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SardegnaImmaginareN5

Published by Sardegna Immaginare, 2016-09-30 03:53:20

Description: Il viaggio di Sardegna immaginare prosegue. Un viaggio lento e paziente per scoprire gli angoli più nascosti dell’isola. Senza immaginazione.
La Sardegna non si deve immaginare. La Sardegna c’è, è una realtà e attende a braccia aperte chi la vuole scoprire, ammirar .

Keywords: sardegna,turismo,vacanze,rivista

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Edizioni Archetypeinn • Sardegna Immaginare • Periodico semestrale n°5 • anno IV • Luglio 2016 • € 4,80 in Italia L’INCANTO DI UN’ISOLA SASSARI La discesa dei Candelieri ACAspGassLoInAeiRcuInicoli del capoluogo LLaAmMagiAaDdiDunAaLrcEipNelaAgo da sogno RCoAttRa sLulOl’isFoOla dReTl toEnno SAtRoriBa Odi RunEa Acittà di fondazione LA COSTA ORIENTALE Tinte incredibili in spiagge caraibiche COSTA REI Colori e trasparenze nel cuore del Sarrabus Da vendersi esclusivamente in abbinamento con L’Unione Sarda € 4,80 + il prezzo del quotidiano





foto di Enzo Cossu - Le Saline, Stintino



foto di Enzo Cossu - Le Dune di Torre dei Corsari



foto di Enzo Cossu - Monte d’Accoddi, Sassari



foto di Enzo Cossu - Asinara

AAutodeterminazione. È la parola che i sardi dovrebbero far propria per dare il giusto valore alla terra in cui vivono, al loro lavoro e alla loro identità. È ciò che ho detto durante la presentazione del numero 4 di Sardegna Immaginare nella splendi- da cornice di Ottana e del suo Carnevale. La Sardegna e il suo fascino rischiano di restare imbrigliati in un sistema che relega l’isola in una lontana e sperduta periferia del Mediterraneo. Molte promesse disattese e troppi giovani costretti a lasciare le loro case per inseguire sogni lontani in terre remote e spesso non ospitali. È giunta l’ora di rimboccarsi le maniche e guardare al futuro con la convinzione di poter girare definitivamente pagina per giocare una partita da protagonisti, non più da gregari, maltrattati o, ancora peggio, dimenticati dalle istituzioni. Parlare di disoccupazione in Sardegna è un vera e propria contraddizione in termini ma piace tanto al Governo centrale pensare a un’isola povera, con pochi abitanti a cui riservare servizi appena accettabili e possibilmente solo durante la stagio- ne estiva o in concomitanza delle tornate elettorali. Inaugurazioni ad hoc di infrastrutture attese da decenni, giusto per gettare fumo negli occhi. Oggi l’isola è un serbatoio di potenzialità inespresse, una terra che stenta a programmare il proprio domani, incapace di vedere un orizzonte nuovo, libero da industrie inutili, sfruttatori e colonizzatori. Un futuro di successo e di nuove prospettive con collegamenti aerei a tariffe ragio- nevoli, traghetti comodi e un sistema di trasporto interno in grado di unire velocemente il nord con il sud. Basta poi con insulsi e anacronistici campanilismi che indeboliscono il sistema Sarde- gna. Non è utopia. È la base da cui partono lo sviluppo e l’apertura verso i mercati nazionali ed esteri, in ambito turistico, economico, sociale e culturale. La Sardegna non può vivere di luce riflessa. Deve riprendere ad essere il paradiso descritto in lungo e in largo da tanti scrittori, poeti o semplici estimatori. Non un luogo esclusivo per i super ricchi, ma una terra accogliente, facilmente raggiungibile, aperta al mondo e affacciata sul mon- do. Al centro dell’Europa, madre/matrigna. Questo devono credere i sardi, ogni giorno con tenacia e determinazione, senza piagnistei o au- tocommiserazioni inutili. Ripartire dalle tradizioni, dalle feste, dalla cucina tipica, dalla natura e da tutto quello che chi conosce bene l’isola ha imparato ad amare. Senza paura. La Sardegna deve tornare ad essere: fierezza, coraggio, bellezza e sapienza. Seconda a nessuno. Crediamoci! Perché a volte i sogni impossibili e le storie già scritte possono ancora mutare il finale. Gabriele Sardu 11

L’INCANTO DI UN’ISOLAEdizioni archetypeinn • Sardegna Immaginare • Periodico semestrale n°4 anno IV • Luglio 2016 • € 4,80 in ItaliaPeriodico semestrale Anno IV - Numero 5 - Luglio 2016 SLaAdSisSceAsaRdIei Candelieri Edizioni Archetypeinn ACAspGassLoInAeiRcuIniculi del capoluogo via Palladio, 11 - 07046 Porto Torres - SS - Italy LA MADDALENA www.sardegnaimmaginare.it La magia di un arcipelago da sogno Registrazione presso il Tribunale di Sassari CARLOFORTE N°1 del 28/02/2013 Rotta sull’isola del tonno Iscritta al ROC con il numero 24148 ARBOREA ISSN 2283-3862 Storia di una città in fondazione Direttore Responsabile LA COSTA ORIENTALE Gabriele Sardu - [email protected] Tinte incredibili in spiagge caraibiche CCoOloSriTe AtraRspEarIenze nel cuore del Sarrabus In redazione Chiara Porqueddu Da vendersi esclusivamente Daniela Morocutti in abbinamento con L’Unione Sarda Elisabetta Poeta Piera Eleonora Porqueddu € 4,80 + il prezzo del quotidiano Eugenia Da Bove Enzo Cossu Foto di Copertina Rachele Falchi Paolo Curto Laura Fois Stampa Responsabile Linguistico La Grafica Srl Anna Maria Tavera Via Pigafetta, 41 Hanno collaborato a questo numero 07046 Porto Torres - SS - Italy Fabio Isman Nuove Grafiche Puddu Alberto Fozzi Via del Progresso, 6 Roberta Gallo 09040 Ortacesus - CA - Italy Simonetta Angiolillo Coordinamento logistico e organizzativo Giulia Cestaro Sardinia Press srl Comune di Sassari Regione Santa Barbara 72 Corrado Conca 07100 Sassari Lucia Grondona Editore Edoardo Cossu Archetypeinn Alessandro Luiu via Palladio, 11 Marcello Polastri 07046 Porto Torres - SS - Italy Comune di Arborea Tel. +39 349 4628691 Manuela Bianchi www.sardegnaimmaginare.it Polo Museale della Sardegna Progetto Editoriale Fotografi e agenzie Juri Masoni Enzo Cossu Marco Fiori Angelo Dau Per info e contatti Mauro Sanna [email protected] Marco Corda Copyright Archetypeinn 2016 Gabriele Doppiu Marcello Chiodino Scopri i numeri precedenti Giovanni Porcu di Sardegna Immaginare Tania Mura www.sardegnaimmaginare.it Ivan Sgualdini Giovanni Verderosa12 Francesca Salaris Andrea Gambula - www.3stops.com Bequalia Media Francesco Merella Gianfranco Sanna Progetto Grafico Juri Masoni - www.jurimasoni.com



Indice 40 La Maddalena La magia di un arcipelago da sogno 50 64 Cala Francese Nel regno di Eolo Un pezzo di Sardegna in terre straniere Sospinti dal vento nelle Bocche di Bonifacio 74 86 Giovanna Campisi Costa Rei Moda, arte e design Colori e trasparenze nel cuore del Sarrabus14

20 LA DISCESA DEI CANDELIERILa garnde festa patrimonio dell’umanità 15

32 CAGLIARI SOTTERRANEA A spasso nei cunicoli del capoluogo16

Immaginare 4 Cartoline di Enzo Cossu94 Editoriale 11 di Gabriele Sardu 18Sassari, le mura e il castello in 3D ItinerarioIntervista ad Alessandro Luiu Cava Francese 57 La vita quotidiana a cava Francese Stone Art 58 Le pietre a vita 112 62Immaginare Capo Caccia di Paolo Curto Personaggi da scoprire 80 Nicola Mancini 104 La miniera di San Leone Immaginare 82 Venti chilometri di gallerie I volti di Sardegna 101Carloforte sotterranee di Gabriele DoppiuRotta sull’isola del tonno 134 Thathari e la sua storia Aquae Sinis 120 Albergo diffuso Acqua S. Lucia 150 Perfetta di natura126 I percorsi di Trekking 162 Il Selvaggio BluArboreaStoria di una città di fondazione L’affascinante microcosmo Donne e Sardegna 172 di Gavoi Alessia Desogus140 Chef in Sardegna 174 Roberto Carta 178 Letture 154Mosaici Nella costa orientaleUna giornata in una ricca domus Tinte incredibilia Karales e a Nora in spiagge caraibiche 17

itinerario Bocche di bonifacio Bonorva Cala Gonone Gavoi la costa orientale tortolì Baunei arbatax Penisola del sinis Arborea Assemini Costa Rei Carloforte Isola di San Pietro18

Il progetto ST.e.R.N.A., realizzato con il contributo del Programma comunitario LIFE, interessa una delle zone umide più im-portanti del nord-ovest della Sardegna: il SIC “Stagno di Pilo Casaraccio” e ZPS “Stagno di Pilo, Casaraccio e Saline di Stintino”.ST.eR.N.A. favorisce la salvaguardia e la tutela degli habitat prioritari e garantisce la conservazione ed incremento di quattro spe-cie di volatili: la Garzetta, il Cavaliere d’Italia, il Fraticello e la Sterna Comune. www.sternalifestintino.eu

di Eugenia Da Bove LA DISCESADEI CANDELIERI La grande festa patrimonio dell’umanità

Servizio fotografico - Giovanni Porcu

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LLa vigilia di Ferragosto per Sassari non è un giorno qualunque. È il giorno della festa, della Discesa dei Candelieri ed è immenso l’amore dei sassaresi per la Faradda (la discesa, in sassarese). Un momento di dedizione e impegno dei suoi “adepti”, che va ben oltre il 14 agosto, giorno in cui anche molti figli della città, che ormai vivono lontano da anni, ritornano a Sassari per la celebrazione. Faradda, fallu baddà e l’augurale a zent’anni sono le parole chiave della festa che anche lo spettatore non sassarese deve conoscere per apprezzare lo spirito dei Candelieri e la festa che, più di ogni altra, incarna l’anima della città. Un singolare intreccio di devozione religiosa e passione politica, di spiritualità e appagamento dei sensi. La Festa, appunto. I Candelieri, inizialmente di cera, in seguito fabbricati in legno, addobbati con nastri colorati e altri ornamenti, discendono per il corso Vittorio Emanuele II da almeno cinque secoli, quando ancora la storia dei Savoia in Sardegna doveva essere scritta e Sassari era già uno dei più importanti centri dell’Isola, vivace snodo mercantile e città regia, cioè dotata dai dominatori iberici di particolari privilegi. Così, pur con qualche modifica occorsa attraverso i secoli (oggi, ad esempio, i candelieri ammessi alla Faradda sono dieci: quelli dei Sarti, Muratori, Ortolani, Contadini, Piccapietre, Falegnami, Viandanti, Massai, Calzolai, Fabbri, al tempo erano otto), ogni anno il copione si ripete. E i gremianti, ovvero gli iscritti ai gremi - le antiche corporazioni di arti e mestieri, risalenti alla dominazione spagnola, tuttora esistenti, seppure svuotate delle antiche prerogative - sfilano in processione, nei loro caratteristici costumi di foggia spagnolesca. Tradizione attestata nei documenti storici dal 1531, quando venne stilato l’ordine di ingresso delle corporazioni nella chiesa di Santa Maria; e ribadita nel 1582, quando i gremi formularono, insieme alle autorità ecclesiastiche e civili, il solenne voto alla Vergine Assunta per liberare la città dalla peste. Tuttavia gli studiosi hanno appurato che le prime testimonianze della Discesa dei Candelieri risalgano al XIII secolo. Fu importata, in una forma diversa da quella che conosciamo oggi, dai Pisani che ebbero notevole influenza sullo sviluppo della città. Una tradizione antica che mai ha perso vigore, anzi si è rafforzata fino alla recente consacrazione internazionale, col titolo di Patrimonio immateriale dell’umanità, conferitole dall’Unesco nel 2013. La Discesa vera e propria, preceduta da tutta una serie di rituali, a cominciare da quello della Vestizione dei Candelieri, si consuma in poche ore: alle 18 del giorno della vigilia di Ferragosto i gremianti, dopo una breve messa di ringraziamento nella chiesa del Rosario, confluiscono nella centrale piazza Castello, cuore pulsante della Faradda. I ceri, pesanti circa quattro quintali e alti tre metri, trasportati da robusti portatori, procedono secondo un preciso ordine di sfilata, fino alla piazza Azuni, per poi imboccare la storica arteria del centro cittadino, il corso Vittorio Emanuele II. A fare da cornice due grandi ali di spettatori, in cui ai sassaresi in ciabi - cioè quelli veraci - si mescolano i turisti di varie nazionalità. La folla - le stime sulle più recenti discese parlano di oltre 100.000 presenze - è di per sé uno spettacolo: immensa, colorata, brulicante, tutta assiepata lungo il percorso. Molti battono le mani al ritmo dei tamburi che accompagnano la processione, e incitano i portatori, col classico canto «fallu baddà», a fare ballare il cero in una danza i cui passi sono previsti da un codice non scritto ma preciso, e la cui fatica è aggravata dal peso e dalle dimensioni del candeliere e dalle temperature ferragostane, appunto. 23

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Stanchi e affaticati, i portatori fanno compiere acrobatiche evoluzioni ai ceri, e anche chi non riesce a farsi spazio tra la folla, riesce comunque a scorgere le cime dei candelieri ondeggiare e i nastri che li addobbano fluttuare. È una festa di popolo dove non esistono posti riservati, tantomeno “prime file”. È un rito non solo di devozione e di supplica, ma che contiene anche elementi di propiziazione al raccolto. Il passaggio sotto le finestre del Palazzo di Città, l’antica sede della municipalità, che oggi ospita il Teatro Civico, un interessante museo e sale di rappresentanza del Comune, segna uno dei momenti più attesi della Festa. Il sindaco in carica, che si trova nell’ampia sala al piano nobile del palazzo, dove sono riunite le autorità politiche e religiose, scende ad accogliere il Gremio dei Massai, il più importante e l’ultimo28

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a sfilare. Quindi, con i gremianti, risale a Palazzo dove ha luogo lo scambio di insegne fra Gremioe municipalità, la cerimonia detta dell’Intregu. Momento altamente simbolico, suggellato dal brindisifinale a base di malvasia e accompagnato dal tradizionale augurio: a zent’anni!Lasciati gli ospiti a Palazzo a proseguire nei brindisi e nei conversari, il sindaco scende in strada perunirsi alla processione, non prima di avere ricevuto il giudizio dei cittadini, accalcati di fronte alportone: per lui applausi o fischi.Mentre calano le prime ombre della sera, la processione si snoda nel corso Vico, per culminare nelpiazzale della basilica di Santa Maria di Betlem. L’ingresso in chiesa avviene intorno alla mezzanotte:i ceri entrano seguendo un ordine prestabilito. Inizia la Santa Messa, celebrata dal Vescovo, in cuiviene sciolto il voto alla Vergine Assunta. La lunga giornata della Faradda, iniziata al mattino con lavestizione dei candelieri, si conclude infine con l’accompagnamento del sindaco a Palazzo Ducale,sede del Comune. Il popolo sassarese invece continua a festeggiare sino alle prime luci dell’alba. 31

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Servizio fotografico - Andrea Gambula di Laura Fois CAGLIARISOTTERRANEA A spasso nei cunicoli del capoluogo 33

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FFenicia, punica, romana, bizantina, pisana, In neanche vent’anni l’antica Karalis ha avviato aragonese, catalana, austriaca, piemontese. una rinascita urbana che continua ad arricchirsi Dal Neolitico ad oggi civiltà millenarie hanno di novità dal sottosuolo. Nuove scoperte lasciato tracce di cui Cagliari continua a archeologiche sono infatti ricorrenti in città e conservare reperti e testimonianze. La storia è danno l’idea di un centro alla continua ricerca da sempre parte viva del capoluogo isolano. Dei di sé e del suo passato. bombardamenti durante la Seconda Guerra Lo sviluppo planimetrico della Cagliari Mondiale non restano solo foto e ricordi, anche sotterranea si aggira intorno ai 15 km quadrati, rifugi antiaerei e lunghe cavità sotterranee, una stima ancora approssimativa, considerata mete oggi di tour guidati ed escursioni. Nel la ricchezza del sottosuolo urbano, ipotizzata 1943 Cagliari fu tra le città più colpite dai raid da Marcello Polastri, giornalista e fondatore aerei: un bilancio amaro e pesante, l’80% degli dell’associazione Sardegna Sotterranea. In base edifici distrutti e 2000 morti. Non è un caso ai documenti d’archivio che ha consultato e che abbiano preso vita diverse iniziative che coadiuvato da uno staff di operatori televisivi, vogliono raccontare storie non ancora sopite. esploratori e guide turistiche e ambientali, Parliamo, per esempio, delle associazioni Polastri ha catalogato e archiviato un immenso culturali Archeo.Mil (acronimo di Archeologia patrimonio archeologico: pozzi, cunicoli, Militare) e L’isola che vorrei che organizzano, tra gallerie, cripte anche murate che figurano tra le altre, visite guidate al rifugio antiaereo (lungo i documenti storici, così come le ampie cave, 120 metri!) dell’istituto scolastico I Salesiani. anch’esse sotterranee, usate per estrarre la 35





roccia, utile a costruire chiese, palazzi e altri Mundi, Monumenti Aperti che si rinnova ogni edifici. anno dal 1997 e permette di scoprire spaccati In Sardegna sono decine le associazioni che della città, spesso non aperti al pubblico o hanno a cuore questo genere di patrimonio difficilmente accessibili. Tra questi luoghi storico e archeologico. meritano una visita i sotterranei dell’ospedale Il sottosuolo cagliaritano è denso di percorsi civile San Giovanni di Dio. al cui interno sono presenti perfino laghetti e Altrettanti ipogei, però, sono ancora poco gallerie allagate che non ti aspetti. Uno di questi valorizzati: a Tuvixeddu, per fare un esempio, passaggi si trova dentro una cava di pietra, la più estesa città dei morti d’età fenicio-punica sotto viale Buoncammino, nella parte alta della del Mediterraneo, all’interno della quale solo città. Una delle cavità sacre aperte al pubblico una porzione di tombe è stata resa fruibile. La è la cripta di Santa Restituta, nel quartiere necropoli si trova proprio nel cuore di Cagliari Stampace, visitabile gratuitamente ogni giorno, e anticamente si estendeva su un’area di ben 80 lunedì escluso, dalle 10 alle 13. Appuntamento ettari. Nel sito sono emerse sepolture, anfore, immancabile, in primavera, è l’iniziativa corredi funebri, cisterne, acquedotti romani e gratuita organizzata dall’associazione Imago cavità sotterranee. L’area, per diverso tempo38

in stato di abbandono, è stata depredata dai del Diavolo. Quest’ultimo è uno dei luoghi piùtombaroli e utilizzata per scopi industriali e fotografati della città. È da qui che si può assistereabitativi dopo la guerra, quando venne utilizzato a un panorama mozzafiato che abbraccia tuttocome rifugio sotterraneo. Dal 2014 il sito è il Golfo. Ideale per una passeggiata mattutinaaperto al pubblico e ospita perfino un canyon, o serale, la Sella permette di scoprire altrelungo un chilometro, facilmente percorribile meraviglie archeologiche e calette rocciosecon scarpe da trekking e particolarmente levigate da un mare smeraldo.suggestivo al chiaro di luna. Il fascino sotterraneo di Cagliari, lo si puòIn tutta Cagliari sono presenti moltissimi altri ritrovare poi in molti ristoranti del centro,siti archeologici: l’anfiteatro romano; l’area scavati nella roccia, dove ancora il gorgoglioarcheologica di Santa Eulalia, nel quartiere dell’acqua rimanda agli antichi culti e tradizionistorico della Marina; il complesso paleocristiano dei nostri predecessori.di San Saturno in via San Lucifero; la Galleriadello Sperone a Castello; la Grotta della Vipera, Foto concesse su autorizzazione del Comune di Cagliariipoge o funerario a Stampace; La Fullonica; Servizio istruzione, politiche giovanili, sport, cultura e spettacolo.La Scala di Ferro; la Villa di Tigellio e la Sella 39

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Servizio fotografico - Marcello Chiodino Isola di Santa Maria di Enzo FioriLA MADDALENA La magia di un arcipelago da sogno 41

VVisto da Budelli il mondo assume un’altra pro- Spiaggia dei Cavalieri - Isola di Budelli spettiva. Nell’arcipelago di La Maddalena le cose hanno un senso diverso, suggerito forse Parlando dell’arcipelago della Maddalena, da uno scenario al cui confronto, qualsiasi de- quella del paradiso in terra è una metafora che scrizione rischia di passare come mero esercizio rende un’idea sfumata di ciò che davvero può letterario. Sarà il cromatismo ottenuto dall’ac- regalare una vacanza trascorsa ad ammirare lo costamento di grigio, rosa e turchese, il profu- spettacolo senza fine di un mare incantevole e mo della macchia mediterranea, il vento, fedele le atmosfere esotiche delle sue calette, lambite compagno degli isolani o l’eco ancora sensibile dall’acqua trasparente. E non sembri un’esage- di eventi storici importanti. Nelson e Napoleo- razione. Per comprendere pienamente il valore ne ne rimasero colpiti, Garibaldi lo scelse come turistico e ambientale di questo estremo lembo estrema dimora, Gian Maria Volontè, assiduo di terra sarda, bisogna andarci. Tappa obbliga- frequentatore delle sue spiagge, espresse la vo- ta dell’itinerario gallurese, la visita all’arcipela- lontà di riposare all’ombra di un albero nella go della Maddalena, comprensorio naturalisti- sua isola principale. co fra i più belli del bacino Mediterraneo, è una specie di “atto dovuto”. La storia recente rac- conta che nel 1996 il complesso di isole, che ne42

Cala Ciaccaro (Cala Soraya) - SpargiCala Serena - Caprera 43

Spiaggia Rosa - Isola di Budelli Spiaggia Rosa - Isola di Budelli44

Cala Corsara - Isola di Spargi Cala Ciaccaro (Cala Soraya) - Spargi 45

Bassa Trinità - La Maddalena comprende sette, è stato dichiarato Parco Na- e Stati Uniti, lo Stato concesse agli americani un zionale il cui fiore all’occhiello è proprio l’isola approdo sulla costa orientale di Santo Stefano di Budelli, dove sopravvivono rare specie ende- dove le navi-officina potessero accogliere i sot- miche e i cormorani sono di casa. L’accesso alle tomarini americani, in servizio nel Mediterra- sue spiagge, regolamentato da severi controlli, è neo, mentre a terra venne impiantata un’instal- stato giustamente limitato con l’intento di sal- lazione con uffici, alloggi e scuole. Tutto questo vaguardare soprattutto Cala di Roto, la spiag- fino al 2008, quando, in seguito a pressioni di gia rosa, irrinunciabile oggetto del desiderio per carattere politico, gli americani lasciarono l’i- chi ama profondamente il mare. Crocevia di sola. Certo, a guardarla bene, viene proprio rotte internazionali, l’arcipelago maddalenino è difficile pensare che per decenni sia stata una stato interessato, negli anni, da eventi di rilievo base militare internazionale. Ma La Maddale- mondiale, legati alle strategie militari. L’isola na è tanto altro. Per capirlo basta percorrere, di Santo Stefano, infatti, ha ospitato una delle meglio se in bicicletta, gli oltre venti chilometri basi Nato più importanti del Mediterraneo. Nel di litoranea, tracciata seguendo la linea di costa. 1972, in seguito agli accordi bilaterali fra Italia Durante il percorso si toccano le storiche torri46

Cala Corsara - Spargiche fanno da vedetta a un mare impalpabile per traverso un ponte che “catapulta” in un luogola sua purezza. Spalmatore, Cala Lunga, Monti di rara bellezza.di Rena, Cala Inferno sono solo alcuni dei topo- È qui che l’arcipelago assume un carattere pe-nimi più noti di cale e calette da sogno. La cit- culiare: Caprera per l’appunto, dove dal 1854 altà di La Maddalena che dà il nome all’isolotto 1882 visse Giuseppe Garibaldi. L’eroe dei dueprincipale dell’arcipelago, compresa fra le cale mondi vi trascorse gli ultimi anni della sua vitaGavetta e Chiesa, si allunga sul versante meri- e scelse di rimanervi sino alla morte (giunta il 2dionale dell’isola, fino a raggiungere l’estrema giugno del 1882), in volontario esilio. Nell’isolapunta di Guardia Vecchia. Nel vecchio borgo è rimasta la casa del patriota, trasformata, nelpiazza Garibaldi è il cuore pulsante, nonché il tempo, in Compendio Garibaldino, il cui fulcropunto ideale di partenza per il giro turistico e lo è la Casa Bianca, diventata un vero e proprio mu-shopping. seo.Alla Maddalena si arriva da Palau, con una tra- Il comandante delle camice rosse conobbe l’ar-versata di un quarto d’ora in traghetto. Ancora cipelago in un momento particolare: la disfatta10 minuti di auto per raggiungere Caprera, at- della Repubblica Romana, la morte di Anita 47

Cala Napoletana - Caprera e l’abbandono dei figli sono gli eventi dolorosi proprio di fronte alla finestra che dominava un che, in rapida successione, fiaccarono lo spiri- ampio tratto di costa. Garibaldi muore in quella to già provato del generale. Nel 1855, dopo la stanza, guardando per l’ultima volta l’azzurro di morte del fratello Felice, Garibaldi acquista metà quel mare che aveva amato profondamente e sul dell’isola e dopo dieci anni alcuni benefattori in- quale aveva conosciuto onore e fortuna. Erano glesi gli regalano l’altra metà. Siamo nel 1856, le 18,20 del 2 giugno 1882, l’orologio, collocato quando Giuseppe Garibaldi decide di trasferirsi sopra la porta della stanza, venne fermato dal in pianta stabile nell’isola. In quell’anno comin- personale di servizio e ancora oggi, a distanza cia anche la costruzione della cosiddetta Casa di oltre un secolo, le lancette segnano quell’ora Bianca, dove attualmente è ospitato il museo che drammatica di tanto tempo fa. Fuori dalla casa, raccoglie i suoi cimeli. Qui il generale diventa un viale conduce alla tomba costituita da un agricoltore e impianta un oliveto, una pineta e semplice blocco di granito. Sotto, di fianco alla un giardino di agrumi che esistono a tutt’oggi. sua sepoltura, ci sono quelle dei figli Manlio, Te- Ma l’ambiente principale della casa, in cui sem- resita, Rosa, dell’amata Anita, di Clelia e della bra aleggiare ancora lo spirito di Garibaldi, è la vedova Francesca Armosino, sua terza moglie. stanza in cui il generale trascorse gli ultimi gior- Un picchetto d’onore della Marina militare vi- ni. In realtà non era la sua camera da letto ori- gila, nelle ricorrenze importanti, sulle spoglie ginaria, ma una stanza di rappresentanza dove, dell’eroe e della sua famiglia. durante la malattia, aveva fatto trasferire il letto,48

OROROSA,GIOIELLO DIVINO.Se il gioiello che nasce dallamano dell'uomo ha dentro di sél'anima del suo creatore, ancheil vino racchiude l'anima dell'uomo e della terra in cui nasce. cantinasocialeoliena.it 49 via nuoro 112 oliena (NU) sardegna - +39 0784287509

di Chiara Porqueddu CALA FRANCESE Un pezzo di Sardegna in terre straniere50


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