Important Announcement
PubHTML5 Scheduled Server Maintenance on (GMT) Sunday, June 26th, 2:00 am - 8:00 am.
PubHTML5 site will be inoperative during the times indicated!

Home Explore CopertinaSardegnaImmaginareN7sfogliabile

CopertinaSardegnaImmaginareN7sfogliabile

Published by Sardegna Immaginare, 2017-11-16 06:43:09

Description: SardegnaImmaginare N7
Il viaggio di Sardegna immaginare prosegue. Un viaggio lento e paziente per scoprire gli angoli più nascosti dell’isola. Senza immaginazione. La Sardegna non si deve immaginare. In questo numero: Le torri spagnole delle coste sarde; il Lido Iride quando la movida animava Platamona; l'isola, l'uomo e i cavalli, una passione senza fine; i murales di Orgosolo; le miniere di Buggerru; i riflessi di Chia; il Tempio di Antas, Bardili, Atzara, Ales, Asinara e tanto altro...

Search

Read the Text Version

sardegnaimmaginare 51

52 sardegnaimmaginare

i vicoli di Orgosolo i ritratti di Diego Rivera, storie, espressioni di protesta contro i governi,padre del muralismo messicano, e Frida Kahlo ma anche sogni e speranze. Il muralismo sardoche sembra uscire da una delle abitazioni del è l’unico movimento artistico contemporaneopaese, perfettamente inserita nell’edificio che che sopravvive in Europa. Ancora oggi, infatti,la ospita. Le possenti figure femminili che si possono ammirare delle opere del 2016 chetrasportano l’acqua o accolgono tra le braccia descrivono avvenimenti a noi molto vicini comei loro bambini derivano dalla pittura cubista e il murale dedicato a Pinuccio Sciola, dopo la suadescrivono le donne sarde protagoniste di una recente scomparsa. Si ritrovano le sue magichesocietà tipicamente matriarcale. I loro corpi pietre ed elementi scultorei, come il volto dallemassicci ricordano le immagini votive della dea tipiche forme scomposte di derivazione cubista.madre, rappresentata nelle statuette di epoca Un pensiero della scrittrice Michela Murgia lopreistorica. Anche i patriarchi di queste antiche descrive come colui “sotto le cui mani cantavanofamiglie, ripresi con le loro mani nodose e i volti anche le pietre”.rugosi, segnati dal sole dei campi, osservano il I murales sono anche testimonianza storica:visitatore da queste pareti dipinte. i primi vennero realizzati alla fine degliNel cuore della Sardegna l’arte è protagonista, anni Sessanta, all’epoca della contestazionedecora un intero paese e tramanda antiche giovanile, ed esprimevano un atto di protestasardegnaimmaginare 53

nei confronti di governi considerati ingiusti. delle ingiustizie nel ritratto del capo indiano, adNel 1975 Francesco Del Casino insegnante esempio. Negli anni Ottanta Del Casino e glidi arte senese che, all’epoca, esercitava la sua altri artisti cominciarono a dedicarsi alle sceneprofessione a Orgosolo, decise di decorare di vita quotidiana ed ecco comparire i ritrattialcuni edifici del paese, assieme ai suoi alunni, di uomini e donne di Sardegna, coi loro abitiin occasione del trentesimo anniversario tradizionali, i pastori con i greggi di pecore e idella Liberazione dell’Italia. Fu solo l’inizio contadini nei campi.di una lunga serie di suoi murales. Lavori in A Orgosolo tutti gli edifici, dal municipio allecui è possibile riconoscere diverse fasi; nella comuni abitazioni, sono decorati con immagini,prima la tematica principale è la politica: divenute la voce non solo di una comunità macampeggiano i volti di Gramsci e di Salvador di tutta l’isola. I murales sono l’espressioneAllende ed è chiara la denuncia dei soprusi e artistica di un messaggio sociale e proprio per54 sardegnaimmaginare

sardegnaimmaginare

l’aspetto comunicativo che li caratterizza spesso abbracciassero ancora una volta avvenimentihanno associata una citazione all’immagine. contemporanei. In quell’occasione l’artista si èTestimone di questo fenomeno, un’opera occupato anche del restauro di alcuni dei vecchirecente che ritrae una figura femminile nuda, murales, realizzati con materiali economici eimmersa in un contesto industriale e affiancata dunque esposti all’azione del tempo. Più volteda una frase di Grazia Deledda: «Le grandi cose si Del Casino aveva sottolineato la necessitàdicono in silenzio». di intervenire sui murales e garantire la loroNel 2016 Francesco Del Casino, autore della conservazione, vista l’importanza che oggiquasi totalità dei murales di Orgosolo, è hanno assunto nel panorama turistico ditornato in paese per dar vita a nuove opere che Orgosolo e più in generale dell’isola.56 sardegnaimmaginare

sardegnaimmaginare

Reportage VITA DA HIPPY STORIE QUOTIDIANE DALLA VALLE DELLA LUNA di Eleonora D’Angelo • foto di Valeria La Torre Cala di L’ea sardegnaimmaginare58

sardegnaimmaginare 59

NNella Valle della Luna si entra in modo Scorcio di Cala di L’ea cauto, perché la discesa fra pietre e ruscelli può nascondere uno scivolone. Pian piano, vengono qui e, se il tempo lo consente, si durante il percorso, si aprono le porte di questo fermano a dormire nelle grotte scavate dal splendido luogo: le rocce spaccate a metà come vento per svegliarsi col canto dei gabbiani. piovute dal cielo, le testuggini che sorridono al Così fanno due sorelle con l’arte nel sangue, loro habitat naturale, la gente del genere più Mary Isabelle ed Ermelinda che sembrano vario che si incontra. incontrarsi per caso nella Valle della Luna. Arrivati a Cala di L’ea, ritrovarsi a rotolare per La prima rimane per lunghi periodi ed espone terra e a giocare con i cani è un attimo: luogo bellissime creazioni artigianali: borse, marsupi assolutamente sconsigliato ai perfettini, a chi deve e porta accendini realizzati in plastica riciclata. controllare ogni minuto la riga dei capelli e a La seconda si occupa di restauro e si precipita chi ha paura di sporcarsi. in Valle appena gli impegni glielo consentono. Gli abitanti della Valle vivono così, con i loro Poi c’è Aquila, più che un personaggio animali, a contatto con la natura. Ci si siede un’istituzione. Sfoggia lunghi dreadlocks (capelli sulla sabbia, ci si rinfresca con una birra, si rasta) e ha una perla di filosofia per tutti. La parla del più e del meno e si fanno riflessioni felicità, a detta sua, è il luogo in cui scegli di importanti sulla vita. vivere, è amare quello che fai e circondarti di Ci sono figlie dei vecchi hippies che continuano persone che ti fanno stare bene. Come dargli la tradizione dei genitori: quando possono torto? Per questo rimane in Valle anche in inverno come del resto Peter, con la sua inseparabile60 sardegnaimmaginare

Il Totem della Valle della Lunasardegnaimmaginare 61

I percorsi della Vallecagnetta Frida, sempre pronta al lancio del dovuti alla cattiva abitudine di turisti e non,bastone e al riporto svelto. privi di cura dei luoghi che visitano.Marco, invece, imprenditore romano, si ritaglia Quanto cala la sera sulla Valle si accendono ispazi dal lavoro e raggiunge gli altri in estate. falò e risuonano le canzoni, intonate alla LunaÈ una persona affabile: basta una parola per e a lei dedicate. Fanno eco, vibrano nell’ariaattaccare bottone, specie la sera di fronte al e nell’anima dei presenti riempiendola difuoco, quando ci si rilassa di più. Con il suo spensieratezza, come aliti di vento nelle serecappello alla Crocodile Dundee e l’abbronzatura d’agosto.da indiano d’America, è sempre disponibile a Cautela, silenzio, rispetto e cordialità sono lefare da guida, assieme ai suoi pastori tedeschi, chiavi d’accesso alla Valle della Luna: un luogoche hanno imparato a memoria ogni sentiero. che sa dare tanto, in cui il benvenuto è di casa aConoscere queste persone è come mangiare patto che, naturalmente, non si violino le regolemarmellate di pesca, lampone, arancia e così del quieto vivere e della tutela del contesto invia: i sapori sono diversi ma condividono gli cui si è ospitati.stessi principi. La Valle della Luna è un luogo in cui ci siGente normale, rispettosa in primo luogo del avventura con cautela, a piccoli passi, perposto in cui ha scelto di vivere per brevi o lunghi evitare cadute, o peggio, di calpestare i fiori.periodi. La stessa che ha disseminato il territorio Il rispetto qui è un passo dietro l’altro, è nell’aria,di cartelli che invitano al rispetto degli alberi negli occhi dei suoi abitanti.e a non abbandonare rifiuti. Comportamenti62 sardegnaimmaginare

Cene attorno al fuoco La notte in Valle: musica e canti sardegnaimmaginare

LE SCULTURE NATURALITRA LE ROCCE DELLA GALLURAdi Eleonora D’AngeloLLa natura allestisce spettacoli straordinari che Mare che si infrange sulle coste nella Valle della Luna si trasformano in un palcoscenico di luce e rocce, alberi contorti e un quadro di milioni di anni, firmato dal soffio bizzarri, creazioni del vento che leviga e disegna, del Maestrale e dal mare. dell’acqua che erode e... partorisce forme. L’atmosfera è mistica, quasi surreale, ma segnata Si è a due passi da Santa Teresa, sul promontorio da orme umane recenti: quelle degli hippies degli di Capo Testa: luogo invaso dal turismo di anni Sessanta che ne fecero la loro casa. alta stagione ma che riserva ancora angoli Fuggire dalla società, ascoltare gli elementi per incontaminati, e li cela dietro un cancello in entrarvi in contatto, parlare con spiriti ancestrali legno con una scritta arcobaleno. e vedere, in quelle pietre multiformi, la più alta L’ingresso alla Valle (in realtà si tratta di un espressione del Creato. Tra falò, nudità ed estasi, sistema di circa sette valli) inaugura un percorso i figli della Valle ebbero il tempo di regalarle il profumato fra mirti, corbezzoli ed eriche che nome. Si racconta che una notte, meravigliati porta a Cala di l’ea (ea in sardo gallurese significa dal riflesso della luna sulle rocce, battezzarono il acqua) e il paesaggio è a dir poco incantevole: luogo col nome più rappresentativo e familiare. Il loro passaggio è segnato da un totem che troneggia su Cala di l’ea, attorno al quale, ancora64 sardegnaimmaginare

La Valle della Luna all’imbrunire Forme antropomorfe sardegnaimmaginare 65

Forme antropomorfeoggi, discendenti degli hippies e curiosi visitatori L’immaginazione in questo luogo di suggestionisiedono assieme raccontandosi vite diverse, è una forza libera e senza confini. Chiunquericongiunte per magia dalla Valle. passeggi nella Valle può scorgere volti e formeQuesta magia si avverte nelle piante che nuove e dare un nome, perché no, a quellaabbracciano il granito, il quale a sua volta, si visione.innalza al cielo e assume sembianze viventi. C’è A destra di Cala di L’ea si aprono crateri di rocciail promontorio detto Mano dell’Orso per la sua a picco sul mare: trampolini per un tuffo nel bluforma ad artiglio e ricurva, la Roccia del Dinosauro o appigli per chi pratica snorkeling. Poco più in là,che ricorda i contorni di un animale preistorico. un Eden di campanule e fiori dalle tinte vivaciI simpatici nomi sono frutto della fantasia umana anticipa rupi e massi grandiosi. In apparenzache l’aspetto della Valle rende incredibilmente inaccessibili, sono i passaggi per le altre valli chefervida. Esempio lampante è Il Teschio, si dipanano da quel punto. Più precisamente lasoprannome attribuito a Punta La Turri, la vetta quarta e quinta, paradisi sconosciuti ai più. Lapiù alta della Valle (128 m.s.l.m.) che sembra sesta e la settima invece, altrettanto belle, hannoosservare i passanti dai solchi di grandi occhi. tragitti impervi e riservati ai climber.66 sardegnaimmaginare



COLORE PROFONDO DI MARE SENZA LUNA, FORZA DI VULCANO CHE DIVENTA ELEGANZA.PERSISTENZA DI FIAMMA CHE NON MUORE, COME UN AMORE CAPARBIO O BRACE SCINTILLANTE.



Feste e tradizioniL’EISIOCLAAV,AL’LULIOMO UNA PASSIONE SENZA FINE di Maria Fiori • foto di Giovanni Porcu70 sardegnaimmaginare

Cavalli nella Nurrasardegnaimmaginare 71

Sassari - La Cavalcata SardaIIl cavallo selvatico ha avuto modo di correre, certamente nella sua assoluta libertà, le distese sarde seimila anni prima di Cristo: attestazioni fossili ne raccontano l’esistenza e la successiva amicizia con la popolazione nuragica. Presumibilmente lo stretto rapporto che lega il sardo ai cavalli potrebbe aver avuto inizio in quest’epoca per evolversi con l’arrivo di quelli introdotti dai Fenici e dai vicini africani. Ma anche al contrario e aver mostrato che questa razza endemica ben si adattava alla convivenza e alle fatiche della gente. Divenuto, poi, presenza costante in ogni momento importante della vita dell’uomo sull’isola, indispensabile componente nelle attività di lavoro e trasporto, il cavallo è l’elemento prezioso e imprescindibile che completa con fierezza ogni esibizione: manifestazioni equestri, di natura ludica o religiosa, che si susseguono in ogni angolo della Sardegna. Il cavallo viene precedentemente studiato, preparato con cura, quasi “sentito” e provato. Infine scelto e custodito con riguardo. Ed eccolo addobbato, protagonista della tradizione: quando alla Sartiglia eleva su Componidori nell’assunzione del suo ruolo cruciale, evitandogli il contatto con la nuda terra, coi Miliziani a protezione di Sant’Efisio, nelle Ardie con i loro giri apotropaici, le giostre, le cavalcate. Uomo e cavallo si supportano e si completano in un silenzioso dialogo in cui solo le anime prevalgono, avvinte in un unico respiro. Per la sua ambivalente natura, fedele compagno ma anche spirito libero, è attore principale di storie72 sardegnaimmaginare

Sassari - La Cavalcata Sarda



Bonorva - Le Pariglie

Sedilo - Ardia di San Costantino

Paesaggio sulla Sassari-Olbiae leggende tradizionali sarde delle quali la più suggestiva è quella che narra dell’esistenza dei caddosbirdes, nominati quali i più belli, dotati di poteri magici e sorgente di vita ma anche portatori di rovina.Dualità che ancora si legge nelle suggestive grandi impronte dei cavalli verdi, poste accanto alle domusde janas di una località del sassarese, da guardare da lontano per non subirne la sventura; mentre, nelcentro Sardegna, raffigurazioni di cavallini del medesimo colore vengono poste sui tetti ad augurarebuona sorte.«Non c’è uomo senza cavallo» è il detto di un paese dell’entroterra che ne attribuisce uno anche achi, in realtà, non lo possiede e va letto come una ricerca del sé, della consapevolezza e dello spiritoguerriero, sempre pronto alla lotta. Spirito che ancora anima i cavalli liberi del Sarcidano e quelli fieri,nella loro piccola taglia, della Giara.Piccole oasi che rimandano a un tempo di percorsi ampi e spazi illimitati in cui correvano ostacolatio guidati dal vento isolano che, come un buon padre, ha saputo temprarli e fortificarli, con lo stessoamore e cura con cui ha reso forte ogni suo abitante.sardegnaimmaginare 77

Memorie dal passatoISTANTANEE MINERARIELA NUOVA VITA DI BUGGERRU È NEI RICORDIdi Antonio AtzaDDurante l’Impero Romano a quattro chilometri Ingresso della galleria Henry - ph Enzo Cossu da Buggerru (dal sardo mungerru, dove i pastori mungevano le greggi) esisteva un paese di est di Buggerru, i terreni erano ricoperti di una contadini, pastori e minatori (forse schiavi), di rigogliosa foresta naturale ed erano di proprietà nome Metalla. Si dice che le sue abitazioni siano della famiglia Modigliani (imparentata col scomparse sotto le maestose dune di sabbia che, famoso pittore) con sede a Grugua. Producevano nel tempo, hanno coperto la vasta macchia carbone e dunque deturpavano la lussureggiante mediterranea e si sono spinte sino ai piedi dei vegetazione. Spedivano il materiale estratto da monti lontani dal mare, formando il deserto più Cala Domestica, via Carloforte, in Europa e in grande d’Europa. particolare a una società metallurgica francese Attorno al 1853 iniziarono timide ricerche che inviò un suo collaboratore col compito di minerarie ma furono presto abbandonate. Nel verificare la regolare spedizione e controllare la 1861 a mezza costa del monte Mummullonisi, progressiva deforestazione. Si chiamava Remy noto anche col nome Sa punta de su guardianu, Jacomy e fu il primo abitante di Buggerru. Era che degrada verso Capo Pecora fino al mare, il 1863 e ancor oggi si ricorda quella famiglia, fu costruita una fonderia; chiusa dopo qualche funestata dalla scomparsa delle due bellissime anno, per trattare vecchi resti piombiferi. A sud giovani figlie. Il centro minerario fece la sua fortuna grazie alla ricerca e allo sfruttamento dei minerali78 sardegnaimmaginare

La chiesa di Buggerru nel primo ‘900 - Archivio Atzapiombo argentiferi, delle calamine, della blenda La società Malfidano ha sede a Parigi in Place(zinco). Il paese, sovrastato da monti per tre lati, Vandôme e durante il Fascismo diviene Societàsi distende su una grande valle che si allarga Pertùsola Spa con sede a Genova e quotata inverso il mare, quasi a volerlo ricevere con gioia. borsa.A est del canalone, in una profonda gola da L’attrazione per un lavoro, seppur duro einferno dantesco chiamata Malfidano (dal sardo pericoloso, attira centinaia di famiglie: sardi e,malafidadu e cioè malfidato), viene costruito il più in generale, italiani della penisola e francesi.pozzo Renato. Si trova così uno dei più importanti Nasce una nuova comunità capace di conviveregiacimenti minerari d’Europa, dove migliaia di serenamente, nella Buggerru cosmopolita.persone, giornalmente, saranno inghiottite nelle Tanti erano gli arrivi che, in carenza di alloggi,viscere della terra, piene di insidie, spesso mortali. certe famiglie dormivano anche nelle grotte.Viene costituita la società Anonyme des mines de Il paese pulsava freneticamente e, in breveMalfidano che acquista tutti i terreni limitrofi e dà tempo, raggiunse circa dodicimila abitanti,l’autorizzazione a maestranze, dirigenti, operai e lavoravano novecento persone all’esterno eimpiegati di costruire le loro abitazioni, tenendo tremila all’interno; a cottimo lavoravano ancheper sé il sottosuolo da utilizzare per eventuali le donne e i bambini, dai dodici anni compiutiricerche. come cernitori. Oltre la miniera di Malfidano,sardegnaimmaginare 79

Insabbiamento della prima auto targata 13/1 Decauville (FR) lungo la Portixeddu-San Nicolò- Archivio Atzail circondario era affastellato in piccole e medie della sirena che ricordava quello degli allarmiminiere e la più importante era Planusardu, abitata aerei della Seconda Guerra Mondiale. Buggerruda minatori. nel 1904 ebbe un triste primato: il primoPer recarsi al lavoro dovevano percorrere a piedi, sciopero generale in Europa in cui si registraronosotto le intemperie o il sole cocente, due o tre vittime per l’intervento dell’esercito. I lavoratorichilometri a piedi: uscivano dalle case vicino al chiedevano un miglior salario e maggioremare, si formava via via un gruppo di un migliaio sicurezza. Si fecero lavori di alta tecnologiadi uomini forti e possenti, con il loro genuino industriale mineraria, meccanica e chimicama scarso pasto all’interno di contenitori, era come la galleria Henry che costeggia ancora ilaccompagnato dal saluto dei familiari come rito mare verso Planusardu. Si migliorò il percorsopropiziatorio. Portavano con loro le lampade per ottimizzare il trasporto del materiale estrattoall’acetilene. Al termine del turno la colonna e fu costruita una centrale elettrica. A Buggerruumana, quasi irriconoscibile, percorreva la stessa tutto era organizzato come un microcosmostrada a ritroso. Tutti erano distrutti e sfiancati e la vita quotidiana nel centro minerario eradal massacrante lavoro. La paga però era buona totalizzante, impregnata di dignità, di forza die permetteva loro di vivere in modo decoroso. volontà e di sopravvivenza. Non mancavanoIl cambio turno era scandito dal sinistro sibilo la chiesa, l’ospedale che serviva anche i paesi80 sardegnaimmaginare

Ripascimento del litorale Portixeddu-San Nicolò - Archivio AtzaSpiaggia di Portixeddu - ph Enzo Cossu sardegnaimmaginare 81

Lavoratori per il rimboschimento - Archivio Atza Scorcio panoramico della galleria Henry - ph Enzo Cossu82 sardegnaimmaginare

limitrofi, la farmacia, la caserma dei Carabinieri Buggerru oggi- ph Enzo Cossue della Finanza, l’asilo, una scuola elementare dibuon livello, la scuola di musica, la biblioteca, il Flumini Maggiore si poteva paragonare a unadopolavoro con biliardo e gioco delle carte. Ma città sicuramente più organizzata nei servizianche il circolo impiegati, il teatro, il cinema, gli e, nella vita quotidiana, aveva anche i negoziuffici di poste e telegrafo. La comunità, inoltre, in con le vetrine, l’atelier di moda, la pasticceriaoccasione di alcune feste, come Santa Barbara, dove sfornavano degli ottimi bignè. Il prete nonpatrona dei minatori, San Pietro, patrono dei vedeva di buon occhio tutto questo fermento epescatori e giorno di paga, veniva coinvolta a la vita libertina e festaiola di Buggerru, unica inpartecipare a gare di nuoto, di barche, di pesca Sardegna tanto guadagnarsi il nome di piccolae di tennis. Si organizzavano balli e sfilate in Parigi.maschera in occasione del Carnevale e fuochi Con i primi scioperi degli anni Sessanta, Buggerrud’artificio sul mare. iniziò a cambiare. La nazionalizzazione delleUn appuntamento estivo a Buggerru era l’albero miniere, assorbite da una società denominatadella cuccagna orizzontale che si adagiava dalla Piombo Zincifera, chiusa qualche anno dopo, posebanchina verso il mare. Arrivavano anche il circo fine all’Eldorado della zona.equestre e commercianti, provenienti dai paesi, Per la mancanza di lavoro i giovani buggerraicon i loro genuini prodotti tipici della tradizione migrarono verso altre destinazioni, lasciandosarda. Le feste erano cariche di spensieratezza e il paese in uno stato di desolazione e tristezza.allegria, nonostante il duro lavoro. Oggi le miniere sono chiuse e abbandonate maBuggerru pur essendo una piccola frazione di Buggerru continua a mantenere inalterato il suo fascino travolgente.sardegnaimmaginare 83

PROFUMO DI OMBRA MATTUTINA, TONI MORBIDI DELLA LUCE CHE NASCE, FINE COME LENUVOLE SOTTILI CHE DAL MARE ANNUNCIANO AI GRAPPOLI ASSONNATI IL RISVEGLIO DEL SOLE.



ItinerariI RIFLESSI DI CHIASCORCI E PROSPETTIVE DEL MARE PIÙ BELLO D’ITALIA di Laura Fois • foto di Ivan Sgualdini Cala Cipolla sardegnaimmaginare86

sardegnaimmaginare 87

Sa Colonia vista dalla torre sardegnaimmaginare88

F CalaCipolla «Fino a venticinque anni fa il litorale di Chia era quasi sconosciuto, tutti andavano al mare a Villasimius e a Costa Rei. Solo da una decina di anni sono mutate le abitudini e la gente ha riscoperto queste zone», racconta Silvia dello stabilimento Ali del Mare, la prima struttura turistica sorta sul litorale di Chia, nel 1994. Nel 2017 lo scettro del mare più bello d’Italia, secondo la Guida blu di Legambiente e Touring Club Italiano, se lo aggiudica proprio Chia, frazione costiera di Domus de Maria. Siamo nel sud-ovest della Sardegna, regno del Maestrale e del Levante che leviga dune e ginepri. Qui poco è cambiato dal punto di vista della ricettività, dei parcheggi, delle aree di aggregazione. Molti di questi servizi, purtroppo, ancora mancano. Molti turisti, fedeli a queste acque cristalline, dicono di essersi adattati a questo angolo di paradiso. Sarà che chi ci lavora ogni estate lo fa con passione e dedizione, sarà perché la sabbia è rimasta intatta e cambia d’aspetto, seguendo il colore e il calore del sole. Da quasi bianca e finissima al mattino, a beige e rovente nel pomeriggio, fino al rosato al calar della sera, mentre lo scenario diventa via via più incantevole, tra venti e silenzi. Silvia afferma di avere dovuto studiare il francese: i mutati scenari geopolitici e internazionali hanno portato nuovi turisti a fare ilsardegnaimmaginare 89

Sa Colonia bagno a Su Giudeu, una delle spiagge più suggestive di questo lembo del Sud Europa che all’orizzonte guarda solo al mare Mediterraneo. Alle sue spalle, una laguna (Su Stangioni de Su Sali) dove ancora è possibile osservare i fenicotteri rosa e, più lontano, una macchia di vegetazione dove case e resort si inseriscono senza intaccare un paesaggio degno di un dipinto. Qui le colate di cemento ancora non sono arrivate e sarebbe bene non arrivassero mai. Da ovest verso est, il litorale comprende Cala Cipolla, Su Giudeu, Spiaggia Campana Pontile, Spiaggia Campana Dune, Cala del Morto, Cala de Sa Musica, Baia Chia, Sa Colonia, Su Portu. Questo non è il luogo giusto per la vita da bagnanti in panciolle, ci sono infinite possibilità di fare trekking, di praticare sport acquatici e non, il golf per esempio. Si trova anche un’antica strada romana da percorrere, anche in mountain bike per gli avventurieri: parte da Pinus Village e arriva fino alle prime spiagge di Chia. Un sentiero che profuma di lentisco, cisto, euforbia, erica e, in primavera, di ginestra e di acacia. Scogliere verdi e di granito calano a picco su un mare limpido e azzurro. Dall’altra parte il sentiero porta fino a Nora, area archeologica dove sono presenti testimonianze nuragiche e fenice e soprattutto insediamenti punici e romani.90 sardegnaimmaginare

sardegnaimmaginare Cala del morto 91

Spiaggia di Torre di Chia In questa terra ci pensa il vento a modellare il paesaggio abitato e protagonista già nei secoli prima di Cristo. Chiedetelo ai sardi che conoscono il loro passato e non riescono più a essere storicamente e cronicamente riservati. Silvia ricorda di avere passato dei Ferragosti nel mare più bello d’Italia senza quasi anima viva. Da diversi anni, di domenica quando il litorale è affollato, le persone si accontentano di stare all’inizio della spiaggia, al limite della strada, pur di bagnarsi in queste acque e di passeggiare lungo una striscia di sabbia che non fa invidia ad altre mete oceaniche più blasonate e costose. Qui siamo in Sardegna e il nostro destino ancora lo dettano la marea e la natura. Chia è magia e per questo ancora ci si “accontenta” di essere baciati dal sole e schiaffeggiati dal vento.92 sardegnaimmaginare



Memorie dal passato di Elisabetta PoetaLA CHIAMEREMO «COSTA REI» ECCO LE ORIGINI DEL NOME DI UN EDENDDal Belgio alla Sardegna, a caccia di una terra Lo scoglio di Peppino - ph Ivan Sgualdini su cui investire, un’occasione che ha portato alla curiosa assegnazione di un nome, Costa che impiegano la loro terra per il pascolo. Rei. Si trova nella costa sud orientale dell’isola «Il turismo degli anni Sessanta non era quello e si estende per una decina di chilometri tra che conosciamo oggi - spiega l’imprenditore - Capo Ferrato e Cala Sinzias. Oltre alle sue note non era facile reperire agevolazioni regionali o bellezze naturalistiche, l’origine del suo nome è comunali per costruire o rivendere, e tantomeno una storia da raccontare. E mentre l’ Aga Khan avere il sostegno di imprenditori locali». nel 1962 si interessa già alla Costa Smeralda, Vicino all’albergo Villa Rei, già esistente, a due l’agente immobiliare belga, Guido Van Alphen, passi dal promontorio omonimo, Van Alphen e decide di cercare terre da acquistare, per il suo socio acquistano ottanta ettari, a ottocento rivenderle o utilizzarle per le proprie attività. metri dal mare, e si occupano di strade e di Insieme a un collega, stabilitosi a Cagliari, allacci di luce e acqua. Danno vita così a nuove prende i contatti con alcuni proprietari strutture turistiche. terrieri di Villagrande Strisaili, allevatori «Iniziamo a fare pubblicità a tutta quella parte di territorio, vicino al golgo utilizzando il nome di Costa Rei – continua il suo racconto94 sardegnaimmaginare

Costa Rei nel 1962sardegnaimmaginare 95

I primi lavori stradali nella lotizzazione di Monte Nai (1966) Costa Rei - ph Ivan Sgualdini96 sardegnaimmaginare

Brochure Hotel Villa Rei– per seguire meglio le attività, mi trasferisco in da allora sono tante: se un tempo i turistiSardegna con mia moglie e mia figlia per circa apprezzavano i prodotti artigianali in sughero,nove anni, in un secondo momento acquistiamo oggi prediligono scegliere i vini ad esempio,anche altri terreni a Muravera». prelibatezze sarde che rendono l’isola famosaZone che nel tempo sono diventate forte nel panorama internazionale. Sono felice diattrazione per i turisti; ma Van Alphen è quanto la fama di questa costa sia giustamentecostretto ad abbandonare il progetto nel 1973 cresciuta nel tempo».a causa della difficoltà forse troppo evidenti per Divenuto una sorta di pioniere del turismo neluna piccola agenzia immobiliare come la sua. sud dell’isola, Van Alphen conserva ancora«Da quel momento altre agenzie e altri la Sardegna nel cuore e mantiene saldo il suoenti hanno iniziato a parlare di quelle terre, legame anche grazie agli altri figli nati propriochiamandole Costa Rei. E così è come se qui. Oggi continua a visitarla, a incontrare degliavessimo dato noi il nome a quei luoghi. E il amici sardi e anche sua sorella, che ha decisonostro primo intervento ha dato, sicuramente, di fare di questa terra la sua casa. Un amoreulteriore impulso e fiducia a chi ha creato speciale che dura da oltre cinquant’anni.villaggi e alberghi dopo di noi. Le differenzesardegnaimmaginare 97

Notizie dell’ariaALGHEROE IL PICCOLOPRINCIPEANTOINE DE SAINT-EXUPÉRYIN VOLO NEI CIELI DI FERTILIAdi Luca Granella

UUno scrittore prestato all’aviazione o un aviatore in prestito alla letteratura? Come definire Antoine De Saint-Exupéry? L’autore del Piccolo Principe, opera tradotta in centinaia di lingue, seconda solo al Vangelo e al Corano, nasce a Lione il 29 Giugno 1900. Epoca contemporanea allo sviluppo dell’aviazione, un mondo, quello dell’aria, che lo conquista e “travolge” sin dalla sua infanzia per un’innata passione per il volo. Pilotare gli aerei, divenuti il senso della sua vita, portò Saint-Exupéry al conseguimento del brevetto di pilota commerciale a soli venti anni. La voglia di spingersi al limite, a bordo dei suoi amati velivoli, gli permetterà di compiere imprese memorabili, volando nell’Aéropostale, meglio nota come Compagnia Generale di Imprese Aeronautiche Latécoère. Consegnerà la posta su tratte di oltre 5000 km sulla rotta Marsiglia-Algeri-Dakar nel 1930 e, una volta promosso a Direttore della linea Argentina-Franci, arriva a Buenos Aires dove incontrerà l’amore della sua vita. Il rapporto con la Sardegna nasce in seguito alla sua permanenza negli Stati Uniti, quando, agli inizi degli anni ‘40, si arruola nell’aeronautica statunitense, con l’intento di rientrare in Europa, a supporto della sua Francia, invasa dai tedeschi durante il Secondo Conflitto Mondiale. Promosso a grado di comandante, viene assegnato, a partire dal 16 Maggio 1944, alla base dell’aeroporto di Alghero-Fertilia, dove opera uno stormo di P-38 Lightning. L’incarico affidato a Saint-Exupéry prevede cinque missioni di sorvolo del territorio, compreso tra la Corsica e le coste francesi, per documentare, con gli apparecchi installati sui velivoli, la presenza di avamposti e siti della contraerea tedesca. Il pilota-scrittore ha vissuto sull’isola per poco più di due mesi, nei quali la sua vena artistica ed espressiva è stata rapita dai colori, dai contrasti, dai profumi e dalle atmosfere respirate nell’antica Ichnusa. Una casetta di fronte al mare che bagna Porto Conte diventa il domicilio ideale per comporresardegnaimmaginare 99

100 sardegnaimmaginare


Like this book? You can publish your book online for free in a few minutes!
Create your own flipbook