VIEW [Febbraio 2023] 102 SIMBIOSI PERFETTA. A Bentveld, in Olanda, un’architettura color carbone sembra abbracciare il bosco. Un progetto totale firmato Nicolas Schuybroek. 114 REINVENTING MILANO. Flessibilità tra privacy e spazi conviviali, arredi su disegno, mix di materiali e colori. Un intervento delicato dello studio Kick.Office ridefinisce il carattere di una casa d’epoca nel cuore della città. 124 TRA I BOSCHI E IL TAO. Cina orientale: una coppia di amanti del design e della meditazione ha costruito una casa poggiata sulla montagna, inondata di luce. Dove celebrare il rito del tè. 132 STORIA DI OGGI. Armonia del passato, energia del presente. Un equilibrio a misura d’uomo nel progetto privato di Stef Bakker ad Amsterdam. 140 BRUTALISMO VISIONARIO. In un luogo di frontiera tra le montagne andine, il duo di architetti Pezo von Ellrichshausen presenta la sua ultima, sorprendente creazione. Luna House: casa e anche centro culturale, immerso nella natura. 101 ELLE DECOR
Immersa in un bosco di pini e betulle, la villa progettata da Nicolas Schuybroek ha la facciata rivestita in legno di afromosia sabbiato e annerito, posato in due direzioni. Nel volume centrale, su due livelli, si sviluppano il living e la zona notte con i servizi, mentre le due ali protese verso il paesaggio contengono la cucina conviviale e la piscina, oasi di relax in tutte le stagioni.
SIMBIOSI PE R F ET TA A Bentveld, in Olanda, un’architettura color carbone sembra abbracciare il bosco. Un progetto totale firmato Nicolas Schuybroek di Francesca Benedetto — foto di Giorgio Possenti 103 ELLE DECOR
La vista sul giardino, disegnato da Erik Dhont, cambia con la luce e le stagioni, trasformando le ampie vetrate in poetici tableau vivant. In soggiorno, sofa Extra Soft di Piero Lissoni per Living Divani e seduta di Lina Bo Bardi. Tappeto di Bruder, tavolino antico e piantana Daphine di Lumina. Scrivania su disegno, in rovere di recupero, e lampade di Atelier Pierre Culot. 105 ELLE DECOR
L’appuntamento è a Bentveld, un piccolo villaggio a circa al loro stile di vita frenetico dal punto di vista lavorativo, 40 minuti da Amsterdam e a 5 chilometri da Haarlem, dove la ma anche alle esigenze della famiglia, con figli di età diverse. qualità di vita, a misura d’uomo, si intuisce semplicemente Una dimora che fosse calda e materica, minimale guardandosi intorno. Qui ci si muove, nemmeno a dirlo, e ben proporzionata ma al tempo stesso elegante e vivibile per lo più in bicicletta e il paesaggio è vario e sorprendente. tutto l’anno. Al centro del progetto la praticità e il comfort, A breve distanza si trovano il Parco Nazionale Zuid- senza perdere di vista l’estetica. Il luogo mi ha suggerito Kennemerland, oasi naturalistica tra le dune costiere popolata l’idea di una casa in legno annerito, che si fonde molto bene da cervi, uccelli e bisonti europei, e la spiaggia di Zandvoort, con l’ambiente naturale composto da dune e pini, giocando bagnata dal Mare del Nord, che anche d’inverno concede sui contrasti cromatici con gli interni, basati su toni chiari il lusso autentico di lunghe passeggiate al tramonto. L’architetto e texture morbide”. Le connessioni tra indoor e outdoor derivano Nicolas Schuybroek arriva dal suo studio di Bruxelles, dove da un’attenta analisi del paesaggio e dell’orientamento si dedica a progetti in tutto il mondo che identificano il suo stile topografico e i punti di vista, dall’interno verso il verde e con un’eleganza non urlata, fatta di semplicità solo apparente. dal giardino verso la casa, sono stati studiati con precisione, Architetture, residenze, hotel, spazi per il retail e persino oggetti ancor prima di pensare ai volumi. “Grazie a piattaforme costruite caratterizzati da una grande sensibilità per i materiali, per lo più in loco”, prosegue l’architetto, ”abbiamo potuto visualizzare tattili e grezzi, per la ricerca dell’artigianalità e l’acuto senso concretamente i diversi livelli del pavimento che separano le del dettaglio. Riconosciamo subito il profilo della villa che ha stanze in maniera lieve e i numerosi sopralluoghi ci hanno aiutato progettato tra gli alberi ad alto fusto: un volume su più livelli a comprendere le evoluzioni della luce nelle diverse stagioni”. dal segno deciso ed elegante, rivestito in legno carbonizzato, La pianta a forma di U fa intuire una circolazione senza corridoi secondo la tecnica ampiamente diffusa in Giappone e nei Paesi chiusi, ma che avviene attraversando gli ambienti in sequenza nordici. Il giardino spontaneo, con i cespugli ancora in fiore, che affacciano sul patio, arredato per le cene estive. Alle due si sviluppa su tutti i lati della residenza, fondendosi senza estremità, come ali protese verso il bosco, la grande cucina con soluzione di continuità con il bosco che la circonda. I padroni il camino, luogo della convivialità per eccellenza, e la piscina. di casa, una coppia di professionisti, ci conducono all’interno “Iniziare la giornata con una nuotata energizzante, osservando e, fin dalle prime battute, intuiamo il rapporto di grande intesa il bosco che si risveglia, ci fa sentire in totale simbiosi e fiducia che li lega al progettista. “Lo scambio con i committenti con la natura”, confessano i proprietari. Mentre Nicolas sta è sempre stato aperto e trasparente”, racconta Schuybroek. già studiando una soluzione ecologica per distrarre il picchio “Desideravano qualcosa di speciale, che si adattasse dalla facciata in afromosia, di cui è un assiduo frequentatore. — 106 ELLE DECOR
“Un volume dinamico, in legno annerito, in dialogo totale con la natura. All’interno, ambienti dai toni neutri, luminosi ed estremamente vivibili” Nicolas Schuybroek L’architetto belga Nicolas Schuybroek, autore del progetto, ritratto all’ingresso della residenza, accanto allo stool SESC - Pompéia di Lina Bo Bardi. Un acero rosso giapponese si staglia sulla facciata rivestita in doghe di afromosia annerita, posate in due direzioni. Pagina accanto, una vista del soggiorno con doppio affaccio sul giardino e sul bosco di pini secolari.
Il lungo tavolo su disegno è realizzato in legno di afromosia, recuperato e sbiancato. Sedie di George Nakashima, sospensione di Florian Schulz, Anni 50. Sul fondo, l’isola con ante in rovere e piano in pietra calcarea sabbiata. Pagina accanto, il caminetto, in acciaio grezzo annerito, rende la cucina il luogo più esclusivo per i momenti di convivialità, in simbiosi con la natura. 108 ELLE DECOR
Le connessioni tra interni ed esterni nascono da un attento studio del paesaggio, della topografia e della luce I raggi del sole proiettano ombre leggere nella camera da letto, al livello superiore. Scrivania antica di Axel Vervoordt, vasi idi Nicolas Schuybroek per When Object Work, sedia vintage di Pierre Jeanneret e lampada di Atelier Pierre Culot. Pagina accanto, il bagno in pietra muschelkalk e rovere. Sgabello in legno di pino di Pettersson and Söner. Pareti con finitura argilla. 110 ELLE DECOR
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La piscina occupa un’ala della casa e si prolunga a cannocchiale sul bosco di conifere. La luce filtra tra le foglie degli alberi, gli uccelli volano di ramo in ramo in cerca di cibo e il martellio operoso del picchio sembra richiamare ai doveri del mattino. Intonaco in calce impermeabile, rivestimento vasca in Bluestone e pavimentazione in cemento lavato. Serramenti su disegno. 113 ELLE DECOR
REINVENTING MILANO Flessibilità tra privacy e spazi conviviali, arredi su disegno, mix di materiali e colori. Un intervento delicato dello studio Kick.Office ridefinisce il carattere di una casa d’epoca nel cuore della città di Francesca Benedetto — foto di Alberto Strada 114 ELLE DECOR
Nel soggiorno, con vista sugli edifici d’epoca, divano modulare Victoria di David⁄Nicolas per Tacchini, in velluto color cannella, tappeto di Mae Engelgeer per cc-tapis, coffee table di Piero Lissoni per Cassina, piantana Anni 50. Lounge chair degli Eames per Vitra, sidetable Plinto, collezione 3030 in marmo di Carrara, di Kick. Office per Bianco67.
Per la cucina su disegno, realizzata da Aster, ante con finitura in ottone brunito spazzolato, piano e rivestimenti in marmo Calacatta oro. Sedie Leggera di Gio Ponti per Cassina con seduta in velluto color biscotto, tavolo in frassino tinto nero e panchetta in cuoio naturale, entrambi su disegno. Lampada a braccio di Lambert & Fils, sospensione in lamiera di ottone satinato di Pietro Russo, artwork di Giorgio Tentolini realizzato con fogli di rete metallica intagliati a mano. Serramento in vetro cannettato e ottone brunito, con apertura a libro, su disegno. 117 ELLE DECOR
Attorno al camino originale con cornice in marmo e piastrelle di cotto smaltato color borgogna iridescente, divano modulare Victoria di David⁄Nicolas per Tacchini, Poltrona P40 di Osvaldo Borsani per Tecno (da Compasso Design, Milano) e tavolini di Piero Lissoni per Cassina. Applique Stone Wall di Tom Dixon, tappeto di Mae Engelgeer per cc-tapis. Pagina accanto, libreria in ferro verniciato nero e ottone satinato con ripiani in noce canaletto, di Pietro Russo, come la sospensione Libra, sul tavolo in marmo Asolo di Angelo Mangiarotti, Agapecasa. Sedute di modernariato in legno curvato con imbottitura in velluto colore zafferano.
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L’edificio fine Ottocento si trova proprio all’incrocio tra due strade, in uno dei quartieri più esclusivi di Milano. Saliamo a piedi, incuriositi dallo sviluppo a forma di pentagono della scala che lascia intuire una corrispondenza con la pianta degli appartamenti. Il padrone di casa, un professionista che vive gran parte dell’anno all’estero, è fuori città e ad accoglierci c’è l’architetto Mario Abruzzese, titolare di Kick.Office, lo studio di giovani progettisti che ha firmato l’intervento di ristrutturazione e di interior design della residenza. “Il proprietario desiderava un rifugio accogliente ma anche una casa per ospitare i due figli al rientro in Italia e un luogo da condividere con affetti e amici, che coniugasse in maniera flessibile spazi conviviali e privati, estetica e funzionalità”, ci racconta Abruzzese. L’ingresso si apre sulla sala da pranzo, con il soffitto alto quattro metri, dove le linee diagonali della libreria in ottone fanno da contraltare all’essenzialità del tavolo fratino in marmo firmato Mangiarotti. Il soggiorno adiacente, che occupa l’angolo più esterno dell’edificio, fa da cerniera tra la zona pranzo e l’ampia cucina con isola in marmo, aperta alla vista degli ospiti o schermata dietro alla vetrata con apertura a libro, disegnata ad hoc. “Per non stravolgere il carattere autentico dell’appartamento, abbiamo perseguito un costante equilibrio tra restauro dell’esistente, integrazione delle finiture andate perse nel tempo e innesto di nuovi linguaggi. Di originale restavano le porte, il camino in sala e i decori in gesso che sono stati mantenuti e valorizzati, mentre le antiche marmette, purtroppo in pessimo stato, hanno lasciato il posto a un pavimento uniforme, realizzato con tavole di quercia massello, simili per colore e dimensioni a quelle dell’epoca e posate a seguire le geometrie degli ambienti”. Alle texture luminose delle stanze principali, che con un gioco di chiaroscuri mettono in evidenza le cornici delle porte e gli stucchi, si giustappongono finiture e codici architettonici attinti da altre epoche: dalla parete laccata rosso mattone, che introduce alla zona notte, ai rivestimenti tessili delle camere da letto e delle armadiature in corridoio che nascondono i servizi, fino ai sanitari in ceramica colorata dei bagni che rimandano agli Anni 60. “Lavorando ed essendomi formato a Milano”, prosegue Abruzzese, “non posso prescindere dai riferimenti culturali con i quali qui si viene a contatto quotidianamente. Ecco perché questo progetto non sarebbe stato lo stesso senza che il lavoro di Piero Portaluppi a Villa Necchi si fosse sedimentato nei miei pensieri, con il suo riuscitissimo equilibrio tra raffinatezza borghese, innovazione tecnica e stilistica insieme a una certa dose di anticonformismo. Lo stesso vale per Caccia Dominioni, con il sapiente lavoro sui percorsi e sulle geometrie: in particolare il suo progetto per l’appartamento di via Vigoni qui ha ispirato la camera padronale, con la sua pianta rettangolare, gli angoli smussati e la volta poligonale”. L’utilizzo del colore, che è un tratto distintivo del lavoro dello studio, è in questo intervento più dosato, rassicurante. “Lo consideriamo un elemento fondamentale: guida il percorso negli spazi, esalta le specificità di un luogo, definisce gli ambienti e, insieme ai diversi materiali, ci aiuta a creare tensione e dinamismo”. Da qui l’utilizzo della breccia medicea per uno dei bagni, con sfumature dal violetto al verde chiaro e punte di giallo, rosso e grigio, o la carta da parati che rende avvolgente e morbida la camera padronale. E ancora le tonalità calde scelte per tessuti e arredi, dallo zafferano al cuoio naturale, dal cannella al rosso bulgaro. Unica eccezione, con effetto sorpresa, l’iconica poltrona di Borsani, rivestita in tessuto blu Klein. — 120 ELLE DECOR
“Con il mio team di giovani e infaticabili creativi, amiamo ricercare e accostare elementi, colori e materiali diversi, per caratterizzare gli spazi” Mario Abruzzese, Kick.Office Sopra, da sinistra, la parete divisoria, con porta a bilico laccata rosso mattone e maniglia Anni 50 in ottone, conduce alla zona notte. Sul fondo del corridoio, artwork ‘The Best Things Are Not Things Hermès Orange’ di Pietro Terzini. Applique Foglio di Tobia Scarpa per Flos, parete armadio realizzata su disegno con ante rivestite in tappezzeria e bordate con profili in ottone naturale. L’architetto Mario Abruzzese, titolare dello studio milanese Kick. Office. Pagina accanto, una vista della scala interna dell’edificio fine Ottocento.
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Nella camera, letto L50 Cab Night di Mario Bellini per Cassina in cuoio rosso bulgaro, applique di Servomuto, poltrona Catilina di Luigi Caccia Dominioni per Azucena (da Compasso Design, Milano). Carta da parati Unito Ribbon Grass di Jannelli&Volpi. Pagina ccanto, il corridoio a volta che dà accesso a uno dei bagni, sul quale si apre un oblò comunicante con l’ambiente doccia. In primo piano, applique in ottone U Brass di Vesoi. Sul fondo, mobile lavabo di Ceramica Cielo, rubinetteria Agape, applique di &Tradition. Pavimento e rivestimento in breccia medicea realizzato da Bianco67, serramento su disegno in ottone brunito e vetro cannettato.
TRA I BOSCHI Cina orientale: una coppia di amanti del design e della meditazione ha costruito una casa poggiata sulla montagna, inondata di luce. Dove celebrare il rito del tè testo di Paola Maraone, Tang Bai, Li Yingting — foto di Zhu Hai — styling di Sun Xinxi E IL TAO
Ad Hangzhou, Cina, ai piedi del monte Pingfeng, la casa ha enormi facciate in vetro su misura, per sottolineare il dialogo con l’outdoor e inondare di luce le stanze, come il grande soggiorno con gradini curvi che diventano sedute informali. La panca-scultura sul davanzale della finestra è di Han Dong. Pagina accanto, i proprietari Ji Shan e Bao Xiaobing sul sentiero che dal giardino di casa conduce a una foresta di pini e di bambù. 125 ELLE DECOR
Per adattarsi alle grandi dimensioni del soggiorno, la maggior parte dei mobili è realizzata su misura, compreso il divano e il tavolino in teak. Le due sedie imbottite seguono i principi cromatici della stanza e scelgono toni scuri. Pagina accanto, la sala da pranzo con un tavolo rotondo in ebano indonesiano: sedie BM2 di Børge Mogensen per DK3. La vetrinetta è di Ujoh, brand fondato da Ji Shan.
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Sopra, al mezzanino tra due rampe di scale, Per diversi giorni dopo essersi trasferiti nella loro un pianerottolo poco illuminato diventa nuova casa, Bao Xiaobing e Ji Shan hanno rifiutato le visite un’intima e raccolta sala da tè, degli amici. Ogni sera, dal tramonto a notte, i due passavano con la tradizionale vetrata ribassata e vicina il tempo seduti in giardino, a bere il tè aspettando che le stelle al suolo per illuminare un rito millenario apparissero in cielo. Il versante settentrionale del monte che si consuma stando seduti per terra. Pingfeng a Hangzhou è un luogo raro e tranquillo, separato Pagina accanto, il paravento dipinto dalla città e dal trambusto da verdi colline. Ai piedi della che delimita la stanza, incorniciato montagna svettano enormi pini, tra i quali Bao e Ji hanno da un profilo in argento, è opera dell’artista costruito la propria abitazione impiegando più di due anni Mohen, amico dei proprietari. per realizzarla e decidendo infine di chiamarla Pine Yin, in un doppio omaggio al simbolo del Tao e agli alberi, che 128 ELLE DECOR sono ovunque. “Potrebbero avere centinaia di anni e siamo grati della loro presenza”, ci spiega Ji. “Lo Yin è la parte oscura e nascosta di un’antica filosofia, ma per noi anche uno stile di vita. Questa montagna fresca è il contesto ideale per la nostra vita da moderni eremiti”. I due credono nel buddismo, ma non sono isolati dal mondo: Bao lavorava nel settore della ristorazione e ha anche diretto un noto negozio di design, mentre Ji è stato imprenditore nel settore edile per molti anni. Il rito del tè è un piacevole obbligo quotidiano, in questa casa su più livelli, costruita seguendo con dolcezza la pendenza della montagna. Sono molti gli spazi per berlo chiacchierando nell’intimità o con gli amici, attorno al tavolo o seduti per terra, in una sequenza ininterrotta di ambienti con grandi finestre mantenute più basse possibile per godere, da ogni angolo, della vista sul canneto e sul bosco. Arredi sobri pescati nel mondo del design con sguardo internazionale e qualche omaggio alla tradizione cinese, oppure costruiti su misura; tanta la luce naturale, poche le lampade, per rendere l’atmosfera simile a quella di un eremo. “Il rito del tè ha avuto grande influenza su di me negli ultimi anni”, confessa Bao. “Sedersi in silenzio e bere parlando a malapena per due ore è un’esperienza particolarmente rilassante per chi come noi è stato tanto impegnato sul lavoro. Oggi io e mio marito abbiamo più tempo libero e lo facciamo ogni giorno, in questa casa speciale”. Come tutte le abitazioni costruite sui pendii, Pine Yin non ha una struttura regolare. Dal punto di vista dei proprietari e dello studio giapponese KUU Architects, che ne ha realizzato il progetto, “sembra una grotta”. Al piano inferiore c’è il garage, mentre il soggiorno e la sala da pranzo occupano il primo piano, su due livelli leggermente sfalsati; ogni spazio è estremamente irregolare e dà vita a forme geometriche diverse, come si può constatare salendo ai livelli superiori. Qui trovano posto lo studio e, tra una rampa di scale e l’altra, una piccola sala da tè aperta sul living; poi ci sono una sala buddista per la meditazione e la zona notte, con la camera da letto padronale affacciata sul cortile retrostante. Il sentiero in pietra che corre intorno alla casa e la montagna definiscono un’area privata, lastricata di ghiaia nera, con il muschio a far da transizione tra la natura e l’abitato. L’effetto della luce proveniente dalla grande vetrata del soggiorno, combinato alla texture della pittura a stucco, produce una sensazione unica. “È difficile da descrivere a parole, ma vivendoci la provi ogni giorno”, conclude Bao. “Credo che questa casa inviti le persone al silenzio e alla tranquillità. È uno stato dell’anima da conquistare, ma quando lo possiedi puoi vivere in grande libertà”. —
Nella camera da letto padronale affacciata sul giardino posteriore, l’unica sedia presente è la Tank di Alvar Aalto per Artek, mentre il tavolino, che può fare anche da sgabello o comodino, è l’MC20 di Mattiazzi. Pagina accanto, l’uso della ghiaia argina la natura prorompente, come anche il sentiero in pietra, fiancheggiato da lussureggiante muschio, che corre tutto intorno alla casa. Il tetto sembra un foglio leggero adagiato sulla casa. 130 ELLE DECOR
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Dipinte di grigio, le pareti risvegliano l’impianto classico Art Nouveau con note di attualità. Intorno al camino, divano Square, De Padova, cubi in alluminio di Arno Kortschot, tavolino Studio Bakker, sgabelli di Charlotte Perriand. Sul fondo, carrello e casellario in legno vintage; a destra, cubo di Popke Bakker, opere di Carlos Sarmento e Martien Mulder.
STORIA DI OGGI Armonia del passato, energia del presente. Un equilibrio a misura d’uomo nel progetto della casa di Stef Bakker ad Amsterdam testo di Flavia Giorgi — foto di Kasia Gatkowska 133 ELLE DECOR
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Fusi in un unico ambiente, pranzo e cucina (Bulthaup) prendono luce dalla grande vetrata con affaccio sul verde. Design Afra e Tobia Scarpa per le sedie Monk, Molteni&C, intorno al tavolo vintage di Charles & Ray Eames. Accanto alla finestra è sempre degli Eames l’Aluminium chair, Vitra; side table di E15. Di Achille Castiglioni e Pio Manzù la lampada Parentesi, Flos. Alle pareti, litografie di Bernard Buffet. 135 ELLE DECOR
Negli ambienti primi ’900, il designer olandese ha portato i segni di una continua, serena evoluzione creativa Percorsi fluidi, ridisegnati da Amsterdam. Luce limpida che entra dalle vetrate, Bakker, connotano gli ambienti acqua che scorre lenta nei canali, terra che dà sostanza nel nuovo assetto della casa. agli alberi di un giardino sacro, silenzioso, nel cuore Porte scorrevoli con armadiature della città. E poi il fuoco, a chiudere il cerchio la sera, laterali aprono il passaggio dal quando si accende il camino e al calore della fiamma soggiorno alla zona pranzo si aggiunge il comfort del divano in pelle. Sono gli elementi e cucina. Design italiano per la primari di una abitazione dove tutto resta immutato sedia vintage in teak e per la e tutto cambia. La dimensione domestica di Stef Bakker, lampada da terra di Tito Agnoli che all’ultimo piano del palazzo Art Nouveau progettato per Oluce. Litografia di da François M.J. Caron nel 1904 ha messo piede J. Schoonhoven. Pagina accanto, per la prima volta dieci anni fa. Nessuna tentazione nel bagno, armadietti a specchio successiva di abbandonare questa location speciale; riflettono la trama del rivestimento costante invece il desiderio di rinnovare quel microcosmo in ceramica bianca. Affiches di fatto di oggetti, colori e ricordi che tiene viva una casa David Chipperfield. e procura a chi la abita una sensazione di benessere a misura di sé. “Siamo nello storico quartiere del Jordaan, 136 ELLE DECOR vicino a Palazzo Reale. La vista è sulla Westertoren (Torre occidentale) e sulla Galleria che vi è stata costruita intorno ai primi del ’900”, racconta il designer olandese. “Ero alla ricerca di uno spazio che sapesse catturare l’energia che proviene dalla
contemporaneità, nella quiete di un ambiente soft. Eames, ma riservano un’attenzione particolare a grandi Qui ho trovato raccolti tutti gli elementi naturali che creano nomi italiani, come Afra e Tobia Scarpa, Achille Castiglioni armonia”. Ma anche quelli architettonici e decorativi e ancora, per le lampade, Tito Agnoli, Mario Arnaboldi, che esprimono canoni di bellezza senza tempo: Ernesto Gismondi. Uno sguardo storico sul contemporaneo, le balconate su due fronti, con viste sul canale e sul quello di Bakker, che mette nella giusta prospettiva icone e giardino, gli alti soffitti ornati di cornici e rosoni, le porte pezzi meno noti, vintage d’autore e modernariato anonimo. modanate in sequenza. “Ho lavorato alla trasformazione Quale il criterio della selezione? “Intuito”, è la risposta del layout per ottenere spazi aperti e fare in modo lapidaria che ci arriva, ma che poi si completa: “Preferisco che i flussi di luce, provenienti dai lati opposti, potessero il vintage meno conosciuto rispetto a quello che tutti convergere al centro dell’abitazione”, prosegue apprezzano, sa creare ambienti più interessanti”. Con un Bakker. “Ho conservato, restaurandoli, valore aggiunto: il gusto della ricerca. In questa specialità i dettagli originali di stile liberty, gli ornamenti in legno Bakker è maestro, anche nel senso letterale del termine. e gesso voluti da Caron”. Oggi è la neutralità del grigio, Da molti anni, all’attività professionale con il suo studio scelto in diverse tonalità in sintonia con gli ambienti, di interior design, affianca quella di docente alla Design il raccordo cromatico tra passato e presente. Academy di Eindhoven, dipartimento Man & Well Being. Pareti, porte e soffitti si alleano sotto la stessa livrea “Mi interessa il design che aggiunge qualità alle nostre vite cromatica e l’uniformità induce un senso di calma. in qualsiasi aspetto e forma, che converte l’ordinario Nelle stanze, arredi, complementi e opere d’arte in qualcosa di speciale, animando la materia. Perché compongono un universo variegato in continua evoluzione. gli ambienti in cui abitiamo dovrebbero servire a un solo Le scelte dei mobili non trascurano i maestri del design scopo, il nostro benessere”. Non c’è da stupirsi se il monito internazionale, da Charlotte Perriand a Charles & Ray che ripete ai suoi studenti sta in una sola parola: “Live!”. — 137 ELLE DECOR
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Oasi silenziosa nella città, i giardini sono il panorama dal fronte interno della casa, mentre il lato opposto si apre alla vista sui canali. Pagina accanto, il verde della natura detta il colore della camera, dove pareti e soffitto sono in tonalità oliva di Farrow&Ball. Biancheria da letto Yumeko, lampada Sintesi di Artemide. Sul fondo, opere di Abel Minnée e Victor Vasarely. 139 ELLE DECOR
In un luogo di frontiera tra le montagne andine, il duo di architetti Pezo von Ellrichshausen presenta la sua ultima, sorprendente creazione. Luna House: casa e anche centro culturale, immersi nella natura testo di Gudrun Henrysdóttir — foto di Mads Mogensen — ha collaborato Paola Maraone BRUTALISMO VISIONARIO 140 ELLE DECOR
Veduta dall’alto dell’imponente complesso nella regione cilena di Yungay, ai piedi delle Ande: quasi tre quarti della superficie sono spazi esterni, con molte stanze aperte e cortili esposti agli umori della natura. Pagina accanto, Sofía von Ellrichshausen, che con Mauricio Pezo, partner nella vita e sul lavoro, ha creato Luna House, abitazione privata e centro culturale.
Cemento a vista, grandi finestre e cortili fioriti, Luna House è stata costruita nel massimo rispetto del paesaggio esistente. Pagina accanto, in cucina e in sala da pranzo, come nelle altre aree pratiche della casa, i mobili sono stati strategicamente posizionati in corrispondenza delle aperture, per offrire una vista su specifiche caratteristiche dell’intorno. 142 ELLE DECOR
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Sofía in uno degli atelier della casa, suddivisa in 12 blocchi indipendenti. Pagina accanto, area relax in uno dei patii, contiguo a un ambiente il cui centro è una scenografica scala in cemento che porta al livello superiore e ai terrazzi. Le aperture su pareti e tetti sono dispositivi di articolazione essenziali, ogni stanza funziona come una soglia per una connessione infinita di spazi.
Sopra, al livello superiore, una biblioteca circolare assolve alla propria funzione pratica e al tempo stesso offre un’esperienza sensoriale. A destra, in primo piano, una vasca all’aperto riflette come uno specchio l’architettura brutalista dell’edificio. Pagina accanto, Rosa è uno dei due padiglioni aggiuntivi che sorgono a 700 metri da Luna House, offrendo una vista unica sulla valle e le montagne.
“Luna House non è solo una casa privata, ma anche un luogo destinato all’espressione della creatività, nostra e altrui” Sofía von Ellrichshausen Intricate foreste, fertili pianure, una gran quiete e la natura “È ad esso che ci siamo ispirati per trovare il nome della casa, selvaggia: proprio qui hanno inizio le Ande. Santa Lucia Alto, Luna House: le sue dimensioni equivalgono a quelle di un’arena nella regione cilena di Yungay, è un punto di frontiera tra di 45x45 metri, chiamata ‘medialuna’ nella tradizione rurale la valle e il paesaggio montano: il luogo che Sofía von cilena”. Una forma a croce asimmetrica lo divide in sezioni, Ellrichshausen e Mauricio Pezo, dell’omonimo e pluripremiato ciascuna delle quali ha identità diversa: in una c’è una vasca che studio di architettura, hanno scelto come casa. “È una definizione raccoglie acqua naturalmente, in un’altra un giardino fiorito… molto ampia”, ci spiega Sofía. “Luna House, così l’abbiamo “Alcune stanze sono spazi funzionali: camere da letto, cucina, battezzata, non è solo la nostra abitazione privata. una biblioteca e studi per la pittura, l’immaginazione La consideriamo anche un centro culturale, poiché non architettonica e la falegnameria. Alcune hanno atmosfera intima, è destinata solo all’uso domestico ma anche all’espressione altre più pubblica, quasi da galleria-showroom, con soffitti a creativa, nostra e altrui”. Questo spettacolare ‘spazio combinato’ doppia altezza. Ma la maggior parte sono ambienti nel cuore delle Ande è una presenza sorprendente, quasi un completamente o parzialmente all’aperto, flessibili, con tanti oggetto mistico che sembra atterrato all’improvviso dal cielo. cortili intermedi che fanno da raccordo. E una varietà di D’altro canto è come se fosse sempre stato qui, capace aperture, rotonde, squadrate, ampie o sottili, a soffitto o a parete, com’è di esistere senza disturbare la natura circostante: a creare esperienze sensoriali diverse”, dice ancora Sofía. “Abbiamo sfumato i confini e diluito la differenza tra artificiale Un posto abbastanza grande da poter vivere nella privacy e naturale, costruendo la casa intorno agli alberi che già quando se ne ha bisogno, ma abbastanza piccolo da poter c’erano”, dicono gli architetti. Il risultato è una sana quanto sentire il legame con gli altri ospiti: “Lo paragono al vivere visionaria miscela di brutalismo e architettura minimalista in un condominio, dove ognuno ha un proprio ‘rifugio’ privato perfettamente integrata nel paesaggio, efficace sintesi della ma dove si condivide l’edificio con altri, quindi in un certo senso passione della coppia per la creazione di forme originali e per si vive insieme”. Una costruzione permeabile e fuori dai canoni, l’uso del cemento a vista. “In realtà, la casa è un aggregato in cui di fatto ci si trova sempre su una soglia tra stanze di 12 edifici diversi, separati l’uno dall’altro da giunti sismici comunicanti. Dove non c’è un punto di arrivo ma un continuum, (elementi di connessione e divisione) mantenuti volutamente e dove l’apparente durezza delle pareti in cemento a vista visibili, per una superficie totale di circa 2.400 metri quadrati”, è addolcita dal verde del fogliame, dei fiori e degli elementi spiegano gli architetti. L’intricata struttura ha pianta quadrata, acquatici: “Oggi è un luogo per la nostra espressione creativa con un grande cortile al centro, attorno al quale corre un ma, idealmente, ci sopravvivrà e sarà destinato a ospitare altri colonnato intermittente: un po’ come un chiostro. artisti”, conclude Sofía, sorridendo. — 147 ELLE DECOR
In una delle aree studio, la luce zenitale crea un suggestivo effetto luminoso, che muta a seconda delle ore del giorno; gli interni minimalisti definiscono, qui come altrove, il design generale di Luna House. Pagina accanto, una delle camere da letto; ogni stanza si affaccia su uno dei cortili, mettendo in comunicazione un ambiente interno privato e uno spazio esterno condiviso.
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