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Published by iuda, 2022-10-08 16:53:41

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DIETRO A OGNI FOTO DI RON GALELLA CI SONO LUNGHI APPOSTAMENTI, ‘ ‘ A VOLTE PERFINO TRAVESTIMENTI E FUGHE SPERICOLATE Dietro a ogni scatto di Ron Galella, il \"paparazzo americano\" scomparso di recente a 91 anni, ci sono lunghe attese, inseguimenti, fughe, denunce, perfino cazzotti (una volta pure Marlon Brando lo prese a pugni). Tutto pur di cogliere le star dell'epoca d'oro del cinema americano e del jet set al di fuori dell'iconografia ufficiale. Ora le immagini più iconiche si possono ammirare a Palazzo Sarcinelli, a Conegliano (Treviso), nella mostra Ron Galella. Paparazzo superstar (fino al 29 gennaio; paparazzosuperstar.com) organizzata da Sime Books, casa editrice di 100 Iconic photographs, l'ultimo libro dell'artista. Sopra. Linda Evangelista, Naomi Campbell, la fashion editor Polly Mellen e Christy Turlington nel 1989 a New York. Nell'altra pagina, Sofia Loren al party per Il Dottor Zivago, nel '65.

elle PORTFOLIO ‘ ‘SOPRANNOMINATO “PAPARAZZO EXTRAORDINAIRE” DA NEWSWEEK, GALELLA HA DOCUMENTATO L'EVOLUZIONE DEI COSTUMI DAL '65 AGLI ANNI '90 Un intenso primo piano di Paul McCartney con il figlio James quando aveva 3 anni, \"rubato\" da Galella all'East Hampton Supermarket di New York (1981), ELLE|102



elle PORTFOLIO ‘ ‘LE FOTO DI RON GALELLA SONO CONSERVATE NEI PIÙ IMPORTANTI MUSEI AL MONDO, DAL MOMA DI NEW YORK ALLA TATE MODERN DI LONDRA Davanti all'obiettivo (nascosto) di Galella, Grace Jones si esibisce per l’ultimo dell’anno al Roseland Ballroom il 31 dicembre 1987 a New York. ELLE|104



elle PORTFOLIO ‘SECONDO IL ‘ Per \"catturare\" i MAGAZINE personaggi famosi AMERICANO TIME, dell'epoca, Galella QUESTO RITRATTO prima li inseguiva e poi scattava a raffica. DI JACKIE In alto da sinistra. KENNEDY È UNO Jack Nicholson alla DEI 100 SCATTI cerimonia degli Oscar CHE HANNO FATTO nel 1978. Farrah LA STORIA DELLA Fawcett al torneo di tennis Celebrity battle FOTOGRAFIA of the sexes, nel 1977. A lato. Windblown ELLE|106 Jackie (1971), un'immagine che ha fatto storia. Galella ammise di avere una vera ossessione per Jackie Kennedy, la quale negli anni ’70 gli intentò ben due cause.









IMAXTREE elleIDEE se DAVVERO leCDOOMNANNEDASSERO Un mondo senza uomini, oppure una società a ruoli invertiti, dove i maschi sono subalterni: è un'antica utopia femminile (e femminista) di cui esistono rare testimonianze storiche, ma che periodicamente risveglia molti sogni. Sarebbe meglio, sarebbe peggio? Qui ne parlano scrittrici, scienziate e filosofe di Elettra Aldani 111|ELLE

elleIDEE ‘SIAMO STATE EDUCATE A DARE VALORE A CIÒ CHE APPREZZANO GLI UOMINI, ‘ QUINDI NON C'È MOTIVO DI CREDERE CHE L'UTOPIA SEPARATISTA FUNZIONEREBBE Lauren Groff Anno 1158, Inghilterra. Marie, sgraziata volta raggiunto il potere, a replicare quelle strutture di e imponente sul suo cavallo, arriva al convento potere sugli altri, come fa Marie (senza riconoscerlo) nel IMAXTREE mio libro». Come dire, con estremo realismo, che noi, alla dove sarà rinchiusa. Ha 17 anni. La sua rabbia disperata fine, faremmo come loro. Forse un vero rinnovamento si trasformerà in ambizione, il luogo dell’odiato esilio non è possibile altro che nelle storie dei romanzi? «Questa diventerà – sotto la sua guida – un regno prosperoso. è una domanda tremendamente difficile», dice Groff. Un’isola di sole donne. Ispirato alla figura storica di «Penso che il rinnovamento sia possibile. A questo punto, Marie de France, personaggio dai contorni sfocati, se l’umanità vuole durare, sarà necessario. Ho dei figli, poetessa, probabilmente badessa, è uscito in Italia e quindi la mia disperazione è un po’ meno forte della Matrix (Bompiani), il nuovo romanzo della scrittrice speranza che devo nutrire per poter vivere in un mondo statunitense Lauren Groff. Una storia potente, sostenuta con un futuro che si fa rapidamente più buio. La narrativa da una lingua ricchissima, il racconto di una specie di è un luogo in cui sperimentare il rinnovamento. E questa è utopia separatista femminista – gli uomini tagliati fuori, una delle sue molte glorie». le donne al comando – la cui protagonista, imperfetta e complessa, sembra consegnarci inevitabilmente alcune Un mondo dove le femmine hanno il potere, e i domande. Come sarebbe il mondo, se fosse delle donne? maschi stanno sullo sfondo della storia. La natura, in Guerre, pandemie, riscaldamento globale: il matriarcato questo senso, non ha preconcetti. «L’evoluzione premia ci potrebbe salvare? «Vorrei che fosse così, ma temo di no», chi riesce ad adattarsi meglio all’ambiente e a generare dice Lauren Groff. «Le donne sono state educate a dare più discendenti. In questo senso è difficile dire chi sia valore a ciò che gli uomini apprezzano. E siamo umane, “dominante” fra maschi e femmine: entrambi devono con difetti, ambizioni, come gli uomini, quindi non c’è fare la loro parte per avere una prole e questa parte varia motivo di credere che un’utopia separatista ci salverebbe. da specie a specie», spiega Barbara Gallavotti, biologa. Tuttavia ci sarebbe un’assistenza sanitaria migliore, e Papà cavalluccio marino, ad esempio, accoglie in una quindi la vita potrebbe essere un po’ migliore». tasca sul ventre le uova della femmina e le protegge fino alla schiusa. Invece la mantide religiosa se può, alla Alcune cose cambierebbero, insomma – fine dell’accoppiamento, divora il maschio. Fra molti l’organizzazione dei tempi e delle mansioni, tanto per uccelli la cura della prole è equamente condivisa, mentre dirne una – ma altre no. «Penso spesso», puntualizza tra i mammiferi è soprattutto la madre a investire l’autrice, «che coloro che cercano per tutta la vita di nell’allevamento. «Guardare alla natura è estremamente sovvertire le strutture di potere oppressive tendano, una interessante», precisa Gallavotti, «ma non deve spingerci a trarre conclusioni sulla nostra specie, perché ogni In alto e nella pagina precedente. Alcuni modelli della collezione essere vivente ha strategie di sopravvivenza uniche». P/E 2022 di Dries Van Noten. ELLE|112



elleIDEE Esistono esempi di matriarcato tra gli ‘NEL NUOVO RISVEGLIO DELLE DONNE ‘ animali? «Ne esistono moltissimi», dice Gallavotti. Dalle formiche, alle orche, MANCA L'ATTO POLITICO PER ECCELLENZA, agli elefanti. E poi c’è il pesce pagliaccio, IL SOGNO. BISOGNEREBBE RIMETTERE il Nemo di Walt Disney. «Vive in gruppi, IN CIRCOLO UN PO' DI AUDACIA VISIONARIA Barbara Alberti formati da una femmina dominante e da un maschio con il quale la femmina si riproduce, oltre che da alcuni giovani maschi», spiega Gallavotti. «Se però la matriarca del collaborazione. Un sogno. La Storia però, lo sappiamo, gruppo muore, il maschio con cui si riproduceva va è andata in un’altra direzione. «Qualcosa si è perduto, incontro a un cambiamento e diventa femmina. In effetti a un certo punto del quale non abbiamo nemmeno più tutti i pesci pagliaccio nascono maschi, e diventano memoria», conclude Serughetti. «Viviamo in un tempo eventualmente femmina solo in seguito». Nemo suggerisce nel quale è difficile anche solo immaginare che le regole più di una riflessione su svariate questioni di genere, ma del gioco possano cambiare. Però ogni volta che noi donne la scienza non può davvero aiutarci a sbrogliare le nostre facciamo una “bolla” e stiamo tra di noi, lo sentiamo: questioni. «Purtroppo abbiamo continue evidenze del assaggiamo un desiderio che non è trasparente neanche fatto che essere donna non impedisce di commettere a noi stesse, una specie di nostalgia. Intravediamo una crimini orrendi. Però le donne, in genere, sembrano essere direzione. Ed è lì che dobbiamo tendere». più portate alla collaborazione e al raggiungimento del Pensare in grande. «Nel nuovo risveglio delle donne risultato, e meno alla competizione», spiega Gallavotti. credo che manchi l’atto politico per eccellenza, l’utopia (il Non è solo una questione di genere, ovviamente. Ma gesto, il sogno)», spiega Barbara Alberti, scrittrice. «Tempo anche di modelli culturali: «Non sono gli uomini il fa ho fatto un esperimento: sono andata in giro per la città problema, ma la celebrazione di una mascolinità inutile chiedendo alle donne quale fosse la loro notte ideale. Su e fuori tempo. Comunque, visto che è così difficile cento, appena due fantasticavano rispettivamente di Brad raggiungere la parità, come minimo varrebbe la pena di Pitt e Alessandro Gassman. Tutte le altre confessavano fare la prova di invertire i ruoli». un solo desiderio: dormire. La verità è che siamo stanche Da qualche parte, in qualche tempo, qualcuno morte. Che le giovani donne, se hanno avuto la debolezza la prova l’ha fatta. «Testimonianze storiche e anche di figliare e lavorano, sono spezzate dalla fatica. Non contemporanee di società matrilineari ci suggeriscono hanno il tempo né di immaginare utopie, né di conoscere tutte la stessa impressione: se le donne occupano posizioni quei momenti tutti al femminile che erano, per quelle di autorevolezza e di prestigio la società assume dei della mia generazione, i collettivi». Come sarebbe un tratti strutturalmente diversi, è più pacifica, il benessere mondo delle donne? «Mi viene in mente un romanzo di collettivo è maggiore, l’organizzazione dei ruoli e del fantascienza femminista, Ma dove sono gli uomini? Mizora, lavoro più efficiente»: Giorgia Serughetti, filosofa, spiega una profezia (Agenzia di Viaggi Visionari), che immagina che il grande problema, a oggi, è la disuguaglianza un “mondo di sotto” dove gli uomini sono spariti, estinti, tra generi nell’accesso alle risorse. E che, se facessimo e le donne fanno tutto da sole, compreso riprodursi, noi le regole del gioco, ci sono molte probabilità che il campano 200 anni e sono felicissime. L’ha scritto nel sistema funzionerebbe meglio. Come la mettiamo con 1880 Mary Ellen Breadley Lane, il marito della quale non le dinamiche di potere? «Non stiamo parlando di una seppe mai che fosse lei l’autrice misteriosa. Ecco, sarebbe semplice riedizione del patriarcato a ruoli invertiti: non importante rimettere in circolo un po’ di questa audacia cambierebbe nulla, altrimenti», dice Serughetti. E fa un visionaria», dice Alberti. Poi ammette: un mondo senza esempio: «Nella regione cinese dello Yunnan, il popolo uomini sarebbe forse noioso, di sicuro però un sistema mosuo, una delle ultime società matriarcali al mondo, ci a conduzione femminile sarebbe meno violento. E qui è mostra con chiarezza che lì dove le donne comandano, definitiva: «Lo dico? Loro, i maschi, sono governati da l’uomo non è però assoggettato». In questa piccola enclave quell’attrezzo che hanno in mezzo alle gambe. È una a guida femminile nemmeno la matriarca ha privilegi faccenda di aggressività e di insicurezza. Il potere è loro. E particolari, non esiste la proprietà privata, la libertà se noi ci accontentiamo della pura forma, di cambiare le sessuale è assoluta, non c’è dominio sul maschio, ma finali delle parole, non abbiamo speranza». | ELLE|114





elle INCHIESTA TESROIRSOT,RMETI TSOI èil CARRELLO C’è una nuova parola da mettere in cima alla lista della spesa. Si scrive shrinkflation, si traduce sgrammatura e si legge così: meno prodotto, ma stessa confezione e identico prezzo. Succede in tempi di crisi e non è una pratica illegale. Ma bisogna mettere i puntini sulle \"i\" (di \"inflazione\") di Désireé Paola Capozzo GETTY IMAGES Sarà capitata anche a voi quella sensazione di trovare negoziati Brexit, oltre 2.500 prodotti nel Regno Unito fossero meno biscotti nel solito pacchetto aperto a colazione, stati interessati da una riduzione di peso o di dimensioni, con o di cucinare il classico pacco di pasta e trovarvi con prezzo inalterato. Anche l’Istat ha fotografato modificazioni porzioni ridotte nei piatti, o di contare otto assorbenti simili nel periodo dal 2012 al 2017, individuando più di nella confezione che usualmente ne custodiva dieci. 4.000 prodotti di 11 categorie merceologiche differenti. «La Ecco, non è una sensazione, è proprio così: tutta colpa shrinkflation è nata con la società dei consumi» prosegue della shrinkflation, (da shrinkage = contrazione e inflation Dona: «si rivela necessaria in situazioni contingenti di = rincaro). Conseguenza: i nostri carrelli della spesa sono aumenti improvvisi dei costi, cambi di tassazione o per sempre più leggeri, ma non gli scontrini. mitigare gli effetti dell’inflazione: per non far pesare questi La riduzione di grammatura di un prodotto mantenendo lo costi sul consumatore, si riduce il contenuto». E oggi, tra stesso prezzo è una pratica del tutto legale, ma che confonde aumento dei costi della materie prime, inflazione, crisi i consumatori distratti: «Il produttore è libero di ridurre la energetica, carovita e l’ombra di una recessione, il fenomeno quantità del bene che produce invece di aumentare il costo torna prepotentemente sugli scaffali dei supermercati. per risultare concorrenziale», spiega l’avvocato Massimiliano I social pullulano di segnalazioni, e l’hashtag #shrinkflation Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori, prima è già virale. Tanto che varie associazioni di consumatori associazione di consumatori in Italia fondata nel 1955. hanno alzato la bandierina rossa, rivolgendosi all’Antitrust «La scorrettezza nasce quando tali modifiche non sono che ha presentato esposti nelle 104 procure d'Italia facendo segnalate adeguatamente o sono camuffate: per esempio partire una serie di verifiche sul fenomeno alla luce della giocando sull’overpackaging, ossia esponendo confezioni possibile pratica commerciale scorretta. non proporzionate alla quantità di prodotto contenuto. Se un produttore decide di vendere una bottiglietta di acqua da Fidarsi o no? 450 ml è libero di farlo, ma se mantiene la vecchia bottiglia o usa stessa forma, colore, grafica, inganna più o meno Si apre quindi un tema di fiducia, quella che dovrebbe consapevolmente l’acquirente». intercorrere tra aziende e consumatori. L’avvocato Dona, Non è una novità e, mal comune mezzo gaudio, non è il attento divulgatore sulle tematiche di consumi e diritti, che classico metodo all’italiana, ma un fenomeno globale: nel sul suo profilo Instagram ha postato una carrellata 2017, l’Indipendent pubblicava un’analisi fatta dall’Istituto di di prodotti colpiti da questo \"svuotamento\", sottolinea statistica britannico che evidenziava come, all’alba dei primi che non tutti i produttori sono in cattiva fede. E poi dichiara: «Con la nostra associazione abbiamo fatto un esposto 117|ELLE

elle INCHIESTA ‘ ‘LE BARRETTE DI CIOCCOLATO, PER FARE FRONTE ALL'AUMENTO DEL CACAO, SONO DIVENTATE PIÙ CORTE all’autorità producendo 500 foto di prodotti sgrammati e come dichiara l’azienda: «I formati della nuova gamma si chiedendo di capire dove c’è l’inganno e dove no: prodotti caratterizzano per l’elevata corposità e per la texture robusta, del tutto identici nel packaging e nella forma, nel colore e si consiglia di consumarne 80 g a porzione». e nei testi, con l’indicazione della nuova quantità di prodotto Ci sono anche risvolti positivi nella sgrammatura, spiega ridotta scritta in minuscolo. Le conseguenze di questo Castellari: «In generale, la riduzione di grammatura potrebbe comportamento non sono solo economiche (si paga lo stesso generare anche effetti positivi: porzioni più piccole portano per avere di meno) ma anche ecologiche: riducendo il peso, a minor spreco e ad una riduzione del sovra-consumo, come in prospettiva e in proporzione ci saranno più imballaggi si osserva ad esempio nelle mense dove, usando piatti meno e rifiuti da smaltire. Da segnalare anche la sgrammatura capienti, c’è una riduzione degli scarti. Sulla questione nella somministrazione al dettaglio, ossia in bar e ristoranti ecologica, poi, si apre un capitolo a parte: in tema di dove, però, solitamente c’è più trasparenza: non è raro trovare sostenibilità del packaging, le aziende sono fortemente spinte cartelli o indicazioni nei menu che avvisano dall’Unione Europea a confezionare con materiali riciclabili della riduzione delle quantità o dell’aumento di prezzo». o compostabili e i consumatori informati la considerano Tra le case history che ormai sono letteratura economica un elemento importante di scelta. In ogni caso, l’attenzione c’è il cioccolato che, per far fronte all’aumento del consumatore finale è necessaria: l’abitudine ci porta ad del costo del cacao, ha tolto un dentino all’iconica barretta, acquistare gli stessi prodotti senza verificarne cambiamenti, con la giustificazione di aiutare il consumatore a ridurre ma è opportuno guardare la nostra spesa quotidiana con un l’assunzione di zuccheri. Idem per note bevande occhio più attento». gassate che hanno ridotto i formati, adducendo indicazioni salutistiche. Un produttore di yogurt ha dichiarato di aver La spesa consapevole “alleggerito” il prodotto per venire incontro all’aumento Carrello alla mano, come ci si difende nelle corsie dei costi, ma garantendo la stessa qualità e augurandosi di dei supermercati? Risponde Dona: «Guardando il prezzo al mantenere la fedeltà dei clienti. kg, non solo nei prodotti alimentari, o il numero dei pezzi contenuti nelle singole scatole, e scegliendo di acquistare in Questione di (food) marketing base alla reale necessità di consumo. Davanti all’evidenza Al netto delle verifiche caso per caso, occorre sottolineare di una sgrammatura, premiate l’operatore più trasparente che si tratta di una pratica di food marketing assolutamente che dichiara l’aumento del prezzo o la riduzione del prodotto legale nel nostro Paese: «Non si deve dare per scontato che ci in modo corretto. E poi aspettiamo che il legislatore faccia sia volontà di dolo nelle aziende che lo praticano, la sua parte con una legge ad hoc: tanto più considerando che una pratica illecita in Germania, ad esempio, è in porterebbe a un danno d’immagine all’azienda», vigore una legge soprannominata spiega Elena Castellari, docente del dipartimento QUANTO COSTA \"del pacco onesto\" che monitora e di Economia agro-alimentare dell’Università MANGIARE vieta un over packaging superiore Cattolica del Sacro Cuore. «Il prodotto in sé è una al 30 per cento del contenuto. delle leve di marketing e, ad esempio, quando si Secondo i dati Istat Ma basta anche meno per essere fa un riposizionamento del prodotto all’interno sull’inflazione di agosto trasparenti: se la giustificazione 2022 appena pubblicati, del mercato, si può agire modificando diversi i prezzi del carrello della spesa di alcune aziende, come quelle aspetti: per esempio un cambio delle qualità italiana hanno registrato che producono detersivi, è di non organolettiche del prodotto, del packaging o un aumento del 9,6 per cento, buttare le scorte di confezioni già delle porzioni. Nell’identificare dove agire si il più alto dal giugno 1984 presenti in azienda adattandole analizzano le evoluzioni socio-comportamentali (quando i rincari toccarono al minor contenuto, magari basta il 9,7 per cento). I beni del consumatore, la composizione del nucleo che sono aumentati di più aggiungere un’etichetta familiare, le diverse occasioni di consumo». Un sono l’olio di semi più evidente che indichi il cambio GETTY IMAGES caso simile, ad esempio, è quello della pasta Barilla (+63 per cento), il burro di peso». L’obiettivo è che nella della gamma Al bronzo venduta in confezioni (+33 per cento), la farina (+23 spesa degli italiani a ridursi sia lo da 400 g anziché nei consueti 500 g perché, per cento), e poi riso e pasta scontrino, e non il carrello.| (circa +22 per cento). ELLE|118



elle PSICO NON È POI Roger Federer l'ha appena fatto: ha detto addio alla terra rossa, alla sua straordinaria LDAEFLINmEondo carriera di tennista. «È doloroso mollare tutto, ma Che sia un romanzo, una serie tv o un aspetto della nostra vita questo non è un funerale. Sarò felice», ha detto pochi svuotato di senso, è sempre più giorni fa con voce commossa. Un addio che ha sorpreso difficile chiudere le storie e fare tutti perché ci sbatte in faccia la difficoltà di mettere la punto e a capo. In fondo sarebbe parola fine a un capitolo della nostra vita, dribblando il un gesto di fiducia in noi stessi, rischio di trasformarci in un fantasma di noi stessi (gli accettare di fare i conti con le esempi sono molti e tragicomici, dai cantanti ormai senza nostre paure. E allora? Meglio voce alle ex modelle trasfigurate dalla chirurgia estetica, aspettare la prossima stagione... fino ai politici che perdono il filo del discorso). Una di Anna Bogoni illustrazione di Sara Not difficoltà molto democratica, che colpisce indistintamente famosi e non, basta farci caso: sono sempre più numerosi ELLE|120 nelle sale i film dal finale aperto, le serie tv che durano per decenni (il record è Doctor Who, che dopo 39 stagioni non si è ancora conclusa) e i romanzi che ti lasciano un senso di frustrazione per il loro non-finale. Registrano forse uno

spirito del tempo allergico al punto e a capo e la tendenza a MI RENDO CONTO DI SCRIVERE ‘ vivere in un blog esistenziale, dove la nostalgia del passato STORIE FRUSTRANTI, e la paura del futuro vampirizzano il presente? «Nel mio ultimo romanzo non ho scritto una trama ‘ MA NON SONO INTERESSATA lineare ma diversi episodi, quindi sarei potuta andare avanti all’infinito. Con le ultime righe ho voluto ALLA COSTRUZIONE DELLA TRAMA. rivendicare la non struttura del racconto, il suo rimanere RIVENDICO LA MIA INCAPACITÀ in sospeso, ben diverso da un finale aperto, dove si DI CHIUDERE intravedono più variabili: qui proprio non c’è», dice Veronica Raimo, 44 anni, scrittrice, che si è imposta al Ma se questa insofferenza si esprime sulla carta e sullo pubblico con il suo quinto romanzo Niente di vero (premio Strega giovani 2022), una storia cruda e potente. «Mi schermo è legittimo chiedersi, tornando al punto rendo conto di comunicare cose frustranti, ma il mio non di partenza, perché oggi sia così difficile gestire i “finali” vuole essere un prodotto ben confezionato, interessato della nostra vita, che si tratti di una storia d’amore, di un alla struttura, anzi ho proprio sfiducia nella costruzione rapporto di lavoro o di un rapporto di amicizia arrivati al della trama, nella storia funzionale in tutte le sue parti; capolinea. «Mettere la parola fine è un aspetto che rientra rivendico la mia incapacità di chiudere. Anche nella scelta nel macro-tema di prendere le decisioni: scegliere di delle serie tv da seguire, non amo la narrazione epica, chiudere, rinunciare a qualcosa che si conosce e affrontare quella che ti lega per tantissimo tempo; se penso che quella una strada nuova», spiega Francesca Carbotti, psicologa e storia mi possa piacere, vado a leggermi su Internet il psicoterapeuta a Milano e a Parigi. «Ci si trova di fronte a finale, proprio per toglierlo di mezzo, e solo allora decidere un pesante carico di responsabilità e la quantità di opzioni se proseguire o no nella visione». disponibili può metterci in difficoltà». Diverso, e per certi aspetti meno “libero” il mestiere di Il risultato? Spesso non si sceglie, si delega al partner, chi scrive le serie tv dove ogni episodio ha il suo finale al datore di lavoro, al mercato, se parliamo di consumi, provvisorio, c’è il finale di stagione e il gran finale di tutta la sperando che agiscano al nostro posto. Quel che ci frena serie. «Le serie tv sono fatte per non finire mai, il loro format è la paura di sbagliare, magari per scarsa autostima, di è questo. Quando inizio a impostare la sceneggiatura di esporci al giudizio dell’altro, di perdere il controllo o la una fiction non vedo il suo finale all’orizzonte, ma nel giro popolarità. Non scegliere, però, è rinunciare alla propria di poco mi si chiarisce la direzione in cui vorrò portare la libertà di vivere la propria vita, mentre dovremmo storia. Amo scrivere i finali, importantissimi, così come lo passare da un atteggiamento mentale di sopravvivenza, sono gli inizi, quelli che in fondo rimarranno impressi nella ancestrale, dove domina la paura del cambiamento, a memoria del pubblico. Nel finale, in un buon finale, deve un atteggiamento mentale di evoluzione», conclude sempre esserci qualcosa che hai già seminato all’inizio della l’esperta. Ma alla mia domanda, se riesce a interrompere storia e ti serve per controllare che tutto torni», spiega Alice la lettura di un libro che le non piace prima di arrivare Urciuolo, 28 anni, scrittrice, sceneggiatrice e autrice insieme alla fine, la psicoterapeuta ha un attimo di indecisione a Ludovico Bessegato della serie Skam Italia, arrivata alla prima di rispondere: «Chiudere a metà con le serie tv quinta stagione (su Netflix) e del film Per lanciarsi dalle stelle mi è più facile, con i libri ci ho dovuto lavorare, forse per di Andrea Jublin (in arrivo sempre su Netflix il 5 ottobre); uscire dai condizionamenti e rinunciare a scoprire sempre in cantiere la scrittura del suo secondo romanzo che uscirà e comunque come va a finire». Allora oggi è davvero nel 2023, dopo Adorazione, che è stato candidato al premio inevitabile per tutti, all’inizio di questo nuovo autunno, Strega 2021. «Quando però la storia è chiusa provo un sentirci sempre più in bilico tra la certezza appagante di senso di malinconia per essermi congedata dalle vite di un the end e un tellurico ma molto più realistico coming quei personaggi ma, sono sincera, anche un gran sollievo. soon… E molto spesso ci troviamo nei panni della donna Soprattutto se nei personaggi che ho raccontato c’è stato protagonista di quella famosa canzone di Mina che qualcosa, magari un dolore, che risuonava in me: allora è più accarezza l’idea di rompere la relazione con il suo amante, faticoso scriverle, quelle storie, piuttosto che concluderle. ma che continuava a rimandare, illudendosi di essere Come autrice e spettatrice però non vorrei mai leggere ancora padrona del gioco. Cantava «E poi, e poi, e poi, e una storia che si concludesse con un “E vissero tutti felici poi, l’importante è…. finire».| e contenti”, non cerco mai questa consolazione», conclude Alice Urciuolo. 121|ELLE

elleBUZZ LA MODA RACCONTATA DA CHI LA FA In questa pagina. Un look dal backstage della collezione A/I 2022-'23 di Philosophy di Lorenzo Serafini. Nella pagina accanto. Altri outfit dell'A/I, un pezzo della capsule creata con i Peanuts e lo stilista in showroom. L’eleganza del riccio LORENZOSERAFINI Insolita, iconica, liquida come le mille personalità che possono accoglierla e interpretarla. Il creative director di Philosophy racconta la sua idea di bellezza. E perché, secondo lui, il compito della moda è oggi più arduo che mai di Federica Fiori ELLE|122

È una calda giornata d’inizio ‘NELLA MODA, ciascuno sia libero di esprimere chi può, o settembre. Non ci sono impianti vorrebbe, scegliere di essere». di condizionamento nell’ufficio LA DISTANZA di Lorenzo Serafini, ma solo libri e FRA FORMA Ha appena vestito Rita Ora all'ope- E SOSTANZA ning della Rugby World Cup. È vero che ha riviste meticolosamente disposti sugli SI È ACCORCIATA un rapporto speciale con le sue muse? scaffali, oppure aperti tra i pochi arredi, «In realtà la figura a me più cara è e un enorme moodboard che, alle sue ’CON L'AVVENTO quella della stylist. Anna Dello Russo, spalle, spiega più di quanto si immagini: Venetia Scott, Geraldine Saglio: lavora- la passione per la carta stampata DEI SOCIAL MEDIA no d'istinto, incrociano i capi e creano («coltivata», dice, «fin da bambino»), il con il loro talento visioni inaspettate». tempo che manca («mai che trovi un presta con un linguaggio molto diretto... Ha appena lanciato una capsule a attimo per aggiornarlo...») e il suo «Sì, e con un grande sforzo sulla ricono- tema Peanuts. Un soggetto insolito... archetipo di donna («forte al punto da scibilità immediata del design. La distanza «Fin da bambino ne ero un appassionato. mostrare con nonchalance la sua fra forma e sostanza si è accorciata con I loro messaggi sono ancora attuali, a 72 fragilità»). La “sua” Philosophy, linea l’avvento dei social media. Lavorando sulla anni dalla prima strip. Mi sono divertito». giovane del gruppo Aeffe di cui è superficie intervengono meno fattori: le La sua coperta di Linus? direttore creativo dal 2014, è infatti un cose si sono semplificate, ma non è detto «Una camicia molto semplice di Comme coacervo di contraddizioni, di pezzi che siano più facili. Prima, invece, gli abiti des GarÇons, uso solo quel modello».| romantici mischiati ad altri più volitivi, erano come libri: andavano letti e riletti». COURTESY OF PHILOSOPHY DI LORENZO SERAFINI un assunto di bellezza e di contemporaneità della quale, spiega, «io A proposito di riletture, recentemente posso solo fornire una rappresentazione ha lanciato un bel progetto di upcycling attraverso i miei abiti: sta a chi li indossa con la collezione Philosophy Re-styled by esprimere con essi i propri stati d’animo, Lorenzo Serafini 001. Com’è nata l’idea? scegliendo magari un tessuto delicato «Non è stata solo un’operazione per trasmettere forza, o una giacca sostenibile, ma anche un’opzione di imbottita per richiedere protezione. Su riscoperta per abiti che non hanno un piano così intimo, non è mai detto subito l’erosione del tempo. L’idea che che le cose corrispondano in modo un capo possa essere reinterpretato, di simmetrico e scontato». stagione in stagione, mi affascina». Una sintassi del vestire a cui la moda si \"Pur non avendo mai abbracciato lo streetstyle\", ha detto, \"in certe occasioni Philosophy resta un riferimento per i giovani\". Quanto la incuriosisce la loro propensione al Metaverso? «Personalmente non molto, è un'esperienza che devo ancora metabolizzare. Ma in un panorama di forte omologazione come quello attuale trovo utile l'esistenza di uno spazio neutro, in cui 123|ELLE

elle BUZZbelle storie THEtoPLDARCEEAM In questa pagina. KRISTEN PELOU - ANDREA CENETIEMPO - COURTESY OF DIOR Alcuni particolari Il regno delle meraviglie di Dior 30 Montaigne del nuovo regno di Dior è tornato. Tra arte, couture, giardini e atelier de luxe 30 Montaigne, a Parigi. Dall'alto. Uno scorcio Uno scrigno onirico, anzi, un \"alveare di effervescenza”, come de Les Jardins Monsieur Christian Dior era solito etichettare i suoi primi tre atelier Enchantés della Galerie al 30 di Avenue Montaigne, a Parigi: è qui che la sua leggenda ha Dior, con capi couture. avuto inizio. «Sono luoghi in cui si decifrano i geroglifici», scriveva a Due angoli di Diorama. proposito delle operose sarte che decodificavano i suoi innumerevoli A sinistra. Un corner bozzetti, quelle piccole \"incisioni” che scandivano ogni stagione per della boutique, la più valicarla e trasmetterla alla storia. Un indirizzo che per lui era casa, grande della Maison. in tutti i sensi. «Doveva essere 30 Montaigne. Mi sarei stabilito lì, o da nessuna altra parte», aveva affermato con rigore da architetto, altra sua grande vocazione oltre alla moda, e proprio lì avrebbe cesellato forme e costruito abiti capaci di scolpire un'epoca. Il couturier era rimasto affascinato dalla facciata neoclassica di quella location, un hôtel particulier voluto dal figlio di Napoleone 1 nel 1895, tanto da tramutarla nella prima Maison Dior il 15 dicembre del 1946. In seguito divenne teatro del suo rivoluzionario New Look e del profumo Miss Dior, per trasformarsi poi nella prima boutique della Maison dal nome Colifichets (ovvero \"ornamenti\"), visto che più che un negozio era una mise en scène dell’art de vivre francese, tra oggettistica, regali e la sua visione avant-garde dei codici estetici. Oggi, quello che Christian Dior amava definire “il rifugio per la meraviglia” torna a splendere come allora: dopo ELLE|124



elle BUZZbelle storie A sinistra. Una parete Diorama nel nuovo spazio 30 Montaigne. Sotto. Un dettaglio con copertine d'epoca nella Sal de Bal della Galerie Dior. Un'immagine del 1949 con Monsieur Christian Dior di fronte all'iconica facciata del suo palazzo-boutique. due anni di imponente ristrutturazione firmata dall’archistar Peter Marino, 30 Montaigne ha riaperto i battenti facendo rinascere un indirizzo icona crocevia di moda ed eccellenza, di savoir-faire e creatività. Una \"metadiorfosi\", si potrebbe dire con un calembour, molto cara alla direttrice creativa della Maison Maria Grazia Chiuri. Una reinvenzione multiforme, insomma: «La nascita di un regno meraviglioso, dove l'immaginazione prende il sopravvento dando vita a una pagina di bellezza che non ha precedenti nella storia della Maison e di Parigi», ha confidato Pietro Beccari, presidente e AD di Christian Dior Couture. Nel nuovo “alveare” di diecimila metri quadri, infatti, confluisce l’universo di Dior mescolando heritage e ‘ ’Ê LA NASCITA DI UN LUOGO DOVE innovazione, couture e architettura, pezzi esclusivi e nuove collezioni che sublimano gli stilemi del L'IMMAGINAZIONE PRENDE IL marchio. La sola boutique occupa oltre 2.000 metri SOPRAVVENTO: UNA PAGINA DI BELLEZZA quadri, ed è stata pensata come «una specie di teatro o allestimento in cui possono svolgersi molti spettacoli diversi». Animata da pattern iconici, come il cannage e la toile de jouy, è costellata di opere d’arte e creazioni esclusive firmate da artisti quali Guy Limone, ©ASSOCIATION WILLY MAYWALD - ANDREA CENETIEMPO - COURTESY OF DIOR Johan Creten o Jennifer Steinkamp, a rimarcarne il dna votato all’arte. Si spazia poi dalla Galerie Dior, dove capi, scatti d'archivio e fragranze d’antan sono sublimati dalla scenografia narrativa di Nathalie Crinière, ai virtuosismi degli atelier della Haute Couture e di quelli dell’Alta Gioielleria, che fanno il loro debutto, per poi lasciarsi inebriare nella nicchia dei profumi e del bien-être. A tanta bellezza si aggiungono tre giardini ideati dall'architetto paesaggista Peter Wirtz e la Suite Dior per un’ospitalità davvero bespoke, nonché le tentazioni gourmand del ristorante Monsieur Dior e della Pâtisserie Dior. Insomma, un place to dream dove il sogno, per un attimo, si trasforma in ammaliante realtà. | Marta Saladino ELLE|126



elle BUZZcult di FONDAMENTI STILE In questa pagina, dall'alto. L'artigianalità classy di Sebastian Milano evolve. Angelica Fagioli, direttore Ecco come, secondo la sua giovane designer creativo di Sebastian Milano. «Amo ascoltare le donne intorno a me. È dalle loro voci e dalle loro Due varianti del modello abitudini che ha inizio ogni nuova collezione e, più in grande, la mia Marie A, ispirato a Maria avventura in questo mondo». L'empatia di Angelica Fagioli, talentuosa Antonietta. Lo stivale Fall, dal e determinata direttrice creativa di Sebastian Milano, è la traccia di tacco importante e squadrato. fondo che accompagna il salto nel futuro di uno dei marchi cult del Made in Italy calzaturiero. La storia del brand, infatti, ha inizio nel capoluogo lombardo a cavallo tra gli anni ’60 e ’70, in una piccola ma rinomata bottega di via Gesù. Un indirizzo che, nel giro di pochi anni, si trasforma in punto di riferimento per le donne della borghesia milanese, sedotte da quelle scarpe fatte a mano e su misura che amano sfoggiare ai party più esclusivi o alle prime alla Scala. Chi le indossa si riconosce (e per lo più ne conserva i modelli, così atemporali da risultare ancora attuali): forme affusolate, kitten heels da manuale, cuciture e impunture palesemente artigianali. Un savoir-faire unico che Angelica Fagioli ha preservato, «rinfrescando», aggiunge, «l'immagine del brand per proiettarla con forza nel futuro». Oggi, a suo dire, la donna Sebastian è «femminile, chic, indipendente, di classe, determinata, sensibile, sognatrice, ambiziosa, organizzata, allegra e curiosa». Un florilegio di aggettivi che, coincidenza non del tutto casuale, calzano perfettamente anzitutto a lei, passata dagli studi in fashion design alla direzione creativa del marchio nel giro di pochi anni. «Per folgorare al primo sguardo ed esprimere un mood unico bisogna essere audaci», prosegue. E lo dimostra con la sua collezione A/I Bedazzling, fatta di pochi modelli: alcuni preziosi, con applicazioni di piume e cristalli, altri iconici, con forme e colori bold, e altri ancora– come gli stivali Fall – nati per fissare i canoni di una nuova quotidianità. Luxury, effortlessly chic. | Federica Fiori COURTESY OF SEBASTIAN MILANO ELLE|128





BUZZ cose bELLE Sviluppo SOSTENIBILE Vestiti, borse e occhiali virtuosi. Nuovi cult di moda e dintorni a cura di Adriana Di Lello 1 diCENTRO RECUPERO Dichiarazione d'amore all'heritage di una grande Maison. Con la collezione di borse see now buy now Love Trotter Marco de Vincenzo, direttore creativo di Etro, recupera e rigenera undici tessuti dismessi. In vendita su Mytheresa. NUMERO DUE colSlacabrolareabsnoncoecahakniecrroesritVaerEianJtsAii.emVV-ee1jpa0ee.rDMiasrrunpitive 3VEDO verde Fior di suit. Verde puro, a prova di grigiore 2 autunnale. È un vero color crush quello di iBlues, che dedica una collezione ai completi monocromatici. Mono o doppiopetto, poco importa: basta che siano 100 per cento saturi. 131|ELLE

BUZZ cose bELLE 4 5 ALL EYES on me Avanguardia berlinese. Il marchio tedesco Mykita punta sulla collezione Acetate, fatta tutta di occhiali in acetato Renew sostenibile. E diventa il primo brand del settore ad usare il materiale. STORIA naturale Greenwashing vade retro. Pomandère fa una decisa virata verso la sostenibilità con la collezione A/I 2022-'23. Il focus dei capi sono le tinte naturali ottenute dall'infusione dei tessuti con semi di 6sambuco e mallo di noci. Ergo, tolleranza zero ai prodotti chimici. PURO RELAX Femminile singolare. La borsa Titilla di Tela è un omaggio a forme morbide e rilassate. Declinate in vitello ultrasoft dai maestri artigiani veneti ELLE|132





KRISTIJAN VOJINOVIC ELmoda LE Maglia di lana mohair a righe diagonali (1.100 euro) e pantaloni coordinati (1.900 euro), tutto Giorgio Armani, come le scarpe con cinturino (890 euro) e il secchiello squadrato rigido in vernice chicco di riso con tracolla removibile (1.650 euro). Selezione sceltissima di it-bag dall'appeal avant-garde, con contorno di orologi blasé e dettagli logati. In più, tracolle evergreen, mocassini e boots urban style. Icone stagionali al dettaglio 135|ELLE

SEMPLICI Accessori edgy di stagione. XL, logati, soprattutto neri. In liaison coi vestiti di Carola Bianchi foto Kristijan Vojinovic

CREDITO XXXXXX PARTICOLARI Occhiali unisex in materiale a basso impatto ambientale, decorati da maxi simbolo Gancini in rilievo sulle aste, Salvatore Ferragamo (195 euro). Nella pagina accanto Cappotto di nappa tecnica impermeabile (9.900 euro), camicia in twill di seta e cotone (890 euro) e pantaloni in drill di lana (930 euro), tutto Salvatore Ferragamo, come la Aura Bag di nappa (2.400 euro) e gli stivali di pelle martellata con inserto di shearling (995 euro).

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Cappotto oversize di cashmere, maglia di velluto e pantaloni in mousseline di seta, tutto Saint Laurent by Anthony Vaccarello, come gli orecchini d’argento ossidato, i guanti extra lunghi di tulle, la shoulder bag di pelle e i sandali di raso con strass. Nella pagina accanto Giacca doppiopetto di pelle (5.800 euro) e pantaloni coordinati (4.100 euro), tutto Bottega Veneta, come la bucket bag Mini Kalimero di nappa intrecciata (4.500 euro) e i guanti di nappa (500 euro).

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Giacca corta di lana grain de poudre con colletto profilato di seta, maglia di nylon con micro ruches e pantaloni di lana grain de poudre con piega cucita, tutto Fendi, come la borsa di ciniglia con motivo FF Tapestry e lettering Fendi Roma; stivali di pelle effetto used con punta allungata, Sportmax (589 euro). Nella pagina accanto Coat di lana con revers di eco shearling (2.100 euro), borsa di pelle con T di metallo dorato (1.900 euro) e sneakers di tessuto tecnico e pelle con suola gommini (650 euro), tutto Tod's; occhiali con lenti colorate e micro F di cristalli, Fendi, orologio d’oro 18 carati con bracciale Oysterflex, Oyster Perpetual Yacht Master 40 di Rolex (26.850 euro).

Giacca (3.500 euro) e pantaloni (1.650 euro) di cashmere e alpaca Baby Suri e camicia di seta (1.200 euro), tutto Loro Piana, come la maxi bag di suède e pelle (3.900 euro) e gli stivaletti con gambale di cashmere più tomaia di pelle resinata (1.600 euro). Nella pagina accanto Giacca di tweed con revers a contrasto e pantaloni di tweed coordinati, tutto Chanel, come l’hairclip con bottone logato, la minibag bouclé con dettagli di pelle e le décolletées di vernice. IDEA BEAUTY Incarnato senza imperfezioni con La Roche-Posay Niacinamide Serum for Pigmentation di La Roche-Posay (in farmacia). KRISTIJAN VOJINOVIC



Giacca monopetto di velluto froissé (1.490 euro) e pantaloni svasati coordinati (1.150 euro), tutto Etro, come la borsa Crown Me di tessuto paisley jacquard con doppio manico e battente di pelle (1.390 euro) e la shopping bag in tessuto paisley jacquard di cotone (495 euro); orologio Gondolo d’oro rosa con quadrante grené bianco argenté, diamanti incastonati nella lunetta e cinturino d’alligatore, Patek Philippe (33.420 euro). Nella pagina accanto Vestito con spacco laterale e sneakers di pelle metallizzata con bande-logo e zeppa, Adidas x Gucci, berretto di pelle, orecchini di palladio, borsa a mano di pelle con dettaglio Web e collant, tutto Gucci.

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CREDITO XXXXXX

Felpa di jersey (850 euro) e pantaloni di velluto a coste Kitty (690 euro), tutto Celine by Hedi Slimane, come la cintura di pelle (380 euro) e la borsa di pelle matelassé con tracolla a catena (2.800 euro); orologio d’oro 18 carati con bracciale Oysterflex, Oyster Perpetual Yacht Master 40 di Rolex (26.850 euro). Nella pagina accanto Giacca doppiopetto oversize di neoprene e borsa di nappa, tutto Dolce&Gabbana; felpa vintage. IDEA BEAUTY Pelle tonica e luminosa con Fondotinta Fluido effetto Lifting di Korff (in farmacia). KRISTIJAN VOJINOVIC

Pantaloni in denim di cotone stone washed, borsa Dior Bobby Frame di pelle e stivaletti Dior Next Era di pelle e tessuto tecnico, tutto Dior. Nella pagina accanto Maxi piumino di nylon con bottoni automatici (2.900 euro circa) e borsa Greca Goddess di pelle con decori e tracolla dorata (2.200 euro circa), tutto Versace; cappello e collant vintage. KRISTIJAN VOJINOVIC



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