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LE OLIMPIADI DA OLIMPIA A RIO

Published by Teresa Nostro, 2016-11-20 07:29:36

Description: LE OLIMPIADI DA OLIMPIA A RIO

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L'alternanza scuola-lavoro è un modello didattico, prima sperimentale ora divenuto obbligatorio a 2seguito della L. 107/15, attraverso il quale gli studenti dei Licei e degli Istituti professionali siavvicinano al mondo del lavoro, grazie alla «realizzazione di percorsi progettati, attuati, verificati evalutati sotto la responsabilità dell’istituzione scolastica o formativa, sulla base di appositeconvenzioni con le imprese (...) o con enti pubblici e privati». Seguendo questo modello, tre Licei cittadini, Archimede, Bisazza e La Farina hannointrapreso, nell'anno scolastico 2015-2016 e continuato nell’attuale anno scolastico, un progettopresso la Biblioteca Regionale Giacomo Longo di Messina, che si è snodato attraversol’acquisizione da parte degli studenti di alcune competenze relative a catalogazione evalorizzazione del patrimonio librario, con l’obiettivo di allestire una mostra finale sul tema delleOlimpiadi. Lo spunto è stato offerto dallo svolgimento, a Rio de Janeiro (Brasile), della XXXI edizionedelle Olimpiadi, dal 05 al 21 agosto 2016. Le scuole hanno affrontato l’argomento da vari punti di vista: si sono confrontate nellavalorizzazione di modalità di ricerca e stili di scrittura diversi. Questa “polifonia” di voci, chedapprima ha lasciato perplessi gli operatori del settore, è divenuta in fieri una risorsa. Il logo di presentazione, prodotto dal Liceo Archimede, è stato votato tra quelli proposti enati dalla creatività delle singole scuole, che verranno proiettati durante la mostra.Di seguito la descrizione dei percorsi attuati nell’allestimento dell’esposizione, che le scuoleproporranno nei locali della Biblioteca Regionale dal 21/11/2016:- Il Liceo La Farina ha curato il profilo storico a partire dalle Olimpiadi antiche finoall’ultima edizione di quelle moderne.La storia delle Olimpiadi ha origini molto lontane, infatti, la prima edizione risale al 776 a.C. Nel393 d.C sotto Teodosio questa tradizione fu abbandonata, per poi essere ripresa ufficialmente conde Coubertin nel 1896. Perciò, si è soliti fare una distinzione tra Olimpiadi antiche e moderne.Non sono state prese in considerazione tutte le edizioni olimpiche moderne dal momento che si èritenuto opportuno seguire un percorso fondato sulla ripresa di elementi, aspetti e caratteristichedel mondo classico (simboli, discipline, spirito agonistico…).Nel costruire la storia delle olimpiadi l’obiettivo è stato quello di considerarle momento diintegrazione politica e sociale, pertanto le paraolimpiadi e le differenze razziali o di genere sonodiventate parte integrante di questo percorso. Aneddoti e curiosità sono stati reperiti pervalorizzare lo spirito e la funzione dello sport.- il Liceo Archimede ha approfondito le varie discipline sportive che sono state inclusegradualmente nel programma olimpico;Il percorso è iniziato con la suddivisione in quattro gruppi, ognuno dei quali ha approfondito unaspecifica categoria di sport, sulla base delle sue peculiarità:1. Atletica leggera2. Sport acquatici3. Forza e destrezza

4. Competizioni individuali e di squadraSuccessivamente, sono stati progettati i vari pannelli illustrando i testi con un corredoiconografico pertinente e i curatori della grafica hanno dato rilievo al lavoro perfezionandol’aspetto estetico. Il Liceo Bisazza ha curato quattro sezioni dell’esposizione:la prima riguarda le olimpiadi tenutesi a Los Angeles nel 1932 e a Berlino nel 1936, due edizioniche sono rimaste più di altre negli annali olimpici, avendo superato il significato di eventi sportivie avendo piuttosto acquisito una più ampia valenza storica e sociale. Entrambe le edizioni sisvolsero infatti in un clima di euforia e di straordinaria efficienza organizzativa finalizzate a faredella competizione un gigantesco evento mediatico, politico e commerciale sulla scenainternazionale.Una seconda e ampia sezione dell’esposizione è stata dedicata alle leggende olimpiche e alleimprese di atleti straordinari che hanno suscitato passione ed entusiasmo non solo per il risultatosportivo ottenuto, quanto anche per la spettacolarità della prestazione, per il valore umano dellesfide, per il record realizzato, per il talento, ma soprattutto per il carisma che hanno lasciatonell’immaginario collettivo.Agli atleti siciliani che hanno preso parte alle competizioni olimpiche è dedicata un’altra sezione.Fin dall’età classica, infatti, significativa è stata la presenza di sportivi siciliani che hanno legato illoro nome alla storia olimpica.Un ultimo e significativo pannello è stato riservato all’analisi di esempi emblematici di forme didiscriminazione, di genere, di razza, di colore, di orientamento sessuale e politico, di abilità fisicache hanno costellato la lunga storia delle Olimpiadi sin dall’età classica. Un itinerario che consentedi comprendere quanto sia stato faticoso e difficile il raggiungimento di quella pari dignitàsportiva celebrata dalla carta olimpica.Step organizzativiLa Mostra ha richiesto grande collaborazione e lavoro ai singoli partecipanti (alunni, insegnanti,bibliotecari). A questo proposito ci sembra necessario rendere chiaro come i ragazzi abbianoorganizzato gli incarichi:1. Ricerche bibliografiche sui vari aspetti delle Olimpiadi2. Raccolta e selezione dei materiali3. Suddivisione in gruppi operativi formati da alunni appartenenti ad ognuno dei tre Liceicon individuazione di referenti a. Curatori dei testi b. Addetti al percorso bibliografico c. Curatori video d. Curatori immagini e. Comunicatori4. Allestimento della mostra5. Inaugurazione della mostra con visite guidate ed assistenza ai visitatori 3

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Le Olimpiadi sono forse la più famosa e antica manifestazionesportiva: ma quali sono le sue origini? Quando, nei lontani tempi del mito, Pelope, figlio di Tantalo, arrivò a Olimpia per chiedere la mano della bella Ippodamia, sapeva bene a quale grave rischio andava incontro. Enomao, padre dellaragazza, aveva l’abitudine di sfidare gli aspiranti generi a unacorsa sui cocchi e, regolarmente vincitore, perché erainsuperabile auriga, decapitava gli incauti che avevano osatoaccettare la sfida e ne attaccava la testa alle porte della città.Pelope, più preoccupato della sua sorte che di quello che oggichiamano “fair play” decise di giocare d’astuzia e, fattosiaiutare da Mirtilo, cocchiere dello stesso Enomao, sfilò lechiavette delle ruote dell’invincibile “driver” e, naturalmente ,vinse la corsa.Poi, per maggior sicurezza, uccise Enomao. Ippodamia non trovò nulla in contrario a sposarlo e il 7nostro Pelope, astuto e spregiudicato quanto forte, feceuccidere anche Mirtilo e si trovò di un colpo felice e re. Tanti

anni dopo, narra ancora una leggenda, Ercole, reduce dellavittoria su Augia, si fermò a Olimpia e sulla tomba di Pelopeistituì i giochi olimpici.1 Le Olimpiadi risalgono all’antica Grecia: i giochi e le garesportive rientravano appunto nell’ambito delle tradizionireligiose, infatti lo sport era un modo fondamentale peronorare le divinità e, nel caso delle Olimpiadi, Zeus. Pare certo, comunque, che i Giochi d’Olimpia, così comevenivano celebrati in tempi in cui si hanno più precisetestimonianze storiche, non siano mai stati fondati danessuno. Da principio, insomma, questi Giochi ebbero uncarattere strettamente locale e poi andarono crescendod’importanza per una somma di circostanze cui non fucertamente estranea nemmeno la posizione geografica diOlimpia.2Oggi Olimpia non èparticolarmente amena, maallora doveva essereparticolarmente bella.Olimpia, infatti, sorgeva (equel che resta dell’antica città1 Giordano Goggioli, Monaco ’72 - storia delle Olimpiadi, edizioni sportive 8italiane, Firenze, 19972 Giordano Goggioli, Monaco ’72, op.cit. pag.

sorge ancora) sulla riva settentrionale del fiume Alfeo in mezzoad una vasta e fertile pianura, in un ansa formata dall’Alfeocon il suo tributario, il Cladeo, ai piedi della collina di Crono,coperta di alti pini, ulivi e vigorosi pioppi. Un luogo benedettodagli dei, naturalmente sacro per un popolo che aveva anchedivinizzato la natura e che nella grassa pianura, ricca di messi edi viti vedeva un altro segno della benevolenza degli dei.Olimpia, inoltre, facilmente accessibile dall’interno e dal mare,praticamente indifendibile, suggeriva facilmente l’idea di unposto in cui la guerra non fosse lecita e che anzi gli deiavessero consegnato all’uomo perché vi celebrassero feste dipace. È facilmente spiegabile, quindi, come lì, ad Olimpia,siano sorti i primi e più importanti Giochi panellenici, ma certola manifestazione non avrebbe mai conseguito il suo tipicocarattere senza particolare spirito dei Greci in cui l’atletismodegli Achei si fondeva con la naturale mollezza e sensibilitàartistica dei Dori.3La prima testimonianza di giochi olimpici a noi pervenuta risaleal 776 a.C., ma è molto probabile che la tradizione fosse più diantica di alcuni secoli. Prima delle Olimpiadi altri popoli sierano già cimentati in gare simili, come per esempio nel caso3 Giordano Goggioli, Monaco ’72 , op. cit. pag. 9

della civiltà Asiatica dei Sumeri, quellaAfricana degli Egizi e quella italica degliEtruschi. Si dice, ed è verissimo che i Grecinon pensarono mai ai record,caratteristica peculiare del nostro sport; nessun’ altra stirpe,però, ebbe forse altrettanta vocazione per la gara: i nostriconcorsi di bellezza femminile, maschile e infantile, peresempio, sono tutt’altro che una novità , poiché gare delgenere si ebbero in Grecia sin dai tempi più lontani. È naturaleche in questo clima fossero in speciale onore le gare atletichee quelle equestri, sempre legate a feste religiose e in particolare a celebrazioni funebri in onore di qualche capo. È questa, del resto, l’origine comune di molte manifestazioni panelleniche, come, appunto, i Giochi Olimpici, di eccezionale importanza anche politica, perché i Greci, gelosissimi dell’indipendenza delle loro città- stato, così spesso nemiche tra loro, ebbero in comune un orgoglio ellenico, che impedì che rivalità,guerre anche feroci, insuperabili differenze di vita e di costumidistruggessero una sostanziale unità spirituale. Un’altra componente dell’amore dei greci per l’eserciziofisico è senza dubbio costituito dal profondo senso estetico.L’atleta, come ci provano numerose raffigurazioni “sportive” 10

sui vasi e in statue, rappresentò certamente l’ideale di questabellezza. Non estranea a questo culto della bellezza fu forsel’abitudine di partecipare nudi ai giochi olimpici, anche sel’occasione fu data dall’astuzia di Orsippo di Megara, che aigiochi della XV Olimpiade, celebrati nel 720 a.C., si avvantaggiònotevolmente sugli avversari liberandosi della cintura congonnellino che indossava.Da principio i giochifurono qualcosa diestremamente semplice: unasola gara di corsa sulla distanzadi 192,27 metri. Ma non c’eraancora una vera e propriapista. Forse la corsa terminava all’altare di Zeus e qui ilvincitore riceveva il premio, consistente in una corona di ulivoselvatico, ricavata da un ramo che doveva essere stato recisocon una falce d’oro da un ragazzo non orfano né di padre, nédi madre. Alle gare non potevano partecipare le donne, che,anzi, non ebbero mai accesso –pena la vita- nemmeno comespettatrici. Nei primi tempi erano esclusi dai Giochi anchecoloro che non potevano dimostrare di essere di cittadinanzaellenica. Poi, per la pressione delle colonie, furono ammessi aiGiochi anche i cretesi, gli egizi, i libici, i siculi e chiunque fossein grado di dimostrare di essere di stirpe greca. E cominciò acomplicarsi anche il programma delle gare. Alla XIV Olimpiade(728 a.C.) all’unica corsa dello “stadio” si aggiunse quella deldoppio “stadio” (“diaulo”), in cui trionfò il pisate Ipeno; nellaXV Olimpiade si fece posto anche alla prova del “dolico”, corsa 11

di resistenza, che permise la prima vittoria di uno spartano, il“fondista” Acanto. Tuttavia, come si vede, finora le gare non uscivanodall’ambito della corsa e alla corsa pura e semplice si rimasefedeli per altre due Olimpiadi, finché alla XVIII (708 a.C.) siaprirono le porte ai pentatleti e ai lottatori. Ormai eracominciato un processo che non si arresterà più e che, certo,avrà suscitato tra i Greci le stesse discussioni che oggiaccalorano gli sportivi, giustamente allarmati dalla dilatazionedel programma olimpico. Ma non c’era nulla da fare: nella XXIII Olimpiade comparve anche il pugilato e otto anni dopo fu inaugurato l’ippodromo su cui si disputò la prima gara fra quadrighe in cui ebbe la vittoria il tebano Pagonda.44 Giordano Goggioli, Monaco ’72, op. cit. 12

I Giochi olimpici non erano le sole gare atletiche che sisvolgevano sul territorio greco. Ma, per quanto importante,nessuna era gloriosa come una vittoria alle Olimpiadi: con iltempo, infatti, il prestigio dei Giochi che si svolgevano adOlimpia era cresciuto al punto di far sì che essi fosseroconsiderati il vertice del “circuito”. Garantire il pacificosvolgimento di questi Giochi era dunque essenziale. E a questoscopo fu stabilito che, in occasione della loro celebrazione,venisse dichiarata una tregua (in greco ekekheiria,letteralmente stretta di mano) durante la quale era vietataogni operazione militare. A proclamare la tregua -un meseprima dell’inizio delle gare (che si svolgevano in estate, tra fineluglio e inizio settembre, ogni quattro anni) - erano gli araldi.Essi percorrevano in lungo e in largo le diverse regioni dellaGrecia, annunciando la data di inizio dei Giochi, invitando chivoleva parteciparvi a farsi avanti proclamandola temporaneacessazione delle ostilità. Cominciava così la cosiddetta “paceolimpica”, che peraltro pace non era affatto: un mese dopo lafine dei Giochi, infatti, quando si presumeva che gli atletifossero rientrati nelle loro città, la tregua terminava e leostilità e le guerre riprendevano. Ma non rispettare la treguasacra, nel periodo della cosiddetta pace, era considerato uncomportamento così grave che nel 420 a.C. la città di Sparta -inquel momento in guerra con l’Elide- venne esclusa dai Giochi.55 Eva Cantarella – Ettore Miraglia, L’importante è vincere. Da Olimpia a Rio de Janeiro, 13Feltrinelli, Milano, 2016, pag.

“Oltre 1500 anni dopo gliultimi Giochi olimpicidell’antica Grecia, il baronefrancese Pierre deCoubertin concepì l’idea diriportare in vita questogrande evento e ne proposeil progetto alla conferenzainternazionale sullo sport che si tenne a Parigi nel 1894. Laproposta fu accolta con entusiasmo e subito seguitadall’istituzione del Comitato Olimpico Internazionale (CIO), dicui faceva parte lo stesso de Coubertin. Dopo soli due anni,nell’aprile del 1896, il re di Grecia inaugurava ad Atene leprime Olimpiadi dell’età moderna. Nei cento anni successivi iGiochi si sono gradualmente sviluppati nella favolosamanifestazione sportiva che oggi noi tutti conosciamo. Senza ilbarone Pierre de Coubertin probabilmente i moderni giochiolimpici non sarebbero mai esistiti. Egli credeva nellafondamentale importanza dello sport per lo sviluppo fisico ementale dei giovani ed era convinto che la competizionesportiva internazionale avrebbe favorito l’amicizia tra i popoli.Lui stesso praticava sport con passione, sebbene non aimassimi livelli.”66 Cfr. Chris Oxlade, David Ballheimer; Istituto Geografico DeAgostini, Novara, 2000. pag. 14 14

“Nel 1896 i Giochi olimpici rinascono ad Atene, in quella Greciadove erano nati più di duemila e cinque cento anni prima. Areinventarle è Pierre de Coubertin, un parigino nato nel 1863da ricca, cattolica e nobile famiglia. Appassionato sin dallatenera età allo studio della storia, de Coubertin (barone pertitolo nobiliare) era molto interessato ai metodi e ai processidella formazione dei giovani e aveva trovato nel mondo deicollege britannici la perfetta incarnazione del suo modellopedagogico ideale, nel quale lo sport era lo strumento cheintegrava l’educazione del corpo e quella della mente. Come,quasi inutile a dirsi, accadeva nell’antica Grecia, dove i giovanisi formavano alternando nei ginnasi l’attività fisica alleconversazioni con i filosofi e alle lezioni dei retori. I giochiolimpici moderni, dunque, si fondavano su un ideale agonisticoche de Coubertin credeva greco ma che invece, comesappiamo, non era affatto tale: basti pensare al motto che,nella sua visione, avrebbe dovuto ispirare il comportamentoolimpico, l’ormai celebre: “l’importante è partecipare”. Mapoiché su quell’equivoco ci siamo già soffermati,soffermiamoci ora su un altra delle ragioni – non meno sentitae ben più materiale – che spingono de Coubertin a far riviverela tradizione olimpica: la terribile, bruciante sconfitta subitadai francesi a Sedan per mano dei prussiani nel 1870, una verae propria debacle che causa la caduta dell’Impero e l’umilianteassedio di Parigi da parte del tedeschi. Per de Coubertin, lasconfitta era legata alla mollezza e alla pigrizia dei giovanifrancesi: lo sport, dunque, era il rimedio per rafforzare unagenerazione a suo giudizio così imbelle. Nel 1888 si verifica unulteriore evento determinante nella storia della rinascita dei 15

giochi: grazie agli scavi condotti dall’archeologo Curtius, itedeschi scoprono il sito di Olimpia. Un ritrovamento che fanascere nei francesi la convinzione che, nel nome dello sportcome veicolo di pace nel mondo, dovevano essere i padri deinuovi giochi olimpici.”7 «Padre delle moderne Olimpiadi è il titolo più frequenteche storici e giornalisti attribuiscono al francese barone Pierrede Coubertin. Egli era segretario dell’Unione francese dellosport atletico. Durante la riunione del 25 novembre 1892, deCoubertin tenne un breve discorso sul l'educazione fisicanell’antichità; e, a conclusione di quel discorso, propose diripristinare gli antichi giuochi olimpici. Si ebbe applausinutritissimi, ma scarsi incoraggiamenti pratici. Pochissimi poiricordano che proprio l’anno dopo si sarebbe compiuto ilmillennio e mezzo dalla soppressione delle antiche Olimpiadi,decretato da Teodosio. Tuttavia il suggerimento di deCoubertin non venne giudicato del tutto accademico. Allorchéil comitato dell’Unione francese dello sport atletico si riunìnuovamente il 1 agosto 1893 per stabilire il programma delCongresso Internazionale degli Sport Atletici che si dovevatenere a Parigi l’anno successivo, all’ultimo punto, degliargomenti da discutere, dopo le regole ed i principidell’atletismo e del dilettantismo, mise la “ possibilità diristabilimento dei Giochi olimpici”, aggiungendo questointerrogativo: “ In quali condizioni possono essi venireristabiliti?” Il barone de Coubertin esultò. Immediatamenteiniziò una campagna personale di persuasione verso i delegati7 Cfr. Eva Cantarella, Ettore Miraglia, Feltrinelli; Trebaseleghe(PD); 2016; pag. 75-76) 16

perché la sua idea potesse venire realizzata. Oggi sappiamoche riuscì magnificamente nel suo intento.”(Cfr. Antonino Fugardi; Cappelli; Rocca San Casciano; 1958;pag. 62-63) 17

Prima dell’avvento della società borghese-capitalistica lo sportsembrava essere finito: si faceva una grande differenza tral’antico mondo sportivo greco e lo sport moderno, intesocome una nuova forma di impegno fisico individuale ecollettivo.Già nel 1859 il Consiglio dei Ministri del governo greco avevaapprovato un decreto reale con il quale ufficializzava la ripresadei Giochi Olimpici ad Atene ogni quattro anni.“Improvvisamente, il nome del congresso cambiò. Le parole“Congresso per il ripristino dei Giochi Olimpici” figurarono suibiglietti d’invito, un esemplare dei quali è esposto a Losanna,nel museo olimpico. Nel quadro prestigioso dell’anfiteatro dellaSorbona (quella nuova, questa volta), di fronte al Bois sacré diPuvis de Chavannes, tra una bella ode di Jean Aicard e un coltocommento di Théodore Reinach, preceduti da un discorsoaccademico del barone de Courcel, l’audizione dell’armoniasacra immerse il numeroso pubblico nell’atmosfera desiderata.Si diffuse una emozione quasi sfumata, come se l’anticaeuritmia filtrasse attraverso la gran distanza dei secoli. Cosìl’ellenismo si infiltrò nel vasto recinto. Il Congresso avevaraggiunto il suo scopo fin dalle prime ore. Sapevo che da quelmomento in poi, scientemente o no, nessuno avrebbe votatocontro il ripristino dei Giochi Olimpici.” (cfr. De Coubertin,Pierre. Memorie olimpiche, Milano : Mondadori, 2003; pag. 14) 18

Nel 1866, senza fini di lucro e con lo scopo di sostenere nuovegiovani promesse, vennero costituite le prime associazionisportive: non esisteva infatti un netto divario tra professionistie dilettanti; veniva data una coppa di denaro al vincitore, maegli era tenuto a donarla al secondo classificato per galanteria.“Il nostro pensiero, nel far rivivere un’istituzione scomparsa datanti secoli, è il seguente: l’atletismo ha acquistatoun’importanza che cresce di anno in anno. Il suo ruolo sembravoler essere così considerevole e durevole nel mondo modernocome lo è stato nel mondo antico; riappare però con caratterinuovi: è internazionale e democratico, adatto perciò alle idee eai bisogni del tempo presente. Ma, oggi come ieri, la suaazione potrà essere benefica o nociva a seconda dell’uso che sene vorrà fare e della direzione verso la quale verrà spinto.L’atletismo può suscitare le passioni più nobili come le più vili;può sviluppare il disinteresse e il sentimento dell’onore, cosìcome l’amore del guadagno, può essere cavalleresco ocorrotto, virile o bestiale; infine può essere usato perconsolidare la pace, così come per preparare la guerra… (cfr.De Coubertin, Pierre. Memorie olimpiche, Mondadori, Milano,2003, p. 18-19)Il 5 Aprile 1896 nascevano le prime Olimpiadi moderne. Lastoria vuole che, nonostante piovve a dirotto, 100 000spettatori si accalcarono sulle gradinate dello stadio greco: fuun successo inaudito. Finalmente il sogno di de Coubertin siera realizzato e si poteva dire soddisfatto.“Il giorno 6 aprile era un lunedì e fu una giornata di sole. Il 5era piovuto (e pioverà ancora durante i Giochi), ma la folla era 19

accorsa ugualmente all’inaugurazione del busto ad Averoff edaveva applaudito al discorso del duca di Sparta. Ma il 6 ci fu lacerimonia ufficiale e il sole non poteva mancare, il celebre soledi Atene, alto nell’altrettanto celebre cielo, per illuminare ilPartenone e far radiosa la fantasia rammemorante gliantichissimi fasti. “Proclamo aperti i Giochi della primaolimpiade dell’era moderna”, così il re, iniziando uncerimoniale conservato poi inalterato nella sua sostanza nelleedizioni successive. Il coro aveva cantato l’Inno olimpicocomposto da Spiridon Samars; pronti erano i pali per innalzareogni volta le bandiere nazionali dei vincitori; tuonò il cannone eil volo di piccioni si alzò nel cielo. Il Comitato olimpico, strettoattorno al re, sembrava voler indicare che era sorto un nuovoindefinibile potere. (cfr. Jacomuzzi,Stefano. Storia delleOlimpiadi, Torino, Einaudi, 1976, pag. 16)L'edizione francese del 1900 fu un incommensurabile fiasco: iconcorrenti tedeschi non trovarono nessuno a riceverli evagarono per una notte intera, chiedendo vanamente dove equale fosse l'albergo a loro destinato. Tuttavia, in questaedizione viene ricordata la prima vincitrice donna inun'Olimpiade moderna: l'inglese Charlotte Cooper.“E’ un miracolo, scrive Gaston Meyer nel suo Le phénomèneolympique, che l’olimpismo sia sopravvissuto ai Giochi del 1900a Parigi. Non ci fu nulla di olimpico, infatti, neppure ilcerimoniale inaugurato ad Atene, né monarchi, né presidenti direpubblica che dichiarassero aperti o chiusi i Giochi. […]”Come Dio volle, anche l’interminabile II olimpiade ebbe fine e ilbarone de Coubertin, lasciato piuttosto in ombra dai suoi 20

connazionali, si rifugiava nella malinconica formula: Moltabuona volontà, risultati interessanti, ma niente diassolutamente olimpico.” ( cfr.Jacomuzzi, Stefano, Storia delleOlimpiadi, Torino, Einaudi, 1976, pag 25,30)Nel 1904 i giochi olimpici dovevano essere a Chicago, mafurono celebrati a St. Louis. Parteciparono solo otto nazioniper i costi troppo alti e l'edizione si rivelò un ulteriore disastro.“Sulle olimpiadi grava l’ipotetica delle esposizioni. L’olimpismoè ancora troppo fragile, per ammissione del suo stessocreatore, troppo scarsa la sua risonanza per pretendere unasua autonomia. Atene aveva un po’ illuso. Tutta la resistenza diDe Coubertin non può impedire il nuovo connubio, tanto piùche i Giochi Olimpici si spostano oltre l’Atlantico, in terrad’America. […] Dell’olimpiade di Saint Louis qualcosa arriva inEuropa: la scoperta dell’ice cream, che ha costretto al ritiromolti dei maratoneti fra spasmi e contorcimenti di ventre, maha permesso anche di constatare l’agevolezza pratica di unrefrigerio estivo per le gole riarse e le bocche affocate. A bassoprezzo, di réclame, come si dice.” (cfr. Jacomuzzi,Stefano.Storia delle Olimpiadi, Torino, Einaudi 1976, pag 31,36)Nel 1920 ad Anversa, in Belgio, si tennero i primi giochi aseguito della prima guerra mondiale: si ritornò a sventolare labandiera olimpica e a recitare il giuramento per la prima volta.I paesi sconfitti nella Grande Guerra (Austria, Germania,Ungheria e Turchia) non furono invitati a partecipare. 21

“Viene finalmente la primavera del 1919, una primavera dipace, con focolai di incendio che ancora non si spengono. Unaprimavera di congressi, anche, dai quali nasce, e nasce male,una nuova Europa. Anche l’olimpiade ha il suo congresso inprimavera e il suo atto di coraggio: la VI è andata a vuoto, mala VII deve assolutamente riuscire, anche se manca appena unanno. […] Purtroppo le vicende politiche impedirono lepartecipazioni della Germania e dell’Austria (e come si è visto,dell’Ungheria). Durante la guerra de Coubertin si erafermamente rifiutato di espellere i membri tedeschi e austriacidel Cio, come reclamato dal delegato britannico, ma ora, chiavrebbe osato invitare, in una città che mostrava ancoradovunque le sue ferite, i nemici di appena un anno prima? (cfr.Jacomuzzi,Stefano. Storia delle Olimpiadi, Torino, Einaudi,1976, pag 87,88)Durante i giochi del 1928, ad Amsterdam, nei Paesi Bassi, perla prima volta le donne furono ammesse in gare di atletica.Inoltre, la Germania in questa stessa edizione si ripresentòdopo la sconfitta della Grande Guerra. Le Olimpiadi durantequesta edizione hanno, per la prima volta, la durata classicache si conserverà fino ai giorni nostri.“C’erano state delle novità nella cerimonia d’apertura. Per laprima volta la fiaccola accesa sotto il sole di Olimpia etrasportata attraverso la Grecia, la Jugoslavia, l’Austria, laGermania e i Paesi Bassi appiccava in una grande vasca il fuocoolimpico, che avrebbe arso per tutta la durata dei Giochi.Inoltre, nella sfilata, il primo posto fu occupato dalla Grecia, 22

mentre le altre rappresentanza seguivano in ordine alfabetico;i padroni di casa chiudevano la lunga fila.” (cfr. Jacomuzzi,Stefano. Storia delle Olimpiadi, Torino, Einaudi, 1976, pag 123)L'edizione del 1936 fu inaugurata da Hitler. Il nazismo, infatti,come anche tutti gli altri regimi totalitari, si servì della culturae del mondo classico per l’esaltazione delle proprie origini, masoprattutto ai fini propagandistici del proprio partito. Siricorda l'incredibile partecipazione del velocista americanoJesse Owens. I capi nazisti avrebbero voluto escludere dalleOlimpiadi le razze inferiori, ovvero neri ed ebrei, ma il C.I.O.affermò: \"O tutti, o nessuno!\". A questo punto Hitler e i suoiseguaci si dovettero piegare. Fu così che nacque una vera epropria leggenda.“L’olimpiade che ha fatto più parlare di sé. L’olimpiadespettacolare. L’olimpiade perfetta. L’olimpiade hitleriana.Ordine, grandiosità, razzismo, svastiche ed aquile su tuttaBerlino, negli occhi di tutti.” (cfr. Stefano Jacomuzzi, Storiadelle Olimpiadi, Einaudi editore 1976; pag 123)Nel 1948 si tennero le prime Olimpiadi dopo la seconda guerramondiale a Londra: parteciparono nuovamente molti paesi. Adifferenza dell'edizione del 1936, questa volta le Olimpiadi nonfurono uno strumento per esaltare un determinato popolo, néoccasione di propaganda razziale e politica, ma un segno dipace. Si ricorda soprattutto la saltista olandese Fanny BlankersKoen, detta \"la mamma volante\", che divenne l'idolo di questeOlimpiadi.“Ma c’è, soprattutto, una bionda e florida mamma olandese, e23a lei bisogna dare il titolo di “eroe eponimo”: Fanny Blankers

Koen, vincitrice di quattro medaglie, detentrice di sette primatimondiali contemporaneamente, nelle corse di velocità, nei saltiin alto e in lungo, nel pentathlon.” (cfr. Stefano Jacomuzzi,Storia delle Olimpiadi, Einaudi editore 1976; pag 198)L'edizione del 1952, svoltasi a Helsinki, in Finlandia, fu la piùriuscita fino ad allora: vi presero parte circa 7000 atleti e 69nazioni. Essa è la seconda olimpiade dopo la seconda GuerraMondiale (la prima si svolse a Londra nel 1948) e grazie allapartecipazione per la prima volta dell’Unione Sovietica, divienela primacompetizione sportiva tra USA e URSS durante la GuerraFredda.Gli atleti alloggiavano in tre villaggi distinti: uno costruito per ipaesi alleati degli USA, uno per i paesi alleati dell’URSS el’ultimo, secondo tradizione riservato alle donne. Ma gli atletiinfransero la “Cortina di ferro” e approfittarono dell’occasioneper fraternizzare.Nel 1956 le Olimpiadi estive si tennero a Melbourne, inAustralia. Soprattutto per gli europei i costi del viaggio furonoelevatissimi. Si verificò il primo boicottaggio olimpico dellastoria: i Paesi Bassi, la Svizzera e la Spagna non parteciparonoper protestare contro la repressione della rivolta in Ungheriada parte dell'URSS. La mancanza di sponsor fece diminuire ilnumero di atleti iscritti.“A Melbourne si andò anche perché non si poteva più restare inEuropa. Dodici olimpiadi si erano disputate fino ad allora e diqueste dieci in Europa e due in America. Bisognava guardare 24

all’Asia o all’Africa. Ma in Asia e in Africa nessuna città era ingrado di organizzare una tale manifestazione. […] Australia,dunque, e Melbourne, anche se la scelta comportava grossiproblemi. Il problema della distanza non era dei più gravi datolo sviluppo dell’aviazione commerciale, ormai pienamente ingrado di soddisfare a tutte le esigenze. (cfr. Stefano Jacomuzzi,Storia delle Olimpiadi, Einaudi editore 1976; pag 238,239)Nel 1960 a Roma si tennero i giochi all'interno dei qualibrillarono alcuni dei nomi più illustri dell'epoca: negli USA fuappositamente costruita una nuova cittadina, la cui cerimoniadi inaugurazione venne ideata dal genio di Walt Disney.Cassius Clay, meglio conosciuto come Muhammad Ali, vinse aRoma l'oro nel pugilato, vittoria seguita in diretta da milioni dieuropei.“Le olimpiadi a Roma, sessant’anni dopo il primo invito. NelCongresso di Londra del 1904, infatti, Roma era stataincaricata di organizzare i Giochi della VI olimpiade. Il baronede Coubertin voleva Roma, dopo Atene. Così fin dagli inizifaticosi ci sarebbe stata la consacrazione da parte delle duecittà che avevano simboleggiato in sé quella civiltà, alla quale ilbarone aveva chiesto ispirazione e conforto.” (cfr. StefanoJacomuzzi, Storia delle Olimpiadi, Einaudi editore 1976; pag264) 25

Il fuoco di Olimpia ritornaLa fiaccola olimpica ripercorre l’itinerario di Milone, il lottatorecrotoniate che vinse nel 540 durante la 60° Olimpiade,partendo da Atene, attraversando il Mediterraneo edarrivando finalmente a Roma in occasione della stessaOlimpiade. Il primo sbarco fu quello a Siracusa della “Vespucci”il 18 agosto a cui seguì l’arrivo a Catania durante la notte.Dopo una breve cerimonia, la fiaccola proseguì il suo viaggioverso Messina, ultima tappa della Sicilia, per poi attraversarelo Stretto, raggiungendo Reggio.Il Sacro Fuoco di Olimpia arrivò a Messina la mattinata del 19agosto alla presenza dell’on. Ferdinando Stagno d’Alcontres,allora presidente della Regione Sicilia, il quale tenne unimportante discorso, mettendo in risalto il significato dellacerimonia e l’ideale olimpico.“Il fuoco olimpico giungerà a Siracusa con la “Vespucci” einizierà subito il suo viaggio nell’isola, toccando anche Cataniae Messina, ove giungerà alle ore 11.00 del 19 agosto. Ilprogramma allo studio del comitato Regionale riunitosi aPalazzo Zanca.” (cfr. Gazzetta del Sud, Gennaio 1960; pag. 5,15-01-1960) 26

Nel 1964 i giochi olimpici si tennero a Tokyo, in Giappone: ilfuoco venne acceso da uno studente nato nelle vicinanze diHiroshima, luogo del tragico evento seguito allo scoppio dellabomba atomica.“Anche l’Asia è stata raggiunta dalle olimpiadi. Non restadunque che l’Africa e poi l’insegna dei cinque cerchi si saràfinalmente alzata su tutti i continenti. […]Adesso tutto è silenzio nello stadio di Tokio. Il braciere che ilragazzo di Hiroshima Yoshinori Sakai (nato proprio nella nottein cui la bomba aveva ucciso settantamila persone dando inizioall’era atomica) aveva acceso all’inizio dei Giochi, ha avuto gliultimi guizzi e poi si è spento. Gli atleti se ne sono andati viatutti, dopo la baraonda finale.” (cfr. Stefano Jacomuzzi, Storiadelle Olimpiadi, Einaudi editore 1976; pag 315,349)Nell'edizione del 1968, a Città del Messico, i giochi olimpici sisvolsero non senza pochi disordini, di cui approfittarono alcunisportivi per fare politica: i velocisti statunitensi Smith e Carlosalzarono il pugno guantato di nero in segno di rivolta.“Una bella riuscita olimpiade, pur all’ombra deli avvenimentiche l’hanno introdotta. Le autorità messicane respirano epossono anche rifarsi, con la voce grossa. […] Un’olimpiadecompromessa può anche essere un’olimpiade utile, unrichiamo, non una fuga.” (cfr. Stefano Jacomuzzi, Storia delleOlimpiadi, Einaudi editore 1976; pag 385) 27

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Nonostante la Carta Olimpica prescriva una netta separazionetra sport e politica, le olimpiadi, nel tempo, sono state anchestrumento per fare opera di “sensibilizzazione” politica. I giochi Olimpici del 1972 a Monaco sono stati segnati da uno dei più tragici attentati terroristici della storia: otto terroristi palestinesi, dopo aver preso in ostaggio 11 atleti israeliani chiesero come riscatto la liberazione di 200 prigionieri palestinesi. “Dodicimilacinquecento poliziotti venuti ad aggiungersi a quelli di Monaco non sono bastati ad evitare che pochi uomini armati scavalcassero un muro di cinta e portassero a deflagrare il bubbone gonfio di disperazione e di violenza. L’ansia e lo sgomento del mondo venivano convogliati verso una manifestazione sportiva con un calcolo preciso, che non sta a noi chiederci quanto redditizio.” (Jacomuzzi, Stefano. Storia delle olimpiadi, Torino, Einaudi 1976, p.387 ) Terroristi e prigionieri raggiunsero l’aeroporto per tornare in Egitto, ma le teste di cuoio aprirono il fuoco. Tutti 29

gli ostaggi morirono e con loro 5 terroristi. Nonostante ciò, le olimpiadi non furono interrotte. I Giochi Olimpici del 1976 si tennero a Montreal. Durante questa edizione vennero adottate misure estreme per la sicurezza, infatti, era ancoravivo il ricordo dell’attentato della precedente edizione. Fu laRegina Elisabetta a dare il via ufficiale ai Giochi. Inoltre, mentre precedentemente doveva sempreesserci un “eponimo”, cioè un atleta che più di ogni altrofosse degno di rappresentare l’intera Olimpiade, a Montrealinvece non ci fu, poiché i protagonisti degni furono tanti. I Giochi della XXI Olimpiade furono la prima delle treedizioni durante le quali un nutrito gruppo di stati, semprediverso in tutte e tre le edizioni, boicotterà la manifestazionesportiva in segno di protesta. Le Olimpiadi di Montréal 1976furono boicottate da 27 paesi africani, uno asiatico (l'Iraq) euno americano (la Guyana). Il motivo di tale gesto fugiustificato come segno di protesta nei confronti della NuovaZelanda e in particolare della sua squadra di rugby, chesecondo alcune fonti si era recentemente recata in tour nelSudafrica dell'apartheid nonostante il boicottaggio sportivo 30

in atto, dove aveva giocato con altre squadre composteesclusivamente da bianchi. Bisogna ricordare che il rugby nonera più uno sport olimpico e in tal senso si giustificò più volteil CIO, che preferì non intervenire nella faccenda e lasciò che ilproblema fosse risolto al di fuori dell'organizzazione deigiochi. La situazione però non si sbloccò e il giornodell'apertura dei Giochi i 29 Stati boicottarono lamanifestazione Fu la Russia ad ottenere il primato con 49 medaglied’oro. L’Italia tornò a casa con 2 ori, 7 argenti e 4 bronzi. Le Olimpiadi di Moscadel 1980 furono le primeolimpiadi che si tennero inuno stato socialista, cioè laRussia. Vennero boicottateda 63 paesi a causadell’invasione sovietica inAfghanistan. Così si legge inun resoconto contemporaneo: Già all’inizio dell’anno gli StatiUniti hanno minacciato di boicottare le Olimpiadi a causadell’invasione dell’Afghanistan da parte delle truppesovietiche. Prima dell’estate, la maggior parte degli statioccidentali decide di non inviare le proprie squadre ai giochiolimpici. Francia e Gran Bretagna, invece, decidono dipartecipare e per il presidente Jimmy Carter si tratta di unoscacco politico. Mosca, invece, considera il comportamentocontraddittorio dei partner dell’alleanza atlantica come unindice di incertezza politica. Ma a pagare le spese del 31

boicottaggio sono soprattutto gli atleti, che vedono andare infumo anni di duro allenamento. (Gedea XX secolo, DeAgostini, IX volume) Vi parteciparono solo 81 paesi, compresa l’Italia, cheperò si presentò senza inno e senza bandiera. I Giochi Olimpici di Los Angeles nel 1984 aprirono unanuova era: perla prima voltagli impiantioperativivennerofinanziati daprivati conguadagni di200 milioni didollari. Oltre 30 sponsor selezionati forniscono circa 500 milionidi dollari alle casse del Comitato Olimpico, mentre ad altreimprese viene concessa la possibilità di costruire gli impiantisportivi e di apporvi il proprio logo. I diritti per la trasmissionedelle gare vengono ceduti per 225 milioni ad Abc, che ottienecosì redditizi contratti pubblicitari. (Gedea XX secolo, DeAgostini, IX volume) Le Olimpiadi si trasformarono in un vero e propriobusiness. 32

I Giochi Olimpici del 1988 sitennero a Seul, in Corea del Sud. Lanazione ospitante volle dimostrarsi unpaese democratico, del resto il mondostava cambiando, il muro di Berlinostava per cadere e con esso i regimicomunisti dell’Est. In preparazione delle Olimpiadi del1988, il Comitato OlimpicoInternazionale lavorò per evitare un altro boicottaggioolimpico. Ciò fu reso però più difficile sin dalla scelta dellanazione ospitante: i rapporti diplomatici infatti tra la Coreadel Sud e i paesi comunisti vicini come la Cina, l'URSS el'acerrima rivale, la Corea del Nord, non erano buoni. Perquesto motivo intervenne il presidente del CIO Juan AntonioSamaranch, che si impegnò per la partecipazione di questipaesi. Nel 1985, però, la Corea del Nord aveva preteso diorganizzare, assieme alla Corea del Sud, i giochi olimpici. Cosìil presidente del CIO incontrò in una riunione i ComitatiOlimpici delle due Coree. Tuttavia le trattative non ebberosuccesso. Il CIO non riuscì a soddisfare le esigenze della Coreadel Nord, che boicottò in risposta i Giochi olimpici, seguita daaltre nazioni. Ai giochi di Seul '88 presero quindi parte 159 nazioni,alcune delle quali per la prima volta nella storia. Durante gli anni ’90 le olimpiadi furono concepitesempre di più come un business dalle multinazionali; 33

Nel 1992 i Giochi Olimpici si svolsero a Barcellona. Il regime fascista di Franco era terminato da qualcheanno e una Spagna democratica, ringiovanita e vogliosa diriprendere l'antico ruolo di potenza internazionale, anche sulpiano economico, emergeva con sempre maggioreprepotenza. Il suo ingresso nella Comunità Europea era ladimostrazione di questa volontà e nel caso specifico delgoverno, guidato dal socialista Felipe González, di procedererapidamente nell'integrazione con le altre grandi nazionieuropee. Di valore non soltanto simbolico era, poi, laricorrenza dello storico viaggio di Cristoforo Colombo daPalos, sulla costa meridionale della Spagna, verso ilcontinente che sarebbe stato chiamato America. Poco dopo la riunificazione tedesca le repubblichebaltiche ‒ Lettonia, Estonia, Lituania ‒ che erano stateinglobate a forza nell'URSS se ne distaccarono proclamandol'indipendenza. Il CIO riconobbe rapidamente i loro comitatiolimpici nazionali, e questi tre paesi ritornarono a inviare le34loro squadre ai Giochi. Il problema più grosso, tuttavia,

riguardava l'Unione Sovietica o, meglio, quel che ne rimaneva.Il susseguirsi degli eventi politici del 1991 aveva portato alladissoluzione di quello che era stato l'impero sovietico.L'organismo che aveva governato lo sport nei decenniprecedenti ‒ il Gossport ‒ non aveva più i fondi per affrontarele spese di un'Olimpiade e formare una squadra. Le diverse exrepubbliche sovietiche che avevano aderito alla Comunitàdegli Stati Indipendenti non avevano né dollari né rubli incassa, e quindi era illusorio pensare che potessero finanziareil Gossport, al quale servivano almeno 5 milioni di dollari.Samaranch intervenne con prontezza per impedire checentinaia di atleti fossero privati della possibilità dicompetere. Il CIO, attraverso i contatti con sponsor e variecompagnie multinazionali interessati al futuro mercato dell'exURSS, riuscì a raccogliere i mezzi necessari alla spedizioneolimpica. A Barcellona, la Squadra unita della Comunità degliStati Indipendenti fece il suo ingresso nello stadio sotto unanuova, comune bandiera. Durante le olimpiadi del 1996emerse per la prima volta la Coca Colacome sponsor . 35

Le Olimpiadi del 2000 si tennero a Sidney e propriodurante quest’edizione un gruppo di studenti universitari diPechino programmò una protesta davanti l’AmbasciataAmericana, ma la polizia riuscì ad evitare la rivolta. NelleOlimpiadi del 2000, l'Australia seppe dimostrareperfettamente lasua ottimaorganizzazione: lestrutture sportivefurono sempreeccezionali eall'avanguardia, iservizi furono eccellenti durante tutto il corso dell'Olimpiade,la copertura radiotelevisiva che venne offerta fu perfetta. Insintesi, nulla venne lasciato al caso. Durante la cerimonia dichiusura, Juan Antonio Samaranch all'epoca presidentedel CIO, elogiò espressamente quest'olimpiade definendola\"la migliore di tutte fino ad allora celebrate\". I Giochi Olimpici del 2004 si volsero ad Atene. La città fuscelta proprio perché si sentiva il bisogno di tornare alle origini. Hanno partecipato 10625 atleti, 5501 squadre e 201 paesi e per la prima volta dalla XXVI Olimpiade hanno partecipato tutte le nazioni con un comitato olimpico. La cerimonia d'apertura era centrata sulla divinità greca Apollo e sullo sviluppo e la crescita dell'umanità a36partire dalla civiltà greca: all'inizio della cerimonia al centro

dello stadio era infatti stato creato un grande bacino d'acquarappresentante il Mar Egeo. Il fulcro simbolico della cerimoniaera rappresentato da un grande albero. La cerimonia dichiusura aveva, invece, un particolare riferimento alla divinitàgreca Dioniso ed all'inizio della cerimonia al centro dellostadio era stato creato un grande campo di grano a forma dispirale.Nel 2008 per laterza volta dopo Tokyo eSeoul i Giochi olimpici sisono svolti in Asia, aPechino. In questaedizione, per la seconda(dopo l’edizione del1956) i Giochi Olimpicisono stati ospitati da dueComitati Olimpicidifferenti. Il logo ufficialedi questa olimpiade èstato il Pechino danzante: è l’ideogramma stilizzato delcarattere che in cinese significa capitale ed ha la forma di unuomo danzante. Lo slogan è stato “One world, one dream”.La trentesima edizionedei Giochi Olimpici si èsvolta a Londra. Per igiochi sono stati ideatidue loghi: uno per gli 37

stessi giochi olimpici e l’altro per la seconda fase dellaprocedura di assegnazione; è stata la prima volta che unostesso logo è stato usato sia per i giochi olimpici cheparaolimpici. Wenlock, la mascotte della trentesima edizione,indossava cinque braccialetti dell’amicizia sul polso, ognunodel colore dei cinque anelli olimpici. 38

I giornalisti alla ricerca del fatto curioso, dell’aneddotocommovente o divertente si ebbero, a Melbourne, unmatrimonio, o meglio, una promessa di matrimonio, poiregolarmente mantenuta. Una cosa davvero ghiotta, perchèera un matrimonio da “guerra fredda”, tra un bel colosso delMassachusetts e una graziosa cecoslovacca. Harold Connolly,lui, fondatore e presidente del Club dei falliti, che lanciavano ilmartello per conquistarsi un posto al sole della gloria con il piùtrascurato e meno nobile dei lanci; medaglia d’oro aMelbourne e poi ancora a Roma; medaglia d’oro anche lei, neldisco, Olga Fikotova, non pronosticata dagli esperti. Si ebbemolti applausi, perché non era solo “splendidamente dotatanel fisico”, me era bella, anche, con un vispo viso di furetto.“Carina”, insomma, il che è abbastanza raro per un’atleta, peruna lanciatrice, soprattutto. Ma la più circuita, seguita,fotografata, intervistata (quando si lasciava intervistare) fratutti gli atleti maschi e femmine, fu la russa Nina Ponomareva,olimpionica del disco a Helsinki e pronosticata vincitrice anchea Melbourne. A farne centro d’attrazione non era la suaeccellenza atletica, ma il recente fattaccio di Londra, dove laPonomareva, venuta per partecipare a una delle gare dipreparazione olimpica, era stata arrestata e poi rilasciata inseguito al furto di alcuni cappellini in un grande magazzino. Lacosa andò tanto avanti, che si rischiò l’incidente diplomaticocon il ritiro degli ambasciatori. Perfino l’elegante e fatale suaconnazionale Galina Popova, centometrista, che gli americani 39

avevano ribattezzato Maria Valewska, fu trascurata daigiornalisti e fotografi in caccia di “Nina dai cappellini”. La qualesi sentiva impegnata, proprio per questo, a venire in primapagina finalmente di nuovo per le sue vittorie di atleta. Masarà lo stress psichico di questo continuo assedio edell’avvenimento che l’aveva causato, sarà la perfezionestilistica della cecoslovacca Fikotova, fatto è che Nina non finiche terza. Perse allora tutta la sua baldanza e l’euforia con cuiaveva tenuto testa agli affamati di scandali e pettegolezzi(“Non sono mai stata tanto fotografata in vita mia, - rispose aun nostro inviato, - sono diventata come la vostraLollobrigida”; e ancora: “Credete che alle olimpiadi di Roma mifaranno seguire da un cane poliziotto?”) e la sera dellasconfitta la trovarono nella sua stanzetta, davanti al ritrattodel figlio, e disse solo: “Mio figlio piangerà anche per me”. Inun angolo vi erano alcune cappelliere, omaggiopubblicitariamente interessato di ditte australiane. Su ungiornale della sera spiccava il titolo: La vendetta di ScotlandYard. Quei tali giornalisti non si lasciarono sfuggire il saluto cheil francese Michel Rousseau, un ciclista massiccio e burrascoso,rivolse a Filippo di Edimburgo che gli porgeva la medagliad’oro: “ Salve, duca!” E si ebbero anche il sonno di ArereAnentia, un negro del Kenia, che aveva inparato a correre nellasua terra, dietro a un giovane ufficiale inglese, che si chiamavaGordon Pirie. Poi Pirie era ritornato in patria ed era diventato il“grande Pirie”, mentre Arere Anentia aveva continuato acorrere a piedi scalzi. Si erano di nuovo incontrati, aMelbourne, l’ignoto negro e il primatista del mondo.Avrebbero corso insieme nei 10 000. Arere era negli spogliatoi 40

in attesa che l’altoparlante lo chiamasse per la sua gara. E siaddormentò.Sognò le solitarie corse ai margini del deserto. Nel sogno –immagina e racconta Franco Grimaldi in Il lungo sonno di ArereAnentia – udì anche la voce di Pirie e altre voci e sogno untrionfo e un podio fatto come le onde del mare e mille voci eluci e Anentia in cima al podio, incoronato e felice, sognòMa il sogno di Arere Anentia finì come di incanto. Udì una vocee si senti scuotere da una mano prepotente e forte, “Anentia...eccolo. Sta dormendo ancora...” Anentia aveva già vinto eperduto. Allo stadio olimpico avevano già iniziato la sua gara.L’avevano chiamato, cercato; poi tutti avevano scosso lespalle. “Ad arrivare ultimo sarà un altro”, aveva detto Pirieschierandosi al via accanto a Kuts e agli altri. Quando ArereAnentia giunse trafelato allo stadio, Pirie stava subendo lasconfitta più mortificante della sua carriera. Già la folla gridavail nome di Kuts. Nessuno sugli spalti si era accorto chemancava il negro del Kenia, Arere Anentia. Un cronistameticoloso, però scrisse: “... e mentre il grande Kuts ricevevagli onori del trionfo, il negro Arere Anentia, atleta del Kenia,piangeva in un angolo dello stadio per aver dormito troppo,tanto, da giungere sulla pista olimpionica quando i concorrentidei diecimila metri avevano percorso metà della gara...”. ArereAnentia infine si era alzato dal suo angolo. Si era diretto adabbracciare Pirie. E piansero assieme in un angolo dello stadio.Cit. Stefano Iacomuzzi, Storia delle Olimpiadi, Einaudi, Torino,1976, pag. 255-257 41

I Giochi paralimpici o paraolimpiadirappresentano le principali manifestazionisportive per atleti portatori di handicap fisico omentale. Sono dette paraolimpiadi proprioperchè si svolgono in parallelo alle Olimpiadi.Sebbene le prime competizioni per disabili si fossero svolteufficialmente nel 1960 a Roma, con il nome di “Giochiinternazionali per paraplegici”, già nel 1948 furono organizzatidei giochi per portatori di handicap: padre di questa nuovainiziativa è il medico inglese Ludwig Guttman, che organizzò questamanifestazione perveterani dellaseconda guerramondiale. Nel 1952la competizione siripete con lapresenza di atletiolandesi. Nel 1958venne chiesto aGuttman disvolgere laprossima edizionedei suoi giochi aRoma, in concomitanza con le Olimpiadi che erano state 42

organizzate nella capitale italiana nel 1960. Da quel momentoin poi questo evento si sarebbe svolto assieme alle Olimpiadi,con la sola eccezione del 1968, quando il governo del Messico,che avrebbe ospitato la manifestazione, non sostenne losvolgersi dell’evento. Nel 1984 presero il nome di giochiparalimpici e nel 2001, con un accordo tra il CIO e il ComitatoParalimpico Internazionale, venne stabilito che le cittàcandidate ad ospitare le Olimpiadi avrebbero dovutoorganizzare anche le paraolimpiadi. Al momento leparaolimpiadi comprendono 23 discipline per i giochi estivi e 5per quelli invernali 43

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Lo sport ha il potere di cambiare il mondo. Ha il potere di suscitare emozioni. Ha il potere di unire le persone come poche altre cose al mondo. Parla ai giovani in un linguaggio che capiscono. Lo sport può creare speranza, dove prima c'era solo disperazione. È più potente di qualunque governo nel rompere le barriere razziali. Lo sport ride in faccia ad ogni tipo di discriminazione.\" Nelson MANDELA dopo 1500 anni diinterruzione, Pierre de Frédy barone di Coubertin, pedagogistae storico francese, fonda il Comitato Olimpico Internazionalecon l’intento di promuovere la pace e la comprensione tra ipopoli attraverso lo sport. La sua proposta viene accolta conentusiasmo: i Giochi Olimpici vengono così reintrodotti nel1896.Città designata per i primi Giochi Olimpici moderni è Atene inGrecia. Il 6 Aprile 1896 nello Stadio Panathinaiko, l’unico almondo ad essere stato costruito col marmo pentelico, si svolgela cerimonia di apertura per l’inaugurazione dei primi GiochiOlimpici dell’era moderna. I Giochi sono ufficialmente apertida re Giorgio I di Grecia che davanti a un pubblico gremito di80000 persone pronuncia le parole “Dichiaro aperti i primiGiochi Olimpici internazionali di Atene. Lunga vita alla nazione,lunga vita al popolo greco” , con gli atleti raggruppati edallineati per nazione.COSA RESTA DELLE OLIMPIADI ANTICHE?Soltanto 5 sport sono sempre stati presenti alle Olimpiadi sindal 1896: atletica leggera, ciclismo, scherma, ginnastica enuoto. All'elenco andrebbe aggiunto anche il canottaggio, cheera in programma nel 1896, ma le gare furono annullate acausa del maltempo. 47

Da quel 6 aprile 1896 le Olimpiadi si svolgono ogni quattroanni, in una città di volta in volta diversa, ma sempre sottol'egida del Comité international olympique (CIO) e raccolgonosotto un'unica bandiera atleti provenienti da quasi tutti i paesidel mondo.A differenza delle Olimpiadi dell'antichità, che facevanofermare anche le guerre, quelle moderne sono state costrettead annullare tre edizioni (1916, 1940, 1944) per gli eventibellici.Oggi rappresentano l'evento sportivo più importante perl’impatto mediatico e l'interesse che suscitano al punto che nel2002, per motivi logistici, il CIO ha posto un limite al numerodei partecipanti: 10.500 atleti per un totale di 28 disciplinesportive e 301 specialità.Nel programma di ogni olimpiade figurano più di 2 sport\"dimostrativi \" che non hanno medaglie e titoli in palio, unosport folkloristico del paese organizzatore e uno richiestodalla federazione internazionale.Alle Olimpiadi estive si affiancano, dal 1924, anche le Olimpiadiinvernali e le paralimpiadi, dedicate ad atleti disabili,organizzate a partire dal 1960.A nome di tutti i contendenti prometto cheprenderemo parte a questi Giochi Olimpici rispettandoe osservando le regole che li governano ,impegnandoci per uno sport privo di doping e didroghe, nell’autentico spirito di lealtà sportivo , per lagloria dello sport e l’onore delle nostre squadre. 48

GIOCHI OLIMPICI ESTIVI 49 FORZA E DESTREZZAGinnastica: artistica, ritmica, trampolino elasticoJudoLottaPugilatoSollevamento pesiTaekwondo SPORT DI SQUADRAPallacanestroPallamanoPallavoloPallanuotoCalcioBeach volleyBadmintonHockey su pratoRugby a 7 GARE INDIVIDUALIAtletica leggeraGolfCiclismo: su strada, su pista, mountain bike, BmxEquitazioneSchermaTennisTennis tavoloTiro a segno /a voloTiro con l’arco RAGGRUPPAMENTI DI SPORTPentatlon modernoTriathlon SPORT ACQUATICINuotoNuoto sincronizzatoTuffiCanoa/kayakCanottaggioVela

***Dalla prima Olimpiade, disputata nel 776 a.C., a quella del 712a.C. l’unica disciplina praticata è stata la corsa. Col passare deltempo, le categorie di corsa si sono diversificate:  all’inizio l'unica gara era quella dello stadio (m. 192,27),  a cominciare dalla XIV Olimpiade (724 a. C.) , fu introdotta la corsa del diaulo, o doppio stadio (m. 384,54),  nella XV Olimpiade (720 a. C.), apparve il dolico, vera e propria corsa di resistenza.Con le Olimpiadi moderne, la corsa è divenuta partedell’atletica leggera, insieme di discipline, elaborate sulmodello greco.CORSA400 METRI: si disputano in pista effettuando un girocompleto. La pista è suddivisa in corsie di 1,22 metri di larghezza. I quattrocentisti effettuano la partenza dai blocchi per portare a termine una prova di velocità pura e devono possedere due qualità fondamentali: velocità 50


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