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[LIDIA LEON] [TE VEO ME VEO BOOK] [IT] [27 ENE] WEB

Published by Lidia León, 2022-07-01 18:45:50

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WABI SABI CICLO DI OPERE 50

Unión (Unione) (Dettagli) 2017 Installazione Ossidazione minerale del ferro, tronco, catene e sale Le opere Horizonte e Unión provengono dal ciclo di opere Wabi Sabi, cominciato nel 2016 in occasione del progetto “Arte Efímero”, che ebbe luogo al Centro Cul- tural Perelló (nella località di Bani in provincia di Peravia), e realizzato da Lidia León utilizzando il sale proveniente dalle saline del suo Paese. In queste opere, l’artista partendo dalla nota parola giapponese, che risulta essere quasi intraducibile per i suoi reconditi signifi- cati (ma piuttosto sembra voler indicare uno stile diverso di bellezza!), sperimenta la trasfor- mazione della materia a contatto con composti chimici naturali come il cloruro di sodio. La filosofia Wabi Sabi trova le sue origini nel Buddismo Mahayana, che indicava nella trascen- denza noumenica delle cose apprezzate dagli uomini nel loro naturale deteriorarsi nel tempo, una possibile via di liberazione dal mondo materiale. Nei lavori dedicati a Wabi Sabi, riaffiora la vena poetica di León, che nel passato si è cimentata anche nel componimento di canti per la musica. La ricerca di una bellezza melanconica nelle cose, riporta alla tradizione degli antichi cantici10, che erano dei componimenti solenni di carattere religioso che lodavano Dio in tutto quello che aveva creato. Queste opere si possono ritenere dei veri e propri inni alla vita, che l’artista/poetessa dopo aver percorso un silenzioso cammino interiore, restituisce per celebrare il suo ritorno nel mondo. Il tempo che solitamente nella poesia è scandito dalla metrica, è rappresentato in Union (e nelle opere Tejiendo Recuerdos e Es Muss Sein), da una composizione modulare e di tipo ritmico, come se gli elementi compositivi fossero suoni di parole che si ripetono in un man- 10 http://www.sanfrancescopatronoditalia.it/notizie/francescanesimo/cantico-delle-creature-31157#.XSMg8 “Esercitare il silenzio interiore affina i sensi e permette di praticare la filosofia Wabi Sabi: scoprire la bellezza nella vita quotidiana, accettando il mondo come imperfetto, incompiuto e transitorio. Le mie conoscenze nel campo della fotografia hanno aiutato la mia vista ad accettare la decomposizione naturale ed i processi di trasformazione”. Lidia León [LiLeón] 51

Horizonte 2017 Installazione Ossidazione minerale del ferro, tronco, catene e sale 22cm x 2 m x 2.60 m 52



Horizonte tra. A differenza del poeta che s’identifica con le parole, perdendo la sua identità in queste, (Dettagli) León seppur inizialmente mossa da un afflato poetico, si ritrova poi a confrontarsi con la 2017 materia che rivela infine l’immagine concreta e tangibile del suo lavoro. Ed è proprio questo Installazione che è successo all’artista mentre lavorava nel 2016 al Centro Cultural Perelló, per realizzare Ossidazione minerale l’installazione Jarinita de sal (Pioggia di sale). L’installazione che intendeva sperimentare i del ferro, tronco, processi di ossidazione del ferro sottoposto a delle stringhe di sale, generò sulla sua base, catene e sale composta di numerose formelle di alluminio, l’opera Unión. A loro volta queste formelle nel processo di ossidazione, subito dopo essere state rimosse, lasciarono le loro impronte sulla 54 base sottostante che divenne Horizonte. L’immagine frammentata di Union, con il passag- gio dei pigmenti di rosso ruggine al legno, si era magicamente ricomposta in Horizonte. Per comprendere in che rapporto sono tra loro le due opere, immaginiamo che Unión sia l’albero della vita nella sua stagione autunnale, con le fronde di foglie dai colori arancio, rosso ruggi- ne, marroni bruciati, e che Horizonte sia l’universo, il paesaggio di confine sul quale si staglia l’albero e verso il quale le foglie voleranno via trascinate dal vento. Unión si presenta come un’opera quasi scultorea e bifrontale, una sorta di cortina di ferro tessuta con anelli di catena, e appesa ad una trave di legno grezzo. L’artista nel comporre l’opera, ha volutamente lasciato un respiro tra le formelle per far passare la luce, affinché sul muro retrostante e sul pavimento, siano proiettate le loro ombre. La caducità della vita è rappresentata molto bene dalla luce, che infiltrandosi tra le formelle, restituisce nelle ombre, il mistero della morte. La trama dell’opera infine, è un’allusione ai legami che inesorabilmen- te uniscono i singoli elementi (e individui) nel loro ciclico divenire. Come avviene nei naturali processi di decomposizione, alcune molecole di Unión, trasmigrano nel corpo di Horizonte, aggregandosi alla sua sostanza materica di origine legnosa. Horizonte diviene così una sorta di autoritratto di Unión, in quanto ne riprende i lineamenti e le tonalità calde. L’intervento dell’artista non è intenzionale, considerando che entrambe le opere, sono il risultato di un esperimento messo in atto nell’installazione Jarinita de sal. Lidia León ri-conosce le due opere in quei valori tattili11 della materia sollecitata dai processi di ossidazione, che si mani- festano in tutta la loro forza espressiva. L’artista nel rituale di sublimazione dell’Arte, innalza la base di legno (sulla quale ha avuto luogo la sperimentazione), sull’altare della bellezza. Horizonte diventa così l’immagine archetipo di un paesaggio universale, con i suoi crateri bui e neri dove è possibile perdersi dentro che si alternano a bassi rilievi rugosi e desolati. 11 https://www.finestresullarte.info/539n_bernard-berenson-metodo.php

Unión (Unione) 2017 Ossidazione minerale del ferro, tronco, catene e sale 22cm x 2 m x 2.60 m



Splash (Schizzi) (Dettagli) 2016 Installazione Acrilico su tessuto e legno “Splash ispirato dal movimento 57 dell’oceano e dallo spruzzo d’onda sulla barriera corallina, è una composizione di sei dipinti acrilici che consentono di creare infiniti layout cambiando la posizione dei dipinti a piacimento di ogni persona”. Lidia León [LiLeón]

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Splash (Schizzi) 2016 Installazione Acrilico su tessuto e legno Ogni cornicia misura 30 x 30 x 5 cm In entrambe le opere l’artista partendo dalla filosofia Wabi Sabi e cercando la bellezza nella trasformazione della materia, si è ritrovata a contemplare i risultati delle più recenti scoperte della fisica quantistica. Nel suo libro “Il Tao della fisica” del 1975, Fritjof Capra12 fa un’ana- lisi comparata delle teorie relativistiche e quantistiche della fisica moderna, con le filosofie orientali come il Buddhismo Mahayana ed in particolare il Taoismo e lo Zen. Il fisico austriaco mette in evidenza, come la scienza sia arrivata alle stesse conclusioni della meditazione e dell’esperienza extra-sensoriale. La matematica o fisica quantistica, approfondisce proprio la questione del comportamento della materia, soggetta a continue trasformazioni molecolari, ma soprattutto restituisce l’immagine di un mondo composto di molteplici particelle, moleco- le, atomi in continua trasmigrazione da un corpo o elemento, all’altro. Se guardiamo le cose oltre le apparenze, siamo molto più vicini a vedere quella loro natura dinamica, comprenden- do il valore del tempo e della vita, nel divenire dalla nascita, alla maturazione, al deperimento sino alla morte. Ed è questa la conclusione alla quale arriva León quando afferma che Splash è ispirata al movimento dell’oceano, alle onde e agli schizzi d’acqua delle onde quando s’in- frangono sulla barriera rocciosa, per evocare come gli uomini siano limitati quando non con- siderano di essere particelle di un sistema macroscopico in perpetuo disordine. I sei piccoli dipinti di cui è composta Splash, con lunghe pennellate di verde che ricordano per l’imme- diatezza dell’esecuzione l’action painting13, possono essere disposti arbitrariamente in senso orizzontale o verticale interscambiandoli tra loro, per indicare che in un sistema aperto (così com’è l’arte!) il livello di entropia è molto alto poiché gli stati di disordine sono più numerosi. Gli uomini sono gocce d’acqua nell’oceano e le loro esistenze sono foglie che si staccano al vento dall’albero cosmico. Questa visione assoluta non sottrae dignità e importanza ai singoli individui, al contrario aggiunge solo bellezza ai loro occhi che si spalancano per la prima volta davanti allo spettacolo della vita. Ogni foglia è diversa dall’altra, poiché reca incise le sue particolari linee delle nervature attraverso le quali arriva la linfa vitale. 12 Il Tao della Fisica, Fritjof Capra, Adelphi 1982 59 13 https://it.wikipedia.org/wiki/Action_painting







Tejiendo Recuerdos (Tessendo Ricordi) (Dettagli) 2019 Installazione interattiva Carta, filo di cotone, sinopie delle foglie di tabacco La linfa che scorre nelle foglie dell’opera Tejiendo Recuerdos, è la memoria degli odori e dei colori che ritornano dall’infanzia e dall’adolescenza dell’artista. L’installazione realizzata site-specific che ricorda molto i paraventi giapponesi, consta di due pannelli bianchi con ar- moniose e delicate macchie color giallo ocra e oro, composti ciascuno da dodici fogli di carta pergamena rettangolari e semitrasparenti. L’artista ha disposto i due pannelli, l’uno difronte all’altro distanziandoli tra loro, per lasciare uno spazio di passaggio come invito all’attraver- samento. Sui due lati esterni dell’installazione e internamente nel passaggio, si riconoscono nelle macchie, le sinopie lasciate sulla carta dalle foglie di tabacco, trattate con acqua e sol- venti per un certo numero di giorni e infine rimosse dai fogli. Il candore della carta si rifà alle camicie bianche di lino, che il nonno dell’artista chiedeva ai due figli più grandi di indossare quando li portava con sè nelle piantagioni di tabacco, così come la carta stessa per quel suo essere fragile, rende molto bene la sensazione della materia di cui sono fatti i ricordi. Questo è l’omaggio che Lidia León ha voluto portare a Venezia dal suo Paese d’origine, che vanta uno dei paesaggi naturali più belli dei caraibi. Un’opera che seppur concepita e realizzata con elementi del paesaggio caraibico, sembra avere un sapore quasi orientale. A tal proposito è importante sottolineare che i Taino le prime popolazioni amerindie dei Caraibi, erano animiste esattamente come lo sono state le religioni originarie del Giappone che hanno influenzato l’estetica giapponese e la filosofia Wabi Sabi. Riconoscere un’anima nelle cose tanto da apprezzarle e considerarle nel loro divenire, è una visione trasversale che unisce il mondo da Oriente ad Occidente. In Tejiendo Recuerdos i pannelli, sono sostenuti da un filo di nylon che s’intreccia con la rete soprastante il percorso, che l’artista ha voluto per richiamare i lavori artigianali femmini- li a maglia e con la filatura dei tessuti, ai quali erano dedite le ospiti del collegio delle Zitelle. E ancora il supporto bianco con macchie scure nelle tonalità del giallo ocra e marrone, ritorna nell’opera Síndone “Quién ha tocado mi manto?”, esposta per la prima volta nel Museo Sacro di La Vega nell’ambito della mostra “Hecho Aqui”, che evoca il lenzuolo sacro custodito 63





FOTO DELLE DUE PAGINE da molti anni nel Duomo di Torino, nel quale fu avvolto il corpo di Cristo. Lidia León in omaggio PRECEDENTI: alla croce di Cristo, ha montato il tessuto bianco con taglio longitudinale, al centro delle due travi di legno orizzontali. Le macchie dovute alla contaminazione della stoffa da parte di minerali Síndone ¿Quién ha ossidati, restituiscono i segni del trapasso di Cristo. Contaminare vuol dire anche toccare, in latino tangere. Non a caso nel titolo dell’opera, Lidia Tocado mi Manto? cita il Vangelo secondo Matteo 9, 18-22 dove è scritto: (Sindone. Chi ha Toccato “In quel tempo, giunse uno dei capi, gli si prostrò dinanzi e disse: «Mia figlia è morta pro- il mio Lenzuolo?) prio ora; ma vieni, imponi la tua mano su di lei ed ella vivrà». Gesù si alzò e lo seguì con i (Dettagli) suoi discepoli. Ed ecco, una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni, gli si avvi- 2018 cinò alle spalle e toccò il lembo del suo mantello. Diceva infatti tra sé: «Se riuscirò anche Installazione solo a toccare il suo mantello, sarò salvata». Gesù si voltò, la vide e disse: «Coraggio, figlia, Legno e ossidazione la tua fede ti ha salvata». E da quell’istante la donna fu salvata”. minerale su tessuto Non solo contaminare vuol dire anche fondere elementi diversi, ed è proprio attraverso questo processo che l’artista crea l’opera. La sacralità della vita e della morte, sono un tema fondamentale nel ciclo di opere Wabi Sabi che si basano sulla transustanziazione. Tutto è sempre stato scritto nel libro della vita che è da sempre sotto i nostri occhi; è l’uomo che ha perso la sua capacità di leggere le cose per quello che sono. Il mistero della resurrezione, si ripete ogni giorno davanti a noi ed è dentro di noi. Per credere bisogna amare, ed è l’amore che ci porta a scoprire nuova bellezza nel mondo. Quando Lidia León cita l’architetto Tadao Ando che dice:14 “Wabi Sabi è l’arte giapponese di cercare la bellezza nell’imperfezione e profondità della natura, ac- cettando il ciclo naturale della crescita, decadimento e morte. E’ semplice, lenta e libera. Rivela l’autenticità di tutto”, sta parlando di amore perché solo con gli occhi dell’amore, si può scoprire quella bellezza discreta e meno appariscente. Lo stesso amore che provò per Venezia lo scrittore inglese critico d’arte e d’architettura John Ruskin, quando nelle “Pietre di Venezia”15, ne difese persino le sue architetture in rovina! Anzi queste ultime gli sem- brarono autentiche e vere, addirittura più degne di bellezza e di nota, di quelle restaurate e ricostruite che nei loro apparati decorativi sottintendevano la pochezza d’animo di uomini che accecati dalla menzogna, non sapevano più osservare il mondo. Ruskin fu il primo a te- orizzare un ideale artistico di superfici scabrose, materiali consumati che recano la bellezza 14 What is Wabisabi?, Tadao Ando. Wabisabihawaii.com 15 Le pietre di Venezia, John Ruskin, Rizzoli 1987 66

FOTO DELLE DUE PAGINE POSTERIORI: Síndone ¿Quién ha Tocado mi Manto? (Sindone. Chi ha Toccato il mio Lenzuolo?) 2018 Installazione Legno e ossidazione minerale su tessuto 140 x 90 cm





Memoria (Dettagli) 2017 Installazione Legno e metallo

melanconica del “tempo che fu”, difendendo la dignità di un monumento che s’intravede nella sua passata gloria, tra i fili d’erba cresciuti tra le pietre. Questa stessa sensibilità sembra avere l’artista dominicana Lidia León, quando viaggia nel suo Paese alla scoperta di paesaggi e architetture dimenticate, come accadde nel 2017, quando fu attratta dal relitto di vecchia casa incendiata e dove si fermò a raccogliere alcuni materiali da recupero. Ed è così che nacque Memoria, la grande finestra arsa dalle fiamme e issata tra due montanti di legno anche loro bruciati. Un’opera fortemente emotiva che fu presentata per la prima volta al pubblico, nello stesso anno, alla Galería Nacional de Bellas Artes a Santo Domingo come l’opera d’arte centrale, della mostra fotografica “Ventanas al Mundo” (Fi- nestre nel mondo) di Juan Cepeda curata da Marianne Tolentino. Questo comune serramento, formato da due semplici ante riquadrate in legno dalle quali pendono ancora le vecchie maniglie arrugginite, trasuda di esistenze passate. Nel suo eroico sopravvivere al tempo e agli eventi, diviene l’archetipo di tutte quelle finestre che improvvisamente si sono chiuse per sempre sul mondo. Lidia León lo presenta come un monumento eretto in nome della memoria, un trofeo innalzato tra due colonne portanti, che recano ancora incisi i chiodi divelti del traumatico distacco dalla loro struttura originaria. Un intervento artistico che si può inquadrare storicamente sulla scia dell’arte povera, mo- vimento nato in Italia negli anni sessanta in antitesi all’arte tradizionale e concettuale, che utilizzava oggetti comuni e materiali “poveri” (tra i quali il legno e il ferro), recuperati dagli artisti come archetipi dei linguaggi contemporanei. E ancora torna a riaffermarsi in Memoria, la forma mentis dell’architetto. LiLeón presenta la finestra con le ante chiuse, proprio per creare due ambienti adiacenti ma non comunicanti, impedendo allo spettatore di violare l’intimità di quell’ambiente domestico di cui è rimasto solo il ricordo. Nell’arte le finestre si aprono solitamente per far circolare la luce, ma in questo caso le ante sono lasciate chiuse, poiché non vi è alcuna possibilità per la luce di penetrare nelle tenebre del silenzio. Con l’opera Memoria LiLeón ha cristallizzato il melanconico ricordo di quella casa, così come ha fatto Ruskin nei suoi taccuini di disegni e dagherrotipi, memorizzando particolari di luoghi e architetture scomparsi. Nella poetica dell’artista dominicana come in assoluto nella filosofia Wabi Sabi, si assapora spesso questo aroma agrodolce che rende più piacevole la vita da qualsiasi angolatura la si vede, da quella più leggera a quella più pesante. 71



Memoria 2017 Installazione Legno e metallo 1.20 x 1.20 x 3.57 m Quinta Dominica, in prestito dall’artista 73





La stessa dicotomia tra leggerezza e pesantezza, viene superata nell’opera Es Muss Sein, una rudimentale scala costruita dall’artista con semplici rami di albero e dedicata al tema della Resurrezione. Es Muss Sein (espressione tedesca che vuol dire “doveva essere”), è nata come contro- parte a Sindone ed è stata esposta con quest’ultima nel 2018 nel Museo Sacro a La Vega, tra il 2018 e il 2019 all’Instituto Superior de Estudios Educativos Pedro Poveda (ISESP) e infine nel 2019 alla Casa Arte a Sosúa di Puerto Plata. Nell’albero la zona aerea formata dai rami, dalle foglie, i fiori e i frutti è in diretto rapporto con le sue radici che affondano nella terra. L’albero rovesciato caratteristico del simboli- smo indù, rappresenta il ciclico divenire cosmico nei movimenti, continui ascendenti e di- scendenti. Pertanto l’albero rovesciato si può ritenere la raffigurazione, dello schema della reciprocità ciclica. Mettendo lo specchio sotto la scala di Es Muss Sein per darle maggiore profondità, Lidia León vuole evidenziare proprio la reciprocità tra leggerezza (movimento ascendente) e pesantezza (movimento discendente). Ed è per questo che l’artista a commento dell’opera sceglie un brano tratto dal romanzo “L’insostenibile leggerezza dell’essere”, nel quale Milan Kundera citando a sua volta Beetho- ven, risolve la dicotomia tra leggerezza e pesantezza del vivere, nell’ineluttabilità del destino. “Consideriamo tutti impensabile che l’amore della nostra vita possa essere qualcosa di leg- gero, senza peso; Crediamo che il nostro amore sia qualcosa che doveva essere; che senza di lui la nostra vita non sarebbe la nostra vita. Ci sembra che lo stesso scontroso Beetho- ven, con la sua terribile criniera, suoni per il nostro grande amore il suo “es muss sein!” Ma il peso è davvero terribile e la leggerezza è meravigliosa? Il peso più pesante ci distrug- ge, noi siamo abbattuti da esso, ci schiaccia contro la terra. Ma nella poesia d’amore di tutti i tempi la donna vuole portare il peso del corpo dell’uo- mo. Il peso più pesante è quindi, allo stesso tempo, l’immagine della pienezza più intensa della vita. Più è pesante il carico, più la terra sarà vicina alla nostra vita, più sarà reale e vera. Al contrario, l’assenza assoluta di peso fa sì che l’uomo diventi più leggero dell’aria, vola alto, allontana se stesso dalla terra, dal suo essere terreno, che è reale solo a metà e i suoi movimenti sono gratuiti quanto insignificanti. Quindi, cosa dovremmo scegliere? Il peso o la leggerezza?“. Ma anche il destino si risolve infine nel tempo, ed è proprio ad una riflessione sul tempo, che sono dedicate le installazioni interattive del ciclo Wabi Sabi: Pasar delTiempo e Reloj de Arena. 76

Es Muss Sein Nel linguaggio artistico l’installazione non può prescindere dal fruitore, con l’intento di sol- (Doveva Essere) lecitare una sua percezione o rapporto critico con l’opera. (Dettagli) Per queste installazioni LiLeón ha adoperato oggetti comuni come fogli di carta, bottiglie di 2018 plastica, specchi e materiali presenti in natura quali la sabbia e il legno. Installazione In Pasar delTiempo presentata tra settembre 2018 e gennaio 2019 all’ISESP16 di Santo Do- Bastoncini in legno mingo, l’artista ha installato sul pavimento della sala espositiva, un grande cerchio color ar- di acacia gento di diametro 365 cm come se fosse il quadrante dell’orologio. Sul bordo del cerchio ha disegnato con plastiche dorate, altri 12 cerchi più piccoli che rappresentano le ore del giorno. 16 L’insostenibile leggerezza dell’essere, Milan Kundera. 77

Es Muss Sein (Doveva Essere) 2018 Installazione Bastoncini in legno di acacia 350 x 90 cm 78

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Al centro dell’orologio, sollevato dal fondo su due piedini, vi è un elemento specchiante rettangolare come se fosse una sorta di lancetta. Nell’ambito del work shop Arte y Natu- raleza, l’artista ha invitato gli studenti di diverse scuole della città a raccogliere dal giardino della scuola, fiori, foglie e frutti e a porli sulla lancetta e nel quadrante del suo orologio. Gli studenti durante il periodo espositivo, hanno avuto l’opportunità di seguire la trasforma- zione di questi elementi naturali, in tutti i loro passaggi. La trasmutazione della natura che è continuamente sotto i nostri occhi, mette in evidenza la contrazione del passato e del futuro, nel presente. Tutto quello che è oggetto di perce- zione è presente, poiché è impossibile percepire quello che non è. Vivere coscientemente il presente, aiuta a sviluppare una maggiore autoconsapevolezza delle molteplici sembian- ze sotto le quali si rivela la vita. La lancetta dell’orologio di Lidia León è ferma sul presente; il momento della percezione, che diventa un’esperienza unica e irripetibile, esattamente come lo sono gli esseri viventi e non viventi negli infiniti stadi della loro evoluzione. Com- prendere tutto ciò vuol dire non solo affinare la propria visione del mondo, ma anche per- correre i sentieri della creatività. La mente creativa si nutre di nuovi colori e nuove forme, e l’arte stessa non esprime altro che la varietà e la ricchezza di questo eterno presente. Come dimostrano le fotografie dei giovani studenti con i quali León ha lavorato, in entram- be le installazioni, l’età della creatività è la fanciullezza. Solo un fanciullo riesce ad intratte- nersi a lungo sulla sabbia inventando ogni volta giochi diversi. Ed è questo il motivo per cui l’arte non invecchia mai, poiché gli artisti sanno guardare al mondo con gli occhi del fan- ciullo che è ancora in loro. L’installazione Reloj de Arena realizzata a febbraio di quest’anno nella Casa de Arte Sosúa a Puerto Plata, è costruita con pochi elementi simbolici: la sabbia della spiaggia raccolta in una cassa di legno rettangolare, uno specchio e sei banali bottiglie vuote di plastica rovesciate. Quest’opera per i suoi riferimenti simbolici richiama la poetica del fanciullino17 del poeta italiano Giovanni Pascoli che riconosceva in ogni uomo, la capacità di potersi meravigliare davanti alle piccole cose. Quella capacità che spinse gli impressionisti a tagliare corto con la precedente tradizione della pittura, e a restituire le immagini della realtà secondo la loro percezione rendendole più vive che mai poiché colte nel loro presente. LiLeón nel- la sua ritrovata integrità di donna e artista, scrollandosi di dosso qualsiasi pregiudizio, con quella stessa meravigliosa naturalezza che la contraddistingue, invita il pubblico a sedersi 17 http://www.viv-it.org/schede/poetica-del-fanciullino 80

Pasar del Tiempo a terra per giocare con la sabbia. Il gioco è suggerito dagli oggetti che ahimé, si trovano (Passare del Tempo) più frequentemente sulle spiagge nella nostra epoca della plastica. I vuoti di bottiglie, si 2018 trasformano così in altrettante clessidre, attraverso le quali la sabbia scorre lentamente Installazione interattiva segnando il morbido fluire del tempo. vinile adesivo Lo specchio a parete al quale è appoggiata la cassa di legno, nel suo effetto riflettente, specchiante, elementi include lo spettatore nell’installazione raddoppiando la superficie di sabbia e conseguen- della natura temente il numero di bottiglie. Spiegando l’installazione, Lidia León cita il filosofo cristiano William Lane Craig quando dice che: c’è un reale e oggettivo senso temporale nel mondo delle cose che arrivano e cessano di esistere. Secondo il naturalismo metafisico del filo- sofo, le teorie dell’evoluzione sono compatibili con la religione. Nell’installazione di León passato e presente nel loro continuo avvicendarsi, disegnano la traiettoria sulla quale si muovono i numerosissimi granelli di sabbia cadendo dalla bottiglia. La velocità della loro caduta stabilisce la misura degli intervalli con i quali i due tempi si avvicendano tra loro. Chi osserva però può cogliere solo il senso oggettivo di questo avvicendarsi, poiché non c’è altro tempo possibile per l’esperienza, che quello dell’immanente presente. La teosofa Annie Besant nel saggio “La vita nascosta dell’uomo”18 affermò: “Le tre prime parole 18 La vita nascosta dell’uomo, Annie Besant, trad., 2005, p. 83 81

Reloj de Arena “Immanenza di Dio”, vi sembreranno secche, fredde e senza interesse. Bisogna tradurle? (Clessidra) Si intende dire che Dio è dappertutto e in tutto. Ma non basta. Ciò significa che quando 2019 seguite il bordo del mare, ammirando le grandi onde dell’oceano agitarsi con un rumor di Installazione interattiva tuono sulla riva, voi vedete in quelle la Sua potenza. Se percorrete qualche bella foresta Sabia, bottiglie di e gustate il silenzio, la calma e l’ombra di mezzogiorno, allora voi conoscete questa pace plastica, specchio, divina, conoscete la serenità che rivela Dio”. elementi della natura Dio è trascendenza che si manifesta in tutte le cose, pertanto, come ci porta a riflettere Lidia León con le sue installazioni, il presente è il tempo della rivelazione. 82

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LE OPERE D’ARTE DI LIDIA LEÓN CAPITOLO II

I DISEGNI Entre Miradas… Yo “Il disegno è (Tra gli Sguardi... Io) la sincerità (Frammento) nell’arte. Non ci 2013 sono possibilità Matita, inchiostro, d’imbrogliare. acrilico e acquerello O è bello o è su carta brutto”.19 86 Il disegno infatti che è la manifestazione più spontanea del talento artistico, in quanto rivela subito le capacità compositive dell’autore, è la base di partenza per molti lin- guaggi artistici. A lungo ed erroneamente ritenuta un arte minore per via della facilità del mezzo tecnico, ultimamente il disegno è stato molto riconsiderato dalla critica d’arte proprio perchè, come affermava Salvator Dalì, alla facilità dell’esecuzione non può sfuggire l’abilità della mano. La recente fiera “Draw Art Fair”20 che si è tenuta a maggio del 2019 alla Saatchi Gallery di Londra, ha dimostrato come in seguito alle sempre più frequenti mo- stre dedicate al disegno, ci sia una maggiore attenzione nei confronti dei disegni di artisti contemporanei, anche da parte del collezionismo. Il disegno tra l’altro è un genere d’arte presente in diversi linguaggi artistici tra i quali la pittura, la scultura, l’architettura proprio perchè contiene la matrice dell’idea artistica, il suo concept. Ci sono due tipi di disegno: lo schizzo veloce che è una sorta di disegno non finito e serve a fermare sulla carta immagini reali o non reali, e il disegno finito che è lo sviluppo compiuto di qualsivoglia immagine o di un’idea progettuale. 19 https://www.frasicelebri.it/frasi-di/salvador-dali/ 20 Draw, Art Fair Londra 17-19 Maggio 2019, Saatchi Gallery

Una sezione molto interessante di questa fiera è stata quella di “Drawings Ambience”21, dedicata all’esposizione dei disegni di architetti contemporanei famosi che hanno studiato o insegnato all’Architectural Association School of Archicture di Londra (AA), tra i quali Zaha Hadid e Rem Koolhaas, raccolti da Alvin Boyarsky che è stato per molti anni preside della prestigiosa accademia. Molti di questi disegni che oggi hanno raggiunto anche un valore di mercato, sono idee e progetti mai realizzati, ai quali viene riconosciuto la genialità della mente creativa e l’abilità della mano di chi li ha fatti. Queste piccole opere d’arte, han- no fatto riflettere il pubblico sull’importanza del disegno nell’architettura, poiché è il primo banco di prova, dove vengono messe in campo non solo le capacità cognitive dei rapporti tra i volumi (pieni) e lo spazio (vuoti), ma anche quelle artistiche e creative. Lidia León che ha conseguito la laurea in architettura, sa perfettamente che un bravo architetto si ricono- sce anche dalla qualità dei disegni e lo dimostra infatti quando disegna le sue installazioni. E non sorprende che la sua carriera professionale come artista sia partita proprio dai dise- gni Entre Miradas...Yo, Mira...¿Quién Mira? e Libertad en Proceso, con i quali si presenta per la prima volta al pubblico nel 2013, nell’ambito della Biennale del Disegno della Re- pubblica Dominicana organizzata dalla Galería Nacional de Bellas Artes di Santo Domingo, dove Entre Miradas...Yo riceve dalla giuria una menzione di merito. Nell’opera Entre Miradas...Yo, LiLeón, come se lo spazio del quadro fosse la superficie di un puzzle, compone tra loro 12 disegni in tecnica mista con inchiostro, pastello, ma- tita, acrilico e acquerello su carta che restituiscono il suo volto in altrettanti diversi stati d’animo. Al centro del quadro inserisce infine un piccolo specchio tondo. Commentando l’opera l’artista afferma: “Questi 12 autoritratti nascono dalla necessità di integrare le mie diverse emozioni (felice, triste, pensierosa, depressa, civettuola, rab- biosa, riflessiva...). Riconoscermi in ognuno di loro, accettarli senza giudicarli e ringra- ziarli tutti perché sono parte di me. Appoggio uno specchio al centro per invitare l’altro a vedere se stesso, ad accettare se stesso integrando le diverse espressioni, con gioia e gratitudine”. Sarebbe superfluo ribadire in questa sede, il significato introspettivo e 21 Drawing Ambience: Alvin Boyarsky and the Architectural Association, Igor Marjanovic e Jan Howard, RISD 87 Museum, 2015

Entre Miradas… Yo (Tra gli Sguardi... Io) 2013 Composizione: 12 autoritratti con uno specchio al centro. Inchiostro, pastello, matita, acrilico e acquerello su carta. 148 x 116 cm 88



psicoanalitico dell’autoritratto nell’arte, pertanto mi limiterò ad analizzare la portata rivo- luzionaria di questa originale composizione, nella carriera artistica di Lidia León sottoline- andone la fondamentale importanza anche nella sua vita. Oltre all’ottima mano che costei dimostra di avere nel disegno, l’idea progettuale in questo caso si manifesta nella composizione armonica data dallo specchio tondo centrale che funge da fulcro, e dai 12 elementi geometrici che le sono attorno, nei quali si è autoritratta. L’artista ha ricostruito la sua identità frammentata, in un integro edificio di cui gli elementi recanti gli autoritratti, diventano come tante finestre affacciate verso lo spettatore, ed è di qui che viene il titolo: Entre Miradas...Yo. Nell’arte, la carriera professionale comincia quando l’artista espone per la prima volta al pubblico il suo lavoro. Questo momento decisivo segna anche la vita dell’artista, poiché 90

essendo l’arte un linguaggio per sua natura introspettivo, mostrare le proprie opere vuol dire in qualche modo “mettersi a nudo di fronte agli altri”. Per Lidia che aveva un inna- to talento creativo, riconoscere se stessa nelle diverse sfaccettature della sua emotività, tanto da apprezzarle tutte e da costruirne un’opera d’arte unica, è stato fondamentale per comprendere che questa era la via da seguire per raggiungere quell’integrità di donna e artista che cercava in età matura. L’arte è un cortocircuito di sguardi che vanno dal soggetto all’oggetto e allo spettatore e viceversa. Il dittico di disegni a matita ed inchiostro su carta dal titolo Mira… ¿Quién Mira?, punta il dito sul voyerismo, che nei secoli ci ha lasciato veri e propri capolavori di storia dell’arte. In questi due disegni León si spinge un pochino oltre, prendendo in prestito dal surrealismo due oggetti comuni, legati tra loro dall’ambivalente significato sessuale. La chiave e il buco della serratura dove penetra la chiave. Per incuriosire ed intrigare ul- 91

Mira… ¿Quién Mira? (Guarda... Chi Guarda?) 2013 Dittico Matita, inchiostro e acquarello su carta. 166 x 114 cm 92

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Mira… ¿Quién Mira? teriormente il pubblico, l’artista sceglie non una semplice chiave comune, ma una chiave (Guarda... Chi Guarda?) più preziosa, lavorata nella testa con un fregio che sembra quasi un ricamo, e la inserisce (Frammento) in una mandorla ovale come se fosse la bella iniziale di un codice miniato. Nel disegno 2013 complementare, riprende la mandorla con al centro la toppa della chiave; questa volta però Matita, inchiostro e l’ovale è decorato minuziosamente con un motivo di piccoli cerchi che lo delineano e che acquarello su carta. ritornano nelle coppie di occhi, riprodotti in più espressioni su tutta la superficie del foglio. Nell’arte concepita secondo una visione edonistica, il tema della contemplazione della bel- 94 lezza, risale alla mitologia greca, e in particolare ad Afrodite. Il potente dono che questa mitica dea concedeva agli dei e agli uomini che attraeva mostrandosi sotto le sue belle sembianze fisiche, era l’amplesso inteso come momento sacro di unione tra l’uomo e la donna. Numerose rappresentazioni ritraggono Afrodite o Venere, contemplata nelle sue sinuose e voluttuose nudità, pertanto chi osservava la dea beneficiava in un certo senso, dei suoi potenti doni. Uno dei casi di voyerismo più eclatanti della storia dell’arte veneta, si ebbe nel ‘500 con la Susanna e i vecchioni di Tintoretto. Nel dipinto conservato al Kunsthi- storisches Museum di Vienna, partendo dal versetto della Bibbia 13, 1-64 dove il profeta Daniele descrive le virtù di Susanna22 (personaggio biblico), il pittore malizioso stravolgen- do l’aspetto puro di questa donna, conferisce alla scena in cui la donna contempla le sue nudità allo specchio osservata a sua volta dagli sguardi nascosti degli anziani, un senso di autoerotismo. La licenza poetica che è data agli artisti di parlare di tutti gli argomenti, senza mai incorrere in pensieri negativi o nella volgarità, è una delle prerogative dell’arte i cui linguaggi sono in assoluto quelli più liberi dalle convenzioni. Dopo aver rimesso insieme le varie parti di se stessa, Lidia León ha compreso di essere arrivata nel territorio dell’arte dove ci si muove liberamente, regalandosi un sorriso in più e qualche volta anche una lacrima sincera, ma soprattutto dove si respira un dolce vento di libertà. Nel disegno ad inchiostro su carta dal titolo Libertad en Proceso, una forma astratta che sembra una piuma o una foglia dipinta di bianco, è sospesa sul foglio a mezz’aria. L’artista commentando il suo disegno cita la filosofa indiana Vimala Thakar, quando dice che la libertà interiore e incondizionata, è l’autentica apertura verso la dimensione spiri- tuale. Questa dimensione spirituale è quella che permette alla piuma o foglia, di rimanere sospesa senza forza di gravità. 22 Antico Testamento, Daniele, cap. XIII

Libertad en Proceso Dipingendo il disegno però, LiLeón ha lasciato, con la tecnica del dripping, cadere una piog- (Libertà in Corso) gia di colore diviso in sottili stringhe bianche. La pioggia nelle precipitazioni metereologiche, 2013 è dovuta alla condensazione del vapore acqueo che, una volta raggiunto il cielo, si condensa Inchiostro su carta nelle nuvole in milioni di goccioline di acqua, che ricadono sulla terra per via del loro peso. 112 x 82 cm Nel disegno di Lidia León, le goccioline di colore bianco che piovono sul foglio, rappresen- tano gli uomini che vivono condizionati in un sistema di forze, dal quale però si possono svincolare grazie al libero arbitrio, raggiungendo infine quella dimensione dove non c’è più forza di gravità. Ma com’è scritto nel libro della natura, per i corpi non esistono condizioni perpetue, ma solo continui stadi di trasformazione. Ed è di questa sua trasformazione personale che le ha permesso di evaporare verso le sfere celesti, che Lidia parla nella enigmatica composizione. 95

ÁRBOL CORAZÓN 96


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