Important Announcement
PubHTML5 Scheduled Server Maintenance on (GMT) Sunday, June 26th, 2:00 am - 8:00 am.
PubHTML5 site will be inoperative during the times indicated!

Home Explore SardegnaImmaginareN4

SardegnaImmaginareN4

Published by Sardegna Immaginare, 2016-02-05 10:05:29

Description: Sardegna Immaginare N4

Search

Read the Text Version

Il candore della sabbia e il folto bosco di ginepri - ph Enzo Cossu sardegnaimmaginare 51

52 sardegnaimmaginare

Dall’alto della duna, mare turchese e l’isola del Toro all’orizzonte - ph Paolo e Mauro Mattiello sardegnaimmaginare 53

Le caratteristiche e levigate pietre vulcaniche delle dune - ph Marco Corda D5a4ll’alstaorddeellgendauinme,mviastgainvearrseo la spiaggia di Porto Pino, gli stagni e il promontorio - ph Paolo e Mauro Mattiello

accessibili e non limitate da esercitazioni militari, Particolare delle dune al tramonto - ph Marco Cordasono di rara bellezza. Segnatevi solo questa: CalaZafferano. Troverai una lingua lunga di sabbia fine, mentre ilDa Santadi il viaggio è più corto e incontamina- piede scivola giù teneramente a ogni passo. Dietroto. Non scappi alle curve neanche in questo pas- di te la vegetazione, c’è già la voglia di correre insaggio, ma sono dolci, se le sai prendere. Qualche cima alle dune di Porto Pino e di sdraiarti sopra.scritta ti avverte che “Sardigna no est Italia”. Cra- Se trovi diversi esemplari di poseidonia avrai labi, Nuxis, Villaperuccio, Piscinas, Giba, Masainas, certezza scientifica che ti tufferai in acque sane eIs Lais, Sant’Anna Arresi. Borghi sconosciuti agli pulite. Davanti a te il mare limpido, l’acqua bassa,stessi isolani. Microcosmi di Sardegna. le onde calme, un colore azzurro chiaro che ti ciDa Siliqua la strada è più scorrevole e veloce. Si specchi dentro. Scatti senza filtri e li condividi suitratta della SS130, che passa per Decimomannu, social.l’autovelox e il castello di Acquafredda di Siliqua, Porto Pino ti concede anche il gusto dell’avventu-gioiello archeologico dal passato glorioso e citato ra. Se ci andrai in estate e troverai molte perso-da Dante nella Divina Commedia. Passata Domu- ne, ti potrai comunque esiliare camminando dalsnovas imbocchi una strada ancora più provinciale lato opposto della spiaggia dove vedrai solo dunefino ad arrivare a Carbonia, capoluogo con Igle- e macchia mediterranea. Ad un certo punto nonsias dell’omonima provincia. vedrai neanche più il mare. Ti sembrerà di essereA Porto Pino ci arrivi saltellando tra altri piccoli nel deserto.paesini fino a imboccare uno sterrato circondato A Porto Pino resti almeno fino al tramonto, ti con-da uno stagno silenzioso. Già da qui è possibile cedi un aperitivo in qualche chiosco che spunta di-fare un po’ di birdwatching. Lasciata la macchina screto sulla spiaggia, senza intaccare un territorioin un ampio parcheggio si cammina per pochi mi- incontaminato e che si preserva intatto nonostantenuti, mentre intravedi già dune alte e bianchissime. l’incedere del tempo. Hai davanti quei colori, quel paradiso naturale chiamato Porto Pino. Perché andartene? Ti chiedi. Potreste alloggiare in zona, poi proseguire verso le due piccole isole della costa sud-ovest sarda: Sant’Antioco e Carloforte, il paese del tonno e non solo… sardegnaimmaginare 55

La biodiversità è diventata un patrimonio da proteggere: finalmente, se ne sono accorti un po’ tutti. E la Sardegna, con i suoi fenicotteri, i grifoni, i falchi, le berte maggiori, i cervi, gli asinelli bianchi e forse altro ancora, è tra i luoghi dove questo imperativo viene coniugato con maggiori soddisfazioni. Testo: Fabio Isman -Foto: Mauro Sanna - Falco regina56 sardegnaimmaginare

sardegnaimmaginare 57

di Alberto Fozzi PUENRNI ODEMLEFINI Una ricerca pluriennale sul Tursiope lungo le coste della Sardegna nord orientale58 sardegnaimmaginare

Servizio fotografico di Alberto FozziIl profilo di emersione dei tursiopi si staglia contro la costa di Capo Testa. sardegnaimmaginare 59

I delfini sono abilissimi nuotatori, capaci di surfare magistralmente le onde.60 sardegnaimmaginare

D Negli esemplari adulti ed in particolare nei maschi, sono evidenti i graffi e le tacche nelle pinna dorsale dovute alle interazioni sociali.“Dal diario di bordo della barca a vela Orange Seal 2 del dalle osservazioni condotte da terra abbiamo vistoCRiMM (centro di ricerca dei mammiferi marini) onlus” che i tursiopi frequentano spesso il tratto di mare antistante. Malgrado il meteo favorevole, passiamoSono i primi di giugno, finalmente, dopo qualche oltre un’ora a scrutare il mare prima di scorgeregiorno di maestrale che ha spazzato le Bocche di finalmente una pinna. L’avvistamento è sempreBonifacio, ci sono le condizioni ideali per uscire un momento emozionante e concitato, in unain mare e dopo i controlli di rito siamo pronti a frazione di secondo Roberto, lo skipper, riduce ilasciare l’ormeggio del porto di Santa Teresa di giri del motore e cerca una rotta parallela senzaGallura. Fuori dal porto il paesaggio è inusuale, il interferire con quella dei delfini. Plurale, si! I delfinimare è talmente calmo che le Bocche di Bonifacio avvistati - infatti - ora sono tre. Il nostro scopo èsembrano un lago. Siamo comunque contenti, riuscire a fotografarli, perché proprio dalle fotoqueste sono le condizioni ottimali per poter della pinna dorsale riusciamo poi a riconoscerliavvistare i delfini. individualmente.La nostra rotta ci porta verso Capo Testa perché Questa tecnica di ricerca è nota come foto- sardegnaimmaginare 61

62 sardegnaimmaginare

I piccoli di Tursiope passano gran parte del loro tempo sempre al fianco della madre sardegnaimmaginare 63

Quando emergono si può osservare il soffio, non alto come quello delle balene ma ben visibile come in questa immagineidentificazione ed è utilizzata per studiare diverse della qualità delle acque. Dall’adesione delspecie di cetacei e non solo. Quindi ad ogni tursiope Comune di Santa Teresa di Gallura alla carta diche riusciamo a fotografare e a riconoscere viene partenariato al Santuario Pelagos, il tursiope èassegnato un codice e un nome di fantasia, tra diventato uno dei protagonisti del programma diquesti abbiamo Darwin e Big che presumibilmente ricerca e sensibilizzazione denominato Sulle Rottesono dei maschi adulti e tra le femmine, Falce di di Darwin che da tre anni coinvolge, in attività edluna, dalla forma delle pinna dorsale e il suo escursioni, gli studenti dell’Istituto Globale PFMpiccolo falcetto! Magnon.Ad ogni avvistamento seguirà un minuzioso lavoro Un percorso di conoscenza che riflette il pensierodi confronto delle foto e delle pinne degli esemplari del celebre naturalista Stephen Jay Gould, “Nongià noti, quasi come se fosse un album delle salveremo mai ciò che non amiamo”.figurine: “questo individuo è già presente oppureabbiamo un nuovo individuo foto-identificato”. Per rimanere informati sui progetti del CRIMM onlusI dati così raccolti consentono alla comunità seguite la pagina di facebook:scientifica di elaborare e proporre più efficaci https://m.facebook.com/Crimm-onlus-638585096179414/?ref=bookmarksmisure di conservazione e al grande pubblico diaumentare la consapevolezza dell’importanza diproteggere queste specie.La loro presenza in quel tratto di mare costituisceil miglior biglietto da visita, al pari di una BandieraBlu: infatti i tursiopi sono degli ottimi bioindicatori64 sardegnaimmaginare

La barca a vela rappresenta il mezzo ottimale per la ricerca in mare e con le condizioni meteo marine favorevoli è più semplice avvistare i delfini dato che è possibile per i ricercatori utilizzare anche il binocoloOsservando bene questo piccolo si vedono delle strisce verticali più scure sul fianco, sono le pieghe fetali visibili nei primi mesi di vita sardegnaimmaginare 65

Questa è Falce di luna, il nome si ispira alla forma della pinna dorsale e a destra il suo piccolo a cui abbiamo dato il nome di Falcetto Spesso durante gli avvistamenti i delfini son venuti a giocare con le onde di prua di Orange Seal 266 sardegnaimmaginare

IL TURSIOPEIl tursiope è una delle specie di delfino più diffuse e conosciute al grande pubblico, non solo per essere statala star di una fortunata serie di telefilm ma perché vive anche nelle acque costiere in tutti i mari temperatie tropicali del mondo. E’ una specie quindi particolarmente adattabile, vive in gruppi che a seconda delstagione, dell’età e del sesso dei componenti può variare considerevolmente sino ad arrivare ad oltre unatrentina di individui. L’intelligenza di questi animali è nota. Essi, oltre ad avere un complesso sistema dicomunicazione, sono in grado di riconoscersi fra di loro e di mantenere rapporti duraturi nel tempo.Le femmine mettono al mondo un solo piccolo dopo una lunga gestazione di 12 mesi, il piccolo passeràcirca 3 o 4 anni insieme alla madre, tempo necessario per imparare a sopravvivere in un ambienteparticolare come il mare dove questi mammiferi si sono mirabilmente adattati.La pinna caudale fornisce la propulsione mentre quelle laterali fanno da timone e da stabilizzatrici cosicome quella dorsale. Anche l’epidermide è particolare, perfettamente liscia e costantemente lubrificataconsente di penetrare nell’acqua con il minimo sforzo e attrito.Fra i sensi, oltre alla vista sviluppata e in grado di percepire i colori, questi delfini hanno un complessosistema uditivo abbinato ad un biosonar che attraverso l’eco dei suoni emessi consente di percepire neldettaglio l’ambiente circostante e localizzare con estrema precisione le potenziali prede. (A.F.) sardegnaimmaginare 67

di Elisabetta Poeta SIDDURA Sardegna in purezza68 sardegnaimmaginare

sardegnaimmaginare 69

70 sardegnaimmaginare

RRaccontare una storia attraverso il vino, con i profu- chieri del Gambero rosso” al Vermentino Docg di mi e i colori, riflesso di una terra. La Sardegna non Gallura Maìa nell’ambito dell’importante concorso è solo mare ma, ad esempio, anche vigneti protetti enogastronomico nazionale della rivista “Gambero dalle colline e uve lavorate con cura e passione. Rosso”, l’oro al “Decanter” di Londra e il grande E l’azienda vinicola Siddùra ha molto da raccon- successo al “Mundus Vini” di Berlino. tare. Rappresenta un giovane progetto nato solo Vermentino e Cannonau sono le uve coltivate nei da pochi anni ma solido nelle fondamenta, con a diciannove ettari di terreno della tenuta, insieme capo un uomo che ha lasciato il suo lavoro nel cam- al Cagnulari che nasce da un vigneto di Usini ora po dell’edilizia per tuffarsi in questa impresa, mosso parte dell’azienda gallurese. Far attenzione al detta- dall’amore per la terra. Massimo Ruggero è l’ammi- glio curando tutte le fasi dell’attività è una missione nistratore delegato di Siddùra, ci accoglie nella sua complessa, seguire allo stesso modo sia l’agricoltura tenuta in Gallura tra Tempio Pausania e Luogosan- che la commercializzazione è una strategia frutto to per parlarci della sua attività con la soddisfazione dell’intuito di Ruggero e del suo socio, imprenditore di chi ha saputo credere nella qualità della nostra tedesco che sin dall’inizio ha voluto sostenere il pro- Sardegna, qualità da coltivare, far crescere e con- getto e investire in Sardegna. dividere. «Produciamo sette vini diversi e tutti con caratteri- «Siamo nati nel 2008 e abbiamo l’intento di portare stiche specifiche, perchè nella lavorazione del terre- il valore della Sardegna fuori dai nostri confini, nelle no utilizziamo le sue criticità a nostro vantaggio: ar- case degli amanti del vino anche tramite i concorsi gilla, sabbia e granito in disfacimento non rendono a cui partecipiamo per noi occasione di confronto e facilmente praticabile l’agricoltura in Gallura, per di crescita». Da quando la cantina commercializza questo motivo tra i filari facciamo una seminatura i suoi prodotti, quattro anni, sono sessanta i premi localizzata. A ridosso delle viti, ad esempio, piantia- internazionali e i riconoscimenti ottenuti. Tra quelli mo il trifoglio favino che sostiene le radici limitando più recenti spiccano l’oro conseguito all’ “Interna- l’erosione ed evitando il trascinamento del terreno». tional Wine Challenge 2015” di Londra per il Ca- Tale metodo è abbinato ad una concimazione bio- gnulari Bacco 2014 (unico vino sardo arrivato in logica e ad un’attrezzatura tecnologicamente avan- finale tra sette vini italiani), il premio dei “Tre bicc- zata che trasforma Siddùra in un’azienda all’avan- guardia che punta al futuro, una cantina hi-tech al sardegnaimmaginare 71

72 sardegnaimmaginare

passo con i tempi. Uno specifico strumento è l’ara-tro talpa, utilizzato per poter indirizzare l’acqua pio-vana sotto le radici delle viti.E l’acqua è un altro segno distintivo della cantina,l’impiego della sorgente naturale che si trova nellaparte alta delle vigne ha permesso di creare cinquepozzi e di utilizzare acqua pura e sana nell’irrigazio-ne e nello sciacquaggio delle bottiglie, ma semprenel segno dell’innovazione. «Il progetto “piante cheparlano” è un nostro punto di forza» ci spiega Rug-gero «e sta per partire grazie ad una collaborazionecon un’azienda israeliana leader nell’irrigazione,Natafim. Attraverso dei sensori che misurano l’umi-dità del terreno siamo in grado di sapere quando ein che quantità irrigare le vigne, per non incideresulla zuccherina e su altre caratteristiche del vino» .L’amministratore delegato ci parla con entusiasmodelle figure di esperti professionisti che quotidiana-mente operano insieme a lui, in una famiglia allar-gata: due enologi, un agronomo, un analista di la-boratorio, un cantiniere e una ventina di operai. «Ilnostro è un lavoro di squadra, ogni settore collaboracon l’altro per creare un vino speciale. La comu-nicazione di ciò che facciamo poi è fondamentale,così come lo è il rendere riconoscibile il nome deinostri vini e il nostro marchio». Strategie di marke- sardegnaimmaginare 73

ting nella vendita e nella commercializzazione ca- pillare dunque, senza dimenticare il mercato a cui ci si rivolge, anche estero. E’ recente, infatti, il distac- camento dell’azienda in Germania attraverso una sede di distribuzione in loco. Maìa, Beru, Spèra, Erema, Bacco, Fòla, Tiros sono i vini Siddùra, prodotti di eccellenza e di nicchia che ri- mandano a ciò che la Sardegna e il popolo sardo rappresentano nella loro essenza. “Sardegna in pu- rezza” è lo slogan a cui Massimo Ruggero è mag- giormente affezionato, e lo ribadisce con il sorriso di chi ci crede veramente. I profumi e i sapori della nostra isola vanno ricercati anche in un buon bicchiere di vino. Siddùra l’ha ca- pito ed è questo che racconta, attraverso le bottiglie di una profumata Sardegna.74 sardegnaimmaginare



di Gabriele Sardu GAORLAFNOCI Tra fragranze e colori da sogno76 sardegnaimmaginare

Golfo Aranci - Servizio fotografico Enzo Cossu sardegnaimmaginare 77

78 sardegnaimmaginare

LLa primavera è il periodo più bello per ammirare In lontanaza isola di Tavolara Golfo Aranci in tutto il suo fascino. La litoranea che la congiunge ad Olbia è un tripudio di giallo, tra le nome Golfo Aranci, nato come villaggio di pescato- ginestre e le mimose che costeggiano la statale fino ri, resterà deluso. La denominazione di Golfo degli alle porte del piccolo centro. Aranci nasce infatti - secondo l’ipotesi più accredi- Bello lo scorcio di una linea di costa che si apre si- tata a riguardo - da un’errata traduzione dal gallu- nuosamente per inglobare il porto naturale, dove rese “di li Ranci” e cioè dei granchi, a sottolineare ogni estate frotte di turisti raggiungono l’isola in la pescosità del mare in quel tratto di costa. I recenti traghetto. E raggiungere Golfo Aranci in treno non lavori delle vie d’accesso al paese hanno reso più è meno emozionante: le rotaie accarezzano il mare gradevole il centro abitato, fino a qualche anno fa, e si specchiano lambendo la bellissima spiaggia di intasato dal traffico di auto in arrivo ed in partenza cala Sabina, prima di infilarsi nel centro abitato ed sui traghetti di linea. esaurirsi nella maestosa stazione, a due passi allo Ma la vera magia del territorio si respira nei dintor- scalo merci. Un vero peccato che le Ferrovie abbia- ni tra spiagge dalla sabbia finissima e scorci aperti no deciso di abbandonarlo anni or sono. sul mare con le rocce caratteristiche modellate dal Chi cerca agrumeti a perdita d’occhio per via del vento. In testa fra tutte appunto, cala Sabina, uno dei luoghi più incantevoli dell’intera Gallura, for- mata da sabbia sottile e un contorno di splendidi sardegnaimmaginare 79

80 sardegnaimmaginare

Cala Sassarisardegnaimmaginare 81

L’isolotto di Figarolo82CalsaaSradbeignnaaimmaginare

Lungomareginepri. Piccoli promontori rocciosi si alternano -proseguendo verso est - a calette inaccessibili se nondal mare.Le fragranze di olivastro, lentischio e più in generaledella fitta vegetazione si miscelano con quello delmare, generando un intenso profumo di Sardegnache turisti e affezionati dell’isola sanno riconosceree apprezzare. Più a sud s’incontra la suggestiva CalaMoresca, emozionante per la vista sull’isolotto di Fi-garolo, dove si conserva intatto un piccolo bosco dilecci e lentischi. Un’oasi verde che non ti aspetti, inuna lingua di roccia rubata al mare in epoca storica,popolata, come il resto della zona, da mufloni e di-verse specie di uccelli rari. sardegnaimmaginare 83

84 sardegnaimmaginare

Cala Corsarasardegnaimmaginare 85

Scorcio del paese Lungomare con Sirenetta86 sardegnaimmaginare

Le prime testimonianze che attestano la presenza Cala Sabinadell’uomo in epoca storica, riguardano il pozzo sa-cro denominato Pozzo Milis di cui - riferisce il mas- con regolarità, sebbene il taglio della pietra sia ese-simo storico della cultura nuragica, Giovanni Lilliu guito a mazza (…)».- «(…) si conserva la ripida e stretta scala controsof- Di epoca più recente i segni del passaggio di Fenicifittata, in origine di ben quaranta gradini, che porta e Romani sull’isolotto di Figarolo.alla tromba del pozzo, alta 9,29 metri, coperta da La costa di Golfo Aranci non è dunque un puntocontro cupola. Le strutture (…) tendono a disporsi di passaggio per i turisti in transito ma un picco- lo paradiso da scoprire e assaporare in primavera come in estate. sardegnaimmaginare 87

di Maria Vittoria Pericu OZIERI Una perla sconosciuta...88 sardegnaimmaginare

Servizio fostaorgdraegfincoaidmi AmnnaagiCnoasrseedd8u9

OOzieri è un’elegante cittadina nel bel mezzo della Panorama di Ozieri Sardegna centro-settentrionale, nella regione stori- ca del Logudoro, dove tradizioni e cultura hanno quelle di San Michele, mamomentaneamente non origine remota. A Ozieri, che per lunghi anni ha fruibili ai visitatori. vantato un ospedale eccellente, in molti ci son nati, Nell’ampia e fertile piana di Chilivani, dove Ozieri ma in pochi la conoscono. Spesso la si costeggia per lentamente si consuma e si sperde, e dove facolto- andare altrove o ci si sosta sfiorando il nucleo stori- se famiglie ozieresi son proprietarie di vaste diste- co, senza immergersi nei meandri antichi, ricchi di se di terra, si erge la basilica di Bisarcio, austera fascino, di un passato che si esprime in bellezza. La e solitaria. Romanica, riassume in sé gli stili delle storia di Ozieri trova origine nella preistoria. Nel- maestranze che vi lavorarono. Negli ultimi tre anni le grotte di San Michele, poste sulla parte alta del son stati intrapresi scavi importanti per riportare paese, sono stati rinvenuti utensili che inducono ad alla luce l’antico villaggio di Bisarcio, intorno alla affermare che la Cultura di San Michele sia stata la Basilica. Sempre nell’agro di Ozieri e in prossimità prima grande cultura sarda. Attualmente, i manu- del quartiere satellite di San Nicola, sono nume- fatti rinvenuti sono custoditi nei musei archeologici rose le testimonianze nuragiche e romane. Oltre di Cagliari, Sassari e, in minor misura, di Ozieri, al suggestivo nuraghe Burghidu, ve ne sono degli in quel che era il bel convento delle Clarisse, sa- altri, abbandonati e in forte degrado. Imponente pientemente ristrutturato, sede oggi del museo ar- è il ponte romano, Pont’Ezzu, a sei arcate e lun- cheologico cittadino. Nel centro storico, vi sono le go 90 metri, che fungeva da collegamento tra le grotte del Carmelo che - si narra - siano collegate a antiche Cagliari e Olbia, immerso in un contesto paesaggistico di notevole bellezza a cui gli abitanti della zona sono fortemente legati. All’interno del90 sardegnaimmaginare

Cantareddu Centro storico sardegnaimmaginare 91

92 sardegnaimmaginare

Fontana Grixonisardegnaimmaginare 93

Cattedrale dell’Immacolata94 sardegnaimmaginare

Panorama notturno di Ozieriquartiere di San Nicola, sorto negli anni ’70 e che possedevano eleganti ville nelle colline ozieresi,oramai ospita oltre 3mila ozieresi, vi sono i resti del dove amavano trascorrere l’estate. E’ recentissimapossente nuraghe Sa Mandra ‘e sa Jua, soffocato dai la pubblicazione dell’interessante studio, condottopalazzi circostanti. da Pierpaolo Peralta e Sebastiano Porcu, sulle villeDi assoluto valore estetico e architettonico è il padronali, corredate di cappelle, fontane, scuderiecentro storico. Le antiche famiglie nobiliari e be- e cancellate che consente alla comunità di cono-nestanti hanno lasciato forti segnali della propria scere una realtà oramai dimenticata e nascosta neiricchezza nelle dimore che s’infittiscono nel nucleo silenzi della vegetazione, alle spalle del paese.storico urbano. Si percepiscono chiaramente le in- Per le vie della cittadina e nell’agro, inoltre, è possi-fluenze spagnole e neoclassiche e una targa ram- bile incontrare, dal 1995, le opere di artisti interna-menta che Francesco Ignazio Mannu, colui che zionali nel Museo all’Aperto di Scultura Contem-scrisse i versi di Procurare ‘e moderare, nacque e visse poranea La Pietra e il Ferro, dedicato allo scultorein un bell’edificio, tra piazza Cantareddu e fontana Lorenzo Guerrini. Varia è, inoltre, l’offerta muse-Grixoni.Vie eleganti, costeggiate da palazzi impo- ale: l’archeologico (ospita una ricca collezione nu-nenti, spesso corredati di altane (loggiati di origine mismatica), il diocesano (aperto il fine settimana)ottocentesca) si alternano a strette stradine, ripide dove è possibile ripercorrere l’antica storia dellascalinate e discese scoscese, con case più umili, diocesi e ammirare alcune opere cinquecenteschema ancora in grado di raccontare puntualmente del noto Maestro di Ozieri; la pinacoteca che cu-l’asprezza della vita nell’Ottocento. Tra queste vi stodisce le opere di pittori ozieresi, tra cui Giusep-è la Casa Bellu, nel rione Corralzu, la cui visita è pe Altana e Pietro Tinu. Vi sono, inoltre, il museoun emozionante salto nel passato. Le medesime dell’arte molitoria e della panificazione, il museofamiglie, proprietarie dei palazzi più importanti, della civiltà contadina e l’importante Centro di sardegnaimmaginare 95

Museo Prometeo di Aligi SassuPiazza Garibaldi96 sardegnaimmaginare

Cattedrale di Sant’Antioco di BisarcioDocumentazione della Letteratura Sarda che cu- solo vigneto che produce e commercia un Canno-stodisce gli antichi manoscritti dei noti poeti ozie- nau DOC, il Suelzu.resi dell’Ottocento. A Ozieri, inoltre, anche l’eno- Da qualche mese è operativa l’associazione di pro-gastronomia è degna di nota: il famoso panefino, mozione sociale Rural Heritage - Tour & Food ini sospiri, le copulette, il cioccolato, la greviera, la Logudoro, nata con lo scopo di mettere in rete glicipolla e il vino. Nelle colline alle spalle del pae- operatori turistici ed enogastronomici del Logudo-se sono numerosi i vigneti, coltivati con passione. ro e creare un sistema turistico integrato, sosteni-La produzione vinicola è, per gran parte, opera di bile e all’avanguardia con le richieste del mercato.privati che coltivano le varietà tipiche del territo- L’auspicio è la nascita di una nuova destinazionerio, tra cui l’Alvarega (vino storicamente prodotto turistica, in linea con la vocazione e la natura delper le famiglie della nobiltà ozierese), coltivato e territorio logudorese, che possa donare nuova linfacustodito gelosamente dai viticoltori, oggetto di a questa parte di Sardegna, ricca di cultura e tesoriuna costante attività di valorizzazione da parte da scoprire.dell’omonima Associazione, mentre è presente un

Non esiste regione, in Italia e forse anche altrove, che custodisca i propri costumi tradizionali e li accudisca con la memoria e l’utilizzo festivo. Femminili e non solo: già David Herbert Lawrence, nel 1921, restò affascinato anche da quello di un pastore. Ma insieme agli abiti, sono tramandate anche le maschere, di solito carnevalesche. I più famosi sono i Mamuthones di Mamoiada, Ma a Ottana ci sono i Boes, tenuti alle redini da sos Merdules: uomini ricoperti di pelli e con maschere nere. Ci raccontano tradizioni remote e favole lontane. Sempre però tutelate con infinito amore da un’isola (ancora Lawrence) «fuori dal tempo e dalla storia». Testo: Fabio Isman - Foto: Carroni Gonario Andrea - Sa Prima Essia98 sardegnaimmaginare

sardegnaimmaginare 99

di Gabriele Sardu LA CAVALCATA La festa della bellezza100 sardegnaimmaginare


Like this book? You can publish your book online for free in a few minutes!
Create your own flipbook