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2_2020: Capire gli altri

Published by AgileItalia, 2020-03-07 08:03:12

Description: 11. Il ruolo delle communities locali di AgileForItaly
13. Vuoi essere empowered? Caro Product Owner molto dipende da te di Susanna Ferrario
16. Antifragile o AntifrAGILEità di Stefano Pistorio
20. Agile Venture Milano di Davide Casari, Pierpaolo Cimirro
22. Quando da una situazione di crisi si costruisce un modello per tutti di Davide Casari, Pierpaolo Cimirro
26, Una ricerca sulle (persone) dinamiche dell’ Agile di Alessandro Alberto Viassone
31. Il declino degli strumenti tradizionali di Agile For Italy
32. Neuscienze, SCARF Model e performance di Tiziano Interlandi
39. Moving Motivators di Andrea Feraco
44. Agile Ecology di Andrea Torino Rodriguez, Valentina Pieroni, Marco Perrando
50. La risonanza creativa ed il pensiero agile dii Corrado De Sanctis
55. TANTUMSpective, un esperimento in contesti diversamente Agili di Francesco Racanati
Speciale Capire gli Altri
62. Intervista a Frederic Naar che ha portato il metodo Lean Toyota nei processi di un Tour Operator di nuova generazione

Keywords: agile,scarf,management30

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2 - 2020 Magazine Bimestrale di AgileForItaly [http://www.agileforitaly.com] disponibile su http://www.agileitalia.agileforitaly.com Magazine Bimestrale AgileForItaly AgileItalia MAGAZINE di Susanna Ferrario Antifragilità o Antif rAGILEità Vuoi essere empowered? Caro Product Owner molto di Stefano Pistorio dipende da te Quando da una Una ricerca sulle situazione di crisi (persone) dinamiche dell’Agile si costruisce un modello per tutti di Alessandro Viassone di Davide Casari, Pierpaolo Cimirro di Francesco Racanati capire La risonanza gli altri creativa ed il TANTUMSpective pensiero agile di Corrado De Sanctis Agile oltre l’IT Modello Scarf e Moving Motivators Intervista a Frederic Naar, Lean e Tour Operator di Tiziano Interlandi e Andrea Feraco a cura di Vito Semeraro Agile Ecology: un nuovo Agile Venture approccio si affaccia al Milano palcoscenico agile di Davide Casari, Pierpaolo Cimirro di Marco Perrando, Valentina Pieroni, Andrea Torino Rodriguez AgileForItaly

#CHISIAMO Tiziano Interlandi, Agile Coach e Software Engineer. Batterista e co-fonico della Secchezza Delle Fauci. Co-fondatore di Agile For Italy. Pierpaolo Cimirro Product Owner. Co- fondatore di Agile For Italy. Davide Casari, Product Owner, Salesforce Specialist, co-fondatore di Vhagin, il gin dell’Agilista. Co-fondatore di Agile For Italy. Vi domanderete il perché di questa cosa. AgileItalia Pensiamo che in Italia sia necessaria una divulgazione massiccia su Agile. Fondatori ed Editori Come paese brilliamo di inventiva e capacità tecnica, ci manca Tiziano Interlandi, Pierpaolo Cimirro e Davide Casari però la struttura manageriale per portare questo paese ad un livello successivo. Sito Agile è un abilitatore. Abilita le persone a creare prodotti https://agileitalia.agileforitaly.com migliori, dominare la complessità ed introdurre una disciplina positiva, fatta di raggiungimento di obbiettivi. Mail Ci sono tanti entusiasti in Italia. Agile in Italia sta esplodendo. [email protected] Vogliamo aggregare e filtrare per tempo questa onda dando a tutti accesso alle informazioni ma anche una corretta e Slack strutturata informativa di qualità. agileforitaly.slack.com (canale aperto) Spesso siamo caustici,ma non confondentela con arroganza. Abbiamo i nostri modi, un po’ da badile e trattore. Ma ci piace Facebook così, genuino. agileforitaly Cerchiamo di aggregare la conoscenza su Agile con tutto ciò LinkedIn che gira intorno: mondi, universi di informazioni, tecniche e AgileForItaly pratiche difficili da sintetizzare e vogliamo far emergere le realtà pratiche che sappiamo essere molte ma ancora da Twitter scoprire. agile_for Questo non sarebbe possibile senza ... AgileItalia AgileForItaly vuoi contribuire? scrivi ad [email protected]

Contents 11. Il ruolo delle communities locali di AgileForItaly 13. Vuoi essere empowered? Caro Product Owner molto dipende da te di Susanna Ferrario 16. Antifragile o AntifrAGILEità di Stefano Pistorio 20. Agile Venture Milano di Davide Casari, Pierpaolo Cimirro 22. Quando da una situazione di crisi si costruisce un modello per tutti di Davide Casari, Pierpaolo Cimirro 26, Una ricerca sulle (persone) dinamiche dell’ Agile di Alessandro Alberto Viassone Speciale Capire gli Altri 31. Il declino degli strumenti tradizionali di Agile For Italy 32. Neuscienze, SCARF Model e performance di Tiziano Interlandi 39. Moving Motivators di Andrea Feraco 44. Agile Ecology di Andrea Torino Rodriguez, Valentina Pieroni, Marco Perrando 50. La risonanza creativa ed il pensiero agile dii Corrado De Sanctis 55. TANTUMSpective, un esperimento in contesti diversamente Agili di Francesco Racanati Agile oltre l’ IT di Vito Semeraro 62. Intervista a Frederic Naar che ha portato il metodo Lean Toyota nei processi di un Tour Operator di nuova generazione. con Frederic Naar AgileForItaly thanks to la maggior parte delle foto all’interno di agileitalia sono un regalo di Unplash e dei suoi contributori. A questo link i fotografi che ci hanno aiutato 4 https://unsplash.com/collections/9554048/numero_3

La Community delle Communities italiane PODCAST E CANALE YOUTUBE PODCAST Youtube Tiziano, Davide e Pierpaolo Rivedi gli eventi del Meetup e parlano di tematiche delle iniziative di AgileForItaly agili davanti ad una birra. Interviste e racconti dalla trincea. Segui il podcast su Spotify, Apple Podcast, Spreaker. Agile For Italy Lean Beer AgileItalia 5 Agileforitalymilano

In questo numero Editori & Autori Tiziano Interlandi Pierpaolo Cimirro Davide Casari Autori 6 Alessandro Viassone Andrea Feraco Vito Semeraro Valentina Pieroni Stefano Pistorio Marco Perrando Andrea Torino Rodriguez Francesco Racanati Corrado De Sanctis Susanna Ferrario Vuoi contribuire anche tu come autore? manda una mail ad [email protected] oppure partecipa alla Call For all’indirizzo https://sessionize.com/call-for-agile-for-italy/ 6

Chi siamo Per rispondere alle crescenti richieste del mercato della business information e dei suoi clienti ed operatori abbiamo progressivamente applicato le nostre competenze ed i nostri servizi fino a diventare «un network di competenze globale» caratterizzato da una molteplicità di esperienze, ampiezza e varietà di offerte, dalla capacità di mettere in campo nuove sinergie. Perchè noi Grazie alla combinazione dell’approccio innovativo e della capacità realizzativa, unito alla conoscenza della tecnologia e alla capacità di innovare i processi di business, affianchiamo i nostri clienti per aiutarli a ridurre i costi e produrre un reale vantaggio competitivo utilizzando metodologie consolidate a supporto delle fasi realizzative, infrastrutture esistenti a livello locale e globale e alleanze tecnologiche. Dove siamo Sintegra è costantemente al fianco dei propri clienti in qualsiasi parte del territorio italiano ed europeo. Gestisce inoltre un proprio laboratorio di sviluppo dove vengono testate tutte le più innovative tecnologie di mercato e vengono prodotte le nuove soluzioni di integrazione software e di project management. 7

Il Gruppo è costituito da professionisti prima che collaboratori. Il forte legame Amici che da molto tempo ci accompagnano in questa sfida al primato nel che è cresciuto in anni di stima reciproca ci ha plasmati rendendoci empatici. nostro settore non sono soltanto consulenti capaci e motivati ma soprattutto E’ questa la nostra ricetta segreta per regalare ai nostri clienti servizi e campioni del mondo in cui vivono, dell’era tecnologica che cavalcano. consulenza con inusuale serietà e professionalità soprattutto in ambito di informazioni commerciali ed informativa finanziaria. Questi ed altri attori vorremmo riportare all’interno del nostro prezioso bouquet di conoscenza, sul palcoscenico che oggi calpestano interpretando I tanti successi raccolti giorno dopo giorno hanno reso unica la quotidianità l’ambito ruolo di protagonisti della tecnologia dell’informazione. fatta soprattutto non di impegno e lavoro ma di passione e volontà. I nostri I nostri servizi Spieghiamo meglio Il nostro plus Consulenza strategica per lo sviluppo di prodotti Quando un nostro cliente ci chiede Fare la differenza è un modo di dire proprietari nell’ambito delle informazioni riservatezza e rispetto delle normative vigenti lungamente inflazionato e raramente commerciali in materia di privacy e codici deontologici utilizzato per definire il processo che ha noi siamo in grado di isolare, anche portato al reale vantaggio competitivo in cui Fornitura di sistemi in outsourcing completo geograficamente e/o temporaneamente, ci si trova o ci si troverà. per la gestione dell’approvvigionamento delle una completa struttura dedicata; da quel informazioni dalle varie fonti primarie e secondarie momento analisti, sistemisti, programmatori È proprio per questo motivo che non ci e pm saranno «dedicati»; da quel momento interessa lavorare in settori per i quali non Fornitura e personalizzazione di prodotti di e per tutto e solo il tempo richiesto sistemi, possiamo fornire prestazioni di eccellenza elaborazione di primo livello dell’informazione locali, sicurezza e sorveglianza saranno e per questo motivo che i nostri clienti raccolta adeguate. non devono preventivare un periodo di Normalizzazione, deduplicazione, organizzazione formazione al momento del nostro ingaggio, ed estrazione delle informazioni raccolte anche La nostra presenza è, se necessario, e per questo motivo che i nostri clienti da fonti eterogenee discreta ed immateriale. I nostri sistemi di devono pretendere la professionalità che remotizzazione e gli innovativi sistemi di solo chi lavora in questo settore da sempre Adeguamento delle procedure aziendali ed gestione dell’application management (e può dare, e per questo motivo che i nostri integrazione con i sistemi terzi rispetto ai nostri del facility management se richiesto) ci documenti di assessment sono gli unici clienti. permettono di non «pesare» in alcun modo nel campo della cost reduction a poter nell’economia e nella privacy dei nostri clienti. vantare percentuali elevatissime di risparmio Gestione delle più complesse procedure di realmente conseguito dai nostri soddisfatti contrattualizzazione e gestione di gare ed appalti I nostri professionisti riescono a supportare clienti, e per questo motivo che nel nostro nazioni ed internazionali. anche i clienti più esigenti perchè forniscono campo i competitor... non esistono. consulenza anche di tipo strategico e Internazionalizzazione reale o virtuale delle commerciale e possono, dove richiesto, applicazioni legacy gestire un CED, un prodotto, una procedura Gestioni di fonti improprie in completa autonomia e sempre «chiavi in mano». Sintegra Srl Via Falcone, 7 20123 Milano Tel: +39 02-4555-9982 www.sintegra.it

Sintegra Srl Via Falcone, 7 20123 Milano Tel: +39 02-4555-9982 www.sintegra.it AgileItalia 9

 Scrum Master, Agile Coach e Product Owner soffrono essenzialemente di una sindrome ossessivo- compulsiva (sconosciuto)  10

Editoriale di Tiziano Interlandi, Davide Casari, Pierpaolo Cimirro Il ruolo delle communities locali Non possiamo negare che negli ultimi 3/4 anni le un gruppo apposito per fornire servizi e network alle communities locali siano proliferate in tutta Italia. community locali. E’ un bene o un male? Ovviamente è un bene, ma se- Nei prossimi mesi daremo a disposizione di tutti un condo noi manca qualcosa: il network. Ogni communi- luogo per aggegare le communities e dare una serie ty ha una vita autonoma ed isolata, quasi come piccoli di servizi utili ad alleggerire la gestione e far crescere feudi in una Italia delle città-stato sempre in conflitto. tutti. Pensiamo sia importante superare questo mecca- “Siamo in beta” ma se nel frattempo vuoi saperne di nismo e fare economia di scala. In collaborazione più può scrivere a [email protected]. con IAM, Agile For Italy ed altri volontari creeranno A g i l e I t a l i a 11

vuoi essere autore in questo magazine, registrare un podcast con noi, essere intervistato o parlare ad un Meetup? Call For.... oppure manda una mail a [email protected]

Vuoi essere empowered? Caro Product Owner molto dipende da te di Susanna Ferrario “Empowered” significa letteralmente essere autorizzato a fare focalizzarmi su questo però. Cambiamo prospettiva. Non rima- qualcosa, avere il potere. niamo fissi sul problema o su come gli altri ci inquadrano. Pro- Quando si parla di Product Owner empowered si intende una viamo a capire quali opportunità ognuno di noi ha a disposizio- persona che ha poteri decisionali, in grado di rifiutare richieste ne per creare fiducia intorno al proprio ruolo. non in linea con gli obiettivi, di selezionare le funzionalità rile- Perché di questo si tratta: costruire un rapporto di fiducia. Con vanti e metterle in priorità, di pianificare le release di prodotto. il proprio team, con gli stakeholder e con i clienti finali. La re- In sintesi una figura che ha tutte le facoltà e le risorse per gui- altà è che non si può essere “empowered” per titolo o ruolo, dare il team di sviluppo verso la creazione di valore per il clien- è un attributo che va guadagnato sul campo e richiede lavoro te finale. da parte nostra. Ricordate? “Da grandi poteri derivano grandi Questo è lo stato ideale a cui tutti noi Product Owner tendia- responsabilità…” mo. Ma - diciamo la verità - la maggior parte di noi si trova Non sto parlando di azioni supereroiche, ma di buone pratiche spesso ad affrontare condizioni ben diverse nel day-by-day. da portare avanti nelle attività di tutti i giorni che possono in- C’è il PO che solleva dubbi su l’appetibilità di un nuovo pro- nescare cambiamenti significativi. A mio parere tre elementi dotto ma è costretto a portarlo avanti in ogni caso perché il sono essenziali: dati, consumer insight e vision. responsabile vendite “l’ha già visto funzionare altrove”. Quel- Dati lo che deve dare massima priorità a una funzionalità perché Questo è il nostro pane quotidiano. Come potremmo essere è richiesta dal hippo di turno (= highest payed person in the in grado di guidare il team nel produrre valore se non siamo in organization) anche se trova scarso riscontro nei bisogni reali grado misurarlo? Se non siamo in grado di capire quale impat- degli utenti. Chi addirittura si sente dire che non può parlare to i singoli rilasci abbiano sulle metriche principali? direttamente con i clienti finali perché il contatto è appannag- I KPI (= Key Performance Index) sono i nostri migliori amici. Ci gio di altri ruoli aziendali. danno una fotografia di dove siamo e quanto siamo distan- Siamo sinceri, non avete mai incontrato situazioni di questo ti dalla meta finale. Ci forniscono un feedback ad ogni in- tipo? cremento di prodotto. Ci stiamo avvicinando o allontanando “Perché il product owner abbia successo l’intera organizzazio- dall’obiettivo finale? Se nulla è cambiato dopo aver rilasciato ne deve rispettare le sue decisioni”. una funzionalità siamo in grado di capire perché e formulare Così recita la Scrum Guide, ma tra teoria e pratica esiste un’in- nuove ipotesi? finita scala di grigi in cui ci esercitiamo a costruire i nostri spazi Questo è un consiglio per tutti i Product Owner che si appre- di autonomia. stano a muovere i primi passi nel nuovo ruolo: prendetevi tem- Bene, di anti-pattern che riducono il PO di turno a mero scri- po per conoscere bene i numeri del vostro prodotto. Sono la vano di storie per il team ce ne sono a bizzeffe. Non voglio chiave per costruire una solida conoscenza di dominio. A g i l e I t a l i a 13

Non mi riferisco semplicemente ai vo- quali bisogni stiano cercando di sod- assolutamente alla nostra portata di lumi di vendita, ai ricavi o alla conver- disfare. mettere il cliente al centro. Del resto sion rate. Possiamo utilizzare interviste, fo- ci chiamano anche “customer advo- Parlo dei dati di consumo e di utilizzo cus groups, telefonate all’assistenza cates”. Questi insights sono la nostra del vostro prodotto. Come ne vengono clienti, risposte ai sondaggi o anche moneta di scambio. a conoscenza i clienti? Tramite quali semplici registrazioni delle interazioni Vision canali principali? Come interagiscono sul sito. Questo è a mio parere uno degli con il prodotto? Quali metriche ci dan- Tutto ciò che genera comprensione aspetti più sfidanti ed emozionanti del no indicazioni chiare di consumo? Una delle motivazioni è oro puro. nostro lavoro. volta acquistato il prodotto, come ne Se capiamo i bisogni che gli utenti cer- Cosa sarà il tuo prodotto tra 3 mesi? 1 usufruiscono? Che valutazione gene- cano di soddisfare siamo in grado di anno? 3 anni? Cosa vuoi che diventi? rale ne danno? produrre molteplici soluzioni alterna- Sei in grado di immaginarlo e descri- Tutti questi sono parametri che dob- tive, semplificare processi e rimuove- verlo nella maniera più vivida possibi- biamo conoscere bene e monitorare re ostacoli nella customer experience. le? La vision è questo: una “fotografia nel tempo per comprendere l’impat- Allo stesso tempo questi feedback dal futuro” che diventa un potentissi- to che stiamo avendo. Solo quando li sono la conoscenza più preziosa che mo strumento di allineamento e in- abbiamo fatti nostri siamo in grado di possiamo far circolare in azienda gaggio. comunicarli adeguatamente e usarli a come Product Owner. I dati quantita- Raccontiamo la destinazione finale nostro vantaggio per guidare le deci- tivi descrivono i fenomeni ma non ci come se l’avessimo già raggiunta e la sioni di sviluppo e le negoziazioni con raccontano i perché e senza le ragioni arricchiamo di particolari: cos’è cam- gli stakeholder interni. sottostanti siamo ciechi. biato nella vita dei clienti, che cosa I dati ci conferiscono un notevole su- Capire il senso che c’è dietro ai dati, fanno più facilmente, cosa diversa- perpotere: la capacità di disinnescare capire le persone dietro ai volumi ci mente, in che modo sono più soddi- le guerre d’opinione. Mica male, no? permette di raccontare storie su que- sfatti. Consumer insights sti comportamenti d’uso e diffonder- Saper comunicare questa visione alle Siamo o non siamo la voce del clien- le in azienda in modo da rendere tutti persone intorno a noi, essere aperti a te? E’ nostro compito capirne i biso- più consapevoli dell’impatto prodotto ricevere feedback a riguardo e pren- gni, i desideri e le necessità inespres- nelle vite degli altri. dere decisioni coerenti con essa ci fa se. Qualsiasi interazione può generare Parlare al cuore con le storie oltre che acquisire credibilità. La fiducia inizia consapevolezza sul perché gli utenti alla testa con i dati è un modo di ren- così. si comportano in un certo modo e su dere i nostri colleghi più sensibili alle necessità del cliente finale, un modo Dati, Consumer insight e Vision Susanna Ferrario Head of Product Upselling & Cross-selling - lastminute.com Mi occupo di prodotti digitali dal 2001 e ho sperimentato diver- si ruoli sul campo nel corso della mia carriera professionale: ricercatrice, editor, Interaction Designer e Product Manager. Nel 2011 ho scoperto le metodologie Agili e non le ho più ab- bandonate. E’ stato amore a prima vista. Ho trovato la mia dimensione nella Product Ownership. Mi piace molto lavorare “con le mani sul prodotto” e facendo gio- co di squadra.

Stefano Pistorio  Stefano Pistorio è project manager presso ePress S.p.A a Milano. E’ Scrum Master certificato e appassionato di «Agilità» guardandola da un punto di vista sistemico e olistico. Applica la metodologia Scrum ai progetti che segue. E’ molto interessato alle dinamiche di gruppo nel team, ha più di vent’anni di esperienza nel settore IT dove ha ricoperto diversi ruoli, dallo sviluppatore al responsabile di progetto. Ritiene che l’evoluzione Agile vada di pari passo con l’evoluzione personale e quindi investe continuamente su se stesso s sulla sua formazione.  15

Antif ragilità o Antif rAGILEità di Stefano Pistorio Posso trasportare dei bicchieri di cristal- pio, alcuni organismi adatti alla vita un cliente.” lo senza romperli? Certo in una scatola milione di anni fa potrebbero non esser- Se il cliente è la natura, intesa come am- di cartone. lo più oggi. biente naturale in cui vivono gli organi- E se viaggio in treno? Be’ una scatola più Il meccanismo in questo caso è l’evo- smi (tra cui l’uomo) ed il progetto è il dna robusta. luzione, la natura non si limita a proteg- di una qualunque specie, i cambiamen- E se la scatola viene messa in un baga- gere gli organismi per farli sopravvivere ti sono accolti, con tempi molto lunghi, gliaio? Ci mettiamo delle belle scritte so- il più possibile ma li porta ad evolvere ma per mantenere la natura competitiva: pra “FRAGILE”. E se faccio un incidente? mettendoli “sotto stress” così che il loro non può certo evolvere un predatore se Posso trovare sistemi sempre più robu- dna è spinto ad adattarsi e cambiare. I non evolve anche la preda. Questi cam- sti? Come proteggo i miei bicchieri nel cicli di adattamento sono lunghi, non biamenti sono continui anche su specie trasporto? stiamo parlando di qualche giorno/set- molto antiche ed hanno un senso che va Forse non dovrei proprio utilizzare og- timana come nei progetti , ma di miglia- visto dal punto di vista “del tutto”. La vi- getti così fragili in un trasporto, ma ri- ia di anni. La natura non solo accoglie i sione dall’alto che ci permette di capire pensare ad altre soluzioni: andare verso cambiamenti ma ne li utilizza per trarne come cambiamenti visti da vicino pos- un approccio antifragile. vantaggio. sono non avere senso. Prosperare nel disordine Di seguito ho voluto fare un esercizio. Secondo Principio Ho preso spunto dal libro di Taleb sull’an- Ho preso alcuni punti tratti dal manifesto “La semplicità - l’arte di massimizzare la tifragilità proprio per introdurre con po- Agile e li ho applicati al sistema “evolu- quantità che parole ciò di cui parleremo nei pros- zione naturale” per iniziare ad introdurre di lavoro non svolto - è essenziale”. Qui simi paragrafi prima ancora di darne una un concetto fondamentale, la resistenza si intende che tutto ciò che non è utile definizione. e la resilienza non sono concetti antiteti- non va fatto. In natura non esistono or- Nei sistemi naturali l’antifragilità è nota e ci alla fragilità. Ci sono altre vie. ganismi non utili, tutto serve e tutto ha fa parte del concetto di evoluzione del- I principi del Manifesto Agile e la natura uno scopo, anche le fastidiose meduse? la specie secondo il quale solo gli orga- Primo Principio Sì anche loro... nismi che si adattano sopravvivono. Se “Accogliamo i cambiamenti nei requisiti, siamo d’accordo che tutto cambia, an- anche a stadi avanzati dello sviluppo. che la natura cambia quindi, ad esem- I processi agili sfruttano il cambiamento a favore del vantaggio competitivo del 16

Terzo principio “A intervalli regolari il team riflette su come diventare più efficace, dopodiché regola e adatta il proprio comportamento di conseguenza” Il team qui non è facile da vedere. Dobbiamo introdurre una visione più sistemica. Da un lato abbiamo esigenze evolutive naturali, la natura cam- bia e spinge quindi ogni organismo ad adattarsi. Gli organismi fra di loro non agiscono singolarmente. Chi si adatta in modo estemporaneo o non conforme non è destinato a durare molto. C’è quindi un modo di procede- re per soddisfare i requisiti del cliente “natura” e questo modo, una volta trovato, va implementato da tutti i dna coinvolti. Come abbiamo detto però è impensabile ipotizzare che l’evoluzione riguardi un singolo sistema (or- ganismo), deve essere generalizzata. Se una preda si evolve per vivere di notte, anche i suoi predatori devono farlo, altrimenti non sopravviveranno. In questo caso quindi i team sono i dna degli esseri viventi che devono, a intervalli regolari, risintonizzarsi e adattarsi. Certo non lo fanno attraverso meeting, ma lo fanno in continuazione. Nel “breve periodo” lo vediamo sui batteri che si modificano per essere più resistenti agli antibiotici. Col passare del tempo dobbiamo creare antibiotici diversi ovvero sempre più potenti, ma cosa in realtà stiamo facendo? Stiamo tentando di mettere sotto una campana di vetro (l’antibiotico) l’essere umano, anzichè trovare il modo di evolvere modificando comportamenti atti a rinforzare il nostro sistema immunitario o a migliorare lo stile di vita in modo che l’ambiente ci faccia ammalare di meno. Cos’è quindi l’antifragilità? Il libro di riferimento di questa disciplina è “Antifragile. Prosperare nel di- sordine” di Taleb. Taleb sostiene che non è utile e neanche possibile prevedere e misurare il rischio di eventi rari e importanti per un sistema, un programma, un’a- zienda. Anche qualora riuscissimo, avremo solo misurato il rischio ma non avremo comunque risolto il problema o evitato che quell’evento accada, anche se distruttivo. Nei sistemi e nelle aziende, viste come processi, ci sono per natura even- ti “casuali”, incerti nella loro manifestazione, ci sono errori. Per esempio quando si rilascia un software in test se non si verificano errori (bugs) il pro- grammatore è più preoccupato di quando invece si verificano. Un softwa- re funzionante “al primo colpo” è come se portasse in sé un problema non visibile, crea inquietudine nel programmatore. Ma se il problema si verifica nelle fasi di test allora siamo certi di aver scoperto tutti i difetti di quel pro- gramma ? No. Quindi l’evento problematico può sempre avvenire. Possiamo misurare statisticamente la frequenza con cui gli eventi negativi si possono veri- ficare, ma non risolverlo a priori perchè non sappiamo cosa si verificherà. Secondo Taleb è necessario un cambio di approccio che veda i “sistemi” non come oggetti fragili che devono quindi essere contenuti in apposite scatole che li proteggono da tutto, ma come oggetti antifragili che si raf- forzano dall’incertezza e dalla casualità. Vediamo in dettaglio. Fragile e Antifragile Gli errori che sfociano in problemi non possono secondo Taleb essere eli- minati costruendo sistemi di contenimento asettici. Portare antifragilità nei nostri sistemi vuol dire quindi accogliere l’incertez- za evitando di chiudersi in una gabbia dorata. Antifragile quindi non è l’opposto di fragile. Fragile è un sistema che ha delle criticità e per il quale dobbiamo mettere in atto un comportamento cauto: la scatola di imballaggio che contiene fragili porcellane, l’antibioti- co, il vaccino. In un sistema fragile possiamo attuare un comportamento atto a proteggere ma non a risolvere il problema alla base. Volendo ipotizzare uno scenario possiamo pensare alle situazioni in cui un committente ha un solo fornitore per tutte le attività “core”. Se queste attività sono per il committente critiche e se richiedono molto know-how, maturato dallo stesso fornitore negli anni, allora abbiamo un sistema fra- gile. Il committente è legato mani e piedi al fornitore che può decidere di alzare le tariffe o modulare le richieste del committente senza che ci sia la possibilità di avere una concorrenza. Iniziano una serie di controversie che mettono in crisi il rapporto lavorativo. Che fare? E’ possibile irrobustire questo contratto cambiandone i termini giuridici e fissando le tariffe nel tempo, è anche possibile che il committente inseri- sca persone in modo che il know-how si sposti più all’interno. Se entrambi riescono a raggiungere un accordo allora avranno mostrato comporta- menti resilienti e quindi hanno saputo reagire alla difficoltà del momento. 17

Tuttavia la risoluzione della crisi, se vista fornitori e forme contrattuali, ma anche si parlano o che chi fa analisi funzionali e in termini generali, non ha portato grossi i livelli più operativi che dovranno inter- stime non è preparato per farlo. vantaggi ai due attori. Non c’è stata una facciarsi a fornitori da formare, uscendo Parafrasando situazioni in cui mi sono evoluzione ma una risoluzione. Commit- da una certa confort zone alla quale era- trovato spesso ad operare, ho ricevuto tente e fornitore hanno solo indossato no abituati. richieste che potrebbero suonare così (e delle armatura più resistenti. Ancora una volta torniamo al manifesto non sto esagerando molto): La stessa situazione potrebbe ripeter- agile notando delle similitudini che ci D: “Mi serve un interfaccia grafica che mi si nel tempo. Probabilmente le stesse portano a dire che l’antifragilità è agile, consenta di fare delle ricerche su alcuni contromisure verrebbero messe in atto potremmo coniare un nuovo termine: dati” Puoi sviluppare qualcosa?” dopo una serie di meeting, discussio- antifrAGILEità R: “Si ma cosa? Cosa deve fare, a chi è ri- ni, litigi e reciproche accuse. “Alla fine a Possiamo dire che l’antifrAGILEità ac- volto, quali sono i campi di ricerca e che nessuno conviene cambiare” si direbbe, coglie l’incertezza così come in agile si tipo di dati abbiamo?” oppure “dove andiamo a prendere un predilige il cambiamento dei requisiti. Si D: “Non so però tu inizia a fare qualcosa altro fornitore con questa esperienza”. preferiscono strategie basate sulla spe- e prima dammi una stima” Frasi di questo tipo le abbiamo sentite rimentazione così come in agile non c’è In genere questa è l’analisi più preci- tutti in ambito aziendale e, credo, in qua- nulla di definito a priori se non il product sa che si riesca ad ottenere. Quindi il lunque settore che preveda un rapporto backlog che può cambiare nel tempo. committente vuole un primo approccio cliente-fornitore. Nei review meeting di Scrum ciò che waterfall in cui vuole avere chiaro tutto, Serve un nuovo approccio è stato rilasciato può essere soggetto costi, tempi, rischi, analisi di dettaglio in Un comportamento antifragile è altra a richiesta di modifiche da parte degli modo da non avere sorprese sul budget cosa e nella situazione appena descritta stakeholder. In antifragilità si evitano ap- e garanzie sul rilascio, ma… prevede di ridefinire l’accordo tra i due procci calati dall’alto o da persone spe- Senza avere chiaro ciò che vuole, tanto attori in modo che ciascuno possa trarre cifiche. Agile è corale, tutto il team parte- poi lo si vedrà in corsa… beneficio dalla crisi in un senso evoluti- cipa, si auto-organizza ed è competente. Quindi una stima waterfall da sviluppare vo. Il committente potrebbe decidere di L’antifrAGILEità promuove la cultura del- con un approccio agile... ampliare il “parco fornitori”, il fornitore del la collaborazione così come in qualsiasi Come abbiamo detto non si tratta di ir- servizio core potrebbe proporsi ed esse- framwork agile robustire dando al cliente ciò che “forse” re coinvolto su altri fronti, per lo stesso Come tutto ciò si legge nei processi vuole e stimando cose impossibili, ma committente, in modo da non sentirsi aziendali e nei progetti it? cambiando approccio, ad esempio con- messo da parte e da risolvere la situa- Processi e framework rigidi, fissi, e che vincendolo che l’approccio corretto in zione di monopolio. abbiano un feedback loop molto lun- questo caso è indubbiamente agile, par- La cosiddetta situazione win-win della go sono sicuramente fragili perchè gli tendo da un product backlog e andando teoria dei giochi. eventi che possono accadere possono per raffinamenti successivi. Questa modalità implica uno sforzo non destabilizzare qualunque punto della Il cliente ha la garanzia di vedere i suoi indifferente perchè si tratta di rischiare, loro catena. Possiamo irrobustirli e mi- bisogni accolti nel corso del progetto, di cambiare modalità e mindset, di im- gliorarli ma non possiamo azzerare il ri- visto che ha ancora le idee molto con- parare da ciò che probabilmente è già schio. fuse. Il fornitore deve adottare una me- avvenuto in passato per modificare il no- Spesso ad esempio nei progetti voglia- todologia forse diversa rispetto a quella stro dna. mo fare stime precise e costi precisi ma a cui era abituato lo stesso il cliente, ma Le modifiche poi non riguardano solo non ci occupiamo delle disfunzioni, del entrambi evolvono verso un nuovo mo- certi livelli di management aziendali, fatto che ci sono molti fornitori che non dello progettuale. quelli che devono prendere decisioni su Conclusioni Innovare e cambiare strategia, non chiudersi in una gabbia dorata, non stare sul proprio iceberg e accogliere l’incertezza sono solo alcuni dei principi del manifesto sull’antifragilità. Già qui troviamo alcune similitudini con altri concetti dell’Agilità. In questo articolo ho costruito un percorso per trovare dei punti di contatto tra i due mindset spiegando cos’è l’antifragilità anche con alcuni esempi tratti dal mondo reale e professionale. E’ un ulteriore passo per cercare di attraversare mindset, framwork, tecnologie in un’ottica olistica che possa farci comprendere il tutto sotto le lenti di una visione sistemica. Stefano Pistorio Bibliografia Manifesto agile: https://agilemanifesto.org/iso/it/manifesto.html Manifesto antifragile: http://www.manifestoantifragile.it/ Antifragile. Prosperare nel disordine - N. Taleb (2013) 18

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Agile Venture Milano 2020 Agile in the landscape of emerging technologies Ed eccoci presenti anche a questo talk di immediato impatto senza pre- di vita di un prodotto, non dal punto appuntamento! condizioni sul livello di conoscenza di vista qualitativo, ora l’innovazione Come già negli anni precedenti abbiamo metodologico, sia dalla gratuità del tecnologica produce novità in maniera avuto la possibilità di partecipare con biglietto di accesso. repentina. Qualche anno fa i prodotti entusiasmo ad Agile Venture Milano 2020: I talk hanno trattato un ampio panorama duravano in media 20-25 anni mentre già a partire dalla location si percepisce di contenuti e sono stati proposti da recentemente si è arrivati a 5-7 anni. quanto sia diventata importante la una platea diversificata ed assortita di Interessanti i diversi talk del pomeriggio divulgazione della metodologia Agile speaker. si è passati da sfide sugli evergreen nel nostro paese! L’evento era Sold Out! In apertura keynote “Accelerate AS400 ad una serie di considerazioni IBM Studios, nella meravigliosa piazza engineering agility everywhere” di Cesare sul percorso di Customer Journey fino a Gae Aulenti a Milano il 2 Febbraio 2020 Baroni e Michele Brissoni (entrambi parlare di KPI, metriche e Qualità. ha accolto 200 persone che si sono manager in IBM) di taglio ispirazionale, In contemporanea ai talk due stupendi ritrovate in un contesto non solo Italiano, i quali hanno raccontato il processo di Workshop, il primo alla mattina di Felice ma anche internazionale, con ospiti e Transformation che stanno conducendo Pescatore “Follow your Sensation… …a talk che hanno riempito di contenuti in IBM: da “una macchina pachidermica” Computer History story”. Il workshop l’intera giornata. La conferenza si è svolta ad una “navicella spaziale” che delivera si propone di far toccare con mano tra l’auditorium e due ulteriori sale per i continuamente matchando le esigenze le potenzialità di strumenti come workshop. del mercato. Business Model Canvas e Lean Canvas IAM si è prodigato anche questa volta per Nella mattinata fra i talk più rilevanti nell’envisioning di una nuova iniziativa di garantire l’accessibilità dell’evento a tutti abbiamo quello di Emiliano Soldi con il business. Ispirato alla storia della nascita sia in termini di contenuti, proponendo suo “Agili team stabili e di lunga durata: dell’MS/IBM DOS, durante il workshop tra mito e realtà” in cui si è verticalizzato Microsoft dovrà riuscire a vendere ad su quali siano le modalità giuste per IBM una nuova iniziativa, ragionando su approcciarsi alla realizzazione di prodotti 5 tematiche essenziali legate ai 5 sensi o progetti estremamente complicati. figurati, con il sesto senso rappresentato Altro talk interessante “100% organic” dall’intuito della «nuova grande idea che di Matteo Carella in cui è emersa la cambierà il mondo necessità di approccio agile per far fronte alla progressiva contrazione del tempo 20

Il secondo, nel pomeriggio ci ha portato un contesto con l’impiego di tecniche di Machine Learning e Intelligenza completamente differente da quello a cui siamo abituati ovvero Artificiale sui dati. Al di là degli aspetti contenutistici il Data Anna De Carolis, Roberto Villa e Filippo Boschi del Politecnico Science Seed ha suscitato enorme interesse per gli esperimenti di Milano ci hanno spiegato come l’università si stia adoperando e la condivisione che sta producendo la community. per permettere alle imprese di capire quanto siano digitalizzate Da questo evento ci portiamo a casa una splendida giornata e cosa servirebbe per effettuare la transizione digitale. ricca di contenuti. Il loro workshop “DREAMY 4.0: Uno strumento Agile per Insieme all’evento IAD, l’AVMI è il momento più importante a la definizione della strategia e del piano di trasformazione livello italiano e guardato dall’esterno si vede sia un’altissima digitale” ci ha fatto capire come lavorano (Agile) e quanto sia partecipazione di coach Agile italiani, il che fa sperare per il importante quello che potrebbero fare per le aziende italiane. meglio ed in un futuro dove sempre più aziende si affidano Noi di Agile for Italy ci sentiamo di pubblicizzare il loro lavoro alla metodologia e alle persone che lavorano per insegnarla, http://www.dreamy40.polimi.it/ ed inoltre il progetto è sia persone non certo inesperte nell’utilizzo di framework quali finanziato dal Politecnico di Milano quindi senza costi per le che, quali che siano Scrum o Kamban, volevano imparare aziende partecipanti. qualcosa in più o aggiornarsi sulle novità. Simpatico e originale il keynote di chiusura che ha trattato il Ottimo Lavoro! Grazie IAM! connubio tra Agile e Data Science rispetto alla possibilità di dare boost metodologico ai contenuti e conoscenza realizzabili Pierpaolo Cimirro Davide Casari Ex sviluppatore, Product Owner in Product Owner in Cerved e Cerved Group, si occupa di Agile co-fondatore di Agile For Italy e Product Ownership seguendo il movimento italiano. Cofondatore della CoP Cerved e di Agile For Italy.. Membro IAM. Relatore a numerosi eventi nazionali Agile. A g i l e I t a l i a 21

Avete un prodotto che non va più sul mercato? Ecco come si esce da una situazione di crisi costruendo un modello utile per tutti… Davide Casari Product Owner in Cerved e co-fondatore di Agile For Italy 22

La prima volta che all’università mi hanno un prodotto è il mercato a decretarla o concetto legato alla vendita ci distorce messo davanti agli occhi il grafico che siamo noi stessi che, pian piano e con dal ragionare su quali siano gli effettivi rispecchia il ciclo di vita di un prodotto, il passare del tempo la avviamo e poi problemi. Vorrei ricordare che uno dei sono di certo rimasto piacevolmente la viviamo fino all’effettiva morte del principi fondamentali della metodologia sorpreso. Forse avevo 19/20 anni e prodotto stesso. Lean Production è quello di prendere probabilmente avrò percepito che chi In questo articolo riordiniamo le idee decisioni di lungo periodo a discapito dei l’aveva pubblicato, qualcosa di molto sulla fase di Refactoring di un prodotto guadagni nel breve periodo. Perché lo intelligente di sicuro lo aveva pensato. ovvero partiamo da un prodotto che già dico? Dobbiamo staccarci dal concetto Praticamente predice il futuro, un futuro esiste sul mercato, che sta entrando di vendita perché tutte le decisioni che dove alla fine per quanto bravi si possa nella sua fase di declino e quale è il prendiamo devono avere un respiro essere e per quanto si possa credere metodo giusto per evitare la tragica fine tale da poterci far pensare, in una fase nella propria idea, si perde sempre. preventivata. di “Alte Revenue”, ad una strategia per Portiamo lo sguardo ad un semplice affrontare il mercato quando il prodotto Ma se decidessimo “adesso” che non esempio conosciuto al più delle persone: entrerà nella sua fase di declino. vogliamo accettare la fase finale, quella Nokia Lumia, che tanto era rinomato Per farlo, la strategia dovrebbe essere di declino? per la qualità di Nokia, è stato un almeno indirizzata seguendo quello che In ambito Agile si parla tantissimo di prodotto fallimentare entrato in declino noi abbiamo definito come Refactoring come realizzare un prodotto ma mai del e deceduto. La causa è il Prodotto, il Life Cycle. Analizziamo quindi in perché alla fine questo vada in declino. Mercato o le Persone che si occupavano dettaglio quali dovrebbero essere le fasi Come facciamo a trovare un workaround dello sviluppo del prodotto? di re-factoring di un prodotto per essere a questo tragico destino?   pronti ad affrontare l’inevitabile fase di Cominciamo cercando di capire insieme Partiamo sganciandoci completamente declino: se effettivamente la fase di declino di dal concetto di vendita perché il A g i l e I t a l i a 23

La prima è la fase dell’indifferenza, dovevano essere dedicate ad altri Entra in campo lo sponsor di prodotto ovvero la cosiddetta confort zone. progetti ed un effettivo “C-Level Sponsor” (C-Level), il quale raduna il/i manager(s) Il nostro prodotto produce revenue che portasse avanti l’importanza del che si devono occupare di costruire il indipendentemente dal periodo prodotto. team di lavoro e conferisce il budget per dell’anno: non c’è un team dedicato La fase di panico però ad un certo area. perché ormai è un prodotto maturo punto deve finire per forza, o perché A questo punto entriamo nel cuore della che vive di vita propria e senza troppi tutti si sono licenziati e se ne sono metodologia del lavoro Agile: le tecniche problemi, non viene dato spazio alle andati dall’azienda oppure perché arriva e pratiche che in tanti conosciamo e che persone per lavorarci e nel caso ci siano il momento della consapevolezza ci hanno sempre permesso di partire problemi qualcuno interviene al volo ovvero quel momento dove ci si rende nel modo migliore per l’ideazione e lo e sistema “cosi come viene” perché conto che bisogna smettere di avere sviluppo del prodotto, ora continuano “finchè funziona tiriamo avanti”. Non si paura, si capisce se ha senso ripartire e ad aiutarci nella fase di Refactoring. ha nessuna visione futura di prodotto. ci si rimbocca le maniche per ricostruire Grazie ad Inception ed Envisioning si Ad un certo punto subentra il momento il prodotto. Tutte le persone dedicate al rende partecipe il team di quello che di shock, ovvero il momento in cui team si devono “responsabilizzare” sul si dovrà fare, si da più consapevolezza non si può più far finta che non ci lavoro che dovranno portare avanti. sull’idea del futuro prodotto e di cosa interessi un determinato avvenimento. Attenzione!!! Spesso l’ Agile viene si vuole portare avanti. L’ insieme delle Questo momento può essere, in base utilizzato solo come gestione del lavoro, pratiche come ad esempio Value Stream ai punti di vista, sia uno shock positivo sfalsando il mindset Agile che sta alla MAP, User Story Mapping, Stakeholders (cambiamento tecnologico) che negativo base della metodologia. Se si lavora Map, Risk Analysis e valutazine dei KPI (l’arrivo sul mercato di un competitor) in maniera meccanica, rispettando permetteranno al team di procedere ma in entrambi i casi costringono solo le tecniche e le pratiche, siamo in modo più sicuro nella rielaborazione l’organizzazione ad un cambiamento. di fronte ad una semplice gestione del valore che deve caratterizzare il La seconda è quella in cui le persone del lavoro e prendiamo la parte meno prodotto sul mercato. sono in panico, ovvero ci si rende importante della mentalità Agile. La Seguite le pratiche e rifatto il prodotto conto che bisogna mettere le mani sul responsabilizzazione è uno dei capisaldi entriamo finalmente nella parte della prodotto ma a questo punto nessuno lo della metodologia ed ognuno all’interno curva che ci piace ovvero quella vuole fare perché non ha la conoscenza del team deve cercare di raggiungere dei profitti: tutto sta funzionando, il tecnica di dominio. Si cerca senza fine l’obbiettivo comune. mercato è dalla nostra parte, rilasciamo un capro espiatorio e tutti danno la Finalmente è arrivato il momento di continuamente funzionalità a seconda di colpa ai reciproci manager per non partire e passare alla fase dell’azione, cosa chiedono i nostri stakeholders. essersene preoccupati prima. Questi a ovvero ci si organizza aziendalmente loro volta alzano le barriere rifacendosi su come raggiungere l’obbiettivo di alla mancanza di budget, risorse che business. 24

Proprio ora arriva il momento del si avranno altri momenti di shock. Sicuramente esserne consapevoli e dilemma ovvero quando ci dobbiamo Naturalmente la logica ci induce a avere un modello da seguire per essere chiedere: vogliamo continuare ad essere pensare che se seguiamo una visione preparati a fronteggiare la fase di declino focalizzati sul prodotto o torniamo di progetto sicuramente prima o poi proposta da Raymond Vernon (autore di a quella che era una visione solo di si tornerà nella fase dell’indifferenza, Product Life Cycle Stages), ci permette progetto? facendo ripartire il “Ciclo di Vita di di essere più precisi nelle decisioni che Le due visioni sono contrastanti. Refactoring di Prodotto” ed in base a dobbiamo prendere quando guardiamo La visione di prodotto ci permette di come si comporterà il team potrà o non al futuro dei nostri prodotti sul mercato. avere un team dedicato che segue e potrà tornare un prodotto di successo. E voi che visione scegliereste . . .? capisce il mercato perfettamente, pronto Le casistiche di business all’interno ad affrontare i cambiamenti tecnologici di un’organizzazione aziendale sono e totalmente focalizzato sul prodotto. talmente varie che questo modello La visione di progetto invece ci permette non ci permette di dire quale sia il la chiusura di un ciclo ovvero finito un metodo giusto per affrontare il ciclo di periodo di tempo il team si ricolloca e il Refactoring di un prodotto. focus sul prodotto tornerà attivo quando Davide Casari Product Owner in Cerved e co-fondatore di Agile For Italy A g i l e I t a l i a 25

Una ricerca sulle (persone) dinamiche dell’Agile  Beh, ciao! Io sono Alessandro, un giovane laureato entusiasta. Dopo aver studiato Economia e Statistica a Torino, sono andato in Irlanda per studiare Alessandro Viassone Project Management. Da sempre molto curioso, un pò come Odisseo. Proprio come lui, sono  sempre stato caratterizzato dalla voglia di scoprire l’ignoto e sperimentare il nuovo, voglia che si è poi tradotta in studi approfondititi di tematiche come la tecnologia blockchain o le varie declinazioni della filosofia Agile. Con un’immensa passione per i viaggi, sono affascinato dalle diverse persone, idee e culture che fanno dell’uomo l’animale più affascinante. Mi piacciono le sfide, le difficoltà e i dolci. Ma soprattutto... voglio imparare.

A tradizionali di Project Management. Questo – proprie – “idee agili”. Quindi? Lesson ha implicato che cambiassi i paradigmi learnt! Ho approfondito la tematica, ho La scorsa estate ho fatto una ricerca riguardanti la gestione di progetto cambiato l’approccio e ho implementato riguardante l’Agile. Nello specifico si scoprendo nuove figure professionali, una soluzione tale che mi permettesse trattava di una ricerca accademica volta nuove attività e metodologie d’approccio di raggiungere il mio obiettivo. Beh, devo a studiare gli effetti dell’adozione del dei problemi. L’approfondimento di dire che qualcosa dell’Agile in fondo l’ho framework Scrum sulla soddisfazione tematiche nuove è sempre complicato capita. professionale dei team in ambito IT. E e se ci si immerge troppo si rischia di Allora ho continuato a contattare devo ammettere che è stato un percorso perdere le buone vecchie conoscenze professionisti e non ho più avuto brutte con molte discese ma altrettante salite. senza che le nuove siano state valutate in sorprese. Ho incontrato persone splendide Come ben saprete, il termine “Agile” è modo approfondito. che mi hanno capito, trattato e rispettato diventato molto popolare negli ultimi Successivamente ho dovuto raggiungere come un loro pari nonostante le mie anni in ambito di progettualità date le i professionisti per raccogliere limitate conoscenze e domande stupide grosse difficoltà nel portare a termine un informazioni sulla loro esperienza Agile. che – a mio malgrado – non riuscivo a progetto cercando di rispettare il modello E qui ho trovato il bello della mia ricerca trattenere. Ma la cosa più affascinante è “Iron Triangle” e sperando che lo stesso (sì, sono anche ironico ma poco per stata quella di scoprire che hanno saputo progetto IT non faccia parte di quel 50% fortuna). Infatti, mi è capitato di scrivere a trasmettermi conoscenze rilevanti per che fallisce. professionisti associando i termini “Project la mia ricerca sono state le stesse che Allora ho deciso di documentarmi e di Management” e “Agile” o “Scrum” nello erano disposte a mettersi in gioco e a intraprendere una ricerca accademica stesso messaggio… l’apocalisse. Righe e mettersi in dubbio valutando l’utilizzo approfondendo un argomento così righe di spiegazioni e di come gli ultimi dell’Agile dipendentemente dal contesto, nuovo (sì, nuovo per me in fondo) in due termini non potessero (e dovessero!) dai players e dagli obiettivi prefissati. modo autonomo. Non è stato difficile e – essere associati in alcun modo al Ma soprattutto mi sono reso conto che richiamando il “Cynefin Framework” – non gestione progettuale in quanto paradigmi l’Agile è capire le persone accentando il è stato neanche complicato ma è stato totalmente diversi da quello tradizionale. confronto senza pregiudizi. complesso. E questo è vero, concordo! Anche se Gli ostacoli sono stati molteplici. Prima sono convinto che l’Agile dia il meglio di tutto ho dovuto creare da zero una di sé in contesti progettuali, nonostante conoscenza in forte contrasto con gli studi sia derivante dalla “Lean Production” sviluppata dalla casa automobilistica Toyota negli anni ’90. Allora ho capito che avrei potuto incontrare “tifosi accaniti” dell’Agile disposti a supportare ad ogni costo le A g i l e I t a l i a 27

Il lato umano dell'Agile 9-11 Ottobre 2020 - Montegrotto Terme (PD) Reason Why Viviamo in un’epoca in cui le aziende utilizzano strumenti e competenze tecnologiche da XXI secolo, e pratiche manageriali da XIX secolo. Veniamo attratti e andiamo a collaborare con organizzazioni che espongono visioni futuristiche, e poi ci ritroviamo a convivere con orrori quali avere una leadership inadeguata, zero comunicazione, zero cultura di collaborazione, nessun attitudine ad aiutarsi l’un l’altro. A bad system will beat a good person every time. W. Edwards Deming Parallelamente, sono passati circa vent’anni dalla redazione dell’Agile Manifesto for Software Development e sempre più le tematiche che emergono dalla community si espandono dal mero sviluppo software, abbracciando tutti gli aspetti del knowledge working: design, management, leadership, marketing, contratti, human resources… Proprio su quest’ultima tematica vogliamo creare un community di persone interessate a mettere a terra una serie di principi condivisi, a formulare esperimenti, condividere pratiche, raccontare esperienze con l’obiettivo di migliorare l’ecosistema lavorativo del knowledge working - the Agile Way! Il formato Agile People Camp sarà focalizzato sul concetto di Agile People a 360°. Camp, ovvero una Un-conference, perché l’esperienza degli ultimi anni nell’organizzazione e partecipazione a questo tipo di eventi (Agile Coach Camp, Product Ownership Camp, Socrates) ci convince sempre di più che siano il modo migliore per creare legami forti e duraturi tra le persone, stimolare la creatività, e perché no, rilassarsi e divertirsi tutti insieme. Perché dovrebbe interessarmi? Sei un HR Manager, un C-level, un Coach, o genericamente hai il desiderio e l’influenza per poter innescare cambiamenti nel lato “umano” delle organizzazioni di knowledge workers? Ritieni che le tematiche relative al “lato umano dell’Agile” siano importanti? Allora pensiamo che il tuo contributo sia molto importante per noi. E che il nostro contributo possa essere importante per te. Location Hotel Mioni Royal San Piazzale Stazione, 10 - 35036 - Montegrotto Terme (PD) 28

Sei indeciso su cosa studiare per la tua crescita? Siamo consci del fatto che sia un periodo in cui ogni giorno nasce una teoria, una metodologia o una nuova parola. Ma quindi che fare? Abbiamo creato un percorso per mettere l’attenzione su teorie e pratiche che serve sapere, diversificate per DEV, PO, SM e Coach. Scaricalo gratuitamente su https://www.agileforitaly.com/agile-learning-path/ A g i l e I t a l i a 29

Capire gli altri Un viaggio nella mente umana e delle relazioni 30 30

Il declino degli strumenti tradizionali di Agile For Italy Più studiamo, frequentiamo Meetup, conferenze, ma soprattut- Troppo spesso giudichiamo gli altri da comportamenti e per- to più siamo a contatto con le transizioni agile e più è evidente formance invece di comprendere cosa sta alla radice e dob- che i team sono in grado di produrre valore se messi nelle con- biamo superare necessariamente che sia “solo lavoro”. dizioni giuste. Il Manifesto cita nei suoi principi l’importanza di Le aziende innovative fanno della crescita delle persone la loro creare le condizioni per supportare team performanti che tutti arma migliore avendo capito che sono i singoli a partecipare al i giorni sfidano il mercato. guadagno dell’ azienda. Ecco perché gli strumenti tradizionali Sempre più pensiamo a questo e sempre più il ruolo del Mid- di management sono in declino e poco salveremo. Gli esseri dle Management viene messo sotto la lente di ingrandimento umani sono complessi e creano reti complesse. Chiunque di per quello che non fa. noi, Manager, Dev, PO, SM, C-Level deve allenare l’empatia ed Purtroppo non esistono ricette alchemiche in grado di metterci applicarla come strumento necessario se non il più importante. nella condizione di dare il massimo e di permettere agli altri Un Manager che comprende non è debole, anzi tutt’altro, è il- altrettanto. luminato ed innovatore e deve portare gli altri in primis a capire Il grosso passo che ognuno di noi deve fare al fine di fare que- i propri comportamenti, aumentare consapevolezza e quindi sto salto quantico è di essere “duri con i processi e morbidi con aiutare a correggere distonie che precludono al raggiungimen- le persone”, ma non basta più, dobbiamo anche cominciare a to di obbiettivi. Basta pensare ai soli obbiettivi, siamo umani e “comprendere gli altri” perché ognuno di noi è diverso. gli obbiettivi vengono raggiunti se riusciamo a creare un am- Il processo di standardizzazione dei comportamenti è sicu- biente sano e che permette la crescita dei singoli. ramente affascinante ma ricorda molto le ricerche di Cesare Lombroso che voleva riconoscere i criminali dai volti delle per- sone. 31

Neuroscienze, SCARF model e performance Tiziano Interlandi, Agile Coach e Software Engineer Divulgatore e Developer. Agile Coach e Software Engineer in Cerved Group. Co-founder di AgileForItaly. Batterista e fonico. 32

Un approccio scientifico al nuovo management Esiste un modo per essere più consapevoli delle nostre paure e abitudini? Possiamo in qualche modo separare i nostri comportamenti automatici e in qualche modo modificarli? Abbiamo strumenti per poter comprendere meglio gli altri ed aiutarli in un percorso di crescita? L’aspetto moderno di questa area di studio è nell’affrontarlo dal punto di vista medico/scientifico, superando l’aspetto puramente psicologico/ meccanicistico. Ma cosa sono le neuroscienze? “Le neuroscienze (o neurobiologia) sono l’insieme degli studi scientificamente condotti sul sistema nervoso.[“ Essendo un ramo della biologia, le neuroscienze richiedono conoscenze di fisiologia, biologia molecolare, biologia cellulare, biologia dello sviluppo, biochimica, anatomia, genetica, biologia evoluzionistica, chimica, fisica, matematica e statistica, ma a differenza di altre discipline biologiche attingono anche da ambiti di studio quali psicologia e linguistica.” E poi a riguardo delle Neuroscienze cognitive e comportamentali : “A livello cognitivo, le neuroscienze cognitive affrontano la questione di come le funzioni psicologiche sono prodotte dai circuiti neurali” .. “Le Neuroscienze sono alleate anche con le scienze sociali e comportamentali, nonché con campi interdisciplinari emergenti come la neuroeconomia, la teoria della decisione e le neuroscienze sociali come la neurosociologia per affrontare questioni complesse sulle interazioni del cervello con il suo ambiente.” [wikipedia] La definizione è abbastanza obbligatoria per portare il ragionamento su ambiti scientifici e giusto per dare un indicatore sull’utilizzo odierno di questi temi anche il marketing sta utilizzando pesantemente i concetti legati alle neuroscienze. 33

Performance (Risultati) Comportamenti (Abitudini) Emozioni (Cosa sentiamo) Pensiero (Cosa pensiamo) La verità è che siamo molto più complessi di quello che pensiamo Diamo loro l’ambiente e il supporto di cui hanno bisogno e troppo spesso, quando parliamo con gli altri, ci dimentichiamo e confidiamo nella loro capacità di portare il lavoro a termine.”, che le performance non sono altro che il risultato finale di tutta ma come possiamo quindi generare motivazione e soprattutto la nostra storia, pensieri, abitudini. Cercare di incrementare cosa è la motivazione? le performance o i comportamenti di qualcun altro deve necessariamente passare dalla comprensione delle emozioni e Inutile negare che la motivazione è strettamente legata alla della forma di pensiero della persona che abbiamo davanti. performance. Se ti piace quello che fai, se stai bene sul posto Purtroppo però spesso siamo giudicati rispetto alle nostre di lavoro (che non significa necessariamente essere socievole performance ed ai nostri comportamenti. per essere chiari), se sono in una situazione psicologica “safe” Pensate al classico check annuale con il nostro responsabile sicuramente potrò dare di più, anzi sarà mio desiderio dare di per capire se abbiamo raggiunto gli obbiettivi prefissati. più. Il superamento (o meglio l’integrazione) della piramide di Supponiamo di non aver fatto quanto concordato. Difficilmente Maslow è ormai necessario, integrando con quanto le scienze il ragionamento di un Manager atto a giudicare una performance moderne stanno facendo emergere. passa dalla comprensione di emozioni e struttura mentale al fine di aiutare nella crescita individuale. Il manifesto agile cita in uno dei suoi principi “Fondiamo i progetti su individui motivati. 34

In qualche modo i nostri bisogni solo legati a strutture biologiche, schemi mentali, funzioni cerebrali che hanno permesso al genere umano di evolvere in quello che siamo, ma mantenendo molti meccanismi che un tempo erano necessari per la nostra sopravvivenza e che oggi, in maniera importante, decretano i nostri comportamenti nel bene o nel male. Alcune premesse sul nostro cervello 1. Il cervello è una macchina connettiva 2. Non esistono due cervelli uguali 3. E’ impossibile decostruire le connessioni esistenti 4. E’ facile creare nuove connessioni 5. Non riesce ad elaborare il “non” Punto 1: il cervello è una macchina connettiva. E quindi come è possibile che un individuo smetta di fumare? Sostituendo l’abitudine con un’altra più forte. Sembra una cosa ovvia che il cervello crei connessioni, però Il cervello preferirà il circuito più “saldo” e quindi quello che dobbiamo fare alcune precisazioni: consuma meno energia. Allo stesso tempo il circuito sostituito Il cervello connette tutti i segnali esterni ed interni in modo si “atrofizzerà”, ma pensate più ad un muscolo che non viene consapevole ma soprattutto inconsapevole. usato a vantaggio di altri che diventano forti. Le mappe neuronali che si creano determinano chi siamo, come pensiamo e ci comportiamo. Punta 4: E’ facile creare nuove connessioni Le connessioni “inconsapevoli” non richiedono energia e sono ben radicate. Quelle “intenzionali”, che creano pensiero Il cervello ama creare nuove connessioni come risposta al consapevole richiedono molta energia e sono più deboli. continuo apprendimento necessario per la sopravvivenza dell’individuo. Questa cosa non ha età. Si dice che da giovani Queste affermazioni sono buone e cattive, buone perché si apprende più velocemente ed è vero, ma non per un vuol dire che con pochissima energia il nostro cervello crea processo biologico particolare, ma semplicemente perché da nuove connessioni, anzi anela nel farne di nuove e che ama giovani abbiamo meno strutture «forti e quindi più facilità a la ripetizione di un comportamento (ovvero di una serie di creare connessioni pure che non vanno in conflitto con quelle connessioni) al fine di consumare meno energia possibile. esistenti (come negli adulti). Da adulti abbiamo una struttura Un esempio su tutti: è molto facile iniziare a fumare, è molto connettiva tale che diventa sempre più difficile sostituire difficile smettere. strutture precedenti. Punto 2: non esisto due cervelli uguali Punto 5: Non riesce ad elaborare il “non” Ovviamente visto il numero sterminato di connessioni è Non pensare ad un elefante…. Ecco che lo hai pensato. Non praticamente impossibile che due individui abbiamo un fumare… ecco che ti accendi una sigaretta. La negazione è cervello identico, neanche 2 gemelli. Il tipo ed il numero di qualcosa che passa attraverso l’affermazione ed è quindi connessioni decreta come noi pensiamo. Questo significa che inutile dire di non fare qualcosa. Concentriamoci piuttosto su è molto difficile applicare un modello valido per tutti. cosa va fatto. Punto 3: E’ impossibile decostruire le connessioni esistenti Questa è una bruttissima notizia. Si dice che chi smette sarà sempre fumatore e purtroppo è vero. Biologicamente non è possibile disconnettere neuroni, ma solo crearne di nuovi. A g i l e I t a l i a 35

Concentriamoci su nuove connessioni Qui abbiamo la creatività, il problem solving, il pensiero laterale, ma attenzione: se il sistema limbico possiamo considerarlo Nuove connessioni neuronali (dendriti) emergono dopo solo come un supercomputer con un hard disk enorme, la corteccia un’ora di sollecitazioni. La Ripetizione, l’ attenzione e feedback prefontale è più una RAM e può fare solo poche cose alla volta. positivo sono gli ingredienti per rafforzare le nuove connessioni Ciò significa che la corteccia prefontale non riesce ad elaborare e quindi nuovi comportamenti. Troppi pensieri insieme, troppe informazioni contemporaneamente, costerebbe troppa rendono inefficiente il meccanismo di creazione di nuove energia. Per questo motivo il cervello delega al sistema connessioni (vedremo dopo il perché). Le vecchie connessioni limbico gran parte dei compiti e alla corteccia prefontale il si atrofizzano se non vengono utilizzate per un periodo. Occorre compito di elaborare nuove idee che possono generare nuove quindi alimentare il nuovo e non prestare attenzione a ciò che connessioni da rendere stabili nella parte limbica. vogliamo lasciar andare. Inoltre la corteccia prefontale ha il compito di: Un cervello o due? Coordinare e regolare il comportamento sociale. Continuiamo a parlare della parte biologica del cervello La corteccia prefrontale ci aiuta a controllare gli impulsi e introducendo un altro concetto: possiamo “rozzamente” gestire le emozioni. dividere il cervello in due parti: il sistema limbico e la corteccia Permette lo svolgimento dei processi relativi alla personalità prefrontale. (essere più timidi, più audaci, più aperti alle esperienze…). È sede della motivazione, della speranza e dell’impulso per Il sistema limbico è definito come il sistema del cervello raggiungere un obiettivo. responsabile di gestire le unità e la formazione emozionale di Ci consente di concentrarci, organizzare informazioni memoria. complesse e pianificare. Qui abbiamo “scolpiti” i nostri comportamenti ed emozioni. È sede della memoria di lavoro, quell’insieme di capacità Il cervello cerca sempre di risparmiare energia (ricavata da cognitive con cui conserviamo le informazioni mentre glucosio ed ossigeno) ed è per questo che cerca sempre di sperimentiamo o facciamo qualcosa. standardizzare e trasformare in abitudini i nostri comportamenti. Le abitudini consumano meno energia rispetto a sperimentare La brutta notizia è che possiamo attivare uno dei due sistemi nuovi comportamenti. Ritornando all’esempio del fumatore: il alla volta: l’essere umano non ha ancora la capacità di creare cervello consuma meno energia a rimanere fumatore invece un ponte fra i due mondi. Ciò significa che o siamo in allerta o di smettere. generiamo idee. Il sistema limbico è sempre all’erta per proteggerci, qui infatti si trovano tutti i meccanismi utili a sopravvivere ai pericoli. Il ruolo della chimica Una considerazione non da poco: il cervello non distingue fra rischio fisico e sociale, ovvero reagisce con comportamenti Il corpo umano funziona con corrente e sostanze chimiche. difensivi contro un’aggressione armata quanto contro il rischio Cerchiamo di ridurre il ragionamento alle due che innescano di perdere il proprio lavoro. Per questo motivo dovremmo il sistema limbico (automatismi ed emozioni) e corteccia sempre tenere presente che le parole sono importanti, in prefontale (idee, problem solving, miglioramento). quanto se usate scorrettamente sono vere e proprie armi. Il cortisolo viene innescato in situazioni di stress e lo stress serve per farci superare le situazioni critiche. Corteccia prefrontale La dopamina viene innescata a seguito della produzione di nuovi pensieri e nella motivazione. Ad esempio è importante La corteccia prefontale è la parte del cervello che noi vogliamo nel meccanismo di ricompensa. stimolare il più possibile in quanto sede di generazione dell’idee. 36

Il ruolo del manager che porre le domande giuste è un qualcosa che fa regredire le persone invece di aiutarle a crescere. Questo è un meccanismo Se il nostro mondo è definito dalle nostre mappe mentali allora biologico. ossiamo migliorare le performance stimolando le persone Compito del Leader non è cercare comportamenti da a cambiare i propri pensieri, le proprie cornici di riferimento, modificare, è invece supportare le persone a stabilire nuove possiamo influenzare il modo in cui le persone percepiscono connessioni, nuovi comportamenti basati sui loro punti di forza. le situazioni. I leader migliori aiutano le persone ad identificare le cornici IL MODELLO SCARF: preludio del Moving Motivators di mentali che ne limitano il pensiero e impediscono di rendere Jurgen Appelo al proprio massimo, sostituendole con mappe più funzionali. Management by Coaching Un modello che sicuramente utile è quello SCARF di David Rock. Se ne parla tanto, ma alla fine cosa vuol dire? Il cervello, A sinistra abbiamo tutto ciò che può innescare il sistema volendo creare nuove connessioni, ama essere sfidato e quindi limbico e quindi farci entrare in una situazione automatica un manager moderno dovrebbe comportarsi come un coach. e di emergenza. A destra abbiamo tutto ciò che ci porta ad Per permettere la creazione di nuove connessioni è importante un meccanismo di soddisfazione e di ricompensa, ovvero che ognuno pensi a diverse soluzioni di un problema e che generazione di idea e miglioramento (dove vogliamo agire). non siano altri a dare le risposte per conto tuo. Come manager Ora analizziamo uno ad uno i cluster di comportamento. dobbiamo quindi essere consapevoli che dare soluzioni invece Sistema Minimizzare il pericolo Massimizzare la Ricompensa Impegno Corteccia Limbico Disimpegno Interesse Pref rontale Incertezza Focus sul problema Focus sulla soluzione Evitamento Affrontare Irrigidimento Spiacevole Distensione Tunnel vision Piacevole Azione rapida Più forte (bad is stronger than good) Visione globale Persistente Azione più lenta Più probabile Picco di Adrenalina Più debole Più breve Meno comune Scarso aumento di Adrenalina Picco di Dopamina A g i l e I t a l i a 37

Status Per gli esseri umani è normale identificarsi in tribù. Essere non accettati innesca inevitabilmente un nostro giudizio negativo La percezione della propria posizione in relazione ad un’altra nei confronti di chi non ci accetta. persona Se ci percepiamo superiori, si attiva il corpo striato che fa Fairness - Equità aumentare la dopamina e abbassare il cortisolo. Lo Status è minacciato anche quando semplicemente si riceve un ordine, Gli scambi equi rappresentano una ricompensa intrinseca. un consiglio o un’istruzione, tutti stimoli che spesso non si Si attivano aree del cervello associate alle ricompense primarie. traducono in azione supportata da impegno. In presenza di trattamenti iniqui, si attiva la parte insulare del Molti hanno necessità di alimentare costantemente il proprio cervello connessa alla sensazione di disgusto. Uno su tutti? status, ad esempio il classico “maschio alpha” che deve Perché lui guadagna più di me? necessariamente risultare migliore degli altri. Lo status non è La minaccia si riduce usando la trasparenza, la comunicazione generale ma relativo a particolari competenze: un developer e il coinvolgimento. spesso ha la necessità di sentirsi il più bravo, un manager di essere il più bravo a gestire le situazioni. Un modo per far generare idee Certezza E’ necessario stimolare il pensiero autonomo (per creare nuove connessioni e idee) focalizzandoci sulle soluzioni (con l’aiuto di Il cervello è una macchina predittiva. un coach o di un facilitatore). Essere sfidati è un modo. L’incertezza stimola il sistema limbico che presidia le emozioni. E’ importante accentuare il positivo invece di focalizzarsi sugli Se non riesce a predire, il cervello usa molte energie per aspetti negativi e privilegiare il processo e non il contenuto (il impegnare la corteccia prefrontale nello sforzo di fare coach non deve giudicare ma aiutare tramite la guida di un attenzione all’errore e non all’obiettivo. processo). Facciamo un esempio tanto stupido quanto troppo spesso Tutti questi punti cercano di fatto di farci uscire dalla zona di reale: “avere una data” è la necessità di certezza che in qualche comfort che, alla luce di quello che abbiamo detto, non è altro modo evita al sistema limbico di andare in fase di stress. che l’utilizzo continuo del nostro sistema libico. Autonomia Il cervello non sopporta le imposizioni. Nel prossimo articolo Andrea Feraco racconterà la pratica del Il cervello ama pensare di avere il controllo delle situazioni e di Moving Motivators di Management 3.0, una pratica che sembra avere la possibilità di scegliere. prendere molti aspetti dal modello SCARF. Questo articolo ci è Avere una o più opzioni, impatta in modo positivo sui livelli di sembrato obbligatorio perché troppo spesso queste pratiche stress. Il famoso “piano B” o “Exit Strategy” aumenta il nostro sembrano attività da “abbracciatori di alberi”, ma al contrario livello di libertà lasciandoci liberi di avere nuove idee. hanno alla base una forte scienza a differenza di tante altre pratiche che di scientifico e matematico non hanno proprio Relazione nulla (tipo il Gantt). Percepirsi dentro o fuori dal gruppo. In assenza di relazioni sociali rassicuranti, il cervello percepisce una minaccia e classifica le persone come Amico o Nemico. Tiziano Interlandi, Agile Coach e Software Engineer Divulgatore e Developer. Agile Coach e Software Engineer in Cerved Group. Co-founder di AgileForItaly. Batterista e fonico. 38

Moving Motivators Andrea Feraco, Agile Manager Agile Manager presso Cerved Group. Ogni giorno lavoro con l’obiettivo di costruire, promuovere e migliorare la mentalità agile per i team che implementano e consegnano i prodotti dell’azienda. A g i l e I t a l i a 39

Leader o Manager? Leadership o Management? Questa dicotomia è un argomento ricorrente nelle organizzazioni odierne. Chi è leader, chi è manager? Possiamo cercare diverse definizioni su Internet. Personalmente nel corso del tempo ho maturato solo un modo di differenziare questi due “ruoli”: manager si diventa perché qualcuno ha messo una persona in una posizione di comando che in qualche modo il manager esercita controllando che quanto comandato venga effettivamente eseguito; leader invece è colui o colei che è in qualche modo riconosciuto da una serie di persone che sono suoi seguaci o follower, è quella persona la cui opinione conta perché di quella persona se ne riconosce il valore indipendentemente dalla posizione che occupa in un’organizzazione. Ne consegue che non è detto che un manager sia un leader né il viceversa. E inoltre la stessa persona può essere sia leader in alcuni contesti ma follower in altri. L’assunzione che si è fatta nel corso del tempo è che i manager fossero anche dei leader e che comunque potessero esercitare questa leadership tramite il comando. Questa forma di management è indicata con la versione 1.0 da parte di Jurgen Appelo, autore del libro “Management 3.0: Leading Agile Developers, Developing Agile Leaders”. La versione 1.0 del management è sicuramente la più diffusa nel mondo, e sebbene le aziende stiano comprendendo via via che la leadership è importante come e più del management, la mia percezione è che spesso non stiano facendo le scelte giuste. Quanti corsi di leadership vengono organizzati nelle aziende attuali? E a chi normalmente sono rivolti questi corsi? Fateci caso che è difficile che un’azienda paghi un corso di leadership a uno sviluppatore in un team Scrum, nel migliore dei casi offrirà il corso allo Scrum Master o al Product Owner, più tipicamente ai manager inseriti in una catena gerarchica con responsabilità diretta sulle persone. Il management 3.0 proposto da Appelo riconosce che oggigiorno il manager, specialmente nelle aziende che si rifanno ai valori e principi del manifesto agile, fa un lavoro diverso, un lavoro che pur continuando ad esistere, non è più da interpretare come una posizione di comando, ma piuttosto come una posizione finalizzata a sviluppare le potenzialità delle persone e delle relazioni che esistono fra le persone. 40

Al libro Management 3.0 ha fatto seguito un altro libro di Appelo dal titolo “Managing for Happiness”. Un titolo interessante perché lascia interpretare che l’attività del manager sta nella ricerca della felicità, probabilmente di sé stesso ma anche e soprattutto delle persone che rientrano nella propria responsabilità di manager. Questo secondo libro propone un insieme di pratiche, nella forma anche di giochi, talvolta giochi di carte, che possono essere messe in atto dal Manager 3.0. Le pratiche e i giochi proposti sono diversi, ma quello su cui ci soffermiamo in questo articolo è appunto un gioco di carte: Moving Motivators, Spostare i Motivatori. Il quinto principio del manifesto agile inizia con le parole: “Fondiamo i progetti su individui motivati”. La premessa sul tema della leadership e del management che ho fatto all’inizio di questo articolo si lega al fatto che ognuno può essere leader, se lo vuole, se riesce a trovare quei contesti su cui si sente particolarmente motivato. Il manager 3.0 deve provare a supportare la possibilità di far emergere la leadership di ogni persona e può fare questa cosa solo se riesce a far breccia sugli elementi che motivano maggiormente le persone, elementi che sono chiaramente diversi per ognuno di noi. Il manager 1.0 pensava che per far diventare più bravo qualcuno bastava dargli un premio in soldi, un bonus. Questo lo pensava, e lo pensa ancora, perché magari i soldi sono l’elemento che per lui è motivante, ma non è detto che lo siano egualmente per gli altri. Moving Motivator è un gioco il cui scopo è conversare in maniera più o meno leggera su cosa sposta la motivazione delle persone. Più in particolare si affronta il tema della motivazione intrinseca. La motivazione intrinseca è legata all’innato desiderio di ciascuno di noi a fare bene: la voglia di auto-controllarsi e auto-gestirsi. È il desiderio di fare una cosa, un’attività, per l’attività stessa, poter svolgere quell’attività in qualche modo è il premio intrinseco che spinge la persona a fare bene. Si differenzia dalla motivazione estrinseca che è quella relativa a concreti segni esterni che possono andare dai «complimenti» per un buon lavoro ai più tipici riconoscimenti economici quali bonus o aumenti. Nella scorsa primavera mi sono divertito a tradurre in italiano le carte del Moving Motivator e, dopo aver contattato la società di Jurgen Appelo, ho avuto il piacere e l’onore di aver reso disponibile la versione italiana di queste carte. A g i l e I t a l i a 41

Jurgen Appelo ha individuato 10 elementi motivatori identificati dall’acronimo CHAMPFROGS nella versione inglese. Chiaramente questo acronimo non vale in italiano. I dieci elementi motivatori sono i seguenti: • APPROVAZIONE: Le persone attorno a me approvano quello che faccio e ciò che sono • CURIOSITÀ: Ricerco tantissime cose da studiare e sulle quali riflettere • LIBERTÀ: Sono indipendente dagli altri nel mio lavoro e nelle mie responsabilità • REPUTAZIONE: Godo di una buona posizione che mi viene riconosciuta dalle persone con cui lavoro • SCOPO: Gli obiettivi della mia vita si ritrovano anche nel lavoro che faccio • VALORI: Sono orgoglioso che i miei valori personali si riflettano nel mio modo di lavorare • ORDINE: Ci sono regole e norme adeguate per un ambiente lavorativo stabile • COMPETENZA: Il lavoro mette alla prova le mie competenze pur restando nell’ambito delle mie capacità • POTERE: Ho abbastanza spazio per influenzare quello che succede intorno a me • RELAZIONI: Ho buoni rapporti sociali con le persone del mio ambito lavorativo Il gioco può essere fatto da più persone motivanti. allo scenario proposto ognuno pensa insieme o solo da due persone per Già dopo questo primo momento si a cosa si sposterebbe nella propria volta, al limite può essere anche un scopre come ogni persona è influenzata motivazione, da cui il nome Moving gioco introspettivo per rendersi conto da elementi differenti, non è raro Motivators, Spostiamo i Motivatori. Se autonomamente di che cosa muova la trovare chi mette a sinistra elementi lo scenario ha impatto positivo su un nostra motivazione. che l’altra persona mette a destra. Una elemento motivatore, la persona sposta La prima parte del gioco consiste nel volta ordinate le carte, ogni persona la carta verso l’alto, altrimenti verso il posizionare le carte sul tavolo ordinate racconta agli altri la propria visione della basso, oppure può decidere di lasciarla da sinistra verso destra (in realtà motivazione, come se le carte ordinate invariata. E qui si instaura nuovamente ognuno può scegliere poi la tecnica di rappresentassero la storia motivazionale una conversazione fra le persone che si ordinamento preferita) in modo che di ogni singola persona. raccontano le ragioni delle loro mosse. gli elementi a sinistra siano quelli che impattano maggiormente la nostra Poi si entra nel vivo del gioco. I motivazione e via via scorrendo verso “giocatori” possono immaginare uno destra troviamo gli elementi meno scenario e proporlo agli altri. Di fronte 42

Per un manager questa esperienza è un essere il presentatore/facilitatore di un provare a giocare con strumenti come modo per conoscere meglio le persone evento non muove queste carte, se non questi per scoprire che il proprio ruolo con cui ci si relaziona e in ultima analisi addirittura le abbassa, probabilmente può essere diverso e forse molto più offre la possibilità di consentire alle non troverà opportunità di sviluppare la efficace del comandante/controllore persone di aprire spazi di leadership. propria leadership se venisse “forzato” del manager 1.0. Non è chiaramente facile poi riuscire a presentare un evento. Una persona a realizzare qualcosa di concreto, ma invece che pone a sinistra elementi Buon gioco! è comunque un primo passo quello di come Competenza e Relazioni, avendo capire gli elementi della motivazione la possibilità di cambiare team per delle persone, passo indispensabile per lavorare in un contesto più sfidante, creare un contesto più stimolante. probabilmente troverà una migliore Facciamo qualche esempio. Una opportunità di manifestare la propria persona che pone a destra elementi leadership. quali Potere, Reputazione, Approvazione e che di fronte allo scenario di poter Per chi è già manager, il mio invito è A g i l e I t a l i a 43

Agile Ecology Valentina Pieroni Marco Perrando Andrea Torino Rodriguez 44

Un nuovo approccio si affaccia al palcoscenico Agile Com’è nato l’esperimento Agile Ecology, quali sono i percorsi finora individuati, cosa dobbiamo aspettarci a breve. Prologo quasi si amalgamavano per rafforzare la Conosciamo bene quali siano le regole potenzialità lavorativa? che definiscono la dimensione ottima Molti progetti nascono intorno a un tavolo di un team, quali siano le cerimonie con sopra qualche birra e qualche pezzo di Mindset ok, ma quali strumenti? che permettono all’informazione di pizza. Anche il nostro ha una storia simile, muoversi rapida ad evitare stalli od inutili quando seduti ad un tavolino del bistrot di Partendo appunto dal primo valore rilavorazioni, cosa sia meglio fare, caso Palazzo Ducale a Genova, ormai tre anni del Agile Manifesto, “Gli individui e per caso, per mantenere l’ecosistema addietro, due di noi, Marco ed Andrea le interazioni più che i processi e gli lavorativo sostenibile ed ingaggiante, professionisti del software, hanno provato strumenti”, ci confrontammo sul mindset come sia possibile apprendere e crescere a spiegare al terzo, Valentina, counsellor alla base di Agile e alla fine Valentina in azienda producendo comunque valore professionista di Analisi Transazionale, lasciò nelle nostre piccole menti nerd apprezzabile. Ma in questo clima molto cosa fosse Agile… (ancora oggi ci chiama “nerd” quando egualitario di persone che spingono vuole evidenziare la nostra evidente coese verso un obiettivo comune, come Non so per Voi, ma per noi tutte le volte inadeguatezza cognitiva), il dubbio che potrebbe essere la produzione di software che qualcuno ti chiede “cos’è Agile”, mancasse qualcosa, qualche strumento di qualità o comunque la realizzazione di torna su, un po’ come la frittatona di forse, al nostro perfetto mondo Agile. un lavoro complesso, si è un po’ perso cipolla, questo sentimento di difficoltà, di vista il benessere psicologico della forse anche un tantino di inadeguatezza; In effetti, nei successivi nostri confronti persona, che non è solo parte in causa, un momento in cui pensi “e adesso…?”, avvenuti a partire da quella prima volta, ma anche effetto e potrebbe essere in cui ti trovi a vederti da fuori e per un ci siamo resi conto di come, nel mondo minato dalle stesse pratiche e modalità momento pensi che forse, in realtà, nel Agile, siano presenti molti strumenti, che persegue. più recondito e profondo tuo pensiero, metodologie, pratiche e framework mirati senza ammetterlo mai… forse non l’hai a migliorare il lavoro del singolo e del team Rischiamo così di mettere insieme un capito neppure tu. Però subito dopo arriva dal punto di vista organizzativo (Scrum ad “team perfetto”, che dopo qualche tempo il Manifesto a salvarti la situazione e trovi esempio), o tecnico (pair-programming, inizia a deteriorarsi, oltre la soglia delle perlomeno un punto fermo da cui partire. code review, ecc.), ma che siano meno medicine riparative Agili, oltre l’abilità del diffusi strumenti propri di altre discipline, Coach di turno, per piombare nella totale Per dirla tutto, in quell’occasione fu lo non tecnici, anzi ortogonali ad essi, ma disfunzionalità, magari fallendo l’obiettivo scetticismo di Valentina a dare il la alla per questo non meno importanti: non solo su cui si è impegnato, perché si innescano spiegazione: come poteva stare assieme la gestione del conflitto, tema sempre dinamiche di gruppo che esauriscono le dal punto di vista psicologico un team presente nel manuale del bravo agilista, energie dei singoli, inconsapevoli vittime, completamente coeso e dichiaratamente ma anche la gestione delle relazioni che non hanno modo né di capire cosa neutro dove, in virtù di chissà quali forze all’interno dei gruppi e soprattutto con stia succedendo, né ancor meno di sapere o alchimie o dogmi, le tipiche figure e se stessi. Una cosa non da poco per un come gestirlo. stereotipi dei gruppi, leader e anti-leader movimento che ha nel proprio Manifesto e sabotatori e vittime, non emergevano a quel primo punto molto human-centered! rendere ostici lavoro e collaborazione, ma A g i l e I t a l i a 45

Passiamo a sperimentare È sotto queste premesse che abbiamo iniziato a lavorare per creare qualcosa da offrire alla comunità Agile, qualcosa che secondo noi mancava e che nessuno, al tempo, aveva ancora proposto: un nuovo strumento, una soft skill, che consentisse alle persone di gestire tutte quelle situazioni negative che possono minare non solo il funzionamento di un team, ma il benessere del singolo knowledge- worker di questo millennio. Abbiamo posto il fondamento di questo nuovo strumento nell’Analisi Transazionale (AT), una disciplina umanistico-psicologica, creata da Eric Berne intorno alla metà del Novecento. Il motivo della scelta si trova nelle radici stesse della disciplina: l’AT è nata con il presupposto di rendere il paziente partecipe del suo processo di analisi e protagonista attivo del cambiamento. Berne, per far questo formulò la sua teoria in un linguaggio chiaro e fruibile ai non professionisti, ma soprattutto intuitivo, perché riponeva molta fiducia nell’intuizione delle persone come strumento base di analisi e consapevolezza delle dinamiche interpersonali. Come avrete capito, l’intuitività rappresenta un altro elemento fondante dell’AT. Restava da capire come la comunità avrebbe potuto reagire ad una proposta forse un po’ fuori dalle righe. Per questo, ci siamo concentrati nel progettare un formato adatto a trasmettere la nostra idea, nel modo più efficace possibile, a persone senza conoscenze in materia psicologica: un workshop in stile Agile che potesse lasciare il seme delle nostre convinzioni. Abbiamo scelto per il primo laboratorio un argomento base della disciplina: gli stati dell’Io. L’obiettivo del laboratorio è stato chiaro fin da subito: le persone sarebbero dovute uscire dalla stanza, dopo un paio d’ore di lavoro, con uno strumento utilizzabile da subito, sicuramente limitato, ma già completamente efficace. La struttura del laboratorio si è delineata in breve: una parte di lezione frontale durante la quale presentare la teoria con la sua semplice lingua e una parte pratica che consentisse di sperimentare in prima persona quanto appena appreso attraverso il gioco. Abbiamo testato questo primo workshop con gli amici del XPUG genovese e di altre community locali a fine 2017. Il test ci ha fornito subito un buon feedback e molti spunti di miglioramento: Valentina ha potuto ipotizzare quali potevano essere una prima serie di argomenti utili a concludere un ciclo congruo ed omogeneo di conoscenze da trasmettere e insieme abbiamo invece individuato un primo corridoio di atterraggio verso l’AT applicata che sarebbe probabilmente stato composto da tre workshop distinti. 46

I tre workshop del percorso Mindset ipotizzato a tavolino all’inizio della situazione esistente ci hanno portato ad sfida: quello sui giochi psicologici. Nel utilizzare, d’accordo con il management, Il passo successivo è stato sottoporre il frattempo abbiamo replicato il secondo questi nuovi strumenti fino ad allora laboratorio ad un evento della community workshop, a settembre 2019, in occasione elaborati. Agile italiana (IAM), per vedere se la dell’evento Agile Venture Firenze, Abbiamo effettuato due singoli workshop, proposta sarebbe stata accettata o all’ombra della cupola del Brunelleschi. di mezza giornata ciascuno, ripetuti con invece respinta al mittente con un ‘forse due team composti diversamente sia in avete sbagliato conferenza’. Fu accettata Ideare il terzo laboratorio è stata dura: termini di responsabilità aziendale sia ed anche il secondo gradino, la possibilità affrontare sempre nuovi argomenti con di attività, ottenendo un buon successo di avere dei partecipanti, venne superato platee diverse presenta di volta in volta sulle persone interessate dall’attività che con successo con un tutto esaurito. una difficoltà maggiore. Dovevamo hanno ottenuto soprattutto una maggior Ci siamo così ritrovati, una mattina di assolutamente trovare un modo per consapevolezza delle dinamiche febbraio 2018 a Torino, in occasione del rendere chiaro l’argomento, partendo aziendali, personali e di gruppo, in cui primo evento IAM in questa città, in una nuovamente da zero e senza dare nulla erano coinvolte (e ce l’hanno detto). stanza davanti a una ventina di persone per scontato. Questo terzo workshop è In uno di questi team, in particolare, curiose e motivate, emozionati e pronti a stato presentato agli Italian Agile Day(s) sono emerse alcune situazioni di stress vedere se anche il terzo gradino sarebbe a novembre 2019 a Modena e, anche ed incompatibilità che nelle nostre stato superato: la prova finale, quella del in quest’occasione, abbiamo ottenuto precedenti attività di indagine e screening pubblico. feedback molto positivi ed una gran non eravamo riusciti a rendere così soddisfazione pure dalle molte persone esplicite. Tutti i partecipanti hanno chiesto Quando, finito il laboratorio, ci siamo “addette ai lavori” che hanno partecipato al management di poter proseguire le congedati dalla platea, è stata veramente e ci hanno ringraziato per avergli aperto attività sul filone umanistico-psicologico una gioia per noi vedere nella maggior un nuovo fronte di pensiero. con successivi laboratori. parte dei partecipanti manifestazioni di interesse e soddisfazione. Il messaggio Finora i feedback ci incoraggiano, In tale occasione abbiamo notato un era stato ricevuto: molti avevano abbiamo apportato modifiche e aspetto che non avevamo considerato: interiorizzato quello che avevamo miglioramenti e vogliamo continuare a la platea arricchiva il metodo e ci voluto trasmettere e da quel momento proporre i nostri laboratori a conferenze forniva l’humus di applicazione per avrebbe fatto parte del loro bagaglio di di community. problematiche che non avevamo ancora conoscenza personale. incontrato. Insomma, l’AT come base ma La prova sul campo Agile e soprattutto Agilisti come terreno Così, ben motivati, dopo qualche mese di sperimentazione ottimale. siamo passati ad ideare il secondo Nel 2018 si è presentata un’opportunità laboratorio su un altro tema dell’AT: le lavorativa che ci ha permesso di provare Quest’ultima in particolare, è la spinte emozionali. Il workshop è stato sul campo l’efficacia del metodo considerazione che ci ha portato a proposto all’evento IAM di Milano, a sperimentato, in occasione di un’attività proseguire nello sforzo di trovare nuovi gennaio 2019, nella bellissima sede di di coaching Agile in un’azienda di percorsi per l’introduzione di Agile in Sky, in una location che ricordiamo ancora piccole/medie dimensioni, orientata a azienda, o dove si voglia trarne beneficio, con grande piacere sia per la bellezza recuperare una situazione di adozione e allo stesso tempo per sanare situazioni degli ambienti, sia per la cordialità dei Scrum self-made che non aveva dato i di fallimento, di cui pochi parlano partecipanti. Anche in quest’occasione risultati attesi; oltre ad un percorso di solitamente, ma che sappiamo bene il feedback è risultato molto positivo recupero e re-impostazione del terreno essere molto reali nel campo dello e siamo così passati ad ideare subito atto a ricevere la coltura Agile, alcune sviluppo software come in altri ambiti. l’ultimo dei tre laboratori che avevamo particolarità incontrate analizzando la A g i l e I t a l i a 47

#NoCoaching decennale (e attendiamo cosa succederà autonomamente, che possa supportare al ventennale). sia il recupero di fallimenti, sia il Tempo addietro, muovendo i primi miglioramento in realtà particolarmente passi da agilisti, o presunti tali, ci siamo Ecco, se validiamo l’Agile coaching, così complesse, rimanendo comunque immancabilmente imbattuti negli come comunemente lo riconosciamo fedeli alle linee guida del Manifesto e aspetti del c.d. Agile coaching; memori applicato in ambito lavorativo, con i valori con il massimo rispetto per l’autonomia del reflusso dato dalla frittatona di delmanifestoAgile,qualchedistanzaforse del Team. Così come è pratica diffusa cipolle, evitiamo di cadere nel tranello esiste. Se manteniamo la luce puntata trasmettere uno strumento tecnico ad di spiegare cosa sia un “Agile Coach”; sul primo valore e le raccomandazioni un Team Agile in modo che lo acquisisca chiunque voglia acculturarsi su ciò presenti nei dodici principi, riguardanti e lo usi per cambiare e migliorare in troverà una serie di definizioni, anche l’auto-organizzazione dei Team, la autonomia, allo stesso modo vorremmo in contrasto tra loro, che spaziano dal loro autonomia, l’introspezione e la trasmettere ai Team Agili questa nuova campo umanistico a quello tecnico a comunicazione interna, non è prevista né soft skill che li possa rendere più quello manageriale, e ad altri, non ultime contemplata alcuna guida. indipendenti nel proprio processo di molte simpatiche ed anche goliardiche crescita. citazioni che si riferiscono a gente che “Un Team Agile ha bisogno di un Coach? abbraccia alberi, sorta di religioni poco la risposta breve è: no.” (cit. Robert C. Stiamo perfezionando questo approccio, affidabili, personaggi bianco-togati che Martin, aka Uncle Bob) che chiamiamo in modo provocatorio: spiegano come tutte le risposte siano già #NoCoaching. dentro di te, benchè irrimediabilmente Pensiamo che l’Agile coaching sia utile sbagliate. ed efficace, ma l’applicazione sul campo Prossimamente: Agile Fix Path Scherziaparte,assumiamoperdefinizione può violare le basi del mindset; ad es. di Agile Coach quella del professionista in tutti i casi in cui cessata l’azione del Agile Ecology è il brand cui stiamo che aiuta persone e aziende che Coach, viene a mancare la forza trainante lavorando e nel quale vorremmo desiderano intraprendere un’adozione o del cambiamento ed il processo di confluissero tutti gli sforzi di ideazione trasformazione Agile a conseguire i propri trasformazione si arena o torna sui suoi di nuovi strumenti che derivano dalla obiettivi lavorando meglio. Qualcuno che passi; in questi casi di fallimento, talvolta sinergia di discipline diverse. aiuta il cambiamento senza sovrapporre portati a dominio di community, crediamo Vorremmo presentare un seminario di il proprio pensiero a quello dell’assistito. che quanto avvenuto non si possa una giornata, prima dell’estate, in cui Un Agile Coach in realtà ricopre ruoli liquidare con la mancanza di adeguato far sperimentare il nostro approccio in diversi durante la propria attività: docente, investimento da parte dell’azienda e condizioni di simulazione piuttosto vicine consulente, mentore, facilitatore, coach, delle sue persone o dalla presunta non alla realtà e intervenendo su problemi ecc. Ne consegue che, per poter essere sufficiente capacità del professionista reali portati dai partecipanti. efficace nei propri intenti, debba disporre che opera in qualità di Coach. di una buona esperienza, ed adeguati Volevamo titolare la giornata con “cercasi strumenti, in ambiti diversificati. Il problema potrebbe risiedere fallimenti!”, ma abbiamo optato per un nell’approccio. Abbiamo cercato di nuovo più ottimistico “Agile Fix Path” ;-) Abbiamo un problema con l’Agile nel confronto col mondo psicologico coaching? La risposta breve è: no. umanistico e, con grande soddisfazione, Vi aspettiamo! Stay tuned. trovato nuovi spunti, a partire dalle Tuttavia, spesso validiamo nuove idee, transizioni degli stati dell’Io, fino alle Andrea, Marco e Valentina approcci, definizioni, discipline, metodi svalutazioni, meccaniche appartenenti [email protected] che incontriamo nel percorso Agile che a tutti gli attori coinvolti, che ne sono non finisce mai, rispetto all’aderenza soggetti a prescindere dai ruoli, Coach al Manifesto, che nella sua estrema compresi. semplicità e chiarezza si è finora dimostrato affidabile per la comunità che Abbiamo avviato un nuovo percorso, l’ha sottoscritto e che l’ha pure messo sempre basato sulla diffusione di collegialmente in discussione nel suo strumenti fruibili immediatamente e 48

Valentina Pieroni - Professional Counsellor In dieci anni di lavoro in ambito educativo e sociale ho avuto modo di sperimentare differenti approcci psicologici e relazio- nali, nel 2009 incontro l’Analisi Transazionale e, fin dai primi seminari introduttivi, oltre alla specificità relativa alla gestione dei gruppi ne colgo il pragmatismo e il potenziale in ambito organizzativo e formativo. Nel 2013 conseguo il master in Ana- lisi Transazionale ad orientamento Psicosociale, con una tesi sulle dinamiche del gruppo. Conduco gruppi per per il cambiamento, la consapevolezza di sé e l’empowerment del singolo e delle strutture organizzative operanti in contesti sociali. Dal 2015 sono docente e formatrice in corsi per l’aggiorna- mento e la formazione presso associazioni, cooperative o ca- tegorie di libera professione. Marco Perrando - Opal, founder and board member After a PhD degree in electronic and computer engineering, I started to work in the software development industry. I began to adopt agile methodologies since their early birth, and I propose them in all the working environments I go. Lately I had the possibility to learn something more about the human factor, and I am trying to conjugate this impor- tant aspect to the more technical ones, to explore new ways to improve the quality of work and of workers life. Andrea Torino Rodriguez - Agile Coach, Scrum Master, Sw. Engineer Lavoro in ICT da oltre 20 anni, principalmente come consulen- te; nel 2003 ho aderito alla filosofia Lean/Agile e sottoscritto il Manifesto Agile (http://www.agilemanifesto.org), cambiando radicalmente il mio approccio alla risoluzione dei problemi ed al lavoro singolo e in team. Credo nel confronto delle esperien- ze ed arricchimento reciproco, ed applico i medesimi principi per aziende, team e persone che aiuto a crescere e migliorare nei propri ambiti. Mi occupo di coaching e training Agile senza tralasciare la pratica dello sviluppo software in qualità. Sono co-fondatore della community Agile ligure XPUG-Genova, nonchè membro dello IAM - Italian Agile Movement. A g i l e I t a l i a 49

La risonanza creativa e il pensiero agile Corrado De Sanctis Corrado De Sanctis è Senior Agile Coach in Lloyds Bank e opera a Londra dove è già stato coinvolto in alcune delle più importanti «Agile Transformation» a livello internazionale in diversi settori. Dopo 10 anni come sviluppatore (eLearning e Mobile) e 15 anni di Project Management (Prince2), ha cominciato a promuovere Agile dal 2012 e possiede diverse certificazioni a livello di Team e Enterprise. Corrado è un membro attivo della comunità Agile londinese dove è un noto speaker in eventi e conferenze e gestisce una della più grandi community di agilisti. In Italia è organizzatore del gruppo meetup Scrum Agile Milano (SAM). 50

“It doesn’t make sense to hire smart pe- troviamo in presenza di alcuni fattori frequenza pari all’oscillazione propria ople and tell them what to do; we hire che fanno da catalizzatore (spesso la del sistema stesso, e “creativa”, cioè che smart people so they can tell us what to disponibilità di risorse economiche porta creatività. do.” (Steve Jobs) dedicate o la presenza di menti L’ipotesi alla base della risonanza Oggi affrontiamo un argomento a illuminate), ma soprattutto colpisce il creativa è che la possibilità di interagire cavallo tra storia, tecnologia, psicologia fatto che, in un’area abbastanza ristretta e costantemente con persone che e filosofia che ha una forte correlazione in un periodo temporale piuttosto breve, abbiano obiettivi simili e un substrato con il pensiero agile (il cosiddetto sembra ritrovarsi una concentrazione di culturale comune, permetta di creare “Agile Mindset”) e i suoi principi. Vista “geni” che, in teoria, dovrebbero essere un fenomeno di “retroazione positiva la ambiziosa premessa, partiamo alla distribuiti più uniformemente sia nel tra il pensiero individuale e il pensiero grande. tempo che nello spazio. Altro elemento collettivo” che a sua volta permette la Come si caratterizza il progresso che emerge è come questi eventi “generazione di un maggior numero culturale? tendono a ravvicinarsi nel tempo, mano di pensieri di migliore qualità”. E’ stato spesso segnalato come a mano che ci avviciniamo ai nostri cioè: Semplificando il concetto, sembra che la l‘evoluzione culturale non proceda cioè mentre prima passavano secoli tra possibilità di confrontarsi efficacemente sempre linearmente: se guardiamo un balzo e un altro, nella nostra epoca con i “colleghi” permette non solo di a gli ultimi 3000 anni di cui abbiamo sembra che passino poche decine di migliorare la qualità del proprio pensiero, una documentazione significativa, il anni (teniamo a mente che questa idea ma in cascata del pensiero di tutti i progresso è caratterizzato da alcuni potrebbe essere falsata dalla nostra coloro che abbiamo intorno, che a loro significativi balzi apparentemente prospettiva storica). volta si influenzano vicendevolmente imprevedibili. Esempi in questo senso Viene quindi da chiedersi quali condizioni contribuendo ulteriormente alla crescita li troviamo in praticamente tutte le abbiano potuto rendere possibile tali di tutti gli individui coinvolti e via così in epoche: la Grecia di Pericle (V sec a.C), “esplosioni”, e se sia possibile ricrearle, un fenomeno di crescita sinergica. Quindi l’Ellenismo (III sec a.C.), il mecenatismo all’interno delle aziende. Questo è per la risposta alla domanda precedente romano (I sec), la cultura araba (IX l’appunto l’argomento dell’articolo. (come mai tanti geni tutti assieme) è che sec), il Rinascimento italiano (XV sec), Cominciamo a spiegare il titolo. in realtà non c’è un numero maggiore l’Illuminismo francese (XVIII sec) l’epoca La risonanza creativa di geni, ma che nelle circostanze Vittoriana in Inghilterra e, in tempi più Il termine (in inglese“Creative resonance”) collettive favorevoli, gli individui recenti, il progetto Manhattan (1940) è la combinazione tra “risonanza”, possono avere prestazioni al di sopra la eEconomy (2000), e lungi questo condizione fisica che si verifica quando della media (a volte tanto eccezionali dall’essere un elenco completo. un sistema oscillante forzato viene da parlare di “genio”). Sicuramente nei casi sopra citati, ci sottoposto a sollecitazione periodica di A g i l e I t a l i a 51


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