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SardegnaImmaginareN5

Published by Sardegna Immaginare, 2016-09-30 03:53:20

Description: Il viaggio di Sardegna immaginare prosegue. Un viaggio lento e paziente per scoprire gli angoli più nascosti dell’isola. Senza immaginazione.
La Sardegna non si deve immaginare. La Sardegna c’è, è una realtà e attende a braccia aperte chi la vuole scoprire, ammirar .

Keywords: sardegna,turismo,vacanze,rivista

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Foto archivio Famiglia Grondona 51

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CCala Francese è una delle cale dell’isola di La Maddalena, acque cristalline, mare turchese e nulla da invidiare a tutte le altre spiagge dell’arcipelago. Ma è la sua storia il tratto più affascinante di questo paradiso. È tra la metà dell’800 e gli anni ‘60 del ‘900 che ha ospitato una delle più importanti cave di granito italiane. Cala Francese si trova a circa tre chilometri dal comune di La Maddalena, vicino allo sperone roccioso del Nido d’Aquila, ha una superficie di oltre 30 ettari, su cui furono edificati magazzini, la rimessa per la locomotiva e i vagoni da trasporto, laboratori, capannoni per la lavorazione dei conci, alloggi per gli scalpellini e un molo d’attracco per le navi e le chiatte. Fu così che con l’ottimo granito delle cave maddalenine, grazie soprattutto alla guida di Attilio Gron- dona, imprenditore genovese, proprietario della cava dal 1901, furono realizzati lavori molto impor- tanti: piazze, ponti, pavimentazioni di vie cittadine gallerie e viadotti, ma anche bacini di carenaggio in diverse città: Taranto, Palermo, Napoli, Genova e Venezia. Non solo: opere portuali a Tripoli e Alessandria d’Egitto, i banchinamenti del Canale di Suez, il monumento dedicato a Giuseppe Ga- ribaldi a La Maddalena, in piazza XXIII Febbraio. Infine uno dei lavori più importanti della Società 53

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Esportazione Graniti Sardi, fu il maestoso monumento costruito a Ismailia, città egiziana sulla riva occi-dentale del Canale di Suez, nel 1930 e intitolato alla Difesa del Canale di Suez.Questa imponente opera, composta da 5000 conci di granito lavorato, è formata da un piedistallolargo ben 24 metri per lato e alto quasi 3 metri, sovrastato da due piloni, alti 38 metri.Ai suoi piedi si trovano due gigantesche figure alate, alte 9 metri ciascuna, raffiguranti la Temperanza,portatrice della fiaccola, e la Forza, posta a guardia del paese. L’opera è realizzata completamentein nudo granito, su progetto dell’Architetto Michel Roux Spitz, dallo scultore Raymond Delamarre,autore dei disegni e dei bozzetti, mentre la realizzazione effettiva fu compiuta dagli scalpellini provettiche lavoravano nella cava. 55

Oggi la maggior parte delle strutture edificate per la cava si trova ancora al loro posto, ad accogliere chi arriva via mare è il vecchio porticciolo, da dove partivano i vaporetti per le spedizioni dei conci. Poco distante la vecchia gru in legno la fa ancora da padrona con tutta la sua imponenza; il vecchio hangar, dove venivano assemblati i conci prima delle spedizioni, è divenuto un piccolo museo, al suo interno oltre a foto che ricordano i vecchi fasti della cava vi sono una vecchia caldaia, dei piccoli utensili e dei documenti. Sparsi per tutta la zona della cava si trovano ancora oggi dei conci. Anche la vecchia locomotiva che trasportava il granito è stata risistemata e collocata nella piazzetta che accoglie i visitatori che arrivano a Cala Francese in macchina. La direzione della cava, la scuola, le abitazioni degli scalpellini e altri edifici, invece, sono stati trasformati in strutture ricettive, divenendo un luogo dove è possibile rilassarsi al mare in cui si ripercorre e si rivive uno dei pezzi di storia più importanti di La Maddalena e della Sardegna.56

LA VITA QUOTIDIANA A CAVA FRANCESE.Con l’arrivo di Attilio Grondona e la nascita della Società Estrazione Graniti Sardi, la cava videCla sua massima crescita, anche dal punto di vista scuola elementare con il maestro Sebastiano Dessanay che, animato da un forte impegno so- ciale, iniziò a dare lezioni ai bambini e ai giova-dei lavoratori che, tra gli anni ‘20 e ‘30, conti- ni scalpellini. Una collettività indipendente connuarono progressivamente ad aumentare. le proprie abitudini e la “propria lingua”. ComeDivenne così, col passare degli anni, una vera ogni società che si rispettasse, anche gli abitantie propria comunità che riuscì lentamente ad della cava avevano le loro festività da onorare,organizzarsi, provvedendo ad alcuni servizi pri- come il giorno di Santa Lucia, patrona deglimari, fino a essere praticamente autosufficiente. scalpellini, in quanto protettrice degli occhi, e ilUn vasto camerone di fronte al mare, chiamato Carnevale per il quale venivano organizzate fe-la “Cantina”, era un vero spaccio dove, anche ste capaci di incuriosire e attrarre molti cittadinicon i Ghignoni (moneta in rame utilizzata della di La Maddalena. Si offrivano frittelle, vino e,comunità della cava), si potevano comperare i solo per le donne, il Vermouth. Si organizzava-generi alimentari più comuni, ed anche alcuni no i giochi e le classiche gare del Carnevale: lacapi di vestiario come giacche, scarpe e cappelli. pentolaccia, il gioco della mela e, per i bambini,A metà degli anni venti, venne costituita la la corsa coi sacchi. 57

La Fenice

CaricoRedazionale di Gabriele Sardu STONE ART. PIETRE A VITA.Quando la pietra prende forma e suscita emozio-fosse argilla. La sua mano è capace di svelare forme e linguaggi intrappolati nella pietra, dal- ne si è di fronte a una vera opera d’arte. Quella di la quale riesce a tirare fuori corpi e forme cheQStone Art, l’azienda fondata nel 2004 da DanieleCareddu e Gianfranco Puddu è una bella storia vivono autonomamente, liberandoli dal peso deld’impresa e gusto per l’innovazione. masso.Tutto nasce dall’idea di creare pezzi unici, con la Il bianco del marmo, il nero del basalto, il movi-lavorazione di pietre naturali sarde, da inserire mento che viene fuori dalla materia lavorata connegli arredi di cucine, bagni e locali commerciali. amore e passione per mesi, senza sosta e senzaIl bianco di Orosei e il basalto, la pietra locale di interruzioni.Abbasanta e Ghilarza dove ha sede Stone Art, Forme plastiche e sinuose che emozionanovengono plasmate da Gianfranco con estrema nell’opera Carico in cui sono riconoscibili le ca-capacità, è lui infatti l’anima creativa dell’azien- ratteristiche della figura umana. La Fenice sembrada, autodidatta, da sempre appassionato alla la- prendere vita da un enorme blocco di basalto, èvorazione della pietra. «Mi è sempre piaciuto - pura emozione, colpisce gli occhi e il cuore. Passosracconta - dare forme sinuose e non consuete è movimento plasmato nella pietra, da cui unoalle pietre». Daniele si occupa invece di proget- scrittore svedese, per la sua casa di Cuglieri, hatazione e del settore commerciale, di marketing tratto ispirazione per commissionare una vascae comunicazione. Da alcuni anni Gianfranco dà da bagno scolpita a mano da un blocco di biancoforma alle emozioni, plasmando la pietra come di Orosei. Le idee a Stone Art non mancano e 59

Raighinas60

Vasca Imperiale Passosnel 2013, a due passi dalla statale 131, creano lo Da pochissimi mesi Stone Art si dedica a unStone Art Cafè, un posto perfetto per una pausa settore altrettanto stimolante: l’illuminazione.durante il viaggio, in cui il profumo delle paste La materia prima, neanche a dirlo: sempre laartigianali appena sfornate e l’aroma intenso del pietra. Corpi luminosi dall’anima unica: u-Lump.caffè danno il benvenuto e dove potere assapora- Una fonte di luce che nasce dall’unione di piùre ottimi piatti a base di prodotti freschi, di prima elementi base in pietra, assemblati e poi lavoratiqualità e a Km 0. Nel cafè si materializza tutta la rigorosamente a mano. L’accensione e la dim-passione di Daniele e Gianfranco: è un ambien- merazione avvengono attraverso una carezza:te accogliente, caratterizzato dalla calda pre- un sensore, posizionato all’interno della materiasenza della pietra, che arreda ogni angolo del stessa, attiva i led di ultima generazione.locale, dal bancone ai complementi d’arredo, «Siamo in continua evoluzione - precisa Danielecosì come i bagni o lo spillatore della birra alla - e intendiamo non fermarci nello studio e nellaspina. Simpatica l’idea di ricostruire nel cortile ricerca di nuove e stimolanti creazioni».esterno la famosissima macchina del cartoneanimato I Flintstones con le ruote rigorosamen-te in pietra. Ti segnaliamo lo Stone Art Cafè per le tue pause di lavoro o di relax. Ad accoglierti troverai un ambiente dove, circondato da pietre naturali, potrai soddisfare la tua voglia di bontà! Ghilarza (OR) - Via del Mandrolisai Tel. 3479995935 - [email protected]

La mole di Capo Caccia mi ha sempre affascinato e sovente l’ho immaginata investita da onde gigantesche.Così mi sono divertito a rendere reale questa visione. Paolo Curto - Fotografo



di Alberto Fozzi NEL REGNO DI EOLO Sospinti dal vento nelle Bocche di Bonifacio64

Servizio fotografico di Alberto FozziLe mille sfumature di blu del mare osservate dall’alto della scogliera, con gli occhi dei gabbiani 65

Le alte scogliere di calcare della costa tra Capo Pertusato e la cittadina di Bonifacio costituiscono uno dei panorami più caratteristici del Mediterraneo occidentale66

L Il Gabbiano corso è una delle specie endemiche del Mediterraneo, e nella livrea bianca e grigia spicca il becco rosso corallo, uno dei caratteri distintivi di questa specieLe Bocche di Bonifacio sono un luogo che onde e correnti contribuiscono a renderlo ogniinevitabilmente viene associato al vento, al mare volta diverso e affascinante, direi unico.agitato e alle onde che frangono rumorosamente Ha il suo fascino anche la notte quando solo ilungo la costa con alti spruzzi e modellano il naviganti sanno interpretare il linguaggio delle lucigranito secondo forme che solo Madre Natura è dei fari e dei fanali, per orientarsi tra le pericolosecapace di creare. secche e le isole che si affacciano su questo trattoAvevo circa 10 anni la prima volta che ne ho sentito di mare come Lavezzi sul versante corso e Razzoliparlare da mio padre che per lavoro prendeva su quello italiano. Infatti solo navigando si possonospesso il traghetto per il “continente”. vivere appieno le Bocche di Bonifacio. SaràMi raccontava che, partendo da Porto Torres, il sufficiente prendere il traghetto che collega le dueprimo tratto di navigazione era spesso il peggiore isole, partendo dal porto di Santa Teresa Gallura,perché si passava per le Bocche e, fintanto che il uno splendido fiordo naturale, sormontato dallatraghetto non si portava a ridosso della Corsica, Torre Aragonese, per arrivare dopo circa un’orasi ballava parecchio. Ora, a distanza di tanti anni, di navigazione a Bonifacio con le case affacciate adopo aver passato innumerevoli giornate a scrutare strapiombo sulla scogliera e le sue mura fortificateil mare dalla costa o dal pozzetto della barca a vela ricche di storia.tra Capo Testa e la Corsica, le Bocche di Bonifacio Nel viaggio si è accompagnati dai Gabbiani realimi appaiono ancora come un luogo dove vento, che seguono la scia del traghetto, mentre Berte 67

La Berta minore è la specie di uccello marino più numerosa nelle Bocche di Bonifacio, in particolare nei mesi invernali e primaverili si possono arrivare a contare diverse migliaia di esemplari in una sola giornata I Ginepri che crescono abbarbicati ai massi di granito hanno la chioma modellata dal maestrale e i tronchi che seguono la forma delle rocce. Degli splendidi bonsai creati dalla Natura68

L’elicriso è una delle piante che sia con il colore delicato dei suoi fiori, sia con l’inconfondibile profumocaratterizza queste costeLa gariga costiera costituisce un ottimo territorio di caccia per il Gheppio, un piccolo rapace che si cibaprincipalmente di insetti e piccoli rettili che cattura con rapide picchiate 69

l Falco di palude è uno dei rapaci che è possibile osservare durante la migrazione pre e post riproduttiva. Le zone umide della Sardegna infatti sono importanti aree di svernamento per questa specie maggiori e minori planano sopra le onde senza vasto Santuario Pelagos, nato proprio per tutelare apparente sforzo, capaci di percorrere anche i cetacei. centinaia di miglia tra le aree di alimentazione e Ma in queste coste anche la flora è protagonista e quelle di nidificazione. In primavera e in autunno il vento contribuisce a diffondere i profumi delle ci saranno molte altre specie di uccelli che essenze della macchia mediterranea, dall’aroma potremmo osservare; infatti le Bocche di Bonifacio intenso dell’elicriso al profumo dei fiori di mirto sono anche un crocevia obbligato per i migratori e di corbezzolo, una flora che annovera anche che si spostano tra l’Africa e l’Europa e utilizzano preziosi endemismi come l’Erodium corsicum o la Sardegna e la Corsica come un ideale ponte la Romulea requienii ma anche preziose orchidee sul Mediterraneo. Con un po’ più di fortuna sarà selvatiche all’ombra dei ginepri le cui fronde possibile scorgere il soffio verticale delle grandi indicano chiaramente da dove proviene il vento balenottere comuni che transitano nelle Bocche, dominante. ideale porta del Tirreno, durante i loro movimenti Le coste delle Bocche di Bonifacio sono un stagionali, o assistere alle evoluzioni dei tursiopi, la luogo dove poter conciliare il classico turismo specie di delfino che tra queste baie e isole trova il balneare con divagazioni naturalistiche, lungo suo habitat ideale, nella parte meridionale del più i sentieri percorribili a piedi o in mountain bike,70

La fioritura delle romulee preannuncia la primavera nelle aree costiere e anche se per fotografarleè necessario stendersi per terra ne vale sempre la penae onde portate dal vento che frangono sulla costa rappresentano lo scenario tipico delle Bocche di Bonifacio.Sullo sfondo incorniciato dagli scogli la sagoma inconfondibile del faro di Capo Testa 71

Cala Spinosa è una delle suggestive baie del promontorio di Capo Testa, dove le arenarie contornano una incantevole spiaggia tracciati tra la cittadina di Santa Teresa Gallura versante corso, il Parco Nazionale Arcipelago La e il promontorio di Capo Testa. Alcuni di questi Maddalena e la istituenda Area Marina protetta si snodano lungo la Valle della Luna, famosa per di Capo Testa e Punta Falcone, nella parte italiana la sua comunità Hippies che qui vive secondo le e un Parco Internazionale che ancora non è proprie regole. Probabilmente gli anfratti lungo la operativo. Attualmente comunque la minaccia costa sono ideali per la meditazione. principale è costituita dal rischio di naufragio di Mentre il sito archeologico di Lu Brandali un mercantile che trasportano sostanze pericolose. consente di approfondire le conoscenze sugli Per mitigare questo rischio le autorità marittime antichi abitanti della Sardegna, i Nuragici, con francesi e italiane hanno adottato un sofisticato una visita alla tomba dei giganti, il nuraghe e i resti sistema di controllo e ausilio alla navigazione, il del villaggio. VTS. Una prima concreta collaborazione tra il popolo corso e quello sardo con l’obiettivo comune Per conservare questo inestimabile patrimonio di proteggere il Regno di Eolo! di biodiversità sono stati identificati siti della rete europea Natura 2000, istituite aree protette come la Riserva Naturale delle Bocche di Bonifacio sul72





di Gabriele Sardu GIOVANNA CAMPISI. MODA, ARTE E DESIGN.Passione, curiosità e studio. Giovanna Campisi, stilista palermitana, da oltre dieci anni in Sar-Pdegna, racconta il suo percorso artistico, dagli apparire in un abito chiaro, grigio perla, un gi- rocollo di piume scure su cui cade inesorabil- mente l’attenzione. Gradevole e raffinato l’abitostudi siciliani con una laurea in architettura in nero dal bordo rosa, impreziosito sul seno da untasca, alle quinte delle passerelle in occasione inserto sobrio dai motivi floreali che arriva finodelle sfilate delle sue modelle. al collo, con una fine pelliccia color carne.Già, dietro le quinte. Perché la Campisi non Notevole il gioco cromatico su base rosa cheama mostrarsi. Di lei parlano le sue creazioni, appare come uno spezzato con gonna e top. Sii suoi accostamenti cromatici, la scelta quasi tratta invece di un unico capo, arricchito nel-ossessiva del giusto abbinamento e del tessuto la scollatura da elementi realizzati col velluto eideale per le creazioni più originali. Un gusto nella parte bassa da rigoni rosa e neri. Fantasiaraffinato, a tratti eclettico, ma ben inquadrato richiamata anche nella struttura di un fascinosoin una logica stilistica ben definita, seppur con abito dal rosso intenso.variazioni importanti, apportate, negli anni, Ogni abito nasce da un’idea ben precisa e attin-alle collezioni. ge la sua originalità da un mix di esperienze eMa cosa colpisce dei suoi abiti? Di sicuro la sensazioni rielaborate e tradotte in tinte e taglisemplicità, accostata ad elementi di rottura da quella che può essere considerata una “visio-che - specie in passato - hanno dato una cesura naria” del tessuto.importante alla linearità del disegno. Ed ecco «Ho la fortuna - racconta la Campisi - di esse- 75





re riuscita a trasformare una grande passione ticolari ed elementi ben visibili e identificabili: in un lavoro vero e proprio. La determinazione tripudi di rose che insistono su tinte floreali, ri- maturata durante gli anni dell’Università mi ha cami importanti ed elementi variopinti. permesso di studiare design e di sviluppare la ca- «Amo studiare parecchio, prima di mettermi pacità di trasformare ciò che disegno in oggetti all’opera - continua la stilista - e detesto copiare. concreti. È il risvolto artistico della progettazio- Mi piace osservare, prendere spunti, contami- ne. Sono un’autodidatta, non una modellista, nare e reinterpretare le cose che vedo. Da quel per cui ho un approccio diverso nell’elaborazio- momento scelgo i tessuti che negli anni hanno ne di un abito». assunto per me un’importanza vitale per la buo- Una manualità, stimolata negli anni da un’altra na riuscita di un lavoro». grande passione, precedente addirittura a quel- Si tratta di una maturazione, anzi, di una scel- la sartoriale, ma da questa per niente slegata: ta ben precisa, una nuova strada da percorrere la produzione di gioielli e accessori. E non è con prudenza a piccoli passi. «Ecco che dalla difficile cogliere questo aspetto già dalle prime ricerca costante di nuovi accessori - precisa - creazioni, come già sottolineato, ricche di par- sono passata ad uno studio intenso delle stoffe.78

La seta e il velluto sono i tessuti che preferisco nell’ambito della moda. A Cagliari la mentalitàlavorare, ma non ho preclusioni per alcun tipo è molto simile a quella siciliana, ma ad Olbiadi materiale». dove vivo e dove anni fa decisi di aprire il mioL’ultima collezione, fotografata al Pevero in Co- negozio/laboratorio nel centrale Corso Um-sta Smeralda da Tania Mura, mostra una sim- berto, lo stacco che si avverte è notevole. Non èmetria compositiva, e un ordine mentale delle una critica, ci mancherebbe, ma ho notato chelinee di colore, interrotto solo dalla fantasia di nella città che mi ospita le persone si affidanotinte e tessuti, ricchi di cromatismo. preferibilmente alla grande firma, a scapito del-La donna tipo che veste gli abiti di Giovanna la sperimentazione».Campisi è raffinata e decisa, disposta ad affidarela propria immagine all’originalità. Fotografo: Tania Mura«In realtà per me questo aspetto - conclude - ha Model: Vanessa Barruirappresentato un problema da risolvere, quan- Makeup: Silvana Murado nel 2005 mi sono trasferita in Sardegna dalla Hairstylist: NikovecciaSicilia. A Palermo esisteva già un discreto humus Location: Colonna Pevero Hotel, Porto Cervo 79

Personaggi da scoprire di Gianni Olandi NICOLA MANCINI. UN CAMPIONE TRA PENTOLE E FORNELLI CON LA SARDEGNA NEL CUORE.A Nicola Mancini - ph Francesca Salaris Alghero. Nel circo del campionato del mondo che ha messo su casa ad Alghero per circa una settima- na c’era un riferimento che piloti, organizzatori, meccanici, tutti i team mondiali, non hanno potuto trascurare: la Kosmofera di Nicola Mancini, 54 anni, gallurese autentico. Nel mondo dello sport ad alto livello la sua Kosmosfera è diventata un riferimento certo per il catering. Da 23 anni cura il servizio della tedesca Audi, ma vanta prestazioni alla Lancia, Alfa Romeo, Lam- borghini, Azzurra e Coppa America. Il prossimo anno curerà il catering dell’autodromo di Monza in occasione della prova di Formula 1 e di tutte le altre manifestazioni motoristiche. Un ruolo che possono svolgere soltanto i numeri 1. Un traguardo di assoluto prestigio per il cuoco manager gallurese che ha inventato anche un piatto speciale per i piloti: pasta all’uovo, salmone crudo con bacche di mirto. Una esplosione di proteine, pochissimi grassi, il tutto con un sapore decisamente unico rappresenta- to dalla presenza del succo delle bacche di mirto. Naturalmente è anche un estimatore della cucina sarda, quella forte e robusta. All’ingresso della Kosmosfera allestita nel villaggio del rally mondiale ad Alghero è stato realizzato un camino da dove per circa una settimana si sono diffusi in tutta l’area portuale i profumi dei porcetti, delle melenzane arrosto, della salsiccia, pancetta, cucinati all’antica dal suo cuoco orgolese. Nicola Mancini vive anche una mission, da gallurese testardo, e anche un po’ ruvido, lavora con un costante retropensiero: la promozione della sua terra, dei prodotti, della qualità e delle eccellenze ricche di storia e sapori che soltanto da queste parti si possono trovare. Ha un suo brand, Mirtò, con evidente riferimento alla bacca dalla quale nasce un liquore ormai universalmente conosciuto. Senza l’accento si intende. “Abbiamo a disposizione degli autentici gioielli di madre natura - afferma - che debbono essere va- lorizzati, promossi. È quasi un peccato mortale disporre di eccellenze trascurandone il grande valore economico e commerciale”. Ad Alghero per il rally mondiale, con il suo Mirtò, Nicola Mancini ha organizzato Casa Sardegna nello spazio interno del Forte della Maddalena: un successo da ripetere e potenziare. “ Il lavoro della nostra gente delle campagne, dei lavoratori artigiani, delle cantine e delle cucine della Sardegna dice ancora - non è folklore, è professionalità, sudore, fatica, e deve produrre benessere”.80



immaginare, volti di Sardegnafoto di Gabriele Doppiu - Bitti

foto di Gabriele Doppiu - Orgosolo

foto di Gabriele Doppiu - Desulo

foto di Gabriele Doppiu - Fonni

di Chiara Porqueddu COSTA REI Colori e trasparenze, nel cuore del Sarrabus86

Foto Bequalia MediaNei pressi dello scoglio di Peppino 87

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CCosta Rei è una piccola frazione del comune di Panoramica su Costa Rei Muravera, cuore pulsante della costa sud-orien- tale della Sardegna: il Sarrabus. Meglio definita ticolare, è molto ricca di siti archeologici di pic- come il Mar dei Caraibi italiano, grazie soprat- cole dimensioni che testimoniano la presenza tutto alle trasparenze delle sue acque cristalline. degli uomini fin da un passato molto lontano. Ma dare questa come unica definizione sarebbe Per questo, quasi nascoste nell’immediato en- un po’ riduttivo, un’immagine corretta potreb- troterra, si possono scoprire: piccole domus de be essere quella di un libro dalle mille pagine, janas (case delle fate), tombe ipogeiche pre-nu- ognuna con le proprie sfaccettature da scoprire ragiche, misteriosi nuraghi e circoli megalitici e vivere. che difficilmente sfigurerebbero se paragonati Il primo capitolo di questo libro riporta al pas- alla più famosa Stonehenge. Oggi nel sito di sato dell’isola e dei suoi abitanti, raccontando di Cuile Piras si possono ammirare oltre cinquan- storia e archeologia. ta menhir, ovvero monoliti di circa 60 cm eretti La zona del Sarrabus, ma di Costa Rei in par- in posizione verticale. Il secondo capitolo di questo libro si immerge nella natura dell’immediato entroterra. 89

Spiaggia di Sant’Elmo90

Quello di Costa Rei è caratterizzato dalle stu- rano minore, verbasco di Sardegna e ginestrapende montagne di Castiadas, abitate da cervi, di Corsica. Questo è testimoniato dagli appas-cinghiali ed aquile; ricche di itinerari che posso- sionati che frequentano il parco, grazie ai varino soddisfare tutte le esigenze di coloro che san- percorsi di trekking e mountain bike.no apprezzare paesaggi inattesi, caratteristici di Mentre si attraversano i boschi, oltre alla vege-quelle “pagine” più interne e nascoste dell’isola. tazione, si ha la possibilità di intravvedere moltiUna delle zone di grande interesse naturalisti- animali tipici della zona come cinghiali, lepri eco è quella dell’ampia area forestale chiamata: marmotte; avvicinandosi alle cime si potrebbe-Monte dei Sette fratelli. Il monte insieme alle ro scorgere anche le aquile reali, l’astore sardocime di Monte Serpeddì e Monte Genis costitu- (piccolo rapace tipico di Sardegna e Corsica) e ilisce il Parco dei Sette Fratelli. falco pellegrino che solitamente nidifica proprioQuesto è uno dei parchi dove la natura ancora in questa zona.oggi è inviolata. Ricca in particolare di foreste di La vera anima del Sarrabus, come del resto dellaquerce, lecci, corbezzoli, mirto, lillastro, alater- stessa Sardegna risiede nelle sue montagne, nel-no, erica e ginepri che, grazie ai loro profumi, le sue ombreggiate foreste, nei suoi boschi che sicreano un’atmosfera particolare tutt’intorno. possono definire aromatici e nei suoi prati, doveQuesto sortilegio della natura trova la sua mas- i più fortunati hanno la possibilità di incontraresima espressione durante la primavera, quan- i pastori che pascolano le loro greggi. Per certido la macchia mediterranea esplode di colori, aspetti la cultura “guarda” più alla terra che alintensi e vivaci. Si possono ammirare infatti i mare. Vocazione che si ritrova anche nel cibofiori di pratolina spatolata, digitale rosa, zaffe- e nelle ricette, ricche di formaggi gustosi o car- 91

ne (soprattutto ovina e suina). Anche i prodot- Lo scoglio di Peppino ti tipici e i piatti della zona di Costa Rei non fanno eccezione. Non si possono non assaggiare pera). Lo Scoglio di Peppino e le spiagge vicine le Coccoi Prenas, piccole tortine di pasta di se- si trovano al confine tra i comuni di Muravera mola con un cuore morbido di patata, pecorino e Castiadas. Il confine geografico tuttavia non e menta, e la Prazzidas, pizza tipica ripiena di coincide con quello naturalistico: mare e natura verdure estive. sono da favola. Porto Pirastu, così chiamato per Le ultime pagine del libro, sfogliate dal vento, il pero selvatico che caratterizza la zona: la sua riportano al mare e alle sue acque con le famose spiaggia è conosciuta per il piccolo promonto- spiagge di Costa Rei che, per la loro straordina- rio di granito, i bassi fondali e la pineta che le ria bellezza, sono tra le mete costiere più amate fa da cornice, creando un ambiente ideale per sia dai sardi sia dai turisti. passare le giornate al mare in tutta tranquillità. Mare, sabbie, fondali e uno scenario naturale Appena superate le case di Costa Rei si arriva vario e cangiante offrono diverse possibilità per in un luogo incontaminato: Piscina Rei, carat- gli amanti delle attività acquatiche. Cala Pira è terizzato da uno stagno popolato da folaghe e una piccola baia di scogli e rocce da cui si am- aironi. Nella zona si trova anche il complesso mira la torre spagnola, radicata su una collina, megalitico di Piscina Rei, composto da ben 22 come se fosse a protezione di questo incantevo- menhir di epoca preistorica. le luogo (per i curiosi: pira, in sardo, significa Ora il “libro” potremmo chiuderlo…e scoprire con i nostri occhi questi incredibili luoghi, ma- gari andandoli a visitare di persona!92



di Gabriele Sardu SASSARI Le mura e il castello in 3D94

Ricostruzione 3D delle antiche mura di Sassari di Alessandro9L5uiu

IIlluminazione soffusa, luci ad effetto che ri- Ingresso Castello schiarano le pareti ed evidenziano il perimetro del castello di Sassari. Merlature, stemmi e fe- Sassarese di 46 anni, Luiu è in realtà un uomo ritoie perfettamente inserite nella storica cinta eclettico, impegnato su più fronti. L’amore vi- muraria. Emozionante, curiosa e coinvolgente scerale per la sua città è tangibile e il tributo la ricostruzione in 3D con tecnologia di ultima riservato alla “sua” Sassari ne è una palese con- generazione, studiata e realizzata da Alessandro ferma. Luiu. Le sue splendide foto sono “comparse” Le immagini renderizzate ti catapultano nel improvvisamente su Facebook e hanno suscita- cuore della Sassari del passato con la cinta mu- to subito grande curiosità ed entusiasmo. raria, le torri, le porte e soprattutto il castello aragonese, sacrificato nell’800 per scelte scelle- Per prima cosa, chi è Alessandro Luiu? rate e non ancora ben comprese. Poco spazio all’immaginazione, la ricostruzione Ingegnere, architetto, geometra? è fedelissima: sono tante le antiche prospettive «Neanche per sogno! - sorride, mentre inizia ti- non più riconoscibili con caratteristiche total- midamente a raccontarsi - Sono un perito elet- mente diverse da quelle originarie. trotecnico, appassionato di grafica 3D. Tutto Le storiche porte della città: Sant’Antonio, del qua» Mercato, di Santa Maria sono inserite nell’at-96

tuale contesto urbanistico, con i fili della metro tato a “curare” la parte esterna proprio per laleggero che si rincorrono e il lungo serpentone mancanza di fonti sicure sul resto».di macchine, incessante, quasi ossessivo. Si in-travvede la torre tonda (Turondola), di fronte ai Ora è necessario fare un passo indietro pergiardini pubblici e il tratto di mura, completa-mente perduto, che scende sino a Corso Vico. capire meglio da cosa sia nata questa idea. «Dalla voglia di mettermi alla prova e realizzareQuanto lavoro c’è dietro queste ricostru- qualcosa di più complicato. Mi sono avvicinato al 3D per pura passione. Ho iniziato a model-zioni? lare auto con questa tecnica e, negli anni, ho«Un paio d’ore per ciascuna foto direi. Ma il collezionato piccoli lavori. Dopo ho accostato iltempo impiegato nella fase precedente è molto 3D alla mia città e ho iniziato la ricostruzionepiù lungo: diversi mesi. Ancora più impegnativa virtuale delle concerie Costa, successivamentela preparazione. Poi lo studio nei dettagli della la villa Pusino, un bellissimo esempio del Liber-pianta ottocentesca del Cominotti. Ho iniziato ty a Sassari, sotto ponte Rosello. A quel puntoa leggere e approfondire il libro di Gianfilippo ho deciso di fare il salto e di buttarmi su qualco-Orlandi, un geometra sassarese che ha scritto sa di più complesso e importante. Ho preso co-nel 1998 un’opera molto completa: Sassari, le raggio e ho deciso di dedicarmi alla mia Sassari.mura e il castello, da cui ho preso spunto. Si tratta Lo scopo? Secondo me un incipit, un piccolodi uno studio in cui sono contenute informazio- contributo per recuperare gli angoli più degra-ni preziose sulle antiche mura. dati o non valorizzati come dovrebbero essere».Che tipo di informazioni? Storiche? Arti- Eri consapevole di suscitare tanta curio-stiche? sità tra i sassaresi?«Tecniche ma anche storico-culturali. Orlandi «Assolutamente no. Ho fatto tutto questo peraveva chiesto di poter eseguire misurazioni e ri- curiosità e interesse personale. Certo, l’atten-lievi, durante l’ultimo importante restauro delle zione delle persone mi ha commosso e colpito.mura. Dati e riferimenti che poi ha incrociato Qualche commento mi ha veramente sorpreso.con quelli contenuti negli statuti sassaresi, di cui In primis ho avuto la reale percezione di quan-quest’anno - mi piace ricordare - ricorre il set- to sia forte l’attaccamento dei cittadini versotecentesimo anniversario. Orlandi ha proposto Sassari, al contrario di quanto si dice in giro suprospetti, piante, e un’accurata analisi delle tec- come i sassaresi intendano e sentano la proprianiche costruttive». città».Le foto d’epoca sono state d’aiuto nella Cosa ti ha portato in termini di visibilità? Luiu sorride, non si aspettava questo tipo di do-prima fase di elaborazione? manda. La risposta non è immediata, ma giun-«Di immagini in realtà non ce ne sono tante, ge dopo un silenzio di qualche secondo. «Madel castello soltanto due. Sono l’unica testimo- proprio niente. Non era quello che cercavo.nianza tangibile. Per questo la sua ricostruzione Avrei scelto altri canali per pubblicizzare me-non è stata semplicissima e ha preso forma sulla glio questo lavoro. Sono fiero però di avere datobase dell’unica carta esistente e della foto più un piccolo contributo alla mia città e di averenota, in cui è ritratto per tre quarti. Di come si fornito - credo - qualche risposta a chi non riu-sviluppasse all’interno ce ne parla Enrico Costa sciva a immaginare la pianta storica di Sassari».che descrive orti e stalle. Io però mi sono limi- 97

Torre Corso Trinità Non si può dire quindi che tu abbia avuto Dopo il sacrificio della maggior parte una musa ispiratrice? delle testimonianze storiche, Sassari ha «Una musa, no! A meno che non possa defini- re così mio padre. È lui che mi ha trasmesso il imparato dai suo errori? grande amore per Sassari. Mi piace definirlo «A mio modo di vedere no. Se avesse imparato, così: uno degli ultimi studiosi, cultori e conosci- cercherebbe di valorizzare quello che rimane. tori della storia di questa città. Circa quaranta Ma gli interessi personali ti consentono di but- anni fa iniziò un’opera pazzesca: un vocabolario tare giù ville liberty per erigere palazzine anoni- sassarese-italiano, mai pubblicato. Stessa sorte me. A volte non sono solo questioni di soldi, ma per diversi libri di poesie. Lui, come me, non ha anche di volontà, di cultura». mai fatto niente per le luci della ribalta, per que- sto nessuno dei suoi lavori ha visto la luce». A lavoro svolto, qual è la cosa che ti ha La storia (anche recente) di Sassari è costella- ta di scelte quanto mai discutibili, specie quelle più emozionato? portate avanti nel 1877, quando venne decisa «Di sicuro la parte che riguarda il castello. Sono la definitiva condanna a morte del castello. Un le immagini che hanno una resa migliore e che ti abbattimento quasi totale di quella che oggi danno la reale percezione del lavoro che ho fatto». certamente sarebbe stata la principale attrazio- ne della città. Del maniero, Sassari ha conserva- C’è qualcuno che ti ha contattato per ac- to solo il nome: piazza Castello, dove pochi anni fa, durante una campagna di scavi archeologici, quistare o proporre in una mostra le tue sono riemerse in tutto il loro fascino parti im- portanti dell’antica fortezza. ricostruzioni? «Assolutamente no. Il sindaco di Sassari è inter- venuto su Facebook per complimentarsi del lavo- ro da me proposto. Oltre questo, il silenzio».98



Sezione Torre degli Stemmi100


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