Important Announcement
PubHTML5 Scheduled Server Maintenance on (GMT) Sunday, June 26th, 2:00 am - 8:00 am.
PubHTML5 site will be inoperative during the times indicated!

Home Explore Sardegna Immaginare - Numero 1

Sardegna Immaginare - Numero 1

Published by Sardegna Immaginare, 2015-07-02 09:45:44

Description: Sardegna Immaginare - Numero 1

Rivista digitale dedicata alle bellezze e tradizioni della Sardegna.
Visita il sito http://www.sardegnaimmaginare.it

Keywords: Sardegna,viaggi,cultura

Search

Read the Text Version

Edizioni archetypeinn • Sardegna Immaginare • Periodico semestrale n°1 anno I novembre 2013 I Giganti Una storia lunga tremila anni Sos Zigantes Un’istòria de tremìgia annos CABRAS L’incanto di un pianeta chiamato Sinis CRABAS Sa meraviza de una terra cramada Sinis ASINARA Storia e leggenda di un mito ASINARA Istòria e paristòria STINTINO L’antico patto tra l’uomo e il mare ISTHINTINI Aunione antiga intre s’òmine e su mare ALGHERO Da colonia catalana a capitale del turismo ALIGHERA Dae colònia cadalana a capitale de su turismu CASTELSARDO Una rocca medievale a picco sul mare CASTHEDDU Una roca de s’edade de mesu chi nche falat a mare sardegnaimmaginare 1

Capo Caccia - ph Mauro Sanna 2 sardegnaimmaginare

www.provincia.sassari.itCi sono molti bei posti dove potete andare in vacanza, ma se visiteretequeste terre, farete un viaggio.Ricordatevelo, prima di partire: siete in Italia, ma non solo: siete inun’isola lontana da tutto, siete in un luogo diverso, anche se nessunopotrà spiegarvi realmente come, dovrete farvene un’idea tutta vostra, laporterete con voi molto a lungo: la vostra idea di Sardegna.© 2010 Flavio Soriga / Agenzia Santachiara Dove il tempo vale di più sardegnaimmaginare 3

In copertina Sardegna Immaginare Giganti di Mont’e Prama Periodico semestrale Pugilatore - Efis Anno I° - Numero 1 Foto Novembre 2013 Enzo Cossu Edizioni Archetypeinn di Juri Masoni Editore via Palladio, 11 Archetypeinn di Juri Masoni 07046 Porto Torres - SS - Italy via Palladio, 11 www.archetypeinn.com 07046 Porto Torres - SS - Italy Registrazione presso il Tribunale di Sassari [email protected] N°1 del 28/02/2013 Tel. +39 349 4628691 ISSN 2283-3862 www.archetypeinn.com Direttore Responsabile Copyright Archetypeinn 2013/2014 Carlo Eletti Art Director Con il patrocinio di: Juri Masoni4 sardegnaimmaginare In redazione Chiara Porqueddu Daniela Morocutti Roberto Bazzoni Responsabile Linguistico Anna Maria Tavera Hanno collaborato a questo numero Fabio Isman Luca Fiori Roberta Gallo Roberto Di Stefano Stefano Corrado Patrizia Roberti Fotografi e agenzie Enzo Cossu Mauro Sanna Francesco Merella Gianni Biddau Italo Chessa Roberto Piredda Mario Viviani Giuseppe Abozzi Matteo Salaris Marco Corda Danilo Pisu Fabrizio Rovelli Archivio Arst Ufficio Stampa Regione Sardegna Progetto Grafico Juri Masoni - www.jurimasoni.com Per info e contatti [email protected] www.sardegnaimmaginare.it

www.sardegnaimmaginare.it scopri il nuovo modo di leggere Sardegna Immaginaredirettamente sul tuo pc, smartphone o tablet. Gratis!dal tuo pc Colegati al sito fotografa il qr codewww.sardegnaimmaginare.it dal tuo smartphone o tablet scarica il pdf dinamico e iniza A leggere sardegna immaginareSardegna Immaginare e Whereisnow. Una soluzione moderna e dinamica. La rivista potrà non solo essere sfogliatama anche scaricata comodamente per essere consultabile offline. Grazie alla tecnologia Whereisnow, chiunque saràgià in possesso di una vecchia copia digitale, potrà leggere istantaneamente il nuovo numero senza la necessità diaccedere al sito web della rivista. La nuova versione “si aggiornerà” con un semplice click.

6 sardegnaimmaginare

Nuraghe Tula - ph Mauro Sanna sardegnaimmaginare 7

8 sardegnaimmaginare

La Maddalena - ph Matteo Salaris sardegnaimmaginare 9

10 sardegnaimmaginare

Golfo Asinara - ph Roberto Piredda sardegnaimmaginare 11

12 sardegnaimmaginare

Il Poetto, Cagliari - ph Marco Corda sardegnaimmaginare 13

14 sardegnaimmaginare

Castelsardo - ph Enzo Cossusardegnaimmaginare 15

Editoriale di Carlo Eletti Vista sull’isola Foradada - ph Enzo Cossu L’impronta di Dio nel Mediterraneo Profumi intensi, cromatismi che evidenziano la limpidezza del mare e il profilo della campagna. Coste frastaglia- te a picco sull’azzurro cupo. Levigate dall’incessante azione dei venti impetuosi. Sobria e mondana. Generosa e avara. Fruibile e inaccessibile. Un’identità compresa da binomi spesso polarizzati. Ossimori tuttavia positivi che accrescono il suo fascino. Sardegna, isola millenaria tra le più belle al mondo, permeata di affascinanti tradizioni popolari, arte e cultura. Retaggi del crocevia di colonizzatori che si sono avvicendati nel corso della sua storia. Eredità antiche, rese ar- moniche dalla fisiologica ingerenza delle genti locali. Cristallizzata nei secoli. Secondo la leggenda, Dio la formò con il suo piede dandole l’impronta di un sandalo, da qui il nome di San- dalyon attribuitigli dai Greci. In questo nostro coraggioso e rivoluzionario progetto editoriale, vi è tutto il nostro entusiasmo nel raccontarvi l’isola nella sua interezza. Coniugando l’antico col moderno. Le coste assolate dei vip e l’entroterra dei pastori e degli agricoltori. Storie, mappe turistiche, immagini mozzafia- to a disvelare ogni anfratto di Sardegna carico di suggestione. Ma anche aneddoti curiosi, cronaca, mito e leggen- de di un popolo che vive il suo tempo tra infatuazioni e disincanti. La prima tappa ci porterà alla scoperta del sud isolano, presso Sinis/Cabras per raccontare la storia affascinante legata ai misteriosi Giganti di Mont’e Prama. Ci immergeremo nel cuore pulsante della Barbagia, un percorso costellato di sapori, vecchi mestieri e cultura millenaria, rievocata con la magia di Autunno in Barbagia. Faremo rotta verso l’Asinara, ex caienna e attuale Parco nazionale, col suo incontaminato habitat marino. Visiteremo i centri costieri che vi s’affacciano: Porto Torres e Stintino. Le meraviglie e i misteri della Riviera del Corallo, per disegnare il profilo storico-turistico di Alghero, straordinario “centro catalano”. Castelsardo, con la sua Rocca a picco sul mare. Cabras, il centro lagunare più importante della Sardegna. Siamo partiti, amici lettori. La nostra “mission” sarà imperniata su un obiettivo preciso: creare per voi la sugge- stione della vacanza. Da vivere in qualsivoglia momento lo desideriate. In un’isola da sogno.16 sardegnaimmaginare

sardegnaimmaginare 17

Indice 36 Piccoli cenni sulla lingua e la storia dei sardi Bìculos de s’istòria e de sa limba sardaI Giganti. Una storia lunga tremila anni 20 40Sos Zigantes. Un’istòria de tremìgia annos Cabras. L’incanto di un pianeta chiamato Sinis Cabras, Sa meraviza de una terra cramada Sinis 52Storia e leggenda di un mito chiamato AsinaraIstòria e paristòria de S’Asinara68 82 96Stintino. L’antico patto tra l’uomo Alghero. Da colonia catalana Monteleone Rocca Doria.e il mare a capitale del turismo L’acqua e la rocciaIsthintini. Aunione antiga intre S’Alighera. Dae colònia cadalana Monteleone. S’abba e sa rocas’òmine e su mare a capitale de su turismu18 sardegnaimmaginare

Immaginare 6 Cartoline della Sardegna Bisos. Cartolinas dae Sardigna Editoriale 16 L’impronta di Dio 108 nel Mediterraneo Museo del pane 105 Monteleone Rocca DoriaUna rocca medievale a picco sul mareUna roca de s’edade de mesu chi nche falat a mare Lunissanti 120 Castelsardo, la tradizione consolidata nella fede Lunissanti Castheddu, sa traditzione arraighinada in sa fede I cestini 122 Castelsardo. 124 134 Una tradizione da mantenereAutunno in Barbagia I coltelli di Pattada Còrbulas. Castheddu.Il cuore delle tradizioni Sos gurteddos patadesos Una costumàntzia de costoireAtòngiu in Barbàgia.Su coro de sas costumàntzias Itinerari 132 Il trenino verde Caminos. Su treninu birde Alla ricerca del vento 160 Porto Pollo Chirchende su bentu Portu Puddu Éntula 164 Il vento della cultura 142 attraversa la Sardegna Èntula. S’àndala de sa cultura atraessat sa SardignaPorto Torres. Tra monumenti e mare Percorsi 166Posthudorra aunione de monumentos e mare Benessere in Sardegna Caminos. Benèssere in Sardigna Itinerari 174 Capodanno in piazza Caminos ùrtima die de s’annu in pratza Luoghi da visitare 177 Alla scoperta 156 delle bellezze della Sardegna Logos de bìdere Iscobèrrere sas meravizas de sa SardignaChef in SardegnaRezeta sardegnaimmaginare 19

20 sardegnaimmaginare

Particolare arciere - Prexau - ph Enzo Cossu di Fabio IsmanI GIGANTI Una storia lunga tremila anni sardegnaimmaginare 21

Pugilatore - Efis - ph Enzo Cossu22 sardegnaimmaginare

Sono le più antiche sculture a tutto tondo forse *Mostra “La pietra e gli eroi - Le sculture restaurate di Mont’e Prama”nell’intero Mediterraneo, dopo quelle egizie:potrebbero addirittura precedere i kuroi greci; *Guerriero n°3 - Gherrerimisteriosa la loro nascita: c’è chi li data al X - IXsecolo a.C., quantunque risalgano probabilmente sardegnaimmaginare 23all’VIII; un complesso senza pari, anche per l’entità:ritrovati 5.200 frammenti, ben 10 tonnellate dipeso, che, ricomposti, hanno costituito 25 statuetra guerrieri, arcieri e pugili alti circa due metri, inarenaria, con alcuni modellini di nuraghi; in totale,recuperati, 15 teste e 22 busti. Sono i Giganti diMont’e Prama, che erano nella zona verso Cabras,vicino a Sinis: uno dei massimi ritrovamentiarcheologici, avvenuto per caso nel 1974, e cheha avuto bisogno di quasi 40 anni per esserefinalmente restaurato. Quando due contadini(Sisinnio Poddi e Battista Meli) urtano in qualcosa,e danno l’allarme, si organizzano subito campagnedi scavo. Tuttavia, i materiali finiscono nei depositidel museo di Cagliari, tranne pochissimi, esposti. Esoltanto nel 2007, il Centro regionale di restauro aLi Punti di Sassari, che prima non esisteva, iniziagli studi e la difficile ricomposizione, anche con ladelicata ricerca dei punti di attacco tra i frammenti.Prama vuol dire palma, anche se il “monte” è unrilievo di soli 50 metri: quella nana, tipica del luogo.

Modello nuraghe - Canohareri - ph Enzo Cossu24 sardegnaimmaginare

*Mostra “La pietra e gli eroi - Le sculture restaurate di Mont’e Prama” Non lontano, si è ipotizzato un santuario: un Heroon dell’VIII sec. a.C., magari votato ai guerrieri caduti; siamo nella la penisola del Sinis, dove è prosperata la fenicia Tharros, già abitata 6.000 anni or sono. Una testa di ponte verso la penisola iberica, dove, 1.300 anni avanti Cristo, approdano Micenei e Filistei; è un grande centro della civiltà nuragica, iniziata tra il 1600 e il 1200 a.C., e terminata prima del 700 a.C.: 106 monumenti di questo tipo sono stati repertati nella zona, uno per chilometro quadrato, «62 monotorre, 36 più complessi», dice l’ex soprintendente di Cagliari, Vincenzo Santoni. I Giganti si possono forse identificare con i mitici Sherden, un “popolo del mare” in qualche modo collegabile a un mito di fondazione dell’isola, colonizzata, si dice, da Iolao con 50 Tespiadi. Questo complesso stupendo e suggestivo quanti pochi altri è un grande enigma dell’antichità. Non sappiamo chi siano i Giganti; non ne conosciamo la funzione; non immaginiamo come siano giunti fin lì. Erano vicino a 33 tombe a pozzetto affiancate, ricorda Carlo Tronchetti, l’archeologo che allora eseguì gli scavi, prive di corredo: soltanto uno scarabeo egizio, non meno misterioso di questi colossi. Forse, l’arcano sarà svelato grazie a nuovi scavi, per i quali la Regione ha appena stanziato sardegnaimmaginare 25

*Mostra “La pietra e gli eroi - Le sculture restaurate di Mont’e Prama” i fondi. Nelle 32 tombe, c’erano resti maschili e femminili: uno per pozzetto, dai 13 ai 50 anni. *Arciere - Prexau Però i Giganti sono successivi. Naso e sopracciglia marcati; gli occhi, cerchi concentrici incisi; le26 sardegnaimmaginare bocche, fessure. Sono in piedi, su basi di quattro lati. Sui corpi, linee a zig zag incise; le trecce a rilievo; un arciere, ancora con resti di colore rosso. I pugili, con un’arma sull’avambraccio; due guerrieri, con uno scudo tondo; un elmo è cornuto. «Ogni opera d’arte», insegnava Cesare Brandi, è «squisitamente relativa»: il bello è possibile da comprendere solo perché conosciamo anche il brutto. Qui, invece, ogni paragone risulta impossibile: al mondo, non esiste nulla di simile. Il Pugilatore pare analogo a un bronzetto di Dorgali. Le 44 statue, intere o in frammenti, sono state ritrovate con modelli di nuraghi, che riportano a quella civiltà. Hanno subito colpito a tal punto Giovanni Lilliu, il più celebre archeologo sardo dei tempi recenti, che ne ha voluto uno sulla copertina di un suo volume. Tronchetti nota richiami all’Etruria arcaica; altri li vede orientalizzanti; Lilliu riscontrava parallelismi con i bronzetti sardi; e c’è chi si è spinto fino ai Piceni e ai Dauni. «Questi kolossoi sono un episodio chiave nella storia dell’arte mondiale», spiega Marcello

Pugilatori - Fastigiadu e Efis - ph Enzo Cossu sardegnaimmaginare 27

Particolare arciere - Prexau - ph Enzo Cossu28 sardegnaimmaginare

Madau, un altro archeologo di Sassari. Pero, «la Particolare gonnellino - Guerriero n°3 Gherreri - ph Enzo Cossuricerca, sul sito che ha restituito le statue, deveancora percorrere tanto cammino», afferma recentemente, un’altra archeologa di Sassari,Attilio Mastino, archeologo e rettore dell’ateneo Giuseppina Manca di Mores, tra le terrecotte delsassarese: appunto, altri scavi. Finora, i Pugilatori sacello di Antas ha ritrovato il primo ritratto delsono 16, scudo curvo rettangolare sulla testa; gli mitico Iolao: era sul frontone del santuario, perchéArcieri, cinque; il Guerriero sembra il più raffinato; chiunque, arrivandovi, lo vedesse. Un fortissimoma forse, la caccia al passato che recano in loro è significato identitario, non minore di questi eroiappena cominciata. di pietra; il soprintendente di Cagliari, MarcoSono sicuramente una tra le più pregnanti Minoja, li immagina una «parata di élite guerriera,testimonianze dell’autoctonia della cultura l’aristocrazia del popolo nuragico; parti di unsarda: chissà se erano a guardia di una tomba unico programma, teso ad esaltare la grandezza eprincipesca, peraltro mai trovata finora. Non la potenza di quell’aristocrazia in armi».hanno certamente un rilievo inferiore, nella nascita La zona del Sinis è abitata fin dai tempi più remoti:e nella colonizzazione dell’isola, del tempio antico l’indizio più antico di una presenza umana, lodi cui tante fonti parlano: dallo Pseudo Aristotele, troviamo a Cuccuru S’Arriu, che è assai vicinoa Silio Italico, da Diodoro Siculo a Pausania; e a Mont’e Prama: un frammento proveniente dalla necropoli, che risale al neolitico antico, da ottomila a seimila anni fa: decorato da un motivo sardegnaimmaginare 29

ad impressioni, ottenuto usando la conchiglia di su due fila. Il terrazzo è spesso collegato con laun mollusco. Poi, sono seguite le altre fasi, fino a torre da un foro, in cui passava un’anima di piom-quella più significativa e più rilevante di tutte: la bo; sono incastri perfetti, e terrazzi circolari finociviltà dei nuraghi, di cui fa sicuramente parte il ad oltre mezzo metro di diametro, i parapetti altipiccolo “esercito di eroi”, o di giganti. Di nuraghi, fino a un palmo. Sono capolavori delle medesimece ne sono a migliaia; semplici, o complessi. genti che hanno saputo costruire torri alte fin quasiAnche i modellini in pietra trovati con i Giganti, ci ai 30 metri (al nuraghe Arrubiu), o costruire scafitramandano specie diverse. Da sempre, studiosi e per compiere lunghi viaggi, fino a Creta, Cipro, lacuriosi si interrogano sui significati e sulle funzioni Sicilia. Un «pensare in grande», scriveva Fulvia Loreali di questi “hapax” architettonici: non ne Schiavo, che abbraccia le imprese sul mare, l’ar-esistono fuori dalla Sardegna; unici, come sono chitettura, e anche, ora lo sappiamo, la scultura.senza emuli i guerrieri di pietra, trovati in un Capisaldi di una civiltà antica quanto mai raffi-campo della Confraternita della Madonna del nata, ed ancora ovunque apprezzata: lo dimostraRosario di Cabras, vicino a pozzetti più antichi di la vicenda dell’importante bronzetto di un Arciere,inumazione, che si possono confrontare con altri, acquisito a caro prezzo dal museo di Cleveland,esistenti ad Antas, o ad Is Aruttas di Cabras. finché, identificato dai carabinieri, non è tornato aE lì, muti guardiani, e purtroppo ancora muti te- Sant’Antioco, ponendo così almeno parziale rime-stimoni del passato, stavano gli eroi di pietra: più dio al suo scavo clandestino.alti del naturale, i piedi paralleli ma spalancati di Probabilmente, 2.700 e rotti anni fa, qualcunocirca 20 cm, una posa sicuramente ieratica, forse pensò a questo piccolo esercito: chissà se abbiamostudiata per incutere timore. Ad eventuali invaso- trovato (probabilmente no) tutto quanto ne è rima-ri? Fenici e punici, almeno nel tempo, non erano sto; ma già quel che c’è, basta a stupire, fortemen-troppo lontani. La parte inferiore dei corpi è assai te come poche altre volte è dato. Però sui Guerrie-più essenziale che quella superiore, più definita e ri pende un’ultima incognita: la loro esposizione.decorata. Lo schema di rappresentazione appare Il museo cui sarebbero destinati, non c’è ancora;comune a tutte le sculture. Le parti superiori delle una parte si vorrebbero forse esporre a Cagliari,statue ci mostrano grande perizia e assoluta cura nel museo più importante di tutta l’isola, così di-dei dettagli e dei particolari: è perfino quasi sor- videndo, però, un complesso unitario. Non fa sof-prendente. Un immenso realismo, fatto puree di frire soltanto di ignorare come e perché sono statitanti piccoli elementi, resi con una grandissima creati; non ricompensa soltanto la loro unicità e lacura. Vediamo gli schinieri, la mano che impugna loro assoluta bellezza: bisognerà anche saper esse-l’arco, le decorazioni delle vesti, le acconciature. re all’altezza di un simile recupero.L’arciere sembra perfino salutare una divinità, lamano destra sollevata, come si vede in tanti bron- *“Immagini fornite dall’Ufficio Stampa della Regione Autonomazetti nuragici, l’arco impugnato con quella manci- della Sardegna - Scatti realizzati nel corso della mostrana, sul petto una placca quadrata. A chi venissero La pietra e gli eroi - Le sculture restaurate di Mont’e Prama”in mente i Guerrieri di Xian, si ricordi, per favore,che nascono molti secoli dopo, soltanto nel 200prima di Cristo.Sorprendenti anche i modellini di nuraghe, chetanto “ini” certo non sono: ne esistono alti quasiun metro e mezzo, formati da una torre centrale ealtre quattro agli spigoli laterali; altri sono “polilo-bati”: quattro torri ed altre quattro semicircolari,tutte collegate tra loro; un’architettura certamenteabbastanza complessa e già evoluta. Ci sono cen-tinaia di frammenti; 13 nuraghi sono collocati susostegni ed esposti, ma altri sono deducibili da ben50 porzioni delle parti sommitali. Tutti decorati iparapetti dei terrazzi: con serie di triangoli, talora30 sardegnaimmaginare

Sos ZigantesA pustis de cussas egìtzias, forsis sunt sas iscultu- Pugilatori - Fastigiadu e Efis - ph Enzo Cossuras prus antigas de totu su Mediterràneu,: diantpòdere èssere istadas fraigadas finas in antis de sos Tàtari, chi a su tempus de s’iscoberta non bi fiat, atKuroi grecos; arcana est s’orìgine issoro: b’est chie comintzadu s’istùdiu de custos restos e su traballulas còllocat in su sèculu su de X - IX in antis de difìtzile meda pro los arrangiare, chirchende finasCristu, ma est dàbile chi apartenzant a su sèculu su sos tretos giustos pro apitzigare sos bìculos unu ade VIII; unu grùstiu sena paris finas pro sa canti- s’àteru. Prama cheret nàrrere Pramma, cussa nanadade de sas isculturas: sunt istados agatados 5200 tìpica de cussu giassu, su “monte” est bàsciu est debìculos, unas 10 tunneladas de pesu, chi assentados unos 50 metros de artària: si pensat chi a curtzubene ant torradu a vida 25 istàtuas tra gherrado- a cussu logu bi fiat collocadu unu santuàriu, for-res, tiradores de arcu e pùgiles de unos 2 metros sis intituladu a sos gherradores, un Heroon de sude artària, in arenàrgiu, cun unos cantos modelli- sèculu su de VIII in antis de Cristu; Semus in sanos de nuraghes; in totu sunt istadas recuperadas penìsula de su Sinis, abitada giai dae 6000 annos15 concas e 22 bustos. Sunt sos Zigantes de Mont’e faghet, in ue fiat assentada Tharros, sa tzitade dePrama, assentados in sa zona de Crabas, a curtzu sos fenìcios. Ponte cun sa penìsula Ibèrica, in uea Sinis: custa est una de sas prus mannas iscober- giai 1300 annos in antis de Cristu, aprodaiant sostas archeològicas, fatas pro cumbinatzione in su Mitzeneos e sos Filisteos; giassu mannu de sa tzi-1974, b’at chèrfidu guasi 40 annos pro las torrare a vilidade nuràgica, comintzada intre su 1600 e sunou. Duos massajos (Sisinnio Poddi e Battista Meli) 1200 in antis de Cristu, e finida in antis de su 700 inin s’interi chi fiant traballende ant tocadu carchi antis de Cristu: sunt istados agatados in custa zonapedra, ant avisadu e luego sunt comintzados sos 106 monumentos de custu tipu, unu pro chilòme-traballos de iscavu. Totu sas pedras sunt istadas co- tru cuadratu «62 monoturres, 36 prus cumplessos»stoidas in su depòsitu de su museu de Casteddu, narat su suprintendente de Casteddu chi bi fiat infrancu calicuna chi est istada impreada pro mu- antis, Vincenzo Santoni. Sos Zigantes, forsis si po-stra intro de su museu. Est in su 2007 ebbia chi, dent sebestare cun sos Sherden, unu “pòpulu desu Tzentru regionale de restàuru de Li Punti de su mare” chi podet èssere cullegadu a unu mitu de fundatzione de s’ìsula, colonizada, gai si narat, dae Iolao cun 50 Tespiades. Grùstiu arcanu e mìsticu sardegnaimmaginare 31

est unu mistèriu mannu de su tempus antigu. No Giovanni Lilliu, s’archeològu sardu prus famaduischimus chie siant sos Zigantes, no ischimus a ite de sos tempos nostros, nde at postu unu in sa co-serviant e no immaginamus nemmancu comente pertina de su libru sou. Pro Tronchetti in unas can-siant pòtzidos arrivare finas a in cue. Fiant collo- tas istàtuas b’at signos de s’Etruria arcàica; atèrascados a curtzu a 33 tumbas a putzete, narat Carlo las bidet orientalizadas; Segundu Lilliu b’at signosTronchetti, s’archeòlogu chi tando at fatu sos tra- medas chi los acurtziant a sos brunzetos sardos;ballos de iscavu, non b’aiat peruna cosa o corredo B’est finas chie narat chi s’acurtzient a sos Picenosintro: solu una prenda egìtzia, ma finas de custa s’i- e a sos Dàunos. «Custos Kolossoi sunt de importuschit pagu e nudda. Forsis si nde at a ischire de prus mannu in s’istùdiu de s’istòria de s’arte mondiale»,cando, gràtzias a su dinari finantziadu dae sa Re- acrarit Marcello Madau, un’àteru archeòlogu degione, s’ant a comintzare àteros iscavos. In sas 32 Tàtari. «Sa chirca in su giassu in ue sunt istadastumbas b’aiat restos mascrinos e femininos, dae sos agatas sas istàtuas devet galu sighire», narat Attilio13 a sos 50 annos, unu in cada putzete. Sos Zigantes Mastino, archeòlogu e retore de s’Universidade desunt imbenientes. Nares e chìgios mannos; ogros Tàtari: est gai, devent èssere fatos àteros iscavos.comente duos tundos marcados; sas bucas comen- Finas a como, sos Pùgiles sunt 16, ant unu iscudute ispacaduras. Sunt assentados a sa retza in una curvu a forma de retàngulu in conca; sos tirado-base de bator alas. In sa carena sunt marcadas lìne- res de arcu sunt 5; su gherradore paret chi siatas a zig-zaga; sas tritzas sunt a rilievu; unu tirado- prus contivigiadu; forsis sa chirca de su chi custasres de arcu giughet finas tinta ruja. Sos pùgiles giu- istàtuas nos diant chèrrere nàrrere de su tempusghent un’arma in su bratzu; duos gherradores cun coladu est apena comintzada. Sunt de seguru testi-unu iscudu tundu; un elmu cun sos corros. «cada monia de s’orìgine de sa cultura sarda: non s’ischitòpera» nos insinzat Cesare Brandi, « est a sè»: chi si faghiant de bàrdia a una tumba printzipesca,una cosa siat bella si podet cumprèndere petzi si chi finas a como no est istada mai agatada. Nonconnoschimus finas sa fea. De custos invetze non sunt de prus pagu importu, in sa nàschida e in saconnoschimus nudda e non los podimus paragona- colonizatzione de s’ìsula, de su tèmpiu antigu dere a àteros. Su pùgile paret chi s’assomìgiet a unu su cale documentos medas faeddant: dae su Pseu-brunzetu de Durgali. Sas 44 istàtuas sunt istadas do Aristotele, a Silio Italico, dae Diodoro Siculoagatadas, intreas o a bìculos, cun modellinos de a Pausània; Como dae pagu, un’àtera archeòloganuraghe, chi faghent pensare a cussa tzivilidade. de Tàtari, Giuseppina Manca de Mores, intre sas32 sardegnaimmaginare

terracotas de su sacellu de Antas at agatadu su pri- medas brunzetos de su tempus nuràgicu, s’arcu inmu retratu de su famadu Iolao: fiat collocadu in su sa manu manca, in petorras una placa cuadrada.frontone de su santuàriu, a manera chi, chie arri- A medas podent bènnere a conca sos gherradores deveret a in cue lu bideret luego. Unu significu iden- Xian, ma cussos naschet meda sèculos a poi, in sutitàriu mannu, non de prus pagu importu de custas 200 in antis de Cristu. De ispantu sunt finas sosistàtuas de pedra; su suprintendente de Casteddu, modellinos de nuraghes chi tantu minoreddos nonMarco Minoja, narat chi in cue bi podiat èssere sunt ca sunt artos agiomai unu metro e mesu, for-«una parada de gherradores de èlite, chi fiat s’ari- mados dae una turra tzentrale e àteras bator tur-stocratzia de su pòpulu nuràgicu; serviant a bantu res collocadas in sos bicos de sos costàgios; àterosde sa mannària e de podèriu de cuss’aristocratzia sunt “polilobados”: b’at bator turres e àteras batorarmada». agiomai tundas, tutu cullegadas; Un’architeturaSa Zona de su Sinis est istada abitada dae tem- cumplessa. B’at chentinaja de bìculos; 13 nuraghespòrios: s’indicu prus antigu de sa presèntzia de sunt assentados subra de bases e si podent bìdere,s’òmine est istadu agatadu a Cuccuru S’Arriu a àteros 50, si podet nàrrere chi bi fiant ca bi suntcurtzu a Mont’e Prama: unu bìculu de pedra de restadas sas partes de subra. Totu giughent pintu-unu campusantu, de su neolìticu antigu, dae oto- ras in sas costanas de sas terratzas: cun triàngulos,mìgia a semìgia annos faghet: pintadu cun s’im- unos cantos in duas fileras. Su terratzu pro su pruspreu de una conchìglia de unu caragolu de mare. est cullegadu cun sa turre pro mèdiu de unu bucu,A pustis benint sos àteros tempos finas a cussu in ue si faghiat passare un’ànima de piumbu; incà-de sa tzivilidade nuràgica, de sa cale forsis faghet scios perfetos e sos terratzos tundos de unos 8 me-parte custu “esèrtzitu minoreddu de eroes”, o de tros de mannària, sas costanas artas unu prammu.zigantes. De nuraghe nde amus meda; simples e Sunt traballos de sa matessi gente chi at fraigaducumplessos. turres artas 30 metros (Nuraghe Arrùbiu), o chi atFinas sos modellinos de nuraghes agatados paris fraigadu iscafos pro pòdere arrivare finas a Creta,cun sos Zigantes, nos dant a bìdere chi bi nde aiat Cipro, Sicìlia. «Pensaiant in mannu», iscriiat Ful-de gènere diversu. Dae semper medas sunt sos chi via Lo Schiavo, siat pro cantu pertocat sos viàgiosistudiant e chircant su significu e sa funtzione bera in mare, siat in s’architetura e como l’ischimus, fi-de custos “hapax” architetònicos: non bi nde at nas in s’iscultura.mancunu in fora de sa Sardigna; ùnicos comente Raighinas de una tzivilidade antiga, fine e agrades-sunt ùnicos sos gherradores de pedra, agatados in sida in ogni logu: lu mustrat su chi est sutzessu cunsu campu de sa Cunfrària de Nostra Segnora de su su bruntzetu de unu tiradore de arcu, comporaduRosàriu de Crabas, a curtzu a putzetes impreados a preju de oro dae su museu de Cleveland, ma chipro sos interros prus antigos, chi si podent pònne- est istadu torradu a s’ìsula de Santu Antiogu, gràt-re a cunfrontu cun àteros agatados a Antas, o a Is zias a s’interventu de sos carabineris chi ant postuArutas de Crabas. rimèdiu a cussa manera a s’iscavu clandestinu chiE pròpiu in cussu logu istaiant sos bardiadores mu- fiat istadu comintzadu.dos de su tempus coladu, a dolu mannu, testimo- Forsis, unos 2700 annos faghet, calicunu at pen-nes mudos de su tempus antigu, bi fiant sos eroes sadu a custu esèrtzitu minoreddu: e chie l’ischit side pedra: artos prus de sos òmines, fichidos cun sos est istadu agatadu totu (forsis nono); ma giai su chipees in positzione parallela e sas ancas impampar- s’est agatadu ispantat meda. Galu un’àtera pre-riadas de unos 20 cm, una positura forsis istudiada gunta benit a conca de sos gherradores, in ue ante chircada pro fàghere a timire. Ma a chie? Forsis a bènnere collocados pro los pòdere mustrare a saa sos invasores? Sos fenìcios e sos punicos non fiant gente. No est istadu galu detzisu su museu in ue losa tesu meda in su tempus. Totu sas istàtuas sunt espònnere, una parte forsis at a èssere esposta infatas a sa matessi manera. Sas partes de subra sunt su museu de Casteddu, museu de importu mannu,traballadas medas finas in sas minudàntzias. Est divindende però unu grùstiu unitàriu. Non conno-finas de ispantu a los bìdere, fatos a manera pretzi- schimus pro ite e comente sunt istados fraigados;sa. Custu modu de traballare lu podimus bìdere in custas istàtuas sunt ùnicas e bellas ma at a bisòn-s’armadura chi amparat su corpus, in sas manos chi giare de dimustrare de èssere in gradu de los pòde-giughent s’arcu, sas pinturas de sas bestes, sos pilos. re recuperare.Su tiradore de arcu paret finas saludende sa divini-dade, giughet sa manu destra artziada, comente in sardegnaimmaginare 33

Centro di Restauroe il Progetto Prenda ‘e ZeniaIl progetto di restauro Prenda ’e Zenia che riguar- Particolare scudo - ph Enzo Cossuda i Giganti di Mont’e Prama è stato ideato nel2004 e si è ratificato nel 2005, con l’Accordo di e il restauro del patrimonio archeologico regio-programma tra il ministero per i Beni e le attività nale.culturali e la Regione autonoma della Sardegna, Il restauro e l’analisi dei 5200 reperti dei Gigantiche ne ha previsto l’affidamento al Centro di re- di Mont’e Prama, avevano l’obiettivo di ripulirestauro di Sassari. e consolidare i frammenti, per avere la possibilitàIl Centro, nato alla fine degli anni 70 e realizzato di studiarli nel dettaglio e ricomporli, fino a ripri-nell’impostazione negli anni 80/81 per la piani- stinare, pur se solo parzialmente, le statue nellaficazione della Soprintendenza Archeologica di forma originale.Sassari e Nuoro, è inserito nel Polo Museale di Gli esperti restauratori e gli allievi stagisti delSassari, che comprende il Museo G. A. Sanna e Centro di restauro hanno diviso in fasi ben distin-alcuni locali della Soprintendenza (l’ex convento te l’intervento. La prima è stata un’intensa attivi-di Sant’Agostino). tà di documentazione, in cui sono stati registratiI laboratori del Centro di restauro di Li Punti i dati ottenuti con l’analisi e l’osservazione dellesono utilizzati dal 2003. L’Accordo di Program- sculture.ma ha assegnato al centro, oltre al restauro dei La successiva fase diagnostica ha consentito, gra-Giganti di Mont’e Prama, altri due progetti: po- zie a microscopi di ultima generazione, di indivi-tenziare il Centro di conservazione dei Beni cul- duare le tipologie di pietra utilizzate per realiz-turali e impiantare la Scuola di Alta formazione zare le statue e le alterazioni subite nel tempo daper restauratori. questi materiali.Il Polo museale di Sassari ha dunque creato una Dopo queste operazioni preliminari è iniziato ilstruttura culturale complessa e innovativa, tra le vero e proprio restauro, all’inizio con una puli-poche in Italia, punto di riferimento, anche a li- tura consistente nell’eliminazione di tutte quellevello internazionale, per la ricerca, la diagnostica sostanze nocive sedimentate durante gli anni nel- la pietra. In alcuni casi, quando strettamente necessario,34 sardegnaimmaginare

è avvenuta una procedura di consolidamento di dei reperti: l’esposizione delle sculture di Mont’ealcuni reperti, al fine di utilizzarli per la ricompo- Prama, ricomposte nella loro suggestiva monu-sizione delle statue, ma in modo che la maggior mentalità, rappresenta dunque il compimentoparte degli interventi fosse reversibile. Solo dopo del progetto Prenda ‘e Zenia, che mirava a rida-aver ultimato queste fasi, si è proceduto alla ri- re nuova vita a queste sculture, restituendo lorocerca degli attacchi. I criteri utilizzati nella ricer- un senso, costruendo un rapporto diretto con ilca sono stati molto vari; ad esempio, in certi casi pubblico e svelando un importante frammentoil riconoscimento è avvenuto tramite il peso e il dell’antichissima storia della Sardegna.colore dei frammenti; in altri, con l’osservazionedell’erosione superficiale della pietra. Il progetto del Centro di restauro si deve all’attività diA questo punto era possibile compiere il montag- Antonietta Boninu e Fulvia Lo Schiavo e il progetto digio; anche in questo caso, non sono stati adottati restauro delle sculture di Mont’e Prama fà onore allainterventi definitivi. capacità scientifica e tecnica nonché gestionale di Anto-I pezzi più grandi che combaciavano alla perfe- nietta Boninu, Alba Canu, Gonaria Demontis, Rober-zione sono stati uniti con una particolare resina, to Nardi, Luisanna Usai e Andreina Costanzi Cobau.evitando così l’utilizzo di perni interni ai fram-menti. Le parti non contigue, invece, sono statecollocate singolarmente su un supporto di metal-lo.Quando necessari, si è inoltre intervenuto su va-rie fratture e fessure, stuccate per prevenire futuridanni alla conservazione delle statue.Tutte le operazioni di restauro rese note anchedurante i lavori di laboratorio hanno sempreavuto come obiettivo finale la musealizzazione sardegnaimmaginare 35

ph Gianni Biddau36 sardegnaimmaginare

di Anna Maria Tavera Storia e culturaPiccoli cenni di storia sulla lingua SardaBìculos de s’istòria de sa limba sardaNella famiglia delle lingue romanze, il sardo ha una Su sardu faghet parte de sas limbas romanzas, at unu importurilevanza molto particolare grazie alla sua fisiono- mannu meda, difatis a diferèntza de àteras limbas neolatinas,mia; infatti a differenza delle altre lingue neolatine, est resèssida a costoire sas caràteristicas suas de su comintzu.il sardo ha conservato le sue caratteristiche originali At una istòria, una polìtica, una cultura e una limba a tesue arcaiche. Alla base del “caso sardo” è necessario dae sas àteras regiones italianas, forsis pro su fatu de èssereporre l’insularità, che ha permesso di creare percor- un’ìsula.si storici, politici, culturali e linguistici molto impor- Sa Sardigna est divènnida provìntzia romana in su 239 intanti, che non permettono di assimilare la Sardegna antis de Cristu, perìodu est de importu mannu pro sa limba,ad altre regioni italiane. difatis sa magiore parte de sas paràulas sardas benint dae suLa Sardegna rimase per lungo tempo racchiusa latinu.nella sua cultura mediterranea ed entrò nell’orbita In tempus de s’edade de mesu at àpidu ligàmenes cun unasromana intorno al 239 a.C., questo periodo è da de- cantas culturas: pisana e genovesa, cadalana e ispagnola, pie-finirsi di rilevante importanza per la lingua, infatti montesa e italiana. Medas sunt sos pòpulos chi ant dominadula maggior parte delle parole sarde hanno origini sa Sardigna e est pròpiu pro custu chi pro sèculos est vìvida inlatine. una cunditzione de multilinguismu. Su sardu, a pustis de unuDurante il medioevo l’isola ebbe stretti legami con tempus minoreddu de impreu, est semper istada sutamìtida amolte culture emergenti: pisana e genovese prima, sas limbas de sos pòpulos chi l’ant dominada.catalana e spagnola poi, infine piemontese ed ita- S’edade de mesu arta, chi passat dae sa fine de s’imperu ro-liana. Proprio da questi importanti rapporti e dalle manu, a sas cuntierras contras sos Àrabos, e arrivit finas aloro conseguenze politiche e culturali che la Sarde- sos Giugados e a sos interbentos de Pisa e Genova est istadugna fu contraddistinta per secoli da una condizione unu de sos perìodos prus feos chi pertocant s’istòria de s’ìsula.di multilinguismo. Il volgare sardo, dopo una breve Est pròpiu in custu tempus chi nde essint a pìgiu finas sasepoca di espansione, non ottenne più condizioni diferèntzias chi bi fiant intre sas costeras e sos giassos internosvantaggiose al suo sviluppo e si rese subalterno alle in ue fiat difìtzile meda a bi intrare.lingue delle popolazioni conquistatrici. Su sèculu su de XI, est unu perìodu bonu in s’istòria de saL’alto medioevo, dal dissolvimento dell’organizza- Sardigna chi est divènnida in cussu tempus unu tzentru de im-zione dell’impero romano alle lotte solitarie contro portu mannu in su mediterràneu pro sa positzione geogràficagli Arabi, sino alla formazione dei Giudicati e all’in- sua, ma finas pro sos interessos polìticos e cummertziales.tervento di Pisa e di Genova, fu uno dei periodi più In su tempus de sos Giuigados (Torres-Logudoro, Gaddura,oscuri nella storia della Sardegna. Fu proprio questo Calari e Arborea) est essida a pìgiu sa limba sarda iscrita emomento storico a far affiorare le grandi differenze in sardu benint iscritos documentos comente sos condaghes, estdell’isola stessa, divisa tra la permeabilità delle coste a nàrrere papiros in ue beniant assentados sos atos giurìdicos.agli influssi esterni e l’incontaminato e impenetrabi- Su documenu prus importante de cust’època est sa Carta dele regno montano delle “repubbliche orali”. Logu, unu de sos primos còdighes de leges, postu in òpera daeL’arrivo del XI secolo portò alla Sardegna uno dei Eleonora de Arborea pro su giugadu sou.momenti più gloriosi della sua storia: essa divenne il In su sèculu su de XIV medas sunt istadas sas iscurreras depunto d’incontro del mediterraneo attorno al quale pòpulos istràngios in s’ìsula, est pròpiu pro custu chi sa limbagravitavano interessi strategici, politici e commerciali. sarda at pèrdidu manu manu s’ufitzialidade sua, in logu souProprio a questo secolo vengono fatti risalire i pri- beniat impreadu su cadalanu e a pustis s’ispagnolu, custu atmi testi ufficiali scritti in volgare sardo provenienti fatu a manera chi sos iscritore sardos de su tempus impreerentdai quattro Giudicati (Torres-Logudoro, Gallura, in sos iscritos issoro prus limbas.Cagliari e Arborea); nacquero in questo secolo i con- In sos sèculos, su sardu manu manu est andadu a iscum-daghi, ovvero le pergamene dove venivano scritti gli pàrrere dae s’ufitzialidade, e in s’otighentos in su totu, ca estatti giuridici. Il documento più importante che sia pròpiu in custu perìodu chi est essida a pìgiu sa cuntierra intrestato scritto all’epoca è la Carta de Logu, uno dei primi su chi fiat cultura italiana e cultura sarda, diversas medascodici di leggi, creato da Eleonora d’Arborea per il intre issas.suo giudicato. Dae sa segunda meidade de su 900, sos sardos abigende·si deNel XIV secolo si susseguirono le invasioni e l’isola si s’importu mannu de sa limba issoro, ant chircadu de torraretrovò nel mezzo del gioco politico del mediterraneo. a vida cussa limba oramai ismentigada dae sa magiore parteFurono tutti questi avvenimenti a privare la lingua de sa gente. sardegnaimmaginare 37

sarda dell’ufficialità in favore del catalano prima e ph Gianni Biddaudello spagnolo poi, portando così gli scrittori isolania divenire abili plurilingui, non volendo essi dimen- S’ispinta manna a chi su sardu paris a sas àteras limbas deticare le proprie tradizioni. minoria in Europa esserent tuteladas e promòvidas l’at dadaNei secoli successivi si verificò una progressiva s ‘Europa cun sa Carta Europea de sas limbas regionales escomparsa della lingua sarda dalla vita ufficiale. minoritàrias de su 1992, custa lege faghet unu elencu de sasQuesto lento processo ottenne una forte accelera- garantzias chi sos istados depent dare pro s’isvilupu de soszione nell’ottocento quando nacque il conflitto con diritos culturales e linguìsticos de sas minorias istòricas. In sula cultura italiana da una parte e la cultura sarda 1994 su Consìgiu de Europa at elaboradu una Cunventzionedall’altra. Entrarono in conflitto non solo due ten- cuadru pro sa tutela de sas minorias natzionales.denze o due culture ma modelli culturali e di svilup- Sunt colados diversos annos in antis de fàghere sa lege regio-po molto differenti. nale 26 de su 15 de Santu Gaine de su 1997, chi reconno-Dalla seconda metà del 900 la Sardegna ha cercato schet s’importu de limba sarda a paris a cussu de sa limbadi scoprire e recuperare la sua antica lingua, ormai italiana; in sa matessi lege si faeddat de sutènniu de s’istòria,dimenticata dalla maggioranza della popolazione. de sa cultura, de sa produtzione literària e finas de s’arte e deLa più grande spinta verso il bilinguismo è stata sa mùsica.data dall’Europa con l’introduzione nel 1992 della In su 1999 est essida sa lege natzionale chi tutelat non soluCarta Europea delle lingue regionali e minoritarie, sa limba sarda ma finas totus sas àteras minorias, e previditquesta legge fa un elenco delle garanzie che gli stati s’impreu orale e iscritu de sa limba sarda in sos consìgios co-devono dare per lo sviluppo dei diritti culturali e lin- munales e in sos ufìtzios de s’amministratzione pùblica.guistici delle minoranze storiche. Nel 1994 il Con- In su 2001 essit a pìgiu sa “Limba Sarda Unificada”siglio d’Europa ha elaborato la Convenzione per la (LSU), ma medas l’ apretziant comente limba artifitziale; intutela delle minoranze nazionali. Per questo l’Isola su 2006 sa Regione Sardigna introduet “Sa Limba Sardacon la legge Regionale n° 26 del 15 ottobre 1997, Comuna” (LSC) pro mèdiu de sa delìbera n° 16/14 de suriconosce la Lingua Sarda come lingua ufficiale del- 18 de abrile de su 2006. pro sa prima borta, in s’istòriale Regione Autonoma della Sardegna, e le concede de s’Autonomia, sa Regione at pigadu una delìbera iscrita inpari dignità rispetto alla lingua italiana; la stessa leg- sardu (28 abrile 2006). Sa limba sarda comunacomente nosge avvia un processo di sostegno della storia, della narat sa chirca sotziulinguìstica est unu limbàgiu naturale procultura, della produzione letteraria, delle espressioni su 92,8%, e est collocada in mesu, comente una bandera intreartistiche e musicali. totu sas variedades sardas, custas normas podent èssere megio-Nel 1999 è stata promulgata la legge nazionale 482, radas e adecuadas in su tempus. Finas si sas cuntierras sunt istadas medas e longas, sos passos a dae in antis sunt istados mannos: esempru nd’ est s’istemma38 sardegnaimmaginare

che tutela non solo la lingua sarda, ma anche tutte le ph Gianni Biddaualtre lingue di minoranza, questa legge prevede tra lealtre cose l’uso orale e scritto del sardo nei consigli co- ufitziale de sa Regione Autònoma de sa Sardigna in duas lim-munali e negli uffici dell’amministrazione pubblica. bas, non nos devimus ismentigare su progetu mannu chi per-Viene così messa in cantiere “Limba Sarda Unifica- tocat s’Atlante Toponomàsticu Sardu, e cussu de su Curretoreda” (LSU), ma il progetto naufraga nel 2001 a causa Regionale Ortogràficu Sardu,(CROS) .delle pesanti critiche sulla sua artificialità. Nel 2006 Medas sunt istados sos finantziamentos postos a disponimentula Regione Sardegna introduce “Sa Limba Sarda de ràdios, televisiones e editoria pro fàghere essire in duasComuna” (LSC) tramite la delibera n° 16/14 del 18 limbas sos programmas e sos gionales issoro. Pro ùrtimu, maaprile 2006. Per la prima volta nella storia dell’Au- no ca de prus pagu importu, s’isperimentatzione de su sardutonomia, la Regione ha adottato una delibera scritta in oràriu curriculare, medas sunt sas mamas e sos babbos chiin sardo (28 aprile 2006). “Sa Limba sarda comuna” ocannu ant frimmadu su fòlliu de presentare in s’iscritzione deè un linguaggio naturale per il 92,8%, e si trova in sos fìgios a iscola, in ue pediant chi sos fìgios potzerent fàghereuna posizione mediana rispetto a tutti i dialetti del su sardu in classe.sardo, essa ha la possibilità di essere migliorata per Medas sunt sas cosas chi sunt istadas fatas in custos annosfarla diventare la lingua ufficiale dei sardi. ma medas sunt galu de fàghere.Negli ultimi anni sono stati adottati alcuni provve-dimenti significativi per il raggiungimento del bi-linguismo; sono degli esempi l’introduzione dellalingua sarda nello stemma ufficiale della RegioneAutonoma della Sardegna, il progetto dell’atlantetoponomastico sardo e il Correttore Regionale Or-tografico Sardo (CROS). Inoltre sono stati erogatimolti finanziamenti alle radio, alle TV e all’editoriaper la sperimentazione di “sa limba” nei loro pro-grammi e nelle loro riviste. Altra azione importanteper il bilinguismo è la sperimentazione del sardo inorario curriculare, recepita da molti genitori che ri-chiedono per i propri figli l’apprendimento del sar-do a scuola. Per raggiungere l’obiettivo la Sardegnaha tuttavia ancora molta strada da fare. sardegnaimmaginare 39

di Patrizia Roberti CABRAS l’incanto di un pianeta chiamato Sinis Un mix di archeologia, tradizioni e ambiente Servizio fotografico Enzo Cossu40 sardegnaimmaginare

Cabras - Capo San Marcosardegnaimmaginare 41

Spiaggia di San Giovanni di SinisVista dall’alto di capo San Marco appare come una lun- ambientali, ma anche per l’elevata concentrazionega striscia di terra adagiata sull’acqua. Una torre costiera, di beni culturali notevoli in così poco spazio. Laantico retaggio spagnolo, spicca sul promontorio come una storia di questa esile striscia di terra perennementesentinella insonne a guardia di un patrimonio incommen- battuta dai venti è molto antica e per certi versisurabile di cui pochi, forse, hanno compreso le potenzialità misteriosa. All’incirca 2.800 anni fa Tharros, daturistiche. Ai piedi del Capo giacciono le rovine di una cit- semplice scalo marittimo, diventa una delle città-tà punico-romana, sito archeologico tra i più importanti del stato più importanti del bacino Mediterraneo. IlMediterraneo. E le sorprese sono solo all’inizio. Verso l’in- centro sorge in un sito strategico che testimonia leterno, infatti, si incontrano un’antica chiesa paleocristiana, conoscenze marinaresche dei Fenici. L’istmo, infat-un santuario ipogeico e una notevole oasi faunistica. E che ti, consente l’approdo delle imbarcazioni con qual-dire dei 35 chilometri di spiagge assolate frustate da un mare siasi condizione di tempo. Da Ovest quando soffiaimpetuoso, meta agognata dei surfisti di mezzo mondo? il Libeccio, da Est quando il vento di Maestro batteQuesto è solo il menù delle ricche pietanze che può impietoso la costa Occidentale. Di questo è rima-offrire il Sinis, antica regione storica che ricade sta traccia nel linguaggio abituale degli abitantinel territorio amministrativo di Cabras, conside- quando parlano di mare “vivo” e mare “morto”rato, non a caso, il centro lagunare più importante per distinguere la costa che affaccia sul mare aper-della Sardegna. Regione poco battuta dai circuiti to da quella che dà sul golfo di Oristano. All’inter-del turismo internazionale, ma non meno ricca di no del borgo sorge la suggestiva chiesetta di Sanrisorse mai veramente valorizzate. Eppure la Pe- Giovanni, edificata in epoca bizantina su un’areanisola ha tutte le carte in regola per essere anno- cimiteriale pagana e rimaneggiata nell’Alto medio-verata sulle guide turistiche più esclusive non solo evo nell’attuale forma a tre navate. Verso Cabras,per l’indubbio valore delle risorse naturalistiche e il turista attento è colpito dall’ambiente inconsueto della zona umida che ricorda le atmosfere rarefatte42 sardegnaimmaginare

Spiaggia di Is ArutasTipico capanno in falasco Torre San Giovanni di Sinis sardegnaimmaginare 43

Tharros - rovine punico/romane Mont’e Pramae sognanti della Camargue francese. E’ lo stagno del 1967) e per la rituale corsa degli “Scalzi” chedi Cabras che con i suoi 2000 ettari di estensione si svolge il primo sabato di settembre. I festeggia-rappresenta uno degli ambienti palustri più impor- menti cominciano all’alba quando circa settecentotanti d’Europa, dominio incontrastato del muggi- giovani scalzi, vestiti con una corta tunica bianca,ne. Da queste parti i languidi tramonti estivi sono di corsa, sciolgono un voto antico. Il simulacro delspesso oscurati dagli immensi, spettacolari stormi santo viene trasferito dal paese di Cabras al san-di fenicotteri rosa che nella zona umida dell’Ori- tuario del piccolo villaggio marino di San Salva-stanese trovano ristoro durante le loro estenuanti tore a circa 6 chilometri di distanza. La domenicamigrazioni. Poco distante sorge solitario il sonnec- sera la corsa si ripete con il rientro in paese. L’ori-chiante villaggio di San Salvatore, noto per il suo gine dell’usanza risale al XVI o al XVII secolo edpassato cinematografico (è stato usato come set è legata alle ripetute incursioni dei Saraceni lun-per le riprese del film western Giarrettiera Colt go le coste e all’impresa di un gruppo di giovani44 sardegnaimmaginare

Peschiera La chiesa paleocristiana di San Giovanni in Sinische, secondo la leggenda, durante un’incursione marino la folla è festante, l’entusiasmo contagioso.piratesca, salvarono la statua di San Salvatore per L’indomani, al tramonto, la festa si conclude e il si-sottrarla al saccheggio degli invasori arrivati dal mulacro rientra a Cabras accompagnato da cori dimare. Il sabato mattina la statua del santo, su una gosos (canti sacri della tradizione sarda), esplosioniportantina di legno, viene trasportata al santuario di mortaretti e dagli applausi di un pubblico ognicampestre, di corsa, a piedi nudi. I portatori, tut- anno più numeroso. In tempi recenti, portatriciti giovani e aitanti volontari del luogo, preceduti donne, vestite con gli abiti tradizionali di Cabras,dal gonfalone dell’omonima confraternita, corro- accompagnano una statua del santo di dimensionino per devozione o tradizione tenendo stretta in ridotte. A parte i trascorsi cinematografici, pochi,vita la tunica bianca con una cintura di corda. La forse, conoscono la vera origine di San Salvato-statua è portata di spalla in spalla e nessuno si la- re. Sorto come borgo religioso con le tradizionaliscia mai vincere dalla fatica. All’ingresso del borgo cumbessias disposte attorno alla chiesetta, il villaggio sardegnaimmaginare 45

Cabras vista dallo stagnoPiazza e Chiesa di Santa Mariacustodisce uno dei più bei santuari ipogeici di epo- nice sarda e il falco pellegrino. Ce n’è per tutti i gu-ca nuragica ricostruito nel IV secolo dopo Cristo. sti, compresa la ben nota ospitalità sarda. E questaAll’interno della chiesa, una ripida scala porta a è solo una minima parte del Sinis. Pensando a ciòun ambiente sotterraneo che presenta un pozzo che si potrebbe fare all’interno di questo angolo dicentrale e una serie di pozzetti laterali. Tra le iscri- paradiso, dove di recente è stata istituita l’Area ma-zioni incise sulle pareti ricorre l’invocazione Ru-fu rina protetta, le idee non mancano. Visite guidate(dal punico guarisci). Il significato di questo luo- con brevi lezioni in loco sulla storia locale; percorsigo sacro, infatti, è da mettere in relazione al culto di trekking e mountain bike; attività sportive nau-delle acque praticato fin dall’epoca nuragica. Non tiche e terrestri, manifestazioni culturali e percor-lontano c’è l’oasi di Turr’e Seu, un’area protetta si enogastronomici. Questa infatti è la zona tipicadi circa 200 ettari dove sopravvivono rare specie della Vernaccia, della Bottarga, della Merca e diendemiche. L’oasi si affaccia su un tratto di costa svariate specialità di pesce. Certo, il senso di questacontrollato a vista da un’alta torre costiera, retag- riflessione potrebbe essere frainteso perché quandogio della dominazione spagnola. Questo è l’habitat si parla di sfruttamento si pensa giustamente alladella macchia mediterranea dove nidificano la per- salvaguardia della natura, ma esiste anche lo svi-46 sardegnaimmaginare

luppo sostenibile, quello che consente all’uomo di Spiaggia di Is Arutasvivere in armonia con la propria terra e nel rispet-to dei beni culturali e ambientali. Cabras è anche irregolare e oltre quattromila frammenti in biocal-sede di un rinomato museo archeologico che presto care adagiati sopra le sepolture. La prima richiestapotrebbe accogliere i giganti di Mont’e Prama, rivolta agli archeologi di allora è quella di dare unaportati alla luce casualmente trent’anni fa da un datazione a quei resti misteriosi. Questione non dacontadino intento ad arare il suo campo. La vicen- poco. Alcuni ventilano la possibilità che le scultureda è appassionante almeno quanto le polemiche possano anticipare la statuaria greca. Come direscatenate dopo il ritrovamento. Siamo nella prima- che si rischia di riscrivere la storia. Le ipotesi su cuivera del 1974, quando l’aratro di Sisinnio Poddi, si confrontano gli studiosi sono due, la prima col-un contadino intento a lavorare nel suo terreno, loca le statue intorno al VII secolo avanti Cristo,in località Mont’e Prama, a Cabras, cozza contro l’altra si spinge fino alla fine del primo millennio.qualcosa di molto duro. L’uomo ferma l’attrezzo e Il dibattito è acceso, poi il silenzio. L’intero com-dopo avere rimosso la terra, è colpito dallo sguardo plesso viene depositato nei sotterranei del museofisso di due occhi sbarrati incorniciati da un volto archeologico di Cagliari e da quel momento, sulledi pietra che riaffiora da un passato lontano e mi- sculture dei guerrieri del Sinis cala il sipario. Unsterioso. La segnalazione alle autorità competenti è silenzio di trent’anni, rotto dal recente provvedi-immediata e tra il ‘74 e il ‘75, la soprintendenza ar- mento del ministero per i Beni culturali e dellacheologica e l’università di Cagliari organizzano il Regione sarda che hanno destinato un cospiquoprimo scavo. La campagna entra nel vivo qualche finanziamento per il progetto di restauro conclusoanno più tardi, nel ‘79, sotto la guida dell’arche- dagli specialisti che operano nel centro di restauroologo Carlo Tronchetti. I lavori portano alla luce della soprintendenza di Sassari.una necropoli composta da 33 tombe a pozzetto Da visitare a pag.177 sardegnaimmaginare 47

Stagno di Cabras - ph Enzo Cossu CRABASSa meraviza de una terra cramada Sinis Aunione intre archeologia, costumàntzias e ambienteBida dae sa punta de Capu San Marco paret una caminera Fenìcios aiant a seberare logos de mare. In custuaposentada in mesu a s’abba. Una turre, de su tempus ispa- tratu, difatis, sa barcas resessint a aprodare finasgnolu, bàrdiat comente una guàrdia custa sienda manna, in dies de temporadas malas. Dae ponente candoIn pagos sunt, sos chi nd’ ant cumpresu su valore turìsticu. b’at bentu Libèciu, dae levante cando su bentuIn pes a su Capu si podet bìdere su chi nos est abarradau Maistru curret peri sa costera ocidentale. Testimo-de una tzitade pùnicu-romana, giassu archeològicu intre sos nia de totu custu abarrat in su limbàgiu de sos chiprus importantes de su Mediterràneu. E non b’est petzi cu- istant inoghe chi faeddant de mare “biu” e de marestu. Si si sighit a intro, difatis, si podet visitare una crèsia “mortu” pro distìnghere sa parte de mare abertuantiga paleocristiana, unu santuàriu ipogèicu bìdere anima- dae cussa chi dat cara a su gulfu de Aristanis. Introles de ogni genia. E ite si podet nàrrere de sos 35 chilòmtros de sa tzitade est collocada sa cresiedda de Santude ispiàgia isfustas dae unu mare furianu, chi praghet meda Giuanne, fraigada in su perìodu bizantinu in unua sos chi pràtigant serf ? logu in ue in antis bi fiat unu campusantu paganu,Custu est petzi su suntu de sas siendas mannas chi custa crèsia est istada torrada a nou in s’edade denos podet ofèrrere su Sinis, penìsula antiga istòrica mesu arta e como est partzida in tres navadas. An-chi faghet parte de su territòriu amministrativu de dende in diretzione de Crabas, unu turista atentuCrabas, cunsideradu su tzentru lagunare prus im- abarrat ispantadu dae s’ambiente de cussu logu,portante de sa Sardigna. tìpicu de una zona in ue b’at umididade meda,Logu prenu de siendas chi sunt istadas valorizadas chi ammentat sos logos de sa Camargue frantzesa.pagu e frecuentadas cuasi nudda dae su turismu in- S’umididade est dada dae su poju de Crabas, chiternatzionale. Custa penìsula non solu pro sa natu- si allongat pro 2000 ètaros, custu est unu de sosra e s’ambiente, ma finas pro sas siendas culturales ambientes palustres prus importantes de Europa,suas, diat pòdere intrare a fagher parte de sas ghias in ue s’agatat bundante su pische de Aristanis.turìsticas prus famadas. In custos logos sas iscurigadas estivas bellas medas,S’istòria de custa istrìscia minoredda de terra, ben- sunt grisadas dae sos mangones rosa, chi pasant intosa meda, est antiga e arcana. Unos 2.800 annos a custos logos cando sunt emigreende, sunt unu ispe-como, Tharros, chi fiat unu iscalu marìtimu mino- tàculu de bìdere.reddu , mudat in una de sas tzitades-istadu prus fa- A pagu tretu est assentada sa biddighedda demadas de su Mediterràneu. Est aposentada in unu Santu Servadore, famadu siat ca in tempus co-logu istratègicu, testimonia de sa bravura chi sos ladu est istadu sea de unu film (Giarrettiera Colt film western de su 1967)ma finas pro sa cursa de48 sardegnaimmaginare

sos “Iscurtzos”, chi si faghet su primu sàpadu de e cuntentos. S’incras a s’interrighinada, sa festa fi-Cabudanni. Sa festa comintzat a mangianu chit- nit e s’istàtua nche torrat a Crabas cun coros de go-zo, cando, setighentos giòvanos iscurtzos, cun sos (cantos de sa traditzione sarda), acumpagnadosuna fardeta mutza bianca, currende, isòrvent unu dae ispariatòrios e aplàusos de sa gente, chi ognivotu antigu. S’istàtua de su Santu benit giuta dae annu est semper de prus. Dae pagu tempus, fèmi-Crabas a sa crèsia minoredda de sa biddighedda nas, bestidas cun su bestire traditzionale de Cra-marina de Santu Servadore a tesu ses chilòmetros. bas , acumpagnant una istàtua de su santu mino-Sa domìniga sero si torrat a Crabas a su mates- redda. In pagos sunt sos chi connoschent s’istòriasi modu, currende iscurtzos. Custa costumàntzia de s’orìgine de custa biddighedda. Est nàschiduest nàschida pagu prus a mancu intre su sèculu su comente logu religiosu in ue bi fiant sas cumbes-de XVI e su sèculu su de XVII, cando unu grupu sias aposentadas a inghìriu a sa cresiedda, inoghede giòvanos ant postu in sarvu s’istàtua de Santu nch’est unu de sos prus bellos santuàrios ipogèicosServadore dae sos piratas Saratzenos, chi in cussu de s’edade nuràgica torradu a nou in su sèculu sutempus, bengende dae su mare, faghiant iscurre- de IV a pustis de Cristu. Intro sa crèsia, b’at unaras medas in cussos logos. Su sàpadu mangianu iscala chi nche falat a unu aposentu suta terra ins’istàtua de su santu, aposentada subra una base de ue b’est unu putzu in mesu e putzos minoreddos alinna, benit giuta dae giòvanos chi current iscùrt- costàgiu. In sa bòveda b’at unas cantas iscritzioneszos a sa cresiedda campestre. Sos giòvanos, sunt una de custas est s’invocatzione Ru-fu (dae su pùni-totu volontàrios de cussu logu, chi cun una corda cu sanare). De seguru custu logu sacru est ligadu ain chintu chi istringhet sa tùnica chi bestint, cur- sa devotzione pro sas abbas, praticadu dae tempusrent pro devotzione o traditzione, pretzèdidos dae nuràgicu.su gonfalone de sa cunfrària de Santu Servadore. A curtzu b’est unu giassu bellu meda, Turr’e Seu,S’istàtua chi benit giuta a coddu, passat manu un’àrea de unos 200 ètaros de terrinu in ue si po-manu dae pala in pala e finas si b’at podda, niunu dent agatare ispètzies raras de animales selvàticos.tzedit. In s’intrada de sa bidda, totu festant allegros Custu logu est a cara a sa costera in ue est apo- Torre di Mar’e Pontis - ph Enzo Cossu sardegnaimmaginare 49

Mari Ermi - ph Enzo Cossu intre su 74 e su 75, sa suprintendèntzia archeòlo- gica e s’Universidade de Casteddu ammàniant su sentada una turre arta de perìodu ispagnolu. Ino- primu iscavu. In su 79, sos iscavos sunt ghiados dae ghe faghent su nidu su perdighe sardu e s’astore s’archeòlogu Carlo Tronchetti. Nde essit a pìgiu pellegrinu. Chie benit a visitare custos logos po- unu campusantu in ue bi fiant 33 tumbas a putzu det bìdere ogni cosa e custa est petzi una parte irregulare e prus de batomìgia bìculeddos de bio- de su Sinis. In custa perra de paradisu, in ue dae calcare aposentados subra sas tumbas. Sa prima pagu est istada fata s’Àrea marina proteta, si po- cosa de fàghere fiat de iscobèrerre de cales annos det fàghere de totu. Vìsitas cun ghias chi faghent fiant cussos restos, cosa difìtzile meda de fàghere. letziones de istòria locale; percursos de trekking e Unos cantos istudiosos pensant chi cussas istàtuas mountain bike; atividades isportivas nàuticas e ter- diant pòdere èssere fatas in antis de cussas grecas. restres, manifestatziones culturales e enogastronò- Diat èssere torrare a iscrìere s’istòria chi dae sem- micas. Custu est su logu in ue b’est sa Vernàcia, sa per connoschimus. Sas ipòtesi sunt duas: sa prima Botarga, sa Merca e de tantas calidades de pische. chi collocat sas istàtuas pagu prus a mancu in su Si diat pòdere pensare chi custos logos siant isfru- sèculu su de VII in antis de Cristu, s’àtera a sa fini- tados, ma esistit unu isvilupu sustenìbile, ossiat unu tia de su primu millènniu. Sa cuntierra est manna, isvilupu chi faghet a modu chi s’òmine vivat bene ma totu si frimmat cando sas istàtuas de sos gher- cun sa terra pròpia rispetende sos benes culturales radores benint collocadas in sos suterraneos de su e ambientales. museu archeòlogicu de Casteddu. Pro trint’annos In Crabas b’est finas unu museu archeològicu fa- totu si frimmat, ma dae pagu tempus, gràtzias a madu, in ue ant a èssere aposentados sos zigantes unu provedimenentu de su ministèriu de sos benes de Monti ‘e Prama, agatados trint’annos faghet culturales e de sa Regione Sarda, sunt istados po- dae unu massaju chi fiat laorende. stos a disponimentu unu millione e dughentamìgia Medas sunt istadas sas cuntierras a pustis de s’isco- euros pro su restàuru chi cunsentint a sos ispetzia- berta. Fiat su beranu de su 1974, cando sa lama listas de su tzentru de restàuru de sa suprintendènt- de s’aradu de Sisinnio Poddi, una massaju chi fiat zia de Tàtari de traballare. laorende, in sos terrinos suos in localidade Monti ‘e Prama, in Crabas, at tocadu sa pedra. S’òmine s’est frimmu e a pustis de nde àere bogadu sa terra, at iscobertu custos gigantes de pedra, essidos a pì- giu dae unu tempus luntanu e arcanu. Custos gigantes de pedra benint luego signalados e50 sardegnaimmaginare


Like this book? You can publish your book online for free in a few minutes!
Create your own flipbook