MC MAISON 101
MAISON AMSTERDAM LA STANZA DA BAGNO DELLA MASTER SUITE. A SINISTRA, LA SALA TV CON CARTA DA PARATI PHILLIP JEFFRIES. SOTTO, CAMERA DEGLI OSPITI CON BOISERIE REALIZZATA SU MISURA. L’ASPETTO RÉTRO E IL FASCINO da dimora storica si devono invece agli interventi decorativi. «Abbiamo ripensato i soffitti, abbassandoli e crean- do delle modanature decorative con set di illumina- zione integrato. Il tutto basandoci sull’attento studio di campioni storici. Lato arredamento, abbiamo gio- cato con gli stili, le epoche e i marchi, assemblando una ricca famiglia di mobili che, nel loro eclettismo, richiamano alla mente il dinamismo multiforme del quartiere». Si aggiunga l’uso generoso di materiali opulenti, quali essenze di legno pregiate e marmi. Il tutto concorre all’effetto vintage-chic desiderato dalla committenza. Va aggiunto un piccolo paragrafo de- dicato al verde, colore portafortuna di Vos, che non a caso torna con un ruolo da protagonista in questo progetto abitativo: lo si trova nella cucina-zona gior- no, nella zona notte matrimoniale, in salotto, addi- rittura nella cabina armadio della stanza padronale. «Amo il verde da quando, ragazzina, avevo una came- retta dipinta di questo colore», spiega l’architetto. «Si tratta di una tonalità anti-stress, che ha il vantaggio di potersi accompagnare a molte altre cromie. In que- sto progetto, ad esempio, esprime il suo potenziale in combinazione con il grigio scuro, il marrone caldo del legno di noce e il bianco. E con la carta da parati rosa intenso del salotto dà il suo meglio». ✽
1 2 VETRINA AMSTERDAM 4 5 3 6 8 7 9 CALDO NORDICO 1. ROBUSTA E GIREVOLE, AUDREY DI GALLOTTI&RADICE È UNA POLTRONA IN POLIURETANO ESPANSO INDEFORMABILE. 2. CROSLEY RHAPSODY INTEGRA GIRADISCHI, LETTORE CD, RADIO E BLUETOOTH. DA MORONI GOMMA. € 230. 3. FERRUCCIO LAVIANI DISEGNA MINI GEEN-A DI KARTELL, LAMPADA DA TAVOLO A BATTERIA E A FILO. € 197. 4. SI ISPIRA ALLA CUCINA ORIENTALE LA LAMPADA KUSHI FLOOR DI KDLN CON DIFFUSORE IN VETRO SOFFIATO. € 960. 5. CAVO E STRUTTURA IN ACCIAIO, IN TRE FINITURE, DELINEANO LO SPECCHIO GALILEO DI LIVING DIVANI. DA € 1.591. 6. MINI BORSA HOBO MIU WANDER DI MIU MIU IN NAPPA MATELASSÉ. € 1.700. 7. LA SEDIA 210 R DI THONET È UN CLASSICO IN LEGNO CURVATO, NATA NEL 1900 E COMPOSTA DA SEI PEZZI. 8. NELLA CREDENZA KILT DI PORADA IL MOTIVO DECORATIVO NASCONDE LE MANIGLIE PER ANTE E CASSETTI. € 6.514. 9. CHRISTINA LUNDSTEEN GIOCA CON I PATTERN NEI CUSCINI ELLY E BOLSTER STRIPE, IN VELLUTO. € 148, € 94. MC MAISON 103
MAISON PARIGI COME UNA TELA D’ARTISTA ICONICA Su sfondi haussmaniani perfettamente conservati, in un appartamento di Parigi si mescolano dipinti, sculture e design, tra età e colori diversi. Per un risultato eclettico degno di una galleria d’arte. testo Chiara Corridori foto Greg Cox 104 MC MAISON
MAISON PARIGI NEL SOGGIORNO, DI FRONTE A DUE SEDUTE COLOR CREMA, POLTRONA ROSSA DI JEAN ROYÈRE E GIALLA DI FLEMMING LASSEN, TAVOLINO AL CENTRO DI FRANCESCO BALZANO. LAMPADA DA TERRA DI SERGE ROCHE, A PARETE UN’OPERA DI ANISH KAPOOR. LA MINI-SCULTURA DI UN CAVALLO SULLO SFONDO È DI UGO RONDINONE. MC MAISON 105
L’ESTERNO DELLA RESIDENZA HAUSSMANIANA DOVE SI TROVA L’APPARTAMENTO DI EMMANUEL DE BAYSER. 106 MC MAISON
MAISON PARIGI NEL SALOTTO, A PARETE, SOPRA IL DIVANO IN VELLUTO GRIGIO, UN’OPERA DI GÜNTHER FÖRG. TAVOLINO DI ALEXANDRE NOLL COME LA SEDIA ACCANTO A UN TORSO ROMANO ANTICO. MC MAISON 107
MAISON PARIGI UN DETTAGLIO DELLA SCALA Ametà dell’Ottocento, il INTERNA DEL prefetto Georges-Eugène PALAZZO. Haussmann cambiò radi- calmente il volto della ca- SOTTO, UNO pitale francese, tanto da dar SCORCIO vita a uno stile che porta il DELL’INGRESSO suo nome. Haussmann in- CON CONSOLLE tendeva costituire il nuovo IN PIETRA DI salotto buono della Parigi JOSEPH DIRAND, borghese e imprenditoriale, desiderosa di proporsi come LAMPADA la vera (e unica) capitale morale e culturale d’Europa, e DA TAVOLO DI per farlo ridisegnò il piano urbanistico della città e l’este- GEORGES JOUVE, tica cittadina. L’assetto di strade e viali che conosciamo UNA SCULTURA oggi ne è il risultato, ma trovare un edificio haussma- GRECA ANTICA niano con tutti, ma proprio tutti, i connotati tali e quali E SPECCHI DI LINE al XIX secolo, non è invece cosa semplice – soprattutto VAUTRIN. quando l’ottimo stato di conservazione va oltre la fac- ciata. In uno di questi palazzi iconici ha trovato casa Emmanuel de Bayser – una vita tra Parigi, dove è nato, e Berlino, dove ha fondato The Corner Berlin, indirizzo di riferimento per gli acquisti di moda e design. A due passi da Parc Monceau, fuori ogni dettaglio è rimasto come all’epoca: l’architettura costruita in chiara pierre de taille, il tetto in ardesia inclinato a 45 gradi e un arco all’ingresso, aperto su un cortile, da cui nell’Ottocento entravano le carrozze. «La prima volta che l’ho visto è stato come trovarsi in un mondo a parte, pieno di fasci- no e di promesse», racconta de Bayser. PERCORSO OGNI SCALINO, con incedere lento per centellinare la bellezza della scala interna in marmo e ferro battuto, Emmanuel ha trovato la stessa sorpresa all’interno dell’appartamento ubicato al secondo piano. I soffitti alti tre metri, decorati con fregi e motivi bota- nici, le boiserie alle pareti inscritte in cornici, il parquet: tutto, inclusi gli infissi, era ottimamente conservato. «Non si è reso necessario alcun restauro. Gli elementi chiave che mi hanno colpito all’istante sono stati i vo- lumi generosi e gli straordinari tagli prospettici. Appe- na ho varcato la soglia, ho provato un profondo senso di pace». Quella sensazione di quiete avvolgente lo ha convinto a traslocare e ad avviare il suo personale piano d’arredo. Per gli sfondi, la scelta maestra è stata quella di mantenere ogni dettaglio delle antiche preesistenze, dai pavimenti all’impianto decorativo di muri e soffitti im- mersi in un totale candore. Poi, il proprietario ha fatto aggiunte minime scaldando il parquet biondo miele con grandi tappeti in fibra di cocco naturale e rivestendo le pareti con un tessuto di un delicato tono crema. «Una palette neutra mi ha permesso di creare un guscio senza tempo. La scena perfetta per far brillare l’arte e i mobili che amo». Una sorta di tela, su cui il proprietario ha dipinto un nuovo capitolo della sua storia d’amore ➳ 108 MC MAISON
PROTAGONISTA IN CUCINA IL MARMO CALACATTA, SEDIE DI PIERRE JEANNERET, TAVOLO DI FRANCESCO BALZANO, SOPRA, CIOTOLA IN CERAMICA DI GEORGES JOUVE.
MMAAISISOONNPADRUIGBILINO NELLA CAMERA PADRONALE, LETTO CON BIANCHERIA IN LINO DI FRETTE; SUL COMODINO DI FRANCESCO BALZANO, LAMPADA DI JEAN-MICHEL FRANK E CERAMICA DI DENISE GATARD; NELL’ANGOLO, POLTRONCINA DI JEAN ROYÈRE E LAMPADA BIANCA DELL’ARTISTA ANDRÉ BORDERIE; ALLE PARETI MASCHERA DI THOMAS HOUSEAGO E OPERA DI LATIFA ECHAKHCH, SUSPENSION DI PHILIPPE ANTHONIOZ.
SU UN TAVOLINO DI PHILIPPE con l’arte e il design, infondendo personalità agli am- ANTHONIOZ, GRUPPO DI bienti per mezzo di arredi, oggetti, opere e complementi CERAMICHE DI GEORGES JOUVE; che spaziano dall’età classica al contemporaneo. SOPRA, DA SINISTRA, NELLO STUDIO-BIBLIOTECA, LAMPADE PER DE BAYSER È STATO FACILE. Seleziona design A PARETE DI JEAN ROYÈRE d’autore da quando aveva 20 anni e la passione per l’arte E TRE OPERE DI MIRIAM CAHN; è un’eredità di famiglia, tramandata da entrambi i non- SUL TAVOLINO DI FRANCESCO ni e dai genitori. Colleziona, da tempo, e con parecchia BALZANO, LAMPADA DI passione. Il verbo collezionare gli calza a pennello, inve- GEORGES JOUVE; TAVOLO ce sul sostantivo dissente con garbo. «Collezionista è un E SEDIA DI JEAN PROUVÉ. termine che non mi piace. Suona pretenzioso. Preferisco entusiasta». Definizioni a parte, Emmanuel ha un gu- sto ricercato e una passione intensa per gli accostamenti anche arditi. Gli riescono benissimo e trasudano pre- parazione e sensibilità profonde. Lo si percepisce nella capacità di affidare completamente a mobili e opere il compito di costruire il registro decorativo degli interni. Privilegiando i contrasti. «Di colori, materiali e trame. Creano una tensione che rende l’insieme vivo e singola- re. L’eclettismo è il compito più difficile da raggiungere. Un tempo ero minimale, una via più facile, tuttavia sono cambiato: con la pratica e l’esperienza ho iniziato a me- scolare, tra antico e moderno, astratto e figurativo, ➳ MC MAISON 111
MAISON PARIGI IL PROPRIETARIO, EMMANUEL DE BAYSER, RITRATTO NELLA BIBLIOTECA. SOTTO, L’AREA PRANZO CON SEDIE E TAVOLO DI JEAN PROUVÉ, MENSOLA DI CHARLOTTE PERRIAND E OPERA CIRCOLARE ROSSA DI OLIVIER MOSSET. NELLA PAGINA ACCANTO, UN ANGOLO SALOTTO DI PIERRE JEANNERET, TAVOLINO DI RON ARAD, SOPRA, CERAMICHE DI GEORGES JOUVE E STATUINA IN BRONZO DI HANS (JEAN) ARP; OPERA A PARETE DI DANIEL BUREN. toni chiari e cromie squillanti». Il codice eclettico è pro- tagonista, ma talmente ben congegnato da farsi sentire sottotraccia. Senza invadenze di campo da parte di un elemento sull’altro. «Mi piace creare un dialogo tra ope- re e oggetti. È una gioia vederli interagire». IL SUO È UN TALENTO NELLE COMBINAZIONI con cui coniuga tanto design storico anni Cinquanta (da Jean Prouvé a Pierre Jeanneret) con pezzi del presente (da Ron Arad a Rick Owens). Nel salotto, per esem- pio, una coppia discreta di poltroncine crema si trova in posizione speculare a due sedute in vivace velluto giallo e rosso, rispettivamente di Flemming Lassen e Jean Royère. Nel mezzo un tavolino contemporaneo di Francesco Balzano. «Le note di colore sono importanti per infondere carattere, ma occorre sempre trovare la giusta misura per non sottrarre forza al resto». Pote- re anche dell’arte, come l’opera in blu ottanio firmata Anish Kapoor, che emerge dalla parete accanto alla lampada-scultura bianco latte di Serge Roche. Tele, sculture, ceramiche non mancano mai, in ogni stan- za. Compresa la cucina: fuori programma rispetto agli sfondi monocromi, con pavimento, piani di appoggio e parete di lavoro in un elegante marmo Calacatta dal- le venature grigie, è costellata di ceramiche di Georges Jouve e ospita lavori di Picasso e Camille Henrot. Bu- sti e teste dell’antichità classica si alternano a statuine di Hans Arp e Ugo Rondinone, cerchi a righe e in un unico tono firmati Daniel Buren e Olivier Mosset riba- discono la carica energetica delle cromie esplosive di Miriam Cahn, presente in più punti della casa. Un’arte carismatica che risponde, con coerenza, alla pari del design, a un unico codice decorativo, multiforme e ri- cercato. Soffuso di armonia. ✽ 112 MC MAISON
MAISON PARIGI L’eclettismo è il compito più difficile da raggiungere secondo Emmanuel de Bayser, che negli anni ha sostituito al minimalismo l’accostamento ardito di colori, trame e materiali. MC MAISON 113
MAISON MILANO UNA STORIA CREATIVA IN SALOTTO, SEDIE IN LEGNO DI CARLO La casa milanese di JJ Martin RATTI, DIVANO ARFLEX è un’esplosione di colori, IN VELLUTO BLU, LAMPADA DA TAVOLO pattern, fantasie. Una miscela VINTAGE AMAS DI FRANCO vulcanica da cui la stilista- ALBINI PER SIRRAH, 1969, PICCOLO POUF VINTAGE designer californiana attinge RIVESTITO IN TESSUTO per fare il pieno di energia. DAVID HICKS, VASO IN VETRO E CERAMICA DI testo Silvia Icardi LA DOUBLEJ. ALLE PARETI, foto Robyn Lea OPERE SU CARTA CON INCHIOSTRI NATURALI DI NAIDA TARAKCIJA. 114 MC MAISON
LE POLTRONE, COME IL POUF DELLA PAGINA A FIANCO, SONO RIVESTITE CON TESSUTO VINTAGE VERDE E ROSA RIEDITATO PER PRADA DA HOLLIDAY & BROWN. ALLE PARETI, DIPINTO GIALLO E VERDE B.A.C. 1968 E ACQUARELLO DELLA DEA DI RUBEN TOLEDO. MC MAISON 115
MAISON REIMS
MAISON MILANO L’SOTTO, DA SINISTRA, ingresso è quello di un palazzo primi e dedicarsi al suo sé più profondo. Ecco allora che una VASI E BICCHIERI DI del Novecento in zona Pagano, uno stanza della casa è votata esclusivamente alla medita- MURANO SOFFIATI A dei quartieri residenziali più ricer- zione, con tanto di altare tibetano e ventagli in palma MANO DELLA SERIE cati di Milano. Interamente rivesti- dei cerimoniali balinesi appesi alle pareti, ambienta- to di mosaici, è il più colorato della zione perfetta per riconnettersi a uno spazio interiore via, quasi a voler dare ai passanti un silenzioso dove recuperare le forze. Nata a Los Angeles, indizio sulla sua nuova inquilina. È milanese d’adozione, la stilista è sempre stata attratta questo l’indirizzo del nuovo appar- dai colori e da tutto ciò che è iper-decorativo. «Già da bambina mi vestivo “come una pazza” – racconta. Noi tamento milanese di Jennifer Jane californiani abbiamo un approccio informale alla vita, siamo giocosi, solari. Trasferendomi a Milano agli inizi “BOLLE” DI VENINI Martin, per tutti JJ, ideatrice del marchio di moda e ac- degli anni Duemila, ho mantenuto questo spirito libero ANNI ’60; VASO IN assorbendo contemporaneamente la passione per il de- PORCELLANA VERDE cessori per la casa La DoubleJ, sinonimo di colori accesi sign, l’attenzione ai dettagli e la serietà sulla qualità del prodotto. La DoubleJ coniuga bene questi aspetti così E ROSA SELVATICO e fantasie esuberanti. «Amo ogni angolo del palazzo, diversi tra loro». LA DOUBLEJ. PIATTI DELLA COLLEZIONE le persone che ci vivono e anche la portinaia, che ogni MASSIMALISMO CONTRO MINIMALISMO? «Ci sono momenti in cui “less is more” altri in cui “more “ROMAN HOLIDAY” DI tanto mi cucina piatti deliziosi», racconta la padrona di is more”. Bisogna sentirlo, non ci sono regole precise. LA DOUBLEJ E VASO E poi se sei massimalista non vuol dire che disdegni DI MURANO SOFFIATO casa. Duecento metri quadrati con soffitti alti 4 metri, la funzionalità. A volte la funzione è semplicemente quella di portare gioia. I colori hanno indubbiamente A MANO DI SALVIATI parquet d’epoca, stucchi originali e finestre a bow-win- PER LA DOUBLEJ. dow che guardano le fronde degli alberi. «Dell’apparta- una frequenza energetica pazzesca, aiutano a in- ➳ mento amo la luce che entra da ogni lato e lo spazio. A NELLA PAGINA A FIANCO, CARTA DA PARATI chi mi chiede perché ho acquistato una casa così grande, PERSONALIZZATA CREATA DA visto che vivo da sola, rispondo che è il posto perfetto UN’ILLUSTRAZIONE per ospitare amici, organizzare feste, creare contenuti DELL’ARTISTA KIRSTEN SYNGE. TAVOLO per La DoubleJ e fare meditazione». Per controbilan- VINTAGE ITALIANO ciare la frenesia creativa che la contraddistingue, JJ IN BAMBÙ DEI PRIMI DEL ’900. ha infatti bisogno ogni giorno di prendersi una pausa MC MAISON 117
I coloratissimi piatti di La DoubleJ sono un elemento di decoro per le pareti della casa di JJ Martin. 118 MC MAISON
MAISON MILANO NEL MOBILE DANESE VINTAGE IN LEGNO CON ANTE SCORREVOLI IN VETRO E SULLA PARETE DELLA PAGINA A FIANCO, PIATTI E BICCHIERI LA DOUBLEJ. MC MAISON 119
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MAISON MILANO I viaggi sono, per la proprietaria di casa, una delle principali fonti di ispirazione per l’arredo. LETTO SU MISURA REALIZZATO DA UN ARTIGIANO LOCALE, TESTATA E CUSCINI CON TESSUTO RICAMATO SCHUMACHER, LENZUOLA LA DOUBLEJ IN FANTASIA VINTAGE WILD BIRD BLU. ALLA PARETE, ARAZZO PROVENIENTE DA UN VIAGGIO DI JJ IN EGITTO. NELLA PAGINA A FIANCO, PER LA SALA DA BAGNO CARTA DA PARATI SU MISURA LA DOUBLEJ E DOPPIO SPECCHIO NEOGOTICO FRANCESE IN LEGNO (1970). MC MAISON 121
MMAAIISSOONNMRILOAMNOA nalzare le nostre vibrazioni, trasmettendoci benessere L’ATTRITO È CONSAPEVOLE: sia nel vestire sia e allegria». Ecco perché JJ Martin si è innamorata dei vestiti vintage degli anni ’60/’70 e delle loro fantasie, nell’arredare casa a JJ Martin piace spaziare tra stili tanto da accumularli prima, venderli poi e, dal 2014, farli diventare oggetto di ispirazione per le sue collezioni diversi. «Come amo l’architettura rigorosa di Piero di abiti e accessori per la casa. Come quelli che decora- no l’intero appartamento, oggi carichissimo, senza ne- Portaluppi e le vecchie chiese milanesi – la mia pre- anche una parete bianca, dove si mescolano arredi in stili diversi, dai letti in midollino alle sedie Thonet, fino ferita è San Maurizio al Monastero Maggiore in corso alla cucina Poliform, e piante che ricreano una specie di giungla urbana. E dire che la storia dell’appartamen- Magenta – così traggo ispirazione dalle collezioni anni to aveva avuto un inizio monacale, a marzo 2020, con solo un materasso, un divano e due lampade. Finita l’e- ’60/’70 di YSL, Valentino, Oscar de la Renta. E nono- mergenza, l’accumulo è stato poi graduale, spontaneo e continuo. Aggiungere, aggiungere, aggiungere sembra stante questi punti di riferimento, ci sono giorni in cui il mantra di questa donna esuberante che neanche gli anni Novanta, con il loro minimalismo esasperato e il mi vesto tutta di nero. Insomma perché costruirsi da bon ton trattenuto della borghesia milanese, hanno sa- puto intiepidire. Nulla per lei è definitivo, in due anni ha soli delle gabbie?». E così mescola tanto, le piace acco- cambiato tinta alle pareti diverse volte, così come la di- sposizione dei quadri e dei mobili. Spesso sono i viaggi a stare stili ed epoche differenti, affiancare legni, metalli, infonderle quel desiderio di trasformazione che poi tra- duce rivoluzionando il suo nido domestico. «Comincio vetri. E questa casa è qui a dimostrarlo. In sala, per collezionando oggetti forti, di carattere, che mi attirano e da lì cerco di creare armonia. Attenzione: non caos, ma esempio, le poltroncine in legno curvato di Carlo Ratti armonia creativa! Quando vedo qualcosa che mi piace ho proprio una sensazione fisica che mi riempie di ener- vivono a fianco di divani in velluto a tinta unita e pol- gia e apertura. Allora so che la risposta è sì». trone e pouf rivestiti di tessuti vintage iper-decorati, DA SINISTRA, CAMERA DEGLI nati da una collaborazione tra Prada e l’azienda inglese OSPITI CON DIPINTI ORIGINALI OLIO SU Holliday & Brown. TELA DELL’ARTISTA SVEDESE KATRINA California, New York (dove ha vissuto negli anni ’90) e VAN IKE, BISNONNA DI JJ, LETTO IN BAMBÙ poi l’Italia, che ama girare da Pantelleria alle Dolomiti: ITALIANO ANNI ’70, CUSCINI DELLA tutto concorre a modellare il gusto, ma un carattere ef- COLLEZIONE PRIVATA “TRANSYLVANIA” DI fervescente come quello di JJ Martin trova le sue radici MIKI VON BARTHA. PIATTI DA DESSERT certamente anche nel Dna. «La mia bisnonna Katrina LA DOUBLEJ “STELLA ALPINA”. POLTRONA Van Ike viveva a Los Angeles e dipingeva tantissimo, i MATÌ DESIGN FIFTYPOP RIVESTITA IN suoi quadri erano soprattutto ritratti e dipinti di fiori. TESSUTO DOVE PER LA DOUBLEJ. Forse questo amore per i colori mi scorre da sempre nel sangue». Un destino bellissimo che ha saputo ricono- scere e che oggi tutti possono condividere grazie alle sue creazioni, generatrici di energia positiva. ✽ 122 MC MAISON
MAISON MILANO NELL’INGRESSO, CONSOLLE PER MACCHINA DA CUCIRE SINGER, ANNI ’60, VASI IN PORCELLANA DECORATA E IN VETRO DI MURANO DI LA DOUBLEJ. SULLA PARETE, DIPINTO DEL LIFE COACH PAOLO NICOLÒ FERRAGUTI. LIBRERIA B&B ITALIA LACCATA ANNI ’60 E SEDIE FRANCESI IN FERRO ANNI ’40 PROVENIENTI DALLA GALLERIA RAIMONDO GARAU.
MAISON MILANO AI LATI DELL’OPERA DELL’ARTISTA SICILIANA VERONICA ZAMBELLI, REALIZZATA CON LA TECNICA DELLA PUNTASECCA, DUE CANDELABRI DISEGNATI PER DEL VERME DAL DESIGNER FRANCESE HERVÉ VAN DER STRAETEN, SPECCHI CONCAVI D’ARGENTO. SUL TAVOLINO, LAMPADA ATOLLO NERA DI VICO MAGISTRETTI PER OLUCE E BUDDHA RIDENTI CINESI. 124 MC MAISON
FINESTRE COME CORNICI A casa del designer Nicola Del Verme, architetto approdato alla moda, che per la sua dimora milanese ha progettato ogni dettaglio. Dopo essersi innamorato della vista. testo Elena Luraghi foto Mattia Aquila MC MAISON 125
MAISON ROMA Due grandi finestre inquadrano come cornici la monumentale silhouette della Stazione Cen- trale di Milano, progettata da Ulisse Stacchini e inaugurata nel 1931. È questa vista che ha fatto innamorare Nicola Del Verme, un passato come direttore creativo per grandi nomi dell’haute couture italiana, designer, fondatore di una sua maison di moda e, di recente, creatore di una linea di fragranze d’ambiente. «È bastato il momento in cui l’agente immobiliare ha aperto la porta di questo appartamento all’ultimo piano di un palazzo d’epoca. Vista da lì la stazione pareva un disegno, e dalle stan- ze luminosissime si accedeva a un lungo balcone pa- noramico che ho subito immaginato pieno di piante». Quelle che oggi, infatti, decorano il parapetto del gran- de appartamento di 160 metri che è diventato un po’ lo specchio della sua anima: creativa, curiosa, decisamente nomade. «Sono nato a Napoli, prima di trasferirmi a Milano vivevo a Ortigia, prima ancora a Roma, dove ho studiato architettura e frequentato i salotti letterari di Achille Bonito Oliva al Caffè della Pace, una vera istitu- zione per artisti e intellettuali, visitato anche dai divi di Hollywood di passaggio nella Capitale. Qui ci sono mol- ti ricordi di quegli anni, dai pezzi portati dalla Sicilia alle opere d’arte acquistate grazie agli incontri romani che, mescolate all’amore per la moda e il design, carat- ➳ 126 MC MAISON
IN QUESTA PAGINA, LAMPADA MAISON MILANO GIAPPONESE, POLTRONCINE BARCELONA DI LUDWIG MIES VAN DER ROHE PER KNOLL E, SOPRA, UN QUADRO DI KRIS RUHS. SUL MOBILE IN ANGUILLA UN CORALLO MARINO SU EBANO. NELLA PAGINA A FIANCO, SULLA MADIA, DUE CORNI D’ALCE TRASFORMATI IN CANDELABRI, DELLA COLLEZIONE HOME DESIGN DI DEL VERME, E APPLIQUE TOLOMEO DI ARTEMIDE. ANCHE LA LIBRERIA IN SOGGIORNO È DISEGNATA DA DEL VERME.
MAISON MILANO IN QUESTA PAGINA, QUADRO REALIZZATO CON LA TECNICA DELL’ACIDATURA SU LASTRA DI ZINCO, CANDELABRI, SOPRAMMOBILI E LAMPADA ANNI CINQUANTA. NELLA PAGINA A FIANCO, UN’ALTRA VEDUTA DEL SALOTTO. 128 MC MAISON
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MAISON MILANO LA CUCINA, IN LEGNO LACCATO GRIGIO OPACO E MARMO DI CARRARA, È DISEGNATA DA DEL VERME. 130 MC MAISON
IL PROPRIETARIO, NICOLA DEL VERME. A SINISTRA, LA VISTA SULLA STAZIONE CENTRALE DI MILANO; SOTTO, PICCOLI OGGETTI FORNASETTI. terizzano la mia storia creativa». Una storia non priva di visione pratica: quando venne acquistata, la casa aveva un rigore démodé, con la tipica infilata di stanze lungo il corridoio, ma è bastato abbattere qualche parete per dare vita a spazi più contemporanei, aperti e comuni- canti nella zona giorno e con maggiore privacy nell’area notte, dove si trovano due camere da letto e due bagni. POTENZIARE GLI ELEMENTI DÉCO è stato l’obiet- tivo dei lavori di ristrutturazione che hanno interessato dai soffitti a stucco al parquet originale degli anni Qua- ranta, che è stato decapato a mano e ridipinto con pig- menti naturali dai riflessi cioccolato. Senza stravolgere radicalmente la planimetria, sono arrivate diverse nic- chie a ospitare le collezioni di oggetti ed è stata ricava- ta una grande cabina armadio nella camera padronale, mentre l’ampliamento della cucina ha aggiunto all’area di lavoro una zona pranzo aperta sul salotto, per poter godere anche a cena dell’effetto scenografico della vista. La stessa tonalità ritorna nelle altre stanze: fa da sfon- do alle finiture, agli arredi e perfino alle tende in lana e seta, tutto a firma del padrone di casa perché, come lui stesso sottolinea, «lavorando a stretto contatto con gli artigiani per me è più semplice disegnare qualcosa e farlo realizzare, anziché trovare il tempo di cercarlo e acquistarlo». Questo ensemble progettuale a tutto ➳ MC MAISON 131
MAISON MILANO tondo è evidente soprattutto in soggiorno, dove le pareti NEL BAGNO color bianco macchiato, «precisamente, guscio d’uovo PADRONALE, chiaro di quaglia, una tonalità a mio avviso elegantissi- PIANO IN LEGNO ma», si abbinano ai divani grigi in seta e cotone dall’ef- fetto canapa, disposti a “L” attorno al doppio tavolino in SOSPESO A marmo di Carrara, e ai copri-termosifone in ferro, simili INCASSO. APPLIQUE a mobili futuristici, sui quali appoggiano gli oggetti da collezione acquistati durante i viaggi: dai cavalli in por- FONTANAARTE cellana di Silvio Righetto (del 1970) alla maschera afri- E CANDELABRI cana, a una coppia di pietre sacre indiane. D’ARGENTO FINE OTTOCENTO. CALCO IN GESSO DI UN’OPERA DEL CANOVA. SULLE PARETI FANNO BELLA MOSTRA DI SÉ diverse opere d’arte, come i due lottatori dall’effetto sfu- mato realizzati da Del Verme, o il grande quadro sopra il camino dell’artista siciliana Veronica Zambelli: «l’ha pensato proprio per quel punto preciso della casa e l’i- spirazione le è venuta da un lampadario barocco della mia casa a Ortigia». Ricorda uno chandelier anche la carta da parati disegnata da Nicola per il brand Natuz- zi, che troneggia nella camera padronale. Un ambien- te sempre tono su tono, dal letto in velluto e seta alle lenzuola in raso di cotone, realizzate in esclusiva per lui da un’azienda salentina. La stessa nuance scura è pre- sente nel mobile in anguilla, «fatto di tanti pezzi cuciti a mano come in un abito, inseguendo un rigore geo- metrico al limite della perfezione», conclude. Un segno di eleganza sofisticata, minimalista e allo stesso tempo fortemente decorativo, degno del gusto sartoriale che caratterizza tutta la casa. ✽ LAMPADA ARÀ DI PHILIPPE STARCK PER FLOS. LENZUOLA IN RASO DI COTONE DISEGNATE DA DEL VERME E REALIZZATE DA TESSITURA CALABRESE; TAPPEZZERIA NICOLA DEL VERME FOR NATUZZI. 132 MC MAISON
VETRINA MILANO 1 2 3 4 5 6 7 ALBERTO PARISE 8 CASABLANCA 1. OROLOGIO CON CASSA IN ORO ROSA, CALENDARIO ANNUALE CON FASI LUNARI E SECONDI AL CENTRO. QUADRANTE VERDE OLIVA SOLEIL SFUMATO NERO. PATEK PHILIPPE. 2. PERSONALIZZABILE SU RICHIESTA, IL TAPPETO PATTERN MIX 5 IVORY DI BATTILOSSI È IN PURA LANA VERGINE. 3. PETER MARINO DISEGNA IL VASO BLACK BELT OTTO DI VENINI IN VETRO SOFFIATO, CON FASCE NERE APPLICATE A CALDO. 4. KVADRAT E RAF SIMONS CREANO UNA COLLEZIONE DI ACCESSORI PER LA CASA, TRA CUI IL PLAID DOUBLE FACE IN LANA. 5. SVUOTATASCHE DI GINORI 1735 DELLA COLLEZIONE LABIRINTO, ISPIRATA AL DECORO IDEATO DA GIO PONTI NEL 1926. € 105. 6. EFFETTO STROPICCIATO PER LE IMBOTTITURE DELLA DORMEUSE DROP DI DITRE ITALIA, MORBIDA E INFORMALE. 7. NEI TAVOLINI ALCHEMY DI DE CASTELLI LA FORMA CONCAVA DELLA BASE RIFRANGE LA LUMINOSITÀ DELL’ACCIAIO INOX. DA € 1610. 8. LUNA È LA LAMPADA DA TAVOLO DI CANTORI IN VETRO SERIGRAFATO, DISPONIBILE ANCHE A SOSPENSIONE. DA € 1020. MC MAISON 133
MAISON FUORI CASA “È ben difficile, “Ginligeedoigfircaifniaocnosmoneo intellignemntoi,rasolen, ocappriorgeettati initlemlliognendtoemseennztae”. uscirGeae dAuilencti asa”. François-Marie Voltaire SFONDO: CARTA DA PARATI TASSELS DISEGNATA DA BRUNO TARSIA PER LONDONART, SFOPNADROT:ECDAERLTLAADCAOPLALERZAITOINNEUIETXDC’LOURSIIEVNETWDAI CLLAPSAAPMEARN. CE
ALEX FILZFUORI CASA VIAGGIARE MATTEO COLOMBOVIAGGIO ALLA SCOPERTA DELLA VENEZIA AUTENTICA Non quella dei turisti, ma quella delle retrovie e dietro i portoni di chi, a Venezia, ci abita davvero. La scrittrice Servane Giol, veneziana d’adozione, ci porta a scoprire una città nascosta tra le calli che si dispiegano come merletti preziosi sulla superficie della Serenissima. testo Servane Giol foto Mattia Aquila UN ANGOLO DI THE WHITBY HOTEL DI NEW YORK, CON POLTRONA RIVESTITA IN TESSUTO FLORALE BLU KLEIN DALL’INTERIOR DESIGNER E PROPRIETARIA KIT KEMP. A DESTRA UNA DELLE NEL COSMUIPTREEDNISLOORPIUODD1E8L4L3’A, LPE DI SIUSEI,XAM2O2N00ASMTEETRROI, IINL RIFUGIO ZALLINCGUEI RSICROIFNLEI STUTEOIU7NMAINI CHALESTE, MRIPSLTIRCUITTÀTUESRSAETNI ZIALE DALLOINSTTEUGDRIOATNAOAA ONPEETRWEODRIK OF ARACHRTITEECCOTUNRTEE,MHPAOIRLAFNAESACI,NO DI UN VAILLLDAEGSGIGION ADLI PPAINOOLAE OLEFNFTRIE UN’OSPEITAALLLIATÀFOARLLZ’AINDSEEGLLNAA DEL CONMATFUORRAT, IDNECLUDIESIGN E DELLÈAIMSOMSETRESNOI.BILITÀ. 136 MC MAISON
FUORI CASA VIAGGIARE Quando fornisco il mio indi- IL PIANO NOBILE DI PALAZZO rizzo la reazione è sempre FALIER, DISABITATO DA PIÙ DI la stessa: occhi spalanca- CENTOCINQUANTA ANNI E ORA ti, sbalorditi e la domanda: CASA DI FAMIGLIA CON SOFFITTI IN «Lei abita a Venezia? Ma c’è LEGNO E LAMPADARIO DI FORTUNY. ancora qualcuno che vive a Venezia? Esistono ancora i SOTTO, ANTICHI BICCHIERI E veneziani?». Venezia affasci- CREAZIONI DI GABY WAGNER. na, ma forse più ancora della città il vero mistero è costituito dai suoi abitanti. È vero, questi diminui- MC MAISON 137 scono di anno in anno. Già nel 1902 Maurice Barrès constatava: «Non ci sono più veneziani. LA VERA POPOLAZIONE DI VENEZIA sembra essere composta da cosmopoliti, milionari o artisti, quasi tutti impiantatisi negli antichi palazzi storici, accanto ai quali scivolano incessanti carovane di turisti». Il problema, dunque, non è nuovo. Lo stu- pore indotto dal mio indirizzo non si spiega solo col numero in costante calo dei residenti, né con un certo giornalismo che da tempo ormai profetizza la morte della città lagunare. Il cuore della questione è l’arte di vivere veneziana, o l’idea che se ne ha. Questa città magica, in cui non circolano le auto- mobili, può sembrare impossibile da vivere; la sua geografia, i disagi quotidiani, la sua non-modernità sembrano complicare tutto: dal fare la spesa al cre- scere i figli, ma soprattutto l’abitare in un palazzo. Perché, per quanto Venezia appaia ai turisti come una città aperta, in realtà l’accesso alle dimore pri- vate – mondo sconosciuto di luoghi prodigiosi – re- sta per loro sostanzialmente interdetto. ➳
FUORI CASA VIAGGIARE GARY YEOWELL SOPRA, UNA VISTA DEL CANAL GRANDE. Grande conoscitore della città, Jean d’Ormesson SOTTO, UNA TERRAZZA PRIVATA. faceva notare che il veneziano «sfugge alle regole e alle classificazioni. Perché non si vive in una cit- tà eccezionale senza diventare, di conseguenza, un po’ eccezionali». Ecco, è proprio questa dimensione “eccezionale” che vorrei far conoscere con il mio li- bro Un invito a Venezia [Marsilio Arte]. Quale modo migliore per afferrarla, se non quello di scoprire il modo di vivere dei veneziani, entrando nell’intimità di palazzi ancora abitati ma quasi mai fotografati? Jean Giono ci ricorda giustamente che «Il turista ha fatto di questa città una mera scena per turisti [...] se dimentichiamo il fatto che Venezia è innanzitut- to una città per i veneziani, non possiamo neanche dire di vederla». I veneziani sembrano aver compiu- to il miracolo di riuscire a vivere nascosti al resto del mondo, allo sguardo delle orde che ogni giorno si riversano in città. Hanno preservato intatto il loro mistero. VI INVITO ALLORA A INCONTRARLI questi abi- tanti. Vi invito a scoprire personalità spesso poco note ai più, in confronto a fugaci visitatori più ce- lebri. Grazie alle ricerche condotte negli archivi Ar- rivabene e Frigerio Zeno è possibile oggi svelare, almeno in parte, il modus vivendi di coloro che abi- tarono questi meravigliosi palazzi nel Novecento, la loro raffinata arte del ricevere, tanto legata all’ar- tigianato e a tutte le eccellenze cittadine. Un’arte del ricevere che è ancora viva, come si può vedere nelle tavole apparecchiate con magnificenza solo
LA COLLEZIONE DI VETRI DI PIERRE ROSENBERG. A FIANCO, SERVANE A PALAZZO FALIER, SUA DIMORA, E SOTTO, CON IL MARITO GIOVANNI GIOL A PALAZZO PISANI. per noi quando i proprietari ci aprono le porte. Per- ché la Venezia che io conosco è abitata, viva, uni- ca: è la Venezia che voglio farvi scoprire. Ho scelto infatti, con il mio libro, una modalità inedita di rac- contare l’eccellenza veneziana: le arti della tavola, gli oggetti decorativi, le feste, le musiche... I palazzi della Serenissima sono gli scrigni, gli artigianati ar- tistici ne sono l’ornamento. Specchi, vetri, fili d’oro, pizzi, tutti questi materiali dello straordinario, dai nomi evocativi; tutte queste eccellenze veneziane, oggi un po’ in disuso, sono e resteranno indissolu- bilmente legate alla città lagunare e ai suoi homo faber. Sinonimi di talento, d’invenzione e di crea- zione da così tanti secoli. Montesquieu definiva i veneziani «Il miglior popolo del mondo»! Il migliore, forse perché in costante evoluzione. Una nuova ge- nerazione di creatori, artisti, architetti, scrittori, de- coratori, collezionisti ha scelto Venezia come sua patria. Tutti regalano un soffio di nuova vita alla città, permettendole di salvare il suo eccezionale artigianato. GIARDINI SEGRETI. Nella città lagunare, dove ogni metro quadrato è duramente sottratto all’ac- qua, l’idea stessa di un giardino può sembrare ir- reale, tanto appare come un tesoro che ha del mi- racoloso. Tuttavia, nel XVII secolo i giardini sono censiti con precisione in ogni sestiere. Al di là dei circa cinquecento giardini urbani, i palazzi venezia- ni nascondono accessi privati e cortili segreti, luo- ghi misteriosi che si sottraggono alla vista, ➳ MC MAISON 139
ma che possiamo intravedere qua e là, gettando lo sguardo attraverso un portale scolpito o la gri- glia elaborata di un cancello. Infatti, ogni palazzo che affacci sul Canal Grande è dotato di un pontile che permette l’arrivo in barca, ma vi sono anche in- gressi secondari dalla strada. Vere e proprie sceno- grafie, questi spazi verdi interni contribuiscono alla magia del disegno complessivo dei palazzi. Angoli preziosi di silenzio, contemplazione e meditazio- ne, questi spazi segreti incarnano l’arte di vivere la bellezza del quotidiano e la dolcezza dell’intimità. Come ovunque a Venezia, la vegetazione è rampi- cante: viti, edere, rose, glicini si rincorrono verso l’alto a toccare il cielo, come le terrazze e le altane appollaiate sui tetti dei palazzi. Sull’isola della Giudecca i giardini privati sono più ampi. Quello che circonda la fabbrica Fortuny, uno dei più grandi, ci apre le sue porte. Fu Elsie McNeill Lee, amica e collaboratrice di Mariano Fortuny – e che rilevò l’impresa dopo la morte dell’artista nel 1949 – a trasformare il giardino in un vero parco paesaggistico. Lo dotò di una piscina che per mol- to tempo fu l’unica privata in tutta Venezia. Svilup- pandosi attorno ai resti dell’antico convento che sorgeva originariamente sul posto, questo vasto giardino è un’oasi di pace e di contemplazione, contrappunto ideale alla frenetica attività artigia- nale ospitata dal famoso edificio in mattoni rossi, riconoscibile dal nome Fortuny che vi spicca in bianchi caratteri maiuscoli. ✽ IN ALTO A SINISTRA, GIOVANNI E SERVANE GIOL IN BARCA SUL CANAL GRANDE; A SINISTRA, IL PICCOLO CORTILE INTERNO DI CASA CICOGNA E, IN QUESTA FOTO, QUELLO DELL’AMAN VENICE. ALEX MOLING
MAGNUS MÅRDING VIAGGIARE CARNET BASIL PAO COSA FARE DOVE DORMIRE rante più antico della città (dal DOVE DORMIRE Oggi si può dormire a Palazzo 1462), oppure alla scoperta della BERE & MANGIARE Papadopoli, uno degli otto cucina veneziana contemporanea palazzi monumentali della città, di Estro e della sua cantina. Per IN AGENDA sede dell’Aman Venice una vera esperienza gourmet, il Si intitola “Il Laboratorio del (www.aman.com). Per fare “da due stelle Michelin Glam di Enrico Futuro” la 18a Biennale di Archi- test” nel nuovissimo quattro stelle Bartolini a Palazzo Venart, tutto tettura che si svolgerà ai Giardini a Palazzo Pianca, boutique hotel rinnovato da gennaio 2023. e Arsenale, dal 20 maggio al 26 che diventa laboratorio di ricerca novembre. Per vedere le regate e dei prototipi dello storico marchio IN GONDOLA IN ALTO, i fuochi d’artificio della Festa del del design italiano (www.palazzo- L’esperienza in gondola più DA SINISTRA: Redentore appuntamento dal 14 pianca.com). A Murano, attesa nel autentica, e breve, è quella della al 16 luglio. Dal 30 agosto il Lido 2023 l’apertura del primo hotel Gondola Traghetto: per pochi L’ALCOVA TIEPOLO invece si riempirà di attori e regi- sull’isola e del primo hotel gruppo euro attraversa avanti e indietro DELL’HOTEL AMAN sti per l’80a Mostra Internazionale Langham in Italia: 140 camere af- il Canal Grande dove non ci sono VENICE. d’Arte Cinematografica. facciate in gran parte sulla laguna ponti nelle vicinanze. È un mezzo sul sito della vetreria Ferro dell’ex pop e porta una decina di per- SERGIO PREZIOSA, MAI DA SOLI: I TOUR Casino Mocenigo, tutto riproget- sone al massimo. Basta recarsi in MAX ALAJMO E Per conoscere e non solo “ve- tato da Matteo Thun & Partners. uno dei 5 “stazi” e aspettare. SILVIO GIAVEDONI, dere” la città di Venezia, sono CHEF DEL QUADRI, diverse le opportunità di visi- PER UNO SPRITZ FUORI ROTTA LO STORICO te guidate e tour a cui potersi Rigorosamente veneziano, con Si può passeggiare per l’Isola GRAN CAFFÈ accodare. Palazzo Ducale si può oliva e bitter Select in un baca- della Giudecca, tagliata fuori E RISTORANTE scoprire con un itinerario segreto ro storico, come la Cantina Do dai principali percorsi turistici, o DEL DICIOTTESIMO nella storia di Venezia, al Museo Spade; oppure allo storico Caffè immergersi in un quartiere ancora SECOLO IN PIAZZA Guggenheim in diversi momenti Quadri, in Piazza San Marco, re- molto vivo, come Campo Santa SAN MARCO. della giornata i Peggy Talk e gli staurato da Philippe Starck, dove Margherita a Dorsoduro, ritrovo DAL 2010 DI Art Talk regalano 15 minuti di sorseggiare uno spritz firmato degli universitari. E per il vero PROPRIETÀ DELLA introduzione alla collezione e alla dallo chef tre stelle Michelin Mas- silenzio, dormire a Burano, dove FAMIGLIA ALAJMO vita della sua ideatrice. “Non solo similiano Alajmo (con Barbaresco dalle 18 restano solo i residenti. E RESTAURATO museo” è il nome del progetto chinato). O sulla terrazza SOTTO LA GUIDA dei Musei Civici di Venezia per un panoramica dell’Hilton DI PHILIPPE turismo responsabile e porta con Molino Stucky sull’Isola STARCK. tour guidati dentro e fuori dalle della Giudecca: il più bel mura dei palazzi come il Museo tramonto della città. IL PALAZZO Fortuny, Ca’ Rezzonico o il Museo DEI DOGI E Correr. Un esempio? Partire da A TAVOLA LA BASILICA Palazzo Mocenigo alla scoperta Un pranzo nella DI SAN MARCO. di moda, arte, profumi, spezie… verdissima Serra fino al Mercato di Rialto. E prima dei Giardini, edificata nel UN INVITO A VENEZIA di ripartire: un selfie alla Libreria 1894 per l’Esposizione Servane Giol introduce in una Acqua Alta fra le sue pile di libri. Internazionale d’Arte: Venezia fatta di persone, talenti, un gioiello in stile liberty. storie quotidiane di vita vissuta A cena, alla Cantina Do dietro le quinte dei palazzi che Mori a Venezia, il risto- compongono il panorama della città. Un racconto di cui pubbli- chiamo l’introduzione in queste pagine e con le fotografie di Mattia Aquila. Da Marsilio Arte, editore veneziano doc. MC MAISON 141
FUORI CASA MUSEO 142 MC MAISON
FUORI CASA MUSEO L’ATELIER San Marco 3958. A questo indirizzo DEL GENIO di Venezia il portone restava sem- ECLETTICO pre chiuso e a chi chiedeva di po- ter entrare, il custode rispondeva A Venezia al museo di Mariano severamente: «Il Maestro lavora». Fortuny si va alla scoperta delle Per 50 anni infatti il maestro, Ma- riano Fortuny y Madrazo, ha vis- creazioni di uno dei geni del suto e lavorato fra le mura di un Novecento che hanno influenzato imponente palazzo in stile gotico che fu casa, bottega, laboratorio creativo, e che oggi è la sede del museo un’epoca e che ancora oggi a lui intitolato. Artista, pittore, fotografo, incisore, arredano le nostre case scenografo e vero Leonardo da Vinci della sua epoca, e abbiamo negli armadi Fortuny è stato un prolifico genio poliedrico. Oggi lo - forse senza saperlo. si può conoscere meglio grazie all’apertura per la pri- ma volta al pubblico degli atelier dove hanno visto la testo Sarah Maria Zilli luce le sue invenzioni più rivoluzionarie – così tanto foto Massimo Listri da essere ancora oggi prodotte e utilizzate. AL PRIMO PIANO DEL PALAZZO, FIGLIO D’ARTE, NATO A GRANADA nel 1871, vis- IL GRANDE SALONE RACCONTA IL CARATTERE SPAGNOLO DI MARIANO suto a Parigi e infine approdato nella cosmopolita Ve- FORTUNY E DELLA SUA FAMIGLIA. A DESTRA, IL MODELLO DEL TEATRO nezia, Fortuny si stabilisce nel 1898 all’ultimo piano DELLE FESTE PROGETTATO DALL’ARTISTA NEL 1910 CON GABRIELE D’ANNUNZIO E di un edificio quattrocentesco, allora decadente. Anno L’ARCHITETTO FRANCESE LUCIEN HESSE. dopo anno ne occuperà ogni spazio e lo rimodellerà per rispondere al suo estro creativo, sino a renderlo esso stesso un’opera d’arte totale. È tra le pareti del grande salone dell’ultimo piano che Fortuny idea e costruisce ai primi del Novecento il primo modello in gesso dell’innovativo dispositivo teatrale passato alla storia come “Cupola Fortuny”: un sistema in grado di regalare profondità alla scena e un’illuminazione indiretta e diffusa – usata allora nei maggiori teatri tedeschi e alla Scala di Milano. ➳ MC MAISON 143
FUORI CASA MUSEO IL GIARDINO D’INVERNO REALIZZATO Amante delle arti a tutto tondo, nel 1907 installa nel DA MARIANO FORTUNY CHE, PER palazzo assieme alla moglie Henriette Nigrin, musa e artista lei stessa, anche un piccolo laboratorio tessile. QUESTO PROGETTO, INVENTÒ UNA Fortuny fonde modelli decorativi e disegni dai velluti SPECIALE INTELAIATURA DI CARTA rinascimentali con quelli provenienti da culture lon- tane ed esotiche, li mescola fra loro ma non li ricama INCOLLATA SU TELI DI CANAPA come in origine, stampandoli invece con una speciale DIPINTI E FISSATI ALLE PARETI. tecnica a rotativa di sua invenzione. Imita e reinventa al tempo stesso il passato con arazzi, tendaggi e abiti SOPRA, DA SINISTRA, L’ATELIER che oggi tappezzano, insieme ai dipinti dello stesso DI PITTURA DELL’ARTISTA Fortuny, il piano nobile dove si può visitare la Casa Museo. Nei primi anni Dieci ben due interi piani su- CATALANO E UN SUO RITRATTO. periori vengono destinati alla creazione e alla stampa di abiti e tessuti in seta e velluto, abiti “fedelmente antichi ma potentemente originali”, secondo una defi- nizione di Marcel Proust. Nel 1900 nasce l’abito Del- phos in seta plissettata e ispirato dai miti greci, così popolare da influenzare tutta la moda dell’epoca e da essere ancora in produzione. Il palazzo diventa una vera e propria fabbrica con un centinaio di operai al lavoro, finché la produzione dei tessuti di arredo viene trasferita alla Giudecca, dove ancora oggi ha sede in- fatti il marchio Fortuny®. Con il crescere internazionale della sua fama, il palazzo diventa via via un progetto a sé, un universo creativo ed espositivo al tempo stesso in cui vivere immersi in un ideale di bellezza. Il maestro affresca il giardino d’inverno con figure femminili, immagini allegoriche, satiri e ani- mali esotici, pappagalli e scimmie, avviluppati da motivi floreali e vegetali. Gli interni del salone vengono arredati
FUORI CASA MUSEO A FIANCO, CUSCINI FODERATI DAI PREZIOSI TESSUTI FIRMATI FORTUNY®; SOTTO, LA BIBLIOTECA PRIVATA DEL SECONDO PIANO; IN BASSO A DESTRA, LA GRANDE VETRATA A EPTAFORA DEL PRIMO PIANO E, A SINISTRA, LA FACCIATA DEL PALAZZO PESARO DEGLI ORFEI, SEDE DELLA CASA MUSEO, CHE GUARDA SU CAMPO SAN BENETO. con tocchi orientali, stoffe stampate di sua produzione alle pareti, lampadari in seta, armature, antichi tappeti… in un mix eclettico di culture, stili e provenienze. Nell’arco della propria vita Fortuny depositerà una cin- quantina di brevetti, lascerà dipinti, fotografie, progetti di lampade in vetro e seta, disegnerà vestiti e accessori, e custodirà tutto perché arrivi ai giorni nostri. AL SECONDO PIANO, GLI ATELIER di Mariano Fortuny, riaperti al pubblico a fine 2022, mostrano, negli spazi che furono destinati al lavoro, proprio il dietro le quinte della sua immensa produzione, suddi- visa in quattro focus: l’incisione, la stampa su stoffa, la fotografia, il teatro e l’illuminotecnica. In questo piano è possibile visitare anche lo studio-biblioteca, scrigno colmo di cose preziose, oggetti d’uso, curiosità, stru- menti e rari volumi che sono il segno tangibile della complessità delle invenzioni dell’artista. Passeggiando fra le sale si scopre che inventò anche una speciale car- ta da stampa fotografica, i colori a “Tempera Fortuny”, che progettò il modello per l’illuminazione del Teatro di Bayreuth, un dimmer ante litteram e la serie delle “Lampade a diffusore Fortuny”, lampade a luce indi- retta di cui si possono qui ammirare i prototipi ma che sono ancora oggi in produzione. «Non è la quantità, ma la qualità della luce, che rende le cose visibili», amava ripetere, e basta vederne una accesa per capire quanto ancora il suo lavoro sappia essere attuale. ✽ CLAUDIO FRANZINI MC MAISON 145
FUORI CASA RISTORANTI GIUSEPPE BORNÒ 146 MC MAISON
FUORI CASA COCKTAIL BAR DEMOCRAZIA DA BANCONE Attorno a un tavolino si è fatta la storia, e milioni di partite a carte. Perché che sia il banco dei 50 migliori locali del mondo, o del Bar Sport sotto casa, è qui che si consuma la nostra socialità. testo Margo Schachter IN QUESTA PAGINA, MADAME’S CHENG, UNO DEI COCKTAIL BAR DI RONIN, GRANDE LOCALE MILANESE CHE FONDE SUSHI, CUCINA GIAPPONESE, DJ SET, KARAOKE E UN CLUB PRIVATO, IN QUATTRO PIANI CHE SEMBRANO USCITI DA BLADE RUNNER. NELLA PAGINA ACCANTO, SEMPRE A MILANO, LA SALA DI CARICO, LOCALE CON CUCINA DEL GURU DEL SETTORE DOM CARELLA.
FUORI CASA COCKTAIL BAR A SINISTRA, LUNGO SOTTO, DAL 1915 IL I NAVIGLI A MILANO, CAMPARINO È UNA TAPPA RITA & COCKTAILS, FISSA DEI MILANESI. DI EDOARDO NONO, HA AL BANCONE, O NELLA SALA FESTEGGIATO I 20 ANNI. SUPERIORE RIPENSATA DA PROVARE UN GIN ZEN. DA LISSONI&PARTNERS. GAIA MENCHICCHI IL DRINK KONG DI ROMA È UNO DEI LOCALI INSERITI NELLA PRESTIGIOSA CLASSIFICA THE WORLD’S 50 BEST BARS. L’Italia è una Repubblica fondata sui bar. Ma anche tutta la cultura oc- cidentale degli ultimi tre secoli, a dire il vero. Dall’elegante café so- ciety settecentesca, a quella degli American bar di Hollywood, è at- torno ai tavolini che si è scritta la storia. In quattro amici come can- tava Gino Paoli o da soli, il 70% degli italiani fre- quenta abitualmente almeno uno dei 170.000 bar del nostro Paese. Per fare colazione, bere il caffè o uno spritz, un tempo per giocare a carte, la sche- dina, o per cambiare il mondo (per citare la cele- bre canzone). È così da sempre, al Café Procope a Parigi si ritrovano infatti filosofi, politici e letterati come Voltaire, Robespierre o Balzac; al Caffè Flo- rian di Venezia, il primo in Italia, aperto nel 1720, nobiluomini e truffatori, mercanti di fortuna e ar-
tisti squattrinati. Un secolo dopo il Café Central di IN ALTO A SINISTRA, Vienna può vantare fra i suoi affezionati, nell’ordi- IL BANCONE DEL ne, Theodor Herzl, Adolf Hitler e Vladimir Lenin: PARADISO DI praticamente l’intero Novecento. Jack Kerouac e BARCELLONA, VOTATO Dylan Thomas sedevano al White Horse Tavern, PRIMO IN CLASSIFICA nel West Village a NYC, per trarre ispirazione per DALLA THE WORLD’S i propri personaggi. Lo storico socialista Edward 50 BEST BARS 2022. P. Thompson sosteneva persino che nei proletari pub inglesi fosse nata la democrazia moderna e il SOPRA E A LATO, filosofo Jurgen Habermas li mise in cima alla lista LA CUCINA DI CARICO delle “istituzioni della sfera pubblica”: vero o no, A MILANO, COCKTAIL se i ristoranti sono stati frequentati storicamente BAR IN CUI SI CENA dalle classi superiori, nei bar invece ci sono sempre À LA CARTE O CON UN passati tutti. E hanno lasciato il segno. MENÙ DEGUSTAZIONE DI 8 PORTATE, E VOLENDO CALICI E TAZZINE hanno accompagnato le vi- ANCHE CON 7 MINI-DRINK IN ABBINAMENTO. NELLA cende dei protagonisti del nostro tempo, quanto MARTINI ROOM, INVECE, IL CONTO VA A TEMPO: le storie “minori” delle nostre vite, anche se più 30 € PER 30 MINUTI OPPURE 60 € E 90 € PER probabilmente le nostre in una piazza di provincia UNA CENA CON DIVERSI TWIST SUL CLASSICO e con un caffè corretto sambuca. Poco importa, COCKTAIL. i bar sono sempre stati un avamposto sociale e PATRICK PISTOLESI, BARTENDER E ANIMA culturale, quindi se oggi sono diventati luoghi di DEL DRINK KONG DI ROMA. culto al pari dei ristoranti stellati con guide, premi e classifiche ad hoc, non c’è da stupirsi. Tutto scorre, anche nei bicchieri. Caffè, tè ed esotiche ciocco- late, poi vini fortificati e liquori aperitivi, anche il menù dei locali si è evoluto nel tempo abbraccian- do una dopo l’altra le ultime novità in circolazione, fino all’arrivo da oltreoceano della moda del bere miscelato. Dal 1893 con l’apertura nel Savoy Ho- tel di Londra del primo American bar nel Vecchio Continente, si può dire che sia iniziata l’era degli Old Fashioned, dei Martini, dei Negroni e della con- temporanea Cocktail society. ➳
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