Important Announcement
PubHTML5 Scheduled Server Maintenance on (GMT) Sunday, June 26th, 2:00 am - 8:00 am.
PubHTML5 site will be inoperative during the times indicated!

Home Explore Sardegna Immaginare - Numero 2

Sardegna Immaginare - Numero 2

Published by Sardegna Immaginare, 2015-07-02 09:51:05

Description: Sardegna Immaginare - Numero 2

Secondo numero della rivista digitale dedicata alle bellezze e tradizioni della Sardegna.
Visita il sito http://www.sardegnaimmaginare.it

Keywords: sardegna,tradizione,cultura,viaggi,mare

Search

Read the Text Version

Clara Sanchez sardegnaimmaginare 51Mario Paffi, Vincenzo Santoro, Stefano Tunis Moni Ovada

Nurra - ph Marco Ceraglia52 sardegnaimmaginare

www.provincia.sassari.itIl vento che rompe il silenzio, il vento che corre negli spazi infiniti, questisoprattutto troverete: boschi e campi intorno a voi, uomini pochi, pecoree cavalli, luce fortissima e giornate più lunghe.© 2010 Flavio Soriga / Agenzia Santachiara Dove il tempo vale di più sardegnaimmaginare 53

di Andrea Sini SASSARI Nel cuore della città54 sardegnaimmaginare

Centro storico visto da Palazzo Ducale - Ph Enzo Cossu sardegnaimmaginare 55

Il Duomo di San Nicola - ph Enzo Cossu56 sardegnaimmaginare

II “gargouilles” di pietra che sorvegliano dall’alto vi- Palazzo Ducale - ph Enzo Cossu colo del Campanile mostrano i segni dell’età ma il trascorrere dei secoli non ha intaccato la loro fierez- tutto grazie all’intensificarsi dei traffici commerciali za. Nel labirinto di strade che circonda il duomo di legati ai pisani e ai genovesi. Alla ricerca di alleanze Sassari, questa è la via in cui la macchina del tempo e protezioni, la cittadinanza oscilla tra le due poten- ha funzionato meglio. ze marinare della Penisola, e da entrambe subisce Lungo la stradina che scende dalla piazza in cui si influenze di ogni genere, tanto forti da essere ancora trova il settecentesco Palazzo Ducale, il tempo - più percepibili a distanza di secoli. Intorno alla metà del che essersi fermato - si è semplicemente stratificato. Duecento e sotto l’influenza pisana la città diede un Il campanile di uno dei simboli della città, la catte- forte impulso alla costruzione della cinta muraria drale di San Nicola, mostra evoluzioni architettoni- che venne completata entro i primi anni del trecen- che strettamente legate a varie epoche dell’ultimo to. Per chi oggi cammina lungo il tratto di Corso millennio. La base romanica, la successiva aggiunta Trinità , di fronte alla settecentesca chiesa della San- settecentesca, i contrafforti ornati da doccioni quat- tissima Trinità, può ammirare il simbolo della Città tro-cinquecenteschi. Per non parlare della facciata, di Sassari: la torre. Delle 36 torri e delle quattro por- realizzata in un particolarissimo stile barocco. te che facevano originariamente parte della cerchia Gran parte della storia di Sassari ha come sfondo muraria, oggi restano un cardine di Porta Rosello, questa chiesa, le cui prime strutture romaniche ven- nei pressi del Mercato, e sei torri. Quella meglio nero costruite all’epoca della presenza pisana. conservata si trova nello slargo che si apre alla fine Arrivarono proprio dalla repubblica marinara e dal- di Corso Vittorio Emanuele, nei pressi del punto in la Toscana le prime influenze esterne, per una città cui sorgeva l’antica Porta Sant’Antonio. sviluppatasi a partire dai primi anni del XII secolo È di questo periodo anche la divisione della città in ma nata con tutta probabilità sulle rovine di piccoli cinque parrocchie: San Sisto, San Donato, San Ni- centri abitati sorti molti secoli prima. cola, Sant’Apollinare e Santa Caterina. Una divisio- Thathari o Tatari, così si chiamava originariamente ne ancora oggi esistente e praticamente immutata, il villaggio, si sviluppa con grande rapidità soprat- se si eccettua la chiesa Santa Caterina, un tempo collocata nella parte alta della città e demolita nel corso del XIX secolo. La sede della parrocchia è sardegnaimmaginare 57

Particolare degli stemmi medievali in Corso Trinità - ph Enzo Cossustata quindi trasferita nella chiesa di Gesù e Maria, è la lingua parlata dai sassaresi, di derivazione to-edificata poco lontano nella seconda metà del Cin- scana, con forti influenze corse (molte famiglie pro-quecento. venienti dalla Corsica si erano trasferite in città perL’influenza della città di Pisa su Sassari termina im- motivi commerciali, in particolare nella strada cheprovvisamente sul finire del XIII secolo, quando la ancora porta il nome di Via dei Corsi), sardofone ebattaglia della Meloria, vinta dalla flotta genovese spagnole.su quella pisana, ha conseguenze pesanti anche sul- A proposito della Spagna, l’inizio del XIV secolole rotte commerciali del mar Tirreno. Sassari vede vede la conquista dell’isola da parte degli aragonesi.improvvisamente mutare il proprio punto di riferi- Lo sbarco in Sardegna degli spagnoli è destinato amento economico e commerciale. Della presenza mutare profondamente gli usi e i costumi degli abi-genovese a Sassari, che già dal 1236 diviene prima tanti, ma Sassari subisce la dominazione “a modolibero comune, oggi resta una traccia importante in suo”. La città, che ha appena ottenuto lo statusuna delle specialità della cucina sassarese: la fainè, di Città Regia, attraverso il vicino porto di Torresla tipica farinata di ceci, diretta derivata del piatto mantiene infatti costanti rapporti commerciali sialigure. I tanti forni specializzati nella preparazione con Genova che con altre città del Mediterraneo.della fainè esistenti ancora oggi nelle vie del centro Il carattere ribelle dei sassaresi e le continue rivoltestorico, da Via Usai a Via Sant’Apollinare, sino alla costringono gli aragonesi a costruire ai margini delzona di Via San Donato, permettono di respirare centro abitato un castello, che avrà la funzione diprofumi che non devono essere troppo dissimili da difesa nei confronti degli stessi abitanti della città.quelli che si sentivano nelle stesse strade oltre sette- La fortezza, in cui successivamente avrà sede il tri-cento anni fa. bunale dell’Inquisizione, e che a partire dall’epocaL’altro lascito “immateriale” risalente al XIII secolo sabauda diverrà un ricovero per le truppe di stan-58 sardegnaimmaginare

Scorci delle antiche mura - ph Enzo CossuTorre e cinta muraria in Corso Trinità - ph Enzo Cossu sardegnaimmaginare 59

Acquerelli - Giuseppe Cominottiza in città, verrà abbattuta entro il 1880 in segui- Teatro Civico - ph Enzo Cossuto a una delibera votata all’unanimità dal consigliocomunale. Negli ultimi anni su quel sito sono stati di Torres erano sorti gli edifici principali, compresoeseguiti alcuni scavi che hanno riportato alla luce Palazzo di Città, sede della municipalità: l’edificiol’“antemurale” e alcuni ambienti dell’antica fortez- muterà radicalmente volto in epoca sabauda, perza. Attualmente, dall’accesso che si trova in Piazza diventare il Teatro Civico. È proprio lungo l’anti-Castello, sono visitabili il barbacane e due piani di ca Platha de Cotinas che si svolge storicamente lacorridoi, nei quali erano collocate le bocche da fuo- Discesa dei Candelieri: il 14 agosto i gremi, checo, rivolte sul lato ovest, quindi verso la città. rappresentano le corporazioni di arti e mestieri, at-La via principale della città, anche in epoca cata- traversano il centro trasportando enormi ceri votivilano-aragonese, resta Platha de Cotinas, l’attuale diretti verso la chiesa di Santa Maria.Corso Vittorio Emanuele, che già nel tredicesimo Con l’ingresso all’interno della chiesa che un temposecolo era diventata il cuore pulsante di Sassari. si trovava all’esterno delle mura e che oggi è stata diLungo questa direttrice, che prosegue sino al porto fatto inglobata nel centro abitato, viene così sciolto un voto fatto alla Vergine Assunta in seguito a una terribile epidemia di peste che decimò gli abitanti di60 sardegnaimmaginare

Chiesa di Santa Caterina - ph Enzo Cossu Chiesa di Santa Caterina - ph Enzo CossuChiesa di Sant’Antonio Abate - ph Enzo Cossu Chiesa di Sant’Andrea - ph Enzo CossuSassari. Il voto compare ufficialmente solo dopo la sardegnaimmaginare 61peste del 1652, ma i documenti risalenti a oltre unsecolo prima (1531) relativi all’ordine di accesso del-le corporazioni nella chiesa dedicata alla Madonnadi Betlem, lasciano intendere chiaramente come laDiscesa fosse già attiva nel Cinquecento. Per quellache è la festa più importante della città, tutta Sas-sari scende in piazza e partecipa con enorme tra-sporto e particolare orgoglio al rito tenuto in vitae tramandato dai gremi. I turisti che il 14 agostosi fanno inghiottire dall’enorme folla che segue laprocessione dei ceri, restano stupefatti dal livello dicoinvolgimento e dall’allegria con cui i sassaresi vi-vono la loro “festha manna”, la festa maggiore.

62 sardegnaimmaginare

Discesa dei Candelieri - ph Enzo Cossu sardegnaimmaginare 63

Piazza d’Italia - ph Roberto Angelo Piras Portici Crispo - ph Roberto Angelo PirasSeguire il percorso affrontato dai Candelieri per- come Patrimonio d’Italia per la tradizione, non èmette di visitare il cuore della città e di passare ide- l’unico rito religioso nato durante l’epoca della do-almente attraverso tutte le epoche storiche che han- minazione spagnola: durante questo periodo ven-no segnato il destino di Sassari. Da Piazza Castello, gono costruite diverse chiese e alcuni monasteri; eche separa il centro medievale da Piazza d’Italia e grazie all’ordine dei Gesuiti nasce anche il Collegio,quindi dalla zona nata sotto la dominazione pie- primo nucleo dell’università turritana.montese, si attraversa Piazza Azuni e si percorre in In un periodo di particolare risveglio dal punto didiscesa tutta l’antica Platha de Cotinas, ovvero Cor- vista culturale e artistico, vengono così mutuati dalleso Vittorio Emanuele; si svolta a sinistra in Piazza abitudini iberiche anche i riti legati alla SettimanaSant’Antonio all’altezza della torre medievale, poi si Santa, che a Sassari come un po’ in tutta la Sar-percorre Corso Vico e si arriva infine alla chiesa di degna assume un’importanza notevole e coinvolgeSanta Maria. ogni anno migliaia di fedeli. La giornata di MartedìLa “Faradda di li candareri”, riconosciuta recente- Santo è caratterizzata dalla processione dei Misteri,mente dall’Unesco come Patrimonio immateriale che ebbe con tutta probabilità origine alla fine deldell’umanità e inserita dal ministero del Turismo Seicento con l’arrivo dalla Spagna di alcune statue64 sardegnaimmaginare

Settimana Santa - ph Marco Ceraglia Via Turritana - ph Roberto Angelo Piras Piazza Santa Caterina - ph Enzo Cossurappresentanti diverse fermate della Via Crucis. terà molte famiglie liguri (provenienti direttamenteL’altro rito legato alla dominazione spagnola, che si dalla Liguria ma anche dalla Corsica) a trasferirsisvolge il Venerdì Santo, è quello denominato Iscra- a Sassari per curare i propri interessi commerciali.vamentu, con la rappresentazione della deposizione Via dei Corsi vede così ancora una volta crescere indi Cristo dalla croce, attuata con un crocifisso dagli maniera fortissima la presenza di presenze “esterne”arti mobili che viene effettivamente tolto dalla croce che portano con sé novità di ogni genere. Per voleree deposto su una lettiga per essere portato in proces- di un medico arrivato dalla Corsica, Vico Guidoni,sione o esposto all’adorazione dei fedeli. i genovesi presenti a Sassari si riuniscono in un’Arci-I rapporti tra Sassari e la città di Genova restano confraternita che si adopererà per la costruzione dimolto intensi anche tra il Cinquecento e il Seicen- una nuova chiesa, intitolata a Sant’Andrea, oggi vi-to, favoriti in particolare dagli interessi commerciali sibile nella parte bassa di Corso Vittorio Emanuele.della Spagna (che con Genova ha intessuto da tem- Dalla Liguria arrivano anche i materiali lapidei conpo una fitta rete di traffici) e dalla posizione centrale i quali verrà rivestita entro il 1606 la fontana che,che Sassari e il suo porto hanno nel Mediterraneo. nota negli statuti duecenteschi, fu costruita in stileSi verifica così una nuova ondata migratoria che por- tardo-rinascimentale nel sito in cui già dall’epoca sardegnaimmaginare 65

romana esisteva una fonte particolarmente ricca Cavalcata Sarda - ph Marco Ceragliad’acqua alimentante l’acquedotto di turris Libisonis(Porto Torres). Un sito tra i più cari ai sassaresi, un mutamenti, con influssi di carattere politico, cul-luogo simbolo di una città che si è approvvigionata turale, amministrativo, economico e urbanistico.da quella fonte sin dalla sua nascita. Tra le opere che riassumono in maniera più eviden-Dalla vallata, l’acqua veniva trasportata sino al cen- te questo passaggio ci sono il Palazzo Ducale e iltro cittadino dai cosiddetti “carrajoli”, caratteristi- nuovo Palazzo di Città.che figure di acquaioli che collocavano le botti sul Il primo viene edificato nella seconda metà del Set-dorso di piccoli asini. Un’usanza che si è mantenuta tecento per conto del Duca dell’Asinara: l’edificio,inalterata sino ai primi decenni del Novecento. che si estende su quattro lati (unico nell’intero cen-“Fra gli edifizi antichi di Sassari - scrive Enrico Co- tro storico) svettando in maniera maestosa in mezzosta nella sua monumentale opera “Sassari” - il Ro- a un dedalo di vicoli ed edifici più modesti, è dallasello fu sempre il prediletto dei sassaresi”. Secondo il fine del XIX secolo sede del Comune di Sassari.Costa gli stessi sassaresi ne parlavano così tanto, che Palazzo di Città cambia invece completamentegli altri abitanti dell’isola attribuivano ai nativi di volto: l’antico edificio viene demolito nel 1826 e alSassari questo detto: “chi non ha visto Rosello non suo posto sorge il nuovo palazzo, con al suo internoha visto il mondo”. La bellezza e l’amenità dell’area il Teatro Civico, che venne progettato in uno stileresta immutata, nonostante la fontana non sia più in neoclassico su una pianta che ricalca il Teatro Ca-aperta campagna e sia sovrastata dal grande ponte rignano di Torino, da Giuseppe Cominotti. All’ar-costruito durante il ventennio fascista. chitetto piemontese si devono anche altri importantiDopo il fugace passaggio sotto la dominazione progetti di architettura ed urbanistica, ma soprat-austriaca agli inizi del Settecento (durata nep- tutto una collezione di acquerelli che permettono dipure un decennio) e un brevissimo ritorno degli conoscere il profilo di alcune zone di Sassari a queispagnoli, dal 1720 Sassari e la Sardegna passano tempi e di ricostruire alcuni importanti aspetti legatialla casa Savoia. La città subisce nuovi profondi alle tradizioni etnografiche. L’università torna a essere un punto di riferimento fondamentale. La città in compenso non ha perso il66 sardegnaimmaginare

Fontana di Rosello - ph Marco Ceraglia sardegnaimmaginare 67

suo carattere ribelle e non sono poche le rivolte che Piazza Tola - ph Roberto Angelo Pirasperiodicamente scoppiano nel centro abitato facen-do alzare il livello di guardia dei dominanti. neogotico Palazzo Giordano, assumerà per tutto ilLa figura simbolo di questo modo di essere dei sas- Novecento la funzione di punto di riferimento persaresi è il patriota Efisio Tola, martire del Risorgi- tutta la cittadinanza, quello che viene considerato ilmento italiano, fucilato nel 1833 a Chambery con “salotto” dei sassaresi.l’accusa di essere un seguace di Giuseppe Mazzini e L’asse viario che da Piazza d’Italia conduce in disce-della Giovine Italia. A lui e a suo fratello Pasquale, sa sino a Porta Sant’Antonio, rappresenta oggi unmagistrato e politico di fama nazionale, è dedicata piccolo modello in scala della storia di questa cittàuna delle piazze più caratteristiche e storicamente così ricca di fascino e di contraddizioni. Dal salottovitali del centro storico. In Piazza Tola, anticamente di epoca umbertina alla caserma Lamarmora, sedeconosciuta come Campu di Carra, o Carra Manna, della Brigata Sassari, e alle rovine del castello ara-si trova anche il cinquecentesco Palazzo d’Usini, ra- gonese inopinatamente demolito; passando per lerissimo e pregevole esempio di architettura rinasci- brutture novecentesche (i due grattacieli), la parti-mentale presente in Sardegna. colarissima piazza Azuni, a forma triangolare e conPer dare risposte alle esigenze derivate da una forte edifici di gusto neoclassico, e infine Corso Vittoriocrescita demografica e per limitare i disagi dovuti Emanuele, l’antica Platha de Cotinas, già nel Me-al sovraffollamento e alle precarie condizioni igie- dioevo punto di ritrovo per traffici commerciali eniche, nel corso del XIX Secolo inizia anche il pro- scambi culturali.gressivo abbattimento delle mura di cinta pisane, Edifici di tutte le epoche accompagnano il visitatore,che permette alla popolazione di trovare nuovi spazi con continui riferimenti alla vita e alle tradizioni ul-vitali. Nascono nuovi quartieri, che prendono come trasecolari di una città che rappresenta una specifi-modello le città piemontesi: la griglia di strade per- cità nell’intero panorama isolano e che, nonostantependicolari che nasce sull’asse piazza d’Italia-Via alcune zone d’ombra e di degrado, resta fortementeRoma-Emiciclo Garibaldi rappresenta ancora oggi attaccata al suo passato e al suo modo di essere.un esempio della concezione urbanistica dei Savoia.Piazza d’Italia, sulla quale si affacciano il Palazzo Un particolare ringraziamento a Francesco Ledda - Storico dell’Artedella Provincia (prima pietra posata nel 1873) e il Da visitare pag. 17068 sardegnaimmaginare

sardegnaimmaginare 69

70 sardegnaimmaginare

di Chiara PorquedduOLLOLAI Il rito della vestizione Il Costume di Ollolai - Servizio Fotografico Enzo Cossu sardegnaimmaginare 71

72 sardegnaimmaginare

LLa Sardegna è un’isola ricca di bellezze naturali vivaci dei suoi ricami chiunque vi posi lo sguardo. e soprattutto di antiche tradizioni che la rendono La sposa. Iniziamo la vestizione della sposa dal- uno dei luoghi più ammirati del mondo. Uno degli la pettinatura. L’acconciatura è composta da due elementi che partecipano a rendere unica la storia trecce (o code intrecciate) posta sulla parte alta isolana sono i costumi locali che variano da paesi- della testa, in seguito queste vengono attorcigliate no a paesino. con sa vite un nastro lungo utilizzato per sostenere Ricchi, variopinti, elaborati sono i costumi tradi- l’acconciatura; questa pettinatura servirà per soste- zionali della Sardegna; questi abiti sono una chiara nere su cappiale. Secondo degli studiosi questa non dimostrazione della cultura dell’isola, infatti, essi solo è un’acconciatura unica in Sardegna ma ha portano cucita sulla stoffa la storia isolana che dal radici antiche e orientali. dominio romano passa per la Spagna e l’Oriente. L’intimo del vestito è composto da sa frannella rica- Per questo i vestiti, in particolare quelli femmini- mato al collo con sas prama (pramà); Una gonna in li, sono molto eterogenei tra loro e permettono di tela Su huddhittu’e tela, esso serve per evitare che la ripercorrere il viaggio compiuto dall’isola e dagli gonna in orbace possa dare fastidio alla pelle. isolani. Si indossa poi la camicia di tela bianca finemente Il costume di Ollolai è uno dei più particolari e ricamata al collo e ai polsi con su horo, sue orane e affascinati costumi della Sardegna. Rinomato per su cordonittu, per chiudere la camicia si utilizzano aver conquistato molte delle sfilate tradizionali dei bottoni in filigrana d’oro al collo e più piccoli dell’isola e non solo, il costume cattura con i colori sardegnaimmaginare 73

in filigrana d’argento ai polsi. Un ornamento della vetta e arricchito da sa sabea (contro malocchio), sacamicia che viene chiamato su gropu, risulta attac- perda’e latte (contro mastite) su sorih’e mare fatto a for-cato ai bottoni del collo. ma di conchiglia e richiama anche la forma dell’or-La gonna di sotto, in orbace plissettato, chiamata gano femminile questo perché utilizzato controsu huddhittu’e listone è all’estremità inferiore arricchi- l’infertilità, l’amuleto è incastonato in argento edta da un ricamo con fili colorati chiamato vettas. ha dei campanelli per scacciare gli spiriti. Sos so-La gonna superiore di colore rosso chiamata su var- najolos, leggenda vuole che al loro interno vi sianodellinu è ancora più plissettata, essa va a ricoprire delle reliquie di santi che forniscono protezione.quasi interamente l’altra gonna fatta eccezione per Alle orecchie abbiamo sos pendhelizzones orecchinisa vetta ovvero il ricamo sulla parte bassa de su hud- a forma di mano con il pollice tra indice e medio,dhittu’e listone. fatte di corallo rosso che servono per scacciare ilSopra su vardellinu si mette su hodale un grembiule malocchio. Un altro gioiello è s’iscappullariu collanadi seta stretto in vita e largo all’estremità inferiore; molto lunga in argento che viene indossata facen-esso è finemente ricamato con sa vetta, granutillu e dole fare tre giri intorno al collo, due lunghi e ilistrillias. terzo più corto in modo che la crocetta dal qualeIl bustino chiamato sas palas è fatto di panno rosso è composto, insieme ad una medaglia raffiguranteed è un pezzo unico in Sardegna, esso ha la fun- la Madonna con il bambino, possa toccare il collo.zione di reggiseno. È certamente molto particola- Seconda collana è s’ispulihadentes. Essa presenta duere, infatti, presenta due cornetti colorati e ricamati estremità diverse, la prima tonda è simbolo dell’a-con granutillu e istrillias arricchiti dagli amuleti. scolto, la seconda a punta invece è simbolo dellaL’insieme degli amuleti viene chiamato su puleu. saggezza nel parlare. Dei fili di corallo vanno aQui abbiamo un nastro lungo tutto fiorito detto sa completare la serie dei gioielli. Su cappiale (cuffietta)74 sardegnaimmaginare

sardegnaimmaginare 75

che viene posta sopra l’acconciatura direttamente thones sono dei pantaloni di tela bianca. Sas harthasa contatto con i capelli e viene stretta sotto il mento sono delle ghette in orbace nero e hanno la parti-da un nastro; essa è molto ricamata e richiama i colarità di essere più allungate nella parte inferio-disegni dei ricami delle due gonne. re per coprire le scarpe; queste erano di pelle e siIl giubbino su zippone, di broccato molto stretto chiamano sos hosinzos.riporta dei ricami caratteristici. Le rose rappre- Indumento forse più caratteristico è Su cosse gilet disentate da una parte vengono riproposte in modo panno blu ricco per i molti ricami con fili coloratispeculare dall’altra. Esso ha una forma molto par- sul davanti, viene chiuso con tre bottoni in argento.ticolare è aperto sul davanti per far vedere la ca- Immediatamente sotto abbiamo Su harthon’e guresimicia e i gioielli. Inoltre la camicia deve uscire dai una gonnellina in orbace nero posta sopra su har-polsi per poter mostrare il ricamo, anche su zippone thone, tipica per la striscia che va a legare la parteviene chiuso con dei bottoni in filigrana che pote- anteriore con quella posteriore (s’ispaccatroddhia).vano essere d’oro o d’argento. Sa hintorza è una cintura in pelle ricamata con deiL’ultimo pezzo del vestito è su tullu un velo ricama- fili di seta. Sopra questa prima cintura viene messato di forma quadrata che viene fissato a su cappiale sa vrentera cintura fornita di tasche porta oggetti.per mezzo di una spilla. Infine indossa la giacca in orbace nero chiamata SaLo sposo. Il primo indumento indossato dallo spo- zanchetta de guresi che va a coprire le maniche dellaso è una camicia bianca di tela, che a differenza di camicia e alcune parti di su cosse. Sopra la zanchettaquella femminile ha ricami meno visibili, visto che si mettono le pelli di agnello nero sas peddhes. Ulti-questi sono ricamati direttamente sulla tela, questi mo indumento è Sa berrita di panno nero posta sulricami di trovano sul petto, sulle spalle e sui polsi. capo.La camicia viene chiusa solo al collo con dei botto-ni di filigrana d’argento. Si indossano poi Sos har- Un ringraziamento particolare al Gruppo Folk “BALLADORES” di Ollolai che con la loro disponibilità e gentilezza si sono prestati per la realizzazione di questo servizio76 sardegnaimmaginare



Itinerari di Chiara PorquedduMURATS L’arte tessile a SamugheoIIl Museo Unico Regionale dell’Arte Tessile Sarda connessioni tra la cultura della tradizione e le ten- (MURATS) nasce per riscoprire e ritrovare la sto- denze dei tempi moderni, organizzando dunque ria dell’arte tessile dell’Isola. La struttura museale conferenze, laboratori, workshop, dibattiti, semi- con sede a Samugheo, paese famoso per la produ- nari, ricerche e studi. L’intento sarebbe quello di zione tessile, ha come attività principale l’esposi- superare il concetto di museo come solo luogo di zione permanente della sua Collezione. conservazione, puntando a trasformarlo definiti- La Collezione del museo è composta dall’abbiglia- vamente in istituzione che osservando e analiz- mento samughese giornaliero e festivo, dall’ab- zando il presente attraverso l’esposizione dei suoi bigliamento che tradizionalmente utilizzavano oggetti, crea un forte rapporto tra passato, pre- i pastori e da vari costumi tradizionali utilizzati sente e la comunità rafforzando così il concetto di durante le feste, inoltre vi sono coperte, lenzuola, cultura che hanno le persone. biancheria, bisacce e teli per la campagna. Il Museo Unico Regionale dell’Arte Tessile Sar- Il museo non ospita solo manufatti tessili ma an- da grazie ad un’innovativa e singolare attività di- che strumenti tra i quali telai tradizionali in le- dattica coinvolge alcune Scuole della Sardegna, gno, attrezzature e strumenti vari per la tessitura, permettendo agli studenti di sperimentare in pri- preziosi manufatti tessili del Settecento realizzati ma persona le varie tecniche di tessitura, con lo artigianalmente in lana, cotone e lino. Tra i pezzi scopo di evidenziare il difficile lavoro che si na- più rari figurano gli “Affaciadas”, piccolissime sconde dietro la creazione di un manufatto tessile, strisce di tessuto finemente lavorato che veniva- per far meglio comprendere l’esperienza vissuta no esposte sui balconi durante la processione del al Museo. Durante i corsi gli alunni riceveranno Corpus Domini, mentre per rarità spiccano cin- un piccolo telaio sul quale avranno la possibilità que “Tapinos ‘e mortu”. Un’altra attività svol- di realizzare, con l’aiuto delle operatrici museali, ta dal museo è quella di organizzare mostre tem- dei piccoli utensili di lana che potranno portare a poranee dedicate al settore dell’artigianato sardo. casa con loro, insieme al diploma di piccolo tes- Il MURATS inoltre si impegna a creare delle sitore.78 sardegnaimmaginare

sardegnaimmaginare 79

di Roberto BazzoniI CANDELIERI DI L’emozione della tradizione 80 sardegnaimmaginare

NULVI sardegnpahiFmramncaogSinteafareno R8u1iu

ph Franco Stefano Ruiu82 sardegnaimmaginare

II Candelieri sono dei “ceri” votivi, ma sarebbe più ph Ester Cossu corretto per i Candelieri di Nulvi definirli “macchi- ne a spalla” poiché ad una persona qualsiasi che do il Giudice Mariano d’Arborea stabilisce ufficial- li osserva per la prima volta la comunanza risulta mente che anche i suoi sudditi dovessero adempiere piuttosto difficile da notare. Si tratta, infatti, di tre a questo precetto, proprio in occasione della vigilia possenti costruzioni realizzate con legno, canne e della festa dell’assunzione. Il rituale prevedeva ap- cartapesta, distinte da tre differenti colori che ri- punto l’offerta di una ben determinata quantità di chiamano l’appartenenza a tre antiche corporazioni cera vergine, applicata ad un supporto ligneo per lavorative, i gremi, dove il verde riporta alla mente essere modellata affinché riproducesse immagini i pascoli erbosi simbolo dei pastori, il giallo le spi- sacre per poi essere esposta alla venerazione dei fe- ghe dorate dei messai e l’azzurro le profondità del deli. L’usanza conosce una grande diffusione nella cielo tanto caro alla Vergine Maria protettrice degli regione ma ad oggi solo pochi centri della Sardegna artigiani. I simulacri vengono fatti sfilare per le vie hanno conservato questo rituale. del paese il 14 agosto da un gruppo di uomini che Il trascorrere del tempo ha influito in maniera diffe- li trasportano sulle proprie spalle. Ricordano nella rente sulla tradizione dei Candelieri nell’isola, poi- forma un tabernacolo, non a caso, se si tiene conto ché a Sassari, Iglesias e Ploaghe, la forma di queste che nascono come “offerta” nei confronti della Ver- macchine, definita a “fioretto”, è una riproduzione gine Maria Assunta in cielo. di veri e propri ceri secondo il gusto iberico porta- L’usanza di offrire alla Madonna di mezz’agosto to nell’isola dalla dominazione spagnola. Nulvi ha della cera votiva affonda le sue radici nel medioevo, mantenuto la forma a tabernacolo di matrice pisana in quel contesto di grande venerazione nei confron- distinguendosi dalle altre realtà. Ad oggi non è dato ti della Vergine, ampiamente diffuso in tutta l’isola. sapere il perché di questa peculiarità. Le ipotesi sono Uno dei modi con cui si esprimeva questa grande diverse: forse il decentramento rispetto al capoluo- devozione era l’oblazione dei Candelieri. Si tratta di go sassarese, o da contro la voglia di antagonismo, una consuetudine che con tutta probabilità è arri- o forse ancora un profondo attaccamento alla tra- vata nell’isola insieme alla dominazione pisana, ma dizione; rimane il fatto indiscutibile dell’unicità dei diventa patrimonio locale già dal XIII secolo, quan- Candelieri di Nulvi. Ma c’è anche un altro elemento che richiama la tradizione pisana nella ritualità dei Candelieri: le immagini sacre che li decorano, rea- sardegnaimmaginare 83

lizzate in cartapesta, fino ad alcuni decenni orsono Candeliere degli Artigiani - ph Franco Stefano Ruiuvenivano staccate e suddivise in piccole porzioni altermine della festa affinché in molti potessero por- più imponente, decorata con immagini sacre e ri-tare con se un “pezzo” di candeliere. Ma, venuti a produzioni di santi che ricorda un altare ligneo e lemancare gli artigiani che dedicavano durante l’an- sue sfolgoranti decorazioni. La pala nasconde unano il loro tempo alla realizzazione dei Candelieri, struttura portante, una sorta di scheletro, realizzatasi pone il problema del loro disfacimento, é quindi con assi di legno assemblate tra loro e ben rinforzatenecessaria una modifica nella tradizione. nei punti di giuntura, rivestita di canne e ricopertaI Candelieri divengono delle strutture meno effime- di tessuto, su di essa sono applicate le immagini sa-re e destinate a durare diversi anni, ma sempre sog- cre realizzate in cartapesta, rifinite poi con sgargian-gette ad interventi di rinnovo nel corso del tempo. ti colori e decorazioni minuziose.I ceri che vediamo sfilare attualmente sono frutto Nel momento in cui le due parti vengono unite tradi una ricostruzione completa avvenuta nel 2005; loro si procede alla realizzazione di un complessogli artigiani locali che si sono cimentati nell’impresa sistema di funi e tiranti che deve assicurare i duehanno avuto l’accortezza di modellare la loro opera elementi in modo stabile e sicuro, poiché dovrannotenendo conto di immagini storiche dei Candelieri, resistere alle numerose sollecitazione durante il lun-restituendo loro un aspetto più maestoso che si era go percorso. Così composto ogni candeliere arrivaandato affievolendo dagli anni settanta in poi. a pesare circa nove quintali per un’altezza di ottoRealizzati con materiali poveri come il legno, le metri.canne e la cartapesta, i Candelieri, sono composti Il rituale si ripete ininterrottamente da secoli, findi due parti fondamentali, il fuso, ovvero il piedi- dal primo pomeriggio della vigilia dell’Assunzione,stallo di circa due metri completamente in legno, ferventi preparativi animano la chiesa di S. Filippofinemente decorato e strutturato per consentire l’in- Neri, un oratorio costruito secondo le forme del ba-serimento delle grosse stanghe di legno che servono rocco, un’architettura essenziale. Qui i Candelieriagli uomini per poter trasportare il tutto sulle spalle. sono conservati scissi nelle due parti principali che liQuesto elemento, così come il piccolo stelo di un compongono. I portatori, ossia gli uomini addetti algrande fiore, andrà a sorreggere la pala, la parte trasporto dei simulacri, i quali per la maggior par- te tramandano di padre in figlio l’onore di “entrare sotto il candeliere”, si radunano presso la chiesa e84 sardegnaimmaginare

cominciano le operazioni necessarie a trasporta- Candeliere degli Agricoltori - ph Ester Cossure fuso e pala all’esterno della chiesa. Il passaggioè piuttosto angusto e richiede attenzione, la chiesa un ripido tratto in discesa che mette in mostra l’abi-di San Filippo si trova nel cuore del centro storico lità degli uomini che affrontano questa dura prova.e le vie strette non agevolano certo le operazioni Ripresa la via principale, dopo pochi metri si assistedi trasporto. Raggiunto il corso Vittorio Emanue- ad uno di quei momenti che lascia il fiato sospeso inle, nei pressi della chiesa parrocchiale i portatori si chi guarda, il candeliere che fino ad ora si era mos-accingono ad unire fuso e pala, è un momento de- so in posizione verticale viene lasciato cadere sullelicato, carico di eccitazione. Terminata questa fase mani dei portatori, che lo accolgono pronti, perchépropedeutica alla sfilata vera e propria si attende la possa essere trasportato per un tratto del percorsobenedizione del parroco, l’unico che può dare ini- in posizione orizzontale. Il momento della “caduta”zio alla cerimonia. L’aspetto religioso, che in alcuni è regolato da chi tiene le funi, appositamente lega-momenti può sembrare messo in ombra dalla spet- te al simulacro per regolarne l’equilibrio durante latacolarità della festa è in realtà elemento fondante, sfilata. Percorso nella sua lunghezza il corso Vitto-poiché la festa stessa nasce per rendere omaggio alla rio Emanuele ci si avvicina al termine della sfilata eVergine Maria, considerata l’ultimo baluardo di di- così alla sera, i Candelieri fanno il loro ingesso nellafesa della popolazione locale quando questa veniva chiesa parrocchiale. Quella chiesa dedicata a Ma-afflitta da carestie o pestilenze. Si tratta infatti di un ria Assunta in cielo, un armonioso edificio nato nelvoto, il rinnovo di una promessa. medioevo, probabilmente nel XIV secolo secondo ilI Candelieri partono a sequenza regolare uno dietro gusto Catalano - Aragonese, ampliato e riadattatol’altro. Il percorso in alcuni tratti si presenta stretto dopo il 1604 quando gli viene assegnato il titolo die difficoltoso poiché per buona parte si snoda nel parrocchia. Corredato, nel XVIII secolo, di preziosicuore del centro storico, ma ciò non impedisce ai altari lignei, per buona parte ancora in uso. Ma su-portatori di mantenere un ritmo serrato, almeno bisce un’ulteriore rimaneggiamento, forse il più de-fino alla prima sosta, forse la più lunga, dinnanzi la cisivo, quando nel 1785 acquisisce il titolo di chiesachiesa di San Bonaventura, meglio nota come “Cun- Collegiata, si arricchisce così anche di preziosi altariventu ‘e subra”. Si riprende fiato prima di affrontare marmorei secondo il gusto piemontese. E proprio ai piedi del maestoso altare maggiore vengono collo- cati i Candelieri, a corona del simulacro della Ma- donna dormiente, una pregevole statua lignea set- sardegnaimmaginare 85

tecentesca ornata, quasi ricoperta, di preziosissimi ph Ester Cossu ex-voto. Rimarranno qui otto giorni come giganti Candeliere dei Pastori - ph Franco Stefano Ruiu custodi di antichi rituali, testimoni della pietas po- polare che si esprime attraverso il rito de “S’apoltu- ladu”. Dodici uomini, in abiti dalle fogge orientali, preceduti da una bambina che indossa le vesti di un angelo, ogni sera si recano ai piedi del simulacro del- la Vergine. Impersonano i dodici apostoli che ren- dono omaggio al corpo di Maria prima che questa venga accolta nei cieli, lo fanno con grande venera- zione baciandole i piedi solo dopo aver ottenuto il consenso dall’angelo pronto a difenderla con la sua spada da chi avesse cattive intenzioni. L’iconografia riscontabile in questo rituale rispec- chia in molti punti l’immagine della religiosità orientale, bizantina, che vuole la madre del Cristo assunta in cielo come avvolta in un sonno profondis- simo, circondata dai dodici apostoli e protetta da S. Michele arcangelo munito di scudo e spada. Questo cerimoniale si è conservato solo a Nulvi, dando alla festa una completezza non più riscontra- bile negli altri centri in cui è presente la tradizione dei Candelieri. Gli otto giorni sono conclusi, è la mattina del 23 agosto, i Candelieri tornano alla chiesa di S. Filip- po Neri, verranno lì conservati come racchiusi in un prezioso scrigno fino al prossimo 14 agosto.86 sardegnaimmaginare

nulvi, 14 agosto 2014sa essida de sos candhalerisFra i tanti riti e le tante feste sarde frutto della pietas popolare, quella dei candelieri di Nulvi è da considerarsi una diquelle di maggior rilievo tra le feste che suscitano stupore e meraviglia in chi assiste. Si tratta infatti di tre enormi pale cherichiamano l’appartenenza a tre antiche corporazioni lavorative, i gremi, dove il verde riporta alla mente i pascoli erbosisimbolo dei Pastori, il giallo le spighe dorate dei Messai e l’azzurro le profondità del cielo tanto caro alla Vergine Mariaprotettrice degli artigiani. Vi aspettiamo. www.visitnulvi.com

Sapori Redazionale Nulvi. San Pasquale, Latteria Sociale Cooperativa. SSono più di 50 anni, esattamente dal giugno 1963, che la Latteria Sociale Cooperativa San Pasquale è attiva nel settore caseario producendo non solo formaggi ovini, ma anche ottime ricotte, fresche e mustie, e creme di formaggio. Negli anni essa è cresciuta divenendo un punto di riferimento per l’economia locale, soprattutto gra- zie alla sua attenzione nelle innovazioni tecnolo- giche. Tuttavia i suoi punti di forza sono l’alta qualità dei prodotti e il loro gusto inconfondibile, assicurati dalla grande competenza e serietà che ha sempre contraddistinto la cooperativa. Altra caratteristica importante è data dalle proprietà naturali del latte, infatti, la conformazione geografica dell’Anglona fornisce dei meravigliosi pascoli sulle colline, arric- chiti dalla vicinanza al mare. La cooperativa San Pasquale conta circa 200 soci88 sardegnaimmaginare

sardegnaimmaginare 89

e al suo interno vi sono allevatori di Nulvi, Ardara, Il Granglona è un prodotto che seppur di più gio-Bulzi, Castelsardo, Chiaramonti, Erula, Laerru, vane fattura è riuscito in fretta e con facilità a con-Martis, Ploaghe, Santa Maria Coghinas, Sedini, quistare gli esperti e i consumatori diventando laSiligo e Tergu. “perla” della cooperativa. Questo è un formaggioI formaggi prodotti dalla Cooperativa sono: Ca- a pasta cotta, duro, prodotto con latte di pecoraciorone, San Pasquale, Monte Alma, Brigadore, parzialmente scremato. Raggiunge le caratteristi-Nugurbi, Pecorino Romano e Granglona. Gli ulti- che ottimali per il consumo da tavola dopo 18 mesimi due sono i due formaggi di punta del caseificio. di maturazione. Con la stagionatura assume piùIl Pecorino Romano è il prodotto storico della co- fragranza e consistenza, diventa un gradevolissimooperativa e ancora oggi occupa la maggior parte formaggio da tavola ma è utilizzato anche comedella produzione, visto soprattutto che viene consi- eccellente formaggio da grattugia.derato come uno dei migliori prodotti sul mercato.Esso è un formaggio a pasta dura, cotta, prodot-to con latte fresco di pecora intero, provenienteesclusivamente dagli allevamenti della zona diproduzione, eventualmente inoculato con colturenaturali di fermenti lattici autoctoni dell’area diproduzione e coagulato con caglio di agnello in pa-sta proveniente esclusivamente da animali allevatinella medesima zona di produzione.90 sardegnaimmaginare

NON SONO IL PIÙ FAMOSO, MA QUELLO PIÙ BUONO!Il Granglona. Un piacere come pochi.Formaggio Pecorino di Sardegna.www.formaggisanpasquale.it

di Roberto Bazzoni SANTA TERESA Mare, vento e granito rosa92 sardegnaimmaginare

Rena Bianca - ph Enzo Cossusardegnaimmaginare 93

Porto di Santa Teresa Gallura - ph Enzo CossuUUn paesaggio da cartolina: la costa dell’estremo Il cuore del paese è rappresentato da una grande nord della Sardegna lavorata dal vento e dalle piazza quadrata sulla quale si affacciano negozi, correnti che arrivano dalla Bocche di Bonifacio. bar e botteghe di artigianato, da cui parte la strada E’ la cornice del mare che regala le più svariate che conduce alla torre che, a sinistra sorveglia la sfumature di azzurro, dal turchese trasparente al spiaggia della Rena Bianca, una delle più belle blu intenso. dell’Isola, mentre alla sua destra guarda verso il Santa Teresa Gallura è situata di fronte alla porto turistico, dal quale partono i traghetti diretti Corsica, a pochi minuti di navigazione dalle isole in Corsica. di Cavallo e Lavezzi. Il luogo simbolo del paese A cinque chilometri da Santa Teresa si trova la è la torre cinquecentesca edificata da Filippo II punta di Capo Testa, uno scoglio collegato alla per creare un punto di avvistamento e prevenire terraferma da una striscia di sabbia, raggiungibile gli assalti dei pirati, quando la località si chiamava percorrendo un percorso panoramico aperto tra la Longonsardo. macchia mediterranea. Il promontorio con i suoi Nel primo Ottocento, quando l’Isola passò ai giganteschi graniti offre uno spettacolo unico al Savoia, Vittorio Emanuele I fece costruire il borgo mondo e in questa oasi naturale sono racchiuse marinaro, curando egli stesso la planimetria, al le bellissime spiagge di Santa Reparata e Cala quale diede il nome in onore della santa patrona Spinosa. della moglie, la regina Maria Teresa d’Asburgo. Il territorio è ricco di reperti archeologici e la Il centro abitato si trova tra due insenature: quella testimonianza più importante è data dal sito di Lu di Porto Longone e quella di Rena Bianca, la Brandali, dove si possono ammirare il villaggio, pianta conserva ancora la forma a scacchiera con i resti di una quarantina di capanne circolari, voluta dal re. il nuraghe, dal quale si poteva comunicare con gli94 sardegnaimmaginare

Santa Teresa vista dal mare - ph Enzo CossuChiesa Santa Teresa - ph Mauro Sanna Faro di Capotesta - ph Enzo Cossu sardegnaimmaginare 95

Cala Spinosa - ph Enzo Cossu All’interno della valle ci sono svariate grotte che si sono formate a causa dell’erosione, nelle quali altri nuraghi della zona, e la tomba dei giganti. si può alloggiare. Inoltre è presente anche una Per le costruzioni veniva sfruttato il granito di cui sorgente di acqua dolce. In direzione ovest, a 30 la zona è ricchissima, proprio dalle cave di granito chilometri da Santa Teresa, si trova Costa Paradiso di Capo Testa, i romani ricavarono il materiale per un nome che svela la bellezza delle sue spiagge e la il Pantheon, e i pisani per il colonnato del Duomo. trasparenza dell’acqua. Tra le cave moderne e antiche e il profumo della Tra le tante feste, sagre e manifestazioni che vegetazione si raggiunge infine, il faro di Capo animano l’estate di Santa Teresa, vale la pena Testa. Ogni anno tra agosto e settembre, Santa ricordare la processione in mare della Vergine Teresa ospita gli eventi principali del festival jazz Assunta il 15 Agosto, la rievocazione storica della “Musica sulle Bocche”: durante il giorno artisti nascita di Santa Teresa e la sagra del turista, nazionali e internazionali animano le strade e sempre durante il mese di agosto. le spiagge intorno al paese, mentre la sera lo Il visitatore che decide di fare tappa a Santa Teresa spettacolo si sposta nelle piazze, per culminare non può fare a meno di gustare la cucina tipica all’alba dell’ultimo giorno nella spiaggia di Rena a base di pesce, anche se la ricetta per eccellenza Bianca. Poco distante da Capo Testa si trova la è la zuppa gallurese, preparata con strati di pane Valle della Luna, dove la roccia abilmente levigata raffermo o spianata, bagnati con brodo di carne dall’azione del mare e del vento appare bianca e conditi con abbondante formaggio. tondeggiante, simile al paesaggio lunare. La gola, nel decennio tra gli anni ‘70 e ‘80 divenne meta dei Da visitare a pag.169 “figli dei fiori”, e ancora oggi ospita persone che decidono di vivere lontane dalla civiltà e a stretto contatto con la natura, in uno scenario surreale.96 sardegnaimmaginare

Torre di Longosardo - ph Enzo CossuRena Majore - ph Enzo Cossu sardegnaimmaginare 97

di Chiara Porqueddu EVNOSYAARGDEAIGNE Enzo Favata, la musica immersa nel paesaggio Da leggere ascoltando “ Steps to heaven” dallo spettacolo “The secret life of parks” Enzo Favata clarinetto contralto - Marcello Peghi chitarre elettriche - Danilo Gallo basso elettrico - UT Gandhi batteria98 sardegnaimmaginare

Servizio fotografico di Gabriele DoppiuMusica sulle Bocche - Tramonto a Capotesta sardegnaimmaginare 99

100 sardegnaimmaginare Trio Favata Gandhi Peghin - Muravera Torre dieci Cavalli


Like this book? You can publish your book online for free in a few minutes!
Create your own flipbook