Important Announcement
PubHTML5 Scheduled Server Maintenance on (GMT) Sunday, June 26th, 2:00 am - 8:00 am.
PubHTML5 site will be inoperative during the times indicated!

Home Explore SardegnaImmaginareN5

SardegnaImmaginareN5

Published by Sardegna Immaginare, 2016-09-30 03:53:20

Description: Il viaggio di Sardegna immaginare prosegue. Un viaggio lento e paziente per scoprire gli angoli più nascosti dell’isola. Senza immaginazione.
La Sardegna non si deve immaginare. La Sardegna c’è, è una realtà e attende a braccia aperte chi la vuole scoprire, ammirar .

Keywords: sardegna,turismo,vacanze,rivista

Search

Read the Text Version

151

e si consultassero gli oracoli tramite l’acqua». favorire una presa comoda. Ma oltre alla plasti- Curiosità confermata dall’archeologo Antonio ca abbiamo mantenuto la classica produzione Taramelli nel 1916, epoca in cui erano ancora in vetro, da 1 litro e da 0,75 cl. Per quanto ri- leggibili tracce del recinto; l’evidenza archeo- guarda la promozione del marchio nel territorio logica diviene, così, ulteriore testimonianza del puntiamo, inoltre, sugli eventi sportivi e cultura- culto delle acque, ampiamente attestato nella li locali. Sosteniamo una squadra di pallavolo di Sardegna arcaica. Ghilarza e una di rugby di Sassari, e abbiamo La cura e l’attenzione al materiale utilizzato, sposato il progetto della Maratona di Cagliari e il marketing e il lavoro di squadra sono alcuni della manifestazione Monumenti Aperti». aspetti che meritano un’attenzione particolare per i dirigenti aziendali. Con l’ottimismo di chi Grazie a un documentario che è stato trasmes- crede nel progetto, lavorando al fianco di chi so sul web, tramite Eja.tv e Sardegna sotterranea, l’azienda la conosce da sempre, il responsabi- la S. Lucia è sotto i riflettori. Articolato in sei le della produzione, Ivan Cauglia, ci parla di puntate, Le vie dell’acqua racconta la storia delle come il marchio sia in crescita da almeno due sorgenti sarde da nord a sud e la loro sacralità, anni. «Con quattordici dipendenti più l’indotto già nota alle civiltà del passato. Tra queste fonti della distribuzione tentiamo di esplorare anche c’è anche quella bonorvese che vale la pena di nuovi mercati al di fuori della Sardegna. La pla- scoprire e fare conoscere, come una fresca novi- stica delle bottiglie è solida, con una forma stu- tà effervescente. diata ad hoc per mantenere elevati gli standard e le varie proprietà, tra cui la gasatura, e per152



di Elisabetta Poeta LA COSTA ORIENTALE Tinte caraibiche in spiagge da sogno154

Cala Goloritzè - ph Corrado Conca 155

UUn’isola e il suo mare, uno dei binomi più Grotte a Cala Luna - ph Francesco Merella classici. Ma in Sardegna non c’è niente di scontato, i profumi e i colori delle spiagge ne sono seguire in una vacanza ideale, partiamo da Cala l’essenza, sono anch’essi gli elementi simbolo di Gonone, frazione marina di Dorgali e borgo una terra che ogni sardo sente propria. Lo stesso antico. Ci addentriamo nella celebre Grotta amore caldo e sicuro che prova chi la Sardegna del Bue Marino, conosciuta come dimora della deve lasciarla e chi, invece, per la prima volta vi foca monaca, avvistata qui negli anni Ottanta approda. per l’ultima volta. Oggi i giochi di stalattiti e La costa orientale dell’isola è tra le più amate stalagmiti si ammirano a bordo di barche e per con Dorgali, nel Nuorese, e Tortolì, in Ogliastra. i più temerari è possibile fare delle immersioni, Dorgali si affaccia sul Golfo di Orosei e si fa accompagnati da esperti subacquei. abbracciare dal Supramonte, un complesso Non possiamo poi non indicare Cala Luna nella montuoso di natura carsica che tocca diverse nostra mappa. Il litorale ha una sabbia finissima zone della regione. Tra ginepri e lecci, le spiagge mista a sassi, circondato da oleandri con oltre che s’incontrano ai suoi piedi sono al confine cinque chilometri di falesie da ammirare. dei territori tra Dorgali e Orosei. Vi si accede via mare, tramite barche e piccoli E come se tracciassimo le linee di una mappa da traghetti o attraverso un sentiero percorribile a piedi, particolarmente impegnativo per cui consigliato solo a camminatori esperti.156

Cala Cartoe è un’altra spiaggia da scoprire, Cala Cartoe - ph Ivan Sgualdiniun’insenatura tra due promontori con alle spalleuno stagno. Ci si può arrivare dalla strada anche sito nel Supramonte dorgalese, che attira a sése con un percorso in parte asfaltato e in parte un turismo dedito alla natura selvaggia.sterrato per diversi chilometri. Per gli amanti Dorgali tuttavia offre anche le visite all’Acquariodel trekking, invece la “regina incontrastata” di Cala Gonone e al Museo Archeologico nelresta Cala Goloritzè, splendido angolo di mare centro del paese.circondato da montagne imponenti. Per potersituffare nell’acqua cristallina si segue un tragitto Spostandoci un po’ più a sud, sulla mappatortuoso, ci si addentra nella natura tra salite s’incontra Tortolì con le sue coste sabbiose ee discese per poi scoprire, dopo una lunga rocciose. Il centro ogliastrino è famoso anchecamminata, i colori e il panorama mozzafiato. per Arbatax, sua frazione, che sorge alla baseLe sue montagne confinano con il celebre Gran di Capo Bellavista, con il porto come punto diCanyon della Sardegna: Su Gorropu, la gola tra le riferimento della zona. La spiaggia delle Roccepiù profonde d’Europa. Con le pareti alte oltre Rosse è forse la prima immagine che vienequattrocento metri è simbolo della maestosità in mente quando si pensa a questa parte didella Sardegna. E lo è anche il rilievo di Tiscali, Sardegna. Ed è facile farsi ammaliare dalle tipiche rocce di granito rosso e dalla sabbia finissima. 157

Cala Goloritzè - ph Corrado Conca Su Gorropu - ph Ivan Sgualdini158

Interno Tiscali - ph Ivan SgualdiniArbatax, Faraglioni della Cea - ph Enzo Cossu 159

Arbatax, Rocce Rosse - ph Enzo Cossu Tortolì, Lido di Orrì - ph Enzo Cossu160

Arbatax, Capo Bellavista - ph Enzo CossuAltro simbolo sono i due Faraglioni della saracene e con il suo fondale di sabbia misto aspiaggia di Cea, grossi massi che emergono ghiaia mostra uno spettacolo di colori esclusivo.dall’acqua, quasi a volere sottolineare il legame L’intero territorio è ricco di splendide insenature,tra la terra e il mare. Sono loro a caratterizzare sino alla celebre spiaggia di Santa Maria Navarresele rive che confinano con piccoli centri turistici più a nord, quasi al confine con il Golfo di Orosei.quali Baunei e Barisardo. Il territorio di Tortolì è ricco però anche diTra le spiagge di origine granitica Baia Porto antichi villaggi e torri storiche, come quelle diFrailis è tra le più visitate, sabbia candida e acqua San Michele e San Gemiliano, e piccole chiesettetrasparente a rappresentare uno dei luoghi più campestri.magici dell’isola. Il Lido di Orrì, invece, è famoso Immagini da cartolina e luoghi da visitare aper la sua lunghezza, circa 16 km di spiaggia, ogni costo, Dorgali e Tortolì sono le punte diha un basso fondale ed è ricco di servizi per il diamante di una parte di costa da vivere edturista. Tra sfumature di azzurro e turchese è ammirare con gli occhi e con il cuore. E’ anchefacile farsi trasportare da tanta bellezza. Alcuni questa la Sardegna di cui innamorarsi.tratti di costa sono impervi ma gli appassionati ditrekking e di immersioni hanno di che divertirsi.La spiaggia di Cala Moresca, per proseguire,rimanda, con il suo nome, alle antiche invasioni 161

Percorsi di trekkingLa imponente cengia Giradili, prima tappa del Selvaggio Blu, costruita anticamente dai carbonai, e il panorama stupefacente sulla guglia rocciosa di Pedra Longa162

Servizio fotografico Corrado Conca di Corrado ConcaSELVAGGIO BLU Viaggio nella Sardegna estrema 163

Archi di roccia, guglie e profonde gole, caratterizzano la zona di Bacu Padente, durante la quinta tappa del trekking

N L’arco di roccia di Lupiru, lungo l’ultima tappa del Selvaggio Blu, poco prima di arrivare a Cala Luna Nel Golfo di Orosei, lungo la costa di Baunei, si sviluppa un lungo e impegnativo itinerario escursio- nistico: Selvaggio blu. Questo percorso venne progettato quasi trent’anni fa da una coppia di escursionisti che, probabil- mente, allora nemmeno immaginavano quanto questo luogo sarebbe diventato famoso o addirittura mitico, al punto da essere oggetto di interesse del New York Times e di tutte le guide che parlano della Sardegna. Ma qual è il motivo per cui questo sentiero è diventato così famoso nel mondo? In primo luogo l’am- biente in cui si sviluppa: un tratto di costa incontaminata, di una bellezza tale da levare il fiato! Ma per altri versi le difficoltà di questo itinerario, davvero estreme, sono diventate paradossalmente un’at- trazione e non un motivo di rinuncia o repulsione. Come dire, affrontare il selvaggio blu è per molti una sfida, un esame, per dimostrare a se stessi di essere in grado di percorrere uno dei più impegnativi itinerari escursionistici d’Italia e forse d’Europa. Ecco nel dettaglio i luoghi eccezionali che questi sentieri attraversano e le difficoltà di cui si parla. Originariamente questo percorso partiva da Pedra Longa e arrivava a Cala Sisine, tuttavia gli escur- sionisti trovano più comodo e logico connettere i due centri abitati costieri, pertanto la maggior parte di loro inizia a camminare da Santa Maria Navarrese per arrivare, dopo sette giorni di faticoso cam- mino, a Cala Gonone. Nel bel mezzo di questi 46 km si incontrano alcune tra le più belle cale del Mediterraneo, tra le quali 165

La bella spiaggia di Cala Luna, zona di confine tra i territori di Baunei e Dorgali Primi passi sulla prima tappa del Selvaggio Blu, da Pedra Longa si sale verso Forròla166

La bella e caratteristica guglia di Goloritzé si staglia maestosa sul mare più azzurro del MediterraneoUno dei numero si passaggi tecnici di questo trekking estremo 167

Le costruzioni dei caprari, barraccos e coiles, sono una costante testimonianza del difficile utilizzo che l’uomo ha sempre fatto di questo aspro territorio Cala Goloritzé, Cala Sisine, Cala Luna e altre - forse meno note ma certamente non meno belle - come Porto Porru e Campu (Portu Pedrosu), Portu Cuau, Cala Mudaloru. Si tratta, come di norma in Sardegna, di percorsi nei quali non si incontrato strutture ricettive. Per- tanto non essendoci, lungo il sentiero, rifugi di alcun genere, gli escursionisti che lo affrontano, devono essere preparati al bivacco, una sorta di ulteriore avventura che comporta qualche disagio ma tantissi- me emozioni inconsuete. Il bivacco sotto le stelle è infatti un elemento inscindibile del Selvaggio Blu, che aggiunge avventura all’avventura. Lungo questo impegnativo itinerario di 7 tappe, si affrontano complessivamente 3500 metri di disli- vello in salita, si cammina per oltre 40 ore e si affrontano alcuni passaggi di (facile) arrampicata e 6 discese in corda con altezze fino ai 40 metri! Tra le cose più impegnative di sicuro c’è la difficoltà di orientamento, da non trascurare assolutamen- te, giacché è il principale motivo di ritiro e, purtroppo in taluni casi, di intervento da parte del Soc- corso Alpino. È pertanto fortemente sconsigliato, se non si possiede un elevato livello di esperienza, affrontare questo itinerario senza una guida o una persona che lo conosca bene. Lo zaino è un altro elemento di difficoltà in questo luogo, perché per godere di vera libertà e totale autonomia è necessario portare con sé, sulle spalle, tutto l’occorrente per vivere questa lunga setti- mana nella wilderness baunese. È infatti difficile che lo zaino possa pesare meno di 15 chili, e anche per questo è necessario affrontare l’itinerario in ottima forma fisica o dopo essersi messi alla prova su percorsi meno impegnativi. Più di recente alcuni operatori turistici propongono una sorta di Selvaggio Blu “addomesticato”, pro-168

Panorama stupefacente sulla guglia rocciosa di Pedra Longa 169

Passaggi sull’orlo di vertiginose falesie sul mare ponendo alternative meno dure, o assistenza logistica via mare che permetta di alleggerire gli zaini degli escursionisti… tuttavia questo snatura l’essenza stessa del Selvaggio Blu, rendendolo certamente meno selvaggio, inoltre l’approccio è dal punto di visita ambientale un po’ meno sostenibile rispetto all’escursionismo puro. La stagione ideale per affrontare il selvaggio blu è la primavera, oppure l’autunno. È invece indi- spensabile evitare l’estate, sia perché il caldo è eccessivo, sia perché le cale sono meno selvagge e il rumore del mare viene frequentemente coperto dal suono dei motori delle imbarcazioni che d’estate lo frequentano. Tuttavia gli escursionisti meno esperti o che non desiderino cimentarsi in percorsi così estremi po- tranno ugualmente godere della sconcertante bellezza di questa porzione di Sardegna, percorrendo sentieri più facili e con durate decisamente inferiori. I sentieri, recentemente valorizzati dalle ammi- nistrazioni locali, che conducono a località come Cala Goloritzé o Cala Sisine, solo per citare alcune mete, costituiscono già delle bellissime escursioni che permettono di trascorrere una meravigliosa giornata immersi in un ambiente estremamente naturale e selvaggio. Ulteriori informazioni sul Selvaggio Blu si possono reperire sul sito ad esso dedicato www.selvaggioblu.it. Inoltre nelle librerie specializzate è possibile reperire una guida specifica dal titolo “Il sentiero Selvaggio Blu”, Edizioni Segna- via, che descrive questo itinerario passo per passo. Corrado Conca • Guida Escursionistica • Tel. 347 2903101 • Fax 178 6034504 • www.corradoconca.it170



Donne e Sardegna di Rachele Falchi ALESSIA DESOGUS, STAR SARDO-ANDALUSA.Il suo profondo respiro profuma di arte e di ricerca. Così come quello della città che ha Ideciso di adottarla dieci anni fa, Granada, portata ad esibirsi fino a Città del Messico. Oggi lavora con i più noti jazzisti spagnoli e il suo calendario non conosce tregua: si divide tra due famosa per il suo fascino ispano-mediorientale. produzioni originali, “Casi en blanco y negro” Il suo cognome la racconta, più di mille parole. e “Le donne d’oro”. Desogus, “degli occhi”. Gli occhi di Alessia sono La tua storia è un incredibile intreccio grandi, allungati, profondi e ammaliatori. Puoi di sogni, incontri, momenti, luoghi e scorgervi tutta la bellezza del teatro, dentro. E atmosfere. Cominciamo dal sogno... della Sardegna, quella magica e ancestrale, la «Ho sempre avuto la sensazione che, prima o poi, sua terra d’origine, che le vive nel petto. i miei desideri si sarebbero realizzati. Ho amato Ci incontriamo in un posticino tipico, uno di il teatro sin da bambina, soprattutto quello di quei luoghi che fanno perdere il senso del tempo. Eduardo de Filippo, che grazie a mia madre, ho Ripercorriamo insieme la sua storia, davanti avuto l’occasione di conoscere profondamente. ad un Remojón Granaino. E capisco perché Casualmente a diciassette anni arrivò la prima da qui non è più andata via. In Andalusia è un occasione: uno spettacolo/laboratorio, in una celebrità: attrice, cantante e pedagoga delle arti delle allora poche compagnie Teatrali della sceniche. Insegna in una delle più note scuole di mia città, Sassari: La botte e il cilindro. Poi non teatro della Spagna, la Escuola Internacional del ho mai più smesso di fare teatro. Di stare sul Circo y Teatro El Cau. Ha fondato un gruppo palco, di amare, sognare, odiare, desiderare il tra il jazz ed il cabaret della prima ora, che l’ha palcoscenico».172

Ad un certo punto della tua vita hai Cohen. In che cosa ti ha cambiatadeciso di fare quello che tutti vorrebbero profondamente e come? «Ha cambiato il mio sguardo verso il mondo.fare: provare davvero ad essere felice. Quando Philipe Gaulier ti guarda, non hai scampo. Non puoi scappare da te stessa. PrimaHai lasciato il lavoro come commessa e non sapevo realmente ciò che potevo essere sul palco. Adesso lo so. Quando comprendi quantosei partita. Che cosa è cambiato da quel puoi essere grande e luminoso in scena, non puoi piú tornare indietro, perché trasformarsimomento in poi? in farfalla è un processo duro, doloroso, delicato«Una serie di incredibili e meravigliose ma alla fine possibile».coincidenze hanno costituto il cammino fioritodella mia partenza. A Sassari, a parte il lavoro Anni fa trovasti per caso delle scarpette(sono riuscita anche a vendere Pc!), studiavoantropologia all’Università, e poi teatro: avevo da cabaret anni 30 nel corridoio dellainiziato un percorso pedagogico con varimaestri internazionali, sul metodo teatrale tua casa sassarese. Qualcuno le mise lifrancese di Jaques Lecoq. Lavoravo all’epocacon la compagnia teatrale “Kaleidos” con per anticiparti qualcosa?la quale si sono sviluppate le mie curiosità e «Si, le lasciò per me Josephine Baker, forse.inquietudini artistiche. Per questo scelsi, ad un Quando sono arrivata in Spagna, non parlavocerto, punto di partire per Ibiza per studiare il correttamente lo spagnolo, ma potevo cantare.clown nella Bont international Clown School, Per un paio di anni ho cantato in strada, conprima, e di accettare, poi, la proposta di lasciare un musicista parigino che suonava la chitarral’Italia dall’uomo di cui mi innamorai in quello manouche e un percussionista basco, chestesso anno». suonava il cajon flamenco. Cantavo solitamente vicino alle gitane, che volentieri (per fortuna) miLa Spagna è entrata nelle tue vene e ti cedevano il posto migliore. Che dire la vita è strana».ha permesso di esplorare a fondo tanti Quanta Sardegna c’è in quello che fai?modi di fare arte. Cosa significa fare «Tanta, troppa. Non riesco a smettere, è la mia droga. Il mio sogno impossibile, la miateatro di strada in Spagna? frustrazione, la mia malinconia, la mia rabbia,«Significa capire il pubblico, profondamente. quella che mi permette di andare avanti eCapire quanto siano fondamentali la sinergia, creare».l’improvvisazione e il mal tempo. Significaanche lavorare duro. Il teatro di strada è ben Ricominciamo il sogno: dove vorrestidiverso dal soffice teatro di prosa che amo,naturalmente! essere tra dieci anni?E il pubblico spagnolo è decisamente più «Vorrei essere sul palco, piena di luce e di marericettivo e abituato a dare il giusto valore al negli occhi».teatro in generale, ma soprattutto a quello distrada».Parigi ha decretato la tua secondarinascita: hai studiato per un anno conil guru del teatro mondiale, PhilipeGaulier, maestro di Sacha Baron 173

Chef in Sardegna a cura di Piera Eleonora Porqueddu174

ROBERTO CARTA, CUOCO A CASA VOSTRA.Italiani popolo di santi, poeti, navigatori... buongustai e cuochi, si potrebbe aggiungere! Mai come negli ultimi anni cibo, padelle e grembiuli affollano i palinsesti televisivi con tanti (forse troppi)Iprogrammi che ci propongono e talvolta - siamo sinceri! - propinano ricette e sfide tra cuochi, dilettanti e non, portate a termine sotto l’occhio vigile e il giudizio severo di chef, food blogger e critici gastronomici. Ma la passione degli italiani per il buon cibo prescinde da questa food mania dilagante e affonda le proprie radici nelle cucine di mamme e nonne che, con mani sapienti, hanno sfornato manicaretti per intere generazioni. Tra coloro che sono riusciti a convertire la passione per il cibo in professione, troviamo il sassarese Ro- berto Carta, imprenditore e cuoco autodidatta. Se la vita fosse una ricetta, passione, curiosità e voglia di mettersi in gioco, sarebbero gli ingredienti prin- cipali che meglio identificano la sua personalità eclettica. Dopo una prima vita lavorativa come informatore scientifico e una parentesi nell’ambito del commercio che, complice la crisi, non è andata come avrebbe desiderato, Carta si è rimesso in gioco, tuffandosi in una seconda vita lavorativa, tutta dedicata a cibo e cucina. Da un lato, infatti, si occupa del suo negozio di prodotti biologici dove organizza show cooking e aperitivi a tema e, dall’altro, si dedica alla sua grande passione: «Cucino da oltre vent’anni - racconta durante il nostro incontro - ho imparato da solo, com- prando libri di cucina e sperimentando piatti di ogni genere che sottoponevo al giudizio di amici e pa- renti, critici tanto sinceri quanto impietosi all’occorrenza». Tra i suoi cuochi di riferimento grandi nomi del panorama gastronomico nostrano, il sardo Roberto Petza, Davide Oldani e il suo mito, Antonino Canavacciuolo. Certo si fa presto a dire cuoco autodidatta ma poi, tra una chiacchiera e l’altra, Carta ricorda quando, da bambino, ha iniziato ad appassionarsi alla cucina, grazie alla madre che preparava piatti sempre diversi e, cosa ancor più succulenta, non proponeva mai lo stesso menu a pranzo e a cena. Diciamo, quindi, che il cibo è il fil rouge di un percorso in qualche modo tracciato sin dall’infanzia. «Quella che propongo è una cucina creativa, amo sperimentare, ma resto sempre fedele - sottolinea Carta - alla tradizione gastronomica italiana, sarda nello specifico, con un occhio di riguardo alla qualità delle materie prime». Tutt’altro che tradizionali, invece, sono luoghi e modalità che propone a chi voglia assaggiare i suoi piatti: non lavora, infatti, in un ristorante ma propone la formula del “cuoco a domicilio”, studiata ad hoc «per chi voglia godersi una cena a casa propria con gli amici senza preoccuparsi di fare la spesa e pas- sare ore davanti ai fornelli» come recita la presentazione sul suo sito internet. Oltre a questa idea Carta vanta il primato di avere portato, primo e finora unico a Sassari, la formula dell’home restaurant. Complice la bella stagione, da aprile, ogni sabato organizza, in un’accogliente casa con giardino, cene a numero chiuso e a prezzo fisso durante le quali si può degustare un menu completo, dall’antipasto al dolce, che cambia a seconda dell’ispirazione del cuoco. Quando, infine, si chiede a Carta quali progetti abbia per il futuro la risposta è immediata: dice di volere investire tutte le energie nel suo negozio e, ça va sans dire, nella cucina che per lui non è solo lavoro e pas- sione ma anche una vera e propria terapia. 175

RAVIOLI DI CARCIOFI E CAPRINO IN SALSA ALLA BOTTARGA Ravioli (ingredienti per 4 persone): 300 gr di semola rimacinata biologica 3 uova intere e un rosso biologiche Sale Olio Poca acqua 4 carciofi 150 gr di formaggio caprino fresco “Sa mura bianca” 1 spicchio d’aglio intero Per la salsa Due cucchiai di bottarga di muggine macinata Una patata piccola 1 spicchio d’aglio intero Un filetto d’acciuga Brodo di pesce Procedimento: Mettere in planetaria, la farina, aggiungere le uova una alla volta, il sale, un cucchiaio di olio, lavora- re fino all’ottenimento di un impasto sodo, omogeneo e liscio se necessario aggiungere poca acqua. Lasciare riposare in frigo un paio di ore. Nel frattempo pulire i carciofi togliendo le foglie esterne più dure e la barbetta dall’interno del cuore. Affettarli finemente e saltarli in padella con poco olio e lo spicchio d’aglio intero, fino a quando non saranno teneri, eliminare l’aglio e fa r raffreddare. Taglia- re a piccoli dadini il caprino, inserire carciofi e formaggio nel cutter e frullare pochissimo, inserire il composto in un sac a poche. Stendere la sfoglia con la laminatrice abbastanza sottile, disporre il ripieno, grande come una piccola noce, sulla pasta e richiudere, dandogli la forma che preferite e avendo cura con non contengano aria, comporne 6/7 per commensale e riservare in un luogo fresco e asciutto. Preparare la salsa facendo scaldare poco olio con lo spicchio d’aglio e i filetti d’acciuga, aggiungere la patata tagliate sottile, levare dal fuoco, quando saranno morbide, mettere tutto nel cutter e frullare fino ad ottenere una salsa fluida, aiutandosi con poco brodo di pesce. Aggiungere la bottarga macina- ta, frullare ancora, aggiustare di sapore e densità. Cuocere i ravioli in abbondante acqua salata, scolarli molto bene, mettere un cucchiaio di salsa sul fondo del piatto, disporre i ravioli con cura, guarnire con due foglioline di maggiorana e un poco di bottarga macinata. Servire ben caldo!176



Letture a cura di Gabriele Sardu Luca Granella Da Alisarda a Meridiana “Un volo lungo oltre 50 anni” IBN editore 237 pagine 24,90 euro La storia di un sogno di un’idea, di una “follia”, targata Karim Aga Khan. Luca Granella, già autore di due volumi sulla storia dell’aeroporto di Tortoli ed una monografia sull’Airbus A320, ripercorre la vita di Meridiana, la storica compagnia aerea del principe ismaelita che negli anni ha messo le ali alla Costa Smeralda e a buona parte della Sardegna. Dati, foto e curiosità racchiusi in un libro rivolto non solo agli appassionati del settore. Dalle immagini “eroiche” dei primi aerei Alisarda che atterravano nella pista corta del piccolo aeroporto di Venafiorita alle pagine più recenti, scritte nel moderno scalo del Costa Smeralda. Testimonianze rare che giungono perfino dagli Stati Uniti, Long Beach, dove sono ritratti i primi due Md-82, entrati in flotta nel 1984. Ricordi felici della storica inaugurazione ad Olbia del grande polo manutentivo col secondo hangar, in grado di ospitare fino a tre aeromobili. Letture consigliate • Libreria Internazionale Koinè Cristian Mannu Vindice Lecis Mauro Tetti Maria di Isili L’infiltrato A pietre rovesciate Giunti Nutrimenti Tunué 150 pagine 190 pagine 100 pagine 14,00 euro 15,00 euro 9,90 euro Cristian Mannu, Alla fine degli anni settanta, Da qualche parte dell’isola Premio Calvino 2015, nella fase turbolenta successiva c’è un paese chiamato Nur, ci regala la storia di una donna che, all’omicidio di Aldo Moro, dove il passato pagandone il prezzo, il PCI e il generale Dalla Chiesa si mischia alla leggenda segue la legge del desiderio, si accordarono per introdurre un e ogni gesto è il pretesto sfidando gli interdetti sociali, informatore dentro un gruppo per una storia. sullo sfondo di una Sardegna arcaica. eversivo.178

179

Sassari ti aspetta alla processione dei Candelieri che rinnova da oltre cinquecento anni il voto alla Vergine Assunta. Sentimento religioso e anima popolare ti accoglieranno in una grande festa di tradizione.www.comune.sassari.it


Like this book? You can publish your book online for free in a few minutes!
Create your own flipbook