elle REPORTAGE Nella provincia di Uvurkhangai, in Mongolia, il quattordicenne Mungun Huleg, figlio del pastore e allevatore Bukhuu, torna al campo della sua famiglia raccogliendo le capre e le pecore all'interno del recinto, prima che cali la notte.
VITE APPESE A UN filo Il cashmere più pregiato nasce sugli altopiani della Mongolia dove i pastori allevano capre dal vello finissimo. Mentre il clima si riscalda, il suolo è sempre più arido e i giovani preferiscono andare in città, chi resta a vivere sotto le tende difende le ragioni di una tradizione millenaria. E una libertà unica al mondo di Matteo Fagotto foto Matilde Gattoni
Distretto di Khujirt (Mongolia). Ganbaatar terzo della popolazione mongola. «Senza il cashmere non avremmo così tante capre, e sicuramente guadagneremmo Davaasuren si alza non appena i primi raggi di sole molto meno», ammette Bukhuu. L’uomo guadagna circa illuminano le colline attorno al fiume Mukhdag. Dopo aver 1.000 dollari all’anno grazie al cashmere, una cifra che ha divorato una ciotola di tsuivan – un piatto tradizionale fatto di permesso alla famiglia di aumentare il proprio tenore di vita pasta, patate e carne secca – l’uomo si riserva alcuni preziosi appena al di sopra del livello di sussistenza. La Mongolia è una minuti per parlare con sua moglie e giocare con Ariunbileg, delle nazioni meno popolate del mondo: a parte la capitale la sua figlia di due anni. Come ogni mattina, questo pastore Ulaanbaatar e pochi centri regionali, il Paese è una landa di 37 anni dovrà presto montare in sella al suo cavallo e sterminata dove pascolano decine di milioni di animali. I affrontare il gelido vento primaverile per occuparsi del pastori sono gli unici abitanti di queste terre incantate, dove bestiame. Soprannominato “Bukhuu” dal primo suono che le giornate sono ancora scandite dal lento ritmo della natura e emise quando era un bebè, l’uomo proviene dalla provincia dalle esigenze del bestiame. di Uvurkhangai, nella Mongolia centrale. Figlio e nipote di allevatori, Bukhuu possiede circa cento animali tra pecore, Per migliaia di anni i pastori mongoli hanno condotto capre, mucche, yak e cavalli. «Amo il mio lavoro», spiega abbracciando Ariunbileg. «Non c’è soddisfazione più grande un’esistenza isolata e autosufficiente, vivendo di prodotti che provvedere ai miei figli grazie ai miei animali». Dopo di allevamento: pelli, prodotti caseari e carne. Oggi sono aver controllato il bestiame, Bukhuu andrà a raccogliere tra gli ultimi custodi di uno stile di vita nomade che sta legna nella foresta per poi radunare le capre per l’evento più lentamente scomparendo in tutto il mondo. I pastori si importante dell’anno. Dalla loro tosatura, la famiglia otterrà spostano più volte l’anno in cerca di pascoli, viaggiando infatti una delle fibre più costose e ricercate al mondo. Il 40 fino a centinaia di chilometri di distanza dalla loro terra per cento della produzione mondiale di cashmere proviene d’origine. Molti conducono una vita austera, i cui beni da questi altopiani incontaminati e spazzati dal vento. La materiali sono rappresentati da un divano letto, una stufa e fibra si ottiene dal sottopelo delle capre, che cresce in folti dai pochi mobili che riescono ad entrare nelle ger, le piccole ciuffi durante la stagione fredda e viene rimosso in primavera capanne in legno e tela dove vivono i pastori, che possono con l’aiuto di pettini metallici. Le capre locali sviluppano un essere montate e smontate in poche ore. In una terra così manto particolarmente denso per poter sopravvivere ai rigidi fredda e arida, dove l’agricoltura è pressoché impossibile, inverni, quando le temperature scendono fino a -40 °C, e ciò il bestiame è l’unico vero mezzo di sostentamento. Ma rende il cashmere mongolo uno dei migliori al mondo. Negli allevare animali in un ambiente così estremo non è affatto ultimi decenni, il cashmere ha fatto la fortuna degli allevatori facile. Senza i vantaggi della moderna zootecnia, qualsiasi locali, garantendo il sostentamento di più di 170.000 modifica delle condizioni climatiche può avere gravi famiglie e diventando la principale fonte di reddito per un conseguenze per le mandrie, e negli ultimi decenni molti ELLE|104
elle REPORTAGE ‘I PASTORI SI SPOSTANO ‘ PIÙ VOLTE L'ANNO IN CERCA DI PASCOLI, VIAGGIANDO ANCHE PER CENTINAIA DI CHILOMETRI allevatori locali hanno cominciato a gestione delle terre. Negli ultimi anni sono sperimentare sulla propria pelle gli state create numerose cooperative locali effetti del cambiamento climatico. per coordinare il movimento degli animali Negli ultimi 80 anni le temperature e favorire la rotazione dei pascoli, al fine di in Mongolia sono già aumentate di permettere loro di rinnovarsi. oltre 2 °C, più della media globale, e Nonostante i problemi causati dal potrebbero raggiungere i +5 °C entro sovrappascolo, la fine del secolo. Inverni più miti – ad oggi il cashmere rappresenta un’àncora che possono influire negativamente di salvezza irrinunciabile per gli allevatori sulla qualità del cashmere – sono ora nomadi, il cui stile di vita rischierebbe seguiti da primavere lunghe e secche e da estati brevi, con altrimenti di andare perduto. Oggi la stragrande maggioranza precipitazioni insufficienti a rinverdire i pascoli. dei figli di pastori preferisce trovare lavoro nella capitale piuttosto che rimanere in campagna, tanto che nessuno dei «Anni fa le piogge erano leggere ma costanti, e facevano crescere figli di Bukhuu in età scolare ha per ora espresso il desiderio di continuare l’attività del padre. «I miei ragazzi sembrano gradualmente la vegetazione», spiega Gankhuyag Nyam- preferire la scuola alla pastorizia, ma va bene così», ammette. Ochir, direttore di una ong locale che aiuta gli allevatori a «Voglio che continuino a studiare. Starà a loro decidere cosa coordinare le attività di pastorizia. «Ma al giorno d’oggi le vorranno fare da grandi». piogge sono così improvvise e violente che spesso dilavano Nonostante le numerose sfide, la vita dei nomadi mongoli il terreno fertile, riducendo la vegetazione». In Mongolia conserva un fascino irresistibile. Messi a dura prova dalla il 70 per cento dei pascoli è già considerato degradato, e la modernità e dai cambiamenti climatici, i pastori sono desertificazione che ne deriva rappresenta una minaccia ancora venerati in tutta la Mongolia come simbolo vivente esistenziale per un Paese in cui i pastori sono ancora il 20 dell’identità nazionale. Il senso di libertà e il loro rapporto per cento della popolazione. Secondo le organizzazioni speciale con la natura riaccendono istinti primordiali, ambientaliste e gli esperti di clima, l’unico modo per adattarsi ricordandoci le origini e le radici della civiltà umana. al riscaldamento globale sarà alleggerire la pressione sui pascoli riducendo il numero di capi di bestiame, soprattutto Il sole sta ormai per tramontare dietro le colline quando Bukhuu delle capre da cashmere. A causa del boom della fibra, tra il 2000 e il 2021 il loro numero è passato da 10,2 milioni a 26,5 termina finalmente la tosatura per la giornata. Mentre milioni, al punto che le capre sono state accusate di essere una Chimegdulam, sua moglie, ammassa il cashmere appena delle principali cause del sovrappascolo e della conseguente raccolto, l’uomo monta di nuovo a cavallo per andare a dare desertificazione. Per risolvere il problema, alcuni pastori da mangiare al resto degli animali, prima che la luce del stanno cercando di rinverdire le pratiche tradizionali di giorno scompaia completamente. «Spero solo che i miei figli riescano a seguire le loro passioni, proprio come ho fatto io», In alto, da sinistra. Un gregge di capre all'interno di un recinto conclude, mentre un luccichio illumina i suoi occhi color nel deserto del Gobi. Gandiimaa Bayasgalan, 46 anni, con un capretto. nocciola. «Ho preso la mia decisione molto tempo fa. So che La tenda primaverile in cui vive la famiglia di Bukhuu. continuerò a dedicarmi ai miei animali fino alla fine dei miei Nell'altra pagina. Il pastore Nadmid, 44 anni, con il figlio di 3. giorni, qualunque cosa accadrà». | 105|ELLE
elle FEMMINISMI Dalle molestie online allo sfruttamento delle lavoratrici dell'industria tech, il prezzo che le donne pagano alla rivoluzione digitale è altissimo. Secondo Lilia Giugni, ricercatrice e attivista, è ora di cambiare. E le idee non mancano IL WEB è di Elisabetta Muritti UNpPeArEMSEASCHI IONA/UNSPLASH Carolina Picchio, novarese, insomma, una cosiddetta “massaia cobalto, tungsteno, coltan e tantalio, aveva 14 anni quando si è buttata del web” a cui un team di coach- essenziali al funzionamento di dalla finestra, nel 2013, dopo che benessere aziendali ha consigliato, per computer e smartphone e perciò rasserenarsi, di darsi al disegno o al altrettanto ricchissimo di scorribande era stata molestata e filmata mentre karaoke. E poi Janey Webb, americana, sanguinose per il potere e il controllo dei era in bagno a vomitare, obnubilata autista Uber, in transizione di genere, suoi territori. dalla troppa vodka bevuta durante una con il suo account di driver bloccato Carolina, Yu, Jess, Tiziana, Isabella, festa. Qualche anno prima, Tian Yu da un software di riconoscimento Janey, Timnit, Mirindi e tante altre aveva scelto lo stesso tipo di suicidio: facciale non addestrato a fattezze che donne, come le rider costrette a fare era un’operaia cinese adolescente si modificano. A Timnit Gebru, etiope pipì in bottiglia perché non sanno arrivata dalla campagna in città per con asilo politico negli Usa, è invece dove altro farla, rendono vivo e sì, lavorare più di 12 ore al giorno per costata un “invito” alle dimissioni la scorrevole e avvincente, un nuovo 6 giorni la settimana in una delle sua bravura in un prestigioso team di saggio edito da Longanesi, La rete non industrie che producono in subappalto etica digitale, all’interno del quale aveva ci salverà. Perché la rivoluzione digitale per le Big Tech. Stravolta, perché era criticato tecnologie discriminanti e ad è sessista (e come resistere). L’ha scritto un mese che non la pagavano per alto impatto ambientale. Per non dire Lilia Giugni, napoletana, 36 anni, un disguido amministrativo. Jess di Mirindi Euprazi, 50 anni, 4 figli, una docente universitaria, editorialista, Phillips è invece una deputata inglese delle vittime dei oltre 200.000 stupri attivista femminista intersezionale laburista da 7 anni sotto scorta, perché censiti dall’Onu dal 1998 a oggi e co-fondatrice e direttrice del think continuamente minacciata online di nella Repubblica Democratica del tank GenPol – Gender & policy insights. stupro e morte. La napoletana Tiziana Congo, Paese ricchissimo di oro, Giugni insegna Innovazione sociale Cantone si è impiccata nel 2016, a 33 anni, dopo che alcuni suoi video hard amatoriali erano dilagati nel web. Tiziana aveva cambiato cognome, città, era diventata una paladina del diritto alla deindicizzazione (che non elimina un contenuto ma lo rende non direttamente accessibile tramite i motori di ricerca esterni all’archivio in cui quel contenuto si trova). E poi, l’irlandese Isabella Plunkett, che di quel tipo di contenuti (o peggio) è moderatrice, costretta a imbottirsi di antidepressivi, a 27 anni, per sopportare le violenze che deve visionare sui social ed eventualmente rimuovere; 107|ELLE
elle FEMMINISMI La forma attuale dei social all’Università di Bristol ed è Research trans-fobico) permea riflette californiana, che fellow presso l’Università di Cambridge, l’industria tech nel suo ha inventato la dove ha studiato e insegnato negli complesso, collegato un preciso piattaforma interattiva ultimi 10 anni. La incontriamo su Zoom allo sviluppo di modello Feminist Hacker Barbie, prima che parta per l’Italia, destinazione tecnologie discutibili per hackerare un ebook il Festival della mente a Sarzana e il soprattutto nel campo della Mattel, all’insegna Festivaletteratura di Mantova. Il suo dell’intelligenza di business del motto “Aiuta Barbie libro avrà anche un’edizione inglese artificiale». a diventare l’ingegnera a novembre. Ci spiega il suo metodo, Dopo l’analisi sistemica, competente, autonoma un puzzle completo, un intreccio tra il suo libro contiene una parte e formidabile che merita di essere!”. tecnologia, patriarcato e capitalismo, propositiva. E infine, informarsi sul nuovo design per indagare il fenomeno in modo «Sì, perché sono convinta che la tecnologico femminista, che si avvale sistemico. Oltre al genere, a influenzare tecnologia può essere un’altra cosa. E che di procedimenti di progettazione la vita delle persone c’è una molteplicità il digitale abbia tradito delle promesse. partecipatori. Penso ai chatbot messi a di fattori, tra cui razza, classe, identità Il problema non sono le tecnologie, punto da Charlotte Webb, fondatrice sessuale, età, abilità fisica, geografia. E ma è dove queste sono state concepite: della campagna Internet femminista, e da la sua intenzione di parlare di donne e oggi riflettono sia le distorsioni di Josie Young con F’xa, che informa sulle non di genere, perché le donne sono una chi le ha create, sia la disuguaglianza distorsioni algoritmiche». categoria politica, con la loro esperienza della società. Le forme preesistenti Pensa al tecnofemminismo, quindi? di marginalizzazione e subalternità di ingiustizie sociali e di genere «Sì e no. Quella del tecnofemminismo che trascende i loro corpi. Nel suo sono intensificate dalle metodologie è una tradizione che mi è cara, ma è saggio Giugni cita numeri pesanti come algoritmiche». connotata da un pensiero troppo teorico. macigni: l’ong Plan International dice Dovremmo abolire i social? Per questo io parlo di design tecnologico che su 14.000 ragazze under 25 utenti «Bella domanda. I social non dovrebbero femminista, perché intendo riferirmi a di Facebook, quasi il 40 per cento è esistere nella loro forma attuale, che una pratica, a una risposta alla domanda stato minacciato o molestato sulla riflette un preciso modello di business. precedente. Che è, appunto: allora che si piattaforma. Che le donne nere, brown Questo è il problema chiave. Io cito fa? Io soprattutto penso a una tecnologia e queer sono risultate doppiamente progetti promettenti, come World pulse, digitale dove ci sia più apporto sociale a rischio. Così come molto esposte le social network indipendente, non e meno apporto privato. Più comunità. disabili, le ebree e le musulmane di ogni commerciale e per sole donne, o All out, Penso a un garante degli algoritmi. età. Sui social Instagram e WhatsApp community digitale multinazionale e Penso ai dati estratti dalle interazioni si processerebbero ogni mese circa multilingua specializzata in diritti di online come a un bene comune». 500.000 segnalazioni delle utenti, genere. Sto parlando di piccoli numeri, Nell'ultima parte del suo libro lei parla relative a foto e video intimi condivisi ma che indicano nuove possibilità». di tradimento subito dai millennial. senza permesso. E che altro potremmo fare, poi? Della necessità di riallenare il muscolo Quando si è cominciato a parlare con «Promuovere interventi educativi. dell’utopia, di una nuova flessuosità del cognizione di causa di violenza digitale Io non sono d’accordo con chi dice cuore e del pensiero. Bello! di genere? “mandiamoli tutti in prigione”. Più che «Ho amato molto questa parte del mio «In momenti diversi a seconda dei di nuovi provvedimenti c’è bisogno di lavoro. Perché mi ha permesso di rendere Paesi. Direi comunque agli inizi degli conoscenza degli ordinamenti vigenti giustizia alla mia generazione, cresciuta Anni Dieci, coi primi circa le eccezioni al libero dopo il crollo del Muro di Berlino, grandi casi internazionali, discorso. Occorre valutare quando non andavano più di moda si è capito che molte delle le possibili violazioni parole come patriarcato e capitalismo. tecnologie che usiamo delle tante disposizioni Patiamo adesso le conseguenze portano “dentro” il loro nazionali e internazionali in perverse di quest’approccio. In ciclo di produzione e la materia di diritti civili e di particolare sono state tradite le loro distribuzione tante discriminazione di genere, millennial, bambine cresciute nel ingiustizie di matrice sul lavoro e nell’istruzione. silenzio sulle disuguaglianze di genere, capitalista e patriarcale. E poi, perché non divertirsi? dai, va tutto bene, e se qualcosa Un sostrato misogino (e IN LIBRERIA Come ha fatto Kathleen s’incrina, che vuoi?, è l’uomo nero razzista, e omo-lesbo- Tuite, programmatrice cattivo, la mela marcia». | ELLE|108 La rete non ci salverà, di Lilia Giugni, Longanesi, pp. 296, 19 euro.
elle INCHIESTA EVERYbody Siamo andati nel backstage del fashion show di Iulia Barton, dove ha sfilato la prima collezione italiana di moda adattiva. Abiti pensati per persone disabili ma belli da portare per tutti. Glamour inclusivo e no gender, dove i dettagli fanno la differenza di Federica Furino MARCO MANTOVANI Il fashion show che non ti inclusiva e cioè disegnata per vestire agenzia di moda. Mio fratello Fabrizio, aspetti comincia con un po’ di indifferentemente persone con corpi presidente della Fondazione Vertical, è ritardo sulla tabella di marcia, alle conformi e persone con disabilità, che in carrozzina da quando aveva 17 anni e verrà presentata in streaming durante la insieme, nel 2011, abbiamo cominciato a undici di una mattina di inizio settembre Milano Fashion Week, il 23 settembre. organizzare sfilate inclusive collaborando alla periferia nordovest di Milano. Il Un evento nell’evento. Perché carrozzine con diversi brand, per raccogliere fondi luogo sull’invito è Complesso residenziale e protesi non sono nuove in passerella, da destinare alla ricerca scientifica e far Monte Amiata, un’utopia abitativa ma in genere sono i modelli disabili ad parlare di disabilità in un contesto in cui costruita all’inizio degli anni Settanta adattarsi agli abiti “normali”, il più delle difficilmente veniva fatto. Gli abiti che dagli architetti Carlo Aymonino e Aldo volte scomodi, in nome dell’inclusività. usavamo, però, non erano pensati per Rossi che sembra uscita da un quadro Qui invece capita l’inverso: sono gli abiti corpi con disabilità e per indossarli le metafisico e, scoprirò, è un labirinto in che si adattano ai modelli. È questa la modelle facevano una grande fatica. Lì ho cui perdersi è facilissimo. È qui che Giulia prima cosa che Giulia mi spiega quando la capito che serviva qualcosa di diverso». Bartoccioni, mente e anima del brand raggiungo nel backstage, mentre sistema Bisognava ribaltare il paradigma: Iulia Barton, ha scelto di far sfilare la sua i look. «In realtà Iulia Barton è nata come disegnare vestiti per le persone disabili collezione – la prima in Italia – di moda 111|ELLE
elle INCHIESTA che potessero essere belli da portare Le cerniere anche per chi disabile non è. Così, in sono pensate pieno lockdown, è nato il progetto di un per non toccare brand e di una collezione. «La disabilità la pelle, è vista sempre come qualcosa di vecchio le maniche o triste, poco compatibile con il glamour. si staccano Noi vogliamo demolire quell’idea, facendo sentire a proprio agio le persone». anti-covid, per gestire con più elasticità togliere solo un pezzo di pantalone, MARCO MANTOVANI Oggi, a demolire quel pregiudizio, prima i tempi dei cambi, ma anche per invece che tagliarlo o fare un risvolto, ancora degli abiti, è il contesto. Tutto è mostrare meglio la collezione. Il cui è un vantaggio. Senza contare che diverso da quello delle sfilate tradizionali: valore, racconta Giulia, è nei dettagli: quando balli, ogni tanto la protesi devi i tempi, gli umori, l’atmosfera, i nelle cerniere pensate per non toccare toglierla per far riposare la gamba. In protagonisti. I modelli sono dieci: ragazzi la pelle, nelle gambe dei pantaloni genere devi andare in bagno e toglierti i e ragazze perché la collezione è no gender, divise in tre da mettere e togliere pantaloni, oggi mi è bastato aprire una qualcuno con disabilità qualcuno no secondo la lunghezza che ti serve, nelle cerniera e sfilare la gamba». I cambi perché, appunto, l’obiettivo è l’inclusione. maniche delle felpe che si staccano. di look sono svelti, ma non frenetici. Tre o quattro sfilano abitualmente, «Non basta vederli da lontano come Racconta Fabrizio, fratello di Giulia e gli altri sono stati selezionati per altre moda tradizionale: serviva mostrarli responsabile marketing di Iulia Barton, vie. Alessandro e Beatrice sono atleti nei particolari». che all’inizio, per aiutare le modelle paralimpici: calcio amputati il primo, Quanto possa impattare su una sfilata e in carrozzina a cambiarsi, usavano basket in carrozzina la seconda. Giorgio sulla vita di una persona con disabilità i lettini da massaggio. «Nel tempo invece è testimonial di Bionic People, la gamba di un pantalone che si stacca abbiamo imparato a fare senza, in due associazione di ragazzi amputati. al bisogno, me lo spiega Giorgio, il o tre minuti. Se riesci ad adeguare le Nessuno di loro ha mai sfilato: Giulia li ragazzo bionico: «Con la protesi devo vestieriste all’autonomia delle modelle, ha trovati sui social perché, a differenza stare attento a quali pantaloni indosso velocizzi molto. Certo, serve un fitting di altri Paesi dove i modelli con disabilità perché non tutti cadono bene. Poi lungo e dettagliato: capire le necessità sono gestiti dalle agenzie, qui ancora ci sono contesti particolari, come di ogni fisico richiede tempo». professionisti non ce ne sono. Ma forse il in discoteca, dove è utile mostrarla Anche adeguarsi alle necessità del loro esempio aiuterà altri a crederci. perché gli altri, non sapendolo, possono proprio corpo richiede tempo. In una Funziona così: si sfila a porte chiuse, spingermi e farmi cadere. E allora poter pausa, Alessandro, 26 anni, che ha senza pubblico, e Canon, sponsor dell’iniziativa con Bper banca e Ferrovie In alto. Scatti di backstage. La collezione Iulia Barton sarà lanciata in streaming alle 21 del 23 settembre sul dello Stato, filma tutto per lo streaming. sito iuliabarton.com, durante la Milano Fashion Week, con il sostegno della Camera nazionale della moda. Una scelta fatta per evitare i protocolli ELLE|112
elle INCHIESTA ed è stato scelto proprio per mettere in evidenza l’anima no gender della collezione. «Diventare modello per me che ho caratteristiche diverse da quelle standard non è stato semplice: parlare di inclusività è un grande passo avanti», racconta mentre scende da un paio di scarpe tacco 15. «Mi identifico come una persona non binaria: sto ancora cercando di conoscere me stesso e capire se voglio essere percepito come ragazzo o ragazza o nessuno dei due. Avere look no gender è una svolta: non mi obbliga a scegliere. Questi abiti mi fanno sentire neutro». accettato di sfilare per La nostra Intanto le ragazze sfilano. far vedere ai ragazzi collezione Una dopo l’altra e poi disabili che la moda è anche no tutte insieme. Fabrizio mi non è un mondo spiega che l’altra grande precluso a loro, mi differenza rispetto alle racconta che in certe season, per il minimo comune sfilate tradizionali è il ritmo: condizioni anche limitare denominatore è stato «Se sfili in piedi, braccia e solo agganciarsi un l'impatto gambe si muovono a tempo bottone può diventare di musica. In carrozzina, il ritmo devi un’impresa. «Se vivi trovarlo con le spinte. Per questo, la solo come me, fai avere abiti confortevoli, musica delle nostre sfilate va scelta con capaci però di sostenere attenzione: né troppo lenta, né troppo ambientalefatica. Tante volte ho messo da parte il mio il corpo nella parte alta, veloce». Oggi la musica non c’è perché gusto personale per soprattutto per chi è andrà aggiunta direttamente in video, praticità. Esperimenti come quello di oggi in carrozzina. «Abbiamo dedicato una ma Beatrice non ci fa caso. «La moda mi possono favorire autonomia e autostima, grande cura ai materiali, tutti anallergici è sempre piaciuta, ma tanta inclusività sono abiti che ti permettono di restare perché certe forme di disabilità rendono non l’ho mai vista. Sono in carrozzina nella tua comfort zone». la pelle più delicata, e idrorepellenti. fin da piccola e raramente sono riuscita a Venti look, tutti disegnati da Diego Per l’80 per cento sono fibre riciclate, vestirmi come volevo. Da un paio d'anni, Salerno, 30 anni. Se non avesse fatto lo scarti di manifattura italiana, quasi a oso un po’ di più e da allora pubblico video stilista, sarebbe diventato un medico. chilometro zero. E poi la nostra collezione e consigli su Tik Tok per far vedere che Ha passato una parte dell’adolescenza è no season, per limitare le derive della noi, persone disabili, non siamo tristi o nelle corsie degli ospedali per guarire fast fashion e l’impatto ambientale, e no sciatte come molti pensano. Sono felice di da una malattia, e sa quanto possano gender: si adatta a ogni fisico». questa esperienza. Spero che dia coraggio essere imperativi i bisogni di un corpo più Ragazzi e ragazze indossano gli stessi ad altre ragazze come me per avvicinarsi fragile. «Abbiamo fatto ricerche molto modelli. E poi c’è Kay, 19 anni, indiano di a questo mondo. Mi sono sentita bella. È approfondite dentro la nostra community, Mumbai che vive a Milano e studia moda figo stare dall’altra parte».| MARCO MANTOVANI intervistando persone con disabilità e senza, di età differenti, fino a sconfinare In alto. Tre momenti della sfilata di Iulia Barton, brand creato da Giulia Bartoccioni. nell’ambito sanitario». Incrociando i dati, I venti look della collezione sono stati disegnati da Diego Salerno. ELLE|114
elle TENDENZA Di tutto punto Gradi di charme senza tempo da appuntare con stile dark allegorico. Spille a bocciolo, broche fruttate o flower pins catalizzano lo sguardo su revers e persino T-shirt. Fiore all'occhiello! SAINT LAURENT BY ANTHONY VACCARELLO CHANEL GUCCI PHILOSOPHY DI LORENZO SERAFINI SAINT LAURENT BY ANTHONY VACCARELLO mini MANIE CHANEL Forcine-bijoux pronte a mettere in riga le chiome, spille-fiore all'occhiello, ma anche guanti da motociclista e cravatte fantasia da lasciare a briglia sciolta. Sfizi e vezzi che danno la svolta a ogni look di Marta Saladino ricerca immagini Manuela Troletti FENDI DIOR Clip o' clock GIVECNHY IMAXTREE.COM Una regressione infantile in chiave punk mette in riga le chiome ribelli in CHANEL un tripudio di forcine, mollette e fermagli gioiello. W le (s)capigliate. ELLE|116
Back tieKENZO POLO RALPH LAUREN Ibridazioni a tema garçonne. Torna la cravatta maschile alla Diane Keaton nel cult movie Io&Annie, SAINT LAURENT BY ANTHONY VACCARELLO LOUIS VUITTONma va rivisitata con fantasie wallpaper, grafismi pop e pattern tropicali, e portata con nodo mezzo Windsor o come bandana a briglia più sciolta tipo Lavallière. CON REGALE NODO WINDSOR O SINUOSE LAVALLIÈRE DA LASCIARE LIBERE, OSATE LE CRAVATTE EFFETTO TAPPEZZERIA. AGENDER E CON UN TWIST GRAFICO 117|ELLE
elle TENDENZA Teste calde Rimedio anti-freddo e a prova di crisi energetica invernale. Il passamontagna sbarca in città con cagoule all'uncinetto e balaclava tricot. Termo-fascino. EXQUISITE GUCCI PROENZA SCHOULER FERRARI DIOR DOLCE&GABBANA Racing club MAX MARA EXQUISITE GUCCI Guanto di sfida, e su due ruote, per LOUIS VUITTON Piccolo mondo il trend più alla mano dell'anno. Un circuito di biker gloves super rampanti, Escapismo ai massimi termini di da quelli tecno-pop ai mini da driver. eleganza per la shopping bag color cuoio. Pronta a racchiudere il mare Diari della motocicletta urbana. magnum della femminilità all day long, restando fedele compagna di \"OTK\" classe. Bonton extra size. Per darvi delle arie socialite potete chiamarli in slang con CELINE BY HEDI SLIMAANE EMPORIO ARMANI il loro acronimo \"Otk\". In IMAXTREE.COM GIAMBATTISTA VALLIogni caso gli over the knee in versione vinile o dark leather GIVENCHY BURBERRY saranno davvero la vostra PRADA seconda pelle.
elle PORTFOLIO il MONDO a SCATTI A volte le storie e le contraddizioni del nostro tempo chiedono di essere raccontate per immagini. Vi anticipiamo alcune di quelle esposte al Festival della fotografia etica di Lodi: oltre 20 mostre dedicate al fotogiornalismo internazionale a cura di Adelaide Barigozzi Una donna in burqa cammina verso casa, con il pane distribuito gratuitamente a Kabul grazie alla campagna Save Afghans from hunger. La foto, scattata da Wakil Kohsar, fa parte della sezione Uno sguardo sul mondo, realizzata in collaborazione con Agence France-Press, all'interno del Festival della fotografia etica di Lodi, dal 24 settembre al 23 ottobre (festivaldellafotografiaetica.it). 121|ELLE
elle PORTFOLIO ‘ ‘ATAFONA È UNA CITTADINA SUL DELTA DEL FIUME PARAÍBA DO SUL, IN BRASILE, CHE STA SPARENDO PER L'INNALZAMENTO DELLE ACQUE DEL MARE CAMBIAMENTI CLIMATICI E FRAGILI EQUILIBRI Il fenomeno dell'innalzamento delle acque dell'oceano ad Atafona, cittadina sul delta del fiume Paraíba do Sul, in Brasile, è al centro del progetto di Felipe Fittipaldi (sopra). Qui sotto. Un'immagine del reportage di Tim Smith sulla vita quotidiana degli Hutteriti, comunità religiosa anabattista che vive in colonie sparse in Canada e negli Stati Uniti. In basso a sinistra. Uno scatto di Thomas Morel-Fort dal suo reportage Donna, a Filipina life of sacrifice, che documenta la difficile esistenza dei lavoratori filippini privi di documenti, impiegati nelle case dei ricchi a Parigi e in Costa Azzurra. ELLE|122
elle PORTFOLIO ‘ GLI SGUARDI DI CHI RESISTE I paesaggi estremi della steppa russa fanno da sfondo ai ritratti di Misha Maslennikov in The Don Steppe (sopra, a sinistra). Sebastian Gil Miranda, invece, in Ballet against bullets (a destra) documenta l'attività dell'associazione Na ponta dos pés a favore delle bambine della favela di Morro do Adeus, a Rio de Janeiro. Sotto. Sempre in Brasile, gli indios Munduruku salgono sull'aereo che li riporterà a casa dopo aver protestato contro la costruzione della diga Belo Monte sul fiume Xingu, in una foto di Lalo de Almeida, vincitore del World Press Photo Long-Term Project Award. ‘GLI INDIOS MUNDURUKU SALGONO SULL'AEREO CHE LI RIPORTERÀ A CASA, DOPO AVER PROTESTATO CONTRO LA DIGA SUL FIUME XINGU, IN AMAZZONIA ELLE|124
elleIN PRIMA PERSONA NELLA MENTE di MIA MADRE ANTHONY GERACE,THE AGE OF COLLAGE 3, GESTALTEN 2020 Il 21 settembre è la Giornata mondiale Ho intuito che mia mamma stava andando a vivere da dell'Alzheimer, malattia che causa un’altra parte quando mi ha detto: «Guarda la pianta del il 60-80 per cento dei casi di demenza vicino: si sposta». Ma per diventarne davvero cosciente nel mondo. Una priorità mondiale ci ho messo un po’: «Mamma, ma che dici, è piantata di salute pubblica secondo l'Oms, nella terra, non può spostarsi». «E io ti dico che si sposta», insisteva. O davanti alla fotografia in sala: «Ti e un calvario privato per i malati e per chi posso chiedere una cosa? Chi sono tutte queste persone li ama. Questo è il racconto di una figlia che mi sorridono sempre, ma non mi parlano mai, perché non mi parlano?». testimonianza raccolta da Claudia Valeriani Sicuramente sono stata meno lesta della malattia 127|ELLE
elleIN PRIMA PERSONA che invece avanzava come un Molto più confortante restare avvolta nella mia nuvola di frustrazione rabbiosa, dove sembra ancora così facile caterpillar, sicura, lei sì, della sua aiutarla a riacciuffare il bandolo: pensi che basti pizzicarlo al volo tra le dita per ricucire lo strappo, riattaccare un identità: morbo di Alzheimer o ricordo a una consapevolezza, un fatto a un’emozione, un nome a un volto, e rattoppare così il patchwork di demenza senile tipo Alzheimer. un’identità. Invece quel filo si è fatto imprendibile, la matassa si è sciolta per sempre, insieme alla persona che Il cervello di mia madre era prima. cominciava a sgretolarsi, come Mamma Lina oggi ha 83 anni, la malattia è iniziata che ne aveva 81, e ora è ricoverata a Senago, vicino Milano, un muro poroso che ogni giorno in una struttura con un reparto all’avanguardia per i malati di Alzheimer. Ma non è lì che vive: lei vive in IN LIBRERIA si sbriciola un po’; come una architetture tutte sue, fatte di stanze e ambienti ricchi di vecchia automobile che perde i suggestioni, di odori e profumi, colori e penombre, tanti Marco ha smesso di pezzi mentre ancora cammina. piani collegati da scale sospese sul vuoto che portano a chiamarla mamma quando si cantine scure di paura o solai solitari, anfratti rabbiosi è accorto che lei non sapeva Ci ho messo del tempo a e oasi di pace, ambienti sicuri o spazi incerti, comunque prenderne atto, perché è difficile cangianti, come le scene di un teatro. Io vi sono ben più di esserlo; adesso gli “credere” a questa malattia: accolta, da quando ho imparato, più che ad andare a sembra più giusto chiamarla ti stupisce, ti sgomenta, ti trovarla, ad andare a cercarla. inganna, ti deride, si infiltra Lucia, mentre per lei, nella persona che ami come Ho smesso di negare e mi sono informata sulla malattia, secondo i momenti, lui è “mio un baco maligno che gioca a nascondino e salta fuori per ho studiato e capito che vero e falso possono finire a cugino”, “mio fratello” o farti degli scherzi quando gambe all’aria, cercato l’appoggio di una psicoterapeuta “questo qui”. Marco è un meno te lo aspetti, e se cerchi e scelto di cambiare strategia e di fidarmi di lei, o meglio, “cura caro autodidatta”, che di sorprenderlo al volo per di affidarmi ancora una volta a lei per seguirla ovunque si ha seguito passo passo sua guardarlo negli occhi, si ritira possa immaginare la possibilità di un contatto. madre mentre sprofondava velocemente mimetizzandosi coi nell’Alzheimer, tanto da colori della normalità. «Guardate, arriva mia sorella!», dice contenta lasciare il lavoro e la donna alle amiche ogni volta che mi intravede in corridoio. con cui viveva, fino a mettere «Mamma, ma per chi hai Quel corridoio percorrendo il quale, da oltre un anno, in pausa tutta la sua vita. Poi preparato questa bella tavola? E io da figlia mi trasformo in sorella, come in un film di ha iniziato a raccontare in un quanto hai cucinato, per chi è fantascienza. Ma non fa niente, purché mi conduca a blog le storie di quotidiana così tanto cibo? C’è da mangiare convivenza con Lucia, per dieci, e noi siamo due». PER SAPERNE DI PIÙ ossessioni e follie, il suo «Già, ma adesso arrivano». «Chi sforzo di entrare in contatto arriva, mamma?». «Voi». Ma Molte sono le eccellenze italiane impegnate nella ricerca e cura con lei, la sua angoscia di noi chi, noi non ci siamo più, del morbo di Alzheimer, malattia neurodegenerativa caratterizzata uomo e di figlio, ma anche gli mamma... dal deterioramento delle abilità cognitive, che colpisce 600.000 irragionevoli sprazzi di persone in Italia e oltre 40 milioni nel mondo. E allora mi arrabbiavo: fino Tra queste, si segnalano per diagnosi precoce e programmi allegria (sì, allegria), i all’altro giorno era una donna riabilitativi sperimentali a livello internazionale l’Istituto neurologico dialoghi surreali e le Besta di Milano, il Centro San Giovanni di Dio Fatebenefratelli impreviste tenerezze che la di Brescia, l’Ospedale San Raffaele di Milano, la Fondazione demenza concede a chi Ca’ Granda-Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, rinuncia a imbrigliarla e il centro della Fondazione Policlinico Gemelli Irccs-Università prova “semplicemente” a Cattolica di Roma, l’Unità valutativa Alzheimer presso l’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino. seguirla. Per informazioni: Federazione Alzheimer Italia, alzheimer.it. Questo libro prezioso nasce dall’esperienza di condivisione che ha salvato l’autore e confortato molti altri. Marco Annicchiarico, I cura cari, Einaudi, pp. 239, 17 euro. (M.C.) efficiente, autonoma, viaggiava, faceva beneficenza, e oggi è così sconclusionata? Vedrai che basta farla ragionare, con un po’ di pazienza, riportarla coi piedi per terra e spronarla a discernere la realtà dalla fantasia. Anche perché, riflettevo, ogni volta che la colgo sul fatto, cioè mentre prende la deriva su strade tutte sue, lei tenta di darmi una spiegazione, si sente “scoperta” e si giustifica, o nega. Cosa vuol dire questo? Che ragiona, che segue la logica, lo sa cosa è vero e cosa no. E così preferivo andarmene malamente sbattendo la porta per aver litigato un’ennesima volta con un’anziana capricciosa, che decidermi a prendere atto della realtà. ELLE|128
elleIN PRIMA PERSONA È DIFFICILE CREDERE A QUESTO MALE: TI STUPISCE, TI SGOMENTA, TI INGANNA, SI MIMETIZZA gravitare nel suo spazio. In questo periodo è frequente che A LUNGO NEI COLORI DELLA NORMALITÀ mi accolga in un soggiorno luminoso dove giocano dei bambini, prima o dopo i pranzetti che lei gli prepara nella sua cucina dal frigo sempre pieno. «Sai», mi racconta, «l’altro giorno passavo in strada e c’erano due bambini che pazienti, fornendo loro una varietà di stimoli cognitivi e piangevano, piangevano a dirotto, perché non trovavano sensoriali. Così come nella stessa struttura è lasciata la più la mamma e allora mi hanno detto: “nonna – pensa, possibilità al malato di tenere più vestiti nell’armadio, fino anche se non ero la loro nonna – non troviamo la nostra a tre cambi: per poter scegliere la mattina cosa mettersi, mamma”, e allora io li ho portati a casa, ho cucinato loro a seconda di come si sente. Sono contenta di avere optato la carne, gliel’ho tagliata a fettine belle sottili, dovevi per questo posto, dove lei a quanto pare si trova a suo agio, vedere com’erano contenti, poi hanno visto la loro come in vacanza: «Appena torno dalla villeggiatura», mi mamma e basta, sono tornati a casa». La camera in cui ripete spesso, «non ti preoccupare: l’albero di Natale ti si addormenta, ben tenuta, ordinata e pulita, ha un letto aiuto io a tirarlo su dalla cantina». a una sola piazza: «Io non mi sono mai sposata, sì sono uscita un po’ con uno, ma poi ognuno per conto suo», ci La cosa in assoluto più difficile per me? Imparare a tiene a spiegarmi mentre accetto che per lei mio padre elaborare il lutto di una persona ancora in vita. Dal mio non sia mai esistito, ne ha fatto tabula rasa, ha resettato il punto di vista, mia madre, quella che conoscevo io, è morta suo curriculum sentimentale. Ci rido su, mentre la saluto più di un anno fa. Ora davanti a me c’è un’altra persona: e mi affretto a uscire: sta calando il sole e tutti i giorni a io so che era mia mamma, ma quella donna non è più mia quell’ora lei si ritira nella stanza del buio. mamma. Eppure non la amo di meno, anzi forse di più, perché di questa stravagante signora anziana ho scelto di Un luogo dove non permette a nessuno di entrare, fatto prendermi cura, di conoscerne i gusti, di prevederne i gesti, di angosce e incubi, ira e dolore. Si chiama sindrome del soddisfarne i bisogni, di farla ridere o sorridere, di farla star tramonto ed è comune alla maggior parte dei malati bene, proprio come fosse mia madre. E se penso al futuro di Alzheimer: sbalzi comportamentali stimolati dalle non intravedo alcun sollievo: si potrebbe credere che i figli variazioni circadiane di luce. Uno dei tanti loro tormenti, di genitori in queste condizioni un po’ di lutto l’abbiano già come la paura di essere aggrediti alle spalle che, in uno elaborato nel “durante”, e che quindi sarà più facile per loro spazio comune con più persone, li fa stare seduti tutti con accettare la fine reale. Invece no, perché nel frattempo ti le sedie ben attaccate alla parete. Ma c’è anche la voglia e sei affezionato anche a questa nuova compagna di vita, alla l’istinto e l’abitudine e l’imprinting di una vita normale in nuova “forma” di tua madre. So già che vivrò un secondo cui il tempo era scandito da occupazioni quotidiane, così lutto e che proverò lo stesso infinito dolore. Il lutto già mia madre ogni giorno può uscire dal suo vissuto non allevierà il nuovo. Mi alleno edificio mentale per prendere un po’ d’aria ogni giorno a tenere le mani ben salde fuori e ritrovarsi con le amiche sotto una sul volante per farmi trovare coi muscoli pensilina ad aspettare un autobus che non pronti all’impatto. passerà mai, ma che è il punto di partenza «Ma che fa tutta quella gente per inattesi itinerari immaginari, fino al che sta passando lì fuori, dove vanno momento di guardare l’orologio e scoprire tutti?». «Quale gente, mamma, non vedo che «S’è fatto tardi, meglio rientrare». nessuno». «Ma come no, lì fuori, possibile La pensilina c’è davvero: è stata che non li vedi?». E poi mi accorgo che in costruita nel reparto per l’Alzheimer del corridoio, alle mie spalle, stanno passando centro in cui è ricoverata mia mamma L'illustrazione in apertura delle persone, le cui sagome si riflettono proprio perché lì medici e scienziati si è tratta dal libro The age of sul vetro colpendo la retina di mia madre e impegnano costantemente nella ricerca collage 3. Contemporary continuando il loro andirivieni danzante, di ogni strategia terapeutica che possa collage in modern art, per in chissà quale altra stanza della sua migliorare la qualità di vita di questi gentile concessione dell'editore mente che ancora non conosco. | gestalten (sopra, la cover). ELLE|130
elleIN FAMIGLIA INDOVINAChe il figlio diciassettenne chieda CHI dormecon nonchalance se la sua ragazza può fermarsi per la notte è ormai A CASAun evento del tutto naturale. Ma troppa libertà non finirà per intrappolarlo? In attesa Martina ha dormito da noi. È che c’è un concerto, di un manuale ad hoc, non resta ha detto mio figlio. Si farà tardissimo, e lei abita fuori città. Insomma sì, certo, abbiamo risposto io e suo che fare esperienza sul campo di Elettra Aldani illustrazione di Sara Not padre, sembra sensato, nessun problema, ci mancherebbe. I suoi lo sanno? Chiedo. Ovviamente, cosa credi, scusa? (Già, cosa credo, penserò mica che loro facciano ancora le cose di nascosto come ero costretta a fare io?). Dunque ok, tutto a posto, regolare. E Martina si è fermata per la notte. 133|ELLE
elleIN FAMIGLIA ‘CI SONO MOLTE COSE CHE UNO PENSA NON FARÀ MAI COI FIGLI. ‘ COSE CHE HAI GIUDICATO DISEDUCATIVE, INACCETTABILI, ASSURDE. HAI DETTO: IO MAI. E POI LE FAI, ESATTAMENTE UGUALI Stessa camera di mio figlio. Stesso letto. Se con un riflesso gelosa. Mi dicevo, adesso sto male, adesso sentirò un fastidio condizionato mi è venuto in mente di preparare la cameretta insopportabile, tutta l’assurdità di questa situazione che degli ospiti per lei, ho scartato subito un’eventualità così avevo sempre criticato. Ho aspettato un po’ ma il fastidio non bizzarra, e non solo non ho detto niente, ma ho proprio veniva. Anzi, ero contenta di averli tutti e due lì, mi piaceva, rimosso il pensiero, come si scaccia con fastidio una mosca mi piacevano loro (una tenerezza!) e la verità era che sembrava molesta. Nella camera degli ospiti ci sta la nonna, quando tutto così semplice, tranquillo, e naturale. Ho dormito viene a trovarci, mica la fidanzata del diciassettenne, diamine. benissimo. Poi la mattina ero confusa. Così io e mio marito Che poi i piccioncini sono già stati via diverse volte, weekend siamo scappati, perché niente era come pensavamo dovesse in montagna, una settimana nella casa al mare con gli amici, essere. per non contare quando si piazzano qui in nostra assenza, Ma se gli rendiamo le cose troppo semplici, non è che gli non prendiamoci in giro, mi dico io. E allora, perché la azzoppiamo irrimediabilmente il desiderio? Tutto il mio mattina dopo noi due, padre e madre della creatura maschio, sguardo giudicante, quando vedevo i figli degli altri condurre camminiamo in punta di piedi davanti alla porta chiusa di una routine da conviventi sotto il tetto dei genitori, viene quei due – che avendo fatto le ore piccole dormono beati – per da qui. L’idea che non gli stai facendo un favore, ma gli stai ritrovarci un po’ spaesati nella cucina di casa nostra? Secondo portando via qualcosa. E mentre lui crede di essere molto te dobbiamo svegliarli? Azzardo io. Ma per carità, fa mio libero, in realtà papà e mamma gli hanno messo un bel marito, e poi che vuoi fare, vederli emergere dalle coperte in guinzaglio e lo possono controllare meglio, placando la loro mutande e magari fare colazione tutti insieme? Idea (sempre ansia e dormendo sonni tranquilli (ecco perché avevo ronfato di mio marito): usciamo a correre, facciamo il giro lungo e così bene!). Rimuginare è nel mio Dna, ed è anche una faccenda pranziamo fuori, così per quando rientriamo avranno tolto le anagrafica: le madri boomer – almeno quelle che conosco tende e siamo a posto. Quindi, dovrei scappare da casa mia? Mi io – stanno lì tutto il tempo a domandarsi il perché e la sembra assurdo. Ma mi allaccio le scarpe e in due minuti siamo conseguenza di ogni cosa. Siamo la prima generazione ad avere fuori. Sono le 8, è domenica mattina, la città è deserta. E io mi come priorità assoluta la costruzione della felicità dei figli. La sento una poveraccia. prima ad aver aderito a un modello educativo nuovo, del quale Ci sono molte cose che uno pensa che non farà mai coi figli. non possiamo ancora sapere gli esiti. A volte, mentre io sto lì a Cose nelle quali hai visto impigliati gli altri e che hai giudicato spaccare il capello, è il diciassettenne che va dritto al punto. diseducative, inaccettabili, o assurde. Tipo minacciarli che Grazie per l’altra sera, ha detto tranquillo. Però senti, verrà l’Orso Vincent (quello della Gang del Bosco) a portarli mamma, facciamo che non diventi un’abitudine, perché non mi via perché fanno i capricci o non finiscono la pappa. O perdere piace fare il famiglione tutti insieme. Cioè sì, se capita è ok, ma le staffe e strillare come un’aquila nella vana speranza di io e Martina preferiamo di no. Mamma, non è che ti offendi, essere ascoltata e ubbidita. Hai detto: io mai. E poi hai fatto vero? Mio figlio è più vecchio di me e di suo padre, lo ho sempre esattamente quello. Quando vedevi gli amici coi figli più saputo. E anche questa Martina è vecchia. Stanno insieme con grandi dei tuoi puntare la sveglia alle tre di notte per andarli a un equilibrio e una calma che io ci ho messo anni a ottenere. prendere in discoteca hai pensato: sono pazzi. Li hai compatiti. Escono ciascuno coi propri amici senza drammi, gestiscono Ma te ne sei dimenticata, quando ti sei messa il cappotto sopra il tempo insieme senza attriti, passano le sere piovose sotto il il pigiama e sei andata a fare il recupero notturno adolescenti plaid sul divano. Li guardo stupita, e anche ammirata, confesso. in posti improbabili. E quando in Salento hai detto: ok, tornate E penso che sì, sicuramente si stanno perdendo qualcosa, ma con la navetta perché – porca miseria – sono anche le mie forse hanno guadagnato altro, non possiamo saperlo, nessuno vacanze, hai capito che a priori uno pontifica (la navetta per può. Quindi per la faccenda del dormire tutti insieme a casa quelle strade è pericolosa!) ma poi le cose si mettono in un nostra vale questo: niente ipocrisie, ma nemmeno routine. altro modo. Coi figli è pieno di prime volte, e non sono mai Niente doppia morale ma anche no al fare una cosa solo perché come te le aspetti. La notte che Martina ha dormito da noi la fanno tutti. Me lo hai insegnato tu, mamma, ha detto il non riuscivo a prendere sonno. Stavo lì, e aspettavo di essere diciassettenne. Ho gongolato, lo ammetto. | ELLE|134
elleBUZZ LA MODA RACCONTATA DA CHI LA FA JAIME HAYON/CARTIER Stranger thing La collab che non ti aspetti. La superstar del design iberico, famosa per la COURTESY OF CARTIER visione fanciullesca e playful, incontra l'Haute Joaillerie della Maison parigina. Il risultato? Spazi fiabeschi, perfetta cornice di pezzi unici da sogno di Adriana Di Lello ELLE|136
\"Todo lo que puede ser ‘A VOLTE MI SENTO UNO imaginado es real\". In questa DI 4 ANNI, PROCEDO frase di Picasso è probabilmente PER TENTATIVI E IMPARO sintetizzata l'attitudine spagnola alla fantasia. \"Tutto ciò SEMPRE COSE NUOVE. che può essere immaginato è reale\" è ’NELLA CREATIVITÀ È MOLTO uno statement che si applica molto bene IMPORTANTE RINASCERE ai creativi nati e cresciuti nel vivaio iberico. Tra questi c'è sicuramente Jaime Una Maison di gioielleria ha molto costantemente: penso che nella Hayon, superstar del design considerata a che fare col concetto di bellezza... creatività sia importante rinascere». visionaria e iconica. A lui, Cartier ha chiesto di curare scenografie e «Sì, ma è una bellezza prevalentemente Si diverte lontano dal lavoro? cornici dei gioielli fantasmagorici che compongono Beautés du Monde, l'ultima visiva, tattile. Per me il bello è qualcosa «Ho uno stile di vita sano. Dopo Londra collezione di Haute Joaillerie della Maison. Una presentazione andata in di più nascosto. Ho come una specie di ora vivo a Valencia: vedo gli amici, sto scena a Madrid, nell'edificio circolare d'impronta brutalista The Embassy, terzo occhio, e vedo quello che c'è dietro coi miei figli. Anche il mio studio è una rimasto disabitato per oltre 40 anni e ristrutturato per l'occasione da Cartier. alla facciata. In realtà dovrebbe essere famiglia; gli studi monstre dove nessuno In una delle sue stanze, Hayon ci narra del suo processo creativo, e di sé. così per tutti ma molti hanno le nuvole, si conosce li lascio agli altri». The Embassy è un luogo disadorno: una nebbia che impedisce di osservare». Crede nell'uomo... com'è riuscito a creare un'interazione tra spazio spoglio e gioielli faraonici? È considerato un visionario... «Sì, perché cresco attraverso i rapporti «Non è stato facile trovare la quadra. Cartier ha fatto una collezione mutuata «Sicuramente ho la mia visione, ma non umani, e le conversazioni. A volte mi dalla natura, e io gli sono andato dietro con allestimenti playful e giochi di luce». so se mi considero un visionario». fido e rimango deluso, ma non voglio Cosa le evoca il nome Cartier? Anni fa ha progettato anche nutrirmi solo di me stesso. Voglio stare «Altri mondi, e cose meravigliose. Li ammiro per la loro abilità di osare e giocattoli. È importante mantenere un in mezzo agli altri». | di essere tradizionali al tempo stesso». lato childlike? «Sempre». E come lo nutre? Dall'alto. Allestimenti curati da Jaime Hayon «Non so, io sono nato così, a volte mi per la presentazione di Beautés du Monde a sento uno di 4 anni. I bambini non Madrid, la collezione High Jewellery di Cartier. hanno paura, procedono per tentativi, e Il collier Iwana con maxi smeraldi, ispirato alla anche io. Imparo cose nuove pelle dell'iguana. Una broche. Nella pagina accanto. L'anello Scilla. Un ritratto del designer madrileno Jaime Hayon. La collana Nouchali. 137|ELLE
elle BUZZcult ARISTO jeans Estetica quotidiana del lusso. La tela worker sfodera il suo sangue blu (indigo) e si nobilita grazie a Loro Piana e all'esclusivo tessuto Denim Cashmere In queste pagine. Un sodalizio tra denim e cashmere? Sarebbe COURTESY OF LORO PIANA Il look minimale degno di una pièce shakespeariana, con firmato Loro Piana un'insolita liaison tra materiali appartenenti a famiglie per l'A/I 2022-'23 e realizzato con di rango sociale opposto, o quasi. A renderla possibile è stato l'esclusivo Denim Loro Piana, che ha appena inventato il modo di nobilitare la Cashmere, e alcuni tela worker grazie al suo innovativo Denim Cashmere, in un scatti del making of progetto destinato a scardinare ogni cliché. Il tessuto indigo, senza rinnegare le sue origini democratiche votate al lavoro, dell'innovativo sfodera ora un inedito cÔté blasonato, declinato in due capi tessuto, che coniuga da donna che fanno il loro debutto in \"società\" nella collezione autunno/inverno 2022-'23. Si tratta di una giacca il savoir-faire dal taglio over e dalla linea agender, con maxi tasca e della Maison con interno a contrasto, più un pantalone cinquetasche dal mood minimale, altrettanto unisex e con la stoffa giusta per l'expertise passare alla storia: l'avveniristico filato Denim Cashmere, giapponese sul appunto. Una preziosa novità che è frutto, anche, jeans d'alta gamma. dell'incontro tecnico e creativo tra il savoir-faire degli artigiani piemontesi di Loro Piana e la storica expertise sul denim della regione giapponese di Bingo, prefettura di Okayama e Hiroshima, da oltre 50 anni centro di produzione di jeans haut de gamme. Il risultato di questo fitto scambio culturale tra eccellenze e maestranze è un Denim Cashmere composto per il 60 per ELLE|138
SOFFICE AL TATTO, UNDERSTATED PER INDOLE, E CON UN INASPETTATO CALORE RACCHIUSO ’NELL'ORDITO E NELLA TRAMA DEL TWILL. ECCO LA RIVOLUZIONE DEL BLUE JEANS cento da denim e per il 40 per cento da un prezioso e leggerissimo cashmere. Il risultato è un tessuto soffice al tatto, understated di indole e con un inaspettato calore racchiuso nell’ordito e nella trama del suo twill. «Con il Denim Cashmere abbiamo voluto realizzare una nostra personale interpretazione del jeans che unisse utilità, funzionalità e comfort, data dalla laison col filato prezioso», racconta Alessandra Varianini, women product director di Loro Piana. Per ottenere il morbido intreccio, infatti, il Denim Cashmere viene tessuto con la necessaria lentezza – basti pensare che, per una produzione di 50 metri, occorre un’intera giornata di lavoro – tendendo meticolosamente trama e ordito su antichi telai ormai semiscomparsi dai moderni stabilimenti tessili, che sublimano la tradizione artigianale del denim giapponese, successivamente tinto insieme al cashmere naturale. «Volevamo creare un prodotto più intimo e personale rispetto al normale denim, in linea con la filosofia con cui da sempre operiamo: i nostri pezzi, infatti, non sono pensati solo per l’estetica, ma anche per essere funzionali e confortevoli», continua la direttrice. Nasce così una nuova forma di utility design quotidiano, icona di un lusso essenziale, a tratti zen, e decisamente out of the blue. | Marta Saladino
elleBUZZ new economy LA NAdeTlUleRCAOSE Bestiario pop ed ecosostenibile tra le vie dello shopping nei Designer Outlet di McArthurGlen. Riciclo felice Non solo parole, non solo immagini: fra i segni che scandiscono il nostro quotidiano ci sono a pieno titolo anche gli oggetti. E quelli in plastica, impossibile negarlo, sono oggi percepiti in modo completamente diverso rispetto a qualche decina di anni fa. Saltano all’occhio, talvolta infastidiscono, ed è un buon segno: il pianeta richiede una svolta green, e noi tutti dobbiamo adeguarci. Con qualche sana e gradita eccezione. È il caso della variopinta fauna di Cracking Art – collettivo artistico fondato a metà degli anni ‘90 – che anima fino a fine settembre i Designer Outlet McArthurGlen di Castel Romano e di Barberino. Qui la plastica rigenerata dà vita a opere zoomorfe come lupi, rondini, elefanti, chiocciole, coccodrilli, rane, delfini e molte altre specie, per un totale di 240 pezzi disseminati lungo le vie dello shopping conveniente e griffato. Lo scopo è decisamente nobile: In questa pagina. Alcune opere del trasformare rifiuti potenzialmente collettivo Cracking Art, nei Designer Outlet tossici in oggetti densi di significato, McArthurGlen di Castel Romano, vicino alla richiamando l’attenzione sulla natura capitale, e di Barberino, nel cuore del Mugello. e sul suo fragile ecosistema. Non a Resteranno in mostra fino a fine settembre. caso, l’esposizione è accompagnata da workshop ambientali a Castel Romano e da cacce al tesoro per i più piccoli in entrambi i centri, allo scopo di sensibilizzare i visitatori sulla grande COURTESY OF MCARTHURGLEN importanza del rapporto fra uomo e ambiente. Niente di più istruttivo per prender fiato nella corsa al miglior affare. | Federica Fiori ELLE|140
LINGUAGGIO del CORPO elle BUZZ cose bELLE Parola chiave: diversità. United Colors of Benetton debutta con una campagna (a sinistra, uno scatto di Giampaolo Sgura) che racconta di visioni trasversali. Andrea Incontri, il direttore creativo, ha voluto un focus sul corpo come strumento narrativo, 2 per esprimere liberamente l'identità. DEE dell'OLIMPO PHOTO shop1 Versace continua il suo viaggio nei miti classici. Greca Goddess è l'ultima borsa must-have Display di immagini da collezione. La ragazza in cagoule e, come suggerisce il nome, è caratterizzata di maglia, gli occhiali indossati sulla nuca, il completo da un motivo di greche in metallo dorato knitted ispirato al cinema. Nuovi cult di moda e dintorni che la percorrono tutta (sopra). a cura di Adriana Di Lello PALRaOLME PaAiRsoOnLEValentino 3Un efficace escamotage scultoreo, very Versace. continua la sua collab con Douglas Coupland. La T-shirt in Pink PP con quote del saggista è postmoderna e avantpop 143|ELLE
elle BUZZ cose bELLE AQUILA CHIAMA TERRA Emporio Armani firma una collezione sostenibile di occhiali. Il brand dell'aquilotto lancia 4 modelli in bio-acetato, contenuti in uno speciale 4packaging di poliestere riciclato 5 TheL WORLD Amore e psiche. Scrivere di sentimenti per convincere a provarli. IBlues celebra la passione con quindici capi caratterizzati da maxi lettering \"innamorato\". I pull riportano un unico mantra: “Do you speak love?\", in un carattere bold, anche un po' psichedelico (sopra, un esempio). Tell it to my heart. LUCID dreams Tutto e il suo contrario. La nuova campagna di Gucci è, per Alessandro Michele, \"un gioco situazionista in cui si mescolano piani storici, referenze, vissuti\". Battezzata Exquisite, rende omaggio al cinema celebrando uno dei suoi più grandi maestri: Stanley Kubrick, ammirato da Michele per il suo essere oltre gli schemi e i generi. Nelle foto dell'adv, realizzate da Mert & Marcus, i vestiti di Gucci si integrano con immagini iconiche (a destra, completo knitted Adidas x Gucci inserito in una scena di Shining). Il tutto con l'aiuto della grande costumista Milena Canonero. 6ELLE|144
XAVI GORDO ELmoda LE Fashion spotlight. Sulle tendenze più forti, su una nuova idea di sexyness rilassata (e in blazer maschile), su un ritorno alla natura über stylish. Ricarica completa 147|ELLE
DOPPIO LOGO CREDITO XXXXXX
CREDITO XXXXXX Trend topics d'autunno. Dallo stile toujours garçonne al mix di generi, dal folk ibrido al sartoriale pro tempo libero. Evolutionary road di Laura Seganti foto Xavi Gordo BIKER '70 Salopette di pelle (2.500 euro), pullover di lana e cashmere (1.150 euro) e cuissardes di pelle, tutto Isabel Marant. Nella pagina accanto T-shirt di cotone, Vìen, foulard di seta con logo Adidas x Gucci, orecchini d’oro rosa Love e d’oro giallo Juste un Clou, tutto Cartier.
MRS BLACK XAVI GORDO
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