Edizioni archetypeinn • Sardegna Immaginare • Periodico semestrale n°4 anno IV • Gennaio 2016
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Windsurf - ph Mauro Sanna sardegnaimmaginare 3
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Rally di Sardegna - ph Enzo Cossu sardegnaimmaginare 5
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Trekking - Urzulei, Codula di Luna - ph Mauro Sanna sardegnaimmaginare 7
Editoriale di Gabriele Sardu Il viaggio prosegue... I Dune di Porto Pino - Marco Corda Il viaggio di Sardegna immaginare prosegue. Un viaggio lento e paziente per scoprire gli angoli più nascosti dell’isola. Senza immaginazione. La Sardegna non si deve immaginare. La Sardegna c’è, è una realtà e at- tende a braccia aperte chi la vuole scoprire, ammirare e rispettare in tutti i mesi dell’anno. Tra le splendide spiagge deserte dai colori caraibici o dentro casa nei pomeriggi invernali davanti al fuoco con un bel bic- chiere di vino della salsiccia e del formaggio. Il mare d’inverno è uno dei luoghi più incantevoli, i silenzi delle vette del Gennargentu e del Limbara rista- biliscono il giusto ritmo della vita e aiutano a ritrovare la serenità. Le tinte magiche di Alghero e la flemma di Bosa si contemplano tutto l’anno, come la magnificenza di Cagliari, l’eleganza di Ozieri, la stasi sorniona di Sassari, la serenità di Oristano e il mistero di Nuoro. La lista potrebbe continuare all’infinito. L’isola è un perenne divenire di sfumature, impossibili da fermare o incastonare in questo o in quel periodo dell’anno: non esiste una perfetta scansione delle stagioni. Ti capita (molto spesso, per la verità) un autunno dalle temperature estive che dura sino al mese di novembre inoltrato. Una settimana di piogge appare come un’anomalia, quasi una bestemmia, due giorni di nuvole modificano negativamente gli umori, ma il sole fa breccia sempre, riscalda e restituisce brillantezza ai colori. Ma anche la scala di grigi nelle giornate uggiose, ha un sapore magico ed intimo e conferisce maggior risalto agli scorci vicino al mare o alle distese di verde, sparse dalle coste all’interno. La Sardegna si “deve” visitare senza fretta, con un programma ed un itinerario di massima, perché la devia- zione dalla via maestra è sempre da tenere in considerazione. È quasi una costante. C’è bisogno però di un po’ di pazienza. Le strade non sono tutte dritte, alcune non sono neppure asfaltate e le indicazioni lasciano un po’ a desiderare. Dietro quel viottolo o quella stradina si nasconde una domus de janas indicata solo in poche carte. Il bel vedere da una prospettiva sconosciuta si trova proprio in quello stradino, privo di indicazione. O meglio, di indicazioni esplicite, perché anche una freccia azzurra o rossa, pitturata su una pietra, può indicare un percorso. Non c’è niente da fare, devi conoscere chi ti sappia indicare i siti giusti e la via per raggiungerli. Oggi purtroppo la Sardegna attraversa un delicato periodo di transizione, causa la scarsità dei collegamenti aerei, ultimamente ridotti ai minimi storici, ed il costo non popolare dei traghetti. Da questo punto di vista l’inverno sardo non è mai stato dei più agevoli né per i turisti, né per chi deve tornare nella propria terra. Ma è sempre opportuno guardare al futuro col giusto ottimismo di chi sa di avere dalla sua un territorio meraviglioso da scoprire e far scoprire. Per questo, anche in dicembre o in gennaio, zaino in spalla e via!8 sardegnaimmaginare
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Foto di Copertina Periodico semestrale Becciu Gianluigi Anno IV - Numero 4 - Gennaio 2016 Editing fotografico copertina Edizioni Archetypeinn Michele Secchi via Palladio, 11 - 07046 Porto Torres - SS - Italy Stampa www.sardegnaimmaginare.it La Grafica Srl Registrazione presso il Tribunale di Sassari Via Pigafetta, 41 N°1 del 28/02/2013 07046 Porto Torres - SS - Italy Iscritta al ROC con il numero 24148 Nuove Grafiche Puddu ISSN 2283-3862 Via del Progresso, 6 Direttore Responsabile 09040 Ortacesus - CA - Italy Gabriele Sardu Editore In redazione Archetypeinn Chiara Porqueddu via Palladio, 11 Daniela Morocutti 07046 Porto Torres - SS - Italy Elisabetta Poeta Tel. +39 349 4628691 Piera Porqueddu www.sardegnaimmaginare.it Eugenia Da Bove Progetto Editoriale Enzo Cossu Juri Masoni Responsabile Linguistico Marco Fiori Anna Maria Tavera Per info e contatti Hanno collaborato a questo numero [email protected] Fabio Isman www.sardegnaimmaginare.it Maria Vittoria Pericu Copyright Archetypeinn 2016 Alberto Fozzi Grazia Brundu Progetto digitale: Laura Fois Giulia Cestaro10 sardegnaimmaginare Joy Pisanu Alessia Cossu Alessandra Akhbari Comune di Ottana Archimete Fotografi e agenzie Enzo Cossu Angelo Dau Mauro Sanna Paolo e Mauro Mattiello - www.leganavalesulcis.it Anna Cosseddu Marco Corda Gabriele Doppiu Gianni Biddau Ivan Sgualdini - www.ivansgualdini.it Becciu Gialuigi Muscas Nicoletta Valeria Mameli Ruiu Michele Atzei Davide Baldino Antonio Pau Francesco Selis Federico Scala Giuseppe Antonio Figoni Antonio Leonardo Demontis Elisabetta Carroni Gonario Andrea Progetto Grafico Juri Masoni - www.jurimasoni.com
Stintino. Un tuffo nelle bellezze della Sardegna.Situato nell’estrema punta della Sardegna, a nord - ovest, il Comune di Stintino possiede una delle coste più affascinantidell’intera Regione, con spiagge dalla sabbia bianchissima, acque cristalline e uno dei mari più belli dell’intero Mediterraneo,come la notissima spiaggia ‘’La Pelosa’’. Con i suoi panorami mozzafiato, una natura selvaggia e incontaminata, lontanodalle città più grandi, Stintino è visitato dai turisti di tutto il mondo; un vero paradiso per gli amanti del mare, a contattocon un ambiente ancora puro ed inalterato. www.comune.stintino.ss.it
Indice 32TramariglioDa colonia penale a sede del Parco di Porto Conte 58Un nome per i delfiniUna ricerca pluriennale sul Tursiope lungo le coste della Sardegna nord orientale 76 88Golfo Aranci OzieriTra fragranze e colori da sogno Una perla sconosciuta...12 sardegnaimmaginare
18 ph Muscas NicolettaOTTANA La magia del carnevale sardegnaimmaginare 13
46 LE DUNE DI PORTO PINO Paradiso naturale del Sulcis14 sardegnaimmaginare
100 Immaginare 2 Cartoline della Sardegna Editoriale 8 Il viaggio prosegue... 16 ItinerarioLa Cavalcata Ottana 29La festa della bellezza Le maschere118 Storia e Cultura 30 La Sardegna della letteraturaPorto Flavia in Leggendo MetropolitanoUn gioiello di archeologiaindustriale Delfini 67 Il tursiope142 132 Siddura 68La Sartiglia di Oristano Sardegna in purezzaUna storia lunga cinque secoli Demodè Creazioni sartoriali ispirate I cinque sensi 111 al passato della Cavalcata Sarda 112 Cannonau 152 160Entus Cloto Design fra tradizione Creatività Made in Sardegna e innovazione Alla ricerca del vento 168 162Capo Testa, regno degli sport del vento Luoghi ed eventi da scoprire 172Alla scoperta delle bellezze della Sardegna I percorsi di Trekking 176 Parco di Porto Conte. A spasso fra natura e storia seguendo le orme del Piccolo Principe Appunti di viaggio 178Chef in SardegnaRoberto Paddeu sardegnaimmaginare 15
itinerario Capo testa tramariglio Golfo aranci Ozieri OTTAna Dune di porto pino16 sardegnaimmaginare
di Gabriele Sardu OTTANA La magia del carnevale18 sardegnaimmaginare
Sa Prima Essia - ph Ruiu Michele sardegnaimmaginare 19
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FFa freddo, l’aria è gelida, il cielo terso, solo una Boe - ph Atzei Davide leggera velatura altera un azzurro intenso che sfuma in blu deciso e invernale. La tensione è l’avvio del “Carrasegare Otzanesu”, in cui palpabile. Ad Ottana è un via vai da un portone vengono reinterpretati e rivissuti ancestrali riti all’altro, fervono i preparativi. Il 16 gennaio propiziatori e scene di vita dei campi, attraverso (giorno del fuoco di S. Antonio, “S’Ogulone”) è figure caratteristiche, in un intrecciarsi a volte arrivato e Boes e Merdules sono pronti ad aprire indistinguibile di uomini e animali. il carnevale. Un origine che si perde nella notte Entrano in scena sos boes: indossano pelli di pecora dei tempi, antichissima, misteriosa e affascinante. e campanacci , portano sul viso la maschera del Sempre diversa anche per chi quelle emozioni le bue (detta caratza) dalle corna più o meno lunghe. vive ogni anno. Seppure si tratti di una tradizione Vere e proprie sculture di legno, fatte dalle mani perpetuata da secoli e mai interrotta, conserva esperte di artisti locali che lavorano tutto l’anno inalterata la freschezza e un senso di turbamento. per preparare al meglio il carnevale. Di questo la comunità di Ottana va fiera: una festa, A guidare l’andamento disordinato ed impetuoso il carnevale, come segno di forte ed inossidabile dei boes ci pensano sos merdules, muniti di un bastone vitalità o una fune. Anch’essi ricoperti con pelli di pecora o Quando il sole inizia a diventare basso nel cielo, - a volte - con vesti femminili. Sul viso portano una sono imponenti i fuochi che vengono fatti ardere maschera dalle sembianze umane e sono dotati di per “Sa Prima Essia” (la prima uscita), nel cuore un bastone o una fune con i quali tengono a bada dell’inverno che ad Ottana non è mai clemente. i boes. Nella piana del Tirso il termometro scende di Infine sa Filonzana, vestita con abiti neri, e con una frequente sotto lo zero e il vento freddo e severo maschera anch’essa dalle sembianze umane che la sferza. le ricopre il viso; tiene in mano un fuso di lana Il 16 gennaio i fuochi di Sant’Antonio segnano e forbici con le quali finge di tagliare il filo. È un filo molto sottile, rappresenta la vita, e può essere reciso in qualsiasi momento dalla donna, vestita sardegnaimmaginare 21
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Boes e Merdules durante S’Ogulone di S.Antonio - ph Baldino Antoniodi nero, che di femminile ha molto poco. Forse la e artisti che ne hanno lasciato tracce nelle lorofigura più inquietante ed ambigua del carnevale opere. Il celebre Uberto Bonetti, futurista, che,di Ottana. Punta le persone, ha un andamento dopo aver visitato Ottana, ne ha rielaborato leclaudicante e si ferma, volgendo lo sguardo e le maschere, attraverso disegni a matita e acquerelli,braccia al cielo, quasi ad imprecare e ad attirare il risalenti presumibilmente al 1936. Il poliedricomalaugurio. danese Andreas F.W Bentzon che, nelle foto eLa prima uscita di gennaio è come un rito nelle registrazioni, ha osservato ed enfatizzato lapropiziatorio che rispetta regole e tempi precisi, particolarità del carnevale di Ottana nel lontanobenché ogni edizione si riscopra viva e mai identica 1958. Lo testimoniano le sue opere che si possonoalla precedente. Il colpo d’occhio è di quelli da attualmente ammirare in Casa Barca, una dellemozzare il fiato, nell’aria si diffondono versi di strutture del MAT, Museo diffuso ottanese.animali, il legno che arde sprigiona profumi intensi «A Ottana il Carnevale è la festa più grandee stempra la rigida temperatura, mentre la cenere dell’anno. Tre giorni durante i quali è possibilericade sul pubblico, sempre numeroso ad Ottana. nascondersi nell’anonimato del mascheramentoInizia la sfilata: i Boes si prodigano per rendere ed evadere dalla gabbia psicologica impostamansueti i Merdules, ma è un ordine apparente, dall’ambiente...» scriveva Bentzon in queglipronto a rompersi in pochi secondi, quando i anni, quasi anticipando altri studiosi che nelBoes si rivoltano contro chi toglie loro la libertà di 1959 affermavano: «Sventure, iatture, avversitàmovimento. I Merdules si fanno più severi ma non e infelicità non hanno impedito agli ottanesipraticano su di loro violenza esplicita. È un chiaro di conservare, amare e praticare il più genuinogioco di equilibri e di opposti che si incontrano e si carnevale sardo». Quello che, grazie al suo intattoscontrano. La vita nella sua essenza primordiale è fascino, continua a intrigare, e che si può comprenderemessa in scena. realmente solo cogliendone lo spirito, a Ottana, negliIl carnevale ottanese ha affascinato vari studiosi straordinari giorni del Carrasegare Otzanesu.24 sardegnaimmaginare
Boe e Merdule - ph Pau FrancescoBoe e Merdule - ph Selis Federica sardegnaimmaginare 25
Sa Filonzana 26 sardegnaimmaginare
Boe - ph Scala Giuseppe Antonio
Boe - ph Demontis Elisabetta 28 sardegnaimmaginare
Boes - ph Figoni Antonio LeonardoLE MASCHEREI due ingressi principali di Ottana sono la viva testimonianza di come le maschere del Carnevale riprodottecon due enormi monoliti siano il simbolo più importante del paese e siano state sistemate nei punti strategicicome se dovessero proteggere il piccolo centro e accogliere allo stesso tempo i forestieri.L’analisi e un’osservazione attenta delle maschere fa capire come, sas caratzas, differiscono l’una dall’altra aseconda del ruolo: boes, merdules e filonzana. Sono realizzate in legno di pero selvatico da numerosi artigianiche le preparano per il periodo di carnevale. La maschera di boe ha le corna e si presenta con diversi livellidi elaborazione di intagli, per lo più con una stella a sei punte sulla fronte e delle foglie colorate ai lati; lamaschera di merdule raffigura i lineamenti del viso umano e spesso rappresenta anche le sofferenze.Talvolta, ma solo di recente, si è avuta la tendenza ad esasperare tali espressioni nel grottesco.La filonzana ha una maschera di colore nero, i suoi lineamenti sono distinguibili per la semplicità dei tratti.Richiamano il volto umano.Quale testimonianza della varietà di maschere e la presenza di diversi artigiani nei diversi periodi storici,nel museo MAT è stata aperta anche una sezione riservata agli artigiani che hanno inteso esporre leloro opere, permettendo ai visitatori di apprezzare non solo la capacità, ma anche la varietà e l’estrodegli ottanesi a realizzare le maschere. I più esperti sono in grado di riconoscere la mano dell’artista e lesue caratteristiche di intaglio. La lavorazione è molto elaborata e può essere ammirata in diversi periodidell’anno, nelle botteghe e nelle piazze. La pazienza e la precisione sono le caratteristiche principali perrealizzare veri e propri capolavori di intaglio, incisione e decorazione. Abilità tramandate di generazionein generazione che non consentono errori né ammettono improvvisazione. (G.S.) sardegnaimmaginare 29
Storia e cultura di Anna Maria TaveraOttocento tra storia, lingua e letteratura. S’otighentos tra istòria, limba e literadura.L’ottocento fu un secolo nel quale riaffiorò l’amore per la storia, la cultura e le tradizioni sarde, citandoL Sla frase di un famoso antropologo e letterato sardo S’otighentos est su sèculu in su cale torrat a pìgiu s’amore pro s’istòria, sa cultura e sas traditziones sardas, unu antro- pòlogu e literadu famadu sardu narat de custu tempus: «Su«Il mondo scoprì i sardi e i sardi scoprirono il mon- mundu iscoberit sos sardos e sos sardos iscoberint su mundu»do». La Sardegna non fu più vista come una terra sa Sardigna no est prus una terra indedda, ma medas suntlontana, furono molti gli italiani e gli stranieri che sos itàlianos e istràngios chi arrivint in Sardigna e faeddantnelle loro opere parlarono dei nostri costumi, della in sas òperas issoro de sas costumàntzias nostras a s’àteranostra storia, d’altra parte gli stessi sardi, forse per ala sos sardos matessi comintzant a àere un interessu mannuinflusso del romanticismo italiano, cominciarono ad pro s’istòria, nàschidu forsis dae s’influssu de sas idea de suavere un interesse maggiore per la propria isola. Tra romantitzismu italianu, pro mèdiu de su cale comintzat sail 1800 e 1850 non ci fu episodio storico che ven- chirca subra sa vida e s’istòria de s’ìsula de su tempus co-ne trascurato, i sardi poterono raccontare una storia ladu. Intre su 1800 e su 1850 non b’at bìculu de s’istòriapiena di orgoglio, lacrime, lutti, ricchezze e miserie. nostra chi bèngiat discuidadu, sos sardos difatis podiantFrutto delle idee romantiche fu la falsificazione della contare un istòria prena de orgògliu, de làgrimas, lutos, de“Carta di Arborea”: uno dei falsi più grandi mai esi- podèrios e miserias.stiti. L’intento fu quello, seguendo gli ideali roman- Frutu de sas ideas romànticas est istada sa falsificatzione detici, di vantare e avvalorare le glorie nazionali e di sas “Cartas de Arborea”, custu est unu de sos farsos prusdescrivere il periodo giudicale come un secolo vivo, mannos chi s’apat mai àpidu, s’intentu fiat, sighende sosricco di opere giuridiche e letterarie in sardo e di so- ideales romànticos de bantare e abalorare sas glòrias natzio-stenere l’idea che il sardo di quel tempo fosse lingua nales e de descrìere su perìodu giudicale comente unu sèculuufficiale e che la Sardegna possedesse una letteratura biu, ricu de òperas giurìdicas e literàrias in limba sarda eche precedeva quella italiana. Soltanto nel 1870 si è de abalorare s’idea chi su sardu a su tempus fiat sa limbachiarito, grazie al parere di una commissione di stu- ufitziale, duncas, segundu custos documentos sa Sardignadiosi, istituita dall’Università di Berlino che esaminò resurtaiat rica de òmines famados e de una literadura ante-in ogni parte l’opera, che si trattava di una falsifica- posta a cussa italiana.zione. A pustis de cuntrollos medas, petzi in su 1870, s’est acra-Nella Sardegna dell’ottocento, gli studiosi e scrittori ridu gràtzias a su pàrrere de una cummissione de istudio-che scrissero opere sulle tradizioni e la storia dei sar- sos istituida dae s’Universidade de Berlino chi l’at esa-30 sardegnaimmaginare
di furono diversi: Giuseppe Manno scrisse la famosa minada bene e in ogni parte chi sos papiros fiant farsos.“Storia della Sardegna”, Vittorio Angius scrisse il In custu tempus medas sunt istados sos istudiosos e iscritores“Dizionario geografico, storico, statistico commer- chi ant iscritu òperas chi rigardaiant sas costumàntzias eciale degli stati di S.M. Re di Sardegna”, Siotto Pin- s’istòria de sos sardos: Giuseppe Manno at iscritu sa fa-tor autore di “Storia letteraria di Sardegna”; Giovan- mada “Storia della Sardegna”, Vittorio Angius at iscrituni Spano con i suoi studi sulla lingua, l’archeologia e su “Dizionario geografico, storico, statistico commercialeil folklore e non dobbiamo dimenticare i due famosi degli stati di S.M. Re di Sardegna”, Siotto Pintor autorestorici: Pietro Martini e Pasquale Tola che scrissero: de sa “Storia letteraria di Sardegna”; Giovanni Spano cunil primo “Biografia sarda”, il secondo, “Il diziona- sos istùdios suos subra sa limba, s’ archeologia e su folclorerio biografico degli uomini illustri di Sardegna” e “Il e non nos devimus ismentigare sos duos famados istòricos,Codex diplomaticus Sardiniae”. Pietro Martini e Pasquale Tola, chi ant iscritu unu “Bio-Nella prima metà del secolo nacquero anche i primi grafia sarda” s’àteru su “Dizionario biografico degli uominidizionari di lingua sarda, il primo fu quello del Ca- illustri di Sardegna” e su “Codex diplomaticu Sardiniae”.gliaritano Vincenzo Raimondo Porru che, nel 1811, In sa prima meidade de su sèculu naschent finas sos primospubblicò un saggio di grammatica sul dialetto sardo ditzionàrios de sa limba sarda, su primu est istadu cussu demeridionale e, in seguito, “Il nou dizionariu univer- su casteddàgiu Vincenzo Raimondo Porru chi in su 1811sali sardu italianu”. , cun sa publicatzione de su sàgiu de grammàtica subra suL’ottocento fu anche il secolo nel quale nacque quel- dialetu sardu meridionale e a sighire su “Nou dizionariulo che i bonorvesi chiamano “Il principe dei poeti” e, universali sardu-italianu”.senza alcun dubbio, fu un uomo di grande cultura e In s’otighentos naschet finas su chi sos bonorvesos cramantabilità nel poetare. I suoi componimenti sono ancora “Su printzipe de sos poetas”, est sena duda peruna, òmine decantati nelle piazze sarde. cultura e abilidade manna in su poetare, sos cumponimentosPaolo Mossa fu un’arcade fuori tempo, arcade non suos sunt cantados galu oe dae sos cantadores a chiterra insolo perchè ha dato voce a un mondo di gentili storie totue.d’amore, immaginate sullo sfondo dei boschi e dei Paulicu Mossa podet èssere definidu un un àrcade in su tem-pascoli, ma anche perchè della poesia del settecento pus de su romantzitzismu, arcade ca non solu at cantaduha mantenuto la musicalità delle strofe, il gusto del istòrias de amore galanas, bisadas in padentes e pàsculos,sottile gioco verbale ma, più ancora, il concetto fon- ma finas ca de sa poesia de su setighentos at mantènnidudamentale: quello di una poesia che esaurisce il suo sa musicalidade de sas istrofas e ca li praghiat contare pruscompito nel dare voce a queste raffinate situazioni chi s’istòria sua personale, sentimentos beros, a tesu dae sasentimentali. Concentrata non tanto sull’esprimere realidade e dae cussu chi viviat in coro sou.quello che vive e si agita nel cuore del poeta, ma at- Mossa iscriet cumponimentos de vàriu tipu, passat sena pe-tenta a decantare i sentimenti più autentici, liberan- runu problema dae sa poesia de amore a sa poesia satìrica,doli quasi da ogni riferimento a una vicenda reale e ma su Mossa prus mannu est sena duda peruna su de sasportandoli alla luce della fantasia come puri pretesti poesias de amore. Sa mazore parte de sos cumponimentosdi canto. sous sunt istados publicados in su perìodicu literàriu “StellaMossa scrisse componimenti di vario tipo, passan- di Sardegna”, dirìgida in Tàtari dae s’iscritore e poeta En-do senza alcun problema dalla poesia d’amore alla rico Costa.poesia satirica. Ma il Mossa più grande è senza al- Diant bastare sos nùmenes de Clori, Flora, Dori a cum-cun dubbio quello delle poesie d’amore. La maggior prèndere chi sas poesias suas fiant bisos, ca in Sardigna saparte dei suoi componimenti sono stati pubblicati realidade fiat diversa, sa de Mossa est fantasia leada daenel periodico letterario “Stella di Sardegna”, diretta sos autores chi aiat lèghidu e istudiadu in pitzinnia, aga-a Sassari dallo scrittore poeta Enrico Costa. tamus s’àndala de Ovidio, Catullo, Tibullo ma su poetaDovrebbero bastare i nomi di Clori, Flora, Dori, de su cale ligat de prus est Metastasio. Mossa si distinghetper capire che le sue poesie erano immaginazione, pro sa musicalidade de sas peràulas seberadas bene, sa na-perchè in Sardegna la realtà era diversa; ma quella turalidade e semplitzidade de sa limba, impreat a maneradi Mossa è fantasia pura, presa dagli autori che ave- indiferente s’otava, su sonetu sa sestina e àteros tipos deva letto e studiato: troviamo l’impronta di Ovidio, ischemas mètricos.Catullo, Tibullo ma il poeta a cui si rifà di più è ilMetastasio. Mossa si distingue per la musicalità delleparole scelte con arte e la naturalezza e la semplicitàdella lingua, usa in maniera indifferente l’ottava, ilsonetto, la sestina e altri tipi di schemi metrici. sardegnaimmaginare 31
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Promontorio di Tramariglio - ph Enzo Cossu di Fabio IsmanTRAMARIGLIO Da colonia penale a sede del Parco di Porto Conte sardegnaimmaginare 33
LLa sede del Parco di Porto Conte, al Tramariglio, è stata per vent’anni, fino al 1961, una colonia pe- nale: chissà quanti lo sanno, o lo ricordano. Qual- che toponimo mostra ancora quanto fosse vasta: la borgata di Guardia grande è a diversi chilometri. Non c’era nemmeno la strada, per raggiungere quel tesoro naturalistico e di panorami che è Capo Caccia: da Alghero, si arrestava all’inizio di Pi- neta Mugoni. Ora, il luogo è diventato una delle mete marine più ambite, e quello di un progetto senza eguali nel Paese, grazie a fondi europei: per tre anni, sei detenuti di Alghero e Sassari alla vol- ta (in totale, se ne sono avvicendati quindici), ne hanno riscoperto, riordinato e studiato gli archivi; recuperato un brano di memoria che rischiava di svanire; e nelle ex celle di punizione, è sorto un museo, visitato da 30 mila persone nel 2014, dove, fuori dal mondo, sono passati cinquemila detenuti. Mantenevano la struttura; coltivavano; pascolava- no; spietravano; bonificavano, dove ancora c’era la malaria. L’archivio della colonia era finito nel car- cere di Alghero. E dopo, a causa di necessari lavori, nei sotterranei di quello di Sassari, con le “carte” di altri istituti: confuse tra loro, con l’umidità e i topi che le divoravano. Era in condizioni indicibili lo stesso edificio principale del “carcere all’aperto”, finché il Parco non l’ha recuperato, eleggendolo a34 sardegnaimmaginare
Paronamica di Capo Caccia - ph Gabriele Doppiu Capo Caccia - ph Enzo Cossu sardegnaimmaginare 35
Pineta Mugoni - ph Enzo Cossu sovrintendeva all’aeroporto militare di Fertilia gli vieta di far atterrare gli aerei dei turisti: vi arriva- propria sede, e a quella operativa dell’Area marina vano i voli notturni di Gladio, l’organizzazione di protetta appunto di Capo Caccia. militari e civili voluta dalla Nato, destinata a resta- Si racconta che proprio questo passato abbia pre- re ancora segretissima, come la non lontana base servato una zona tra le meno contaminate dalla militare di Capo Marrargiu. Questo si dice: se non febbre del cemento, e tra le più intonse di tutto il è vero, è certo ben inventato. Paese: all’inizio degli Anni 60, l’Aga Khan Karim E qui i detenuti, appositamente formati come ar- investe nell’isola, e nasce la Costa Smeralda; ma chivisti, hanno riscoperto buona parte del passato. il primo obiettivo era proprio questo habitat. Non realizza qui il suo intento, perché, da Roma, chi36 sardegnaimmaginare
Appena arrivati, gli internati nella Colonia agrico- il sarto: mille lire il costo d’una «sottanina e giaccala venivano divisi in squadre di 15 persone; la notte per bambine» (forse, per i figli del personale di cu-dormivano nelle celle; di giorno, lavoravano 2.300 stodia), 350 quello dei «costumi per spiaggia». Neiettari di terreno. Le tracce delle loro opere agri- molti documenti, ora mostrati al pubblico, infinitecole sono scomparse: le coltivazioni, vastissime, storie incredibili. Il barbiere scrive al direttore chenon esistono più; c’erano pascoli per 1.500 capi di «tutti hanno una così detta paura di parlare» (sic);bestiame; si vendevano burro e pecorino, ricotta, e spiega: «Si lavora troppo male. Abbiamo n. 4 ra-frutta e verdure. Ritrovato un listino di prezzi del soi, il quale due per i capelli e due per le barbe,1957: la pelle d’un agnello costava 80 lire; quella di quindi lei stesso sa se lé possibile in tre barbieri la-un montone, 180. E c’erano il macello, il calzolaio, vorare con due rasoi»; poi, asciugamani che vanno
Cala Dragunara - ph Enzo Cossu38 sardegnaimmaginare
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Sezione detentiva dell’ex Colonia penale di Tramariglio - ph Enzo Cossu ritano, e Cuguttu, alla Pietraia di Alghero, dove già nell’Ottocento, peraltro, iniziarono i primi tentati- cambiati perché logori e inservibili, e altre pecche; vi di bonifica della Nurra. E a questi, si è aggiunto il brigadiere postilla: «Il detenuto ha la mania di l’immenso volume delle “carte” dell’Asinara, car- scrivere lettere ingiuriose»; forse, l’avranno addi- cere dal 1888 al 1997: se vi sarà (speriamolo) un rittura punito. secondo round di questo “progetto della memoria”, Le storie dell’ex colonia penale sono ora esposte e non mancherà di certo il lavoro. raccontate nella sede del Parco, in un museo che All’inizio, l’attività dei detenuti/schedatori era sta raddoppiando i propri spazi; e sono finiti anche perfino contrastata: «Quando, di sera, tornavamo in un libro (editore Delfino) coordinato da Vitto- in carcere, gli agenti protestavano: non potete mica rio Gazale, direttore della colonia fino al 2015, e guardare i nostri documenti; voi siete carcerati, e da Stefano Tedde, che è stato a capo del progetto noi guardie». Invece, hanno addirittura ricostruito europeo. Non solo: l’attività è stata tanto proficua, l’uccisione di una di loro, Giuseppe Tomasiello, nel che al Tramariglio sono stati consegnati gli archivi anche di due altre ex colonie, Castiadas nel Caglia-40 sardegnaimmaginare
La Colonia penale di Tramariglio - 19331960: oggi, il museo è intitolato a lui, e gli è stato Tramariglio oggiintestato anche il carcere di Alghero. Nel museosi vedono ancora 15 ex celle di sicurezza rimaste posto trascorreva una singolare carcerazione, concome erano, e recuperate, con, nei corridoi e in antiche carte del luogo; se ne conoscono così vi-tre sale, immagini, documenti, registri e attrezzi di cende umane, e un passato, che non sono da di-lavoro; squarci di vita e brani di un passato altri- menticare.menti morto e sepolto. Si leggono tutti i mutamen- Tra le tante, c’è la faccenda di Nilo Vettorazzi, pa-ti del luogo, che prima, era un autentico deserto. racadutista, caporal maggiore della Brigata Nem-Ritrovati e catalogati 44 metri lineari di documen- bo: dopo l’8 settembre 1943 e l’armistizio, forseti: diciamo quattromila fascicoli e settemila carte per sopravvivere, con tre commilitoni ruba a unsciolte; «da quando si è saputo del lavoro, molti pastore una pecora: è degradato, condannato aci mandano delle foto storiche che possedevano», 15 anni per rapina grave e lesioni. Da Tramari-racconta Vittorio Gazale. Ecco, di nuovo, le ma- glio, chiede di essere riammesso in servizio, pernette e divise; gli strumenti da lavoro di chi in quel poter combattere; domanda anche «un quarto di latte al giorno per potermi rimettere dall’estrema sardegnaimmaginare 41
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Promontorio di Punta Giglio - ph Enzo Cossu sardegnaimmaginare 43
Casa Gioiosa, sede del parco - ex direzione della Colonia penale di Tramariglio - ph Enzo Cossudebolezza per la recente febbre malarica»; si dice Eppure, all’inizio, l’operazione non sembrava tan-«avvilito più che per la pena di reclusione, per la to semplice. I detenuti non erano certo attrezzatidegradazione; sapendomi nuovamente un soldato, per un lavoro del genere; i primi sette sono statisarebbe un sollievo»; presenta domanda di grazia, scelti tra i 150 possibili; e soltanto successivamentecon il parere favorevole del direttore; alla fine, nel sono stati formati per questa attività. Con loro, a1945 otterrà sei anni di condono, e nel 1949 sarà dare una mano, anche un esperto e bravo artistascarcerato. del luogo, Elio Pulli: spiegava come fare per rico-Del passato, molto, oggi assolutamente dimentica- struire, addirittura visivamente, ciò che qui era:to, viene raccontato: la scuola; i pasti in comune; non bastavano soltanto i grafici, servivano anchei momenti di relax; i film proiettati ogni 15 giorni, i disegni. Dice Stefano Tedde: «Alla fine, è stataper i detenuti e gli agenti, separati; la chiesa (esi- creata pure un’altra parte del museo: interattivo,ste ancora); le spese per acquistare altoparlanti e dedicato a spiegare il percorso della detenzione.trasmettere musica; il forno; i lavori all’aperto; le Nell’ultimo periodo, ci hanno aiutato anche duenuove strade; gli infortuni; le morti sul lavoro; il carcerati, diciamo così, speciali: uno laureato, epoverissimo vitto; i menu delle feste; le proteste. I l’altro studente universitario». Aggiunge Gaza-consigli di disciplina e addirittura un ammutina- le: «A Tramariglio s’è messo a punto un softwaremento; anche il teatro, dal 1952; i riti dell’ingresso specifico; e l’intera operazione non è certo costatae le “domandine” per ogni esigenza; le nostalgie, e granché: 600 mila euro nel triennio, un terzo perperfino qualche promessa d’amore. E’ ricostruito la nuova parte museale; speriamo così anche di in-un microcosmo durato vent’anni, e di cui, prima, crementare ancora il numero dei visitatori». Ogginulla si conosceva. si leggono delle lettere, alle madri o alle fidanzate, mai recapitate, perché bloccate dalla censura. Non solo vediamo come qui, per 20 anni, si è vissuto;44 sardegnaimmaginare
Documenti esposti nel museo dell’ex Colonia penale - ph Enzo Cossuma se ne rivivono perfino alcuni tra gli affanni; in nemmeno sforzi finanziari sovraumani. Al Trama-un ambiente dove la persona umana non trovava riglio, oggi si va al mare, o a ammirare le bellezzepiù spazio, anche se, tutt’attorno, in questa landa intonse della natura; ma quando l’ingegner Arturoallora totalmente desolata, lo spazio davvero non Miraglia, cui si deve anche la prima pianificazio-mancava. ne di Fertilia, costruì la Colonia con quattromilaUna storia bellissima. Di carte liberate dal carcere, lire di spesa, non era così. Fino al 1962, l’area erae dall’oblio, per merito dei carcerati; di un passato, off limits per tutti. Ciò che vi accadeva, giorno pera volte assolutamente anche avvincente, recupe- giorno, adesso lo sappiamo. Anche una settimanarato per tutti; di squarci di vita (e quale vita) che a pane e acqua per chi, in cella, aveva commessotornano incredibilmente a pulsare. Le prime del- il gravissimo reato d’aver provato, «con un taglinole 15 persone che si sono volontariamente offerte, a costruire un mazzo di carte». È un passato chese ne sono appassionate a tal punto, che un paio non deve passare. Oggi, con il lavoro di 15 perso-l’hanno continuata anche dopo la loro scarcerazio- ne ancora dietro alle sbarre, riguarda, di nuovo,ne: «Visto che abbiamo iniziato il lavoro, vogliamo ciascuno di noi. Anche se il mare, a Tramariglio,concluderlo», dicevano. Da qui, da una ex Casa è ormai bellissimo, e la “Casa di lavoro all’aperto”di lavoro all’aperto, o Colonia penale, è partita soltanto un ricordo.un’iniziativa che sarebbe un vero delitto (già cheparliamo di ex carceri e di persone ancora dete-nute) non completare e anzi, estendere: la banca-dati dell’Asinara, con tutto quanto in due secoli viè successo, è abbastanza fondamentale da ordinaree poter leggere. E come si è visto, non occorrono sardegnaimmaginare 45
di Laura Fois LE DUNE DI PORTO PINO Paradiso naturale del Sulcis46 sardegnaimmaginare
Dalle dune, vista verso S’Arrespiglia e la costa verso Cala Piombo - ph Paolo e Mauro Mattiello sardegnaimmaginare 47
A Dalle dune, vista verso S’Arrespiglia e la costa verso Cala Piombo - ph Paolo e Mauro Mattiello Andare a Porto Pino è come trovare il paradiso te, a tratti curve, ma lo spettacolo, che passi per all’improvviso. Sito nella costa sud-occidentale la litoranea o per le zone interne, è assicurato per della Sardegna, fa parte dei comuni di Sant’Anna sempre.Arresi (a cui appartengono la prima spiaggia e la Ci sono tre modi per raggiungere Porto Pino daprima parte della seconda) e Teulada (dove ricade Cagliari, e poi non dite che in un’isola ci si annoia.l’altra parte della seconda spiaggia e soprattutto le Scordatevi strade a tre o quattro corsie, condurretedune). Si tratta di un gioiello che ha pochi eguali e la vostra moto o macchina o furgoncino all’internocoagula rare bellezze: mare cristallino, alte dune di di strade poco battute, spettacolari e quasi silen-sabbia soffice, pino d’Aleppo e quercia spinosa, gi- ziose.nepro, falesie e limonio. Ci imbatteremo in spiaggeda cartolina, pinete e stagni dove transitano specie Dalla costa. La Strada Statale 195 Sulcitana èrare come i fenicotteri rosa e il piro piro piccolo. un percorso complesso, tortuoso e stretto. Lasci laPrima di iniziare il nostro viaggio dobbiamo però capitale sarda e incontri in pochi chilometri le va-rammentarci come vivere in un’isola non significa rie facce di uno sviluppo che parte dall’epoca dellache sia sempre facile arrivare alla costa. Vivere in cosiddetta Rinascita (sic) fino a oggi: i container eSardegna significa essere circondati dal mare e per le navi che scaricano merci e migranti, la zona in-arrivarci, spesso, bisogna alzarsi presto e macinare dustriale di Macchiareddu e i fenicotteri, la sede dichilometri. Non siamo abituati al traffico delle tan- Tiscali e vicino a Pula quella di Sardegna Ricer-genziali, perché non ne abbiamo. L’isola è grande che, poli di innovazione. Poco prima la Saras, lae anche partire da Cagliari per arrivare alla sabbia piattaforma petrolifera più grande del Mediterra-fine delle dune di Porto Pino, per noi, è un viaggio. neo che a passarci di notte non te l’aspetti, l’effettoDa Sassari a Baunei, da Nuoro alla Maddalena, che ti fa la prima e ogni volta. Da questo percorsoda Gairo a Oristano, le strade sono a tratti drit- passi anche per Teulada, le cui coste, quando sono48 sardegnaimmaginare
Scheletri di antichi pini e ginepri riemergono periodicamente dalla sabbia - ph Paolo e Mauro Mattiello sardegnaimmaginare 49
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