PREMIO EDIDA Nomination Day Le nostre candidature per il premio assegnato dalle 25 edizioni del magazine nel mondo. Dal progettista dell’anno al talento del futuro, dall’interior design all’attenzione alla sostenibilità. Via alla prima fase dell’EDIDA, Elle Deco International Design Awards. Quest’anno al suo ventunesimo appuntamento testi di Piera Belloni, Porzia Bergamasco, Paola Carimati 53 ELLE DECOR 53 ELLE DECOR
Designer of the Year Ritratto Mattia Balsamini Zaven — Discreto e radicale: potremmo definire così il linguaggio progettuale di Enrica Cavarzan e Marco Zavagno. È nel 2008 che insieme, a Venezia, fondano Zaven, più che uno studio un laboratorio di ricerca dove mixare arte e grafica, editoria e produzione industriale. Complice un passaggio di Marco da Fabrica, il centro di sperimentazione creativa fondato da Benetton, e una laurea in Product design nell’università lagunare. Il loro percorso procede a passi piccoli ma decisi: nasce come sperimentazione sui materiali puri come la ceramica, il vetro e il legno senza mai cedere al manierismo. Ogni scelta è sempre frutto di una precisa riflessione sullo spreco: “Non abbiamo mai fatto della sostenibilità un cavallo di battaglia. Per noi è un valore imprescindibile: se il progetto è buono deve essere necessariamente green”. Nel loro studio di Campo Santa Margherita riciclano tutto: “Difficilmente ci capita di smaltire”. La sedia Glueless, per esempio, in legno riciclato, a incastro e senza colla, realizzata per la mostra ‘Ask me if I believe in the future’ curata da Maria Cristina Didero per il Museum für Kunst und Gewerbe di Amburgo, e l’allestimento per la mostra ‘La tradizione del nuovo’, per il Museo del design italiano in Triennale Milano, per il quale teche e vetri sono elementi recuperati dall’archivio dell’istituzione. Dall’exhibition all’industrial design: il divano Za:Za per Zanotta regala ai grandi numeri la circolarità: 50 kg di struttura in tubolare con cinghie elastiche e imbottitura tutto completamente disassemblabile. Come dicevamo, un approccio discreto e radicale. zaven.net P.C. 54 ELLE DECOR
PREMIO EDIDA Young Talent of the Year Ritratto Davide di Tria Cara / Davide — Li abbiamo conosciuti poco prima del lockdown e ci siamo innamorati del loro lavoro, così sofisticato, essenziale, etico. Come la serie di portaoggetti Ondulato: un omaggio alla precarietà delle architetture estemporanee. Cara Judd e Davide Gramatica, sudafricana lei, italiano lui, come si evince dalla carta di identità, hanno fatto del melting pot culturale il valore aggiunto della loro pratica progettuale. Diplomati entrambi allo Ied di Milano, è nel 2016 che fondano lo studio: un laboratorio multidisciplinare dove sperimentano la dimensione hand made per poi lentamente migrare nella produzione industriale. Molti dei loro lavori, tutti realizzati in collaborazione con esperti artigiani, nascono come racconti di viaggi nel Paese di origine di Cara, che il savoir faire nostrano di Davide realizza. Dalla collaborazione con il pionieristico brand italiano Vero, per il quale tavoli, sgabelli e librerie sono definiti dalla semplice rotazione di 45 gradi dei volumi che li compongono, al più conosciuto marchio Portego: Spina, la collezione di tavolini, sedute e consolle, piccoli altari domestici che riscoprono la forza espressiva della finitura laccata. Ogni loro progetto è un segno iconico ben radicato nel buon design. caradavide.com P.C. 55 ELLE DECOR
Interior Designer of the Year foto di Nathalie Krag e Max Zambelli Giuliano Andrea dell’Uva — Classe 1980, napoletano purosangue, il giovane progettista ha all’attivo un ricco carnet di interventi: dalle residenze alle boutique, fino agli hotel, tutti disegnati con un linguaggio personalissimo. La sua cifra distintiva è la capacità di trasformare con tocco delicato, ma riconoscibile, spazi resi pallidi dal tempo in interni decisamente attuali. “Napoli e il Mediterraneo ispirano i miei progetti, per il contesto naturale e culturale, per quella misteriosa alchimia tra aristocratico e popolare, tra menti creative e maestri artigiani”. Le soluzioni formali sono giocate su un attento uso del colore, sulle trasparenze del vetro e sulla qualità di materiali come il marmo e i rivestimenti ceramici: il giallo del sole, il turchese del mare, il verde della vegetazione danno carattere alle superfici immacolate di abitazioni invase dalla luce. Pareti e pavimenti in maiolica definiscono un nuovo modo di concepire il décor, omaggio alla tradizione campana, riportata ai giorni nostri in maniera mai scontata. Il metallo scuro è una superficie sottile che diventa segno grafico, in grado di sottolineare la percezione dei dettagli. Arredi su misura, design da collezione e opere d’arte diventano parte integrante di un vero e proprio progetto totale. giulianoandreadelluva.it F.B. e F.R. 56 ELLE DECOR
PREMIO EDIDA Outdoor Cabanon di Rodolfo Dordoni con Michele Angelini per Effe — Come una mini architettura, Cabanon è una sauna outdoor da posizionare in giardino, in terrazza o a bordo piscina. Il progetto si caratterizza per le proporzioni calibrate e per la dinamica alternanza di opaco/trasparente che disegna l’involucro esterno, con pareti in onduline di alluminio verniciato in tonalità in sintonia con la natura e ampie sezioni vetrate. Cabanon interpreta in chiave attuale la tradizione finlandese, che pone la sauna fuori dall’abitazione, ed è anche un rispettoso omaggio a Le Corbusier e alla piccola casa rifugio dove passò gli ultimi anni della sua vita, realizzata a Roquebrune sulla base delle regole del Modulor, da cui prende il nome. effe.it Pi.Be. Floor covering Blasone di Federico Peri per Giacobazzi — Un parquet a losanghe dalla lavorazione rigorosamente artigianale, che va oltre il progetto decorativo, e si ispira alla tradizione delle dimore storiche. Con uno sguardo in particolare sulla Milano novecentesca e sull’uso del motivo romboidale, sia per interior project sia in architettura, da Portaluppi, che ne fece un personale leit motiv, a Gio Ponti. Qui il disegno geometrico viene interpretato con piglio contemporaneo utilizzando essenze in tonalità a contrasto, il wengé e il rovere, applicati su una base di multistrato di betulla. Due le varianti positivo/negativo per mattonelle di cm 58x35 componibili in diverse configurazioni. giacobazzilegno.it Pi.Be. Lighting To-tie di Guglielmo Poletti per Flos — La ricerca del designer italiano, con un passato a Eindhoven e un presente a Milano, si muove sul filo del millimetro: lamiere, multistrati e cristalli, sottoposti alla spinta della trazione, cedono alla creatività senza deformarsi. È così che è nata To-Tie, la lampada disegnata per Flos e presentata all’ultima Milano Design Week. “Ogni componente ha una doppia funzione”, dice il designer: “Il cavo porta elettricità ed è elemento di tensionamento; la barra integra il Led e funge da maniglia; il cilindro regge la barra e diffonde luce”. Una microscultura stabile che sfugge alla precarietà. E incanta. flos.com P.C. 57 ELLE DECOR
Wallcovering ‘Now What?’, CARTEdition di Francesco Simeti per Wall&decò — Liliana Moro, Riccardo Previdi, Patrick Tuttofuoco sono alcuni degli artisti chiamati a ideare una collezione di progetti realizzati ad hoc su carta da parati da artisti internazionali. Non semplici pattern, ma sette vere e proprie opere d’arte che vanno oltre la decorazione. Noi abbiamo scelto ‘Now What?’ di Francesco Simeti, che esprime al meglio il linguaggio dell’artista italiano fatto di immagini tratte da vecchi libri di fiori di montagna: ingrandite, ritagliate e ricomposte, compongono uno spettacolare paesaggio fantastico. Da ‘installare’ a casa su un’intera parete di 3,60 x 5,40 m. wallanddeco.com Po.Be Tableware Tavolo Simoon di Patricia Urquiola Circle di Alessandra Facchinetti per Editions per Glas Italia — I colori ametista, blu chiaro e topazio Milano — Il set per la prima colazione in porcellana fanno riverberare l’effetto ruvido della superficie delle bianca, firmata da una protagonista del fashion system lastre di vetro di appena dodici millimetri. Assemblate in al suo debutto come progettista per la casa, racconta forme architettoniche basilari, creano un tavolo semplice la storia di un’evoluzione creativa. La collezione ma sofisticato che nasce da un pensiero sostenibile. consiste di cinque pezzi dalla linea essenziale, Sceglie infatti il vetro riciclato dagli scarti di produzione caratterizzati dal manico circolare oversize, ampio che si presta, grazie alla molatura del profilo e al e molto sottile: teiera, zuccheriera, tazza da tè contrasto fra superfici ruvide o lisce , a un’interpretazione e da caffè, mug. Alla costruzione geometrica non attraente per la vista e il tatto. L’estetica del “vetro non convenzionale delle forme si unisce anche il dettaglio vetro” è il risultato di una sperimentazione che rende raffinato della doppia finitura, lucida all’interno una materia antica, ancora malleabile ai cambiamenti e biscuit all’esterno. editionsmilano.com Pi.Be. e a una nuova creatività. glasitalia.com Po.Be. Furniture Foto Silvia Rivoltella 58 ELLE DECOR
PREMIO EDIDA Small Living Kitchens di Andrea Kitchen Federici per Falper — Un concept nato dall’attento studio del vivere contemporaneo, sempre più incline a scegliere spazi di dimensioni contenute senza prescindere dalla qualità. Small Living Kitchens è un sistema studiato proprio con questa ambizione: a partire da soluzioni di soli 2,5 metri quadrati, arricchite da accessori, finiture e materiali preziosi. Elemento caratterizzante sono le mini isole, con top e fianchi in acciaio e frontali in legno, laccati e inox, o interamente in marmo con cassetti interni in noce. Disponibili in tre misure standard da 120/150/180 cm di larghezza. Da abbinare alle madie, che ospitano elettrodomestici e vani contenitori interni o a giorno, per creare pareti attrezzate di dimensioni super contenute. falper.it Pi.Be. Seating Riace di Ronan ed Erwan Bouroullec per Magis — L’azzardo è tutto nella struttura, capace di reggersi su soli due elementi di appoggio. Realizzati in fusione di bronzo bianco, posti alle estremità della lunga seduta, definiscono braccioli e piedi facendo da supporto allo schienale. Unico nella misura, oversize (3m di lunghezza x 0,95 di profondità), cangiante per colori e finiture, è un sinuoso inno all’eterna bellezza classica. Non basta il termine scultoreo per descrivere un progetto contraddistinto da equilibrio formale e carattere, resi possibili da un processo di ingegnerizzazione messo in atto da un brand sensibile alla sperimentazione. magisdesign.com Po.Be. Ritratto Giovanni Battista Righetti Premio Sostenibilità Studio Ossidiana — Insieme a Coco, il pappagallo, e a Cornelio, la cornacchia, Alessandra Covini e Giovanni Bellotti, stanziali a Rotterdam, sperimentano la convivenza interspecie. Architetti ed esperti ornitologi, nutrono la pratica della disciplina madre con la passione per gli animali, sin da studenti alla University of Technology di Delft e al MIT, negli States. Poi la svolta: Hashim Sarkis, curatore della passata Mostra Internazionale di Architettura di Venezia, li chiama: gli arredi per umani e volatili ‘Furniture for a Human and a Parrot’ planano all’Arsenale e la ‘coesistenza’ emerge come tema centrale per il futuro del Pianeta. “Torri, piattaforme, spazi collettivi: i nostri sono ecosistemi per tutti”, ci spiegano, “strutture a base di argilla espansa a diversa porosità, trasformate dai pennuti, che se ne cibano, in spazi di interazione”, perché lì gli umani possono anche accomodarsi. La ‘Pigeon Tower’, il modello di piccionaia della collezione ‘Variations on a Birdcage’, commissionato allo studio dall’Het Nieuwe Instituut di Rotterdam, è un esempio di ‘progettazione transculturale’: troneggiante nel parco di Alcova, dove sono ritratti, è considerato il manifesto dell’architettura di mediazione per uomini e uccelli. ”Per trovare il punto di equilibrio perduto della convivenza tra tutti gli ospiti del Pianeta, ci siamo calati nel ruolo di ‘giardinieri del mondo”. E noi ringraziamo. studio-ossidiana.com P.C. 59 ELLE DECOR
PREMIO EDIDA Rose Garden, Return to Arcadia collection di Edward Luke Hall per Rubelli — Classico reloaded, la capsule collection firmata dall’eclettico artista/designer inglese reinterpreta in versione creativa e ironica, con un tratto pittorico personalissimo, immagini della classicità. La Grecia antica, l’architettura romana, i disegni floreali e le geometrie sono mixati, sovrapposti, accostati con delicata armonia o gioiose dissonanze. Il risultato è una linea di 13 tessuti per rivestimento o per decorazione. In foto, Rose Garden, che nasce da uno schizzo fatto a mano e trasformato in formato digitale, regalando così agli stampati un aspetto piacevolmente artigianale. rubelli.com Pi.Be. Fabrics Bathroom Ell a colonna di Benedini Igea di Maddalena Casadei per Paola Zani — Primo letto Associati per Agape — Disegnato del marchio di imbottiti e complementi brianzolo, accoglie la perizia da geometrie pure, si propone come sessantennale dell’azienda e il segno ricercato della sua art director, un’estrema semplificazione dell’idea Maddalena Casadei. Con piccoli piedini di metallo o base unica di lavabo. E sorprende per l’inedita (in foto) e rivestimento di pelle o tessuto, è caratterizzato dalla testata armonia fra la solidità della materia, morbida e generosa, che nasce dalla rielaborazione dello il marmo usato con spessore minimo, schienale del sistema omonimo di divani componibili. A definirla, e la leggerezza formale. Elemento un design di ispirazione Seventies e una curva inaspettata scultoreo, in questa nuova versione che caratterizza il dettaglio del profilo laterale. paolazani.it Po.Be. ha una griglia frangigetto in Corian® che diventa tutt’uno con la struttura del catino, realizzando così la doppia funzione di lavamani e piano d’appoggio. Disponibile in bianco Carrara, grigio Carnico, nero Marquina o verde Alpi, con griglia nelle finiture bianco o Deep Caviar, e colonna in acciaio verniciato bianco o nero. Miscelatore a pavimento Fez 2, di Benedini Associati. agapedesign.it Pi.Be. Bedding 60 ELLE DECOR
A Venezia, ospiti nel nuovo atelier di Enrica Cavarzan e Marco Zavagno di studio Zaven: un luogo di progettazione multidisciplinare dove la creatività asseconda i ritmi di vita familiari di Paola Carimati — foto di Lea Anouchinsky Design in Laguna
STUDIO VISIT Protagonisti nello spazio di Enrica e Marco, la lampada a parete Dune per il Design Museum di Holon e, in verde, uno degli oggetti possibili P.O.P. per la galleria Luisa Delle Piane. Lungo il corridoio, il sistema di tende argentate. 63 ELLE DECOR
Dall’exhibition all’hand made: alcuni progetti ‘circolari’ di Enrica e Marco. In alto a sinistra e in senso orario: la poltroncina verde Tubes in tubi di cartone e carta riciclata in studio; Grido, i vasi, con finitura di fine cottura per la galleria Luisa Delle Piane; il vaso Extended in ceramica che, ruotato di 90 gradi, diventa mensola; la maquette del Circolo Filologico che, alla Milano Design Week 2023, ospiterà l’installazione Breath. 64 ELLE DECOR
STUDIO VISIT Segni particolari: inerti per la produzione craft, metallo per i grandi numeri e una passione vera per la Carimate di Vico Magistretti 65 ELLE DECOR
STUDIO VISIT “Alla prossima Milano Design Week di aprile, con l’opera site-specific Breath al Circolo Filologico, vogliamo analizzare il dialogo-confronto che si instaura tra il progetto e la sede che lo ospita” Enrica Cavarzan e Marco Zavagno Enrica e Marco all’ingresso È poco prima della pandemia che Enrica e Marco del nuovo studio in Campo decidono di lasciare lo studio di Marghera, dove insieme Santa Margherita a Venezia. lavorano da più di 15 anni: forti del consenso ottenuto dalla A pochi minuti dalla stazione, serie di rivestimenti modulari e tridimensionali Rilievi, disegnata i designer hanno trasformato per Cedit nel 2019, mettono in cantiere di trasferirsi a Milano. un’ex taverna di un Poi lo stop imposto dal Covid ha dilatato tempi e stili di vita: palazzo di fine Ottocento i figli, Anita e Zeno, sono cresciuti, e Campo Santa Margherita, nel loro quartier generale. a dieci minuti dalla stazione di Venezia, è sembrata un’opportunità imperdibile. È in questo spazio ibrido, ricavato 66 ELLE DECOR all’ingresso di un palazzo di fine Ottocento, che hanno scelto di restare. Legno strutturale per infissi e soppalco, pavimento robusto e pannelli in cartongesso per resistere all’acqua alta “una seconda pelle asportabile per un’altezza di circa un metro, nel caso il Mose non entrasse in funzione”, ci spiegano senza preoccupazione. Convivere con la fragilità è il loro modo, pragmatico, di apprezzare le peculiarità della città. Oltre il cancello, lo spazio si apre per conquistare la luce in verticale: tende argentate, e riflettenti, alle pareti svelano all’occorrenza le funzioni dello studio (mini-kitchen e materioteca, utensileria e produzione editoriale), e rete elastica nel soppalco per proteggere e disegnare nell’aria imprevedibili giochi di ombre sottili. È in questi circa duecento metri quadrati che la coppia di designer accoglie i ritmi imposti, più che dal business, dalla famiglia. Perché Enrica e Marco hanno definito un preciso stile di vita e di progetto, a misura di sé, che non impedisce loro di collaborare con aziende del calibro di Nike e Kvadrat, e di istituzioni come Palazzo Grassi e Triennale Milano, per la quale hanno firmato l’allestimento della mostra, appena conclusa, ‘La tradizione del nuovo’. Diversi per carattere — risoluta lei, più pacato lui —, e complementari per formazione — una laurea in Product design allo Iuav e una passione condivisa per la grafica —, quando nel 2008 decidono di far convergere visione e professione sotto un’unica ragione sociale, nasce Zaven: “un’unità di ricerca progettuale non convenzionale”, che migra dal graphic all’exhibition design e dal product all’art design, sempre in punta di piedi. “Ci siamo strutturati negli anni della grande crisi economica: riflettere sul senso del progetto era necessario”, fare di più con meno, dunque, “produrre quanto serve, ridurre gli sprechi, riusare. Non abbiamo mai fatto della sostenibilità un cavallo di battaglia: è importante, ma se il concept è buono, è naturalmente green”, affermano con la convinzione di chi ha esperienza dei mondi craft e industrial. Il divano Za:Za di Zanotta è un esempio: “Un monoblocco di soli 50 kg”, sottolinea con precisione Marco, “struttura in tubolare, cinghie elastiche, imbottitura morbida”, completamente disassemblabile. “Quando lavoriamo con materiali inerti, ricicliamo senza produrre sprechi: raramente ci capita di smaltire”, chiude Enrica mostrandoci la poltroncina verde Tubes, pezzo unico realizzato con i figli e in vendita online. “Tubi di cartone e cartapesta di uso domestico possono dare grandi soddisfazioni”, alla famiglia quanto all’ambiente. —
THINKING Giorgio Gori — Il sindaco di Bergamo ritratto nella sala di Palazzo Frizzoni, che ospita il Comune. In carica dal 2014, ha avviato un intenso programma di rigenerazione creativa. Accanto, l’ingresso al parco scientifico Kilometro Rosso firmato da Jean Nouvel, sede della Brembo. 70 ELLE DECOR
Riscatto comune In occasione di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023, le ‘città sorelle’ raccontano come rinasce un territorio ferito. Con attenzione e complicità di Paola Carimati — foto di Lea Anouchinsky 71 ELLE DECOR
Officina Magisafi — È a Vertova, in Valle Seriana, a 20 km da Bergamo, che si trova lo studio di Debora Bordogni e Claudio Acquaviva: gli architetti, che lavorano a stretto contatto con gli artigiani locali, hanno costruito un network di competenze condivise. Con Giovanni Fornoni, proprietario della cava di Ardesio, lavorano il marmo grigio. officinamagisafi.it Matteo Ghidoni — Il fondatore dello studio Salottobuono, ritratto al Kilometro Rosso, dove a primavera inaugura il progetto Pioppeto: vincitore della call la ‘Città Illuminata’, promossa da GAMeC, si ispira al concetto di ‘Industriosa Natura’ e prevede la messa a dimora di 32 alberi. Un intervento site specific, dedicato e permanente. salottobuono.com Lorenzo Giusti — Il direttore di GAMeC ritratto nel palazzetto dello sport, futura sede del museo. La programmazione si aprirà a febbraio con la mostra ‘Salto nel vuoto. Arte al di là della materia’, terzo capitolo di una trilogia tematica dedicata alla smaterializzazione. In attesa delle opere e dei progetti di Chiara Bersani, Tomás Saraceno e Ali Cherri. gamec.it 72 ELLE DECOR
THINKING Bergamo — Le reti sociali di quartiere, aperte e porose, lavorano per scardinare l’immagine di città chiusa e stereotipata Fallen Fruit — Gli artisti americani David Allen Burns e Austin Young firmano per l’Accademia Carrara ‘Conversazioni Sacre’: un’installazione site specific che si ispira alla città e alle tele in collezione. L’opera, allestita in uno degli spazi di collegamento tra i piani del museo, disegna alle pareti le atmosfere di un mondo visionario. Dal 28/01. accademiacarrara.it Tiziana Barbiero + Gloria Gusmaroli — Ritratte nei chiostri dell’ex Monastero del Carmine, la direttrice artistica del Teatro Tascabile di Bergamo Alta, con l’architetta incaricata del restauro del luogo. Fondato nel 1973 da Renzo Vescovi, l’accademia è un laboratorio sociale itinerante nato dall’esperienza del regista Jerzy Grotowski. teatrotascabile.org 73 ELLE DECOR
Umberto Angelini — È sovrintendente e direttore artistico della Fondazione del Teatro Grande di Brescia e chief curator di Triennale Milano per il settore musica, teatro, danza, performance. 74 ELLE DECOR
THINKING Brescia — Dalla Torre Ina alle fermate della metropolitana: i progetti ‘extra moenia’ avvicinano la comunità all’arte contemporanea Olympia Scarry — Dall’Ica di Milano, dove nel 2022 l’artista americana, nipote dello scrittore e illustratore Richard McClure Scarry, ha inaugurato la sua prima personale, alla Torre Ina: partendo da un libro e dalla storia della piazza, all’ultimo piano del primo grattacielo italiano costruito dall’architetto Piacentini, il 18 marzo aprirà la sua mostra. olympiascarry.com Chiara Rusconi + Francesca Migliorati — Le fondatrici di APalazzo Gallery ritratte nel cinquecentesco palazzo Cigola Fenaroli, dove lavorano sulla connessione tra locale e internazionale. In mostra ‘The Disorderly’, l’opera di Sonia Boyce, Leone d’oro alla Biennale di Venezia, alla quale, a febbraio, seguirà la personale di Lucia Pescador. apalazzo.net 75 ELLE DECOR
Brescia — La capitale della manifattura non è solo ‘città del tondino’, ma ‘città d’arte’ che ha investito con consapevolezza sul territorio Francesca Bazoli — Un ritratto della presidente di Fondazione Brescia Musei nelle sale di Fondazione Tosio Martinengo: con il suo impegno contribuisce ad alimentare la relazione virtuosa tra cultura e territorio. Tra le prime aperture: il corridoio Unesco e il progetto espositivo permanente della nuova sezione dell’Età romana del Museo di Santa Giulia. bresciamusei.com La Sala delle Dame — Costruita e dipinta fra il 1540 e il 1543 in occasione del matrimonio fra Eleonora Gonzaga e il conte Girolamo da Padernello, è tra le stanze meno note e più preziose di Palazzo Salvadego. Attribuita al Moretto, è unica nel suo genere: non raffigura un paesaggio o delle dame immaginarie, ma le donne delle famiglie degli sposi. museionline.info Edoardo Monti — Proprietario di Palazzo Monti e fondatore dell’omonimo programma in residenza: il progetto nato nel 2017 che trasforma la storica magione di famiglia in comunità. Qui oggi si produce arte contemporanea: ogni tre mesi scultori e pittori, fotografi e scrittori provenienti da tutto il mondo vengono accolti per dare forma alle proprie opere. palazzomonti.org 76 ELLE DECOR
THINKING Mind the gap — È l’architettura disegnata da Nathalie Du Pasquier per SubBrixia, il progetto per la diffusione dell’arte contemporanea nei luoghi più inaspettati della città. Inaugurata nel 2022 e realizzata con Mutina, troneggia nella fermata metropolitana Vittoria (sotto la Torre Ina). Ospite alla prossima fermata, il lavoro dell’artista greco Andreas Angelidakis. 77 ELLE DECOR
THINKING L’eredità di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura sta tutta nella ‘relazione di sguardi’: con questo appuntamento, teatri, musei e gallerie non sono più solo contenitori di eventi, ma luoghi di aggregazione È alla guida di una Fiat 127 Special, firmata dal designer il partenariato, una previsione di legge abbastanza recente”, bergamasco Pio Manzù negli Anni 70, che l’artista Cristian la cultura da sempre ha un ruolo rilevante nei processi Chironi intraprende il suo viaggio di andata e ritorno Bergamo/ di innovazione e cambiamento, non solo degli spazi fisici. Brescia: un progetto esplorativo pensato per accompagnare “Sostenerla, promuoverla, divulgarla per noi è un fattore il pubblico nei luoghi simbolo delle città. L’anno della Capitale imprescindibile per l’emancipazione individuale e collettiva”, Italiana della Cultura, inaugurato da poco, ci piace introdurlo sottolinea Gori, ricordando come alcuni investimenti importanti così, come un gemellaggio: suggerito dal Teatro Grande di siano oggi già incardinati. Altri, non ancora visibili, saranno Brescia, è uno tra i tanti appuntamenti inclusi nei palinsesti realizzati grazie alle risorse fornite dal Pnrr. “Pur non avendo dell’Istituzione, amatissima dai bresciani, e nella ancora visto le gru, sappiamo che l’ex scalo ferroviario di Porta programmazione ufficiale dell’evento (bergamobrescia2023.it). Sud diventerà il nuovo hub di riconnessione urbana e mobilità sostenibile della Stazione di Bergamo. Che l’ex caserma “Portare il palcoscenico tra le persone è il nostro modo Montelungo-Colleoni, ferma da trent’anni, ospiterà uno di allargare l’audience, di unire e includere”, ci spiega studentato. E che, spostando l’attenzione dal pubblico al privato, Umberto Angelini, sovrintendente del teatro. “L’’autista’, per la Fondazione Pesenti, con Gres Art, ha in animo di riqualificare rendere ancor più reale l’esperienza della sceneggiatura, si è una zona industriale dismessa e periferica con criteri molto anche preoccupato di personalizzare la 127 con i colori di 12 interessanti, privilegiando residenze per studenti, hub e spazi architetture di Le Corbusier”, puntualizza il direttore artistico. multidisciplinari”, la parte dedicata alle esposizioni e ai concerti È dunque lungo l’itinerario di collegamento tra le ‘città sorelle’, sarà pronta per giugno, con un investimento pari a 6 milioni di studiato per promuovere il patrimonio storico dei territori, che si euro. Senza dimenticarsi dell’ampliamento in corso all’Accademia snoda uno degli oltre 500 appuntamenti on show dallo scorso Carrara, riaperto al pubblico dal 28/01, la ristrutturazione del 20/01. “Osservare i paesaggi dal finestrino è utile ad allenare lo Teatro Donizetti e la trasformazione del palazzetto dello sport in sguardo”, che deve saper cogliere il grande lavoro di museo di arte moderna e contemporanea. rigenerazione urbana e creativa condotto dalle amministrazioni. “I 6.000 mq della nuova GAMeC disegnata da Qualche chilometro più in là, il sindaco di Bergamo C+S Architects apriranno al pubblico a fine 2025”, anticipa il Giorgio Gori, tra i protagonisti dell’iniziativa, racconta di direttore Lorenzo Giusti. “La galleria insieme al nuovo campus come i suoi cittadini vivano la città: “‘È diversa’, mi dicono. ‘Si e all’Accademia Carrara andrà a innestare nella più popolare e vede: lei è riuscito davvero a cambiarla’”, sottolineando con il multietnica Bergamo Bassa il secondo polo di attrazione culturale suo inciso che la trasformazione di un luogo è visibile non solo della città”. Da sempre concentrato sulla costruzione di comunità quando ‘si decide bene’, ma soprattutto quando ‘si ingaggia la coese, il curatore non crede nella rinascita mordi e fuggi, rete sociale’ nel processo di transizione. Perché è su questo a esclusiva vocazione turistica. “Stiamo lavorando a un modello di costruzione della comunità che si è mosso il riscatto di programma lungimirante di workshop, eventi e opere site specific Brescia e Bergamo post pandemia. Si intenda, se la prima è diffuse nei parchi e nelle valli: la nostra è una comunità aperta considerata ‘tra le più belle città d’Italia’ e, come dice lo storico e porosa, non propriamente aderente a quell’immagine Salvatore Settis, non è solo città del tondino, ma soprattutto città stereotipata e ossessivamente identitaria”, chiude il curatore, che d’arte, la seconda è tra i nove centri italiani inclusi dalla con il concorso ‘La Città Illuminata’, porta luce nella piazza della Comunità Europea in ‘Carbon Neutral 2030’, il programma per Libertà e nell’iconico Kilometro Rosso, il parco tecnologico la riduzione di CO2. “Attrattività, accessibilità e sostenibilità: di Jean Nouvel, dove è atterrato il ‘Pioppeto’ di Matteo Ghidoni. sono questi gli obiettivi che ci siamo dati quando abbiamo iniziato a lavorare al progetto di rinascita culturale, tenendo ben “Le connessioni con Bergamo sono molte e anche Brescia in evidenza che i destinatari del nostro investimento dovessero si rinnova nel segno della cultura”, puntualizza Francesca essere prima di tutto i cittadini”, entra nel merito Giorgio Gori. Bazoli, presidente di Fondazione Brescia Musei. “Ma la mia Sono 158 i milioni di investimento programmati per il triennio città ha bisogno di fare un passo oltre, con consapevolezza”. 2021/2023 dai due Comuni. “Siamo andati nelle scuole, Certamente il Rinascimento è importante, ma è l’arte abbiamo coinvolto le associazioni, attraversato i quartieri per contemporanea a prendersi la scena quest’anno, con mostre sollecitare la creatività di tutti”, segnando un nuovo ’cambio diffuse anche nel parco archeologico. “Protagonisti, artisti come di passo’. “Ben amministrata e con i conti in ordine, quando sono Fabrizio Plessi e attivisti come Zehra Degan, Badiucao e Victoria entrato in carica Bergamo aveva bisogno di valorizzare Lomasko”. Quella ‘extra moenia’ è una modalità espositiva potenzialità ed energie, sommerse e sommesse”, e dare voce alle collaudata anche da Chiara Rusconi, che con Francesca tante persone interessanti attive sul territorio. Tra loro Tiziana Migliorati ha fondato APalazzo Gallery: la galleria, a vocazione Barbiero, direttore del Teatro Tascabile TTB che per l’anno in internazionale, promuove le produzioni di oggi all’ultimo piano corso, con ‘Il mantello di Arlecchino’, porterà nuove performance della Torre Ina come in metropolitana. “Portare la cultura ‘là nei quartieri. Legato alla famiglia del terzo teatro, il centro fuori’ è un modo generoso per entrare in relazione con gli altri”, di ricerca itinerante ha sede nell’ex Monastero del Carmine: chiude con convinzione la curatrice, tra le figure più coinvolte “La riconversione dell’edificio in spazio di formazione e nell’’evento-Capitale’. Si, la rigenerazione è una questione di spettacolo, con inclusa foresteria, è la prima in Italia a utilizzare sguardo: quanto più è attenta, tanto più è rivoluzionaria. — 78 ELLE DECOR
Loro sono Claudia Mainardi, Veronica Caprino, Nicola Campri, Alessandro Bonizzoni e Giacomo Ardesio e nel 2013, a Milano, fondano Fosbury Architecture. Seguitissimi non solo dai giovani, sono tra i protagonisti della scena progettuale internazionale.
PEOPLE Fosbury Architecture Il collettivo italiano, protagonista alla prossima Biennale di Architettura di Venezia, promette di trasformare il Padiglione Italia in un laboratorio ‘Spaziale’: un luogo di collaborazione dove mappare forza e fragilità del Paese. E costruire alleanze di Paola Carimati — ritratto di Luca Campri Come l’altista americano Dick Fosbury, che alle Olimpiadi demiurgica dell’archistar e spoilerando allo stesso tempo di Città del Messico nel 1968 saltò ‘voltando le spalle lo statement-guida della mostra. “Ciò che intendiamo mettere in all’ostacolo’, così Claudia Mainardi, Veronica Caprino, luce nel Padiglione Italia è il concetto di interdipendenza Giacomo Ardesio, Alessandro Bonizzoni e Nicola Campri, fra tutte le esperienze mappate e gli attori coinvolti”. fondatori del collettivo under forty stanziale a Milano, rivoluzionano il mondo dell’architettura cambiando punto Sono nove i progetti selezionati dai Fosbury di vista. In dieci anni di attività hanno collaudato una procedura a rappresentare l’avanguardia italiana del progetto: on stage, decisamente disruptive: trasformare i limiti in opportunità, i testimoni di ciò che in inglese viene definito ’unsolicited’, il non nel loro linguaggio, diventa ‘prendersi cura delle specificità del richiesto. “Si tratta di realtà pilota, ma anche di nuove ricerche territorio in modalità collaborativa e interdisciplinare’. Da Rocco, e opportunità che atterrano o fioriscono in luoghi fragili l’oggetto effimero in polistirene, planato nel 2018 nel giardino e al tempo stesso virtuosi, sostenute non dalle istituzioni, ma da di Triennale Milano, al bookshop in blocchi di calcestruzzo forato persone che, riconoscendosi nella bontà dell’idea, si aggregano allestito nei tunnel di Drop City, alla Milano Design Week 2022, e fanno comunità”: nove best practice che lanciano idee aperte le loro sono architetture attorno alle quali si aggregano comunità alla contemporaneità. In scena all’Arsenale, dunque, e delle quali poi le comunità si appropriano. un mix di progetti per i quali ‘Spaziale’ funge da incubatore: “Li potenziamo, coproduciamo e li mettiamo tutti a sistema in ottica Architetti per passione e formazione, insieme provano collaborativa”, perché centrale nella mostra, lo ricordiamo, è la a ridisegnare i confini della disciplina madre, secondo agente capacità di costruire alleanze. Tra le persone, i luoghi, i saperi. più inquinante in termini di produzione, per riposizionarla sulla strada della transizione ecologica. E insieme provano a “Ma attenzione a non appiattirsi sul mantra della costruire un network di competenze e conoscenze che si fa ponte partecipazione”, avvertono i curatori. “Dall’esempio tutto tra cultura locale e visione internazionale: lavorare in clima italiano di Giancarlo De Carlo, ci apriamo alle esperienze di scarsità, come quello nel quale stiamo vivendo, vuol dire europee, fondamentali per la nostra generazione: dagli capire di essere parte del problema e cambiare atteggiamento. Assemble, il team interdisciplinare inglese vincitore del Turner “Spostando l’accento dall’ego all’eco, dall’io al noi”, Prize 2015, allo studio belga Rotor, e dai Raumlabor di Berlino, puntualizzano. È anche per questa loro consapevolezza matura Leone d’Oro alla Biennale di Architettura del 2021, ai Ten, che il Ministero della Cultura gli ha affidato la curatela del lo studio di ‘dieci’ che si muove tra Belgrado e Zurigo”: la loro Padiglione Italia alla 18. Biennale Internazionale di Architettura è una progettazione partecipata laica, ‘on demand’, utile quando di Venezia (20/05 — 26/11). L’approccio site-specific dei serve. In Italia ci provano i Post Disaster Rooftop, il collettivo Fosbury Architecture è in continuità con l’impianto della mostra interdisciplinare che a Taranto, dal 2018, porta all’evidenza del ‘Il Laboratorio del Futuro’, tracciato dalla curatrice Lesley Lokko: mondo il tema del disastro ambientale. “Con laboratorio entrambi intendiamo, più che un luogo di sperimentazione, la dimensione della collaborazione”. Anche loro ‘operatori dello spazio’, quella dei Post Disaster Rooftop è la prima delle nove storie già consultabile È con ‘Spaziale: ognuno appartiene a tutti gli altri’, che su ‘Spaziale Presenta’, la piattaforma-guida alla comprensione il gruppo intende rappresentare l’Italia a Venezia. ‘Spaziale’ del Padiglione Italia: sul sito ‘spaziale2023.it’ e sulla pagina è un titolo largo, che tenta di abbracciare la complessità Instagram ‘spaziale.presenta’ nel periodo che precede l’apertura del presente, “ma ‘Spaziale’ è soprattutto ciò che ci piacerebbe della Biennale Architettura 2023 potremo seguire l’attivazione essere”, affermano giocando con le parole, “non uno studio, di tutti gli interventi. “Ogni loro lavoro è l’episodio di un racconto ma una pratica che usa lo spazio come strumento e non come potenzialmente infinito, che va in scena sui tetti degli edifici fine. Liberi da quella ossessione, propria dei professionisti della Città Vecchia, trasformati in palcoscenici estemporanei. old school, del dover arrivare a un risultato fisico e permanente Con Silvia Calderoni, performer attenta all’ecologia dei corpi, a tutti i costi”, è tempo di riscatto per la ricerca speculativa. proveranno a cambiare il punto di vista della narrazione E per il ‘fatto insieme’ stressato nella coordinata ‘ognuno per innescare la rinascita del territorio”, ci spiegano i curatori. appartiene a tutti gli altri’: “Il progetto non è mai di chi lo firma, ”Quelle che cerchiamo di restituire sono istantanee, storie di ma di tutti i professionisti che partecipano al processo, inclusi criticità in atto e di futuro in potenza. Sono come noi”, chiudono filosofi, scienziati e artisti”, affermano sconfessando la figura i Fosbury, “non un dogma cui bisogna obbedire, ma una costellazione di idee attorno cui serenamente gravitare”. — 81 ELLE DECOR
ECO DESIGN Green touch Tra le colline del Monferrato, Marco Lavit firma un eco lodge nel rispetto del paesaggio. Quando la sostenibilità genera un progetto bello e consapevole testo di Filippo Romeo — foto di Silvia Lavit e Daniel Mazza Affacciato sul paesaggio del Monferrato, uno dei Little Leisure Lodges di LILELO, eco resort tra le vigne disegnato dall’architetto e designer Marco Lavit su una delle colline di Grazzano Badoglio (Asti). 83 ELLE DECOR
In alto, a sinistra, viste dalla vigna le microarchitetture in legno di larice creano un piccolo villaggio. Sopra e nella pagina accanto, scorci della zona notte: letto e lampada da terra su disegno di Marco Lavit. Accanto, le falde inclinate del tetto sono attraversate da lunghi tagli che in verticale segnano l’ingresso agli spazi interni e ai grandi terrazzi dove godere della vista sulla valle. Nell’ultima pagina, da sinistra, l’accesso a uno dei tre lodge dotati di terrazza e micropiscina a filo pavimento. L’interno con la zona pranzo comune. Tavolo su disegno di Marco Lavit, sedie di Santa & Cole, sospensione di Flos. lilelo.it, atelier-lavit.com 84 ELLE DECOR
ECO DESIGN 85 ELLE DECOR
ECO DESIGN Il paesaggio è quello tipico del Monferrato, una sequenza prodotti a km zero”. Il progetto, in apparenza molto semplice, di colline scandite dai filari dei vigneti. Incastonati nel paesaggio, si basa su un attento studio delle proporzioni, sulle relazioni fra i piccoli centri abitati, antichi casali e, a seconda della stagione, volumi architettonici e sul rapporto con il contesto. La singola unità i colori del grano o delle viti. Siamo a Grazzano Badoglio, abitativa, che reinterpreta l’archetipo della capanna, si appoggia in provincia di Asti, dove lo studio di Marco Lavit, architetto lievemente sul declivio, senza modificare la morfologia del e designer italiano di stanza a Parigi, ha realizzato un eco hotel terreno. “L’insieme genera un tutt’uno armonioso, una sorta di nel cuore del Piemonte. “Non sono nuovo a questo tipo piccolo villaggio costituito da tre lodge e da un quarto volume- di progetto”, ci spiega. “Lo studio fin dall’inizio si è occupato reception che è anche luogo d’aggregazione con una grande di costruzioni leggere in legno, strutture prefabbricate reversibili, terrazza-solarium, la cucina comune e la zona pranzo per rispettose dell’ambiente. Abbiamo realizzato case sugli alberi condividere la colazione. Per decidere l’esatta ubicazione di ogni e microarchitetture sull’acqua, progetti insoliti sia per la morfologia volume ci siamo fatti influenzare dall’orografia, dalla presenza sia per la collocazione in luoghi inconsueti: rifugi immersi degli alberi esistenti, dall’orientamento e, ovviamente, dal nella natura, piccoli resort e padiglioni nel verde, in Francia, paesaggio circostante”. Ogni architettura ha dunque una in Svizzera e ora anche in Italia”. L’area, in una posizione disposizione diversa, per privilegiare gli scorci panoramici privilegiata perché più alta rispetto alle altre colline, è popolata e godere della luce naturale. La struttura e il rivestimento sono da alberi di pere e mele, viti spontanee e una quercia secolare. totalmente realizzati in larice proveniente da foreste certificate, “I committenti, una giovane coppia di imprenditori, Claudia Cadario esili bacchette di legno che ne compongono, come un pattern, e Marco Ambrosio, da qualche anno mi chiedevano di individuare l’involucro: affiancate l’una all’altra, definiscono le pareti interne il luogo ideale per sviluppare l’idea. E solo dopo un lungo e alcune porzioni delle falde del tetto, leggermente distanziate tra lavoro di ricerca siamo riusciti a trovare, qui, non solo il paesaggio loro, trasformano la copertura in un leggero brise soleil. perfetto ma anche la giusta sensibilità da parte della Questa è la cifra distintiva del lavoro di Marco Lavit che riesce, soprintendenza e dei ‘vicini’ per creare le sinergie necessarie a un grazie a un semplice processo di addizione di singoli moduli, progetto virtuoso”. L’area confina con un maneggio e con a generare architetture lievi, caratterizzate da layer un’azienda agricola, attività perfette per le esperienze sportive e che si intersecano e sovrappongono tra loro, dando vita a spazi per l’approvvigionamento degli ospiti, che possono approfittare di misurati, giocati tra dentro e fuori, tra ombre e luce. — 86 ELLE DECOR
CONCEPT STORE Classicismo in vetrina Candore diffuso, archi, colonne. Una boutique nel centro di Berlino si rinnova citando la storia con modernità di Emmanuel de Bayser — foto di Mark Seelen testo di Flavia Giorgi Tra Gendarmenmarkt e Unter den Linden, il nuovo store The Square Berlin declina il proprio concetto di lifestyle attraverso moda, design e arte. 89 ELLE DECOR
Un omaggio ai musei dell’antichità e ai palazzi della capitale tedesca, ma anche ai paesaggi urbani della pittura metafisica In alto, volumi a doppia altezza definiscono interni ariosi. Su una superficie di 700 mq su tre livelli, i titolari Emmanuel de Bayser e Josef Voelk rappresentano la loro idea di lusso contemporaneo selezionando proposte firmate da grandi brand francesi e italiani. Accanto, al centro di una scenografia che rievoca le prospettive di De Chirico, il sofà in velluto di mohair è di Pierre Augustin Rose. Sulla sinistra, riprendono il tema dell’arco anche i camerini. Pagina accanto, sul pavimento grigio in materiale vinilico con trama di tessuto risaltano gli arredi creati da Pierre Augustin Rose, come il tavolo in legno di quercia su base cilindrica. 90 ELLE DECOR
CONCEPT STORE 91 ELLE DECOR
CONCEPT STORE Dietro le vetrate che riempiono di luce gli interni sfilano gli outfit per uomo e donna firmati Balenciaga e Celine, Dries Van Noten e Dior, Gucci e Moncler. The Square Berlin è la rivisitazione estetica e concettuale del primo negozio aperto nel 2008 da De Bayser e Voelk in questo stesso spazio, The Corner Berlin. Nel nome simile, ma diverso, il duplice segno della continuità creativa e del rinnovamento che, in una visione olistica, ha integrato i vari elementi del lifestyle. Una palette di colori luminosi e arredi su misura per il progetto d’interni firmato dal trio parigino Pierre Augustin Rose Lasciarsi contagiare dalla bellezza, catturarla in un gioco un’impronta parigina”, precisa De Bayser, “con contrappunto di specchi, restituirle l’omaggio che la sua semplice presenza di note italiane. Tra le ispirazioni, la pittura di De Chirico”. offre a chi l’ammira. Sensibili allo spettacolo quotidiano Prospettive e proporzioni ricordano i suoi paesaggi urbani, di una delle piazze più eleganti di Berlino — la settecentesca i colonnati che attraversano piazze deserte, metafisiche. Gendarmenmarkt con le due chiese gemelle e la Konzerthaus — Una visione che ha visto complici i proprietari e lo studio Emmanuel de Bayser e Josef Voelk si sono ispirati alle architetture francese Pierre Augustin Rose, autore degli interni. storiche del luogo per rinnovare la loro boutique (The Corner “Abbiamo sempre apprezzato il lavoro di questa équipe, Berlin) aperta qui diciotto anni fa. L’occasione del compleanno fossero mobili o scenografie per il loro showroom di Parigi”, importante ha forse contribuito a stimolare un ripensamento prosegue De Bayser. “Freschezza, atemporalità globale dello spazio, che oggi ristruttura anche il nome e qualità sono le doti che li contraddistinguono. Per noi e diventa The Square Berlin. “Volevamo modificare la scelta giusta per dare una nuova immagine alla boutique”. drasticamente l’aspetto del negozio, che rispondeva a Nei 700 metri quadri suddivisi su tre livelli il percorso diversifica un’estetica di brutalismo industriale berlinese molto in voga, l’esperienza dello shopping. Se la moda allinea brand che poi ha finito per banalizzarsi”, racconta Emmanuel internazionali come Balenciaga e Saint Laurent, de Bayser. “È fondamentale quando si lavora nel mondo Dries Van Noten e Dior, Gucci e Bottega Veneta, coté maison della moda e del design evolversi, ricrearsi. Il nuovo trovano posto mobili e complementi di Pierre Augustin Rose, concept è una trasformazione radicale del precedente. tavolini e sgabelli in bronzo di Rick Owens, accessori per la Sono stati integrati tutti gli elementi del lifestyle, dall’interior tavola di Ann Demeulemeester e Sargadelos, e poi sculture decor all’arte”. In più, oltre alle collezioni di fashion design di Nicolas Lefebvre, Thomas Junghans, Galerie Chenel. le proposte includono mobili e accessori per la tavola. Gli spazi Ma è lo scaffale dei libri, contro una parete di mattoni a vista, sono ambienti di grande respiro, inondati di luce naturale e a provocare la sosta di chi cerca ispirazioni dal mondo per una tagliati da quinte a tutta altezza, disegnate da un ritmo serrato di nuova casa: villa di campagna in Francia, chalet a St. Moritz, colonne e archi, echi contemporanei del classicismo che permea riad a Marrakech... Oppure, una semplice passeggiata la capitale, i suoi palazzi, i grandi musei. ”L’atmosfera però ha tra i pezzi eterni disegnati da Pierre Jeanneret. — 92 ELLE DECOR
INTERIOR DESIGN A matter of beauty A Milano, Davide Diodovich ci invita nel suo nuovo salone. Un luogo per sentirsi speciali firmato storagemilano di Francesca Benedetto — foto di Paola Pansini Nel soggiorno, gli arredi su disegno di storagemilano nei toni morbidi del burro, con profili neri, laccati lucidi. Tappeto di cc-tapis, foto di Bianca Balti by Giampaolo Sgura e, sulle mensole della cucina su disegno, realizzata da Elmar, tazze e barattoli di La Teiera Eclettica. Davide Diodovich Salon è in via Montebello 24, a Milano. 95 ELLE DECOR
“Grande attenzione alla riservatezza, ambienti dai toni morbidi e scelte sostenibili sono gli elementi fondanti del progetto” Davide Diodovich L’hair stylist e padrone di casa dell’edificio primi Novecento Davide Diodovich. In alto, in via Montebello, con pareti nella libreria disegnata e battiscopa in marmo; le porte da storagemilano, foto scorrevoli, rivestite in canapa di Giampaolo Sgura e ritratto di lino tesata e tinteggiata, di Mina con dedica, di garantiscono la privacy Mauro Balletti. Vaso in vetro di a tutte le postazioni di lavoro. Alfredo Barbini e candelabro Nella cucina su disegno, di Fritz Nagel per BMF, realizzata da Elmar, foto entrambi da Cavaliere Gallery; di Giampaolo Sgura. I profili ceramica di Antonio Marras. laccati di nero degli arredi Pagina accanto, dall’alto in caratterizzano lo spazio senso orario, l’elegante ingresso disegnando geometrie decise. 96 ELLE DECOR
INTERIOR DESIGN 97 ELLE DECOR
INTERIOR DESIGN Un angolo del salotto con le applique su disegno e il divanetto rivestito in tessuto color burro. Vasi e fiori di Michela Pozzato, vetro di Alfredo Barbini, Cavaliere Gallery, foto di Giampaolo Sgura. Il corridoio con il pavimento in parquet originale e l’ingresso, sul fondo. A cura di BMA la realizzazione di tutti gli arredi disegnati dallo studio di architettura storagemilano. “Un esteta, un sognatore follemente innamorato del suo anche il mio concetto di bellezza. Ho chiesto allo studio lavoro e della bellezza a 360 gradi”. Così si definisce Davide storagemilano, già autore dello spazio precedente, di mantenere Diodovich che, nel mondo della moda e dello spettacolo, non ha il focus sulla riservatezza degli ambienti, cambiando radicalmente bisogno di grandi presentazioni. Formazione come hair stylist l’estetica, qui connotata da colori tenui e luminosi a Londra presso la Vidal Sassoon Academy, di cui diventa Art e dalla scelta di superfici tattili”. Grazie alla collaborazione Director, seguendo importanti produzioni pubblicitarie con l’azienda Davines, che si distingue per l’approccio eco, e cinematografiche, tra le quali il film ‘Nirvana’ di Gabriele Diodovich ha sviluppato una maggior attenzione alla sostenibilità. Salvatores. Dopo il debutto alle sfilate di Milano, Parigi e New Un impegno declinato nelle relazioni con fornitori e dipendenti York, avvia numerose collaborazioni con fotografi di fama basate sul rispetto e sulla responsabilità, nelle buone pratiche internazionale e prestigiose riviste, nonché con importanti brand per l’utilizzo di prodotti e strumenti di lavoro, ma anche nella d’alto profilo. Nel 2011 apre il suo primo quartier generale a scelta di materiali naturali ed ecocompatibili. “Abbiamo utilizzato Milano distinguendosi per il suo stile, ricercatamente casuale. la canapa di lino, tesata e tinteggiata come le tappezzerie Oggi, Davide Diodovich Salon cambia indirizzo e approda di un tempo, per rivestire le pareti e le porte scorrevoli. La tonalità in via Montebello. Siamo in un quartiere vivace contaminato burro, morbida e opaca, in contrasto con i profili laccati nero dall’energia creativa di Brera e Porta Garibaldi e dall’eleganza lucido, rimanda alle atmosfere degli atelier Anni 40 e agli interni del Quadrilatero della moda, proprio a due passi. Davide di Andrée Putman che hanno ispirato il progetto”, ci spiega ci accoglie al piano rialzato di un palazzo primi Novecento, Barbara Ghidoni di storagemilano. Le cornici degli specchi facendo personalmente gli onori di casa e accompagnandoci e le lampade su disegno consentono alla luce di creare lo nello spazio da poco inaugurato, con l’entusiasmo che scenario perfetto per mettere in risalto gli hair look degli ospiti, gli si legge negli occhi. “L’appartamento mi ha conquistato subito veri protagonisti dello spazio. “Per me è fondamentale per il fascino dell’edificio, con l’ingresso tipicamente milanese, che le mie clienti si sentano a casa, per cui il salotto e la cucina ma il piccolo giardino privato sul retro, con due magnifiche piante non potevano mancare. E poi gli oggetti del cuore, che segnano di banano, è stato certamente determinante per la scelta momenti di vita importanti e che arredano le stanze: dalle foto del luogo”, confessa il creativo. “È un progetto di famiglia, dell’amica adorata Bianca Balti, scattate da Giampaolo Sgura condiviso con mio nipote Ludovico Mastrandrea, e coincide con per la mia prima campagna di Dolce&Gabbana, al ritratto un momento di rinascita professionale che rappresenta per me con dedica ironica di Mina; dai libri di moda e design collezionati la libertà, l’indipendenza e il benessere psicofisico. Prende vita negli anni, che raccontano due mondi affini, alle mie forbici dopo 9 mesi di lavoro intenso durante i quali ho rielaborato che, scaramanticamente, non abbandono mai”. — 98 ELLE DECOR
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