CAGLIARI La sella del Diavolo SASSARI Nel cuore della città IS ARENAS Viaggio nella colonia penale NULVI I Candelieri, l’emozione della tradizione OLLOLAI Il rito della vestizione BOSA Il borgo più bello d’ItaliaEdizioni archetypeinn • Sardegna Immaginare • Periodico semestrale n°2 anno II • Maggio 2014
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Capo Figari - ph Mauro Sanna sardegnaimmaginare 3
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Asinelli in Gallura - ph Patrizia Mura sardegnaimmaginare 5
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Martin Pescatore - Stagno di Platamona - Sassari - ph Francesco Merella sardegnaimmaginare 7
Editoriale di Carlo ElettiUn’isola da vivere. E da Immaginare.M Rena Majore - Santa Teresa Gallura - ph Francesco Merella Mentre ci accingevamo a mandare in stampa il secondo numero della nostra rivista - pervasi da un giustificato orgoglio alimentato dagli ottimi risultati ottenuti già al nostro esordio su scala regionale e nazionale -, ci siamo soffermati per un at- timo sul nome che abbiamo conferito alla testata: “Sardegna Immaginare”. Un repentino brain storming, utile a corroborare quel concetto di Sardegna che abbiamo nitidamente cristallizzato e che intendevamo veicolare ai nostri lettori in maniera altrettanto chiara: la Sardegna è una stupenda isola, sì da vivere. Ma anche da immaginare. Attraverso i suoi appassionati e concitati cicli storici, le tradizioni, che mantengono inalterato ogni loro focus, rievocate fedelmente con commozione e vivido entusiasmo dalle sue genti. Che ne perpetuano il millenario respiro ai margini tra leggenda e mito. Proseguiamo il nostro cammino, privilegiando con circostanziata cura la suggestione delle immagini. I racconti. Le storie. Che si dipanano attraverso luminosi percorsi vagamente onirici. La nostra nave riprende il mare, e assieme a voi fa rotta verso Sud, nello stupendo Golfo di Cagliari, per soffermarsi in quel tratto di mare designato come “Sella del Diavolo”. La cui origine etimologica trae ispirazione da una leggenda di derivazione biblica, secondo la quale i dèmoni rimasero impressionati dalla sua bellezza e tentarono di impadronirsene, contrastati da Dio che mandò le sue milizie al comando dell’Arcangelo Michele per sconfiggere Lucifero. Vi condurremo presso lo stupendo centro estivo ubicato nella Colonia penale di Is Arenas, presso Arbus (CA). Tra sabbia e deserto, vegetazione spontanea e macchia mediterranea. Dove i carcerati, oltre a poter godere di questa location insolita, sono adibiti alla manutenzione degli spazi e all’agricoltura biologica. Visiteremo il fascinoso Centro storico di Sassari. Il primo nucleo urbano della popolosa provincia sarda, anticamente deli- mitata dalla cinta muraria che si snoda da piazza Sant’Antonio e segue per corso Vico, corso Margherita di Savoia, via Torre Tonda, via Brigata Sassari, piazza Castello, via Mercato, corso Trinità. Con i suoi colori, i suoi profumi e la sua intensa “socialità”, retta da tradizioni e consuetudini. Le eleganti botteghe, i ristoranti tipici, le vecchie librerie. E, sempre in tema di tradizioni, ci immergeremo nel cuore dell’Anglona, presso Nulvi, paese famoso per la presenza di reper- ti archeologici, situato ai piedi di un altipiano di origine calcarea, il monte S. Lorenzo. Nel piccolo centro, il 14 e 15 agosto di ogni anno, si svolge una delle manifestazioni civili e religiose più rilevanti del territorio: “Sa essida de sos Candhaleris” (L’uscita dei Candelieri). Tre simulacri (detti i Tre Giganti) rendono omaggio alla Madonna Assunta. Si tratta di enormi macchine a spalla realizzate con materiali poveri, come legno, cartapesta e canne, modellati con grande abilità e maestrìa, così da poter dare spazio ad immagini sacre e preziose decorazioni su sfondi policromi. I Candelieri vengono portati in pro- cessione lungo le vie del paese per onorare il voto fatto alla Madonna per aver risparmiato il paese dalla peste. Dopo l’entro terra ancora mare aperto. La nostra prora farà rotta verso Bosa. Comune di circa ottomila abitanti della pro- vincia di Oristano, situato nella subregione storica della Planargia. Designato come secondo borgo più bello d’Italia nel concorso della trasmissione televisiva di Rai3 Il Kilimangiaro. Abitata fin dall’epoca fenicia, è stata in seguito colonizzata dai romani. Sorge tra il fiume Temo (il solo navigabile in Sardegna) e il mare. Famosa per la lavorazione dei tessuti e del corallo, è particolarmente apprezzata dal turismo per la prelibata gastronomia a base di pesce e per i vari aspetti naturalistici rimasti integri e degni di particolare salvaguardia. Ma queste sono soltanto alcune mete che toccheremo in questo nostro nuovo viaggio. Tra natura, arte, tradizioni, sport acquatici e musica. Storie di Sardegna che racconteremo per voi in tutta la loro magia e bellezza. Angoli di Paradiso incastonati come gemme preziose tra coste sinuose levigate dal vento e protette dal mare blu cobalto. Che disveleremo con immagini inedite mozzafiato. Buon viaggio.8 sardegnaimmaginare
Sardegna da sogno HOTEL CALA ROSA Situato in un parco di 4 ettari nel Golfo del Par co Nazionale dell’asinara: grande giardino, piscina, spiaggia privata, diving, animazione www.hotelcalarosa.itStintino tel. 079 520 005 info@hotelcalarosa.itwww.signorinihotels.it sardegnaimmaginare 9
In copertina Sardegna Immaginare Costume di Ollolai Periodico semestrale Valeria Daga Anno II° - Numero 2 - Maggio 2014 Retro di copertina Edizioni Archetypeinn Costume di Ollolai via Palladio, 11 - 07046 Porto Torres - SS - Italy Francesca Bussu (Zia Vranzisca) - Centenaria www.archetypeinn.com Foto di Copertina Registrazione presso il Tribunale di Sassari Enzo Cossu N°1 del 28/02/2013 Ritocco fotografico copertina Iscritta nel Registro degli Operatori di Comunicazione Michele Secchi con il numero 24148 Editore ISSN 2283-3862 Archetypeinn di Juri Masoni Direttore Responsabile via Palladio, 11 Carlo Eletti 07046 Porto Torres - SS - Italy Art Director Tel. +39 349 4628691 Juri Masoni www.archetypeinn.com In redazione Copyright Archetypeinn 2014 Chiara Porqueddu Daniela Morocutti Con il patrocinio di: Roberto Bazzoni Responsabile Linguistico10 sardegnaimmaginare Anna Maria Tavera Hanno collaborato a questo numero Fabio Isman Giampaolo Cassitta Pier Luigi Farci Francesco Ledda Anna Adele Ibba Andrea Sini Marella Giovannelli Alessandro Farina Luigi Agus Pasquale Porcu Giosi Moccia Marco Fiori Gian Mario Sias Sardinia Hiking Saverio Gaeta Libreria Internazionale Koinè Fotografi e agenzie Enzo Cossu Mauro Sanna Marco Corda Franco Stefano Ruiu Roberto Angelo Piras Ester Cossu Patrizia Mura Francesco Merella Gabriele Doppiu Marco Ceraglia (Archivo foto Provincia di Sassari) Roberto Pili Progetto Grafico Juri Masoni - www.jurimasoni.com Per info e contatti redazione.sardegnaimmaginare@gmail.com www.sardegnaimmaginare.it
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Indice 32 34 Piccoli cenni sulla letteratura sarda Bìculos de literadura sardaCagliariDiscorrendo di diavoli, angeli, fate e santi 70 80Nulvi OllolaiI candelieri, l’emozione della tradizione Il rito della vestizione92 98Santa Teresa Gallura Voyage en SardaigneMare, vento e granito rosa Enzo Favata, la musica immersa nel paesaggio12 sardegnaimmaginare
18IS ARENAS Viaggio nella colonia penale sardegnaimmaginare 13
54 SASSARI Nel cuore della città14 sardegnaimmaginare
106 Immaginare 2 Cartoline della Sardegna 118Il grifone e la berta Editoriale 8La culla della biodiversità Sport e tempo libero Un isola da vivere. 16 Sardegna Rally E da Immaginare114 Motori, spettacolo e turismo ItinerarioLollove 132Minuscolo borgo antico Is Arenas 28scrigno della memoria Bosa Il lavoro all’aperto Il borgo più bello d’Italia 124 Storia e Cultura 48 164 La Sardegna della letteraturaPorto Flavia in Leggendo MetropolitanoIl Parco Geominerario Murtas 78Chef in Sardegna L’arte tessile a Samugheo Alla ricerca del vento 142 Chia Sport e tempo libero Luna Rossa Challenge In Sardegna per preparare una nuova sfida Storia e Cultura 152 Argentiera Festival sulla TerraLeggeri 156Itinerari Mud’A’. Museo D’aglientu Vermentino 160 L’eccellenza sarda invidiata da tutti Luoghi ed eventi da scoprire 168Alla scoperta delle bellezze della Sardegna Guida 172 I percorsi del Parco Nazionale Asinara, i sentieri del Faro e del Castellaccio 176 sardegnaimmaginare 15
itinerario16 sardegnaimmaginare
La Pelosetta Residence Hotel Stintino www.lapelosetta.itIl complesso, di nuova costruzione, è composto da diversi corpi staccati ed è situato in posizione panoramica, al fondodella litoranea di Capo Falcone, nel tratto di mare tra la spiaggia della Pelosa e la famosa Torre Aragonese sul mare, a 4Km da Stintino. Ai piedi del complesso, si stende la spiaggia della Pelosetta e della Pelosa con i suoi colori incantevolie con vista sull’isola dell’Asinara e sul braccio di mare racchiuso dall’isola Piana. Sia l’Hotel che il Residence dispongonodi camere confortevolmente arredate con telefono, TV color, frigo phon, ventilatore a pale e servizi privati, tutti conpatio o balcone sull’incantevole panorama della Pelosa. L’Hotel è composto da camere doppie con servizio, cameredoppie comunicanti con un unico servizio, tutte con frigo, TV color, cassaforte e phon. Il Residence prevede la siste-mazione in unità completamente accessoriate con servizi e vista sul mare. La Pelosetta Residence Hotel Stintino (SS) Sardegna - Italia Recapito estivo: Tel. (+39) 079527188 - Fax: (+39) 079527020 Dal 1° Novembre al 25 Aprile rivolgersi al seguente numero: Tel. (+39) 0792823041
di Giampaolo Cassitta IS ARENAS Viaggio nella colonia penale18 sardegnaimmaginare
Costa di Is Arenas - ph Enzo Cossu sardegnaimmaginare 19
CC’è un colore che in carcere non esiste. Si riesce a Spiaggia della Colonia Penale - ph Enzo Cossu scorgere dai cortili passeggi l’azzurro del cielo, il blu della notte, il grigio dei temporali, il giallo di qualche parete dipinta da tempo, ma non c’è il co- lore del mare. Quell’acqua costruita per muoversi, per sbattere sulla pietra e levigarla, per far galleg- giare navi e trasportarle nel lontano del mondo, quella spartizione di acqua divisa in milioni di goc- ce unite per formare immense onde spumeggianti; quei colori di azzurro sovrapposto, verde e blu not- te, bianco e celeste, quella forza e quella lentezza, quell’essere cattivo e dolce, salato ed inconsueto, quell’immensa quantità di acqua scostante e pro- fonda in un carcere non c’è mai. O quasi. Quando si svolta a destra, sulla strada che da Ar- bus porta alla Casa Reclusione di Is Arenas, ti porti dentro la consapevolezza di incontrare una terra di dolore e sofferenza dove dei detenuti espiano una pena. Dopo qualche curva che si arrampica verso un cielo lucido e intenso appare, come d’incanto, come un quadro dipinto da un perfetto acquarelli- sta, il mare a pasticciare il cielo, a disegnare confini inimmaginabili per un carcere. Per qualsiasi carce- re. Il mare infinito e forte, blu e dolce, muro quasi invisibile che delimita il confine della Casa Reclu- sione di Is Arenas. Un carcere, una vecchia colonia penale nascosta tra il mare ed il cielo, tra dune di sabbia e vecchie20 sardegnaimmaginare
Pascolo - ph Enzo CossuPolizia Penitenziaria in perlustrazione - ph Enzo Cossu sardegnaimmaginare 21
miniere, tra Ingurtosu e la desolazione. Lontano Serre della Colonia Penale - ph Enzo Cossudai clamori della vita. Vicino al concetto divinodella contemplazione. Questo capisci dalle prime re al lavoro, ai corsi di formazione, ha la possibilitàcurve e lo percepisci mentre ti avvicini. E’ un luogo di vivere dentro un carcere con altri colori.per asceti perché sembra esserci solo quella porzio- A Is Arenas, inoltre, ha il diretto contatto con ilne di mare, di terra e di vento a ritagliare le dune, mare. E’ rimasto l’unico penitenziario con questogli arbusti e a mischiare gli odori. “contatto”. Una volta c’era l’Asinara ma oggi èLa Casa reclusione di Is Arenas, insieme a quella diventato un parco e i detenuti non ci sono più.di Isili e di Mamone sono luoghi unici dove il dete- Is Arenas è dunque un carcere azzurro per buonanuto oltre a godere di una certa libertà, partecipa- parte e con diverse sfaccettature di verde e giallo dall’altra. I detenuti (un centinaio circa) selezionati in base alloro comportamento e al breve fine pena22 sardegnaimmaginare
Spaccio della Colonia Penale - ph Enzo Cossu tre i prodotti (formaggio, olio, miele, ortaggi vari) vengono poi venduti con un marchio unico che livengono trasferiti su loro domanda e, dopo aver contraddistingue: Galeghiotto.frequentato dei corsi di formazione, sono inseriti Le scommesse hanno un costo e scommettere sulleal lavoro. In campagna, negli orti, con i cavalli, gli persone hanno, sicuramente, un costo sociale ele-ovini, i maiali. Si sta terminando il rifacimento del vato. Ma non è un azzardo. I numeri sono chiari,caseificio e così si potrà produrre il formaggio pe- univoci: nel biennio 2010/2012 (dati ufficiali ri-corino. Da alcuni anni a Is Arenas, Isili e Mamo- cavabili dal sito www.galeghiotto.it) si è incassatane è in atto un progetto finanziato dal Ministero la somma di € 1.560.000; in quell’arco di tempodella Giustizia con la Cassa delle ammende: è il sono stati 2400 i detenuti che hanno lavorato neiprogetto Colonia. Con questo progetto i detenutisono formati e imparano di fatto un mestiere, men-
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Litorale Nord di Is Arenas - ph Enzo Cossu
tre penitenziari (vi è un forte turn-over proprio Villaggio Penitenziario - ph Enzo Cossugrazie al breve fine pena) e molti di essi, una voltascarcerati, sono stati inseriti nel mercato di lavoro dell’Amministrazione Penitenziaria. Un villaggioesterno. Alcuni nello stesso settore nel quale erano dove d’estate si mischiano voci festanti di bambini,stati formati in carcere. Ci sono ex detenuti casari, lavoratori in ferie, gocce di serenità dove i detenutiimpegnati con i cavalli, alcuni hanno avviato un’at- non creano nessun problema.tività di apicultura, altri ancora sono tornati nella E’ un luogo, questo, dove è possibile riunire e mi-loro terra (Tunisia soprattutto) e hanno messo in schiare molte cose: razze diverse, mestieri diversi,pratica il mestiere di potatore di olivo. colori diversi. Si passa da un verde cupo del villag-Gli uomini hanno la necessità di poter esprimere gio a un verde tenue dei prati, ad un giallo ocrale proprie capacità, hanno la voglia e l’interesse delle dune di sabbia, ad un conturbante azzurro dia migliorarsi. La scenografia, come nel caso di Is un mare che leviga e abbraccia. E’ un luogo dove iArenas, aiuta. Sono i colori che colpiscono quan- cervi si avvicinano quasi senza paura agli uomini,do si percorrono i viali, quando si raggiunge la è un luogo dove il sole appallottola gli umori, doveporcilaia, la serra con gli orti, quando si passeggia è possibile sentire forte l’odore intenso dell’elicriso,nel villaggio delle vacanze riservato ai dipendenti del mirto, della Sardegna selvaggia, nascosta, di una terra incontaminata. La Casa reclusione di Is Arenas è un luogo di de-26 sardegnaimmaginare
tenzione dove però i detenuti vanno al lavoro da dotti, con gli animali, con le piante, con il maresoli. La polizia penitenziaria discretamente li os- che si ricostruisce la relazione con gli altri. E’ ad-serva garantendo comunque la sicurezza. Non ci dolcendo lo sguardo che si modella il futuro di uo-sono, ormai da anni, evasioni. Non ci sono episodi mini che hanno indubbiamente sbagliato ma sonodi violenza, non ci sono problemi di intolleranza. pronti a ripartire.E’ la visione di un carcere aperto verso le opportu- Il carcere può diventare una parentesi utile, unnità. E’ la visione moderna di un’idea antica. punto di partenza per riprovare a scommettere.Le colonie sono nate alla fine del 1800 come luoghi Un carcere a colori, con questi colori che solo ladi lavoro forzato, per bonificare terreni incolti. Sardegna ha nella sua tavolozza, può sicuramenteA quei tempi l’attenzione era rivolta solo ed esclu- aiutare.sivamente al risultato. Oggi, la stessa attenzione siè spostata all’uomo. Oggi il detenuto è al centrodel progetto. Il recupero è mirato all’uomo attra-verso la terra.E’ la terra il fulcro del riscatto. E’ attraverso la ter-ra, il lavoro, il contatto quotidiano con i suoi pro- sardegnaimmaginare 27
di Pierluigi FarciIS ARENAS Il lavoro all’apertoLLa casa penale di lavoro all’aperto si trova in un an- cuperati ed assegnati in locazione ai dipendenti. golo di Sardegna sconosciuta al turismo di massa, Lasciata la strada statale 126 per Gennamari si istituita per esigenze carcerarie del ministero della percorrono circa 10 km in direzione Scivu, la co- Giustizia con apposito decreto in data 6 novembre lonia è già preannunciata da un cartello posto su- 1961, ha assunto da tempo la denominazione di casa bito dopo il dosso di Gennamari e sta ad indicare di reclusione Is arenas. La casa di reclusione ha sosti- l’inizio del territorio della Colonia, la strada asfal- tuito la colonia penale di Tramariglio (Alghero) resti- tata ne delimita in parte il confine. tuita all’ETFAS proprietaria del terreno. Il lavoro dei detenuti ha mantenuto, per lungo tem- L’intero territorio di Is Arenas è pervenuto in par- po, la caratteristica originaria di impiego dei mede- te dalla Società Pertusola e in parte dall’ETFAS simi in attività lavorativa di manovalanza pesante per una superficie complessiva pari a ha 2775,547. che vedeva i condannati impiegati nelle imbarca- Situata in agro di Arbus località Bau, comprende zioni ai remi e nella costruzione di grandi opere una parte montana estesa per circa 1000 ettari, ri- pubbliche o nelle miniere. Più in generale gli stessi coperta di macchie boschive che scendono in forte venivano frequentemente impiegati per la realizza- pendio fino alla quota di m 280 (Gennamari) per zione anche di grandi opere pubbliche. L’intenzio- scendere poi fino al mare su cui si affaccia per un ne era di aumentare l’afflittività della pena, senza fronte di circa 5 km. implicazioni di natura socio-riabilitativa. La natura del terreno collinare, prevalentemente Il lavoro forzato era anzi la giustificazione princi- sabbiosa, è ricoperta dalla macchia mediterranea pale della detenzione, essendo altre le sanzioni più tipica (corbezzolo, cisto, lentischio, erica, ecc.). usuali (morte, tortura, punizioni corporali). La zona montana è destinata in prevalenza alla In Italia i lavori forzati cessarono definitivamen- pascolo caprino mentre nelle zone sabbiose ven- te dopo l’emanazione del codice Zanardelli col gono coltivati gli erbai annuali in asciutto, il cui decr.16/06/1891 che soppresse gli ultimi bagni raccolto è destinato intermanete all’alimentazione penali di S. Stefano e Alghero. del bestiame. Il contrasto al lavoro penitenziario (retribuito o Dell’attività mineraria sviluppata nella zona, la meno) durò comunque almeno fino alla codifica- laveria di Bau (del 1874) la vetreria (primi anni zione del 1930. del 900), vi sono pochi ruderi ed alcuni alloggi re-28 sardegnaimmaginare
Detenuto al lavoro - ph Enzo Cossu sardegnaimmaginare 29
Maneggio Colonia Penale - ph Enzo Cossu 30 sardegnaimmaginare
Litorale Sud Is Arenas - ph Enzo CossuLe obiezioni erano principalmente di natura eco- ma di lavoro, avvicinando il condannato alla vitanomica, il lavoro penitenziario avrebbe costituito libera, poteva facilitare e rendere più serio e con-una concorrenza sleale per imprese e lavori liberi. sistente il suo riadattamento.La legislazione dell’epoca però ritenne prevalente Dal punto di vista sociale, il lavoro all’aperto con-l’interesse generale ed individuale al lavoro dei de- sentì l’utilizzazione della mano d’opera dei de-tenuti in quanto vedeva da un lato il dovere sociale tenuti nel compimento di lavori di bonifica e didel lavoro, dall’altro il diritto che anche il detenuto miglioramento, ai quali i lavoratori liberi mal vo-restasse o diventasse un elemento utile della vita lentieri si dedicavano.sociale. A tale forma di lavoro e detenzione venne datoIl lavoro divenne quindi un dovere giuridico ma grande impulso, soprattutto in Sardegna, doveremunerato, individuato secondo le attitudini fisi- l’organizzazione delle colonie fu coordinata conche e morali. La remunerazione doveva servire a quella più generale di bonifica e ripopolamento.risarcire la parte offesa ed a rimborsare le spese di La filosofia era dunque quella di privilegiare lemantenimento e quelle processuali. c.d. colonie semifisse.Particolare attenzione venne data al lavoro all’a-perto in quanto dal punto di vista penale, tale for- sardegnaimmaginare 31
Storia e cultura di Anna Maria TaveraPiccoli cenni di letteratura sarda. Bìculos de literadura sarda.Quando si parla di letteratura sarda, saltano subitoCando si faeddat de literadura sarda, benint luego a conca autores famados, connòschidos dae sa gente pro sos libros is- alla mente grandi autori, conosciuti dal grande pub- soro chi faeddant de sa vida, sos sentidos, sas costumàntziasQ Cblico per i loro bellissimi racconti sulla vita, i senti-menti, le abitudini degli abitanti della propria isola. de s’ìsula pròpia.L’obiettivo di questo articolo è quello di raccontare Sa mira de custu artìculu est cussa de contare de cussa litera-uno stralcio di letteratura sarda, intendendo come dura sarda, iscrita in sardu, chi medas non connoschent, notale, quella scritta in sardo, della quale molti ignora- at a èssere possìbile fentomare totu sos iscritores, ma s’isperano l’esistenza, sarà impossibile citare tutti gli autori, est cussa de fàghere bènnere, a cussos chi leghent, sa bògia dema la speranza è quella di stimolare l’attenzione e la nde ischire de prus.curiosità di molti lettori. Sos primos testos iscritos in sardu, sunt de su tempus de sosI primi testi scritti in sardo appartengono al perio- giugados, in su cale sunt essidos a campu cussos documentosdo giudicale, nel quale sono apparsi quelli che defi- de tipu giurìdicu-amministrativu comente sas cartas o cunt-niamo documenti di tipo giuridico-amministrativo zessiones de benes, sas crònacas, sas leges e sos condaghes.come le carte o concessioni di beni, le cronache, leg- Medas sunt sos istudiosos chi pensant chi siant mannas sasgi e i condaghi. partes de sos condaghes in ue b’at bògia de contare, massi-Molti sono coloro che intravedono nei condaghi mamente in cussu de Santu Pedru de Silki, in ue còmporos euna valenza letteraria, dunque, l’intenzione di rac- bèndidas sunt isrichidos cun contos chi non b’intrant nuddacontare, specialmente nel condaghe di San Pietro di cun sa punna giurìdicu - amministrativa de su documentu.Silki, dove acquisti e vendite sono accompagnati da Sighende su caminu arrivamus a su treghentos, in ue Anto-particolari poco rilevanti ai fini giuridici e ammini- nio Cano, de su cale pagu ischimus, at iscritu s’òpera prusstrativi. antiga in volgare sardu, unu poema in versos chi contat de32 sardegnaimmaginare
Proseguendo il nostro percorso arriviamo alla fine sa vida de sos màrtires turritanos Gavino, Proto e Gianua-del trecento, dove troviamo Antonio Cano, scono- rio Sa vita et sa morte, et passione de sanctusciuti i particolari della sua vita, la sua opera è la Gavinu, Prothu et Gianuariu. In cust’àndala in supiù antica in volgare sardo, un poema in versi che chimbighentos, agatamus Gerolamo Araolla chi in s’òperaracconta la vita dei martiri turritani Gavino, Pro- sua, Sa vida, su martiriu, et morte dessos glo-to e Gianuario Sa vita et sa morte, et passione riosos martires Gavinu, Brothu, et Gianuari,de sanctu Gavinu, Prothu et Gianuariu. Con- impreat pro sa prima borta in Sardigna s’otava rima, custutinuando il nostro cammino, ci ritroviamo nel cin- poema naschet cun sa punna de fàghere connnòschere a totus,quecento, periodo nel quale Gerolamo Araolla con esempros de fortza e fide. Araolla bravu e capatze a impreareil suo Sa vida, su martiriu, et morte dessos glo- tres limbas: su cadalanu, s’italianu e su sardu no at fatu cheriosos martires Gavinu, Brothu, et Gianuari abelliere s’òpera de Cano.utilizza per la prima volta in Sardegna l’ottava rima, In su seschentos sos sardos si sentint ispagnolos no in sasquesto poema nasce con l’intento di dare un esem- costumàntzias ebbia, ma finas in sa literadura, in sa poesia,pio concreto da seguire di forza e fede. Araolla ha su romanzu, totu beniat improntadu a sos modellos ispa-reso più gradevole il poema del Cano, usando tre gnolos, de custu perìodu, ammento, s’Urania Sulcidana delingue differenti: il catalano, l’italiano e il sardo. Salvatore Vidal, chi contant de sa presonia de Sant’Antiocu,Nel seicento i sardi si sentono spagnoli, non solo nei amparadore de sa fide cristiana.costumi ma anche nella letteratura, nella poesia, nel In su setighentos si isparghet in Sardigna su movimenturomanzo, tutto viene improntato sui modelli spa- literàriu de s’Arcàdia, Giovanni Delogu Ibba, Pietro Pisurzignoli, di questo periodo mi preme ricordare l’Ura- o Padre Luca Cubeddu, sas poesias faghent torrare a concania Sulcidana di Salvatore Vidal, che racconta la sa terminologia e sa simbologia de sa traditzione de sos pa-prigionia in Africa di Sant’Antioco, difensore della stores e massajos de s’Arcàdia regione antiga de sa Grecia,fede cristiana. issos contant de pastores e massajos, pro mèdiu de s’impreuNel settecento si diffonde in Sardegna il movimen- de metàforas, allegorias, similitudines chi cherent èssere deto letterario dell’Arcadia, esempi ne sono Giovanni insinnamentu pro su letore.Delogu Ibba, Pietro Pisurzi o Padre Luca Cubeddu, S’otighentos, comente nos narat Alziator, est su sèculu in suleggendo le loro poesie si sente il richiamo alla ter- cale “su mundu iscoberit sos sardos e sos sardos iscoberint suminologia e simbologia della tradizione dei pastori mundu”, in custu sèculu si collocat su prìntzipe de sos poe-dell’antica regione Greca dell’Arcadia, essi raccon- tas, Paulicu Mossa, bonorvese, sos versos suos benint galutano di pastori e contadini. Attraverso l’utilizzo di oe impreados in sos palcos de tota sa Sardigna, àrcade ca nonmetafore, allegorie, similitudini vogliono insegnare solu at cantadu istòrias de amore galanas, bisadas in paden-qualcosa al lettore. tes e pàsculos, ma finas ca de cussa poesia at mantènniduL’ottocento come ci dice Alziator è il secolo nel qua- sa musicalidade de sas istrofas, leghende sos versos suos nosle “il mondo scopre i sardi e i sardi scoprono il mon- benint a conca poetas comente Ovidio, Catullo, Metastasio.do”, in questo secolo si colloca il principe dei poeti In su noighentos, sos autores s’acutziant a sos modellos dePaulicu Mossa, bonorvese, i suoi versi sono cantati sa literadura italiana e europea, sighende sos esempros deancora oggi nei palchi di tutta la Sardegna, arcade sos ermèticos comente Pascoli, D’annunzio, Carducci, benintnon solo perchè ha cantato poesie d’amore, ma an- impreadas duncas, formas mètricas noas, e non si iscrientche perchè di quella poesia ha mantenuto la musica- petzi poesias ma finas romanzos, de custu tempus de am-lità delle strofe, in lui troviamo l’impronta di Ovidio, mentare sunt sos Versos rebellos de Antioco CasulaCatullo, Metastasio. prus connotu cun su nùmene de Montanaru o romanzos co-Nel novecento gli autori si avvicinano ai modelli del- mente cussu de Benvenuto Lobina Po Cantu Biddanoa.la letteratura italiana ed europea, seguono gli esem- Àteros medas si nde diant pòdere tzitare, ma su caminu in sapi degli ermetici, Pascoli, D’Annunzio, Carducci, literadura sarda iscrita in sardu finit inoghe.vengono dunque introdotte forme metriche nuovee non si scrive solo in versi ma diversi sono i roman-zi che circolano, cito i Versos rebellos de AntiocoCasula più conosciuto come Montanaru o romanzicome quello di Benvenuto Lobina Po Cantu Bid-danoa.Molti e molti altri ancora potrei citarne, ma il viaggionella letteratura sarda scritta in sardo finisce qui. sardegnaimmaginare 33
di Maria Adele Ibba CAGLIARI Discorrendo di diavoli, angeli, fate e santi34 sardegnaimmaginare
Servizio fotografico Marco CordaVista delle saline e della Sella del Diavolo da Monte Urpinu sardegnaimmaginare 35
CChiunque arrivi a Cagliari in aereo o in nave non Il Poetto visto dal fortino di Sant’Ignazio può non notare la lingua di terra che divide in due l’ampio Golfo, facendo da spartiacque tra la lunga di Sant’Elia assume se lo si osserva dalla spiaggia spiaggia del Poetto a oriente e il porto a occidente. del Poetto. E se volete farvi mostrare dove sta non Su questo promontorio, un piccolo angolo di para- chiedete del promontorio, ma della Sella del Dia- diso, si trovano le tracce della presenza umana che volo e vedrete che chiunque saprà indicarvela. dalla più antica epoca neolitica si dipanarono nei E molto tempo dopo, parecchio direi, proprio sui millenni fino ai nostri giorni. Ma prima ancora che costoni della Sella del Diavolo si stabilì l’uomo uti- l’uomo lo eleggesse come luogo ideale per dimo- lizzando le sue cavità naturali sia per dimorarvi sia rarvi, esso fu scelto dagli Angeli ai quali Dio aveva per seppellire i morti. Ce lo testimoniano i ritro- concesso di individuare un posto sulla terra dove vamenti effettuati all’interno di alcune grotte e di insediarsi. Essi decisero di stabilirsi nella Sardegna una domu de janas attestanti un loro utilizzo a par- meridionale, nell’ampio golfo che oggi prende il tire dal neolitico antico (VI-V millennio a.C.) fino nome da loro, il Golfo degli Angeli, appunto. all’epoca nuragica (II millennio a.C.). Un luogo splendido con una lunga spiaggia dal- Di queste alcune, come la Grotta di Sant’Elia e la la sabbia bianca e un mare verde smeraldo. Tutto Grotta di San Bartolomeo, sono andate perdute a andava a meraviglia finché Lucifero, allora ancora causa di frane causate dalle cave di materiale da tra le file degli Angeli, si ribellò a Dio dando vita a costruzione che nel secondo dopoguerra servì a una feroce battaglia proprio sulle acque del Golfo. ricostruire la città martoriata dai bombardamen- Le versioni sono le più svariate dal momento che i ti. Ma per fortuna non tutte sono scomparse, un cagliaritani per indole hanno una fervida fantasia. bell’esempio è la Grotta dei Colombi, posta nella A me, bambina, raccontarono che durante la bat- parte sud-orientale del promontorio, accessibile taglia Lucifero si scontrò proprio con l’Arcangelo solo dal mare, al cui interno furono rinvenuti oltre Gabriele e che, disarcionato, cadde da cavallo in a materiale ceramico di cultura Ozieri (IV millen- mare mentre la sella andò a posizionarsi proprio nio a.C.) anche alcuni resti umani. Un’altra, è la a metà del Golfo pietrificandosi, ed è proprio la Grotta del Bagno Penale posta sul versante a nord forma di una sella l’aspetto che il promontorio del vicino colle di Sant’Ignazio, che ha restituito il bel vaso con una decorazione impressa a festoni, archi, triangoli e scacchiere tipica della cultura di36 sardegnaimmaginare
Fortificazioni sulla Sella del Diavolo sardegnaimmaginare 37
Bonu Ighinu (V millennio a.C.) oggi esposto nel strutture che, tra gli altri compiti, avessero un ruolopiano terra del Museo Archeologico Nazionale di di controllo e di avvistamento. Fu sulla cima dellaCagliari. Dell’unica grotticella artificiale, apposita- Sella che nel 1870 Filippo Nissardi, allora giovanemente scavata dagli uomini del neolitico recente studente e poi apprezzato archeologo, durante una(IV millennio a.C.) per seppellirvi i propri cari, il ricognizione rinvenne, tra le pietre di un muro, uncui nome sardo, domu de janas (casa di fate), ri- frammento di trachite bianca sul quale si conserva-chiama un mondo fantastico abitato da fate o stre- va parte di una iscrizione in caratteri punici (espo-ghe a seconda di come si voglia tradurre il termine sto anch’esso nel piano terra del Museo Archeolo-janas, rimane oggi una nicchia che in origine stava gico Nazionale di Cagliari). L’iscrizione ricorda ilal centro della parete di fondo della cella funeraria. dono di un altare, forse di bronzo (la parola non èLa domu de janas che prende il nome dalla località completa), alla dea Astarte di Erice. L’analisi delnella quale sorge, San Bartolomeo, distava una de- modo in cui furono scritti i caratteri ha fatto datarecina di metri dall’omonima Grotta. questa dedica al terzo secolo a.C. L’iscrizione, laSe i costoni furono scelti per l’insediamento pre e presenza di due cisterne con un sistema di cana-protostorico, a partire dall’età punica (IV-III secolo lizzazioni per l’adduzione dell’acqua tagliate nellaa.C.) fino alla più recente epoca bellica, la cima del pietra e i segni del passaggio di carri sulla rocciapromontorio divenne il luogo ideale per stabilire hanno fatto ipotizzare per quest’area la presenza di38 sardegnaimmaginare
un tempio dedicato alla dea. Ricordo la mia visita Vista della spiaggia del Poetto dalla Sella del Diavoloall’area negli anni della Scuola di specializzazionein archeologia quando il professor Giovanni Tore, Se l’interpretazione della parola ῾RK come “di Eri-profondo conoscitore del mondo punico (purtroppo ce”, è corretta (alcuni studiosi sono dubbiosi), il cul-scomparso prematuramente), fece una lezione pro- to praticato nel santuario, sarebbe stato una deriva-prio lassù raccontandoci che a suo parere il tempio zione di quello presente sul Monte San Giuliano didoveva avere avuto la funzione di faro, con un fuoco Erice. Qui il culto era il risultato di complesse com-sempre acceso per indicare il pericolo ai navigan- mistioni con altri di origine più antica, in partico-ti. La scelta del luogo da parte dei punici natural- lare del mondo orientale fenicio-cipriota, da cui glimente non fu casuale, sappiamo che per onorare le derivava la pratica della ierodulia, la prostituzioneloro divinità essi prediligevano le alture e il culto a sacra, un antico rito durante il quale una fanciullauna dea dalle molte sfaccettature come la semitica dedicata alla dea si univa a uno straniero in cam-Astarte che, tra le sue diverse competenze, era nume bio di un compenso destinato alle casse del tempio.tutelare della guerra, della fertilità, favoriva la na- Questo tipo di rito non era inusuale nel mondo anti-vigazione e proteggeva i naviganti, non poteva che co e numerosi scrittori ci raccontano di come anchesorgere in un luogo strategico come quello del Capo il mondo greco e quello romano l’avessero recepitoSant’Elia. praticandolo in alcuni santuari dedicati alla greca Afrodite e alla romana Venere che avevano assimi- lato nei loro culti caratteri orientali. sardegnaimmaginare 39
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Il pomolo della Sella con le rovine della torre spagnola sardegnaimmaginare 41
Fortino di Sant’Ignazio Interno del fortino di Sant’Ignazio42 sardegnaimmaginare
Dal 2005, la Cattedra di Archeologia e Storia Calamoscadell’Arte Greca e Romana dell’Università degliStudi di Cagliari ha intrapreso indagini sistemati- a questa cisterna dove alcuni “muretti” affioran-che sull’area del Capo tese a definire l’estensione ti nel terreno a poca distanza da essa hanno fattodel sito e a rintracciare i resti del tempio punico e ipotizzare che si trattasse dei resti della chiesettadelle fasi di vita che esso ebbe, sicuramente, anche medievale di Sant’Elia al Monte dalla quale il collein epoca romana quando il culto di Astarte dovet- ha preso il nome. Dagli scavi sta emergendo unate essere assimilato a quello della romana Venere. struttura rettangolare con almeno un ingresso la-Prima di iniziare lo scavo archeologico sono state terale, forse secondario, dal quale si accedeva tra-effettuate una serie di ricognizioni che hanno re- mite due gradini all’interno. Essa subì un crollostituito elementi che confermano una continuità verso la parte sud-orientale, come testimoniato daldi frequentazione dell’area dall’epoca punica fino muro perimetrale caduto verso l’esterno ma anco-a quella romana. Essa è testimoniata anche dalla ra sorprendentemente composto. Questo edificiopresenza di un “cisternone”, lungo 27 metri, data- potrebbe identificarsi con la chiesa, nella sua ulti-bile all’epoca punica e da una cisterna, più piccola, ma sistemazione risalente al XVIII secolo operatacon apertura circolare e collegata a un sistema di con fondi di cittadini della vicina città di Quartucanalizzazione scavato nella roccia. Quest’ultima, Sant’Elena, sotto la cui giurisdizione essa dovevaconosciuta con il nome sardo di Sa ucca ‘e su tiau- ricadere come testimoniato da un manoscritto dellu, la bocca del diavolo, viene attribuita all’epoca 1720 ritrovato da Ida Farci, una studiosa di storiaromana per la sua forma “a bottiglia”, per quanto dell’arte religiosa, nell’Archivio della Parrocchianon si possa escludere un’origine più antica. Essa quartese. Il documento, scritto in spagnolo, ricor-riveste una particolare importanza anche da un da infatti che “la chiesa fu devastata dopo il 1717punto di vista botanico perché ospita al suo inter- dagli spagnoli, che entrarono con la forza a Caglia-no, grazie all’umidità costante, alcuni tipi di felce ri e che ne risparmiarono solo le pareti”. Questache non potrebbero sopravvivere nel clima caldo cronologia viene confermata dai numerosi mate-dell’esterno. Gli scavi archeologici, ancora in cor- riali rinvenuti nello scavo risalenti a questa epoca.so hanno preso l’avvio proprio nell’area prossima L’edificio sembra sia stato realizzato rioccupando il luogo e, probabilmente almeno in parte, le strut- ture dell’antico tempio; nell’area esterna circostan- sardegnaimmaginare 43
La torre di Calamosca di roccia calcarea sul quale sorge, spaccandola in due tronconi di cui uno in forte inclinazione verso te, infatti, è presente un ampio spazio pavimentato il mare. È importante dire che a breve sarà sot- delimitato da una grossa muratura che sembra es- toposta a un intervento di restauro da parte della sere preesistente all’edificio rettangolare. Conservatoria delle Coste della Regione Sardegna. A pochi metri di distanza i pisani, che dominarono È da lei che prende il nome la spiaggia cittadina, nell’isola, edificarono nel 1282 una torre allo scopo il Poetto, conosciuta anche come spiaggia dei Cen- di segnalare alla città attraverso l’accensione di un tomila per la sua estensione. Le ipotesi sull’origine fuoco l’arrivo delle navi genovesi che minacciava- del nome sono diverse, per alcuni esso indichereb- no la costa. Conosciuta come Torre di Sant’Elia o be la vicinanza alle cisterne e per questo significhe- della Lanterna, essa è la più antica tra tutte le torri rebbe “pozzetto”, per altri invece deriverebbe da costiere; conosciamo la data della sua costruzione un non meglio identificato “Poeta”. grazie a una iscrizione in marmo che dopo varie Dopo aver parlato del promontorio è giusto dire vicissitudini è oggi esposta nel Museo di Cagliari. che la via di accesso obbligatoria per raggiunger- In parte franata essa fu parzialmente depredata, lo passa dallo storico Borgo di San Bartolomeo. insieme alle altre strutture emergenti nell’area, agli Un piccolo agglomerato di case e caserme che inizi del secondo conflitto mondiale per la costru- si sviluppa intorno a una piazza impreziosita da zione di una batteria antiaerea, divenuta oggi un una bella fontana a pompa costruita nel 1857 e fresco rifugio per coloro che giungono in quest’area restaurata di recente, sulla quale si affaccia la chie- nelle ore assolate. sa seicentesca che fu sede del gremio dei Beccai, i Un po’ più in basso, a non più di un centinaio di macellai. In epoca spagnola, infatti, quest’area era metri, si erge un’altra torre costruita dagli spagnoli stata assegnata come zona di pascolo del bestiame tra la fine del 1500 e gli inizi del 1600. Sita in po- all’Associazione dei Macellai di Calari. A parte la sizione strategica proprio sul “pomolo” della Sella, chiesa, più antica, il quartiere ha l’aspetto che a essa permetteva un maggiore controllo non solo partire dal 1841 gli fu dato per la costruzione del sul mare ma anche sulle calette sottostanti. Pur- Bagno Penale i cui “ospiti”, i servi di pena, erano troppo risulta fortemente danneggiata a causa del- le frane che in passato hanno interessato il costone44 sardegnaimmaginare
Interno delle fortificazioni sulla Sella del Diavolo Fortificazioni a Calamosca sardegnaimmaginare 45
46 sardegnaimmaginare La fontana in piazza San Bartolomeo
Segnalazione delle piste sulla Sella del Diavolo decina di anni dopo la sua costruzione fu dismes- so dalla funzione bellica per essere utilizzato comedestinati ai lavori di estrazione del sale nelle vicine edificio annesso al Lazzaretto, la cui sede principa-saline. Al loro lavoro si deve la sistemazione viaria, le posta ai margini del Borgo di Sant’Elia e visibilela costruzione di molti degli edifici presenti oltre ai piedi del colle, è stata trasformata in un centroalla fontana che doveva proteggere un pozzo pre- culturale ed espositivo.esistente. Dalla piazza di San Bartolomeo parte la Dopo questo lungo excursus non mi rimane chestrada verso Calamosca, la piccola spiaggia ai pie- invitare tutti coloro che passano da Cagliari adi del Colle di Sant’Elia. visitare questa parte della città dove, non solo siPoco prima di arrivare a Calamosca, sulla destra, concentrano tante testimonianze della presenzauna piccola strada asfaltata ci permette di salire dell’uomo a partire dalla preistoria fino ai nostriverso il Colle di Sant’Ignazio (94 m s.l.m.) dove si giorni senza soluzione di continuità, ma è possibilepossono visitare la torre di Calamosca e il Fortino. godere di un paesaggio mozzafiato, e non lo dicoLa torre faceva parte, come quella vicina de su tanto per dire, abbinato a una ricchezza faunisticaPerdusemini (il Prezzemolo in sardo), del sistema e botanica rappresentata da specie rare e delicatedifensivo costiero che gli spagnoli realizzarono nel che nascono e crescono solo qui e che meritanoXVI secolo, per difendere l’isola dalle scorrerie il massimo rispetto da parte nostra: guardiamoli,dei Saraceni. Restaurata nel 1638, come ricorda- fotografiamoli ma non cogliamoli!to in una lapide conservata all’esterno, è chiamata L’intero promontorio è dotato di una segnaleticaanche Torre dei Segnali perché era dotata di un dei sentieri percorribili a piedi o, per i più atletici,dispositivo che permetteva le comunicazioni con in bici. Si può partire dal “sentiero di Astarte” eil Castello di Cagliari così da segnalare l’arrivo di seguire i bolli verdi posti sul pavimento roccioso.eventuali aggressori. A metà del 1800 a lato di que- A breve il Comune di Cagliari in collaborazionesta torre fu realizzato il faro, tutt’oggi in funzione. con la Regione Sardegna avvierà un cantiere di si-Da qui, un sentiero agevolmente percorribile a pie- stemazione della cartellonistica e della creazionedi conduce al Fortino di Sant’Ignazio, così chiama- di un punto di sosta vicino all’area archeologica.to perché posto sulla cima della collina omonima; Se poi i visitatori capiteranno tra la primavera evenne realizzato a partire dal 1792 per proteg- l’estate è possibile che possano trovare lo scavo ar-gere la città dalle flotte nemiche che andavano a cheologico ancora in corso. In quel caso sarà conposizionarsi nell’antico Golfo di San Bartolomeo. grande piacere che li accompagneremo in una vi-Quest’ultimo è oggi scomparso a seguito delle sita guidata.colmate realizzate nel dopoguerra per ospitare ilmoderno quartiere di Sant’Elia. Il Fortino non fu Anna Adele Ibbamai ultimato e scarso fu il suo apporto difensivo (LAC - Laboratorio di Archeologia Classica Dipartimento di Storia, Beniquando nel 1793 la flotta della giovane Repubblica Culturali e TerritorioUniversità degli Studi di Cagliari)francese bombardò la città. Parzialmente restaura-to, conserva la sua forma militare, anche se già una Da visitare pag. 168 sardegnaimmaginare 47
Storia e cultura Richard Ernst ...la chimica del tempo contestLa Sardegna della letteraturaAin Leggendo Metropolitano.Anche quest’anno la città di Cagliari ospiterà la sviluppare temi attuali e innovativi, tuttavia in rassegna letteraria “Leggendo Metropolitano” qualche modo legati alla letteratura e alla lin-da mercoledì 4 a domenica 8 giugno. gua. Proprio per questo gli ospiti dei vari incon-Il festival letterario giunge quest’anno alla sua tri sempre esperti aggiunti a nomi illustri hannoVI edizione “I Giochi dell’Essere”. Dopo es- contribuito ad accrescere la fama, l’affidabilità esere passato da “Eccezioni e trasformazioni” gli standard qualitativi già elevati.nel 2009, per poi analizzare l’importanza delle Altre peculiarità che hanno caratterizzato - e loparole in “Le parole leali”, l’anno successivo; fanno ancora - Leggendo Metropolitano sonoprive di senso compiuto senza “Le radici”, tema certamente l’espediente dell’accoppiamento dinel 2011. Lo sviluppo continua nel 2012 con “Il mestieri diversi e le contaminazioni con altre artitempo.com Presente”; seguendo tale filo condut- e il taglio fresco e giovanile.tore si giunge all’edizione 2013 “I Legàmi”. Negli anni la manifestazione ha saputo dimostra-Leggendo Metropolitano ha sempre avuto come re di essere un appuntamento importante, grazieimportante caratteristica quella di sfruttare e al suo lavoro basato principalmente sui contenuti48 sardegnaimmaginare
Le radici nei miei passi - Jakarè featuting Sergio KrakowskiRoberto Saviano Buskovic uolking’ serenadeSalvatore Mereu, Fabio Brovero, Igiaba Scego - cond Davide Ruffinengo sardegnaimmaginare 49
Raul Pantaleo, Ilene Steingut, Belinda Tato - cond Luca Molinarioltre l’estetica, capace di reggere il confronto sia ne Santa Croce al Bastione San Remy passandocon le manifestazioni letterarie isolane sia con i per il Teatro Civico di Castello e il Chiostro dellapiù famosi festival nazionali. Facoltà di Architettura.L’edizione 2014 prenderà il via con l’anteprima Alcuni degli appuntamenti della 4 giorni saran-il 4 giugno al Bastione Santa Croce con “Narra- no: “Nascondino tra i musei: Gli Uffizi, Brera,zioni tra parole e musica” che vedrà protagonisti Gallerie dell’Accademia” “Giocare e curarsi conLiesl Jobson, Alessandro Spedicati (Diablo). i libri”, “Giocare con la lingua, la lingua per gio-Il festival proseguirà nei quattro giorni successi- care”, “Monopoly. Il gioco nelle città contempo-vi (5-6-7-8 giugno) con molti appuntamenti che ranee?”, “Fahrenheit 451. È possibile un futurorallegreranno il quartiere di Castello, dal Bastio- senza libri?”, “I labirinti dell’anima”.50 sardegnaimmaginare
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