Ente Promotore Circolo Artistico “Amici nell’Arte” Castello Costa-Del Carretto tel. 0182.582351 cell. 338.8504478 17033 Garlenda (SV) E-mail: info@amicinellarte.it Patrocinio Comune di Garlenda Catalogo a cura di Carmen Spigno Pasquale Meli Grafica copertina Rudy Mascheretti Testi di Silvia Bottaro Walter Accigliaro Ugo Ronfani Stampa Tipografia Bolla - Finalborgo © Copyright 2004 - “Amici nell’Arte”
Comune di Garlenda 24 luglio - 31 agosto 2004 Castello Costa-Del Carretto
ilPERCHÉdellaMOSTRA Il Circolo Artistico “Amici nell’Arte” di Garlenda è lieto di varare la quarta edizione del progetto cultu- rale “Ginevra – Arte&Musica” che riunisce ogni anno a Garlenda nell’ampio spazio del castello Costa-Del Carretto artisti di fama internazionale e un folto pubblico di estimatori e affezionati fruitori. Quest’anno il “magico connubio Arte e Musica”, motivo ispiratore delle precedenti edizioni, è incentrato sul “Mito”. “Quando la verità intiera non può essere espressa con il logos, si manifesta col mythos…” afferma Plato- ne nei suoi scritti. Ed infatti il mito è un linguaggio al di sopra della fiaba, poiché sottintende un insegnamento profondo, una rivelazione di verità, di fede e di bellezza. Ogni mito nasconde un significato universale: pensiamo al “Vello d’Oro”, al “Minotauro”, alle “Fatiche di Ercole”… e oggi il mito sembra prepotentemente tornato nella nostra vita supertecnologica, complici l’arte e i “media”, come per offrirci una via di salvezza dallo stress quotidiano. Orfeo è stato il più grande poeta e musico greco, cantato da Ovidio e da Virgilio oltre due millenni or so- no; la sua storia d’amore con Euridice, la discesa agli Inferi, il “patto” con Plutone, hanno ispirato schiere di artisti in ogni tempo. Il “non voltarti indietro” non è solo un comando, ma un monito a perseguire la via della propria cre- scita interiore senza indugi, né ritorni. Ecco perché è stato scelto il mito di Orfeo come tema dominante dell’edizione 2004. Carmen Spigno presidente “Amici nell’Arte” Garlenda
VACANZElieteCONilMITO Ugo Ronfani Il mito di Orfeo è il tema proposto Sofocle, Eschilo, Euripide, e impedire che La storia sublime e tragica di Orfeo da Carmen Spigno - che dirige con passione virtù e valori assoluti siano travolti dal ed Euridice ci è venuta incontro, intatta, e fantasia il circolo degli “Amici nell’Arte” quotidiano e dall’effimero. Lévi-Strauss, dalla mitologia greca più antica. E’ volata di Garlenda – per la rassegna 2004 che nell’ambito della sua antropologia fino a noi sulle ali della poesia, con le anima culturalmente l’estate della bella strutturalistica, ha dimostrato, nel secondo Metamorfosi di Ovidio e le Georgiche di località del Ponente ligure. L’intreccio fra Novecento, che le costruzioni mitiche sono Virgilio, nel Rinascimento italiano con la pittura, musica e letteratura è una costante tutte riconducibili, sempre e ovunque, a Favola gentile del Poliziano. La lira del delle iniziative del circolo garlendese, in una contesti specifici, a codici di base: come musico poeta che in età barbare (come visione “globale” delle arti decisamente éternel retourdi emozioni, sentimenti, l’attuale, verrebbe voglia di dire, visto che ci moderna, e che incontra l’adesione di una pensieri. troviamo ancora a parlare di torture, di popolazione fra le più attente, in Liguria, terrorismo e di guerre cruenti nonostante le alle cose dell’arte. sofisticazioni delle tecnologie…) impietosiva gli dei degli Inferi, placava il Ma perché il mito di Orfeo e di vento, rallentava le acque e traeva al suo Euridice? Degli sposi che, divorati seguito le pietre, questa musica ha toccato il dall’impazienza di ricongiungersi, cuore di poeti come Rilke o la Merini, di distruggono per sempre la speranza di musicisti del passato come Monteverdi e salvare il loro amore, avendo il figlio di Gluck o di compositori moderni come Tito Apollo e di Calliope, che placava anche gli Schipa jr. o Roberto Vecchioni, ha ispirato dei degli Inferi con la dolcezza della sua artisti come il Tiziano, Poussin e il Canova, musica, infranto il veto di Ade e Persefone, ha indotto registi come Jean Cocteau o di volgersi indietro a guardare l’ amata Marcel Camus a trarne dei film. prima di essere fuori dal regno dei morti? Nessun tempo – scriveva già Ma, allora, l’avere invitato la Era impossibile fare di Garlenda la Kierkegaard – è svelto nel costruire miti popolazione e gli ospiti di Garlenda, nei capitale di questo mito dell’amore in tutta la come l’epoca moderna, nel costume e nella pomeriggi e nelle serate gioiose delle sua ramificata estensione: limitati i mezzi, lo politica, nella cultura e nell’arte. Ma questi vacanze, a volgere il pensiero all’amore spazio e il tempo. Ma si è voluto costruire miti - oggi amplificati dalla comunicazione eterno, nella sua terrena fragilità, di Orfeo e intorno a questa favola immortale, di cui mediatica - son diventati fragili, mutevoli, di Euridice, mentre molto congiura, nel abbiamo bisogno per continuare a credere soggetti ai capricci della moda. Sicché, per nostro tempo, a frantumare le relazioni nel sentimenti e nelle passioni, un insieme di strano che possa sembrare, oggi sentiamo il affettive, a fare sprofondare nel disincanto la iniziative “a tema” – come il programma bisogno di tornare alle radici del termine relazione fra l’uomo e la donna e a relegare illustra in dettaglio – tanto da affermare, greco, mythos: come racconto di vicende e pene e delizie amorose in comportamenti del dalle mura del castello Costa-Del Carretto e personaggi, esseri divini o eroi, tramandatici passato, può essere – deve essere – un modo dintorni, che in questo lembo di terra ligure dalla notte dei tempi, e che si per affermare che il cuore dell’umanità, illuminato dal Mediterraneo sono custoditi, contrappongono al logos come nonostante l’oppressione di guerre e con il mito, l’eternità della bellezza e dei argomentazione razionale, dominante nella violenze,crudeltà e egoismi, vuole rimanere sentimenti. Che, se il cuore batte giovane e società tecnologica in cui viviamo. Il mito è giovane. appassionato, è sempre tempo di svegliarsi e stato, per Freud, il filo d’Arianna per di rinascere, come dice nei suoi versi per frequentare i labirinti dell’inconscio, la Orfeo Carmen Consoli. chiave di volta per decifrare i sogni. E’ ancora e sempre, nel teatro, il modo per Milano, aprile 2004 interrogare le grandi coscienze antiche,
SPUNTIdalMITOdiORFEOperl’ESPRESSIVITÁcontemporanea Walter Accigliaro [...] Il cubismo orfico è l’arte di dipingere lirismo musicale sulle stesse forme verso la fine del XIII secolo, oppure si complessi nuovi con elementi ricavati non primordiali, come se soltanto l’alta considerino i Trionfi («Triumphus espressione poetica potesse comunicare Cupidinis») del celebre Francesco Petrarca, dalla realtà visuale, ma creati totalmente spiritualmente con ogni aspetto del mondo in cui viene espressamente citato in versi dall’artista e da lui dotati di una possente terreno. Tuttavia sullo sfondo resta un proprio il mitico Orfeo con varie altre realtà. Le opere dei pittori orfici devono perenne scontro. Secondo Stefano Andriani vicende e personaggi del mondo classico. offrire insieme un piacere estetico puro, e Bruno Traversetti (I miti degli dei e degli Così pure, venendo al centennio scorso, eroi, Milano 1987), la mitica narrazione di risalgono al 1914 i Canti orfici del poeta una costruzione che cada sotto i sensi e Orfeo «... è fondata sull’eterna lotta tra le Dino Campana, scritti visionari ed una significazione sublime, cioè il soggetto. forze che presiedono alla natura sensibile e arditamente simbolici, tra le opere più quelle che presiedono all’attività razionale e autentiche del decadentismo italiano. È arte pura. [...] spirituale ...». Inoltre, sono del 1923 i Sonetti ad Orfeo redatti dal poeta tedesco Rainer Maria Rilke, Guillaume Apollinaire Anche certe scuole di pensiero già in cui la parola si fa interprete del mistero nell’età classica derivano da concezioni della vita e della morte. In campo musicale, (Peintres Cubistes, Parigi 1913) riferite a questo racconto mitologico. per esempio, Claudio Monteverdi e L’orfismo, movimento misterico-religioso Christoph Willibald Gluck hanno dedicato Molte volte l’arte, dal mondo antico greco, secondo la tradizione antica sarebbe pagine preziose all’episodio culminante tra alla modernità, ha reperito nel mito classico stato fondato proprio da Orfeo. Prometteva Orfeo ed Euridice. spunti illustrativi e concezioni per salvezza agli iniziati dopo la morte. Mirava simbologie, citazioni, emblemi. A alla purificazione attraverso la castità, Per l’arte nel Novecento (oltre ad prescindere dalle più “dirette” figurazioni l’astinenza dalla carne e dal sangue. Questo alcune correnti italiane del primo trentennio greche o romane, dal rinascimento movimento, in rapporto contrapposto ai e ad alcuni artisti ben noti per le loro perlomeno agli anni ’80 del Novecento misteri dionisiaci, influì su Pitagora e trasposizioni dal mondo antico, come De vicende mitologiche e spunti del pensiero Platone (ad esempio, si consideri il tema del Chirico, Paolini, Parmiggiani ed altri) si mitico riaffiorano per effondere trame, corpo come «carcere dell’anima»). possono citare almeno due movimenti eventi, concetti. Quindi, varie forme importanti che, in periodi e modi diversi, si espressive in tempi diversi ne hanno Al di fuori dell’antichità, il mito sono riferiti al mito classico. Innanzitutto in riproposto o rielaborato messaggi profondi. classico è tipico dell’arte profana, ma Francia, fra il 1912-1920, si sviluppa talvolta compare anche in ambito l’«Orfismo». Tale termine viene coniato nel Il mito di Orfeo, con le vicende che ecclesiastico, seppur in un ruolo del tutto 1912 dal poeta Guillaume Apollinaire per spaziano dalla nascita misteriosa (comunque secondario od in ambienti non cultuali. definire la pittura di Robert Delaunay e di da genitori di rango elevato, persino dal dio Difatti certe correnti del pensiero cattolico altri artisti cubisti, che non omogeneamente Apollo e dalla musa Calliope, secondo una non disdegnarono del tutto, oppure non tendeva a risolvere la scomposizione tradizione) alla sua formazione musicale, condannarono drasticamente, qualche filone formale basandosi sul dinamismo ottico e dalle nozze con Euridice (il cui decesso culturale e neanche i salienti filosofi dei cromatico. L’annuncio ufficiale avviene in offre poi l’occasione per il noto episodio tempi pagani, soprattutto prima della una conferenza tenuta in occasione agli Inferi) alla sua stessa morte cruenta ad controriforma. dell’inaugurazione della mostra del gruppo opera delle Menadi, è primamente riflesso “La Section d’or” (Villon, Duchamp, nei versi di Ovidio e di Virgilio. Vari aspetti Com’è noto, la letteratura ha Gleizes, Metzinger) in una galleria parigina; richiamano l’eterno confronto fra l’armonia perpetrato nei secoli tematiche del mito poi l’orfismo verrà teorizzato in alcuni suoi dello spirito e la forza dei sensi, fra la classico. Già dalla fine del Duecento sino a scritti. Questa parte del movimento cubista sublime debolezza amorosa ed il profondo certe esperienze del Novecento si manifesta (che persegue inventività, libertà, dolore del distacco. In ogni modo, l’elevata la persistenza dei riferimenti mitologici. È autonomia, come ritorno iniziatico alle fonti perizia di musico e di poeta connota Orfeo una costante verificabile, come - ad esempio orginarie del linguaggio pittorico) quale intimo, eccelso cantore che sa – la Storia di Narciso (dalle Metamorfosi di infondere consonanza e sentimento anche Ovidio) sia presente nel Novellino redatto agli elementi naturali (animali, piante, pietre). È la celebrazione del primato del
costituisce una delle premesse vuole comunicare. Come Orfeo, l’artista spiritualmente al di sopra del mondo delle all’astrattismo. tende a sublimare la propria capacità con un cose, ma nelle figure e nelle immagini con linguaggio suadente che s’impone pure nei le quali esso sostituisce questo mondo, non Nei trascorsi anni ’80 si afferma, fra confronti del mero stato naturale. Il suo vede che un’altra forma di materialità e di l’altro, la citazione postmoderna. In artificio è in grado di elevarsi a superiori legame con le cose ...» (Linguaggio e mito). particolare, la riproposizione del passato livelli comunicativi. Insomma, si muove con È questa un’ottica riduttiva, abbastanza classico in Italia è espressa visivamente dal estro fra i meandri del pensiero. pertinente ad una convenzionale gruppo degli anacronisti o «pittori della trasposizione edonista. Però ben altre memoria» (Abate, Barni, Bonechi, Di Realtà e non realtà, rappresentazione risultanze dovrebbero esser perseguite. Giusto, Di Stasio, Galliani, Mariani, Piruca). ed illusione, meditazione e produzione sono Secondo Roberto Pasini (Anniottanta, condizioni antitetiche tra le quali oscilla il ··· Milano 1985), «... In ciò stanno il fascino e ruolo dell’artista vero. Andare a ripescare il rischio di una simile poetica, che accattiva nel mondo delle idee le proprie istanze Non è agevole trasporre tematiche di e sconcerta nello stesso tempo, libera concettose, in genere precede il “fare arte” o tempi remoti nel mondo contemporaneo. pulsioni a lungo represse dalla cultura vi si connette simultaneamente. Inoltre, Anzi, generalmente si tratta di concetti, dell’avanguardia, ripropone valori a lungo quasi sempre la situazione umana per il scenari, sentimenti che oggi possono misconosciuti, considerati obsoleti, e ribalta “creativo” costituisce il suo “conflitto” sembrare retro o del tutto inadeguati, quanto di segno la loro senescenza, presentandoli quotidiano, il suo confronto (arduo od inattuali. Però, come scrive Salustio a come fonte a cui attingere eternamente, in agevole) con le azioni del vivere comune, proposito dei miti classici, «Queste cose non una nuova concezione del consumo, del con la ricerca delle gratificazioni, con i avvennero mai, ma sono sempre» (Degli dei tempo, del fare artistico ...». Il ritorno non rapporti interpersonali. Quindi si tratta di e del mondo). Eppure le caratterizzazioni, le convenzionale a modelli aulici, rifarsi ad una posizione e di un ruolo complessi. problematiche e le contrapposizioni della una “superiore inattualità”, la privazione del complessa società odierna appaiono così “between” sono le direttrici perseguite da Gli strumenti e le caratterizzazioni lontane da quel mondo immaginoso, non questi artisti fra il 1980 ed il 1988. del linguaggio artistico non sono disgiunti solo nel tempo, bensì nei contenuti e nelle dalle scelte di contenuto. Così, risalire agli situazioni. Lo sviluppo potenziale, i drammi, Due importanti mostre a Milano archetipi del mito e delle basilari la dinamicità dell’uomo d’oggi come (1992) ed a Sarzana (1995) hanno concertazioni tra esistenza e sapere possono rapportarsi a racconti mitici, irreali documentato periodi diversi del Novecento costituisce uno degli orientamenti di quanto in apparenza così desueti? in cui l’espressione artistica ha ripreso, ha principio, insieme con quelli formali. Se Nondimeno molte certezze odiernamente rispecchiato con maggior evidenza oggi l’uomo (tecnologicamente avanzato sono messe in discussione. Tanta tematiche mitologiche. La seconda, Il mito e oppure spaesato nella complessità “concretezza” (si considerino, ad esempio, i esistenziale) appare quale tema dominante discussi reality shows televisivi) spesso il classico nell’arte contemporanea italiana in molte ricerche espressive, nondimeno i produce immagini crude o banali, 1960-1990, ha esaminato i filoni più vicini suoi stessi valori etici e culturali possono quantomeno scontate od al limite alle esperienze attuali, articolando pure trovare altra esplicazione significativa. dell’inespressività. Siamo quasi ossessionati settori connessi all’immagine tecnologica. Molte volte è lo stesso artefice che si dall’informazione quotidiana. I mass-media Entrambe hanno documentato e ribadito “specchia” nell’opera prodotta. sono ovunque e la realtà dell’oggi ci desideri, ambizioni, concetti rivolti agli raggiunge sistematicamente. I messaggi archetipi mitici, quasi come un riflesso Scavare ancora nelle profondità visivi sono moltiplicabili enormemente ed sicuro nella ridondante marea delle odierne dell’Io e ricollegarsi ai processi dell’antica hanno funzioni plurime. Inoltre, qualsivoglia elocubrazioni. formazione del pensiero non sono immagine è filtrata tecnologicamente, può procedimenti vacui, senza dimenticare essere prodotta, variata o riproposta con ··· lirismo e musicalità nell’esprimerli. Però grande efficacia. Per molti tali risultanze non mancano gli sviamenti. Il filosofo Ogni azione veramente creativa tedesco Ernst Cassirer già nel 1925 imprime segni tangibili, infonde sentimenti, sosteneva che «... Il mito sorge
sono da recepire come nuove “icone age, orientalismo), così come di estroversi computerizzate”. Ma non mancano remore, atteggiamenti controcorrente. In qualche filtri, qualche presa di distanza. misura riaffiorano archetipi profondi ed inquietanti che toccano ciascuno di noi, al di I grandi spazi terreni, che oggi là delle nostre intenzioni consapevoli. percorriamo con agevole praticabilità, talvolta sembrano non bastare. Sono enormi Ad ogni modo, tra le vie (individuali quanto inappaganti; sono accessibili, ma non e collettive) che prospettano qualche riscatto risolutivi dei propri bisogni profondi. intellettivo, un’inquietudine positiva od un Evasione ed illusione risultano in continua sensibile risollevarsi del pensiero, possiamo crescita, di pari passo con l’accrescimento inoltrarci nei percorsi emblematici da delle possibilità individuali. Ambizioni, crisi sempre manifestati dall’arte. Qui il mito è di identità, accesi contrasti complicano od presente, in evidenza o sullo sfondo, per lo impediscono i rapporti umani. Le istanze, le meno quale archetipo della creatività attese idividuali e sociali si sfaldano, si intellettuale. arroventano, comunque si moltiplicano nelle metropoli ipersviluppate o negli squallidi Se oggi ci soffermiamo a riflettere, se tuguri del “terzo mondo”. Viviamo tutti, riusciamo a scansare – almeno per un po’ – seppur in modi molto diversi, problematiche varie ingerenze fuorvianti e se proviamo a assillanti. Non casualmente, anzi con piena distoglierci in parte dalla pressante cognizione di causa, l’ultima edizione della quotidianità, un’analisi introspettiva può Biennale internazionale d’Arte di Venezia ricondurci a taluni filoni esistenziali che (la 50.a del 2003) si intitolava Sogni e risalgono nel tempo. Così la ricerca di un conflitti. La dittatura dello spettatore. Il suo certo “dialogo” con il mondo naturale e con direttore, Francesco Bonami, fra l’altro le recondite tracce del nostro vissuto è un scrive: «... Oggi la nostra società ha ancora cammino da riprendere ogniqualvolta ci bisogno di fantasticare e di lottare per sentiamo smarriti o troppo condizionati. trasformare i sogni in realtà. La storia è un Sempre vorremmo crescere, ritrovare del infinito flusso di sogni generati da conflitti, tutto noi stessi, pervenire a qualche livello di come purtroppo l’infinito flusso di conflitti è felicità. Ma gli ostacoli, le delusioni, le la tragica conseguenza di sogni sofferenze sono frequenti, tanto da apparire irrealizzati ...». quasi soverchianti. Ciononostante non dovremmo rinunciare. Anche nell’arte cerchiamo risposte, messaggi sostenibili, qualche certezza Pure le modalità espressive (in rassicurante. Ma non ci possiamo attendere continua evoluzione tecnologica) talvolta ogni riscontro. D’altra parte, un certo provano a “rallentare il passo” della vita esaurirsi della razionalità assoluta, troppo frenetica, a districarsi fra varianti e l’incomunicabilità di molte situazioni, vari contrasti, a non accontentarsi di facili effetti interrogativi esistenziali ancor senza risposte o di accomodamenti alle prevalenze del esaurienti ci possono accostare a qualche momento. Certamente non è facile. Il religione oppure ci inducono a prestare linguaggio dell’arte non è quello del banale attenzione a contenuti che scavano consumo d’immagini stereotipate. Tuttavia nell’interiorità, che prospettano scenari di un uno sforzo ulteriore, quasi controcorrente, diverso pensiero meditativo. Non è solo potrebbe riservare proficue risultanze. questione di talune mode superficiali (new Alba, aprile 2004
ORFEOedEURIDICE:unRACCONTOantichissimoPERL’ARTEcontemporanea Silvia Bottaro Ancora una volta il suggestivo Ca- musica e nell’arte troviamo Tintoretto, ficie, stile e correttezza e “monumentalità” stello di Garlenda ospita una rassegna di Breughel, Rubens, Tiepolo, Feuerbach. Già i del linguaggio e dell’espressività efficace personalità che con il loro fare arte cercano romani in alcuni mosaici ripresero Orfeo col quale affrontare in modo costantemente di sondare, quali aedi contemporanei, il mito nelle vesti del pastore, col berretto frigio e la singolare il tema. Altri materiali, dal legno di Orfeo ed Euridice e di cercarvi quei nessi cetra. Nella sinagoga di Gaza un mosaico alle fibre tissulari, sono l’alfabeto originale che servono alla preservazione dei valori del pavimentale lo riprende nell’atto di suonare con cui Veronique Massenet (scultrice) e passato guardando oltre il mero dato l’arpa, circondato da animali selvatici che Laura Vegas (artista tessile) compongono le dell’attualità. ascoltano i suoni. pagine, le carte del loro racconto ricco, pre- zioso e fecondo, anche, di echi e di sensa- La potenza evocatrice del nome, del La scelta, quindi, di tale tema per l’ zioni etniche. La geometria, la ricerca delle racconto del mito appassiona anche ora: affluenza di opere create oggi ha portato da forme primarie, lo studio degli opposti, gli ognuno di noi è un po’ figlio delle oltre no- una parte alla presenza di significativi arti- orditi comuni e le letture metriche legate vanta generazioni che sono intercorse da un sti contemporanei che, da par loro, si sono alle culture regalano emozioni coloristiche, nostro antenato, fosse esso Priamo o Aga- cimentati con impressionabilità ed emotività scansioni temporali che cercano la meridia- mennone, Achille o Ettore, Paride o Ulisse. a cogliere l’essenza del mito in questione na dello scorrere dei patrimoni di conoscen- Quelle leggende, quelle storie fanno comun- (Carlè, L’Acqua, Lorenzini, Vegas, Barreda, ze ed una tavolozza sempre riconducibile que parte del nostro bagaglio Massenet, Lusso, Dolzan, Kriester), alla singolarità dell’artista, il riferimento e dell’evoluzione culturale. Il fascino, la cu- dall’altra alla considerazione dei lavori pre- l’attinenza corre a Enzo L’acqua, Albert riosità, la seduzione, l’attrattiva di quelle sentati da un nutrito gruppo di artefici Barreda, Giacomo Lusso e Paolo Dolzan. antiche vicende tra gli dei ed i comuni mor- dell’arte visiva (dalla ceramica alla video tali sono, ancora, avvincenti e si avvicinano, art), ed alla riflessione conseguente che ha La musica e la cetra hanno colpito molto spesso, a certe attuali situazioni psico- indotto all’esposizione dei loro elaborati diversi protagonisti di questa mostra che logiche e veridiche. creativi. hanno raffigurato nelle loro opere, non sem- pre, la mera figurazione dell’elemento musi- Orfeo è una figura enigmatica della Lo spazio tiranno non lascia, quindi, cale ma, più spesso, hanno affidato la loro mitologia greca, è il simbolo del musico molto campo alle eccessive parole che, tra creatività a seguire la “melodia” intima di che, attraverso il suo stupefacente e magico l’altro, non sono mai facili per illustrare una Orfeo che mentre suona educa e non cor- potere dei suoni, giunge a commuovere gli mostra collettiva dove tante personalità dis- rompe, ammansisce e calma gli animali, animali, le piante e finanche le pietre, non- simili, con storie differenti, hanno messo in quindi è il “suono” il fonema, il segnale che ché è capace di indurre gli dei degli Inferi luce, mi pare di poter dire, una apertura in- appassiona per l’eleganza e per la capacità alla pietà. Suona la cetra e canta. Tale capa- tellettuale e creativa verso il tema proposto, evocativa, così in Didi Armellin, Gianni cità farà sì che riesca a riportare Euridice, risolto con interesse e partecipazione emoti- Ravera, Pietrina Cau (interessante l’uso di sua sposa, nel mondo dei vivi ma il suo desi- va. Nel complesso la proposta artistico e materiali poveri con la tecnica raku), Gio- derio di guardarla la farà scomparire per culturale tocca molti aspetti del tema ed è vanna Usai. Alcuni di questi artisti hanno sempre. Il mito vuole che Dioniso, dio risolta con approcci diversificati nelle tecni- creato una vera e propria scala cromatica o dell’ebbrezza, abbia aizzato contro Orfeo le che realizzative ed in quelle compositive, forse una scala musicale, anche sonora, se si Menadi (giacchè il cantore gli preferiva A- offrendo un’occasione di riflessione degna scontrano gli elementi liberi nell’aria e rea- pollo) che lo dilaniano, le sue membra spar- di attenzione. lizzati in una sorta di cascata come nel caso se furono, poi, raccolte dalle Muse e inuma- di Marjorie Gaggino che nella sua installa- te, mentre la testa nuotò fino a Lesbo (l’isola L’arduo compito di sintetizzare le zione ha usato il legno, il ferro e la cerami- delle poetesse). varie presenze prevede appianamenti non ca. Di Orfeo musico si occupa, pure, Biagio facili, come quello di non cadere nella bana- Longo che segue il modulo vocale emesso Da queste poche righe, riassuntive di lità e convenzionalità delle espressioni. da Orfeo e lo modella con plastica eleganza tale mito, emerge come il tema possa aver Da Carlos Carlè a Sandro Lorenzini a Rai- incontrato l’interesse degli artisti, infatti, ner Kriester la forza, l’intensità e la “sanità” Orfeo e Euridice hanno originato opere di della materia usata per ideare le loro scultu- Gluck, Monteverdi e Haydn nel settore della re, diventa poesia della forma e della super-
nel legno gentile della betulla, nascente da ra passa dal classico fraseggio all’avveniristico novello racconto di Orfeo ed Euridice. Tutto ciò un sasso primordiale di arenaria. rimando. per donare, ancora, una volta emozioni, sguardi La composizione antica del mito riflette una Cinzia Vola crea su carte “segrete”, scritte con irriverenti, fraseggi poetici, giochi di luci e di forza “plastica” intima che è colta in forme e colori ben affiancati, impiego di materiali inusua- simbologie dissomiglianti da alcune opere di una grafia chiara, il racconto contemporaneo del li, raffigurazioni classiche o più libere in un’ Flavio Forlani (viene sottolineata la poesia mito: guarda dentro la figura che appartiene ad azione di rimandi più o meno colti ma riconduci- del mito) e di Davide Reverberi (opera con etnie diverse dalla nostra, ne coglie la psicologia bili, senza dubbio, alle arti visive in senso lato. una particolare vena silente). del profondo scavando dentro di sé. Caroline Dal Castello di Garlenda, quindi, un invito a Dalla classica pittura su tela con uno studio guardare dentro le cose, le culture, i gesti quoti- della figura (Euridice), resa con un segno Keyn, con l’astrazione delle forme e delle con- diani, le canzoni, le leggende, per trovare quella deciso ed originale, Bernardo Asplanato ci venzioni, si avvicina alla simbologia, alla metafo- forza, quella sensibilità che i bambini e gli artisti presenta la sua pagina del racconto sempre ra moderna del tema, così Caterina Massa crea hanno in abbondanza e che solo loro sono capaci attuale di tale tema. Così Rudy Mascheretti un legame tra quella narrazione arcaica e la mate- di donarci a piene mani con pennelli, colori, tele, con il suo “solido”, concreto e profondo carte e … passione per la verità. disegno di una Euridice moderna e Franco ria, con una tavolozza singolare ed una capacità Grassi nell’ambientazione classicheggiante compositiva interessante. Margherita Piumatti Savona, maggio 2004 del mito, lo narra con una tenuità elegante, continua, con la tecnica raku, a sfidare il tempo e garbata ed intelligente nel segno preciso e la capacità evocativa della terra per trovare una fluido. Tra la ricerca dell’intima essenza ed entità del mito, colto tra sogno e meraviglia, sintesi efficace della “verità” di quella storia. e la sua visionarietà e l’impeto e la prestanza Chiara Parodi osserva il mito rovesciandolo e la della narrazione, tra fantasia e leggenda, si sua “scala” cromatica e del tempo la conduce, ci possono “leggere” le opere di Mauro Ventu- guida, alla riflessione. La concisione e la sinteti- rino e di Elvira Leiten. La matrice evocativa e, se si vuole, provoca- cità stilistica portano Carlo Cormagi ad ideare toria del mitologico tema vede Enzo Caso un’opera particolarmente comunicativa. Franca raffigurare la forza insita del mito in un la- Briatore compie un lavoro efficace, opportuno ed voro più tradizionale e spaziare, poi, tra mu- adeguato di ricerca del legame tra gli opposti e sica, suoni ed immagini virtuali (con legami ai manichini leonardeschi) in un Maurizio Morandi ci conduce alla fase ludica di “caleombur” di grande impatto emotivo e ognuno di noi, inventando un gioco dell’oca di visuale, reso con l’uso delle moderne tecno- Orfeo dove la pubblicità, certi rimandi a quadri logie. illustri sul tema, e così via, ci aiutano ad indagare Il chiamare alla mente porta la Co Dorgelo a realizzare una sorta di altare da viaggio con un il mito nella nostra più vera contemporaneità trittico, all’interno, ricco di una grafica fantastica della quotidianità. con richiami a culture lontane, dove la capacità Carmen Spigno immagina e concepisce una tecnica sostiene la personale vena creativa. La “sintesi” del mito con un “quadrittico” dove i simbologia mitologica muove Donata Mora che, con la vivace pigmentazione e l’ elemento distin- colori, i segni che seguono le impronte del tempo tivo, riesce a far emergere la “testimonianza” del sul legno (materiale da lei usato) danno vita ad mito. un a sorta di secolare riassunto del racconto re- Reminiscenze, abbandono, impressioni e sensa- moto, scandito dall’uso delle terre dell'ambiente: zioni si segnalano e si delineano, da par suo, dal la sfida dell’uomo con la natura, il suo amore per lavoro singolare di Graziella Morchio, così come in Lutz Holtst il suo approfondimento sulla figu- la sposa. Per concludere si può riflettere sui tanti modi d’indagine messi in campo dai vari realizzatori delle opere presentate in questa rassegna, origina- le nell’aver individuato un tema solo, apparente- mente, desueto. La fortuna di tale mito è, infatti, la cifra del risultato della mostra stessa dove sia dagli artisti più acclarati sia dall’impegno e dalla sensibilità degli altri, tutti inclusi, si avverte la partecipazione intellettuale, realistica, sperimen- tale che ha “legato”, in un certo senso, personali- tà diverse alla concretezza “del fare”, dell’inventare una loro personale “pagina” del
titoSCHIPAjr Il mito di Orfeo nell’interpretazione di Tito Schipa jr: “Orfeo 9” Compositore, produttore, attore, definitivamente Euridice. Su questo impianto di giovani che li vivevano. Ma “Orfeo 9” è innanzi interprete; praticamente un cantastorie. Figlio del base si innestano spunti e divagazioni che tutto un'opera musicale, di cui non vanno, grande tenore Tito Schipa, nasce a Lisbona, toccano tutte le problematiche al centro comunque, trascurati due aspetti fondamentali: dell'attenzione in quell'immediato “post ‘68”: la trascorre l'infanzia tra Hollywood e Parigi per vita nella comune e il viaggio in autostop come quello visivo e quello musicale. L'opera è nata trasferirsi poi in provincia di Alessandria e quindi simboli di una libertà giovanile appena per il teatro, quindi ne è stata realizzata una a Roma. Nel 1966 è assistente alla regia di Lina conquistata, una strana bomba A (con la A versione cinematografica. Quest'ultima è stata Wertmuller e l'anno dopo cuce insieme 18 trasmessa a suo tempo un paio di volte dalla Rai, racchiusa in un cerchio a richiamare fin troppo canzoni di Dylan e debutta in proprio con Then evidentemente il simbolo dell'anarchia) che nei primi anni '70, prima di finire nel An Alley, primo esperimento mondiale di pop terrorizza i “benpensanti” in città, le false dimenticatoio. Lo stesso Schipa sta oggi opera. Nel 1970 pubblica il primo singolo, “Son illusioni dei paradisi artificiali, l'incomunicabilità trattandone l'acquisizione dei diritti e questo fa passati i giorni”, e mette in scena “Orfeo 9”, e l'alienazione della vita cittadina contrapposta sperare che, almeno in home video, il lavoro alla semplicità e alla comunione della vita in spettacolo teatrale che diventerà disco (1972) e mezzo alla natura… Tutto ciò a rappresentare, possa a breve tornare a circolare. Ciò che è a film televisivo (1973). Nel 1972 pubblica anche oggi, il fedele specchio di un'epoca, un disposizione di tutti oggi è il doppio cd che da il suo primo album “Io ed io solo”, che trova un “documento” può dirci moltissimo su cosa trent'anni a questa parte non ha mai smesso di forte riscontro fra il pubblico giovanile e alla fossero quegli anni cruciali e come fossero i vendere e che, dell'Orfeo di Schipa, raccoglie le “Gondola d'Oro” di Venezia gli vale l'ostracismo musiche. Musiche che quasi sempre hanno il RAI per la politicizzazione del testo. Da questo pregio di porsi fuori dai generi imperanti tra gli momento gli verrà attribuito un ruolo di outsider anni ‘60 e ‘70, a raggiungere una classicità che le nel cantautorato nazionale. Produce musiche per i fa accettare ancora oggi, cosa che non si può dire drammi di Dacia Maraini (“La vita è gioco”, di molta della produzione di quel periodo, “Viva l'Italia”) e Mario Moretti (“Cagliostro”, fortemente caratterizzata da stili molto decisi e “Conversazione in Sicilia”) e per il film di Sergio oggi molto… fuori moda. Schipa ha firmato Rossi “Policeman”. Nel 1978 pubblica “Er spartiti e testi, realizzando da solo un lavoro Dompasquale”, versione rock del Don Pasquale enorme e comunque sempre di altissimo livello. di Donizetti che, porterà in seguito sui Tra i musicisti impegnati nell'opera, alcuni palcoscenici italiani e su quelli di Broadway. Nel giovani sconosciuti che poi avrebbero goduto di 1982 vince il Premio Speciale della Critica per grandi carriere: Renato Zero è un allucinato Werther, disco di una famosa performance “Venditore di Felicità”, Edoardo Nevola veste i paterna da lui rintracciata dopo anni di ricerche. panni del “Vivandiere”, Loredana Bertè fa parte Nel 1987 pubblica “Dylaniato”, album con otto del Coro, il futuro DJ Ronnie Jones è un canzoni di Bob Dylan tradotte in italiano e “bluesman” perso tra i vicoli, Bill Conti (che romanesco, successivamente traduce in italiano le avrebbe poi avuto fama e soldi con “Rocky”) poesie inedite di Jim Morrison e tutta l'opera di cura le orchestrazioni. Recuperare oggi questo Dylan. lavoro vuole dire immergersi un'atmosfera desueta (al giorno d'oggi) e sicuramente E' stata da poco ristampata in cd dalla affascinante, capire un po' di più di un'epoca Warner Fonit “Orfeo 9”, opera rock composta ricchissima di spunti culturali e sociali e fare la alla fine egli anni '60 da Tito Schipa Jr, figlio di conoscenza con un'opera artistica comunque di uno dei più grandi tenori del '900. “Orfeo 9” grande valore, ingiustamente troppo trascurata. prende le mosse dal mito di Orfeo, trasportando la vicenda di questo amore infelice in un contesto tipico del periodo in cui il lavoro è stato concepito e realizzato. Orfeo è un ragazzo che vive in una comune di impronta hippy, ai margini di una grande città, e proprio la città, con le sue alienazioni e paranoie, appare come l'inferno nel quale il protagonista perde, cerca e riperde
gliARTISTI Didi ARMELLIN Bernardo ASPLANATO Albert BARREDA Franca BRIATORE Carlos CARLE' Enzo CASO Pietrina CAU Bruno CECCOBELLI Carlo CORMAGI Paolo DOLZAN Co DORGELO Flavio FURLANI Marjorie GAGGINO Agostino GAGLIO Caterina GARIBBO Mara GIOVINE Franco GRASSI Lutz HOLST Caroline KEYN Enzo L'ACQUA Elvira LEITEN Biagio LONGO Sandro LORENZINI Giacomo LUSSO Rudy MASCHERETTI Caterina MASSA Véronique MASSENET Donata MORA Maurizio MORANDI Graziella MORCHIO Chiara PARODI Margherita PIUMATTI Gianni RAVERA Davide REVERBERI Tito jr. SCHIPA Serenella SOSSI Carmen SPIGNO Marco TIMOSSI Giovanna USAI Laura VEGAS Mauro VENTURINO Cinzia VOLA
La lira spezzata 2004 - olio su tavola trattata a stucco cm. 100 x 70 Coro - E i venti i venti i venti già tessevano il misterioso evento...
didiARMELLIN
Euridice olio su tela cm. 60 x 100 E di stelle di stelle di stelle lungo respiro dipanava il cielo...
bernardoASPLANATO
Dualismo 2004 - olio su tela cm. 100 x 100 Orfeo che vaghi con grande sete Perché la vita è solo un cercare...
albertBARREDA
Amore infranto 2004 - terra refrattaria in gobbio e cera cm. 40 x 40 e la tua lampada tremula alzi vane speranze a illuminare...
francaBRIATORE
Colonna ceramica grés cm. 96 x 19 x 17 come bellissimo uccello melodie divine tu canti
carlosCARLE’
Il rapimento dell’Io 2004 - acrilico su masonite cm. 120 x 90 per sovrastare l'urlo orgiastico delle baccanti per cancellare l'atroce tuo destino di morte...
enzoCASO
Armonia 2004 - ceramica Raku cm. 46 x 30 Canta solo per lei che è il tuo regno di stelle per lei che è la culla del tuo mattino...
pietrinaCAU
Solo per coppia tecnica mista e collage su legno e tessuti cm. 200 x 200 Il tuo amore ha messo l'anello alla mano del suo futuro
brunoCECCOBELLI
Trittico 2004 - tecnica mista cm. 80 x 50 x 100 in ogni gemma brilla in ogni carezza di vento.
carloCORMAGI
Cerbero 2004 - tempera, acrilico, grafite su carta cm. 100 x 70 Ma la luce della tua Euridice in cupa notte già si perde...
paoloDOLZAN
Orfeo ed Euridice 2004 - grafico/acquerello su cartone e legno cm. 100 x 50 Più non serve la lira accordare più non serve l'amore cantare.
coDORGELO
Ei tendeva le mani... 2004 - gesso alabastrino cm. 68 x 84 Ha compiuto la ruota il suo corso dall'inizio alla fine...
flavioFURLANI
Campanelli Amore - Perduto Amore 2004 - perle di vetro argentate, di porcellana e di ceramica Ø cm. 50 - lungh. cm. 50 Ora sai che stai sulla soglia di un immenso mistero di assoluto silenzio.
marjorieGAGGINO
Allegoria simbolica del mito di Orfeo 2004 - disegno a sanguigna e biacca cm. 90 x 130 Tu che sai che libertà è scegliere libero sei soltanto di non esserlo...
francoGRASSI
Non voltarti Orfeo! 2004 - fotografia su vinile cm. 100 x 140 Cerca all'ombra dell'albero antico rifugio al tuo stanco dolore...
lutz-ingoHOLST
Dove sei Euridice? 2004 - olio su tela cm. 150 x 160 Brucia la piaga della sua assenza spegni il fuoco dell'inesorabile fato...
carolineKEYN
Strutture asimmetriche olio su tela cm. 70 x 180 contempla in solitudine lieve di Euridice la dolce memoria...
enzoL’ACQUA
Northern Light Tempera su tela cm. 60 x 80 Ahi , Furore già sta destando l'angelo ribelle del tuo cuore
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