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La Valle del Tassobbio. La vita nei secoli prima dei Canossa

Published by davide, 2020-09-15 08:16:54

Description: con saggi di:
Silvia Chicchi, Sergio Guidetti, James Tirabassi,
Nicola Cassone, Villiam Morelli, Massimo
Gigante, Luca Bagni e Alessandra Curotti

Keywords: valle del Tassobbio,Tassobbio,Cortogno

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La Valle del Tassobbio La vita nei secoli prima dei Canossa con saggi di: Silvia Chicchi, Sergio Guidetti, James Tirabassi, Nicola Cassone, Villiam Morelli, Massimo Gigante, Luca Bagni e Alessandra Curotti



1 Prefazione di Giovanna Caroli Ciò che fa la differenza nell’avere cura è la stro Medardo Domenichini, altre ancora la Assessore alla continuità, il guardare avanti, il non ac- diffusione delle parole rivolte alla comu- Cultura del Comune contentarsi, il cercare nuova armonia per nità, come le “Lettere ai giovani” di don di Casina le tessere di quell’unico grande mosaico che Luciano. Varie anche le modalità, dalla unisce insieme la storia e la vita di una co- collaborazione a scavi e ricerche, all’alle- munità. stimento di mostre, più spesso l’organizza- Ecco allora che dopo le singole biografie si zione di convegni; sempre l’inserimento di cerca la storia del paese nel suo contesto, si pagine culturali nell’annuale depliant delle approda alla valle, all’ambiente che la ac- iniziative”. coglie e se ne indaga l’origine e l’evoluzione. Tra i tanti meriti di Piero Torricelli e Da- Non è bastato alla ProCortogno il successo vide Costoli c’è sicuramente quello di sa- della pubblicazione “La Valle del Tassob- per coinvolgere e motivare, lo dimostra la bio”, troppo poche le pagine, troppe le ri- collaborazione di sempre nuovi studiosi chieste inevase. specialisti dei diversi settori: all’archeologo Ecco allora la nuova edizione, rivedu- James Tirabassi e al geologo Sergio Gui- ta e corretta e soprattutto ampliata! Dal detti si aggiunge quest’anno Nicola Cas- fascicoletto è passata al libro, questo, che sone, la geologa Silvia Chicchi, l’educatore non nasce all’improvviso, in forma estem- ambientale e guida escursionistica Villiam poranea, per un caso fortunato: alle spalle Morelli, il naturalista Massimo Gigante , il ci sono un sapere e un fare individuale e biologo Luca Bagni e l’esperta ambientale collettivo, ci sono competenze e assunzioni Alessandra Curotti. di responsabilità coltivate nel tempo, come Insieme guardano al territorio culla della abbiamo più volte richiamato, in partico- comunità e ne descrivono le origini, stu- lare nell’edizione dello scorso anno: “Anno diano le condizioni geologiche e ambienta- dopo anno, la ProCortogno, in particolare li, le prime presenze degli uomini: Insieme nelle persone di Piero Torricelli e Davide danno vita a una sorta di educazione per- Costoli, restituisce alla memoria collettiva manente in cui ciascuno può essere attivo, pagine di storia con la profondità e insieme interrogarsi e ricercare, trovare insieme ad facilità di lettura che solo i grandi esperti e i altri appassionati esperti risposte e nuove veri appassionati riescono ad avere. domande: un centro di ricerca che merita Anno dopo anno il patrimonio di cono- l’attenzione anche della scuola istituzionale scenze dei Cortognesi e dei Casinesi intor- per un vantaggio reciproco. no al loro territorio e alla loro comunità Lo studio dell’ambiente naturale e della si accresce e arricchisce. Talvolta sono le propria storia così condotto favorisce l’am- biografie compilate da Primo Rinaldi e biente sociale in cui ciascuno può meglio lette nelle ricorrenze della borgata, talaltra comprendere ed esprimersi. le ricostruzioni storiche di Piero Torricelli, Ai tanti che si sono spesi con competenza corredate di moniti e insegnamenti sul pre- e generosità il grazie dell’Amministrazione sente, altre ancora le illustrazioni di Davide Comunale e, ne sono certa, di tutta la co- Costoli - valgano per tutte le tavole relative munità. alla fornace romana - o i suoi disegni pre- Casina, 21 settembre 2011 paratori a un restauro; qualche volta pro- tagonisti sono momenti di storia collettiva, altre le biografie di cortognesi che si sono distinti come Giuseppe Guidetti o il mae-

2 Con il consiglio della Proloco ci interro- libro agile e divulgativo, per dare il nostro di Davide Costoli ghiamo spesso su “chi siamo” e “cosa dob- piccolo contributo ad una valorizzazione Consigliere Proloco biamo fare”, lo statuto ci aiuta, e ci invita a complessiva e non settaria. Oltre ad aver Cortogno valorizzare e a tutelare il territorio. consolidato legami con studiosi che vivono Abbiamo pensato di farlo partendo da una nella valle come Sergio Guidetti, abbia- domanda semplice e diretta: chi sei Tassob- mo cercato un’istituzione pubblica come i bio e come sei vissuto? Musei Civici di Reggio Emilia, e trovato, Migliaia di anni fa, (come vedrete), il in James Tirabassi amico che stimiamo, Tassobbio, ha preso un’altra strada e noi una guida che ci ha consigliato e messo in l’abbiamo seguita e ci ha portati fino a val- collegamento con altri giovani studiosi che le, abbiamo allargato i nostri orizzonti, il si sono avventurati con noi nel tracciare la nostro limite fisico fino a scoprire che un prima “biografia” del Tassobbio. fiume non esiste senza il suo bacino idro- Siamo consci che “l’enciclopedia” del tor- grafico, e sono 100 Km2!. rente è ancora da scrivere, ma siamo una Tutto quello che succede qui dentro, finisce piccola Proloco, siamo uno “strumento” in Enza, in Po e poi in mare. per la comunità, siamo spesso il legante e Mancava un qualsiasi volume che parlasse il reagente, e vorremmo che lo stesso facesse del Tassobbio punto e basta, quasi fosse- questo volume che avete tra le mani. Crea- ro tutti irritati dal suo percorso tortuoso re consapevolezza e stimolo. e verso i monti. Ogni amministrazione ha La responsabilità rimane nostra e di tutti sempre sezionato e analizzato il Tassobbio quelli che ogni giorno vivono nella valle, viaggiando dentro i suoi confini politici, sia chi la usa e la rispetta che chi ne abusa e ma la vita scorre di qua e di là senza limiti. ne fa scempio. Non volevamo un “mattone”; volevamo un Buona lettura! Ideazione e realizzazione Con il patrocinio dell’ Assessorato alla Cultura del Comune di Casina La Proloco Cortogno ringrazia tutti gli autori che hanno realizzato, espressamente e gratuitamente per questo volume, i testi, e che, con generosità e sensibilità, ci hanno sostenuto in questa iniziativa. Un ringraziamento particolare a Stefano Landi Grafica e impaginazione: www.up-comunicazione.com Stampa e confezione: La Nuova Tipolito - Felina - [email protected] 1ª ristampa - Dicembre 2012 Proloco Cortogno - 42034 Cortogno di Casina - www.cortogno.net - [email protected]

3 Indice Prefazioni pag. 2 pag. 3 Indice pag. 4 pag. 9 Il torrente Tassobbio pag. 23 La Valle del Tassobbio pag. 35 La Geologia pag. 75 di Silvia Chicchi pag. 103 Origini morfologiche pag. 113 e catture fluviali pag. 135 nella Valle del Tassobbio di Sergio Guidetti Preistoria e Protostoria nella Valle del Tassobbio di James Tirabassi Topografia storica del bacino del Tassobbio fra età romana ed Alto Medioevo di Nicola Cassone La Valle del Tassobbio L’ambiente vegetale di Villiam Morelli La Valle del Tassobbio La Fauna di Massimo Gigante e Luca Bagni Una nuova area protetta: Paesaggio naturale e seminaturale Protetto della Collina Reggiana - Terre di Matilde di Alessandra Curotti

4 Il torrente sViustda-doavest Tassobbio Il torrente Tassobbio nasce a Marola parte di Carpineti (6,36%). (Carpineti) a 735 m s.l.m., e sfocia Da un punto di vista orografico, dopo 21,5 km a valle di Vetto in il bacino è situato in una parte località Compiano (258 m s.l.m.). del medio Appennino Reggiano Il suo bacino idrografico è di circa nella Provincia di Reggio Emilia, è 100 kmq e interessa, da nord verso caratterizzato da quote comprese tra sud e da ovest verso est, i territori i 960 m s.l.m. della porzione della comunali di Canossa (11,28% della Pietra di Bismantova (compresa nel superficie totale), Casina (26,18%), sottobacino del rio Maillo), e i 258 Vetto (20,00%), Castelnovo né m s.l.m. della confluenza Tassobbio- Monti (36,18%), ed una minima Enza. Vnisotradd-aest Milano Verona Venezia Torino Parma Piacenza Reggio Emilia Modena La Spezia Bologna Aulla Firenze 800 m Casina Rio Leguigno Rio Maillo RioTassaro 0 m 2 Km 4 6 8 10 12 14 16 18 20 Altimetria del torrente Tassobbio

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6 Foce Mt. 256 C n Bacino Idrografico RioTassaro del Torrente Tassobbio Vetto Bacino idrografico Torrente Tassobbio Comune di : Sottobacini Carpineti Affluenti e sottobacini Vetto Castelnovo Rio Maillo ne’ Monti Nasce nelle vicinanze di Castelnovo né Casina Monti a 654 m s.l.m. e sfocia dopo 26,7 Canossa km a sud-est di Vedriano (350 m s.l.m.). Durante il percorso raccoglie diversi seg- menti fluviali. Il bacino idrografico inte- ressa i comuni di Vetto e di Castelnovo né Monti. Per estensione e valore del rapporto di rilievo, è molto simile al sottobacino del Tassobbio. Rio di Leguigno Questo bacino nasce alle pendici meridio- nali del Monte Tosco, a 785 m s.l.m. e sfo- cia dopo 8,6 km nei pressi di Ariolo (385 m s.l.m.). Interessa i territori di Carpineti e di Castelnovo né Monti e Casina.Le ca- ratteristiche idrogeomorfologiche di que- sto bacino sono del tutto simili a quelle del rio Maillo Rio Tassaro Nasce nei pressi di Ronchelvetro a 760 m s.l.m. e dopo aver ricevuto l’apporto di pochi piccoli affluenti, sfocia dopo 5,5 km di percorso, vicino al Mulino di Chichino (307 m s.l.m.). Questo bacino idrografico interessa quasi esclusivamente il territorio comunale di Vetto. E’ il bacino che ha la dimensione areale ed il perimetro minori.

7 Canossa Rio Leguigno Casina Rio Sorgenti del Maillo Tassobbio Castelnovo ne’ Monti Carpineti Pietra di 0 200O m Bismantova Mt. 926

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9 La Valle del Tassobbio La Geologia di Silvia Chicchi Geologa, ha collaborato per la Regione alla Carta geologica dell’Emilia Romagna. E’ ora responsabile della sezione naturalistica dei Musei Civici di Reggio Emilia. La lettura degli aspetti geologici di tano passato del nostro territorio un paesaggio apre una vera e propria è opportuno quindi ripercorrere finestra sul passato più remoto: le brevemente le tappe dell’evoluzione rocce registrano i paleoambienti, le dell’Appennino, che come ogni ca- strutture geologiche ne testimonia- tena montuosa è il risultato di movi- no l’evoluzione, le forme del paesag- menti che interessano a scala globale gio riflettono l’interazione tra le ca- la crosta terrestre, modificandone ratteristiche litologiche del terreno nel corso delle ere geologiche i line- e gli agenti che lo hanno modellato. amenti. La lettura non è però di immedia- ta interpretazione, in particolare in La formazione aree come l’Appennino dove le co- dell’Appennino perture vegetali e i suoli maschera- no il substrato e dove le vicende che Circa 220 milioni di anni fa, i con- hanno portato alla edificazione della tinenti appaiono tutti riuniti in un catena montuosa sono state partico- unica massa emersa, cui è stato dato larmente complesse. il nome di Pangea. Per ricostruire la geografia del lon-

10 L’oceano ligure-piemontese nel Giurassico crosta, chiamata oceanica (circa 180 Evoluzione m.a.). Per diversi milioni di anni della Pangea Verso la fine del periodo Triassico, questo bacino oceanico, cui i ge- a circa 200 m.a., a causa dei moti ologi daranno il nome di Oceano Permiano convettivi presenti nell’astenosfe- ligure-piemontese (perchè le rocce 225 milioni di anni fa ra, questo supercontinente inizia a in esso formatesi caratterizzano in frammentarsi, dapprima con una particolare le montagne di queste Triassico lunga frattura che separa l’Eurasia due regioni), si espande, fino a che, 200 milioni di anni fa dall’Africa: tra le aree emerse si cre- in concomitanza con l’inizio dell’a- ano dapprima depressioni, presto pertura dell’oceano Atlantico meri- Giurassico invase dalle acque marine, poi vere dionale, circa 130 milioni di anni fa, 135 milioni di anni fa fratture della crosta continentale, l’Africa inizia a ruotare verso nord, lungo le quali risalgono dall’asteno- avvicinandosi all’Europa, e compri- Cretaceo sfera magmi basaltici che, solidifi- mendo l’area oceanica interposta. 65 milioni di anni fa cando, danno origine ad una nuova La crosta oceanica, densa e pesante, a seguito della compressione entra in Schema della frattura tra due placche ed subduzione, mentre i sedimenti ac- espansione di un fondale oceanico cumulatisi su di essa nei milioni di anni vengono ‘scollati’ dalla crosta, deformati ed impilati gli uni sugli altri a formare un rilievo sottoma- rino. Con il progredire della compres- sione la crosta oceanica finisce per essere completamente subdotta e si arriva allo scontro tra le due masse continentali. In questo momento si raggiunge il culmine della deforma- zione, ampie porzioni di roccia ven- gono ad accavallarsi le une sulle altre e il rilievo fino a quel momento sot- tomarino diventa una catena emersa. Questo avviene dapprima nelle Alpi (circa 40 milioni di anni fa), suc- cessivamente per l’Appennino, che arriva ad emergere circa 10 milioni di anni fa, sospinto anche da una ro- tazione verso W del microcontinente costituito da Corsica e Sardegna. La pianura padana rimane inve- ce occupata dal mare fino alla parte alta del Pliocene, circa 1,8 milioni di anni fa. Oggi

11 Schema di Le rocce che costituiscono l’Appen- ne continentale africano, sul quale avvicinamento nino reggiano, nella quasi totalità hanno finito per essere trasportate e tra placche, con rocce sedimentarie di origine mari- impilate le successioni sedimentarie subduzione di na, si sono formate in parte sulla cro- dell’antico oceano: in questo modo crosta oceanica sta oceanica basaltica del cosiddetto nella catena si può osservare la so- e formazione oceano ligure-piemontese (domi- vrapposizione di Unità liguri (corpi di una catena nio Ligure) e in parte sul margine rocciosi originatisi nel Dominio Li- montuosa sommerso del continente africano, gure), più antiche e deformate, su del quale l’ossatura profonda del- Unità toscane (originate nel Domi- la penisola italiana costituisce un nio Toscano). promontorio (dominio Toscano). E’ importante notare che parte del- Sono rocce formate per accumulo di le rocce che formano l’Appennino particelle di varia natura, soprattutto si sono sedimentate mentre la ca- spoglie di microrganismi ed alghe a tena già si stava delineando, ancora scheletro calcareo o siliceo nella fase in ambiente subacqueo, per cui alle di espansione oceanica, materia- rocce molto deformate del Domi- le detritico di varia composizione e nio ligure, sono sovrapposte altre dimensioni quando la compressione formazioni, meno interessate dalla tra le placche provoca nel bacino una deformazione, che costituiscono la grande instabilità, innescando ter- Successione epiligure, data dai se- remoti, frane sottomarine, apporti dimenti deposti sulla catena in via detritici dalle terre emerse, soggette di edificazione, a partire da circa 40 ad erosione. milioni di anni, fino all’emersione. La deformazione che ha genera- Questa successione è arealmente to l’Appennino si è propagata da molto estesa nel medio appennino SW verso NE, interessando prima reggiano, connotandone la morfo- la porzione oceanica, poi il margi- logia e il paesaggio, tra Vetto, Castel- novo ne’ Monti, Carpineti, Casina, Cerredolo de’ Coppi e nella valle del Tresinaro. La geologia del bacino del Tassobbio Nel bacino del Torrente Tassobbio sono presenti essenzialmente tre gruppi di formazioni rocciose. Il primo gruppo comprende le for- mazioni originatesi nel Dominio ligure, cioè nel bacino a crosta oce- anica apertosi tra Africa ed Europa. La loro età va da circa 125 a 50 m.a. Sono distribuite prevalentemente nella parte centrale, inferiore del bacino.

12 Il secondo gruppo comprende le più ambiente di transizione tra il Do- Frana di recenti formazioni appartenenti alla minio ligure e il Dominio toscano, Roncovetro Successione epiligure, deposta sopra chiamato Dominio subligure, di cui alle precedenti nel corso della loro si accenna solo brevemente: si trat- deformazione e traslazione verso ta di argilliti marnose nerastre, con NE in ambiente ancora sottoma- strati calcarei, alternanze arenaceo- rino. Esse contornano a sud, est e pelitiche, arenarie, affioranti tra Ve- nord-est la parte alta del bacino. Il Tassobbio e i suoi affluenti hanno pertanto generalmente la loro sor- gente all’interno della Successione epiligure, per poi scavare il proprio corso nelle formazioni liguri. Il terzo gruppo, affiorante nella sola area di Monte Staffola comprende formazioni argilloso-calcaree e are- nacee che sono state attribuite ad un

13 Rupe di driano, Albareto, Borzano e il fiume Pietra Nera Enza. In queste litologie sono impo- stati importanti fenomeni franosi, come la frana recentemente riatti- vata che dal monte Staffola scende fino nel Tassobbio (lavina di Ron- covetro). L’età di questi sedimenti è compresa tra Paleocene superiore ed Oligocene, 60-25 m.a. circa Schema Il dominio ligure (pillows) sotto la torre di Rossenel- geologico del la. Nel bacino del Tassobbio risalta, medio appennino Il dominio ligure è caratterizzato, a sud di Vedriano la rupe di Pie- reggiano. come detto, dalla crosta oceanica tra Nera, dove si possono osservare I colori sui che costituiva il fondo del bacino. basalti in pillows accompagnati da toni del verde Essa è in gran parte scomparsa nella brecce ofiolitiche. Altri piccoli af- corrispondono subduzione, ma frammenti di essa, fioramenti di brecce e serpentiniti alle formazioni del sfuggiti a questo processo, si trova- sono presenti nella zona, e, più a Dominio ligure, no ora intercalati in formazioni ar- valle, presso il Mulino di Chichino e i colori marrone gillose più recenti. Si tratta di rocce nei pressi di Piagnolo (serpentiniti). chiaro e scuro magmatiche intrusive, quali gabbri e Il forte contrasto di durezza del- corrispondono peridotiti, che costituivano la parte le ofioliti rispetto alle argille che le alle formazioni più profonda della crosta oceanica inglobano fa sì che esse emergano in della Successione o addirittura porzioni di mantello, modo molto evidente nella morfo- epiligure. (dal foglio e basalti, rocce magmatiche effusive, logia per erosione selettiva. 218 della Carta costituite da silicati di ferro e magne- Alle ofioliti possono trovarsi asso- geologica d’Italia, sio. Di colore verde scuro, in super- ciati lembi della copertura sedimen- realizzata dalla ficie possono mostrarsi rossastri per taria più antica della crosta oceani- Regione Emilia alterazione dei minerali di ferro. La ca, Diaspri e Calcari a Calpionelle, Romagna) caratteristica struttura a cuscini, che costituiti gli uni dall’accumulo di spesso presentano, deriva dal rapido Rupe di consolidamento della lava, eruttata Pietra Nera, in ambiente sottomarino, a contatto particolare con l’acqua fredda. di basalti in Per il colore prevalentemente ver- pillows dastro, che può ricordare la livrea di un serpente, queste rocce vengono collettivamente denominate ofioliti (dal greco ophìs: serpente e lithòs: roccia) e serpentiniti le rocce meta- morfosate da esse derivate. Gli esempi più importanti di rocce ofiolitiche della zona sono le rupi di Rossena e Campotrera, con una bella esposizione di basalti a cuscini

14 fanghi silicei e spoglie di organismi Brecce silicei (radiolari) gli altri dalla de- ofiolitiche nelle posizione di microrganismi calcarei Argille a Blocchi (calpionelle). Di tali coperture ri- mangono nell’area poche tracce nei Argille a pressi di Vedriano (Case Pizzone). Palombini Le formazioni nizio della compressione tra Africa Argille argillose ed Europa (attorno a 130 milioni di varicolori anni), che crea instabilità nel bacino Nelle Unità liguri è diffusa la pre- e il prevalere nella sedimentazione senza di formazioni argillose, che di elementi detritici. Queste for- nella valle del Tassobbio affiorano mazioni, già nelle fasi precoci della estesamente nella parte medio bassa strutturazione della catena, sono state frequentemente rimobilizzate del bacino. Esse costituiscono la base da franamenti in massa, piegamenti dei flysch ad elmintoidi di cui si par- e traslazioni, responsabili del loro lerà in seguito. aspetto ‘caotico’, per il quale, fino Le argille sono rocce formatesi per a non molti anni or sono venivano sedimentazione di particelle detriti- chiamate, collettivamente, “Argille che di piccolissime dimensioni, in- scagliose”. I rilievi di dettaglio che feriori a 0,062 mm. Esse sono spes- hanno portato alla realizzazione del- so associate a strati calcarei (Argille la Carta geologica regionale hanno a palombini) o a brecce ad elementi negli ultimi anni permesso invece ofiolitici, silicei e calcarei (Argille di evidenziare formazioni argillo- a blocchi). Generalmente di colore se differenti per caratteristiche, età grigio, presentano talora colorazioni e posizione stratigrafica, come le tra il rosso, il violaceo e il nero (Ar- Argille a palombini (Cretacico in- gille varicolori). feriore, 125-100 m.a. ca.), diffuse La deposizione di sedimenti argillosi in una fascia a est di Vedriano, le nel bacino ligure coincide con l’i-

15 Morfologia Argille a blocchi (Cretacico supe- I flysch calanchiva riore, 100-75 m.a.) che stanno alla ad elmintoidi nelle Argille base del Flysch di M.Caio, presenti varicolori nella parte inferiore del corso del Le formazioni più tipiche del do- Tassobbio, e le Argille varicolori minio ligure sono sicuramente i Conglomerati (90-75 m.a.) che sono la base del flysch ad elmintoidi (Cretacico su- dei Salti del Flysch di M.Cassio, affioranti nel periore, 75-65 m.a.), il cui nome Diavolo Rio di Leguigno e suoi versanti e, deriva dalla diffusa presenza di ca- nel Tassobbio, al Mulino di Corto- ratteristiche tracce fossili ricondu- gno e da Ariolo alla confluenza con cibili a organismi di natura scono- il Rio Maillo. Alle Argille varicolori sciuta ai quali è stato attribuito il si trovano spesso associate arenarie nome di Elmintoidi. e localmente conglomerati (Con- I flysch sono spesse successioni di glomerati dei Salti del Diavolo, che strati calcareo-marnoso-pelitici ori- affiorano sotto Massandara, a SE di ginatesi per risedimentazione di ma- Vedriano) teriali incoerenti deposti in aree di Dal punto di vista morfologico le scarpata e piattaforma continentale, argille sono rocce poco coerenti, mobilizzati da frane sottomarine che danno luogo a versanti instabi- probabilmente innescate da eventi li, soggetti a frane e caratterizzati sismici. La loro genesi testimonia spesso da morfologie calanchive ben la crescente instabilità del bacino, visibili, ad esempio tra Leguigno e stretto nella compressione tra Afri- Beleo, dove sono interessate Argille ca ed Europa. Mescolandosi all’ac- Varicolori qua questi materiali franati dalle piattaforme continentali formavano nubi torbide che percorrevano ve- locemente ampie distanze prima di depositare il loro carico solido nelle parti più profonde del bacino. Il ri- sultato del ripetersi di questi eventi sono strati piano paralleli, di spes-

16 sore da pochi centimetri a diversi metri e di grande estensione areale, in successioni spesse anche migliaia di metri. Gli strati sono caratteri- sticamente gradati, cioè le particelle più grosse si trovano alla base dello strato e quelle più piccole, della di- mensione delle argille, nella parte superiore. I flysch nel bacino del Tassobbio non presentano gli imponenti affiora- menti che caratterizzano altre zone. Sono comunque presenti a Ron- croffio, Costa Medolana, Leguigno, alla chiesa di Gombio, M.Venera (località in cui affiora il Flysch di M.Cassio, che prende il nome dal- la località del parmense dove si trova una bella esposizione) e a Crogno- lo, Piagnolo e Compiano (Flysch di M. Caio). Lungo la Valle dell’Enza affioramenti di Flysch di M.Caio si Flysch di possono osservare sulla sponda si- M.Cassio sopra il nistra del fiume, a valle di Compia- Rio di Currada no, il Flysch di M.Cassio è invece ben esposto all’altezza di Currada Flysch ad e lungo il rio omonimo. Per le ca- Elmintoidi (Flysch ratteristiche litologiche i flysch co- di M.Cassio) stituiscono in genere dei rilievi che sotto Leguigno emergono nella morfologia rispetto alle formazioni argillose. Flysch di M.Caio in Val d’Enza La successione epiligure I sedimenti deposti sulle formazioni liguri in fase di deformazione costi- tuiscono una successione di forma- zioni prevalentemente marnose ed arenacee di età compresa, nell’area in esame, tra 42 e 13 milioni di anni circa. Essa giace in discordanza su diverse formazioni già ampiamen- te strutturate e presenta un grado di deformazione nettamente infe- riore, caratterizzato in particolare,

17 Successione nell’area compresa tra la Val d’Enza Essa borda la parte inferiore della epiligure nel e la Val Secchia, dall’ampia sinclinale successione epiligure ed è presen- Rio Maillo Vetto-Carpineti. te lungo la sponda sinistra del Tas- La successione epiligure contorna a sobbio, tra il Mulino di Chichino e Arenarie di sud, est e nord-est il bacino del tor- il Rio Maillo, a monte di Gombio, Ranzano, rente Tassobbio, i suoi termini più nel Rio di Beleo, a Pianzo. Nel pa- frazione a antichi si trovano a diretto contatto esaggio è spesso evidente il contra- dominante con le formazioni liguri, i terreni sto morfologico tra queste arenarie, pelitica, presso più recenti costituiscono la parte più che sostengono versanti più acclivi e Ariolo elevata dei rilievi. boscosi, e le sottostanti, più aride, E’ costituita da una alternanza di Arenarie di formazioni pelitico-marnose e are- formazioni argillose, interessate da Ranzano, nacee. La sua deposizione ha inizio dissesti e morfologie calanchive. frazione con brecce argillose (Brecce argillo- La sovrastante formazione di Anto- arenaceo- se di Baiso) e con marne e peliti di gnola (Oligocene superiore - Mio- conglomeratica colore rossastro (Marne di Monte cene inferiore, 28-22 m.a. ca.) è Piano), che non affiorano in modo costituita da marne e peliti verdo- significativo nell’area considerata. gnole, con stratificazione mal di- Prosegue con la deposizione delle stinguibile. Arenarie di Ranzano (Oligocene in- Affiora in modo abbastanza limita- feriore, 35-28 m.a. ca.), formazio- to nel bacino del Tassobbio, sopra ne caratterizzata da grande variabilità a Gombio e a monte del Mulino di laterale, costituendo il riempimento Cortogno. di piccoli bacini sulla catena som- Affiorano invece estesamente nel- mersa, costituita da arenarie grigio- la Costa di Sabbione, tra Monchio scure, talora conglomeratiche, e dell’Olle e Barazzone, le Brecce ar- localmente da alternanze arenaceo- gillose della Val Tiepido-Canossa, pelitiche (cioè più ricche di argilla). imponente corpo argilloso conte- nenti blocchi da centimetrici a me- trici di calcari, arenarie, ofioliti, de- nominato in passato “Olistostroma di Canossa” e ricondotto ad uno o

18 più episodi di colata gravitativa sot- po di Bismantova, begli affioramenti Formazione tomarina: dalle formazioni argillose si trovano al M.Castello, nella parte di Contignaco, liguri già in corso di deformazione bassa del Rio Maillo. a monte e sollevamento si sarebbero staccate Il Gruppo di Bismantova (Miocene di Gombio ampie porzioni, andando a interca- medio, 18-13 m.a.) è il complesso di larsi nella normale sedimentazione formazioni più esteso del medio ap- Formazione della successione epiligure. L’affio- pennino reggiano ed è da toponimi di Pantano, ramento più spettacolare di queste di questa zona che molti dei membri a Pantano brecce argillose si può osservare nei che compongono questo eterogeneo calanchi sottostanti la Rupe di Ca- insieme hanno preso il nome, per- nossa. ché qui sono stati studiati, grazie alle Nella morfologia esse danno luogo a esposizioni favorevoli. versanti brulli, interessati da dissesti, Il Gruppo, nel suo complesso, è ca- ricchi in superficie di blocchi calca- ratterizzato da sedimenti di ambien- rei e di altre litologie, senza accenni te meno profondo delle formazioni di stratificazione. sottostanti, segno che la futura cate- La formazione che sta sopra le Mar- na appenninica stava avvicinandosi gradualmente all’emersione, e più ne di Antognola o, dove presenti, ricchi in carbonato di calcio, per alle Brecce argillose della Val Tie- la abbondante presenza di bioclasti pido-Canossa prende il nome di calcarei, ossia frammenti di organi- Formzione di Contignaco (Miocene smi di composizione carbonatica. inferiore, 22-20 m.a. ca.). Si trat- La formazione più antica del Grup- ta sempre di marne argillose grigio po è la formazione di Pantano (18- verdognole, differenti dalla Marne 15 m.a.), costituita da arenarie e di Antognola per il forte contenuto arenarie marnose grigio chiare, in silice, che si esprime anche con bioturbate (in cui cioè gli originali la presenza di noduli e liste di selce, caratteri sedimentologici sono stati che è stato messo in relazione con la completamente obliterati dall’azione presenza di una intensa attività vul- di organismi), in cui si rinvengono canica in questo periodo. Questa localmente fossili di molluschi, co- formazione, è presente con conti- ralli e di echinidi e che testimoniano nuità alla base del soprastante Grup- un ambiente di piattaforma di non elevata profondità. A seconda dell’aspetto, molto varia- bile, di questa formazione, sono sta- ti distinti alcuni membri, vale adire porzioni contraddistinte da caratteri

19 Fossili di comuni, differenti da quelle delle ti di pesci, riferibili ad un ambiente gasteropodi e porzioni adiacenti, come il membro di piattaforma carbonatica di scarsa denti di squalo di Monte Castellaro, arenaceo, af- profondità. La grande compattezza e dalla Formazione fiorante nella valle del Tassobbio tra cementazione delle biocalcareniti di di Pantano case Castellaro e Legoreccio, e il ben Bismantova è la ragione per cui, per conosciuto membro della Pietra di erosione selettiva, la Pietra emer- Bismantova, costituito da biocalca- ge in modo così caratteristico dalla reniti, con ricco contenuto in clasti morfologia. di molluschi, echinidi, briozoi, den- Chiude in quest’area la sedimen- Formazione di Cigarello, intercalazione arenacea del M.Battuta

20 tazione della successione epiligure formazioni, non troppo deformate, Arenarie di la Formazione di Cigarello (15-13 la predominanza di arenarie e mar- Marola presso m.a.), caratterizzata da marne e ne sulle argille, fa sì che esse costi- Cortogno marne arenacee grigie, sottilmente tuiscano un substrato stabile, poco stratificate, entro le quali si interca- soggetto a dissesti. Dove prevalgono lano lenti di arenarie, come le arena- le marne si osserva una morfologia rie di Vetto, le arenarie affioranti al ondulata, ad esempio nella vallata M.Battuta, presso Predolo, sfruttate tra Marola e Carpineti, con terreni come pietra da taglio, e le Arenarie che ben si prestano allo sfruttamen- di Marola, affioranti estesamente tra to agricolo, mentre le porzioni più il M.Frombolara e Marola e tra Sar- arenacee danno luogo a rilievi sui zano, Monchio dei Ferri e Corto- quali è diffusa la coltivazione del ca- gno, che su questa formazione è si- stagno, pianta che predilige i terreni tuato. L’assetto strutturale di queste ricchi in silice. Arenarie di Marola presso Faieto

21 Chi volesse approfondire queste brevi note e Flysch: Il termine flysch, che ha conoscere più a fondo la geologia del territorio, avuto origine in Svizzera, è utilizzato può trovare uno strumento prezioso e utili ri- per indicare una successione di strati ferimenti nel Foglio 218 Castelnovo ne’ Monti costituiti tipicamente da alternanze della Carta Geologica d’Italia, realizzata dalla cicliche di arenarie, calcari, marne e Regione Emilia Romagna, a scala 1:50.000, e argille deposte in ambiente marino nelle allegate Note illustrative. tramite frane sottomarine e correnti di torbidità, cioè ‘nubi’ di materiali Glossario in sospensione che si muovono ra- Astenosfera: Il calore interno pidamente sui pendii sottomarini della Terra comporta la presenza, a per effetto della gravità, fino a sedi- profondità comprese tra 100-120 km mentare nelle parti più profonde del e 250, forse 400 km, di uno strato bacino di materiale parzialmente fuso, con il Sinclinale: Il termine sinclinale comportamento di un fluido molto indica una piega, in cui gli strati più viscoso, definito astenosfera, che per giovani si trovano nella zona di mag- effetto del calore proveniente dall’in- gior curvatura (nucleo). In situazioni terno subisce lenti movimenti: il ma- geologiche semplici ha la concavità teriale profondo, più caldo, tende a rivolta verso l’alto. Si contrappone salire, ma una volta risalito, raffred- ad anticlinale, termine che indica vi- dandosi, tende a scendere, generan- ceversa una piega che ha al nucleo i do dei flussi convettivi, paragonabili a terreni più antichi e la convessità ge- quelli che si formano in una pentola neralmente rivolta verso l’alto. d’acqua posta sul fuoco. La litosfera, Mantello: La struttura interna della lo strato solido che sta sopra l’asteno- Terra è data da una serie di involucri sfera e che comprende anche la crosta concentrici che differiscono tra loro terrestre, viene così sollecitata e si per composizione chimica, densità frattura in grandi placche che ven- e stato fisico. La crosta è l’involucro gono lentamente trascinate le une ri- più esterno, solido, che presenta due spetto alle altre dai flussi di materiali tipologie differenti, la crosta conti- che avvengono nell’astenosfera, ora nentale, di composizione granitica, allontanandosi, ora avvicinandosi, e la crosta oceanica, di composizio- ora scorrendo l’una a fianco dell’al- ne basaltica. Lo strato sottostante è tra. Sono questi movimenti che dan- il mantello, pure solido, che differi- no origine alle diverse strutture geo- sce dalla crosta per la composizione, logiche della crosta terrestre, catene data da minerali di ferro e magnesio. montuose, dorsali e fosse oceaniche, All’interno del mantello, che costi- ecc. e ai fenomeni che le accompa- tuisce l’84% della massa della Ter- gnano, quali vulcani e terremoti. ra, si individua l’astenosfera (vedi). Subduzione: processo per cui, L’involucro più interno è il nucleo, in seguito alla convergenza tra due allo stato fuso nella parte esterna, placche, la crosta oceanica interpo- solido in quella più interna, costitu- sta, densa e pesante, è condotta ad ito da minerali di ferro e nichel. immergersi al disotto di una placca continentale

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23 Origini morfologiche e catture fluviali nella Valle del Tassobbio di Sergio Guidetti Geologo e insegnante all’Istituto Comprensivo “G.Gregori” di Casina, ha svolto la tesi di laurea sulla Val Crostolo e Tassobbio Perché un famoso geologo, già agli scende da Marola ed arriva a Casina, inizi del ‘900 ha compiuto studi una volta apparteneva al Torrente sulla Val Tassobbio? Perché la Val Crostolo (fenomeno geologico Tassobbio presenta “stranezze” chiamato “cattura fluviale”)? rispetto ad altri corsi d’acqua Studiando questo territorio si emiliani? Per citarne una, lo sapete può capire come la terra, dunque che nel tratto che va da Ariolo sino il paesaggio, non sono statici, a Mulino Zannoni il Tassobbio è immutabili, ma in continua diretto verso l’Appennino, invece trasformazione. La Val Tassobbio che scendere verso la Pianura? è una piccola “enciclopedia E ancora, lo sapete che la Val geologica” che tutti noi possiamo Tassobbio non è sempre stata così sfogliare, apprezzare, nella speranza come appare a noi, ma che ha che l’intera valle, ma soprattutto subito, anche in tempi abbastanza l’intero corso d’acqua, che lungo recenti (ultime ere glaciali), notevoli i suoi 21 Km attraversa 5 Comuni, trasformazioni, per colpa (o grazie!) possa essere maggiormente tutelato, al Torrente Tassobbio? Per citarne valorizzato e attrezzato con una rete un’altra, lo sapete che il primo tratto sentieristica ben organizzata del Torrente Tassobbio, quello che

24 Se ci soffermiamo sulla fascia di ne + obliqua rispetto all’Enza, anche territorio che va da Castelnovo ne se dopo si raddrizza. Monti sino alle zone collinari si os- > Crostolo ad andamento SW-NE serva che è solcata longitudinalmen- ha dimensioni molto inferiori dei te da 4 fiumi: primi due al punto che non è ancora > Enza e Tresinaro ad andamento ben formata la sua valle SW-NE, come gran parte dei corsi La direzione di questi fiumi è molto emiliano - romagnoli netta, in quanto dovuta a faglie, cioe > Secchia il primo tratto ha direzio- a fratture della crosta terrestre. Inol- Crostolo Enza Tassobbio Tresinaro La situazione idrografica attuale Secchia Nord

I pricipali Rio Beleo 25 affluenti Leguigno Nord del torrente Tassobbio Rio Maillo Rio Tassaro Miocene epoca tre questa è la direzione più breve Leguigno ( parte dal Fariolo e con- geologica iniziata per raggiungere la pianura e scarica- fluisce in prossimità del ”giunto dei circa 23 milioni di re acqua e materiale trasportato, co- Re” in località Gombio). anni fa e termi- stituito da sabbie e ghiaie provenien- Secondo Anelli in questa parte di nata 5 milioni di ti dal disfacimento delle montagne. territorio i corsi d’acqua non sono anni fa. Il T.Tassobbio invece non ha anda- sempre stati così, ma hanno subito mento rettilineo, ma vista dall’alto diverse trasformazioni. Per raccon- Dott. Mario la sua valle disegna una “S”molto tare la storia del Tassobbio, è ne- Anelli anomala nel contesto paesaggistico cessario quindi  spingersi qualche 1882-1953 Geolo- dell’Appennino Emiliano. milione di anni or sono, alla fine go e professore Inoltre un tratto del suo corso è dell’Epoca Miocenica. Il Tassobbio all’Università “controcorrente”, cioè si muove da che vediamo oggi non è quello che di Parma. Nella Sud verso Nord, dalla pianura verso videro i nostri antenati, e, probabil- prima metà del la montagna. mente, non fu quello che attraver- Novecento operò Già nel lontano 1918 il Dott. Mario sarono i dinosauri (o loro parenti nell’appennino Anelli dell’Università di Parma ha prossimi). Le catene delle Alpi e de- parmigiano e reg- pubblicato, sul Bollettino della So- gli Appennini erano ormai comple- giano compiendo cietà Geologica Italiana, uno studio tamente emerse e il mare, che aveva i primi studi che si prefiggeva di dare una spiega- occupato la Pianura Padana si stava scientifici sulla zione scientifica a questa forma della ritirando, al suo posto era un enor- struttura geologi- valle. Il Tassobbio ha avuto la forza me baratro di parecchie centinaia di ca dell’appennino. di “strappare” le acque da altri corsi metri che ora è colmato dai detriti d’acqua. Interessante perchè di soli- originatisi dalla erosione dei torren- to in un territorio si vede una sola ti tra i quali il Tassobbio). cattura fluviale, il Tassobbio ne ha Mancava la traccia del Tassobbio catturati addirittura sei!. odierno: all’epoca c’erano altri tor- Prima di descrivere il fenomeno del- renti, il territorio era più regolare, la cattura fluviale è importante sape- senza grosse valli, c’era  un grande re che il Tassobbio riceve le acque di tavolato, un altipiano (altopiano 3 importanti torrenti: miocenico) di due o trecento metri il Rio Tassaro (passa da Pineto e più alto del livello attuale di cui sono confluisce in prossimità del M.no rimaste le roccie più dure come la Chichino), il Rio Maillo (parte da Pietra di Bismantova e i principali C-Monti e confluisce in prossimità monti affacciati sul torrente. di M.no Zannoni, il Rio Beleo - Rio Non si sa con certezza quando il

26 Corso d’acqua catturato Corso d’acqua catturatore La cattura fluviale Arenarie I soggetti sono un corso d’acqua catturato e uno catturatore. mioceniche I corsi d’acqua catturati si trovano ad un certo punto della storia evolutiva in condizioni di svantaggio rispetto ai catturatori per Argille cause riconducibili alla maggiore resistenza offerta all’erosione scagliose da parte della roccie presenti nell’alveo dei primi. In tal modo il corso d’aqua catturatore, che scorre in roccie più tenere, ha Schema della cattura fluviale potuto approfondire il proprio alveo in misura maggiore, facendo così arretrare la propria linea di spartiacque a danno dei bacini contigui  e giungendo infine a catturare tratti via via più impor- tanti di quei corsi d’acqua. Nel nostro caso il tratto catturatore (rappresentato dal tratto finale del torrente Tassobbio) scorreva nelle erodibili “argille scagliose”, invece i corsi d’acqua catturati erano impostati su rocce più resistenti (arenarie Mioceniche). Residui di queste catture sono i gomiti di cattura e valli . T.Tassobbio iniziò a scolpire la sua voso con molta acqua nei torrenti valle: sicuramente ha avuto bisogno e fenomeni di erosione molto for- di molta acqua, che, come si sa, con- ti. In questa situazione il Tassobbio ferisce ai corsi d’acqua notevole for- non esisteva ancora, o meglio era un za erosiva. piccolo rio di qualche chilometro Possiamo dunque prendere come che partiva subito dopo il Tassaro e periodo di riferimento le ultime si buttava subito nell’Enza. Questo glaciazioni (10.000 anni fa cir- primo tratto del Tassobbio scorreva ca) che coprirono di ghiacci tutto su un terreno molto argilloso, quin- il nord europa e generarono anche di molto erodibile che ha comin- un ghiacciaio che arrivava fino all’o- ciato ad erodere il terreno e ad ap- dierna Castelnovo ne Monti. Du- profondire la sua valle e quando una rante lo scioglimento dei ghiacciai valle si approfondisce le sue sorgenti il clima era particolarmente pio- arretrano sempre di più. Tassobbio prima delle glaciazioni Terreno eroso Tassobbio Gli effetti della 300 metri circa oggi sedimentazione e della successiva erosione

27 Valle morta Gomito di cattura Inversione Erosione di flusso tramite agenti atmosferici erosione tramite frane piene e flusso Immaginiamoci la rete idrografica di 10.000 anni fa dopo l’ultima grande glaciazione. Ora comincia a nascere il Tassobbio che vediamo oggi. Currada Fiume Trinità Cortogno Enza Torrente Rio Busanella Tassaro Borzano Leguigno Sarzano Vecchio Casina Tassobbio Rio Leguigno Pietranera Piagnolo Gombio Migliara Torrente Rio Maillo Torrente Tassaro Crostolo Monte Castagneto Legoreccio Marola

28 Prima cattura fluviale L’erosione del Tassobbio arriva a raro e tutte le acque che scendono lambire il torrente Tassaro che scen- verso la valle padana vengono inca- de in senso parallelo all’Enza,  sfo- nalate nel Tassobbio verso L’Enza; ciando in esso poco sotto Roncaglio. rimane un tratto relitto alle pendici A questo punto il corso viene cattu- di Roncaglio che scende nell’Enza. Prima Dopo Fiume Currada Currada Enza Borzano Rio Fiume Roncaglio Vecchio Enza Tassobbio Piagnolo Borzano Rio Maillo Vecchio Tassobbio Legoreccio Torrente Tassaro Valle del rio Tassaro Piagnolo 1° Cattura Fluviale Legoreccio Rio Tassaro

29 Legenda Seconda cattura fluviale Bacino Il rio Maillo, anticamente, prima no a scendere verso Cerezzola, ma fluviale della cattura, scendeva verso nord e incominciando da monte, parte di continuava in quello che adesso è il queste defluirono verso Nord, verso Valle rio Cerezzola. Il secondo  fenomeno il Tassobbio che era più profondo. morta di cattura avviene a Mulino Zanno- Questa inversione della direzione di Gomito ni: il Rio Maillo devia il suo corso deflusso interessò ben presto gran di cattura verso sinistra dentro il piccolo Tas- parte del corso di valle, sino ad un sobbio, che si trova ad una quota de- punto in cui si generò uno spartiac- cisamente più bassa, cioè il suo alveo que che esiste tuttora: la Costa del era più profondo. Per un pò, a valle Sabbione. Da li in poi le acque han- della cattura, le acque continuava- no continuato a fluire verso Sud. Prima CortognoDopo o Trinità CTororrsetnotloe Currada CTororrsetnotloe Rio Maillo Rio Cortogno Busanella Trinità Borzano Rio Maillo Vecchio EFniuzmaTTeoasrrseanrtoe Leguigno Sarzano Trinità Tassobbio Sarzano Leguigno Pietranera CCaassiniana Rio Leguigno 2° CatturaCTororrsetnotloe CTorForrseltunotlvoe iale Rio LegRuioiMganilolo Gombio Vecchio Migliara TasMsigoliabrabio Gombio Monte Castagneto Marola Pietranera Monte Valle del rio Maillo Ma- Castagneto Legoreccio Monte Castagneto Rio Maillo

30 Terza cattura fluviale Anche un affluente dell’antico catturato: in località Ariolo le sue Maillo, il Rio Beleo-Leguigno, acque deviano verso Ovest per ha subito la stessa sorte, venendo l’invasione del Torrente Tassobbio. Prima Dopo me Trinità Rio Currada CTororrsetnotloe Busanella FEniuzmVTaaescescohbiobio Rio Maillo Cortogno Piagnolo Sarzano Trinità Migliara Torrente Leguigno Marola Tassaro Borzano Casina Rio Leguigno 3° CatturaMigliara monte FluvialeCTororrsetnotloe Venera Rio Maillo VecchioGombio Leguigno Tassobbio Monte Castagneto Piagnolo Leguigno Rio Leguigno Monte Venere Gombio Rio beleo Monte Castagneto Leguigno Rio Maillo Leguigno Costa di Sabbione Monte Venera

31 Quarta cattura fluviale L’aggressività del Tassobbio quin- rente Cerezzola. La cattura avvenne di continuò, minacciando un altro in località Mulino di Cortogno. Tra torrente, che partendo da Busanella il monte Barazzone e il Monte Pulce  (tra Migliara e Leguigno), scendeva rimane tuttora, ormai priva d’acqua, verso Cortogno per poi incunearsi una tipica valle morta, relitto del tra il Monte di Barazzone e il Monte vecchio alveo del corso d’acqua so- Pulce, scendendo dove ora è il tor- pramenzionato. Prima Dopo Currada RioCurrada Cortogno Torrente monte Busanella Cerezzola Pulce Borzano Trinità Torrente monte Cortogno e Vecchio Rio Maillo Tassaro Barazzone Tassobbio Leguigno SarzanTorinità Casina TCororrsetnotloe Pietranera Borzano Rio Leguigno Rio MTVaaeillsocscohbiobio Migliara 4L°eguFCignlaoutvtiuarlae Legoreccio Gombio TCororrsetnotloe Sarzano Casina Monte Castagneto Marola Piagnolo Pietranera Migliara CTororrsetnotloe BarMaoznzteone Ctoerrreenztezola PMuolnctee Torrente Tassaro Barazzone Valle morta Cortogno > Foto aerea torrente di Giovanni Tassobbio Bertolini Mulino di Servizio Tecnico Cortogno dei Bacini degli affluenti del Po (RER)

32 Quinta cattura fluviale A questo punto il torrente Tassobbio è quasi abitato di Casina in corrispondenza completamente realizzato. Manca solo il suo di piazza 4 Novembre. La sua cattu- tratto iniziale che è ancora di dominio del ra e “decapitazione” avviene in lo- Crostolo. calità Ca Matta. Si nota qui come il La quinta importante cattura avviene Tassobbio compia una curva di 90º proprio a spese del Torrente Crosto- (gomito di cattura). Il Crosstolo una lo, che allora traeva origine nelle al- volta perse le proprie sorgenti deve ture di Marola e attraversava l’attuale ritirarsi a valle di Casina. Prima Dopo Currada CTruinritràada Rio Cortogno Busanella TCororrsetnotloe Rio MaTilloo rrente Cortogno Tassaro Torrente Trinità Sarzano Tassaro Leguigno TCororrsetnotloe Casina Borzano Pietranera ohbiobioRio Maillo Migliara Legoreccio Pietranera TCororrsetnotloe Sarzano Leguigno Marola Casina Alveo relitto del Crostolo Migliara 5°Cattura TToasrrseonbtbeio Fluviale Legorec- Marola Tassobbio Alveo relitto del Crostolo

33 Sesta cattura fluviale Il Rio di Beleo-Leguigno confluiva nel di separazione tra i due corsi d’acqua, Tassobbio in località Ariolo, delimitando spostando la loro confluenza a Sud a Nord e a Est il Monte Venere. Il di Monte Venere ed abbreviando di Currada tracciato è stato utilizzato come coCnufrirnadea conseguenza il corso del Rio di Leguigno. tra i Comuni di Casina e Castelnovo ne’ rDimelastrtoCatotcrohtoegvanulonliavozonaabbpaanluddoonsaat,orincocan è Fiume Monti.La forza erosiva del Tassobbio ha vegetazioTnrineiitgàrofila.  di Enza Tvreinloitcàemente demolito il sottile argine TCororrsetnotloe Dopo Foto aerea Borzano Prima di Giovanni Monte Venera Monte Venera Bertolini Servizio Tecnico TToasrrseonbtbeio Leguigno TToasrrseonbtbeioSarzano valle morta dei Bacini Leguigno degli affluenti Casina del Po (RER) Piagnolo 6° Cattura Fluviale Legoreccio Migliara Cortogno Gombio Gombio PPiieavnezdoi Legoreccio Monte Castagneto Ariolo Monte Castagneto Leguigno VeMnonetrea Marola Vmalolerta TaTsosrorebnbtioe Vceocrcshoio cNouorsvoo Rio Leguigno Ora il Tassobbio ha la fisionomia attuale: da piccolo Rio è diventato un torrente di oltre 21Km, che raccoglie le acque di un territorio di 100Km2. Ci riserverà nel futuro altre sorprese?

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35 Preistoria e Protostoria nella Valle del Tassobbio di James Tirabassi Archeologo e ricercatore dei Musei Civici di Reggio Emilia, autore di numerosi contributi sulla Preistoria e la Protostoria nel territorio Reggiano. Tracciare una “storia” della Valle del affronteremo la storia di Cortogno o Tassobbio è un compito che mi ha del comune di Casina, ma quella di trovato immediatamente disponibile un bacino imbrifero conchiuso che poiché finalmente ho incontrato dei comprende i territori di ben cinque committenti-amici che, una volta diversi comuni ( Vetto, Castelnovo tanto, non mi hanno chiesto di ri- ne’ Monti, Casina, Canossa, Carpi- costruire la preistoria e la protosto- neti) i quali, in epoca storica, si sono ria del loro paese o del loro comune, spartiti un’unità geografica morfo- entità urbana, in un caso, e politica, logicamente inscindibile. in un altro, che nulla hanno a vedere Detto ciò dobbiamo tentare di rico- con lo sviluppo delle “culture” uma- struire le antiche geografie umane ne che precedettero la storia. Per esse a partire dalle età a noi più lontane infatti confini e scelte insediamen- e quindi meno documentate, per tali erano dettati dalla morfologia giungere, pian piano, all’alba della naturale del territorio e, di conse- storia, cioè alla conquista romana guenza, anche eventuali limiti “po- della futura Regio VIII di Augusto. litici” coincidevano, generalmente, Per farlo dobbiamo tener conto del- con i corsi d’acqua o con i crinali. la geomorfologia del territorio, ben Ecco quindi che, giustamente, non documentata in un altro capitolo

36 di questo volumetto, perché essa ci delle testimonianze pertinenti alla Un’ipotesi di guiderà nella ricerca. La presenza di vita di popolazioni prive di storia alle successione siti è infatti dettata dalla particolare quali l’archeologo tenta di dar forma della linea conformazione e disposizione dei e vita. evolutiva substrati geo-pedologici sui quali E proprio con tale intenzione pro- che conduce furono impiantati e l’intensità abi- verò, nel modo che mi sembra più all’uomo tativa varia a seconda dei periodi e semplice, a dare un’immagine vir- moderno (da: delle possibilità di sostentamento tuale di questi lontani passati. Per F. Facchini, oltre che delle necessità di difesa, farlo dovrò spesso sintetizzare ed Le origini di riparo, ecc. che la valle, di età in omettere molti dati scientifici, ma dell’uomo e età, fu in grado di offrire. Inoltre gli questo racconto non è rivolto agli l’evoluzione agenti atmosferici e le forze endo- specialisti bensì alle persone che culturale, 2006 gene (corrugamenti, sollevamenti, abitano la valle del Tassobbio per - modificato) distensioni, subsidenze, ecc.) che le quali i termini scientifici sono hanno modellato la superficie della ovviamente sempre troppo nume- terra, oltre a influire sulle risorse rosi. D’altra parte non è semplice alimentari prodotte da un terrrito- divulgare concetti spesso ostici salva- rio, innescarono fenomeni naturali guardando la correttezza scientifica (erosione, colluvio, alluvionamen- dell’informazione, ma ci proverò, to, seppellimento, ecc.) che deter- nella speranza che il risultato sia ac- minano il grado di conservazione o cettabile. di distruzione dei siti, consenten- doci, oggi, di trovare o meno parte Un’ipotesi di successione cronologica dei principali reperti fossili umani (da: www. cronistoria.it, modificato)

37 Classe Mammiferi Paleolitico Ordine Primati Ominoidei 2.000.000 Superfamiglia 10.000 anni fa Ominidi Famiglia E’ il più lungo periodo della storia Genere dell’uomo, quello che ne ha visto la Genere lenta ma inarrestabile evoluzione nel Australopithecus corso di oltre 2.000.000 di anni (i Homo primi strumenti arcaici sembrano Homo Homo Homo sapiens datare a 2.300.000- 2.500.000 Homo habilis neanderthalensis sapiens sapiens anni fa: Archeolitico). Questa in- Homo erectus arcaico finita alba umana, che si è conclu- sa circa 40-35.000 anni fa con l’affermazione dell’uomo moder- no (Homo sapiens sapiens), è iniziata in Africa, dove, a seguito della compar- sa dei primi ominidi, avvenuta già 0 H.sapiens Gli ominidi succedono agli ominoidei che sembrano essere gli antenati sia di H. neanderthalensis questi che delle scimmie antropomorfe. H. heidelbergensis 5-6.000.000 di anni fa, troviamo il genere Homo che si diffonderà gra- 1 dualmente su vasti territori di quel continente prima con Homo habilis H. erectus poi con Homo ergaster/erectus. Circa 1.600.000 anni fa migrerà anche in H. antecessor H. ergaster Asia e in Europa occupando, nelle alterne vicende climatiche (glacia- 2 H. habilis P. robustus P. boisei li e interglaciali) che contraddi- stinsero il Pleistocene, i territori di rudolfensis volta in volta liberi dai ghiacci. Alla fine del Paleolitico Inferiore (150- 3 A. garhi Paranthropus 100.000/90.000 anni fa) e nel cor- A. africanus aethiopicus so del Medio (100.000/90.000- 40.000/35.000 anni fa), in A. bahrelghazali A. afarensis Kenyanthropus concomitanza con buona parte platyops dell’ultima grande glaciazione, le 4 morfospecie più evolute di Homo ( H. sapiens arcaico e H. Sapiens neanderthalen- Australopithecus sis), adattandosi anche ai climi rigidi, Ardipithecus anamensis si espanderanno in tutta l’Eurasia, ramidus forse anche ibridandosi, e costitui- ranno le premesse per la nascita del 5 Milioni di anni fa

38 Massima espansione Le glaciazioni dei ghiacciai (in azzurro) e Le glaciazioni sono un fenomeno che ha caratterizzato il Pleistocene e le tracce lasciate distribuzione sul terreno furono riconosciute nel XIX secolo in Austria nel bacino del Danubio. Là dei sedimenti infatti la serie di terrazzi che si trova lungo il corso di questo fiume e dei suoi affluenti eolici(loess) di determinò le linee guida per lo studio delle glaciazioni. Furono riconosciuti i resti della clima freddo fase glaciale più antica, la Donau (Danubio), e le quattro successive di Gunz , Mindell, Riss (in bruno) (da: e Wurm. Tale scansione è però oggi superata dalle sofisticate ricerche condotte dagli M. Cremaschi, scienziati che si occupano di tale problematica e che analizzando carote estratte dai Paleosols and vetusols in the central Po plain-Northern Italy, 1987, modificato) Tempo 1.200.000 700.000 120.000 36.000 trascorso anni fa anni fa anni fa anni fa Periodo geologico Plestiocene inferiorOerdine Plestiocene medio Periodo preistorico Paleolitico inferiore Paleolitico Medio Culture Pebble Culture Musteriano Cas punta grattatoio- denticolata bulino (Musteriano Taiaziano tipico) Incavo scheggia raschiatoio Clactoniano Levallois denticolato (Musteriano chopper Clactoniano denticolato) bifacciale raschiatoio trasversale (Musteriano tipo la Quina) Abbevilliano Aucheuleano

39 Caldo Altezza sul livello del mare attuale Freddo 600.000 500.000 400.000 300.000 200.000 100.000 0 Escursioni termiche ghiacciai dell’Artico sono riusciti a ricostruire, mediante istogrammi, le variazioni di del clima succedutesi clima che hanno interessato la terra negli ultimi milioni di anni, dimostrando che le da 650.000 anni glaciazioni sono ben più numerose delle cinque ipotizzate nell’Ottocento. Nonostante ad oggi e relativi ciò, per convenzione, in Emilia si usano ancora le vecchie terminologie poiché i innalzamenti(in principali terrazzi riconoscibili in Pianura Padana sembrano cronologicamente coevi arancio) e a quelli individuati nella valle del Danubio. abbassamenti ( in azzurro) del livello del mare. (da: Wikipedia. org, modificato) 30.000 27.000 20.000 15.000 11.000 10.000 anni fa anni fa anni fa anni fa anni fa anni fa Plestiocene superiore Paleolitico Superiore stelperroniano Aurignaziano Gravettiano Solutreano Maddaleniano Aziliano Grattatoio punta carenato punta di punta di Chatelperron La-Gravette punta di aLac-rGarnavette bulino grattatoio bulino grattatoio unguiforme Punta punta di Musteriana La Font Robert Evoluzione dell’industria litica nel corso del bulino Foglia di Paleolitico (F. Facchini, di Noialles salice le origini dell’uomo e l’evoluzione culturale, Foglia 2006, modificato) di lauro

40 nostro più antico antenato, l’ Homo perti del Paleolitico Inferiore (circa Ricostruzione sapiens sapiens. 800.000 anni), riferibili ad accam- ipotetica del Questa nuova morfospecie che sem- pamenti di Homo antecessor, sono quel- paesaggio con bra comparire circa 90.000 anni li rinvenuti su una spiaggia fossile a clima caldo fa nel Vicino Oriente (Israele) si Monte Poggiolo (Forli), ora ubica- del Paleolitico diffonderà gradualmente in Euro- ta sui primi colli della Romagna a Inferiore. pa dove incontrando i Neanderthal circa 200 metri s.l.m., mentre, Ambiente darà origine anche a meticci. Sarà solitamente, i resti del Paleolitico del Pleisto- però solo con l’inizio del Paleoliti- Inferiore e Medio presenti nella no- cene Medio co Superiore (40-35.000 anni fa) stra regione, sono molto più recenti superiore con che l’uomo moderno prevarrà defi- e conservati sui terrazzi pleistocenici Hippopotamus nitivamente sulle altre morfospecie, del pedeappennino: quelli più an- amphibius, anche se alcuni dei caratteri nean- tichi (clactoniani) si rinvengono in Elephas antu- derthaliani resteranno presenti fino giacitura secondaria (cioè lontano quus e Cervus a 20.000 anni fa. dal luogo in cui furono abbandona- elaphus. Trattandosi sempre e comunque di ti) all’interno degli strati sedimen- piccoli gruppi di cacciatori-racco- tari fluvio-glaciali dell’ interglaciale (Ricostruzione e glitori, i quali fino all’inizio del Pa- mindel-riss (circa 470-350.000 disegno Davide leolitico Medio (100.000/90.000 anni fa), mentre quelli più recenti Costoli) anni fa), peraltro, non seppelliva- (tardo acheuleani/musteriani), in no i morti, lasciarono solo modeste giacitura primaria, stanno al tet- La caccia fu tracce dei loro accampamenti all’a- to di simili depositi ma formatisi dedicata alle perto che non prevedevano apprez- nell’interglaciale riss-wurm (circa specie presenti zabili modificazioni del territorio. 125.000-80.000 anni fa). nelle varie fasi Il lungo tempo trascorso e gli agenti Altri rinvenimenti riferibili al Pa- climatiche. atmosferici hanno inoltre modifica- leolitico Medio sono stati effettuati Ad elefanti, to drasticamente ogni traccia e di- nel riempimento di inghiottitoi (es. rinoceronti, ip- strutto tutto ciò che non appartiene Cave IECME-Bologna) e cioè di ca- popotami nelle al regno minerale. vità sotterraneee (diaclasi o fondi di fasi più calde; In Pianura Padana i più antichi re- doline) in cui defluivano le acque a mammuth, tigri con zanne a sciabola nelle fasi più fredde; a tante altre associazioni faunistiche nei climi intermedi

41 Il diaspro è una piovane che trascinavano con sé da- dei versanti o sepolte nei fondo- roccia silicea gli eventuali siti circostanti reperti di valle sono quelle che si conservano costituita da ogni tipo. all’interno di paleosuperfici, cioè di gusci di piante Del Paleolitico Superiore (Homo sa- antiche aree relativamente pianeg- e animaletti mi- piens sapiens 40.000/35.000-10.000 gianti che furono frequentate dagli croscopici ma- anni) nella nostra regione poco si è uomini dell’età della pietra e che da rini (diatomee e conservato, ma alcuni siti, sempre allora non hanno subito consistenti radiolari) defunti su terrazzo, sono stati rinvenuti nel mutamenti. Ciò è ovviamente raro e scesi in pro- parmense (es. Lemignano). E’ poi poiché, soprattutto dopo l’ultima fondità dove si nota una “miniera” di diaspro a cie- glaciazione, il clima, divenuto sem- cementarono lo aperto sul Monte Lama (PR) attiva pre più simile a quello attuale, con fra di loro. Tali fra Paleolitico Medio e Paleolitico le frequenti precipitazioni autunnali deposti furono Superiore. e primaverili ha intaccato tutti i de- poi riportati in Nella montagna reggiana le sole te- positi non pianeggianti. Ciò spiega superficie e stimonianze paleolitiche che non perché uno dei siti più consistenti ed addirittura spinti siano state asportate dall’erosione estesi sopravvissuti sia quello di Sel- ad alte quote (il castello di Bardi in Val Ceno fu costruito su un enorme blocco di diaspro) gra- zie alle spinte orogenetiche che hanno dato vita al nostro Appennino. Ricostruzione ipotetica di un paesaggio in un periodo freddo del Paleolitico Medio (Ricostruzione e disegno Davide Costoli)

42 vapiana, il cui toponimo dà ragione Degli accampamenti paleolitici Ricostruzione di quanto detto testè. Su questo este- dell’Emilia Romagna e delle loro ca- ipotetica so altipiano già da tempo sono noti ratteristiche strutturali poco sappia- dell’interno ritrovamenti di manufatti in pietra mo, ma, mutuando i dati da siti ben di una grotta grossomodo coevi a quelli rinvenuti conservati della Francia meridionale del Paleolitico al Ghiardo (datati fra 125.000- me- (Terra Amata - Nizza - 400.000 Superiore todo geologico e 80.000 anni-me- anni) o dell’Europa nord-orienta- todo radiometrico) e diverse sono le le (Molodova - Ucraina - 44.000 (Ricostruzione e indagini geo-pedologiche che sono anni), possiamo ipotizzare che le disegno Davide state effettuate sui sedimenti che li capanne paleolitiche del nostro ter- Costoli) hanno conservati fino ad oggi. Altro ritorio fossero delle relativamente sito simile, ma di estensione infe- ampie costruzioni il cui alzato fu riore, è quello di Marola, il quale, realizzato con materie prevalente- pur essendo meno pianeggiante e mente vegetali, pelli animali, corde pertanto peggio conservato, ha resti- e pietre. All’interno della capanna tuito alcuni manufatti simili a quelli era presente una “zona notte” e una di Selvapiana. “zona giorno” adibita a lavorazioni Oltre a queste due grandi aree, en- di vario tipo ( atelier di scheggiatu- trambe in parte ubicate nel bacino ra, preparazione dei cibi, focola- del Tassobbio, abbiamo episodiche re, ecc.). Il numero delle capanne, tracce di frequentazioni segnalate laddove è stato possibile verificarlo, nel comune di Ramiseto e di Canos- è sempre piuttosto modesto e non sa ed altre, ipotetiche, alla Grotta del abbiamo documentazioni relative ad Quartiere in prossimità del Torren- eventuali demarcazioni territoriali te Riarbero. Del Paleolitico Supe- del perimetro del villaggio. riore invece qualcosa è stato indivi- Visto che i siti che conosciamo, duato alla Pietra di Bismantova e nei come si è detto, sono prevalente- suoi pressi. mente all’aperto su residui di ter-

43 Tecniche di scheggiatura e utensili derivati Lancia Propulsore Abiti su misura Armi composite specializzate Palco Strumenti di cervo d’osso Tecnica di scheggiatura Ago Coltello Raschiatore Grattatoio Lame Bulino Punteruolo Lame Nucleo

44 razzi pleistocenici o su palosuperfici pietra, non sono rimaste tracce per- Veduta di della collina e della montagna, tut- cepibili delle loro strutture abitative. Selvapiana te le strutture antropiche realizzate Spesso quindi solo la frequenza, le con materie organiche dopo deci- caratteristiche e la disposizione di Reperti ne di migliaia di anni sono andate tali oggetti ci da l’idea dell’intensità Paleolitici di completamente distrutte, inoltre abitativa e delle attività svolte negli Selvapiana il substrato argilloso su cui furono accampamenti. costruite le capanne ha subito gli ef- Più significative, come è noto, sono fetti dei forti cambiamenti climatici le testimonianze in grotta e nei ripari pleistocenici (glaciazioni) che hanno sottoroccia, dove i depositi si conser- provocato modificazioni nei suoli varono al meglio. Qui, soprattutto (pedogenesi). in quelle frequentate nel Paleoliti- La plasticità dell’argilla, inoltre, ha co Superiore, grazie alla presenza di alternativamente dilatato o contrat- sepolture e di luoghi di culto è stato to i sedimenti dando vita ad ondu- possibile rinvenire non solo gli stru- lazioni del terreno naturale (gilgai) menti di pietra, ma anche monili e che hanno contribuito a distrugge- oggetti in osso, corno e conchiglia, re le tracce di eventuali fori di palo mentre le scene dipinte sulle pareti e a dislocare a varie altezze pietre e (Lascaux, Altamira, Niaux, ecc.) ci manufatti presenti. Di fatto, quindi, restituiscono momenti di vita altri- anche su importanti depositi come menti inimmaginabili. quello del Ghiardo (RE), dove pe- riodicamente nel corso di un lun- ghissimo arco di tempo questi cac- ciatori si accamparono lasciando sul luogo una grande messe di reperti in

45 L’Olocene Mesolitico è il periodo geologico in circa 10.000 – 7.300 anni fa cui viviamo e che ha visto lo Con l’inizio dell’Olocene (circa padano, il Sauvetteriano (10.000- sviluppo dell’uo- 10.000 anni fa), quando gli ulti- 8.000), che in quella recente, il mo attraverso mi fenomeni del Tardiglaciale (fase Castelnoviano (8.000-Neolitico), Mesolitico, Ne- fredda decrescente della glaciazione i gruppi di cacciatori, nei periodi olitico, Età del wurmiana: 18.000-10.000 circa) caldi dell’anno, si spostavano anche Rame, Età del furono esauriti, il genere umano, significativamente sul territorio per Bronzo, Età del anche a causa della difficile situa- seguire i branchi dei grandi erbivori Ferro, fino alle zione ambientale determinata dalla che migravano da un versante all’al- civiltà storiche lunga fase glaciale, già da millenni si tro delle principali dorsali montane. che ci hanno era ulteriormente specializzato nel- La caccia d’appostamento fatta sui transitato sino la caccia e nella raccolta. Nelle vaste ad oggi. estensioni di terra ora lasciate libere Lago di origine glaciale dai ghiacci, ma sempre più forestate, in Val d’Aosta Ricostruzione le tecniche di caccia vennero affina- ipotetica del te, così che l’economia di sussistenza paesaggio d’altura arrivò a contemplare un ampio spet- nel Mesolitico tro di animali selvatici di piccola ta- reggiano glia, pesci e molluschi, contribuen- do, assieme ad un’articolata raccolta (Ricostruzione e di vegetali e di invertebrati, all’inte- disegno Davide Costoli) grazione della dieta consueta costi- tuita dai grandi mammiferi erbivori, ora però diventati più rari. Sia nella fase antica del Mesolitico

46 Trapezi da Lama Lite apprestati ad alta quota ( es. Bagio- Scavi letto, Passo della Comunella, Lama a Lama Lite Lite, Corni Piccoli) solo nella bella bordi dei laghetti dove gli animali stagione per approvvigionare di car- si abbeveravano o in prossimità dei ne i villaggi di pianura. I primi sono passi, ove erano costretti a transita- spesso sepolti da una consisten- re, veniva attuata con lance o frecce te coltre di sedimenti alluvionali, di legno rese micidiali da “micro- mentre i secondi sono spesso preda armature” in selce di forma triango- dell’erosione, se ubicati presso selle lare o trapezoidale. e passi, o leggermente colluviati (sci- Rari sono i siti di pianura, quelli volati verso il basso), se sulle spon- che vengono definiti “campi base”, de degli antichi laghi glaciali, quasi presupponendo che in essi la vita si sempre poi prosciugatisi e divenuti svolgesse nell’arco dell’intero anno torbiere. Nella media montagna e in (Gazzaro e forse Madonna di Cam- particolare nella Valle del Tassobbio piano a Castellarano), mentre nu- fino ad oggi non si conoscono siti merose sono le tracce di “campi sta- di tale età, forse perché il territorio gionali”, cioè di quelli che venivano già allora risultava troppo boscato e pertanto inadatto alle tecniche di caccia o forse perché i pochi e piccoli siti sono stati erosi o sepolti, oppure ancora, come capita spesso in arche- ologia, perché nessuno li ha ancora individuati. Degli accampamenti mesolitici per- manenti, quelli ubicati in pianura o collina, ben poco sappiamo, mentre

47 di quelli stagionali, posti in mon- solo sito dove sono stati individuati tagna, abbiamo una maggior cono- fori di palo e forse un tratto di foco- scenza, soprattutto grazie agli scavi e lare è il Bagioletto, ma lo scavo fu di alle indagini condotte in area alpina modesta estensione e non è possibile e prealpina. Là infatti sono stati in- fare ipotesi ricostruttive. dividuati ed esplorati diversi accam- Degli accampamenti permanenti, pamenti estivi. In particolare attorno laddove sono stati intercettati (Gaz- ai laghetti di Colbricon in Trentino, zaro, Mose-PC, Collecchio-PR), a quasi 2.000 metri di altezza, essi restano gli antichi suoli scuri su cui erano costituiti da modeste capanne furono impiantati, ma delle capanne di cacciatori che avevano diverse spe- troviamo solo i focolari (piccole bu- cializzazioni a seconda dell’ubica- che scavate nel terreno e arrossate dal zione territoriale: in prossimità del calore), i resti di pasto (ossa sparse) crinale erano appostati coloro che e gli scarti di lavorazione della selce. tendevano l’agguato ai capi di bestia- In alcuni casi sono stati visti piccoli me; in prossimità dei laghetti c’era- pozzetti o agglomerati di reperti ma no atelier di scheggiatura e capanne mai un numero sufficiente di fori di residenziali. Tali capanne erano di palo per consentire di ipotizzare la forma pseudo-ovalare, leggermente forma delle capanne. incavate nel terreno e il tetto e le pa- reti erano sorretti da alcuni pali. Della forma che ebbero le capan- ne negli accampamenti reggiani, nonostante i numerosi sondaggi, poco sappiamo, perché solitamente di questi accampamenti stagionali restano dei non estesi affioramenti di industria litica accumulatasi nel corso di ripetute frequentazioni, poi riportati in luce dall’erosione. Il Arpione in osso Triangoli dal Bagioletto

48 Neolitico 7.300- 5.400 / 5.300 anni fa In questa età l’uomo passa da un’e- difese perimetrali (fossati e palizzate) Ricostruzione conomia predatoria a un’economia e serviti da infrastrutture indispen- ipotetica di agricola che consente, con il surplus sabili ad una vita sedentaria, quali un paesaggio alimentare, di provvedere all’alleva- pozzi e silos di immagazzinamento neolitico mento delle specie addomesticate. delle derrate alimentari. Il tempo li- Sia i cereali che i capro-ovini giun- bero, così ricavato, permette all’uo- (Ricostruzione e gono in Europa dal Vicino Oriente, mo di dedicarsi alla fabbricazioni di disegno Davide Costoli) dando vita anche in Italia a un’agri- monili, tessuti, ceramica riccamente coltura incipiente. Le genti neoliti- decorata, ecc. che che arrivano in Pianura Padana Proprio per conservare e cucinare i si insediano in aree ancora gestite nuovi prodotti dell’agricoltura ser- dai cacciatori-raccoglitori mesoliti- vono recipienti, che inizialmente ci che, pertanto, vengono con ogni (IX millennio a.C.), nei luoghi d’o- probabilità gradualmente acculturati rigine della neolitizzazione (Mezza- (assorbiti dalla nuova cultura). La luna fertile), sono in pietra, ma, ben nuova economia permette una cer- presto, vengono prodotti in cerami- ta stabilità territoriale e un rispar- ca, una delle invenzioni più funzio- mio di tempo, prima esclusivamente nali realizzate dall’uomo preistorico. dedicato alla sussistenza, così come In questo periodo iniziano gli scambi consente di sfamare una prole sem- di risorse naturali a grande distanza pre più numerosa. Con la stabilità (pietre verdi, selce, ossidiana, con- i villaggi vengono meglio strutturati chiglie, steatite, quarzo, ecc) tant’è accogliendo un più elevato numero che l’ossidiana delle isole (Sardegna, di famiglie. Vengono delimitati con Lipari, Palmarola, Pantelleria), gra-


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