artistico con declaratoria del 3 novem- del bene, che, come visto, venne successi-bre 1978. Si conosce con certezza, inoltre, vamente vincolato (1978) entrando a farla consistenza e la precisa descrizione del parte del demanio dello Stato, ramo storicobene anche in un documento del 9 novem- artistico. Sino a quando non viene chiesto ebre 1973, in cui la Stazione di Vedetta della ottenuto in concessione dall’AssociazioneMarina viene erroneamente messa all’in- Vedetta sul Mediterraneo che lo destina acanto, che ricalca perfettamente quella fatta bibliomediateca del mare.graficamente dal Ferrara nel 1820. 57

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L’impresa impossibile: Il borgo antico e la Vedettafar decollare una “nave di pietra” 59Sembrava una impresa impossibile, eppure quando ci sono caparbie-tà, un pizzico di temerarietà e un Santo protettore si possono vincerele sfide più ardue. Io credo di essere caparbio e un po’ temerario, op-pure lo sono diventato grazie alla Vedetta (qui è come il proverbio seè nato prima l’uovo o la gallina!), e il Santo è Nicola, davvero senza dilui nulla si sarebbe realizzato. Chi non ci crede (non lo dica mai pubbli-camente se viene a visitare la Vedetta) lo chiami fato o destino, ma ècerto che qualcosa dall’alto ti aiuta quando non te lo aspetti più, il se-greto è continuare lungo la rotta che si è scelti, guardare avanti a maiindietro e resistere. E di resistenza anzi di resilienza (termine che oggiva molto più di moda) ce n’è voluta da vendere, come si fa a ristruttu-rare una torre che cade letteralmente a pezzi quando di fondi ce n’èpochi? Si fa, si fa…a me è successo, e l’aiuto di cui si parlava è sempregiunto al momento giusto. “Buongiorno” mi disse un signore che nonavevo mai visto appena arrivato in cantiere. “State ristrutturando?”“Si” gli risposi svogliatamente (la domanda sembrava tanto quellaclassica che ti fanno sul molo mentre stai pescando. “Che fa pesca?”). “Losa – continua – io venivo qui a giocare quando ero piccolo, questo erail nostro fortino e campo di battaglia, e facevamo una prova di corag-

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gio, ci arrampicavamo qui dopo aver fatto il giro della scogliera… Io Il borgo antico e la Vedettala vorrei aiutare, ho visto che il pavimento non c’è, ne ho un paio di“bancali”, non è che lo vuole? Sono di graniglia di cemento, la stessa 63epoca della Vedetta?”. Questo vuol dire quando San Nicola ti aiuta,ma non è successo solo una volta, ricordo ancora un signore di Bariche salito al primo piano disse che per sostenere l’iniziativa volevadonare una finestra (chi ha ristrutturato sa quanto costano gli infissie la Vedetta di finestre ne ha 21!) a patto che accanto mettessi unatarghetta con il suo nome e cognome. Si chiama Pasquale Tempesta,e mai nome fu più appropriato perché affacciandosi da lì (Nord Ovest)arrivano quasi tutte le perturbazioni.Quando vidi la Vedetta per la prima volta non c’era quasi nulla (avetepresente la casetta in Canadà… senza soffitto e senza cucina) neppurele scale per salire (nel tempo le avevano depredate tutte) non c’eranoimpianti e servizi, il torrino stava per crollare (quintali di macerie sul-la terrazza!), l’edificio era nudo, uno scheletro, ma il fatto che non cifossero le finestre gli dava un fascino irresistibile, si sentiva il ventoarrivare sin dai primi refoli profumati (si, perché ogni vento ha un suodiverso profumo) incunearsi nelle stanze, il mare incorniciato dalle pa-reti di pietra e tufo diveniva ad ogni piano un quadro che cambiavaad ogni istante! Si poteva rimanere lì per ore, ed io giornate intereci sono rimasto e ho imparato, mi è sembrato di vedere l’animo delmare specchiarsi nel mio.

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Mi stupivo quando portavo qualcuno in visita per chiedere un consi- Il borgo antico e la Vedettaglio sul da farsi, dopo un primo momento di stupore gli si leggeva ilvolto una inquietudine, nella migliore delle ipotesi mi apostrofava “Sei 67matto, è completamente diroccata, ma sai quanto ci vuole per rimet-terla su…”. Non ho ascoltato nessuno, perché la Vedetta anche quan-do era fatiscente l’ho sempre vista già finita proprio come è adesso.E davvero mi stupivo che gli altri non riuscissero a percepire quelloche avevo già nitidamente davanti agli occhi. Si sa, qualcuno potràdire, quando uno si innamora, è così… ed è per questo che si piglia-no le cantonate! Ma in questa storia c’è di più, come accennavo c’erada seguire una strana energia. E poi dentro di me ho sempre avutola certezza che l’impresa si sarebbe realizzata, vogliamo chiamarlasindrome di Cristoforo Colombo? Lo stesso era già avvenuto per ri-uscire ad ottenerla in concessione, ricordo di essere salito nel severopalazzo dell’ex Intendenza di Finanza 112 volte (le ho contate! E devoringraziare un solerte e bravo funzionario, Vincenzo Capobianco che presea cuore la vicenda) e alla fine il miracolo anche in quel caso avvenne.Torniamo a San Nicola il quale si materializzò il giorno dell’inaugu-razione, la storia merita di essere raccontata. In Montenegro avevoconosciuto un artista scultore devoto al Santo Nicola, diceva di co-noscere tutto del Santo in Oriente da Budva sino a Mosca ed io glidissi “io conosco tutto da Bari sino a New York” (dove sul sito delle ex

68Giovinazzo Teatro alla Finestra, Compagnia Moduloesse

Il borgo antico e la Vedetta 69Predrag Matvejevic con Enrica Simonetti

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torri gemelle c’è una chiesetta a lui dedicata)! Pas- Il borgo antico e la Vedettasammo una giornata insieme, e gli raccontai delmio sogno di ristrutturare una vedetta sul mare. 71Ci scambiammo solo i riferimenti e poi per un paiod’anni non ci sentimmo più. Il giorno prima dell’inaugu-razione della torre mi chiama il comandante dello Sveti Stefan(il traghetto che percorre la linea tra Bari e Bar) e mi dice che qualcuno inMontenegro gli ha consegnato un pacchetto per me. Il mio amico miaveva inviato (e proprio quel giorno!!!) un sigillo di San Nicola di ottoneche ancora adesso campeggia sul portone della Vedetta!Il giorno dell’inaugurazione fu memorabile, il comandante Luigi Le-otta, il picchetto d’onore, i Marinai d’Italia, le Istituzioni, il comunerappresentato da Maria Restivo, la benedizione del vescovo LuigiMartella, la scopertura della targa sulla facciata dedicata a chi nelmare è scomparso e poi tantiappassionati del mare tra cuiil comandante Raffaele DeGaetano che quel giorno la-sciò appeso all’antico lavabodi un capitano di clipper il suocappotto di ordinanza che an-cora custodiamo con affetto.Inaugurazione della Vedetta

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73 Il borgo antico e la Vedetta

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Donatello Bellomo76 Pino AprileGiovinazzo Predrag Matvejevic

Perché un Santo da solo non basta, il sogno di un Il borgo antico e la Vedetta singolo è divenuto nel tempo quello di tanti amici, Fabio Pozzo (come ho scritto nella premessa: scrittori, navigatori, 77Bjorn Larsson poeti o semplici amanti del mare, certamente so- gnatori e un po’ visionari) primo voglio raccontare di Predrag Matvejevic autore dell’indimenticato “Breviario Mediterraneo” (Garzanti) che in uno dei suoi peripli mediterranei approdò a Giovinazzo e rimase incantato dalla bellezza dei luoghi tanto da scrivere un appello (vedi box) per la salvaguar- dia di questo monumento, è tale è perché l’edifi- cio e il bastione sottostante sono beni vincolati (grazie all’amica Marisa Milella che lo vincolò insie- me al bastione sottostante). Nel tempo lo scrittore bosniaco è diventato il presidente del Comitato scientifico dell’associazione e qui è tornato tante volte a bagnarsi nelle placide acque giovinazze- si. Sin dall’inizio ha portato la sua luce (e non è in senso metaforico, lei è davvero una persona lumi- nosa come i fari che tanto ama) Enrica Simonetti, così Donatello Bellomo che in Puglia ha ritrovato le sue origini marinare, e poi Pino Aprile, il geno- vese Fabio Pozzo, lo svedese Bjorn Larsson, Do-

Giovinazzo Nicolò Carnimeo e Donatella Bianchi Fabio Fiori natella Bianchi che racconta il mare su Linea Blu, Fabio Fiori, Paolo Pallante (che78 scrive e canta versi) e tanti altri fratelli e sorelle di mare, così li chiamo, i quali in tante occasioni sono saliti a bordo della nostra “nave di pietra”. Li ritroverete nel- la nostra rassegna fotografica insieme a molti altri protagonisti di questa storia che hanno donato il loro impegno anche per la progettazione e consulenza, parlo dell’architetto Michele Camporeale, uno dei primi a sposare l’iniziativa (tra l’altro il portone che c’è ancora oggi lo ha rega- lato lui e non solo…), l’ingegnere Maurizio Paolo Pallante

Leonardis (che tanto ho stressato), i brillanti Nicolò Carnimeoarchitetti Vincenzo Bagnato e MassimilianoFiore a cui si deve il primo progetto di re-stauro. Nell’equipaggio della Vedetta nonposso dimenticare chi ha ideato e curatotante iniziative il critico d’arte Lia De Venere,Vincenzo Bagnato 79Massimiliano Fiore Michele Camporeale

Nicola Nirchio e il fotografo e artista Cosmo Laera, la scrit- trice Paola Rapini e poi chi nella prima fase ha sostenuto economicamente ed anche emoti- vamente le nostre iniziative Domenico (Mimì) e Gaetano Stea (non solo sponsor ma un tempo veri amici), il nostro consulente Roberto Pirolo, Piero Ponzoni che tra l’altro ci presentò l’auto- re barese Raffaello Mastrolonardo il quale nel suo “Lettera a Leontine” volle fare della Vedet- ta un luogo letterario. E poi tante istituzioni a80 Lia De Venere, Nicolò Carnimeo, Donatello BellomoGiovinazzo

Giuseppe Delle Foglie 81partire dalla Regione Puglia, dall’I-stituto Agronomico Mediterraneodi Cosimo Lacirignola, l’Universitàdi Bari, l’Assopesca di Molfetta conFranco Minervini Francesco Ge-smundo (il mio ricordo va a MimmoFarinola) il Comune di Giovinazzo.Un vero abbraccio di mare va aimiei collaboratori più stretti chehanno condiviso le manovre piùStefano Schiraldi Leo Ciannamea

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Helena Kaloper Il borgo antico e la Vedettadifficili: Giuseppe Delle Foglie, Leonardo Ciannamea (e suo fratello 83Nicolai), Mino Santomauro, Leonardo De Giosa, Stefano Schiraldi,Michele Leone, Nicola Nirchio, Simona De Gennaro, Italo Cinquepal-mi, Michele Pacciano, Vladimir Kovacic, (Charlie), il piccolo AntonioBrabante, Elio Stella (ingegnere navale che ci ha donato tanti cimelimarinari) e la poetessa e traduttrice Helena Kaloper che della Vedet-ta è stata animatrice culturale per tanto tempo. Naturalmente senzamia moglie Angela nulla sarebbe stato possibile.Non ho dimenticato gli altri, l’elenco sarebbe lunghissimo, il loro impe-gno è scolpito nelle pietre della torre, troverete molti di loro in questabreve rassegna fotografica, tra gli altri l’artista Mimma Crasto, Vito Cri-smale e il Centro Velico di Giovinazzo, gli amici del Trofeo Biscio Colella,la Società astronomica pugliese di Paolo Minafra la compagnia tea-trale Moduloesse di Franco Martini con Mariangela Di Capua, FabianaAniello, il musicista Mauro Stallone che in tante occasioni con parole emusica anche loro sono riusciti a far decollare la “nave di pietra”.“La nave di sale”, opera di Massimo Ruiu

Per una torre di speranza L’appello di Matvejevic84Giovinazzo In uno dei miei peripli mediterranei mi Ricordo una staordinaria vista che si of- sono fermato a Giovinazzo, vicino a Bari. fre da questa torre. Un mare puro con Ho visto in questo paesino marittimo una i suoi venti maschi e femminili, le onde splendida torre a picco sul mare, la vec- giovani e impetuose o stanche e invec- chia «Stazione di Vedetta della Marina» chiate. E la Puglia con il suo fascino, i che poggia su un bastione aragonese. Si sui promontori dai quali sì vede – o si trova in completo stato di abbandono e ha l’illusione di vedere – l’altra sponda di degrado. Ci sono tanti luoghi sul nostro dell’Adriatico: il Montenegro, la Dalma- mare, minacciati di rovina, tralasciati dalla zia, l’Albania, tutt’un mondo antico e nostra propria indifferenza. odierno.

Il borgo antico e la Vedetta 85Non siamo tutti degni del patrimonio che ci Santi e Marinai sull’Adriatico. Conoscendoappartiene. Ci sono dapertutto degli eredi le inerzie delle nostre istituzioni e le lun-che non hanno meritato la loro eredità. La gaggini delle burocrazie, possiamo spe-memoria si vendica, prima o poi, a colui non rare che questi stessi Santi ci aiutino persa o no vuole proteggerla e conservarla. compiere il nostro dovere. Questo breve scritto è una specie di preghiera laica.IlQuesta torre che occorre adibire e tra- nostro solo volontariato non basterebbesformare in un museo del mare e in una in una tale impresa.biblioteca, sarà il luogo in cui, fra poco, sideve organizzare una mostra dal titolo Predrag Matvejevic

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Eventi organizzati 2003 - 2014La Vedetta sul Mediterraneo ha organizzato numerose manifestazioni culturali in collabo- Il borgo antico e la Vedettarazione con Enti e Istituzioni pubbliche e private tra i quali si segnala una costante colla-borazione con la Regione Puglia, l’Università degli Studi di Bari e il Comune di Giovinazzo,nonché ha partecipato a numerosi bandi e progetti nazionali e transnazionali. Di seguito unasintetica rassegna degli eventi principali dal 2003 al 2014.2003 Teatro alla finestra 87 Rassegna teatrale del gruppo Moduloesse.Giovinazzo città della marineriaInaugurazione e riapertura al pubblico 2006della terrazza della ex Stazione di Vedetta.Concerto e manifestazione letteraria con Trofeo Terradamarela partecipazione degli scrittori Predrag Manifestazione sportiva. Regata velicaMatvejevic e Lino Patruno. transadriatica Puglia – Montenegro. Evento di promozione dell’olio pugliese.2004 Inaugurazione Vedetta sul MediterraneoPresentazione cortometraggio (22 settembre)Zinanà del regista Pippo Mezzapesa. Mostra di arte contemporanea2005 “Sea life la vita nel mare” (a cura di Lia De Venere)Trofeo Terradamare Opere di Dario Agrimi, Cristina Bari, Pep-Manifestazione sportiva regata velica tran- pino Campanella, Mirella Carella, Michelesadriatica Puglia – Montenegro. Evento di Carone, Claudio Cusatelli, Franco Dellerba,promozione dell’olio pugliese. Michele Giangrande, Enzo Guaricci, Iginio Iurilli, Giampietro Preziosa, Massimo Ruiu,Poesie al balcone Lino Sivilli, Giuseppe Sylos Labini, FrancescaManifestazione di poesia organizzata dall’As- Stramaglia, Giuseppe Teofilo.sociazione Comunicaria. Liberi di Comunicare.

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89 Il borgo antico e la Vedetta

Mostra “Racconti di Luce” Rassegna itinerante sui Fari del Mezzogiorno d’Italia che ha toccato diverse località quali la Biblioteca Comunale di Taranto, Expolevante, il Castello Svevo di Trani. Durante la mostra si sono tenuti eventi letterari di richiamo.90Giovinazzo

2007 2008 Il borgo antico e la VedettaMostra “Vele al terzo” Mare d’inchiostro, Festival della letteratu-Mostra ideata e realizzata dagli architetti ra del mareAngela Ferri e Giuseppe Fuggiano, con la Realizzata in collaborazione con l’Assesso-consulenza scientifica del professor Ste- rato al Mediterraneo della Regione Puglia,fano Medas e il patrocinio dell’ISTIAEN le case editrici Mursia e Magenes. Autori(Istituto Italiano di Archeologia e Etnologia presenti Donatello Bellomo, Enrica Simo-Navale) sull’usanza di dipingere le vele, una netti, Pino Aprile, Bjorn Larsson, Enricodelle più antiche tradizioni marinare dell’A- Minoli, Fulvio Molinari.driatico. 91

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Mostra d’arte contemporanea “Le parole Bulgaria, Irlanda e Italia), con l’artista Fran- Il borgo antico e la Vedettailluminate dei pesci” co Sannicandro.di Massimo Ruiu (a cura di Lia De Venere eNicolò Carnimeo). Mostra fotografica “Mustaqbal” Iniziativa volta a sostenere il progettoMostra internazionale “Mustaqbal: nuove prospettive per giovani“Manipolazioni di pace” palestinesi di Tripoli e Tiro” della ONG CISS<realizzata da giovani artisti di associazioni che supporta i giovani palestinesi dei campieuropee e mediterranee (Israele, Palestina, profughi di Tripoli e Tiro a costruirsi unLibano, Giordania, Egitto, Polonia, Slovenia, nuovo futuro. 93

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95 Il borgo antico e la Vedetta

Poesie al balcone diffusione della letteratura del mare tra le Evento organizzato dall’associazione “Co- giovani generazioni. municaria – Liberi di comunicare”. Recita- zione di novantatre poesie di autori prove- Mostra fotografica “Segreti sommersi” nienti da tutta Italia. Un viaggio ventimila leghe sotto i mari di Giuseppe Pignataro, fotografo subacqueo. Concorso fotografico “Pixel di mare” Sulla promozione e la conoscenza e lo stu- dio del mare Adriatico e della costa italiana da Trieste a Santa Maria di Leuca. Mostra fotografica “Nodi di amicizia” Progetto di cooperazione Italia-Libano vol- to a promuovere lo sviluppo integrato delle96 coste libanesi. 2009Giovinazzo Rassegna di libri e concerti jazz “Note di notte sull’onda del jazz” In marzo la presenza di Rufus Reid e in luglio di Eva Cortes. Marineria tradizionale Realizzazione e presentazione del libro “Anime di legno” (Ed. Gelsorosso) realizzato dalla Vedetta sul Mediterraneo in collabo- razione con Assopesca di Molfetta. Mare d’inchiostro Festival della letteratura del mare Seconda edizione del progetto volto alla

Massimo Ruiu Mostra d’arte contemporanea “Mediter- Il borgo antico e la Vedetta raneo, il nostro e l’altrui” (a cura di Lia De Venere) 97 dell’artista tarantino Giulio De Mitri conLe opere sono state accompagnate da frasi opere realizzate attraverso tecno-light-di autori celebri, in particolare Jules Verne. box, installazione e video.Mostra fotografica “A 4 mari” Concorso fotografico “Pixel di mare”Realizzazioni degli artisti Mariano Argen- Uno scatto per l’Adriaticotieri, Giuseppe Avantario, Andrea Camassa Alcune tra le opere più interessanti sonoe Donato Sciannimanico che, con quattro state esposte nella mostra I mari del sud.tecniche diverse (fotoelaborazione, corto-metraggio, illustrazione pittorica, kirigami) Rassegna di poesia “I poeti della Vedetta”hanno dato vita a opere originali in comune a cura Anita Piscazzi, tra gli altri presen-orientamento, che nelle loro diversità sono ti Gregorio Scalise, Lino Angiuli, Brunorisorse preziose di un progetto concepito a Aurisicchio, Giuseppe Goffredo, Giovanni“4 mani”. Dotoli. Mostra “Nei mari di Salgari: pirati, corsari e avventurieri” Riproduzione di tutte le copertine di Emilio Salgari. Tra gli eventi di richiamo presenta- zione del libro “In fondo al mare” di Maria- no Argentieri, Silvia Granata e Paola Rapini; “La casa in pietra grigia” di Jelena Banfichi Di Santo. Riprese Lino Banfi alla Vedetta sul Mediterraneo per lo spot istituzionale della Regione Puglia per la campagna di sensibilizzazione

98Giovinazzo della raccolta differenziata dei rifiuti andato Mostra d’arte/ performance in onda sui canali delle TV locali ad agosto “Quando il sole si mette a leggere” 2009. Singolari letture con una macchina selezio- natrice di raggi solari, costituita da una falce Mostra reportage fotografico da mietitore, una lente e un piano di legno “Nei mari dei pirati” dell’artista Lino Sivilli. Con la narrazione del libro di Nicolò Carni- meo. Mostra fotografica “Ulivi secolari, radici del sud” Manifestazione letteraria “Ottobre piovono libri” Mostra fotografica Tra gli altri incontri con Lino Patruno, Pino “Puglia, il giardino degli ulivi” Bruno. Mostra fotografica sugli ulivi secolari a cura del naturalista pugliese Gianni Picella.


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