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Porto Conte - ph Gabriele Doppiu una delle sue ultime opere, Cittadella, una raccolta di lettere destinate alla moglie Consuelo Suncín Sandoval De Gomez. Si può pensare a Saint-Exupéry mentre inizia le sue giornate algheresi con in mano una tazza di the fumante al bergamotto, intento a scrutare dalla finestra quell’orizzonte nel quale si sarebbe, da lì a qualche ora, tuffato con il suo “destriero alato”. Il contrasto tra l’azzurro cielo e il cupo blu delle acque della baia rapiva i suoi pensieri e lo riportava a quando, da bambino, sognava di volare aggrappato all’aria, elemento essenziale della magia del volo. Quante pagine avrà composto con lettere e parole, riportando le sue emozioni su fogli divenuti in seguito testimonianza dell’estro e della superba capacità narrativa del pilota d’oltralpe. Il legame forte, creatosi con una terra speciale come la Sardegna, ricca di contrasti, lo si trova nei suoi gesti quotidiani che lo hanno portato ad assaporare esperienze indimenticabili, rimaste scolpite nella sua memoria. I sorvoli di Capo Caccia, ai comandi dei veloci Lockheed, i pomeriggi trascorsi in barca a pescare alla Bramassa con le bombe a mano, sono solo alcuni dei momenti di vita quotidiana. La torre di Porto Conte, proiettando la sua ombra all’imbrunire, diviene lo sfondo ideale per ore di assoluto relax, luogo eletto per arrostire quel pesce dal sapore genuino come il mare da cui proviene. Nella città catalana nasce il volume Lettera a un americano, considerato oggi una delle sue composizioni migliori. Ancora un po’ di fantasia per immaginare Saint-Exupéry impegnato in lunghe passeggiate o intento a percorrere a piedi la pista di Alghero Fertilia, appena sceso dal suo P38. Accesa l’immancabile sigaretta, immersosi nei pensieri, non poteva rinunciare ad analizzare il mondo, spostando lo sguardo verso il cielo, per contemplare il basso passaggio dei velivoli F5.102 sardegnaimmaginare
Sarà ricordato come il primo scrittore che è riuscito a fondere la magia del volo con l’arte della letteraturaraffinata. Tra le sue prime opere: Corriere del Sud, Volo di Notte e Terra di Uomini.Dall’abitacolo del suo caccia ha accarezzato gli spazi aerei catalani e di certo avrà apprezzato lo scenario,intriso dei colori della macchia mediterranea e più in generale di una natura ricca e selvaggia. Primadel suo arrivo in Sardegna nel 1943 compone quella che diverrà una delle tre opere più lette nella storiadella letteratura mondiale Il Piccolo Principe. Il capolavoro, imperniato sul mondo dei bambini, tradotto inoltre 250 lingue, nel tempo è stato anche utilizzato nell’alfabetizzazione degli adulti. La città di Algheroha dedicato una via al poeta sognatore, forse un po’ poco, vista la grandezza dell’uomo e dell’ereditàlasciata ai posteri.La Sardegna è terra in cui l’aviazione ha scritto pagine memorabili, regalando storie e aneddoti dalfascino immutato, inseriti in molti libri di aeronautica. Saint-Exupéry scompare il 31 Luglio 1944,all’età di 44 anni nel corso di una delle missioni previste dopo che il suo stormo era stato spostatosullo scalo di Borgo in Corsica. Il suo P38 da ricognizione aerea scompare dai radar mentre sorvolala Baia degli Angeli di Saint Raphael. La sua morte ancor oggi è avvolta nel mistero. Due le ipotesi:suicidio o abbattimento del suo velivolo da parte di un caccia tedesco, durante una battaglia aerea.Questo fatto ha contribuito a fare del pilota transalpino un mito dei cieli e a rafforzarne la leggenda.Tutti in fondo da bambini hanno sognato di diventare un giorno aviatori, osservando così il mondodall’alto. La vita vista dalle alte quote appare incastonata in uno scenario dorato e puro, proprio comequello sognato dal Piccolo Principe, dove i sentimenti genuini e l’amore arricchiscono l’animo talvoltaimpoverito degli uomini.sardegnaimmaginare 103
SAN GIULIANO DA CENTO ANNI MAESTRI DELL’ARTE OLEARIA IN SARDEGNA di Livia Cherchi104 sardegnaimmaginare
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OOltre un secolo fa, era il 1916, il primo frantoio colline a sud di Alghero sulle quali si trovano nel centro storico di Alghero segna la nascita alcuni dei poderi di proprietà, il frantoio, gli di una delle più antiche aziende italiane di mo- ambienti di stoccaggio e le linee di confeziona- litura delle olive. Da allora, generazione dopo mento. Un marchio abituato a portare a casa generazione, la famiglia Manca ha continuato premi importanti. Tra i più recenti quello at- ad espandere la sua attività con passione e com- tribuito lo scorso marzo dall’autorevole guida petenza. Senza mai cedere il passo, nemmeno EvoOleum, dove il San Giuliano Fruttato Cuor oggi che la crisi tocca anche il settore dell’oli- d’Olivo - insieme a pochissimi altri oli italiani vicoltura. Anzi, in controtendenza rispetto ai - figura tra i migliori cento extravergini di tutto tempi, è partito un progetto di espansione in il mondo; e la Gold Medal alla New York Inter- nuovi terreni, fino a 600 ettari nel Nord Ovest national Olive Oil Competition. Sono ricono- della Sardegna, e la messa a dimora di centinaia scimenti importanti, che mettono in risalto la di migliaia di nuovi alberi d’olivo che permetto- cura dispiegata da Domenico Manca, suo figlio no alla San Giuliano di avere una tracciabilità Pasquale e una quarantina di dipendenti in tut- pressoché totale della propria produzione. te le fasi della coltivazione e della produzione. È una storia dinamica, in continuo divenire, Sulle colline che circondano Alghero, incasto- quella della famiglia Manca e del suo marchio, nate tra l’azzurro del mare e il verde dell’en- il San Giuliano, che prende il nome dalle fertili troterra, l’azienda Manca coltiva i suoi oliveti106 sardegnaimmaginare
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biologici con tecnologie all’avanguardia, nel Crispetto dei massimi standard internazionali diprocesso e applicando prassi produttive in linea Mcon Agricoltura 4.0. Grazie alla lavorazione afreddo e allo stoccaggio in silos di acciaio inox, Yla fragranza delle olive e le loro proprietà orga-nolettiche arrivano intatte sulla tavola per esal- CMtare il gusto degli alimenti. Nell’ampia gammadi oli San Giuliano, tra i più richiesti, insieme MYal Fruttato Cuor d’Olivo, spiccano l’Originale,ottenuto da olive a maturazione tardo autun- CYnale, dalle sensazioni rotonde ma non aggressi-ve; il Non Filtrato, dai toni equilibrati di amaro CMYe piccante; il Biologico, dal colore giallo oro eprofumo fruttato con toni di erbe aromatiche Ke mela matura; il Dop Sardegna, con sentori dicarciofo, cardo selvatico e pomodoro verde. San Giuliano, però, non è solo sinonimo di olio extravergine. Da qualche anno infatti la fami- glia Manca ha affiancato all’attività principale la produzione di una linea cosmetica di altis- simo pregio che utilizza il potere antiossidante delle olive coltivate secondo i principi dell’agri- coltura biologica e viene offerta ai consumatori attraverso i canali delle farmacie e delle erbori- sterie. La vocazione agricola della famiglia Manca si è inoltre concretizzata nella realizzazione di un country resort, il Podere Monte Sixeri, e di un risto- rante di campagna, Le Pinnette, entrambi all’in- terno di una delle aziende agricole di proprietà, integrando così il settore agroalimentare a quel- lo turistico e ricettivo.108 sardegnaimmaginare
LUCINELLANOTTEFARI E ROTTENELL’OSCURITÀfoto di Mauro Mendula
foto di Mauro Mendula - Fiery Sunrise. Faro di Capo Ferro, Porto Cervo
foto di Mauro Mendula - Twin Light. Faro dell’Isola Bocca, Golfo di Olbia
foto di Mauro Mendula - Cosmic Distance. Faro di Capo Comino, Siniscola
SAPORE TIEPIDO DEI RAGGI AL TRAMONTO, PROFUMO SOTTILE DI VENTO SALMASTRO E NUVOLECOLOR ARGENTO, ACCENNI DI LUNA NUOVA E LAMPI DI ONDA CHE S’INFRANGE TRA LE ROCCE.
Dimensione arte foto e testi di Gabriele SarduARIANNALEONIELANCREICRAOMMISETAREDUI LURASPRESENTA I SUOI RICCI, PESCI E VASIIIl suo laboratorio è immerso nel verde, dentro lavorando. Il resto lo fanno tatto, sensibilità ed il cortile della casa di famiglia, una piccola estro creativo». corte nel centro storico di Luras in quel tratto La Leoni si lancia nella produzione, progetta di Sardegna dove le rocce di granito sono state e realizza un paio di linee e si “butta” nel modellate dal tempo e dal vento costante. mercato nel 2004. Le vendite vanno bene e Arianna Leoni è una ceramista autodidatta, coi ricci di ceramica inizia l’avventura come figlia di insegnanti di storia dell’arte, a loro volta imprenditrice. Il piccolo laboratorio prende pittori, ceramisti e scultori. forma, di fianco al grazioso show room dove si Una carriera da studentessa di tutto rispetto con respirano costantemente gli aromi di ogni fase una maturità scientifica e una laurea a Sassari di lavorazione della ceramica. in Scienze dell’amministrazione e gestione delle Tutto nasce dall’argilla, materiale morbido che risorse umane. si lascia addomesticare e prende forma da mani «Ma già dai tempi dell’Università e molto esperte. Dietro ogni oggetto c’è un’idea precisa prima ancora, lavoravo la ceramica. Sognavo di che, messa in opera, può vedere la luce anche diventare torniante e, dopo un corso seguito a dopo mesi. Il riccio, ad esempio, richiede una Olbia, ho centrato l’obiettivo. Lavorare al tornio quarantina di giorni tra pause per l’asciugatura non è facile. E’ un macchinario per cui devi e cotture al forno. avere una specifica attitudine e predisposizione. «La sua lavorazione in linea di massima – Ci vuole sinestesia con la materia e si deve racconta Leoni – è particolarmente lunga. entrare in pieno contatto con ciò che si sta Col tornio si modella il nucleo centrale su cui118 sardegnaimmaginare
vengono assottigliati e poi inseriti manualmente che - anche questo - dura circa due giorni euno a uno gli aculei. Terminata la fase di mezzo».modellatura, il pezzo viene lasciato ad asciugare Il lavoro di ceramista si intreccia con uno stilenaturalmente dai venti ai trenta giorni. La di vita e con un approccio a volte filosofico nellatempistica varia in base alla grandezza di ciò lavorazione della materia: «I quattro elementiche sto producendo. Una volta asciutto viene fondamentali: acqua, terra fuoco e aria hannoinfornato e cotto ad una temperatura di 980 un ruolo decisivo nell’ottenimento del prodotto.gradi per quasi tre giorni consecutivi». Devi conoscerli per poterli, in un certo senso,Il lavoro è arrivato a poco più della metà. L’argilla, dominare e farli accordare nel giusto modo».divenuta terracotta, ha cambiato colore e ora Arianna Leoni non è una che ama replicareappare con un caratteristico arancione pallido. all’infinito le cose che ha già presentato alManca l’ultima fase, la smaltatura che avviene pubblico, né riproporre i classici stereotipi dellacon l’utilizzo di prodotti specifici. produzione sarda.«In realtà esistono molte altre tecniche di Può essere considerata sperimentatrice pura,colorazione – specifica Leoni – io preferisco permeabile alle contaminazioni e decisa nelutilizzare lo smalto. Per le mie lampade ad far emergere il suo tratto, oggi molto benesempio anche se in generale un po’ per tutto. identificabile, sempre più nelle linee nuove eOttengo la gradazione che mi serve regolando negli oggetti che si inseriscono perfettamente inla temperatura del forno (920 e i 950 gradi). A ogni contesto d’arredo. Il tutto corredato da unquesto punto inizia la seconda parte di cottura certificato di garanzia.sardegnaimmaginare 119
«Il Pesce arazzo è l’ultimo nato, realizzato in in diversi punti vendita nel resto dell’Italia.ceramica smaltata con l’applicazione di un «A Luras, il paese dove vivo, ho realizzatoarazzo di Aggius, eseguito a telaio. Ho voluto un’importante progetto, commissionato dalabbinare la mia ceramica a un’altra forma d’arte Comune, con la collaborazione dell’archeologa,tipica della zona. Nell’altro lato del pesce lo stesso Angela Anona, a mio parere, ottimamotivo è stato invece dipinto da me. Questa linea professionista. Ha seguito nel mio laboratorioè presente alla cinquantesima mostra, Tessingiu la riproduzione di alcuni reperti archeologici,di Samugheo dove vengono esposti i lavori di rinvenuti in questa zona. Opere che oggi sonotessitori di tappeti, artigiani del rame, del ferro e esposte proprio a Luras nel palazzo Perantonidel vetro. E ovviamente i ceramisti». e sono firmate Ceramiche Leoniarte. Sono,Grazie ai contatti e alle relazioni costruiti poi, stata selezionata da Eugenio Trainito chenegli anni, oggi i suoi lavori si trovano nei ha curato un libro dal titolo In Gallura per laprincipali negozi di ceramica artistica della sezione talenti galluresi. Infine qualche mese faSardegna e il suo nome è presente nella vetrina a Firenze ho vinto un concorso, assieme ad altrivirtuale della Regione. Ha anche superato i quindici artigiani, sotto i trentacinque anni, econfini dell’isola e le sue linee sono esposte ho esposto le mie opere a palazzo Corsini».sardegnaimmaginare 121
Luoghi da scoprire
LE CASCATEDI SA STIDDIOSALA VALLE INCANTATADELLA BARBAGIA DI SEÙLOdi Laura FoisSSiamo abituati alle gocce della pioggia che è Sa Stiddiosa, (dal sostantivo sardo stidda che cadono abbondanti in giornate d’autunno o significa goccia. Ci si arriva dopo una strada d’inverno oppure improvvise in primavera e sterrata e un trekking di ottocento metri di durante i temporali estivi. Non è vero che in difficoltà media in un sentiero piuttosto ripido, Sardegna non piove, altrimenti il suo interno ragion per cui si consiglia, almeno la prima non sarebbe tanto verde e ridente. Così volta, di essere accompagnati dalle guide capita anche di abituarsi alle gocce d’acqua dell’Ecomuseo del Flumendosa. Il sentiero, che sgorgano dalle cascate, come quella di Sa avvolto da un panorama mozzafiato, è protetto Stiddiosa nella Barbagia di Seùlo, un territorio dai tacchi della Barbagia di Seùlo, rilievi con tradizioni agropastorali che occupa circa calcareo-dolomitici contraddistinti da pareti seimila ettari, a sud ovest della catena montuosa rocciose verticali che segnano profondamente del Gennargentu. L’area viene attraversata per la particolarità morfologica e paesaggistica 27 km dal fiume Flumendosa, in gran parte dell’Ogliastra. La discesa è un tuffo nei balneabile. C’è un detto sardo da queste parti colori della natura, all’interno del canyon del che dice: “quando il fiume non si sente è più Flumendosa, tra boschi secolari, grotte, torrenti pericoloso”, per questo alcune piscine naturali e sorgenti perenni. L’impatto con Sa Stiddiosa della valle di questo fiume portano il nome è dirompente. Circa venti metri di parete di qualcuno del paese che l’impeto sfrenato e gocciolante a strapiombo sull’alveo del fiume incontrollato dell’acqua ha portato via. Il nome hanno creato concrezioni calcaree e consentito della cascata più famosa e di uno dei luoghi la crescita di una vegetazione rigogliosa di felci. naturali più suggestivi (e quasi inimmaginabili) Tutto è sorto da una sorgente, posta sopra unasardegnaimmaginare 123
parete calcarea di travertino, capace di generare contemplate. Le grotte Is Janas e la cascata Suun continuo gocciolio piacevole e rilassante che Stampu ‘e su Turrunu, considerata monumentofa da orchestra naturale in questa valle incantata. naturale, è meglio visitarle in tardo autunno oLa grande meraviglia è la cascata che si riversa primavera. All’interno della Foresta di Addolì,in una piscina naturale color smeraldo, dove tra ruscelli d’acqua cristallina, sorgenti e grotte,è possibile far il bagno nei mesi estivi. Quasi ci si imbatte in un percorso disegnato a pennellosorprende come si sia iniziata a valorizzare Sa dal carsismo. Presenti in questo spicchio diStiddidosa solo da una ventina d’anni. Meta di Barbagia anche domus de janas, che la gente diturismo di nicchia, è un posto delicatissimo e da questo luogo chiama le nostre grotte carsiche. Per glipreservare, per questo ai visitatori si chiedono amanti del trekking, anche in mountain bike, ilattenzione, rispetto e sensibilità nell’accedere a sito di riferimento è il Monte Perdedu (1334 mt),un patrimonio unico. una delle cime più elevate della Sardegna e perIl territorio circostante è espressione di questo tra i più panoramici dell’isola.altre particolarità, degne di essere viste eEcomuseo dell’Alto Flumendosa: Via Roma 91, SeuloTel. 328 4979486 • [email protected] sardegnaimmaginare
foto di Gabriele Doppiu - Sa Stiddiosa
Destinazioni Castello BarumeleNEL CUORE DELLA MARMILLAALES, IL PAESE DI ANTONIO GRAMSCIRdi Eleonora Madeddu • foto di Ivan SgualdiniRuderi che raccontano una storia, quella del neo. L’ipotesi più plausibile è che il collegamen-castello di Barumele, nel territorio di Ales. Una to dovesse essere tra la sede vescovile, situatadelle tante leggende narra che al suo interno fu nella parte alta di Ales, e il castello; forse una viatrovato impiccato il sacerdote del maniero, sui- di fuga scelta per proteggere il vescovo in casocidatosi perché innamorato di donna Violante, di attacco al potere ecclesiastico. Oggi sono vi-la proprietaria del castello. Un’altra versione, sibili solo i resti di una delle torri ottagonali diinvece, identifica nella contessa il mandante un complesso di grandi dimensioni, costruito indell’omicidio, infatti la donna poi avrebbe do- diverse fasi; un’imponente struttura a scopo di-nato al paese la Cattedrale di San Pietro per li- fensivo per le vie di accesso alla Marmilla.berare la sua anima. Gli anziani di Ales raccon- Nel VI secolo la fortezza proteggeva i territo-tano una terza storia legata a questa costruzione ri bizantini dalle incursioni dei barbaricini; inavvolta dal mistero. In epoca fascista i giovani quest’epoca aveva una struttura con doppiadel paese passavano il loro tempo libero in una cinta muraria e una porta monumentale in cal-località periferica chiamata Perda Casteddu e care. Successivamente i Re D’Arborea avevanoqui avevano identificato un passaggio sotterra- annesso al castello possenti bastioni per evitare126 sardegnaimmaginare
Scorcio di Ales dalla Cappella della Madonna del RosarioChiesa di Santa Maria sardegnaimmaginare 127
Scorcio del paese Cattedrale di San Pietro che le popolazioni della Barbagia invadessero le loro terre. In alcuni documenti del 1182 que- sta struttura viene descritta come l’avamposto difensivo del vescovo di Ales. Nel XIII secolo divenne di proprietà dei Carroz e fu ereditato dalla contessa Violante II Carroz, personaggio molto discusso e protagonista delle leggende le- gate al castello e al paese. L’8 settembre ricorre la festa di Santa Maria; ad Ales coincide con il rinnovo dei contratti agra- ri e con l’inizio del ciclo dei lavori nei campi. Due settimane prima dei festeggiamenti le an- ziane del paese iniziano a preparare la statua della Vergine che viene vestita con abiti ricchi di pizzi colorati e ornata con gioielli in argento.128 sardegnaimmaginare
Piazza Antonio GramsciDurante questo rituale, negli anni Trenta cad- sede vescovile d’Italia, infatti la Cattedrale dide uno dei quattro candelabri posti attorno alla San Pietro era chiamata la Cattedrale nel de-Madonna e scoppiò un incendio: distrusse par- serto; si pensi a come doveva apparire in epo-te delle vesti, danneggiò la statua lignea e spa- ca medievale questo piccolo paese isolato nellaventò i fedeli che stavano nella chiesa di Santa pianura della Marmilla. Nella piazza principaleMaria. I sagrestaneddos (chierichetti) annunciano, affacciano i simboli dell’antico potere ecclesia-suonando una campana per le strade del paese, stico: il Palazzo vescovile e il Seminario. Lungol’inizio del rosario della sera che viene recitato la via principale si trova la casa dove nacquein sardo. Dopo questo rito si accende un grande Antonio Gramsci. A questo illustre cittadino èfuoco con la legna raccolta sul Monte Arci dai stata dedicata una piazza - dallo scultore Giòfedeli più devoti. Durante i due giorni di festa si Pomodoro - che presenta un piano triangolaresvolgono fastose processioni lungo le vie princi- con degli elementi simbolici, quali la fontana epali del paese, precedute da cavalieri in costume il focolare, a testimonianza della vita travagliatasardo; si alternano balli sardi alle canzoni e po- del filosofo che fu anche politico e fine intellet-esie sempre in lingua sarda. Ales è la più piccola tuale.sardegnaimmaginare 129
DestinazioniUN PAESE IN MINIATURABARADILI, IL BORGO PIÙ PICCOLO DELLA SARDEGNAdi Chiara Porqueddu • foto di Gabriele SarduCConta appena novantacinque abitanti, distribu- Chiesa di Santa Margherita iti in un grazioso borgo medievale: Baradili un piccolo diamante della Marmilla, ai piedi della co comunale che si vede dalla strada principale, Giara di Gesturi, è il comune meno popoloso mentre, nel paesaggio circostante, si possono della Sardegna. Un patrimonio di case antiche notare numerosi vigneti, oliveti e mandorleti (Monte Granatico, Casa Usai e casa Lavra) e di resti dai quali gli abitanti ottengono ottimi vini e olii. nuragici, tra i quali spicca una fontanella sca- Nella piazza al centro del paesino spicca la vata nella roccia e ricostruita quale secolo fa. Il Chiesa di Santa Margherita, opera architettoni- centro abitato è composto da cinque isolati con ca di grande valenza artistica. La sua costruzio- una planimetria chiusa, proprio come negli anti- ne risale al XVII secolo ma il completamento chi insediamenti del Medioevo. Case omogenee, è avvenuto nel 1935. A causa dei numerosi re- tipicamente contadine con al centro uno spazio stauri la chiesa non conserva le vestigia origina- scoperto intorno al quale si dispongono una o li, fatta eccezione per gli archi che compongono più unità abitative, oggi alcune di esse sono state le due cappelle. Molto preziosi sono i simulacri trasformate a seguito di ristrutturazioni. in legno, come quelli di Santa Restituita, San Una delle principali attrazioni è di sicuro il par- Pasquale, San Sebastiano e Santa Margherita. La festa più importante del paese, oltre quella della Santa patrona, è la sagra di Is cruguxionis130 sardegnaimmaginare
Casa “Lavra”Casa “Montis” sardegnaimmaginare 131
Scorcio del paese(ravioli) che si svolge nella penultima domeni- Dal 2005, durante il periodo estivo, viene aper-ca di luglio. L’appuntamento prende le origini to il parco acquatico con piscina, idromassag-da un’antica leggenda legata a Santa Marghe- gio, solarium, giochi d’acqua e una zona dedi-rita: si narra che alcuni ragazzi mentre aravano cata ai bambini.i campi trovarono una statuetta della Santa e Baradili si rivela, dunque, un paese tranquillo ela portarono al parroco che in quel momento, sereno, adatto per vacanze rilassanti in famigliaera l’ora di pranzo, mangiava proprio dei ravio- e per coloro che desiderano visitare le varie at-li. Nel 1995 è stato deciso di rievocare questo trazioni del piccolo centro e delle realtà vicinemomento ed è nata la sagra dei ravioli che ogni come i siti archeologici di Barumini e la Giaraanno viene riproposta in combinazione con nu- di Gesturi, la Giara di Siddi, Villanovaforru e ilmerose attività culturali volte alla valorizzazio- Monte Arci.ne dei prodotti locali e delle tradizioni del paese.132 sardegnaimmaginare
Destinazioni di Roberta Gallo • foto di Gabriele SarduLIBRI A SPASSOLA BIBLIOTECA DIFFUSA DI ATZÀRAU«Una città senza libreria è un luogo senza cuo- Nel riverbero del paesaggio ricco di sfumature, re» e l’incantevole borgo medioevale di Atzara che tanto hanno ispirato la produzione artistica lo sa bene. Piccola gemma incastonata tra i rilie- di pittori spagnoli e sardi, di passaggio ad Atza- vi della Barbagia risplende infatti di carta e fa- ra nella prima metà del secolo scorso, la lettura scino. E si apre ai nuovi linguaggi culturali ade- diventa un viaggio simbolico che aiuta il letto- rendo al Progetto Nazionale Biblioteche fuori di re a ritrovarsi nei gesti quotidiani, consolidan- sé. Un modo per spostare i libri dai classici scaf- do altresì la percezione dell’indescrivibile. E la fali per farli trovare nelle attività commerciali biblioteca è come se passeggiasse tra le viuzze del paese, alla vista e alla portata di tutti, non del centro prendendo per mano chi col tempo solo del lettore abituale. Vere e proprie sezio- si abbandonerà alle storie e alle pagine dei li- ni staccate in cui scegliere un libro da prendere bri, rafforzando la consapevolezza di una realtà in prestito e restituire in biblioteca. L’approc- diversa da quella prospettata, fatta di crescita e cio inatteso con la lettura si tramuta pertanto coscienza critica. in una solida relazione estesa anche a quelle Il Sistema Bibliotecario Barbagia Mandrolisai, persone che, per svariati motivi, non entrano in composto da dodici biblioteche, tra cui quella una libreria, nè frequentano biblioteche. comunale di Atzara, aderisce al progetto Biblio-134 sardegnaimmaginare
teche fuori di sé da circa dieci anni. «In un picco- del paese che conserva gelosamente la proprialo paese come il nostro, con poco più di mille identità, la voglia di raccontare incontra quellaabitanti, contano i numeri - osserva una delle di leggere. Il confortante aroma del pane diffu-operatrici bibliotecarie, - e i risultati sono inco- so nel panificio si confonde con quello fresco diraggianti: 11.300 le unità documentarie totali lignina dei libri, sistemati in un piccolo scaffale.e 2.600 i movimenti durante l’anno, tra prestiti E mentre l’acquisto dal macellaio nutre ancheesterni e interbibliotecari. L’iniziativa, portata la voglia di conoscenza, il profumo penetranteavanti con una certa continuità, coinvolge tre delle tinte per capelli si mescola con quello pun-attività commerciali di Atzara: panificio Mereu, gente di cellulosa tra pagine intrise di nostalgia.Macelleria Salumificio Effedi Flore e Parruc- È stimolante pensare che alla vocazione viticolachiera Lucia Flore. Chi va a fare la spesa, trova di Atzara spalmata tra filari di vite e duro lavo-dei punti-prestito espositore con una selezione di ro si associ quella per la lettura. E chissà che aititoli da prendere in prestito e poi restituire di- suoi abitanti prima o poi non venga in menterettamente alla Biblioteca». di “imbottigliare anche quel profumo di cartaEcco che intorno al Museo d’arte moderna e e magia”.contemporanea Antonio Ortiz Echague, cuoresardegnaimmaginare 135
Archeologia136 sardegnaimmaginare
DILITAENMTPAIOSDAI NURAGICI AI ROMANI,UN CULTO DI MILLENNIdi Laura Fois • foto di Enzo CossuNNessun luogo si somiglia in un’isola. Addentrarsi lentischi, olivastri, orchidee e biancospino) e nelle strade secondarie della Sardegna è già di per faunistico (gheppio e poiana). Dopo un facile sé un viaggio. Nell’Iglesiente si alternano scorci percorso all’interno del manto boschivo, si che ricordano film del Far West e altri propri di trova una quercia secolare, ma anche resti del Jurassic Park; guidare, alla lunga, non pesa. Se villaggio, a duecento metri dal tempio, e della si lascia Iglesias, verso Fluminimaggiore, dopo necropoli, entrambi di epoca nuragica. Ancora, dolci curve immerse in una folta vegetazione, cave romane da cui si estraevano i massi calcarei si arriva in un’area archeologica e mineraria per la costruzione del santuario e l’antica adagiata in un’ampia e silenziosa vallata, strada romana che già i nuragici percorrevano dominata dal rilievo calcareo di Monte Conca per arrivare alla grotta di Su Mannau, dove si s’Omu. È proprio qui, a poca distanza dal rio praticava il culto dell’acqua. da cui prende il nome, che appare il Tempio Sin dall’XI secolo a.C., in piena Età del di Antas, testimone delle civiltà passate e in Ferro, il sito di Antas aveva valenza funeraria. particolare della storia sarda e coloniale. Nato All’interno, sono stati rinvenuti corredi funerari come santuario nuragico e utilizzato in epoca e, soprattutto, un bronzetto raffigurante un cartaginese e punico-ellenistica, è anche uno uomo nudo che impugna una lancia. Si ipotizza dei monumenti più importanti dell’età romana che sia la più antica rappresentazione del Babai, in Sardegna. il guerriero progenitore della stirpe sarda, L’area, come buona parte dell’Iglesiente, chiamato in seguito Sid dai punici e Sardus Pater abbondava di argento, piombo e ferro ed dai romani. è inoltre caratterizzata da splendide zone Verso la fine del V secolo a.C. venne realizzato d’interesse floristico (lecci, querce da sughero, il tempio punico. A posteriori, gli scavi hannosardegnaimmaginare 137
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restituito numerosi resti di sculture, epigrafi, mentre le prime campagne di scavo iniziaronooggetti aurei, amuleti e duecento monete in tra il 1967 e il 1968 e si conclusero nel 1976.bronzo. Durante il periodo romano, il santuario, Tantissimi i doni votivi ritrovati: statuette ineretto sullo stesso spazio di quello punico, bronzo raffiguranti Ercole e altre divinità, lanceconobbe il suo massimo splendore, prima con in ferro, monete repubblicane e imperiali e,Ottaviano Augusto e poi con Caracalla, come soprattutto, la tabella bronzea dedicata al Sardussvela l’iscrizione latina, in parte ancora leggibile, Pater, il cui culto si concluse con l’affermazioneposta sull’epistilio (architrave, in epoca classica) del Cristianesimo.che sovrasta le quattro colonne, alte otto metri Seduti all’ombra delle colonne del tempioe caratterizzate da capitelli in stile ionico. I resti sembra di poter respirare la storia e di riuscire adel tempio sono tuttora visibili in tutta la loro immaginare come fosse ardua la vita di allora,maestosità e portano principalmente i segni senza luci artificiali, accompagnata dal ventodel corso romano. Una testimonianza storica che soffia leggero davanti a un panorama daricorda la scoperta del santuario nel 1836 dal set cinematografico. Verrebbe da chiedersi congenerale Alberto La Marmora, quando la valle stupore perché questa terra non sia ancora laera circondata da una foresta lussureggiante di scenografia di film fantasy o kolossal. Forse la suaquerce. storia più antica ha fatto già parlare di sé, tantiFu poi l’architetto cagliaritano Gaetano Cima secoli fa. O forse varrebbe la pena di riportarlaa eseguire una ricostruzione grafica del tempio, alla luce?sardegnaimmaginare 139
COLORE CALDO DI ONDE AL CREPUSCOLO, RIFLESSI DI ROCCE INDORATE DA LICHENI E SCAGLIEDI LUCE, PROFUMO DI NOTTE CHE AVVOLGE I GRAPPOLI ACCESI COME STELLE UBRIACHE DI SOLE.
Dimensione arteSCULTUREDAL PARADISOENRICO MEREUERNACRICCOONMTAERLEAU“SUA” ASINARAdi Piera Eleonora Porqueddu • foto di Enzo Cossu e Angelo DauOOcchi del colore del mare e del cielo, che seconda vita, quella da scultore, che proprio cambiano sfumatura a seconda della luce, dall’isola trae linfa vitale e ispirazione. piccoli ma espressivi, che hanno molto da Originario di Nurri, nel cuore della Sardegna, raccontare. quinto di dieci figli lo scultore dell’Asinara, Questo colpisce di Enrico Mereu appena questo l’appellativo che gli è stato cucito lo si incontra sulla “sua” isola, l’Asinara. addosso negli anni, è un artista autodidatta Oltre cinquemila ettari di Paradiso Terrestre, che, durante gli anni di carriera nella Polizia nell’estremità nord occidentale della Sardegna, Penitenziaria, ben ventiquattro, ha vissuto delimitati da coste selvagge con alte falesie ma intensamente la conflittualità tra la sua innata anche spiagge e insenature, alternate a massi sensibilità artistica e l’ambiente crudo, e talvolta granitici. spietato, del carcere. L’isola per lui è stata il luogo di lavoro ai tempi Conflittualità che, secondo diversi critici d’arte, in cui era poliziotto penitenziario in uno dei in quegli anni emergeva con prepotenza carceri più duri d’Italia, dal 1980 al 1998, anni dalle opere di Mereu, attraverso una forte molto difficili perché fra i detenuti figuravano drammaticità del tratto scultoreo, poi divenuto personaggi di spicco della malavita del nostro più morbido negli anni successivi alla pensione, Paese tra cui il capo della Nuova Camorra a sottolineare una ritrovata tranquillità interiore Organizzata, Raffaele Cutolo, il brigatista rosso dell’artista. Renato Curcio e soprattutto il capo dei capi di Tra i critici che si sono sempre espressi Cosa Nostra, Totò Riina. favorevolmente nei suoi confronti, spicca senza Ma l’Asinara per Mereu è anche il luogo della dubbio Vittorio Sgarbi che lo ha definito uno142 sardegnaimmaginare
dei tre migliori artisti sardi contemporanei, portate a scuola ma compagni di classe einsieme con i compianti Pinuccio Sciola e insegnanti pensavano che fossero realizzate daMaria Lai, artista, quest’ultima, di cui Mereu si qualcuno della mia famiglia o, comunque, dadice profondo ammiratore. un adulto. Nessuno, a parte genitori e fratelli, mi credeva. Ho dovuto attendere di frequentare laMa quando nasce Enrico Mereu scultore? terza elementare perché un maestro, incuriosito,«La mia maturità artistica vera e propria è mi chiedesse di realizzare una scultura in classe.arrivata a quarant’anni ma in realtà – aggiunge Così, armato di uno scalpellino realizzato da– sono stato una sorta di bambino prodigio. uno zio fabbro, ho scolpito una statuina inAll’età di sei anni, in seguito a una febbre, pietra ossidiana. Da quel giorno tutti iniziaronoho iniziato ad avere come delle visioni che a credermi.mi permettevano di scorgere, all’interno di Alla fin fine – conclude Mereu – anche oggimateriali inanimati, quali pietra e legno, delle mi comporto come quel bambino di seifigure che ho iniziato a riprodurre. Non nego di anni: osservo una pietra grezza o del legno eessermi posto delle domande, pensavo ci fosse all’interno della materia intravedo delle figure.qualcosa che non andasse in me perché prima Non faccio altro che liberarle per dare vita allanon mi era mai capitato di cimentarmi con scultura».la scultura o la pittura né avevo avuto nessun Mereu ha all’attivo centinaia di opere realizzateesempio in famiglia. in pietra e, la maggior parte, in legno. La veraHo iniziato a realizzare diverse opere, le ho particolarità delle sculture lignee è l’utilizzosardegnaimmaginare 145
esclusivo di soli tronchi, rami e radici restituiti dal tronchi troppo grossi per essere trasportati.mare. L’artista li recupera durante passeggiate Giunto a più della metà del lavoro di intaglio,rilassanti nelle varie cale e insenature dell’isola. il legno si è disincagliato dalle pietre in cui aveva trovato approdo ed è sparito. È il mare aCome mai la scelta di utilizzare pietra decidere se e quando riprendersi ciò che dona e mi sono dovuto arrendere all’idea, a trattie legno ricevuto dal mare e non di farlo piacevole, di alcune mie sculture non ultimate, libere di vagare chissà verso quali terre...».tagliare ad hoc?«Mi piacciono perché sono materiali poveri e Come mai ha scelto proprio l’Asinara persono realizzati dal più grande artista di tuttii tempi, la Natura. Un albero è una creatura portare avanti la sua attività di scultore?vivente che conosci da bambino quando ci «La mia avventura sull’isola è iniziata unagiochi, poi lo ritrovi nell’adolescenza, ingiallito volta andato in pensione. Mi è stato propostoe cambiato e, forse, ti accompagna anche da di trattenermi per consentire ai miei figli diadulto. Sono convinto che ogni albero abbia ultimare l’anno scolastico. Ho accettato e, inun’anima che cresce con te e questo, per me, è seguito, ho richiesto e ottenuto la residenzasufficiente per rifiutare l’idea di sradicarlo. Per divenendo, di fatto, l’unico abitante dell’isola.questo motivo mi limito a raccogliere il legno Trascorsi alcuni anni, per un certo periodo,donato dal mare e metto in conto che, così come hanno provato a impormi il divieto dime lo dona, talvolta, può anche riprenderselo. permanenza sull’Asinara e ho dovuto lottarePiù di una volta è capitato di lavorare in loco146 sardegnaimmaginare
a lungo, anche incatenandomi, per oppormi a a racconti interessanti sulla propria vita, aquesta imposizione per me incomprensibile e tratti tristi, altre volte molto divertenti ma tuttiinaccettabile. Ci sono voluti tempo e ostinazione comunque genuini e spontanei.ma, alla fine, ho vinto la mia battaglia e ad oggisono l’unico ad avere casa sull’isola. Progetti per il futuro?Ormai, dopo venti anni da residente qui, posso «Quando lavoravo nel carcere di Biella, neesprimere una certezza: senza l’Asinara io non ho girato una quindicina prima di approdareesisterei come artista ma, senza falsa modestia, all’Asinara, tenevo corsi di pittura per i detenuti.mi sento di dire che per l’isola e per la nascita Qualcuno di questi, una volta scontata la pena edel Parco io sono stato un valore aggiunto». tornato in libertà, è diventato un artista quotato,La chiacchierata con Enrico Mereu non può altri hanno intrapreso un percorso artistico eesulare dalla visita della sua casa, del suo hanno aperto gallerie d’arte. Negli anni a venirelaboratorio e della sala dove espone alcune delle mi piacerebbe dare vita a una scuola di intarsiosue opere in mostra permanente. e scultura dove poter mettere la mia esperienzaDi lui stupiscono e spiazzano la disarmante a disposizione di ragazzi diversamente abili eumiltà e l’ospitalità, così come simpatia e con problematiche di vario genere; in passatosenso dell’umorismo, non percepibili a primo ho collaborato con alcune associazioni e miimpatto, ben celati dalla riservatezza che lo sono reso conto della luce che brillava negliporta a osservare e ascoltare un po’ il proprio occhi di bambini e ragazzi quando davano vitainterlocutore prima di aprirsi e lasciarsi andare alle loro creature».sardegnaimmaginare 147
Percorsi di trekking di Veronica PisuASINARAPASSEGGIATE NEI SENTIERI D’ERCOLEIIl viaggio lungo i sentieri di Ercole comincia Cala Di Rena - ph Daniele Macis appena sbarcati sui moli di una bellissima isola nel cuore del mar Tirreno. È la terra dei mufloni Gli itinerari sono studiati ad hoc per ogni e degli asini bianchi, è il Parco Nazionale esigenza e curiosità, dall’alba al tramonto o dell’Asinara. nelle ore notturne per ammirare le stelle da La leggenda collega l’Asinara, denominata da fortunati punti di osservazione. Plinio il Vecchio Herculis Insula, a una serie di Dai percorsi più semplici e turistici, a quelli più toponimi sparsi nel Mediterraneo occidentale e impegnativi per scoprire i segreti dell’isola, il connessi alla Via Eraclea, che segna le tappe dei passaggio umano, ormai avvolto e nascosto dalla miti relativi al viaggio dell’eroe greco, Ercole, vegetazione, i punti panoramici mozzafiato e un appunto. silenzio che rimbomba costantemente nell’aria. I trekking all’Asinara sono percorribili in Primavera e autunno sono i periodi più favorevoli maniera autonoma, seguendo gli otto percorsi per le escursioni. Già dai primi di marzo che l’Ente Parco ha segnalato e ripristinato negli l’Asinara può regalare colori indescrivibili, con ultimi anni ma, se ci si affida ai professionisti l’euphorbia (pianta endemica dell’isola) che del settore, è possibile conoscere e innamorarsi cambia colore e rende l’ambiente simile a un di un’isola che si snoda attraverso sentieri, dipinto di Van Gogh. mulattiere e vecchie carrarecce da percorrere L’isola può essere divisa idealmente in tre settori lungo i suoi cinquantadue chilometri quadrati. per programmare un fine settimana lungo di trekking e relax, sfruttando i nuovi alloggi che, a breve, saranno disponibili nel paesino di Cala148 sardegnaimmaginare
Castellaccio - ph Veronica PisuCala Sabina - ph Veronica Pisu sardegnaimmaginare 149
Trekking Lungo il sentiero del Faro - ph Veronica Pisud’Oliva. Il trionfo del granito è protagonista ma si apprezza maggiormente il contrasto traa sud, dove non è raro avvistare branchi di la costa occidentale, con le falesie a picco sulmufloni o il falco pellegrino in volo. Un dislivello mare, e le piccole insenature cristalline dellamassimo di soli 212 metri conduce dal Porto di costa orientale.Fornelli fino alla cima del Castellaccio, fortezza Il tratto settentrionale dell’Asinara è il più asproda cui si domina l’intero Golfo dell’Asinara, e selvaggio, qui si trovano anche i percorsilaggiù il mare turchese dello stretto di Fornelli più impegnativi sia per arrivare ai 408 metrinon ha eguali. di Punta della Scomunica, sia per ammirareLa zona centrale è disseminata di ruderi, prova il punto più a nord dell’isola, dove domina iltangibile del passaggio umano, soprattutto degli Faro di Punta dello Scorno. In entrambi i casiultimi centocinquanta anni. Le tracce dell’isola si può trovare ristoro in un ombroso bosco dicome luogo di espiazione sono molto chiare, lecci, unici alberi superstiti dei tempi passati,come la sofferenza dei campi di prigionia è ai confini con rigogliose distese di ciclaminiancora palpabile e contrasta con la pace e selvatici.i colori che riempiono il cuore. Gli asinelli Lentamente, lungo questi sentieri, si riscopronobianchi affollano la strada di Campu Perdu, l’isola e la natura dell’Asinara che, aspra esempre pronti a farsi fotografare, mentre i cavalli selvaggia, racconta la storia di un luogo cheriposano nei box del maneggio. In questa parte desidera essere scoperto e vissuto ma anchedell’isola il dislivello dei trekking è più dolce protetto e amato.www.asinara4x4.com • [email protected] • Mobile: +393472151286150 sardegnaimmaginare
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