MMusica e territorio, è questo il legame attraverso Trio Favata Gandhi Peghin - Asinara il quale Enzo Favata, - uno tra gli artisti sardi più attivi e conosciuti nel panorama musicale italiano al viaggio in Sudamerica (vedi anche Atlantico). ed internazionale - rappresenta la Sardegna. È così che il paesaggio entra prepotentemente nel- La musica così diventa un viaggio: l’idea è nata la musica di Enzo Favata, grazie soprattutto a un vent’anni fa, dopo aver maturato la decisione di percorso musicale e fisico fatto qualche anno pri- abbandonare il jazz più tradizionale per dare ini- ma, con lo studio da un punto di vista sistemico e zio a delle miscele di generi musicali. La logica e accademico della musica sarda. gli stimoli dati dai viaggi - fuori e dentro la Sar- E per studiare, Favata è andato fisicamente in giro degna - sono diventati elementi fondamentali, lo per le strade, per le piazze, per le cantine, ha par- testimonia uno dei suoi dischi più famosi, “Voyage tecipato a battesimi e funerali, a tante manifesta- en Sardaigne”, che ha ottenuto grande successo zioni religiose. Tutto questo ha avuto una grande con decine di migliaia di copie vendute. influenza e ha consentito di costruire un paesaggio Quando dunque è nato Voyage en Sardaigne, prima sonoro che poi ha avuto la necessità di con- Enzo Favata proveniva da esperienze e progetti frontarsi con il paesaggio fisico. precedenti. Come “Jana”, un lavoro dove si fondo- Voyage en Sardaigne è il primo lavoro che ha por- no musica sarda e jazz, ma anche musica classica e tato Enzo Favata a viaggiare per la Sardegna. Ma indiana e dove c’è l’incontro anomalo tra chitarra era anche il titolo di un libro di La Marmora pub- e violoncello. blicato nel 1826. Il progetto discografico nasce con Durante il viaggio artistico si arriva poi a dischi un opuscolo allegato, dove c’è il viaggio insieme come “Ajo”, fatto in collaborazione con Dino Sa- ai musicisti che allora collaboravano al progetto, luzzo: una idea legata al fatto che molti sardi emi- come i Tenores di Bitti. Nel libretto si ritrovano grati in Argentina avessero mantenuto per tutta anche delle monografie del libro di La Marmora. la vita il senso di nostalgia nei confronti della loro L’idea del viaggio è sempre stata molto vicina al terra, e una volta tornati sull’isola hanno invece paesaggio e alla musica. È proprio in questo con- scoperto la nostalgia per l’Argentina. L’opera apre testo che Favata giunge a “ Musica sulle Bocche” . Negli anni della sua carriera artistica l’artista ha viaggiato molto visitando paesi, ammirando i loro sardegnaimmaginare 101
Musica Sulel Bocche - Tramonto Capotesta 2013 Corrina Hewatt Dave Milligan U.T Ghandi Musica sulle bocche 2013102 sardegnaimmaginare
Enzo Favata paesaggi passando dal profondo nord (come le Iso- le Svalbard) fino all’Africa subequatoriale al Suda- merica al Giappone. Il discorso del paesaggio lavorando in giro per il mondo è nato casualmente, guardando un… pa- esaggio. Il nome e l’idea del festival, invece, na- scono a Santa Teresa Gallura dopo un concerto di promozione di Voyage en Sardaigne, durante la cena in un ristorante vicino alla punta estrema della Sardegna, dove dalla terrazza si potevano ammirare le bocche di Bonifacio. Quella sera sot- to suggerimento dell’amministrazione comunale e guardando quello spettacolare paesaggio nacque “Musica sulla Bocche”. Il festival è legato a doppio filo con l’ambiente che lo accoglie, tanto che in Sardegna è diventato an- che un format che ha fatto scuola. La musica nel paesaggio - anche per esigenze di spazi - doveva e deve esser fatta all’aperto. Così tut- to è venuto naturale, oltre alla tradizionale location della piazza si decise di far suonare i musicisti nella spiaggia, quindi la gente aveva la possibilità di ap- sardegnaimmaginare 103
Enzo Favata - Tenores di Bitti - The New Villlage - Mogoro 2013 Trio Favata Gandhi Peghin - Asinara104 sardegnaimmaginare
prezzare artisti e l’ambiente attorno (alba a Rena Trio - Favata Ghandi Peghin - Tempio di AntasBianca e tramonto a Capo Testa).Musica sulle Bocche è un progetto originale, dif- il via il 4 di agosto con i primi tramonti a Santa Te-ficile da imitare, perché le produzioni presentate resa Gallura: l’itinerario andrà alla ricerca di nuo-nascono lì, immerse in un contesto dove il pubbli- vi tramonti, quest’anno saranno più di 15 tra cuico viene anche coinvolto nell’happening delle pro- Asinara, Alghero, Bosa, Cabras, Flumini Maggio-duzioni originali, il paesaggio diventa uno stimolo re, Cagliari e Villasimius. Il criterio utilizzato dalche fa parte del momento artistico. Il concerto in direttore artistico Enzo Favata è sempre il territo-un teatro, o all’aperto (all’alba o al tramonto), cam- rio. La conformazione del paesaggio è importantebia totalmente le percezione del suono, perché in perché modella il suono e crea suggestioni forti; lateatro il suono ha una differente trasmissione; in gente quando ascolta i concerti ha una percezioneun concerto all’alba o al tramonto il paesaggio in- particolare del luogo dove si trova, vi è un’apertu-fluisce e partecipa al suono. ra diversa: lo stato d’animo permette di guardarsiQuando si è dentro un paesaggio o per arrivare intorno con occhi diversi. Un altro aspetto signifi-in quel paesaggio i musicisti e il pubblico devono cativo è quello temporale: per raggiungere i luoghiascoltare i suoni della natura (il vento, gli anima- in cui si svolge un concerto di Musica sulle Boccheli…). Quindi la natura e i suoi rumori entrano e non è necessaria la macchina, bisogna arrivarciinfluiscono sulla musica a seconda della situazione a piedi. Un piccolo accorgimento che permetteambientale. Questa è l’esperienza forte che è stato allo spettatore di prepararsi all’evento-incontro inpossibile fare a Musica sulle Bocche, a Santa Tere- modo diverso: i tempi si dilatano, sembrano quasisa Gallura per tanti anni. E pian piano la manife- rallentare. E durante il tragitto si incontrano altrestazione si è evoluta… persone, anche gli stessi musicisti, si crea una sortaIl Festival, giunto alla sua 14 edizione, si è sviluppa- di happening.to legato all’ambiente e la musica di Enzo Favata è Il Festival si dividerà in due parti la prima si svol-legata a doppio filo a questi luoghi, fermo restando gerà dal 4 al 26 agosto in giro per la Sardegna,che il paesaggio della Sardegna è antico e arcaico. mentre la seconda parte nonché quella più impor-E questo influisce in maniera determinante nelle tante si svolgerà dal 28 al 30 agosto nella cittadinascelte musicali. gallurese.L’edizione 2014 di Musica sulle Bocche prenderà sardegnaimmaginare 105
di Fabio Isman ILEGLRAIFBOENRETA La culla della biodiversità106 sardegnaimmaginare
Servizio fotografico di Mauro Sanna Grifone sardegnaimmaginare 107
LLe coste nord-occidentali della Sardegna, rimaste Cervo Sardo per lunghi tratti intonse, poco adulterate dallo sviluppo, dalla modernità e dalle speculazioni, conservazione inadeguato o cattivo, che richiede formano un piccolo paradiso terrestre: un Eden qualche intervento, o contromisura. in miniatura. E oltre alle bellezze intrinseche, Non godono di ottima salute nemmeno alcune tra le permettono di sopravvivere anche a rare specie specie animali tipiche della Sardegna. Ad esempio, di volatili, che si trovano quasi soltanto in queste la Foca monaca (per la scienza, Monachus monachus), zone. Insomma, il tratto tra terra e mare che i cui avvistamenti sulla costa orientale sono sempre spazia da Bosa alle coste settentrionali di Capo più sporadici e rari. O il Cervo sardo (Cervus Caccia, fino quasi all’Argentiera (che nel 1963 elaphus corsicanus), la cui popolazione, nel 1970, si ha cessato di essere un impianto minerario per era ridotta ad appena un centinaio di esemplari. estrarre l’argento, ma in parte, le strutture in legno L’allarme e la mobilitazione ne hanno permesso sopravvivono ancora) costituisce un regno del il salvataggio di uno degli ultimi branchi, a Monte fascino ambientale ed una culla della biodiversità, Arcosu, e una successiva ripopolazione; oggi, ne ricchezza che abbiamo imparato a conoscere, esistono circa 10 mila esemplari: oltre che nelle ed a proteggere, relativamente da scarso tempo: storiche aree del Cagliaritano (Sulcis, Arburese e l’Istituto per la Biodiversità del Costa Rica, un Serrabus), anche nel Sassarese, a Monte Lernio, Paese tra i capisaldi del genere nel mondo, è nato, nel comune di Pattada, alto oltre mille metri, in fin dei conti, appena nel 1989; e all’inizio, era come racconta il Rapporto Wwf sulla biodiversità, del soltanto un centro di studi. 2013. La sua presenza è stata sempre limitata alla Il Costa Rica è vasto appena un sesto dell’Italia, Sardegna e alla Corsica; ma è ancora vittima del tuttavia possiede il cinque per cento tra le specie di bracconaggio, la specie è sparsa in branchi lontani fauna e di flora esistenti al mondo: 850 di uccelli tra loro, che non comunicano, e anche per questo e oltre 1.400 di alberi; il nostro Paese, invece, è inserito nella “lista rossa”, che pur desta minori vanta 113 specie vegetali e 225 animali protette preoccupazioni, della Iucn, Unione mondiale per dalla direttiva europea “Habitat”; e la metà sono la conservazione della natura. in pericolo, insieme al 67 per cento degli habitat Un altro animale la cui presenza nell’isola è di interesse comunitario: versano in uno stato di assolutamente apprezzata sono i fenicotteri. Se ne ammirano negli stagni di Cagliari e di Cabras. E c’è da raccontare una storia interessante.108 sardegnaimmaginare
Nel 1992, una estrema siccità colpì l’Europa Fenicotteromeridionale; ne soffrì in particolare il Parco dellaCamargue, in Francia, la zona più importante per sardegnaimmaginare 109la riproduzione dei fenicotteri in Europa. Così,a uno stormo accadde di fermarsi negli stagnicagliaritani: depose le uova, e quindi, «per la primavolta» spiega il Rapporto, «il fenicottero nidificò inItalia». Numerosi esemplari furono inanellati, perpoterne seguire gli spostamenti.Un anno dopo, si insediarono anche a Orbetello, inToscana; in Puglia, a Magherita di Savoia; e nelleValli di Comacchio, nel Delta del Po, dove oggi c’èla più importante colonia italiana: il due per centodell’intera popolazione del Mediterraneo.S’è così scoperto che i fenicotteri sono dei “grandivolatori”: farebbero la felicità di qualunquecompagnia aerea. I loro viaggi più lunghi superanoi 3.500 chilometri. Uno, sardo, ha raggiunto ilParco nazionale di Djoudi, nel Senegal; un altro,inanellato nel 2004 nelle Saline di Macchiareddu,tra Capoterra e gli stagni di Cagliari, il 3 settembre2005 era nelle Saline de La Palme in Francia, inLinguadoca, e il giorno dopo, in quelle di Orbetello:in 24 ore, una distanza di oltre 670 chilometri. Unaltro ancora, da Comacchio è giunto in Siria inpochi mesi del 2007.Ma veniamo, finalmente, ai due volatili tipici dellecoste nord-occidentali della Sardegna, il Grifone
(Gyps fulvus secondo la classificazione di Carlo meridionale, fino in Grecia, Turchia e addiritturaLinneo, 1758) e la Berta maggiore (Calonectris in Iraq e Iran. La colonia di Cherso sopravvive perdiomedea): tra i loro habitat preferiti, purtroppo le locali abitudini pastorizie: circa 400 mila pecoreormai rarissimi, c’è proprio l’isola dei nuraghi. sono allo stato brado, raggiunte dagli uominiIl Grifone è un avvoltoio, un rapace, che può soltanto per prelevare gli agnelli, il che comportaavere ali larghe tre metri e pesare fino a sei chili. una grande disponibilità di carcasse.È caratteristico per il suo volare in tondo ad ali Popolamenti artificiali sono avvenuti in Svizzera espiegate: in larghe spirali che sfruttano le correnti Francia; in totale si stima che ne sopravvivano circaaeree; campa fino a 40 anni, e diventa maturo 18 mila esemplari. In Italia, la specie si è estintasessualmente tra i 5 ed i 7; depone un solo uovo, a ovunque, tranne che in Sardegna e poche altrecavallo di gennaio e febbraio; lo cova per quasi due Regioni, dove si cerca di reintrodurla: la Sicilia,mesi, e i piccoli restano nel nido circa quattro. Si l’Abruzzo, il Friuli Venezia Giulia; avvistamenti siciba soprattutto di carogne. segnalano anche nelle Dolomiti.La Berta maggiore, o Diomedea, è invece lunga Un tempo, era diffuso in tante zone sarde; daglicirca mezzo metro, pesa fino a circa sette etti, passa Anni 80, purtroppo, la sua presenza si è ridotta: sigran parte del tempo in mare aperto e torna sulla calcola che oggi esistano non oltre 60-70 esemplari,terra solo durante il periodo riproduttivo. Nuota con 20-22 coppie nidificanti, sulle coste di Bosa eagilmente, ma cammina in maniera un po’ goffa Alghero; e a fine Anni 80, 36 Grifoni, provenientied impacciata. Per mangiare, si tuffa in acqua da Spagna e Francia sono stati immessi sul Monteda una decina di metri, e cattura i pesci anche Ferru di Cuglieri, nell’Oristanese.inseguendoli sott’acqua. È caratteristica la voce A parte le colonie delle coste di Bosa, a Est di Capoche emette: versi striduli, simili al pianto di un Caccia, in territorio di Alghero, il grifone nidificaneonato, specie durante la notte. sulle falesie di Punta Cristallo e Punta della Pegna:Il grifone prospera in Marocco, Algeria, Spagna; dove gli è stato dedicato anche un carnaio, insulle coste adriatiche dell’Est, soprattutto sulle cui affluiscono le carcasse della zona, nel Parcoisole di Cherso e di Arbe; nell’entroterra europeo naturale di Porto Conte. Nel 2012, l’Ufficio110 sardegnaimmaginare
marittimo di Bosa, tra aprile ed agosto nel mare Bertadi Cala Fenuggiu, ha interdetto per la prima volta«la navigazione, l’ormeggio, l’ancoraggio, la pesca, Cristallo, l’accesso è proibito a chiunque. La speciela balneazione e ogni altra attività di superficie è tutelata dalla Convenzione di Berna, dal 1979;e subacquea professionale e diportistica», per nelle alture di Bosa, nel 2013 sono state rilevatetutelarne la riproduzione. Una trentina d’anni fa, 31 coppie, e 18 esemplari vi si sono involati: lafaceva il nido anche nel Supramonte; un progetto campagna riproduttiva ha raggiunto un successovorrebbe ora reintrodurlo ad Oliena, quantunque dell’85 per cento. Il volatile possiede un’ottimaun analogo tentativo sia fallito con il Gipeto (il vista, per cui scorge le prede anche da grandeGypaetus barbatus, chiamato pure l’Avvoltoio degli altezza; normalmente, vola in coppia, però tende aagnelli, che si ciba quasi solo di midollo osseo), a formare gruppi di più esemplari. Tra i suoi nemicicausa, pare, anche di esche avvelenate che l’hanno vi sono la maggior sopravvivenza del bestiamefatto abortire. grazie ai medicinali, che ne ha ridotto le fontiLa più recente minaccia alla sopravvivenza del d’approvvigionamento; le sostanze tossiche che siGrifone deriva da un progetto di espansione usano contro volpi e animali selvatici, e perfino iimmobiliare a Bosa, dove una società intende fitofarmaci per le colture. È considerato tra i piùedificare per 247 ettari, con campi di golf e grandi uccelli predatori del Continente; Foscoloquanto serve all’espansione turistica (come da Foschi, un ornitologo, di cui diremo, lo paragonaun’interrogazione del 2013), «fra cui a Tentizzos ai dinosauri: «A parte poche zone desertiche dihabitat naturale dei Grifoni e Sa Miniera, zona di Asia e Africa, dove sopravvivono tranquillamente,nidificazione per gli avvoltoi che, come dichiarato tutto il territorio dove vivevano è coltivato, abitato,da esperti naturalisti, trovano in questa’area controllato: impensabile trovare un animale dil’unica colonia naturale in Italia»: rischierebbe grandi dimensioni morto e abbandonato».di mettere a repentaglio la tranquillità, di cui Tutt’altro il discorso della Berta, che, comunque,l’animale ha assolutamente bisogno; non a caso, corre meno pericoli. L’epoca della riproduzionenel carnaio del Parco di Porto Conte, a Punta inizia a marzo; verso fine aprile, la coppia depone un unico uovo, che i genitori covano a turno. Si schiude tra giugno e luglio: il neonato ha delle sardegnaimmaginare 111
piume tra il blu ed il grigio. Lo alimentano in varie coste settentrionali dell’isola; le maggiorientrambi i genitori, con sistemi non ancora del concentrazioni, all’Argentiera e verso Capo Cacciatutto descritti, e comunque, pare, abbastanza (con un primato: oltre mille esemplari); a Capocomplessi. Soltanto ad ottobre, i nuovi esemplari Pecora e verso il Pan di Zucchero; a Capo Testaprendono il volo, e si riprodurranno dal quinto verso la Maddalena, e a Capo Comino.anno. Il volatile è molto diffuso: in America Più recentemente, nel 2013, il Parco nazionale dellameridionale, Africa, Europa del sud, Medio Maddalena ha rilevato 37 nidi nel suo territorioOriente. La maggior parte dei siti di nidificazione e scoperto che le Berte si spostano, per cercare ilè sulle coste delle isole nel Mediterraneo e cibo, fino alle coste fra Marsiglia e Perpignano, nelnell’Oceano Atlantico, come le Canarie, le Sud della Francia, della Liguria, della Toscana e delBerlengas e le Azzorre. Lazio. In Italia, sono state studiate particolarmenteQuest’uccello dei Procellariformi è quasi un a Forlì: in un palazzo del Trecento, Foscolo Foschisimbolo del Mediterraneo. Nel nostro Paese, le conduce il museo ornitologico voluto dal padrecolonie più rilevanti sono in Sardegna, alle Tremiti Ferrante (4 mila volatili imbalsamati di 400 specieed a Linosa, nell’arcipelago delle Pelagie, che diverse), che cominciò a occuparsi del settore nelcontiene la seconda popolazione più importante 1934.nel nostro mare di questo uccello marino, dove La sua biblioteca specializzata (110 riviste del settore)esiste un centro per lo studio della specie, diretto è tra le più fornite; la banca dati collabora con ida Bruno Massa, dell’Università di Palermo. principali centri specializzati europei; la sua famaLa Berta usa la terraferma quasi solo per fare il è ormai internazionale. Bene: Foschi ha studiatonido in piccole cavità, su rocce spesso appuntite. anche la vita delle Berte maggiori. Racconta: «AlleAl rientro, ammara a poca distanza dalla Tremiti, la prima volta in una grotta inesplorata,terraferma, che poi raggiunge. Da un non recente le abbiamo inanellate, per poterle riconoscerle;censimento, del 2006 e con 32 rilevatori, si sa che l’abbiamo fatto, con Pierandrea Brichetti, perle 5.310 Berte maggiori identificate erano presenti circa 30 anni, raggiungendo un campione di circa 300 esemplari: ormai, ogni nido ha il suo albero112 sardegnaimmaginare
genealogico». Si è così scoperto che questi uccelli, l’uomo che, ogni anno, ne raccoglieva centinaianei primi tre anni, si spingono lontanissimo: fino di uova. Oggi, i linosani sono consapevoli, invece,alle coste sud americane dell’Atlantico e oltre il della ricchezza che possiedono: ormai, l’anticaCapo di Buona Speranza, o nel Madagascar. Di tradizione si è interrotta. La biodiversità, di cuisolito tornano quando diventano sessualmente la Sardegna è tra i campioni in Italia, è un valorematuri. assolutamente non secondario. Uno scultore delIl maschio, più della femmina. Ma dopo aver dato Costa Rica trapiantato in Italia, Jorge Jiménezalla luce il figlio, la Berta maschio si prende una Deredia (con una statua, è stato il primo artistasorta di anno sabbatico, spiega sempre Foschi: lo non europeo presente nella Basilica di San Pietro),alimenta, e quindi vola in Atlantico, dove sono le racconta di un austriaco, che vive appunto in Costapiù importanti colonie della specie. Almeno nella Rica, e per farlo «vende ossigeno».metà dei casi, dopo 12 mesi torna, e nel suo nido Delle norme, specie nei Paesi dell’Europainiziale: la coppia si ricostituisce; la Berta femmina settentrionale, impongono, a chi edifica nuoviha atteso il suo compagno, a lungo vacanziero. impianti industriali o comunque consuma ossigeno,Una rara prova di fedeltà, quantomeno avicola, di di reintegrare quello così sottratto alla Terra: louna specie assai studiata anche dai francesi nelle può “restituire” in qualsiasi parte del pianeta.isole dello Stretto di Bonifacio, Lavezzi e Cavallo, Ecco perché quest’austriaco ha «già piantato oltree nelle Cerbicales, nel Sud della Corsica. 50 mila alberi; e per farlo, è debitamente pagato».Sono tutte faccende belle da conoscere, ma che Oltre alle proprie bellezze naturali, alle tradizioni,devono anche far riflettere un po’. Magari quando al mare e all’immutato interno, al suo folclore,si è in vacanza: cercare di non infastidire troppo la Sardegna ha certamente un’altra grandissimaquesti volatili, è un buon modo per non metterne a ricchezza da conoscere e da difendere: la prossimarepentaglio la già precaria sopravvivenza. Almeno estate, cercate i Grifoni nel cielo, e, di notte,nel passato, a Linosa, dove ne esistono a migliaia, ascoltate le Berte: sembrano emettere quasi unle Berte dovevano pure fare i conti proprio con vagito, e sono pure fedeli. sardegnaimmaginare 113
di Marella Giovannelli LOLLOVEMinuscolo borgo antico, scrigno della memoriaLLollove, antico villaggio incastonato nel verde, tra Chiesa di Lollove ruscelli e montagne, sembra incantato e sospeso nel tempo. Conta appena ventisei abitanti, unica donati, si erge la chiesetta di Santa Maria Madda- frazione di Nuoro che dista 15 chilometri. Non c’è lena, patrona del borgo, la cui costruzione viene un medico e nemmeno carabinieri o polizia; non fatta risalire all’inizio del 1600. L’interno del san- ci sono scuole, negozi e bar. In compenso c’è la tuario richiama le linee del tardo Gotico; conta tre trattoria “Sa Cartolina” di Tzia Toniedda che apre navate, scandite da quattro eleganti pilastri, e nove in occasione di manifestazioni, feste patronali e su arcate in trachite rosa. Le funzioni religiose sono preavviso telefonico. Un autobus collega Lollove a svolte ogni domenica da un anziano sacerdote pro- Nuoro con tre corse giornaliere. Si torna indietro veniente da Nuoro. Grazie alla sua disponibilità e nel tempo, immersi nei suoni e nei colori di una sensibilità, il prete è un punto di riferimento im- natura ancora intatta, passeggiando tra le stradine portante per la piccola comunità dei fedeli. acciottolate o chiacchierando con i vecchi davanti La tradizione orale dice che Lollove trae le sue al calore accogliente dei camini accesi. Il campa- origini dalla popolazione di un villaggio più antico nile si staglia contro il cielo terso; il fascino delle che lo sovrastava chiamato Selene (dal greco sele- antiche case con vista spettacolare sulla vallata ni, la luna). Si dice che da questo paese provenis- s’intreccia alle testimonianze di vita quotidiana e se il pastore che si sposò con una suora dell’anti- di devozione religiosa degli abitanti decisi a restare. co monastero. E la gente del posto cita spesso la Oggi il minuscolo villaggio, di aspetto ed atmosfe- leggendaria maledizione scagliata su Lollove da ra medioevale, è un luogo-simbolo dello spopola- alcune monache in fuga dalla borgata. Scandaliz- mento dei paesi dell’interno della Sardegna. zate dal comportamento delle loro consorelle che Fra le poche case abitate e i molti ruderi abban- avevano preferito i pastori e i piaceri carnali alla vita monastica, si erano fatidicamente pronunciate contro Lollove: “Sarai come acqua del mare; non114 sardegnaimmaginare
Servizio fotografico di Marella Giovannellicrescerai e non morirai mai”. I vecchi del postonon hanno dubbi: “Lollove è nata prima di Nuoroe dell’anno Mille; era Comune fino al 1811 e avevaalcune centinaia di abitanti nel Novecento”.Secondo lo scrittore nuorese Sebastiano Satta“Lollove nel 1896 ha trecentosessantasette abi-tanti e cinquantasei case. Ci si arriva, partendo daNuoro, per una stradicciuola, ora erta ora scosce-sa, ghiaiosa e dirupata, traversando vallate umidee fresche, o monticelli brulli e desolati. Le vie delpiccolo abitato sono ostruite da rocce e da massienormi, piene di ciuffi d’euforbio o di caprofico,tanto che non vi possono transitare né cavalli nécarri.”Il villaggio di Lollove, colpito da un’epidemia di va-iolo nel 1860 e da una fortissima carestia nel 1883,ispirò anche la scrittrice nuorese Grazia Deledda,Premio Nobel per la letteratura, che vi ambientò ilsuo romanzo “La madre”. A Lollove l’energia elet-trica è arrivata solo nel 1960. Gli anziani di oggiricordano che, da giovani, si ritrovavano nei duebar (zilleri), nella bottega di generi alimentari che sardegnaimmaginare 115
Trattoria di Lollove116 sardegnaimmaginare
Scorcio del borgo di Lollove orgogliosa, ospitale e consapevole del fascino del piccolo borgo medievale. Dietro ogni vecchio ci-ospitava il telefono pubblico e nel tabacchino del melio esposto nella casa-museo di Tzia Toniedda,villaggio. Si organizzavano i balli nel cortile della c’è una storia che merita di essere ascoltata.chiesa e le feste per il Carnevale oltre a quelle per Intanto Lollove, già in passato fonte di ispirazioneSan Giovanni, San Biagio, Santa Eufemia e Maria per scrittori, poeti e pittori, è diventato un “gene-Maddalena. Usanza, fortunatamente abbandona- ratore” di interessanti progetti culturali e multime-ta, era quella di sotterrare un gallo lasciando fuo- diali. Ora il borgo si ripopola in occasione delleri la testa che fungeva da bersaglio per ragazze e sagre e delle feste patronali ma i turisti arrivanoragazzi armati di fucile. Vinceva chi, per primo, richiamati anche dalle belle foto e dai suggestivicolpiva ed ammazzava il povero gallo. filmati che circolano in Rete. I visitatori non tro-Il drastico spopolamento del paese è avvenuto nel- vano alberghi nel piccolo regno della serenità e della prima metà degli anni Sessanta; in precedenza silenzio. Qui la vita scorre lenta e l’odore di panec’erano la scuola materna e quella elementare a e fumo si spande tra pietre, felci, muschi, capre,testimoniare la presenza consistente di bambini. cavalli e i tanti gatti di Lollove, scrigno della me-Lollove, grazie anche alla determinazione e alla la- moria.boriosità delle sue matriarche, non è un paese fan-tasma. I ventisei residenti formano una comunità sardegnaimmaginare 117
Sport e tempo libero118 sardegnaimmaginare
Servizio fotografico - Enzo Cossu di Gian Mario SiasSARRADLELYGNA Motori, spettacolo e turismo sardegnaimmaginare 119
DDue settimane di grande spettacolo e adrenalina Tradotto in euro, per l’indotto del Nord Ovest Sar- pura in compagnia delle più prestigiose scuderie degna si parla di un ritorno economico a sette zeri. del mondo e dei più grandi piloti di tutto il pianeta, In Sardegna arriveranno i più prestigiosi marchi per proiettare Alghero e tutto il nord ovest Sarde- del mercato automobilistico sportivo e non solo e i gna verso la stagione turistica della svolta. Il rom- migliori piloti del circuito rallistico internazionale, bo dei motori inizia a farsi sentire in lontananza, e in rappresentanza di quindici Paesi e di ogni latitu- nella Riviera del Corallo la macchina organizzati- dine. Al loro seguito, una carovana che si trasferirà va è già in moto e sta lavorando sodo per centrare dall’Argentina, dove è prevista la tappa preceden- tre obiettivi in un solo colpo. te, per impiantare nel centro catalano una vera e Nella mente degli organizzatori, la tappa italiana propria “città nella città” interamente dedicata del Mondiale di rally, che avrà Alghero come epi- all’evento. Un modo spettacolare e avvincente per centro e come base operativa, è prima di tutto un entrare nel vivo di una stagione turistica che per evento di grande prestigio. I contenuti agonistici e tutto il sistema territoriale si annuncia come quella spettacolari di una manifestazione di questa por- del possibile riscatto e del rilancio. tata rappresentano di per sé un fatto straordina- Un’occasione di così grande portata sarà anche rio, e i numeri che si annunciano parlano chiaro. una significativa opportunità promozionale: fino Alghero diventerà per due settimane la sede del all’8 giugno, proprio durante il Rally Italia Sarde- “parco assistenza” del Rally d’Italia - la tappa del gna 2014, Alghero ospiterà la prima mostra dedi- World Rally Championship organizzata dalla Fia cata alle cinquanta eccellenze sarde. I cinquanta e dall’Automobile Club d’Italia, che dal punto di brand che meglio rappresentano l’isola e la sua vista agonistico farà tappa in tutta la Sardegna tra capacità unica di eccellere in ambito enogastrono- il 3 e l’8 giugno - e si prevede che in quei giorni la mico, naturalistico, industriale e artigianale saran- città possa essere presa d’assalto da almeno 30mila no protagonisti della splendida e originale vetrina appassionati, senza contare piloti, squadre, tecnici a cielo aperto ospitata sul lungomare Barcellona. e addetti ai lavori. La strategia messa in piedi dalla cabina di regia120 sardegnaimmaginare
che fa capo al Sistema turistico locale del nord tato esecutivo dell’Automobile club d’Italia e dellaovest Sardegna è chiara: per restituire al versante Fia, ha convinto l’agenzia regionale “Sardegnanord-occidentale dell’isola un ruolo di rilievo nel Promozione” a finanziare e sostenere il nuovo pro-mercato turistico internazionale, come è stato per getto con base ad Alghero e ha deciso di affrontaredecenni, si punta alla creazione o alla presenza di questo elemento critico come un banco di provaeventi di grande portata, in grado di stimolare la per fare della città catalana il laboratorio di unaripresa qualitativa e quantitativa di un’offerta turi- dimensione urbana più sostenibile.stica che negli ultimi anni si è cullata un po’ troppo Si sta lavorando a un grande progetto caratterizza-sugli allori. Da questo punto di vista, l’obiettivo è to da numerose azioni destinate a bilanciare l’im-che il mondiale di rally trovi casa nel nord ovest patto ambientale del rally. Allo stesso tempo, l’inci-Sardegna più a lungo possibile, allungando la sta- denza sull’assetto viario e sul sistema dei parcheggigione balneare e facendo da possibile traino verso imporrà una rivoluzione nel modo di comunicaremercati in cui il turismo sportivo, e automobilistico dell’amministrazione con i cittadini, ma anche unain particolare, è già una realtà consolidata. riorganizzazione della città più a misura di pedoni,Per suggellare il matrimonio con il rally d’Italia, biciclette e mezzi verdi.serve soprattutto l’abbraccio della gente. In attesa La creazione temporanea di una vastissima areache la manifestazione confermi anche nella “Bar- chiusa al traffico sarà il banco di prova per quellecellona sarda” i numeri registrati altrove, la città che potrebbero essere le politiche di sostenibilitàdeve accogliere con il giusto entusiasmo l’evento da adottare nel futuro più immediato per imprime-e sfruttarne tutte le potenzialità. Proprio per que- re alla Riviera del Corallo quella svolta verde giàsto l’Stl, che nella fase preparatoria rappresenta auspicata con l’approvazione del Paes comunale,il braccio operativo dell’Aci Sport, cui compete ossia il Piano per le azioni di sostenibilità energe-di fatto l’organizzazione della tappa italiana del tica. Un esperimento che nelle intenzioni dell’Stlmondiale, ha studiato insieme agli stessi consu- potrà poi essere replicato in altre realtà del Nordlenti dell’Aci, all’amministrazione comunale e a Ovest Sardegna.un team di esperti in materia il modo migliore pertrarre nuove opportunità anche dalla rivoluzione Alghero 5 - 8 Giugno 2014che interesserà il traffico e la viabilità cittadina. Consulta le tappe del Rally:Il Sistema turistico locale del nord ovest Sardegna, www.rallyitaliasardegna.com/itche ha fortemente voluto che questo evento restas-se in Sardegna, ha ottenuto il via libera del comi-122 sardegnaimmaginare
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Vista di Porto Flavia - ph Enzo Cossu124 sardegnaimmaginare
di Chiara PorquedduPORTO FLAVIA Il Parco Geominerario sardegnaimmaginare 125
Gallerie - ph Enzo Cossu126 sardegnaimmaginare
IIl parco Geominerario Storico e Ambientale della Scalinata esterna - ph Enzo Cossu Sardegna dal 2007 fa parte della rete “Geoparks” su iniziativa dell’Unesco che ne ha certificato il conformazione geologica e ambientale. All’interno grande valore nel panorama europeo. Un ricono- del territorio si assiste a una vera e propria fusio- scimento dell’importanza di un patrimonio storico ne, tra la natura sarda e i mondi sotterranei resi e culturale che non ha eguali nel suo genere. ancor più meravigliosi dalle opere architettoniche La realtà è rappresentata dai siti minerari dismessi usate per la costruzione delle miniere; il merito di che nel Sulcis-Iglesiente hanno la loro base logisti- tutte queste opere va sicuramente ai minatori che ca oltre che il punto principale di riferimento del per mezzo della loro attività e della loro particolare Parco, ossia il “contenitore” composto da 81 Co- cultura hanno forgiato un originale ecosistema. muni e otto aree, istituito con decreto ministeriale Estremamente caratteristici i pozzi di estrazione, il 16 ottobre 2001 dopo l’occupazione della galle- le migliaia di chilometri di gallerie, gli impianti ria Villamarina di Monteponi durata un anno. industriali, le antiche ferrovie, i villaggi operai, i Il parco tematico isolano può essere definito come preziosi archivi documentali e la storia dell’attività un sistema a se stante, grazie soprattutto alla sua mineraria che trasformano il Parco in una nuova immensa cava culturale tutta da esplorare. La bellezza dei luoghi non viene solo dalle ope- sardegnaimmaginare 127
Vista del Pan di Zucchero - ph Enzo Cossu128 sardegnaimmaginare
re umane ma anche dalla maestosità della natura: Ingresso miniera - ph Enzo Cossule scogliere calcaree a picco sul mare, le immensedistese di sabbia dorata, le alte falesie, le cavità car- sardegnaimmaginare 129siche e le molteplici specie animali che popolanole foreste, tutto incastonato nel color turchese deimari della Sardegna.L’anello metallifero dell’iglesiente è uno degli inse-diamenti minerari più antichi della Sardegna, sonodifatti presenti molte testimonianze della presenzaumana fin dal neolitico.Anche popolazioni in età nuragica, punica e ro-mana si sono interessante alle ricchezze di questosottosuolo. Tuttavia l’attività estrattiva trovò il suoruolo durante il medioevo quando fu costruita lacittà di Iglesias, uno dei centri più importanti dellaprovincia.La zona mineraria si estende per circa 480 kmq edè composta di 25 siti minerari ricchi di piombo, ar-gento e zinco racchiusi in conformazioni calcaree.Una delle miniere più spettacolari che compon-gono l’area geomineraria dell’Iglesiente è PortoFlavia, sito minerario costruito nel 1924 dall’in-gegner Vecelli, che le attribuì il medesimo nomedella sua primogenita, suggerendo inoltre l’ideache esso fosse un “porto” sospeso in aria. Essa era
ed è un’eccezionale e innovativa opera ingegneri- parte superiore della miniera venivano riempiti istica che permise di rivoluzionare il sistema con silos, mentre nella seconda, situata nella parte in-cui venivano imbarcati i minerali, fino ad allora feriore, erano ubicati un nastro trasportatore e uninfatti era necessario trasportarli su delle bilancelle braccio mobile, che servivano per caricare il mine-(barche a vela latina) e infine caricarli sulle navi da rale direttamente nelle stive delle navi. Dunque ilcarico. La miniera si trova, dunque, in una monta- tunnel inferiore sbuca a metà della parete roccio-gna calcarea ed è composta da due gallerie di 600 sa su di un baratro, che oggi offre ai visitatori unametri circa sistemate su due differenti livelli e divise vista mozzafiato su di un angolo di mare tutto dada ben 9 silos. Nella prima galleria collocata nella scoprire. Osservata dal mare la costa di Masua, la130 sardegnaimmaginare
località che ospita la miniera, è caratterizzata da Spiaggia di Masua - ph Enzo Cossufalesie intervallate da grotte e spiagge, ma la par-ticolarità che la rende unica è il Pan di Zucchero conto di attraversare un territorio che può esserepiccolo isolotto di calcare cambrico situato proprio considerato come il collante tra le aree costiere del-nel lasso di mare antistante a Porto Flavia. È pro- la Sardegna e le sue zone più interne, ma ancheprio in questo punto che si può ammirare il “por- una sorta di collegamento tra il passato e il futuro,to” in tutta la sua particolarità e maestosità domi- sostenuto da una storia che non può essere cancel-nato dalla scritta Porto Flavia. lata in alcun modo.Chi visita il Parco e le sue miniere si rende subito sardegnaimmaginare 131
di Alessandro Farina BOSA Il borgo più bello d’Italia132 sardegnaimmaginare
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BBosa. Come un diamante incastonato in una ela- dioevale, delle vie dal disegno piemontese ottocen- borata e artistica montatura il borgo multicolore tesco, della valle verso l’antica cattedrale romanica di Sa Costa, arroccato sul colle di Serravalle con a di San Pietro, del Lungotemo, delle Concerie, della guardia le mura e le torri del Castello, spicca nel Marina, della costa puntellata di torri un tempo di verde della valle del Temo. Cinto dalle vellutate avvistamento per le incursioni saracene, dove vola il colline di olivi a nord est e dai picchi Monte Nied- Gyps Fulvus (nell’ultima roccaforte autoctona della du e Sa Pittada, libero teatro aereo per il volo dei sua nidificazione in Italia), che non regali sensazio- Grifoni sullo sfondo, a nord ovest. Mentre il celeste ni ed emozioni. Segno di un benevolo scambio di e l’azzurro degradano a blu profondo, nello skyli- favori tra la suprema e delicata saggezza della na- ne definito dai contorni della torre aragonese e del tura e l’abile lavoro artigianale costruito dalla storia faro dell’isola Rossa, verso il mare. Non mancano le dell’uomo. Che nei secoli, qui nei millenni, è riuscito emozioni a chi, in arrivo dal brullo panorama estivo a guadagnarsi il diritto a condividere, con fatica e dell’altopiano, dopo i tornanti della Suni-Bosa sulla sudore, nel piccolo angolo di paradiso della “Città statale 129 bis, affrontata l’ultima curva con a guar- di mare e di cultura.” dia una casamatta della seconda guerra mondiale, La Storia. Il nome di Bosa, come spiega il bosa- si trova improvvisamente immerso in una nuova e no e Rettore dell’Università di Sassari Attilio Ma- inaspettata realtà. Dove i colori tenui e intensi del- stino, nella ricerca “Le origini di Bosa” del 1974, la macchia mediterranea e delle colture si fondono è di origine preindoeuropea. La presenza della cit- con quelli delle facciate del quartiere medioevale, lo tà è attestata da Tolomeo già nella II secolo D.C. specchio del fiume Temo e l’acqua cristallina del li- e ricordata nell’Itinerario Antoniano dall’Anonimo torale. Forse la stessa emozione che devono aver vis- Ravennate e da Guidone. Anche se sul fronte sto- suto i dominatori che in varie epoche hanno scelto rico la tesi concorde è che Bosa ha ben più antiche Bosa per fine meta dei loro avventurosi viaggi. In un origini fenicie: considerando due iscrizioni databi- modo o nell’altro la città del Temo resta quindi den- li (forse) tra il nono e l’ottavo secolo A.C. Quando tro l’anima. Perché non c’è angolo del borgo me-134 sardegnaimmaginare
le acque tumultuose del fiume Temo non avevanoprobabilmente riempito completamente di detritil’attuale piana alluvionale, e la conformazione delporto - nella zona denominata Terridi (oggi quartie-re popoloso a nord est del centro cittadino) ben ripa-rato dal Maestrale dal promontorio di Sa Sea - eraprobabilmente adatta al riparo e approdo in casodi burrasca. Numerose iscrizioni attestano inveceuna profonda influenza romana nella storia di Bosa,dove probabilmente la città aveva un ordinamentodi tipo municipale. Anche se fino ad ora nessunoscavo ha fatto emergere i resti di quella civitas. Forseubicata nelle vicinanze della attuale chiesa di SanPietro Extramuros, o nella regione di Calameda perG. F. Fara, oppure nell’area di Messerchimbe dico-no altre tesi, comunque alle falde di Monte Nieddu.Sull’origine della città non mancano anche leggen-de. Come quella che vorrebbe l’antico centro fon-dato da Calmedia, figlia o moglie del re Sardus.Toponimo che poi sarebbe stato utilizzato dagli abi-tanti della Bosa Nova nel XII secolo per definire ilnuovo borgo. Tesi non confermata da alcuna fontecerta, mentre per Attilio Mastino i bosani “Per se-coli molestati dai Saraceni, dovettero trasferirsi sullasponda destra del Temo per ragioni di difesa, su- sardegnaimmaginare 135
bito dopo l’edificazione del castello di Serravalle.” ti doganali. Mentre le acque del fiume iniziaronoAbbandonando, come una cattedrale nel deserto, la a ristagnare nella zona oggi denominata “S’Ista-chiesa di San Pietro e fondando quindi attorno al gnone” o “Campu ‘e Mare” alla periferia di Bosa1112 (data convenzionale dell’edificazione della for- Marina: regno delle zanzare che falcidiarono, con latezza attribuita ai Malaspina) l’alveare di strade che trasmissione della malaria, intere generazioni. Saràdiventerà l’attuale quartiere di Sa Costa. Da quel necessario attendere l’800 per un risveglio politicomomento sarebbe iniziata una sorta di “diaspora” ed economico della città. Bosa divenne infatti ca-dalla Bosa Vetus (verso San Pietro) alla Nova (l’at- poluogo di provincia e sede di prefettura, mentretuale quartiere di Sa Costa), che si sarebbe conclu- cresceva sulla sponda sinistra del fiume il complessosa intorno al XIV secolo. Dopo varie vicissitudini industriale delle Conce.e cambi di mano politici ed economici nel 1335, al Le antiche mura che circondavano il borgo venne-primo Parlamento Sardo, la città fu rappresentata ro abbattute e il centro vide la costruzione di nuoveda feudatari ed ecclesiastici acquisendo vari privile- vie ed edifici, nella zona oggi compresa fra Piazzagi, tra cui quello di battere moneta. Nel 1528 poi la IV Novembre, piazza Zannetti e piazza Gioberti.mano dell’uomo cambia radicalmente le sorti del- Nel 1887 viene inaugurato l’acquedotto, celebratola città: la foce del Temo infatti viene ostruita con con l’edificazione di una imponente fontana nellamassi per impedire lo sbarco dei francesi comanda- odierna Piazza Costituzione, e realizzata la rete fo-ti da Andrea Doria. Aprendo le porte a quello che gnaria. Mentre il 1870 porta in dote un nuovo portooggi definiremo un disastro ambientale dagli effetti nell’antico borgo di Santa Maria (oggi Bosa Marina)devastanti sul piano sociale ed economico. Il porto e nel 1871 il ponte in trachite rossa a tre arcate, cheinfatti divenne inaccessibile, e vennero meno i dirit- sostituisce il precedente attraversamento in legno.136 sardegnaimmaginare
Nel secolo di fine millennio si esaurisce lentamen- Quindi, attraversato il ponte in trachite e seguitote la spinta industriale e quella dei servizi mentre il Lungotemo De Gasperi ci si può inoltrare nelleresistono ancora agricoltura e pesca. Sostituite gra- strette viuzze della Muraglia Vecchia per raggiunge-datamente dai primi anni sessanta del ‘900, dopo re il Corso Vittorio Emanuele e piazza Costituzione,vari flussi di emigrazione, con la odierna speranza meglio conosciuta da queste parti come Piazza Fon-in un sempre più accentuato profilo economico le- tana. Non prima di aver visitato la chiesa di Santagato all’attrazione turistica. Croce, che custodisce le statue del 1600 portate aItinerari turistico culturali, ambientali ed spalla dalla locale Confraternita il martedì Santo, inenogastronomici. Parcheggiata l’auto e indossate occasione della processione di Sos Misterios. Oppu-comode scarpe la città vecchia si gira e si apprezza re, nel Corso, la chiesa del Rosario: sormontata dasicuramente a piedi, armati possibilmente di mac- un grande orologio monumentale costruito artigia-china fotografica. Perché gli scorci, dal Lungotemo nalmente nell’ottocento. Attraverso via Carmine, una Sa Costa, dal belvedere di via Canonico Nino fino tempo Vico Tendas perché vi si svolgeva il mercatoal castello sul colle di Serravale e, per i più arditi, all’aperto, ci si inoltra quindi nell’ascesa a Sa Costa.dai merli dell’alto mastio dentro le mura della for- Dove, nelle strette stradine in cui si affacciano le abi-tezza sul colle di Serravalle, certamente non difet- tazioni del borgo fortificato, si respira ancora l’ariatano per numero di inquadrature. In un ipotetico antica del quartiere medioevale. Non senza piace-percorso culturale e turistico meglio sarebbe partire voli incontri: come quello con i pescatori che co-dalla sponda sinistra. Con la visita al Museo delle struiscono le nasse di giunco ancora utilizzate per laConcerie e una passeggiata sul Lungotemo Sherer. pesca alle aragoste. O le anziane, ma non mancano anche le più giovani, intente a costruire abilmente sardegnaimmaginare 137
sul semplice telaietto che sottende “su randadu” le Madonna col Bambino intitolata a Nostra Signoraantiche figure utilizzate nel Filet di Bosa. O ancora di Regnos Altos. Venerata ogni anno, nella secondaqualche cantina dove magari gustare la celebre Mal- domenica di settembre, dal popolo bosano in unavasia di Bosa. Nel Corso è possibile inoltre visitare la grande festa che per giorni rianima il centro storico.Casa Museo Deriu, che conserva le opere dei fratel- All’interno del castello è possibile accedere poi aili Melis; il punto di degustazione dell’Associazione camminamenti sulle mura, da cui si gode una vi-“La strada della Malvasia di Bosa” o, dall’altra par- suale a 360 gradi della città e della valle del Temo.te della strada, la pinacoteca che conserva le opere Oppure, per i più coraggiosi, inerpicarsi nello splen-del pittore Antonio Atza. Per gli amanti di scalinate dido Mastio, che per fattezze è simile alla torree belvedere si può procedere dal corso verso piazza dell’elefante a Cagliari. Per chi preferisce invece unSanta Giusta a est oppure, dopo aver imboccato via più tranquillo e comodo itinerario, una ditta localeEfisio Cugia e non prima di aver visitato la splendi- di servizi offre la possibilità, da piazza IV Novembreda chiesa del Carmelo, piazza Carmine e affronta- (Piazza Monumento) di un tour attraverso il treninore le irte scalinate che conducono fino a via Ultima turistico che, a prezzi modici, offre nel suo percorsoCosta, via Moroidda ed al belvedere dedicato al Ca- più lungo ben quaranta minuti di escursione nei varinonico Nino (a cui in auto si può accedere da via- siti storici e turistici tra Bosa e Bosa Marina.le Marconi). Dal belvedere, con vista sulla valle del La chiesa romanica di San Pietro, come la Catte-Temo e verso la marina, si può quindi imboccare la drale dedicata a Maria Immacolata a pochi pas-scalinata che porta al castello. si dal ponte in trachite, è un altro dei monumentiUna tra le più grandi e meglio conservate fortezze cittadini da non perdere. La si raggiunge in auto odella Sardegna. Qui, anche con l’ausilio del perso- in bicicletta percorrendo i circa due chilometri chenale della cooperativa L’Antico Tesoro (che gestisce la separano dal centro urbano. Imboccando viaanche le visite guidate alla cattedrale di San Pietro Sant’Antonio (la cui omonima chiesa è riconoscibileExtramuros) si può visitare la cappella palatina, che per la facciata interamente in conci di trachite ros-ospita gli affreschi del 1300 e la piccola statua della sa, sormontata da un rosone a stella capovolta, sulla138 sardegnaimmaginare
sponda sinistra del Temo) e percorrendo una stradi- e alle tradizioni: tra i principali, oltre alla festa dina rurale che si inoltra nella fertile valle del fiume, Nostra Signora di Regnos Altos, quella dei Santicon scorci di paesaggio e vedute del corso d’acqua Pietro e Paolo, a fine giugno. Con la chiesa di Sancertamente indimenticabili. Attraverso il Lungote- Pietro che si raggiunge attraverso una barcheggiatamo Matteotti, sulla sponda destra questa volta, si votiva. O ancora la festa di Santa Maria Stella Ma-può procedere, prendendo a destra una volta arri- ris, la prima domenica di Agosto. Anch’essa legatavati a piazza Santa Giusta, verso la diga del Temo, fin dal 1400 al fiume Temo. Visto che l’effige dellain località Monte Crispu, a circa otto chilometri da statua conservata nel santuario all’ingresso di BosaBosa. Un percorso non agevolissimo, ma anche in Marina, ritrovata nella spiaggia antistante la chiesaquesto caso ripagato da un ameno e incontaminato racconta un manoscritto spagnolo, viene portata inpaesaggio, che offre scorci naturalistici eccezionali. processione fluviale al mattino a Bosa, in Cattedrale.Con la veduta del fiume e, ad un certo punto, la fitta Con il rientro che, sempre attraverso la via d’acqua,foresta di lecci e querce che poi si inoltra nell’entro- si snoda all’imbrunire per Bosa Marina. Dove i fe-terra. steggiamenti si concludono in tarda serata con unoBosa Marina, meta estiva turistica tradizionale, of- spettacolo di giochi pirotecnici che illumina la baiafre poi, oltre ad una spiaggia riparata da onde e cor- dell’isola Rossa, di fronte alla spiaggia. Questi al-renti di Maestrale e Libeccio e tutti i servizi degli cuni degli appuntamenti religiosi di punta, insiemestabilimenti balneari, ulteriori spazi per una salutare ai riti della Settimana Santa (le processioni di Sospasseggiata a piedi o in bicicletta. Come pure la pos- Misterios il martedì Santo, i riti e le processioni disibilità di visitare la torre aragonese dell’isola Rossa. S’Incravamentu al mattino e S’Iscravamentu la seraChe, quando aperta, offre varie mostre all’interno e del venerdì Santo in Cattedrale e nelle vie storiche,l’accesso alla terrazza da cui si domina la spiaggia e o ancora la processione di S’Incontru la domenicala rada. Con lo sguardo che può inoltrarsi fino a Sa di Pasqua di fronte a piazza Fontana) ancora scevriCosta ed al castello. da eccessive rivisitazioni e caratterizzati da una pro-Numerosi gli appuntamenti locali legati alla festa fonda fede popolare. sardegnaimmaginare 139
Tra le feste civili menzione particolare ovviamen- sono le insenature di Sa Codulera e la costa di Tor-te per il celebre carnevale satirico, Su Carrasega- re Argentina, Tentizzos e la Casa del Vento. Altrare ‘osincu. Con i veri e propri riti di “Gioggia Lal- perla del litorale baia Managu, sempre dalla sabbiadaggiolu” (il giovedì che precede il giovedì grasso) finissima e protetta dal Maestrale. Raggiungibile ae soprattutto “S’Attittidu” al mattino e “Giolzi” la piedi (circa due Km dalla litoranea Bosa-Algherosera il martedì grasso. Con la corale partecipazione attraverso un sentiero campestre).della popolazione (in nero al mattino ed in bianco Per gli amanti della nautica la costa offre diversi ri-dall’imbrunire) che coinvolge immancabilmente an- pari e sicuramente una visuale particolare del lungoche i visitatori. e particolare litorale di Bosa. Dalla barca infatti èPer gli amanti del mare non mancano poi le possi- possibile accedere agevolmente alla spiaggetta dibilità. Dalla spiaggia di Turas, a due chilometri da “Cala ‘e Moro” sotto il promontorio est di Sa Sea;Bosa Marina, sul mare aperto, alla più tranquilla godere della vista delle falesie e di Sos Puppos, lemezzaluna (con sabbia dorata, dalle riconosciute particolari formazioni rocciose più avanti. Prose-qualità terapeutiche per la forte presenza di ferro guendo fino a Managu e, superato Capo Marrar-e silice) della frazione balneare. Proseguendo verso giu e l’isolotto di Sa Pagliosa, sempre in condizioninord si può optare per gli scenari rocciosi di Poggiu meteomarine favorevoli perché la costa è esposta ai‘e Padre, Poggiu ‘e Columbos e Cane Malu: facil- venti di Maestrale, arrivando a Porto Tangone, limi-mente raggiungibili dalla strada sulla sponda destra te territoriale con le acque della provincia di Sassari.del fiume, in direzione Sas Covas-Sa Sea. Oppure, Nel porto di Bosa sono presenti poi diversi approdimacinando qualche chilometro in auto, fino alle attrezzati gestiti da privati: al riparo dell’isola Rossaspiaggette di Su Calighe ed alla costa di S’Abba o a qualche centinaio di metri dall’imboccatura del-Drucche (dove si trovano vari servizi d’accoglienza la foce del Temo, oggi protetta da una mezzaluna dianche per i camperisti). Finissima e bianca poi la massi frangiflutto.sabbia di Cumpoltitutu (raggiungibile a piedi dal L’area del Marrargiu, preferibilmente se aiutati daparcheggio a bordo strada), mentre più avanti ci una guida esperta, offre poi la possibilità di visita-140 sardegnaimmaginare
re angoli naturalisticamente incontaminati e ricchi Oppure la apprezzata “Azzada” di Gattuccio o Raz-di una variegata gamma di specie vegetali, alcune za. Piatto un tempo povero a cui si unisce, sul frontemolto rare nel bacino del Mediterraneo. Oltre ov- vegetariano. la favata con il guanciale di maiale, an-viamente, se si è fortunati, a poter ammirare il ma- che se in questo caso è preferibile più un clima fre-estoso volo del Gyps Fulvus, l’avvoltoio Grifone che sco. Oppure “Sa fae a landinu” alcuni degli esem-nidifica sulle alture di Monte Mannu e Sa Pittada, pi legati al classico dei piatti bosani. Per gli amantiunica colonia autoctona in Italia di questi volati- del buon vino il Malvasia di Bosa Doc o Igt conli che raggiungono anche i due metri di apertura almeno due anni di invecchiamento è certamentealare. Dando spettacolo con il loro volteggiare tra i la migliore soluzione per un gran finale. Precedutodirupi rocciosi ed il mare azzurro grazie alle calde possibilmente dall’assaggio di “Sos Amarettos” o dicorrenti ascensionali. un dolce di mandorle “Sos Suspiros” un esempio.Che molti utilizzano anche per vari sport: quelli Mentre per chi preferisce un sapore più dolce o ilacquatici legati a surf e vela ad esempio. Mentre a perlato, la Malvasia giovane (meno di due anni disettembre si svolge da diversi anni una importante invecchiamento) o lo Spumante di Malvasia demi-gara di Vela Latina. Con la possibilità per i più pic- sec non deludono anche il palato più raffinato.coli di frequentare i corsi per accedere ai primi rudi- Insomma Bosa può offrire al visitatore un ampiomenti della marineria organizzati dal locale Circolo ventaglio di possibilità. Nell’escursione di un gior-Nautico. Mentre sul fiume Temo non è raro vedere no come per un periodo più lungo, anche perchégli atleti del Circolo Canottieri Sannio allenarsi. in Planargia non mancano motivi di richiamo pa-Al termine delle lunghe giornate di mare o dedicate esaggistico, culturale, tradizionale e storico. Anchea escursioni e cultura la cucina locale, degnamente se qui, per la verità, c’è chi è venuto per qualcherappresentata dagli chef locali, offre poi piatti dal giorno di ferie ed alla fine ha comprato casa.sapore unico e inimitabile. A partire dall’Aragostaalla bosana, la regina del mare di Bosa, meglio se Da visitare a pag.169arrostita nel fuoco di canne raccontano i gourmet. sardegnaimmaginare 141
Sport e tempo libero di Chiara Porqueddu Foto del Chia Classic Alla ricerca del vento, seconda puntata: Chia.Nel secondo appuntamento con il vento in Sarde- la stagione estiva soddisfacendo le esigenze dei sur-Ngna esploriamo Chia, meravigliosa Baia situata nel fisti.comune di Domus de Maria in provincia di Ca- La seconda invece è un vento che giunge da nord egliari. si scatena solo poche volte durante l’anno, tuttaviaI sei chilometri di spiaggia sono molto conosciu- permette emozioni molto forti e travolgenti por-ti per i ginepri secolari e per i resti cartaginesi di tando le onde oltre i tre metri di altezza. Il PonenteBithia, che fanno da cornice alle maestose dune e e il Maestrale sono altri due venti che spesso visita-all’acqua cristallina ricca di pesci, scogli e piccole no questa parte di costa.isolette, tanto amati e apprezzati nel mondo della Chia per questo fa da cornice all’attività di surfistivela e del surf. e kiter che qui trovano il loro habitat ideale.I venti che suscitano grandi emozioni sono certa- “Quando il maestrale gira a Ponente (Ovest), nellamente lo scirocco e la tramontana; il primo giunge spiaggia del Giudeo a Chia si presenta l’onda piùda sud-est in particolare dall’Africa e caratterizza lunga e ben formata del Mediterraneo. Parte sù142 sardegnaimmaginare
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Zane Schweitzer al Chia Classic in Stand up paddling (foto Ninni Corda -Wave Sardegna) 144 sardegnaimmaginare
Percorso natura nell’isola del Giudeodall’isolotto e si srotola fino al vecchio pontile, per che da più di 20 anni mette a confronto surfer eun centinaio di metri, permettendo lunghe surfate a kiter di fama mondiale. La manifestazione orga-vela, con continui sali e scendi, vento al traverso da nizzata dall’Associazione Wave Sardegna, radunadestra e onda tra i 2 e i 3 metri ben formata. Anche diversi sport d’acqua (Surf, Windsurf, Kite e Sup) econ tutti i venti da sud, a Chia si formano onde bel- vede da sempre la partecipazione molti atleti di va-lissime, surfabili o windsurfabili nelle varie spiagge rie discipline e di diverse età, regalando ogni voltadel suo lungo tratto, che hanno come background il grandi emozioni.magnifico scenario di dune sabbiose o lagune popo- Altro contest importante è il Red Bull Unfastened,late dai fenicotteri. (Come scrive Pietro Porcella, giornali- che grazie al campione del mondo Cozzolino, ca-sta di surf e windsurf nella Sardinia Surf Map)”. poverdiano di nascita ma sardo di adozione, dal 9È proprio grazie a questo che Chia diviene uno al 13 aprile si sono radunati otto dei migliori kiterdei luoghi dove si svolgono alcune delle più impor- per una grande sfida nello strapless, disciplina chetanti manifestazioni internazionali di questi sport si pratica senza strap (cinghie) e permette all’atletaacquatici. Uno dei più importanti è il Chia Classic di spaziare nei movimenti e nelle evoluzioni. sardegnaimmaginare 145
Sport e tempo libero di Roberto Bazzoni146 sardegnaimmaginare
Immagini , archivio fotografico Luna Rossa ChallengeLuna Rossa Challenge, in Sardegna per preparare una nuova sfida.Che il porto di Cagliari costituisse un vero e pro- prio unicum tra gli approdi del mare Nostrum èCcosa nota. e il colpo d’occhio che proprio dal mare rendeva Cagliari con il suo Castello di Castro e la rete dei viottoli degli antichi quartieri, un soggetto idealeIl poeta alessandrino Claudio Claudiano nel 397 per gli avventurosi reporter attratti dal colore sel-descriveva così il capoluogo sardo “la città di Cala- vaggio della sue terre e del suo mare.ris, dirimpetto alla Libia, fondata dai potenti fenici Le credenziali di una città di particolare bellezzasi sviluppa lungo il litorale con un piccolo colle (S. incastonata tra gli stagni di S. Gilla e Molentargius,Elia) che si insinua nel mare, rompe la violenza dei oasi naturalistiche tra le più preziose d’Italia per laventi, nel mezzo si forma un porto e in un’ampia presenza di un’avifauna rarissima, avranno certa-insenatura riposano le acque”. Un vero e proprio mente avuto un peso nella decisione da parte delgioiello naturale dove da sempre i popoli antichi Team di Luna Rossa di allestire il quartier genera-hanno fatto tappa per sviluppare i loro commer- le del suo equipaggio sul molo sabaudo, nel cuoreci. Sale, metalli, grano i tesori preziosi di cui la del porto di Cagliari, a due passi dallo splendidoSardegna era ricca diventavano linfa vitale per i palazzo liberty sede del Comune. Proprio di frontetraffici del Mediterraneo trasformando ben presto alla banchina recenti scavi continuano a restituireun lembo di terra posta al centro del mare in un frammenti e reperti antichi testimoni di una storiaEldorado su cui puntare le prue di imbarcazioni avvincente partita in età nuragica e ancora oggisempre più sofisticate. piena di sorprese e novità.Lo splendore della costa non sfuggì ai grandi viag- Con lo sbarco del gruppo Prada da qualche mesegiatori dell’800 incantanti dalla bellezza del mare alla storia del porto si aggiunge un nuovo tassello. sardegnaimmaginare 147
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Per i prossimi tre anni i campioni di Luna Rossa con capannoni e hangar più di dodicimila metriChallenge 2013 utilizzeranno lo specchio di mare quadri. Uffici, mense, palestre, cucine sono già al-antistante la città come un grande campo di prova lestite con il logo Prada ben in vista e per tre anniin vista dell’American’s Cup che si disputerà a San il brand dall’indiscutibile prestigio mondiale le-Francisco nel 2017. E Cagliari, grazie all’accordo gherà alla città le sue insegne. Sta ora a Cagliaritra l’autorità portuale, il sindaco e il patron di Luna cogliere al volo l’occasione e fare tesoro di questaRossa Patrizio Bertelli, ospiterà le straordinarie im- invidiabile opportunità.barcazioni e contribuirà, mettendo a disposizione E una Cagliari sonnolenta espone come sempre leuno spazio naturale fra i più suggestivi del mediter- sue incomparabili bellezze naturali mentre i caglia-raneo, alla preparazione dei nostri campioni. ritani guardano con curiosità il vivace fermento sulPer la città del sole, candidata a capitale della cul- molo sabaudo quasi lusingati e stupiti dell’interessetura, è un vero colpo di fortuna anche perché le ri- suscitato tra questi giganti della vela mondiale.viste specializzate faranno a gara per documentare Intanto il sole e la brezza marina diradano le nu-le fasi della preparazione e proietteranno l’imma- vole e un volo di fenicotteri punta dritto verso legine del capoluogo sardo nel mondo. acque placide della laguna.La piccola città sportiva è già operativa e occupa sardegnaimmaginare 149
Argentiera - ph Enzo Cossu150 sardegnaimmaginare
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